Resa celebre dalla sua
partecipazione alla serie tv Chuck,
Yvonne Strahovski ha avuto un leggero arresto di
carriera, ma nonostante questo, con la sua particolare bellezza, è
rimasta sempre nel cuore dei fan, che adesso la propongono come
possibile Captain Marvel.
A differenza di molte celebrità
impegnate in relazioni con personaggi altrettanto noti, vi è anche
chi ha trovato il proprio amore lontano dal mondo dello spettacolo.
Sono infatti diversi gli attori e le attrici fidanzati o sposati
con personalità poco o per nulla note al grande pubblico. Uno di
questi è Cillian Murphy,
il quale è da tempo accompagnato da Yvonne
McGuinness, artista visuale distintasi in diversi campi ma
nota per la sua riservatezza.
Ecco 10 cose che non sai di
Yvonne McGuinness.
Yvonne McGuinness e Cillian
Murphy
1. È sposata con un noto
attore. Yvonne McGuinness è nota in particolare per essere
la moglie dell’attore Cillian Murphy,
celebre per i film 28 giorni dopo,Il cavaliere
oscuro, Breakfast on Pluto,Inception e per la
serie Peaky Blinders, dove
interpreta Thomas Shelby. Dopo un lungo periodo insieme, i due si
sono poi sposati nel 2004, con una cerimonia svoltasi nella vigna
in Francia del padre di lei. Come noto, i due non amano rivelare
molto della loro vita privata, mantenendo un certo riserbo.
2. Si sono conosciuti ad un
concerto. Prima di intraprendere la carriera nel mondo del
cinema e della televisione, Murphy si era dedicato alla musica,
cantando e suonando il basso in alcune band di genere alternative
rock. Proprio durante un suo piccolo concerto, nel 1996, conobbe
Yvonne, della quale si innamorò subito. I due intrapresero dunque
da quel momento la loro relazione, la quale dura con successo
ancora oggi.
3. Hanno due
figli. Dopo essersi sposati nel 2004, Murphy e la
McGuinness hanno continuato a costruire la loro famiglia, dando
vita a due figli. Il primo, Malachy, è nato nel dicembre del 2005,
mentre il secondo, Aran, è nato nel luglio del 2007. Nei confronti
dei due bambini, i due coniugi sono sempre stati particolarmente
protettivi, evitando che la loro celebrità potesse portare ad una
sovraesposizione mediatica dei figli. La coppia cerca infatti di
farli crescere nel modo più normale e distante dalla celebrità
possibile.
Yvonne McGuinness e la sua
arte
4. Si è laureata in arti
visive. Dopo aver completato gli studi di base nella sua
città natale, Yvonne McGuinness si è iscritta al Crawford College
di Cork, dove ha conseguito una laurea in lettere. Dopo la laurea,
ha poi proseguito gli studi al Royal College of Arts di Londra,
dove ha conseguito un Master in arti visive, laureandosi nel 2002.
Una volta completati gli studi, ha iniziato ad organizzare le sue
prime mostre d’arte nel Regno Unito e altrove. In particolare, ha
lanciato con successo la sua prima mostra d’arte dal titolo
“Veicolo” nel 2005, la quale si è tenuta in una biblioteca
mobile a Cork.
5. Con le sue
videoinstallazioni si occupa di temi molto importanti.
Formandosi in questo ambito, la McGuinness ha sempre più
indirizzato la sua ricerca artistica sulla rappresentazione dei
temi dell’Io e dell’inganno, affrontando il sublimato desiderio di
autoespressione dell’autore come anche della tensione tra
rivelazione e occultamento. Opera dopo opera, l’artista affronta
sempre nuovi aspetti di tali argomenti, dando dunque vita ad un
vero e proprio percorso autoriale.
I film di Yvonne McGuinness
6. Ha diretto alcuni
cortometraggi. Oltre ad interessarsi di videoarte, la
McGuinness si è cimentata anche nella regia dando vita ad alcuni
cortometraggi da lei anche scritti. Si tratta di This is
between us, risalente al 2011, e Charlie’s Place e
Procession, entrambi realizzati nel 2012. Non è noto se
l’artista intende continuare questo percorso, cimentandosi magari
con opere di carattere cinematografico o televisivo. Ad oggi,
infatti, questo non risulta essere nei suoi piani.
Yvonne McGuinness è su
Instagram
7.Ha un profilo
privato. Yvonne McGuinness è presente sul social network
Instagram con un profilo privato e non verificato chiamato
@ymgprojects. Questo, che vanta appena 118 follower e 84 post,
contiene principalmente informazioni relative all’attività
artistica della McGuinness. Non vi sono dettagli relativi alla sua
vita di coppia e il fatto di voler tenere il profilo privato è
ulteriormente indice del suo volere rimanere lontana dalla
celebrità.
8. Attraverso il profilo è
possibile risalire al suo sito. Nella descrizione del suo
profilo Instagram, la McGuinness riporta semplicemente il link al
suo sito ufficiale. In questo è possibile ritrovare un elenco
fotografico delle videoinstallazioni da lei realizzate, ognuna con
la propria personale e accurata descrizione. Grazie a questo sito e
alle informazioni sul profilo Instagram, sarà dunque possibile
sapere sempre tutto sull’attività dell’artista.
Yvonne McGuinness e John J.
McGuinness
9. È nipote di un noto
politico. Yvonne McGuinness è la nipote del noto politico
irlandese John McGuinness, facente parte del
partito Fianna Fáil, ovvero il partito repubblicano e conservatore
dell’Irlanda, con tendenze di centro-destra. John McGuinness è
stato nominato presidente della commissione per le finanze, la
spesa pubblica e la riforma e del Taoiseach nell’aprile 2016. Ha
poi ricoperto la carica di presidente della commissione per i conti
pubblici dal 2011 al 2016 e di ministro di Stato dal 2007 al
2009.
Yvonne McGuinness: età e
altezza
10. Yvonne McGuinness è
nata Kilkenny, città della Repubblica d’Irlanda e ora con
sede a Monkstown, nella conte di Dublino. La sua altezza
complessiva è pari a 167 centimetri.
Guarda la prima clip del
film Yves Saint Laurent, film
di Jalil Lespert con Pierre Niney,
Guillaume Gallienne, Charlotte Le Bon, Laura Smet e Marie De
Villepin, che racconta la storia dellostilista francese.
Il film – l’unico approvato da
Pierre Bergé – racconta come Yves Saint Laurent, nonostante le
incertezze e le paure, sia riuscito a trasformare e innovare
radicalmente il mondo della moda, diventando lui stesso un’icona
del XX secolo.
Arriverà nelle sale italiane il
27 marzo distribuito da Lucky Red.
In occasione dell’uscita in DVD di
Yves Saint Laurent: L’amour fou, è stata
organizzata una proiezione speciale del film presso la Sala Cinema
del Palazzo delle Esposizioni a Roma. Con questa pellicola,
presentata al Festival Internazionale del film di Roma nel 2010, il
regista Pierre Thoretton non vuole semplicemente rendere omaggio ad
uno dei più famosi stilisti degli ultimi decenni, ma desidera
regalarci un affresco dei cinquant’anni di attività di un genio,
attraverso gli occhi innamorati di Pierre Bergé, suo compagno nella
vita e nel lavoro, che non lo ha mai abbandonato, neanche dopo la
sua morte nel 2008. Pierre Bergé racconta appunto le varie fasi
della carriera dello stilista, divenuto celebre e conosciuto in
tutto il mondo della moda già a 20 anni, per essere stato
collaboratore di Dior e averne preso il posto dopo la sua scomparsa
nel 1957. Lasciata la maison Dior negli anni Sessanta, crea con
Bergé l’omonima etichetta Yves Saint Laurent.
Raggiunge subito il massimo
prestigio grazie al suo enorme talento e alla sua passione per
l’arte che trasferisce direttamente nelle sue collezioni. Ma questo
lato della sua vita è ben noto. Quello invece che Thoretton
racconta attraverso Bergé è la storia di un uomo, genio si, ma pur
sempre uomo, con le sue passioni, la sua timidezza, le sue paure,
la sua solitudine, la sua sofferenza e i suoi eccessi nell’abuso di
alcool e droghe. Yves Saint Laurent: L’amour fou
si apre con il comunicato che lo stilista fa in occasione del suo
ritiro dal mondo della moda. Traspare tutta la sua passione e amore
per un mestiere che per lui non era semplicemente un lavoro, ma la
vita stessa. Il tono è decisamente sommesso, ma allo stesso tempo è
consapevole di aver preso la giusta. Nel film vengono alternate le
immagini in bianco e nero con quelle a colori, utilizzando la
bicromia per rappresentare la vita passata dello stilista. Bergé
descrive l’immagine di un uomo con un grande dono, ma carico di
responsabilità fin dalla giovinezza e attraversato da una profonda
solitudine da sempre. Le note del pianoforte che accompagnano
l’intervista a Bergé sono malinconiche, quasi a volerci far provare
gli stessi sentimenti di Yves nei momenti di infelicità che col
tempo lo hanno reso schiavo delle droghe e dell’alcool.
In ogni momento Yves Saint
Laurent: L’amour fou risulta emozionante rendendo lo
spettatore partecipe e sempre attento all’evoluzione della
narrazione. Dopo la disintossicazione Yves si ritira lentamente nel
suo guscio, allontanandosi dalla mondanità e gettandosi a capofitto
nel lavoro. Bergé non nasconde la sua difficoltà nello stare
accanto ad una personalità così grande ma allo stesso tempo piena
di fragilità ed insicurezze, eppure mai abbandonato, sia nel lavoro
che nella vita privata, anche dopo aver lasciato la casa che
avevano condiviso a lungo, trasferendosi nell’hotel in fondo alla
strada, incapace di spezzare il legame che da sempre li ha uniti.
Il carisma di un uomo divenuto una leggenda nel mondo della moda,
trasuda nelle parole dell’amante che non vuole ricordare con
nostalgia i momenti vissuti col suo grande amore, ma con
felicità.
Il regista al contrario sottolinea
l’immortalità del mito con le immagini delle sue creazioni, ma allo
stesso tempo la morte di un uomo, con scelte cromatiche ben precise
e una musica che a dispetto delle parole di Bergé, lascia nello
spettatore un sentimento di malinconia. Le opere d’arte che i due
hanno collezionato nel corso della loro vita insieme vengono
battute all’asta dopo la morte dello stilista. Gli oggetti che,
dopo la scomparsa del suo amante, per Bergé non hanno più lo stesso
significato meritano di avere una nuova vita. Nel corso di
Yves Saint Laurent: L’amour fou la casa si svuota
lentamente di tutti i quadri e le sculture, un po’ come metafora
della vita e non della morte, infatti gli oggetti racchiudono dei
significati che i possessori hanno loro attribuito e che non
moriranno mai. Non è morte, ma altra vita, non è perdita ma
acquisizione ed evoluzione di significato.
Il 20 febbraio, prima degli Oscar,
verranno consegnati i premi César, riconoscimenti cinematografici
dell’industria francese. Tra i film in competizione, ben due
biografie dedicate al celebre stilista Yves Saint
Laurent, entrambe in nomination in più categorie. Per la
prima volta nella storia dei César due attori che interpretano lo
stesso ruolo sono in competizione per lo stesso riconoscimento.
Eccodi seguito un’infografica che
mette a confronto i due film.
Chi vincerà il duello tra i due
Yves Saint Laurent?Pierre Niney,
che interpreta lo stilista nel film di Jalile
Lespert o Gaspard Ulliel, per il suo
ruolo nella biografia firmata Bertrand
Bonello?
