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Minecraft: online le prime reazioni al film parlano di un “Film sui videogiochi con il DNA di Napoleon Dynamite”

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Le prime reazioni a Un film Minecraft (A Minecraft Movie) sono arrivate online e le prime risposte suggeriscono che l’adattamento del videogioco, che ha diviso l’opinione pubblica, potrebbe conquistare il pubblico con il suo fascino insolito. Diretto da Jared Hess, il prossimo lungometraggio tratto dall’amato videogioco di Mojang è incentrato su quattro sconosciuti che vengono trasportati nello strano ma fantastico Overworld e devono unire le forze con un veterano del regno per sopravvivere e trovare la strada di casa. Un film Minecraft (A Minecraft Movie) è interpretato da Jack Black, Jason Momoa, Danielle Brooks, Emma Myers, Sebastian Hansen e Jennifer Coolidge.

Dopo che i membri della stampa hanno finalmente visto Un film Minecraft (A Minecraft Movie), diverse persone stanno condividendo le loro prime reazioni all’adattamento del videogioco. Dai un’occhiata ad alcuni tweet qui sotto:

Ash Crossan di ScreenRant ha elogiato positivamente il film, apprezzandone la gioia anticonformista paragonabile al classico cult di Hess Napoleon Dynamite.

Anche lo scrittore e YouTuber John Dotson è rimasto soddisfatto dal divertimento bizzarro e “sfacciatamente stupido” del film, che sembrava in sintonia con lo stile di Hess.

Chris Killian di ComicBook.com non si è lasciato intimidire dalla sua scarsa familiarità con i giochi Minecraft e ha apprezzato le stravaganti buffonate del film.

Il critico Zach Pope era certo che, indipendentemente da come sarà accolto al cinema, A Minecraft Movie diventerà un film di culto.

Lo scrittore di intrattenimento Chris Gallardo ha elogiato il cast, scrivendo: “Jack Black e Jason Momoa sono i mattatori della commedia e della sua storia in stile Jumanji”.

Allo stesso modo, EJ Moreno di Flickering Myth ha definito sia Momoa che Black i migliori del cast, aggiungendo: “Colore shock, ma questa è una grande raccomandazione”.

Anche Cris Parker è rimasto soddisfatto delle prodezze visive e dell’umorismo, anche se ha dichiarato che la sceneggiatura di A Minecraft Movie è stata un po’ deludente.

Lo scrittore Jordan Maison ha dichiarato che il film è stato una sorpresa esilarante, affermando che il film “è uno dei più divertenti a cui abbia assistito al cinema da un po’ di tempo”.

Tuttavia, Jasmine Valentine di Dexerto è stata meno entusiasta del film, affermando che Jennifer Coolidge è stata l’unica cosa che ha reso divertente A Minecraft Movie.

Cosa significano le prime reazioni al film di Minecraft per la sua uscita

Per coloro che hanno seguito il ciclo promozionale di A Minecraft Movie, le reazioni positive sono un po’ sorprendenti, dato che il film non ha mancato di controversie. Il casting di Jack Black nel ruolo del protagonista silenzioso del gioco, Steve, è stato alquanto controverso tra gli appassionati, mentre il primo trailer di Minecraft Movie ha lasciato il pubblico diviso sul fatto che la grafica fedele al gioco fosse una realizzazione affascinante o un incubo inquietante. Tuttavia, i successivi sforzi di marketing hanno visto il pubblico ammorbidire le proprie opinioni, anche se molti sono rimasti scettici.

Se queste prime reazioni si traducessero in recensioni positive, tuttavia, Un film Minecraft (A Minecraft Movie) potrebbe emergere come un forte contendente nelle classifiche del botteghino del 2025. Le prevendite dei biglietti del film gli hanno fatto guadagnare il titolo di film per ragazzi con il maggior incasso dell’anno, mentre si prevede che il film guadagnerà almeno 60 milioni di dollari nel suo primo fine settimana. Se gli elogi possono attirare la curiosità del pubblico familiare e di quello al di fuori del suo target demografico, Un film Minecraft (A Minecraft Movie) potrebbe avere il fascino diffuso necessario per recuperare il suo budget stimato di 150 milioni di dollari.

7 preoccupazioni che la Disney deve affrontare con i suoi futuri remake in live action

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Biancaneve è l’ultimo di una lunga serie di remake live action della Disney, e la casa di Topolino dovrebbe tenere a mente alcune preoccupazioni prima di tuffarsi nel prossimo. Negli ultimi due decenni, la Disney ha dimostrato che i remake live action dei classici animati originali hanno un grande potenziale. Film come Il libro della giungla (1994) e Cenerentola (2015) hanno ottenuto un punteggio di circa l’80% dai critici di Rotten Tomatoes, il che è senza dubbio impressionante. Purtroppo, Biancaneve e altri remake live-action hanno ottenuto risultati molto peggiori.

Sebbene il remake live-action Biancaneve della Disney avesse del potenziale, il film sembra aver deluso i critici. Attualmente ha un punteggio del 47% su Rotten Tomatoes, con alcune recensioni che arrivano addirittura a definire Biancaneve inguardabile. Non è la prima volta che un remake live-action è un flop. Nell’ultimo decennio, Pinocchio (2022), Maleficent – Signora del male (2019), Dumbo (2019) e altri non sono riusciti a superare il 50% di voti positivi. La cosa è preoccupante, soprattutto perché la Disney non ha rallentato i suoi piani di adattare altri classici al live-action. Quindi, ci sono diverse cose che l’azienda dovrebbe tenere a mente.

I remake live-action della Disney hanno fatto troppo affidamento sulla CGI

Biancaneve film 2025
Credit © Walt Disney Pictures

Una delle lamentele più importanti riguardo al remake di Biancaneve è che i sette nani sono stati portati sullo schermo attraverso la CGI piuttosto che con attori dal vivo. Sembra che la Disney sperasse di mantenere l’aspetto animato di questi esseri magici, ma il risultato è stato, in definitiva, inquietante. Questa stessa lamentela è emersa per diversi remake live-action della Disney, in particolare quelli che mescolavano attori reali con creature in CGI.

Anche La sirenetta (2023) ha avuto difficoltà in questo senso. Anche se il film ha ottenuto un discreto punteggio del 67% da parte dei critici di Rotten Tomatoes, le creature marine in CGI non sembravano naturali accanto alle persone reali. La Disney deve trovare un modo per eliminare quella sensazione di “valle misteriosa” che i film ispirano. Oppure, potrebbe essere meglio per la Casa di Topolino evitare del tutto i film che mescolano esseri umani e animali in live-action.

I remake live-action della Disney spesso modificano i temi degli originali

Biancaneve
Rachel Zegler è Biancaneve – Foto Courtesy of Disney – © Disney

Un altro motivo per cui Biancaneve ha faticato a fare colpo è che i temi del film del 1937 sono stati modificati. Nel remake, Biancaneve non desidera più il vero amore; il film si concentra invece sulla sua aspirazione a essere all’altezza della regola del padre. È chiaro che la Disney sta cercando di evitare i vecchi stereotipi che spesso i vecchi film adottano, ma i remake eccessivamente modernizzati si sono rivelati un problema.

È chiaro che la Disney sta cercando di evitare i vecchi stereotipi che spesso i vecchi film adottano, ma i remake eccessivamente modernizzati si sono rivelati un problema.

Alcuni remake Disney sono riusciti meglio di altri. L’eliminazione del grande desiderio di Biancaneve in Biancaneve del 2025 è stata frustrante, ma il desiderio di Jasmine di essere sultano in Aladdin (2019) è stato gestito molto meglio. In quest’ultimo caso, cambiare i desideri di Jasmine non ha modificato i temi generali del film, quindi alla fine l’adattamento è sembrato organico. Questa è una lezione che la Disney deve applicare ai suoi progetti futuri.

I remake live-action della Disney non hanno dato priorità al talento vocale nel casting

Cenerentola cast
Cate Blanchett e Lily James in Cenerentola © 2015 – Walt Disney Studios Motion Pictures

Tra le scelte più preoccupanti della Disney con i suoi remake live-action c’è il casting di attori con un’esperienza vocale minima. La maggior parte di questi film sono musical ed è terribilmente evidente quando le star scelte non sono in grado di cantare le rispettive canzoni. Piuttosto che scegliere cantanti, è stato utilizzato un ampio editing audio per mantenere le star in tono. Nel caso di Biancaneve, Rachel Zegler ha fatto un lavoro fenomenale nell’eseguire le sue varie canzoni. Tuttavia, film come La bella e la bestia (2017) sono stati criticati per aver scelto Emma Watson solo per modificare la sua voce cantata oltre il punto di riconoscimento.

La Disney è riuscita a migliorare notevolmente in questo senso, come dimostra il casting di attori come Zegler o Halle Bailey in La sirenetta. Tuttavia, in entrambi i film, alcuni degli attori non sono stati all’altezza delle loro performance vocali. Biancaneve è stato il primo ruolo musicale di Gal Gadot, il che significa che la nuova canzone della Regina Cattiva non è stata così spettacolare come avrebbe potuto essere. I film live-action della Disney devono dare la priorità al talento vocale tanto quanto i suoi progetti animati.

Le immagini di un remake live-action devono giustificare il passaggio dall’animazione

Uno dei vantaggi dell’animazione è che tutto ciò che si può immaginare può essere portato sullo schermo. Anche un film vecchio come Biancaneve e i sette nani presenta immagini mozzafiato grazie alla meticolosa cura dei dettagli in ogni cellula dell’animazione. Questo è un po’ più complicato con il live-action, poiché i set devono essere costruiti o si deve ricorrere alla CGI. C’erano diverse scene meravigliose in Biancaneve, ma molte altre mancavano della fantasia artistica delle versioni animate.

La Sirenetta è stata criticata per un motivo simile. Il film d’animazione originale era luminoso e colorato, ma la versione live-action è risultata completamente piatta al confronto. Aladdin e La bella e la bestia erano incantevoli, ma Mulan e Dumbo erano grigi e poco interessanti. Anche se il live-action dovrebbe essere più realistico, prendere un capolavoro colorato e annacquarlo per creare un’imitazione noiosa non giustifica lo sforzo necessario per adattarlo.

Alcuni remake live-action sono troppo fedeli al film originale della Disney

Pinocchio
(L-R): Figaro and Pinocchio (voiced by Benjamin Evan Ainsworth) in Disney’s live-action PINOCCHIO, exclusively on Disney+. Photo courtesy of Disney Enterprises, Inc. © 2022 Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved.

Le modifiche significative alla storia o ai temi di un film quando si adatta al live-action sono spesso disapprovate, come dimostra Biancaneve. Tuttavia, la Disney ha dimostrato che anche essere troppo fedeli all’originale è un problema. Il remake live-action con le prestazioni più basse è Pinocchio del 2022, che ha solo un 27% su Rotten Tomatoes ed è stato criticato per non aver apportato nulla di nuovo al film classico.

Senza nulla di nuovo aggiunto alla storia, il Pinocchio live-action era piuttosto noioso da guardare. Ci si è chiesti perché la Disney si sia presa il disturbo, dato che questa nuova versione non ha aggiunto nulla di valore che non fosse già stato raggiunto dal film d’animazione del 1940. Anche Il re leone del 2019 ha avuto difficoltà in questo senso. Il remake fotorealistico è stato accolto meglio, con un punteggio del 51% su Rotten Tomatoes, ma molte delle critiche riguardavano le somiglianze, a volte parola per parola, ripresa per ripresa, tra l’originale e il remake.

Disney ha eliminato la meraviglia infantile in alcuni remake live-action

Film Disney 2020 Mulan

I film d’animazione Disney sono sempre stati rivolti principalmente ai bambini e i remake live-action dovrebbero essere lo stesso. Questo è evidente in un progetto come Biancaneve, che probabilmente piacerà al pubblico giovane più che a quello più adulto. Tuttavia, un’altra delle trappole comuni della Disney è rendere il remake live-action troppo cupo, crudo e apertamente rivolto a un pubblico adulto.

Un esempio è Mulan. Il remake live-action ha eliminato personaggi colorati come Mushu e Grillo, e le colorate sequenze d’azione sono diventate molto più serie e noiose. Allo stesso modo, il remake di Dumbo ha perso la classica stupidità del film d’animazione ed è diventato un film standard di Tim Burton che lascerà molti bambini annoiati e disinteressati. Anche in Biancaneve, i cambiamenti tematici sono stati fatti per accontentare gli adulti, quindi questi punti della trama non significano nulla in termini di meraviglia infantile. È fondamentale che la Disney si ricordi che il pubblico di riferimento deve rimanere lo stesso.

I sequel live-action della Disney hanno faticato a funzionare

Alice in Wonderland

C’è una chiara tendenza nell’ultimo decennio dei film live-action della Disney: i sequel non sono all’altezza rispetto al remake live-action originale. Maleficent ha ottenuto un discreto 54% su Rotten Tomatoes, mentre Maleficent: Mistress of Evil è sceso al 39%. Alice in Wonderland ha ottenuto un punteggio del 51%, mentre il suo sequel, Alice Through the Looking Glass, ha ottenuto solo il 29% dei voti dei critici. Sembra che quando la Disney ha realizzato un remake di successo, abbia dato per scontato che un sequel nuovo di zecca avrebbe avuto lo stesso successo.

L’unico esempio di sequel di successo di un remake live-action è Mufasa: Il re leone del 2024, che ha ottenuto un punteggio del 57% da parte della critica su Rotten Tomatoes (rispetto al 51% ottenuto dal suo predecessore del 2019). La differenza qui è che il film del 2024 è stato anche un prequel che ha fornito retroattivamente più contesto a Il re leone. I ripetuti fallimenti della Disney con i sequel live-action sono preoccupanti, ma se la casa di Topolino riprende la tendenza, i progetti futuri potrebbero essere un miglioramento. Naturalmente, questo non aiuterà molto Biancaneve, ma forse imparare dal passato può far sì che questi tanti film deludenti valgano la pena.

Daredevil: Rinascita, lo showrunner affronta i paragoni sfavorevoli con il Daredevil di Netflix

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Daredevil di Netflix ha dato il tono a quell’angolo dell’universo cinematografico Marvel, rendendo inevitabili i paragoni con la serie sequel Daredevil: Rinascita (Daredevil: Born Again). Ciononostante, lo showrunner di Daredevil Steven DeKnight si è affrettato a difendere la serie precedente quando un fan ha criticato le sue acrobazie. Entrambe le serie hanno come protagonisti Charlie Cox nei panni di Matt Murdock/Daredevil e Vincent D’Onofrio nei panni di Wilson Fisk/Kingpin, e presentano anche scene di combattimento elaborate e violente. Questa tendenza è iniziata con l’ormai famigerata sequenza in cui Matt elimina un gruppo di scagnozzi che hanno rapito un bambino. È stata altrettanto brutale e memorabile.

Da allora, ogni stagione successiva di Daredevil ha dato una nuova interpretazione al concetto, così come Daredevil: Rinascita (Daredevil: Born Again). Tuttavia, il revival, avendo un budget più elevato e maggiori risorse tecniche, ha incorporato acrobazie più complesse, amplificate dalla computer grafica.

Alcuni membri del pubblico hanno espresso il loro entusiasmo per questi cambiamenti, che rendono le abilità di Daredevil più simili a quelle dei fumetti. Uno di questi fan, @theogdaredevil, ha twittato: “È pazzesco come Daredevil abbia iniziato a diventare più agile e acrobatico/a muoversi più come il Daredevil dei fumetti da quando è entrato nel [MCU]. ([Per favore non] distorcere le mie parole. [So] che [è] canonico nel [MCU], ma [sai] esattamente cosa [intendo] quando [dico] [MCU].) ” Hanno anche incluso una raccolta di scene di combattimento per illustrare il loro punto di vista.

Questo ha attirato l’attenzione di DeKnight, che ha spiegato che la differenza era “puramente una questione finanziaria”. Ha poi aggiunto: “Nella serie Netflix non avevamo i soldi per farlo. Se li avessimo avuti, l’avremmo fatto”.

Cosa significano i commenti di Steven DeKnight su Daredevil

Daredevil: Rinascita

Per capire le differenze nel modo in cui vengono rappresentate le abilità di Matt, è importante notare i rispettivi budget delle serie. Secondo Comic Book Resources, Daredevil ha avuto un budget di 56 milioni di dollari per una sola stagione, mentre Daredevil: Born Again ha un budget di circa 200 milioni di dollari. Per scomporlo ulteriormente, i 13 episodi di Daredevil costerebbero 4,3 milioni di dollari ciascuno, mentre i 9 di Daredevil: Born Again costerebbero circa 22,2 milioni di dollari.

Tenendo presente questa disparità, è logico che Daredevil: Born Again abbia avuto più risorse per produrre le scene di combattimento. Di conseguenza, ci saranno sicuramente alcune differenze tra le serie. Principalmente, Daredevil ha più acrobazie viscerali, mentre quelle di Daredevil: Born Again sono più fluide. Stilisticamente, quest’ultima tenta di ricreare ciò che il suo predecessore ha fatto con risultati variabili.

The White Lotus – Stagione 3, episodio 7, la spiegazione del finale

The White Lotus, stagione 3, episodio 7, si conclude con molti punti della trama che si uniscono, promettendo un finale spettacolare per lo show. Fino a questo punto, The White Lotus, stagione 3, il cast ha esplorato lentamente temi più profondi tra di loro. Come lo show ha fatto dalla fine di The White Lotus, stagione 1, elementi controversi, segreti oscuri e stati mentali in spirale sono stati messi in primo piano mentre i personaggi vivono una vacanza che cambia la vita nel cuore della Thailandia.

Per quanto riguarda l’episodio 7 della terza stagione, la serie ha continuato a mettere in evidenza questi elementi, sollevando la questione di quale vacanza della terza stagione di The White Lotus sia la peggiore. Mentre la serie volge al termine, la trama di Timothy si fa sempre più cupa, Rick cerca vendetta contro un uomo che gli ha fatto un torto, i fratelli Ratliff esplorano cambiamenti contorti, un viaggio tra ragazze promette di esplodere, Gaitok fa alcune scoperte sorprendenti e Belinda fa i conti con The White Lotus’ il ritorno di Greg. Tutto questo viene esplorato nell’episodio 7 della terza stagione di The White Lotus, che prepara lo show per un finale eccellente.

Perché le visioni di Timothy ora includono l’uccisione di Saxon

Nella scena finale della terza stagione di The White Lotus, episodio 7, Timothy ha un’altra visione di morte. I crimini di Timothy nella terza stagione di White Lotus lo hanno portato a percorrere un sentiero oscuro nelle ultime settimane, sia per il suo tentato suicidio che per le visioni che ha ricevuto da allora, che lo vedono uccidere sua moglie prima di spararsi. Nella terza stagione di The White Lotus, episodio 7, l’immaginazione di Timothy aggiunge un’altra vittima al mix, sotto forma del figlio maggiore, Saxon.

La visione nella terza stagione di The White Lotus, episodio 7, vede Timothy uccidere Victoria nel sonno, sparare a Saxon in testa e poi fare lo stesso a se stesso. Dopo questa visione, Timothy cerca la pistola che pensa sia nascosta nel suo appartamento, non sapendo che Gaitok l’ha ripresa nell’episodio precedente. Il motivo per cui Timothy ora immagina di uccidere anche Saxon deriva da un ragionamento simile a quello per cui la morte di Victoria è entrata nei suoi pensieri: una forma distorta di pietà.

Timothy vede l’uccisione di Saxon come una forma di pietà, poiché gli risparmia di vivere una vita da “nulla”…

Timothy immaginava di uccidere Victoria perché lei aveva dichiarato che non avrebbe potuto vivere una vita scomoda se la loro famiglia avesse perso la sua ricchezza, il che significa che ucciderla significa risparmiarle un esito apparentemente inevitabile dopo che i crimini di Timothy saranno stati rivelati. Nella terza stagione di The White Lotus, episodio 7, Saxon dice qualcosa di simile. Dice a suo padre che non è assolutamente niente senza il loro lavoro comune, poiché non ha hobby o interessi o una vita al di là di questo. Pertanto, anche per Timothy uccidere Saxon è una forma di pietà, poiché gli risparmia di vivere una vita da “nulla” una volta che il suo lavoro crollerà.

Rick affronta Jim e trova la pace, ma durerà?

Per quanto riguarda Rick, la terza stagione di The White Lotus, episodio 7, si conclude con lui sorridente ora che ha affrontato Jim Hollinger, l’uomo che ha ucciso suo padre, creando un finale potenzialmente felice per lui e Chelsea nel finale dello show. Rick si è reso conto che Jim era un uomo triste, fragile e anziano e questo lo ha confortato, apparentemente cambiando la sua mentalità in una più felice ora che il peso che ha portato per tutta la vita è stato sollevato. Tuttavia, questo è The White Lotus, il che significa che la sua felicità potrebbe non durare.

The White Lotus stagione 3, episodio 7, in qualche modo prepara il terreno. Per prima cosa, la The White Lotus stagione 3, la vittima deve ancora essere confermata. Se questa vittima è Rick dopo che ha finalmente trovato la felicità, sarebbe un modo davvero tragico per concludere la sua storia. Oltre a questo, nell’episodio 7 della terza stagione di The White Lotus, Chelsea e Saxon sono stati mostrati sempre più vicini, facendo presagire problemi di coppia all’orizzonte nel finale dello show.

Gaitok sa chi ha derubato il White Lotus prima del finale

Un’altra anticipazione del finale della terza stagione di The White Lotus, trovata nell’episodio 7, è stata Gaitok che scopre che sono stati Valentin e i suoi amici a derubare l’hotel all’inizio della stagione. Gaitok riconosce il trio durante un combattimento di Muay Thai, mentre Laurie nota anche la refurtiva in una delle loro case. Questo indica che la sottotrama della rapina tornerà nella terza stagione di The White Lotus, episodio 8, con Gaitok potenzialmente costretto a superare il suo desiderio di non voler combattere.

Il gruppo di amiche sta cadendo a pezzi

Prima che Laurie andasse all’incontro di Muay Thai, lei, Jaclyn e Kate avevano litigato. La situazione era in fase di preparazione da quando Jaclyn era andata a letto con Valentin nella terza stagione di The White Lotus, e anche prima, in base al modo in cui si trattavano a vicenda. Fino ad ora, le ragazze si erano prese in giro in modo più sottile, ma la terza stagione di The White Lotus, episodio 7, ha iniziato a cambiare le cose.

Laurie potrebbe anche dover fare i conti con l’insistenza di Lyosha che vuole che lei gli mandi dei soldi, per non parlare delle conseguenze se la sua ragazza li trovasse insieme o degli oggetti rubati dall’hotel che lei ha trovato.

Jaclyn continua a difendersi dal fatto di essere andata a letto con Valentin, mentre Kate e la sua banda si alleano contro Laurie per essere così arrabbiata per il principio. Laurie poi dà della falsa a Kate e dice a Jaclyn che è vanitosa ed egoista, dopo che entrambe le hanno lanciato insulti. Questo dà il via a una grande lite nel finale della terza stagione di The White Lotus, che si è andata costruendo fin dalla loro primissima interazione nella prima puntata.

I fratelli Ratliff stanno subendo molti cambiamenti

Anche The White Lotus stagione 3, episodio 7 ha mostrato sviluppi per i fratelli Ratliff, che saranno senza dubbio esplorati ulteriormente nel finale dello show. Piper e Lochlan sono stati mostrati mentre trascorrevano del tempo nel monastero vicino all’hotel titolare, con quest’ultimo che desiderava rimanere lì per non dover cedere ai suoi “impulsi più oscuri”, derivanti dalla trama incestuosa dei sei episodi precedenti. Piper non sembra essere particolarmente entusiasta del fatto che Lochlan voglia stare con lei, lasciando intendere una sorta di confronto nel finale della terza stagione di The White Lotus.

Saxon, nel frattempo, sta potenzialmente realizzando che deve essere una persona migliore. La chiamata di Chelsea a Saxon, che lo ha definito senz’anima la scorsa settimana, sembra averlo spinto verso un cambiamento, con il personaggio che questa settimana abbraccia la spiritualità per dimostrare di essere una persona migliore di quanto non sembri. Resta da vedere come andrà a finire, ma il finale della terza stagione di The White Lotus affronterà senza dubbio i vari cambiamenti che i fratelli Ratliff stanno vivendo nel finale dell’episodio 7 della terza stagione.

Belinda è nel mirino di Greg

L’ultimo punto della trama dell’episodio 7 della terza stagione di The White Lotus, che prepara il finale della serie, riguarda Belinda e Greg. Quest’ultimo cerca di comprare la prima, dicendole che le darebbe 100.000 dollari per aprire la spa che Tanya le ha sempre promesso. Belinda chiede a Greg se può dormirci sopra, dato che è una decisione così importante, ma indica a suo figlio Zion che non può ignorare i crimini che Greg sembra aver commesso.

Questo potrebbe significare che Belinda si sta mettendo in pericolo nel finale della terza stagione di The White Lotus. Se Belinda non accetta i soldi di Greg, lui potrebbe prendere misure drastiche per farla tacere. Questo potrebbe far sì che Belinda sia la vittima della terza stagione di The White Lotus, potenzialmente per mano di Greg. Anche se può sembrare troppo ovvio, è certamente una possibilità. Detto questo, il finale dell’episodio 7 della terza stagione di The White Lotus preannuncia conclusioni esplosive per tutte le principali trame, preparando un finale col botto che ha molto da offrire.

