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Yvonne Strahovski: “Kate ha rapito il cuore dei telespettatori”

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Yvonne Strahovski 3Ritorna a parlare la bella attrice Yvonne Strahovski, che in questo periodo è tra le protagoniste femminili nella nuova serie 24: Live Another Day. Ebbene oggi l’ex attrice di Chuck ritorna a parlare del suo nuovo personaggio che sta riscuotendo molto successo.

Credo che Kate abbia rapito il cuore del pubblico perchè è stata introdotta in un momento drammatico della sua vita, sia a livello professionale che a livello personale e questo le ha dato in un certo senso un punto di partenza, una base dalla quale cercare di muoversi per migliorare e spero che il viaggio di Kate possa appassionare sempre di più i telespettatori ed i fan dello show.

Sul rapporto con Jack Bauer:

Le è stata data una seconda possibilità e la vede in Jack Bauer; all’inizio, aveva solo il compito di trovarlo, ma adesso che ha compiuto il suo destino, vuole dimostrare il suo valore a se stessa ed alle persone che la circondano.

Yvonne Strahovski è un’attrice australiana. È principalmente nota per il ruolo di Sarah Walker nella serie televisiva Chuck, nonché per l’interpretazione di Hannah McKay in Dexter e il doppiaggio nella serie videoludica Mass Effect.

Yvonne Strahovski posa in costume per GQ

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Yvonne Strahovski posa in costume per GQ

L’abbiamo conosciuta in Chuck e l’abbiamo subito amata. Il suo volto affusolato e a volte austero, unito ad un corpo da modella, entra prepotentemente nella mente degli spettatori, anche grazie agli occhi di ghiaccio.

Yvonne Strahovski è senza dubbio una delle bellezze più amate dai nerd (che si identificano con il protagonista della serie) di tutto il mondo, e di seguito ve la mostriamo in un bel servizio fotografico per GQ.

https://www.youtube.com/watch?v=cFcI-QICgI4

Yvonne Strahovski nella nuova serie Astronaut Wives Club

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La bellissima Yvonne Strahovski, attrice nota per il suo ruolo di Sarah nello show Chuck è entrata a far parte del cast della nuova serie televisiva Astronaut Wives Club. Dunque, dopo la fortunata parentesi nella miniserie evento 24, Yvonne Strahovski sarà una forte madre di quattro figli, gode delle luci della ribalta ed è pronta a usare la popolarità per guadagno personale, infatti le piace essere il centro dell’attenzione ed è l’unica delle mogli finita sulla copertina di una rivista.

Yvonne Strahovski ritornerà a lavorare con Josh Schwartz che è co-autore insieme a Stephanie Savage di Astronaut Wives Club che racconta a vera storia delle donne che stavano a fianco alcuni dei più grandi eroi della storia americana durante la corsa allo spazio.

Yvonne Strahovski è Captain Marvel [fan-art]

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Resa celebre dalla sua partecipazione alla serie tv Chuck, Yvonne Strahovski ha avuto un leggero arresto di carriera, ma nonostante questo, con la sua particolare bellezza, è rimasta sempre nel cuore dei fan, che adesso la propongono come possibile Captain Marvel.

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Eccola in una fan art di DeviantArt proprio nei panni di Carol Danvers:

Yvonne StrahovskiVi ricordiamo che Capitan Marvel  arriverà al cinema il 2 Novembre 2018. Al momento non è stato ufficializzato né regista né attrice protagonista.

Yvonne McGuinness: 10 cose che non sai di lei

Yvonne McGuinness: 10 cose che non sai di lei

A differenza di molte celebrità impegnate in relazioni con personaggi altrettanto noti, vi è anche chi ha trovato il proprio amore lontano dal mondo dello spettacolo. Sono infatti diversi gli attori e le attrici fidanzati o sposati con personalità poco o per nulla note al grande pubblico. Uno di questi è Cillian Murphy, il quale è da tempo accompagnato da Yvonne McGuinness, artista visuale distintasi in diversi campi ma nota per la sua riservatezza.

Ecco 10 cose che non sai di Yvonne McGuinness.

Yvonne McGuinness e Cillian Murphy

1. È sposata con un noto attore. Yvonne McGuinness è nota in particolare per essere la moglie dell’attore Cillian Murphy, celebre per i film 28 giorni dopo, Il cavaliere oscuro, Breakfast on Pluto, Inception e per la serie Peaky Blinders, dove interpreta Thomas Shelby. Dopo un lungo periodo insieme, i due si sono poi sposati nel 2004, con una cerimonia svoltasi nella vigna in Francia del padre di lei. Come noto, i due non amano rivelare molto della loro vita privata, mantenendo un certo riserbo.

2. Si sono conosciuti ad un concerto. Prima di intraprendere la carriera nel mondo del cinema e della televisione, Murphy si era dedicato alla musica, cantando e suonando il basso in alcune band di genere alternative rock. Proprio durante un suo piccolo concerto, nel 1996, conobbe Yvonne, della quale si innamorò subito. I due intrapresero dunque da quel momento la loro relazione, la quale dura con successo ancora oggi.

3. Hanno due figli. Dopo essersi sposati nel 2004, Murphy e la McGuinness hanno continuato a costruire la loro famiglia, dando vita a due figli. Il primo, Malachy, è nato nel dicembre del 2005, mentre il secondo, Aran, è nato nel luglio del 2007. Nei confronti dei due bambini, i due coniugi sono sempre stati particolarmente protettivi, evitando che la loro celebrità potesse portare ad una sovraesposizione mediatica dei figli. La coppia cerca infatti di farli crescere nel modo più normale e distante dalla celebrità possibile.

Yvonne McGuinness e la sua arte

4. Si è laureata in arti visive. Dopo aver completato gli studi di base nella sua città natale, Yvonne McGuinness si è iscritta al Crawford College di Cork, dove ha conseguito una laurea in lettere. Dopo la laurea, ha poi proseguito gli studi al Royal College of Arts di Londra, dove ha conseguito un Master in arti visive, laureandosi nel 2002. Una volta completati gli studi, ha iniziato ad organizzare le sue prime mostre d’arte nel Regno Unito e altrove. In particolare, ha lanciato con successo la sua prima mostra d’arte dal titolo “Veicolo” nel 2005, la quale si è tenuta in una biblioteca mobile a Cork.

5. Con le sue videoinstallazioni si occupa di temi molto importanti. Formandosi in questo ambito, la McGuinness ha sempre più indirizzato la sua ricerca artistica sulla rappresentazione dei temi dell’Io e dell’inganno, affrontando il sublimato desiderio di autoespressione dell’autore come anche della tensione tra rivelazione e occultamento. Opera dopo opera, l’artista affronta sempre nuovi aspetti di tali argomenti, dando dunque vita ad un vero e proprio percorso autoriale.

I film di Yvonne McGuinness

6. Ha diretto alcuni cortometraggi. Oltre ad interessarsi di videoarte, la McGuinness si è cimentata anche nella regia dando vita ad alcuni cortometraggi da lei anche scritti. Si tratta di This is between us, risalente al 2011, e Charlie’s Place e Procession, entrambi realizzati nel 2012. Non è noto se l’artista intende continuare questo percorso, cimentandosi magari con opere di carattere cinematografico o televisivo. Ad oggi, infatti, questo non risulta essere nei suoi piani.

Yvonne McGuinnes Cillian Murphy

Yvonne McGuinness è su Instagram

7.Ha un profilo privato. Yvonne McGuinness è presente sul social network Instagram con un profilo privato e non verificato chiamato @ymgprojects. Questo, che vanta appena 118 follower e 84 post, contiene principalmente informazioni relative all’attività artistica della McGuinness. Non vi sono dettagli relativi alla sua vita di coppia e il fatto di voler tenere il profilo privato è ulteriormente indice del suo volere rimanere lontana dalla celebrità.

8. Attraverso il profilo è possibile risalire al suo sito. Nella descrizione del suo profilo Instagram, la McGuinness riporta semplicemente il link al suo sito ufficiale. In questo è possibile ritrovare un elenco fotografico delle videoinstallazioni da lei realizzate, ognuna con la propria personale e accurata descrizione. Grazie a questo sito e alle informazioni sul profilo Instagram, sarà dunque possibile sapere sempre tutto sull’attività dell’artista.

Yvonne McGuinness e John J. McGuinness

9. È nipote di un noto politico. Yvonne McGuinness è la nipote del noto politico irlandese John McGuinness, facente parte del partito Fianna Fáil, ovvero il partito repubblicano e conservatore dell’Irlanda, con tendenze di centro-destra. John McGuinness è stato nominato presidente della commissione per le finanze, la spesa pubblica e la riforma e del Taoiseach nell’aprile 2016. Ha poi ricoperto la carica di presidente della commissione per i conti pubblici dal 2011 al 2016 e di ministro di Stato dal 2007 al 2009.

Yvonne McGuinness: età e altezza

10. Yvonne McGuinness è nata Kilkenny, città della Repubblica d’Irlanda e ora con sede a Monkstown, nella conte di Dublino. La sua altezza complessiva è pari a 167 centimetri.

Yves Saint Laurent: prima clip del film con Pierre Niney

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Yves Saint Laurent: prima clip del film con Pierre Niney

Guarda la prima clip del film Yves Saint Laurent, film di Jalil Lespert con Pierre Niney, Guillaume Gallienne, Charlotte Le Bon, Laura Smet e Marie De Villepin, che racconta la storia dello stilista francese.

Il film – l’unico approvato da Pierre Bergé – racconta come Yves Saint Laurent, nonostante le incertezze e le paure, sia riuscito a trasformare e innovare radicalmente il mondo della moda, diventando lui stesso un’icona del XX secolo.

Arriverà nelle sale italiane il 27 marzo distribuito da Lucky Red.

