E poi c’è Cattelan, Bobo
Vieri (con un altro, attesissimo “Bomber advisor”) ospite
della puntata di stasera 6 aprile.
È un
bomber vero quello che stasera sarà ospite di Alessandro
Cattelan e del suo late show,in onda nella seconda serata di Sky Uno HD.
“E poi c’è Cattelan” accoglie, dopo il trionfo social della
scorsa stagione, Bobo Vieri. Dopo aver raccontato la sua
nuova vita a Miami, dove il bomber anima un ormai famoso torneo di
footvolley, il campione nerazzurro sarà protagonista, anche
quest’anno, della rubrica “Bomber advisor”, in cui commenterà con
il conduttore alcune delle sue conquiste più chiacchierate.
“E
poi c’è Cattelan” va in onda ogni giorno, dal lunedì al venerdì, in
seconda serata su Sky Uno HD
Torna
l’appuntamento quotidiano col late show della seconda serata di
Sky Uno HD. E poi c’è Cattelan questa settimana
propone 5 nuove puntate ricchissime di grandi ospiti dello
spettacolo e dello sport italiano, di divertenti giochi in studio,
spassose interviste, delle ormai famosissime rubriche e della
musica degli Street Clerks, che anche quest’anno colorano
delle loro note i momenti clou del programma.
Gli
ospiti che il padrone di casa Alessandro Cattelan accoglierà
in studio questa sera sono gli attori Ricky Memphis e
Francesco Montanari. Dal 6 aprile al cinema con “Ovunque tu
sarai” di Roberto Capucci, i due attori siederanno alla scrivania
di Cattelan e si racconteranno, fra il film in uscita e aneddoti
personali. Nella stessa puntata, Herbert Ballerina e
Maccio Capatonda si cimenteranno con la temutissima prova di
parcheggio della rubrica Parking Karaoke.
E poi c’è Cattelan,
ospiti
Ospiti
della puntata di martedì saranno Claudio Amendola e Luca
Argentero. I due attori, fra i più amati del cinema italiano,
giocheranno col padrone di casa a una versione molto sui generis di
Cluedo, oltre a raccontare dell’esperienza sul set del film “Il
permesso – 48 ore fuori”, già nei cinema. Nella stessa serata anche
l’esibizione live del cantautore Giorgio Poi.
Mercoledì è invece il turno di una puntata tutta al femminile:
ospiti dello show saranno Kasia Smutniak e Lorella
Cuccarini. Se l’attrice si sottoporrà all’intervista del
conduttore, da idolo degli anni ’90 qual è Lorella Cuccarini
ricreerà, con Alessandro Cattelan, tutta la magia di quel periodo
in una clip a tema e si esibirà in una delle sue famosissime
hit.
Giovedì
sera, a sedere alla scrivania del programma sarà Bobo Vieri.
Un graditissimo e atteso ritorno il suo: se la sua ultima
apparizione fece furore per i consigli in fatto di donne dispensati
ai telespettatori, il momento “Bomber Advisor” tornerà anche
quest’anno. Oggetto delle confessioni del bomber saranno i più
famosi giocatori della serie A e del calcio
mondiale.
Come
già nelle scorse settimane di messa in onda, venerdì è il turno di
una puntata che racchiude tutti i momenti più esilaranti delle
puntate in onda da lunedì a giovedì.
E
POI C’E’ CATTELAN va in onda dal lunedì al venerdì in seconda
serata su Sky Uno HD
CREDITS
E
poi c’è Cattelan è una produzione originale Sky Uno
Regia: Luigi Antonini
Scritto da Alessandro Cattelan e Matteo B. Bianchi,
Carlo Crocchiolo, Federico Giunta, Luca Monarca, Luca Restivo, Ugo
Ripamonti, Andrea Sansalone, Marco Villa.
Consulente musicale da questa edizione è Vittorio Cosma
degli Elio e le Storie Tese.
Cast: Alessandro Cattelan (presentatore), Street Clerks
(band)
Con SILVIO MUCCINO e LEVANTE prende
il via, stasera, la settima settimana di programmazione della nuova
edizione di E poi c’è Cattelan, il late night show
di Sky Uno HD condotto da Alessandro
Cattelan. Quattro nuove ed entusiasmanti puntate più il
tradizionale best of del venerdì con le interviste, i giochi in
studio, le gag e le irriverenti rubriche ormai vero marchio di
fabbrica del programma. Ad accompagnare con la loro musica i
momenti più divertenti dello show, come sempre, gli Street
Clerks.
Martedì il salotto di #EPCC
ospiterà uno degli artisti più amati del nostro paese, CAPAREZZA,
seguito dal disegnatore di casa Marvel SIMONE BIANCHI. PIO E AMEDEO
saranno i mattatori, assieme al padrone di casa Alessandro
Cattelan, della puntata di mercoledì.
Gli ospiti di Giovedì saranno la
medaglia d’oro nei 500 metri femminili di short track dei giochi
olimpici di Pyeongchang, ARIANNA FONTANA, assieme alla conduttrice
diItalias’ Got Talent LODOVICA COMELLO. Venerdì sera andrà
in onda un Best Of che racchiude tutti i momenti
più esilaranti delle puntate in onda da lunedì a giovedì.
E POI C’È CATTELAN va in
onda dal lunedì al venerdì in seconda serata su Sky Uno
HD
Adler Entertainment ha diffuso il
trailer e il poster italiani di E poi c’è
Katherine, il film di Nisha Ganatra che
arriva al cinema dal 12 settembre, interpretato da Emma
Thompson, Mindy Kaling, Max Casella, Hugh Dancy, John Lithgow,
Denis O’Hare, Reid Scott e Amy Ryan.
La sinossi di E poi c’è Katherine
Katherine Newbury è
una conduttrice pionieristica e leggendaria nel circuito dei talk
show di tarda notte. Quando viene accusata di essere una “donna che
odia le donne”, mette in atto delle azioni precise e Molly viene
assunta come l’unica donna nella stanza degli scrittori maschili di
Katherine. Ma Molly potrebbe essere arrivata un po’ in ritardo,
dato che la formidabile Katherine affronta anche la realtà dei
bassi ascolti e un’azienda che vuole comunque sostituirla. Molly,
volendo dimostrare che non è stata assunta semplicemente perché
donna, è determinata ad aiutare Katherine rivitalizzando il suo
spettacolo e la sua carriera, e forse effettuando anche cambiamenti
più grandi allo stesso tempo.
Grande ritorno per E poi
c’è Cattelan, il late show della seconda serata di
Sky Uno HD condotto da Alessandro
Cattelan, che questa sera riparte con una nuova
imperdibile edizione ricca di grandi ospiti che, accompagnati della
musica degli Street Clerks, si prestano per i
divertenti giochi in studio e le gag marchio di fabbrica del
programma.
Il padrone di casa Alessandro
Cattelan inaugurerà la nuova stagione accogliendo in studio il
giovane re della trap italiana, Ghali. Il cantante
avrà modo di raccontare di sé, della sua musica e del suo successo
nel corso dell’intervista a cui si sottoporrà in studio. Poi,
proverà ad avvicinare Alessandro al genere musicale che lo ha reso
famoso, cantando insieme a lui una divertente canzone – scritta per
l’occasione – con il vocoder, tipico del cantato della musica
trap.
La puntata di stasera, la prima
delle quaranta e più della quinta stagione di E poi c’è
Cattelan, verrà lanciata da una simpatica clip che vedrà
protagonista, come ormai tradizione del programma, Cesare
Cremonini, vero e proprio portafortuna del programma.
Nella clip, la DeLorean con cui si era chiusa la scorsa edizione
atterra nel futuro, nel 2030. Bologna, città natale del cantante, è
stata fatta capitale. #EPCC è diventato “E poi c’è Cremonini”. Il
cantante di Poetica nel frattempo è diventato Presidente e
ha imposto il dialetto bolognese come lingua nazionale.
Martedì X Factor incontra
#EPCC. Ospiti della seconda puntata, infatti, saranno i
lanciatissimi Maneskin, a breve in giro per
l’Italia con un tour già sold out da settimane. La band romana si
divertirà a personalizzare in stile Maneskin le canzoni
dell’oratorio e inaugurerà una nuova imperdibile rubrica. Con
“Follow me, follow me now” il programma proverà a fare di uno dei
ragazzi della produzione un influencer: l’obiettivo sarà
quello di fargli raggiungere più follower possibili su
Instagram.
