Francesco Prisco, la produttrice
Annamaria Morelli e gli attori protagonisti del film
tra cui Giorgio Pasotti, Nina Torresi e Gianfelice
Imparato, rispondono alle domande dei giornalisti durante la
conferenza stampa che si è tenuta stamattina al cinema Barberini di
Roma, subito dopo la proiezione in anteprima di
Nottetempo.
Questo film rappresenta per
Prisco il suo esordio alla regia di un lungometraggio,
avendo alle spalle la realizzazione di molti cortometraggi
alcuni dei quali sono stati anche candidati ai nastri
d’argento.
La produttrice Annamaria
Morelli inizia la conferenza stampa dichiarando che realizzare
questo lungometraggio è stata un’impresa coraggiosa dal momento
che, non trattandosi di una commedia, è stato molto complicato
reperire i finanziamenti necessari.
Anche Francesco Prisco
ritorna molte volte sulla fatica che ha accompagnato quest’impresa
ma anche sull’entusiasmo che ha generato in lui e nel cast:
“D’altronde la commedia non
sarebbe stata nelle mie corde e non mi sento adatto a confrontarmi
con questo genere.”
Viene spontanea la domanda se
Francesco Prisco sia un appassionato di noir dal momento che,
Nottetempo si potrebbe a grandi linee inserire in questo genere
cinematografico:
“No, non sono particolarmente
appassionato di noir! Ho scelto istintivamente questa storia tra
altre due che mi erano state proposte. Io credo abbastanza
nell’azione del caso e del destino e questa storia rispecchiava un
po’ il mio punto di vista sulla questione. Ho usato molto le
sensazioni e l’istinto lavorando a questo lavoro. Forse è per
questo motivo che la storia del film può sembrare incongruente ed
alcuni nodi non vengono sviluppati.
La verità è che non mi
interessava concentrarmi eccessivamente sulla costruzione narrativa
ma, piuttosto, parlare delle emozioni.”
La parola passa
a Giorgio Pasotti, protagonista nel ruolo di Matteo, un ruolo dark
che rappresenta da questo punto di vista una sorta di esordio
anche per l’attore bresciano:
“ Fare il cattivo è stata una
soddisfazione ed una liberazione allo stesso tempo.
E’ stato difficile per uno con la
mia faccia, dare credibilità ad un personaggio così
contraddittorio, un uomo con il quale non ho nulla in comune. La
contraddizione è che Matteo nella vita nasconde questo lato oscuro
dietro le maschere del polizziotto e del giocatore di rugby,
entrambi ruoli connotati da valori positivi nell’immaginario
collettivo.
E’ stata un’esperienza
fondamentale per me, quindi, confrontarmi con tutto ciò anche
perchè penso che il lavoro dell’attore consista proprio
nell’allontanarsi da se stesso.
Il mondo del cinema italiano,
attori compresi, dovrebbe iniziare ad avere un po’ più di coraggio
e rischiare anche su progetti come questi!”
Anche Gianfelice Imparato è alle
prese con un ruolo abbastanza diverso da quelli che solitamente
riveste. Anche per lui l’esprienza in Nottetempo è stata molto
interessante:
“ Già dalla lettura della
sceneggiatura, il film mi ha colpito per il suo non fossilizzarsi
sulla narrazione di una storia. E’ un film che si concentra molto
sulle vicende umane di questi tre individui che il caso fa
incontrare. Il mio personaggio, come quello di Nina Torresi
(Assia), vive in una proiezione. Mentre nel caso di Assia questa è
una proiezione d’amore, nel caso di Enrico è una proiezione di
vendetta. Alla fine entrambi questi personaggi riusciranno a
tornare alle loro realtà uscendo da quest’incubo.”
Nina Torresi è una giovane attrice
ma ha all’attivo già alcune esprienze importanti. In questo caso,
però, si ritrova per la prima volta tra i protagonisti. La
giovane artista parla di Assia, il suo personaggio, come di un
ruolo che ha amato a tal punto da fare difficoltà a
staccarsene:
“ Assia è un po’ come Alice nel
paese delle meraviglie. Credo che incarni il punto di vista di
Francesco sul mondo. Lei, come me, non crede molto nella casualità
degli eventi infatti, una delle frasi che ripete più spesso è : “
non può essere un caso”. Questa è la convinzione che la spinge a
partire. La scena più complicata per me sia a livello emotivo che
fisico, è stata quella dell’esplosione dell’autobus, stare al
freddo, di notte coperta di fango…c’è voluta una buona dose di
resistenza!”
A Francesco Prisco viene
domandato il significato di un elemento visivo che ricorre molto
spesso durante Nottetempo, il vetro appannato e la sua
metafora:
“ Il vetro appannato rappresenta
la porta che Assia utilizza per accedere alle sue
fantasie e al suo mondo interiore. Attraverso quest’immagine la
ragazza visualizza i suoi sogni quasi come se fosse uno spettatore
esterno.”