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Io sono l’Amore: recensione del film di Luca Guadagnino

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Io sono l’Amore: recensione del film di Luca Guadagnino

Riscuotendo molto successo nei maggiori festival internazionali, tra cui il Tiff e il Sundance, arriva nei cinema italiani Io sono l’Amore di Luca Guadagnino.

In Io sono l’Amore si racconta la vita di una ricca famiglia dell’alta borghesia lombarda, i Recchi, le sue dinamiche di successione, i rapporti cristallizzati in un sistema gerarchico vecchio di generazioni, le nuove leve che vogliono farsi spazio, le vecchie che faticano a trovare una collocazione nel mondo in cambiamento. E tra i fasti di pranzi e saloni, Antonio, un cuoco di estrazione sociale bassa, abituato al lavoro manuale, ma dai gusti culinari sofisticati, intreccia la sua vita con la famiglia Recchi, in particolare con il primogenito erede e con sua madre, Emma, donna elegante e non più giovane ma con la voglia di evadere dalla usa prigione dorata.

Io sono l’AmoreUn’intenzione ambiziosa quella di Guadagnino che vuole tratteggiare, senza mai veramente raccontare, la vita di questi uomini ricchi, così lontani dalla quotidianità e così apparentemente distanti da tutto ciò che nel film è rappresentato da Antonio. Tuttavia l’intenzione, per quanto non priva di una certa vivacità cromatica che si evidenzia soprattutto nelle sequenze culinarie, non riesce a convincere lo spettatore, spiazzato e disorientato dalla vicinanza dei soggetti, dalla loro frammentazione davanti ad un obbiettivo che provando ad andare all’interno perde la concretezza di una storia che almeno esteticamente poteva essere soddisfacente ma che si piega su se stessa.

Lo scoppio della passione tra l’austera Emma e il giovane Antonio è glissato, lasciando inespressa una scena con un potenziale estetico non indifferente; ma se l’inizio della relazione viene solo sfiorato dalla mdp, il suo svolgersi in simbiosi con una natura rigogliosa è tutt’altro che lasciato sotto silenzio. Guadagnino indugia oltremodo, forse troppo, sui corpi fusi insieme, sempre in maniera ravvicinata, sempre senza dare mai un’immagine complessiva della scena, lasciando lo sguardo amputato, desideroso di vedere l’insieme che è irrimediabilmente sottratto e reso frammento di immagine.

Io sono l’Amore

Gli interpreti, pur di ottimo livello, non sono supportati nel loro agire da azioni motivate, demerito di una sceneggiatura precaria che non svolge nessun racconto e che sparge i componenti della famiglia Recchi per l’Europa, da Londra a Nizza, senza una vera e propria necessità narrativa, ma dando ancora di più l’impressione di dispersione delle parti, di disfacimenti del filo narrativo che non si raccoglierà più per tutti i 120 minuti di film, filo del quale, in verità, non se n’è mai trovato il capo.

E purtroppo il risultato è proprio questo: una serie di frammenti slegati, un susseguirsi di gesti e impulsi che faticano a incollarsi gli uni con gli altri e che caratterizzano negativamente la farraginosità di un film che non riesce a decollare nonostante le presenze di interpreti carismatici ma non alla loro migliore interpretazione.

Io sono l’abisso: tutto quello che c’è da sapere sul film di Donato Carrisi

Dopo essersi affermato come uno dei nuovi più importanti autori letterari del thriller e del noir italiani, Donato Carrisi è con successo approdato anche al cinema, realizzando nel giro di un paio d’anni i film La ragazza nella nebbia e L’uomo del labirinto, entrambi interpretati da Toni Servillo e basati su propri romanzi. Dopo qualche anno di attesa, Carrisi è tornato poi alla regia di un lungometraggio con Io sono l’abisso (qui la recensione), uscito nel 2022 e anch’esso appartenente al thriller, con elementi che virano però anche verso l’horror.

Ancora una volta egli prende per mano lo spettatore e lo conduce all’interno della propria indagine sulla natura dei serial killer, su ciò che li spinge a compiere le crudeli azioni che compiono e su cosa infesti le loro menti. Anche questo suo terzo film è dunque un’opera che attinge pienamente al genere a cui fa riferimento, proponendo però anche tutta una serie di enigmi, chiavi di lettura e riflessioni che arricchiscono di molto la visione. Apprezzato al pari dei precedenti, Io sono l’abisso porta dunque avanti il successo di Carrisi al cinema.

Per gli appassionati del genere, si tratta dunque di un titolo imperdibile, che permette di riscoprire le grandi possibilità che il cinema italiano offre quando ci si cimenta con generi di questo tipo. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi al libro, alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Io sono l’abisso, il libro di Donato Carrisi

Nel 2020 Carrisi pubblica il suo undicesimo romanzo, Io sono l’abisso, incentrato su tre personaggi sprovvisti di nome e in apparenza molto slegati tra loro ma con un destino in comune. Pubblicato da Longanesi, il libro ha suscitato molto clamore, come già avvenuto per le precedenti opere di Carrisi. L’autore, stavolta più che mai, porta infatti il lettore all’interno di una storia torbida e della mente dei suoi personaggi, facendo scoprire quanto profondo possa essere l’abisso presente in ogni essere umano. Pubblicando il romanzo, Carrisi si disse inoltre da subito interessato a dirigere una sua trasposizione cinematografica, cosa poi avvenuta nel giro di breve.

La trama di Io sono l’abisso e il cast di attori

La storia, ambientata sul lago di Como, ha come protagonista un netturbino sulla trentina (chiamato L’Uomo che Puliva) con problemi mentali dovuti alle violenze fisiche e psicologiche subite da bambino da sua madre e dai compagni di lei. L’uomo, ora cresciuto, è spinto a uccidere da un personaggio immaginario che “abita” in casa con lui. Le sue vicende si intrecciano però con quelle di una tredicenne di famiglia benestante (chiamata La Ragazzina col Ciuffo Viola), che salva dall’annegamento dopo un tentativo di suicidio, e di una donna (chiamata La Cacciatrice di Mosche), che indaga autonomamente su episodi di violenza contro le donne.

A recitare nel ruolo di L’Uomo che Puliva si ritrova l’attore Gabriel Montesi, reduce dai successi ottenuti con il film Favolacce e con la serie Speravo de morì prima. Accanto a lui, nel ruolo di La Ragazzina col Ciuffo Viola, vi è invece Sara Ciocca, vista anche in Tutti per 1 – 1 per tutti e Improvvisamente Natale. Infine, ad interpretare il terzo personaggio protagonista, La Cacciatrice di Mosche, vi è Michela Cescon, recentemente vista in film quali Piuma, Loro e Villetta con ospiti. Fanno poi parte del cast anche Sergio Albelli nei panni de Il Prof, Giordana Faggiano in quelli de Il Carabiniere e Saul Nanni in quelli di Raffaele.

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Io sono l’abisso, la storia vera e il significato del film

Parlando della storia alla base del racconto del libro e del film, Carrisi ha affermato di essersi basato su una storia vera, senza però rivelare quale. Al termine del romanzo, infatti, si può ritrovare la scritta “Le storie di questa storia sono ispirate a fatti realmente accaduti”, senza però che vengano fornite ulteriori informazioni a riguardo. Ad ogni modo, senza svelare nulla circa i colpi di scena e il finale del film, è importante sapere che tutto ruota intorno al Male e a come questo sia un circolo vizioso, che si tramanda di generazione in generazione. Carrisi, inoltre, non è interessato a fornire un colpevole, quando a individuare le sue motivazioni.

I traumi subiti dal serial killer del film vengono dunque approfonditi ed esplorati sotto più punti di vista, così da poter comprendere in che modo questi si ripresentano poi nel corso del tempo. Il trauma però non porta necessariamente a diventare assassini, ma può ripresentarsi in altre forme, come dimostrano gli altri personaggi protagonisti, alle prese con proprie turbolente vicende passate. Significativa è a tal riguardo l’ambientazione sulle sponde del lago di Como: una distesa d’acqua tranquilla e piatta in superficie ma che nelle sue profondità nasconde forze e melme non facilmente individuabili. Una metafora perfetta per descrivere la mente e l’animo umani, tanto profondi quanto fragili e spaventosi.

Il trailer di Io sono l’abisso e dove vederlo in streaming

È possibile fruire di Io sono l’abisso grazie alla sua presenza nel catologo di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Now, Amazon Prime Video e Netflix. Su quest’ultima piattaforma, il film è attualmente al 5° posto nella Top 10 dei film più visti in Italia. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma a cui rivolgersi, basterà sottoscrivere un abbonamento generale scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb, Longanesi

Io sono l’abisso: trailer del nuovo film di Donato Carrisi

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Io sono l’abisso: trailer del nuovo film di Donato Carrisi

Vision ha diffuso il trailer ufficiale di Io sono l’abisso, il nuovo film di Donato Carrisi, tratto dall’omonimo romanzo di Donato Carrisi, edito da Longanesi prodotto da  CARLO DEGLI ESPOSTI NICOLA SERRA. Una produzione  PALOMAR VISION DISTRIBUTION in collaborazione con SKY

Io sono l’abisso, trama del film

Il suo lavoro è occuparsi della spazzatura. La gente non pensa mai a ciò che getta via. Invece lui sa che proprio tra i rifiuti si nascondono i segreti delle persone. Ed è così che sceglie le sue vittime. «Le persone dicono bugie, ingannano. La spazzatura no, la spazzatura non mente.» Ma, nella sua esistenza ordinata e solitaria, un giorno irrompe una ragazzina. Si è gettata nel lago come un rifiuto e lui l’ha salvata. Ma lui non salva le persone. Per questo all’inizio scappa via. Però poi torna indietro e la osserva di nascosto. E capisce ciò che nessuno sa capire. Che la ragazzina ha un segreto e ha urgente bisogno di aiuto. Ma aiutarla metterà a rischio la sua invisibilità. Infatti, mentre tutto questo accade, la più improbabile delle cacciatrici intuisce che là fuori c’è qualcuno che uccide le donne sole dai capelli biondi. Sa che nessuno le crederà perché, per la gente del lago, lei è solo matta. Ma non può tirarsi indietro e ha poco tempo. E, se riuscirà a fermare il mostro, potrà liberarsi dalla maledizione del passato. Ci sono tre storie che scorrono nel buio. Tre anime che stanno per incontrarsi. Dentro l’abisso.

Io sono l’abisso, la recensione del film di Donato Carrisi

Io sono l’abisso, la recensione del film di Donato Carrisi

Donato Carrisi torna al cinema con il suo terzo film, Io sono l’abisso, adattamento del suo omonimo romanzo pubblicato dalla casa editrice Longanesi nel 2020. La pellicola, che mette in scena la psiche del genere umano, volge lo sguardo verso il background dei serial killer e su come questo influenzi la loro “trasformazione in mostri”. Il film sarà nelle sale dal 27 ottobre, distribuito da Vision Distribution e accompagnato dalla colonna sonora composta da Vito Lo Re ed edita da Edizioni Curci e Palomar.

