Dopo alti e bassi, conferme e smentite, sembra che il remake di It si farà, e si farà quest’anno. Pennywise il Clown arriverà sul grande schermo (il film realizzato negli anni ’90 era destinato alla televisione) secondo il produttore Roy Lee.
È stato lui a confermare che il film sarà rating – R e che lo studio prevede che le riprese inizieranno proprio quest’anno.
Parlando con Collider, Lee ha dichiarato: “Speriamo che le riprese cominceranno quest’anno. Abbiamo ottenuto il tax credit in California e Gary Doberman ha scritto la versione più recente della sceneggiatura. Alla regia è confermato Andy Muscetti (…) Si tratta di un film che sarà molto vicino al materiale di partenza, ma per un verso anche molto diverso da quella che potrebbe essere una versione letterale. Faremo un film dal punto di vista dei ragazzini epoi un altro film, dal punto di vista degli adulti che poi potremmo cucire insieme, come accade nel romanzo. Ma sarà un modo molto divertente di far eun film”.
Separato in due film, l’adattamento racconterà la storia di un gruppo di ragazzi che durante un’estate si confrontano con un mostro misterioso e mutaforma che appesta la cittadina dove abitano.
Nel 1990 It, di Stephen King, venne adattato per la tv con il grande Tim Curry nei panni di Pennywise.
Quando il progetto era nelle mani di Cary Fukunaga, Will Poulter era stato scelto per interpretare il villain, ma adesso non ci sono conferme in merito.
Fonte CBR


Da quest’anno infatti, oltra a Sky Cinema Oscar (304 della piattaforma satellitare), la messa in onda è prevista anche su Tv8 (canale 8 del digitale terrestre, ex Mtv8).

È come prendere un personaggio degli X-Men, imbottirlo di LSD e rispedirlo su schermo.”
Se le luci del
molto delicate come gli sbarchi degli immigrati che sognano l’Europa, ma non solo; al suo interno, oltre al materiale documentario, tanta finzione confezionata ad arte: “È la mia vocazione, cercare la verità fra il documentario e la finzione, non sono il solo in Italia a fare questo, anzi con molta umiltà dico che siamo in tanti, siamo un Paese all’avanguardia nel rompere il limite fra realtà e linguaggio cinematografico. Io amo farlo, l’ho fatto con Sacro G.R.A. vincendo Venezia e l’ho rifatto adesso, vincendo Berlino. Significa che il percorso che ho iniziato funziona. In questo caso particolare avevo anche il dovere di raccontare la mia verità, la verità di un luogo in cui si fronteggia la morte ogni giorno. Non possiamo girarci dall’altra parte di fronte ad un problema di tale gravità, anzi spero che questo film possa risvegliare le coscienze che dormono, che sono in letargo. Dobbiamo costruire un ponte umanitario per combattere queste mattanze.”
Con la cerimonia di premiazione terminata proprio qualche minuto fa, i riflettori su Berlino 2016 si sono definitivamente spenti anche quest’anno, l’anno della 66a edizione. Un’edizione, lasciatecelo dire poiché alla fin della fiera è il nostro compito, un po’ sotto tono rispetto agli anni passati. Nonostante questa sensazione, gli ottimi film di certo non sono mancati, come
Il Risveglio della Forza.
Messaggio a Social Unificati. Allora, così, tanto per dare anche notizie ufficiali, a marzo inizieranno le riprese di “Smetto Quando Voglio – Saga” che dureranno tipo un sacco, ancora lo stiamo capendo, roba di vari mesi comunque. Quello che vedete in foto è la cosa più importante ed è il frutto di quasi due anni di lavoro, l’ambizione è sempre la stessa, farvi fare due risate, ci vediamo al cinema il 2.2.2017
Parlando a
Basato sul celebre romanzo Iron Knight, Silver Vase di Wang Dulu (book 5 in the Crane-Iron Pentalogy) e scritto da John Fusco (Marco Polo), il film è prodotto da Harvey Weinstein (vincitore dell’Academy Award – The King’s Speech, The Artist) e Peter Berg (vincitore dell’Emmy Award – Friday Night Lights; Lone Survivor, Hancock), Sarah Aubrey (Friday Night Lights; Lone Survivor, Hancock) e prodotto a livello esecutivo da Morten Tyldum (Headhunters, The Imitation Game), Ralph Winter (X-Men franchise), Anthony Wong e Bey Logan (The Medallion).
erman in guerra, sorge qualcosa di nuovo che mette l’umanitá in un pericolo mai conosciuto prima”.
Proprio così, durante la prima cerimonia degli Oscar, anche conosciuti come
Quando nel 1928 Cedric Gibbons viene incaricato di creare un premio per la cerimonia, che avverrà poco più tardi, cerca di convincere in tutti i modi Emilio “Indo” Fernandez a posare per la statuetta. Ovviamente ci è riuscito e ancora oggi il premio porta i lineamenti dell’uomo.
Sappiamo esattamente quando ha avuto luogo la prima edizione, chi sono stati i vincitori dalla
Ha festeggiato 86 anni lo scorso dicembre, parliamo di Christopher Plummer, il più anziano vincitore di un premio Oscar. Ne aveva infatti 82 quando ha vinto nel 2013 per un ruolo di supporto.
L’Academy è spesso accusata di razzismo, ultime le polemiche innestate dal regista Spike Lee per le poche presenze di artisti di colore, ma a quanto pare il problema è più profondo. Nessuna attrice latina ha infatti mai vinto come migliore attrice, solo Salma Hayek è stata nominata nel 2003 per Frida.
Se chi consegna un premio è solitamente libero di improvvisare, di inventare introduzioni, vi è una cosa che non può assolutamente fare: non dire “and the Oscar goes to…”, ad esempio sarebbe un sacrilegio dire “il vincitore è…” e così via. Bisogna rispettare la formula classica.
È Tatum O’Neal la più giovane vincitrice di una statuetta in tutta la storia del premio, miglior ruolo di supporto a soli 10 anni grazie a Paper Moon nel 1973.
Il lavoro di Peter Jackson ha infatti dominato l’intera edizione numero 76, portando a casa tutte le statuette per cui era stato nominato, ben 11.

Ora però, nella storia presa in considerazione, ci sono un sacco di personaggi e situazioni che la Fox non può portare al cinema, come Occhio di Falco, Hulk e il Teschio Rosso per esempio, ma come suggerisce il sito, “la storia del fumetto è incredibilmente violenta, con decapitazioni, brutali omicidi e un eroe che soffre di improvvisi attacchi di sete di sangue”.