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Gennaio al cinema e suoi primi film: arriva il sequel di Wonder

Gennaio al cinema e suoi primi film: arriva il sequel di Wonder

Anno nuovo e nuovi film di cui già questo Gennaio al cinema è pieno di titoli molto attesi. Intanto in sala da noi in Italia dal primo giorno del 2024 sono già disponibili la nuova commedia Succede anche nelle migliori famiglie del comico Alessandro Siani e il lungometraggio d’animazione Il ragazzo e l’Airone. Il nuovo film del maestro giapponese Hayao Miyazaki arriva dopo ben dieci anni dall’ultimo e commovente Si alza il vento presentato nel 2013 in concorso alla 70ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia

Vediamo insieme le novità di Gennaio al cinema di questa prima settimana del mese

50 km all’ora

50 km all'ora film recensione

Il primo film di questo Gennaio al cinema è la nuova commedia diretta e interpretata dall’attore italiano Fabio De Luigi. 50 km all’ora vede anche per protagonista Stefano Accorsi ed è un remake di un grande successo tedesco del 2018 intitolato 25 Km/h. Questa trasposizione italiana racconta di Rocco e Guido, due fratelli, che durante il funerale del padre decidano di intraprendere il viaggio che si erano reciprocamente promessi di fare da adolescenti. Questo viaggio dall’Emilia alla Romagna che i due compiranno possiede però un obbligo, quello di farlo solo a cavallo dei loro vecchi motorini. Questo road movie regionale si rivelerà anche un viaggio di formazione di due cinquantenni, che cercheranno di ritrovare se stessi e il legame perduto anni prima, attraversando la loro regione di nascita e recuperando, tappa dopo tappa, il tempo perduto.

Perfect Days

Perfect Days recensione

Perfect Days premiato al Festival di Cannes per la miglior interpretazione maschile allo straordinario attore giapponese Koji Yakusho è un lungo elogio alla semplicità. Questo film del regista Wim Wenders è il racconto di Hirayama, un uomo che conduce una vita semplice e scandita da una routine perfetta. Il protagonista dedica con cura e passione a tutte le attività della sua giornata, dal lavoro come addetto alle pulizie dei bagni pubblici di Tokyo, all’amore per la musica, ai libri, alle piante, alla fotografia e a tutte le piccole cose della sua semplice esistenza. Nel ripetersi del suo ciclo quotidiano, una serie di incontri inaspettati con vari personaggio diverdi riveleranno gradualmente qualcosa in più̀ del passato del signore Hirayama.

Puffin Rock – Il Film

Puffin Rock - Il Film

Per la prima volta arrivano al cinema, con un loro film da protagonisti, i Puffin Rock, le pulcinelle di mare colorate diventate famosi grazie ad un’acclamata serie animata per bambini di Netflix. Gli amati protagonisti Oona, Rudy, Vera e Baba in questa avventura cinematografica incontreranno nuovi amici che entraranno immediatamente a far parte della numerosa famiglia. Puffin Rock – Il Film è una storia emozionante che celebra l’amore per la natura e i temi dell’appartenenza, del coraggio e dell’amicizia. Oona e Baba faranno amicizia con gli ultimi arrivati a Puffin Rock, i fratellini Isabelle e Phoenix e scopriranno, che con un amico al proprio fianco, ogni impresa è possibile.

The Miracle Club

The Miracle Club film 2023

The Miracle Club è ambientato in Irlanda nel 1967 e la storia di questo film diretto da Thaddeus O’Sullivan ruota intorno a tre donne che sognano, da sempre, di andare a Lourdes nella speranza di vedere un miracolo. Quando alle protagoniste capita di vincere un viaggio proprio nella città francese, grazie ad un concorso canoro, decidono di partire e finalmente godersi il premio. Ma il ritorno inaspettato dall’America di una vecchia amica delle tre complica decisamente le cose, visto che fa riemergere traumi e conflitti del passato. Il cast è composto da glorie del grande schermo come Maggie Smith, Kathy Bates e Laura Linney.

Wonder: White Bird

Helen Mirren Wonder: White Bird

L’ultima pellicola che consiglio in questo Gennaio al cinema è Wonder: White Bird diretta diretto da Marc Forster. Tratto dalla graphic novel di R. J. Palacio, questo film è un sequel e spin-off di Wonder e racconta la storia del bullo Julian che cerca di ambientarsi in una nuova scuola. Sentendolo in difficoltà, la nonna, interpretata da Helen Mirren, lo sorprende e gli fa visita da Parigi per raccontare la storia della sua infanzia. Di come lei, da ragazza ebrea nella Francia occupata dai nazisti, fu protetta da un compagno di classe. Infatti la giovane verrà salvata dalla famiglia di Julien, un ragazzo affetto da poliomielite, che lei prima a scuola teneva a distanza a causa della sua malattia alla gamba. Durante il lungo periodo in cui dovrà restare nascosta tra i due nascerà una forte amicizia e anche forse l’amore. Nel cast oltre alla Mirren c’è anche Gillian Anderson e i giovanissimi Bryce Gheisar, Ariella Glaser e Orlando Schwerdt.

Gennaio 2013 di fuoco al cinema

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Gennaio 2013 di fuoco al cinema

Django Unchained 01Sarà un gennaio cinematografico come non se ne vedevano da diverso tempo quello che è appena cominciato. La distribuzione italiana ha fatto slittare, rispetto alle

Genius: trailer per il film con Colin Firth e Jude Law

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Genius: trailer per il film con Colin Firth e Jude Law

La Roadside Attractions ha diffuso tramite Yahoo! Movies il primo trailer di Genius, film con protagonisti Colin Firth e Jude Law, presentato all’ultimo Festival di Berlino, diretto da Michael Grandage e scritto da John Logan.

Leggi la nostra recensione di Genius

Il film è il racconto della complessa amicizia e allo stesso tempo relazione professionale tra l’editore Maxwell Perkins (colui che tra gli altri ha scoperto F. Scott Fitzgerald e Ernest Hemingway) e il gigante della letteratura Thomas Wolfe.

GeniusBasato sulla biografia di A. Scott Berg, “Max Perkins: Editor of Genius”, il film vede nel cast, oltre a Colin Firth e Jude Law, nei panni rispettivamente di Perkins e Wolfe, anche Nicole Kidman come Aline Bernstein, la costume designer che ebbe una turbolenta relazione con Wolfe, Laura Linney come Louise Perkins, la moglie di Max e una talentuosa drammaturga e Guy Pearce e Dominic West nei panni, rispettivamente, di F. Scott Fitzgerald e Ernest Hemingway.

Genius arriverà nelle sale americane il 10 giugno. Speriamo di vederlo al più presto anche in Italia.

Fonte: CS

Genius: trailer e data del film con Jude Law e Colin Firth

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Genius: trailer e data del film con Jude Law e Colin Firth

Eagle Pictures ha diffuso il trailer ufficiale di Genius, il film di Michael Grandage che sarà presentato all’ XI edizione della Festa del cinema di Roma nella sezione Tutti ne parlano.

https://www.youtube.com/watch?v=OLBWqYEEBys

Il film, basato sulla biografia “Max Perkins. L’editor dei geni” di A. SCOTT BERG, è diretto dall’acclamato regista teatrale MICHAEL GRANDAGE (già direttore artistico della Donmar Warehouse), vincitore di diversi Tony Award; la sceneggiatura è firmata da JOHN LOGAN (Il Gladiatore, The Aviator, Hugo Cabret, Skyfall), nominato agli Academy Awards. 

Genius è il commovente racconto della complessa amicizia e dell’evoluzione del rapporto professionale tra il celebre editor Maxwell Perkins (che scoprì F. Scott Fitzgerald ed Ernest Hemingway) e il leggendario gigante letterario Thomas Wolfe.

Il ruolo di Max Perkins è interpretato dal Premio Oscar COLIN FIRTH (Il discorso del re), al fianco di JUDE LAW (Anna Karenina, Grand Budapest Hotel) nel ruolo di Thomas Wolfe.

GeniusA completare un cast di Genius grandi star troviamo l’attrice premio Oscar,  NICOLE KIDMAN (Paddington, Stoker) nel ruolo di Aline Bernstein, una costumista che vive una burrascosa relazione con Wolfe. LAURA LINNEY (Mr. Holmes – Il mistero del caso irrisolto, A royal weekend) nei panni di Louise Perkins, drammaturga di talento e moglie di Max; GUY PEARCE (The Rover, Lawless) nel ruolo di F. Scott Fitzgerald e DOMINIC WEST (Testament of Youth, Pride), nei panni di Ernest Hemingway.

Genius trailer e data del film con Jude Law e Colin Firth

Sinossi – Genius: 

Il Premio Oscar Colin Firth è Maxwell Perkins, l’editore passato alla Storia per aver scoperto scrittori come Ernest Hemingway e F. S. Fitzgerald e che un giorno si imbatté in Tom Wolfe (Jude Law) un prodigioso talento, praticamente un GENIO. Come tutti i geni, Wolfe era talmente consumato dalla sua arte da arrivare ad isolarsi completamente dal mondo e a sviluppare una malattia che lo porterà alla morte a soli 38 anni. Colin Firth, Jude Law e Nicole Kidman per la prima volta insieme in una incredibile storia vera.

Genius: recensione del film con Jude Law #Berlino66

Genius: recensione del film con Jude Law #Berlino66

In una vita leggiamo tonnellate di libri, o almeno dovremmo farlo, soltanto per rimanere incagliati in storie e personaggi straordinari, capaci di portare la nostra mente altrove, di metterci in vesti altrui. Spesso però quelle stesse storie stampate ne hanno altre fra le righe, figlie della realtà: Genius ne racconta una a proposito di due uomini, a loro modo ugualmente geniali ma in modo diverso. Max Perkins è un editor della storica casa editrice Scribner’s Son, il suo lavoro è rendere delle opere informi, indefinite, in libri indimenticabili da ‘regalare’ ai lettori. Thomas Wolfe è invece uno scrittore sregolato, iperattivo, esuberante e un po’ folle, capace di redarre 5000 battute al giorno o consegnare bozze grezze di migliaia di pagine.

Una mole di lavoro che in un’epoca senza computer ed elettronica significa scartabellare svariati chilogrammi di carta, riscrivere e ristampare tutte le diverse versioni, passare mesi con il capo chino e una matita rossa nella mano destra. Nulla che spaventi Max e Thomas, che anzi dedicano al lavoro più tempo del dovuto, tanto da farne un’ossessione: mentre costruiscono una splendida amicizia, rischiano di distruggere le loro rispettive famiglie, le loro vite al di fuori del lavoro. La passione e la determinazione portano però alla pubblicazione di opere classiche come Look Homeward, Angel e Of Time and the River, che Wolfe dedica rispettivamente alla moglie e allo stesso Max, colui che ha cambiato e plasmato la sua carriera (non a caso conosciuto come “l’editore dei geni”).

Genius

Genius

Realizzato in maniera molto accademica secondo la più conforme scuola americana, con un montaggio del racconto lineare e didascalico, molte voci off, immagini sovraimpresse e insistente musica dall’alto tasso emotivo, Genius naviga in un grande mare di mediocrità. Un peccato, soprattutto alla luce del suo sceneggiatore John Logan, scrittore di Skyfall. Si accontenta costantemente di osservare la linea dell’orizzonte senza mai scavalcarla, senza mai osare, lasciando fare al suo regista Michael Grandage e al suo importante cast il minimo indispensabile.

È infatti quasi un peccato vedere attori del calibro di Colin Firth e Nicole Kidman tenuti al guinzaglio, al contrario di Jude Law totalmente a briglia sciolta, forse anche troppo sciolta. Nella direzione degli attori manca infatti un bilanciamento, se Firth è troppo spento, la Kidman tende a enfatizzare troppo, mentre Law esagera oltre ogni limite. Assistiamo comunque a una storia appassionante, interessante e intimamente umana. Come Max Perkins in fondo al viaggio, anche noi togliamo il cappello indossato sin dall’inizio, alla ricerca di una nuova storia in cui affondare.