Io sono l’abisso, la trama

Un paese sul lago di Como. L’uomo che pulisce, un netturbino la cui vita è piena di solitudine, trova nella spazzatura che raccoglie l’unica fonte di verità. Nella casa in cui abita, oltre una porta laccata di verde, un uomo sconosciuto gli parla. Dietro il suo aspetto apparentemente normale, si cela un serial killer che segue uno schema ben preciso: uccidere donne bionde e avanti con l’età.

La Ragazzina dal ciuffo viola è un’adolescente che sta annegando in un lago; il tentato suicidio di lei è frutto di una vita che non riesce a sostenere, fatta di tesori materiali ma non affettivi. La Cacciatrice di mosche, è una “pazza” a cui la vita ha tolto tanto, e che adesso combatte affinché le donne vittime di violenza possano avere una voce e possano salvarsi. Tre vite apparentemente separate le une dalle altre ma che ad un certo punto si incontrano e, inevitabilmente, si intrecciano. Cosa le lega? Gli omicidi perpetrati da parte dell’uomo.

La potenza distruttiva della solitudine

Premessa: i protagonisti di Io sono l’abisso non hanno nomi. E neppure degli attori interpreti bisogna saperlo. La scelta, spiegata in una lettera del regista al suo spettatore, è puramente artistica. È come se attribuire un nome al personaggio lo marchiasse con un’etichetta di riconoscimento, ponendo quasi una distanza e impossibilitando l’altro ad andare oltre la sua identità. Al contrario, privandolo di qualcosa, non associando i nomi a nessun volto, avviene quel processo essenziale nel cinema: l’immedesimazione da cui nasce l’empatia.

Carrisi si pone dunque un obiettivo: condurre lo spettatore ad empatizzare con i protagonisti, in primis con L’uomo che pulisce, ossia il serial killer. Un modus operandi insolito e per certi versi anche anomalo, ma necessario per il regista affinché possa portare in scena uno stato sociale e umano che purtroppo non è raro al giorno d’oggi: la solitudine. Quella solitudine che nel percorso chiamato vita tocca l’esistenza di ognuno almeno una volta. A volte questa morbosa compagna arriva, si annida e si avvinghia. Altre volte, per fortuna, è solo di passaggio; dopo aver salutato, chiude la porta e scompare.

Nel caso dell’Uomo che pulisce questa “strana amica” ha preso il sopravvento, e ha alimentato quei mostri che l’assassino si trascina dietro come un grande e pesante fardello da quando era piccolo. Un susseguirsi di flashback, alternati ad attimi del presente, strutturano e destrutturano il personaggio; portano lo spettatore indietro nel tempo e mostrano senza pietà il trattamento “anti materno” di Vera, una madre che tutto vuole tranne un figlio. L’Uomo, qui ancora bambino, viene poi seguito mentre passa da un istituto all’altro, deriso dai suoi compagni di stanza e, ancora una volta, abbandonato.

È la “ricostruzione” della sua infanzia che permette l’identificazione con il serial killer, una persona lasciata al suo triste destino, violentata psicologicamente e privata dell’amore genitoriale nel momento in cui più ne aveva bisogno. Il passato lo ha plasmato nel mostro che è oggi, e nonostante la sua psiche deviata cerchi di condurlo costantemente verso la strada “della morte”, lui ad un certo punto prova a redimersi salvando la Ragazzina nel lago. E inizia a proteggerla. Perché lei è sua amica. Ed è a lei che, nel suo modo controverso, lui regala quell’affetto di cui non ha mai sentito il sapore; lo fa con qualcuno che, alla fine, rovescia la sua posizione di mostro, tramutandolo nel salvatore.

La trasposizione di un racconto crudo

Attraverso un montaggio alternato, la macchina da presa invade la vita dell’Uomo che pulisce, della Ragazzina e della Cacciatrice di mosche; essa li segue nei loro tormenti, nella psiche fragile e nella loro eterna alienazione. Io sono l’abisso dispone così di tre trame, nessuna con una valenza inferiore rispetto all’altra, ma con impatti visivi ed emotivi differenti che Carrisi mostra allo spettatore attraverso tecnica e stile.

Quando si segue L’uomo che pulisce, le inquadrature sono oblique, distorte. Un parallelismo sottile con la mente dell’assassino e i suoi malsani pensieri. L’alternanza di luce e ombra, poi, che avvolgono il suo volto in continua agonia, enfatizzano la combutta fra bene e male insita in lui. Per le due donne, invece, il regista predilige i primi piani sul volto, gli occhi e soprattutto sul loro sguardo smarrito.

L’Uomo, la Ragazzina e la Cacciatrice, ognuno con la sua storia e le proprie profonde ferite, sono legati simbolicamente da un filo rosso comune: sono perduti. E sono tutti e tre quasi incapaci di relazionarsi con una società che non sembra capirli. Anzi, a volte non vuole. Sono, per motivi differenti, alla ricerca costante di quella luce proveniente dal faro, quando la tempesta in mare aperto non permette di vedere l’orizzonte e si ha bisogno di un segnale che faccia ritrovare la strada di casa.

Io sono l’abisso diventa perciò un manifesto del dolore figlio della solitudine, che può avere forme e conseguenze diverse in base alla persona di cui si “ciba”. È un’opera che, ad un certo punto, scioglie la suspense del thriller e regala un sentimento di compassione verso qualcuno che, seppur non sia giustificabile, si sente il bisogno di abbracciare. Spesso i mostri diventano tali perché altri prendono il sopravvento nella loro vita, distruggendola. Donato Carrisi ha portato in scena il loro background, insediandosi senza filtri nella loro psiche. Spente le luci in sala, il cuore si apre. È pronto ad accogliere la storia nella sua interezza.

Io sono l’abisso, il nuovo film di Donato Carrisi

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Io sono l’abisso, il nuovo film di Donato Carrisi

Sono in corso le riprese di Io sono l’abisso il nuovo film di Donato Carrisi. Il film scritto e diretto da Donato Carrisi è tratto dall’omonimo romanzo dell’autore edito da Longanesi. Io sono l’abisso, girato sul Lago di Como, è prodotto da Palomar e Vision Distribution e sarà distribuito in Italia e nel mondo da Vision Distribution.

“Io sono l’abisso è un thriller dei sentimenti in cui i colpi di scena e la suspense sono costruiti sulle storie dei personaggi.” dichiara il regista e autore Donato Carrisi “C’è una storia visibile, ma ce n’è anche una sommersa, che scorre silenziosa ed emerge all’improvviso. Ed è quella che va a colpire lo spettatore dove meno se lo aspetta, in quel piccolo posto del cuore in cui custodiamo l’empatia.”

La trama

L’Uomo che pulisce pensa che si possono ricavare un sacco di segreti dai rifiuti. Perché la gente tende a mentire; la spazzatura, invece, non mente mai. L’Uomo che pulisce credeva di essere invisibile finché non ha incontrato la Ragazzina col ciuffo viola. La Ragazzina col ciuffo viola irrompe nella sua vita ordinata perché solo un angelo cattivo può salvarla adesso. Intanto, la Cacciatrice sa che là fuori c’è qualcuno che uccide le donne dai capelli biondi. Anche se nessuno le crede, lei lo sa. Ciò che non sa, invece, è che c’è qualcosa di malvagio che si nasconde dietro la porta verde. La verità sta in fondo a un abisso buio e profondissimo.

Io sono l’abisso in prima tv dal 20 febbraio su SKY

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Io sono l’abisso in prima tv dal 20 febbraio su SKY

Arriva in prima tv lunedì 20 febbraio Io sono l’abisso, avvincente thriller di Donato Carrisi, alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Suspense), in streaming su NOW e disponibile on demand.

Tratto dall’omonimo romanzo di Donato Carrisi, edito da Longanesi, Io sono l’abisso è il terzo film diretto dallo scrittore e regista. Prodotto da Palomar e Vision Distribution in collaborazione con Sky, vede tra i protagonisti Michela Cescon, Gabriel Montesi, Sara Ciocca, Giordana Faggiano, Sergio Albelli, Lidia Liberman.

La trama di Io sono l’abisso

L’Uomo che pulisce pensa che si possono ricavare un sacco di segreti dai rifiuti. Perché la gente tende a mentire; la spazzatura, invece, non mente mai. L’Uomo che pulisce credeva di essere invisibile finché non ha incontrato la Ragazzina col ciuffo viola. La Ragazzina col ciuffo viola irrompe nella sua vita ordinata perché solo un angelo cattivo può salvarla adesso.

Intanto, la Cacciatrice sa che là fuori c’è qualcuno che uccide le donne dai capelli biondi. Anche se nessuno le crede, lei lo sa. Ciò che non sa, invece, è che c’è qualcosa di malvagio che si nasconde dietro la porta verde. La verità sta in fondo a un abisso buio e profondissimo.

Io sono con te: recensione del film di Guido Chiesa

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Io sono con te: recensione del film di Guido Chiesa

Io sono con te – Tantissime sono state ad oggi le riletture, rielaborazione e riproposizione della storia della natività. Tutti i punti di vista sono stati scandagliati in qualunque modo proponibile. Tra questi Guido Chiesa riesce a trovare un modo nuovo per rappresentare sullo schermo la storia più raccontata di tutti i tempi: quella di Maria e di suo figlio, Gesù.

Io sono con te racconta infatti la storia di Maria, dal concepimento fino alla celeberrima sparizione di Gesù che nel tempio di Gerusalemme per discutere con i dottori della legge. Nessun episodio evangelico è tralasciato: la natività, la visita dei pastori e dei Magi, la strage degli innocenti. Il vangelo preso ad esempio è quello di Luca, che più approfonditamente si attarda nei dettagli storici e si presta meglio degli altri alla trasposizione cinematografica. La bellezza di questo film, il suo lato enigmatico ed interessante risiede principalmente nei lunghi silenzi di Maria, una ragazza giovane ma determinata che parla poco, sorride tanto, ed ha ben chiaro in mente che l’amore incondizionato per suo figlio è l’unica cosa di cui egli ha bisogno. Contravvenendo a quasi tutte le norme della tradizione ebraica, Maria si troverà a combattere contro la struttura patriarcale della famiglia allargata nella quale andrà a vivere dopo il matrimonio con Giuseppe. Il cuore del film si rivela però nella discussione dotto che i Magi, molti più di tre, hanno a proposito del bambino che hanno visto, Gesù, e soprattutto della serenità della madre. La santità, la potenza, diranno i Magi, forse risiede non in poteri ultraterreni, in grandi capacità intellettive, ma nell’enorme capacità che ha l’uomo di amare il prossimo; in quest’ottica il contatto con la madre, l’amore che incondizionatamente essa gli dona, influisce sull’affettività del bambino a tal punto da condizionarne la vita successiva.

La ‘grazia’ di cui Maria è piena, viene qui trattata come una prerogativa totalmente umana, che si concretizza nell’amore e nella fiducia che ella infonde nel figlio già da piccolissimo. Nell’economia del film, la figura di Maria spesso proposta come etereo simulacro inarrivabile, diventa qui incredibilmente concreta e per questo imitabile, e di concreto esempio. Biologicamente è oggi dimostrato che l’essere umano si forma come essere capace di amare e di esercitare facoltà razionale sul modello genitoriale, di conseguenza, l’uomo che inviterà a porgere l’altra guancia deve aver avuto una madre fuori dal comune, per questo la storia qui raccontata vale soprattutto come modello antropologico, che si distanzia anche dalla sua radice religiosa e per questo ne fa un film non solo per coloro che credono, ma anche per quelli che non credono.