Mercoledì sarà la volta di
Frank Matano e Massimo Popolizio,
a breve in tutte le sale con Sono tornato, il film
distribuito da Vision Distribution e diretto da Luca Miniero.
Giovedì sono attesi in studio il capitano della squadra femminile
dell’Inter Regina Baresi e, al suo debutto come
attore ne Il vegetale di Gennaro Nunziante, Fabio
Rovazzi.
Venerdì sera andrà in onda un
Best Of che racchiude tutti i momenti più
esilaranti delle puntate in onda da lunedì a giovedì.
E POI C’E’ CATTELAN va
in onda dal lunedì al venerdì in seconda serata su Sky Uno
HD
Torna dal 22 gennaio su Sky Uno HD
E poi c’è Cattelan, il late show condotto da
Alessandro Cattelan giunto alla quinta edizione.
Il one man show torna in TV con un appuntamento quotidiano in onda
dal lunedì al venerdì in seconda serata, una programmazione che
permetterà ad Alessandro di dedicare anche quest’anno sempre più
spazio ai “temi del giorno” e all’attualità, sempre nella chiave
ironica e leggera di #EPCC, attingendo da tendenze, tormentoni sui
social e novità al centro dell’attenzione mediatica.
E poi c’è Cattelan, ospiti
Gli ospiti restano l’elemento
centrale dello show, che in quattro anni si è accreditato come
realtà di culto nel panorama dell’intrattenimento televisivo e ha
accolto nomi del cinema, dello sport e della musica in uno “spazio
libero” dove non ci si prende sul serio e che grazie alla
complicità di Alessandro permette di mettersi davvero in gioco.
Tra gli ospiti attesi in questa
edizione Giorgia, Jean Paul Gaultier,
Zerocalcare, i Måneskin, Francesca Michielin, Fabio Rovazzi,
Antonia Klugmann, Ghali, Frank Matano e Massimo Popolizio, Beatrice
Venezi, Pierfrancesco Favino, Ruggero Pasquarelli, Elettra
Lamborghini, Jake La Furia, Regina Baresi e molti altri. A
lanciare la prima puntata, come gli anni scorsi, sarà
Cesare Cremonini, protagonista con Alessandro
dell’ormai tradizionale sketch di apertura di stagione e vero e
proprio portafortuna di #EPCC.
E poi c’è Cattelan, le puntate
Le puntate quotidiane proporranno
mezz’ora di puro divertimento e leggerezza, tra
interviste, canzoni, rubriche, gag, giochi
in studio e rivisitazioni musicali. Altro
pilastro dello show è la musica, e a scandire i tempi saranno anche
quest’anno gli Street Clerks, che tornano ad
essere la spalla perfetta del conduttore.
Sono tantissimi gli ospiti che
Cattelan ha accolto nelle prime quattro edizioni e “sottoposto” ad
interviste e giochi, attingendo anche dal panorama internazionale
con Robbie Williams e un imperdibile cameo di Ben Stiller in stile
Zoolander. Della scena italiana., ad essersi sottoposti agli
ironici trattamenti di Cattelan Laura Pausini, Cesare Cremonini,
Francesco De Gregori, Marco Mengoni, Fedez, J-Ax, Max Pezzali,
Malika Ayane, Mika, Patty Pravo, Nina Zilli, Francesca Michielin,
Francesco Renga, Elio e le Storie Tese, solo per citarne alcuni. Le
star del cinema italiano Carlo Verdone, Antonio Albanese, Marco
Giallini, Valerio Mastandrea, Miriam Leone, Marco D’Amore, Stefano
Accorsi, Claudio Santamaria, Alessandro Borghi, Luca Marinelli, gli
sportivi Roberta Vinci, Maurizia Cacciatori, Siniša Mihajlović,
Zanetti, Vieri, Bonucci, Gallinari, Claudio Marchisio, Mancini e il
campione Valentino Rossi, fino al mondo della TV e della cultura
pop, con Pif, Fabio Volo, Fabio De Luigi, Geppi Cucciari, Biggio e
Mandelli, Favij, Maccio Capatonda.
E poi c’è Cattelan, in
onda dal 22 gennaio dal lunedì al venerdì in seconda serata su Sky
Uno HD
Un giro per Porta Romana in compagnia di una delle donne più
invidiate del mondo e “un vocale di dieci minuti” per dire a
Fabri Fibra e a tutti che #EPCC, l’appuntamento di
culto della seconda serata di Sky Uno, sbarca in primetime e va a
teatro.
Prima puntata con due dei nomi più
chiacchierati, amati e seguiti degli ultimi anni per EPCC A
TEATRO, lo show di Alessandro Cattelan
produzione originale Sky che stasera debutta su Sky
Uno dalle 21.15 per poi essere disponibile anche on
demand. Dal teatro Franco Parenti di Milano, il conduttore
intervisterà Tommaso Paradiso, il frontman dei
TheGiornalisti di cui è appena uscito l’ultimo disco, LOVE, e la
modella e attrice Emily Ratajkowski.
Per la prima volta ospite in un
programma della Tv italiana, oltre all’intervista alla scrivania
Emily Ratajkowski farà con il padrone di casa del late
night show un vero e proprio tour del quartiere di Porta Romana che
farà tappa anche da Giannasi, lo storico baracchino di street food
di Piazza Bruno Buozzi.
Il cantante, invece, dalle tavole
del palcoscenico del Parenti invierà a Fabri Fibra quel “vocale di
10 minuti” che ha spopolato quest’estate grazie a Felicità
puttana, la hit dei TheGiornalisti in cima alle classifiche
per tutta l’estate.
A introdurre la puntata di stasera,
una clip introduttiva con Valerio
Mastandrea, fra gli attori più bravi del nostro
cinema. Con Alessandro si divertirà a fare il verso al film cult di
Alejandro González Iñárritu Birdman, travestendosi appunto nell’uomo
uccello interpretato nel film premio Oscar da Michael Keaton e
provando a dissuadere il conduttore di Sky Uno dal portare il suo
show in teatro.
Negli ultimi cinque anni lo show si
è imposto come appuntamento di culto della seconda serata di Sky
Uno. Oltre all’esordio in prime time e al nuovo palcoscenico, EPCC
A TEATRO manterrà intatte l’ironia e in parte anche la struttura
del late night show, raddoppiando però la durata di ogni puntata.
Inoltre, a marcare la continuità con l’esperienza della seconda
serata degli ultimi anni, anche la punteggiatura musicale degli
Street Clerks, house band del programma
già spalla del padrone di casa nelle ultime edizioni di E poi
c’è Cattelan.
E POI C’È CATTELAN A TEATRO, da stasera ogni martedì
alle 21.15 su Sky Uno e disponibile su Sky On
Demand
Torna stasera, alle 21.15 su Sky
Uno, con un nuovo appuntamento E poi c’è Cattelan a
Teatro, lo show di Alessandro Cattelan
per la prima volta in prima serata e dal Franco Parenti di
Milano, in onda su Sky Uno e disponibile su Sky On Demand. La
puntata di debutto di martedì scorso, ospiti la modella e attrice
Emily Ratajkowski e Tommaso Paradiso, è stata vista negli scorsi 7
giorni da 766 mila spettatori medi.
Coi suoi 15 milioni di follower, il
primo ospite di stasera sera è l’italiana più famosa su Instagram,
l’imprenditrice digitale Chiara Ferragni. Alla
scrivania dello show anche l’allenatore della Nazionale italiana di
calcio Roberto Mancini. A introdurre la puntata di
oggi, aperta da un monologo incentrato sullo humour nero, una clip
conElisabetta Canalis in cui, ospite in teatro di
EPCC, la showgirl verrà accidentalmente “uccisa” da Alessandro
Cattelan.
E poi c’è Cattelan a Teatro
Negli ultimi cinque anni lo show di
Cattelan si è imposto come appuntamento di culto della seconda
serata di Sky Uno. Oltre all’esordio in prime time e al nuovo
palcoscenico, EPCC A TEATRO mantiene intatte l’ironia e in parte
anche la struttura del late night show, raddoppiando però la durata
di ogni puntata. Inoltre, a marcare la continuità con l’esperienza
della seconda serata degli ultimi anni, anche la punteggiatura
musicale degli Street Clerks, house band
del programma già spalla del padrone di casa nelle ultime edizioni
di E poi c’è Cattelan.