Genius: recensione del film con Colin Firth

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Genius: recensione del film con Colin Firth

Presentato già al Festival di Berlino 2016, Genius, di Michael Grandage, è stato scelto anche dalla Festa di Roma 2016 per far parte della selezione ufficiale. Nella sua didascalica semplicità, il film, scritto dal quasi sempre ottimo John Logan, racconta della tormentata storia d’amicizia tra Maxwell Perkins, editor della celebre Charles Scribner’s Sons che pubblicò Ernest Hemingway e F. Scott Fitzgerald, e Thomas Wolfe, scrittore dal torrenziale ingegno. Il film si concentra sull’incontro trai due e sul lavoro che entrambi hanno affrontato per portare alla luce due dei romanzi più famosi di Wolfe, Look Homeward, Angel e Of Time and the River. Mentre i due uomini di ingegno (di genio, come da titolo) si lasciano prendere dal vortice delle parole, costruendo parallelamente un’atipica ma solida amicizia, le loro vite rischiano di dissolversi a causa della difficoltà di coltivare gli affetti familiari.

Grandage si affida a un tono molto rassicurante che segue servilmente la storia cronologicamente raccontata, avvalendosi di volti noti imbrigliati in parti che non ne sostengono il talento. In particolare Colin Firth, nei panni di Perkins, soffre di un ruolo che lo vede costretto palesemente a recitare per sottrazione un personaggio da cui ci si aspetterebbe più carisma. Al contrario, Jude Law, a cui è affidato l’esuberante ruolo di Wolfe, è eccessivo oltre ogni misura, non giustificando la contrapposizione netta e semplicistica trai due ruoli. In mezzo a loro una melodrammatica Nicole Kidman interpreta la moglie di Wolfe, una donna che lasciò tutto per seguire la passione per questo affascinante e logorroico scrittore.

Genius: trailer del film con Jude Law e Colin Firth

Se nella prima parte il film si concentra con efficacia sulle parole, sul loro valore e sul ruolo fondamentale dell’editor, incaricato di razionalizzare un lavoro d’arte che altrimenti non avrebbe spazio sul mercato e finirebbe per essere inconcludente flusso di coscienza, la seconda parte del film lascia andare questo vibrante tema e si focalizza sulla vicenda personale, decisamente meno interessante. La lotta che Wolfe e Perkins portano avanti su ogni riga, ogni descrizione, ogni dorata parola da tagliare, salvare, spostare, è molto più potente dei litigi e delle reciproche accuse che Max e Tom si rivolgono nella seconda parte del racconto.

Con Genius, Michael Grandage confeziona un biopic più che tradizionale che troppo presto lascia andare il guizzo di originalità cui si aggrappa all’inizio, sprecando l’occasione per una profonda riflessione su quale sia effettivamente il genio, se l’artista che dialoga direttamente con la Musa, o la mente che si incarica di fare da tramite tra quell’opera e il pubblico che accoglierà e renderà così immortale l’arte stessa.

Genius

Genius: Nicole Kidman con Michael Fassbender e Colin Firth

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Genius: Nicole Kidman con Michael Fassbender e Colin Firth

Il debutto dietro alla macchina da presa per Michael Grandage non poteva avere attori migliori; dopo Michael Fassbender e Colin Firth, Genius annovera anche Nicole Kidman nella crew artistica andando a completare un cast di livello assoluto.

Genius racconterà la storia del signor Perkins interpretato da Firth, editore di successo che tra gli altri pubblico i romanzi di Ernest Hemingway e Scott Fitzgerald, mentre Fassbender sarà lo scrittore Thomas Wolfe. Perkins, nel suo lavoro, aveva un ruolo molto particolare per i suoi clienti, non solo era il loro editore ma era anche un buon amico e qualche volta un surrogato di uno psicologo per le menti geniali e tormentate di cui si occupava.

Fonte: Collider

Genius: MLK/X, trailer della nuova serie su Martin Luther King Jr. e Malcolm X

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Ecco il trailer della serie antologica GENIUS: MLK/X. Per la prima volta, la docuserie esplora le vite di due geni iconici: Martin Luther King Jr. e Malcolm X. GENIUS: MLK/X arriverà mercoledì 13 marzo in esclusiva su Disney+ in Italia.

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle storie Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

La nuova stagione della serie antologica GENIUS: MLK/X si concentra su due figure iconiche: Martin Luther King Jr. (interpretato da Kelvin Harrison Jr.) e Malcolm X(interpretato da Aaron Pierre). La serie ripercorre gli anni della formazione, influenzati da padri forti e ingiustizie, e le storie complesse e complementari che hanno plasmato le loro identità, rendendoli il cambiamento che desideravano vedere nel mondo.

Questa serie offre uno sguardo intimo sulle loro vite, mostrandoli non solo come leader pubblici, ma anche come mariti, padri, fratelli e figli, mettendo in luce la loro umanità dietro le iconiche figure. Con le loro formidabili mogli, Coretta Scott King (interpretata da Weruche Opia) e Betty Shabazz (interpretata da Jayme Lawson), al loro fianco, King e X emergono come due visionari che hanno guidato un movimento.

Brian Grazer, Ron Howard e Kristen Zolner sono produttori esecutivi per Imagine Television, mentre Reggie Rock Bythewood, Gina Prince-Bythewood e Francie Calfo sono produttori esecutivi per Undisputed Cinema. Raphael Jackson Jr. e Damione Macedon sono showrunner e produttori esecutivi. Gigi Pritzker e Rachel Shane sono produttori esecutivi per Madison Wells, mentre Sam Sokolow è produttore esecutivo per EUE/Sokolow. Jeff Stetson (The Meeting) ha scritto l’episodio pilota ed è produttore esecutivo. Channing Godfrey Peoples (Miss Juneteenth) ha diretto l’episodio pilota ed è stato anche produttore esecutivo. L’ambasciatore Shabazz ha svolto il ruolo di consulting producer. La serie è prodotta da 20th Television, parte dei Disney Television Studios.

Genius: Jude Law nel cast insieme a Colin Firth e Nicole Kidman!

Genius: Jude Law nel cast insieme a Colin Firth e Nicole Kidman!

A quanto sembra, Genius di Micheal Grandage ha il suo attore protagonista! E sarà (udite, udite) Jude Law! Law affiancherà Colin Firth e Nicole Kidman, per quello che si prospetta come un intensissimo biopic.

Leggi anche: Jude Law in Susan Cooper con Melissa McCarthy

Il film ci mostrerà i rapporti tra il gigante della letteratura Thomas Wolfe (interpretato proprio da Jude Law) e l’editore Max Perkins (interpretato da Firth). Come vedremo nel film, Wolfe è un talento assoluto nel campo della letteratura che, in un modo o nell’altro, dovrà cimentarsi con l’acquisire una certa fama già in giovane età; d’altro canto, Perkins è un editore che conosce a menadito il proprio mestiere e si cimenta nel ricercare giovanissimi talenti come fatto per Scott Fitzgerald o Hemingway. I due finiranno per incontrarsi, conoscersi e divenire amici, ma il rapporto che li legherà si rivelrà più controverso di quanto potessero aspettarsi.

Genius sarà prodotto da James Bierman ed è tratto dal romanzo Max Perkins Editor of Genius di A. Scott Berg.

Fonte: Comingsoon.net

 

Genius: Guy Pearce nel cast con Jude Law e Colin Firth

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Genius: Guy Pearce nel cast con Jude Law e Colin Firth

Variety riporta la notizia che Guy Pearce (Iron Man 3) e Dominic West (300) si sono uniti ufficialmente al cast di Genius di Micheal Grandage, che avrà come protagonisti Jude Law, Colin Firth e Nicole Kidman, per quello che si prospetta come un intensissimo biopic.

Il film ci mostrerà i rapporti tra il gigante della letteratura Thomas Wolfe (interpretato proprio da Jude Law) e l’editore Max Perkins (interpretato da Firth). Come vedremo nel film, Wolfe è un talento assoluto nel campo della letteratura che, in un modo o nell’altro, dovrà cimentarsi con l’acquisire una certa fama già in giovane età; d’altro canto, Perkins è un editore che conosce a menadito il proprio mestiere e si cimenta nel ricercare giovanissimi talenti come fatto per Scott Fitzgerald o Hemingway. I due finiranno per incontrarsi, conoscersi e divenire amici, ma il rapporto che li legherà si rivelrà più controverso di quanto potessero aspettarsi. Guy Pearce interpreterà F. Scott Fitzgerald, mentre Dominic West sarà Ernest Hemmingway.

Genius sarà prodotto da James Bierman ed è tratto dal romanzo Max Perkins Editor of Genius di A. Scott Berg.

Fonte

Genius: Aretha, la recensione della serie con Cynthia Erivo

Genius: Aretha, la recensione della serie con Cynthia Erivo

Genius è l’acclamata serie antologica di National Geographic che porta sullo schermo le affascinanti storie dei più brillanti innovatori del mondo, i loro straordinari successi con le loro volubili, appassionate e complesse relazioni personali. Dopo Albert Einstein e Pablo Picasso, questa terza stagione, intitolata Genius: Aretha, esplora il genio musicale e l’incomparabile carriera di Aretha Franklin, così come l’enorme influenza che ha avuto sulla musica e sulla cultura di tutto il mondo. Aretha Franklin è stata un prodigio del gospel, una schietta sostenitrice dei diritti civili ed è considerata la più grande cantante degli ultimi 50 anni, con innumerevoli premi ricevuti durante la sua carriera.

Curata da Anthony Hemingway e Suzan-Lori Parks, la stagione si concentra su gran parte della vita della cantante, focalizzandosi però su alcuni periodi in particolare. Questi affrontano l’infanzia e il difficile rapporto con il padre, i primi successi sul finire degli anni Sessanta, il declino negli anni Settanta e la nuova popolarità raggiunta negli anni Ottanta. Ognuno di questi bilancia tra vita pubblica e privata, mostrando quanto le due si siano continuamente influenzate reciprocamente. Sullo sfondo, si staglia un Paese in profondo cambiamento sociale e culturale, segnato in particolare dagli scontri in nome dei diritti civili del popolo afroamericano e dal trasformarsi dell’ambiente musicale.

L’anno di Aretha

Non capita tanto spesso che nel giro di un solo anno si trovino ad uscire, in streaming e al cinema, due opere dedicate alla stessa personalità. Se il 4 giugno sulla piattaforma Disney+ arriverà la serie Genius: Aretha, al 7 ottobre è attualmente fissata l’uscita in sala del film Respect, dove Aretha Franklin sarà interpretata dalla cantante e attrice premio Oscar Jennifer Hudson, la quale aveva ricevuto la benedizione della stessa Franklin. Due opere impegnate a raccontare dunque la stessa vita e gli stessi eventi, lasciando allo spettatore il compito di identificare le differenze con cui questi verranno trattati. Se è ancora presto per parlare del film, della serie di imminente arrivo è invece già possibile dire qualcosa.

I primi due episodi visti in anteprima mostrano l’evidente volontà di raccontare quanto più possibile della Franklin, compiendo numerosi salti temporali tra la sua vita adulta e la sua infanzia. Da questo punto di vista Genius: Aretha non si distingue né dalle precedenti stagioni né da altri prodotti biografici di National Geographic come il recente The Right Stuff. Si tratta di opere con un’impostazione molto classica, quasi uniforme tra loro, che rinunciano a particolari vezzi visivi per lasciare tutte le attenzioni allo sviluppo narrativo ed alle interpretazioni dei protagonisti.

E così facendo anche la nuova stagione di Genius trova il suo punto di forza. Quello che potrebbe essere un canonico racconto di ascesa alla popolarità nel mondo della musica, diventa un racconto perfettamente aderente al suo tempo. In Genius: Aretha c’è tutto ciò di cui si discute anche oggi, dai diritti per gli afroamericani alle battaglie per l’emancipazione femminile. Aretha Franklin diventa allora non solo un’icona da celebrare, ma anche un modello per l’attualità, con gesta compiute però ormai quasi sessant’anni fa.