Chiesa conduce questa storia delicata e potente ma che si muove nel quotidiano con grande discrezione, seguendo i personaggi nel loro cammino e nelle loro scelte. Discutibile forse solo la scelta dei salti temporali marcati con scritte bianche su cartelli neri (ci sono molti espedienti grammaticali per far intendere un’ellissi temporale considerevole). Interessante invece l’aspetto costumistico del film che si distanzia dal quasi monocromatismo dei film sul medesimo argomento, in favore di colori brillanti e vivaci che si sposano con una fotografia cangiante e allo stesso tempo discreta, ottimo accompagnamento per la delicatezza della storia. Bravi anche gli attori, scelti tra non professionisti e non attori direttamente sul set in Tunisia, e interessante soprattutto per la veridicità della recitazione la scelta di farli recitare nel loro dialetto locale, facendo invece parlare i personaggi di un ceto sociale superiore in greco antico.

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Io sono Babbo Natale: tutto quello che c’è da sapere sul film con Gigi Proietti

I film su Babbo Natale sono innumerevoli e ovviamente in questo periodo dell’anno molti di essi affollano i palinsesti televisivi o i cataloghi delle piattaforme streaming per offrire quel calore natalizio che contraddistingue queste festività. Anche il cinema italiano ha avuto i suoi Babbo Natale (10 giorni con Babbo Natale o In fuga con Babbo Natale, solo per citare i più recenti), ma uno dei più amati è quello interpretato da Gigi Proietti in Io sono Babbo Natale, commedia natalizia divenuta disponibile nel 2021 per la regia di Edoardo Falcone, già autore di film come Questione di Karma e Il principe di Roma.

Come noto, è questo l’ultimo film girato da Proietti prima della scomparsa, in cui regala al  pubblico che l’ha sempre tanto amato un’interpretazione dolce e malinconica dell’iconico giocattolaio. A partire dalla sua presenza, il film si rivela dunque essere un inno alle seconde possibilità della vita, per scoprire che non è mai troppo tardi per cambiare e fare del bene. Tematiche che emergono non solo a partire dal personaggio di Babbo Natale ma anche dal vero protagonista del film, il ladruncolo interpretato da Marco Giallini.

In vista del Natale, si tratta dunque un ottimo film da vedere, perfettamente allineato ai valori che questa festa dovrebbe trasmettere in tutti noi, ma che troppo spesso vengono oscurati dall’avidità e dalla materialità. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Io sono Babbo Natale

Protagonista del film è Ettore, un ex detenuto che conduce un’esistenza disperata, priva di stimoli e irrequieta. Finito in prigione a causa di una rapina, l’uomo non ha mai tradito i suoi complici, tenendo i nomi per sé. A seguito dei suoi problemi giudiziari, però, i suoi già precari legami familiari sono diventati totalmente inesistenti. Infatti dopo essersi lasciato con la sua compagna Laura, non hai mai conosciuto la figlia Alice avuta da lei. La sua unica prospettiva per il futuro sembra dunque essere quella di continuare a fare quello che ha sempre fatto: rubare.

È però proprio durante uno dei suoi furti che si ritrova nella dimora di Nicola, un adorabile anziano che sembra non possedere nulla di valore in casa sua. L’unica cosa importante che può dare a Ettore è un’informazione sulla sua identità: Nicola afferma infatti di essere il vero Babbo Natale. Il rapinatore non crede alle parole dell’uomo che ha di fronte, ma ancora di più stenta a credere all’esistenza di Babbo Natale. Quando però verrà messo dinanzi all’evidenza della cosa, si troverà a dover decidere se sfruttare quell’occasione per il proprio tornaconto o se cambiare finalmente in meglio.

Io sono Babbo Natale film 2021

Il cast di Io sono Babbo Natale e le location del film

Ad interpretare Ettore vi è l’attore Marco Giallini, mentre Gigi Proietti ricopre il ruolo di Nicola Natalizi alias Babbo Natale. È questo l’ultimo film interpretato dall’attore, scomparso il 2 novembre del 2020, circa un anno prima dell’uscita di Io sono Babbo Natale. Recitano poi nel film Barbara Ronchi nel ruolo di Laura Interlenghi, ex compagna di Ettore e Alice Adamu nel ruolo della figlia Alice. Daniele Pecci, invece, interpreta Luciano, il nuovo compagno di Laura, mentre Gianni Franco e Lucia Batassa interpretano i genitori di lui. Completano poi il cast gli attori Antonio Gerardi nei panni di Mauro, Giorgia Salari in quelli di Stefania e Simone Colombari in quelli di Walter.

Come si può ben vedere guardando il film, esso è stato girato interamente a Roma nel corso del febbraio 2020. Tra le varie location che si possono riconoscere vi sono via della Lungara, davanti al carcere Regina Coeli dal quale Ettore viene messo in libertà, e sul lungotevere, dove il protagonista vaga senza meta. Location primaria è però la villa di Nicola, alias Babbo Natale, che si trova a Monteverde, in  via Cimone al civico 100. Altre location sono invece il laghetto di Villa Borghese, dove Babbo Natale spiega il suo lavoro ad Ettore, o ancora è sua via Condotti che Ettore, grazie ai superpoteri dell’abito rosso di Babbo Natale, svaligia una gioielleria.

Il trailer di Io sono Babbo Natale e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Io sono Babbo Natale grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 19 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 2.

Io sono Babbo Natale: trailer del film con Gigi Proietti e Marco Giallini

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Lucky Red ha diffuso il trailer ufficiale di Io sono Babbo Natale, l’atteso ultimo film con il compianto Gigi Proietti, più volte rimandato a causa della pandemia. Nel cast anche Marco Giallini. Il film sarà presentato in pre-apertura alla 16° edizione della Festa del Cinema di Roma

Ho scritto Io sono Babbo Natale pensando a Gigi Proietti e Marco Giallini. Perché nessuno come loro poteva rendere al meglio due caratteri così diversi, ma allo stesso tempo così pieni di umanità.

Oggi Gigi se ne è andato. Il dolore è ancora vivo. Anche se uomini come lui difficilmente ci lasceranno mai. Incontrarlo è stata una fortuna. Dirigerlo un onore. Parole che potrebbero sembrare retoriche, ma che acquistano ben altro valore alla luce di quello che era questa persona. E che è ancora, per tutti noi. Poter lavorare con lui è stato un grande “dono”. Forse Babbo Natale esiste davvero. Chissà.  Edoardo Falcone

Prodotto da Lucky Red, 3 Marys Entertainment con Rai Cinema, distribuito da Lucky Red.

Io sono Babbo Natale racconta la storia di Ettore (Marco Giallini) è un ex galeotto dalla vita turbolenta e sgangherata. Non ha grandi prospettive se non quella di continuare la sua carriera da rapinatore. È così che si ritrova a casa di Nicola (Gigi Proietti), un simpatico signore che non possiede oggetti di valore ma ha una incredibile rivelazione da fare: “io sono Babbo Natale!”. Ma sarà davvero lui?

Io Sono Babbo Natale: l’ultimo film con Gigi Proietti al cinema dal 3 novembre

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Domani 3 novembre 2021 arriva nelle sale cinematografiche Io Sono Babbo Natale, una commedia per tutta la famiglia, ricca di effetti speciali, sul valore dell’amicizia e degli affetti. Edoardo Falcone (Se Dio Vuole, Questione di Karma) dirige due grandissimi attori e maestri della commedia, Marco Giallini e Gigi Proietti, nella sua ultima preziosa e straordinaria interpretazione. Il film è stato presentato in pre-apertura alla 16° edizione della Festa del Cinema di Roma. Prodotto da Lucky Red, 3 Marys Entertainment con Rai Cinema, distribuito da Lucky Red. 

Ho scritto il film pensando a Gigi Proietti e Marco Giallini. Perché nessuno come loro poteva rendere al meglio due caratteri così diversi, ma allo stesso tempo così pieni di umanità. Oggi Gigi se ne è andato. Il dolore è ancora vivo. Anche se uomini come lui difficilmente ci lasceranno mai. Incontrarlo è stata una fortuna. Dirigerlo un onore. Parole che potrebbero sembrare retoriche, ma che acquistano ben altro valore alla luce di quello che era questa persona. E che è ancora, per tutti noi. Poter lavorare con lui è stato un grande “dono”. Forse Babbo Natale esiste davvero. Chissà.                                                                                                                         Edoardo Falcone

 

La trama del film

In Io Sono Babbo Natale Ettore (Marco Giallini) è un ex galeotto dalla vita turbolenta e sgangherata. Non ha grandi prospettive se non quella di continuare la sua carriera da rapinatore. È così che si ritrova a casa di Nicola (Gigi Proietti), un simpatico signore che non possiede oggetti di valore ma ha una incredibile rivelazione da fare: “ sono Babbo Natale!”. Ma sarà davvero lui?

Io rimango qui: il libro e la storia vera dietro il film

Io rimango qui: il libro e la storia vera dietro il film

Io rimango qui cast

La trama e il cast di Io rimango qui

La vita di Steffi non potrebbe essere più perfetta: è giovane, nel pieno di una bellissima storia d’amore e ha in programma un viaggio con destinazione Parigi. Se non fosse che a pochi giorni dalla partenza, dopo una serie di controlli medici, una diagnosi le cambierà per sempre la vita: scopre infatti di non avere più molto tempo a disposizione. Ma Steve, un ragazzo che conosce a malapena, classico “bad boy”, si offre di accompagnarla comunque a Parigi. Senza ulteriori indugi, all’insaputa di tutti e con un’auto rubata, i due partono per un incredibile viaggio che Steffi non scorderà mai.

 L’attrice Sinje Irslinger ricopre il ruolo della protagonista, Steffi, mentre Max Hubacher, noto per i film Treno di notte per Lisbona e Mario, interpreta Steve. Completano poi il cast Heike Makatsch e Til Schweiger nei ruoli di Eva e Frank Pape, rispettivamente madre e padre di Steffi. Schweiger è noto per il personaggio di Hugo Stiglitz in Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino. Nuala Bauch è la sorella Lola, mentre Jürgen Vogel, noto per il film L’onda, interpreta il padre di Steve. L’attrice Jasmin Gerat è Tammy, mentre Benno Fürmann ricopre il ruolo di Jupp, Dietmar Bär quello di Armin e Jonas Holdenrieder quello di Fabian. Inka Friedrich è invece la Dottoressa Sahms.

La storia vera dietro il film e il libro da cui è tratto

Il film Io rimango qui, come anticipato, è ispirato ad una storia vera, quella di Steffi Pape, giovane di 16 anni che poco dopo essersi diplomata di avere un cancro all’ultimo stadio e solo un altro anno di vita ancora a disposizione. Figura chiave nel percorrere questo suo viaggio attraverso la malattia è stato suo padre Frank Pape, il quale ha esortato la figlia a tenere un diario personale delle sue vicende. Molto di quanto scritto dalla giovane è poi confluito nel libro di memorie pubblicato da Frank in seguito alla scomparsa di Steffi. Questo è intitolato God, You’re Such a Prick!, il cui titolo riprende una frase ironica che la stessa Steffi si era fatta tatuare: “Dio, non si fanno queste cose!”.