Sheriff Country: teaser promo della serie con Morena Baccarin e spin-off di Fire Country

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CBS ha recentemente pubblicato il teaser promozionale di Sheriff Country, il nuovo spin-off della popolare serie “Fire Country“. Questo annuncio ha suscitato grande entusiasmo tra i fan, desiderosi di esplorare nuove storie ambientate nell’universo di “Fire Country“.

Sheriff Country segue le vicende di Mickey Fox, interpretata da Morena Baccarin, una sceriffa determinata che opera nella cittadina di Edgewater, California. Mickey è la sorellastra di Sharon Leone, division chief dei Cal Fire, e zia di Bode Leone, protagonista di “Fire Country”. Questi legami familiari promettono di intrecciare le trame delle due serie, offrendo agli spettatori una narrazione ricca e interconnessa.

Il teaser, sebbene breve, offre uno sguardo intenso sul personaggio di Mickey Fox, evidenziando la sua determinazione e il suo impegno nel mantenere l’ordine nella comunità di Edgewater. La clip mostra Mickey mentre affronta situazioni di tensione e pericolo, sottolineando il tono drammatico e avvincente della serie. La performance di Morena Baccarin nel ruolo di Mickey è già stata elogiata dai fan, che attendono con impazienza di vedere come il personaggio si svilupperà nel corso della serie.

Il debutto di “Sheriff Country” è previsto per l’autunno del 2025. Nel frattempo, i fan potranno rivedere Mickey Fox in un episodio di “Fire Country” intitolato “Dirty Money”, in onda il 4 aprile 2025. In questo episodio, Mickey e suo nipote Bode indagano sull’omicidio del padre di lei, Wes Fox, scoprendo legami con attività illecite.

Con l’uscita di “Sheriff Country”, CBS amplia l’universo narrativo di “Fire Country”, offrendo agli spettatori nuove prospettive e approfondimenti sui personaggi già amati. L’attesa è alta, e il teaser ha sicuramente aumentato l’entusiasmo per questa nuova avventura televisiva.

Per avere un’anteprima di “Sheriff Country”, puoi guardare il teaser ufficiale qui sotto:

1923 – Stagione 2, episodio 6, la spiegazione del finale del tragico episodio

Il penultimo episodio della seconda stagione di 1923 ha avuto un gran numero di sviluppi clamorosi e morti di personaggi incredibilmente importanti, e vale sicuramente la pena approfondirli. La sesta puntata della seconda stagione di 1923 ha scosso l’intero cast di “1923” e ha ridotto significativamente il numero di personaggi da ricordare prima del finale di stagione. Anche prima che nel 1923 inizi la guerra per il parco nazionale di Yellowstone, diversi personaggi incontrano la loro prematura scomparsa, tra cui un membro importante dell’albero genealogico della famiglia Dutton. È stato un vortice di morte e violenza, e il finale dell’episodio potrebbe aver bisogno di una spiegazione.

Dopo aver rimandato diversi conflitti per la maggior parte della stagione, nell’episodio 6 della seconda stagione del 1923 alcuni personaggi si sono finalmente confrontati in modo spettacolare (e sanguinoso). Padre Renaud (Sebastian Roché) e Teonna Rainwater (Aminah Nieves) hanno finalmente regolato i conti, ad esempio, mentre Jack Dutton (Darren Mann) ha avuto una fine scioccante. La strada per il Montana ha riservato un’altra tragedia ad Alexandra (Julia Schlaepfer), e tutti attendono con ansia il ritorno di Spencer (Brandon Sklenar). Sono successe molte cose prima del finale della seconda stagione di 1923.

Il maresciallo Kent uccide Pete Plenty Clouds e il padre Renaud uccide Kent

Il finale mozzafiato della seconda stagione di 1923, episodio 5, è stato risolto molto rapidamente questa settimana. Nell’episodio precedente, Pete Plenty Clouds (Jeremy Gauna) e il maresciallo Kent (Jamie McShane) hanno avuto una sparatoria, ma 1923 è passato al nero quando i proiettili hanno iniziato a volare. Come sospettato, Pete Plenty Clouds è morto per mano di Marshal Kent nella stagione 2, episodio 6, del 1923. Kent disse a padre Renaud che sapeva che Pete era un uomo Crow e che lo aveva ucciso “perché scappava”. Teonna Rainwater e Runs His Horse (Michael Spears) alla fine trovarono il corpo di Pete.

La parte più sorprendente della sparatoria, tuttavia, è stata ciò che è successo dopo. Padre Renaud e Kent si sono allontanati da allora, da quando Kent ha calpestato un ragazzo Comanche con il suo cavallo, e quella lite è finalmente arrivata al culmine. Renaud disse a Kent che stava percorrendo la “via della perdizione” e dopo che Kent aveva insultato il prete, Renaud gli sparò uccidendolo. Nel contorto senso della moralità e della fede di Renaud, probabilmente pensò che liberare la Terra da un assassino bigotto come il maresciallo Kent giustificasse l’uccisione. Dopo averlo giustiziato, disse persino a Kent di “urlare con il diavolo”.

Whitfield svelato. Sta addestrando Lindy a manipolare i politici dopo aver preso il Yellowstone.

Donald Whitfield (Timothy Dalton) ha addestrato Lindy (Madison Elise Rogers) al sadismo sessuale per tutta la stagione, e la stagione 2 del 1923 ha finalmente spiegato di cosa si trattava. In una continuazione della controversa trama di Whitfield, Lindy ha assunto una nuova prostituta, Mabel (Virginia Gardner), e ha iniziato ad abusare anche di lei. Questa volta, tuttavia, Whitfield ha spiegato a Banner Creighton (Jerome Flynn) che stava addestrando Lindy per iniziare relazioni con i politici e usare il sesso per manipolarli. Per tutto questo tempo, Whitfield ha cercato solo di promuovere i propri obiettivi commerciali, e Christy (Cailyn Rice) è stata torturata a morte per questo.

Sembra che Whitfield non si accontenti di possedere il ranch di Yellowstone e trasformarlo in una stazione sciistica: le sue ambizioni sono molto più alte. Whitfield sta probabilmente addestrando Lindy perché vuole avere l’intero stato del Montana in tasca, e Yellowstone è solo la prima parte di un piano a lungo termine. A questo punto, l’unica cosa che si frappone tra Whitfield e il raggiungimento di questo obiettivo è Spencer Dutton.

Clyde uccise Jack Dutton dopo che si recò alla stazione da solo Nel 1923

Un’altra morte massiccia e piuttosto inaspettata avvenne più tardi nella stagione 2, episodio 6, del 1923. Jacob (Harrison Ford) aveva detto a Jack Dutton di rimanere al rifugio e di sorvegliare le donne, ma il giovane testardo non volle ascoltarlo.

Decise di andare alla stazione da solo per raggiungere Jacob e aiutarlo a difendere Spencer, ma lungo la strada si imbatté in Clyde (Brian Konowal) e Alec (Colt Brown). Una volta tirato fuori Jack dal bosco, Clyde lo uccise e nascose il corpo. Come aveva detto Clyde, stava solo prendendo un “vantaggio iniziale” sull’uccisione dei Dutton.

Ci sono alcune cose importanti da ricordare sulla prematura morte di Jack nel 1923. Clyde era stato assunto come funzionario della Livestock Association, motivo per cui Jack si fidava abbastanza di lui da fargli riporre la pistola. Quello che Jack non sapeva, tuttavia, era che Clyde lavorava per Banner Creighton e Donald Whitfield fin dalla prima stagione del 1923. Fu proprio lui a denunciare Zane (Brian Geraghty) e Alice Davis (Joy Osmanski) alle autorità e a farli arrestare. Inoltre, Jack è sempre stato un uomo testardo e impulsivo, e alla fine questi difetti lo hanno tradito.

Padre Renaud ha sparato a Runs His Horse e Teonna ha accoltellato Renaud

Anche se padre Renaud ha ucciso lo sceriffo Kent, non aveva ancora finito di dare la caccia a Teonna e Runs His Horse. Dopo aver trovato i corpi di Pete e Kent, Runs His Horse pensò che lui e Teonna fossero al sicuro dal pericolo e alla fine decise di accendere un fuoco nella notte. Sfortunatamente, quella decisione portò Renaud dritto da loro e li tese un’imboscata mentre dormivano, uccidendo Runs His Horse. Con suo padre morto, Renaud aveva tutto il tempo del mondo per costringere Teonna a pentirsi dei suoi peccati e cercare la salvezza prima di sparare anche a lei.

In un raro colpo di fortuna per Teonna, tuttavia, Renaud si dimenticò di ricaricare il revolver e la pistola fece clic vuota quando cercò di giustiziarla. Cogliendo l’occasione, Teonna afferrò una manciata di carboni ardenti e li colpì Renaud in faccia, bruciandolo gravemente e stordendolo. Poi, Teonna tirò fuori il coltello e lo pugnalò più volte prima di sparargli e ucciderlo. Teonna è finalmente libera dagli uomini che la davano la caccia, ma non ha più Pete né Runs His Horse. Teonna ha già detto che non ha più nulla per cui vivere, quindi potrebbe non essere ancora completamente al sicuro.

Hillary e Paul muoiono congelati mentre guidano verso il Montana nel 1923 Stagione 2, Episodio 6

Le ultime morti importanti nella seconda stagione, episodio 6, del 1923 hanno anche l’effetto più immediato sul finale dello show. Alexandra stava guidando dal Wisconsin al Montana con Paul (Augustus Prew) e Hillary (Janet Montgomery), la coppia britannica che l’aveva salvata dall’arresto sul treno. Durante il viaggio, però, l’auto rimase senza benzina da qualche parte tra il Wyoming e il Montana, e sia Paul che Hillary morirono congelati. Alexandra è sopravvissuta solo perché aveva una coperta in più e perché non aveva bevuto come Hillary e Paul, poiché il consumo di alcol abbassa la temperatura corporea interna.

La strada da Sheridan, Wyoming a Billings, Montana, passa attraverso la riserva dei Crow, il che significa che Teonna Rainwater potrebbe salvare Alexandra Dutton in un destino particolarmente toccante per concludere il 1923.

Uno dei motivi principali per cui Paul e Hillary morirono assiderati, nonostante fossero in un’auto in funzione, è che la maggior parte delle auto non aveva il riscaldamento interno di serie fino agli anni ’60, e all’interno faceva praticamente freddo come fuori. Ciò che non è così facile da spiegare è perché hanno continuato a guidare anche dopo che l’addetto alla stazione di servizio ha detto ad Alex che non c’erano stazioni di servizio fino a Billings. È possibile che Paul abbia semplicemente sopravvalutato l’autonomia della sua auto o abbia insistito per guidare fino in fondo, ma è comunque strano che Alexandra non abbia voluto prendere il treno per Bozeman.

Alexandra potrebbe essere sopravvissuta, ma è ancora in una posizione molto precaria all’inizio del finale della seconda stagione del 1923. Non è ancora morta, ma Alexandra sta ancora congelando ed è bloccata nel bel mezzo di una landa desolata invernale. L’unica speranza di sopravvivenza di Alexandra è che qualcuno la trovi e la porti al caldo, il che sarebbe un altro brillante colpo di fortuna. Tuttavia, la strada che va da Sheridan, nel Wyoming, a Billings, nel Montana, passa attraverso la riserva dei Crow, il che significa che Teonna Rainwater potrebbe salvare Alexandra Dutton in un destino particolarmente toccante per concludere l‘anno 1923.

Orio Caldiron: morto il saggista, critico e storico del cinema

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Orio Caldiron: morto il saggista, critico e storico del cinema

Si è spento all’età di 87 anni Orio Caldiron saggista, critico, storico del cinema. Titolare di cattedra alla Sapienza, Caldiron ha guidato il Centro Sperimentale dal 1996 al 1997 come Presidente ed è stato direttore di “Bianco e Nero”.

Numerosi i suoi lavori, sia in qualità di autore che di curatore tra cui l’antologia della rivista Cinema in Il lungo viaggio del cinema italiano (1965), Cinema. 1936-1943: prima del neorealismo (2002), Il principe Totò (2002), Pietro Germi, la frontiera e la legge (2004), Le fortune del melodramma (2004), Uomo, vieni fuori! Soggetti per il cinema editi e inediti di Cesare Zavattini (2006), Giuseppe Rotunno. La verità della luce (2007).

In particolare, la Redazione di Cinefilos.it deve al professor Orio Caldiron parte della sua passione e spinta iniziale per aver intrapreso la strada che ancora oggi percorriamo.

Il ricordo personale del professor Caldiron è ormai lontano, ma non per questo meno vivo, riecheggia nei corridoi della Sapienza, dove lui raccontava con passione di Luchino e Vittorio, di Anna e di Sophia, con il sorriso di chi era stato testimone diretto del grande cinema italiano mentre si faceva.

“Togli Vittorio, lascia solo Orio… è un vezzo personale”. Arrivederci, Professore.

Formula per un delitto: la spiegazione del finale del film con Sandra Bullock

Quello del thriller è da sempre uno dei generi più popolari e amati del cinema. Film appartenenti a questo si sono visti declinati in tutti i modi possibili, pur mantenendo sempre le stesse caratteristiche di base. Ci sono poi opere che traggono ispirazione da eventi realmente accaduti, e tra questi si colloca Formula per un delitto, diretto nel 2002 da Barbet Schroeder, regista candidato all’Oscar per il film Il mistero Von Bulow. Con questo suo film, uno degli ultimi da lui diretti, si è così confrontato con la storia scritta da Tony Gayton, incentrata su di un omicidio apparentemente perfetto ma che, come ogni delitto, presenta in sé anche le cause del proprio smascheramento.

Si esplorano dunque nel film le oscure profondità della mente umana attraverso la storia di due studenti liceali, Richard Haywood (interpretato da Ryan Gosling) e Justin Pendleton (Michael Pitt), che tentano di commettere il delitto perfetto. La detective Cassie Mayweather (Sandra Bullock) e il suo collega Sam Kennedy (Ben Chaplin) vengono quindi incaricati di risolvere l’omicidio di una giovane donna trovata in un bosco della California. Cassie, dotata di un istinto acuto e di una determinazione incrollabile, sospetta che dietro l’apparente casualità del crimine si nasconda un piano ben orchestrato.

La spiegazione del finale di Formula per un delitto

Nel corso delle indagini, Cassie scopre che Richard e Justin, annoiati dalla loro vita privilegiata, hanno deciso di mettere alla prova la loro intelligenza pianificando e realizzando un omicidio senza movente apparente, scegliendo una vittima a caso e cercando di far ricadere la colpa su un innocente. I due giovani, convinti della loro superiorità intellettuale, credono di poter sfuggire alla giustizia grazie a un piano meticolosamente studiato.Il climax del film si sviluppa dunque quando Cassie, nonostante venga temporaneamente rimossa dal caso, continua le sue indagini e raccoglie prove che collegano Richard e Justin all’omicidio.

Formula per un delitto
Sandra Bullock e Ben Chaplin in Formula per un delitto © 2002 Castle Rock Entertainment. All Rights Reserved.

Ad incastrare i due giovani, in particolare, vi è il ritrovamento di macchie di vomito sul luogo del delitto. L’analisi di esso rivela inizialmente uova di pesce parzialmente digerite. Inizia così una ricerca sui ristoranti contenenti caviale nel menù, che sembra non portare a nulla fino a quando un gestore menziona che Justin una sera è venuto a ordinare il caviale e se n’è andato entro le 21.00. L’attenzione di Cassie si rivolge quindi sul ragazzo e sospetta un legame tra lui e l’amico Richard. In seguito, nel vomito vengono ritrovate anche tracce di sangue che combaciano con il DNA di Justin, portando Cassie a convincersi del coinvolgimento dei due.

Mentre la tensione aumenta, i due ragazzi, sentendosi braccati, si rifugiano in una vecchia casa abbandonata. Qui, Richard propone a Justin di inscenare un doppio suicidio per sfuggire alle conseguenze delle loro azioni. Tuttavia, Justin si rende conto che Richard non ha intenzione di suicidarsi realmente, poiché la sua pistola è scarica. Questo porta a una violenta colluttazione tra i due, durante la quale Richard ferisce accidentalmente l’amico.In questo frangente, Cassie arriva sul luogo e affronta Richard. Ne segue una lotta intensa che culmina quando Cassie riesce a spingere Richard oltre il balcone, causandone la morte. Dopo l’incidente, Justin, ferito ma vivo, aiuta Cassie a risalire dal pericolante balcone.

Cassie, inizialmente incline a credere che Justin fosse stato manipolato da Richard, nota che l’anello indossato da Justin corrisponde ai segni di strangolamento trovati sul corpo della vittima. La detective fa a quel punto finta che Sam le stia dando informazioni su una registrazione video dell’omicidio. Ricorre a questo trucco perché vede il buco da cui è stato fatto il video di Richard e Lisa e utilizza questa informazione per inventare una storia “falsa” sull’esistenza di una registrazione video dell’omicidio. Messo alle strette, il ragazzo confessa di aver ucciso la donna come prova di lealtà verso Richard.

Ryan Gosling e Michael Pitt in Formula per un delitto
Ryan Gosling e Michael Pitt in Formula per un delitto 2002 Castle Rock Entertainment. All Rights Reserved.

Il film si conclude dunque con Cassie che trova il coraggio di testimoniare contro il suo ex marito violento durante un’udienza per la libertà vigilata, suggerendo che la risoluzione del caso l’ha aiutata ad affrontare anche i propri demoni personali. In fin dei conti, in precedenza nel film Cassie aveva rivelato al collega Sam che, sebbene sia diventata poliziotta per dimostrare a se stessa di non essere una vittima, era terrorizzata dalla prospettiva di rivedere Carl. Risolvendo però il caso e dimostra a sé stessa di non aver nulla da temere e così facendo riesce a guardare negli occhi l’ex marito e riportare la sua testimonianza.

Questo finale sottolinea dunque il tema centrale del film: la lotta interiore tra il desiderio di giustizia e la necessità di confrontarsi con il proprio passato per poter andare avanti.Formula per un delitto si distingue dunque per la sua esplorazione profonda della psicologia dei personaggi e per la rappresentazione di una dinamica complessa tra i due giovani assassini, ispirata al reale caso di Leopold e Loeb del 1924. La performance di Sandra Bullock nel ruolo di Cassie Mayweather offre una rappresentazione convincente di una detective determinata e tormentata, aggiungendo ulteriore profondità a questo avvincente thriller

Il trailer di Formula per un delitto e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Formula per un delitto grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 29 marzo alle ore 21:00 sul canale Iris.

Operation Napoleon: la spiegazione del finale del film

Operation Napoleon: la spiegazione del finale del film

Operation Napoleon, diretto da Óskar Thór Axelsson, è un film complesso da interpretare. Guardare questo film è come fare un’escursione: si attende costantemente la scoperta di un climax grandioso e impressionante, a prescindere dalla difficoltà del viaggio. È basato sul libro di Arnaldur Indridason, Operation Napoleon, che è già un potboiler di massa di emozioni e cospirazioni internazionali. Probabilmente il film uò sembrare arido, privo di vita e affrettato, ma se si resiste oltre un certo punto, si rimarrà decisamente incuriositi dal mistero che aleggia sul racconto. In questo articolo, dunque, ripercorriamo la trama e offriamo una spiegazione del finale del film

La trama di Operation Napoleon

Il film inizia con uno scorcio di un incidente aereo a Vatnajökull, in Islanda, nel 1945. Nevica molto forte e solo una persona – un pastore in una stalla piena di pecore – è testimone di questo incidente. Poi, è la Washington DC dei giorni nostri, negli Stati Uniti. William Carr (interpretato da Iain Glen) sta giocando con i suoi nipoti quando una telefonata lo informa che alcuni materiali riemersi di recente in cima a un ghiacciaio islandese hanno una probabilità dell’80% di essere ciò che stavano cercando. Carr chiede al chiamante di avviare la Fase Uno. Successivamente, ci troviamo a Reykjavik, in Islanda. La nostra protagonista, Kristin (interpretata da Vivian Didriksen Ólafsdóttir), è in ritardo per una riunione d’ufficio.

Avvocato di uno studio legale, si dimostra molto brava nel suo lavoro, poiché mette in luce la fallacia del nuovo schema proposto durante la riunione. In seguito, riceve una telefonata dal fratello Elias, che la informa che lui e due suoi amici sono partiti per un piccolo “viaggio di ricerca” sul ghiacciaio Vatnajökull per alcuni giorni. Quando Kristin gli chiede perché non è stata invitata a questo viaggio, Elias le dice che è sempre impegnata con il suo lavoro e che non può venire comunque. Vediamo Elias e i suoi amici attraversare il ghiacciaio in velocità, ma sono ostacolati dai pezzi di un aereo nazista precipitato.

Scavano un’entrata per l’aereo ed Elias si arrampica all’interno, filmando tutto il tempo mentre trova persone morte come reliquie. Poco dopo atterra un aereo americano, dal quale Julie Ratoff (interpretata da Adesuwa Oni) scende per uccidere due amici di Elias con una matita affilata e appuntita e portare Elias in prigione. Scoprono però che lui ha già inviato le foto e i filmati dell’aereo nazista a sua sorella Kristin e ingaggiano Simon (interpretato da Wotan Wilke Mohring) per ucciderla. Tornata a Reykjavik, Kristin riflette sulla notizia delle proteste contro la ricerca americana per misurare l’effetto del riscaldamento globale sui ghiacciai islandesi nel suo appartamento dopo il lavoro.

Jack Fox e Vivian Ólafsdóttir in Operation Napoleon
Jack Fox e Vivian Ólafsdóttir in Operation Napoleon. Foto di Juliette Rowland

Riceve anche una telefonata di Elias in preda al panico, ma non lo prende sul serio finché non si imbatte in tutti i file multimediali che le sono stati inviati. Più tardi, quella sera, un collega con cui si era scontrata all’inizio della giornata si presenta alla sua porta con una bottiglia di vino. Poco dopo, Simon si presenta come parte di un’associazione religiosa, entra nell’appartamento e uccide il collega di Kristin. Mentre inizia a fuggire, Kristin viene avvertita di non rivolgersi alla polizia, altrimenti uccideranno suo fratello. D’altra parte, Carr riceve un aggiornamento sul fatto che la ricerca iniziale del relitto non rivela alcuna traccia del “Napoleon” e che si ritiene che l’aereo avesse sei passeggeri, ma solo cinque corpi sono stati trovati sepolti.

Si ipotizza che un certo colonnello Brand, il responsabile del Napoleon, sia probabilmente riuscito a scappare. Julie chiede quindi più tecnologia e uomini per continuare l’operazione, mentre Carr ordina di allargare l’area di ricerca, ma viene accolta con disappunto. Ancora in fuga, Kristin cerca prima rifugio a casa di Rosa, una collega di lavoro. Insieme, cercano di trovare ulteriori informazioni sulla missione nazista in Islanda, approdando a un certo professore britannico dell’Università d’Islanda, Steve Rush (interpretato da Jack Fox), specializzato in questa storia. Tuttavia, Rosa scopre subito che in tutta la città si sta cercando la trentaquattrenne Kristin, che si è già messa alla ricerca di Rush.

Scopriamo che Rush è una vecchia fiamma di Kristin. I due si incontrano all’Irish Pub, il suo ritrovo abituale, dove lui le dice che in realtà lei è preoccupata per una missione nazista “eco di un’eco”, l’Operazione Napoleone – un volo partito da Berlino e scomparso da qualche parte, in possesso di un segreto che ha il potere di cambiare la storia. Ma prima che possano continuare la conversazione, Simon inizia a inseguirli, sparando e uccidendo i passanti. Kristin e Steve fuggono, dirigendosi all’Università, dove Steve insegna, per saperne di più sugli oggetti delle foto che Elias ha inviato a Kristin. Nel frattempo, Carr ordina ai suoi uomini di inseguire i due.

La mattina seguente il duo si reca all’ambasciata americana per ottenere maggiori informazioni sul possibile elenco di persone che potrebbero avere un’idea dell’Operazione Napoleone. Sfuggono a Carr e ai suoi uomini e si dirigono verso l’indirizzo di Leo Stiller, il caposquadra dell’ultima operazione sul ghiacciaio nel 1988, che risulta ancora residente in Islanda. Da Leo incontrano la moglie, che li informa che Leo è morto da tempo e fornisce loro uno scantinato pieno di reperti e informazioni del loro viaggio sul ghiacciaio. Queste informazioni rivelano a Steve e Kristin di aver trovato una pistola e una spilla militare vicino a un piccolo ruscello sul ghiacciaio, indicando che qualcuno potrebbe essere sopravvissuto all’incidente aereo.