Yves Saint Laurent: L’amour fou: recensione

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Yves Saint Laurent: L’amour fou: recensione

In occasione dell’uscita in DVD di Yves Saint Laurent: L’amour fou, è stata organizzata una proiezione speciale del film presso la Sala Cinema del Palazzo delle Esposizioni a Roma. Con questa pellicola, presentata al Festival Internazionale del film di Roma nel 2010, il regista Pierre Thoretton non vuole semplicemente rendere omaggio ad uno dei più famosi stilisti degli ultimi decenni, ma desidera regalarci un affresco dei cinquant’anni di attività di un genio, attraverso gli occhi innamorati di Pierre Bergé, suo compagno nella vita e nel lavoro, che non lo ha mai abbandonato, neanche dopo la sua morte nel 2008. Pierre Bergé racconta appunto le varie fasi della carriera dello stilista, divenuto celebre e conosciuto in tutto il mondo della moda già a 20 anni, per essere stato collaboratore di Dior e averne preso il posto dopo la sua scomparsa nel 1957. Lasciata la maison Dior negli anni Sessanta, crea con Bergé l’omonima etichetta Yves Saint Laurent.

Raggiunge subito il massimo prestigio grazie al suo enorme talento e alla sua passione per l’arte che trasferisce direttamente nelle sue collezioni. Ma questo lato della sua vita è ben noto. Quello invece che Thoretton racconta attraverso Bergé è la storia di un uomo, genio si, ma pur sempre uomo, con le sue passioni, la sua timidezza, le sue paure, la sua solitudine, la sua sofferenza e i suoi eccessi nell’abuso di alcool e droghe. Yves Saint Laurent: L’amour fou si apre con il comunicato che lo stilista fa in occasione del suo ritiro dal mondo della moda. Traspare tutta la sua passione e amore per un mestiere che per lui non era semplicemente un lavoro, ma la vita stessa. Il tono è decisamente sommesso, ma allo stesso tempo è consapevole di aver preso la giusta. Nel film vengono alternate le immagini in bianco e nero con quelle a colori, utilizzando la bicromia per rappresentare la vita passata dello stilista. Bergé descrive l’immagine di un uomo con un grande dono, ma carico di responsabilità fin dalla giovinezza e attraversato da una profonda solitudine da sempre. Le note del pianoforte che accompagnano l’intervista a Bergé sono malinconiche, quasi a volerci far provare gli stessi sentimenti di Yves nei momenti di infelicità che col tempo lo hanno reso schiavo delle droghe e dell’alcool.

In ogni momento Yves Saint Laurent: L’amour fou risulta emozionante rendendo lo spettatore partecipe e sempre attento all’evoluzione della narrazione. Dopo la disintossicazione Yves si ritira lentamente nel suo guscio, allontanandosi dalla mondanità e gettandosi a capofitto nel lavoro. Bergé non nasconde la sua difficoltà nello stare accanto ad una personalità così grande ma allo stesso tempo piena di fragilità ed insicurezze, eppure mai abbandonato, sia nel lavoro che nella vita privata, anche dopo aver lasciato la casa che avevano condiviso a lungo, trasferendosi nell’hotel in fondo alla strada, incapace di spezzare il legame che da sempre li ha uniti. Il carisma di un uomo divenuto una leggenda nel mondo della moda, trasuda nelle parole dell’amante che non vuole ricordare con nostalgia i momenti vissuti col suo grande amore, ma con felicità.

Il regista al contrario sottolinea l’immortalità del mito con le immagini delle sue creazioni, ma allo stesso tempo la morte di un uomo, con scelte cromatiche ben precise e una musica che a dispetto delle parole di Bergé, lascia nello spettatore un sentimento di malinconia. Le opere d’arte che i due hanno collezionato nel corso della loro vita insieme vengono battute all’asta dopo la morte dello stilista. Gli oggetti che, dopo la scomparsa del suo amante, per Bergé non hanno più lo stesso significato meritano di avere una nuova vita. Nel corso di Yves Saint Laurent: L’amour fou la casa si svuota lentamente di tutti i quadri e le sculture, un po’ come metafora della vita e non della morte, infatti gli oggetti racchiudono dei significati che i possessori hanno loro attribuito e che non moriranno mai. Non è morte, ma  altra vita, non è perdita ma acquisizione ed evoluzione di significato.

Yves Saint Laurent: i biopic a confronto

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Yves Saint Laurent: i biopic a confronto

Il 20 febbraio, prima degli Oscar, verranno consegnati i premi César, riconoscimenti cinematografici dell’industria francese. Tra i film in competizione, ben due biografie dedicate al celebre stilista Yves Saint Laurent, entrambe in nomination in più categorie. Per la prima volta nella storia dei César due attori che interpretano lo stesso ruolo sono in competizione per lo stesso riconoscimento.

Eccodi seguito un’infografica che mette a confronto i due film.

Chi vincerà il duello tra i due Yves Saint Laurent? Pierre Niney, che interpreta lo stilista nel film di Jalile Lespert o Gaspard Ulliel, per il suo ruolo nella biografia firmata Bertrand Bonello?

Due film su Yves Saint LaurentImmagine di STYLIGHT.it

Yves Saint Laurent Trailer italiano del fim con Guillaume Gallienne

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Guarda il trailer del film  Yves Saint Laurent , film di Jalil Lespert con Pierre Niney, Guillaume Gallienne, Charlotte Le Bon, Laura Smet e Marie De Villepin, che racconta la storia dello stilista francese.

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Tournage YSLIl film – l’unico approvato da Pierre Bergé – racconta come Yves Saint Laurent, nonostante le incertezze e le paure, sia riuscito a trasformare e innovare radicalmente il mondo della moda, diventando lui stesso un’icona del XX secolo.

 Nel 1957 a Parigi, a soli 21 anni, Yves Saint Laurent (Pierre Niney) è chiamato a dirigere la grande casa di moda fondata da Christian Dior, da poco scomparso. Da quel momento tutti gli occhi e riflettori sono puntati su di lui: il mondo della moda è impaziente di scoprire il talento del giovane e promettente stilista.

Durante la presentazione della sua prima collezione Yves conosce Pierre Bergé (Guillaume Gallienne) che da quel momento diventerà suo compagno di vita e di affari.

A tre anni da quel magico incontro i due fondano insieme la Yves Saint Laurent Company, destinata a divenire uno dei marchi di moda più famoso al mondo.

Yves Saint Laurent recensione del film di Jalil Lespert

Yves Saint Laurent recensione del film di Jalil Lespert

Dietro ad un grande uomo, c’è sempre un altro grande uomo, ed è questo che ci viene mostrato nel film sulla vita dello stilista Yves Saint Laurent e del suo compagno di vita e di lavoro Pierre Bergè.

Il film diretto da Jalil Lespert copre l’arco temporale dall’entrata del giovane Yves nella Maison Dior nel 1957 fino all’iconica sfilata Balletts Russes del 1976, apice del geniale estro creativo dello stilista che ha rivoluzionato la moda femminile in meno di mezzo secolo. Ma la moda fa quasi da contorno alla grande storia d’amore, definita dal regista “epica”: quella tra Yves Saint Laurent, interpretato magistralmente (anche grazie ad una somiglianza impressionante) da Pierre Niney e Pierre Bergè, ruolo affidato al bravissimo Gulliame Gallienne, entrambi della Comédie Française.

Yves Saint LaurentLespert riesce a fare un dolce ritratto, rispettoso e preciso, di chi era veramente YSL, riuscendo ad indagare nella sua anima tormentata con delicatezza e poesia. Nessuna esagerazione, nessun gossip: lo stilista viene raccontato con tutte le sue paure e i suoi errori. Accurato nei nomi e nelle situazioni, è facile capire come mai proprio Pierre Bergè abbia approvato questa biopic, dove ne esce come un uomo forte che ha saputo tenere in piedi, anche fisicamente, quel genio fragile che era Yves. Ed è proprio a Bergè che Lespert affida la voce narrante, testimone diretto sia dei successi che di tutte le crisi e insicurezze del compagno.

A soli 26 anni fonda la sua maison con l’aiuto di Bergè e inizia la sua elegante rivoluzione della moda, portando innovazione con l’introduzione della mascolinità nell’abbigliamento femminile, l’influenza dell’arte contemporanea con la collezione Mondrian e la commistione con diverse mode etniche, dal Marocco alla Russia. Ma grazie anche alle persone che gli gravitavano intorno: dalla sempre presente madre alla prima musa la mannequin Victorie (Charlotte LeBon), da Betty Catroux (Marie De Villepin) fino alla famosa Loulou De la Falaise (Laura Smet). Ma anche Karl Lagerfeld, suo amico sempre in competizione, ritratto in modo preciso e divertente da Nikolai Kinski e per finire con i tanti amanti, vere e proprie meteore, che gli donavano effimera vitalità.

Yves Saint Laurent filmMeritano attenzione i costumi curati da Madeline Fontaine, che ha potuto godere del prezioso prestito delle collezioni originali da parte della Fondazione Bergè, pezzi di arte che ormai vedono la luce solo nei musei e che sul grande schermo riprendono vita. L’approvazione di Bergè ha anche portato a filmare in alcune delle location originali, come la villa di Marrakesh, che ha dato al film la giusta dose di autenticità che meritava, e infine le musiche originali di Ibrahim Maalouf, jazzista di origini algerine (proprio come YSL) che si intrecciano perfettamente con la visione di Lespert, riuscendo ad esprimere diversi sentimenti attraverso il commento musicale.

Una storia talmente affascinante che questo film arriva quattro anni dopo il commovente documentario L’Amour Fou di Pierre Thoretton: due pellicole che possono naturalmente convivere e che anzi trovano risposte l’uno nell’altra, arricchendo la conoscenza sul sensibile stilista che cambiò la moda.

Un ritratto fedele ed emozionante di un grande genio e di un grande amore.

Dal 27 Marzo al cinema.

Yves Saint Laurent colonna sonora

Yves Saint Laurent colonna sonora

Yves Saint Laurent filmArriva nelle sale italiano il biopic di Jalil LespertYves Saint Laurent incentrato sulla vita e carriera di Yves Saint Laurent, stilista francesce. La pellicola di Jalil Lespert è musicata dal jazzista francese di origine libanese Ibrahim Maalouf.