Io rimango qui trama

Rispetto a questo romanzo e alla storia vera di Steffi, però, il film si prende alcune libertà, principalmente per motivi di narrazione cinematografica. Nella realtà, ad esempio, Steffie non è andata a Parigi come invece accade in Io rimango qui. La ragazza, invece, aveva stretto un forte legame con il suo cavallo Luna ed ha trascorso con lei le sue ultime settimane di vita. Un’altra differenza riguarda la chemioterapia. Steffi nel film decide infatti di partire quando scopre la diagnosi, senza iniziare la terapia. Nella realtà, invece, la giovane aveva subito intrapreso questo percorso.

Nel film, poi, Steffi scopre di avere il cancro quando inizia il percorso per entrare nella polizia ed effettua un controllo medico. Nella realtà, invece, la ragazza era preoccupata per un raffreddore che non voleva saperne di andar via, decidendosi così a fare un controllo. Un’altra differenza riguarda poi l’età della protagonista. La vera Steffi non aveva 16 anni, bensì 15, e a differenza di quanto narrato nel film non ha fatto in tempo a diplomarsi, portata via prima dalla malattia. Io rimango qui, dunque, rielabora la sua vicenda per farle assumere maggiormente i contorni di una storia romantica, dove però il messaggio rimane invariato: sognare, vivere, amare.

Il trailer di Io rimango qui e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Io rimango qui grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 14 marzo alle ore 21:20 sul canale Rai 2.

Io rimango qui dal 20 maggio al cinema

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Io rimango qui dal 20 maggio al cinema

Debutterà al cinema il 20 maggio distribuito da Notorious Io rimango qui, il teen drama basato su una storia vera. Il film è diretto da André Erkau con Sinje Irslinger, Max Hubacher, Heike Makatsch, Til Schweiger, Jürgen Vogel, Jasmin Gerat, Benno Fürmann, Dietmar Bär, Inka Friedrich, Jonas Holdenrieder, Moritz Bäckerling, Thomas Krutmann, Ileana Florentina Tautu

Nel film Io rimango qui La vita di Steffi non potrebbe essere più perfetta: è giovane, è nel pieno di una bellissima storia d’amore e ha in programma un viaggio con destinazione Parigi. Se non fosse che a pochi giorni dalla partenza, dopo una serie di controlli medici, una diagnosi le cambierà per sempre la sua vita: non ha molto più tempo. Ma Steve, un ragazzo che conosce a malapena, classico “bad boy”, si offre di accompagnarla a Parigi. Senza ulteriori indugi all’insaputa di tutti e con un’auto rubata, i due partono per un incredibile viaggio che Steffi non scorderà mai.

Io prima di te: una nuova clip in italiano con Emilia Clarke

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Io prima di te: una nuova clip in italiano con Emilia Clarke

La Warner Bros a diffuso in rete la seconda clip italiana di Io prima di Te, film diretto da Thea Sharrock che arriverà il primo settembre al cinema. Protagonisti della storia sono Emilia Clarke e Sam Claflin, mentre il cast di comprimari comprende nomi del calibro di Charles Dance, Matthew Lewis, Vanessa Kirby e Stephen Peacocke.

Sam Claflin e Emilia Clarke nel trailer italiano di Io prima di te

L’amore arriva sempre quando meno te lo aspetti. E qualche volta ti porta dove non penseresti mai di andare…Louisa “Lou” Clark vive in una tipica cittadina della campagna inglese. io prima di te Emilia Clarke e Sam Claflin Non sa bene cosa fare della sua vita, ha 26 anni e passa da un lavoro all’altro per aiutare la sua famiglia. Il suo inattaccabile buonumore viene però messo a dura prova quando si ritrova ad affrontare una nuova sfida lavorativa. Trova infatti lavoro come assistente di Will Traynor, un giovane e ricco banchiere finito sulla sedia a rotelle per un incidente e la cui vita è cambiata radicalmente in un attimo. Lou gli dimostrerà che la vita vale ancora la pena di essere vissuta.

Io prima di te: trama, cast e le differenze tra il libro e il film

A tutti piacciono le storie d’amore, perché pur se spesso estremizzate ci ricordano la forza e la bellezza di questo sentimento, il migliore grazie a cui sentirsi davvero vivi. Negli anni numerosissimi sono i titoli tratti da celebri romanzi di questo genere, in particolare dalle opere di Nicolas Sparks. Vi sono però anche altri autori e libri capaci di dar forma a questo complesso sentimento, tra cui si annovera Jojo Moyes, che nel 2016 ha visto uno dei suoi romanzi più celebri arrivare sul grande schermo. Si tratta di Io prima di te, sceneggiato dalla stessa Moyes e diretto da Thea Sharrock, qui alla sua opera prima.

La storia si concentra sul complesso tema delle disabilità e dell’eutanasia, circondando il tutto di quell’amore necessario a superare ostacoli apparentemente insormontabili. La Moyes ha raccontato di aver ideato la storia a partire da una vera famiglia impegnata ad occuparsi costantemente di un membro tetraplegico. Una situazione complessa a cui l’autrice ha voluto dare voce nel modo più sincero e realistico possibile, lasciando comunque al protagonista la possibilità di scegliere cosa fare della propria vita. Tematiche delicate che non hanno mancato di suscitare qualche accesa protesta, senza intaccare il successo del film.

Io prima di te si è infatti affermato come uno dei film sentimentali più apprezzati del suo anno, con un incasso di oltre 200 milioni di dollari a fronte di un budget di 20. A distanza di qualche anno è ancora indicato come un film che, tra risate, emozione e lacrime non mancare agli appassionati del genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Io prima di te: la trama del film

Protagonista del film è Louisa “Lou” Clark, una giovane ragazza vivace e colorata, residente in una tipica cittadina della campagna inglese. Nonostante sia di indole ottimista, Lou non sa ancora bene cosa fare della sua vita. Ha 26 anni e passa da un lavoro all’altro per aiutare la sua famiglia. Il suo inattaccabile buonumore viene nuovamente messo a dura prova quando si ritrova ad affrontare una nuova sfida lavorativa. Trova infatti lavoro come assistente di Will Traynor, un giovane e ricco banchiere finito sulla sedia a rotelle per un incidente e la cui vita è cambiata radicalmente in un attimo. I due finiranno per cambiarsi reciprocamente la vita molto più di quanto potrebbero immaginare.

Io prima di te: il cast del film

Ad interpretare l’inguaribile ottimista e romantica Lou vi è l’attrice Emilia Clarke. Celebre per il personaggio di Daenerys in Il Trono di Spade, la Clarke si è trovata qui a recitare nella sua prima commedia romantica, trovandosi subito molto a suo agio con il ruolo. L’attrice ha inoltre contribuito attivamente alla scelta del vestiario di Lou, scegliendo capi stravaganti e dai colori vivaci. La sua affezione al progetto è stata tale che, a riprese concluse, si è fatta tatuare una piccola ape su un dito, lo stesso tatuaggio che il suo personaggio si fa fare nel libro. Accanto a lei, nei panni di sua sorella Katrina vi è l’attrice Jenna Coleman, mentre Brendan Coyle e Samantha Spiro sono i genitori Bernard e Josie.

Vi è poi l’attore Matthew Lewis, noto per essere stato Neville Paciock nei film di Harry Potter, che interpreta qui Patrick, il fidanzato di Lou. Sam Claflin interpreta invece il tetraplegico William. Un ruolo per lui particolarmente complesso, che gli ha richiesto di perdere 18 chili e di rimanere costantemente immobile, limitandosi all’uso delle espressioni facciali. Nel ruolo dei suoi genitori Steven e Camilla Traynor si ritrovano invece Charles Dance, noto come Tywin Lannister in Il Trono di Spade, e Janet McTeerVanessa Kirby interpreta Alicia Dewar, fidanzata di William, mentre Steve Pecocke è il suo medico Nathan.

Io prima di te cast

Io prima di te: le differenze tra il libro e il film

Nonostante il film sia grossomodo fedele al cuore del romanzo, vi sono naturalmente alcune differenze, molte delle quali operate a fini cinematografici. Nel film, ad esempio, William è completamente immobile e insensibile dal collo in giù. Nel romanzo, invece, egli è in grado di percepire il dolore e il senso del tatto. Allo stesso modo è in grado di spostare lievemente le braccia. Renderlo del tutto immobile, invece, ha permesso al film di accentuare la sua difficile situazione. Nonostante ciò, il personaggio del film è molto meno sofferente rispetto a quanto descritto nel libro, dove si ha invece uno William molto più negativo e pessimista. Differente è anche la rappresentazione dei genitori di lui.

Se nel libro è il padre ad essere contrario alla volontà di William di ricorrere all’eutanasia, nel film è invece la madre a non accettare tale decisione. Inoltre, nel libro i due sono una coppia molto meno solida. Steven, infatti, ha una relazione con un’altra donna, ma non lascia la famiglia per via della condizione di suo figlio. Sempre riguardo la famiglia di William, nel libro egli ha una sorella di nome Georgina, assente invece nel film. Differente è anche il finale. Il libro si conclude con l’indagine per istigazione al suicidio, mentre il film vede Lou a Parigi, intenta a leggere la lettera d’addio di William, che le chiede di vivere al meglio la sua vita. Un finale decisamente più commovente e ricco di speranza.

Io prima di te: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Io prima di te è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente, in prima TV assoluta, nel palinsesto televisivo di martedì 25 gennaio alle ore 23:45 sul canale TV8.

Fonte: IMDb

Io prima di te: trailer italiano con Emilia Clarke

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Io prima di te: trailer italiano con Emilia Clarke

Ecco il nuovo trailer italiano di Io prima di Te, film diretto da Thea Sharrock che arriverà a giugno nei nostri cinema. Protagonisti della storia sono Emilia Clarke, Sam Claflin, Charles Dance, Matthew Lewis, Vanessa Kirby e Stephen Peacocke.

Ecco il video a seguire:

L’amore arriva sempre quando meno te lo aspetti. E qualche volta ti porta dove non penseresti mai di andare…Louisa “Lou” Clark vive in una tipica cittadina della campagna inglese. io prima di te Emilia Clarke e Sam Claflin Non sa bene cosa fare della sua vita, ha 26 anni e passa da un lavoro all’altro per aiutare la sua famiglia. Il suo inattaccabile buonumore viene però messo a dura prova quando si ritrova ad affrontare una nuova sfida lavorativa. Trova infatti lavoro come assistente di Will Traynor, un giovane e ricco banchiere finito sulla sedia a rotelle per un incidente e la cui vita è cambiata radicalmente in un attimo. Lou gli dimostrerà che la vita vale ancora la pena di essere vissuta.

Fonte: WB

Io prima di Te: recensione del film con Emilia Clarke e Sam Claflin

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Dismessa la chioma color paltino di Daenerys Targaryen, Emilia Clarke si mette in gioco con i suoi colori naturali in Io prima di te, diretto da Thea Sharrock, in cui recita fianco a fianco con Sam Claflin, assurto alla fama mondiale nei panni di Finnick Odair della saga di Hunger Games. In Io prima di te Louisa Clarke è stata licenziata dopo anni di lavoro dal padrone del locale in cui era cameriera. A casa sua gli altri componenti della famiglia non se la passano meglio e il suo contributo era essenziale. Accetta così un’offerta di lavoro da parte di una ricca famiglia: deve fare compagnia a Will, il figlio trentenne divenuto quadriplegico dopo che era stato investito da una moto.

