E’ stato presentato oggi
alla stampa italiana Scusate se Esisto,
l’ultimo film di Riccardo Milani che il regista ha
realizzato ‘in casa’ con la moglie Paola Cortellesi che recita e
debutta alla sceneggiatura. L’attrice, con il regista e il resto
del cast, ha raccontato il film, le intenzioni e la necessità di
parlare di argomenti quali la condizione lavorativa della donna, il
rapporto di coppia, visto però in una maniera decisamente
atipica.
È la tua prima
sceneggiatura, si sente la mano di una donna. Che esperienza è
stata?
“Non c’è solo la mia mano, c’è
la mano anche di un’altra donna che è Giulia Calenda, e abbiamo
scritto insieme a Furio Andreotti e a Riccardo (Milani, regista del
film, ndr). Sono stati tutti molto pazienti con me. L’idea parte
dall’osservazione di tante cose che riguarda le donne, alcune cose
sono autobiografiche. Ma ci piaceva parlare di un’aeccellenza
italiana, di una persona molto preparata e che ha lavorato
all’estero. Ma poi anche chi lavora fuori poi vuole tornare. Ma è
un fatto che qui, così come altrove, a parità di competenza le
donne sono considerate meno. Ci piaceva raccontare questo e anche
il fatto che tutti, per accontentare le persone con cui vivono o
con cui lavorano, interpretano un personaggio. Soprattutto ci
piaceva raccontare una storia d’amore che fosse atipica, su una
coppia di fatto che si ama, si sostiene, si rispetta ma che non
condivide la sessualità. Queste sono storie personali, alcune cose
sono frutto di rielaborazione, ma nascono da una componente
autobiografica. Abbiamo convogliato tante esperienze.”
Ti sei mai sentita
discriminata in quanto donna?
“Si certo. Il film in parte è
autobiografico. Certo non faccio l’architetto come la protagonista
del film. Questo è il mio primo racconto da sceneggiatrice, ma ho
fatto l’autrice tv per tanti anni e all’inizio mi capitava quello
che accade al personaggio: avevo la sensazione di essere
trasparente. Quando sei in tavoli in cui sei l’unica donna, molti
uomini tendono a parlarsi tra loro, e se un’idea viene dalla donna
è una cosa strana. Per fortuna con Furio ne abbiamo riso tanto. E’
una cosa che mi è capitata, mi ha fatto sorridere ma mi ha fatto
anche un po’ male, e mi è piaciuto parlarne in questo
film.”
Come siete
arrivati al Corviale?
“Dovevamo decidere che mestiere
dovesse fare questo personaggio, e abbiamo pensato ad un lavoro che
richiedesse un forte senso morale. Chi costruisce le case fa una
cosa importante per le persone, e così abbiamo pensato
all’architetto. Per il Corviale, abbiamo scelto un edificio che
secondo me era brutto e inospitale, un blocco di cemento in mezzo
al nulla.”
Presenta in
conferenza anche Guendalina Salimei, l’architetto
autore del progetto di riqualificazione del Corviale, che ha
ispirato il film e che dovrebbe partire nel 2015, fondi regionali
permettendo.
“Sono stata contentissima quando
Riccardo Milani mi ha scritto per propormi questa storia. Lui ha
visto tutti i progetti. Io in realtà ho due progetti per il
Corviale, questo del Chilometro Verde e poi c’è quello della
scuola. Il primo è nato qualche anno fa, si è fermato per problemi
di soldi, la Regione non voleva, ma adesso invece sembra che possa
partire. Il grande problema del Corviale è la sua monofunzionalità.
Ma qui c’è un comitato che lavora con me da anni, c’è un’energia
bellissima che mi ha fatto appassionare al progetto. Quello che sta
succedendo nelle periferie è importante e il Corviale avrebbe
davvero bisogno di essere riqualificato. C’è un grande piano che va
ripensato, riqualificato, dovrebbe essere un nuovo inizio per
questo l’abbiamo chiamato verde.”
Coprotagonista del film accanto alla
bella e brava Cortellesi c’è Raul Bova, con
Corrado Fortuna, Lunetta Savino e
Ennio Fantastichini.