1. Oran (1:15)
2. For One Moment – Brisa Roché (4:09)

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3. Paris (3:12)
4. Défilé Christian Dior (2:44)
5. Staying In- Brisa Roché (4:14)
6. Les quais (1:52)
7. Visite de l’appartement (1:22)
8. Paris Match (2:14)
9. Défilé 1962 (3:58)
10. Pierre et Victoire (1:14)

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11. Sous les ponts (2:27)
12. Time Has Come Today – The Chamber Brothers (4:48)

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13. Lighthouse – Patrick Watson (4:46)

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14. On the Road – The Bossmen (2:48)[<iframe width=”640″ height=”360″ src=”//www.youtube.com/embed/vFZ1pTZSBw4?rel=0″ frameborder=”0″ allowfullscree][/iframe]

15. Looking for Love – Chromatics (5:29)
16. Blind Alley – The Emotions (3:04)

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17. La Traviata, Act I: ‘Libiam ne’ lieti calici’ (Alfredo, Chorus, Violetta) – Maria Callas (4:09)
18. Tosca, Act II: ‘Vissi d’arte’ – Maria Callas (3:16)
19. Function Underground – We the People (2:43)

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20. Pierre et Yves (4:33)
21. Backstage défilé 1976 (2:42)
22. La Wally, Act I: ‘Ebben?… Ne Andrò Lontana’ – Maria Callas (4:49)
23. Générique fin ‘My Name’ (3:01)
24. Générique fin Paris Match Version (2:25)

Yura Borisov per Artificial di Luca Guadagnino

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Yura Borisov per Artificial di Luca Guadagnino

Yura Borisov, che ha ottenuto una nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista per la sua acclamata interpretazione al fianco di Mikey Madison in Anora di Sean Baker, è stato ufficialmente scelto per il prossimo film di Luca Guadagnino Artificial.

Il film, la cui produzione è affidata ad Amazon MGM, è descritto come una “commedia drammatica ambientata nel mondo dell’intelligenza artificiale“. Simon Rich ha scritto la sceneggiatura e produrrà il film insieme a David Heyman e Jeffrey Clifford di Heyday Films, oltre a Jennifer Fox.

In Russia, Yura Borisov è considerato una vera e propria star, con oltre 50 film al suo attivo, tra cui “Il capitano Volkonogov è fuggito” e “L’influenza di Petrov” di Kirill Serebrennikov. Si è imposto alla ribalta del pubblico occidentale come uno dei protagonisti di “Compartimento numero 6“, vincitore del Gran Premio di Cannes, che gli è valso una nomination come miglior attore agli European Film Awards.

Ma è stata la sua interpretazione pacata (e il suo primo ruolo in lingua inglese) nei panni di Igor, uno scagnozzo riluttante dal cuore d’oro, nella commedia di Baker, vincitrice di una Palma d’Oro e di numerosi premi Oscar, che lo ha catapultato nei circoli di Hollywood, ottenendo nomination agli Oscar, ai SAG, ai BAFTA, ai Golden Globe, ai Critic’s Choice e agli Independent Spirit Award.

I prossimi progetti di Yura Borisov includono il debutto alla regia di Emily Mortimer “The Poet” per A24 e l’adattamento in lingua russa di Anna Karenina di NetflixAnna K.”

Artificial riunisce Guadagnino e Amazon MGM Studios. Ha recentemente diretto “After the Hunt“, con Julia Roberts, Andrew Garfield e Ayo Edebiri, che lo studio distribuirà nelle sale il 10 ottobre, e “Challengers” dello scorso anno, con Zendaya. Secondo le prime indiscrezioni, oltre a Borisov, anche Garfield e Monica Barbaro sarebbero in lizza per i ruoli principali in Artificial.

YULI – Danza e Libertà: il trailer del film

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YULI – Danza e Libertà: il trailer del film

Dopo essere stato presentato in anteprima al Festival del cinema spagnolo ed essersi aggiudicato il premio per la Miglior sceneggiatura a Paul Laverty al Festival di San Sebastián, l’applauditissimo “YULI – Danza e Libertà” della spagnola Icíar Bollaín arriva nelle sale italiane il 17 ottobre 2019 con EXIT media.

L’uscita del film prevede un tour di anteprime, accompagnate da grandi ospiti tra cui: Paul Laverty, storico sceneggiatore di Ken Loach, l’attore cubano Santiago Alfonso e la coreografa e ballerina María Rovira. Si partirà con Roma il 14 ottobre (cinema Farnese), per poi proseguire con Firenze (cinema Stensen), Torino (cinema Fratelli Marx), Bari (multicinema Galleria), Matera (cinema Il Piccolo), Genova (cinema dei Cappuccini), Milano (cinema Anteo), Verona (Cinema Alcione). Inoltre, il film parteciperà in quei giorni al Terni Pop Film Festival, al Premio Efebo d’Oro a Palermo e al Festival del cinema spagnolo in Italia.

Associazioni e scuole di danza di tutta la penisola parteciperanno agli eventi insieme all’Ambasciata di Cuba in Italia. Il film è distribuito grazie al co-finanziamento dal programma MEDIA Europa Creativa della UE.

SINOSSI – Il film racconta l’incredibile storia di Carlos Acosta, in arte Yuli, vera e propria leggenda della danza. Grazie alla maestria di Paul Laverty – sodale collaboratore di Ken Loach da La canzone di Carla in poi – e all’accurata regia di Icíar Bollaín (Ti do i miei occhi; También la lluviaEl olivo), l’opera narra l’incredibile parabola del ballerino cubano, che da piccolo rifiutava la disciplina della danza. Obbligato dal padre, che vuole dargli un’opportunità per voltare le spalle alla povertà che attanaglia Cuba dopo decenni di embargo, Yuli giunge al successo mondiale divenendo un performer paragonato per grazia e capacità tecniche a miti quali Nureyev e Baryshnikov. Il film uscirà in edizione italiana e in versione originale sottotitolata, nella settimana in cui si celebra anche il Giorno della Cultura Cubana (20 ottobre).

Yu Yu Hakusho: teaser trailer della serie live-action Netflix

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Yu Yu Hakusho: teaser trailer della serie live-action Netflix

È stato rilasciato il teaser trailer di Yu Yu Hakusho, il prossimo adattamento live-action. La serie Netflix sarà presentata in anteprima mondiale il 14 dicembre. La produzione ha collaborato con Scanline VFX per dare “vita a tutti i personaggi, sia umani che yokai (spiriti), offrendo al contempo sequenze realistiche di azioni di battaglia“.

Il manga originale del leggendario Yoshihiro Togashi ha fatto scalpore quando è stato serializzato su Weekly Shonen Jump per quattro anni a partire dal 1990. La serie infonde nuova vita alla storia, e i fan vecchi e nuovi possono aspettarsi di incontrare i loro personaggi preferiti in modi mai visti prima. stato visto prima.

La serie tv Yu Yu Hakusho

Utilizzando un’esclusiva strategia di produzione globale a team unico che ha abbracciato sia il Giappone che gli Stati Uniti, lo stesso approccio per adattare l’acclamato manga “ONE PIECE“, Netflix ha adottato lo stesso livello di impegno per la qualità e l’autenticità del live-action ONE PIECE per la produzione di Yu Yu Hakusho.

Netflix ha annunciato un adattamento live-action del manga di Togashi alla fine del 2020. La serie è diretta da Shō Tsukikawa e scritta da Tatsurō Mishima insieme a Togashi e vede protagonisti, oltre a Kitamura nei panni di Yusuke, Shuhei Uesugi nei panni di Kazuma Kuwabara, Jun Shison nei panni di Kurama e Kanata Hongō nel ruolo di Hiei.

La serie, tratta dal leggendario manga di Yoshihiro Togashi pubblicato in Weekly Shōnen Jump dal 1990 al 1994 e poi dalla casa editrice Shueisha, narra la storia di Yusuke Urameshi, che trascorre il tempo passando da una rissa all’altra. Un giorno però il ragazzo muore nel tentativo di proteggere un bambino durante un incidente. Mentre deve affrontare la vista dall’alto del proprio cadavere, una donna di nome Botan, sedicente guida del mondo dell’aldilà, gli comunica la cruda realtà dei fatti: nessuno si aspettava che un teppista come Yusuke perisse compiendo un gesto di bontà e per lui non c’è posto né in paradiso né all’inferno. Così gli viene data la possibilità di ritornare in vita e dopo aver superato una prova diventa un detective del mondo spirituale, restando da subito implicato in un mistero che coinvolge l’universo degli umani, dei demoni e degli spiriti.

Yu Yu Hakusho: recensione della nuova serie Netflix

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Yu Yu Hakusho: recensione della nuova serie Netflix

La lettura e visione di manga e anime si è da sempre mantenuta particolarmente elitaria, specialmente qui in Italia. Ciononostante, nell’ultimo periodo si è visto un marcato riavvicinamento del pubblico a questo genere di storie: questo può essere dovuto anche agli adattamenti in versione live action che Netflix sta distribuendo. Dopo il grande successo di One piece, Yu Yu Hakusho, manga scritto e disegnato da Yoshihiro Togashi (già in precedenza adattato in un anime) viene trasposto cinematograficamente in una serie formata al momento da una sola stagione di cinque episodi, ognuno della durata di circa un’ora. Nel cast ritroviamo Takumi Kitamura nel ruolo del protagonista Yusuke Urameshi, Shuhei Uesugi in quello di Kazuma Kuwabara, prima nemesi e poi braccio destro dello stesso Urameshi e Go Ayano nei panni del temibile Toguro minore, un temibile e invincibile yokai.

Yu Yu Hakusho: detective del mondo degli spiriti

La serie si apre in medias res mostrando Urameshi inerme sull’asfalto, morto. Si vede il suo spirito osservare il suo corpo portato via dall’ambulanza. A questo segue un breve flashback necessario per far comprendere meglio il protagonista allo spettatore: si tratta di un giovane scontroso, con saldi ideali, che non esita a difendere i deboli, ma che allo stesso tempo non accetta che le persone lo controllino in alcun modo.