Guarda il trailer del
film Yves Saint Laurent , film di
Jalil Lespert con Pierre Niney, Guillaume
Gallienne, Charlotte Le Bon, Laura Smet e Marie De
Villepin, che racconta la storia dello stilista
francese.
Il film – l’unico approvato da Pierre
Bergé – racconta come Yves Saint Laurent, nonostante le incertezze
e le paure, sia riuscito a trasformare e innovare radicalmente il
mondo della moda, diventando lui stesso un’icona del XX secolo.
Nel 1957 a Parigi, a soli 21
anni, Yves Saint Laurent (Pierre Niney) è chiamato a dirigere la
grande casa di moda fondata da Christian Dior, da poco scomparso.
Da quel momento tutti gli occhi e riflettori sono puntati su di
lui: il mondo della moda è impaziente di scoprire il talento del
giovane e promettente stilista.
Durante la presentazione della sua
prima collezione Yves conosce Pierre Bergé (Guillaume Gallienne)
che da quel momento diventerà suo compagno di vita e di affari.
A tre anni da quel magico incontro i
due fondano insieme la Yves Saint Laurent Company, destinata a
divenire uno dei marchi di moda più famoso al mondo.
Dietro ad un grande uomo, c’è sempre
un altro grande uomo, ed è questo che ci viene mostrato nel film
sulla vita dello stilista Yves Saint Laurent e del suo
compagno di vita e di lavoro Pierre Bergè.
Il film diretto da Jalil
Lespert copre l’arco temporale dall’entrata del giovane Yves
nella Maison Dior nel 1957 fino all’iconica sfilata Balletts Russes
del 1976, apice del geniale estro creativo dello stilista che ha
rivoluzionato la moda femminile in meno di mezzo secolo. Ma la
moda fa quasi da contorno alla grande storia d’amore, definita dal
regista “epica”: quella tra Yves Saint Laurent, interpretato
magistralmente (anche grazie ad una somiglianza impressionante) da
Pierre Niney e Pierre Bergè, ruolo affidato al bravissimo
Gulliame Gallienne, entrambi della Comédie Française.
Lespert riesce a
fare un dolce ritratto, rispettoso e preciso, di chi era veramente
YSL, riuscendo ad indagare nella sua anima tormentata con
delicatezza e poesia. Nessuna esagerazione, nessun gossip: lo
stilista viene raccontato con tutte le sue paure e i suoi errori.
Accurato nei nomi e nelle situazioni, è facile capire come mai
proprio Pierre Bergè abbia approvato questa biopic, dove ne esce
come un uomo forte che ha saputo tenere in piedi, anche
fisicamente, quel genio fragile che era Yves. Ed è proprio a Bergè
che Lespert affida la voce narrante, testimone diretto sia dei
successi che di tutte le crisi e insicurezze del compagno.
A soli 26 anni fonda la sua maison
con l’aiuto di Bergè e inizia la sua elegante rivoluzione della
moda, portando innovazione con l’introduzione della mascolinità
nell’abbigliamento femminile, l’influenza dell’arte contemporanea
con la collezione Mondrian e la commistione con diverse mode
etniche, dal Marocco alla Russia. Ma grazie anche alle persone che
gli gravitavano intorno: dalla sempre presente madre alla prima
musa la mannequin Victorie (Charlotte LeBon), da Betty
Catroux (Marie De Villepin) fino alla famosa Loulou De la
Falaise (Laura Smet). Ma anche Karl Lagerfeld, suo
amico sempre in competizione, ritratto in modo preciso e divertente
da Nikolai Kinski e per finire con i tanti amanti, vere e
proprie meteore, che gli donavano effimera vitalità.
Meritano attenzione i
costumi curati da Madeline Fontaine, che ha potuto godere
del prezioso prestito delle collezioni originali da parte della
Fondazione Bergè, pezzi di arte che ormai vedono la luce
solo nei musei e che sul grande schermo riprendono vita.
L’approvazione di Bergè ha anche portato a filmare in alcune delle
location originali, come la villa di Marrakesh, che ha dato al film
la giusta dose di autenticità che meritava, e infine le musiche
originali di Ibrahim Maalouf, jazzista di origini algerine
(proprio come YSL) che si intrecciano perfettamente con la visione
di Lespert, riuscendo ad esprimere diversi sentimenti attraverso il
commento musicale.
Una storia talmente affascinante che
questo film arriva quattro anni dopo il commovente documentario
L’Amour Fou di Pierre Thoretton: due
pellicole che possono naturalmente convivere e che anzi trovano
risposte l’uno nell’altra, arricchendo la conoscenza sul sensibile
stilista che cambiò la moda.
Un ritratto fedele ed emozionante di
un grande genio e di un grande amore.
Arriva nelle sale
italiano il biopic di Jalil
Lespert, Yves Saint Laurent
incentrato sulla vita e carriera di Yves Saint
Laurent, stilista francesce. La pellicola di Jalil Lespert
è musicata dal jazzista francese di origine
libanese Ibrahim Maalouf.
1. Oran (1:15) 2. For One Moment – Brisa Roché (4:09)
3. Paris (3:12) 4. Défilé Christian Dior (2:44) 5. Staying In- Brisa Roché (4:14) 6. Les quais (1:52) 7. Visite de l’appartement (1:22) 8. Paris Match (2:14) 9. Défilé 1962 (3:58) 10. Pierre et Victoire (1:14)
14. On the Road – The
Bossmen (2:48)[<iframe width=”640″ height=”360″
src=”//www.youtube.com/embed/vFZ1pTZSBw4?rel=0″ frameborder=”0″
allowfullscree][/iframe]
15. Looking for Love –
Chromatics (5:29) 16. Blind Alley – The Emotions (3:04)
17. La Traviata, Act I:
‘Libiam ne’ lieti calici’ (Alfredo, Chorus, Violetta) – Maria
Callas (4:09) 18. Tosca, Act II: ‘Vissi d’arte’ – Maria Callas
(3:16) 19. Function Underground – We the People
(2:43)
20. Pierre et Yves
(4:33) 21. Backstage défilé 1976 (2:42) 22. La Wally, Act I: ‘Ebben?… Ne Andrò Lontana’ – Maria
Callas (4:49) 23. Générique fin ‘My Name’ (3:01) 24. Générique fin Paris Match Version (2:25)
Dopo essere stato presentato in
anteprima al Festival del cinema
spagnolo ed essersi aggiudicato il premio per
la Miglior
sceneggiatura a Paul
Laverty al Festival di San
Sebastián, l’applauditissimo “YULI – Danza e
Libertà” della spagnola Icíar
Bollaín arriva nelle sale italiane il
17 ottobre
2019 con EXITmedia.
L’uscita del film prevede un tour di
anteprime, accompagnate da grandi ospiti tra cui: Paul
Laverty, storico sceneggiatore di Ken
Loach, l’attore cubano Santiago Alfonso e
la coreografa e ballerina María Rovira. Si partirà
con Roma il 14 ottobre (cinema Farnese), per poi proseguire con
Firenze (cinema Stensen), Torino (cinema Fratelli Marx), Bari
(multicinema Galleria), Matera (cinema Il Piccolo), Genova (cinema
dei Cappuccini), Milano (cinema Anteo), Verona (Cinema Alcione).
Inoltre, il film parteciperà in quei giorni al Terni Pop
Film Festival, al Premio Efebo d’Oro a
Palermo e al Festival del cinema spagnolo in
Italia.
Associazioni e scuole di danza di
tutta la penisola parteciperanno agli eventi insieme
all’Ambasciata di Cuba in Italia. Il film è
distribuito grazie al co-finanziamento dal programma MEDIA
Europa Creativa della UE.
SINOSSI – Il film
racconta l’incredibile storia di Carlos
Acosta, in arte Yuli, vera e propria
leggenda della danza. Grazie alla maestria di Paul Laverty – sodale
collaboratore di Ken
Loach da La canzone di Carla in
poi – e all’accurata regia di Icíar
Bollaín (Ti do i miei
occhi; También la lluvia; El
olivo), l’opera narra l’incredibile parabola del ballerino
cubano, che da piccolo rifiutava la disciplina della danza.
Obbligato dal padre, che vuole dargli un’opportunità per voltare le
spalle alla povertà che attanaglia Cuba dopo decenni di embargo,
Yuli giunge al successo mondiale divenendo un performer paragonato
per grazia e capacità tecniche a miti
quali Nureyev e Baryshnikov.
Il film uscirà in edizione italiana e in versione originale
sottotitolata, nella settimana in cui si celebra anche il
Giorno della Cultura Cubana (20 ottobre).
È stato
rilasciato il teaser trailer di
Yu Yu Hakusho, il prossimo adattamento
live-action. La serie Netflix
sarà presentata in anteprima mondiale il 14 dicembre. La produzione
ha collaborato con Scanline VFX per dare “vita a tutti i
personaggi, sia umani che yokai (spiriti), offrendo al contempo
sequenze realistiche di azioni di battaglia“.
Il manga
originale del leggendario Yoshihiro Togashi ha fatto scalpore
quando è stato serializzato su Weekly Shonen Jump per quattro anni
a partire dal 1990. La serie infonde nuova vita alla storia, e i
fan vecchi e nuovi possono aspettarsi di incontrare i loro
personaggi preferiti in modi mai visti prima. stato visto
prima.
La serie tv Yu Yu
Hakusho
Utilizzando
un’esclusiva strategia di produzione globale a team unico che ha
abbracciato sia il Giappone che gli Stati Uniti, lo stesso
approccio per adattare l’acclamato manga “ONE
PIECE“, Netflix ha adottato lo stesso livello di
impegno per la qualità e l’autenticità del live-action
ONE
PIECEper
la produzione diYu Yu
Hakusho.
Netflix ha annunciato un
adattamento live-action del manga di Togashi alla fine del 2020. La
serie è diretta da Shō Tsukikawa e scritta da Tatsurō Mishima
insieme a Togashi e vede protagonisti, oltre a Kitamura nei panni
di Yusuke, Shuhei Uesugi nei panni di Kazuma Kuwabara, Jun Shison
nei panni di Kurama e Kanata Hongō nel ruolo di Hiei.
La serie, tratta dal leggendario
manga di Yoshihiro Togashi pubblicato in Weekly Shōnen Jump dal
1990 al 1994 e poi dalla casa editrice Shueisha, narra la storia di
Yusuke Urameshi, che trascorre il tempo passando da una rissa
all’altra. Un giorno però il ragazzo muore nel tentativo di
proteggere un bambino durante un incidente. Mentre deve affrontare
la vista dall’alto del proprio cadavere, una donna di nome Botan,
sedicente guida del mondo dell’aldilà, gli comunica la cruda realtà
dei fatti: nessuno si aspettava che un teppista come Yusuke perisse
compiendo un gesto di bontà e per lui non c’è posto né in paradiso
né all’inferno. Così gli viene data la possibilità di ritornare in
vita e dopo aver superato una prova diventa un detective del mondo
spirituale, restando da subito implicato in un mistero che
coinvolge l’universo degli umani, dei demoni e degli spiriti.
La lettura e visione di manga e
anime si è da sempre mantenuta particolarmente elitaria,
specialmente qui in Italia. Ciononostante, nell’ultimo periodo si è
visto un marcato riavvicinamento del pubblico a questo genere di
storie: questo può essere dovuto anche agli adattamenti in versione
live action che Netflix sta distribuendo. Dopo il
grande successo di One piece, Yu Yu Hakusho,
manga scritto e disegnato da Yoshihiro
Togashi (già in precedenza adattato in un anime) viene
trasposto cinematograficamente in una serie formata al momento da
una sola stagione di cinque episodi, ognuno della durata di circa
un’ora. Nel cast ritroviamo Takumi Kitamura nel
ruolo del protagonista Yusuke Urameshi, Shuhei
Uesugi in quello di Kazuma Kuwabara, prima nemesi e poi
braccio destro dello stesso Urameshi e Go Ayano
nei panni del temibile Toguro minore, un temibile e invincibile
yokai.