Raccontare la disabilità è delicato: eccessiva leggerezza, pietismo umiliante, condiscendenza. Sono tanti gli inconvenienti in cui si può scadere e in Io prima di te, dramma romantico tratto dall’omonimo romanzo di Jojo Moves, si corre sempre il rischio di cadere in uno di questi cliché poco lusinghieri. La storia, che dalla dinamica assistente/assistito scivola inevitabilmente e prevedibilmente verso il romantico idillio impossibile, o almeno complicato, tra una donna sana e giovane e un uomo disabile, non ha particolari colpi di scena o momenti imprevedibili per cui accompagna l’evoluzione classica e scontata di un rapporto a due, a dire il vero caratterizzato con brio e intensità dai due protagonisti. Certo, il loro essere così famosi li rende a volte troppo riconducibili al loro personaggio pubblico piuttosto che al loro ruolo, ma quando si tratta di attori giovani e amati come Sam Claflin e Emilia Clarke il rischio è sempre dietro l’angolo.

Io prima di Te

Emilia Clarke vestita di rosso nella nuova clip di Io prima di te

Al fianco di Clarke e Claflin, compare una parata formidabile di volti importanti tra cui annoveriamo Charles Dance, il Tywin Lannister di Game to Thrones, Brendan Coyle, Mr Bates di Downton Abbey e Matthew Lewis, ovvero Neville Paciock di Harry Potter. Scenari campestri ed esotici, costumi appariscenti e la tenera goffaggine della protagonista contribuiscono ad alleggerire ulteriormente un racconto fragile.

Io prima di te è un delicato racconto romantico con un grande cuore e una dose massiccia di prevedibilità. A favore del film si può però dire che non scivola eccessivamente nel patetismo, anche se non è privo di scene melense. Un lavoro lieve, che non approfondisce l’unica argomentazione tematicamente importante, perdendo quindi l’occasione per dire qualcosa di interessante.

Io prima di te: la storia vera dietro il film

Io prima di te: la storia vera dietro il film

Io prima di te (qui la recensione) è un film del 2016 diretto da Thea Sharrock e tratto dall’omonimo romanzo di Jojo Moyes, che ne ha anche curato la sceneggiatura. Al centro della storia troviamo il rapporto tra Louisa Clark, una ragazza eccentrica e solare in cerca di una nuova direzione nella vita, e Will Traynor, un giovane brillante e ricco imprenditore rimasto tetraplegico in seguito a un incidente. La pellicola, interpretata da Emilia Clarke e Sam Claflin, si distingue per la sua capacità di raccontare con delicatezza e sensibilità il confronto tra due mondi opposti, esplorando i temi dell’amore, della dignità, dell’autodeterminazione e della sofferenza invisibile.

Il film ha avuto un grande successo di pubblico, in particolare tra gli appassionati del genere romantico, grazie anche alla popolarità del libro, uscito nel 2012 e diventato un bestseller internazionale. La Moyes ha costruito una storia capace di toccare corde molto profonde, portando alla ribalta una riflessione intensa sul valore della vita e sulla libertà di scelta in situazioni estreme. Il rapporto tra Lou e Will, infatti, non si limita a un’evoluzione sentimentale, ma diventa anche un percorso esistenziale che obbliga entrambi i protagonisti a mettersi in discussione. La forza narrativa del film sta proprio nella tensione tra l’energia vitale di Lou e la rassegnazione consapevole di Will.

Non tutti sanno, però, che Io prima di te prende ispirazione da una vicenda realmente accaduta. In particolare, Jojo Moyes ha dichiarato di essersi ispirata a un fatto di cronaca che la colpì profondamente: la storia di un giovane atleta britannico, affetto da paralisi, che scelse il suicidio assistito in Svizzera. Un evento che ha sollevato ampi dibattiti etici e sociali nel Regno Unito e che ha fornito alla scrittrice lo spunto per creare un racconto che fosse anche una riflessione sul diritto all’autodeterminazione. Nel corso dell’articolo andremo a scoprire nel dettaglio la vera storia che ha ispirato il romanzo e il film.

LEGGI ANCHE: Io prima di te: trama, cast e le differenze tra il libro e il film

Emilia Clarke e Sam Claflin in Io prima di te
Emilia Clarke e Sam Claflin in Io prima di te. Foto di Alex Bailey – © 2015 Warner Bros. Entertainment Inc. and Metro-Goldwin-Mayer Pictures Inc.

La trama di Io prima di te

Protagonista del film è Louisa “Lou” Clark, una giovane ragazza vivace e colorata, residente in una tipica cittadina della campagna inglese. Nonostante sia di indole ottimista, Lou non sa ancora bene cosa fare della sua vita. Ha 26 anni e passa da un lavoro all’altro per aiutare la sua famiglia. Il suo inattaccabile buonumore viene nuovamente messo a dura prova quando si ritrova ad affrontare una nuova sfida lavorativa. Trova infatti lavoro come assistente di Will Traynor, un giovane e ricco banchiere finito sulla sedia a rotelle per un incidente e la cui vita è cambiata radicalmente in un attimo. I due finiranno per cambiarsi reciprocamente la vita molto più di quanto potrebbero immaginare.

La storia vera dietro il film e il romanzo

Come anticipato, molti lettori e spettatori potrebbero rimanere sorpresi nell’apprendere che il tema emotivo e delicato trattato nell’opera della Moyes è stato ispirato da eventi reali. “Quando stavo scrivendo il libro, avevo due parenti che necessitavano di assistenza 24 ore su 24”, ha raccontato Moyes a People, parlando della sua fonte di ispirazione. “Penso che se si vive quotidianamente in una situazione del genere, non si possa fare a meno di porsi domande sulla qualità della vita e su ciò che stiamo facendo per le persone viventi, perché grazie ai progressi della scienza medica è possibile offrire loro la possibilità di vivere, ma non necessariamente una buona qualità di vita“.

Quindi immagino che tutte queste questioni fossero molto presenti nella mia mente mentre scrivevo“. L’autrice ha però aggiunto di essere stata ulteriormente ispirata e commossa da una notizia che aveva sentito su un giovane rimasto tetraplegico dopo un incidente. “Mentre tutto questo accadeva nella mia famiglia, ho sentito una notizia su un giovane sportivo in Inghilterra che aveva subito un terribile incidente che lo aveva lasciato tetraplegico”, ha spiegato. “Diversi anni dopo l’incidente, aveva convinto i suoi genitori a portarlo a porre fine alla sua vita. Fin dall’età di tre anni era ossessionato dall’attività fisica, tutto ciò che voleva fare era praticare sport“.

Sam Claflin e Emilia Clarke in Io prima di te
Sam Claflin e Emilia Clarke in Io prima di te. Foto di Alex Bailey – © 2015 Warner Bros. Entertainment Inc. and Metro-Goldwin-Mayer Pictures Inc.

Sono rimasta molto colpita dalla sua storia perché, come genitore, non riuscivo a capire come si potesse accettare di portare il proprio figlio a porre fine alla sua vita. Probabilmente ero anche piuttosto critica nei confronti di questa scelta”. Moyes ha però aggiunto: “Più leggevo, più mi rendevo conto che lui si era chiuso in se stesso e che i suoi genitori si erano trovati in una situazione impossibile. Non sapevo nulla della tetraplegia, non conoscevo gli aspetti sanitari. Non si tratta solo di stare su una sedia a rotelle, ma di una serie costante di interventi, umiliazioni e problemi di salute”.

“Ho iniziato a pensare: ‘Come sarebbe se una persona che ami prendesse quella decisione? Come sarebbe se fossi tu quella persona?. Tutti noi vorremmo pensare che saremmo forti e coraggiosi come Christopher Reeve. Io non sono sicura che lo sarei. Penso che sarei amareggiata, arrabbiata e invidiosa delle persone che possono ancora usare il proprio corpo, quindi quella storia non mi è uscita dalla testa ed è da lì che è nata, è stata un’esplorazione di una persona normale in una situazione straordinaria”. Dietro Io prima di te, dunque, si possono rintracciare reali situazioni di questo genere, purtroppo all’ordine del giorno e che ci chiedono di riflettere su tematiche che spesso si preferirebbe ignorare.

Io prima di Te: il film con Emilia Clarke

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Io prima di Te: il film con Emilia Clarke

IO PRIMA DI TE, il film tratto dall’omonimo bestseller di Jojo Moyes e diretto da Thea Sharrock (As you like it, Henry V) con Emilia Clarke (Spike Island, Il Trono di Spade) e Sam Claflin (Pirati dei Caraibi, Hunger Games, Scrivimi ancora, Biancaneve e il cacciatore) protagonisti, che racconta un’emozionante e coraggiosa storia di amicizia e amore, sbarca in prima visione lunedì 31 luglio alle 21.15 su Sky Cinema Uno dopo il sorprendente successo internazionale al box office.

Louisa (Emilia Clarke) vive in una tipica cittadina di campagna inglese con la sua famiglia e con il suo fidanzato Patrick, personal trainer.

Dopo aver cambiato innumerevoli lavori per aiutare la sua famiglia e sostenersi, “Lou” trova lavoro come assistente di Will Traynor (Sam Claflin), un giovane e ricco banchiere, rimasto paralizzato ed ora costretto su una sedia a rotelle a seguito di un grave incidente.

Durante i mesi di lavoro in casa Traynor, tra i due nascerà un’emozionante storia d’amore e di coraggio, durante la quale Lou tenterà di mostrare a Will che la sua vita ha ancora un senso ed è degna di essere vissuta fino in fondo.

IO PRIMA DI TE

Una travolgente e coraggiosa storia d’amore che, al successo di pubblico, ha affiancato anche quello di critica: per l’Hollywood News “La trasposizione a film dell’omonimo bestseller si è rivelata deliziosa. Una perfetta commedia romantica, forse la migliore dell’anno”.

Nel cast compaiono anche Janet Mc Teer (Fathers & Daughters), Charles Dance (Ghostbusters, Il Trono di Spade), Jenna Coleman (Titanic), Brendan Coyle (Downton Abbey).

IO PRIMA DI TE streaming disponibile anche su Sky On Demand e su Sky Go.

Io non sono nessuno 2: le foto del set rivelano il primo sguardo al ritorno di Bob Odenkirk

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Le foto del set di Io sono nessuno 2 rivelano il primo sguardo al ritorno di Bob Odenkirk mentre continuano le riprese del sequel d’azione. Uscito nel 2021, il thriller d’azione è stato diretto da Ilya Naishuller, scritto da Derek Kolstad di John Wick e interpretato da Odenkirk nel ruolo di Hutch Mansell, un mite padre di famiglia che è costretto a tornare al suo passato di assassino quando lui e la sua famiglia vengono presi di mira da un vendicativo signore del crimine. Le riprese del sequel Io sono nessuno 2, la cui regia è stata affidata a Timo Tjahjanto (May the Devil Take You), sono iniziate all’inizio del mese e l’uscita è prevista tra un anno.