Iain Glen e Vivian Ólafsdóttir in Operation Napoleon
Iain Glen e Vivian Ólafsdóttir in Operation Napoleon © Roland Guido Marx / Splendid Film

 

La moglie di Leo Stiller informa anche Kristin e Steve sul generale Timothy Carr, uno degli uomini della terza armata di Patton. Faceva parte del 21° gruppo britannico distaccato fuori Berlino durante la Seconda Guerra Mondiale e si scopre che è la persona dietro le quattro grandi ricerche sul ghiacciaio islandese. William Carr è il figlio di Timothy e un ex agente delle forze speciali, attualmente impiegato nella CIA in una posizione non specificata. È anche la persona responsabile dell’attuale ricerca sul ghiacciaio e il principale antagonista del film.

Mentre si scambiano informazioni, gli uomini di Carr arrivano alla casa. Steve e Kristin (colpita da un proiettile nella regione addominale) riescono a fuggire, mentre la moglie di Leo viene uccisa. D’altra parte, Elias cerca di fuggire dalla sua prigionia ma finisce per essere catturato e torturato da Julie. Mentre Steve e Rush corrono verso il traguardo con Carr e i suoi uomini alle spalle, la domanda ci tiene col fiato sospeso: cos’è l’Operazione Napoleone e perché è così importante per la conoscenza storica della Seconda Guerra Mondiale?

La spiegazione del finale del film Operation Napoleon

Ferita e sull’orlo dell’incoscienza, Kristin viene aiutata da Steve nel tentativo di sfuggire agli uomini di Carr. Rush si rivolge a Johannes, il padre di Kristin, che ha lasciato lei ed Elias molto giovani. Kristen prova evidentemente rancore nei suoi confronti. Carr si dirige verso l’area in cui è stato ritrovato il relitto dell’aereo e chiede ai suoi uomini di continuare a indagare sui documenti ritrovati per cercare una traccia di “Napoleone”. Per prima cosa fa visita a Einar, il figlio del pastore che abbiamo visto all’inizio del film. Carr ed Einar sembrano conoscersi dal loro ultimo incontro nel 1988, l’ultima volta che la missione di ricerca in quell’area era in corso, e si scambiano alcuni convenevoli.

Carr gli chiede se ha trovato qualche oggetto dal ghiacciaio o se qualcuno è venuto a chiedergli qualcosa. Ma la preparazione di Einar a difendersi con un coltello tascabile dimostra il suo astio nei confronti di Carr. Quest’ultimo arriva al ghiacciaio e trova un Elias gravemente ferito e ordina ai suoi uomini di tenerlo in vita fino al ritrovamento della sorella. Carr chiede inoltre a Julie di aumentare l’area di ricerca, facendo intendere che il tempo a disposizione sta per scadere. Kristin si risveglia nella barca di Johannes (perché è più sicuro e veloce raggiungere il ghiacciaio in barca), riprendendosi dalla ferita da proiettile.

Operation Napoleon film

Inizialmente è arrabbiata con Rush per aver coinvolto Johannes in questo caso, soprattutto perché è sempre stato un padre assente per loro, ma presto condivide con lui un momento di risate a spese di Steve, dissipando la tensione tra loro. Arrivano a casa di Einar, chiedendogli di aiutarli su suggerimento della moglie di Leo, Sarah. Einar fornisce loro l’abbigliamento invernale adatto e l’attrezzatura da neve necessaria per affrontare il ghiaccio glaciale, ma se ne tiene lontano, dicendo loro che suo padre gli ha fatto promettere di non cercare mai l’aereo o qualcosa che ne derivi. Einar è superstizioso riguardo a questo aereo, e rivela che suo padre credeva che portasse solo la morte.

Tuttavia, Einar rivela anche che sospetta che Carr sia l’uomo dietro la morte di suo padre. Kristin si dirige da sola verso il punto del ghiacciaio in cui è probabile che i resti dell’ultimo sopravvissuto dell’Operazione Napoleone siano stati sepolti dal ghiaccio. Contemporaneamente, Steve chiede aiuto a Einar per procurarsi un veicolo con cui percorrere il ghiacciaio. Kristin riesce a raggiungere la grotta che scompare e trova una valigia piena di documenti riservati sepolti nella neve. Li fotografa e avverte gli uomini di Carr che si stanno dirigendo verso di lei.

La donna si arrende, dicendo di essere in possesso di informazioni preziose sull’Operazione Napoleone e sull’ubicazione dei documenti, che non condividerà a meno che suo fratello non venga rilasciato. La trattativa è dura, ma Carr accetta di lasciare andare Elias, che sale su una motoslitta e si dirige verso sud per chiedere aiuto. Prima che Carr possa interrogare Kristin, Steve arriva sul posto e sta per essere ucciso da Julie quando una pioggia di proiettili uccide lei e gli uomini di Carr. È Einar che finalmente arriva in loro soccorso.

Carr cerca di fuggire con Julie nel suo aereo, ma l’aereo si schianta contro il ghiaccio in una resa dei conti finale. Einar uccide William Carr e Steve salva Kristin. Anche Elias arriva sul posto con un aiuto. Un mese dopo l’incidente, i media sono ancora in fibrillazione per l’omicidio e chiedono un’indagine sul motivo per cui gli americani stavano conducendo un’operazione su così vasta scala sui ghiacciai islandesi. Un messaggio di testo rivela che il rapporto tra i fratelli e il padre è migliorato. La ragazza si reca in un luogo appartato e nascosto nei boschi, lontano dalla città, per incontrare Steve ed Einar, dove Steve le rivela il significato dell’Operazione Napoleone.

Operation Napoleon libro storia vera

La verità sull’Operazione Napoleone

Il documento che Kristin ha trovato nella valigetta è datato 14 aprile 1945, 16 giorni prima della morte di Hitler, avvenuta il 30 aprile 1945. Steve rivela che un gruppo di americani influenti e non indifferenti a Hitler aveva deciso di far uscire Hitler da Berlino, insieme alla moglie e al loro cane, per portarlo su un’isola remota al largo della Patagonia, in Argentina. I passeggeri dell’aereo erano principalmente nazisti e americani di alto rango, diretti a Terranova per concludere segretamente l’accordo con i rappresentanti statunitensi. I documenti di questo accordo erano contenuti nella valigetta, che non arrivò mai a destinazione perché il volo si schiantò in Islanda.

Steve suggerisce anche che gli americani forse volevano salvare Hitler perché l’accordo avrebbe consegnato agli americani la mappa (chiamata Napoleon) per la posizione del favoloso treno Walbrzych, che conteneva tutti gli oggetti preziosi rubati agli ebrei dai nazisti. Questo treno è stato nascosto da qualche parte tra le montagne d’Europa e la sua ubicazione non è ancora stata resa nota al grande pubblico. Una volta individuato, Timothy Carr (il padre di William) avrebbe organizzato un’operazione per far fuggire Hitler da Berlino fino in Argentina attraverso un sottomarino.

Va da sé che si tratta di una finzione della storia della Seconda Guerra Mondiale. Il film si conclude con Steve, Kristin ed Einar a bordo di un aereo diretto in Polonia alla ricerca del treno del tesoro. A questo punto, Kristin e Steve si sono ormai innamorati. A bordo con loro c’è anche Simon, l’uomo di Carr, che seguiva Kristin fin dall’inizio. La fine del film fa presagire un’altra avventura e promette il ritorno del trio, forse in un sequel di questo film.

Codice: Swordfish, la spiegazione del finale del film con John Travolta

Dominic Sena è il regista di film come Fuori in 60 secondi, Whiteout – Incubo bianco L’ultimo dei templari. Uno dei suoi film più interessanti, però, è Codice: Swordfish, un thriller del 2001 ricordato in particolare per il suo cast composto da attori del calibro di John Travolta, Hugh Jackman, Halle Berry, Don Cheadle e Sam Shepard. Il film venne in realtà accolto in modo molto ostile dalla critica, che lo reputò un film superficiale, mal concepito e mal diretto. Tuttavia bisogna dare atto a Dominic Sena di aver concepito una sceneggiatura con colpi di scena continui, fantasiosa e che tiene vivo il mistero intorno all’identità dei protagonisti fino alla fine.

La trama di Codice: Swordfish

Il film segue le vicende di Gabriel Shear (John Travolta), affascinante e pericolosa spia che agisce fuori dai limiti della legge per combattere il terrorismo. Per finanziare le sue missioni, l’agente vuole entrare nel sistema informatico governativo e rubare miliardi di dollari, destinati alle operazioni di corruzione. Per potersi impadronire dei fondi illegali, Gabriel ha però bisogno di un super hacker, qualcuno il cui talento faccia sembrare i più solidi sistemi di sicurezza del mondo un gioco da bambini. Ed è qui che entra in campo Stanley Jobson (Hugh Jackman), uno dei migliori hacker del pianeta.

Dopo essere stato in carcere per aver distrutto i sistemi di cyber sorveglianza dell’FBI, Stanley conduce un’esistenza infelice: vive in libertà vigilata, non può usare i computer, vive in una roulotte malridotta, senza un soldo e privo dell’unica cosa che potrebbe dare un senso alla sua vita, la figlia Holly, che gli è stata tolta dopo il divorzio. Gabriel e la sua bella partner Ginger (Halle Berry) attirano Stanley nella loro rete clandestina, allettandolo con la possibilità di riunirsi a Holly e iniziare una nuova vita. Ma una volta entrato nel loro mondo, l’esperto hacker capisce che niente in questa operazione è come sembra e lui è diventato la pedina di un complotto pericoloso.

John Travolta e Halle Berry in Codice Swordfish
John Travolta e Halle Berry in Codice: Swordfish © 2001 Warner Bros. All rights reserved.

La spiegazione del finale di Codice: Swordfish

Durante il film Ginger si rivela a Stanley come un’agente infiltrata della DEA, che aveva come obiettivo quello di incastrare Gabriel. Quello che sembrava il super cattivo si rivela infatti invece essere il capo di una “Cellula Nera” della CIA, creata a suo tempo da Edgar Hoover, incaricata di eseguire attacchi terroristici di rappresaglia contro nemici dell’America. Proseguendo nel racconto si apprende di come il Senatore Reisman (Sam Shepard) sia il supervisore del gruppo e di come – spaventato dalle indagini dell’FBI – decida di far uccidere Gabriel senza successo. La sua morte, per mano di Gabriel, rivela quindi al pubblico il patriottismo che muove il misterioso personaggio.

Tuttavia il patriottismo ha un prezzo e per recuperare i fondi necessari è necessario compiere enormi rapine, ed ecco il perché della presenza di Stanley: deve aiutare Gabriel e gli altri a rapinare una banca sfruttando il worm da lui concepito. Gabriel si rivela dunque essere un personaggio ambiguo, animato da una determinazione di ferro e pronto a tutto per ottenere ciò che desidera, compreso uccidere l’ingombrante ex moglie di Stanley e usare come ostaggio sua figlia, oppure accettare la morte degli innocenti clienti della banca o di agenti della polizia. Il climax è raggiunto quando uccide Ginger, ben conscio del suo essere una talpa dentro la sua segretissima squadra.

 

A questo punto, nel finale di Codice: Swordfish, dopo che gli ostaggi della banca (imbottiti di esplosivo) e gli uomini di Gabriel sono a bordo del pullman, vengono tutti trasportati in elicottero non verso un aeroporto, ma sopra un grattacielo, dove un elicottero porterà al sicuro gli spietati agenti. Qui Gabriel lascia andare Stanley e gli altri ostaggi ma il protagonista, che reputa ormai Gabriel un vero e proprio mostro, impugna un lanciarazzi e abbatte il velivolo. Tuttavia, più tardi, di fronte al cadavere durante il riconoscimento richiesto dall’FBI, Stanley si rende conto che qualcosa non quadra. Quello che ha di fronte sembra a tutti gli effetti Gabriel, ma sente alcuni agenti dell’FBI fare uno strano rapporto.

Hugh Jackman e John Travolta in Codice Swordfish
Hugh Jackman e John Travolta in Codice: Swordfish © 2001 Warner Bros. All rights reserved.

Ginger, uccisa di fronte a Stanley nella banca, non è stata trovata. Il suo corpo non è in nessun obitorio o ospedale. Per di più la DEA ha comunicato che nessun agente è mai stato messo sotto copertura nel gruppo di Gabriel. È a questo punto che Stanley si ricorda di quando aveva scoperto Ginger affianco a un corpo che assomigliava a Gabriel, ma non aveva dato troppo peso alla cosa, con l’FBI che lo tallonava e i problemi di sua figlia. Ora capisce che è stato usato da Gabriel come alibi. Lo spietato agente non è mai salito sull’elicottero, ma si è infilato su una scala secondaria, scampando alla morte.

Ginger era d’accordo con lui fin dall’inizio e non è affatto morta. Anzi, Stanly comprende che probabilmente indossava un giubbotto antiproiettile quando Gabriel l’ha “giustiziata”, fingendo dunque la propria morte. Gli ultimi minuti del film infatti mostrano comunque Stanley felice con sua figlia ma, sopratutto, Ginger che assieme a Gabriel prelevano i soldi che l’hacker aveva trasferito su un conto protetto durante la rapina. Saliti su un fuoribordo assistono all’esplosione di un grande e lussuoso yacht. La voce fuoricampo di un telegiornale rivela allo spettatore che a bordo vi era un famoso terrorista antiamericano, il terzo a morire in circostanze misteriose in quelle settimane, facendo così comprendere che Gabriel e Ginger sono tornati a lavoro.

10 cose che speriamo siano vere su Avengers: Doomsday in base all’ordine di rivelazione del cast

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Il recente annuncio del casting di Avengers: Doomsday da parte della Marvel Studios ha scatenato intense speculazioni, in particolare per quanto riguarda l’ordine in cui sono stati rivelati i nomi. La Marvel ha svelato il cast di Avengers: Doomsday in un evento online a fuoco lento: ogni 13 minuti, per cinque ore e mezza, è stata rivelata una nuova sedia del regista, ognuna con il nome di un attore. Questo approccio metodico non solo ha generato entusiasmo, ma ha anche sollevato domande intriganti sulle potenziali implicazioni narrative. L’ordine in cui sono stati rivelati questi nomi potrebbe suggerire dinamiche dei personaggi, collaborazioni e persino elementi narrativi generali all’interno dell’MCU Avengers: Doomsday.

Prima di annunciare il cast di Avengers: Doomsday, la Marvel aveva già confermato il ritorno di Robert Downey Jr. nei panni del tanto atteso Doctor Doom. Tuttavia, l’ampio livestream ha introdotto nomi importanti, vecchi e nuovi, nella timeline dell’MCU. Molti di questi sono stati rivelati apparentemente senza alcun ordine logico o raggruppamento. Poiché l’MCU è nota per la sua meticolosa attenzione ai dettagli, questo ordine deve essere stato pianificato in modo molto deliberato e di conseguenza suggerisce alcune potenziali narrazioni.

Sam Wilson e Bucky Barnes di nuovo insieme

Sam Wilson e Bucky

Uno dei dettagli più emozionanti della rivelazione del cast è stata la vicinanza di Anthony Mackie e Sebastian Stan. Mackie, che interpreta Sam Wilson (il nuovo Capitan America dell’MCU), è stato rivelato per terzo, con Sebastian Stan, Bucky Barnes (alias il Soldato d’Inverno), apparso subito dopo. Questa collocazione dei due attori suggerisce che Sam e Bucky faranno di nuovo squadra in Avengers: Doomsday.

La dinamica tra Sam e Bucky è una delle più divertenti dell’MCU. Sebbene questo sia stato il fulcro di The Falcon and the Winter Soldier, c’è ancora spazio per ulteriori sviluppi e sembra che la Marvel sia pronta a esplorare questo potenziale. Con il mondo che si sta ancora abituando a Sam nei panni di Capitan America e Bucky che cerca un rinnovato senso di scopo tra i Thunderbolts, la loro collaborazione potrebbe essere un arco emotivo chiave nel film.

Doomsday ci regala una reunion di Top Gun: Maverick

Un dettaglio inaspettato ma intrigante nella rivelazione del casting di Avengers: Doomsday è stato il posizionamento consecutivo di Danny Ramirez e Lewis Pullman, entrambi protagonisti di Top Gun: Maverick. Lewis Pulman interpreta un personaggio chiamato semplicemente Bob in Thunderbolts*, anche se si sospetta fortemente che sia il supereroe complesso e afflitto della Marvel, Sentry. Ramirez, nel frattempo, è stato presentato in The Falcon and the Winter Soldier nel ruolo di Joaquin Torres e ha assunto ufficialmente il ruolo di Falcon in Captain America: Brave New World.

Il fatto che Ramirez sia stato rivelato subito dopo suggerisce che i loro personaggi potrebbero avere una trama comune. Anche se la trama di Bob in Thunderbolts* non è stata confermata, dai trailer sembra che si unirà all’omonima squadra di antieroi, che è confermata anche nel cast di Avengers: Doomsday. Allo stesso modo, la collaborazione di Ramirez con Sam Wilson implica il suo posto nella nuova squadra di Vendicatori di Cap, il che significa che gli ex attori di Top Gun: Maverick potrebbero riunirsi per una battaglia molto diversa, aggiungendo un altro livello di cameratismo al cast.

Bucky Barnes finalmente interagisce con Shuri

Bucky Barnes

Una delle più grandi occasioni mancate in Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame è stata una vera interazione tra Bucky Barnes e Shuri, nonostante la loro storia in Wakanda. Tuttavia, nella presentazione del cast di Avengers: Doomsday, la sedia di Sebastian Stan è stata seguita da quella di Letitia Wright, il che implica una connessione significativa tra i loro personaggi nel film. Il tempo trascorso dal Soldato d’Inverno in Wakanda ha avuto un ruolo cruciale nella sua riabilitazione, e Shuri è stata responsabile dell’aiuto per rimuovere la programmazione dell’HYDRA dalla sua mente.

Sfortunatamente, questo è stato ridotto a una breve scena post-crediti in Black Panther, anche se è stato rappresentato nel fumetto Avengers: Infinity War Prelude. Data questa storia, un’interazione sullo schermo è attesa da tempo. Sarebbe affascinante vedere la loro relazione e la loro dinamica riguardo alla salute di Bucky o al loro salto in battaglia insieme a Shuri nei panni di Black Panther. Indipendentemente da ciò, Avengers: Doomsday mostrerà finalmente questa affascinante relazione.

L’MCU ci regala una formazione classica degli X-Men

X-Men film

La rivelazione di più attori degli X-Men in rapida successione è stato un momento particolarmente emozionante nell’annuncio di Avengers: Doomsday. Suggerisce una formazione classica degli X-Men all’interno dell’MCU. Patrick Stewart (Professor X), Ian McKellen (Magneto), Alan Cumming (Nightcrawler), Rebecca Romijn (Mystique) e James Marsden (Cyclops) sono stati annunciati in sequenza, suggerendo che appariranno insieme piuttosto che in cameo isolati. L’arrivo degli X-Men nell’MCU è stato a lungo atteso e questo particolare gruppo di attori rappresenta la versione più iconica della squadra dell’era Fox.

Kelsey Grammer era stato confermato in precedenza nel cast, avendo già ripreso il ruolo di Bestia in The Marvels. Questo cast potrebbe indicare che gli X-Men, temprati dalla battaglia, stanno entrando nella mischia per aiutare i Vendicatori contro un Kelsey Grammer è stato confermato in precedenza nel cast, avendo già ripreso il ruolo di Bestia in The Marvels. Questo cast potrebbe indicare che gli X-Men, temprati dalla battaglia, stanno entrando nella mischia per aiutare i Vendicatori contro una minaccia schiacciante. Che provengano da un altro universo o facciano ufficialmente parte della linea temporale dell’MCU, vedere questi personaggi leggendari riuniti ancora una volta sarà sicuramente uno dei momenti salienti del film.

Doomsday evita la relazione tra Sue Storm e Namor

Sue Storm Fantastici Quattro

Nei fumetti Marvel, Namor il Sub-Mariner ha una lunga storia di tensioni romantiche con Sue Storm, che spesso creano conflitti con Reed Richards. Tuttavia, Avengers: Doomsday sembra evitare questa dinamica, almeno per ora. Durante la rivelazione del casting, Vanessa Kirby (Sue Storm) e Tenoch Huerta (Namor) sono stati posizionati abbastanza distanti l’uno dall’altro, suggerendo che la loro relazione potrebbe non essere un punto importante della trama.

Invece, questo potrebbe significare che Namor ha altre priorità, forse un’alleanza con il Dottor Destino o anche un’alleanza difficile con il mondo di superficie. Segnala anche che l’attenzione dei Fantastici Quattro nel film potrebbe ruotare intorno alla loro rivalità con Destino piuttosto che a sottotrame romantiche. Mentre i futuri film dell’MCU potrebbero esplorare la complicata dinamica tra Sue e Namor, Avengers: Doomsday sembra enfatizzare i conflitti su scala più ampia rispetto agli intrecci personali tra questi due personaggi.

Gambit, interpretato da Channing Tatum, farà parte della squadra degli X-Men

Channing Tatum Gambit nel MCU

Una delle più grandi sorprese nella rivelazione del cast di Avengers: Doomsday è stata Channing Tatum. È risaputo che Tatum ha fatto richiesta per il ruolo per anni, arrivando vicino a recitare in un film di Gambit in numerose occasioni. Questo sogno si è finalmente avverato in Deadpool & Wolverine, che ha rappresentato Gambit, interpretato da Tatum, in tutto il suo splendore comico, accento sospetto incluso.

Sebbene fosse sicuramente emozionante, il suo ruolo è stato piuttosto breve, quindi un’apparizione successiva in Avengers: Doomsday sarebbe sicuramente molto gradita.

Il nome di Tatum è apparso accanto agli attori confermati di X-Men, suggerendo fortemente che farà parte della classica squadra della Fox piuttosto che essere un mutante solitario. Il pubblico aspetta da anni che Gambit abbia una rappresentazione adeguata nell’MCU, e inserirlo in una dinamica di squadra potrebbe cambiare le carte in tavola. Questa posizione potrebbe significare che Gambit è un giocatore chiave nella trama mutante del film, potenzialmente fungendo da jolly nelle battaglie contro le principali minacce.

La rivalità di Doom con Mr. Fantastic sarà centrale

Pedro Pascal (Reed Richards)

Gli ultimi momenti del casting hanno visto Pedro Pascal (Reed Richards) e Robert Downey Jr. (Doctor Doom) posizionati uno accanto all’altro, suggerendo la loro importanza in Avengers: Doomsday. Nei fumetti, la rivalità tra Reed e Doom è uno dei conflitti più leggendari della Marvel, con Doom che cerca ossessivamente di dimostrare la sua superiorità su Mr. Fantastic. Ciò suggerisce che la loro dinamica sarà uno dei punti focali del film, e forse determinerà l’intera narrazione.

Poiché la Marvel Studios sta posizionando Doom come antagonista principale, le sue interazioni con Reed potrebbero guidare gran parte della tensione della storia. Resta da vedere se Doom sarà il cattivo principale del film o una figura moralmente più complessa, ma la sua collocazione accanto a Reed nella rivelazione suggerisce uno scontro diretto. Si sospetta che queste basi siano state gettate nei film Fantastic Four dell’MCU, ma è molto speculativo.

Gli Avengers faranno squadra con i Fantastici Quattro e i Thunderbolts

Thunderbolts* (2025)

A differenza dei precedenti film dell’MCU, in cui le squadre erano chiaramente divise, la presentazione del cast di Avengers: Doomsday ha mostrato un interessante mix. Gli attori dei Vendicatori, dei Fantastici Quattro e dei Thunderbolts erano sparpagliati l’uno accanto all’altro, piuttosto che raggruppati separatamente. Questo suggerisce un grande sforzo di collaborazione tra più fazioni. È possibile che la minaccia incombente in Avengers: Doomsday, che si tratti di Doom, di una catastrofe multiversale o di un altro cattivo a sorpresa, costringerà eroi di diversa provenienza a unire le forze.

Dato che i Fantastici Quattro sono ancora nuovi nel MCU, questo potrebbe servire come loro introduzione alla più ampia comunità dei supereroi. Nel frattempo, i Thunderbolts, che tradizionalmente operano in aree moralmente grigie, potrebbero avere un ruolo unico da svolgere in una lotta che richiede tattiche non convenzionali. La disposizione confusa dei loro nomi implica una storia in cui i tradizionali confini di squadra non contano più.

Thor sarà il protagonista del film in qualità di unico Vendicatore originale

Thor

Thor, interpretato da Chris Hemsworth, è stato il primo nome rivelato nell’annuncio del cast, distinguendosi immediatamente come uno dei protagonisti di Avengers: Doomsday. Essendo l’ultimo Vendicatore originale rimasto ancora attivo nel MCU, Thor si trova in una posizione unica per guidare questa nuova era di eroi. Il fatto che sia stato rivelato per primo suggerisce che potrebbe avere uno dei ruoli più significativi nel film.

Date le esperienze di Thor con minacce cosmiche e avversari potenti, potrebbe fungere da ponte tra le diverse fazioni che appaiono in Avengers: Doomsday. È anche il membro principale del cast ad avere una precedente relazione con Iron Man interpretato da Robert Downey Jr. e quindi sarà fondamentale nell’esplorare le somiglianze fisiche di Doom. Che si tratti di radunare i Vendicatori, di lavorare con i Fantastici Quattro o di affrontare Doom, il ruolo del dio del tuono sembra cruciale.