Genius Aretha Disney+

Genius: Aretha, la recensione

Per interpretare una donna tanto forte ci voleva un’attrice a sua volta in un periodo d’oro della sua carriera. La scelta è così ricaduta su Cynthia Erivo, recentemente candidata agli Oscar come miglior attrice per Harriet. Per lei interpretare una simile icona non è stato facile, richiedendole ore di esercitazioni nel canto, ma le ha permesso di dimostrare una volta di più la sua incredibile intensità recitativa. La Erivo è una convincentissima Aretha Franklin, che dà vita ad un interpretazione che dovrebbe far preoccupare la Hudson. Sulle sue spalle si costruisce l’intera serie, che trova dunque nella presenza magnetica dell’attrice il suo pregio maggiore.

Realizzata non senza alcune controversie, legate all’insoddisfazione della famiglia Franklin in merito ad alcune scelte narrative, la serie ha saputo infine trarre ulteriore forza da una mancanza non da poco. In Genius: Aretha non si sentiranno infatti le canzoni più celebri della cantante, assenti per motivi di diritti. Quello che per un film come Stardust ha rappresentato un grosso limite, qui è invece l’occasione per riscoprire alcuni dei brani meno noti ma altrettanto struggenti della Franklin. Così facendo, la serie riesce a scavare ancor più nella vita della cantante, lasciando trasparire un’umanità, una sofferenza e una forza non facili da affrontare.

Genius Einstein: le foto dal red carpet romano

Genius Einstein: le foto dal red carpet romano

Si è svolta ieri la prima italiana di Genius Einstein, la nuova serie tv prodotta da National Geographic. Di seguito le foto degli ospiti sul red carpet di Roma: [nggallery id=3124]

Foto di Aurora Leone

Sebbene le sue teorie scientifiche siano tutt’oggi considerate sbalorditive e assolutamente fondamentali, in pochi conoscono la tumultuosa vita personale di una delle più grandi menti del XX secolo: Albert Einstein.

National Geographic presenta Genius Einstein la serie che racconta come il giovane Albert divenne l’Einstein conosciuto in tutto il mondo, uno dei più grandi innovatori di sempre. Un viaggio alla scoperta dei suoi successi attraverso la storia delle sue passioni e delle sue complesse relazioni personali.

Genius Einstein è la prima serie tv mai prodotta da National Geographic, un vero e proprio evento globale che sarà trasmesso in contemporanea in 171 paesi del mondo.

In Italia la serie sarà in onda su National Geographic (canale 403 di Sky) in prima visione assoluta dall’11 maggio il giovedì alle 20:55.

Genius Einstein vanta un cast stellare che vede protagonisti il premio Oscar Geoffrey Rush (Il discorso del ReLa migliore offertaPirati dei Caraibi, Shine) nel ruolo del genio della fisica e Emily Watson (candidata all’Oscar per Le onde del Destino e interprete di La teoria del tuttoStoria di una ladra di libri) nei panni della sua seconda moglie, Elsa.

Prodotto da Brian Grazer, Ron Howard e Gigi PritzkerGenius: Einstein vanta nel primo episodio la regia di Ron Howard, segnando il suo debutto alla direzione di una serie tv.

Genius Einstein ripercorre la storia di Albert Einstein da pensatore innovativo e fuori dagli schemi alla ricerca di riconoscimenti da parte dell’establishment scientifico, a grande scienziato di una fama mondiale. Un racconto segnato dalla sua ruvidità nei rapporti con le persone più vicine, dai figli alle due mogli fino alle numerose donne con cui ebbe relazioni.

La storia ha inizio quando il giovane Albert (Johnny Flynn, Brotherhood), decide di opporsi alla volontà del padre, lasciare gli studi in Germania per iscriversi al Politecnico di Zurigo. È in questo periodo che nascono la sua passione per le donne e per la fisica teorica. Dopo aver spezzato il cuore a Marie Winteler (Shannon Tarbet), Einstein si invaghisce della compagna di studi Mileva Maric (Samantha Colley, Victoria) con cui ha una turbolenta storia d’amore che porta a una gravidanza inaspettata.

Genius Einstein

Il figlio in arrivo costringe entrambi a mettere da parte i loro sogni e Einstein trova lavoro come impiegato nell’ufficio brevetti grazie all’aiuto dell’amico Michele Besso (Seth GabelSalem, Fringe). Ma il desiderio di entrare a far parte del gotha della scienza spinge Einstein a produrre in un solo anno 5 pubblicazioni scientifiche, catturando l’attenzione di molti scienziati, tra cui il Dottor Philipp Lenard (Michael McElhattonIl trono di spade), colui che diventerà il suo più grande avversario.

Con l’incombere della Prima Guerra Mondiale e lo sgretolarsi del suo matrimonio, Einstein si invaghisce di sua cugina Elsa. Le vicende di politica internazionale portano Einstein a duri confronti con i suoi amici e colleghi causando la rottura di molti rapporti come quello con Fritz Haber (Richard TopolCovert Affairs, Elementary) e Max Planck (Ralph BrownAlien 3, TURN: Washington’s Spies).

La fama di Einstein cresce dopo la guerra, con la sua teoria sulla relatività. Sulla soglia della celebrità, con i riflettori puntati addosso, sposa Elsa per evitare nuovi scandali. Quando l’onda di odio antisemita incombe, Einstein ottiene asilo negli Stati Uniti.

Trasferitosi a Princeton, inizia una relazione con la spia russa Margarita Konenkova (Ania BuksteinIl trono di Spade). In questi anni Einstein deve anche fare i conti con i sospetti di J. Edgar Hoover (T.R. KnightGrey’s Anatomy), direttore dell’FBI convinto che il grande scienziato sia un sovversivo comunista. E’ in questo periodo che Einstein deve affrontare la sua più grande sfida personale: mettere da parte il pacifismo che ha contraddistinto tutta la sua vita nella speranza di fermare l’avanzata nazista.

Genitori vs Influencer: trailer del film Sky Original

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Genitori vs Influencer: trailer del film Sky Original

Diffuso il trailer e  con le prime immagini del film Sky Original, Genitori vs Influencer diretto da Michela Andreozzi e da lei scritto a quattro mani con Fabio Bonifacci. Una co-produzione Paco Cinematografica e Vision Distribution con la spagnola Neo Art Producciones, prodotto da Isabella Cocuzza e Arturo Paglia. Il film sarà trasmesso in prima assoluta su Sky Cinema Uno domenica 4 aprile alle 21.15, disponibile anche on demand e in streaming su NOW TV.

Genitori vs Influencer è una commedia per famiglie che mette in scena lo scontro generazionale tra genitori e figli attraverso la storia di un padre single alle prese con le difficoltà di educare la figlia adolescente, affascinata dal mondo dei social network.

La trama

Quanto è difficile oggi essere il padre single di una teenager? Paolo (Michela Andreozzi), professore di filosofia, vedovo, ha cresciuto da solo sua figlia Simone – alla francese- (Ginevra Francesconi), con cui ha un bellissimo rapporto. Ma quando la ragazza entra ufficialmente nella fase dell’adolescenza, l’idillio si rompe: come ogni teenager che si rispetti, infatti, Simone viene “rapita” dallo smartphone, tanto che matura l’idea di voler diventare influencer – come il suo idolo Ele-O-Nora (Giulia De Lellis) – categoria che Paolo detesta.  Pur di recuperare il rapporto con sua figlia, Paolo inizia una campagna contro l’abuso dei social, con l’aiuto della stessa Simone che diventa la sua web manager. La fama inaspettata lo trasformerà suo malgrado in un influencer… e gli farà scoprire che i social, anche se vanno maneggiati con cura, possono regalarti una possibilità.

Nel cast Fabio Volo, la giovanissima Ginevra Francesconi (The Nest – Il nido, Famosa) e Giulia De Lellis. Insieme a loro anche Paola Tiziana Cruciani, Nino Frassica, Paola Minaccioni, Massimiliano Vado, Michela Andreozzi e con l’amichevole partecipazione di Massimiliano Bruno.

Con extra, il programma fedeltà di Sky, per i clienti Sky da più di 3 anni il film Genitori vs Influencer è disponibile da venerdì 5 marzo on demand nella sezione extra.

Genitori vs Influencer, la nuova commedia di Michela Andreozzi

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Genitori vs Influencer, la nuova commedia di Michela Andreozzi

Sono iniziate a Roma le riprese di Genitori vs Influencer, la nuova commedia di Michela Andreozzi scritta a quattro mani insieme a Fabio Bonifacci. Al centro della vicenda un padre single e le difficoltà che ne conseguono nel crescere da soli una teenager ai nostri giorni. Nel cast Fabio Volo, la giovanissima Ginevra Francesconi (The Nest – Il nido, Famosa) e Giulia De Lellis. Insieme a loro anche Paola Tiziana Cruciani, Nino Frassica, Paola Minaccioni, Massimiliano Vado, Michela Andreozzi e con l’amichevole partecipazione di Massimiliano Bruno. Sono previste sei settimane di riprese, tra la capitale e diverse location del Lazio.

Genitori vs Influencer è prodotto da Paco Cinematografica di Isabella Cocuzza e Arturo Paglia, in coproduzione con la spagnola Neo Art Producciones e con Vision Distribution, che distribuirà il film prossimamente in Italia.

SINOSSI

Quanto è difficile oggi essere il padre single di una teenager?

Paolo (Fabio Volo), professore di filosofia, vedovo, ha cresciuto da solo sua figlia Simone – alla francese – (Ginevra Francesconi), con cui ha un bellissimo rapporto. Ma quando la ragazza entra ufficialmente nella fase dell’adolescenza, l’idillio si rompe: come ogni teenager che si rispetti, infatti, Simone viene “rapita” dallo smartphone, tanto che matura l’idea di voler diventare influencer – come il suo idolo Ele-O-Nora (Giulia De Lellis) – categoria che Paolo detesta.  Pur di recuperare il rapporto con sua figlia, Paolo inizia una campagna contro l’abuso dei social, con l’aiuto della stessa Simone che diventa la sua web manager.

La fama inaspettata lo trasformerà suo malgrado in un influencer… e gli farà scoprire che i social, anche se vanno maneggiati con cura, possono regalarti una possibilità.

Genitori vs Influencer di Michela Andreozzi dal 4 Aprile su SKY

Domenica 4 aprile arriva in prima assoluta su Sky Cinema e in streaming su NOW TV il nuovo film Sky Original Genitori vs Influencer, diretto da Michela Andreozzi e da lei scritto a quattro mani con Fabio Bonifacci. Una commedia per famiglie che racconta la storia di un padre single alle prese con la figlia adolescente. Nel cast Fabio Volo, la giovanissima Ginevra Francesconi (The Nest – Il nido, Famosa) e Giulia De Lellis. Insieme a loro anche Paola Tiziana Cruciani, Nino Frassica, Paola Minaccioni,, Massimiliano Vado, Michela Andreozzi e con l’amichevole partecipazione di Massimiliano Bruno.

Genitori vs Influencer è prodotto da Paco Cinematografica di Isabella Cocuzza e Arturo Paglia, in coproduzione con la spagnola Neo Art Producciones e con Vision Distribution.

In Genitori vs Influencer Quanto è difficile oggi essere il padre single di una teenager? Paolo (Fabio Volo), professore di filosofia, vedovo, ha cresciuto da solo sua figlia Simone – alla francese- (Ginevra Francesconi), con cui ha un bellissimo rapporto. Ma quando la ragazza entra ufficialmente nella fase dell’adolescenza, l’idillio si rompe: come ogni teenager che si rispetti, infatti, Simone viene “rapita” dallo smartphone, tanto che matura l’idea di voler diventare influencer – come il suo idolo Ele-O-Nora (Giulia De Lellis) – categoria che Paolo detesta.  Pur di recuperare il rapporto con sua figlia, Paolo inizia una campagna contro l’abuso dei social, con l’aiuto della stessa Simone che diventa la sua web manager.  La fama inaspettata lo trasformerà suo malgrado in un influencer… e gli farà scoprire che i social, anche se vanno maneggiati con cura, possono regalarti una possibilità.

«Con le sale cinema ancora chiuse sono grata dell’opportunità che offre Sky di portare il cinema nelle case di tutti – ha dichiarato la regista, Michela Andreozzi -. Sono felice di poter offrire alle famiglie un piccolo momento di svago stando seduti sul proprio divano. Genitori vs Influencer è la mia commedia più family, quindi in qualche modo anche la più adatta ad essere vista da genitori e figli insieme. Voglio considerare questo film come il mio regalo di Pasqua per tutto il pubblico che ama il cinema».