Ora, mentre le riprese del sequel d’azione proseguono, il regista Timo Tjahjanto ha condiviso alcune foto del set su X, precedentemente Twitter, rivelando il primo sguardo al ritorno di Odenkirk in Io sono nessuno 2. Guardate le foto qui sotto:

 

La prima foto mostra Tjahjanto accanto al co-regista di John Wick David Leitch, che è produttore di entrambi i film di Io sono nessuno. La seconda foto mostra Tjahjanto accanto a Odenkirk in un ascensore. Il post è stato intitolato “Grateful is an understatement. #Nobody2”.

Tutto quello che sappiamo su Io sono nessuno 2

Anche se non vengono mostrati nelle foto del set, il sequel introdurrà alcuni nuovi personaggi che Hutch dovrà affrontare. La candidata all’Oscar Sharon Stone (Casinò) è stata scritturata come nuovo cattivo principale, anche se i dettagli sul suo personaggio non sono stati resi noti. Anche Colin Hanks, figlio di Tom Hanks, sarà un antagonista secondario, uno sceriffo corrotto e ambizioso. Connie Nielsen tornerà nel ruolo di Becca, moglie di Hutch, insieme a Christopher Lloyd nel ruolo del padre di Hutch e agente dell’FBI in pensione, David Mansell.

La scena post-credits di Io sono nessuno mostra David e Harry, il fratello di Hutch (RZA), armati nella roulotte di famiglia, probabilmente diretti oltre il confine, suggerendo che avranno un ruolo importante nel sequel. Questo è in linea con quanto Nielsen ha anticipato sul sequel, dicendo che dovrebbe concentrarsi maggiormente sulle lotte familiari. In generale, la storia di Hutch dovrebbe continuare ad avere un impatto devastante sulla sua vita familiare apparentemente perfetta.

Io sono nessuno 2 era stato inizialmente annunciato per il 2021, ma il progetto ha subito diversi ritardi a causa degli effetti persistenti della pandemia COVID-19 e del doppio sciopero WGA e SAG-AFTRA. Dopo un inizio lento, le riprese del sequel sono iniziate da quasi un mese e sono in dirittura d’arrivo: l’uscita nelle sale è prevista per il 15 agosto 2025, quattro anni dopo il debutto del film originale e l’annuncio del sequel.

Io e Te: una clip del film di Bertolucci

Ecco una clip dell’ultimo film di Bernardo Bertolucci, Io e Te, in questi giorni in attesa al 65esimo Festival di Cannes.

Il maestro italiano torna al cinema a 10 anni di distanza dal controverso

Io e te: ritorna il maestro Bertolucci

A quasi dieci anni dalla sua ultima fatica, l’audace e provocatorio The dreamers, Bernardo Bertolucci ritorna a far parlare di sé. Per il grande maestro del cinema italiano quest’anno si accendono i riflettori del Festival di Cannes (la kermesse ha aperto i battenti il 16 maggio), dove presenterà nella sezione dei film Fuori Concorso Io e te, il suo ultimo lavoro nato dalla trasposizione dell’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti.

Io e Te: recensione del film di Bernardo Bertolucci

Io e Te: recensione del film di Bernardo Bertolucci

La timidezza di un adolescente e l’impulsività di una ragazza. Questo e molto di più è il nuovo film di Bernardo Bertolucci, Io e Te, che prende in esame l’universo difficile, elaborato e fantastico di due giovani ragazzi, Lorenzo e Olivia.

L’incipit di Io e Te nasce con la decisione del giovane adolescente di rinchiudersi per una settimana nella sua cantina, all’insaputa dei genitori, per trascorrere nel suo mondo, la presunta settimana bianca. E’ lì per caso che arriva Olivia, avvolta in un pelliccione lungo e nero, alla ricerca dei suoi pochi ricordi d’infanzia. L’incontro sarà inaspettato, ma soprattutto darà origine a una convivenza difficile, complicata ma importante che guiderà i due alla giusta interpretazione del mondo e ad una nuova prospettiva di vita. Rinchiusi in uno spazio polveroso, avvolto dal fascino di una vita passata e già appassita, Lorenzo e Olivia trascorrono del tempo assieme, lui in attesa che passino i 7 giorni per ritornare nella sua stanza, lei in attesa di riprendere possesso del suo corpo e della sua psiche.

Io e Te, il film

Io e Te

Con l’unione di due caratteri così forti e talmente diversi in uno spazio limitato, in convivenza coatta, Bernardo Bertolucci porta sì agli estremi del possibile il vissuto ma anche ad una moderazione degli atteggiamenti infantili ed irrazionali che Lorenzo soleva manifestare in precedenza. La presenza di una personalità più forte e con problemi più acuti autoresponsabilizza il giovane adolescente e tranquillizza la relazione fra i due.

Bernardo Bertolucci imprime la sua traccia profonda nella trasposizione di questo film, comunicando la parte più intima dei personaggi nel loro distaccamento dal reale. Come in Ballo da Sola, anche qui le scene musicali sono di cruciale importanza, Lorenzo, quando ascolta la sua musica, si astrae dal presente per rifugiarsi nei meandri della sua fantasia ovvero della sua realtà. Allo stesso modo Olivia si lascia trascinare da note che, in qualche modo, rappresentano la sua condizione reale e le permettono metabolizzare meglio il presente per poter credere in una svolta concreta nella sua vita.

Io e Spotty: il trailer del nuovo film di Cosimo Gomez

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Io e Spotty: il trailer del nuovo film di Cosimo Gomez

Ecco il trailer di Io e Spotty, il nuovo film di Cosimo Gomez con protagonisti Filippo Scotti Michela De Rossi. Presentato in concorso al Taormina Film Fest, con grande successo di critica e pubblico, il film uscirà nelle sale il 7 luglio distribuito da Adler Entertainment.

Io e Spotty è una produzione Mompracem con Rai Cinema, prodotto da Carlo Macchitella, Manetti bros., Pier Giorgio Bellocchio.

Io e Spotty, la trama

L’amore è quel delicato processo attraverso il quale ti accompagno all’incontro con te stesso” Antoine de Saint-Exupèry

Matteo ha ventisette anni ed è lead-animator presso un’importante società che produce cartoon per bambini. È un ragazzo introverso, ama la solitudine, parla pochissimo ed è diffidente al punto da risultare scontroso. Nel suo mondo solitario, ogni sera, quando torna dal lavoro, indossa una tuta di pelo, una maschera, e gioca a essere un cane di nome Spotty. Al contrario di quello che accade nella vita reale, in quelle vesti, in quel gioco infantile, Matteo sembra raggiungere una condizione di libertà, di felicità. Ma qualcosa manca nella sua vita e un giorno decide di mettere online un annuncio di ricerca per una dog sitter, per Spotty ovviamente! Risponde Eva, studentessa fuori sede di venticinque anni. Eva conduce una vita caotica, frequenta con scarsi risultati l’università, vive solo storie d’amore improbabili e perde un lavoretto dietro l’altro. Superato l’imbarazzo iniziale, con il passare dei giorni, tra Eva e Spotty comincia a sorpresa a instaurarsi una relazione speciale, unica, non priva di sfide, che porterà anche Eva e Matteo, due anime alla ricerca di sé stesse, a incontrarsi.

Io e Sissi, trailer e poster del film con Sandra Hüller

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Io e Sissi, trailer e poster del film con Sandra Hüller

Sono stati resi disponibili il poster ufficiale e il trailer in italiano di Io e Sissi, il nuovo film diretto da Frauke Finsterwalder, con la candidata all’Oscar Sandra Hüller, che uscirà nelle sale italiane il 4 luglio 2024. Il film è stato candidato all’Orso d’Oro al Festival di Berlino. Il film sarà distribuito in Italia da Movies Inspired.

  • Regia: Frauke Finsterwalder
  • Con: Susanne Wolff, Sandra Hüller, Georg Friedrich
  • Nazionalità: Germania, Svizzera, Austria
  • Durata: 132 min
  • Distribuzione: Movies Inspired
  • Uscita: 4 luglio 2024

Il poster

Io e Sissi – la trama

Sissi ha varcato la soglia della mezza età. La contessa Irma la raggiunge in Grecia, in una comune aristocratica composta di sole donne, un universo distante anni luce dalla fredda etichetta della corte austro-ungarica.

Sissi vive in assoluta libertà, lontana dai figli e dal marito, il kaiser Francesco Giuseppe. L’unica cosa che conta è che nessuno debba mai annoiarsi e che sia l’imperatrice stessa a decidere le regole del gioco. Irma è stregata dalla carismatica Sissi e dalla sua mentalità moderna e anticonvenzionale, ma il mondo esterno minaccia di infrangere la sua ritrovata libertà.

Io e Sissi, recensione del film con Sandra Hüller

Io e Sissi, recensione del film con Sandra Hüller

Arriva al cinema il 4 luglio con Movies Inspired Io e Sissi, il secondo lungometraggio della regista tedesca Frauke Fisterwarder, che presenta al pubblico un nuovo approccio cinematografico alla figura dell’imperatrice Elisabetta di Baviera. Per gli appassionati, Romy Schneider ha reso popolare il personaggio sul grande schermo negli anni Cinquanta e, più recentemente, abbiamo visto Vicky Krieps interpretarla in Il Corsetto dell’Imperatrice di Marie Kreutzer. Questa volta è Susanne Wolff a dare vita a Sissi, ma la particolarità di questo film risiede nel fatto che è raccontato dal punto di vista di un altro personaggio, la sua dama di compagnia Irma, interpretata dalla magnetica Sandra Hüller, candidata all’Oscar per il suo ruolo in Anatomia di una caduta e protagonista anche di un altro film della stagione dei premi, La zona d’interesse.

Io e Sissi, la trama

La contessa ungherese Irma Sztáray (Hüller), 42 anni, ha una madre prepotente e distante che la spinge verso la corte dell’imperatrice Elisabetta d’Austria dopo aver rifiutato il matrimonio e l’ingresso in convento. I requisiti per chi vuole occupare un posto di primo piano vicino a Sissi (Wolf) richiedono prove estreme, finché Irma non viene inizialmente accettata nell’aristocratico comune riservato alle donne sull’isola di Corfù alla fine del XIX secolo. È lì che l’imperatrice, lontana dalla corte e sapendo che il marito Francesco Giuseppe ha un’amante, dà libero sfogo alle sue libertà.. Catturata dalle idee moderne dell’imperatrice, Irma diventerà sua fedele amica e il suo principale sostegno di fronte alle soffocanti richieste della nobiltà.

Una figura controversa che non smette di affascinare

In un certo senso, la figura dell’imperatrice Elisabetta d’Austria, meglio conosciuta come Sissi, è un fenomeno pop inesauribile: nel corso degli anni è stata protagonista di innumerevoli libri, opere liriche e teatrali e, naturalmente, di film e serie televisive. Ava Gardner l’ha portata in vita in Mayerling (1968) e la modella Cara Delevingne si è calata nei suoi panni nel 2014 per un cortometraggio promozionale di Chanel. Solo negli ultimi tre anni, è stata oggetto di due lungometraggi e due film per la televisione, la maggior parte dei quali progettati per sfidare la concezione ufficiale che la cultura popolare ha di lei come risultato della famosa trilogia di film per la TV in cui l’attrice austriaca Romy Schneider ha recitato negli anni Cinquanta. La principessa Sissi (1955), Sissi – la giovane imperatrice (1956) e Il destino di Sissi (1957), in particolare, la ritraevano come una versione in carne e ossa di una principessa Disney, sempre vestita con abiti pastello e adorata universalmente; un’immagine, tra l’altro, che la stessa Schneider cercò di infrangere agli ordini di Luchino Visconti in Ludwig (1973), interpretando una Sissi profondamente tormentata.

Da quando si sposò a 16 anni con Francesco Giuseppe I d’Austria fino a quando venne assassinata a 60 anni da un anarchico italiano, Elisabetta mostrò sempre il suo disappunto per le restrizioni imposte dalla vita di corte degli Asburgo. Infatti, si ritirò dalla vita pubblica molto precocemente, trascorrendo la maggior parte del suo tempo viaggiando per il mondo ed evitanto accuratamente di farsi vedere in pubblico. Si dice che in età matura, quando era costretta a partecipare a cene ufficiali a Vienna, rimanesse seduta immobile come una statua, senza aprire bocca per mangiare o parlare per tutta la serata.

Sandra Huller nel film Sissi ed io (2024)
Sandra Huller nel film Sissi ed io (2024) © DCM Bernd Spauke

Solo alcuni dei seguenti fatti su di lei sono provati: aveva un tatuaggio sulla spalla; beveva vino a colazione e faceva ginnastica due o tre volte al giorno usando le spalliere e gli anelli che teneva in camera. Scriveva poesie, andava a cavallo e a caccia, leggeva Shakespeare, studiava il greco classico e moderno e, per curare la pelle, faceva bagni caldi nell’olio d’oliva e indossava maschere di pelle imbottite di carne di vitello cruda; lottò contro la depressione per tutta l’età adulta, perdendo la battaglia nel 1889 dopo il suicidio del figlio, il principe ereditario Rodolfo. Tutte queste particolarità biografiche, unite al suo rifiuto di farsi fotografare dall’età di 30 anni – ne aveva 42 l’ultima volta che posò per un quadro – hanno avvolto la sua figura in un alone di mistero che, ovviamente, spiega perché, a distanza di tanti anni, siamo ancora affascinati da questa figura.

La relazione tra Io e Sissi e Il Corsetto dell’Imperatrice

Per parlare di Io e Sissi dovremmo parlare prima del film Il Corsetto dell’Imperatrice (2022), a cui è accomunato da diverse somiglianze, senza dubbio non volute. Diretto da Marie Kreutzer, la pellicola è ambienta intorno al 40° compleanno di Elisabetta, nel 1877, arco di tempo scelto per evidenziare il suo crescente distacco sia dal marito che dalle responsabilità di palazzo. Impeccabilmente interpretata da Vicky Krieps, questa versione di Elisabetta si masturba in bagno, alza il dito medio ai cortigiani, prende eroina per calmare i nervi e si rivolge al marito a suon di insulti.

Io e Sissi si distingue invece per l’attenzione dedicata alla contessa Irma Sztáray, l’ultima dama di compagnia dell’imperatrice. Attirata dalla promessa di amicizia, Irma sottomette la propria volontà a quella dell’imperatrice praticamente in tutto, frenando il suo abbondante appetito per assecondare le restrizioni alimentari di Sissi e adottando e imitando la sua estetica. Il film di Frauke Fisterwarder ritrae Isabel come una figura dal magnetismo quasi soprannaturale, che alla fine viene soffocata dalla passione e dalla gelosia che ispira negli altri, ma ciò che soprattutto lo distingue da Il Corsetto dell’Imperatrice è che si tratta di un film assolutamente queer.

Una scena del film Sissi ed io (2024)
Sissi ed io (2024) © DCM Bernd Spauke

Anacronismo come parola d’ordine

Per esplorare gli ultimi anni di vita di Elisabetta, entrambi i film fanno uso di anacronismi sia nella colonna sonora che nei costumi, entrambi si concentrano sulla sua devozione all’esercizio fisico e ai trattamenti di bellezza piuttosto che sui suoi disturbi alimentari, ed entrambi tracciano chiari parallelismi tra Sissi e Diana del Galles, due donne intrappolate in relazioni coniugali infelici, in un ambiente di palazzo ostile, in un corpo che deve essere mantenuto perfetto e nei capricci di un immaginario collettivo sempre pronto a manipolare la sua immagine. Lo stesso vale per i costumi, disegnati da Tanja Hausner in un modo lontano dal rigido realismo storico: in contrasto con l’ostentata e scomoda moda vittoriana, gli abiti raccontano la storia di una donna moderna, all’avanguardia e in anticipo sui tempi. Niente corsetti, spazio ai pantaloni: quelli indossati dalle protagoniste sono abiti in cui ci si può muovere, agitare o sedere senza problemi, con cui si può andare in giro senza preoccupazioni e più orientati verso gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso.

Frauke Finsterwalder traccia in Io e Sissi una riflessione sulla causalità dell’amicizia, sull’asimmetria delle relazioni e sul calcolo millimetrico dei comportamenti che le sostengono. Sostenuto dalla turbolenta relazione tra l’imperatrice Sisi e la contessa Irma, Io e Sissi non è né un ritratto semplicistico di una donna potente e capricciosa, né un racconto agiografico che divinizza l’imperatrice. Ciò che sembra dirci, analogamente a Il corsetto dell’imperatrice, è che, sebbene Elisabetta d’Austria non fosse affatto una persona comune, parlare di lei significa parlare di tutte le donne, dei danni e dei traumi che il patriarcato e lo sguardo maschile hanno causato loro nel corso dei secoli, e della repressione, dell’ageismo e della mancanza di autonomia a cui sono sottoposte oggi come allora.

Io e mio fratello: interviste ai protagonisti

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Io e mio fratello: interviste ai protagonisti

Ecco le nostre intervista ai protagonisti di Io e Mio Fratello. Ecco cosa hanno raccontato del film il regista Luca Lucini, e i protagonisti Denise Tantucci, Cristiano Caccamo, Greta Ferro, Teresa Mannino e Claudio Colica.

Io e mio fratello, leggi la recensione

Io e mio fratello, la trama

Sofia (Denise Tantucci) è la pecora nera della famiglia. Ha 28 anni, è una sciupafemmine e ha lasciato la Calabria, sua terra d’origine, per trasferirsi a Milano, dove vive con il suo coinquilino Alessandro (Claudio Colica). Mauro (Cristiano Caccamo) è il fratello di Sofia. Affidabile e amorevole, al contrario di Sofia con la quale è sempre in guerra, non ha lasciato la Calabria e porta avanti l’azienda di famiglia. Sofia e Mauro non sono solo sorella e fratello, hanno anche un’altra cosa in comune: Michela (Greta Ferro), primo e unico amore di Sofia, che però sta per sposare proprio Mauro. Quando Sofia si rende conto che sta per perdere la donna della sua vita, decide di tornare a casa, in Calabria. Ma il ritorno di Sofia romperà ogni equilibrio e in un susseguirsi di situazioni tragicomiche, i due fratelli saranno costretti a guardarsi davvero in faccia e a scegliere chi voler essere da grandi… Tra amori passati e ritrovati, storie di amicizia, famiglia e fratellanza, Luca Lucini torna sul set con una commedia romantica e ricca di intrighi.

Io e mio fratello: al via le riprese del film con Cristiano Caccamo

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Al via le riprese di Io e mio fratello, la nuova commedia di Luca Lucini (Tre metri sopra il cielo, Nemiche per la pelle, Come diventare grandi nonostante i genitori) con Denise Tantucci, Cristiano Caccamo, Greta Ferro, Teresa Mannino, Claudio Colica, Paola Lavini e con la partecipazione di Ninni Bruschetta, Marco Leonardi, Nino Frassica e Lunetta Savino.

Le riprese si svolgono in Calabria (tra Altomonte, San Nicola Arcella, Civita, Cirò Marina) e a Milano per un totale di sei settimane. Prodotto da Pepito Produzioni e da Piero Crispino e Giuseppe Saccà per 302 Original Content e Vision Distribution, il film sarà distribuito da Vision Distribution.

Io e mio fratello, la trama

Sofia (Denise Tantucci) è la pecora nera della famiglia. Ha 28 anni, è una sciupafemmine e ha lasciato la Calabria, sua terra d’origine, per trasferirsi a Milano, dove vive con il suo coinquilino Alessandro (Claudio Colica). Mauro (Cristiano Caccamo) è il fratello di Sofia. Affidabile e amorevole, al contrario di Sofia con la quale è sempre in guerra, non ha lasciato la Calabria e porta avanti l’azienda di famiglia. Sofia e Mauro non sono solo sorella e fratello, hanno anche un’altra cosa in comune: Michela (Greta Ferro), primo e unico amore di Sofia, che però sta per sposare proprio Mauro. Quando Sofia si rende conto che sta per perdere la donna della sua vita, decide di tornare a casa, in Calabria. Ma il ritorno di Sofia romperà ogni equilibrio e in un susseguirsi di situazioni tragicomiche, i due fratelli saranno costretti a guardarsi davvero in faccia e a scegliere chi voler essere da grandi… Tra amori passati e ritrovati, storie di amicizia, famiglia e fratellanza, Luca Lucini torna sul set con una commedia romantica e ricca di intrighi.

Io e mio fratello, la recensione del film di Luca Lucini

Io e mio fratello, la recensione del film di Luca Lucini

Il suo viaggio continua, con il Milano-Roma al quale sta già lavorando e che promette di riportarlo nella Capitale, dove nel 2004 iniziò tutto con Tre metri sopra il cielo, ma l’ultima tappa del percorso di Luca Lucini è quella del più recente Io e mio fratello, dal 21 aprile su Prime Video. Un ritorno a casa particolare che ci porta da Milano ad Altomonte, in Calabria, in compagnia del ben assortito cast di una commedia romantica scritta con Marta e Ilaria Storti e nella quale si mescolano tradizione e contemporaneità, individualismo e comunità, famiglia e amori di vario genere.

Io, lei e mio fratello

Tutto nasce dall’urgenza di Sofia (Denise Tantucci) di tornare a casa, al Sud. Pecora nera di una famiglia di viticoltori della provincia di Cosenza, si è trasferita da qualche anno a Milano, dove vive con il suo coinquilino Alessandro (Claudio Colica) e continua a passare da una conquista all’altra. Sempre con il rimpianto del suo grande amore, l’amica Michela (Greta Ferro) che ora sta per sposarsi con Mauro (Cristiano Caccamo), suo fratello.

Affidabile e “predestinato”, dopo la morte del padre (Marco Leonardi) è stato lui a portare avanti l’azienda di famiglia insieme all’esperto Bernardo (Nino Frassica) e a rimanere al fianco della madre (Lunetta Savino). Che ora si trova al centro dell’organizzazione di un matrimonio che Sofia cerca di boicottare, tentando di far innamorare di nuovo di sé la radiosa Michela. Una missione che scatenerà una serie di reazioni a catena che coinvolgeranno tutti, anche l’irrequieta e originale zia Tecla (Teresa Mannino), arrivata per l’occasione.

Una questione di famiglia

Nomi interessanti e di sicura presa sul grande pubblico, come si vede, danno vita a un intreccio piuttosto elementare, arricchito da ricami capaci di suggerire spunti e possibilità senza confondere o distogliere l’attenzione dalla trama principale. Quella che inizia come la storia della giovane scavezzacollo farfallona e irrisolta, promettendo gag da emigrata sullo sfondo della citylife meneghina, diventa quindi occasione per offrire alla regione Calabria una vetrina alla quale non tutti sono abituati, talmente abituati – come sottolineato dallo stesso regista – a vederla solo come terra di malaffare e ‘ndrangheta. Ma soprattutto per raccontare una contemporaneità che va oltre le app e i luoghi comuni (che pure non mancano), e nella quale trovano uno spazio importante le tradizioni e la comunità.

E l’amore, ovviamente. Etero, omo e familiare, tanto per citare i più evidenti sin dalla sinossi, nella quale non era possibile – né opportuno – dettagliare di più, lasciando alla scoperta in streaming dei contrasti e le piccole grandi sorprese messe in scena da Lucini. Del quale attendiamo il Le mie ragazze di carta (con Maya Sansa, Giuseppe Zeno e di nuovo Cristiano Caccamo) visto al Bif&st da lui definito “la prima storia che sento veramente mia” e nel quale si racconta il passaggio dalla pubertà alla preadolescenza di tre adolescenti e quello dal mondo della campagna al mondo della città.

Io-e-mio-fratello-denise-tantucci

L’individualismo non basta, il futuro è comune

Come anche in questo Io e mio fratello, dove la scelta su cosa voler essere o fare ‘da grandi’ torna, come sappiamo tutti, e continua a tornare, anche a distanza di anni. Perché le occasioni arrivano quando arrivano, a volte, le scelte portano rimpianti e dubbi, e altre scelte. Merito del regista aver evitato di lasciar troppo spazio alle scelte meno ‘etiche’, alla confusione, le bugie e i segreti, trovandone invece per un esempio di amore ‘maturo’ che regala forse il momento più commovente del film (insieme alla nostalgia legata alla figura paterna).

Che rimodula lo stereotipo della sceneggiata meridionale – che a tratti fa capolino, evidentemente impossibile da non citare – in un finale se non originalissimo e di rottura, un po’ diverso da quel che avrebbe potuto essere e che spezza una lancia in favore della libertà, nelle sue varie declinazioni vero fil rouge di tutta la storia. Ma soprattutto rilancia il fallimento dell’individualismo dilagante, vero ‘morto che cammina’ del nostro vivere quotidiano, che – per quanto in molti ci si ostini a far finta di non vederlo o ammetterlo – non ha altra speranza che nell’essere comune, e condiviso (non sui social).

Io e Lulù: la storia vera che ha ispirato il film con Channing Tatum

Il cane è il migliore amico dell’uomo, ed è stato più volte protagonista anche al cinema di celebri film a lui dedicati. Da titoli per famiglie come Belle & Sebastien ai classici Disney come Lilli & vagabondo, dai film d’autore come L’isola dei cani a pellicole più drammatiche come Attraverso i miei occhi, sono numerosi i film che hanno dedicato agli amici a quattro zampe storie commoventi e ricche di emozioni, che non mancano mai di affascinare il grande pubblico. Uno degli ultimi titoli di questo filone è Io e Lulù (qui la recensione).

Il film segna l’esordio alla regia dell’attore Channing Tatum e del suo partner produttivo Reid Carolin. I due hanno infatti collaborato per l’intera trilogia di Magic Mike e poi anche per il film Sotto assedio – White House Down, La truffa dei Logan e 22 Jump Street. Insieme, hanno poi deciso di realizzare Io e Lulù, un film per Tatum fortemente voluto in quanto ispirato ad una sua vicenda personale. Nasce così un racconto ricco di emozioni, capace di far sorridere, stare in tensione e commuovere.

Un racconto on the road che porta i protagonisti a rivalutare ciò che sapevano della vita, condividendo così importanti lezioni di vita. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Io e Lulù. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera a cui si ispira. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Io e Lulù Channing Tatum

La trama e il cast di Io e Lulù

Il film racconta la storia del soldato Jackson Briggs, che si vede costretto a fare un viaggio lungo la costa del Pacifico per portare Lulù, il cane compagno di missioni belliche del sergente Nogales, al funerale di quest’ultimo, deceduto a causa di un incidente d’auto. Dopo diverse spedizioni in guerra il cane ha sviluppato un carattere per nulla facile e imprevedibile alle reazioni. Durante il viaggio che li porta alla celebrazione, il soldato e la cagna stringono un forte legame e Briggs finisce addirittura per affezionarsi a Lulu.

Ad interpretare il soldato Jackson Briggs vi è l’attore Channing Tatum, che come già riportato è anche il regista del film, ruolo che svolge qui per la prima volta. L’attrice Q’orianka Kilcher, nota per il film The New World – Il nuovo mondo, è qui interprete di Niki, ex compagna di Briggs. Completano il cast l’ex wreslter Kevin Nash nel ruolo del fattore Gus, Jane Adams in quelli di sua moglie Tamara ed Ethan Suplee in quelli di Noah, un ex Ranger dell’esercito.

Per quanto riguarda Lulù, sono tre i cani che l’hanno interpretata: Britta, Lana 5 e Zuza e, sebbene assomiglino a pastori tedeschi, sono in realtà dei Belgian Malinois, una razza adatta al lavoro militare. La produzione li ha presi da un canile di Amsterdam che addestra cani per questo fine. Quando la pandemia ha colpito e la produzione è stata interrotta per nove mesi, Channing Tatum e gli addestratori hanno avuto tutto il tempo di lavorare con ogni cane per prepararli al film. Il risultato è stato un’esperienza di forte legame che si è conclusa con la decisione di tre degli addestratori di adottare i cani con cui hanno lavorato.

Io e Lulù cane

La storia vera che ha ispirato il film

Come anticipato, Io e Lulù è ispirato a un vero viaggio in macchina che il regista e attore  Channing Tatum ha fatto con il suo cane morente, un pit-bull anch’esso di nome Lulù, dopo che le era stato diagnosticato un cancro nel 2018. Tatum ha raccontato a Yahoo!Quando ho fatto il mio ultimo viaggio in macchina con la mia cucciola, ho provato quella sensazione di “Non c’è niente che possa fare. Non c’è più niente da fare. Devi solo accettarlo ed essere grato per il tempo che hai avuto e sapere che non poteva essere per sempre. Io devo andare avanti e lei deve andare in un altro posto”.

Il cane di Tatum è poi deceduto il 19 dicembre 2018 e il film è dedicato alla sua memoria, come si può leggere nei titoli di coda. Il film è dunque un tributo a quel suo amato compagno di viaggio e celebra l’ultimo viaggio in auto da loro fatto insieme. Tatum ha poi descritto il processo di lavorazione del film come “catartico”, raccontando a Forbes che: “Mi ha dato un sacco di prospettiva su ciò che lei significava per me, su quale fosse il suo scopo in questa vita che abbiamo avuto insieme”.

Il trailer di Io e Lulù e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Io e Lulù grazie alla sua presenza su une delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nel catalogo di Infinity+. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 4 settembre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Io e Lulù, recensione del film di e con Channing Tatum

Io e Lulù, recensione del film di e con Channing Tatum

Io e Lulù è il film che suggella l’ingresso nel mondo della regia per Channing Tatum. L’attore quarantaduenne ha tratto ispirazione per la storia dalla sua vita personale. Aveva infatti un cane proprio di nome Lulù con il quale aveva stretto un rapporto strettissimo e dopo la cui morte ha deciso di farne un film per trasformarne il dolore della perdita.

La sceneggiatura è stata affidata a Reid Carolin, che ha anche supportato l’attore nella direzione del film, e che aveva già curato la sceneggiatura di un’altra pellicola in cui era comparso Tatum: Magic Mike di Steven Soderbergh. L’ispirazione sui dettagli della trama viene, tra l’altro, da un documentario che l’attore aveva prodotto nel 2017, War dog: a soldier’s best friend, diretto da Deborah Scranton.

La trama di Io e Lulù

La piccola Lulù del titolo, è una vivace cagnolina che viene da una vita di addestramento militare, tanto da essere stata la fedele compagna di missioni in Medio Oriente del sergente Nogales, finché questi non muore in un incidente d’auto. Al ranger Jackson Briggs (Channing Tatum), amico del defunto commilitone, spetterà il compito di accompagnare la cagnetta dal carattere ribelle al funerale del sergente, la cui presenza è tanto desiderata dalla famiglia di lui, per il profondo legame che il cane aveva instaurato nel tempo col suo padrone.

Così inizia un’avventura on the road lungo la costa del Pacifico, durante la quale il ranger dovrà affrontare continui e frustranti disagi causati da Lulù e dalla sua imprevedibilità, che lo condurranno, però, alla riconciliazione con i suoi mostri interiori, e con i traumi causati dalla guerra. Di cui, forse, anche il cane ha subito le conseguenze.

Un legame ancestrale

L’intenzione di Channing Tatum è quella di narrare un legame viscerale e quasi ancestrale come quello che riesce a crearsi tra uomo e animale, in particolare tra una persona e il suo cane. Il lavoro di addomesticamento, che arriva fino a rendere il dolce quadrupede un elemento della propria vita al pari di un familiare, è fatto dalla costruzione paziente di reciproca fiducia, che ha in sé qualcosa di misterioso.

Il film indaga i silenzi e gli sguardi a cui “manca la parola” – come si suol dire riferendosi alla chiarezza di certe espressioni che il cane sembra assumere –, approfondisce e cerca di soffermarsi sull’appagamento provato dal ranger Briggs nel trovare una crescente corrispondenza nelle risposte comportamentali di Lulù.

È chiaro, insomma, e comprensibile che voglia essere una dichiarazione di amore incondizionato, al pari di quello che il cane dà gratuitamente all’uomo, ma nello scorrere del viaggio dei protagonisti c’è qualche cosa che sfugge.

Channing Tatum sembra essere così intimamente coinvolto nel trasporre i propri sentimenti, che appare sfuggente e quasi distratto nel raccontare le tappe del percorso e i relativi canonici incontri lungo la via.

Io e Lulù mostra rapidamente le persone incrociate per caso durante i giorni del viaggio, col risultato che quei tipici elementi del road movie risultano frettolosi e l’effetto è paradossalmente freddo e distaccato.

Così, se è vero che il rapporto tra il ranger e la cagnolina cambia tonalità, pare che il merito sia solo dovuto alla convivenza forzata, più che a una reale evoluzione del protagonista. Quasi che sia stato unicamente il temporaneo bisogno di affetto e cure ad aver messo il protagonista nella condizione di relazione col cane, rendendo dunque il quadrupede oggetto di attenzioni non necessarie e vagamente umanizzate.

Ad ogni modo, di cinematografia se n’è sprecata intorno all’affetto nei confronti degli amici a quattro zampe, e sicuramente Io e Lulù non è da meno. In fondo fa quello che probabilmente aveva preventivato solo marginalmente: suscitare molta dolcezza, con toni di accennata inquietudine per il contesto ferito e solitario della guerra a cui fa riferimento.