Yu Yu Hakusho: detective
del mondo degli spiriti
La serie si apre in medias res
mostrando Urameshi inerme sull’asfalto, morto. Si vede il suo
spirito osservare il suo corpo portato via dall’ambulanza. A questo
segue un breve flashback necessario per far comprendere meglio il
protagonista allo spettatore: si tratta di un giovane scontroso,
con saldi ideali, che non esita a difendere i deboli, ma che allo
stesso tempo non accetta che le persone lo controllino in alcun
modo.
La morte porterà paradossalmente uno
sconvolgimento della sua esistenza: il guardiano del mondo degli
spiriti gli permette di ritornare in vita per scacciare gli yokai,
demoni sfuggiti al loro mondo. In particolare, Urameshi dovrà
sconfiggere tre yokai che si sono impossessati di tre importanti
oggetti magici. Dopo numerose battaglie, peripezie e lezioni
apprese, Urameshi si renderà però conto che gli yokai non sono i
veri nemici da sconfiggere.
Combattimenti in tipico stile
“giapponese”
Uno degli elementi che colpisce
maggiormente di Yu Yu Hakusho è l’attenzione ai
particolari, che rendono l’atmosfera giapponese più autentica. Ciò
riguarda soprattutto i paesaggi: un luogo che specialmente ricorda
al lettore l’ambientazione tipica di questo Paese è la casa di
Genkai, anziana combattente che istruisce Urameshi e Kuwabara per
l’uso dell’energia spirituale e rispettivamente del raggio e della
spada astrale. Altro fattore interessante che rende la serie
piacevole da vedere è la presenza di molte scene di combattimento,
particolarmente avvincenti. Tali scene mantengono un certo
equilibrio tra l’azione, la suspense e la visione di sangue o
eccessiva violenza, conquistando così l’attenzione dello
spettatore.
Urameshi: da giovane teppista di
quartiere a eroe
Yu Yu
Hakusho presenta la crescita personale del
protagonista Urameshi. Questo, nelle prime scene, viene mostrato al
pubblico come un mezzo teppista qualsiasi che passa le sue giornate
da una rissa ad un’altra. La morte lo porta a comprendere meglio
ciò che è importante e quanto le persone che gli stanno intorno,
come la stessa Keiko, tengano a lui. Pian piano con il proseguire
degli episodi, si vede Urameshi imparare delle lezioni preziose: le
più importanti gli vengono impartite da Genkai. Quest’ultima lo
sprona ad impegnarsi realmente in ciò che fa, lo convince a
rispettare il consiglio altrui.
Ma il maggiore insegnamento Urameshi
lo ottiene dallo stesso Kuwabara: il giovane, dopo aver visto i
propri amici venire feriti senza poter far nulla, è determinato a
diventare più forte. Genkai gli dà come compito quello di rompere
una grande roccia con una spada di legno, ma una tale impresa
sembra pressoché impossibile agli occhi dello spettatore e dello
stesso Urameshi. La caparbia e la forza di volontà di Kuwabara lo
porta tuttavia a scoprire e padroneggiare la spada astrale, con la
quale spaccherà la roccia. Urameshi impara così a non arrendersi e
tale determinazione si rispecchierà anche nelle battaglie
finali.
Toguro minore: un cattivo con una
back story commovente
Nelle prime puntate di
Yu Yu Hakusho gli Yokai vengono
dipinti come i grandi cattivi che vogliono distruggere il mondo:
pian piano che la storia prosegue, ci si rende conto che la realtà
è più complicata di così. Di fatto, anche un temibile combattente
come Toguro minore sembra essere molto di più di un semplice
assassino. Toguro, il quale ci viene curiosamente mostrato simile a
un personaggio di
Matrix nelle sue prime apparizioni, era originariamente un
umano; dopo non essere riuscito ad impedire la morte dei suoi cari,
egli decide di diventare più forte trasformandosi in un demone, uno
yokai. Così egli diviene forza pura, ma continua ad essere
perseguitato dai sensi di colpa.
Un live action per il grande pubblico
L’adattamento in versione live
action di anime e manga che Netflix sta dunque promuovendo e
portando avanti rende queste storie fruibili per un pubblico più
ampio. Talvolta gli spettatori possono divenire alquanto prevenuti
riguarda le serie anime, evitandole. La creazione di queste
trasposizioni, invece, incoraggia maggiormente la visione anche
allo spettatore più scettico! Di conseguenza, per quanto
l’adattamento possa non essere pienamente apprezzato dagli amanti
dei prodotti giapponesi, esso permette ad un numero maggiore di
persone di godere di storie avvincenti, in cui Yu Yu
Hakusho rientra a pieno.
Yu Yu Hakusho
(qui
la recensione) di Netflix
attua delle differenze rispetto all’anime di riferimento, ma in
diverse cose vi è molto fedele. Basato sulla serie manga di
Yoshihiro
Togashi, l’anime ha debuttato nel 1992 e si è protratto fino al
1994. Anche se non è diventato un franchise di massa con molteplici
sequel come Dragon Ball o Naruto, Yu Yu
Hakusho è stato comunque uno dei manga/anime più influenti
della sua epoca. Dagli amati personaggi alle scene di
combattimento, c’erano molte cose che l’adattamento di
Netflix
doveva riproporre fedelmente se voleva evitare gli errori commessi
dai precedenti anime live-action.
Non è chiaro se il finale di
Yu Yu Hakusho sia destinato a dar vita ad una
stagione 2, dato che l’episodio 5 ha in un certo senso coperto
quello che avrebbe dovuto essere il Torneo Oscuro. L’uccisione
immediata del giovane Toguro e il salto del torneo sono di gran
lunga i cambiamenti più significativi che il live-action di
Netflix ha apportato all’anime, il che può dare
l’impressione che l’intera serie abbia perso il senso della storia
originale. Tuttavia, pur avendo alcune carenze da questo punto di
vista, la serie ha centrato diversi aspetti chiave della storia
originale.
Le scene di combattimento
A prescindere da quanto siano
avvincenti i personaggi o quanto sia coinvolgente la storia, un
adattamento anime deve avere grandi scene d’azione. Questo è ancora
più importante quando si adatta uno shonen d’azione come Yu
Yu Hakusho, che, oltre ai suoi personaggi memorabili, si è
fatto un nome grazie a combattimenti indimenticabili. C’è però un
problema: il manga e l’anime hanno ciascuno il proprio linguaggio
visivo. Una serie live-action non può replicare ciò che è stato
fatto nell’anime o nel manga quando si tratta di scene di
combattimento, ma non può nemmeno avere combattimenti che sembrino
meno speciali di quelli del materiale di partenza.
Trovare questo equilibrio è molto
complicato e persino alcuni dei migliori adattamenti di anime
live-action di tutti i tempi, come
One Piece di Netflix, hanno avuto difficoltà in questo
senso. Fortunatamente, Yu Yu Hakusho è in grado di
risolvere il problema delle scene di combattimento. Non sono
necessariamente simili a quelle dell’anime, ma catturano l’essenza
della storia originale. I combattimenti in live action comprendono
sia combattimenti corpo a corpo che ricordano alcuni dei migliori
film di arti marziali, sia sequenze in computer grafica che
combinano i superpoteri dei personaggi con uno stile di
combattimento più concreto. I momenti salienti sono Yusuke contro
Gouki e Kurama contro Karasu.
I costumi dei personaggi di Yu
Yu Hakusho
Yu Yu Hakusho ha
uno stile visivo molto caratteristico, compresi i costumi dei
personaggi principali. Un cliché comune negli anime è che il
personaggio principale si distingua sempre tra la folla grazie ai
suoi abiti unici, e il live-action di Yu Yu
Hakusho lo fa bene. Yusuke, Kuwabara, Kurama e Hiei sono
alcuni dei personaggi più eleganti degli anime degli anni ’90,
ognuno dei quali ha un colore associato alla propria personalità.
La serie Netflix avrebbe potuto scegliere la strada più semplice,
ovvero quella di reinventare i loro abiti con un approccio più
concreto, ma fortunatamente non l’ha fatto. Invece, tutti i
personaggi indossano i loro abiti caratteristici, compresi Botan,
Genkai e Koenma.
Le acconciature dei personaggi di
Yu Yu Hakusho
Un’altra parte dell’identità visiva
di Yu Yu Hakusho è rappresentata dalle
acconciature dei personaggi principali. La maggior parte dei
personaggi degli anime ha un’acconciatura piuttosto singolare,
molte delle quali sono molto difficili da tradurre in live-action.
Alcuni adattamenti di anime, come il terribile Dragonball
Evolution, non hanno nemmeno cercato di far corrispondere i
capelli dei protagonisti a quelli della versione originale. Yu Yu
Hakusho cerca invece di essere il più fedele possibile al manga e
all’anime in questo senso, riuscenvodi in pieno. Piccoli dettagli,
come il modo in cui i capelli di Kuwabara sono tagliati dietro la
testa, esemplificano il rispetto per il materiale di partenza.
Le personalità di ogni
personaggio
Yu Yu Hakusho aveva
solo cinque episodi, il che significa che avrebbe potuto non avere
abbastanza tempo per sviluppare adeguatamente ciascuno dei
personaggi principali. Tuttavia, la serie è riuscita a valorizzare
le personalità di Yusuke, Kurama, Kuwabara, Hiei e altri, il che ha
permesso di compensare il fatto che molti di loro non hanno avuto
molto tempo sullo schermo. La serie Netflix si concentra
principalmente su Yusuke, mentre tutti gli altri personaggi servono
solo come nomi di supporto nella sua storia. Tuttavia, ogni volta
che gli altri personaggi appaiono sullo schermo, assomigliano alle
loro controparti dell’anime. Questo vale anche per i personaggi che
non partecipano all’azione, come Botan e Koenma, e per i
cattivi.
L’amicizia tra Kuwabara e
Yusuke
Un altro aspetto che la serie live
action Yu Yu Hakusho non trascura è la dinamica
tra Kuwabara e Yusuke, che ha portato a molti momenti piacevoli
nella serie originale. L’adattamento di Netflix adatta bene la loro
amicizia e Kuwabara è scritto esattamente come nel manga. La scena
in cui Kuwabara si arrabbia con Yusuke per essere morto prima di
dargli la rivincita è emozionante come quella dell’anime, e ogni
loro interazione dopo il ritorno di Urameshi è più divertente della
precedente. La storia di Kuwabara non è complessa o contorta come
quella di Kurama e Hiei, ma il live-action ha comunque trovato il
modo di renderlo interessante.
Gli effetti speciali di Yu Yu
Hakusho
Anche se le coreografie dei
combattimenti di Yu Yu Hakusho fossero state
incredibili, degli effetti visivi non all’altezza avrebbero potuto
rovinare le scene d’azione. Inoltre, per quanto i combattimenti
corpo a corpo fossero fantastici, la serie doveva offrire più di un
tipo di azione. La narrazione si svolge in un mondo fantastico in
cui i personaggi possono usare l’energia dello spirito per evocare
tecniche speciali, dalle spade energetiche alle piante carnivore
giganti. Sebbene alcune riprese in VFX di Yu Yu
Hakusho siano migliori di altre, la serie ha nel complesso
dei validi effetti visivi, soprattutto per le tecniche speciali. La
Pistola dello Spirito di Yusuke, la Spada dello Spirito di Kuwabara
e la manipolazione delle piante demoniache di Kurama sono tra le
più apprezzate.