«La sceneggiatura ci ha convinti subito – spiega Margherita Amedei, senior director di Sky Cinemauna commedia adatta a tutta la famiglia, che ha il merito di raccontare con ironia e intelligenza il rapporto senza tempo tra genitori e figli adolescenti, inserendolo nel contesto di oggi, con i social network e l’avvento dei nuovi teen idol, gli influencer. Michela Andreozzi è stata ancora una volta molto abile nel regalare emozioni e risate affrontando un tema d’attualità con grande leggerezza e divertimento. Ci ha particolarmente entusiasmati il cast, a partire dai giovanissimi attori, davvero convincenti nell’interpretare ruoli che sfuggono ai tradizionali cliché». 

Come spiegano i produttori, Isabella Cocuzza e Arturo Paglia, quello affrontato dal film è un tema di grande attualità: «Come genitori boomer di 4 ragazze adolescenti super social sentivamo la necessità di trattare un tema così ingombrante e complesso. Michela è riuscita a centrare perfettamente il punto raccontando uno spaccato generazionale in modo divertente ironico e romantico senza giudicare buoni e cattivi dove siamo certi ognuno troverà qualcosa di familiare».

«In questo particolare momento che la nostra industria sta attraversando, siamo felici di portare al pubblico, insieme a Sky, il terzo film di Michela Andreozzi, regista che stimiamo e con la quale abbiamo cominciato un percorso fin dalla sua opera prima Nove Lune e Mezza – commenta Massimiliano Orfei, COO di Vision Distribution -. Una commedia divertente per tutta la famiglia, Genitori Vs Influencer, nella quale si incontrano e confrontano due generazioni sui diversi punti di vista rispetto al presente digitale e il suo giusto uso e consumo. Fabio Volo, Ginevra Francesconi e Giulia De Lellis insieme ad un cast ricco e divertente ci offrirà l’occasione di ragionare con il sorriso».

Genie: la Disney a lavoro su un prequel live action di Aladdin

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Genie: la Disney a lavoro su un prequel live action di Aladdin

La Disney non si ferma e continua a scomodare i suoi più grandi classici per realizzare sequel e prequel che testimoniano, ancora, la mancanza di vere idee originali nella casa di Topolino.

Secondo l’Hollywood Reporter, è entrato in rpoduzione un film in live action che ci racconterà la vita del Genio della Lampada (“Guardami un po’ di profilo, mi trovi scesciuto” per intenderci) prima del suo incontro con lo “straccione” Aladdin. Il film è intitolato Genie.

La storia sarà probabilmente ambientata nel reame dei Genii e spiegherà in che modo il protagonista viene intrappolato nella lampada e vincolato alla sua maledizione (“Fenomenali poteri cosmici in un minuscolo spazio vitale”). Sembra inoltre possibile che il successo di un film del genere possa spianare la strada a un remake di Aladdin in live action.

La sceneggiatura è stata affidata a Damian Shannon e Mark Swift (Venerdì 13), mentre per la produzione è stato coinvolto Tripp Vinson con la Vinson Films, già coinvolta nel film sul Principe Azzurro (qui l’annuncio).

Ecco di seguito tutti i progetti in live action che sta sviluppando la Disney al momento: Il Libro della Giungla (diretto da Jon Favreau, arriverà il 15 aprile 2016), La Bella e la Bestia (17 marzo 2017), il sequel Alice Attraverso lo Specchio (27 marzo 2016), Dumbo (diretto da Tim Burton), i film di Winnie the Pooh, Mulan, Pinocchio, Campanellino (con Reese Witherspoon), il sequel di Maleficent e l’ultimo annunciato spin-off sul principe azzurro di Cenerentola.

Genesis Rodriguez di Lioness entra nel cast di The Night Agent 3

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Genesis Rodriguez di Lioness entra nel cast di The Night Agent 3

In vista della première della seconda stagione di The Night Agent del 23 gennaio, Genesis Rodriguez (Lioness) ha avviato trattative per un ruolo nella terza stagione del famoso thriller cospirazionista.

I rappresentanti di Netflix hanno rifiutato di commentare. Mentre i dettagli sulla parte di Rodriguez sono ancora segreti, abbiamo sentito dire che sarà una presenza fissa nella serie. Come Deadline ha precedentemente riportato, la produzione della terza stagione dovrebbe iniziare a Istanbul alla fine di quest’anno, con riprese a New York nel 2025. Netflix ha annunciato il rinnovo della serie per la terza stagione a ottobre.

Genesis Rodriguez entra nel cast di The Night Agent

Adattamento del bestseller del New York Times di Matthew Quirk, la cui prima stagione si classifica al 7° posto nella classifica dei programmi TV più popolari di Netflix, The Night Agent vede Peter Sutherland (Basso) dell’FBI gestire un telefono nel seminterrato della Casa Bianca che non squilla mai, fino alla notte in cui lo fa, spingendolo in una pericolosa cospirazione in rapida evoluzione e che lo porta fino allo Studio Ovale.

Lo streamer ha annunciato l’ulteriore rinnovo condividendo le prime immagini della seconda stagione di The Night Agent. Gabriel Basso è il protagonista della serie, creata dal creatore Shawn Ryan (“The Shield”) e basata sul romanzo bestseller del New York Times di Matthew Quirk. Nella prima stagione, l’agente dell’FBI di basso livello Peter Sutherland (Basso) ha contribuito a salvare la vita del Presidente degli Stati Uniti, guadagnandosi la possibilità di diventare un Agente della Notte. Secondo il titolo di Netflix, nella seconda stagione “lavorare nell’organizzazione segreta dell’Azione Notturna proietterà Peter in un mondo dove il pericolo è ovunque e la fiducia scarseggia”.

Ryan è produttore esecutivo e showrunner attraverso la sua MiddKid Productions. Tra gli altri produttori esecutivi della seconda stagione figurano Marney Hochman, Paul Bernard, Munis Rashid e Guy Ferland, oltre a Seth Gordon e Julia Gunn di Exhibit A Films e David Beaubaire, Paul Neinstein, William Sherak, Nicole Tossou e James Vanderbilt di Project X Entertainment.

Oltre ai protagonisti della serie, Basso e Luciane Buchanan, fanno parte del cast Amanda Warren, Arienne Mandi, Louis Herthum, Berto Colon, Brittany Snow, Teddy Sears, Michael Malarkey, Keon Alexander, Navid Negahban, Rob Heaps, Marwan Kenzari, Elise Kibler e Dikran Tulaine.

Secondo Netflix, la stagione 1 de The Night Agent è stata la serie più vista nel 2023 (per numero di visualizzazioni) e la settima serie più popolare di tutti i tempi (98,2 milioni di visualizzazioni nei primi 91 giorni).

Genesis 2.0, recensione del documentario di Christian Frei

Genesis 2.0, recensione del documentario di Christian Frei

Cosa hanno in comune i cercatori di “oro bianco” nelle sperdute isole della Nuova Siberia, a largo dell’Oceano Artico, il direttore del Museo del Mammut, un genetista di Harvard, il pioniere sud coreano della clonazione e un centro di sequenziamento del DNA cinese? La risposta sembra semplice quanto bislacca: l’interesse per il mammut lanoso, un animale preistorico vissuto 30.000 anni fa. Lo spiega in maniera dettagliata Christian Frei nel suo nuovo documentario Genesis 2.0, presentato nella sezione World Cinema Documentary del Sundance Festival, che arriva in sala dal 24 settembre.

Frei, documentarista svizzero candidato all’Oscar per il suo The War Photographer (2001), sceglie questo animale preistorico che un gruppo di studiosi sta cercando di riportare in vita attraverso le moderne tecniche di manipolazione del DNA e la clonazione con un’operazione simile a quella intrapresa dai protagonisti di Jurassick Park, per illuminare l’universo dell’ingegneria genetica moderna e il livello al quale si è spinta. Quali sono le sue possibili implicazioni in un futuro in cui il mondo potrebbe essere del tutto nuovo rispetto a come oggi lo si conosce, in cui l’uomo potrebbe avere il potere di manipolare e generare artificialmente vita umana? Siamo pronti a una sorta di nuova genesi, appunto una Genesis 2.0?

I più fortunati e gli ultimi nello scenario tra fascino e inquietudine di Genesis 2.0

In uno scenario che inizialmente appare straniante e fantascientifico, ma che poco a poco, con sorpresa dello spettatore, assume i contorni del reale, il regista, affiancato dal giovane ma capace Maxim Arbugaev, che si occupa della parte più ardua delle riprese, quella in Nuova Siberia, porta alla scoperta di un mondo affascinante e inquietante al tempo stesso. Un mondo molto polarizzato, dove la divisione tra chi fa il lavoro più duro, rischiando anche, paradossalmente, la vita per avere un’opportunità di guadagno e di sopravvivenza, e chi invece opera in contesti protetti traendo i maggiori profitti, è netta. Un aspetto questo, che Frei aveva già indagato nei suoi precedenti lavori e su cui continua a puntare l’obiettivo.

I primi sono i cacciatori di zanne di mammut nella tundra siberiana che, come un tempo i cercatori d’oro, battono le impervie isole della Nuova Siberia palmo a palmo nella speranza di trovare zanne di mammut grosse e integre, che possano valere abbastanza sul mercato dell’avorio da ripagare della fatica e del rischio della vita stessa, della lontananza dai familiari per lunghi mesi. Tra loro c’è anche Peter Grigoriev, cacciatore di zanne non solo per denaro, ma anche per collaborare con suo fratello Semyon Grigoriev, direttore del Mammoth Museum dell’Università Federale Nord Orientale di Jakutsk, in Jakuzia. Semyon vuole riportare in vita il mammut lanoso, estinto migliaia di anni fa. Quando il fratello Peter gli annuncia che lì, nella tundra siberiana, ne hanno trovato uno sorprendentemente integro, pensa che il momento è finalmente arrivato. Se riuscirà a convincere il patron della Sooam Biotech pioniere nel campo della clonazione, Woo Suk Hwang, che in Corea del Sud clona animali da compagnia, e se coinvolgerà la BGI – Beijing Genomic Institute – principale azienda cinese e ad oggi mondiale che si occupa di sequenziare il genoma e trasformarlo in big data, allora il suo sogno di veder nascere un nuovo mammut lanoso potrà forse diventare realtà, aprendo la strada ad una vera e propria rivoluzione genetica.

Tante questioni in una visione equilibrata

È evidente come un documentario di questo tipo ponga infinite questioni, accenda i riflettori su tantissime realtà. Fa riflettere sui limiti della ricerca, se ce ne debbano essere e se sia giusto spingersi fino a sfidare la natura, riscrivendo le sue stesse leggi. Questa dicotomia è efficacemente rappresentata dal canto epico di origini antichissime presente nel film, che mette in guardia l’uomo dal disturbare gli spiriti della natura. Il canto si pone come un argine ideale all’opera dei cacciatori, che cercano di placare gli spiriti facendo delle offerte dopo aver estratto i resti dei mammut dal terreno. I cacciatori stessi insistono infatti sulla valenza quasi mitica di questo animale, i cui resti sono sacri e pertanto, secondo la tradizione, non andrebbero toccati. Essi si muovono dunque contravvenendo ai dettami dei padri. Perciò cercano poi di placare gli spiriti affinché non si vendichino contro di loro, portando malasorte.

Il lavoro di Frei e Arbugaev, però, mette anche sotto gli occhi del pubblico gli effetti del riscaldamento globale. Oggi che i ghiacci si stanno sciogliendo, un numero sempre maggiore di zanne affiora e viene rinvenuto dai cacciatori. Se per loro è un bene, perché torneranno a casa con un buon bottino, per l’ambiente ciò segna un punto di non ritorno. Ecco, di nuovo, la dicotomia uomo – natura. Quali sono, poi, i rischi della manipolazione della vita? Cosa accade quando un potere così grande è in mano a persone che inevitabilmente cercano di trarne profitto? Cosa accade se l’uomo si fa prendere dall’onnipotenza e dimentica i suoi limiti? E ancora: gli studenti che a Boston in una convention sulle biotecnologie sognano di salvare il mondo con l’ingegneria genetica tengono nella dovuta considerazione i risvolti del loro lavoro?