E POI C’È CATTELAN A
TEATRO, ogni martedì alle 21.15 su Sky Uno e disponibile su Sky On
Demand
Prodotto da
Picomedia e Medusa Film e
disponibile in streaming da luglio 2020 su Amazon
Prime, È per
il tuo bene è l’ultimo lavoro da regista di
Rolando Ravello. Il film è tra i tanti a non aver
potuto beneficiare di un’uscita in sala, a causa del lockdown, e ad
essere passato direttamente alla distribuzione in streaming. Il
cast è di tutto rilievo e la commedia, remake del
successo spagnolo Es por tubien, promette leggerezza e
risate.
La trama di
È per il tuo bene
Tre amici non vedono di buon occhio
le relazioni sentimentali delle rispettive figlie. Arturo, Marco Giallini, è un ricco avvocato, padre di
Valentina, Matilde Gioli, che ha lasciato un
collaboratore dello studio paterno il giorno delle nozze per
Alexia, Lorena Cesarini, una ragazza di colore che
vive di lavoretti. Sergio, Giuseppe Battiston, ha scoperto che sua figlia
Sara, Alice Ferri, frequenta il fotografo Luigi,
Alberto Lo Porto, molto più grande di lei e noto
donnaiolo. Infine Antonio, Vincenzo Salemme,
scopre che la figlia Marta, Eleonora Trezza, ha
una storia con un rapper, Simone, alias Biondo,
che né lui né sua moglie, Valentina Lodovini, considerano un tipo
raccomandabile. Così i tre uniscono le forze per cercare di
liberarsi di questi scomodi partner, mentre discutono con le
rispettive mogli, che spesso non sono d’accordo coi loro piani.
Inscenare un furto, assoldare una escort e nascondere droga in uno
zaino basteranno a far cambiare idea alle figlie?
Un remake noioso e pieno di
stereotipi
È per il tuo
bene ha il sapore di un progetto costruito a
tavolino, pensando di sfruttare il successo della commedia spagnola
Es por tubien,
diretta nel 2017 da Carlos Therón, con
Javier Camara, co-prodotta da Mediaset
Spagna e basata su un soggetto di Josep
Gatell e Manuel Burque. L’idea è farne un
remake che si spera altrettanto fortunato, puntando molto su un
cast di grossi nomi.
Posto che l’originale era una
commedia piuttosto semplice, più comica che profonda, anzi
puramente disimpegnata, che si muoveva in superficie sul tema delle
dinamiche padri-figlie, suoceri-generi, si sarebbe comunque potuto
ottenere un risultato di buon intrattenimento, con qualche guizzo
ad illuminare il tutto e un susseguirsi di siparietti godibili,
animati da interpreti tra i più dotati del nostro cinema.
Purtroppo questo non è. La
sceneggiatura, a cura dello stesso regista e di Fabio
Bonifacci, è meccanica, con diverse incongruenze e momenti
che scivolano pericolosamente verso il patetico, come
l’inseguimento all’aeroporto tra Sergio e Luigi, e il personaggio
stesso di Luigi, interpretato da Alberto Lo Porto,
in molti suoi momenti. Ma lascia perplessi anche Valentina, che
subito dopo aver lasciato sull’altare il fidanzato, dice di volere
un figlio con la sua nuova compagna, aggiungendo: “è da tanto
che ci pensiamo”. Lo stesso Arturo rischia di mandare all’aria
la sua carriera e la sua vita per impedire alla figlia di stare con
chi vuole. La moglie di Antonio cambia repentinamente idea sul
fidanzato della figlia, passando dall’intransigenza più dura alla
comprensione più profonda. Non mancano alcune scene madri quasi in
stile mucciniano, immotivate, specie da parte delle mogli.
Bonifacci, che pure ha scritto commedie italiane
di successo, divertenti ma intelligenti come Si può
fare, Benvenuto Presidente,
Amiche da morire o anche disimpegnate ma
godibili, qui costruisce una commedia scialba, senza mordente. C’è
poco lavoro sull’organicità, sulla congruenza, in favore
della comicità di situazione, di gag accostate una all’altra
all’interno della narrazione. Però, questa scelta non è efficace
perché il ritmo resta lento e il film procede stancamente.
In quanto al contesto, poi,
è quasi del tutto assente, se si eccettua la disparità sociale fra
il ricco avvocato Arturo con la sua sontuosa villa, e i due amici.
Il film è incentrato sulla dimensione personale della famiglia, dei
rapporti genitori-figli e di coppia, ma non si entra mai davvero
nella sostanza di questi rapporti. La famiglia non è indagata a
fondo. Si rimane in superficie, con personaggi piatti e
stereotipati. Sono tipi umani: il rapper, l’extracomunitaria che fa
lavoretti, il donnaiolo, l’impulsivo, il ricco, l’ex galeotto e le
tre mogli più o meno disperate.
Un cast stellare che non
brilla in È per il tuo bene
Questo quinto lavoro dietro la
macchina da presa di Rolando Ravello punta molto
sulla presenza di alcuni pezzi da novanta del nostro cinema. Il
regista torna a dirigere Marco Giallini, già visto
in Tutti contro tutti ed è proprio lui a
regalare qualche sporadica risata con le sue spontanee uscite in
romanesco, ma comunque insieme ai suoi compagni di viaggio non
riesce a reggere il peso del film. Giuseppe
Battiston viene confinato a un ruolo ripetitivo, che non
gli dà la possibilità di esprimersi a pieno. Lo stesso
Vincenzo Salemme, che sulla carta dovrebbe essere
l’interprete perfetto per questo tipo di commedie, che vivono di
efficaci botta e risposta con i compagni di scena, qui non riesce a
far sorridere. Alle interpreti succede lo stesso. Isabella
Ferrari, Valentina Lodovini e
Claudia Pandolfi soffrono nell’essere relegate in
subordine rispetto ai succitati colleghi, in quanto i ruoli delle
consorti disegnati per loro restano secondari. Così come
Matilde Gioli: il suo personaggio non possiede la
spinta dirompente che avrebbe potuto avere. Il buon cast, insomma,
non riesce a prendere il timone della commedia e traghettarla verso
il successo.
È per il tuo
bene, il lavoro di un regista dal talento
offuscato
Ne risulta una commedia troppo
esile, in cui Ravello sembra quasi abdicare,
sacrificando la sua capacità di osservare sia la società in cui
vive, sia il mondo più ristretto di una coppia con sguardo acuto,
cogliendone aspetti comici ma anche di riflessione. Quella capacità
che gli ha dato spessore come interprete, che ha mostrato da
sceneggiatore – collaborando ad esempio alla scrittura di
Perfetti sconosciuti – e naturalmente da
regista nell’affresco sociale tragicomico e spassoso dell’esordio
Tutti contro tutti o con la commedia
romantica dai toni lievi Ti ricordi di
me, rispetto ai quali il suo smalto appare
sbiadito.
Arriverà il 2 luglio su Amazon Prime VideoÈ per il tuo
bene, il nuovo film di Rolando
Ravello con Marco Giallini, Valentina Lodovini,
Vincenzo Salemme, Claudia Pandolfi, Giuseppe Battisto e
Isabella Ferrari. Il film è
una produzione PICOMEDIA in
collaborazione con MEDUSA FILM, prodotto
da Roberto Sessa.
È per il tuo bene, la trama
Tre famiglie entrano in crisi quando
le rispettive figlie si fidanzano. Arturo, avvocato conservatore,
Sergio, irascibile operaio con problemi di autocontrollo e Antonio,
poliziotto integerrimo con un debole per la figlia, sono tre padri
che vedono il loro peggior incubo avverarsi, quando si rendono
conto che le loro tre giovani e belle figlie sono cresciute troppo
in fretta. Arturo vedrà la figlia scappare nel giorno del
matrimonio con una donna. Sergio, padre iperprotettivo, dovrà fare
i conti con il fidanzato della figlia che ha trent’anni più di lei
e Antonio dovrà confrontarsi con il ragazzo di sua figlia, un
giovane rapper.