Il ritmo veloce di Yu Yu
Hakusho
Uno degli aspetti che distingue
Yu Yu Hakusho dagli altri anime usciti negli anni
’90 è la mancanza di riempitivi: ha un ritmo molto veloce ed
efficace, coprendo la totalità del manga in soli 112 episodi. Ogni
episodio ha la sua importanza e viene immediatamente seguito da
un’altra serie di eventi importanti. Va notato che la cronologia di
questi nel live-action è molto diversa da quella dell’anime, al
punto che è difficile elencare gli episodi della serie originale
che copre. Ad esempio, gli insetti demoniaci compaiono
nell’episodio 1, mentre la morte di Toguro avviene nell’episodio
5.
Cambiare la linea temporale
dell’anime è stata una decisione rischiosa, soprattutto perché il
Torneo Oscuro avrebbe potuto costituire un’intera stagione
live-action. Detto questo, come serie televisiva indipendente,
Yu Yu Hakusho di Netflix ha un ottimo ritmo. Per
coloro che non hanno familiarità con il materiale di partenza, non
ci sarà molto da lamentarsi riguardo al ritmo della serie. La
sceneggiatura è molto incentrata su Yusuke, i personaggi secondari
hanno ciascuno un ruolo chiaro da svolgere e tutte le trame si
uniscono nel quarto episodio. Il live-action funziona bene anche
per coloro che non hanno mai visto un adattamento anime, così come
lo show originale è stato il primo anime per molte persone.
In You’re
The Worst 1×01 conosceremo lo
scrittore Jimmy e la tormentata
pubblicista Gretchen, che si conoscono ad un
matrimonio ed immediatamente sentono una forte attrazione reciproca
l’uno verso l’altra, che li spinge ad andare a letto insieme;
quando si conoscono meglio, scoprono che i loro caratteri non sono
così compatibili, dato che entrambi sono assorbiti dalle proprie
vite, ma il richiamo dell’amore sembra essere veramente
irresistibile ed i due.
In You’re Next per
festeggiare il loro anniversario di matrimonio, i coniugi Davison
decidono di radunare i loro quattro figli e relativi consorti in
una casa isolata. I festeggiamenti paiono svolgersi al meglio,
fatta eccezione che per i soliti bisticci e rancori di famiglia.
Ben presto però la residenza viene attaccata da quattro sconosciuti
che indossano maschere da animali, armati di balestre e asce. Il
gruppo si ritrova così braccato come in una trappola per topi.
Le minestre riscaldate, si sa, non
piacciono a nessuno, specialmente quelle cinematografiche, e se è
vero che esistono alcuni generi intoccabili, l’home invasion
è uno di questi. Adam Wingard non sembra porsi minimamente
il problema, e con il suo You’re Next confeziona un
prodotto-fotocopia che nulla aggiunge ad un filone ormai
rinsecchito, se non una sana dose di citazionismo.
Allontanandosi anni luce dalle
morbose violenze di Funny Games, dall’inquietante
realismo di The Strangers e dalle cupe visioni futuribili del
recente The Purge, Wingard si lascia cullare da una
cacofonia di clichè che fuoriescono da una sceneggiatura
arida e legnosa scritta in collaborazione con l’amico e storico
supporter Simon Barrett, che purtroppo non è minimamente in
grado di bissare l’ottima esperienza di A Horrible Way to
Die. La storia si ingolfa, deraglia e implode su una
narrazione fin troppo lineare e prevedibile, in grado di rendere
banali anche i (non pochi) colpi di scena, seminati con la chiara
intenzione di salvare il salvabile di un prodotto marcio in
partenza.
A nulla possono le prestazioni più
che dignitose di un cast che comprende Sharni Vinson, eroina
di Step Up 3D qui in veste di vendicatrice
ammazzatutti, affiancata dall’ormai premiata ditta Wingard composta
da Nicholas Tucci, Wendy Glenn, AJ Bowen e
l’amico-regista Ti West. Degna di nota è la presenza,
ritorno di gloria, di Barbara Crampton
(Re-Animator e Omicidio a luci rosse),
la quale però, alla pari dei suoi colleghi, si ritrova in bocca
dialoghi scartavetrati, da vero manuale horror per adolescenti. A
nulla poi serve l’uso ossessivo e ripetitivo del contrappunto
musicale, che dovrebbe creare angoscia e oppressione ed invece già
alla mezz’ora rischia di far innervosire anche i più quieti
spettatori. Wingard ce la mette tutta, ma cade sempre sullo stesso
punto: il già (troppo) visto.
Anche l’uso, per atro originale,
delle armi arcaiche impiegate dai killers finisce per dare al tutto
una venatura di eccessivo grottesco e malsano humor che farebbe
rizzare i capelli perfino a Peter Jackson, come a voler
calcare troppo sul pedale dell’auto ironia senza avere il controllo
del mezzo filmico. Comunque però, pur attenendoci al sacro
undicesimo comandamento del cinema (non spoilerare) vale la pena
avvisare lo spettatore che, dopo la visione del film, non sarà più
possibile usare un frullatore allo stesso modo.
Che cosa c’è per Matilde al centro
del mondo? A questa domanda la protagonista di
Youtopia, il nuovo film di Berardo
Carboni, non sa ancora rispondere. A darle corpo e anima è
Matilda De Angelis, giovane attrice ormai
sempre più presente sullo schermo cinematografico e televisivo.
Regista e attrice si uniscono così per raccontare del crescente
divario tra mondo reale e mondo virtuale, quest’ultimo identificato
sempre più erroneamente come locus amoenus nel quale
potersi rifugiare, ma dove si nascondono anche numerosi
pericoli.
Matilde (Matilda
De Angelis) è una ragazza di appena diciott’anni. Per
sfuggire ad un realtà che non le permette di avere quello che
desidera si rifugia nel web. Qui trova un mondo a parte, e una
scorciatoia per facili guadagni spogliandosi davanti alla webcam.
Venuta a conoscenza dei problemi economici della madre Laura
(Donatella Finocchiaro), Matilde si offre di
aiutarla e per farlo si vede costretta ad indire un’asta online per
vendere la propria verginità.
Tanti i temi raccolti in
Youtopia di Carboni, e tutti di grande attualità.
Dalle conseguenze della crisi economica sulle famiglie al dilagante
desiderio di possesso di ciò che non si ha, per arrivare infine al
tema principale: quello della fuga dalla realtà in un mondo
virtuale che oggi sembra poter essere accostato all’idea di utopia.
Con uno sguardo iperrealistico, e per questo anche inquietante, il
regista porta avanti la sua indagine su come il mondo e l’umanità
stiano evolvendo. Un evoluzione che è in realtà un’involuzione, che
dà vita a personaggi tetri, fragili, spietati. A sottolineare il
crescente degrado della società è il modo in cui il tema della
prostituzione online venga affrontato da madre e figlia, come se
all’interno di un mondo brutale ciò non fosse nulla di scandaloso,
anormale.
Youtopia si
alterna così tra la quotidianità dei personaggi e le fughe virtuali
della protagonista, riprodotte con animazioni fedeli a quelle dei
videogiochi. Questa è infatti un’opera che gioca molto con la
virtualità facendone un suo elemento imprescindibile, tanto da
sbatterci violentemente in un’alternanza tra la tranquillità di
questa e la brutalità della realtà.
Tuttavia nel suo raccontare, spesso
il regista si perde a giocare con la bellezza della sua
protagonista, esaltandola in tutte le forme, ma dimenticando
l’importanza della scrittura. È in sceneggiatura che infatti si
riscontrano una serie di falle che rallentano la narrazione o
faticano a tenerla in dei binari ben precisi. Si ha a volte
l’impressione che il film compia dei giri eccessivamente larghi per
arrivare al nocciolo, che seppur ciò aiuta a caratterizzare meglio
i personaggi, allo stesso tempo disorienta lo spettatore su ciò di
cui si sta trattando.
La fortuna di Carboni è
però quella di avere un trio di attori che riesce a reggere il film
e i rispettivi ruoli. Matilde De Angelis continua a convincere come
attrice, sfoggiando sempre nuove potenzialità, mentre Donatella
Finocchiaro si misura abilmente con un ruolo dalla complessa
drammaticità. A troneggiare è infine Alessandro
Haber, nel ruolo di Ernesto, vero e proprio orco che non
si fa scrupoli nella sua ricerca della continua trasgressione. Un
ruolo difficile da digerire per la sua brutalità, brillantemente
interpretato e che permette ad Haber di sfoggiare nuove sfumature
di personalità.
Ciò che di
Youtopia è interessante è il modo in cui il
regista reinventa un genere, riuscendo a raccontare, pur se non
privo di macchia, dei pericoli di un’umanità che ha smesso di
essere tale, ma dietro le cui brutture a volte si nascondono angoli
di luce e speranza. Il regista non giudica i suoi personaggi, ma
anzi li comprende nel bene e nel male, li fotografa in modo
asciutto, riconoscendoli tutti come vittime, tanto del denaro che
di un mondo dove sognare è diventato sempre più difficile.
Ecco una clip in esclusiva
di Youtopia,
il nuovo film di Berardo Carboni, con protagonisti
Matilda De Angelis, Donatella Finocchiaro e
Alessandro Haber.
Il film sarà presentato in
anteprima agli Incontri del Cinema di Sorrento, il
18 aprile sera. Ecco il video che presenta le sequenze animate
realizzate dalla Light & Color, che co-produce il
film.
Sette miliardi di persone, ogni
giorno, desiderano quello che non hanno. Ernesto
(Alessandro Haber), un farmacista di 60 anni,
sposato e con un figlio, è convinto che la felicità si misuri con
il possesso. E nonostante abbia già moltissimo, è insoddisfatto.
Alla continua ricerca di evasione, Ernesto alterna la routine della
vita familiare con squallidi incontri notturni.
Laura (Donatella
Finocchiaro) è una donna di 44 anni che aspira a
quell’ideale di vita patinata come si racconta in TV: luccicante e
serena. Si ritrova invece senza lavoro, con un mutuo che fatica a
pagare, e una figlia di 18 anni, Matilde (Matilda De
Angelis), da mantenere.
Matilde, per sfuggire a una realtà
che non le permette di avere quello che desidera, si rifugia nel
web. Qui scopre un mondo a parte e una scorciatoia per facili
guadagni: utilizzare il proprio corpo e spogliarsi davanti alla
webcam. La ragazza viene a conoscenza delle molteplici difficoltà
economiche della madre e si offre di aiutarla raccontandole di come
abbia messo da parte i soldi. Il loro rapporto si stravolge così
per sempre, anche perché gli spogliarelli non sono sufficienti a
coprire i debiti e la perdita della casa è una possibilità sempre
più concreta per Laura e Matilde. La ragazza decide così, con il
consenso sofferto e disperato della madre, di indire un’asta online
per vendere la propria verginità.
Ernesto, nella sua costante ricerca
di forti emozioni e di nuove “cose” da possedere, riesce ad
aggiudicarsela. Matilde per lui rappresenta la trasgressione
estrema, ma anche l’idea di poter comprare la purezza. I mondi di
Ernesto, Matilde e Laura si incroceranno indissolubilmente. Il film
arriverà in sala a partire dal 25 aprile.
In sala dal 25 aprile Youtopia,
il nuovo film di Berardo Carboni con
Matilda De Angelis, Donatella Finocchiaro e
Alessandro Haber. L’opera, distribuita da
Koch Media, segue le vicende di Matilde, giovane
ragazza costretta a mettere all’asta online la propria verginità
per risolvere i problemi economici di sua madre.
“L’idea per il film –
esordisce il regista, Berardo Carboni – nasce
mentre lavoravo al progetto di un lungometraggio d’animazione in
realtà virtuale. Ciò che mi interessava esplorare è come in un
videogioco si possono generare relazioni e modificare il proprio
contesto culturale. È un ambiente in grado di cambiare le persone.
Il mio intento è quello di raccontare un mondo aspro e duro come
quello della realtà, che si fonde con quello utopico della
virtualità”.
“Per Matilde – continua la
De Angelis – la realtà virtuale è una
scappatoia, una via di fuga dall’inferno in cui vive. Allo stesso
tempo il mondo virtuale diviene occasione per instaurare rapporti
che poi la aiutano ad alleviare il peso di ciò che vive realmente.
Il confine tra i due mondi diventa sempre più labile. Questa realtà
virtuale, utopica, diventa così più concreta di quella
reale.”
Matilda De Angelis
spiega poi il lavoro di preparazione fatto sul set, dove
“importante è stato raggiungere una completa disinvoltura del
corpo, del corpo nudo che viene guardato con desiderio da veri e
propri orchi. È stato un set che ha richiesto l’apertura di
numerose ferite, che ci hanno portato ad esplorare non solo le
tematiche ma anche i dolori dei personaggi. E ce ne fossero di
personaggi così. Il cinema è intrattenimento, certo, però deve
poter essere anche didattico, e credo che questo film sia molto
importante per la realtà in cui siamo ormai calati.”
“È un film che porta a
riflettere su chi siamo e cosa siamo disposti a fare oggi. –
sostieneDonatella Finocchiaro, che
interpreta la madre della protagonista – I personaggi portano
avanti i loro conflitti dimostrando di non perdere la propria
umanità. Il messaggio del film è quasi apocalittico, simbolico,
sulla ricerca di una dignità e un’umanità che vanno recuperate a
tutti i costi.”
I complessi personaggi del film
sono poi stati analizzati brevemente dai presenti in sala.
“Sono tutti vittime, – dichiara il regista – e in
particolare vittime del denaro. C’è una condanna alla
mercificazione, all’importanza data al denaro, con cui sembra
possibile comprare ogni cosa, senza considerare ciò che poi in
realtà si perde. L’umanità in primo luogo .
Parlando dell’impatto con la prima
lettura del copione, Donatella Finocchiaro ha
dichiarato di essersi “innamorata della sceneggiatura e del mio
personaggio sin dalla prima lettura. Ho amato le tematiche ma
soprattutto la complessità del mio personaggio, una madre costretta
con le spalle al muro, ma che cerca comunque di proteggere sua
figlia da un mondo orribile”.
“Il film ha diversi livelli di
lettura, – aggiunge la De Angelis – cosa
che mi ha colpito sin da subito. Mi ha mosso qualcosa dentro, mi ha
fatto sentire l’urgenza di prendere parte a questa storia. Matilde
è il primo personaggio dove non sono io a donare qualcosa a lei, ma
lei a me. È stato un ruolo faticoso, intenso, ma mi ha permesso di
entrare nella psicologia di una ragazza con una vita sospesa,
capirne i punti di vista, e penso di avere imparato molte cose da
questa esperienza.”
Il film, per la presenza di
tematiche e scene forti, ha ottenuto il divieto per i minori di 14
anni. La protagonista Matilde De Angelis si è
detta contrariata da questa decisione, dichiarando: “Il film è
rivolto a quella generazione, ed è una generazione ben consapevole
dei rischi, reali, che vengono trattati nel film. Trovo deleterio
un divieto del genere. Fingere di non sapere che i ragazzi di oggi
vivono quotidianamente queste problematiche impedisce un dialogo
che invece potrebbe aiutare entrambe le parti…”
Il film, presentato in Concorso
all’ultimo Festival di Cannes, ha riscosso un discreto successo di
critica, registrando ottimi incassi al box office.
La trama del film è la seguente:
Fred Ballinger, anziano
direttore d’orchestra, risiede in vacanza sulle Alpi svizzere con
la figlia Leda e l’amico Mick, vecchio regista ancora in attività.
I due amici si trovano a pensare insieme al futuro, osservando con
curiosità le vite dei propri figli e degli ospiti dell’hotel in cui
risiedono. Mick trova delle difficoltà nel portare a termine il suo
ultimo film, mentre Fred si è ritirato dalle scene ormai da molti
anni; ma c’è ancora qualcuno che vuole ascoltare le sue sinfonie.
Infatti da Londra arriva un emissario della regina Elisabetta, che
lo invita a dirigere un concerto a Buckingham Palace in occasione
del compleanno del principe Filippo.
Per il momento non sarà
possibile vedere Youth – La
Giovinezza, nuovo film di Paolo
Sorrentino con Micheal Caine e
Harvey Keitel già nelle sale italiane dopo la
presentazione al Festival di Cannes, in versione originale in
lingua inglese ma solo in quella doppiata in italiano. Molti
spettatori, e diversi addetti ai lavori, sono e resteranno delusi,
ma l’imposizione arriva direttamente dalla Fox Searchlight, che ha
acquisito i diritti del film per il Nord America e teme il dilagare
della pirateria di un’eventuale copia originale nel nostro
Paese.
A far circolare la news a livello
mondiale ci ha pensato Variety, che ha riportato le parole della
Indigo, casa di produzione di Youth –
La Giovinezza: “Siete in tantissimi — e ne siamo
felici — a chiederci dove poter vedere il film in versione
originale. Purtroppo però il nostro distributore USA Fox
Searchlight ci ha chiesto di non predisporre copie in lingua
originale a causa degli enormi problemi di pirateria del nostro
Paese. Ce ne dispiace molto ma non avevamo alternative. Tutti
gli altri paesi che escono in lingua originale, Francia compresa,
aspetteranno l’uscita statunitense, prevista per settembre. Se,
come ci auguriamo, il film avrà lunga vita, le poche copie in
inglese (Roma, Milano e Firenze) che il nostro mercato consente,
usciranno allora”.
Armiamoci, dunque, di molta
pazienza, aspettando l’autunno per la versione
originale. Youth – La Giovinezza è
uscito in Italia il 20 maggio in contemporanea con Cannes ed è già
primo al box office.
Prima di ogni cosa, prima del
rimorso e del rimpianto, della consapevolezza e della redenzione,
del cinismo e i capelli bianchi, vi è un unico, irripetibile
elemento astratto che scorre nelle vene di tutti: Youth –
La Giovinezza. Un fulmine che ci esplode nelle mani
cogliendoci sempre impreparati, come diventare padri, iniziare un
nuovo lavoro, essere in piena forma anche in età avanzata, quando
quasi si vorrebbe abbracciare la malattia per sentirsi umani e
simili agli altri. Nella sorpresa, tutto ci appare vicino,
raggiungibile distendendo le braccia, e ci scopriamo impazienti di
incontrare il nostro futuro. In realtà, invecchiando, la vista si
fa più sfocata e gli oggetti, gli ambienti, i volti, più lontani,
relegati nel limbo dei ricordi sospesi.
Youth – La Giovinezza, il film
A diventare più nitide sono
soltanto le occasioni perdute, il tempo regalato alle persone
sbagliate, l’amore non condiviso, frammenti che prendono forma e
sembianza della nostra stessa solitudine. Paolo Sorrentino abbandona il cinismo e lo
sfarzo di facciata de La Grande Bellezza per intraprendere
un viaggio intimo, profondo e doloroso alla ricerca della vita e la
sua essenza. Un’esperienza universale e nostalgica che fuoriesce
dallo schermo e va a cercare lo spettatore fra le poltrone della
sala per scuoterlo, per raccontargli come ogni capitolo della vita
può sempre avere un epilogo scritto di nostro pugno. Il radicato
pessimismo del film precedente è sorprendentemente messo da parte,
il regista italiano compie un percorso inverso e anziché mostrare
l’arresa definitiva prende coscienza del contrario, aprendosi
all’ironia e alla vera, grande bellezza dell’essere al mondo.
Michael Caine si imbarca nel progetto della
vita e mette a segno un’interpretazione magistrale, commovente,
misurata e di immenso spessore, certo incompleta; è l’amico
Harvey Keitel che chiude il cerchio, incarnando
contrasti e contrari come in uno specchio capovolto. Ai loro piedi
una Rachel Weisz romantica e delicata, un Paul Dano cinico e possente, una Jane Fonda scatenata ed energica che vende il
suo personaggio al Diavolo. Chi invece più si avvicina alla
controparte divina, a Dio, è Luca Bigazzi,
che con la sua fotografia eleva luoghi, non-luoghi e metafore ad un
livello superiore, ultraterreno.
La sua precisione chirurgica, i
suoi colori, i movimenti di macchina e i dipinti a camera fissa
amplificano i sentimenti del sottotesto trasformando Youth
– La Giovinezza e il suo regista padroni indiscussi
dell’estetica. Un’estetica complicata che più toglie alle
inquadrature, più aggiunge al significato, un metodo
paradossalmente più lineare e meno celebrativo di quanto visto fra
le strade immortali di Roma e i fenicotteri sui tetti. Qui, adesso,
fra le vette più alte della nostra maturità, vi sono solo vacche.
Grezze e imponenti, sporche e rumorose, brutte e sciocche. Animali
semplici, come tante e tante azioni della nostra vita che presto
potrebbero diventare i nostri veri, autentici capolavori.
Secondo film di Paolo
Sorrentino girato in lingua inglese, Youth –
La giovinezza è stato presentato in concorso al
Festival di Cannes nel 2015, dove ha ricevuto lodi per le
interpretazioni e la regia di Sorrentino. Rivelatosi un discreto
successo al botteghino, il film ha nel tempo guadagnato sempre più
ammiratori, che vedono questa nuova pellicola come un nuovo
tassello nel percorso cinematografico intrapreso dal regista di
La grande
bellezza.
Ecco 10 cose che non sai di
Youth – La giovinezza.
Youth – La giovinezza: la trama
del film
1. Ha per protagonista un
anziano compositore. Le vicende del film ruotano intorno
al personaggio di Fred, compositore e direttore d’orchestra ormai
in pensione. L’uomo trascorre le proprie vacanze in un centro
benessere svizzero, in compagnia dell’amico di lunga data Mick,
regista al lavoro sul suo nuovo film. Attraverso l’incontro di
curiosi personaggi e con il ricordo di tempi passati, Fred
ricercherà ciò che sente di aver perso da tempo: la giovinezza.
Youth – La giovinezza: il cast del
film
2. Ha un cast di celebri
attori hollywoodiani. Protagonista nel ruolo di Fred è
l’attore premio Oscar Michael
Caine, mentre l’amico Mick è interpretato dal celebre
Harvey Keitel. Accanto a loro recitano gli attori
Rachel
Weisz, nel ruolo della figlia di Fred, Paul
Dano, nel ruolo di un attore in cerca di ispirazione, e
Jane Fonda, nel ruolo di una celebre diva del
cinema.
3. Il ruolo di Jane Fonda
era stato scritto proprio per lei. Nel film l’attrice
interpreta Brenda Morel, diva del cinema e amica del regista Mick,
che l’ha resa celebre in gioventù. Pur apparendo soltanto per pochi
minuti, l’attrice accettò di ricoprire il ruolo dopo che le fu
detto che era stato scritto proprio pensando a lei.
4. Mãdãlina Ghenea
interpreta Miss Universo. Nel film vi è anche il cameo
della giovane modella e attrice russa, la quale ricopre il ruolo di
Miss Universo. Nel film l’attrice è nota per la sua scena di nudo
nella vasca da bagno, nudo del quale gli attori Caine e Keitel non
erano stati avvertiti. Le espressioni di sorpresa sui loro volti
sono dunque spontanee.
Youth – La giovinezza: la colonna
sonora del film
5. Il film contiene diversi
celebri brani. Per accompagnare le suggestive immagini del
film di Sorrentino, non potevano mancare alcuni brani
particolarmente evocativi e celebri anche ad un ampio pubblico. Tra
questi si annoverano You Got the Love dei The
Retrosettes, She Wolf (Falling to Pieces), di
David Guetta feat. Sia, Can’t
Rely On You di Pharrell Williams, e Dirty
Hair di David Byrne.
6. Un brano è stato
nominato agli Oscar. Le musiche originali del film sono
state composte invece da DavidLang. Il brano ricorrente nel film, Simple
Song #3, è stato in seguito nominato ai premi Oscar come
miglior canzone originale, senza tuttavia riportare la
vittoria.
Youth – La giovinezza: la location
del film
7. L’hotel del film esiste
davvero. Il film è stato girato principalmente a Flims e
Davos, in Svizzera, ma alcune riprese sono state effettuate anche a
Roma, Venezia e Londra. Lo Schatzalp Hotel è una struttura
realmente funzionante, e si trova nel comune di Davos.
Youth – La giovinezza è in
streaming
8. Il film è disponibile in
streaming. Per gli amanti del film sarà possibile
riguardarlo grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune
piattaforme streaming. Nello specifico è possibile trovare la
pellicola su Rakuten TV e Chili, dove basterà noleggiare il singolo
film per poter riprodurre.
Youth – La giovinezza: il trailer
del film
9. Il trailer evoca delle
atmosfere. Per mantenere un’aura di mistero intorno al
nuovo film, il regista ha fatto realizzare un trailer ricco di
immagini suggestive ma che lasciassero intendere poco o nulla circa
la trama. L’intento di generare curiosità si è in seguito rivelato
vincente, con numerosi spettatori accorsi a vedere il film al
momento della sua uscita in sala.
Youth – La giovinezza: le frasi
più belle del film
10. È ricco di frasi
celebri. Come suo solito, Sorrentino ha costellato il film
di celebri frasi e aforismi, divenuti in breve massimi
esistenzialiste e dal profondo valore. Ecco alcune delle frasi più
belle.
– Hai detto che le emozioni
sono sopravvalutate, ma è una stronzata: le emozioni sono tutto
quello che abbiamo! (Harvey Keitel)
– La leggerezza è
un’irresistibile tentazione… perché la leggerezza è anche una
perversione (Michael Caine)
– Le monarchie fanno sempre
tenerezza perché sono vulnerabili: basta eliminare una sola persona
e all’improvviso ecco che il mondo cambia. Come nei matrimoni
(Michael Caine)
– Sto sempre andando a casa.
Sto sempre andando alla casa di mio padre. (Paul Dano)
E’ stato costretto ad abbandonare il
progetto di portare sullo schermo Your Voice in my Head David
Yates, il regista degli ultimi quattro film di Harry Potter, che a
causa di problemi
Paramount e Bad Robot, la società di
produzione di J.J.Abrams, hanno acquistato i
diritti cinematografici di Your Name e lavoreranno
insieme a Genki Kawamura e Lindsey Weber al remake americano
del capolavoro d’animazione giapponese uscito nel 2016 diretto da
Makoto Shinkai.
A dirigere queste nuovo adattamento
in live action sarà Mark Webb, regista di
500 Giorni Insieme, The Amazing Spider-Man
1 e 2 e The Only Living Boy In New York,
come confermato nelle ultime ore da Deadline.
La versione in arrivo avrà come
protagonisti una giovane nativa americana proveniente da una zona
rurale e un ragazzo di Chicago che scopriranno di poter cambiare
corpo in modo straordinario e continuativo. Purtroppo un disastro
rischierà di sconvolgere le loro vite, e i due dovranno viaggiare
salvando i rispettivi mondi.
Kawamura ha così commentato la
scelta di Webb:
“Marc è stato il nostro primo
candidato a dirigere questa interpretazione moderna del film,
perché grazie a 500 Giorni Insieme abbiamo capito quanto talento
avesse nel raccontare grandi storie d’amore […] Siamo certi che
riuscirà a coinvolgere i fan dell’originale e un pubblico
completamente nuovo con il bellissimo viaggio di questi personaggi.
Insieme a J.J. Abrams, Eric Heisserer alla sceneggiatura, questo
progetto ha ufficialmente il team che abbiamo sempre
sognato“.
Arriva da
Deadline la notizia che Lee Isaac Chung,
regista di Minari (vincitore del Gran Premio della Giuria
all’ultima edizione del Sundance Film Festival), è stato ingaggiato
dalla Paramount Pictures per occuparsi della regia e della
sceneggiatura del live action di Your Name, film
d’animazione giapponese del 2016 scritto e diretto
da Makoto Shinkai.
Your Name è ancora
uno dei più grandi successi della storia del Giappone: il film ha
incassato 303 milioni di dollari soltanto in patria e quando i
diritti di sfruttamento sono stati resi disponibili nel 2017, è
diventato un progetto estremamente conteso. Essendo J.J. Abrams un grande fan del film
originale, la Paramount e la Bad Robot si sono date subito da fare
per acquisirne i diritti.
Lee Isaac Chung
rimaneggerà una bozza dello sceneggiatura ad opera di Emily V.
Gordon. Quando il progetto era ancora nella mani di Webb, la
sceneggiatura del film era stata scritta da Eric Heisserer
(Arrival).
Alla produzione figurerà anche Genki Kawamura, che aveva già
prodotto il film originale.
La Paramount Pictures e la Bad Robot
lavoreranno a contatto con la società giapponese Toho, produttrice
del film originale. La Toho si occuperà della distribuzione del
remake in Giappone.
Disponibile a partire
dal 24 febbraio su Sky Atlantic, in streaming su Noi Tv e su Sky Go
per gli abbonati e On Demand,
Your Honor segna il ritorno di Bryan Cranston alla serialità. La serie si
fregia della prestigiosa etichetta Showtime, e porta la firma di
chi di serie di alto livello se ne intende molto bene; si tratta
infatti di un adattamento dall’originale israeliano realizzato da
Peter Moffat (The Night Of) e prodotto da
Robert e Michelle King (The Good Wife/The Good
Fight).
La storia racconta di un
giudice, il “your honor” del titolo, Michael Desiato. L’uomo lavora
a New Orleans, dove vive insieme al figlio adolescente, Adam, dopo
aver perso la moglie. Nel giorno dell’anniversario della morte
della donna, il ragazzo decide di andare sull’uomo dell’incidente
che ha tolto la vita alla madre, per lasciare un mazzo di fiori.
Recatosi nel quartiere malfamato scenario della tragedia, il
ragazzo viene aggredito da un gruppetto di teppisti, si spaventa e
scappa in automobile. Purtroppo, nella fuga, si distrae e investe
un ragazzo che a sua volta perde la vita.
Confuso e terrorizzato
scappa a casa, e quando il giudice Desiato torna a casa, il ragazzo
confessa tutto. Integerrimo e integro, Michael decide di
accompagnare il figlio alla polizia, per costituirsi e tutelare il
ragazzo, mentre fa la cosa giusta. Tuttavia, alla stazione di
polizia scopre che il ragazzo che è morto nell’incidente causato da
Adam è il figlio di uno dei grandi boss della città. Questo
significa che qualora il ragazzo andasse in carcere per l’omicidio
colposo del suo coetaneo, sarebbe comunque morto, visto che i
tentacoli della malavita arrivano ovunque.
Comincia così una
vera e propria discesa all’inferno per il giovane Adam e per il
giudice Desiato, da sempre difensore della legalità, uomo retto e
ligio, che farà di tutto, tentando di aggirare il sistema, per
tenere il figlio lontano dai sospettati, mentre il padre della
vittima, il boss Jimmy Baxter, è ogni ora più vicino alla scoperta
della verità.
Your Honor è il palcoscenico di Bryan
Cranston
Your
Honor si colloca a metà tra la serie thriller e
drammatica, confezionata secondo una struttura procedurale classica
vista però dalla prospettiva opposta rispetto alla tradizione. Se
infatti in genere questo tipo di narrazione accompagna i buoni a
scoprire le malefatte dei cattivi, in questo caso sono i cattivi, o
per meglio dire i colpevoli, che tentando di precedere ogni mossa
di chi indaga, cercano di nascondere le proprie tracce. Per quanto
riguarda struttura e sviluppo, Your Honor è un
prodotto abbastanza classico, scritto con grande abilità su una
base narrativa molto solida. A dare ulteriore sostanza all’ottima
scrittura c’è ovviamente un cast in stato di grazia, guidato da
Bryan Cranston. L’amatissimo interprete di
Walter White si getta anima e corpo in questo personaggio, in cui
in maniera complessa e stratificata convivono l’uomo ligio e
integerrimo e il padre spaventato, disposto a tutto per tutelare
suo figlio. Lo sviluppo drammaturgia della serie si rispecchia in
un crescendo drammatico che Cranston riesce a mettere in scena
sempre con gusto ed equilibrio (la sua performance è nominata ai
Golden Globes 2021), coadiuvato dal giovane Hunter
Doohan e dal solido e bravissimo Michael
Stuhlbarg, nei panni di un inquietante ed efferato
antagonista.
Pur passando di mano
quattro volte (tra cui, per un episodio, anche in quelle di
Cranston), la regia dello show è alquanto omogenea, rispecchiando
più la visione d’insieme di Moffat che le velleità del singolo
regista e questo giova sicuramente alla storia, che senza una
sbavatura lascia tutti con il fiato sospeso, ed anche emotivamente
provati, fino alla fine.
Your
Honor offre dieci ore di ottima televisione, da gustare un
episodio per volta, in modo tale da permettere alle forti emozioni
evocate di stemperarsi nel corso di una settimana e di lasciar
decantare quanto visto, come fosse un bicchiere di buon vino, per
potersi gustare meglio tutta la bottiglia.
Da collocarsi nel pieno della
commedia demenziale di carattere fantastico, il film
You Highness – Sua maestà conduce gli
spettatori in un tempo e in un luogo lontani, dove improbabili
cavalieri e mostri mitologici sono all’ordine del giorno. A
dirigere tale lungometraggio del 2011 vi è David Gordon
Green, noto per essere stato regista di commedie ora
convertitosi all’horror con i nuovi film di Halloween. Basato su
una sceneggiatura dell’attore Danny R. McBride e
di Ben Best, il film in questione vanta un cast di
tutto rispetto, tra premi Oscar e altri noti nomi del panorama
internazionale. Ciò che ne deriva è una follia in grado tanto di
divertire quanto di intrattenere.
Your Highness – Sua maestà
è stato un progetto a lungo cullato da Green e McBride, i quali
volevano dar vita ad un’opera che rendesse a suo modo omaggio alle
commedie fantasy degli anni Ottanta. Nel realizzarlo, pur limitati
da un budget ridotto, hanno così dato vita ad una lunga serie di
riferimenti a quello specifico immaginario. Concettualmente simile
ad AnnoUno, con Jack Black, il
film passa così con l’attraversare più generi, dal romantico al
fantastico, dal demenziale allo pseudo horror. Non si tratta però
di una vera e propria parodia, volutamente evitata dal regista e
dagli sceneggiatori, i quali aspiravano invece a costruire una
storia più omogenea.
Pur se accolto male dalla critica e
da uno scarso incasso al box office, Your Highness – Sua
maestà rappresenta ancora oggi un divertente esemplare di un
genere non più particolarmente frequente. Riscoprirlo, consapevoli
di star vedendo un’opera il cui unico scopo è divertire, è quanto
mai lecito. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast diattori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Your Highness – Sua maestà: la
trama del film
Le vicende del film prendono vita
nel momento in cui, in un epoca rinascimentale dove realtà e mito
si fondono, il perfido mago Leezar rapisce
Belladonna, la promessa sposa dell’eroico principe
Fabious. Desideroso di provare il proprio valore e
di poter riabbracciare la sua amata, questi decide di partire per
una missione di salvataggio. Prima ancora che questa possa avere
inizio, però, Fabious dà prova di tutta la sua incompetenza ed
inadeguatezza al compito. Per aiutarlo, il re ordina al
pigro principe Thadeus, fratello minore di
Fabious, di accompagnarlo nella spedizione. Costretto con la
minaccia di essere diseredato, questi si prepara così al viaggio,
ignaro di quanto li attende.
Per loro fortuna, nella missione li
accompagnerà anche la valorosa guerriera Isabel,
l’unica che sembra realmente in grado di poter gestire la
situazione. Questa, però, sembra avere i propri personali interessi
nel portare a termine la missione, dimostrandosi più imprevedibile
di quanto si potrebbe immaginare. Nel corso del loro viaggio, i tre
si troveranno ad affrontare creature mostruose, malvagi cavalieri e
innumerevoli altri pericoli. Pur di poter salvare la principessa,
però, saranno disposti a tutto, anche a dar luogo alla più
improbabile delle alleanza. Solo la loro unione potrà forse
portarli sulla giusta strada.
Your Highness – Sua maestà: il
cast del film
Come anticipato, il cast è ricco di
noti attori, a partire da James Franco,
presente nei panni del principe Fabious. Per poter recitare questo
ruolo, però, l’attore dovette sottoporsi a diversi mesi di
addestramento nell’uso della spada. Alla fine, fu in grado di
prendere personalmente parte ai combattimenti previsti senza il
bisogno di controfigure. Danny McBride, celebre
per i suoi numerosi ruoli comici in film come Strafumati e
Tropic Thunder, interpreta invece il principe Thadeus.
Nonostante il suo personaggio sia il minore dei due fratelli,
l’attore è in realtà più grande di circa un anno rispetto a Franco.
Accanto a loro, nei panni della principessa Belladonna vi è invece
l’attrice Zooey
Deschanel, celebre per la serie New Girl.
Ad interpretare il re e la regina
vi sono gli attori Charles Dance e
Iga Wyrwal. Il primo è divenuto noto, a partire da
quello stesso anno, grazie al ruolo di Tywin Lannister nella serie
Il Trono di Spade. Sono poi presenti Justin Theroux
nei panni del perfido Leezar e Toby Jones in
quelli di Julie, assistente traditore di Courtney. Quest’ultima,
amica di Thadeus, è interpretata da Rasmus
Hardiker. Infine, nei panni della guerriera Isabel, vi è
la premio Oscar Natalie
Portman. Quest’ultima aveva accettato di partecipare
al film solo per poter, con il suo compenso, contribuire alla
realizzazione de Il cigno nero. Questo riuscì però ad
ottenere i finanziamenti necessari, e la Portman si trovò
incastrata comunque a dover recitare in Your Highness – Sua
maestà, per il quale aveva già firmato.
Your Highness – Sua maestà: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Your Highness – Sua
maestà è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV,Chili Cinema e Google
Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di martedì 23 marzo alle ore
21:15 sul canale Italia 2.
Apple TV+
ha annunciato che Jon Hamm, ex protagonista di Mad
Men, ha firmato per il ruolo di protagonista in una nuova
serie drammatica intitolata Your Friends and
Neighbors. Il progetto ruota attorno a un ex gestore di
hedge fund che finisce per rubare ai ricchi nel tentativo di
mantenere lo stile di vita della sua famiglia.
Jon Hamm si è unito di recente al cast della
terza stagione di The
Morning Show, che ha appena concluso la sua serie di
10 episodi. L’imminente nuovo progetto Apple
TV+ segna anche il primo grande progetto da
protagonista per il vincitore del Golden Globe dopo le apparizioni
di supporto in Good
Omens e
Fargo Stagione 5 di Prime Video.
Cosa aspettarsi da Your Friends
and Neighbors?
“In “I tuoi amici e vicini”, Hamm
interpreta Coop, un manager di hedge fund da poco divorziato che,
dopo essere stato licenziato, ricorre a rubare ai ricchi residenti
del suo elegante sobborgo a nord di New York per mantenere a galla
lo stile di vita della sua famiglia”, si legge nella logline.
“Questi piccoli crimini iniziano a rinvigorirlo, finché non irrompe
nella casa sbagliata al momento sbagliato”.
La serie è stata ideata dal
creatore Jonathan Tropper, che sarà anche showrunner. Questa è
l’ultima collaborazione di Tropper con Apple
TV+, dopo aver già lavorato insieme all’epopea
d’azione guidata da Jason Momoa, See. La serie è
prodotta esecutivamente da Hamm, Tropper e Connie Tavel.
Apple TV+
prende la storia base di Robin Hood e la stravolge in Your
Friends & Neighbors, una commedia nera che ha già ottenuto
una seconda stagione. Creata per il piccolo schermo da Jonathan
Tropper e in uscita nel 2025, la serie racconta la storia di Andrew
“Coop” Cooper (Jon Hamm), un finanziere appena disoccupato che
inizia a derubare i suoi ricchi vicini per continuare a condurre
una vita agiata. Ricca di colpi di scena umoristici e scioccanti,
Your Friends & Neighbors usa la commedia per mettere alla
berlina le divisioni di classe in un modo mai esplorato prima.
Sostenuto dalla performance
tipicamente affabile della star Jon Hamm, il cast di Your Friends &
Neighbors è proprio il tipo di ensemble stellare per cui
Apple TV+ è
diventata famosa. La spirale discendente di Coop verso il furto è
trattata con arguzia tagliente, ma la serie non disumanizza i suoi
personaggi. Oltre al concetto di base del “rubare ai ricchi”, la
serie ha già rivelato che le cose prenderanno una piega più oscura
con il progredire della prima stagione. Fortunatamente, Apple
TV+ non ha abbandonato la serie e ha già rinnovato Your
Friends & Neighbors per una seconda stagione.
Ultime notizie su Your Friends &
Neighbors – Stagione 2
Sebbene la serie non abbia ancora
completato la sua prima stagione, le ultime notizie arrivano sotto
forma di un aggiornamento sulla produzione della seconda stagione
di Your Friends & Neighbors. Il creatore Jonathan Tropper ha
parlato candidamente del processo di creazione della seconda
stagione e ha detto che “siamo molto avanti” nella
stesura delle sceneggiature della seconda stagione. Pur non
potendo fornire una data per l’inizio delle riprese, Tropper ha
detto che sarà “spaventosamente presto”.
Tropper ha anche dedicato un po’ di
tempo a riflettere sulle lezioni apprese nella prima stagione e su
come queste saranno applicate alla seconda. Come spesso accade con
le commedie, Tropper ha detto che “potremmo aver trovato alcuni
punti in cui è necessario migliorare un po’ il tono”. Il tono è
fondamentale in una commedia dark come Your Friend &
Neighbors, e con Tropper che punta a limare gli angoli nella
seconda stagione, la serie potrebbe in qualche modo diventare
ancora più spiritosa e dark man mano che la storia va avanti.
Leggi il commento completo di
Tropper qui:
Siamo molto avanti. Abbiamo già
scritto otto sceneggiature e contiamo di iniziare la produzione
molto presto, spaventosamente presto. In termini di lezioni
apprese, penso che abbiamo capito dove dobbiamo salvaguardare il
tono della serie e quanto dobbiamo stare attenti a non esagerare
con la comicità o con il dramma, mantenendo quella linea molto
delicata che stiamo seguendo tra commedia drammatica e dramma
comico, che mette i personaggi al primo posto. E penso che in
post-produzione potremmo aver trovato alcuni punti in cui è
necessario pulire un po’ il tono, ed è questo che terremo davvero
d’occhio.
La seconda stagione di Your
Friends & Neighbors è stata confermata
Apple TV+ non ha lasciato gli
spettatori con il fiato sospeso per quanto riguarda la seconda
stagione di Your Friends & Neighbors, perchéla piattaforma
di streaming ha rinnovato la serieprima ancora che la prima
stagione debuttasse. Questo voto di fiducia è un buon segno per il
futuro della serie, e potrebbe essere che la seconda stagione non
sarà l’ultima.Le prime reazioni della critica alla prima
stagione sembrano aver dato ragione alla scommessa di Apple
TV+, ma solo il tempo dirà se Your Friends & Neighbors
raggiungerà gli ascolti che Apple si aspetta.
I lavori potrebbero iniziare
nell’estate del 2025, con l’obiettivo di una uscita all’inizio del
2026.
Con il rinnovo ormai deciso, sono
già iniziati i lavori per portare la seconda stagione di Your
Friends & Neighbors sul piccolo schermo. Nell’aprile 2025, il
creatoreJon Tropper ha dichiarato che la produzione era
“spaventosamente vicina”, anche se non è stata ancora
annunciata una data precisa per l’inizio. Tuttavia, i lavori
potrebbero iniziare nell’estate del 2025, con l’obiettivo di una
uscita all’inizio del 2026. Apple TV+ potrebbe essere intenzionata
a rilasciare la seconda stagione circa un anno dopo la prima, ma
non c’è ancora nulla di ufficiale.
Your Friends & Neighbors è stata
trasmessa per la prima volta l’11 aprile 2025.
Dettagli sul cast della
seconda stagione di Your Friends & Neighbors
Jon Hamm tornerà insieme a
nuovi volti nella seconda stagione
Con il mistero del cadavere che
aleggia sulla prima stagione, è molto probabile che uno dei
personaggi principali non ne uscirà vivo. Tuttavia,la
maggior parte del cast dovrebbe tornare per la seconda stagione, in
particolare Jon Hammnei panni dell’ipocrita ladro
Andrew “Coop” Cooper. Ad affiancarlo ci saranno probabilmente
Amanda Peet nel ruolo dell’ex moglie di Coop, Mel,
Isabel Gravitt nel ruolo di Tori e Donovan Colan nel ruolo di
Hunter, i figli di Coop e Mel. Inoltre, Olivia Munn tornerà probabilmente nel ruolo di
Samantha “Sam” Levitt, l’amante occasionale di Coop.
Sebbene non siano ancora noti tutti
i dettagli, il cast della seconda stagione si è già ampliato con
l’aggiunta di
James Marsden (Paradise) in un ruolo fisso (via
Deadline). Si ritiene che il personaggio di Marsden
sia ricco e avrà una relazione con Samantha, interpretata da Olivia
Munn. La scelta di Marsden indica anche che presto si uniranno
altri nuovi membri del cast, ma non sono stati ancora annunciati
altri nomi.
Dettagli della trama suYour Friends & Neighbors – Stagione 2
Sebbene i dettagli sulla serie
originale Apple TV+ rimarranno sconosciuti ancora per qualche
tempo, il rinnovo della seconda stagione di Your Friends &
Neighbors conferma praticamente che la serie di crimini di Coop
non finirà nella prima stagione. La presenza del cadavere nel
primo episodio implica che le cose prenderanno una piega più
oscura, ma probabilmente il mistero non verrà svelato fino alla
fine della prima stagione. La seconda stagione potrebbe vedere un
peggioramento della situazione, con Coop disposto a tutto pur di
mantenere il suo segreto, oppure potrebbe dover affrontare le
conseguenze delle sue azioni.
Se Coop venisse catturato, la
seconda stagione potrebbe seguirlo durante il processo e esplorare
il diverso trattamento riservato alla classe benestante. Dato che
Cooper ruba ad altre persone ricche, è possibile che il sistema
giudiziario voglia punirlo severamente per aver preso di mira i
ricchi. Anche il personaggio di James Marsden, ancora senza nome,
avrà un ruolo nella trama di Sam, anche se non è chiaro come questo
si svilupperà nella seconda stagione di Your Friends &
Neighbors.
Il finale della prima stagione di
Your Friends & Neighbors risolve finalmente
il mistero che circonda la morte di Paul, prima di affrontare una
delle decisioni più discutibili di Andrew Cooper. Con Jon Hamm, Your Friends and Neighbors è
stata una serie piuttosto eterogenea. Sebbene alcune delle
interpretazioni e gli elementi misteriosi della trama generale
siano stati incredibili, molti dei colpi di scena della storia sono
sembrati finora un po’ deludenti. Nonostante i suoi difetti, la
serie originale Apple
TV+ conclude la sua prima stagione con un finale solido che
chiude molti archi narrativi e prepara il terreno per la seconda
stagione.
Prima che inizino i titoli di coda
della prima stagione di Your Friends and Neighbors, Andrew
Cooper riesce finalmente a fare luce sul mistero che circonda la
morte di Paul. Di conseguenza, si salva da una lunga pena
detentiva. Sorprendentemente, però, invece di vedere la sua
“sfiorata condanna” come un’opportunità per iniziare una nuova vita
senza crimini con la sua famiglia, Cooper decide di rubare di
nuovo, e proprio al suo capo. La decisione finale di Cooper nella
prima stagione di Your Friends and Neighbors è allo stesso
tempo confusa e affascinante, aprendo perfettamente la strada a
un’altra stagione.
Perché Andrew Cooper ricomincia
a rubare nel finale della prima stagione di Your Friends &
Neighbors
Tutto inizia a sistemarsi per Andrew
Cooper nei momenti finali della prima stagione di Your Friends
and Neighbors. Riconquista la sua famiglia, i suoi ex datori di
lavoro gli chiedono di tornare e le accuse contro di lui vengono
completamente ritirate. Eppure, invece di prendere un jet privato
con il suo capo per andare a un incontro con un cliente, Cooper
sceglie di restare e rubare. Questo indica che Cooper ha già
immerso i piedi così a fondo nel mondo moralmente complesso della
criminalità che non può più tornare indietro.
Dopo aver quasi perso tutto,
dal lavoro alla famiglia, dalla ricchezza all’integrità, Cooper si
sente quasi liberato dalle aspettative che un tempo lo
imprigionavano.
Come Walter White in Breaking Bad, Cooper inizialmente ruba per poter
sopravvivere e sostenere la sua famiglia in un momento di estrema
crisi finanziaria. Le sue azioni sono guidate esclusivamente dalla
disperazione di rimanere a galla. Tuttavia, come White, presto
trova piacere nelle sue attività criminali prima ancora di rendersi
conto di ciò che gli sta accadendo. Prova gioia nel sapere che,
nonostante i rischi che comporta il suo mestiere, questo gli dà un
forte senso di controllo e autonomia sulla sua vita.
Dopo aver perso quasi tutto, dal
lavoro alla famiglia, dalla ricchezza all’integrità, Cooper si
sente quasi liberato dalle aspettative che un tempo lo
imprigionavano. Per una volta, inizia ad accettare l’incertezza
che lo attende, permettendo al suo lato fuorilegge di emergere.
Per questo motivo, invece di cercare di tornare alla sua vecchia
vita, dove si sentiva intrappolato e perso, sceglie di
intraprendere una nuova strada. La nuova strada è senza dubbio
piena di rischi e potrebbe persino portare al suo declino morale,
ma questo non fa che aumentare il suo fascino.
La spiegazione della morte di
Paul: è stato assassinato?
Quando l’avvocato di Cooper gli
mostra i registri delle chiamate di Sam del giorno dell’omicidio di
Paul, nota che non c’è traccia del suo numero. Questo lo porta a
capire che Sam stava usando un telefono usa e getta per
chiamarlo e mandargli messaggi. Per ovvie ragioni, questo rende
lui e il suo avvocato sospettosi nei confronti di Sam.
Sfortunatamente, con loro grande disappunto, gli agenti di polizia
coinvolti nel caso si rifiutano di fare qualcosa al riguardo quando
vengono informati.
Determinato a provare la sua
innocenza, Cooper irrompe nella casa di Sam con Elena e cerca il
suo telefono usa e getta. Elena alla fine trova un biglietto in uno
dei cassetti della camera di Sam che conferma che Paul non è stato
ucciso da nessuno, ma è morto suicida. Questa rivelazione
non solo prova l’innocenza di Andrew Cooper, ma conferma anche che
Sam stava cercando di incastrarlo per la morte di Paul.
Perché Sam ha sparato due volte
a Paul dopo che era morto
Pochi istanti prima che Cooper ed
Elena trovino il biglietto di Paul, gli investigatori della polizia
ricevono il rapporto dell’autopsia. Esso rivela che Paul è stato
colpito da due colpi di pistola dopo la morte. Si scopre che
Paul era in videochiamata con Sam prima di togliersi la vita. Sam
si era resa conto che se la morte di Paul fosse stata dichiarata
suicidio, probabilmente non avrebbe ricevuto i milioni
dell’assicurazione e sarebbe stata costretta a tornare alla sua
vita di povertà e difficoltà.
Pertanto, per assicurarsi i soldi
dell’assicurazione, è tornata a casa e ha sparato due colpi a Paul,
spiegando i dettagli del rapporto dell’autopsia. Prima di uscire,
ha persino rotto il vetro della porta sul retro della casa per far
sembrare che qualcuno fosse entrato per uccidere Paul. Alla fine
tutto è andato per il verso giusto per lei dopo che il DNA di
Cooper è stato trovato sulla scena del crimine.
Anche Sam ha cercato di stare al
gioco, spiegando perché aveva chiesto a Mel di considerare Andrew
come possibile assassino. Con suo grande disappunto, Cooper riesce
a stare un passo avanti a lei e scopre la verità. Poiché Sam non ha
richiesto l’assicurazione del marito, è riuscita a evitare gravi
conseguenze penali. Tuttavia, il suo piano è fallito e il suo
progetto di arricchirsi rapidamente è andato in fumo.
Perché Sam ha cercato di
incastrare Cooper per l’omicidio di Paul
Sembra che inizialmente Sam non
volesse incastrare Cooper per la morte di Paul. Tuttavia, per
sfortuna di Cooper, si è trovato nel posto sbagliato al momento
sbagliato, spargendo il suo DNA su tutta la scena del crimine.
La sua relazione con Sam ha dato agli investigatori un altro motivo
valido per sospettare che potesse aver ucciso Paul.
Sam sembrava anche serbare
rancore nei confronti di Cooper e di altri uomini ricchi come lui
perché le ricordavano la sua vita precedente.
Sam alla fine ha assecondato il
piano e non ha cercato di proteggere Cooper perché si è resa conto
che le prove contro di lui potevano giocare a suo favore. Se Cooper
fosse stato condannato per l’omicidio di Paul, Sam avrebbe potuto
rivendicare i milioni di dollari dell’assicurazione che desiderava.
Sam sembrava anche serbare rancore nei confronti di Cooper e di
altri uomini ricchi come lui perché le ricordavano la sua vita
precedente.
Quando Cooper la rifiutò e si
rifiutò di prendere sul serio la loro relazione, le ricordò come
lei aveva dovuto andare a letto con Paul per poter uscire dalle sue
precedenti condizioni finanziarie disagiate. Lei non si rende conto
che Cooper non è diverso da lei. Come lei, anche lui sta lottando
per mantenere la falsa immagine di essere ricco, sicuro e
soddisfatto.
Perché l’ex capo di Cooper lo
assume di nuovo
Tutto finisce bene per Cooper quando
il suo ex datore di lavoro, Bailey Russell, gli chiede di tornare a
lavorare per lui. Bailey gli rivela che, da quando Cooper se n’è
andato, l’azienda ha faticato a mantenere molti clienti che
preferivano interagire con lui. Rendendosi conto che Bailey ha più
bisogno di lui, Cooper si assicura che il suo capo accetti le sue
condizioni prima di accettare le sue scuse e la sua offerta.
La minaccia di Cooper a
Jules
All’inizio di Your Friends and
Neighbors, Cooper era descritto come un uomo timido che lottava
per aggrapparsi a qualsiasi cosa. I suoi figli lo disprezzavano,
sua moglie lo tradiva e il suo capo lo aveva fregato trovando una
scusa per licenziarlo. Verso la fine della serie, però, Cooper è
un uomo cambiato.
Non solo difende se stesso quando
affronta i suoi ex datori di lavoro, ma difende anche sua figlia
minacciando di rivelare tutti i metodi loschi utilizzati da Jules
per far entrare sua figlia a Princeton. Quando la figlia di Jules
ottiene il posto all’università per cui sua figlia ha lavorato
duramente, Cooper non esita a mostrare a Jules che non è lei a
dettare le regole.
Your Friends and Neighbors
offre a Isabel Gravitt il ruolo più importante della sua carriera.
La star emergente interpreta Tori, la figlia di Andrew Cooper,
nella serie Apple
TV+.
Come Walter White in Breaking
Bad, Andrew Cooper sembra rendersi conto di essere “il
pericolo” e “colui che bussa.” Andando avanti,
probabilmente supererà molti limiti morali e si scontrerà con molte
persone influenti, come Jules, per mantenere il controllo della sua
vita.
Come il finale della prima
stagione di Your Friends & Neighbors prepara la seconda
stagione
Anche se il finale della prima
stagione di Your Friends and Neighbors risolve l’intrigo
poliziesco generale, esso sfiora solo superficialmente il declino
morale di Cooper. Dopo aver riottenuto la sua famiglia e il suo
vecchio lavoro, il personaggio interpretato da Jon Hamm avrebbe
potuto vivere felice e contento. Tuttavia, non è questo che Your
Friends and Neighbors intende mostrare.
Sembra essere in linea con serie
come BreakingBad e Ozark, in cui i personaggi percorrono la strada del
crimine abbastanza a lungo da diventare dei cattivi. Solo il tempo
dirà come si evolverà il declino morale di Cooper, ma il finale
della prima stagione conferma che non ha alcuna intenzione di
abbandonare presto il mondo criminale.
Sarebbe interessante vedere
come Andrew Cooper, interpretato da Jon Hamm, si trasformerebbe
gradualmente in Walter White, Marty Byrde o persino Don Draper
nella prossima puntata della serie Apple TV+.
È interessante notare che Apple TV+
ha
rinnovato Your Friends and Neighbors per la seconda
stagione ancora prima della premiere della prima. Sarebbe
interessante vedere come Andrew Cooper, interpretato da Jon Hamm,
si trasformerebbe gradualmente in Walter White, Marty Byrde o
persino Don Draper nella prossima puntata della serie Apple
TV+.