Frei e Abrugaev non danno giudizi, si pongono come testimoni equidistanti, pur non nascondendo le emozioni suscitate in loro dagli incontri che questo progetto li ha portati a fare: dal misto di curiosità e inquietudine raccontato da Frei alla sensazione di essere accolto come un membro del gruppo provata da Arbugaev, che ha condiviso molto tempo con i cacciatori di zanne in Nuova Siberia. I registi pongono dubbi, lanciano molteplici spunti di riflessione e soprattutto illustrano una realtà ancora oggi misconosciuta.

Il racconto attraverso le voci degli attori della vicenda in  Genesis 2.0

I due autori riescono a far raccontare questo mondo così particolare direttamente dai suoi protagonisti, riprendendoli in azione, chi in laboratorio,  chi all’università e chi tra i ghiacci artici. Si apprende quale sia il loro quotidiano e cosa li spinga a far parte di questo progetto. Le voci off dei documentaristi fanno solo da raccordo ai vari momenti del racconto, portato avanti con un’efficace alternanza tra la location siberiana e quella dei laboratori americani, cinesi e coreani.

Peter Grigoriev, cacciatore di zanne e fratello di Semyon Grigoriev, racconta cosa spinge lui e i suoi colleghi a mettere in gioco tutto pur di trovare le zanne: “Una volta che ne trovi una non smetti più. Come fai a rinunciare? I soldi servono sempre. È la natura umana non accontentarsi mai. Se le cose vanno bene, l’uomo non riesce a fermarsi”. Raccontano che una grossa zanna integra di prima qualità può valere dai 45.000 ai 90.000 dollari, per essere poi venduta sul mercato cinese, dopo essere stata cesellata ed essere divenuta un’opera d’arte, a circa un milione di dollari.

È attraverso il giovane cercatore Spira Sleptsov, per la prima volta alla ricerca di zanne, che si comprende come spesso dietro a un lavoro così rischioso e difficile vi siano condizioni disperate: Spira è in Nuova Siberia perché ha un grosso debito in banca e una zanna di prima qualità è la soluzione su cui ha scelto di puntare. Se ne trovasse una da 90 kg, dice, smetterebbe.

Semyon Grigoriev illustra entusiasta il filmato del 2013 che documenta il ritrovamento di un giovane mammut ghiacciato in una grotta artica e il tentativo di estrarne il DNA. Trovare un mammut integro dopo migliaia di anni, dice, “è come il primo volo nello spazio o la grande muraglia cinese”.

Alla Genetically Engineered Machine Competition di Boston è evidente l’entusiasmo dei giovani che si affacciano stupiti e galvanizzati al mondo e alle enormi potenzialità dell’ingegneria genetica. Si inseriscono nuovi codici genetici in organismi viventi, in quello che a un occhio profano sembra a tutti gli effetti un gioco con il codice della vita. Si modifica e si progetta la vita stessa.

George Church, genetista alla Harvard Medical School di Boston, che collabora al progetto della resurrezione genetica del mammut lanoso, è convinto che “la biologia di sintesi cambierà tutto” e aprirà le porte di un nuovo mondo. “Sarà la prossima grande rivoluzione” perché, afferma, “la nostra specie è pronta a prendersi dei rischi”. Di fronte a queste parole si resta al contempo affascinati e spaventati.

 Alla Sooam Biotech, azienda sud coreana che clona animali da compagnia, si fa la conoscenza del fondatore , Woo Suk Hwang, pioniere della clonazione. Fu il primo uomo a clonare con successo un cane nel 2005, un levriero afgano di nome Snuppy. Ancora oggi la Sooam Biothech è l’unica azienda al mondo che lo può fare: “per 100.000 dollari la Sooam clona il vostro cane, e avrete un secondo clone in omaggio!”, recita uno slogan. È impressionante vedere come le persone siano disposte a rivolgersi all’azienda pur di riavere l’animale d’affezione che hanno appena perso, tale e quale, pur di non affrontare l’elaborazione di un lutto. Hwang è interessato a recuperare una specie estinta come il mammut lanoso.

Infine c’è la BGI uno dei più grandi centri di sequenziamento del DNA del mondo, in Cina. Una giovane addetta ha il compito di illustrare le finalità dell’azienda. Quando le si chiede se facciano il loro lavoro esclusivamente per preservare il DNA, lei risponde con un’innocenza disarmante: “Per tutto!”  e resta basita di fronte al quesito riguardo alla questione etica derivante dalla manipolazione del genoma, questione che per l’azienda sembra non porsi affatto. Ciò lascia intravedere gli enormi margini di profitto che si profilano dietro a un business di questo tipo, oltre al potere che giace nelle mani di chi possiede un patrimonio come “quasi 2 milioni di campioni sulla popolazione per la diagnosi prenatale non invasiva”.

Più si procede nel racconto, più ci si rende conto che si ha a che fare con persone che, intervenendo con l’ingegneria genetica sul processo della creazione della vita, mirano a “rendere Dio perfetto!” Inevitabilmente ci si chiede se sia prudente lasciare un potere così grande in mano a un ristretto gruppo di persone, che possono disporne a loro piacimento, sebbene dichiarino di farlo per i fini più nobili di ricerca e prevenzione delle malattie.

Lo stile di Frei e Abrugaev

Frei è asciutto nel documentare il mondo della comunità scientifica che si muove attorno al tema della clonazione, ma non per questo non coinvolge. Mostra in modo eloquente le masse di studenti invasati, come l’alacre lavorio dei laboratori di ricerca e la noncuranza sorprendente per i risvolti etici. Tutto ciò è efficacemente alternato, in un continuo ping pong che mostra le due facce di una stessa medaglia, con il lavoro di Arbugaev in Siberia, dove colpisce e domina il grigiore delle isole in parte ghiacciate e disabitate. I colori desaturati accentuano questo aspetto. Della fotografia in Nuova Siberia si occupa lo stesso Maxim Arbugaev. La desolazione, la disperazione dei cacciatori che rischiano la vita è costantemente presente. Nell’ultima parte del racconto l’alternanza tra questi due mondi, apparentemente così distanti, opposti, ma legati da un filo ormai palese, si fa più serrata e questo accresce un senso di angoscia nello spettatore. Il montaggio è curato da Thomas Bachmann.

Le musiche di Max Richter e Edward Artemyev accompagnano con atmosfere rarefatte e plumbee questo viaggio.

Genesis 2.0 è illuminante

Genesis 2.0 è senz’altro un lavoro che merita la visione, poiché fa luce su un mondo che altrimenti resterebbe pressoché sconosciuto. Un mondo che sembra lontano anni luce dalla realtà quotidiana, ma che invece promette ricadute nient’affatto secondarie su di essa. Perciò vale la pena superare le proprie remore e iniziare a riflettere su tematiche come quella della clonazione e più in generale dell’ingegneria genetica, le cui implicazioni riguardano il futuro dell’umanità.

Generazione X 2: Kevin Smith spera nel ritorno di Ben Affleck

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Generazione X 2: Kevin Smith spera nel ritorno di Ben Affleck

Kevin Smith spera che Ben Affleck possa tornare nell’annunciato sequel di Generazione X (Mallrats in originale), il film da lui diretto nel 1995. Sembra che Smith sia attualmente entrato in una fase piuttosto nostalgica della sua carriera: dopo l’uscita lo scorso anno di Jay e Silent Bob – Ritorno a Hollywood, sequel/reboot di Jay & Silent Bob… Fermate Hollywood! del 2001, il regista e sceneggiatore ha annunciato non solo il sequel di Generazione X, ma anche il terzo capitolo di Clerks.

In una recente intervista con Comicbook, Kevin Smith ha dichiarato che oltre al ritorno del cast originale, spera che anche Ben Affleck – che nel film del ’95 ha interpretato il personaggio di Shannon Hamilton – possa apparire nel sequel. “Il personaggio di Shannon è nella sceneggiatura”, ha spiegato Smith. “Non è presente come i personaggi principale, che si vedono più o meno continuamente, ma è un personaggio che aiuta a mettere in moto le dinamiche della trama. È una parte sicuramente più bella di quella che Ben ha avuto in Jay e Silent Bob – Ritorno a Hollywood. Se è stato disposto ad accettare quel ruolo più ampio, il mio istinto mi dice che probabilmente accetterà anche questa parte più piccola. Immagino che dipenderà da dove lo gireremo e cose del genere. Però ci spero!”

Il sequel di Generazione X affronterà le conseguenza della pandemia di Covid-19

Per stessa ammissione di Kevin Smith, il regista e sceneggiatore ha trascorso il lockdown dovuto al Covid-19 completando le sceneggiature di Generazione X 2 e di Clerks 3. Il sequel di Generazione X – il cui titolo ufficiale sarà Twilight of the Mallrats – affronterà anche le conseguenze della pandemia di Coronavirus.

Il primo Generazione X raccontava la storia di T.S. (Jeremy London) e Brodie (Jason Lee), che trascorrono una giornata al centro commerciale dopo una brutta rottura con le loro fidanzate. I due non si limitano a guardare le vetrine, ma vivono una serie di avventure sbilenche, incontrano Stan Lee della Marvel Comics e molestano incessantemente un direttore di un negozio di abbigliamento, interpretato da Ben Affleck. Nel film Jay e il suo compagno di vita etero, Silent Bob, riprendono i loro ruoli da impiegati.

Generazione X 2: Kevin Smith ha quasi completato lo script

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Generazione X 2: Kevin Smith ha quasi completato lo script

Kevin Smith si trova a 20 pagine dal completamento dell’ultima bozza della sceneggiatura di Generazione X 2. La pandemia di COVID-19 si sta facendo strada nei centri commerciali e nelle piccole imprese di tutto il mondo, ma ha dato a Kevin Smith il tempo di recuperare qualche progetto.

Il regista di Dogma e Alla ricerca di Amy ha fornito alcune notizie le notizie su Generazione X 2, che sarà il sequel del suo film del 1995, il quale verrà proiettato in video party su Facebook il prossimo 20 aprile.

Smith ha trascorso il lockdown completando le sceneggiature di Generazione X 2, Clerks 3 e altri progetti non realizzati che ha accantonato. Il primo Generazione X, uscito nel 1995, raccontava la storia di T.S. (Jeremy London) e Brodie (Jason Lee) che trascorrono una giornata al centro commerciale dopo una brutta rottura con le loro fidanzate.

Non si limitano a guardare le vetrine, ma vivono una serie di avventure sbilenche, incontrano Stan Lee della Marvel Comics e molestano incessantemente un direttore di un negozio di abbigliamento interpretato da Ben Affleck. Jay e il suo compagno di vita etero, Silent Bob, riprendono i loro ruoli da impiegati.

Smith ha dichiarato all’Asbury Park Press di essere a “20 pagine dal completamento della sceneggiatura di un potenziale sequel di Generazione X, Twilight of the Mallrats (in originale, ndr)”. Il prossimo sequel affronterà il tema della disoccupazione alle stelle in America e come la pandemia sta colpendo l’economia. La sceneggiatura “è stata riscritta, mentre parliamo, a causa della pandemia, del coronavirus, perché chiaramente questo è qualcosa che ci riguarderà anche andando avanti nel tempo, da ora in poi,” ha detto Smith. Il regista ha poi concluso: “Tutto ciò che facciamo da qui in poi nelle arti che riflettono la vita includerà questo episodio della nostra storia. Non è che puoi ignorarlo o qualcosa del genere. “

Dopo il flop di Jay e Silent Bob Reboot, era davvero necessario lavorare a un sequel di una delle migliori commedie di Smith?

Generazione Romantica: trailer del film di Jia Zhangke dal 17 aprile al cinema

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Dopo aver conquistato il mondo con le sue opere che raccontano una Cina in continua evoluzione, il regista Jia Zhangke – Leone d’Oro a Venezia con Still Life – torna al cinema con il suo nuovo Generazione Romantica (qui la recensione), che uscirà il 17 aprile nelle sale italiane distribuito da Tucker Film.