Shang-Chi finalmente collabora con altri eroi dell’MCU

Shang-Chi

Shang-Chi, interpretato da Simu Liu, è stato inserito tra i principali eroi nella rivelazione del cast, indicando che finalmente interagirà con l’MCU più ampio. Nonostante il suo film solista abbia posto le basi per importanti punti della trama, in particolare con i Dieci Anelli, Shang-Chi deve ancora apparire in un crossover importante. Il suo posizionamento nella rivelazione di Avengers: Doomsday suggerisce che prenderà parte alla più grande battaglia del gruppo.

Ciò potrebbe significare che le sue abilità mistiche, così come l’origine dei Dieci Anelli, saranno ulteriormente esplorate nella narrazione del film. Con così tanti diversi set di poteri e background che si uniscono, le abilità nelle arti marziali e le connessioni mistiche di Shang-Chi potrebbero portare una nuova prospettiva alla lotta. Se Avengers: Doomsday gli darà un ruolo chiave, potrebbe preparare il terreno affinché Shang-Chi diventi una forza importante nelle future collaborazioni dell’MCU.

David Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars | I vincitori ricevono la statuetta Bulgari

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Dopo l’annuncio dei vincitori della seconda edizione del premio “David Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars”, lo scorso 13 dicembre, al Museo Nazionale del Bargello, al termine della “50 Giorni”, sabato 29 marzo, nella sede della Regione Toscana, si è svolta la cerimonia di consegna del prestigioso riconoscimento cinematografico, nato dalla collaborazione tra la rassegna di festival internazionali “50 Giorni di Cinema a Firenze”, a cura di Fondazione Sistema Toscana e l’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello.

I vincitori della seconda edizione dei “David Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars” sono: Federico Cesari, Celeste Dalla Porta, Carlotta Gamba, Matteo Oscar Giuggioli, Tecla Insolia e Emanuele Palumbo.

La cerimonia di premiazione si è tenuta alla presenza del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, della presidente e direttrice artistica dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, Piera Detassis, dell’assessore alla Cultura del Comune di Firenze, Giovanni Bettarini e di Aldo Cursano, membro di Giunta della Camera di Commercio di Firenze e presidente di PromoFirenze.

Ai sei giovani talenti del cinema italiano, protagonisti di film e serie tv di grande successo, sono state consegnate le statuette, appositamente create da Bvlgari, storico partner dei David di Donatello.

Foto di Francesco Tarantino

I vincitori dell’edizione 2025 dei “David Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars”, sono stati scelti per la qualità del loro lavoro dalla Presidenza del David e dal Consiglio Direttivo composto da Nicola Borrelli, Francesca Cima, Edoardo De Angelis, Giuliana Fantoni, Francesco Giambrone, Valeria Golino, Giancarlo Leone, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Francesco Ranieri Martinotti, Alessandro Usai. La  preselezione è stata realizzata dall’Unione Italiana Casting Director U.I.C.D. in dialogo con le associazioni di agenti A.S.A. e L.A.R.A.

Il premio “David Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars” è pertanto frutto della collaborazione tra le varie e importanti professioni dell’industria del cinema, sotto l’egida del Ministero della Cultura, avvalendosi della collaborazione della Regione Toscana, del Comune di Firenze con Fondazione CR Firenze e Camera di Commercio di Firenze.

I sei attori vincitori, stanno svolgendo un percorso di formazione con una serie di “mentori” d’eccezione, che mettono loro a disposizione la propria esperienza e la professionalità maturata in diversi ambiti professionali: fra questi, la citata Piera Detassis; la nota attrice e regista Sonia Bergamasco; Paolo Mereghetti, critico del Corriere della Sera e autore del celebre “Dizionario dei film”; Nicoletta Maraschio, presidente onoraria dell’Accademia della Crusca; Francesca Medolago Albani, segretaria generale di Anica Academy; Virgilio Sieni, coreografo e danzatore, creatore  Centro Nazionale di Produzione a lui intitolato.

Grande soddisfazione per il premio agli attori emergenti del cinema italiano è stata espressa dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. “E’ importante valorizzare i giovani talenti del nostro cinema e incoraggiare anche attraverso riconoscimenti così importanti il loro impegno e la loro creatività” – ha affermato. “La Toscana crede nel cinema, un settore strategico nel quale investe risorse, come dimostrano i fondi assegnati per sostenere la produzione di opere cinematografiche e audiovisive o l’attivazione di corsi di formazione nei mestieri del cinema, che si svolgeranno nella sede di Manifatture Digitali Cinema Prato, infrastruttura che fa capo alla nostra Toscana Film Commission. Nel ribadire il sostegno delle istituzioni toscane al mondo del cinema e della cultura, auguro ai vincitori del premio un futuro ricco di successi”.

“Il David Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars è un’iniziativa straordinaria nata dalla collaborazione tra l’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello e Fondazione Sistema Toscana” – ha dichiarato la presidente e direttrice artistica dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, Piera Detassis – . “Un premio già importante, pensato per sostenere i giovani talenti del nostro cinema che a Firenze ricevono la preziosa riproduzione in scala del Premio David di Donatello realizzata in esclusiva da Bvlgari e già ribattezzata affettuosamente “Il Davidino.”

“Avere in città, per la seconda volta, un evento rilevante come la consegna del principale riconoscimento cinematografico italiano, il David di Donatello, ci riempie d’orgoglio” ha detto l’assessore alla Cultura del Comune di Firenze, Giovanni Bettarini. “E’ un riconoscimento prestigioso che nasce dalla collaborazione con la rassegna di festival internazionali “50 Giorni di Cinema a Firenze” con la quale come Comune collaboriamo, rendendo il ruolo della nostra città sempre più centrale nel cinema”.

“E’ un onore partecipare alla premiazione dei nuovi talenti del cinema italiano” ha dichiarato Aldo Cursano, membro della giunta della Camera di commercio di Firenze e presidente della sua azienda speciale PromoFirenze –. “Ritengo il cinema non solo un caposaldo della cultura, ma anche un volano dell’economia fiorentina, attraverso le tante pellicole di alta qualità girate nelle nostre zone, che hanno alimentato la nascita nell’indotto di una serie di aziende di servizi. Come Camera di commercio e PromoFirenze vogliamo essere al fianco della Regione nel promuovere il cinema d’eccellenza”.

Ha inviato il suo saluto il presidente della Fondazione CR Firenze, Bernabò Bocca, cha ha dichiarato: “La nostra istituzione sta destinando le sue migliori energie e ingenti risorse nel campo della didattica e per la formazione dei giovani, ai vari livelli e nei diversi ambiti. Questo riconoscimento premia talenti in un campo importante quale è quello cinematografico che sta incontrando una crescente attenzione soprattutto nella fascia giovanile. Siamo sempre stati convinti del forte valore educativo che hanno le arti dello spettacolo e facciamo i nostri migliori auguri di buon lavoro ai sei giovani vincitori”.

The Flash, la spiegazione del finale: la complessa cronologia DCU

Dopo un’uscita al cinema deludente dal punto di vista degli incassi e della critica, The Flash (qui la recensione) è finalmente arrivato su Netflix, dove si è piazzato subito in Top 10, a causa probabilmente della curiosità che il film genera. La storia del film è stata travagliata, sia per ragioni produttive, sia per le vicende personali del suo protagonista, Ezra Miller.

La storia del film è complessa per via delle linee temporali che si ammassano e alla fine deflagrano in quello che nei fumetti è stato il Flashpoint. Ebbene, ecco di seguito una spiegazione per il finale di The Flash.

Cosa succede alla fine di The Flash

The Flash adatta molto liberamente la storia di Flashpoint della DC Comics e vede Barry Allen viaggiare indietro nel tempo per salvare sua madre, che è stata assassinata quando Barry era un bambino. Sebbene abbia successo, questo cambiamento provoca un effetto a catena nel tempo che crea una nuova linea temporale insostenibile.

Dopo che Barry principale, Barry passato, Batman e Supergirl attaccano le forze di Zod, alla fine vengono sopraffatti dalla potenza dell’esercito kryptoniano. Batman e Supergirl muoiono entrambi, il che spinge i Barry a tornare indietro di qualche minuto e fare le cose in modo diverso. Sebbene il destino originale del loro alleato venga evitato, muoiono ancora una volta, in modo diverso, e diventa chiaro a Barry principale che la distruzione di questa Terra è un momento inevitabile nella linea temporale. L’inutilità di non riuscire a vincere costringe Barry principale ad accettare che non può cambiare il passato e che deve lasciare andare sua madre. Il giovane Barry ha difficoltà ad accettarlo e continua a tornare indietro nel tempo.

I due Barry discutono nella bolla della Forza della Velocità sui pericoli e l’inutilità di aggiustare il passato quando appare il misterioso Flash Oscuro, che in precedenza aveva fatto uscire Barry dalla Forza della Velocità. L’identità del cattivo viene rivelata come una versione più anziana e dai capelli grigi del giovane Barry, che ha trascorso un’intera vita cercando di aggiustare una linea temporale che mantiene in vita sua madre. Dark Flash cerca di pugnalare il Barry principale per impedirgli di non salvare sua madre, ma il giovane Barry salta davanti alla pugnalata, morendo. Poiché sono la stessa persona, questo significa anche che anche il vecchio Barry muore.

Il Barry principale torna nel passato per annullare i cambiamenti che hanno salvato la vita di sua madre. Le aveva dato una lattina di pomodori che lei aveva originariamente dimenticato e aveva mandato il padre di Barry a comprarla, lasciandola sola, quando poi viene uccisa. Con i pomodori rimossi, la madre di Flash è destinata a morire e Barry torna al suo presente. Lì, all’ultimo processo di suo padre, viene rivelato che Barry ha spostato i pomodori su uno scaffale più alto, facendo sì che suo padre guardasse una telecamera, dandogli un alibi. Suo padre viene assolto dal crimine.

Fuori, Barry chiama Bruce. Quando si presenta al tribunale, Bruce è una persona completamente diversa da quello che Barry conosce. Nonostante abbia ripristinato la morte di sua madre, spostare i pomodori per provare l’alibi di suo padre ha comunque alterato la linea temporale. Il film si conclude con Barry in uno stato di confusione sulla linea temporale in cui si trova e su cosa potrebbe succedere dopo.

George Clooney è Batman

Quando Barry chiama Bruce alla fine del film, il Bruce Wayne che si presenta è la versione di George Clooney del personaggio del famigerato Batman & Robin. È chiaro che Clooney è in realtà Bruce, poiché si arrabbia visibilmente quando Barry esclama comicamente che non è Batman. Le implicazioni di questo colpo di scena finale non sono ancora chiare, anche se è sicuramente significativo per il futuro di The Flash nell’universo DC.

Spiegazione dei finali di Flash senza il Batman di George Clooney

Sebbene il finale con il Batman di Clooney si adatti al considerevole elenco di cameo di Flash, si scopre che non era il finale originale del film. Infatti, è stato successivamente rivelato che Flash aveva tre finali, con George Clooney come scelta finale che è entrata nel film finito.

Nel finale originale, il Batman di Michael Keaton appare nella sequenza finale, sostituendo il Batman di Ben Affleck nell’universo cinematografico DC principale per indicare che Flash ha comunque cambiato la linea temporale. Nel secondo, Gal Gadot e Henry Cavill sono apparsi anche nel finale, riunendo la Justice League originale del DCEU. Tuttavia, poiché l’imminente riavvio del DCU ha nuovi programmi per Superman e Batman, questi finali sono stati sostituiti con il finale di Clooney, per cercare di chiarire che Keaton e Cavill non avrebbero continuato i rispettivi ruoli.

Cosa è successo al Batman di Ben Affleck?

Il Bruce Wayne di Ben Affleck è presente all’inizio di The Flash e dà a Barry alcuni consigli difficili ma necessari sull’importanza di accettare il dolore e di non rimanere bloccati nel passato. Tuttavia, una volta che Barry viaggia nel tempo, il Batman di Affleck non si vede mai più. Non viene mai confermato direttamente cosa gli accade, ma dato il finale del film, sembra che il Bruce di Affleck sia probabilmente ancora nella sua linea temporale originale mentre Barry è finito in un altro mondo alternativo.

George Clooney sarà in The Brave And The Bold?

Flash si conclude con la rivelazione che il Bruce Wayne della linea temporale attuale di Barry è la versione di George Clooney, ma il co-CEO dei DC Studios James Gunn ha confermato che Clooney non sarà in The Brave And The Bold. A questo punto, non è chiaro come funzionerà questa svolta con l’imminente film e chiunque venga scelto per il suo ruolo di Batman. È possibile che Barry salti semplicemente di nuovo tra gli universi, o che questo Flash possa rimanere nell’universo di Clooney mentre un nuovo attore assume il ruolo nell’universo DC di Gunn e Safran.

Il multiverso DC è salvo

L’atto culminante in Flash mostra più continuity/universi diversi che si scontrano tra loro e subiscono danni significativi mentre Dark Flash cerca di impedire a Barry di ripristinare la linea temporale. Diversi universi, inclusi cameo di popolari franchise cinematografici DC come quelli con Superman di Christopher Reeve e Batman di Adam West, vengono mostrati con lacrime multiversali. Fortunatamente, ogni universo viene salvato e sembra tornare al suo stato precedente entro la fine del film.

Il colpo di scena del cattivo di Flash e Dark Flash spiegati

All’inizio di Flash, una figura misteriosa attacca Barry nella Forza della Velocità e lo fa uscire da essa al momento sbagliato. Al culmine del film, quella figura si rivela essere una versione futura del Barry alternativo del passato. Questo Barry più anziano ha trascorso un’intera vita cercando in ogni modo possibile di salvare la linea temporale in cui è viva sua madre, ma ha fallito per quello che sembra essere decenni. Ha riportato ferite significative sotto forma di schegge conficcate nel suo corpo per aver ripetutamente combattuto le forze di Zod, che gli hanno conferito la sua sagoma scura e appuntita.

Per impedire al Barry principale di annullare le sue modifiche alla linea temporale e ripristinare la versione originale della storia, inclusa la morte di sua madre, il malvagio Dark Flash cerca di uccidere Barry all’interno della Forza della Velocità. Il Barry del passato salta tra i due e viene pugnalato a morte. Poiché è la stessa persona di Dark Flash, solo più giovane, entrambi muoiono insieme e il Barry principale annulla le sue modifiche alla linea temporale.

Cosa è successo agli altri multiversi DC?

Mentre il Barry principale, il giovane Barry e il futuro Barry (Dark Flash) si scontrano nella Forza della Velocità, il multiverso inizia a lacerarsi e diversi universi si scontrano tra loro. Ogni universo è visualizzato come una sfera composta dal passato, dal presente e dal futuro di ogni realtà. Tuttavia, quando i due Barry della linea temporale alternativa muoiono, Flash riavvolge il tempo ancora una volta e ogni universo viene visto guarire e tornare alla sua posizione originale. Sembra che gli altri universi DC nel multiverso siano separati in modo sicuro dall’attuale continuità dell’universo DC e rimangano illesi.ha almeno un’altra avventura bloccata. Tuttavia, come Barry, non è ancora chiaro cosa significhi per la sua inclusione a lungo termine nell’universo DC.

Cosa significa davvero il finale di The Flash

The Flash 2023 easter eggsMentre il finale di The Flash mostra che l’interferenza finale di Barry Allen con la linea temporale originale, ovvero spostare una telecamera in modo che suo padre possa essere dichiarato innocente del crimine per cui inizia il film in prigione, funziona, si dimostra anche che ha comunque influenzato l’universo generale. Ciò dimostra che Bruce Wayne di Ben Affleck ha ragione nel suo discorso all’inizio del film, dove dice di non voler cambiare nemmeno i tragici eventi della sua vita, perché sono parte integrante di ciò che è sia come persona che come eroe.

L’apparizione finale del Batman di George Clooney al posto di Affleck rafforza un fatto: anche piccoli cambiamenti alla linea temporale DC possono avere effetti drastici, rafforzando il fulcro generale del film.

Quando la vita ti dà mandarini, la spiegazione del finale: è un Lieto Fine o un Finale Triste?

Nel finale di “Quando la Vita dà Mandarini”, serie Netflix in Top 10, vediamo Gwan-Sik e Ae-Sun nel pieno della loro vita, intenti a pianificare il futuro che desiderano vivere insieme. Anche se non riescono a realizzare la maggior parte di quei progetti nel futuro che immaginavamo per loro, hanno comunque vissuto una vita piena e felice insieme. Con uno show come questo, non ci si può aspettare un lieto fine assoluto. Il dramma, che abbraccia 70 anni della vita di Ae-Sun, lascia lo spettatore completamente devastato alla fine. Sì, ciò è dovuto alla morte e a un senso di incombente fatalità, ma anche perché non si tratta solo della fine della serie, ma della fine di una sensazione.

Perciò, si potrebbe dire dire che lo show si conclude con una nota triste, ma sarebbe sbagliato. Siamo tristi perché è finito, perché non possiamo più seguire le generazioni della famiglia di Ae-Sun nelle loro gioie e difficoltà. Siamo tristi perché non possiamo più vedere Gwan-Sik dire a Geum-Myeong che può sempre tornare da lui se mai ne sentirà il bisogno. Siamo tristi perché non possiamo più vedere Eun-Myeong sentirsi come se fosse sempre in secondo piano nella sua stessa famiglia. Ma, detto ciò, ricordiamolo per ciò che ci ha lasciato alla fine.

Come Sopravvive Ae-Sun Dopo la Morte di Gwan-Sik in Quando la vita ti dà mandarini?

Si dice che le donne trovino più facile sopravvivere ai loro partner quando invecchiano. Non sono sicura che sia del tutto vero, ma credo che lo show ci mostri un esempio di questa teoria. La madre di Ae-Sun è vissuta più a lungo di suo padre. Poi sua suocera ha vissuto più a lungo di suo suocero, e infine Ae-Sun ha dovuto sopravvivere a Gwan-Sik. È sempre stato Gwan-Sik a prendersi cura di Ae-Sun quando lei ne aveva bisogno. La proteggeva, la sfamava e la teneva in vita. Quindi, quando si ritrova sola dopo la sua morte, come può andare avanti? Portando con sé un pezzo di lui. Certo, Gwan-Sik non è più lì per darle una pacca sulla spalla ogni volta che ne ha bisogno, ma lei lo ritrova in tutto ciò che fa. Non sono riusciti ad andare all’estero insieme o a pagare le lezioni di pianoforte per i loro figli, ma si sono presi cura di loro come se la loro vita dipendesse da questo.

Quando la vita ti dà mandarini – Moon So-ri – Yoo Eun-mi/Netflix
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L’addio finale di Gwan-Sik è doloroso perché si trova in un letto d’ospedale e tutto ciò che può fare è guardare la sua famiglia piangere disperatamente, sapendo di essere sempre stato il pilastro che li teneva uniti e forti. Eppure, proprio come Ae-Sun gli aveva promesso, nel momento del suo ultimo respiro, con gli occhi fissi su di lei, gli regala il sorriso più grande che riesce a fare, perché così lui desiderava ricordarla. Dopo la sua morte, Ae-Sun si ritrova a pensare a tutto ciò che Gwan-Sik aveva sistemato in anticipo per lei: le aveva detto che avrebbe pianto ogni volta che avrebbe visto degli involtini di uova, aveva aggiustato la serratura della porta, aveva persino spostato gli oggetti sui ripiani più alti della cucina in modo che lei potesse raggiungerli da sola. Era sempre stato attento nei confronti di Ae-Sun.

Così, anche se Ae-Sun è sola, in realtà non lo è mai veramente, perché ha i suoi figli (anche se hanno ormai le loro famiglie) e ha il ricordo di suo marito, che può raccontare nei suoi versi. Gwan-Sik diceva sempre che Ae-Sun non era mai diventata una poetessa perché aveva sposato lui. Ma se non fosse stato per il dolore che hanno condiviso, lei non avrebbe mai potuto scrivere come fa ora. Col passare dei giorni, la primavera ritorna e Ae-Sun trova la sua vocazione nell’insegnare alle donne anziane nelle case di riposo a scrivere poesie. Dopo tanti anni, viene finalmente chiamata “insegnante”, anche senza una laurea. Riesce a vivere nella casa di sua madre, perché Geum-Myeong la riacquista per lei, proprio come aveva fatto suo padre tanti anni prima.

Cosa Simboleggiano le Mollette per Capelli?

Nonostante Ae-Sun sia una donna di mezza età e una nonna, Gwan-Sik non ha mai smesso di comprarle mollette per capelli. Ogni giorno, sin da quando era bambina, ne indossa una nuova, ma l’unica volta in cui la vediamo senza è dopo la sua morte. Tuttavia, come per il resto, con il tempo torna alle sue vecchie abitudini e ricomincia a indossarle. Inoltre, ne ha così tante inutilizzate che potrebbero durarle una vita intera. Le mollette sono il più grande ricordo di Gwan-Sik per Ae-Sun. Più degli involtini di uova, più del mare e delle barche, persino più dei loro figli. Gwan-Sik vive nelle mollette per capelli, ed esse sono la piccola carezza quotidiana di cui Ae-Sun ha bisogno per alzarsi e affrontare la giornata. Durante i funerali, le figlie indossano sempre una molletta con un fiocco bianco. Lo show ci offre un dolce richiamo a Gwan-Sik mostrando Geum-Myeong, sua figlia maggiore e suo orgoglio, con la molletta del lutto nei capelli. L’ho trovato davvero commovente, e ora sto piangendo di nuovo.

Quando la vita ti dà mandarini storia – Moon So-ri, Park Hae-joon – Yoo Eun-mi/Netflix
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Chi è Chloe Lee?

Nel finale di “Quando la vita ti dà mandarini”, i figli inviano le poesie di Ae-Sun a un’editrice di nome Chloe H. Lee. Questa editrice è la stessa donna che trovò l’anello di Ae-Sun quando lo gettò via in un momento di rabbia contro Gwan-Sik. Inoltre, assomiglia esattamente alla madre di Ae-Sun. Torniamo così all’inizio dello show, quando Ae-Sun guarda il mare e chiama sua madre. Dice che, dopo tutti quegli anni, quella è ancora l’unica parola che vorrebbe pronunciare. Dice anche che sperava che sua madre si reincarnasse e lavorasse a una scrivania, proprio come sognava per sé stessa. Con la stessa attrice che interpreta Chloe, possiamo supporre che sia la reincarnazione della madre, che aiuta Ae-Sun in un modo tutto suo.

Cosa Significa il Finale della Serie?

Il finale è una lettera di ringraziamento di una figlia alla madre. Tangerini possono essere aspri, ma con essi si possono comunque preparare dolci deliziosi. La serie è quasi un invito a vivere, qualunque cosa la vita ci riservi. È un filo invisibile che lega le donne di questa famiglia, per sempre.

The Flash: tutti gli Easter Eggs e i riferimenti ai film DC

The Flash: tutti gli Easter Eggs e i riferimenti ai film DC

The Flash, (qui la recensione) è film stand-alone del Velocista Scarlatto uscito in sala nel giugno 2023, dopo aver affrontato ritardi e problemi con il suo protagonista, Ezra Miller. Diretto da Andy Muschietti, il film funge da ponte fra il vecchio DCEU e il nuovo DCU, e fornisce finalmente una spiegazione chiara e funzionale del multiverso. Il film traccia infatti la storia di Barry Allen, il quale nel tentativo di aggiustare il passato e impedire l’uccisione della madre, altera la linea temporale, provocando dei danni. Con questo pretesto, The Flash regala anche al suo pubblico numerosi easter eggs e riferimenti a personaggi di altri franchise della DC ma anche alla Warner Bros. stessa, alcuni molto sorprendenti e altri invece attesi. Di seguito, tutte le reference e i camei presenti nel film!

LEGGI ANCHE: The Flash: la spiegazione del multiverso e delle linee temporali

Il ritorno di Wonder Woman

Fra i più grandi camei regalati da The Flash vi è quello della Wonder Woman di Gal Gadot, contenuto nel primo atto. Diana Prince arriva in soccorso di Batman nella scena action iniziale del film, mentre questi è appeso ad un ponte e sta cercando di reggere un criminale da poco inseguito. Questi ha fra le mani una sostanza chimica pericolosissima che, qualora cadesse in acqua, distruggerebbe la città. Batman sta quasi per cedere, quando all’improvviso il Lazo della Verità lo avvolge e lo trascina al sicuro. Dopo un breve – e simpatico – siparietto con Wayne e Barry, che arriva poco dopo, Wonder Woman vola via, pronta ad affrontare una nuova avventura.

Il riferimento alla sequenza di Barry e Iris della Snyder’s Cut

Siamo ancora nel primo atto, quando Barry Allen incontra Iris West. Il primo incontro che il pubblico vede fra i due viene mostrato in Justice League di Zack Snyder, quando Flash evita che la ragazza venga investita e muoia. In The Flash, al momento del loro incontro, è poi la stessa Iris a fare riferimento alla scena dell’incidente d’auto del film di Snyder, ricordando a Barry che i due si sono già incontrati brevemente. Tra l’altro questa è l’unica scena nel DCEU della Iris di Kiersey Clemons, prima di rivederla nel film stand-alone.