Sicuri di agire per il loro bene, i
tre padri uniranno le forze per sbarazzarsi dei partner delle
figlie il prima possibile, mettendo a dura prova la pazienza delle
loro mogli tanto da rischiare di far naufragare i loro stessi
matrimoni. Alla fine il bene vincerà, ma quello di chi?
Arriva al cinema E ora
parliamo di Kevin, il film thriller diretto da Lynne
Ramsay e con
Tilda Swinton e
John C. Reilly.
In E ora parliamo di
Kevin Una donna fa un sogno, forse è il ricordo di
un’esperienza passata, è un sogno a metà inquietante e paradisiaco.
Poi si sveglia, nel suo salotto, sul suo divano, sommersa di
antidepressivi e cibo avanzato, esce sul portico e scopre la
facciata di casa completamente imbrattata di vernice rossa. Così
conosciamo Eva (nome sibillino), una donna che tiene stretto dentro
di sé un dolore indicibile e pian piano scopriamo cosa la affligge;
veniamo a conoscenza del marito Franklin, del suo lavoro di agente
di viaggi che esercita con successo, ma soprattutto conosciamo
Kevin, suo figlio maggiore.
E ora parliamo di Kevin, il film
E ora parliamo di
Kevin diretto da Lynne Ramsay prende
spunto dal romanzo di Lionel Shriver, We need to talk about
Kevin che si concentra sul rapporto complicato tra
genitori e figli, sul ruolo fondamentale che i primi hanno
nell’educazione dei secondi, soprattutto sull’effetto che la vita
domestica ha sul carattere e sulle azioni, talvolta estreme, dei
ragazzi di oggi.
Il film invece si concentra
principalmente sul ruolo della madre Eva (Tilda Swinton),
donna che non accetta completamente la sua maternità, ma che allo
stesso tempo farà di tutto per farsi accettare dal figlio, come
madre e come figura autoritaria di riferimento. Ma Kevin è un
neonato irrequieto, un bambino ostinato, un ragazzo silenzioso e
difficile e i rapporti con lui non saranno mai ‘normali’.E ora
parliamo di Kevin si sviluppa pian piano lungo i ricordi di Eva che
ci mostra gradualmente la sua vicenda personale; da subito intuiamo
cosa è accaduto di così devastante da distruggere per sempre la sua
vita, ma tutto ci viene mostrato con graduale, esasperante lentezza
che non fa altro che caricare di tensione il momento del confronto
finale tra madre e figlio.
Tilda Swinton è semplicemente divina, senza
trucco, senza orpelli, senza oggetti di sorta che possano in
qualche modo aiutarla a dare realtà alla parte, l’attrice premio
Oscar racconta con la sofferenza degli occhi e il nervosismo dei
gesti il misto di paura, rimorso e senso di colpa a causa di un
figlio che non è riuscita a comprendere dal primo momento, che non
è riuscita ad educare e che alla fine l’ha condotta alla caduta e
alla solitudine. Accanto a lei Ezra Miller, giovane attore già visto in City
Island, è Kevin adolescente molto intelligente ma turbato e
pensieroso, cattivo nel profondo, senza una ragione.
John C. Reilly è Franklin, il padre, uomo
tenero e innamorato della famiglia non riesce però a vedere il
disagio della moglie, né la ‘particolarità’ del ragazzo. Si limita
a dire che va tutto bene, con bonaria espressione da capofamiglia
soddisfatto. Nemmeno verso di lui Kevin mostrerà gratitudine o
compassione. Non c’è magia, non c’è satanismo, eppure il film si
muove sul confine tra thriller soprannaturale a sfondo satanico e
dramma familiare regalandoci anche qualche citazione che può
sembrare forzata ma che aiuta forse ad inquadrarne il genere, come
la carrozzina da passeggio del piccolo Kevin che ricorda senza
ombra di dubbio la carrozzina del figlio di
Rosemary nel capolavoro di Roman
Polanski.
Il rosso è il colore privilegiato
nel film, rosso dei pomodori nel prologo, rosso della vernice sui
muri di casa, rosso della marmellata spalmata in abbondanza sul
pane, tanto rosso, ad evocare e anticipare del sangue che sarà
versato ma che non verrà mai mostrato. E ora parliamo di Kevin è un
film complesso, intrigante, sicuramente ben fatto che riesce a
coinvolgere lo spettatore regalando una serie di emozioni scomode e
contrastanti come solo i film impegnativi e fatti con criterio
riescono a fare. Molto atteso dalla critica attenta, il film si
annuncia da sé per la straordinaria interpretazione della Swinton e
per la cruda e triste attualità del tema raccontato, nonostante
tutto, con molto tatto. Al cinema dal prossimo 17 febbraio.
Eva ha messo la sua vita professionale
e le sue ambizioni personali da parte per far nascere Kevin. Il
rapporto tra madre e figlio è molto complicato fin dall’inizio.
Alla vigilia del suo 16° compleanno, Kevin commette l’irreparabile.
Eva è combattuta tra il senso di colpa e il suo seno materno. Ha
mai amato suo figlio? Qual è la sua parte di responsabilità
nell’atto commesso da Kevin?
In E ora dove
andiamo? in un non ben precisato paese del Medio-Oriente
impazza la guerra civile, una guerra dettata, guarda caso, dalle
solite divisioni religiose. Lontano da tutto questo, sperduto nelle
amenità di rocciose e aride montagne, convivono in un piccolo
villaggio, gli uni accanto agli altri, cristiani e musulmani, una
convivenza difficile e sempre a rischio ma tenuta in piedi dalle
caparbie donne del luogo, mogli e madri stanche di piangere nuove
vittime.
La tensione tra gli uomini, divisi
da fedi differenti, è sempre al limite, piccoli episodi e
incomprensioni possono sfociare in una tragica guerra da un momento
all’altro. Le donne, separate dalla fede ma unite nel desiderio di
pace, faranno di tutto, per evitare che anche nel loro piccolo
villaggio la violenza e la morte vincano sulla vita e sulla civile
convivenza tra uomini.
E ora dove andiamo?, il film
E ora dove
andiamo? è il nuovo film di Nadine
Labaki, regista oltre che bellissima interprete, che torna
nelle sale dopo il successo internazionale di Caramel del 2006.
E ora dove andiamo? che uscirà nelle sale italiane
il prossimo 20 gennaio, è una sorta di favola moderna che racconta
con sensibilità e ironia il dramma che incatena da sempre la
civiltà mediorentale, l’odio e l’intolleranza religiosa. Come
ammesso dalla stessa regista, il film non vuole affrontare
l’argomento in tono drammatico ma si pone al pubblico come commedia
dove si susseguono sequenze e situazioni molto divertenti nel
chiaro tentativo di sdrammatizzare l’argomento trattato.
Il punto è che per una donna nata e
cresciuta a Beirut come la Labaki, impostare una commedia attorno
ad un tema tanto drammaticamente presente nel mondo arabo è
un’impresa quasi improba. Infatti la regista è quasi costretta o
forse imprescindibilmente spinta ad alternare scene di grande
ironia e leggerezza con altre dall’alto contenuto drammatico, scene
di grande intensità emotiva; difficile considerare il film
una semplice commedia. Come detto Nadine Labaki
oltre che regista è anche una delle interpreti protagoniste del
film, un’interpretazione intensa e appassionata di una donna dotata
di un fascino e una bellezza fuori dal comune. Il resto del cast
artistico di E ora dove andiamo? è costituito per
lo più da attori e attrici non professionisti, gente comune presa
dalla strada di cui la Labaki voleva esaltare e
sfruttare tutte le peculiarità espressive. Il risultato è
sicuramente centrato in quanto le varie interpretazioni convincono
proprio per la loro spontaneità e per il loro realismo, effetto che
forse non sarebbe stato garantito da attori veri.
Da sempre appassionata dei musical
americani come “Grease”, la bella regista libanese ha introdotto
nel suo film diverse scene ballate e cantate avvalendosi della
preziosissima collaborazione di Khaled Mouzanar,
musicista oltre che marito di Nadine. Mouzanar aveva già eseguito
le musiche per Caramel e anche con grandi apprezzamenti, per E ora
dove andiamo? ha orchestrato una vera e propria opera musicale con
l’aiuto di diversi musicisti e cantanti tra cui Tania
Saleh, artista e autrice molto dotata. E ora dove
andiamo? non si può certo definire un musical ma la
componente musicale è indubbiamente fondamentale ed in alcuni casi
essenziale per capire al meglio la trama narrativa; tramite un
nascosto canto interiore, il pubblico scopre i reali sentimenti che
legano Amal (Nadine Labaki) e Rabih (Julien Farhat), innamorati ma,
cristiana l’una e musulmano l’altro, restii a dichiarare il proprio
amore.
E ora dove
andiamo? è un film dal chiaro e forte intento educativo,
moralizzatore e ammonitore rivolto a chi, in tutto il mondo, non è
capace di amare o anche solo vivere accanto a uomini e donne visti
solo nelle loro diversità. E’ chiaro che la regista nel disegnare e
raccontare questa favola dolce-amara ha pensato e si è ispirata al
suo contesto di vita, quello di un Libano che da decenni non trova
pace e tranquillità, ma il suo film lancia un messaggio rivolto a
tutti, senza distinzione e sorvolando ogni confine geografico,
linguistico o religioso. Nulla può giustificare la violenza, nulla
può valere l’odio e l’intolleranza, nemmeno Dio. Il titolo che
riprende l’ultima battuta del film, E ora dove andiamo?, è
purtroppo l’interrogativo che la regista rimanda allo spettatore in
quanto il presente, il mondo di oggi, non ne svela la
soluzione.
Dopo anni di voci, retroscena e
speculazioni da parte della comunità dei fan, il DC
Extended Universe, iniziato con L’uomo
d’acciaio (Man of Steel) nel 2013, è
giunto alla sua conclusione. Dopo che nel 2023 sono usciti Shazam!Furia degli Dei,
The
Flash, Blue Beetle e
Aquaman e il
Regno Perduto non hanno avuto successo al botteghino,
l’attenzione si è ora rivolta al nuovo DCU che sarà gestito da
James Gunn e Peter Safran. Mentre personaggi come il
Peacemaker di John Cena e l’Amanda Waller di
Viola Davis sono destinati a rimanere, la
maggior parte del cast del DCEU precedente si è
effettivamente ritirata dai propri ruoli. Nonostante questa nuova e
audace direzione, molti fan si aggrappano alla possibilità che
Henry Cavill torni a interpretare
Superman.
La confusione sul ruolo di Henry Cavillnel
franchise non è del tutto inaspettata; dopo che una scena
post-credit di Black
Adam sembrava confermare che avrebbe ripreso il suo
ruolo di Superman in un progetto imminente, la DC Films ha subito
una revisione creativa che ha portato al ruolo di David Corenswet come giovane Clark
Kent nel film di James
Gunn su Superman,
previsto per il 2025. Questa potrebbe essere stata una delusione
per Cavill, che ha recentemente lasciato il suo ruolo in
The
Witcher. Tuttavia, le teorie cospiratorie sull’uscita
di scena di Cavill non gli giovano, poiché si tratta di un attore
destinato a una carriera molto più eccitante al di fuori
dell’Universo DC.
Sebbene le reazioni a L’uomo
d’acciaio siano state incredibilmente discordanti tra
i fan dei fumetti DC, l’interpretazione di Cavill è stata ampiamente elogiata; aveva
certamente il fisico, il carisma e la bontà intrinseca che erano
essenziali per interpretare il personaggio classico.
Sfortunatamente, il tono negativo dei film del DCEU ha dato a
Cavill poco spazio per sviluppare la
caratterizzazione di Superman. Invece di interpretare una versione
eroica e ispiratrice del personaggio, Cavill si è ritrovato a interpretare un
Superman cupo e cupo, rifiutato dall’umanità. Sebbene l’uscita
approfondita della
Zack Snyder’s Justice League abbia contribuito a
reintrodurlo nel franchise in modo più rispettoso, non ha comunque
risolto la direzione sbagliata in cui è stato portato il supereroe
più ottimista del mondo.
Sebbene il sostegno a Henry Cavill fosse forte, un sequel di
Man of Steel non è mai diventato una priorità per la Warner
Brothers. L’uomo
d’acciaio aveva ottenuto risultati ammirevoli al
botteghino, ma lo studio sembrava intenzionato a perseguire eventi
crossover che avrebbero introdotto nell’universo Batman (Ben
Affleck), Wonder Woman (Gal
Gadot), Aquaman (Jason
Momoa), The
Flash (Ezra
Miller) e Cyborg (Ray Fisher). Tranne
che per alcuni camei di scarso rilievo, il Superman di Henry Cavill sembrava essere stato
completamente dimenticato mentre il DCEU sperimentava personaggi
diversi. Sebbene un sequel de L’uomo d’acciaio avrebbe potuto
dare a Henry Cavill un’occasione migliore per dare
corpo al personaggio, purtroppo è rimasto bloccato nell’inferno
dello sviluppo.
Nonostante sia stato relativamente
ignorato dal team creativo del DCEU, Henry Cavill ha fatto alcuni dei migliori
lavori della sua carriera tra i film tratti dai fumetti. La sua
interpretazione della super spia Napoleon Solo nel reboot
di Guy Ritchie della serie The Man From
U.N.C.L.E. ha rivelato quanto potesse essere carismatico e
avrebbe dovuto dare vita a un franchise a sé stante. Henry Cavill ha dimostrato di essere
coraggioso nell’accettare ruoli in cui non era previsto; ha
dimostrato di essere uno degli unici cattivi in grado di
sconfiggere Ethan Hunt (Tom
Cruise) con il suo ruolo in
Mission: Impossible – Fallout e ha offerto una
performance sorprendentemente vulnerabile nel dramma bellico di
Netflix, criminalmente sottovalutato,
Sand Castle.
Henry Cavill ha un’entusiasmante
lista di progetti in arrivo
Foto di Daniel Smith/Daniel Smith
La cosa più deludente della
fissazione per il franchise di Superman è che
alcuni dei migliori lavori di Henry Cavill sono stati ignorati. Quest’anno,
Henry Cavill ha collaborato nuovamente con
Ritchie per un’apparizione nel thriller d’azione vecchio stile
sulla Seconda Guerra Mondiale, The Ministry of Ungentlemanly Warfare. Un
ruolo che ha permesso a Henry Cavill di fare tutto ciò che una grande
star dell’azione dovrebbe fare: uccidere nazisti, salvare il mondo,
guidare una squadra di eroi e persino pronunciare alcune battute
esilaranti. Nonostante le ottime recensioni, The Ministry of Ungentlemanly Warfare non ha
avuto successo al botteghino e sta già facendo il suo debutto sul
servizio VOD (NON IN ITALIA).
La delusione finanziaria di
The Ministry of Ungentlemanly Warfare è un
peccato, ma Henry Cavill ha un’eccitante serie di
prossimi progetti a cui sta lavorando. Sembra che abbia trovato una
nicchia di lavoro con Ritchie, visto che è pronto ad apparire nel
prossimo film d’azione del regista, In The Grey,
accanto a
Jake Gyllenhaal e
Rosamund Pike. Data la forza delle loro precedenti
collaborazioni, è sicuro che Cavill avrà qualcosa di interessante
da fare nel nuovo film. Anche se Argylle
non ha avuto successo al botteghino, l’annuncio di un possibile
crossover con il franchise di Kingsman suggerisce che Henry Cavill potrebbe tornare alla serie per
un progetto futuro.
David Corenswet merita
un’opportunità in Superman
Quando Henry Cavill è stato scritturato per il ruolo
di Superman, molti fan hanno faticato ad accettare che qualcun
altro, a parte Christopher Reeve, potesse calarsi
nell’iconico ruolo; fortunatamente, il pubblico è stato in grado di
dare una giusta opportunità a Henry Cavill, permettendogli di lasciare
un’impronta unica sul personaggio. David Corenswet merita di essere accettato e
celebrato per il suo lavoro nella prossima iterazione del
franchise. Può essere difficile giudicare la sua performance sulla
base di una sola immagine fissa, ma sembra che l’interpretazione di
David Corenswet del ruolo sarà radicalmente
diversa rispetto alle precedenti iterazioni del personaggio.
Henry Cavill è un grande attore la cui
carriera non dovrebbe essere definita dai film in cui non ha
recitato. Ha certamente lasciato il segno nel franchise DC e si è
guadagnato un seguito significativo, ma ha anche dimostrato
l’ambizione di apparire in progetti di tipo diverso. Invece di
pensare a come sarebbe potuta finire la sua storia di Superman, è
meglio sostenere Henry Cavill nelle sue prossime imprese.
Arturo (Fabio
De Luigi), un uomo che lavora zelantemente come
manager in un’azienda. Quando scopre un algoritmo che potrebbe
facilitare il lavoro alla ditta, ignora che la sua scoperta vada
tranquillamente sostituirlo, rendendolo un elemento non essenziale
per la stessa azienda. Arturo, in breve tempo, non perde solo il
suo lavoro, ma anche la fidanzata e il suo gruppo di amici.
L’unico impiego che riesce a trovare
è quello di rider per una multinazionale che si occupa di
tecnologia, la Fuuber, che ha sviluppato un’app particolare.
Installandola, Arturo scopre che l’app “dà vita” a un ologramma,
una donna di nome Stella (Ilenia
Pastorelli), con cui l’uomo trascorre le ore di
solitudine, finendo per legarsi così tanto a lei da invaghirsene.
Quando la settimana di prova gratuita con l’app della Fuuber
finisce, Arturo non ha soldi per poter pagare l’abbonamento e dovrà
fare tutto il possibile per riuscire a rivedere quella che è
diventata l’amore della sua vita, sempre se esiste veramente…
Presentato alla Festa del
Cinema di Roma 2021, E noi come stronzi rimanemmo a guardare, terza
regia di Pif sta avendo una seconda vita in
streaming su Netflix, dove sta scalando la Top 10. Il film, con
protagonisti Fabio De Luigi, Ilenia Pastorelli, Valeria
Solarino e lo stesso PIF, è una commedia
satirica con elementi fantascientifici che esasperano alcune
caratteristiche della nostra società.
Arturo è
un manager rampante che, senza sospettarlo,
introduce l’algoritmo che lo renderà superfluo nella sua azienda.
Perde così in un solo colpo fidanzata, posto di lavoro e
amici. Per non rimanere anche senza un tetto si adatterà a lavorare
come rider per FUUBER, una grande multinazionale, colosso della
tecnologia. L’unica consolazione alla sua solitudine è Stella, un
ologramma nato da una app sviluppata dalla stessa FUUBER. Ma dopo
la prima settimana di prova gratuita, quando Arturo è ormai legato
alla figura di Stella, lui non può permettersi di rinnovare
l’abbonamento. Arturo si troverà così costretto a darsi da
fare per ritrovare l’amore e la libertà, ammesso che esistano
davvero…
In un mondo in continua evoluzione
con le Intelligenze Artificiali che minacciano ogni giorno il
lavoro delle persone (o almeno così teme chi non è consapevole dei
consensi che lascia in rete ogni giorni, leggere di seguito!), il
film di Pif diventa uno spaventoso specchio di una società che
impigrita dalla tecnologia, delega sempre di più il senso delle
cose, facendo decidere ad altri per lui.
Da un punto di vista del suo dialogo
con la storia del cinema, il film di Pif è interessante anche se
derivativo, posizionandosi in mezzo ad una serie di influenze più o
meno recenti che ne caratterizzano la struttura e verso i quali
l’autore ha un debito enorme. Titoli con Her, Tutta la vita
davanti, o anche nella loro forma più dura Ladri di Biciclette o
Sorry We Missed You sono predecessori illustri di un discorso
sull’alienazione che in questo caso il regista ha scelto di
raccontare con ironia e sarcasmo, consapevole che nella “commedia
all’italiana” non c’è niente di davvero “leggero”. Come suggerisce
anche il monologo finale del film…
Il monologo finale di E noi
come stronzi rimanemmo a guardare
Mi fanno quasi tenerezza.
Pensano di essersi liberati di noi.
Ma noi sappiamo quale compagnia
aerea sceglieranno per tornare a casa, quale tariffa, quale posto.
Sappiamo già chi contatteranno una volta tornati nel loro Paese. Se
lo faranno con un messaggio o con una chiamata. Sappiamo di cosa
hanno bisogno per essere felici e per essere tristi. Sappiamo per
chi voteranno perché conosciamo tutte le loro paure. E se non le
hanno, sappiamo come procurargliele. Sappiamo anche che lavoro
cercheranno.
Noi sappiamo e sapremo sempre
tutto di loro. Il passato, il presente e il futuro.
Sai chi ci ha dato il permesso
di accedere a questi dati? Voi.
Non siamo ladri. Prima di
entrare nella vostra vita, abbiamo bussato. Vi abbiamo chiesto se
volevate condividerla con noi. Avete scelto di metterla nelle
nostre mani. Grazie a voi abbiamo costruito un impero. Siamo
diventati miliardari. E secondo voi abbiamo voglia di
fermarci?
Arturo è
un manager rampante che, senza sospettarlo,
introduce l’algoritmo che lo renderà superfluo nella sua azienda.
Perde così in un solo colpo fidanzata, posto di lavoro e
amici. Per non rimanere anche senza un tetto si adatterà a lavorare
come rider per FUUBER, una grande multinazionale, colosso della
tecnologia. L’unica consolazione alla sua solitudine è Stella, un
ologramma nato da una app sviluppata dalla stessa FUUBER. Ma dopo
la prima settimana di prova gratuita, quando Arturo è ormai legato
alla figura di Stella, lui non può permettersi di rinnovare
l’abbonamento. Arturo si troverà così costretto a darsi da
fare per ritrovare l’amore e la libertà, ammesso che esistano
davvero…
Ecco la prima immagine del remake
omonimo di È nata una stella, ambizioso progetto
che segna l’esordio alla regia di Bradley Cooper
che reciterà anche nel film. Al suo fianco, nel ruolo della
protagonista, troviamo Lady Gaga.
Ecco la foto:
È nata una
stella uscirà al cinema 28 settembre 2018.
È nata una stella e i
remake
Il film si baserà sulla pellicola
del 1937 di William Wellman e interpretato da
Janet Gaynor e Fredric March ma prenderà spunto
anche nella versione del 1954 con James Mason e Judy
Garland. Mentre nel 1976 il film è stato soggetto
ad un nuovo remake con protagonista all’epoca Barbra
Streisand e Kris Kristofferson.
Dopo il successo di American Horror Story, con il quale
ha vinto il Golden Globe a gennaio, Lady
Gaga farà quindi il suo debutto sul grande schermo come
protagonista assoluta di una pellicola. La cantante si occuperà di
comporre nuovi canzoni per il remake.
Bradley Cooper si
occuperà anche della produzione del film con Todd
Phillips e Bill
Gerber, coinvolti nel remake da lungo tempo. Il
budget dovrebbe aggirarsi attorno ai 30 milioni di dollari.
Inizialmente la protagonista del
film sarebbe dovuta essere la nota cantante
Beyoncé.
La Warner Bros ha posticipato al 5
Ottobre la data d’uscita di È nata una stella
(A Star is Born), primo film da regista di
Bradley Cooper che lo vede anche protagonista al
fianco di Lady Gaga.
Inizialmente prevista per il 28
Settembre, l’uscita del film è stata spostata prima al 18 Maggio,
per sfruttare la ricca stagione estiva. Tuttavia, nel montaggio
finale delle performance dei due attori, si è deciso di spostare il
film al 5 Ottobre per renderlo più prossimo alla stagione dei
premi, segno che la produzione dà molta fiducia al progetto.
“Tutto si riduce a questa storia
d’amore rotta – dice Bradley Cooper –non è un ingenuo; nel film ci chiediamo cosa succede
quando hai 30 anni e l’idea che “Forse non ce la farai si è insinua
nel tuo cervello artistico? – Non c’è modo migliore per
esprimerlo che cantare perché non c’è nulla da nascondere quando
stai cantando”.
Il film si baserà sulla pellicola
del 1937 di William Wellman e interpretato da
Janet Gaynor e Fredric March ma prenderà spunto
anche nella versione del 1954 con James Mason e Judy
Garland. Mentre nel 1976 il film è stato soggetto
ad un nuovo remake con protagonista all’epoca Barbra
Streisand e Kris Kristofferson.
Dopo il successo di American Horror Story,
con il quale ha vinto il Golden Globe a gennaio,
Lady Gaga farà quindi il suo debutto sul grande
schermo come protagonista assoluta di una pellicola. La cantante si
occuperà di comporre nuovi canzoni per il remake.