Il lungometraggio, interpretato dalla moglie e musa del regista Zhao Tao e dal giovane attore Li Zhubin, racconta una storia d’amore delicata e profonda, che si intreccia con i mutamenti di un’intera nazione. Generazione Romantica è infatti un’opera che attraversa quasi vent’anni di vita privata e collettiva, seguendo le vicende amorose di Bin e Qiaoqiao dal 2001 alla pandemia, in parallelo con la trasformazione sociale della Cina.

Jia Zhangke, figura centrale della Sesta Generazione del cinema cinese, continua la sua riflessione visiva sul paese, raccontando la sua evoluzione attraverso sentimenti individuali e collettivi. Con il suo stile unico e coraggioso, il regista offre uno spunto di riflessione sulla Cina contemporanea, affrontando temi universali come l’amore, la speranza e la resilienza.

In Generazione Romantica, Zhang Ke elabora il linguaggio dei sentimenti con la stessa intensità e passione che lo ha contraddistinto in opere come Platform, Still Life, Il tocco del peccato e Al di là delle montagne.

Generazione Romantica – ha dichiarato il regista – una meditazione molto personale: parla dei tempi che ho vissuto, dei luoghi in cui sono stato e delle persone che ho incontrato. All’inizio del nuovo millennio la Cina è stata protagonista di una forte crescita economica: è arrivata la globalizzazione, il paese ha cominciato ad aprirsi ed eravamo tutti pieni di entusiasmo per il futuro. Vent’anni dopo, oggi, tutto è molto più ordinato, ma le persone hanno perso la passione e la motivazione. Questa curva di emozioni attraversa il film e rappresenta il mio sentimento personale, ma credo rappresenti anche un sentimento comune tra i cinesi”.

La trama di Generazione Romantica

Siamo a Datong, in Cina, all’alba del nuovo millennio. Bin e Qiaoqiao vivono una storia d’amore come tante, fatta di piccole gioie quotidiane, danze e musica. Ma quando Bin decide improvvisamente di partire per motivi di lavoro, Qiaoqiao rimane a casa, fiduciosa nella promessa del suo ritorno. Tuttavia, quando il tempo trascorre e la sua attesa sembra infrangersi contro la realtà, Qiaoqiao intraprende un viaggio per cercarlo, consapevole che la loro storia sta cambiando. La loro vicenda privata è specchio di un paese che sta attraversando cambiamenti epocali, che Jia Zhangke racconta con il suo stile unico, sospeso tra documentario e finzione.

Generazione Romantica: recensione del film di Jia Zhangke

Generazione Romantica: recensione del film di Jia Zhangke

Lo sviluppo urbano che ha caratterizzato la Cina a partire dal finire degli anni Settanta ha non solo introdotto il paese nel meccanismo della trasformazione urbanistica e della globalizzazione, ma ha anche drasticamente destabilizzato il panorama culturale in cui è cresciuta quella che diverrà poi la sesta generazione dei registi cinesi. Il principale esponente di essa è Jia Zhangke, autore di film come Still Life (2006, Leone d’oro a Venezia), Al di là delle montagne (2015) e I figli del fiume giallo (2018). Con ogni sua opera egli ha raccontato le trasformazioni della Cina negli ultimi decenni e con Caught by the Tides (Generazione Romantica in italiano), il suo nuovo film presentato in concorso al Festival di Cannes, ritorna ancora una volta su tali discorsi.

La trama di Generazione Romantica

Il film racconta una storia d’amore duratura ma fragile, quella di Qiaoqiao (Zhao Tao) e Bin (Zhubin Li), ambientata in Cina dai primi anni 2000 a oggi. Innamorati l’uno dell’altra, i due si godono tutto ciò che la città ha da offrire, cantando e ballando senza preoccuparsi troppo del futuro. Questo finché un giorno Bin si ritrova a voler tentare la fortuna in un posto più grande di Datong, andandose così senza preavviso. Qualche tempo dopo, Qiaoqiao decide però di intraprendere un viaggio per cercarlo ed ha così inizio un inseguimento che si protrarrà nel tempo, con sullo sfondo una Cina in profondo cambiamento.

Caught by the Tides Zhao Tao
Zhao Tao in Caught by the Tides. Foto di © X STREAM PICTURES.

I segni del tempo che scorre

Ciò che prima di ogni altra cosa rende questo film particolarmente affascinante è il fatto che sia stato girato nell’arco di oltre 20 anni. Le prime immagini di Generazione Romantica sono infatti state girate nel 2001, mentre le sequenze successive sono state realizzate nei due decenni successivi, con infine le ultime scene che sono state effettuate a Datong nel 2023. Il regista ha seguito i suoi personaggi nel tempo e nello spazio, dal Nord al Sud della Cina, utilizzando per riprenderli gli strumenti disponibili in base al periodo. Si passa così dalle prime videocamere digitali dalla scarsa definizione a quelle utilizzate oggi di altissima qualità.

I modi e le tecnologie con cui il film viene girato sono dunque esse stesse testimonianza dello scorrere del tempo e dei cambiamenti che esso porta con sé. Cambiamenti che naturalmente riguardano da vicino gli stessi umani e in questo caso la Cina, al centro di importanti lavori che nell’arco degli ultimi decenni ne hanno completamente trasformato il volto. Aver girato Generazione Romantica nell’arco degli ultimi vent’anni ha dunque permesso al regista di immortalare per sempre questi mutamenti, che ci portano da piccoli villaggi malforniti a imponenti e ultra tecnologiche metropoli.

Il più importante di queste trasformazioni è quello che sullo sfondo vede la costruzione della Diga delle Tre Gole, imponente opera di costruzione iniziata nel 1994 e terminata nel 2006 che ha portato alla scomparsa di intere aree. Tale evento, già raccontato in Still Life, torna qui protagonista del secondo (e più bello) dei tre segmenti in cui il film è diviso, dove si raggiunge la massima manifestazione del rapporto tra lo sconvolgimento emotivo della protagonista in cerca del suo amato e una Cina smantellata e pronta ad acquisire un nuovo volto.

Caught by the Tides Zhao Tao
Zhao Tao in Caught by the Tides. Foto di © X STREAM PICTURES.

Con Generazione Romantica, duunque, Jia Zhangke attraversa tutti i suoi film passati – da Unknown Pleasure Still Life, da Al di là delle montagne a I figli del fiume giallo, offrendo uno sguardo epico sul destino romantico della sua perenne eroina, Qiaoqiao, già comparsa in alcune di queste precenti opere. Ad interpretarla vi è sempre Zhao Tao, musa e compagna di vita di Jia Zhangke che porta a sua volta a compimento il percorso compiuto con questo personaggio, regalando una delle sue prove d’attrice più intense e commoventi pur nella sua apparente rigidità.

Certo, non è un film facile da seguire, con le sue sequenze apparentemente prive di nessi logici, i suoi salti temporali e il suo dare priorità ai non detti. Un film che si può apprezzare indubbiamente di più a fronte di una conoscenza del cinema del regista, ma che in ogni caso non è mai respingente né indecifrabile. Occorre solo lasciarsi trasportare dal fiume del tempo e delle emozioni, di cui il film è ricco. Si ripercorrono così 21 anni di un paese in profonda trasformazione, dal 2001 al 2022, facendo emergere prima di tutto una nuova prospettiva per guardare alla Cina contemporanea.

Ma non solo, perché è questo un film che riflette sulle esperienze individuali in un contesto di turbolenti cambiamenti emotivi e sociali. I protagonisti si ritrovano infatti a dover fare i conti con realtà che sembrano sempre sfuggire alla loro comprensione (specialmente nell’ultimo segmento, caratterizzato dall’emergenza del Covid-19 e la diffusione di TikTok) e che mostrano dunque uno spaesamento a cui non sembra esserci rimedio. Alla luce di ciò, seppur non sia il suo film più bello, Generazione Romantica può essere indicato – per il pensiero che vi è dietro – come la summa del cinema di Jia Zhangke.

Generazione low cost, recensione del film di Julie Lecoustre e Emmanuel Marre

Generazione low cost è il secondo lavoro a due dei registi e sceneggiatori Julie Lecoustre e Emmanuel Marre, il primo insieme era stato un mediometraggio del 2018, Castle to Castle.

Presentato l’anno scorso al Festival di Cannes con il titolo originale Rien à foutre, che in inglese è stato tradotto praticamente alla lettera in Zero fucks given, nel corrispettivo in italiano viene spostata un po’ l’attenzione da ciò che evidentemente era il senso principale che i due autori del film volevano indicare.

Generazione low cost la trama

Cassandre (Adèle Exarchopoulos) è una giovane assistente di volo della compagnia – ovviamente – low cost Ryanair. Fa base a Lanzarote dove abita insieme ad altre sue colleghe con cui parla solo in inglese, perché ognuna di loro viene da un paese diverso.

Lei è belga e fa questo lavoro in maniera meccanica, quasi serrata, trascinata da un’inerzia blanda, raccontandolo col suo volto dall’espressione spesso appesa, annoiata o forse, più semplicemente, alienata.

Generazione low cost riprende in modo molto furbo le necessità di una precisa categoria sociale, quando affronta un’altrettanta precisa fase della vita, in un contesto solitario e sempre meno capace di relazione.

Con un piglio che ha molto dei tratti del documentario, il film segue e quasi pedina i movimenti dell’attrice, fissando insistentemente il suo viso in ogni fase appartenente a giornate scandite da ritmi freddi, che distaccano da legami profondi. Così facendo, i registi s’infiltrano nella vita della ragazza, che si rotola sdrucita e noncurante su letti sfatti per pochissime ore di sonno, e offre alla macchina da presa la naturalezza del suo corpo, pieno d’inquietudine adolescenziale e di desiderio di trovare se stessa e la sua vita.

La gradazione utilizzata nella luce di scena accompagna il percorso interiore della protagonista, e inizia con l’essere accecante e totale sulle piste d’atterraggio e negli aeroporti, e diventa via via sempre più tenue man mano che Cassandre torna sui propri passi andando verso casa. Lì, nelle penombre illuminate solo dalle luci che dalla strada penetrano nelle finestre di casa, il film crea il proprio contrasto con le sequenze iniziali, raccontando soprattutto attraverso l’atmosfera costruita dentro le immagini ciò che sta accadendo attorno.

È interessante, Generazione low cost è un prodotto evidentemente assemblato con un linguaggio chiaro, e per nulla didascalico, che utilizza una spontaneità che pare sempre al limite della disorganizzazione fuori controllo mentre, al contrario, nel suo stesso stile narrativo spiega ciò che vuole dire. Nella prima parte della storia tutto è quasi caotico: Cassandre è inseguita dallo spettatore nelle sue giornate da hostess vissute come l’alunna ribelle di un liceo. Ma la realtà che viene mostrata è presa da un piccolo mondo in disparte, molto comune nella sua apparente originalità, dove giovani donne animate dal desiderio di evasione, mascherato da amore per i viaggi, gettano le basi per diventare adulte ciniche e disilluse.

La bravura di Julie Lecoustre e Emmanuel Marre sta nel non scivolare mai ad assecondare tali sentimenti, ma nello scorrere oltre e mostrare di più con una punta di sarcasmo. Continuando a seguire i passi e la faccia imbronciata della protagonista, s’innamorano del modo in cui lei stessa, l’attrice Adèle Exarchopoulos, racconta del proprio accennato distacco sulle cose accompagnato da picchi emotivi, che vive ridacchiando sotto i baffi, ma cercando il supporto affettivo della sua famiglia (Mara Taquin e Alexandre Perrier) per ricomporre se stessa, o iniziare ad imparare a farlo.

I registi mantengono, dunque, quello stesso sguardo un po’ adolescenziale che spera in un domani gettandosi in avanti non preoccupandosi troppo dell’equipaggiamento che si ha con sé. Ma lo fanno con un grande uso della cinepresa: sfruttandone la capacità di frugare nei volti, nelle storie, trasformandosi da oggetto indagatore a strumento narrativo.