La morte porterà paradossalmente uno sconvolgimento della sua esistenza: il guardiano del mondo degli spiriti gli permette di ritornare in vita per scacciare gli yokai, demoni sfuggiti al loro mondo. In particolare, Urameshi dovrà sconfiggere tre yokai che si sono impossessati di tre importanti oggetti magici. Dopo numerose battaglie, peripezie e lezioni apprese, Urameshi si renderà però conto che gli yokai non sono i veri nemici da sconfiggere.

Yu Yu Hakusho Netflix

Combattimenti in tipico stile “giapponese”

Uno degli elementi che colpisce maggiormente di Yu Yu Hakusho è l’attenzione ai particolari, che rendono l’atmosfera giapponese più autentica. Ciò riguarda soprattutto i paesaggi: un luogo che specialmente ricorda al lettore l’ambientazione tipica di questo Paese è la casa di Genkai, anziana combattente che istruisce Urameshi e Kuwabara per l’uso dell’energia spirituale e rispettivamente del raggio e della spada astrale. Altro fattore interessante che rende la serie piacevole da vedere è la presenza di molte scene di combattimento, particolarmente avvincenti. Tali scene mantengono un certo equilibrio tra l’azione, la suspense e la visione di sangue o eccessiva violenza, conquistando così l’attenzione dello spettatore.

Urameshi: da giovane teppista di quartiere a eroe

Yu Yu Hakusho presenta la crescita personale del protagonista Urameshi. Questo, nelle prime scene, viene mostrato al pubblico come un mezzo teppista qualsiasi che passa le sue giornate da una rissa ad un’altra. La morte lo porta a comprendere meglio ciò che è importante e quanto le persone che gli stanno intorno, come la stessa Keiko, tengano a lui. Pian piano con il proseguire degli episodi, si vede Urameshi imparare delle lezioni preziose: le più importanti gli vengono impartite da Genkai. Quest’ultima lo sprona ad impegnarsi realmente in ciò che fa, lo convince a rispettare il consiglio altrui.

Ma il maggiore insegnamento Urameshi lo ottiene dallo stesso Kuwabara: il giovane, dopo aver visto i propri amici venire feriti senza poter far nulla, è determinato a diventare più forte. Genkai gli dà come compito quello di rompere una grande roccia con una spada di legno, ma una tale impresa sembra pressoché impossibile agli occhi dello spettatore e dello stesso Urameshi. La caparbia e la forza di volontà di Kuwabara lo porta tuttavia a scoprire e padroneggiare la spada astrale, con la quale spaccherà la roccia. Urameshi impara così a non arrendersi e tale determinazione si rispecchierà anche nelle battaglie finali.

Yu Yu Hakusho recensione

Toguro minore: un cattivo con una back story commovente

Nelle prime puntate di Yu  Yu Hakusho  gli Yokai vengono dipinti come i grandi cattivi che vogliono distruggere il mondo: pian piano che la storia prosegue, ci si rende conto che la realtà è più complicata di così. Di fatto, anche un temibile combattente come Toguro minore sembra essere molto di più di un semplice assassino. Toguro, il quale ci viene curiosamente mostrato simile a un personaggio di Matrix nelle sue prime apparizioni, era originariamente un umano; dopo non essere riuscito ad impedire la morte dei suoi cari, egli decide di diventare più forte trasformandosi in un demone, uno yokai. Così egli diviene forza pura, ma continua ad essere perseguitato dai sensi di colpa.

Un live action per il grande pubblico

L’adattamento in versione live action di anime e manga che Netflix sta dunque promuovendo e portando avanti rende queste storie fruibili per un pubblico più ampio. Talvolta gli spettatori possono divenire alquanto prevenuti riguarda le serie anime, evitandole. La creazione di queste trasposizioni, invece, incoraggia maggiormente la visione anche allo spettatore più scettico! Di conseguenza, per quanto l’adattamento possa non essere pienamente apprezzato dagli amanti dei prodotti giapponesi, esso permette ad un numero maggiore di persone di godere di storie avvincenti, in cui Yu Yu Hakusho rientra a pieno.

Yu Yu Hakusho: 7 cose in cui la serie Netflix è fedele all’anime

Yu Yu Hakusho: 7 cose in cui la serie Netflix è fedele all’anime

Yu Yu Hakusho (qui la recensione) di Netflix attua delle differenze rispetto all’anime di riferimento, ma in diverse cose vi è molto fedele. Basato sulla serie manga di Yoshihiro Togashi, l’anime ha debuttato nel 1992 e si è protratto fino al 1994. Anche se non è diventato un franchise di massa con molteplici sequel come Dragon Ball o Naruto, Yu Yu Hakusho è stato comunque uno dei manga/anime più influenti della sua epoca. Dagli amati personaggi alle scene di combattimento, c’erano molte cose che l’adattamento di Netflix doveva riproporre fedelmente se voleva evitare gli errori commessi dai precedenti anime live-action.

Non è chiaro se il finale di Yu Yu Hakusho sia destinato a dar vita ad una stagione 2, dato che l’episodio 5 ha in un certo senso coperto quello che avrebbe dovuto essere il Torneo Oscuro. L’uccisione immediata del giovane Toguro e il salto del torneo sono di gran lunga i cambiamenti più significativi che il live-action di Netflix ha apportato all’anime, il che può dare l’impressione che l’intera serie abbia perso il senso della storia originale. Tuttavia, pur avendo alcune carenze da questo punto di vista, la serie ha centrato diversi aspetti chiave della storia originale.

Le scene di combattimento

Yu Yu Hakusho

A prescindere da quanto siano avvincenti i personaggi o quanto sia coinvolgente la storia, un adattamento anime deve avere grandi scene d’azione. Questo è ancora più importante quando si adatta uno shonen d’azione come Yu Yu Hakusho, che, oltre ai suoi personaggi memorabili, si è fatto un nome grazie a combattimenti indimenticabili. C’è però un problema: il manga e l’anime hanno ciascuno il proprio linguaggio visivo. Una serie live-action non può replicare ciò che è stato fatto nell’anime o nel manga quando si tratta di scene di combattimento, ma non può nemmeno avere combattimenti che sembrino meno speciali di quelli del materiale di partenza.

Trovare questo equilibrio è molto complicato e persino alcuni dei migliori adattamenti di anime live-action di tutti i tempi, come One Piece di Netflix, hanno avuto difficoltà in questo senso. Fortunatamente, Yu Yu Hakusho è in grado di risolvere il problema delle scene di combattimento. Non sono necessariamente simili a quelle dell’anime, ma catturano l’essenza della storia originale. I combattimenti in live action comprendono sia combattimenti corpo a corpo che ricordano alcuni dei migliori film di arti marziali, sia sequenze in computer grafica che combinano i superpoteri dei personaggi con uno stile di combattimento più concreto. I momenti salienti sono Yusuke contro Gouki e Kurama contro Karasu.

I costumi dei personaggi di Yu Yu  Hakusho

Yu Yu Hakusho costumi

Yu Yu Hakusho ha uno stile visivo molto caratteristico, compresi i costumi dei personaggi principali. Un cliché comune negli anime è che il personaggio principale si distingua sempre tra la folla grazie ai suoi abiti unici, e il live-action di Yu Yu Hakusho lo fa bene. Yusuke, Kuwabara, Kurama e Hiei sono alcuni dei personaggi più eleganti degli anime degli anni ’90, ognuno dei quali ha un colore associato alla propria personalità. La serie Netflix avrebbe potuto scegliere la strada più semplice, ovvero quella di reinventare i loro abiti con un approccio più concreto, ma fortunatamente non l’ha fatto. Invece, tutti i personaggi indossano i loro abiti caratteristici, compresi Botan, Genkai e Koenma.

Le acconciature dei personaggi di Yu Yu Hakusho

Yu Yu Hakusho acconciature

Un’altra parte dell’identità visiva di Yu Yu Hakusho è rappresentata dalle acconciature dei personaggi principali. La maggior parte dei personaggi degli anime ha un’acconciatura piuttosto singolare, molte delle quali sono molto difficili da tradurre in live-action. Alcuni adattamenti di anime, come il terribile Dragonball Evolution, non hanno nemmeno cercato di far corrispondere i capelli dei protagonisti a quelli della versione originale. Yu Yu Hakusho cerca invece di essere il più fedele possibile al manga e all’anime in questo senso, riuscenvodi in pieno. Piccoli dettagli, come il modo in cui i capelli di Kuwabara sono tagliati dietro la testa, esemplificano il rispetto per il materiale di partenza.

Le personalità di ogni personaggio

Yu Yu Hakusho personaggi

Yu Yu Hakusho aveva solo cinque episodi, il che significa che avrebbe potuto non avere abbastanza tempo per sviluppare adeguatamente ciascuno dei personaggi principali. Tuttavia, la serie è riuscita a valorizzare le personalità di Yusuke, Kurama, Kuwabara, Hiei e altri, il che ha permesso di compensare il fatto che molti di loro non hanno avuto molto tempo sullo schermo. La serie Netflix si concentra principalmente su Yusuke, mentre tutti gli altri personaggi servono solo come nomi di supporto nella sua storia. Tuttavia, ogni volta che gli altri personaggi appaiono sullo schermo, assomigliano alle loro controparti dell’anime. Questo vale anche per i personaggi che non partecipano all’azione, come Botan e Koenma, e per i cattivi.

L’amicizia tra Kuwabara e Yusuke

Yu Yu Hakusho Kuwabara

Un altro aspetto che la serie live action Yu Yu Hakusho non trascura è la dinamica tra Kuwabara e Yusuke, che ha portato a molti momenti piacevoli nella serie originale. L’adattamento di Netflix adatta bene la loro amicizia e Kuwabara è scritto esattamente come nel manga. La scena in cui Kuwabara si arrabbia con Yusuke per essere morto prima di dargli la rivincita è emozionante come quella dell’anime, e ogni loro interazione dopo il ritorno di Urameshi è più divertente della precedente. La storia di Kuwabara non è complessa o contorta come quella di Kurama e Hiei, ma il live-action ha comunque trovato il modo di renderlo interessante.