Iron Heights, il carcere della DC in cui si trova Henry Allen

Per chi conosce a fondo i fumetti e la storia di Flash, saprà l’importanza di Iron Heights. In Justice League, alcune immagini avevano mostrato Barry parlare proprio con il padre in carcere, poiché – come si sa – accusato della morte della madre. In The Flash, abbiamo una sequenza nella quale i due dialogano, prima che al padre venga staccato il collegamento con il figlio. La prigione è, per l’appunto, Iron Heights Penitentiary, la più famosa dei fumetti DC. Iron Heights è il carcere in cui, sia nei fumetti che nella serie tv della CW, Flash rinchiude tutti i malviventi dopo averli fatti arrestare.

Per conoscere la storia di Barry basta guardare nella Speed Force

La prima volta in cui Barry finisce nella Speed Force è quando pensa a sua madre. È lì che The Flash mostra i più grandi camei ed easter egges, ed è sempre lì che si può approfondire meglio la sua storia. La Speed Force si genera quando Barry corre molto velocemente e, attraverso di essa il supereore può vedere scorci del suo passato, grazie ai quali si può sapere meglio quale sia il suo trascorso nel DCEU. Quando Flash entra in questa sorta di regno temporale, vengono mostrati tutti i momenti del velocista nella Justice League, e tutti i suoi periodi precedenti prima di diventare, appunto, l’eroe scarlatto.

All’inizio di The Flash appare il Superman di Henry Cavill

Sempre nella Speed Force compare anche il Superman interpretato da Henry Cavill e, fra le immagini più memorabili apparse, c’è quella della battaglia del supereore insieme a tutta la Justice League. Henry Cavill ha oramai svestito i panni di Kal-El/Clark Kent, eppure in The Flash appare ugualmente, seppur in un flashback. C’è anche un’altra scena in cui vediamo Superman, e non appartiene alla Speed Force. Ad un certo punto, infatti, si vede il kryptoniano salvare alcune persone da un vulcano attivo, il che suggerisce che quella potrebbe essere la sua ultima apparizione come Uomo d’acciaio.

Il negozio Grayson

In The Flash capiamo anche bene dove vive Barry Allen, grazie ad una sequenza in cui quest’ultimo parla per l’ultima volta con il Bruce Wayne di Ben Affleck, prima di tornare nel passato. La sua palazzina ha di fronte un negozio che si chiama “Grayson’s” e che è palesemente un altro riferimento alla DC Universe. Infatti, questa è una reference all’omonima famiglia DC da cui proviene Dick Grayson, un eroe associato a Batman come primo Robin e poi Nightwing.

La stanza alternativa di Barry Allen è uno scrigno di easter eggs

Quando Barry Allen viaggia nel tempo dopo aver cambiato il passato e fatto rivivere la madre, si trova faccia a faccia con una sua versione alternativa diciottenne. Una volta andato a casa dell’altro Barry, nella sua camera da letto si possono vedere appesi alle pareti diversi poster, tutti easter eggs appartenenti alla storia della Warner Bros. Troviamo infatti locandine di film come Io sono leggenda, Inception e Pacific Rim, ognuno di questi distribuito proprio dalla Warner Bros. Pictures.

La reference sul passaggio di James Gunn alla DC

In The Flash ci sono palesi riferimenti a James Gunn e, nello specifico, al suo essere a capo dei DC Studios con Peter Safran. Sempre nella stanza del Barry alternativo troviamo infatti il poster del film Scooby-Doo del 2002, uno dei primi film scritti proprio da James Gunn e che lo hanno iniziato alla carriera ad Hollywood. C’è poi anche un flashback in cui il giovane Barry indossa una maglia che fa riferimento alla Mystery Machine del franchise di Scooby-Doo, un altro sottile collegamento a James Gunn.

Il cameo di Temuera Morrison come Tom Curry

Fra i tanti camei inseriti in The Flash, uno molto divertente è quello che ha come protagonista Temuera Morrison, alias Tom Curry, padre di Aquaman. Quando Barry torna nel passato, bloccandosi quindi in una dimensione alternativa, tenta di rintracciare tutti i suoi compagni della Justice League. Ogni telefonata risulta vana, fino a quando non prova con Arthur Curry, chiamando così il padre. In quella versione, però, il padre dell’atlantideo non ha mai conosciuto Atlanna, è “felicemente” sposato con una semplice umana e Arthur non è altro che… il suo cane.

In L’uomo d’acciaio Barry Allen è a Metropolis

Un inserto interessante che compare in The Flash riguarda l’attacco di Zod a Metropolis. La scena che viene introdotta all’interno del film non è rivisitata, come magari si pensava, bensì proviene proprio da L’uomo d’acciaio e dalla linea temporale del DCEU. Queste mostrano proprio Barry Allen nella città poco dopo aver ricevuto i suoi poteri, che si reca a Metropolis per poter aiutare a sconfiggere Zod. Rendendosi poi conto che la situazione è troppo complessa da gestire per lui, passando la palla a Superman.

Alcuni classici degli anni ’80 hanno versioni alternative

The Flash gioca molto con il concetto di multiverso e con le sue linee temporali alternative. Fra i tanti momenti divertenti, c’è anche quello in cui Barry Allen scopre che nel mondo del Barry alternativo, alcuni film cult hanno interpreti diversi rispetto a quelli che lui stesso e il pubblico tutto conosce. Uno degli esempi è Ritorno al futuro, in cui Marty McFlay non è interpretato da Michael J. Fox ma da Eric Stoltz, mentre il primo diventa protagonista di Footloose. Kevin Bacon, invece, interpreta Maverick in Top Gun al posto di Tom Cruise, e tutte queste notizie fanno rendere conto a Barry di aver danneggiato l’intero universo, cambiando completamente le cose.

Nel film è presente la colonna sonora di Batman del 1989

Il ritorno di Michael Keaton nei panni dell’eroe pipistrello è stato un epico momento in The Flash, tra l’altro molto atteso da tutti i fan dei film su Batman di Tim Burton. Con Keaton non è però soltanto tornato il personaggio amato, ma anche la colonna sonora della pellicola dell’ ’89 di Danny Elfman che con Tim Burton ha lavorato parecchie volte. La musica si sente più volte all’interno del film, e abbraccia molte scene particolarmente entusiasmanti, come quella in cui si vede la Batcaverna o ancora la sequenza del combattimento di Batman, che fanno sciogliere il cuore a tutti coloro che si sono appassionati al Bruce Wayne di Keaton.

La risata del Jocker: altra reference da Batman del 1989

I riferimenti a Batman di Tim Burton dell’89 non finiscono qui. Infatti, ad un certo punto, da un sacchetto si sente udire una risata riconoscibile fra mille. Questa è infatti la risata del Joker, quella che compare all’interno dello storico film. Nella storia raccontata da Burton c’è un momento in cui Batman ferma Joker, il quale fa risuonare la sua ultima risata da un sacchetto proveniente dal suo taschino. Questo stesso sacchetto viene mostrato in The Flash e a trovarlo è il Barry alternativo, proprio nella Batcaverna di Keaton.

Il riferimento a Flashpoint

E’ da subito chiaro che la premessa di The Flash si basi sul fumetto Flashpoint. Il film, però, al suo interno, ha proprio una scena specifica in cui è inserito un riferimento diretto a quello che succede nella origin story. In The Flash, dopo aver perso i suoi poteri nel tentativo di farli avere alla sua versione alternativa, Barry decide di provare a riacquisirli con l’aiuto di Bruce Wayne. Si lega perciò a una sedia, per lasciarsi fulminare. Nel fumetto originale, Barry prova a fare esattamente la stessa cosa, con la differenza che accanto a lui c’è la versione di Thomas Wayne di Batman.

La reference all’Imperatore Palpatine di Star Wars

Nel terzo atto, nel momento della battaglia con Zod, in cui si unisce anche Supergirl, l’altra versione di Barry ha imparato a usare e gestire meglio i suoi poteri, fra questi accumulare l’energia e incanalarla per sparare fulmini. C’è una sequenza in cui Barry dice al suo io alternativo che i kryptoniani non possono essere uccisi da loro, e così quest’ultimo domanda: “E se lo emettessi come Imperatore?”, e subito ne lancia uno contro un soldato. La sua frase è un evidente riferimento all’Imperatore Palpatine di Star Wars, che usa il fulmine della Forza come arma principale.

La battaglia con Superman in Justice League

Sempre l’altra versione di Barry ad un certo punto, nella battaglia con Zod, dice che i kryptoniani sono troppo veloci. Barry però gli conferma che loro due lo sono molto di pù, riferendosi alla scena presente in Justice League quando Flash, mentre cercano di combattere contro Superman, si dimostra essere effettivamente più veloce di lui. Seppur di poco.

La citazione del multiverso sferico della DC

Una delle scene più epiche all’interno di The Flash riguarda la rappresentazione dei vari universi della DC nella Speed Force. Essi vengono mostrati come sfere multicolori, e si riferiscono al modo in cui la DC rappresenta il suo multiverso. Se si consulta la mappa del multiverso di DC.com, si può notare come il film abbia rappresentato in maniera minuziosa l’aspetto del multiverso, soprattutto nella scena della collisione delle enormi sfere.

L’apparizione Christopher Reeve come Superman

Nella sequenza in cui le sfere si scontrano, The Flash mostra il più alto numero di camei, con apparizioni decisamente toccanti per i fan più incalliti. Sono personaggi che hanno fatto parte della DC del passato e che in quel momento subiscono la conseguenza dell’intromissione di Barry nella linea temporale. Fra questi troviamo Christopher Reeve, l’iconico Superman del 1978, ricostruito interamente in CGI, che guarda alla distruzione del multiverso.

L’apparizione di Helen Slater come Supergirl

Accanto al Superman di Christopher Reeve, il pubblico può incontrare un altro volto storico e noto, ossia la Supergirl di Helen Slater. L’attrice ha vestito i panni della kryptoniana per la prima volta nell’omonimo film del 1984, spin-off del Superman di Reeve. Anche lei – riprodotta in CGI – guarda gli universi distruggersi, prima che Barry riesca a correggere gli errori ripristinando il multiverso.

La colonna sonora di Superman del 1978

L’omaggio a Batman, con la colonna sonora risuonante in alcune sequenze, non è l’unico. Infatti, The Flash ne contiene anche un altro, questa volta per celebrare il Superman del 1978. La colonna sonora è quella di John Williams, e la sentiamo nel momento in cui compaiono proprio il Superman e la Supergirl di Christopher Reeve e Helen Slater.

L’apparizione di Nicolas Cage

Ancor prima che The Flash uscisse nelle sale, Andy Muschietti aveva fatto correre la voce del cameo di Nicolas Cage nelle vesti di Superman. La storia dell’attore nei panni del kryptoniano risale al film Superman Lives di Tim Burton, alla fine mai uscito. Cage, infatti, era stato scelto per interpretare Clark Kent, ma dopo una lunga pre-produzione, riscritture varie e disaccordi fra lo studio e creativi, la pellicola fu cancellata. Nel film di Muschietti, però, si può finalmente vedere l’attore nei panni del suo Superman eliminato, il che rende le immagini ancora più emozionanti e impattanti.

Il Batman di Adam West

Non finiscono i camei sugli Batman del passato e, in The Flash, un’altra sorpresa che molti apprezzeranno ha come protagonista Adam West nei panni della serie televisiva e del film Batman del 1960. Quest’ultimo lo si intravede per un lasso di tempo molto breve, ma questo cameo è forse uno fra i più belli del film, perché rende omaggio a uno degli attori originali del Cavaliere Oscuro.

Il cameo di George Reeves

Nella Speed Force c’è un ultimo interessante cameo su Superman, ossia la versione di George Reeves. Reeves è famoso principalmente per essere stato uno dei primi attori della storia a interpretare Superman in live-action, nella serie televisiva del 1950 Adventures of Superman.

La versione di Flash di Teddy Sears

Nella scena finale della Speed Force in The Flash, l’ultimo cameo importante è quello di Teddy Sears. L’attore ha interpretato Hunter Zoloman/Zoom nella serie televisiva della CW. Seppur interpreti un villain – a causa del quale muore la madre di Barry Allen – Zoloman ad un certo punto diventa stufo dei suoi modi di fare, cambia nome in Jay Garrick e diventa Flash nel suo universo, indossando il casco alato dei fumetti.

Il cameo di Andy Muschietti

Alla fine del film, Barry ripristina la linea temporale e aggiusta il passato, causando inevitabilmente la morte della madre. Tornato nel presente – nel quale tutto sembra essere di nuovo normale anche se così non è – Barry si deve sbrigare per arrivare all’udienza del padre, il quale verrà poi assolto. Mentre si veste e scappa, ruba un hot dog a un giornalista fuori dal tribunale, che altri non è che Andy Muschietti, regista del film. Questo è il penultimo cameo di The Flash.

George Clooney come Batman?

L’ultimo, sorprendete, cameo di The Flash risiede nella scena finale. Uscito dal tribunale, Barry è convinto di essere tornato nella sua linea temporale e che le cose siano andate tutte nel verso giusto. A quel punto riceve una chiamata da Bruce Wayne che lo ha già raggiunto con la sua auto. Ma quando quest’ultimo scende e gli si avvicina, il pubblico non vede Ben Affleck bensì… George Clooney. L’attore riprende così il ruolo di Batman tanto criticato in Batman & Robin, lasciando tutti spiazzati e increduli. Il film termina poco dopo l’apparizione di Clooney, e saluta lo spettatore con una grossa e importante domanda: Clooney diventerà il nuovo Batman del DCU? Lo rivedremo ancora?

Torna Aquaman nella scena post-credits

The Flash contiene una scena post-credits, nella quale fa ritorno uno degli eroi della Justice League, che fra l’altro ha un sequel in uscita proprio a fine 2023: Aquaman. L’apparizione di Jason Momoa nei panni dell’atlantideo è l’unico cameo post-credits, in cui si vede Arthur – ubriaco – uscire da un bar insieme a Barry. Essendo completamente stordito – ad un certo punto cade addirittura in una pozzanghera – Aquaman non capisce la storia che Barry gli sta raccontando, ma sicuramente con quest’ultima scena molte domande lasciate in sospeso in The Flash avranno risposta in Aquaman e il Regno Perduto, in cui dovrebbe spiegarsi come quello che abbiamo visto nel film – quindi camei, reference ed easter eggs – cambierà il futuro della DC.

Manuale per Signorine, la spiegazione del finale: Elena e Santiago finiscono insieme?

Manuale per Signorine è una coinvolgente commedia romantica spagnola in Top 10 su Netflix, ambientata nella Madrid degli anni 1880, in cui una protagonista audace – per la quale la quarta parete è più un suggerimento che un limite – guida la narrazione. Elena Bianda è alla ricerca di un nuovo impiego come dama di compagnia, una figura incaricata di gestire la vita sociale della sua pupilla, compresi i suoi pretendenti e le prospettive matrimoniali. Per questo motivo, la famiglia di Don Pedro Mencia, con tre giovani figlie, rappresenta un’opportunità lavorativa ideale. Tuttavia, solo dopo aver assunto la responsabilità di sorvegliare Cristina, Sara e Carlota, Elena si rende conto di quanto siano difficili da gestire le tre ragazze.

A complicare ulteriormente le cose, il figlioccio di Pedro, Santiago, un giovane affascinante, ha sempre nutrito un interesse per la maggiore delle sorelle Mencia, ma il suo sentimento viene messo alla prova dalla crescente attrazione – forse reciproca – verso Elena. Così, invece di un impiego tranquillo e a lungo termine, la dama di compagnia si ritrova intrappolata in un triangolo amoroso e in una rete di bugie che potrebbero distruggere il suo mondo – e il suo cuore – se venissero alla luce.

Riassunto di Manuale per Signorine

Manuale per Signorine. Nadia de Santiago è Elena, Isa Montalbán è Cristina in Manuale per Signorine. Cr. Manuel Fernández Valdes/NETFLIX © 2024

Elena Bianda è eccellente nel suo lavoro come dama di compagnia. Tuttavia, ogni volta che porta a termine con successo un matrimonio, si ritrova a dover cercare un nuovo impiego. Stavolta, decide di proporsi come chaperon nella casa di Don Pedro Mencia. La famiglia ha recentemente subito la tragica perdita della matriarca, lasciando le tre sorelle, Cristina, Sara e Carlota, senza una madre. Per Elena, questa è un’occasione d’oro nel suo mestiere. Determinata a ottenere il posto, utilizza metodi discutibili, come tangenti e storie strappalacrime sui suoi genitori defunti, per guadagnarsi la fiducia di Pedro. Alla fine ottiene il lavoro, suscitando l’ira della sua rivale Alicia, che giura di farla licenziare.

Nonostante ciò, Elena ha altre priorità: conquistare la fiducia delle sorelle Mencia. Se con Carlota, undicenne morbosamente curiosa e amante degli scherzi, il compito è semplice, con Cristina e Sara la situazione è più complicata. Elena riesce a convincere Cristina, ancora in lutto, a uscire e partecipare a un ricevimento cittadino con il suo possibile pretendente, Eduardo. Tuttavia, la giovane prende fin troppo sul serio il consiglio e finisce per avere un incontro intimo con Eduardo nella sua carrozza. Quando Elena scopre l’accaduto, Eduardo promette di dimostrare il suo amore chiedendo formalmente la mano di Cristina.

Un mese dopo, però, il giovane non si presenta alla tenuta Mencia per la proposta di matrimonio. Invece, manda una lettera in cui informa Cristina di aver cambiato idea e di essere partito per Parigi. La notizia è devastante, non solo per il suo cuore spezzato, ma anche perché Cristina è rimasta incinta da quella sola notte trascorsa insieme. Elena si affretta a trovare un nuovo pretendente per evitare che la ragazza finisca emarginata come madre nubile. La soluzione arriva con Santiago, il figlioccio di Pedro e amico stretto delle sorelle Mencia.

Santiago nutre da tempo un affetto per Cristina, anche se non sembra essere ricambiato. Tuttavia, quando la giovane inizia a notare i suoi piccoli gesti di affetto, si rende conto di poter costruire un futuro con lui. Nel frattempo, però, Santiago comincia a sviluppare sentimenti per Elena, attratto dalla sua ironia e dal suo spirito anticonformista. Come se non bastasse, la comparsa di un vecchio amore di Elena, Gabriel, complica ulteriormente la situazione. Santiago si trova in difficoltà quando Pedro viene a conoscenza della sua relazione con Cristina ed è entusiasta di vederlo come futuro genero. Ma la situazione si complica ulteriormente con il ritorno di Eduardo, deciso a riconquistare Cristina.

Finale di Manuale per Signorine

La storia d’amore tra Elena e Santiago è tesa fin dall’inizio. La donna, con il suo sarcasmo e il suo atteggiamento disincantato, ha un passato misterioso e problematico. L’arrivo di Gabriel e la rivelazione che sia stata lei a porre fine alla loro relazione aggiungono un ulteriore strato di complessità. Per questo, Elena non si illude sulla possibilità di un lieto fine con Santiago, che per giunta è il principale pretendente di Cristina e la sua unica speranza di evitare lo scandalo. D’altra parte, Santiago, idealista e sognatore, crede ancora di poter avere un futuro con Elena.

Man mano che la storia si avvicina alla conclusione, i ruoli tra i due si invertono. Santiago, tradito dalla scoperta che Elena stava manipolando la situazione per spingerlo a sposare Cristina, rinuncia definitivamente a lei. Nel frattempo, Cristina, delusa dalle bugie di Elena, la licenzia. Tuttavia, dopo aver letto l’operetta su cui Santiago stava lavorando, Cristina capisce che i sentimenti del giovane per Elena erano autentici e la incoraggia a inseguirlo se prova lo stesso per lui.

Così, Elena si lancia in un inseguimento disperato per fermare Santiago prima che parta per un viaggio di lavoro a Lisbona. Nella sua testa, ha preparato il discorso perfetto per dichiarargli il suo amore. Ma, nonostante il suo desiderio di un lieto fine, la carrozza di Santiago non si ferma, lasciandola indietro. Il loro amore, per ora, finisce in modo amaro, anche se non è esclusa una seconda possibilità in futuro.

Manuale per Signorine. Álvaro Mel è Santiago, Nadia de Santiago è Elena, Isa Montalbán è Cristina in Manuale per Signorine. Cr. Manuel Fernández Valdes/NETFLIX © 2024

Cristina sceglie Santiago o Eduardo? Chi sposa?

Cristina si trova di fronte a una difficile scelta sentimentale. Inizialmente innamorata di Eduardo, il suo cuore si spezza quando lui la abbandona. Decide quindi di cercare conforto in Santiago, che però non ha mai considerato un vero pretendente. Col tempo, però, inizia a vedere in lui un futuro solido e sicuro. Tuttavia, quando Eduardo torna deciso a riconquistarla e disposto a rinunciare alla sua famiglia per lei, Cristina comprende che il suo amore per lui non si è mai spento. Alla fine, confessa tutto a Santiago e a suo padre, scegliendo di sposare Eduardo.

Il futuro di Elena e della famiglia Mencia

Dopo essere stata licenziata, Elena si ritrova senza casa e senza lavoro. Al suo posto, la sua rivale Alicia assume il ruolo di dama di compagnia delle sorelle Mencia. Questo cambia drasticamente la dinamica della famiglia e lascia molte incognite sul futuro delle giovani ragazze. Intanto, Elena deve affrontare la realtà della sua situazione e trovare un nuovo scopo nella sua vita. Riuscirà mai a riconquistare Santiago? La risposta resta sospesa, lasciando spazio alla possibilità di un secondo capitolo nella loro storia d’amore.

La lista dei miei desideri, la spiegazione del finale: Alex completa la sua lista?

Il dramma romantico di Netflix, La lista dei miei desideri, lavora per un finale soddisfacente che risponde alla domanda se Alex (Sofia Carson) completerà la sua lista entro il nuovo anno. Adattato dal libro di Lori Nelson Spielman, il film segue una donna di nome Alex che accetta di esaudire l’ultimo desiderio di sua madre: completare la “lista della vita” che aveva fatto quando aveva 13 anni. Se riuscirà a completare tutti i dodici punti della lista entro Capodanno, Alex otterrà la sua eredità.

Tuttavia, gli obiettivi non saranno così facili come la ragazza si aspetta. Inizia a cercare di portare a termine i suoi compiti, ma continua a incontrare ostacoli, come la scoperta che sua madre ha avuto una relazione, che ha portato al suo concepimento. Per fortuna, Brad (Kyle Allen), l’avvocato incaricato di redigere il testamento di Elizabeth (Connie Britton), interviene per sostenerla durante il viaggio di un anno. Come in tutte le migliori commedie romantiche, Alex e Brad si innamorano quando meno se lo aspettano. Questo porta a un finale romantico che mostra la crescita di Alex come persona e come partner romantico.

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Alex completa tutti i punti della sua lista

Sebbene il film includa una sottotrama romantica, la trama principale di La lista dei miei desideri è il viaggio di Alex per completare la sua lista di vita da quando aveva 13 anni – l’ultimo desiderio di sua madre. Alcuni obiettivi, come fare la stand-up comedy e farsi un tatuaggio, si rivelano più semplici di altri. Molti dei punti della sua lista, come riconciliarsi con il padre e diventare una brava insegnante, si rivelano invece quasi impossibili. Dopo un anno, grazie all’aiuto di Brad e dei suoi fratelli, riesce a raggiungere tutti gli obiettivi, tranne quello di trovare il vero amore.

Connie Britton in La lista dei miei desideri
Connie Britton in La lista dei miei desideri. Cr. Nicole Rivelli/Netflix © 2025.

Brad interviene per sostenerla durante tutto il percorso, presentandosi al comedy club, offrendole un lavoro di insegnante presso il centro di accoglienza per donne e portandola a conoscere il suo padre biologico. Nel frattempo, i suoi fratelli la sorprendono con un campeggio nel cortile della casa della madre sotto la luna piena. Durante questo pigiama party, Julian le fornisce una visione che le permette di riconciliarsi con il padre. Fortunatamente, la madre pensa che innamorarsi in un anno non sia giusto, e quindi ha pianificato che Alex riceva la sua eredità se fa tutto tranne quell’unico punto della lista.

La spiegazione dell’eredità che Alex riceve

Poiché Alex ha completato tutte le voci della sua lista di vita, tranne quella di trovare il vero amore, le viene consegnata una busta con all’interno la sua eredità, che è rimasta un mistero. Si scopre così che Alex ha ottenuto esattamente ciò che voleva fin dall’inizio: la casa di sua madre e tutto ciò che contiene. La madre ha persino preso l’iniziativa di creare un fondo fiduciario per coprire le spese e le riparazioni, riconoscendo che un lavoro da insegnante non avrebbe necessariamente dato ad Alex il reddito necessario per coprire i costi di una casa.

Questa scelta di eredità dimostra che Elizabeth conosceva e capiva Alex. Aveva capito che lei era la più sentimentale dei suoi figli e che avrebbe apprezzato la casa più di chiunque altro. Tuttavia, imponendole di terminare la lista prima di ricevere la casa, Elizabeth ha impedito alla figlia di chiudersi in se stessa e di seppellirsi nel dolore. La decisione di tenere segrete le specifiche dell’eredità fino alla fine permette inoltre ad Alex di fare dei passi per finire la lista per onorare l’ultimo desiderio della madre, invece di completarla per ottenere la casa. L’intuizione di ciò che Alex vuole e di cui ha bisogno potrebbe derivare dal fatto che Elizabeth e Alex sono sempre stati i membri più vicini della famiglia.