Bradley Cooper si
occuperà anche della produzione del film con Todd
Phillips e Bill
Gerber, coinvolti nel remake da lungo tempo. Il
budget dovrebbe aggirarsi attorno ai 30 milioni di dollari.
Inizialmente la protagonista del
film sarebbe dovuta essere la nota cantante
Beyoncé.
Arriva da
EW la prima foto ufficiale di È nata una
stella nel quale ritratti sono i protagonisti
Lady Gaga e Bradley Cooper,
rispettivamente interprete e regista.
È nata una
stella, ambizioso progetto che segna l’esordio alla regia
di Bradley Cooper che reciterà anche nel film.
“Tutto si riduce a questa
storia d’amore rotta – dice Bradley Cooper
–non è un ingenuo; nel film ci chiediamo cosa
succede quando hai 30 anni e l’idea che “Forse non ce la farai si è
insinua nel tuo cervello artistico? – Non c’è modo migliore
per esprimerlo che cantare perché non c’è nulla da nascondere
quando stai cantando”
È nata una
stella uscirà al cinema 28 settembre 2018.
È nata una stella e
i remake
Il film si baserà sulla pellicola
del 1937 di William Wellman e interpretato da
Janet Gaynor e Fredric March ma prenderà spunto
anche nella versione del 1954 con James Mason e Judy
Garland. Mentre nel 1976 il film è stato soggetto
ad un nuovo remake con protagonista all’epoca Barbra
Streisand e Kris Kristofferson.
Dopo il successo di American Horror Story,
con il quale ha vinto il Golden Globe a gennaio,
Lady Gaga farà quindi il suo debutto sul grande
schermo come protagonista assoluta di una pellicola. La cantante si
occuperà di comporre nuovi canzoni per il remake.
Bradley Cooper si
occuperà anche della produzione del film con Todd
Phillips e Bill
Gerber, coinvolti nel remake da lungo tempo. Il
budget dovrebbe aggirarsi attorno ai 30 milioni di dollari.
Inizialmente la protagonista del
film sarebbe dovuta essere la nota cantante
Beyoncé.
La Warner Bros ha
ufficializzato la data di uscita del remake
annunciato È nata una stella, che come
sappiamo sarà diretto da nientemeno che l’attore Bradley
Cooper.
Dunque È nata una stella che
avrà come protagonisti lo stesso Bradley Cooper e Lady
Gaga uscirà al cinema 28 settembre 2018.
È nata una stella e
i remake
Il film si baserà sulla pellicola
del 1937 di William Wellman e interpretato da
Janet Gaynor e Fredric March ma prenderà spunto
anche nella versione del 1954 con James Mason e Judy
Garland. Mentre nel 1976 il film è stato soggetto
ad un nuovo remake con protagonista all’epoca Barbra
Streisand e Kris Kristofferson.
Dopo il successo di American Horror Story,
con il quale ha vinto il Golden Globe a gennaio,
Lady Gaga farà quindi il suo debutto sul grande
schermo come protagonista assoluta di una pellicola. La cantante si
occuperà di comporre nuovi canzoni per il remake.
Bradley Cooper si
occuperà anche della produzione del film con Todd
Phillips e Bill
Gerber, coinvolti nel remake da lungo tempo. Il
budget dovrebbe aggirarsi attorno ai 30 milioni di dollari.
Inizialmente la protagonista del
film sarebbe dovuta essere la nota cantante
Beyoncé.
Serata all’insegna della
comicità made in Italy quella in programmazione su Canale 5.
Infatti alle 21 andrà in onda il film È nata una
star?, con protagonisti Luciana Litizzetto e
Rocco Papaleo.
È nata una star? è un
film del 2012 diretto da Lucio Pellegrini ed è tratto dall’omonimo
racconto di Nick Hornby del 2010.
Lucia, madre di Marco, scopre per
caso che il proprio figlio fa di lavoro il pornodivo e che,
nonostante le scarse doti recitative, ha successo a causa delle
dimensioni del suo membro. Lei e il marito Fausto, sconvolti dalla
rivelazione, inizieranno a farsi domande sul perché e su come
affrontare la strana situazione.
Si è spento all’età di 90 anni
Steve Ditko, indimenticabile fumettista che
insieme a Stan Lee aveva creato il personaggio di
Spider-Man e ideato quello del Doctor Strange per la Marvel Comics.
Ditko era
nato nel 1927 a Johnstown, in Pennsylvania, e fin da piccolo aveva
coltivato l’amore per i fumetti leggendo i primi numeri di Batman
nelle storie di Will Eisner. Ma è nel 1945, quando si arruola
nell’esercito, che ottiene il suo primo lavoro nell’industria dei
fumetti disegnando vignette per i giornali militari.
Steve Ditko: Muore il “papà” di
Spider-Man
Una volta congedato, Ditko
studia con il maestro Jerry Robinson a New York e più tardi
incontra l’allora redattore capo e futuro CEO della Marvel ComicsStan Lee.
Insieme a lui e a Jack Kirby diventerà un membro
insostituibile del team creativo dell’azienda, creando nel 1962
Spider-Man e nel 1963 Doctor Strange.
Nel 1968 passa alla
concorrenza DC Comics e lavora alla creazione di
Creeper, antagonista di Batman.
Stan Lee, il
leggendario sceneggiatore di Marvel Comics le cui creazioni lo
hanno reso un eroe nella vita reale, si è spento all’età di 95
anni.
Lee, che cominciò la sua carriera
nel mondo dei fumetti nel 1939, ha contribuito a creare, creando
lui stesso da solo, molti dei più famosi eroi Marvel, che da anni calcano anche
il grande schermo. Tra questi: Black Panther,
Spider-Man, X-Men, Thor, Iron Man, I Fantastici Quattro,
L’Incredibile Hulk, Daredevil, Ant-Man.
Morto Stan Lee, il “papà” della Marvel
Il fumettista è morto nella mattina
di Lunedì 12 novembre al Cedars-Sinai Medical Center di Los
Angeles, secondo quanto riferisce The Hollywood
Reporter.
Gli ultimi anni di Stan
Lee sono stati di grande tumulto. Dopo la morte di sua
moglie Joan, che ha condiviso con lui un matrimonio lungo 69 anni,
nel luglio del 2017, ha fatto causa alla POW! Entertainment per una
fronde da un miliardo di dollari.
Ha anche fatto causa al suo ex
direttore commerciale e ha presentato un ordine restrittivo nei
confronti di un uomo che aveva gestito i suoi affari. (Il
patrimonio di Lee valeva circa $ 70 milioni.) E nel giugno del
2018, è stato rivelato che il dipartimento di polizia di Los
Angeles stava indagando sulle denunce di abusi contro di lui.
Da solo e attraverso il suo lavoro
con i frequenti collaboratori artisti-scrittori Jack Kirby, Steve
Ditko e altri, Lee ha catapultato la Marvel da una piccola avventura
editoriale nell’editore numero 1 al mondo di fumetti, e in seguito
un gigante multimediale.
Una delle sue ultime dichiarazioni
pubbliche era stato un commento a seguito della fusione tra Disney
e Fox, a seguito della quale i supoi X-Men e i Fantastici Quattro
sarebbero tornati “a casa”, in seno alla Marvel.
L’account Twitter del podcast
The Video Archives curato
da QuentinTarantino assieme a Roger
Avary (co-sceneggiatore di Pulp Fiction) ha reso
nota la scomparsa il 19 maggio dell’attore Rick
Dalton, all’età di 90 anni. “Siamo dispiaciuti
nell’annunciare la scomparsa dell’attore Rick Dalton, meglio noto
per il suo ruolo nella serie tv Bounty Law e nella trilogia The
Fireman. Rick è spirato pacificamente nella sua casa delle Hawaii e
lascia la moglie Francesca”, riporta il tweet in
questione.
I fan di Tarantino e del suo cinema
noteranno però subito la stranezza della notizia, perché
Rick Daltonnon è mai esistito.
Questi è il protagonista del film C’era una volta a…
Hollywood, dove era interpretato da Leonardo
DiCaprio. Un personaggio fittizio, dunque, però
vagamente ispirato ad alcuni attori del cinema che sul finire degli
anni Sessanta videro tramontare la propria carriera. A quattro anni
dal film in cui tale personaggio dell’universo cinematografico di
Tarantino ha fatto la sua comparsa, il regista ha dunque fornito
questo triste e ironico aggiornamento.