Gli effetti speciali di Yu Yu Hakusho

Yu Yu Hakusho

Anche se le coreografie dei combattimenti di Yu Yu Hakusho fossero state incredibili, degli effetti visivi non all’altezza avrebbero potuto rovinare le scene d’azione. Inoltre, per quanto i combattimenti corpo a corpo fossero fantastici, la serie doveva offrire più di un tipo di azione. La narrazione si svolge in un mondo fantastico in cui i personaggi possono usare l’energia dello spirito per evocare tecniche speciali, dalle spade energetiche alle piante carnivore giganti. Sebbene alcune riprese in VFX di Yu Yu Hakusho siano migliori di altre, la serie ha nel complesso dei validi effetti visivi, soprattutto per le tecniche speciali. La Pistola dello Spirito di Yusuke, la Spada dello Spirito di Kuwabara e la manipolazione delle piante demoniache di Kurama sono tra le più apprezzate.

Il ritmo veloce di Yu Yu Hakusho

Yu Yu Hakusho Netflix

Uno degli aspetti che distingue Yu Yu Hakusho dagli altri anime usciti negli anni ’90 è la mancanza di riempitivi: ha un ritmo molto veloce ed efficace, coprendo la totalità del manga in soli 112 episodi. Ogni episodio ha la sua importanza e viene immediatamente seguito da un’altra serie di eventi importanti. Va notato che la cronologia di questi nel live-action è molto diversa da quella dell’anime, al punto che è difficile elencare gli episodi della serie originale che copre. Ad esempio, gli insetti demoniaci compaiono nell’episodio 1, mentre la morte di Toguro avviene nell’episodio 5.

Cambiare la linea temporale dell’anime è stata una decisione rischiosa, soprattutto perché il Torneo Oscuro avrebbe potuto costituire un’intera stagione live-action. Detto questo, come serie televisiva indipendente, Yu Yu Hakusho di Netflix ha un ottimo ritmo. Per coloro che non hanno familiarità con il materiale di partenza, non ci sarà molto da lamentarsi riguardo al ritmo della serie. La sceneggiatura è molto incentrata su Yusuke, i personaggi secondari hanno ciascuno un ruolo chiaro da svolgere e tutte le trame si uniscono nel quarto episodio. Il live-action funziona bene anche per coloro che non hanno mai visto un adattamento anime, così come lo show originale è stato il primo anime per molte persone.

You’re The Worst 1×01: anticipazioni e promo

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Debutta la serie televisiva You’re The Worst 1×01, il nuovo show targato FOX. Di seguito il promo e le anticipazioni sulla season premiere.

http://youtu.be/z9WhFk3YCYQ

Youre-The-Worst-1x01-In You’re The Worst 1×01 conosceremo lo scrittore Jimmy e la tormentata pubblicista Gretchen, che si conoscono ad un matrimonio ed immediatamente sentono una forte attrazione reciproca l’uno verso l’altra, che li spinge ad andare a letto insieme; quando si conoscono meglio, scoprono che i loro caratteri non sono così compatibili, dato che entrambi sono assorbiti dalle proprie vite, ma il richiamo dell’amore sembra essere veramente irresistibile ed i due.

You’re Next: recensione del film di Adam Wingard

In You’re Next per festeggiare il loro anniversario di matrimonio, i coniugi Davison decidono di radunare i loro quattro figli e relativi consorti in una casa isolata. I festeggiamenti paiono svolgersi al meglio, fatta eccezione che per i soliti bisticci e rancori di famiglia. Ben presto però la residenza viene attaccata da quattro sconosciuti che indossano maschere da animali, armati di balestre e asce. Il gruppo si ritrova così braccato come in una trappola per topi.

Le minestre riscaldate, si sa, non piacciono a nessuno, specialmente quelle cinematografiche, e se è vero che esistono alcuni generi intoccabili, l’home invasion è uno di questi. Adam Wingard non sembra porsi minimamente il problema, e con il suo You’re Next confeziona un prodotto-fotocopia che nulla aggiunge ad un filone ormai rinsecchito, se non una sana dose di citazionismo.

Allontanandosi anni luce dalle morbose violenze di Funny Games, dall’inquietante realismo di The Strangers e dalle cupe visioni futuribili del recente The Purge, Wingard si lascia cullare da una cacofonia di clichè che fuoriescono da una sceneggiatura arida e legnosa scritta in collaborazione con l’amico e storico supporter Simon Barrett, che purtroppo non è minimamente in grado di bissare l’ottima esperienza di A Horrible Way to Die. La storia si ingolfa, deraglia e implode su una narrazione fin troppo lineare e prevedibile, in grado di rendere banali anche i (non pochi) colpi di scena, seminati con la chiara intenzione di salvare il salvabile di un prodotto marcio in partenza.

A nulla possono le prestazioni più che dignitose di un cast che comprende Sharni Vinson, eroina di Step Up 3D qui in veste di vendicatrice ammazzatutti, affiancata dall’ormai premiata ditta Wingard composta da Nicholas Tucci, Wendy Glenn, AJ Bowen e l’amico-regista Ti West. Degna di nota è la presenza, ritorno di gloria, di Barbara Crampton (Re-Animator e Omicidio a luci rosse), la quale però, alla pari dei suoi colleghi, si ritrova in bocca dialoghi scartavetrati, da vero manuale horror per adolescenti. A nulla poi serve l’uso ossessivo e ripetitivo del contrappunto musicale, che dovrebbe creare angoscia e oppressione ed invece già alla mezz’ora rischia di far innervosire anche i più quieti spettatori. Wingard ce la mette tutta, ma cade sempre sullo stesso punto: il già (troppo) visto.

Anche l’uso, per atro originale, delle armi arcaiche impiegate dai killers finisce per dare al tutto una venatura di eccessivo grottesco e malsano humor che farebbe rizzare i capelli perfino a Peter Jackson, come a voler calcare troppo sul pedale dell’auto ironia senza avere il controllo del mezzo filmico. Comunque però, pur attenendoci al sacro undicesimo comandamento del cinema (non spoilerare) vale la pena avvisare lo spettatore che, dopo la visione del film, non sarà più possibile usare un frullatore allo stesso modo.

Youtopia: recensione del film con Matilda De Angelis

Youtopia: recensione del film con Matilda De Angelis

Che cosa c’è per Matilde al centro del mondo? A questa domanda la protagonista di Youtopia, il nuovo film di Berardo Carboni, non sa ancora rispondere. A darle corpo e anima è Matilda De Angelis, giovane attrice ormai sempre più presente sullo schermo cinematografico e televisivo. Regista e attrice si uniscono così per raccontare del crescente divario tra mondo reale e mondo virtuale, quest’ultimo identificato sempre più erroneamente come locus amoenus nel quale potersi rifugiare, ma dove si nascondono anche numerosi pericoli.

Matilde (Matilda De Angelis) è una ragazza di appena diciott’anni. Per sfuggire ad un realtà che non le permette di avere quello che desidera si rifugia nel web. Qui trova un mondo a parte, e una scorciatoia per facili guadagni spogliandosi davanti alla webcam. Venuta a conoscenza dei problemi economici della madre Laura (Donatella Finocchiaro), Matilde si offre di aiutarla e per farlo si vede costretta ad indire un’asta online per vendere la propria verginità.

Matilda De AngelisTanti i temi raccolti in Youtopia di Carboni, e tutti di grande attualità. Dalle conseguenze della crisi economica sulle famiglie al dilagante desiderio di possesso di ciò che non si ha, per arrivare infine al tema principale: quello della fuga dalla realtà in un mondo virtuale che oggi sembra poter essere accostato all’idea di utopia. Con uno sguardo iperrealistico, e per questo anche inquietante, il regista porta avanti la sua indagine su come il mondo e l’umanità stiano evolvendo. Un evoluzione che è in realtà un’involuzione, che dà vita a personaggi tetri, fragili, spietati. A sottolineare il crescente degrado della società è il modo in cui il tema della prostituzione online venga affrontato da madre e figlia, come se all’interno di un mondo brutale ciò non fosse nulla di scandaloso, anormale.

Youtopia si alterna così tra la quotidianità dei personaggi e le fughe virtuali della protagonista, riprodotte con animazioni fedeli a quelle dei videogiochi. Questa è infatti un’opera che gioca molto con la virtualità facendone un suo elemento imprescindibile, tanto da sbatterci violentemente in un’alternanza tra la tranquillità di questa e la brutalità della realtà.

Tuttavia nel suo raccontare, spesso il regista si perde a giocare con la bellezza della sua protagonista, esaltandola in tutte le forme, ma dimenticando l’importanza della scrittura. È in sceneggiatura che infatti si riscontrano una serie di falle che rallentano la narrazione o faticano a tenerla in dei binari ben precisi. Si ha a volte l’impressione che il film compia dei giri eccessivamente larghi per arrivare al nocciolo, che seppur ciò aiuta a caratterizzare meglio i personaggi, allo stesso tempo disorienta lo spettatore su ciò di cui si sta trattando.

YoutopiaLa fortuna di Carboni è però quella di avere un trio di attori che riesce a reggere il film e i rispettivi ruoli. Matilde De Angelis continua a convincere come attrice, sfoggiando sempre nuove potenzialità, mentre Donatella Finocchiaro si misura abilmente con un ruolo dalla complessa drammaticità. A troneggiare è infine Alessandro Haber, nel ruolo di Ernesto, vero e proprio orco che non si fa scrupoli nella sua ricerca della continua trasgressione. Un ruolo difficile da digerire per la sua brutalità, brillantemente interpretato e che permette ad Haber di sfoggiare nuove sfumature di personalità.

Ciò che di Youtopia è interessante è il modo in cui il regista reinventa un genere, riuscendo a raccontare, pur se non privo di macchia, dei pericoli di un’umanità che ha smesso di essere tale, ma dietro le cui brutture a volte si nascondono angoli di luce e speranza. Il regista non giudica i suoi personaggi, ma anzi li comprende nel bene e nel male, li fotografa in modo asciutto, riconoscendoli tutti come vittime, tanto del denaro che di un mondo dove sognare è diventato sempre più difficile.