Sofia Carson e Kyle Allen in La lista dei miei desideri
Sofia Carson e Kyle Allen in La lista dei miei desideri. Cr. Nicole Rivelli/Netflix © 2025.

Alex e Brad si mettono insieme alla fine di La lista dei miei desideri

L’unico obiettivo che Alex pensa di non aver raggiunto alla fine dell’anno è “trovare il vero amore”. Rompe quindi con il suo fidanzato, Finn. Anche se all’inizio sembra affascinante e gentile, neanche Garrett apprezza mai veramente Alex, vedendola per come si inserisce nella sua vita. Poiché questi sono gli unici due uomini con cui è stata coinvolta sentimentalmente durante l’anno, la convinzione che non si sia innamorata del vero amore ha senso. In realtà, però, durante l’anno si innamora anche di Brad, perché lui le offre tutto ciò che manca agli altri due uomini e soddisfa tutti e quattro i criteri delle domande di sua madre.

  1. È gentile?
  2. Puoi dirgli tutto quello che hai nel cuore?
  3. Ti aiuta a diventare la versione migliore di te stessa?
  4. Riesci a immaginarlo come padre dei tuoi figli?

A differenza di Finn, Brad non si aspetta che lei sostenga i suoi sogni a scapito dei propri, incoraggiandola a seguire la sua passione per l’insegnamento. Inoltre, si impegna con lei a un livello intellettuale che Finn non raggiunge mai. Inoltre, Brad non rispecchia l’atteggiamento di Garrett. Si preoccupa della sua vita e della sua famiglia per tutta la durata del film, aiutando persino a rintracciare il padre biologico usando il suo stesso denaro quando lei non può permetterselo. Brad non sembra preoccuparsi di come lei si inserisca nella sua vita.

Il perché del rapporto difficile di Alex con suo padre

Fin dall’inizio di La lista dei miei desideri, Alex stabilisce che ha avuto un rapporto teso con suo padre da quando aveva almeno 13 anni. All’inizio del film, sembra che incolpi il genitore per il divorzio dalla madre, dicendo che “l’ha lasciata” invece di essere reciproco. Ciò potrebbe indubbiamente causare tensioni tra un genitore e un figlio. Questo probabilmente era amplificato dal fatto che lei idolatrava sua madre e si sentiva protettiva nei suoi confronti. Tuttavia, in base alla scena della cena, il problema è molto più profondo.

Alex non si sente supportata emotivamente da suo padre, e questo la fa sentire arrabbiata nei suoi confronti. Dice di sentirsi come se lo stesse sempre deludendo, ricordando la sua reazione quando ha lasciato l’insegnamento. L’uomo si è rifiutato di confortare la figlia dopo il suo licenziamento, affermando che era la madre a dover ricoprire quel ruolo per lei. Tuttavia, la ragazza riesce a riconciliarsi con lui dopo che il padre biologico e i suoi fratelli le offrono una prospettiva diversa.

Sofia Carson, Federico Rodriguez e Dario Ladani Sanchez in La lista dei miei desideri
Sofia Carson, Federico Rodriguez e Dario Ladani Sanchez in La lista dei miei desideri. Cr. Nicole Rivelli/Netflix © 2025.

La vera ragione per cui il fratello di Alex ce l’ha con lei

All’inizio di La lista dei miei desideri, appare chiaro che il fratello di Alex, Julian, ce l’ha con lei. È sintetico, sprezzante e non sembra prenderla sul serio. L’esatta ragione di ciò non diventa evidente fino a quando non si accampano nel cortile di casa sotto la luna piena. Si scopre così che Julian era geloso di Alex. Dice di aver sempre pensato a lei e alla loro mamma come a un club super-segreto a cui nessun altro poteva aderire. Julian si sentiva isolato dalla madre e triste per il trattamento preferenziale riservato alla sorella. Anche se il suo comportamento nei confronti di lei non è dei più gentili, questa spiegazione lo svela quale persona fragile, umanizzandolo.

Il vero significato del finale di La lista dei miei desideri

La lista dei miei desideri di Netflix è dunque una lezione di crescita personale, passione e amore. All’inizio del film, Alex sta trascinando la vita, facendo ciò che è facile invece di ciò che è appagante. Ha rinunciato ai suoi sogni perché la vita l’ha stancata e presa a calci troppe volte. L’ultima richiesta di Elizabeth costringe però Alex a riflettere sugli obiettivi che un tempo sognava di raggiungere.

Alla fine del film, Alex impara dunque a conoscere meglio chi è lei come persona, ricollegandosi con quella che era prima che la vita la logorasse. Compie così un viaggio di maturazione che la porta a raggiungere la felicità e il vero amore. In La lista dei miei desideri Alex si rende quindi finalmente conto che alcune delle cose migliori della vita richiedono duro lavoro e resilienza, una lezione che tutti abbiamo bisogno di ricordare di tanto in tanto.

Da rockstar ad assassino – Il caso Cantat: la storia vera dietro al documentario di Netflix

Dal punto di vista professionale, Bertrand Cantat ha segnatola scena musicale francese e internazionale insieme al suo gruppo Noir Désir, di cui era frontman. Il suo nome però è rimasto legato al feroce delitto che ha commesso nel 2003. Il documentario di Netflix è in questi giorni in Top 10 sulla piattaforma e racconta questa storia tragica e scioccante. Ecco la storia vera dietro Da rockstar ad assassino – Il caso Cantat.

Bertrand Cantat e Marie Trintignant

L’evento che ha segnato per sempre la vita di Bertrand Cantat (e non solo la sua) si verificò nel luglio del 2003. Durante una notte a Vilnius, in Lituania, la sua relazione con l’attrice Marie Trintignant – figlia del celebre attore Jean-Louis Trintignant – culminò in una tragedia irreparabile. Nel corso di un violento litigio all’interno di una stanza d’albergo, Cantat aggredì la donna con estrema brutalità, provocandole lesioni gravi, tra cui una frattura del setto nasale, gravi danni interni e un esteso edema cerebrale. Queste ferite la portarono rapidamente a uno stato di coma. Nonostante la gravità delle sue condizioni, il cantante non richiese immediatamente soccorso, lasciando trascorrere del tempo prezioso senza intervenire.

Nel cuore della notte, Cantat contattò Vincent Trintignant, fratello di Marie, confessandogli di averla colpita. I racconti su quanto accaduto successivamente divergono, ma è certo che Vincent, resosi conto della gravità della situazione solo al mattino, chiamò i soccorsi e la sorella fu trasferita d’urgenza all’ospedale universitario di Vilnius. Nel disperato tentativo di sottrarsi alle conseguenze, Cantat tentò di togliersi la vita ingerendo una combinazione di farmaci sedativi e antidepressivi. Nonostante i tentativi dei medici, Marie Trintignant fu trasportata in Francia, dove morì a causa delle complicazioni legate alle ferite subite.

Le indagini, condotte con la collaborazione delle autorità francesi e lituane, portarono alla luce prove mediche che confermarono la compatibilità tra le dichiarazioni di Cantat e le lesioni riscontrate nell’autopsia. I referti medici evidenziarono chiaramente la violenza dell’aggressione subita dalla donna. Il processo, celebrato a Vilnius nel marzo del 2004, si concluse con la condanna di Cantat a otto anni di reclusione per “omicidio commesso con intento indiretto e indeterminato”, un capo d’imputazione che non riconosceva l’intenzionalità diretta di uccidere, ma sanciva la responsabilità per condotta violenta e negligente che aveva portato alla morte della vittima.

L’opinione pubblica rimase profondamente scossa dalla vicenda, e il caso generò accesi dibattiti per anni. La pena, le successive misure di controllo e il possibile reinserimento sociale e artistico di Cantat divisero la popolazione. Nonostante la scarcerazione anticipata nel 2007 per buona condotta, il peso della tragedia di Vilnius continuò a incombere su ogni apparizione pubblica e sulla carriera del cantante. Numerosi commentatori hanno sottolineato come questo tragico episodio abbia rappresentato uno spartiacque nella vita di Cantat, ma anche nel dibattito sulla violenza di genere e sui diritti umani nel panorama culturale e mediatico europeo.

Bertrand Cantat e il suicidio della moglie

Come se la sua esistenza non fosse già segnata da tragedie, un altro drammatico evento sconvolse la vita di Bertrand Cantat. L’artista conobbe Krisztina Rády al Sziget Festival di Budapest nel 1993, e insieme ebbero due figli, Milo e Alice. Nonostante la separazione avvenuta nel 2003, la donna rimase al fianco di Cantat durante il processo per l’omicidio di Marie Trintignant e, dopo il suo rilascio, i due tornarono a vivere insieme. Tuttavia, il 10 gennaio 2010, Krisztina Rády si tolse la vita impiccandosi nella loro abitazione a Bordeaux mentre Cantat dormiva.

L’autopsia confermò il suicidio, senza evidenziare segni di violenza fisica da parte del cantante. Tuttavia, negli anni successivi, emersero accuse e controversie su presunti comportamenti violenti da parte di Cantat nei confronti della donna. Nonostante ciò, le indagini non trovarono prove che collegassero direttamente le sue azioni al tragico gesto di Krisztina Rády.

La lista dei miei desideri: guida al cast e ai personaggi del film Netflix

Il nuovo film di Netflix, La lista dei miei desideri (il titolo originale è The Life List), include alcune grandi star che guidano un cast di incredibili attori emergenti, costruendo la famiglia e la comunità che circonda l’Alex di Sofia Carson. Basato sull’omonimo libro del 2013 di Lori Nelson Spielman, La lista dei miei desideri racconta la storia di una giovane di nome Alex che deve riesaminare il suo percorso di vita mentre termina la “Life List” che ha creato quando aveva 13 anni – un compito lasciatogli dalla madre defunta, Elizabeth. Fortunatamente, può contare sull’aiuto di Brad, l’esecutore testamentario della madre.

Come si può intuire da questa breve descrizione della trama, si tratta di un film particolarmente emozionante. La storia combina elementi da grande commedia romantica con il processo di crescita della protagonista, includendo anche però un dramma familiare che si fa decisamente sentire. Con Sofia Carson come protagonista, il film è dunque destinato ad avere successo. Tuttavia, anche gli altri protagonisti e i personaggi secondari offrono ottime interpretazioni che migliorano la storia nel suo complesso. Scopriamo in questo articolo chi sono e dove li abbiamo già visti!

Il cast di attori protagonisti di La lista dei miei desideri

Sofia Carson nel ruolo di Alex

Sofia Carson è nata a Fort Lauderdale, in Florida, e ha avuto la sua grande occasione interpretando Evie, la figlia della Regina Cattiva, nei film Descendants. Sebbene abbia iniziato come attrice di Disney Channel, Carson è poi passata a film e programmi televisivi più adulti, tra cui il film d’azione di successo di Netflix Carry-On. Ha poi recitato anche in Pretty Little Liars: The Perfectionist nel ruolo Ava Jalali, nel thriller del 2020 Songbird nel ruolo di Sara e ha interpretato Cassie in Purple Hearts.

In La lista dei miei desideri, il suo ruolo è dunque quello di Alex, una giovane donna che sembra aver smarrito la bussola nella sua vita, lavorando per l’azienda di trucchi della madre. La donna, dunque, la manda all’avventura per completare una “Lista della vita”, che Alex aveva scritto quando aveva 13 anni ma rimasta irrealizzata.

Sofia Carson e Kyle Allen in La lista dei miei desideri
Sofia Carson e Kyle Allen in La lista dei miei desideri. Cr. Nicole Rivelli/Netflix © 2025.

Kyle Allen nel ruolo di Brad

L’attore Kyle Allen è nato a Livermore, in California, e si è fatto notare interpretando Hawk Lane nella serie televisiva di Hulu The Path. Da quando ha invece interpretato Skylar in The In Between al fianco di Joey King, ha dimostrato di essere in grado di interpretare un protagonista romantico, il che si presta al suo ruolo in La lista dei miei desideri. Tra gli altri suoi ruoli di spicco si annoverano quello di Balkan nel film di Steven Spielberg West Side Story, quello di Alex McAllister in Space Oddity e quello di Maxime Gerard in Assassinio a Venezia.

In La lista dei miei desideri, Allen interpreta Brad, un giovane avvocato incaricato di eseguire il testamento di Elizabeth dopo la sua morte. Sebbene lui e Alex non partano con il piede giusto, Brad la sosterrà durante l’esecuzione dei punti della sua lista. Con il tempo, i due svilupperanno anche un certo legame.

Connie Britton nel ruolo di Elizabeth

L’attrice più nota di La lista dei miei desideri è senza dubbio Connie Britton, nata a Boston, nel Massachusetts, che si è fatta notare interpretando Tami Taylor nel dramma sportivo Friday Nights Lights dal 2006 al 2011. Da allora, ha assunto molti ruoli di rilievo in serie televisive drammatiche, come quello di Vivien Harmon in American Horror Story e quello di Rayne Jaymes in Nashville. Ha poi recitato anche in Cercasi amore per la fine del mondo e This Is Where I Leave You. Di recente ha interpretato Nicole Mossbacher in The White Lotus.

In La lista dei miei desideri, Britton interpreta dunque Elizabeth, la madre di Alex, Julian e Lucas. Sebbene muoia all’inizio del film, continua a svolgere un ruolo importante, apparendo attraverso i DVD che ha registrato prima di morire, motivando la figlia ad andare avanti con il proprio percorso e a ritrovare la gioia nella sua vita facendo quello che fino ad oggi non ha avuto il coraggio di fare.

Connie Britton in La lista dei miei desideri
Connie Britton in La lista dei miei desideri. Cr. Nicole Rivelli/Netflix © 2025.

Il cast dei personaggi di supporto di La lista dei miei desideri

Sebastian de Souza nel ruolo di Garrett

In La lista dei miei desideri, Sebastian de Souza interpreta Garrett, lo psicologo di un rifugio per donne. Souza ha ottenuto la sua grande occasione interpretando Matty Levan dal 2011 al 2012 in Skins. L’attore si è fatto conoscere soprattutto in opere d’epoca, tra cui I Borgia (2012-2013), Ophelia (2018), Medici (2018-2019) e The Great (2020).

José Zúñiga nel ruolo di Samuel

Zúñiga interpreta Samuel in La lista dei miei desideri di Netflix. L’attore si è nel tempo costruito un solido portfolio di ruoli minori e ricorrenti per tutti gli anni ’90 e 2000. Tra i suoi ruoli più noti figurano Fraga il meccanico in Alive (1993), il signor Molina in Twilight (2008), Bull il capo delle operazioni di Tycho in The Expanse (2020-2021) e il dottor Hotchkiss in La torre nera (2017).

Jordi Mollà nel ruolo di Johnny

Nella seconda metà di La lista dei miei desideri, Jordi Mollà interpreta Johnny, il musicista di una band. Mollà è un nome importante della TV e del cinema spagnolo dopo essersi formato all’Istituto di Teatro di Barcellona e ha avuto la sua grande occasione interpretando El Niñato in Prosciutto, prosciutto al fianco di Penélope Cruz nel 1992. Tra i suoi film più noti ricordiamo Criminal (2016), Bad Boys II (2003) e Riddick (2013).

Sofia Carson, Federico Rodriguez e Dario Ladani Sanchez in La lista dei miei desideri
Sofia Carson, Federico Rodriguez e Dario Ladani Sanchez in La lista dei miei desideri. Cr. Nicole Rivelli/Netflix © 2025.

Dario Ladani Sanchez nel ruolo di Lucas

In La lista dei miei desideri di Netflix, Dario Ladani Sanchez interpreta Lucas, il fratello di Alex, un ruolo minore ma di forte importanza per la protagonista. L’attore emergente ha all’attivo solo otto progetti prima di questo film. I suoi ruoli più importanti sono Sam in Dear Edward (2023) e Nate Shepherd in Paper Trail (2014-2015).

Federico Rodriguez nel ruolo di Julian

In La lista dei miei desideri, Federico Rodriguez interpreta Julian, l’altro fratello di Alex, che ha però con lei un rapporto conflittuale. Oltre questo film, Rodriguez ha all’attivo 21 ruoli da attore: la sua grande occasione è arrivata nel 2021, quando ha interpretato Alejandro Ferreiras nel cast di American Rust, ruolo che ha portato avanti fino al 2024. Altri suoi ruoli importanti sono Noah in Which Brings Me to You (2023) e Robert in Past Lives (2023), il celebre film candidato a due premi Oscar.

Maria Jung nel ruolo di Nina

Infine, c’è Maria Jung, che in La lista dei miei desideri interpreta Nina, la fidanzata di Brad. Ad oggi Jung è poco più che un’attrice emergente, che potrebbe conoscere maggiore popolarità proprio grazie a questo film. Prima di aver recitato, qui, altri suoi ruoli di rilievo sono quelli in Elsbeth (2024) e The Equalizer (2024).

“E se Hostel fosse divertente?” i registi parlano di Mr. Morfina

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“E se Hostel fosse divertente?” i registi parlano di Mr. Morfina

Le recensioni di Mr. Morfina (qui la recensione), prodotto da Paramount Pictures e arrivato in Italia il 27 marzo con Eagle Pictures sono abbastanza d’accordo sul fatto che il film sia un esperimento riuscito. Il duo di registi Dan Berk e Robert Olsen lavora per la quinta volta insieme dirigendo Jack Quaid nel ruolo di Nathan Caine, un mite impiegato di una cooperativa di credito la cui disabilità unica gli impedisce di provare dolore fisico.

Questo film vede la coppia lavorare su una sceneggiatura di Lars Jacobson, anche se hanno spiegato che Mr. Morfina ha subito alcuni importanti cambiamenti dalla sua incarnazione originale sulla pagina.

ScreenRant ha incontrato i registi per discutere di come il progetto si è evoluto da allora e di come la svolta da star di Jack Quaid abbia contribuito ad ammorbidire l’oscurità del concept originale. La combinazione di sangue e fascino carismatico rende Mr. Morfina uno dei film più strani dell’anno, una commedia romantica virtuosa con al centro una scena di tortura esilarante che sfida ogni descrizione.

L’inebriante miscela di violenza e commedia di Mr. Morfina è stata la chiave del pitch originale

“Il punto del gore non è quello di scioccare e stupire”

Mr. Morfina è una specie di commedia romantica?

Dan Berk: Sì, certo, quelle cose si sono sicuramente incastrate in modo molto naturale per noi. Sapevamo che, nel film, c’è un personaggio che non può provare dolore, che sta entrando in un film d’azione in un modo molto improbabile. Verrà preso a calci, ci sarà un sacco di sangue. Sapevamo che sarebbe successo. Ma non abbiamo mai voluto che fosse gratuito o sgradevole. Il punto del gore non è quello di scioccare e stupire, è solo un prodotto della storia.

Ma la nostra speranza, quando lo stavamo progettando, questo è ciò che stavamo cercando di ottenere, è che tutto quell’umorismo e tutto quel cuore che sono così parte integrante del tono, lo addolciscano e facciano sì che tu possa ridere nonostante il sangue. Quindi, anche le persone che di solito sono a disagio per il sangue, o per vedere un braccio spezzato a metà, c’è [o] un momento divertente simultaneo a un battito di orribile violenza o, un secondo dopo, l’elemento scherzoso, così non sei [scoraggiato].

Robert Olsen: Quella miscela di toni è necessaria perché, se non ce l’avessi, se questo film fosse stato mortalmente serio, e lui fosse stato solo mutilato, qualcuno avrebbe detto, va bene, devo andare.

Dan Berk: Sì, si vira nel territorio del torture porn, che è l’opposto del tipo di film che vogliamo fare. Abbiamo un approccio molto gioioso al cinema. Vogliamo che i nostri film facciano sentire meglio le persone riguardo all’umanità alla fine, quando escono dal cinema, rispetto a quando sono entrate. E quindi, per noi era davvero importante assicurarci che la violenza e il gore fossero contestualizzati da tutto il cuore e l’umorismo in essi contenuti.

Jack Quaid Mr. Morfina
Jack Quaid Mr. Morfina

La scena della tortura, che è una specie di fulcro del film, rimanda al franchise di Hostel.

Robert Olsen: Sì. E se Hostel fosse divertente? È un po’ verso la seconda parte del film, ma penso che sia probabilmente la nostra scena preferita. E penso che sia anche la scena che, quando abbiamo letto la versione originale della sceneggiatura, era fantastica, aveva questo concetto incredibile, ma non era così divertente. Era un film d’azione un po’ più serio. E così, eravamo tipo… Ottimo concept, ma dovevamo renderlo divertente. E questa è stata la prima cosa a cui abbiamo pensato. Doveva esserci una scena in cui viene torturato e finge di provare dolore. Quello è lo spazio tonale.

E, onestamente, una parte importante del nostro pitch come registi era quella scena. Dire loro, immagina questa scena. E la proponi a una stanza di produttori, e tutti si sbellicano dalle risate. In ogni fase del processo, quella scena era divertente. Era divertente quando la proponevamo. Quando la scrivevamo, ci sbellicavamo dalle risate. Quando la provavamo, ci sbellicavamo dalle risate. E poi quando la giravamo, facevamo saltare le riprese perché i membri della troupe ridevano. Era così divertente.

Ricordo la prima volta che abbiamo visto un pubblico di prova che guardava quella scena, e il cinema era in fermento. E lo sapevamo e basta. Eravamo tipo, quella scena è ciò che è il film. È un microcosmo del perché questo film funziona. È cruento, ma stai ridendo. Stai rabbrividendo e lo stai guardando attraverso le dita, ma ti stai divertendo mentre lo fai. Ed è questa la salsa speciale di questo film.

Dan Berk: Si appoggia anche perfettamente al tipo di umorismo di Jack [Quaid]. Quindi, siamo stati molto fortunati in questo senso perché, quando abbiamo scritto quella scena, non avevamo ancora Jack nel film, ma è capitato che fosse il suo target, il tipo di risate che ama ottenere.

E quella scena, abbiamo dovuto davvero uccidere i nostri beniamini con quella. Potrebbe essere una scena di 20 minuti, c’era così tanto materiale incredibile. Perché, dopo aver fatto la parte sceneggiata, Jack stava solo migliorando tutte queste reazioni folli, e c’è così tanta roba buona tagliata in montaggio. Ma sì, Jack è una componente fondamentale del successo di quella scena.

Io vi troverò: la spiegazione del finale del film con Liam Neeson

Il film del 2008 Io vi troverò (Taken) – diretto da – segue Bryan Mills (Liam Neeson), agente della CIA in pensione e padre ferocemente protettivo della figlia diciassettenne Kim. Quando la ragazza insiste per andare a Parigi con la sua amica Amanda, Bryan esita, tormentato dalle preoccupazioni per la sua sicurezza. Le sue peggiori paure si avverano quando un gruppo di trafficanti di esseri umani albanesi rapisce Kim. Armato delle sue particolari abilità, Bryan si imbarca in una missione implacabile per rintracciarla, scoprendo un’intricata rete di crimini e corruzione che coinvolge un ufficiale dei servizi segreti francesi e lo spietato signore del crimine Saint-Clair. Ma riuscirà a salvare Kim entro 96 ore prima che scompaia per sempre?

LEGGI ANCHE: Io vi troverò: quanta storia vera c’è nel rapimento del film con Liam Neeson

La trama di Io vi troverò (Taken)

Bryan Mills è un ex agente della CIA che tiene molto a sua figlia Kim e desidera partecipare attivamente alla sua vita. La sua capacità di farlo, però, è ostacolata dalla rottura con Lenore e dal suo matrimonio con il benestante Stuart St. John. Kim vive con la madre e il patrigno e Bryan si sente un estraneo. Tuttavia, cerca di rimanere coinvolto e di aiutare Kim al meglio delle sue possibilità. Bryan desidera compiacere Kim ed esprimere il suo amore attraverso atti di cura. Come regalo di compleanno, le compra un apparecchio per il karaoke, dimostrando di conoscere la sua aspirazione a diventare una cantante. Ma Stuart le ruba la scena regalandole un cavallo, e il regalo di Bryan appare inutile al confronto.

Questa scena identifica il dilemma di Bryan: non può eguagliare le risorse finanziarie di Stuart e i suoi sforzi per impressionare Kim si rivelano infruttuosi. Tuttavia, l’impegno definitivo di Bryan si trova nel suo comportamento coraggioso e non attraverso regali tangibili. Come consulente di sicurezza privata, salva la cantante pop Sheerah da un’aggressione. Come ringraziamento, Sheerah promette di assistere Kim assumendo una valutazione canora professionale e mettendola in contatto con un agente. Bryan ne approfitta, dimostrando che non si limita a favorire gli obiettivi di Kim con dei regali, ma le apre vere e proprie porte professionali.

Perché Bryan è riluttante a lasciare che Kim vada a Parigi?