Per di più, il New Beverly
Cinema di Los Angeles, la sala di proprietà di Tarantino,
sfoggia ora la scritta “In memoria di Rick Dalton, 1933 – 2023.
Un attore straordinario”, come si può vedere qui. Il
motivo di tale annuncio è però presto detto: si tratta di una
trovata pubblicitaria di Tarantino per il suo nuovo libro,
The Films of RickDalton, un romanzo nel quale racconta nel
dettaglio tutti i film e le serie in cui l’attore ha recitato,
proprio come se fosse realmente esistito. Non è la prima volta che
il regista torna su quel suo film per ampliarne la narrazione,
avendovi già dedicato un vero e proprio romanzo dal titolo omonimo
pubblicato nel 2021.
Cosa sappiamo di The Movie
Critic, il nuovo film di Quentin Tarantino
Nell’attesa di poter leggere questo
nuovo scritto dell’irriverente regista, sappiamo intanto che
il suo prossimo lungometraggio si intitola The Movie
Critic e le riprese sono previste per questo
autunno a Los Angeles. Il film, come confermato da Tarantino, sarà
ambientato nel 1977, un periodo che ha fatto una grande differenza
nella storia del cinema. Dato il titolo, il premio Oscar si è
trovato a dover smentire le voci secondo cui The Movie
Critic sarebbe incentrato sulla famosa critica cinematografica
Pauline Kael.
Il titolo del nuovo film di
Tarantino ci suggerisce anche che la trasformazione in atto in
quella Hollywood sarà vista attraverso gli occhi di un esterno,
colpito da ciò che vede arrivare sul grande schermo. Se ciò fosse
confermato, The Movie Critic potrebbe dunque sfoggiare un
tono malinconico e romantico sulla falsariga del titolo precedente
di Tarantino, C’era una volta a…
Hollywood. Al momento, tuttavia, non si hanno
maggiori informazioni, né sulla trama né sul cast.
Muore a 74 anni Richard
Kiel, una delle icone della saga di 007 nei panni di
Squalo in La Spia che mi Amava e
Moonraker – Operazione Spazio.
Famoso per la sua corporatura possente di 2.17m per 150kg (dovuta
ad una malattia chiamata acromegalia, patologia che crea ormoni
della crescita a dismisura), Kiel rappresenterà sempre uno dei più
memorabili rivali di James
Bond (nonostante il cambio di rotta in Moonraker).
In questo momento non ci sono informazioni riguardo alla sua morte
e non sappiamo se la rottura della gamba avvenuta la settimana
scorsa abbia giocato un ruolo fondamentale in questa vicenda che
avviene 2 giorni prima del suo 75esimo compleanno.
Di seguito vi proponiamo due momenti
cult di Richard Kiel nei panni di Squalo.
È morto all’età di 57 anni la pop
star Prince, re indiscusso della musica mondiale
negli anni ottanta e novanta. L’artista da tempo soffriva di
diversi disturbi, appena una settimana fa aveva costretto il
suo jet a un atterraggio d’urgenza, per colpa di un malore. Pochi
giorni dopo aveva comunque presenziato un concerto,
rassicurando i fan di tutto il mondo, ma evidentemente qualcosa di
importante non andava davvero. Pubblicamente si è sempre parlato di
una brutta influenza, ma i diversi appuntamenti pubblici
cancellati hanno fatto venire brutti pensieri a molti.
Verrà ricordato per la sua musica,
che ha arricchito con la sua voce e svariati strumenti che amava
suonare; è stato inoltre compositore, produttore
discografico, attore, regista e sceneggiatore.
È morto all’età di 80 anni
Kit West, tecnico degli effetti speciali e
vincitore del premio Oscar nel 1981 per gli effetti de
I Predatori dell’Arca Perduta.
Nel corso della sua carriera ha
collaborato a pellicole quali Star
Wars: Episodio VI – Il Ritorno dello Jedi, Piramide di Paura,
Dune,
La Pantera Rosa sfida l’Ispettore Clouseau, L’Impero del Sole,
Stargate e Il Nemico alle
Porte. L’ultima pellicola a cui ha lavorato è stata
The Bourne Supremacy del 2004.
Oltre alla vittoria dell’Oscar nel
1981, ha ricevuto altre due nomination per gli effetti speciali:
nel 1985 per Piramide di Paura e nel 1996
per Dragonheart. Nel 1983 ha ricevuto il
BAFTA Award per il suo lavoro ne Il Ritorno dello
Jedi. L’Oscar per I Predatori dell’Arca
Perduta è stato vinto insieme a Richard
Edlund, Bruce Nicholson e Joe
Johnston.
È morto a
59 anni il regista sudcoreano Kim Ki-duk.
Purtroppo la causa della morte è legata a complicazioni dovute
all’infezione da Covid-19 contratta in Lettonia, dove si era
recato, sembra, per comprare una casa a Jurmala lo
scorso 20 novembre.
Si trasferisce da bambino a Seoul,
studia per incanalarsi nel settore agricolo, ma problemi familiari
lo costringeranno a lasciare gli studi e arruolarsi. La vita da
militare nell’esercito influenza moltissimo il suo modo di
approcciarsi alle persone e il suo cinema. Per fortuna, ad un certo
momento della sua vita, la passione per l’arte che lo accompagna da
sempre, lo spinge a spostarsi in Europa.
A Parigi vive dei suoi dipinti e si
approccia alla sceneggiatura. Nel 1992 torna in Corea dove vince un
premio della Korea Film Commission per la migliore sceneggiatura di
Jaywalking. Nel 1993 debutta come regista, con
The Crocodile. Successivamente realizza
Wild Animals e Birdcage Inn.
Del 2000 è Seom –
L’isola, film che genera una spaccatura nella sua
produzione cinematografica. Il successivo Shilje
sanghwang sarà il suo primo insuccesso, forse proprio a
causa della forte impronta innovativa che aveva caratterizzato il
film. Sostanzialmente il film fallisce per incomprensione. Dopo
alcuni film molto crudi, Primavera, estate, autunno,
inverno… e ancora primavera (2003) lo consacra in tutta
Europa.
Il 2004 è un anno prezioso:
La samaritana vince l’Orso d’oro per la miglior
regia al 54° Festival del Cinema di Berlino, mentre Ferro 3
– La casa vuota, vince il Leone d’argento per la miglior
regia alla 61. Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, oltre a
una candidatura al David di Donatello come miglior film
straniero.
La sua produzione continua ad essere
controversa, fino ad una battuta d’arresto, tra il 2008 e il 2011.
Arriva, nel 2012, Pietà, che trionfa a Venezia
conquistando il Leone d’Oro. Torna al Lido nel 2016 con Il
prigioniero coreano, distribuito nelle sale italiane nel
2018.
Il coproduttore
esecutivo di Parks and RecreationHarris Wittels è stato trovato morto ieri nella
sua casa di Los Angeles. Aveva 30 anni. Una fonte di Deadline
presso la polizia di Los Angeles ha dichiarato che
l’assistente di Wittels ha scoperto il cadavere
del produttore intorno a mezzogiorno. La polizia pensa possa
trattarsi di overdose, ma prima di esprimersi ufficialmente attende
il parere del Coroner. La serie NBC con protagonista Amy
Poehler concluderà la sua settima ed ultima stagione
il 24 Febbraio.
Lo scrittore-comico
Wittels aveva lavorato a Parks and
Recreation dalla prima stagione, lavorando come
sceneggiatore e guest star occasionale in una manciata di episodi.
Iniziò come co-produttore dello show NBC, arrivando a
diventare co-produttore esecutivo. Wittels ha
ottenuto la fama come sceneggiatore, quando Sarah
Silverman ha notato il suo lavoro nel 2006 e lo
ha assunto come sceneggiatore per la sua serie Comedy
Central. Wittels ha anche lavorato alla serie
on-demand Secret Girlfriend.
Comedy Central ha inviato un tweet dopo
la notizia della sua morte esprimendo il suo cordoglio:
“RIP and thank you, Harris
Wittels.” – Comedy Central (@ComedyCentral), 20 Feb 2015.