Youtopia: clip in esclusiva del film con Matilda De Angelis

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Youtopia: clip in esclusiva del film con Matilda De Angelis

Ecco una clip in esclusiva di Youtopia, il nuovo film di Berardo Carboni, con protagonisti Matilda De Angelis, Donatella Finocchiaro e Alessandro Haber.

Il film sarà presentato in anteprima agli Incontri del Cinema di Sorrento, il 18 aprile sera. Ecco il video che presenta le sequenze animate realizzate dalla Light & Color, che co-produce il film.

https://www.facebook.com/cinefilos.it/videos/1906577779352559/

Sette miliardi di persone, ogni giorno, desiderano quello che non hanno. Ernesto (Alessandro Haber), un farmacista di 60 anni, sposato e con un figlio, è convinto che la felicità si misuri con il possesso. E nonostante abbia già moltissimo, è insoddisfatto. Alla continua ricerca di evasione, Ernesto alterna la routine della vita familiare con squallidi incontri notturni.

Laura (Donatella Finocchiaro) è una donna di 44 anni che aspira a quell’ideale di vita patinata come si racconta in TV: luccicante e serena. Si ritrova invece senza lavoro, con un mutuo che fatica a pagare, e una figlia di 18 anni, Matilde (Matilda De Angelis), da mantenere.

Guarda il trailer di Youtopia

Matilde, per sfuggire a una realtà che non le permette di avere quello che desidera, si rifugia nel web. Qui scopre un mondo a parte e una scorciatoia per facili guadagni: utilizzare il proprio corpo e spogliarsi davanti alla webcam. La ragazza viene a conoscenza delle molteplici difficoltà economiche della madre e si offre di aiutarla raccontandole di come abbia messo da parte i soldi. Il loro rapporto si stravolge così per sempre, anche perché gli spogliarelli non sono sufficienti a coprire i debiti e la perdita della casa è una possibilità sempre più concreta per Laura e Matilde. La ragazza decide così, con il consenso sofferto e disperato della madre, di indire un’asta online per vendere la propria verginità.

Ernesto, nella sua costante ricerca di forti emozioni e di nuove “cose” da possedere, riesce ad aggiudicarsela. Matilde per lui rappresenta la trasgressione estrema, ma anche l’idea di poter comprare la purezza. I mondi di Ernesto, Matilde e Laura si incroceranno indissolubilmente. Il film arriverà in sala a partire dal 25 aprile.

Youtopia, la conferenza stampa del film di Berardo Carboni

Youtopia, la conferenza stampa del film di Berardo Carboni

In sala dal 25 aprile Youtopia, il nuovo film di Berardo Carboni con Matilda De Angelis, Donatella Finocchiaro e Alessandro Haber. L’opera, distribuita da Koch Media, segue le vicende di Matilde, giovane ragazza costretta a mettere all’asta online la propria verginità per risolvere i problemi economici di sua madre.

“L’idea per il film – esordisce il regista, Berardo Carboninasce mentre lavoravo al progetto di un lungometraggio d’animazione in realtà virtuale. Ciò che mi interessava esplorare è come in un videogioco si possono generare relazioni e modificare il proprio contesto culturale. È un ambiente in grado di cambiare le persone. Il mio intento è quello di raccontare un mondo aspro e duro come quello della realtà, che si fonde con quello utopico della virtualità”.

“Per Matilde – continua la De Angelisla realtà virtuale è una scappatoia, una via di fuga dall’inferno in cui vive. Allo stesso tempo il mondo virtuale diviene occasione per instaurare rapporti che poi la aiutano ad alleviare il peso di ciò che vive realmente. Il confine tra i due mondi diventa sempre più labile. Questa realtà virtuale, utopica, diventa così più concreta di quella reale.”

Matilda De Angelis spiega poi il lavoro di preparazione fatto sul set, dove “importante è stato raggiungere una completa disinvoltura del corpo, del corpo nudo che viene guardato con desiderio da veri e propri orchi. È stato un set che ha richiesto l’apertura di numerose ferite, che ci hanno portato ad esplorare non solo le tematiche ma anche i dolori dei personaggi. E ce ne fossero di personaggi così. Il cinema è intrattenimento, certo, però deve poter essere anche didattico, e credo che questo film sia molto importante per la realtà in cui siamo ormai calati.”

Youtopia“È un film che porta a riflettere su chi siamo e cosa siamo disposti a fare oggi. – sostiene Donatella Finocchiaro, che interpreta la madre della protagonista – I personaggi portano avanti i loro conflitti dimostrando di non perdere la propria umanità. Il messaggio del film è quasi apocalittico, simbolico, sulla ricerca di una dignità e un’umanità che vanno recuperate a tutti i costi.”

I complessi personaggi del film sono poi stati analizzati brevemente dai presenti in sala. “Sono tutti vittime, – dichiara il regista – e in particolare vittime del denaro. C’è una condanna alla mercificazione, all’importanza data al denaro, con cui sembra possibile comprare ogni cosa, senza considerare ciò che poi in realtà si perde. L’umanità in primo luogo .  

Parlando dell’impatto con la prima lettura del copione, Donatella Finocchiaro ha dichiarato di essersi “innamorata della sceneggiatura e del mio personaggio sin dalla prima lettura. Ho amato le tematiche ma soprattutto la complessità del mio personaggio, una madre costretta con le spalle al muro, ma che cerca comunque di proteggere sua figlia da un mondo orribile”.

“Il film ha diversi livelli di lettura, – aggiunge la De Angeliscosa che mi ha colpito sin da subito. Mi ha mosso qualcosa dentro, mi ha fatto sentire l’urgenza di prendere parte a questa storia. Matilde è il primo personaggio dove non sono io a donare qualcosa a lei, ma lei a me. È stato un ruolo faticoso, intenso, ma mi ha permesso di entrare nella psicologia di una ragazza con una vita sospesa, capirne i punti di vista, e penso di avere imparato molte cose da questa esperienza.”

Il film, per la presenza di tematiche e scene forti, ha ottenuto il divieto per i minori di 14 anni. La protagonista Matilde De Angelis si è detta contrariata da questa decisione, dichiarando: “Il film è rivolto a quella generazione, ed è una generazione ben consapevole dei rischi, reali, che vengono trattati nel film. Trovo deleterio un divieto del genere. Fingere di non sapere che i ragazzi di oggi vivono quotidianamente queste problematiche impedisce un dialogo che invece potrebbe aiutare entrambe le parti…”

Youth: trailer americano per il film di Paolo Sorrentino

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Arriverà il 4 dicembre nei cinema USA La Giovinezza, film di Paolo Sorrentino che verrà distrubuito Oltreoceano con il titolo di Youth.

LEGGI LA RECENSIONE DEL FILM

Il film, presentato in Concorso all’ultimo Festival di Cannes, ha riscosso un discreto successo di critica, registrando ottimi incassi al box office.

La trama del film è la seguente:

La Giovinezza Cannes 2015Fred Ballinger, anziano direttore d’orchestra, risiede in vacanza sulle Alpi svizzere con la figlia Leda e l’amico Mick, vecchio regista ancora in attività. I due amici si trovano a pensare insieme al futuro, osservando con curiosità le vite dei propri figli e degli ospiti dell’hotel in cui risiedono. Mick trova delle difficoltà nel portare a termine il suo ultimo film, mentre Fred si è ritirato dalle scene ormai da molti anni; ma c’è ancora qualcuno che vuole ascoltare le sue sinfonie. Infatti da Londra arriva un emissario della regina Elisabetta, che lo invita a dirigere un concerto a Buckingham Palace in occasione del compleanno del principe Filippo.

Youth – La Giovinezza: rinviata la versione originale in Italia

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youth2Per il momento non sarà possibile vedere Youth – La Giovinezza, nuovo film di Paolo Sorrentino con Micheal Caine e Harvey Keitel già nelle sale italiane dopo la presentazione al Festival di Cannes, in versione originale in lingua inglese ma solo in quella doppiata in italiano. Molti spettatori, e diversi addetti ai lavori, sono e resteranno delusi, ma l’imposizione arriva direttamente dalla Fox Searchlight, che ha acquisito i diritti del film per il Nord America e teme il dilagare della pirateria di un’eventuale copia originale nel nostro Paese.

A far circolare la news a livello mondiale ci ha pensato Variety, che ha riportato le parole della Indigo, casa di produzione di Youth – La Giovinezza: “Siete in tantissimi — e ne siamo felici —  a chiederci dove poter vedere il film in versione originale. Purtroppo però il nostro distributore USA Fox Searchlight ci ha chiesto di non predisporre copie in lingua originale a causa degli enormi problemi di pirateria del nostro Paese. Ce ne dispiace molto ma non avevamo alternative. Tutti gli altri paesi che escono in lingua originale, Francia compresa, aspetteranno l’uscita statunitense, prevista per settembre. Se, come ci auguriamo, il film avrà lunga vita, le poche copie in inglese (Roma, Milano e Firenze) che il nostro mercato consente, usciranno allora”.

Armiamoci, dunque, di molta pazienza, aspettando l’autunno per la versione originale. Youth – La Giovinezza è uscito in Italia il 20 maggio in contemporanea con Cannes ed è già primo al box office.

Fonti: Variety e Indigo

Youth – La Giovinezza: recensione del film di Paolo Sorrentino

Youth – La Giovinezza: recensione del film di Paolo Sorrentino

Prima di ogni cosa, prima del rimorso e del rimpianto, della consapevolezza e della redenzione, del cinismo e i capelli bianchi, vi è un unico, irripetibile elemento astratto che scorre nelle vene di tutti: Youth – La Giovinezza. Un fulmine che ci esplode nelle mani cogliendoci sempre impreparati, come diventare padri, iniziare un nuovo lavoro, essere in piena forma anche in età avanzata, quando quasi si vorrebbe abbracciare la malattia per sentirsi umani e simili agli altri. Nella sorpresa, tutto ci appare vicino, raggiungibile distendendo le braccia, e ci scopriamo impazienti di incontrare il nostro futuro. In realtà, invecchiando, la vista si fa più sfocata e gli oggetti, gli ambienti, i volti, più lontani, relegati nel limbo dei ricordi sospesi.