Bryan Mills esita a lasciare che sua figlia Kim si rechi a Parigi perché è molto preoccupato per la sua sicurezza. Essendo un agente della CIA in pensione, conosce i pericoli del mondo più di chiunque altro. L’idea che due ragazze di 17 anni viaggino da sole lo mette a disagio, perché sa che potrebbero essere vulnerabili a minacce che non sono preparate a gestire. Il suo scetticismo ha radici nell’esperienza piuttosto che nella semplice iperprotettività. Quando Kim chiede il permesso, Bryan inizialmente rifiuta, ritenendo che non sia sicuro. Tuttavia, alla fine cede dopo aver visto quanto lei sia turbata. La sua decisione non è dettata dalla fiducia, ma piuttosto dalla volontà di evitare ulteriori conflitti e di mantenere il rapporto con lei.

Nonostante la firma del modulo di consenso, rimane cauto, cosa che si giustifica in seguito quando scopre che Kim ha mentito sullo scopo del viaggio. All’aeroporto, Bryan scopre che Kim e Amanda non stanno facendo un tour artistico, ma intendono seguire gli U2 in Europa. Questo tradimento rafforza i suoi timori. Si rende anche conto che Lenore era a conoscenza della menzogna ma non è intervenuta. Lenore sostiene che Kim ha dovuto ingannare Bryan a causa del suo carattere severo. Questa rivelazione frustra Bryan, perché conferma la sua convinzione che Kim sia ingenua sui pericoli del mondo e che l’indulgenza di Lenore metta a rischio la figlia.

Cosa succede a Kim a Parigi?

L’entusiasmo di Kim per il viaggio si trasforma in un incubo. All’aeroporto di Parigi, Kim e Amanda si imbattono in Peter, un giovane di bell’aspetto che si offre di dividere il taxi con loro, visto che i taxi a Parigi costano molto. Kim esita ma accetta. Peter sembra amichevole e scatta persino una foto alle ragazze usando il telefono di Kim. Tuttavia, le sue intenzioni si rivelano diverse quando fa una telefonata, annunciando la loro posizione ad alcuni gruppi non identificati. Non appena raggiungono l’appartamento, Kim diventa apprensiva. Sa che Amanda ha mentito sulla presenza dei cugini a Parigi e che quindi sono completamente soli.

Questo non va giù a Kim, ma Amanda non pensa che abbiano già mentito sul viaggio a Bryan. La spensierata e spericolata Amanda è desiderosa di fare festa e di vivere la vita, trascinando Kim con sé, completamente ignara del pericolo in agguato. Mentre Kim parla al telefono con Bryan, dei ladri si introducono nell’appartamento e rapiscono Amanda. Bryan, prevedendo la minaccia, non reagisce nervosamente ma ordina a Kim di nascondersi sotto il letto. Registra anche la loro conversazione, consapevole che il tempo è fondamentale.

Pur tremando per la paura, Kim obbedisce alle sue istruzioni e fornisce importanti informazioni sui rapitori, tra cui un uomo barbuto, alto un metro e ottanta, con un tatuaggio a forma di luna e stella sulla mano destra. Uno dei rapitori afferra il telefono di Kim. Bryan, senza mezzi termini, lo minaccia di lasciare andare Kim o di affrontare conseguenze mortali. Il rapitore lo deride: “Buona fortuna”, non rendendosi conto delle capacità e della determinazione di Bryan. Questo è l’inizio della missione di Bryan, che ha una sola mente, per salvare sua figlia.

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Cosa scopre Bryan sul rapimento di Kim?

Bryan scopre presto la macabra realtà del rapimento di Kim. Con l’aiuto del suo amico della CIA Sam, esamina la telefonata registrata durante il rapimento di Kim. Riconosce i rapitori come una banda albanese guidata da Marko, che gestisce un traffico di esseri umani. Sam avverte Bryan che, in base ai casi precedenti, se Kim non verrà salvata entro 96 ore, sarà perduta per sempre. Questo spinge Bryan a proseguire senza sosta. Quando Bryan arriva a Parigi, rintraccia l’ultimo luogo conosciuto di Kim. Guardando una foto sul suo telefono, vede il riflesso di Peter. Seguendo Peter all’aeroporto, Bryan lo sorprende mentre cerca di adescare un’altra vittima.

Cerca di ottenere informazioni con la forza, ma viene interrotto e si scatena un inseguimento ad alta velocità. Prima che Bryan riesca ad arrestarlo, Peter viene investito da un camion e ucciso, interrompendo una pista fondamentale. Bryan si rivolge al suo contatto, Jean-Claude, un ex agente dei servizi segreti diventato ufficiale di polizia. Jean-Claude lo avverte di non farsi coinvolgere, ma gli fornisce un indirizzo collegato ai trafficanti albanesi. Fingendosi un cliente, Bryan piazza un dispositivo di ascolto su un protettore, che lo conduce a un bordello improvvisato in un cantiere. Lì trova una ragazza drogata che indossa la giacca di jeans di Kim.

Dopo un violento scontro e un inseguimento ad alta velocità, salva la ragazza e la aiuta a riprendersi dalla droga. In seguito, la ragazza rivela il luogo in cui Kim è stata tenuta prigioniera per l’ultima volta. Travestito da Jean-Claude, Bryan si infiltra in un rifugio albanese con la scusa di rinegoziare la tangente della polizia. Con l’inganno, Marko si rivela facendogli ripetere le parole “buona fortuna”, una frase che aveva sentito durante il rapimento di Kim. Ne segue una lotta brutale che provoca la morte di diversi trafficanti.

Perquisendo la casa, Bryan scopre il corpo senza vita di Amanda, morta per overdose, una tragica conseguenza delle operazioni della banda. Deciso a ottenere risposte, Bryan tortura Marko con l’elettricità. Marko confessa che Kim, essendo vergine, è stata subito venduta al mercato nero. Identifica l’acquirente come Patrice Saint-Clair, un potente leader del crimine. Lasciando Marko a morire fulminato, Bryan ha ora il suo prossimo obiettivo.

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La spiegazione del finale di Io vi troverò (Taken): Come è coinvolto Jean-Claude nel racket?

Jean-Claude, un ex agente dei servizi segreti francesi diventato ufficiale della polizia nazionale, è segretamente coinvolto nel traffico di esseri umani. Invece di fermare la banda di albanesi, fornisce loro protezione in cambio di tangenti. La sua corruzione permette a criminali come Marko e Saint-Clair di operare liberamente, rendendo Parigi un centro di traffico. Dopo aver appreso del coinvolgimento di Saint-Clair, Bryan si rende conto che Jean-Claude sa più di quanto abbia ammesso. Bryan lo affronta nel suo appartamento, chiedendo informazioni.

Quando Jean-Claude si rifiuta di collaborare, Bryan adotta un’azione drastica, sparando a sua moglie nel braccio. Questa mossa violenta ma calcolata costringe Jean-Claude a rivelare la posizione di Saint-Clair. Una volta ottenute le informazioni necessarie, Bryan fa perdere i sensi a Jean-Claude, assicurandosi che non sia più una minaccia. Bryan si infiltra poi in un’asta clandestina di traffico sessuale nella villa di Saint-Clair, dove Kim è l’ultima ragazza in vendita. Sapendo di dover agire in fretta, costringe un offerente, Ali, ad acquistare Kim. Tuttavia, prima di poter fuggire con lei, Bryan viene sopraffatto e catturato.

Saint-Clair, resosi conto dell’identità di Bryan, ordina ai suoi uomini di giustiziarlo. Ma Bryan, abile e implacabile, riesce a liberarsi, uccidendo tutti gli scagnozzi che gli si parano davanti. Un Saint-Clair in fin di vita, desideroso di salvarsi, rivela che Kim è stato portato su uno yacht di proprietà dello sceicco Raman. Senza esitare, Bryan giustizia Saint-Clair e punta allo yacht. Bryan rintraccia lo yacht e si lancia in un assalto solitario, abbattendo sistematicamente tutte le guardie del corpo di Raman, compreso Ali.

Alla fine raggiunge la cabina principale, dove Raman tiene Kim sotto la minaccia di un coltello. Lo sceicco cerca di contrattare per la sua vita, ma Bryan non negozia. Uccide rapidamente Raman, garantendo la sicurezza di Kim. Dopo aver salvato Kim, Bryan torna negli Stati Uniti e la sorprende portandola a conoscere la pop star Sheerah, mantenendo la promessa fatta in precedenza di sostenere i suoi sogni di cantante. Nonostante il trauma, l’incessante ricerca di Bryan dimostra quindi che farà di tutto per proteggere sua figlia.

Section 8: la spiegazione del finale del film

Section 8: la spiegazione del finale del film

In stile vecchia scuola come un film d’azione può essere, Section 8 non punta in alto con la complessità dei personaggi, ma fa quello che si propone di fare e lo fa bene. Christian Sesma ha dimostrato talento nel soddisfare gli appassionati di questo genere. Con un budget e delle risorse limitate, Sesma gioca quindi d’astuzia, non si prende troppi impegni e mantiene ciò che promette con questo film incentrato sulla vendetta. Pur mantenendo tutto il più semplice e lineare possibile, Section 8 è però spesso una corsa sfrenata con un colpo di scena dopo l’altro. E anche se i colpi di scena non sono particolarmente imprevedibili, sembrano possedere una duplice qualità, poiché ogni colpo di scena può portare in più direzioni.

La trama di Section 8

Cinque anni prima, a Mosul, in Afghanistan, un gruppo di soldati cadde in un’imboscata mentre cercava di eliminare una base talebana. Proprio mentre il protagonista, il soldato delle forze speciali Jake (Ryan Kwanten), sta per disinnescare una bomba, viene attaccato dai terroristi con le armi spianate. Mentre la maggior parte del gruppo perde la battaglia contro i nemici, la vita di Jake viene salvata dal colonnello Tom Mason (Dolph Lundgren). La storia torna poi ai giorni nostri e si vede Jake vivere una vita tranquilla dopo il suo congedo onorario dall’esercito. L’ex soldato ora lavora nell’officina dello zio Earl (Mickey Rourke) e guadagna a malapena.

Affogato nelle bollette e preoccupato per la moglie e il figlio, Jake si reca al lavoro con molti pensieri e si imbatte in un gruppo di teppisti e nel loro capo, Fresh (Robert LaSardo), che vuole soldi dallo zio. Jake si scontra con il gruppo e li picchia, riuscendo a cavarsela senza nemmeno un graffio. Quello che sembrava un incontro relativamente innocuo per un uomo abile nel combattimento come Jake si è rivelato la cosa peggiore che gli sia mai capitata. Jake torna a casa e trova moglie e figlio uccisi a sangue freddo. È troppo pieno di rabbia per parlare con i detective e abbandona la scena del crimine. Spara quindi a tutti i membri della banda, compreso Fresh, e si vendica.

Mickey Rourke in Section 8
Mickey Rourke in Section 8

Mentre sconta l’ergastolo per gli omicidi, la vita di Jake consiste ora in una dolorosa rievocazione dei ricordi della sua famiglia e nel vivere i suoi giorni senza speranza in prigione. Quando Mason va a trovarlo in prigione, incontra solo l’ostilità di Jake in lutto e la sfacciata dichiarazione della sua mancanza di rimpianti. Appena Mason se ne va, Jake riceve un’altra visita, uno sconosciuto di nome Ramsey (Dermot Mulroney), che gli offre la libertà in cambio del servizio come soldato nel suo gruppo di operazioni speciali segrete. Jake, tuttavia, rifiuta l’offerta e, con suo grande shock, viene rapito dagli uomini di Ramsey.

Ramsey lo aggiorna sulla visione della loro organizzazione. Jake è ora consapevole dell’esistenza di un’organizzazione governativa segreta che si occupa delle minacce al Paese con mezzi estremamente severi. Ramsey lo porta nell’ufficio della Sezione 8, un gruppo composto da ex soldati delle forze speciali. Jake viene fatto entrare nel gruppo e gli viene assegnato una sorta di supervisore, Mueller (Tracy Perez).

Jake, che già sospetta di Ramsey e dell’intera Sezione 8, si trova di fronte a un dilemma morale estremo quando gli viene chiesto di uccidere senza pensarci due volte; dopo aver esitato a uccidere un senatore dello Stato, Jake viene braccato dal gruppo e chiede aiuto a Mason. Ramsey mette sulle tracce di Jake il suo spietato killer assicurativo Locke (Scott Adkins). Durante il suo nascondiglio, Jake scopre informazioni sulla morte della sua famiglia. Essendo ora a conoscenza del possibile coinvolgimento della Sezione 8 nei brutali omicidi di sua moglie e suo figlio, la vendetta di Jake si scatena ancora una volta ed è ora in missione per sconfiggere Ramsey.

Dolph Lundgren in Section 8
Dolph Lundgren in Section 8

La spiegazione del finale di Section 8: chi c’è dietro l’omicidio della famiglia di Jake?

La girandola di colpi di scena inizia quando gli uomini di Ramsey trovano Jake. Con grande sorpresa, Mueller tradisce Ramsey e salva la vita di Jake. Tuttavia, nulla è come sembra nella folle corsa di Jake verso la vendetta. Proprio quando inizia a fidarsi di Mueller, lei lo consegna a Ramsey. Rinchiuso e sorvegliato a casa di Ramsey, Jake desidera che la sua vita finisca. La scena successiva rivela poi che il colonnello Mason ha collaborato con Ramsey per sconvolgere la vita di Jake. Apprendere che la persona di cui si fidava e che rispettava di più è coinvolta nell’omicidio della sua famiglia colpisce Jake come un treno.

I colpi di scena non però sono ancora finiti, perché si scopre che Mason sta facendo il suo stesso gioco, cercando di far fuori Ramsey. In un’accesa lotta con quest’ultimo, Mason finisce però per perdere la vita. Jake è ormai sicuro che Ramsey lo abbia preso in giro per molto tempo. È stato lui a pagare Fresh per uccidere la sua famiglia. Ha distrutto la vita di Jake per manipolarlo affinché si unisse alla Sezione 8 e diventasse la sua pedina.

Qual è la verità dietro la Sezione 8?

Dopo aver ucciso Ramsey e aver compiuto la sua vendetta finale, a Jake rimane solo la sua vita, che viene nuovamente minacciata quando Locke lo raggiunge. Jake lo elimina ma, proprio mentre sta per andare avanti con la sua vita, incontra il Procuratore Generale degli Stati Uniti, che gli rivela la realtà della Sezione 8. Si scopre che la salvezza del Paese è solo una copertura utilizzata per attirare Jake quando hanno venduto informazioni riservate ai nemici del Paese. A Jake viene nuovamente chiesto di unirsi alla loro operazione, ma non ha più alcuna motivazione per combattere.

Tuttavia, cambia idea quando vede una madre con il suo bambino sull’autobus. Probabilmente gli viene in mente la sua famiglia e ritrova la sua grinta. Allo stesso tempo, è anche possibile che la vista di madre e figlio gli abbia fatto capire che proteggere gli innocenti del suo Paese è qualcosa che la sua famiglia avrebbe voluto che facesse. Durante l’ultima scena, sentiamo una conversazione tra il Procuratore Generale e Jake, che lascia intendere la possibilità di un sequel con Jake che viene accolto nella Sezione 9.

Citadel: rivelato l’enorme costo di produzione per Amazon, compresi gli spin-off

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Secondo quanto riferito, il costo totale di Citadel per Amazon, compresi gli spin-off, è stato rivelato in un nuovo rapporto. Creata da Josh Appelbaum, Bryan Oh e David Weil, con Joe e Anthony Russo come produttori esecutivi, la serie di spionaggio Prime Video vede come protagonisti Richard Madden e Priyanka Chopra Jonas nei panni rispettivamente di Mason Kane e Nadia Sinh, due spie dell’agenzia Citadel che cercano di recuperare la memoria mentre combattono contro il malvagio sindacato Manticore. La serie ha avuto una strada notoriamente accidentata fino al completamento e ha sofferto di un budget gonfiato e di recensioni poco brillanti, ma alla Citadel – stagione 2 è stato comunque dato il via libera, oltre agli spin-off.

Matthew Belloni ora condivide un nuovo aggiornamento su Citadel nella sua newsletter Puck mentre la direttrice degli Amazon MGM Studios Jennifer Salke, che ha dato il via libera alla serie e l’ha rinnovata per la stagione 2, lascia l’azienda. Belloni riferisce che Salke ha speso 250 milioni di dollari per realizzare lo show di punta, che alla fine ha risentito di due tagli concorrenti e disaccordi tra i fratelli Russo e Appelbaum e Oh. Tenendo conto del dramma dietro le quinte, del rinnovo di Salke di Citadel per la seconda stagione e degli spin-off internazionali, Belloni riferisce che lo show è costato ad Amazon ben 500 milioni di dollari, secondo una fonte interna all’azienda.

La seconda stagione di Citadel non ha ancora una data di uscita.

Cosa significa per Citadel

Le recensioni della prima stagione di Citadel sono state decisamente contrastanti, con i critici apparentemente d’accordo sul fatto che il budget gigantesco dello show non potesse compensare la sua trama familiare e i personaggi stereotipati. Su Rotten Tomatoes, la prima stagione ha ottenuto solo il 51% dei voti dei critici, mentre il punteggio del Popcornmeter, basato sul pubblico, è solo leggermente migliore, al 62%, senza che nessuno dei due sia un risultato ottimale, dato il prezzo dello show. In termini di audience, il quadro è meno chiaro. Lo show non ha avuto un grande successo nelle classifiche di ascolto Nielsen, ma Salke ha affermato che ha debuttato al primo posto su Prime Video come parte di un post celebrativo su Instagram:

Citadel, il titolo numero 1 su Prime! Al suo debutto nella serie, questo show ha attirato uno dei più grandi pubblici globali nella storia di Prime Video: una performance incredibile per un IP nuovo e originale!

Oltre al rinnovo della seconda stagione, è stato dato il via libera anche a due spin-off di Citadel. Citadel: Diana, uno spin-off italiano, è uscito nell’ottobre 2024, mentre Citadel: Honey Bunny, uno spin-off indiano, è uscito nel novembre 2024. Entrambi hanno ottenuto recensioni più positive rispetto allo show di punta e hanno avuto un buon successo a livello internazionale, anche se in Nord America sembra essere stato limitato. Dato che il franchise è costato ad Amazon una somma enorme e ora che Salke se n’è andato, è possibile che la seconda stagione di Citadel segnerà la fine del franchise.

Paradise – Stagione 2: le riprese iniziano con un’immagine del dietro le quinte del creatore

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Le riprese della seconda stagione di Paradise sono iniziate con un’immagine del dietro le quinte condivisa dal creatore dello show. Riunendo il creatore di This Is Us Dan Fogelman e la star Sterling K. Brown, il thriller politico di Hulu segue l’agente dei servizi segreti Xavier Collins mentre svela il mistero dietro l’assassinio del Presidente, che si svolge in un vasto bunker sotterraneo in Colorado tre anni dopo un evento catastrofico. Oltre a Brown nel ruolo principale, il cast di Paradise include anche James Marsden nel ruolo del Presidente, insieme a Julianne Nicholson, Sarah Shahi, Nicole Brydon Bloom e altri.

Ora, come annunciato da un’immagine del dietro le quinte condivisa dal creatore dello show Dan Fogelman su X, ex Twitter, la seconda stagione di Paradise è ufficialmente iniziata. L’immagine è quella del ciak dello show, che riporta Glenn Ficarra e John Requa come registi, che hanno diretto quattro episodi della prima stagione, e Yasu Tanida come direttore della fotografia, che è stato il direttore della fotografia per tutti gli otto episodi della prima stagione. Fogelman ha scritto nella didascalia della foto: “Siamo tornati”. Guarda il suo post completo qui sotto:

 

Cosa significa l’inizio delle riprese della seconda stagione di Paradise per la serie

 

Paradise è andata in onda per la prima volta all’inizio di quest’anno, il 26 gennaio, e ha rilasciato episodi settimanalmente su Hulu fino al finale della prima stagione, andato in onda il 4 marzo. Ora, le riprese della seconda stagione di Paradise sono ufficialmente iniziate più tardi nello stesso mese, il che rappresenta un’incredibile rapidità per la serie, soprattutto in un’epoca in cui molti programmi, come Stranger Things, Euphoria, Rings of Power, House of the Dragon e The Last of Us, spesso impiegano anni tra una stagione e l’altra. L’ultimo show di Dan Fogelman, This Is Us della NBC, ha sempre avuto tempi di realizzazione rapidi, rilasciando una stagione all’anno dal 2016 al 2022.

Anche se la data di uscita della seconda stagione di Paradise non è ancora stata annunciata ufficialmente, Fogelman ha precedentemente dichiarato che la produzione dovrebbe iniziare nella primavera del 2025, con una potenziale prima visione all’inizio del 2026.

Le riprese sono iniziate nei tempi previsti, forse anche prima di quanto previsto da Fogelman, dato che è ancora lo stesso mese in cui è andato in onda il finale della prima stagione. A sua volta, la seconda stagione potrebbe essere presentata in anteprima prima di quanto inizialmente previsto da Fogelman, forse entro la fine dell’anno. Tuttavia, il creatore ha sicuramente mantenuto la promessa di evitare lunghi ritardi tra una stagione e l’altra.

1923: rivelata l’enorme durata del finale della seconda stagione

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1923: rivelata l’enorme durata del finale della seconda stagione

Il finale della seconda stagione di 1923 avrà una durata enorme, rivela un nuovo report. La serie Paramount+ di Taylor Sheridan, il secondo grande spin-off di Yellowstone, è stata trasmessa per la prima volta nel 2022, prima di tornare per la sua seconda puntata a febbraio. A differenza della prima stagione, che comprendeva 8 episodi, la stagione 2 del 1923 ne conterà solo 7, il che significa che la storia di Jacob (Harrison Ford) e Cara Dutton (Helen Mirren) e dei loro familiari terminerà (per ora) domenica 6 aprile.

TV Insider rivela ora nuovi dettagli sul finale della seconda stagione del 1923, confermando che si intitolerà “A Dream and a Memory” e che durerà quasi due ore. Il report include anche una sinossi dell’episodio, che anticipa ciò che accadrà a Jacob e ad altri personaggi chiave della famiglia Dutton e non solo:

“Jacob e la sua squadra attendono con impazienza il ritorno di Spencer [Brandon Sklenar] alla stazione ferroviaria. Teonna [Aminah Nieves] ha un fatidico incontro. Alexandra [Julia Schlaepfer] sfida il freddo.”

Il reportage include anche alcune informazioni sul prossimo episodio 6 della stagione 2 di 1923, che uscirà domenica 30 marzo, intitolato “I denti di montagna dei mostri”. Il riassunto anticipa una storia incentrata sui viaggi di Alexandra e Teonna:

“Alexandra ha un colpo di fortuna durante il suo viaggio; Teonna si riunisce a un volto del suo passato.”

Cosa significa per il finale della seconda stagione di 1923

Chi ha seguito l’universo più ampio di Yellowstone saprà che la serie non è nuova a finali molto lunghi. Il finale della serie Yellowstone, ad esempio, ha concluso la serie principale a dicembre ed è durato quasi due ore. Questo potrebbe essere un segno che il finale della seconda stagione di 1923 è stato posizionato come la fine dello show, ma potrebbe anche essere una compensazione per il numero ridotto di episodi di questa stagione.

La stagione 3 di 1923 non è ancora stata confermata, ma la stagione 2 ha ottenuto recensioni entusiastiche da parte della critica, ottenendo un raro punteggio del 100% su Rotten Tomatoes. La stagione 2 ha avuto anche un grande successo in termini di audience, con Paramount Global (tramite Deadline Hollywood) che ha rivelato all’inizio di questo mese che l’audience della seconda stagione sta superando quella della prima stagione di un enorme 56%. Quindi, solo dal punto di vista dei numeri, sembra probabile che lo spin-off di Yellowstone continui dopo il prolungato finale della seconda stagione, almeno finché Ford, Mirren e altri membri chiave del cast del 1923 vorranno tornare.

Innanzitutto, il rigido clima invernale della seconda stagione ha creato una sorta di stallo tra le parti in conflitto.

Sklenar aveva precedentemente dichiarato a THR nel maggio 2023 che la seconda stagione di 1923 era la seconda metà di una storia in due parti. “La vedo come un unico pezzo, c’è solo una divisione nel mezzo”, ha detto alla pubblicazione. “Si concluderà”. La storia della seconda stagione, tuttavia, mette in dubbio questa ipotesi. Per prima cosa, il rigido clima invernale della seconda stagione ha creato una sorta di stallo tra le parti in conflitto. Ciò significa che personaggi come Donald Whitfield (Timothy Dalton) e Banner Creighton (Jerome Flynn) non sono stati in grado di mobilitarsi contro i Dutton, prolungando potenzialmente il conflitto in un’altra stagione.

The Last of Us 2: Pedro Pascal e Bella Ramsey parlano della “distanza dolorosa” tra Joel ed Ellie

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Pedro Pascal e Bella Ramsey discutono della dolorosa frattura tra i loro personaggi nella seconda stagione di The Last of Us. Adattato dal popolare videogioco omonimo, la prima stagione ha esplorato la relazione tra Joel (Pascal) ed Ellie (Ramsey) in un mondo post-apocalittico. Nonostante il forte legame che si è sviluppato tra i due personaggi, la loro relazione cambia per sempre dopo la fine della prima stagione di The Last of Us, in cui Joel uccide tutte le Lucciole per salvare Ellie, solo per mentirle su ciò che è realmente accaduto.

Durante una conferenza stampa per la seconda stagione di The Last of Us a cui ha partecipato ScreenRant, Pascal e Ramsey spiegano perché si forma una frattura tra Joel ed Ellie, oltre ad affrontare le sfide della rappresentazione di questa nuova dinamica. Ramsey spiega che parte della frattura è dovuta al fatto che Ellie ha cinque anni in più e si trova in una fase diversa della sua vita, ma che ci sono anche “ragioni più profonde per la loro piccola frattura”. Gli attori discutono anche di come il fatto di essere felici di riunirsi nella vita reale abbia reso più difficile rappresentare la tensione tra Joel ed Ellie. Leggi i loro commenti qui sotto:

Bella Ramsey: Dovevamo semplicemente non piacerci per un po’.

Pedro Pascal: Dovevi non piacerti di me, il che è stato facile.

Ramsey: Così facile. Sì, ovviamente molto è cambiato in questi cinque anni. Ellie aveva 14 anni e ora ne ha 19. Penso che nella vita di ogni adolescente questi siano sempre gli anni formativi, quindi questo ha sicuramente influito. Ma ci sono ovviamente ragioni più profonde per la loro piccola rottura. Non mi è piaciuto sentirmi estraniata da Pedro all’interno di una scena. Non è stata una bella sensazione.

Pascal: Quando le telecamere stavano girando.

Ramsey: Quando le telecamere stavano girando. Nella vita reale, ci piacciamo ancora, più o meno. È stato decisamente interessante.

Pascal: A livello pratico, il mio primo giorno sul set, mi sembra che sia stato un bellissimo allestimento di Craig e Neil che la prima cosa che ho dovuto girare comunque è stata solo [Bella] e io e in un ambiente un po’ intimo. E c’è una distanza incredibilmente dolorosa tra loro due nella recitazione della scena, ma siamo comunque riusciti a stare sul set e a scherzare, ridere e cose del genere, ed è stato incredibilmente confortante. È stato come tornare a casa.

Ero grato di essere tornato. Eppure, allo stesso tempo, è questa esperienza, più di ogni altra che ho avuto, che mi rende difficile separare ciò che i personaggi stanno vivendo e come mi fa sentire. In un modo che non è molto sano. E quindi, in un certo senso sento il loro dolore e suppongo che avessi una mentalità malsana.

Cosa significa per The Last of Us 2

The Last of Us
© HBO

Anche se la dinamica distante tra Joel ed Ellie sembrerà nuova, i commenti di Pascal e Ramsey evidenziano come la relazione dei loro personaggi sarà ancora al centro della storia della seconda stagione di The Last of Us. Non mancano le storie post-apocalittiche, ma è lo sviluppo emotivo della relazione tra Joel ed Ellie che aiuta The Last of Us a distinguersi dalle altre storie dello stesso genere. La loro relazione sarà diversa nella seconda stagione a causa del naturale passare del tempo e delle bugie che Joel ha detto a Ellie.

Ellie inevitabilmente scoprirà la verità a un certo punto della seconda stagione, causando un confronto che metterà ulteriormente alla prova il suo rapporto con Joel. Questo dramma caratteriale alimenterà una parte integrante del conflitto della nuova stagione e si preannuncia ancora più avvincente delle nuove varianti di infetti che verranno introdotte. Anche l’introduzione del personaggio di Kaitlyn Dever, Abby, e l’impatto che avrà su Joel ed Ellie complicheranno ulteriormente la storia.

Yellowjackets – Stagione 3, episodio 8: la spiegazione del finale

La terza stagione di Yellowjackets, episodio 8, “A Normal, Boring Life” si conclude con Shauna (Melanie Lynskey) che affronta il suo stalker in modo brutale. Nell’episodio 7 sembrava che lo stalker di Shauna fosse la figlia di Hannah (Ashley Sutton), che minacciava le Yellowjackets per il ruolo che avevano avuto nella morte della madre. Shauna si intrufola nella casa della figlia di Hannah, ma scopre che non è lei, ma sua moglie, che Shauna affronta.

La figlia di Hannah è sposata con Melissa (Hilary Swank), che viene vista per la prima volta nella linea temporale attuale di Yellowjackets. Melissa spiega di aver inviato il nastro a Shauna dopo aver saputo della morte di Natalie (Juliette Lewis) e Keyn (Alex Wyndham) avvenuta durante il finale della seconda stagione di Yellowjackets. Melissa nega di aver lasciato il telefono in bagno, di aver tagliato i freni, di averla intrappolata nel congelatore o di aver ucciso Lottie (Simone Kessell). Shauna non è convinta e crede che Melissa stia mentendo, il che la porta a intraprendere un’azione drastica.

Perché Shauna costringe Melissa a mangiare un pezzo del suo braccio

Shauna immobilizza Melissa sul pavimento e le strappa un pezzo di pelle dal braccio. Poi le fa penzolare la pelle sul viso e le dà un ultimatum: o la mangia o Shauna dirà alla moglie e alla figlia di Melissa chi è veramente. Shauna lo fa per sentirsi potente e per smettere di reprimere le parti di sé che sono state forgiate nella natura selvaggia. Non le piace sentirsi in svantaggio rispetto a Melissa, e la situazione è peggiorata dai suoi commenti sul disordine che è la vita di Shauna.

Cannibalizzare il braccio di Melissa e poi ricattare Melissa per costringerla a cannibalizzare se stessa cambia la dinamica di potere e dà a Shauna il controllo che stava cercando. Cede ai suoi desideri carnali e al suo io selvaggio che ha dovuto reprimere. Shauna può anche risentirsi con Melissa per avere una famiglia che non conosce il suo lato oscuro e che la ama senza scrupoli morali, un lusso che Shauna non ha mai avuto e non avrà mai.

Perché Melissa ha finto la propria morte?

Melissa ha finto la propria morte lasciando un biglietto d’addio e, anche se non è stato ritrovato alcun cadavere, il biglietto è stato sufficiente a convincere la polizia della sua morte. C’è stato persino un funerale, a cui Shauna ha detto di aver partecipato. Per quanto riguarda il motivo per cui ha finto la propria morte, Melissa dice “Dopo il nostro ritorno, non ero più una di voi” e che Shauna la terrorizzava. Sentiva di non avere scelta e che fingere la sua morte era l’unico modo per salvarsi da Shauna e dagli altri sopravvissuti.

Il motivo per cui sentiva di non appartenere più a quel gruppo non è ancora stato rivelato, anche se nell’ottavo episodio ci sono già degli indizi. L’adulta Melissa spiega che non è mai stata innamorata di Shauna e che il loro rapporto è sempre stato basato sulla sopravvivenza e l’autoconservazione. Nelle scene nella natura selvaggia, l’adolescente Melissa (Jenna Burgess) è concentrata sul tornare a casa e lasciarsi la natura selvaggia alle spalle, mentre l’adolescente Shauna (Sophie Nélisse), Lottie (Courtney Eaton) e l’“Altra” Taissa (Jasmin Savoy Brown) insistono per restare.

La morte finale di Hannah farà sentire Melissa ancora più divisa dal resto del gruppo.

Shauna, Lottie e Tai sono tre degli altri personaggi che sopravviveranno, ma mentre loro si abituano alla vita selvaggia, Melissa non ci riesce mai, e questo la rende un’estranea. Il fatto che Tai (Tawny Cypress), ormai adulta, abbia detto che Melissa si era avvicinata a Hannah è un altro motivo per cui potrebbe sentirsi esclusa. Mentre Shauna e gli altri personaggi vedono Hannah come una minaccia o semplicemente come un mezzo per raggiungere un fine, sembra che Melissa si affezionerà sinceramente a lei. La morte di Hannah farà sentire Melissa ancora più divisa dal resto del gruppo.

Perché Lottie, Shauna e Tai insistono per rimanere nella natura selvaggia

Anche se Hannah e Kodiak (Joel McHale) offrono un mezzo di salvataggio, Lottie, Shauna e Tai rifiutano questa opportunità e insistono che il gruppo debba rimanere nella natura selvaggia. Ogni personaggio ha le proprie ragioni per voler rimanere, ma insieme formano un fronte unito e la loro influenza minaccia di sabotare la migliore possibilità di salvataggio del gruppo. Lottie ha ucciso Edwin (Nelson Franklin) perché non vuole tornare a casa, dove è sottoposta a terapia elettroconvulsivante e le viene detto che è malata di mente.

Nella natura selvaggia, Lottie è considerata saggia e potente e non è disposta a rinunciare a questo. Shauna non vuole tornare a casa perché perderà il potere che ha acquisito.

Prima dell’incidente aereo di Yellowjackets, Shauna si sentiva impotente e viveva all’ombra di Jackie (Ella Purnell). Non vuole più sentirsi così, né vuole confrontarsi con il ruolo che ha avuto nella morte di Jackie. Per quanto riguarda Tai, non è lei a scegliere di restare, ma il suo “altro” sé che è legato alla natura selvaggia.

L’ultima visione di Jackie di Shauna

L’ottavo episodio mostra la terza visione di Jackie di Shauna in questa stagione. La prima è nella terza stagione di Yellowjackets, nel finale dell’episodio 3, dove l’adolescente Shauna vede Jackie come parte della visione che ha mentre è nelle caverne. La seconda è nell’episodio 4, con l’adulta Shauna che vede Jackie mentre è intrappolata nel congelatore. Il terzo caso, che si svolge nell’episodio 8, coinvolge la Shauna adulta che fa un sogno in cui lei adolescente e Jackie interagiscono in un negozio di alimentari, dove uno sciame di vespe giganti è intrappolato in una luce.

Le vespe simboleggiano Shauna e le scelte autodistruttive che fa.

Jackie fa un commento su come le vespe siano attratte dalla luce, anche se dovrebbero saperlo. Le vespe simboleggiano Shauna e le scelte autodistruttive che fa da adolescente e da adulta. Le vespe dovrebbero sapere che non è il caso di volare verso la luce, ma lo fanno comunque. Allo stesso modo, Shauna prende la pessima decisione di insistere a rimanere nella natura selvaggia e ad attaccare Melissa anche se dovrebbe saperlo.

Jeff pensa davvero che Shauna sia “una fottuta pazza”?

Quando Jeff (Warren Kole) cerca di convincere Joel (Jesse Moss) e Nathan (Jag Bal) a dargli un’altra possibilità per una collaborazione nel settore dell’arredamento, sottolinea che è stata sua moglie Shauna a rovinare la loro precedente cena, e non lui. Jeff dice che Shauna non è stata “clinicamente diagnosticata come una fottuta pazza”, ma potrebbe anche esserlo. Continua a prendere in giro Joel e Nathan dicendo che sono sempre stati con donne noiose.

Chiamare Shauna “fottutamente pazza” è parte del disperato tentativo di Jeff di convincere Joel e Nathan a cambiare idea e a collaborare con lui, ma una parte di Jeff crede che Shauna sia disturbata.

Ha letto i suoi diari e probabilmente sa più di chiunque altro cosa hanno fatto Shauna e gli altri per sopravvivere nella natura selvaggia. Ama sinceramente Shauna e ha fatto del suo meglio per sostenerla, soprattutto dopo che lei ha scoperto che era lui il ricattatore nella prima stagione. Tuttavia, nemmeno Jeff può più negare la realtà della natura instabile e pericolosa di Shauna.

Perché Tai non riesce a entrare nella stanza d’ospedale di Van

Quando Tai entra nella stanza d’ospedale dove è ricoverata Van (Lauren Ambrose), un’altra versione di lei è intrappolata dall’altra parte della porta e non può entrare. Questo viene fatto per confermare che l’Altra Tai ha il controllo e lo ha da un po’ di tempo. L’Altra Tai è convinta di essere l’unica che può salvare Van ora e che solo lei è disposta a fare i sacrifici necessari per la natura selvaggia.

Tai non è letteralmente su due lati opposti della porta, ma è così che la sua mente la percepisce, con l’Altra Tai che la riduce a poco più di una spettatrice impotente mentre controlla il suo corpo e prende il controllo della sua vita. Data la gravità delle condizioni di salute di Van, non è chiaro per quanto tempo ancora sarà in grado di rimanere in vita. Se Van dovesse morire prima della fine della terza stagione di Yellowjackets, si spera che possa riunirsi con la vera Tai un’ultima volta.

Il CEO di OpenAI risponde agli utenti di ChatGPT che creano immagini AI in stile Studio Ghibli

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L’ultima versione della tecnologia di generazione di immagini di OpenAI ha portato a un’ondata di utenti che condividono immagini sui social media trasformate nello stile di Studio Ghibli, il leggendario studio di animazione giapponese.

Martedì, OpenAI ha lanciato quello che ha definito il suo “generatore di immagini più avanzato finora“, integrato in GPT-4o. Questo presenta un “modello multimodale nativo in grado di produrre output precisi, accurati e fotorealistici“. A quanto pare, il generatore di immagini è anche molto bravo a replicare lo stile anime di Studio Ghibli, la società dietro capolavori d’animazione come “La città incantata“, “Il mio vicino Totoro” e “Il ragazzo e l’airone“.

Sam Altman, CEO di OpenAI, è intervenuto sulla trend virale in un post su X, indicando che lui stesso è stato Studio Ghibli-ficato. Altman ha scritto, “> sii me / > sgobba per un decennio cercando di aiutare a creare una superintelligenza per curare il cancro o altro / > per lo più a nessuno importa per i primi 7 anni e mezzo, poi per 2 anni e mezzo tutti ti odiano per tutto / > ti svegli un giorno con centinaia di messaggi: “guarda, ti ho trasformato in un twink in stile Ghibli haha”. Altman ha anche cambiato la sua immagine del profilo su X con un’immagine in stile Ghibli.

I rappresentanti dello Studio Ghibli in Nord America hanno rifiutato di commentare. Tuttavia, Hayao Miyazaki, il co-fondatore dello Studio Ghibli, aveva già precedentemente espresso una forte disapprovazione per l’animazione generata dall’intelligenza artificiale. In un incontro del 2016 in cui gli è stata mostrata una demo di animazione AI, Miyazaki ha detto, “Sono completamente disgustato. Se vuoi davvero fare cose inquietanti puoi andare avanti e farle. Non vorrei mai incorporare questa tecnologia nel mio lavoro”. Ha anche detto, “Sento fortemente che questo è un insulto alla vita stessa”.

Più di recente, attori di Hollywood e altri creativi hanno espresso preoccupazioni circa gli sforzi di OpenAI e di altre aziende di intelligenza artificiale per “indebolire o eliminare” le protezioni sulle opere protette da copyright per l’addestramento di sistemi di intelligenza artificiale. Nei commenti depositati presso l’Office of Science and Technology Policy dell’amministrazione Trump all’inizio di questo mese, oltre 400 registi, attori, musicisti e altri hanno contestato quella che hanno definito una pressione esercitata da OpenAI e Google “per un’esenzione governativa speciale in modo che possano sfruttare liberamente le industrie creative e della conoscenza americane”.

Giovedì, un giudice federale ha stabilito che il New York Times, insieme ad altri gruppi di giornali, è autorizzato a procedere con una causa per violazione del copyright contro OpenAI e Microsoft in cui cercano di costringere le aziende di intelligenza artificiale a smettere di utilizzare i loro contenuti per addestrare chatbot come ChatGPT. In una dichiarazione, OpenAI ha affermato di non vedere l’ora di “chiarire che costruiamo i nostri modelli di intelligenza artificiale utilizzando dati disponibili al pubblico, in un modo basato sul fair use e a supporto dell’innovazione”.

Bloodshot: la spiegazione del finale del film con Vin Diesel

Bloodshot: la spiegazione del finale del film con Vin Diesel

Bloodshot della Sony è l’adattamento dei fumetti Valiant Comics con Vin Diesel nel ruolo di Ray Garrison, un soldato americano che muore in un momento imprecisato della sua carriera e viene poi resuscitato dalla Rising Spirit Technologies. L’azienda biomedica è specializzata nella guerra e produce super-soldati da mettere letteralmente in vendita, con Ray che viene trasformato in un killer quasi immortale grazie a un’esclusiva tecnologia di naniti. Ray può dunque rigenerare parti del corpo, guarire istantaneamente da ferite da arma da fuoco ed è dotato di forza, velocità e agilità sovrumane, rendendolo in pratica un esercito di un solo uomo. Tuttavia, nel finale Ray si rivolta contro i suoi responsabili di Rising Spirit dopo aver capito che lo stavano armando per i motivi sbagliati.

LEGGI ANCHE: Bloodshot: dal cast al fumetto, tutte le curiosità sul film con Vin Diesel

Cosa accade nel finale del film?

Ray ha ucciso le persone che pensava avessero ucciso sua moglie, ma era tutta una simulazione gestita dal boss di Rising Spirit, il dottor Emil Harting (Guy Pearce). Egli ha ingannato Ray per fargli assassinare gli ex colleghi e ha incasinato la sua mente impiantandogli falsi ricordi. Alla fine, il corpo di Ray viene temporaneamente liberato grazie all’hacker Wilfred Wigans (Lamorne Morris), durante un incarico mal riuscito, ma il veterano di guerra viene catturato dai teppisti di Emil dopo una rissa in strada. Viene quindi ibernato e destinato al disarmo, mentre la sua “babysitter” KT (Eiza González) dà la caccia a Wilfred, che potrebbe rovinare i piani di Emil per la commercializzazione.

KT si dirige quindi in Inghilterra, elimina gli scagnozzi di Wilfred e mette fuori combattimento l’hacker, ma quando torna alla base ha ormai una coscienza e vuole liberare Ray, dispiaciuta per le torture subite. KT, quindi, mente e dice che Wilfred è riuscito a scappare, mentre in realtà si è nascosto nel loro complesso europeo, lavorando al processo di smantellamento. A quel punto libera Ray e, con l’aiuto di KT, impedisce lo scrub mentale, permettendo a Ray di dare la caccia a Emil. KT fa poi esplodere i server per bruciare tutti i dati, mentre Wilfred si assicura che i naniti di Ray non siano stati manomessi. Sfortunatamente, il processo ha lasciato Ray in un disperato bisogno di una ricarica, che non è però in grado di ottenere.

Bloodshot sequel
Eiza González in Bloodshot. © 2020 CTMG, Inc. All Rights Reserved. **ALL IMAGES ARE PROPERTY OF SONY PICTURES ENTERTAINMENT INC. FOR PROMOTIONAL USE ONLY. S

Nel tentativo di portare a termine il più rapidamente possibile la missione, si lancia contro Jimmy Dalton (Sam Heughan), un soldato rancoroso dotato di protesi meccaniche, e contro il Tibbs (Alex Hernandez), un tipo alla Bullseye, e quando entrambi vengono uccisi, Ray si dirige verso Emil, che si sta precipitando per sfuggire alle macerie dell’edificio. Ray contribuisce a distruggere il posto, ma mentre affronta Emil al piano di sotto, fracassando i veicoli intorno a lui, il super-soldato inizia a indebolirsi al tre per cento. Emil fa a quel punto esplodere Ray con un paio di bombe speciali, avvertendolo che una volta arrivato a zero, sarà la fine.

Verso un lieto fine

Wilfred, intanto, è in preda al panico perché non pensa di poter ricaricare i naniti morti, ma Ray procede comunque, incassando i colpi prima che Emil, che ha una potente mano robotica dopo aver perso il braccio a causa del cancro, lo soffochi. Ray, che fatica a respirare, ha però un ultimo asso nella manica e lancia una granata, facendo saltare in aria entrambi. Fortunatamente, la sequenza finale rivela che Ray non è morto, poiché KT ha salvato il suo corpo quando si è ricomposto in un ultimo tentativo di sopravvivenza. Lei e Wilfred lo hanno tenuto in vita, curandolo e modificando i suoi naniti. Wilfred confessa di aver risolto il problema della ricarica così che Ray non debba più farla.

Ha tutti i suoi poteri, senza le debolezze, e mentre si nascondono e si mettono in viaggio nella campagna europea in una roulotte, KT diventa il partner ufficiale di Ray. Sanno che saranno braccati dal resto di Rising Spirit, dalle corporazioni rivali e da altri governi, ma almeno sono liberi. Poco prima che Bloodshot si concluda, tuttavia, si sente la voce di Wigans che mette in dubbio la validità di questo finale. Poco prima che il film si concluda, Wigans esclama infatti: “Un po’ troppo perfetto, secondo me. Ma siete seri? Dritto verso il tramonto? Siamo sicuri che non sia tutta una finzione…”. Da un lato, questa battuta si adatta al Wigans per lo più pessimista e autoironico ed è proprio il suo stile umoristico.

Bloodshot trama film
Guy Pearce e Vin Diesel in Bloodshot. © 2020 CTMG, Inc. All Rights Reserved. **ALL IMAGES ARE PROPERTY OF SONY PICTURES ENTERTAINMENT INC. FOR PROMOTIONAL USE ONLY. S

La gag potrebbe essere semplicemente il modo in cui rompe il ghiaccio dopo aver capito il suo nuovo ruolo di terzo incomodo rispetto a Ray e KT. Detto questo, le sue preoccupazioni potrebbero essere fondate. In teoria, è possibile che tutto in Bloodshot sia una simulazione e che, in modo simile a Inception, la cospirazione scoperta da Garrison nascondesse semplicemente un’altra cospirazione volta a distruggere la RST incastrandoli come cattivi – cosa in cui Ray ha creduto pienamente. Poiché questa particolare teoria renderebbe l’intero film privo di significato, è improbabile che sia vera; Ma che solo la scena finale di Bloodshot possa essere una simulazione, invece, è molto più plausibile.

La spiegazione del finale di Bloodshot: sogno o realtà?

Il pubblico non vede mai cosa succede a Ray dopo essersi fatto esplodere per uccidere il dottor Harting, e se Wigans è riuscito a rimettere insieme il supersoldato, anche un altro supergenio potrebbe essere in grado di farlo, sottoponendolo allo stesso tipo di realtà simulata di RST. La cosa curiosa è la consapevolezza di Wilfred che il viaggio verso il tramonto potrebbe essere una simulazione. Se fosse vero, ciò significherebbe che Ray, KT e Wilfred sono tutti collegati insieme a un’unica memoria condivisa, poiché un falso Wilfred non sarebbe programmato per destare sospetti. L’idea delle simulazioni condivise, d’altronde, è un’idea che Bloodshot ha già messo in atto nel corso del film.

Quando KT decide di ribellarsi alla RST e di salvare Ray, entra nella sua missione marina simulata per portarlo fuori, introducendo l’idea che altre coscienze possono entrare in queste realtà oniriche. Per quanto riguarda il motivo per cui questo ipotetico nemico misterioso dovrebbe catturare Ray, KT e Wilfred e mettere il trio in una realtà simulata, forse questa losca organizzazione vede il valore delle loro nuove acquisizioni come squadra. Un sequel di Bloodshot risponderebbe definitivamente a questo mistero, ma se il seguito non si farà, i fan dovranno solo pensare che Wilfred stesse scherzando, come quasi certamente stava facendo.

Reacher – Stagione 3: Alan Ritchson ha perso i sensi durante le riprese del finale: “È stato uno spasso”

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Anche se Jack Reacher non è facile da sconfiggere, Alan Ritchson è comunque un essere umano. La star di Reacher (qui la recensione della terza stagione) ha infatti recentemente rivelato di aver perso i sensi durante le riprese della scena di combattimento con il mastodontico Paulie per il finale della terza stagione della sua serie Prime Video, ora disponibile in streaming sulla piattaforma. “Ad un certo punto l’attore di Paulie (Olivier Richters) mi ha sbattuto contro il tavolo così forte che l’ho sfondato e sono finito nel settimo girone dell’inferno“, ha detto Alan Ritchson a Entertainment Weekly. “E mi sono svegliato un giorno e mezzo dopo.

“Quando ho ripreso i sensi, ho dovuto dire ai miei figli che mi sentivo benissimo, perché erano sul set e non volevo che pensassero che papà fosse morto e che non sarebbe stato bene. Sono stati i peggiori minuti della mia vita“. “Il punto è che guardi Reacher che viene massacrato per cinque minuti di fila. E io ero tipo, ‘Questo è divertente. Mi piace questa idea.’ E ho avuto la brillante trovata di girare personalmente la scena senza uno stuntman, perché volevo che il pubblico sapesse che ero io a fare quelle cose. Volevo che la telecamera si alzasse e rimanesse sul mio viso per tutto il tempo. Tutti dicevano, ‘Ti farai uccidere, ti farà troppo male, fallo fare ad uno stuntman’ E io ero tipo, ‘No, lasciatemi fare.’

Reacher e Paulie in Reacher stagione 3
Alan Richtson e Olivier Richters in Reacher © Prime Video

A riguardo Ritchson ricorda di aver avuto una “grossa discussione” con la sua squadra per la realizzazione di questo particolare stunt. “Io dicevo: “Lo faccio. Lo facciamo“”, racconta. “E ho vinto. A malincuore, mi hanno detto: ‘È meglio che tu non muoia perché ti abbiamo avvisato che morirai e abbiamo cercato di avvertirti’”. L’attore ha poi detto che ci sono volute “tre settimane” per girare la sequenza di combattimento, aggiungendo: “Si trattava di un momento di tre secondi in 28 minuti di contenuti, tanto per darvi un esempio di come è stata la mia vita in quelle tre settimane. È stato uno spasso”.

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