Generazione Fumetto: nuovo progetto di Valmyn, ecco il primo video dal set

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Generazione Fumetto esplora il mondo di questo universo immaginario attraverso interviste ad alcuni degli artisti più rappresentativi e seguiti del panorama italiano, diversi per stili e background, ma tutti nati negli anni ’80 e che sono stati in grado di utilizzare il proprio lavoro come veicolo di espressione personale, critica politica e sociale e identità individuale: Mirka Andolfo, Giacomo Bevilacqua, Rita Petruccioli, Sara Pichelli, Maicol & Mirco, Sio e Zerocalcare.

Video Credits Valmyn

Generazione Fumetto permette di avvicinarsi ai fumettisti non solo come artisti talentuosi e unici, ma anche come persone con passioni, sogni, valori forti e particolarità: le interviste avverranno prima nelle loro abitazioni, per coglierli nella loro quotidianità e osservarli durante le fasi operative del processo creativo, per poi spostarsi nelle fumetterie di fiducia, dove gli artisti sveleranno opinioni, fonti di ispirazione e motivazioni, creando un dialogo virtuale anche con altri nomi del mondo del fumetto italiano e internazionale.

Ma il viaggio non si limiterà ai soli artisti; il documentario farà conoscere da vicino anche le loro fanbase, i loro editori, gli specialisti, i curatori e le figure di maggiore spicco di questo mondo/industria che, quasi unico nel panorama culturale e letterario, ogni anno accresce la sua influenza e popolarità, rendendo il fumetto uno dei linguaggi fondamentali per raccontare il nostro presente.

Generazione fumetto, la trama

Generazione Fumetto è un documentario intimo e approfondito che esplora l’evoluzione, l’influenza e le prospettive del fumetto italiano contemporaneo. Partendo da 7 artisti emblematici della nuova generazione – Zerocalcare, Giacomo Bevilacqua (Keison), Michael Rocchetti (Maicol & Mirco), Simone Albrigi (Sio), Mirka Andolfo, Sara Pichelli e Rita Petruccioli – il film indaga lo status del fumetto come linguaggio artistico, la sua evoluzione, il suo impatto sulla cultura, e le possibili traiettorie future.

Generazione Fumetto: intervista a Omar Rashid e Giacomo Bevilacqua

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In occasione del Lucca Comics & Games è stato presentato al pubblico Generazione Fumetto, il documentario di Omar Rashid che racconta l’opera e il lavoro di sette superstar del fumetto contemporaneo attraverso un racconto in prima persona.

Ecco le nostre interviste a Giacomo Bevilacqua, fumettista di A panda piace e Il suono del mondo a Memoria, tra le voci protagoniste del film, e a Omar Rashid, ideatore, sceneggiatore e regista. Generazione Fumetto arriverà al cinema nel 2025.

Ecco i character poster e il poster di Generazione Fumetto

Lucca Comics & Games è stato la prima tappa fondamentale per il lancio nazionale del documentario, inoltre, durante i giorni della manifestazione si è svolta la fase conclusiva del progetto di Generazione Fumetto che ha visto portare a compimento il documentario nella sua integrità: durante la manifestazione sono stati girati gli ultimi preziosi materiali per il montaggio definitivo del documentario con riprese live realizzate nei luoghi del community event e che hanno visto protagonisti i numerosi fan e appassionati di fumetto e non solo presenti a Lucca.

Generazione Fumetto esplora il mondo di questo universo immaginario attraverso interviste ad alcuni degli artisti più rappresentativi e seguiti del panorama italiano, diversi per stili e background, ma tutti nati negli anni ’80 e che sono stati in grado di utilizzare il proprio lavoro come veicolo di espressione personale, critica politica e sociale e identità individuale: Mirka Andolfo, Giacomo Bevilacqua, Rita Petruccioli, Sara Pichelli, Maicol & Mirco, Sio e Zerocalcare.

Generazione Fumetto: il trailer del film di Omar Rashid

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Generazione Fumetto: il trailer del film di Omar Rashid

Valmyn è lieta di rilasciare il trailer del progetto cinematografico Generazione Fumetto – dedicato alla cultura del fumetto – scritto e diretto da Omar Rashid – realizzato in collaborazione con Lucca Comics & Games (consulente artistico per il film).

Il trailer condensa lo spirito del documentario: Generazione Fumetto esplora infatti il mondo di questo universo immaginario attraverso interviste ad alcuni degli artisti più rappresentativi e seguiti del panorama italiano, diversi per stili e background, ma tutti nati negli anni ’80 e che sono stati in grado di utilizzare il proprio lavoro come veicolo di espressione personale, critica politica e sociale e identità individuale: Mirka Andolfo, Giacomo Bevilacqua, Rita Petruccioli, Sara Pichelli, Maicol & Mirco, Sio e Zerocalcare.

Generazione Fumetto racconta un universo che negli ultimi 10 anni è editorialmente esploso ed è diventato da arte di nicchia, o addirittura considerata “minore”, a fenomeno in ascesa e mainstream, e lo vuole raccontare non solo agli appassionati del genere ma anche a chi di fumetto sa poco ed è incuriosito da questo medium, fatto di immagini e testo, semplice e complesso allo stesso tempo.

In attesa della prossima uscita in sala Generazione Fumetto avrà due appuntamenti importanti in fiere di settore con panel dedicati e special preview: il primo maggio al Comicon di Napoli e poi nuovamente a giugno a Milano al Best Movie Comics and Games, in entrambi i casi alla presenza del regista e di alcuni dei protagonisti.

Generazione Fumetto permette di avvicinarsi ai fumettisti non solo come artisti talentuosi e unici, ma anche come persone con passioni, sogni, valori forti e particolarità: le interviste sono avvenute prima nelle loro abitazioni, per coglierli nella loro quotidianità e osservarli durante le fasi operative del processo creativo, per poi spostarsi nelle fumetterie di fiducia, dove gli artisti hanno condiviso opinioni, fonti di ispirazione e motivazioni, creando un dialogo virtuale anche con altri nomi del mondo del fumetto italiano e internazionale. Ma il viaggio non si limita ai soli artisti; il documentario fa conoscere da vicino anche le loro fanbase, i loro editori, gli specialisti, i curatori e le figure di maggiore spicco di questo mondo/industria che, quasi unico nel panorama culturale e letterario, ogni anno accresce la sua influenza e popolarità, rendendo il fumetto uno dei linguaggi fondamentali per raccontare il nostro presente.

La trama di Generazione Fumetto

Generazione Fumetto è un documentario intimo e approfondito che esplora l’evoluzione, l’influenza e le prospettive del fumetto italiano contemporaneo. Partendo da 7 artisti emblematici della nuova generazione – Zerocalcare, Giacomo Bevilacqua (Keison), Michael Rocchetti (Maicol & Mirco), Simone Albrigi (Sio), Mirka Andolfo, Sara Pichelli e Rita Petruccioli – il film indaga lo status del fumetto come linguaggio artistico, la sua evoluzione, il suo impatto sulla cultura, e le possibili traiettorie future.

Generazione Fumetto è prodotto da Valmyn di Alessandro Tiberio, in collaborazione con Lucca Comics & Games. Verrà distribuito prossimamente al cinema con Valmyn.

Intervista la regista Omar Rashid

Generazione Fumetto: i poster presentati al Lucca Comics & Games

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In occasione del Lucca Comics & Games è stato presentato al pubblico Generazione Fumetto, il documentario di Omar Rashid che racconta l’opera e il lavoro di sette superstar del fumetto contemporaneo attraverso un racconto in prima persona.

Presso l’Auditorium del Suffragio fan e appassionati hanno potuto assistere allo special screening dei primi 40 minuti del documentario in anteprima assoluta, seguito da un panel dedicato all’approfondimento a cui hanno preso parte i fumettisti Rita Petruccioli, Giacomo Bevilacqua e Maicol & Mirco.

L’appuntamento è stato anche l’occasione per svelare in anteprima la locandina del documentario, un poster corale accompagnato da 7 character poster unici disegnati per mano di Mirka Andolfo, Giacomo Bevilacqua, Rita Petruccioli, Sara Pichelli, Maicol & Mirco, Sio e Zerocalcare e che rappresentano la visione a fumetti che ogni artista ha di se stesso con il tratto caratteristico che lo contraddistingue.

Ecco i character poster e il poster di Generazione Fumetto

 

Lucca Comics & Games è stato la prima tappa fondamentale per il lancio nazionale del documentario, inoltre, durante i giorni della manifestazione si è svolta la fase conclusiva del progetto di Generazione Fumetto che ha visto portare a compimento il documentario nella sua integrità: durante la manifestazione sono stati girati gli ultimi preziosi materiali per il montaggio definitivo del documentario con riprese live realizzate nei luoghi del community event e che hanno visto protagonisti i numerosi fan e appassionati di fumetto e non solo presenti a Lucca.

Una collaborazione speciale quella realizzata con Lucca Comics & Games di cui la produzione Valmyn è orgogliosa e che trova in essa affinità di intenti e passioni comuni, oltre ad un enorme bagaglio culturale fatto di impegno e dedizione. Generazione Fumetto racconta un mondo, quello del fumetto, che negli ultimi 10 anni è editorialmente esploso ed è diventato da arte di nicchia, o addirittura considerata “minore”, a fenomeno in ascesa e mainstream, e lo vuole raccontare non solo agli appassionati del genere ma anche a chi di fumetto sa poco ed è incuriosito da questo medium, fatto di immagini e testo, semplice e complesso allo stesso tempo.

Generazione Fumetto esplora il mondo di questo universo immaginario attraverso interviste ad alcuni degli artisti più rappresentativi e seguiti del panorama italiano, diversi per stili e background, ma tutti nati negli anni ’80 e che sono stati in grado di utilizzare il proprio lavoro come veicolo di espressione personale, critica politica e sociale e identità individuale: Mirka Andolfo, Giacomo Bevilacqua, Rita Petruccioli, Sara Pichelli, Maicol & Mirco, Sio e Zerocalcare.

Generazione Fumetto permette di avvicinarsi ai fumettisti non solo come artisti talentuosi e unici, ma anche come persone con passioni, sogni, valori forti e particolarità: le interviste sono avvenute prima nelle loro abitazioni, per coglierli nella loro quotidianità e osservarli durante le fasi operative del processo creativo, per poi spostarsi nelle fumetterie di fiducia, dove gli artisti hanno condiviso opinioni, fonti di ispirazione e motivazioni, creando un dialogo virtuale anche con altri nomi del mondo del fumetto italiano e internazionale.

Ma il viaggio non si limita ai soli artisti; il documentario fa conoscere da vicino anche le loro fanbase, i loro editori, gli specialisti, i curatori e le figure di maggiore spicco di questo mondo/industria che, quasi unico nel panorama culturale e letterario, ogni anno accresce la sua influenza e popolarità, rendendo il fumetto uno dei linguaggi fondamentali per raccontare il nostro presente.

Sinossi del film: Generazione Fumetto è un documentario intimo e approfondito che esplora l’evoluzione, l’influenza e le prospettive del fumetto italiano contemporaneo. Partendo da 7 artisti emblematici della nuova generazione – Zerocalcare, Giacomo Bevilacqua (Keison), Michael Rocchetti (Maicol & Mirco), Simone Albrigi (Sio), Mirka Andolfo, Sara Pichelli e Rita Petruccioli – il film indaga lo status del fumetto come linguaggio artistico, la sua evoluzione, il suo impatto sulla cultura, e le possibili traiettorie future.

Generazione Fumetto è prodotto da Valmyn di Alessandro Tiberio, in collaborazione con Lucca Comics & Games. Dopo il passaggio a Lucca verrà distribuito prossimamente al cinema con Valmyn.

Generazione Fumetto al Lucca Comics & Games

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Generazione Fumetto al Lucca Comics & Games

La casa di produzione e distribuzione Valmyn di Alessandro Tiberio è lieta di annunciare che il nuovo progetto cinematografico Generazione Fumetto – dedicato alla cultura del fumetto scritto e diretto da Omar Rashid – sarà presentato in collaborazione con Lucca Comics & Games (consulente artistico per il film) durante la prossima edizione della manifestazione (30 ottobre – 03 novembre 2024).

Sabato 2 novembre alle ore 17:30 presso l’Auditorium del Suffragio sarà possibile assistere allo special screening dei primi 30 minuti del documentario in anteprima assoluta e a seguire al panel dedicato all’approfondimento insieme ad alcuni dei fumettisti protagonisti.

Durante la manifestazione, inoltre, verrà realizzata la fase conclusiva del progetto che vedrà portare a compimento il documentario nella sua integrità: durante Lucca Comics & Games 2024, infatti, verranno girati gli ultimi preziosi materiali per il montaggio definitivo del documentario con riprese live realizzate proprio nei luoghi del community event e che vedranno protagonisti i numerosi fan e appassionati di fumetto e non solo presenti a Lucca.

Una collaborazione speciale quella con Lucca Comics & Games di cui la produzione Valmyn è  orgogliosa e che trova in essa affinità di intenti e passioni comuni, oltre ad un enorme bagaglio culturale fatto di impegno e dedizione. Generazione Fumetto vuole raccontare un mondo, quello del fumetto, che negli ultimi 10 anni è editorialmente esploso ed è diventato da arte di nicchia, o addirittura considerata “minore”, a fenomeno in ascesa e mainstream, e lo vuole raccontare non solo agli appassionati del genere ma anche a chi di fumetto sa poco ed è incuriosito da questo medium, fatto di immagini e testo, semplice e complesso allo stesso tempo.

Generazione Fumetto esplora il mondo di questo universo immaginario attraverso interviste ad alcuni degli artisti più rappresentativi e seguiti del panorama italiano, diversi per stili e background, ma tutti nati negli anni ’80 e che sono stati in grado di utilizzare il proprio lavoro come veicolo di espressione personale, critica politica e sociale e identità individuale: Mirka Andolfo, Giacomo Bevilacqua, Rita Petruccioli, Sara Pichelli, Maicol & Mirco, Sio e Zerocalcare.

Generazione Fumetto permette di avvicinarsi ai fumettisti non solo come artisti talentuosi e unici, ma anche come persone con passioni, sogni, valori forti e particolarità: le interviste sono avvenute prima nelle loro abitazioni, per coglierli nella loro quotidianità e osservarli durante le fasi operative del processo creativo, per poi spostarsi nelle fumetterie di fiducia, dove gli artisti hanno condiviso opinioni, fonti di ispirazione e motivazioni, creando un dialogo virtuale anche con altri nomi del mondo del fumetto italiano e internazionale.

Ma il viaggio non si limita ai soli artisti; il documentario fa conoscere da vicino anche le loro fanbase, i loro editori, gli specialisti, i curatori e le figure di maggiore spicco di questo mondo/industria che, quasi unico nel panorama culturale e letterario, ogni anno accresce la sua influenza e popolarità, rendendo il fumetto uno dei linguaggi fondamentali per raccontare il nostro presente.

La trama di Generazione Fumetto

Generazione Fumetto è un documentario intimo e approfondito che esplora l’evoluzione, l’influenza e le prospettive del fumetto italiano contemporaneo. Partendo da 7 artisti emblematici della nuova generazione – Zerocalcare, Giacomo Bevilacqua (Keison), Michael Rocchetti (Maicol & Mirco), Simone Albrigi (Sio), Mirka Andolfo, Sara Pichelli e Rita Petruccioli – il film indaga lo status del fumetto come linguaggio artistico, la sua evoluzione, il suo impatto sulla cultura, e le possibili traiettorie future.

Generazione Fumetto è prodotto da Valmyn di Alessandro Tiberio, in collaborazione con Lucca Comics & Games. Dopo il passaggio a Lucca verrà distribuito prossimamente al cinema con Valmyn.

Generazione 56K: recensione della serie di The Jackal

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Generazione 56K: recensione della serie di The Jackal

Qual è la Generazione 56K? Secondo Francesco Ebbasta, che con The Jackal, Cattleya e Netflix, ha messo in piedi la serie da una sua idea, è la generazione cresciuta negli anni ’90, quella che ha accolto l’arrivo di internet in casa, che ha imparato a usare i floppy e a familiarizzare con quel rumorio del modem, che teneva occupata la linea telefonica di casa per ore. Una generazione che, crescendo, ha accompagnato nella sua vita, la tecnologia come protesi di se stessa, e che adesso è schiava di cellulari, app, social media e tutto quello che caratterizza la società di adesso. 

È così per Daniel e i suoi amici, che superati i Trent’anni non possono ancora dirsi uomini maturi, che hanno un rapporto controverso con l’amore e le storie romantiche e che cercano la loro strada nel mondo, alle prese con mille problemi che, in fondo, problemi non sono. Insomma, nessuno trai 30 e i 40 anni faticherà a immedesimarsi un questi protagonisti, in questa Generazione 56K.

La serie parte quindi da un presupposto molto “facile”, cerca di far presa sul pubblico medio della piattaforma streaming, dove sarà disponibile dal 1° luglio con 8 episodi, e si sviluppa con una canonicità disarmante. 

A cavallo tra due linee temporali

Premesso questo, Generazione 56K è una buona serie, con momenti di grande comicità e che fonda il suo punto di forza sulla struttura a cavallo su due linee temporali. La prima, ambientata ai nostri giorni, a Napoli, in cui seguiamo il protagonista, Daniel, alla ricerca di questa misteriosa ragazza che ha incontrato e che non riesce più a rintracciare. La seconda, immersa negli anni ’90, a Procida, in una comunità minuscola in cui il piccolo Daniel impara a usare internet, a dare i primi baci e a fare i primi conti con le batoste della vita.

Ambientata tra Napoli e Procida, Generazione 56K è basata su un’idea originale di Francesco Ebbasta e da lui scritta insieme a Costanza Durante, Laura Grimaldi e Davide Orsini, che ne è anche head writer. Dietro la macchina da presa dei primi 4 episodi Francesco Ebbasta, mentre Alessio Maria Federici firma la regia dei restanti 4.

generazione 56K recensione serieGianluca Fru e Fabio Balsamo nel cast

I protagonisti Daniel e Matilda sono interpretati rispettivamente da Angelo Spagnoletti e Cristina Cappelli, nella loro versione adulta, e da Alfredo Cerrone e Azzurra Iacone in quella da ragazzini. Protagonisti della serie anche due componenti dei The Jackal nel ruolo degli amici storici di Daniel: Gianluca Fru è Luca e Fabio Balsamo è Sandro, rispettivamente interpretati, nella loro versione da bambini, da Gennaro Filippone e da Egidio Mercurio.

Nel cast anche Biagio Forestieri (Napoli Velata) nei panni di Bruno, Claudia Tranchese (Sotto il sole di Riccione, Gomorra la serie 4 stagione) in quelli di Ines, Federica Pirone in quelli di Cristina, Sebastiano Kiniger in quelli di Enea.

Generazione 56K, effetto nostalgia assicurato

Generazione 56K è una serie che non punta tanto sulla novità della trama, o sulla scrittura articolata, quanto sull’infallibilità dell’effetto nostalgia e la rassicurante presenza di una storia d’amore romantica e decisamente “da film” che forse farà storcere il naso ai più scettici ma che rappresenta quel genere di feel good movies (series in questo caso) che tanto piace al pubblico generalista, ormai sempre più coincidente con quello di Netflix.

Generazione 56K: presentata la serie Netflix in collaborazione con The Jackal

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“L’idea di questa serie è nata qualche anno fa, durante un matrimonio. Lo sposo mi disse di essere felice, ma aveva il dubbio che entrambi fossero cresciuti nello stesso paesino senza mai guardare fuori. Il dubbio poi è rientrato, ma questa paura di poter desiderare altro ha fatto crescere questo seme che si è trasformato in un racconto che parla di una generazione a cavallo di Internet, con un piede dentro e uno fuori dalla tecnologia. Internet ha stravolto l’amore e le relazioni, offrendoci infinite possibilità di scelta, con la consapevolezza di poter fare altro” A parlare è Francesco Ebbasta, autore della nuova serie Netflix, disponibile dal 1° luglio sulla piattaforma, Generazione 56K. 

La trama di Generazione 56K

Prodotta da Cattleya, parte di ITV Studios, e realizzata in collaborazione con The Jackal, gruppo Ciaopeople la serie si concentra sulla generazione che, cresciuta negli anni ’90, è stata la testimone dell’arrivo di internet, mentre ancora si destreggiavano tra floppy disk, videocassette e walkman, masticando chewingum sullo sfondo delle musiche degli 883 e dell’inconfondibile suono del modem 56K. Oggi sono cresciuti e si sono adattati ad un mondo iper tecnologico, rendendo gli smartphone e le app parte integrante della loro vita: alleati insostituibili sul lavoro, nel tempo libero e negli incontri sentimentali. Come definirli con una sola espressione? (La) Generazione 56k, vera protagonista della serie, raccontata in 8 episodi con un continuo ponte temporale tra gli anni Novanta e i giorni nostri, in un costante flashback tra l’infanzia dei protagonisti e la loro vita oggi. Anni di grandi cambiamenti in cui le relazioni umane, l’amicizia e l’amore rimangono le uniche, vere costanti.

Ambientata tra Napoli e Procida, Generazione 56K è una serie di genere comedy basata su un’idea originale di Francesco Ebbasta e da lui scritta insieme a Costanza Durante, Laura Grimaldi e Davide Orsini, che ne è anche head writer. Dietro la macchina da presa dei primi 4 episodi Francesco Ebbasta, mentre Alessio Maria Federici firma la regia dei restanti 4.

I protagonisti Daniel e Matilda sono interpretati rispettivamente da Angelo Spagnoletti e Cristina Cappelli, nella loro versione adulta, e da Alfredo Cerrone e Azzurra Iacone in quella da ragazzini. Protagonisti della serie anche due componenti dei The Jackal nel ruolo degli amici storici di Daniel: Gianluca Fru è Luca e Fabio Balsamo è Sandro, rispettivamente interpretati, nella loro versione da bambini, da Gennaro Filippone e da Egidio Mercurio.

Nel cast anche Biagio Forestieri (Napoli Velata) nei panni di Bruno, Claudia Tranchese (Sotto il sole di Riccione, Gomorra la serie 4 stagione) in quelli di Ines, Federica Pirone in quelli di Cristina, Sebastiano Kiniger in quelli di Enea.

Sul suo personaggio, Gianluca Fru spiega: “Luca mantiene da adulto quella totale mancanza di filtri che aveva anche da bambino. È l’unico dei tre non ancora cresciuto, che non riesce a nascondere quando qualcuno gli sta antipatico, vive la sua difficoltà nei rapporti sociali che lo portano a rifugiarsi in tanti piccoli mondi, l’isola di Procida, la casa degli amici, i videogiochi, tende a proteggersi dal mondo esterno”. Al contrario di Sandro, unico adulto normale del gruppo, che però dalla loro prospettiva è “quello strano”. A parlarne è Fabio Balsamo: “Io rappresento un po’ la controparte rispetto alla narrativa centrale. Sono la parentesi bagnata di quei valori del passato che potevano essere più stabili. Sono lo strano del gruppo.” 

Una nuova sfida per The Jackal

In merito alla nuova esperienza di The Jackal con la serialità in collaborazione con Netflix, sempre Balsamo commenta: “È un ulteriore campo di sperimentazione in cui ci siamo messi, il corto sul web è un contenuto molto diverso. Abbiamo dovuto studiare da capo la serialità, ci siamo reinventati anche su questo, ripartendo da zero con molta umiltà e con l’ipercriticità che ci contraddistingue”. E come fanno i veri professionisti, scelgono, di volta in volta, chi sono gli elementi del gruppo ad essere i più adatti per i singoli progetti: “Siamo in tanti all’interno dei The Jackal, tutti i progetti vengono decisi in maniera professionale scegliendo di volta in volta i protagonisti. Abbiamo tante strade che proviamo a seguire. Questa serie è ricca di spunti, nessuna storia è di per sé autoconclusiva quando c’è la volontà di portare avanti il progetto. E poi al racconto di Daniel e Matilda fanno da sfondo quelle di tanti altri personaggi, per cui la potenzialità di racconto è infinita.” E infatti chissà se non vedremo ancora i protagonisti di Generazione 56K in azione, dopo questo primo ciclo di 8 episodi.

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