Youth – La Giovinezza, il film

A diventare più nitide sono soltanto le occasioni perdute, il tempo regalato alle persone sbagliate, l’amore non condiviso, frammenti che prendono forma e sembianza della nostra stessa solitudine. Paolo Sorrentino abbandona il cinismo e lo sfarzo di facciata de La Grande Bellezza per intraprendere un viaggio intimo, profondo e doloroso alla ricerca della vita e la sua essenza. Un’esperienza universale e nostalgica che fuoriesce dallo schermo e va a cercare lo spettatore fra le poltrone della sala per scuoterlo, per raccontargli come ogni capitolo della vita può sempre avere un epilogo scritto di nostro pugno. Il radicato pessimismo del film precedente è sorprendentemente messo da parte, il regista italiano compie un percorso inverso e anziché mostrare l’arresa definitiva prende coscienza del contrario, aprendosi all’ironia e alla vera, grande bellezza dell’essere al mondo.

Youth - La Giovinezza

Michael Caine si imbarca nel progetto della vita e mette a segno un’interpretazione magistrale, commovente, misurata e di immenso spessore, certo incompleta; è l’amico Harvey Keitel che chiude il cerchio, incarnando contrasti e contrari come in uno specchio capovolto. Ai loro piedi una Rachel Weisz romantica e delicata, un Paul Dano cinico e possente, una Jane Fonda scatenata ed energica che vende il suo personaggio al Diavolo. Chi invece più si avvicina alla controparte divina, a Dio, è Luca Bigazzi, che con la sua fotografia eleva luoghi, non-luoghi e metafore ad un livello superiore, ultraterreno.

La sua precisione chirurgica, i suoi colori, i movimenti di macchina e i dipinti a camera fissa amplificano i sentimenti del sottotesto trasformando Youth – La Giovinezza e il suo regista padroni indiscussi dell’estetica. Un’estetica complicata che più toglie alle inquadrature, più aggiunge al significato, un metodo paradossalmente più lineare e meno celebrativo di quanto visto fra le strade immortali di Roma e i fenicotteri sui tetti. Qui, adesso, fra le vette più alte della nostra maturità, vi sono solo vacche. Grezze e imponenti, sporche e rumorose, brutte e sciocche. Animali semplici, come tante e tante azioni della nostra vita che presto potrebbero diventare i nostri veri, autentici capolavori.

Youth – La giovinezza: 10 cose che non sai sul film

Youth – La giovinezza: 10 cose che non sai sul film

Secondo film di Paolo Sorrentino girato in lingua inglese, Youth – La giovinezza è stato presentato in concorso al Festival di Cannes nel 2015, dove ha ricevuto lodi per le interpretazioni e la regia di Sorrentino. Rivelatosi un discreto successo al botteghino, il film ha nel tempo guadagnato sempre più ammiratori, che vedono questa nuova pellicola come un nuovo tassello nel percorso cinematografico intrapreso dal regista di La grande bellezza.

Ecco 10 cose che non sai di Youth – La giovinezza.

Youth – La giovinezza: la trama del film

1. Ha per protagonista un anziano compositore. Le vicende del film ruotano intorno al personaggio di Fred, compositore e direttore d’orchestra ormai in pensione. L’uomo trascorre le proprie vacanze in un centro benessere svizzero, in compagnia dell’amico di lunga data Mick, regista al lavoro sul suo nuovo film. Attraverso l’incontro di curiosi personaggi e con il ricordo di tempi passati, Fred ricercherà ciò che sente di aver perso da tempo: la giovinezza.

Youth – La giovinezza: il cast del film

2. Ha un cast di celebri attori hollywoodiani. Protagonista nel ruolo di Fred è l’attore premio Oscar Michael Caine, mentre l’amico Mick è interpretato dal celebre Harvey Keitel. Accanto a loro recitano gli attori Rachel Weisz, nel ruolo della figlia di Fred, Paul Dano, nel ruolo di un attore in cerca di ispirazione, e Jane Fonda, nel ruolo di una celebre diva del cinema.

3. Il ruolo di Jane Fonda era stato scritto proprio per lei. Nel film l’attrice interpreta Brenda Morel, diva del cinema e amica del regista Mick, che l’ha resa celebre in gioventù. Pur apparendo soltanto per pochi minuti, l’attrice accettò di ricoprire il ruolo dopo che le fu detto che era stato scritto proprio pensando a lei.

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4. Mãdãlina Ghenea interpreta Miss Universo. Nel film vi è anche il cameo della giovane modella e attrice russa, la quale ricopre il ruolo di Miss Universo. Nel film l’attrice è nota per la sua scena di nudo nella vasca da bagno, nudo del quale gli attori Caine e Keitel non erano stati avvertiti. Le espressioni di sorpresa sui loro volti sono dunque spontanee.

Youth – La giovinezza: la colonna sonora del film

5. Il film contiene diversi celebri brani. Per accompagnare le suggestive immagini del film di Sorrentino, non potevano mancare alcuni brani particolarmente evocativi e celebri anche ad un ampio pubblico. Tra questi si annoverano You Got the Love dei The Retrosettes, She Wolf (Falling to Pieces), di David Guetta feat. Sia, Can’t Rely On You di Pharrell Williams, e Dirty Hair di David Byrne.

6. Un brano è stato nominato agli Oscar. Le musiche originali del film sono state composte invece da David Lang. Il brano ricorrente nel film, Simple Song #3, è stato in seguito nominato ai premi Oscar come miglior canzone originale, senza tuttavia riportare la vittoria.

Youth – La giovinezza: la location del film

7. L’hotel del film esiste davvero. Il film è stato girato principalmente a Flims e Davos, in Svizzera, ma alcune riprese sono state effettuate anche a Roma, Venezia e Londra. Lo Schatzalp Hotel è una struttura realmente funzionante, e si trova nel comune di Davos.

Youth – La giovinezza è in streaming

8. Il film è disponibile in streaming. Per gli amanti del film sarà possibile riguardarlo grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune piattaforme streaming. Nello specifico è possibile trovare la pellicola su Rakuten TV e Chili, dove basterà noleggiare il singolo film per poter riprodurre.

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Youth – La giovinezza: il trailer del film

9. Il trailer evoca delle atmosfere. Per mantenere un’aura di mistero intorno al nuovo film, il regista ha fatto realizzare un trailer ricco di immagini suggestive ma che lasciassero intendere poco o nulla circa la trama. L’intento di generare curiosità si è in seguito rivelato vincente, con numerosi spettatori accorsi a vedere il film al momento della sua uscita in sala.

Youth – La giovinezza: le frasi più belle del film

10. È ricco di frasi celebri. Come suo solito, Sorrentino ha costellato il film di celebri frasi e aforismi, divenuti in breve massimi esistenzialiste e dal profondo valore. Ecco alcune delle frasi più belle.

Hai detto che le emozioni sono sopravvalutate, ma è una stronzata: le emozioni sono tutto quello che abbiamo! (Harvey Keitel)

La leggerezza è un’irresistibile tentazione… perché la leggerezza è anche una perversione (Michael Caine)

Le monarchie fanno sempre tenerezza perché sono vulnerabili: basta eliminare una sola persona e all’improvviso ecco che il mondo cambia. Come nei matrimoni (Michael Caine)

Sto sempre andando a casa. Sto sempre andando alla casa di mio padre. (Paul Dano)

Fonte: IMDb

Your Voice in my Head: David Yates costretto ad abbandonare

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E’ stato costretto ad abbandonare il progetto di portare sullo schermo Your Voice in my Head David Yates, il regista degli ultimi quattro film di Harry Potter, che a causa di problemi

Your Name: Mark Webb dirigerà il remake americano

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Your Name: Mark Webb dirigerà il remake americano

Paramount e Bad Robot, la società di produzione di J.J.Abrams, hanno acquistato i diritti cinematografici di Your Name e lavoreranno insieme a Genki Kawamura e Lindsey Weber al remake americano del capolavoro d’animazione giapponese uscito nel 2016 diretto da Makoto Shinkai.

A dirigere queste nuovo adattamento in live action sarà Mark Webb, regista di 500 Giorni Insieme, The Amazing Spider-Man 1 e 2 e The Only Living Boy In New York, come confermato nelle ultime ore da Deadline.

La versione in arrivo avrà come protagonisti una giovane nativa americana proveniente da una zona rurale e un ragazzo di Chicago che scopriranno di poter cambiare corpo in modo straordinario e continuativo. Purtroppo un disastro rischierà di sconvolgere le loro vite, e i due dovranno viaggiare salvando i rispettivi mondi.

Kawamura ha così commentato la scelta di Webb:

Marc è stato il nostro primo candidato a dirigere questa interpretazione moderna del film, perché grazie a 500 Giorni Insieme abbiamo capito quanto talento avesse nel raccontare grandi storie d’amore […] Siamo certi che riuscirà a coinvolgere i fan dell’originale e un pubblico completamente nuovo con il bellissimo viaggio di questi personaggi. Insieme a J.J. Abrams, Eric Heisserer alla sceneggiatura, questo progetto ha ufficialmente il team che abbiamo sempre sognato“.

Fonte: Deadline

Your Name: Marc Webb abbandona il live action, ecco chi lo sostituirà

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Arriva da Deadline la notizia che Lee Isaac Chung, regista di Minari (vincitore del Gran Premio della Giuria all’ultima edizione del Sundance Film Festival), è stato ingaggiato dalla Paramount Pictures per occuparsi della regia e della sceneggiatura del live action di Your Name, film d’animazione giapponese del 2016 scritto e diretto da Makoto Shinkai.

Il live action, che sarà prodotto dalla Bad Robot di J.J. Abrams, era stato inizialmente affidato a Marc Webb, regista di 500 Giorni InsiemeThe Amazing Spider-Man 1 e 2 e The Only Living Boy in New YorkIl film giapponese originale racconta di un ragazzo e una ragazza di estrazione sociale differente che scoprono di potersi scambiare i corpi.

Your Name è ancora uno dei più grandi successi della storia del Giappone: il film ha incassato 303 milioni di dollari soltanto in patria e quando i diritti di sfruttamento sono stati resi disponibili nel 2017, è diventato un progetto estremamente conteso. Essendo J.J. Abrams un grande fan del film originale, la Paramount e la Bad Robot si sono date subito da fare per acquisirne i diritti.

Lee Isaac Chung rimaneggerà una bozza dello sceneggiatura ad opera di Emily V. Gordon. Quando il progetto era ancora nella mani di Webb, la sceneggiatura del film era stata scritta da Eric Heisserer (Arrival). Alla produzione figurerà anche Genki Kawamura, che aveva già prodotto il film originale.

La Paramount Pictures e la Bad Robot lavoreranno a contatto con la società giapponese Toho, produttrice del film originale. La Toho si occuperà della distribuzione del remake in Giappone.

Your Honor, recensione della serie con Bryan Cranston

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Your Honor, recensione della serie con Bryan Cranston

Disponibile a partire dal 24 febbraio su Sky Atlantic, in streaming su Noi Tv e su Sky Go per gli abbonati e On Demand, Your Honor segna il ritorno di Bryan Cranston alla serialità. La serie si fregia della prestigiosa etichetta Showtime, e porta la firma di chi di serie di alto livello se ne intende molto bene; si tratta infatti di un adattamento dall’originale israeliano realizzato da Peter Moffat (The Night Of) e prodotto da Robert e Michelle King (The Good Wife/The Good Fight).

La storia racconta di un giudice, il “your honor” del titolo, Michael Desiato. L’uomo lavora a New Orleans, dove vive insieme al figlio adolescente, Adam, dopo aver perso la moglie. Nel giorno dell’anniversario della morte della donna, il ragazzo decide di andare sull’uomo dell’incidente che ha tolto la vita alla madre, per lasciare un mazzo di fiori. Recatosi nel quartiere malfamato scenario della tragedia, il ragazzo viene aggredito da un gruppetto di teppisti, si spaventa e scappa in automobile. Purtroppo, nella fuga, si distrae e investe un ragazzo che a sua volta perde la vita.

Confuso e terrorizzato scappa a casa, e quando il giudice Desiato torna a casa, il ragazzo confessa tutto. Integerrimo e integro, Michael decide di accompagnare il figlio alla polizia, per costituirsi e tutelare il ragazzo, mentre fa la cosa giusta. Tuttavia, alla stazione di polizia scopre che il ragazzo che è morto nell’incidente causato da Adam è il figlio di uno dei grandi boss della città. Questo significa che qualora il ragazzo andasse in carcere per l’omicidio colposo del suo coetaneo, sarebbe comunque morto, visto che i tentacoli della malavita arrivano ovunque.

Your Honor 1x02Comincia così una vera e propria discesa all’inferno per il giovane Adam e per il giudice Desiato, da sempre difensore della legalità, uomo retto e ligio, che farà di tutto, tentando di aggirare il sistema, per tenere il figlio lontano dai sospettati, mentre il padre della vittima, il boss Jimmy Baxter, è ogni ora più vicino alla scoperta della verità.

Your Honor è il palcoscenico di Bryan Cranston

Your Honor si colloca a metà tra la serie thriller e drammatica, confezionata secondo una struttura procedurale classica vista però dalla prospettiva opposta rispetto alla tradizione. Se infatti in genere questo tipo di narrazione accompagna i buoni a scoprire le malefatte dei cattivi, in questo caso sono i cattivi, o per meglio dire i colpevoli, che tentando di precedere ogni mossa di chi indaga, cercano di nascondere le proprie tracce. Per quanto riguarda struttura e sviluppo, Your Honor è un prodotto abbastanza classico, scritto con grande abilità su una base narrativa molto solida. A dare ulteriore sostanza all’ottima scrittura c’è ovviamente un cast in stato di grazia, guidato da Bryan Cranston. L’amatissimo interprete di Walter White si getta anima e corpo in questo personaggio, in cui in maniera complessa e stratificata convivono l’uomo ligio e integerrimo e il padre spaventato, disposto a tutto per tutelare suo figlio. Lo sviluppo drammaturgia della serie si rispecchia in un crescendo drammatico che Cranston riesce a mettere in scena sempre con gusto ed equilibrio (la sua performance è nominata ai Golden Globes 2021), coadiuvato dal giovane Hunter Doohan e dal solido e bravissimo Michael Stuhlbarg, nei panni di un inquietante ed efferato antagonista.

Your Honor 1x09Pur passando di mano quattro volte (tra cui, per un episodio, anche in quelle di Cranston), la regia dello show è alquanto omogenea, rispecchiando più la visione d’insieme di Moffat che le velleità del singolo regista e questo giova sicuramente alla storia, che senza una sbavatura lascia tutti con il fiato sospeso, ed anche emotivamente provati, fino alla fine.

Your Honor offre dieci ore di ottima televisione, da gustare un episodio per volta, in modo tale da permettere alle forti emozioni evocate di stemperarsi nel corso di una settimana e di lasciar decantare quanto visto, come fosse un bicchiere di buon vino, per potersi gustare meglio tutta la bottiglia.

Your Highness – Sua maestà: trama e cast del film con James Franco

Da collocarsi nel pieno della commedia demenziale di carattere fantastico, il film You Highness – Sua maestà conduce gli spettatori in un tempo e in un luogo lontani, dove improbabili cavalieri e mostri mitologici sono all’ordine del giorno. A dirigere tale lungometraggio del 2011 vi è David Gordon Green, noto per essere stato regista di commedie ora convertitosi all’horror con i nuovi film di Halloween. Basato su una sceneggiatura dell’attore Danny R. McBride e di Ben Best, il film in questione vanta un cast di tutto rispetto, tra premi Oscar e altri noti nomi del panorama internazionale. Ciò che ne deriva è una follia in grado tanto di divertire quanto di intrattenere.

Your Highness – Sua maestà è stato un progetto a lungo cullato da Green e McBride, i quali volevano dar vita ad un’opera che rendesse a suo modo omaggio alle commedie fantasy degli anni Ottanta. Nel realizzarlo, pur limitati da un budget ridotto, hanno così dato vita ad una lunga serie di riferimenti a quello specifico immaginario. Concettualmente simile ad Anno Uno, con Jack Black, il film passa così con l’attraversare più generi, dal romantico al fantastico, dal demenziale allo pseudo horror. Non si tratta però di una vera e propria parodia, volutamente evitata dal regista e dagli sceneggiatori, i quali aspiravano invece a costruire una storia più omogenea.

Pur se accolto male dalla critica e da uno scarso incasso al box office, Your Highness – Sua maestà rappresenta ancora oggi un divertente esemplare di un genere non più particolarmente frequente. Riscoprirlo, consapevoli di star vedendo un’opera il cui unico scopo è divertire, è quanto mai lecito. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Your Highness – Sua maestà: la trama del film

Le vicende del film prendono vita nel momento in cui, in un epoca rinascimentale dove realtà e mito si fondono, il perfido mago Leezar rapisce Belladonna, la promessa sposa dell’eroico principe Fabious. Desideroso di provare il proprio valore e di poter riabbracciare la sua amata, questi decide di partire per una missione di salvataggio. Prima ancora che questa possa avere inizio, però, Fabious dà prova di tutta la sua incompetenza ed inadeguatezza al compito. Per aiutarlo, il re ordina al pigro principe Thadeus, fratello minore di Fabious, di accompagnarlo nella spedizione. Costretto con la minaccia di essere diseredato, questi si prepara così al viaggio, ignaro di quanto li attende.

Per loro fortuna, nella missione li accompagnerà anche la valorosa guerriera Isabel, l’unica che sembra realmente in grado di poter gestire la situazione. Questa, però, sembra avere i propri personali interessi nel portare a termine la missione, dimostrandosi più imprevedibile di quanto si potrebbe immaginare. Nel corso del loro viaggio, i tre si troveranno ad affrontare creature mostruose, malvagi cavalieri e innumerevoli altri pericoli. Pur di poter salvare la principessa, però, saranno disposti a tutto, anche a dar luogo alla più improbabile delle alleanza. Solo la loro unione potrà forse portarli sulla giusta strada.

Your Highness - Sua maestà cast

Your Highness – Sua maestà: il cast del film

Come anticipato, il cast è ricco di noti attori, a partire da James Franco, presente nei panni del principe Fabious. Per poter recitare questo ruolo, però, l’attore dovette sottoporsi a diversi mesi di addestramento nell’uso della spada. Alla fine, fu in grado di prendere personalmente parte ai combattimenti previsti senza il bisogno di controfigure. Danny McBride, celebre per i suoi numerosi ruoli comici in film come Strafumati e Tropic Thunder, interpreta invece il principe Thadeus. Nonostante il suo personaggio sia il minore dei due fratelli, l’attore è in realtà più grande di circa un anno rispetto a Franco. Accanto a loro, nei panni della principessa Belladonna vi è invece l’attrice Zooey Deschanel, celebre per la serie New Girl.

Ad interpretare il re e la regina vi sono gli attori Charles Dance e Iga Wyrwal. Il primo è divenuto noto, a partire da quello stesso anno, grazie al ruolo di Tywin Lannister nella serie Il Trono di Spade. Sono poi presenti Justin Theroux nei panni del perfido Leezar e Toby Jones in quelli di Julie, assistente traditore di Courtney. Quest’ultima, amica di Thadeus, è interpretata da Rasmus Hardiker. Infine, nei panni della guerriera Isabel, vi è la premio Oscar Natalie Portman. Quest’ultima aveva accettato di partecipare al film solo per poter, con il suo compenso, contribuire alla realizzazione de Il cigno nero. Questo riuscì però ad ottenere i finanziamenti necessari, e la Portman si trovò incastrata comunque a dover recitare in Your Highness – Sua maestà, per il quale aveva già firmato.

Your Highness – Sua maestà: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Your Highness – Sua maestà è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema e Google Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 23 marzo alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb