Quando non si ha più
niente da perdere, non esiste la paura di tentare il tutto per
tutto. Lasciata alle loro spalle una realtà difficile e violenta è
ora di combattere per ottenere finalmente una condizione migliore e
la nave Orizzonte è l’unica possibilità che hanno i migranti al
centro della storia raccontata dalla nuova serie Sky Original
Unwanted – ostaggi del mare. Da domani disponibili
in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW i due nuovi episodi
(quinto e sesto).
La situazione è ormai
fuori controllo con Tareq (Dada Bozela) e i suoi compagni che
tengono in ostaggio la sala di comando della nave. Arrigo (Marco
Bocci) viene sopraffatto dagli eventi e in un suo momento di
crisi ha un attacco di panico che permette a Edith di prendere il
timone della Orizzonte e dirottarla verso le acque maltesi. A
questo punto il capitano non ha alternative e lancia l’allarme alla
compagnia, che mette in campo l’esercito italiano. Tareq decide che
l’unica soluzione possibile è negoziare per riuscire a scendere
dalla nave senza essere riconsegnati ai libici. Intanto Diletta
(Denise Capezza) scopre di essere incinta e questo spinge suo
marito Nicola (Maro Palvetti) a qualificarsi carabiniere per dare
una mano alla security della nave, ma prende una decisione
sbagliata con una conseguenza potenzialmente fatale…
Unwanted –
ostaggi del mare è una serie in otto episodi prodotta da
Sky Studios insieme a Pantaleon Films e Indiana Production,
liberamente tratta da “Bilal” (edito da La nave di Teseo), il libro
inchiesta del giornalista sotto copertura Fabrizio Gatti sul
viaggio da lui intrapreso lungo le rotte del Sahara, popolate non
solo dai migranti che si spostano dall’Africa per raggiungere
l’Europa ma anche da quanti fanno affari lucrando sulla loro
disperazione. Alla regia di tutti gli episodi Oliver Hirschbiegel,
premiato regista tedesco divenuto celebre in tutto il mondo grazie
a titoli come La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler, Diana e il
film vincitore del Sundance Film Festival nel 2009 L’ombra della
vendetta – Five Minutes of Heaven.
Girata in inglese,
italiano, tedesco, francese e diversi dialetti africani, la serie è
interpretata da un numerosissimo cast multiculturale capitanato da
Marco Bocci e Jessica Schwarz, e che comprende Dada Bozela,
Hassan Najib, Jonathan Berlin, Jason Derek Prempeh, Cecilia Dazzi,
Francesco Acquaroli, Barbara Auer, Sylvester Groth, Marco Palvetti,
Denise Capezza, Nuala Peberdy, Samuel Kalambay, Amadou Mbow, Edward
Apeagyei, Reshny Massaka, Onyinye Odokoro, Massimo De Lorenzo, Scot
Williams.
Creata da Stefano Bises
(Esterno notte, The New Pope, Il Re, Speravo de morì
prima), Unwanted – ostaggi del mare è scritta
da Stefano Bises con la collaborazione di Alessandro Valenti,
Bernardo Pellegrini e Michela Straniero. La serie è prodotta per
Pantaleon da Dan Maag, Marco Beckmann, Patrick Zorer, Stephanie
Schettler-Koehler e dal produttore Sascha Rosemann che per primo ha
avuto l’idea di adattare il libro di Fabrizio Gatti; per Indiana è
prodotta da Fabrizio Donvito, Benedetto Habib, Daniel Campos
Pavoncelli e Marco Cohen. Produttori esecutivi per Sky Studios sono
Nils Hartmann, Sonia Rovai ed Erica Negri. NBCUniversal Global
Distribution è il distributore internazionale della serie per conto
di Sky Studios.
La trama del quinto
episodio di Unwanted – ostaggi del mare
Pensando di venire
riconsegnata ai Libici, Marem affida sua figlia di pochi mesi ad
una crocierista, Diletta. Tareq tiene in ostaggio la crew e vuole
che li portino in Italia. Arrigo in un momento di crisi ha un
attacco di panico. Edith prende formalmente il comando e ordina di
dirigersi verso le acque Maltesi. Mentre Edith si reca dai migranti
per rassicurarli, Arrigo manda l’allarme ufficiale alla compagnia.
Intanto, una crocierista si uccide lanciandosi dal ponte della
nave.
La trama del sesto
episodio di Unwanted – ostaggi del mare
Dopo l’allarme la nave è
tenuta sotto controllo dall’esercito. Tareq pretende di parlare con
loro per trovare un accordo. Sicura di essere salva, Marem chiede a
Diletta di riavere sua figlia e poco dopo Diletta scopre di essere
incinta. Il marito Nicola, carabiniere, offre il suo aiuto alla
security di bordo per risolvere la situazione e senza
autorizzazione si arma della sua pistola. Franco ha baciato Sophia,
la moglie gli chiede di sbarcare.
Brian
Johnson,
meglioconosciuto come il Re del Fegato
(The
Liver King),
ha costruito un impero del fitness online divorando carne cruda e
promuovendo uno stile di vita ancestrale completamente naturale,
supportato dai muscoli. Supportato da interviste a lui stesso, alla
sua famiglia e ai suoi soci in affari,
Untold: The Liver King,
disponibile suNetflix
dal 13 maggio, svela la storia avventurosa della rapida ascesa
del
Re del Fegato
alla fama online e le polemiche e le reazioni negative seguite allo
scandalo degli steroidi.
Untold: The Liver King
è diretto da
Joe Pearlman,
con la produzione esecutiva di
Gabe Turner, Sheldon Lazarus, James Goldston, Richard Thompson, Ben
Silverman, Howard Owens, Chapman Way
e
Maclain Way,
e prodotto da Bitachon 365 e Candle True Stories.
“Quando il Re del Fegato è apparso sul mio feed, io, come tanti
altri, sono rimasto folgorato”,
racconta il regista
Joe Pearlman
a Netflix.
“Volevo scoprire di più: chi fosse veramente e cosa stesse
succedendo. La verità era ancora più folle di quanto avrei mai
potuto immaginare.”
Untold: The Liver King – Immagine dal set
Chi è Brian
Johnson The Liver King?
Con la sua caratteristica barba
folta, allenamenti intensi e una dieta che ha fatto sollevare più
di un sopracciglio, Brian Johnson è diventato
famoso su Internet predicando le virtù dello “stile di vita
ancestrale” – uno stile di vita basato su principi
fondamentali che includono il consumo di cibi integrali, l’attività
fisica e il rifiuto delle comodità moderne. Milioni di persone lo
hanno seguito – ma alla fine, le accuse di ipocrisia hanno portato
a una resa dei conti pubblica.
Untold: The Liver King si
preoccupa meno di ciò che serve per costruire un fisico che di ciò
che serve per costruire un marchio. Cosa succede quando una persona
diventa un personaggio? Come vive una famiglia all’interno di un
mito? E qual è il costo per diventare il proprio eroe?
“Viviamo in un’epoca in cui si
possono raggiungere centinaia di milioni di persone senza passare
attraverso alcun tipo di controllo tradizionale”, afferma
Pearlman. “Nessun controllo dei precedenti: solo un telefono e
un ragazzo. Quando lo shock e l’indignazione ottengono
visualizzazioni, cosa sei disposto, o addirittura in grado, di
continuare a fare per rimanere in cima all’algoritmo?”
Dove guardare Untold: The Liver
King?
The Liver King è un altro
capitolo dell’acclamata serie UNTOLD, e il film debutterà su
Netflix
il 13 maggio.
Ecco un video rubato dal set di
Terrence Malick, sempre impegnato nelle riprese
del suo ultimo film senza titolo. Nel video si vedono
Natalie Portman e Michael
Il quinto
film d’animazione della Universal Pictures con la Illumination
Entertainment sta prendendo davvero una bella forma. Il film, che
al momento si intitola Untitled Pets
Project, ha già dalla sua un ottimo cast di
doppiatori, Louis C.K., Eric Stonestreet e
Kevin Hart, ai quali si aggiungono oggi
Hannibal Buress, Bobby Moynihan, Lake Bell e
Ellie Kemper.
Accanto a tutti questi talenti, si
aggiunge al cast anche Albert Brooks, che ha già
prestato la voce a Marlin in Alla Ricerca di
Nemo e che tornerà nel simpatico pesce pagliaccio per
Finding Dory. L’attore è in trattative
per dare voce ad un personaggio che si chiama Tiberius.
Nel film il personaggio di
Louis C.K. sarà un terrier da soccorso che si
incontra con i suoi amici animali in un palazzo di New York dopo
che i loro padroni sono andati a lavoro. La vita del terrier è
minacciata dall’arrivo di un bastardino, con la voce di
Stonestreet, che il suo padrone ha trovato per strada. I due cani,
che dopo un po’ fanno amicizia, si ritroveranno per le strade di
New York in compagnia di un coniglietto, con la voce di Hart, e si
troveranno a dover sventare un piano di vendetta sul genere umano
ordito da una banda di animali randagi, facendo però attenzione a
tornare a casa per la cena.
Il prossimo attesissimo progetto
della Illumination è lo spin off sui Minions di
Cattivissimo Me.
Sony ha confermato
che l’imminente adattamento cinematografico di Until
Dawn si discosterà in modo significativo dal
gioco, differenziando il film dal materiale di partenza. Basato
sull’omonimo videogioco del 2015, il
prossimo film di Until Dawn segue un gruppo di
personaggi terrorizzati da misteriose forze soprannaturali. Nel
gioco, questo accade quando un gruppo di amici pernotta insieme in
una baita e il giocatore deve fare delle scelte che determinano chi
vivrà per tutto il gioco e chi morirà lungo il percorso.
Ora, parlando a una presentazione
durante il CES 2025 (via TechRadar), Sony ha confermato che il prossimo
adattamento cinematografico di Until Dawn , che uscirà il
25 aprile 2025, sarà caratterizzato da una nuova storia e
da nuovi personaggi. La conferma dello studio significa
che il film non sarà un adattamento diretto del gioco. Al
contrario, seguirà un gruppo diverso di persone con una nuova
trama, con l’unico ritorno di Peter Stormare nel ruolo del Dr. Alan
J. Hill.
Il regista
David F. Sandberg ha anche postato su Instagram un video del
discorso sul film al CES. Durante il discorso, è stato confermato
che appariranno alcuni elementi del gioco e che si tratterà di un
“omaggio” alla storia originale. Stormare conferma
anche il suo ritorno insieme alla nuova storia e ai nuovi
personaggi, affermando che il film è perfetto sia per i
fan che per i nuovi arrivati. Il video di Sandberg può essere visto
qui sotto:
Cosa significa la nuova storia di Until Dawn per
l’adattamento cinematografico
Le scelte più importanti di
Until Dawn riguardano la vita o la morte del personaggio
in determinate situazioni. L‘interattività del giocatore è
una parte importante del gioco, che si basa anche su
elementi slasher e di terrore soprannaturale per offrire
un’esperienza horror unica. Tuttavia, la notizia che l’adattamento
cinematografico avrà un cast e una storia diversi significa che
alcuni elementi non verranno riproposti. Uno dei principali è lo
Psycho, un cattivo slasher che è in realtà un personaggio del
gioco, motivato da un evento importante che è il motivo per cui i
personaggi si recano alla baita.
Tuttavia, il film potrebbe
continuare a utilizzare gli stessi elementi soprannaturali, come i
wendigo, che sarebbero facili da inserire in una storia
originale grazie alla loro versatilità. Purtroppo, questo significa
che personaggi classici come Josh (Rami Malek),
Sam (Hayden Panettiere) e Mike (Brett
Dalton) non torneranno in nessuna veste. Tuttavia, ciò
significa che il nuovo cast interpreterà personaggi diversi a cui
il pubblico potrà affezionarsi prima dell’inizio degli orrori, e
che l’adattamento del videogioco live-action si differenzierà per
questa decisione.
Maia Mitchell,
Belmont Cameli e Peter Stormare
sono entrati a far parte del cast di Until
Dawn, l’adattamento cinematografico di Sony Screen
Gems e PlayStation Productions del videogioco horror di successo.
Come riportato da THR, tre si aggiungono a
Ella Rubin, Michael Cimino,
Ji-young Yoo e Odessa A’zion nel
cast della produzione, le cui riprese inizieranno a metà agosto.
David F. Sandberg, che ha diretto l’ultima volta
Shazam!
Furia degli Dei, torna al genere horror con questo
progetto e si riunisce al suo sceneggiatore-produttore di Annabelle
2: Creation, Gary Dauberman.
Di cosa parla Until
Dawn?
Uscito per la prima volta nel
2015, Until
Dawn è un videogioco horror interattivo che segue otto
amici e nemici che vengono riuniti in un remoto rifugio di
montagna. Con scenari di vita o di morte che presentano un
misterioso assassino, wendigo cannibali, una funivia e una grotta
mineraria di vecchia data che si riverbera nel presente, i membri
del gruppo devono lottare contro le loro paure se vogliono sperare
di superare la notte tutti interi.
Non è chiaro come la versione
cinematografica affronterà il compito di tradurre i numerosi
percorsi e scenari di Until
Dawn, ma l’adattamento è stato descritto come una
terrificante lettera d’amore al genere horror, incentrata su un
cast corale. Non è chiaro nemmeno chi Maia Mitchell e Belmont
Cameli interpreteranno. Tuttavia, secondo gli addetti ai lavori,
Stormare riprenderà il ruolo del terapeuta Dr. Hill, in un richiamo
al gioco.
“Desideravo tornare a fare
horror dopo
Lights Out e Annabelle
2: Creation, e questo film esplora i molti grandi sottogeneri
dell’horror per creare l’esperienza più terrificante
possibile”, ha detto Sandberg in una dichiarazione a The
Hollywood Reporter. “Catturando l’essenza del gioco ma con
nuovi personaggi, serve come una grande introduzione stand-alone al
mondo per i nuovi arrivati e offre qualcosa di nuovo che i fan del
gioco apprezzeranno“.
Prima di prendere il timone di
Shazam!,
il regista David F. Sandberg si è cimentato in
progetti horror come Lights Out e Annabelle:
Creation. Shazam! Furia degli Dei ha poi fatto fiasco in quelli
che si sono rivelati 365 giorni terribili per il DCEU nel 2023, e
ora il regista si lascia alle spalle i supereroi per tornare
all’horror con un adattamento del gioco per PlayStation Until
Dawn.
Tuttavia,
come già anticipato, il film si discosterà molto dal gioco,
seguendo la strada dei loop temporali e facendo in modo che questi
amici ricomincino da capo la loro giornata dopo essere morti. Ogni
volta che tornano indietro, avranno a che fare con un nuovo genere
horror, un concetto intrigante… che ha però poco o nulla a che fare
con il gioco. Per quel che vale, l’insider @Cryptic4KQual ha recentemente
condiviso: “Le persone che amavano il gioco e che hanno
partecipato alle proiezioni di prova del film non sembravano
apprezzare il film, ma gli spettatori della prima ora sembravano
apprezzarlo molto”.
Quindi, un film horror solido, ma
non necessariamente l’adattamento che i giocatori avrebbero voluto.
Ora, sui propri social la Sony ha diffuso un nuovo video che, oltre
ad alcune prime scene del film, ci offre un commento del regista,
il quale spiega l’approccio al film. Di seguito, ecco il “first
look” di Until
Dawn:
Cosa significa la nuova storia di
Until Dawn per l’adattamento cinematografico
Le scelte più importanti di
Until Dawn riguardano la vita o la morte del personaggio
in determinate situazioni. L‘interattività del giocatore è
una parte importante del gioco, che si basa anche su
elementi slasher e di terrore soprannaturale per offrire
un’esperienza horror unica. Tuttavia, la notizia che l’adattamento
cinematografico avrà un cast e una storia diversi significa che
alcuni elementi non verranno riproposti. Uno dei principali è lo
Psycho, un cattivo slasher che è in realtà un personaggio del
gioco, motivato da un evento importante che è il motivo per cui i
personaggi si recano alla baita.
Tuttavia, il film potrebbe
continuare a utilizzare gli stessi elementi soprannaturali, come i
wendigo, che sarebbero facili da inserire in una storia
originale grazie alla loro versatilità. Purtroppo, questo significa
che personaggi classici come Josh (Rami
Malek), Sam (Hayden Panettiere) e
Mike (Brett Dalton) non torneranno in nessuna
veste. Tuttavia, ciò significa che il nuovo cast interpreterà
personaggi diversi a cui il pubblico potrà affezionarsi prima
dell’inizio degli orrori, e che l’adattamento del videogioco
live-action si differenzierà per questa decisione.
Di cosa parla Until Dawn?
Uscito per la prima volta nel
2015, Until
Dawn è un videogioco horror interattivo che segue otto
amici e nemici che vengono riuniti in un remoto rifugio di
montagna. Con scenari di vita o di morte che presentano un
misterioso assassino, wendigo cannibali, una funivia e una grotta
mineraria di vecchia data che si riverbera nel presente, i membri
del gruppo devono lottare contro le loro paure se vogliono sperare
di superare la notte tutti interi.
Ad un mese dal primo trailer,
Sony Pictures Entertainment ha rilasciato un
nuovo trailer di Until Dawn: Fino all’alba,
il nuovo horror diretto da David F. Sandberg
(Annabelle
2: Creation, Shazam!,
Shazam! Furia degli dei) e scritto da Blair
Butler (The Ceremony – Invito mortale) e Gary
Dauberman (Annabelle, Annabelle 2: Creation, The Nun –
La vocazione del male, Annabelle 3, It e It –
Capitolo due) ed tratto dall’omonimo videogioco di
PlayStation Studios.
Nel cast ci sono Ella
Rubin (Anora), Michael Cimino
(Annabelle 3, Love, Victor), Odessa
A’zion (Hellraiser), Ji-young
Yoo (Freaky Tales), Belmont
Cameli (Ti giro intorno), Maia
Mitchell (Una torta per l’uomo giusto) e
Peter Stormare (Constantine, Educazione
siberiana, John Wick – Capitolo 2). Until Dawn: Fino
all’alba sarà nelle sale italiane dal 24
aprile prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle
Pictures.
La trama di Until Dawn: Fino all’alba
Un anno dopo la misteriosa
sparizione di sua sorella Melanie, Clover e i suoi amici si recano
nella remota valle in cui è scomparsa, in cerca di risposte.
Esplorando un centro visitatori abbandonato, i ragazzi sono
inseguiti da un assassino mascherato e orribilmente uccisi uno dopo
l’altro… per poi svegliarsi e ritrovarsi all’inizio della stessa
notte. Intrappolati nella valle, sono costretti a rivivere l’incubo
ripetutamente ma ogni volta la minaccia dell’assassino è diversa,
ciascuna più terrificante della precedente. La speranza diminuisce
quando il gruppo si rende conto di poter morire per un numero
limitato di volte e che l’unico modo per fuggire è sopravvivere
fino all’alba.
Il finale di Until Dawn:
fino all’alba è sorprendentemente dolce per i personaggi
del film, ma lascia anche intendere come il gioco omonimo sia
collegato alla trama del film. Basato sull’omonimo titolo della
Supermassive Games, Until Dawn: fino all’alba segue
un gruppo di adolescenti in un luogo remoto alle prese con creature
mostruose come il Wendigo. Il film apporta alcune modifiche
significative rispetto all’originale, introducendo nuovi
personaggi, elementi soprannaturali e cambiamenti sostanziali alla
trama.
Tuttavia, il film trova anche
alcuni modi originali per collegarsi al gioco che lo ha ispirato.
Infatti, una delle prime apparizioni di un attore importante del
gioco si rivela essere un collegamento molto più articolato che
getta le basi per un seguito cinematografico del film horror. Ecco
come il finale di Until Dawn: fino all’alba (la
nostra recensione) si confronta con il videogioco che lo
ha ispirato e come i momenti finali del film collegano direttamente
i due.
Il dottor Hill è davvero morto
in Until Dawn: fino all’alba?
Il dottor Hill potrebbe essere
più misterioso di quanto chiunque abbia mai sospettato
Uno degli elementi più misteriosi
di Until Dawn è il ruolo del dottor Hill e il suo apparente
legame con il ciclo di morte in cui i protagonisti finiscono
intrappolati. Inizialmente presentato come una figura disponibile
in una stazione di servizio locale, il dottor Hill si rivela
ossessionato dalla ricerca sull’horror e dall’impatto che può avere
sulle persone. Mentre osserva il gruppo da lontano, offre
commenti e persino alcuni consigli su come fuggire dalla casa.
Tuttavia, viene comunque ritratto come una forza antagonista,
piuttosto che come il personaggio moralmente ambiguo che era nel
gioco.
Questo rende la sua apparente morte
per mano di Clover ancora più soddisfacente, poiché diventa vittima
dell’esplosione dell’acqua. Tuttavia, Until Dawn: fino
all’alba non suggerisce necessariamente che il dottor
Hill sia morto per sempre. È del tutto possibile che ora faccia
parte del ciclo della morte e che verrà riportato in vita fino a
quando non riuscirà a fuggire dalla casa. È anche possibile che sia
ancora più direttamente collegato agli elementi soprannaturali di
quanto sembri inizialmente, nel qual caso il collegamento del film
con il gioco originale nei momenti finali del film è ancora più
straziante.
Come la baita innevata ripresa
dalle telecamere del dottor Hill si collega al gioco
I momenti finali del film
suggeriscono che il film e il gioco condividono lo stesso
universo
Nell’ufficio del dottor Hill ci
sono diverse telecamere che rivelano come egli potesse osservare da
lontano la carneficina che si è consumata nel corso del film. Nei
momenti finali di Until Dawn: fino all’alba, le telecamere
si spostano in un nuovo scenario, una baita innevata in montagna.
Questo sembra essere un riferimento diretto al videogioco Until
Dawn, che si svolgeva proprio in quell’ambientazione. Questo
suggerisce che la baita diventerà il prossimo obiettivo degli
esperimenti e delle analisi di Hill, rendendo il film un prequel
diretto del gioco.
È un’idea interessante, poiché
aggiunge anche alcuni nuovi colpi di scena alla trama del gioco. A
parte alcuni nomi dei personaggi e una sorella scomparsa che si
rivela essere diventata un wendigo, il film e le versioni del
gioco di Until Dawn: fino all’alba sono storie molto
diverse. Il dottor Hill appariva nel gioco come personaggio che
parlava al pubblico, oltre che come psichiatra di uno dei
personaggi, Josh. Ancora sconvolto dall’apparente morte delle sue
sorelle, Josh ha anche allucinazioni del dottor Hill durante tutta
la narrazione del gioco.
Il suggerimento del film che il
dottor Hill sia in qualche modo soprannaturale aggiunge un nuovo
livello oscuro a quella rivelazione del gioco, poiché
suggerisce che Hill potrebbe non essere stato solo un frutto
dell’immaginazione di Josh. Allo stesso modo, Hill potrebbe essere
semplicemente apparso davanti a Clover, e non sarebbe nemmeno
l’unico attacco alla percezione che viene effettuato nel film. Il
fatto che Hill discuta delle paure del giocatore durante Until
Dawn: fino all’alba, insieme alle rivelazioni sulla sua
ossessione per i suoi effetti, spinge Hill contro la quarta parete
in modo interessante.
I personaggi di Until Dawn:
fino all’alba sono liberi dal ciclo della morte per
sempre?
Ella Rubin, Michael Cimino, Odessa A’zion, Ji-young Yoo e Belmont
Cameli in Until Dawn – Fino all’Alba – Cortesia di Eagle
Pictures
Alla fine di Until Dawn,
tutti e cinque i membri del gruppo – Clover, Max, Nina, Megan e
Abel – riescono a sfuggire al loop sopravvivendo alla notte e
arrivando all’alba. Dopo aver sfiorato la morte per mano dei
wendigo, essersi liberati dal dottor Hill e aver sfuggito i killer
mascherati nella città distrutta nascondendosi sottoterra, i cinque
raggiungono la loro auto e se ne vanno. Questo suggerisce che i
cinque hanno davvero fatto ciò che nessuno prima di loro era
riuscito a fare, sfuggendo al ciclo della morte.
La cosa interessante del ciclo
della morte in Until Dawn è che in realtà non esisteva nel
gioco che ha ispirato il film. Until Dawn, essendo un
videogioco, permette ai giocatori di annullare facilmente eventi
letali e ripetere determinate azioni, con il risultato che alcuni
personaggi subiscono molte morti durante una partita. Pertanto, non
c’è alcuna tradizione legata al conto alla rovescia della morte,
poiché era inteso come un mezzo per adattare la meccanica naturale
del gioco del respawn. È un’idea creativa, ma non c’è alcuna
indicazione che i ragazzi del film siano ancora intrappolati nel
ciclo della morte.
Come il finale di Until
Dawn: fino all’alba si confronta con i videogiochi
Ella Rubin in Until Dawn – Fino all’Alba – Cortesia di Eagle
Pictures
Il finale del film Until Dawn è
in linea con il miglior finale del gioco
Parte del fascino del gioco
Until Dawn è che si tratta di un approccio molto simile a
un’avventura interattiva in cui il giocatore può scegliere il
proprio percorso narrativo. Le scelte del giocatore influenzano la
trama, con il “Butterfly Effect” del gioco che consente molti
finali possibili. Il finale più felice del gioco è molto simile al
climax del film, con l’intero cast di adolescenti in pericolo che
sfugge ai wendigo che li inseguono. Tuttavia, la natura flessibile
della trama del gioco fa sì che in alcune partite solo pochi
personaggi riescano effettivamente a fuggire.
In Until Dawn, ci sono tre
varianti di finale: uno in cui tutti sopravvivono, molti in cui
alcuni sopravvivono e uno in cui nessuno sopravvive, per un totale
di 256 possibili varianti di questi tre finali.
In altri, nessuno degli adolescenti
riesce a sopravvivere alla trama. Tuttavia, il finale del gioco
presenta due grandi cambiamenti rispetto al film. Il videogioco,
indipendentemente dai sopravvissuti, porta la polizia a indagare
sull’apparente caos allo chalet. Al contrario, il ciclo di morte
che vivono i personaggi principali del film non sembra attirare
alcuna attenzione esterna. C’è anche la presenza di Hill nel film,
che è un personaggio molto più malvagio che nel gioco e che sembra
essere ancora in circolazione dopo la fine della storia.
Come Until Dawn: fino
all’alba prepara un sequel
Until Dawn – Fino all’Alba – Cortesia di Eagle
Pictures
Until Dawn 2 potrebbe essere un
adattamento diretto del gioco originale
La trama principale di Until Dawn,
incentrata su Clover e i suoi amici, viene risolta in modo
abbastanza soddisfacente alla fine del film, con il gruppo che
parte dalla casa completamente unito. Questo suggerisce che non ci
sono molti motivi per tornare sui personaggi, a meno che non
vengano rivelati ulteriori dettagli sul ciclo di morte e sulla sua
portata. Sebbene tutti gli attori siano stati divertenti nei loro
ruoli, i loro archi narrativi all’interno del film e la loro
crescita personale come gruppo sembrano completi alla conclusione
della storia.
L’accenno alla baita innevata
[nel finale di Until Dawn] potrebbe anche preparare il terreno per
un adattamento più diretto del gioco originale, che potrebbe
incorporare il ciclo della morte.
Tuttavia, l’intera struttura e i
momenti finali di Until Dawn gettano le basi per ogni
tipo di sequel o prequel. Sarebbe facile rivisitare qualsiasi
vittima precedente del ciclo della morte, il che potrebbe spiegare
le origini complete dell’assassino mascherato, della strega
decrepita o dei wendigo. Le espansioni del franchise potrebbero
approfondire ulteriormente la tradizione, offrendo una spiegazione
migliore di cosa siano i misteriosi giganti sotto la pioggia.
L’accenno alla baita innevata potrebbe anche preparare il terreno
per un adattamento più diretto del gioco originale, che potrebbe
incorporare il ciclo della morte.
Il vero significato di
Until Dawn: fino all’alba
Il potere dell’amicizia è
abbastanza forte da sconfiggere i cliché dell’horror
Until Dawn è una lettera
d’amore al genere horror nel suo complesso, con il ciclo della
morte che permette ai realizzatori di sbizzarrirsi con diversi tipi
di cliché e archetipi iconici dell’horror. Tuttavia, al centro
della storia (nel gioco e nel film) c’è un sottofondo
sull’importanza dell’amicizia. Nel gioco, i personaggi devono
spesso fare affidamento l’uno sull’altro per sfuggire a situazioni
pericolose o uscirne vivi. Questo è simile al film, dove il rifiuto
di Clover di fuggire dal loop se uno dei cinque muore mostra un
profondo senso di lealtà.
Nonostante i difetti e i momenti di
egoismo dei personaggi, alla fine rifiutano di voltarsi l’uno
contro l’altro e collaborano. Per questo motivo, riescono
effettivamente a sfuggire al ciclo della morte con le loro anime
intatte. È un messaggio sorprendentemente dolce in mezzo a tutto
il sangue e la violenza del film, con il lieto fine per Clover
e i suoi amici che assicura che Until Dawn non
finisca con una nota troppo cupa, anche se suggerisce che l’orrore
di questo mondo non è ancora finito.
Le prime immagini di Until
Dawn: Fino all’alba, il nuovo horror prodotto da Sony
Pictures. Il film è diretto da David F. Sandberg
(Annabelle 2: Creation, Shazam!,
Shazam! Furia degli dei) e scritto da Blair
Butler (The Ceremony – Invito mortale) e Gary
Dauberman (Annabelle, Annabelle 2: Creation, The
Nun – La vocazione del male, Annabelle 3, It e
It – Capitolo due) ed è tratto dal
videogioco di PlayStation Studios.
Nel cast ci sono Ella
Rubin (Anora), Michael Cimino (Annabelle
3, Love, Victor), Odessa A’zion (Hellraiser),
Ji-young Yoo (Freaky Tales), Belmont
Cameli (Ti giro intorno), Maia Mitchell
(Una torta per l’uomo giusto) e Peter Stormare
(Constantine, Educazione siberiana, John Wick – Capitolo 2).
Until Dawn: Fino all’alba sarà nelle sale italiane
dal 24 aprile prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle
Pictures.
La trama di Until Dawn: Fino all’alba
Un anno dopo la misteriosa
sparizione di sua sorella Melanie, Clover e i suoi amici si recano
nella remota valle in cui è scomparsa, in cerca di risposte.
Esplorando un centro visitatori abbandonato, i ragazzi sono
inseguiti da un assassino mascherato e orribilmente uccisi uno dopo
l’altro… per poi svegliarsi e ritrovarsi all’inizio della stessa
notte. Intrappolati nella valle, sono costretti a rivivere l’incubo
ripetutamente ma ogni volta la minaccia dell’assassino è diversa,
ciascuna più terrificante della precedente. La speranza diminuisce
quando il gruppo si rende conto di poter morire per un numero
limitato di volte e che l’unico modo per fuggire è sopravvivere
fino all’alba.
Il nuovo trailer di Until Dawn:
Fino all’alba, il nuovo horror prodotto da Sony Pictures. Il
film è diretto da David F. Sandberg
(Annabelle 2: Creation, Shazam!,
Shazam! Furia degli dei) e scritto da Blair
Butler (The Ceremony – Invito mortale) e Gary Dauberman
(Annabelle, Annabelle 2: Creation, The Nun –
La vocazione del male, Annabelle 3, It e
It – Capitolo due) ed è tratto dal videogioco di
PlayStation Studios.
Nel cast ci sono Ella Rubin
(Anora), Michael Cimino
(Annabelle 3, Love, Victor),
Odessa A’zion (Hellraiser), Ji-young Yoo
(Freaky Tales), Belmont Cameli
(Ti giro intorno), Maia Mitchell
(Una torta per l’uomo giusto) e Peter
Stormare (Constantine, Educazione
siberiana, John Wick – Capitolo 2).
Until Dawn: Fino all’alba sarà nelle sale italiane dal
24 aprile prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle
Pictures.
La trama di Until Dawn: Fino all’alba
Un anno dopo la misteriosa
sparizione di sua sorella Melanie, Clover e i suoi amici si recano
nella remota valle in cui è scomparsa, in cerca di risposte.
Esplorando un centro visitatori abbandonato, i ragazzi sono
inseguiti da un assassino mascherato e orribilmente uccisi uno dopo
l’altro… per poi svegliarsi e ritrovarsi all’inizio della stessa
notte. Intrappolati nella valle, sono costretti a rivivere l’incubo
ripetutamente ma ogni volta la minaccia dell’assassino è diversa,
ciascuna più terrificante della precedente. La speranza diminuisce
quando il gruppo si rende conto di poter morire per un numero
limitato di volte e che l’unico modo per fuggire è sopravvivere
fino all’alba.
Until
Dawn: fino all’alba risolve tutto piuttosto bene
alla fine del film, ma c’è una scena dopo i titoli di coda in
questo film horror? Diretto da David F. Sandberg con una
sceneggiatura di Gary Dauberman e Blair Butler, l’adattamento
dell’omonimo videogioco trascina cinque adolescenti in un ciclo di
morte raccapricciante e rinascita improvvisa mentre cercano di
trovare una via d’uscita dalla loro situazione. Il film è una
lettera d’amore al genere horror nel suo complesso, con un
approccio dark-comico alla sua cupa rivisitazione di Ricomincio
da capo.
Sebbene Until Dawn: fino
all’alba (la
nostra recensione) si concluda con una nota abbastanza
conclusiva, ci sono abbastanza fili conduttori da esplorare che non
sarebbe sorprendente vedere una scena post-crediti che anticipi
altri easter egg o future direzioni per l’universo. Until Dawn:
fino all’alba ha persino una scena che in genere verrebbe
tenuta da parte come scena post-crediti. Tuttavia, il film horror
adotta un approccio leggermente diverso a questo tipo di ritmo.
Until Dawn: fino all’alba non
ha una scena post-crediti
Until Dawn: fino all’alba non
ha scene extra dopo i titoli di coda
Until Dawn: fino all’alba non
include scene aggiuntive alla fine dei titoli di coda, poiché
la scena che avrebbe avuto più senso inserire in quello spazio
appare proprio alla fine del film vero e proprio. Until Dawn
si conclude con una nota abbastanza conclusiva per i personaggi
principali, anche se il mondo non viene spiegato nella sua
interezza. Clover, Max, Nina, Megan e Abel sfuggono al ciclo di
morte e rinascita del film arrivando all’alba, che permette loro di
sfuggire ai mostri, agli assassini e ai misteri che si nascondono
appena sotto la superficie della casa.
Mentre il cast principale cavalca
letteralmente verso un futuro più luminoso, la scena finale del
film torna nell’ufficiodel malvagio dottor Hill, che
sembrava essere morto dopo aver bevuto l’acqua esplosiva. Tuttavia,
le telecamere di sicurezza si riaccendono e si spostano su una
baita innevata nel bosco, apparentemente l’ambientazione del gioco
originale che ha ispirato il film. La risata minacciosa di Hill
suggerisce che è ancora nei paraggi, un’anticipazione di futuri
sviluppi che di solito sarebbe stata inserita nei titoli di coda,
ma che invece è stata aggiunta alla conclusione del film.
Come Until Dawn prepara un
sequel senza usare una scena post-crediti
Until Dawn: fino
all’alba prepara un sequel che è un adattamento più diretto
del gioco originale
Until Dawn: fino all’alba
potrebbe aver chiuso con Clover e il suo gruppo di amici, ma la
sequenza finale del film suggerisce che i pericoli rappresentati
dal dottor Hill non sono ancora finiti. La scena finale
suggerisce che gli eventi del videogioco potrebbero svolgersi nello
stesso universo del film, il che significa che la trama di un
gruppo di adolescenti riuniti in una baita innevata potrebbe essere
il prossimo esperimento di Hill per vedere fino a che punto la
paura e l’orrore possono spingere le persone. Questo potrebbe
preparare il terreno per un sequel di Until Dawn.
Un possibile sequel potrebbe
riportare i personaggi del film per un altro ciclo, o riunire un
nuovo gruppo di personaggi più simili ai loro equivalenti del
videogioco. In entrambi i casi, questo solleva retroattivamente
domande sul ruolo di Hill in quel gioco, in particolare sul
modo in cui appare a Josh come un’allucinazione. Sebbene in
precedenza questo fosse visto come un segno dell’instabilità di
Josh nella storia, il potenziale aspetto soprannaturale del
personaggio solleva nuove domande. Until Dawn non
aveva bisogno di una scena post-crediti, perché si assicurava di
mantenere quel teaser sulle direzioni future nel tempo effettivo
del film.
Il regista David F.
Sandberg, noto per aver diretto gli horror Lights
Out e Annabelle
2: Creation, ma ancheShazam! eShazam!
Furia degli Dei, ha ora trovato il suo prossimo progetto
cinematografico. Si tratta dell’adattamento del videogioco horror
interattivo del 2015, Until Dawn. Secondo
il THR, Sandberg dirigerà il film
per Screen Gems e PlayStation Productions, mentre lo scrittore di
Annabelle
e
The Nun, Gary Dauberman, lavorerà a una
nuova versione della sceneggiatura, originariamente scritta dallo
sceneggiatore di The Invitation, Blair
Butler.
Dauberman, che l’anno scorso ha
firmato un accordo di prima visione con Screen Gems e Sony per la
realizzazione di una serie di film horror, produrrà il progetto con
il suo marchio Coin Operated. Sandberg e Lotta
Losten saranno invece anche produttori del film attraverso
la loro società Mangata, così come Roy Lee di
Vertigo Entertainment e Asad Qizilbash e
Carter Swan di PlayStation Productions. Per chi
non avesse familiarità con Until Dawn, in questo
videogioco si assume il controllo di otto personaggi che devono
sopravvivere sulla Blackwood Mountain, dove le loro vite vengono
minacciate da alcune raccapriccianti creature.
Il gioco presenta un sistema a
effetto farfalla in cui i giocatori devono fare delle scelte che
possono cambiare drasticamente la storia. Tutti i personaggi
giocabili possono sopravvivere o morire, a seconda delle scelte
fatte. Tra i personaggi, particolarmente importante è Josh,
interpretato tramite motion capture dall’attore Rami Malek. Si tratta dunque di un progetto
che sulla carta sembra particolarmente adatto a Sandberg, formatosi
proprio con il genere horror e dimostratosi più volte abile nel
costruire scenari particolarmente spaventosi. Non resta dunque che
attendere maggiori aggiornamenti su questo suo nuovo progetto.
Screen Gems e PlayStation
Studios hanno ufficialmente dato il benvenuto a quattro
giovani attori che si uniranno al cast di Until
Dawn per l’attesissimo adattamento live-action del
popolare franchise di videogiochi horror. Il progetto arriva dopo
quasi un decennio da quando Supermassive Games e
Sony avevano lanciato per la prima volta il videogioco
interattivo.
“Alla PlayStation Productions
siamo sempre alla ricerca di modi creativi e autentici per adattare
i nostri amati giochi in modo che i nostri fan possano
apprezzarli”, ha dichiarato in un comunicato il dirigente di
PlayStation Studios Asad Qizilbash. “Insieme a Screen Gems, abbiamo
messo insieme un fantastico cast di nuovi personaggi che si basa
sul nostro già stellare team di registi e sulla loro visione
dell’adattamento. Siamo entusiasti di rivelare presto ulteriori
informazioni sul film“.
Chi fa parte del cast di Until
Dawn?
Secondo Deadline, Ella
Rubin (The Idea of You), Michael Cimino
(Love Victor), Ji-young Yoo (Expats) e
Odessa A’zion (reboot di Hellraiser) sono stati
scritturati per i ruoli principali del prossimo film Until
Dawn, che viene descritto come una “lettera d’amore al
genere horror, vietata ai minori e terrificante”. La storia sarà
incentrata su un gruppo di amici che si riunisce in un rifugio di
montagna dopo la morte di un amico avvenuta un anno prima.
Il progetto nasce dai registi
horror David F. Sandberg (Annabelle Creation,
Lights Out) e Gary Dauberman (Annabelle Comes
Home, Salem’s Lot), con Sandberg alla regia da una sceneggiatura
scritta da Dauberman. L’adattamento sarà prodotto da Qizilbash,
Dauberman, Mia Maniscalco, Lotta Losten, Roy Lee e Carter Swan. Al
momento, il film non ha ancora una data di uscita.
Oltre a Until
Dawn, i membri principali del cast sono attualmente
impegnati in altri progetti di alto profilo. Rubin sarà
prossimamente protagonista di un altro film horror, Fear
Street di Netflix: Prom Queens, mentre Yoo reciterà
accanto a Pedro Pascal nel prossimo film Freaky Tales. Cimino sarà
invece uno dei protagonisti del film drammatico di Prime Video Motorheads. Nel frattempo, A’zion è
stato recentemente scritturato nel pilot senza titolo della HBO di
Rachel Sennott.
Nel panorama sempre più affollato
delle trasposizioni videoludiche, Until Dawn – Fino
all’Alba si ritaglia uno spazio ben definito,
mostrando fin dai primi minuti una profonda passione per il genere
horror e padronanza della sua grammatica. Diretto da David F. Sandberg, che qui sembra
aver trovato un riscatto dopo il meno fortunato Shazam! La Furia
degli Dei, il film si presenta come un vero e proprio
omaggio al cinema dell’orrore, divertente, intelligente e
perfettamente consapevole dei propri limiti e delle proprie
ambizioni.
La trama di Until Dawn – Fino
all’Alba
La trama prende il via senza
preamboli: un gruppo di adolescenti si lancia in un road trip che è
anche una ricerca carica di dolore e mistero. Clover (Ella
Rubin) è alla disperata ricerca della sorella scomparsa, e
insieme ai suoi amici – interpretati da Michael
Cimino, Odessa A’zion, Ji-young Yoo e
Belmont Cameli – si avventura in un viaggio che
diventa rapidamente un incubo a occhi aperti. La premessa potrebbe
sembrare scontata: un gruppo di ragazzi, una località isolata, un
sinistro avvertimento da parte di un inquietante benzinaio (un
perfetto Peter Stormare). Ma Until Dawn
riesce a prendere questi ingredienti ormai classici e a mescolarli
in modo fresco e coinvolgente.
Un loop
temporale fino… alla morte
Until Dawn – Fino all’Alba – Cortesia di Eagle
Pictures
Uno degli aspetti più interessanti
del film è il suo utilizzo del loop temporale,
elemento narrativo ormai consolidato nel cinema ma qui reso
particolarmente efficace grazie a un approccio che evita la
ripetitività. Ogni nuovo giro sulla giostra mortale aggiunge
dettagli, tensione, e soprattutto tracce fisiche delle esperienze
passate: ferite, segni, cicatrici che i personaggi si portano
dietro da un ciclo all’altro. È un espediente semplice ma
visivamente potente, che permette di tenere sempre alta la
suspense.
Il film non si prende mai troppo sul
serio – e proprio per questo funziona. Riesce a bilanciare bene i
momenti di puro terrore con pause di leggerezza che non scadono mai
nel ridicolo. A differenza di molte recenti produzioni horror,
Until Dawn evita il facile umorismo da Gen Z e punta
invece su una narrazione coerente e un’atmosfera carica di
tensione. I personaggi sono sì archetipici – la final girl, il
bello atletico, la ragazza sfrontata – ma non diventano mai
caricature. Sono adolescenti credibili, con reazioni umane, che
imparano dai propri errori e si adattano alle regole di un mondo
che li vuole morti.
Scenografia e regia: una
combinazione vincente
Il comparto tecnico è un altro punto
di forza: la scenografia immerge completamente lo
spettatore in un mondo da incubo, dove ogni dettaglio – dalle
cabine abbandonate alle foreste nebbiose – contribuisce a costruire
un senso di oppressione crescente. La regia di Sandberg sa quando
rallentare per creare tensione e quando premere sull’acceleratore
per scatenare l’azione. Il risultato è un film che non annoia mai,
nemmeno quando cede il passo a qualche momento più riflessivo.
Dal punto di vista del cast, le
performance sono buone, anche se non tutte memorabili. Ella
Rubin regge bene il ruolo di protagonista, anche se alcuni
passaggi emotivi più profondi risultano un po’ forzati, più per
colpa di una sceneggiatura che a tratti cerca una profondità
psicologica che non le appartiene fino in fondo. Ma quando
Until Dawn si concentra sull’azione, sul sangue, sui salti
sulla sedia, allora sì che dà il meglio di sé. E il pubblico horror
lo sa: questo è ciò che conta davvero.
Ella Rubin, Michael Cimino, Odessa A’zion, Ji-young Yoo e Belmont
Cameli in Until Dawn – Fino all’Alba – Cortesia di Eagle
Pictures
Un adattamento libero ma fedele
nello spirito
Rispetto al videogioco omonimo,
Until Dawn – Fino all’Alba prende alcune libertà
importanti, ma lo fa con intelligenza. Non cerca di replicare
pedissequamente la struttura a scelte multiple del gioco originale,
né il suo impianto narrativo su una singola notte. Invece, opta per
una struttura a loop temporale, che omaggia lo spirito del gameplay
– dove ogni decisione può significare vita o morte – ma lo traduce
in un linguaggio cinematografico efficace e coerente. I fan del
gioco troveranno numerosi Easter egg e citazioni,
dai nomi dei personaggi a piccoli oggetti di scena, ma anche chi
non ha mai preso in mano un controller riuscirà a godersi il film
appieno. L’essenziale, ovvero l’idea che ogni azione ha
conseguenze, rimane intatto, e viene anzi potenziato da un uso
intelligente del montaggio e della narrazione visiva.
Un inizio promettente per un
franchise da paura
La parte finale del film segna forse
il momento più debole in termini di ritmo: c’è un piccolo inciampo
narrativo quando si passa dalle rivelazioni finali alla risoluzione
vera e propria. Tuttavia, il climax è abbastanza adrenalinico da
far dimenticare le incertezze. Il film si conclude con il giusto
mix di chiusura e apertura: ci sentiamo soddisfatti, ma sappiamo
che c’è spazio per un sequel. E se le fondamenta sono queste, ben
venga un nuovo universo narrativo da esplorare.
Until Dawn – Fino all’Alba
non è un film che cerca di rivoluzionare il genere horror. E fa
bene. È un’opera che sa divertirsi con i cliché, che conosce e ama
il materiale di partenza, e che riesce a intrattenere con stile,
ritmo e un genuino entusiasmo per la paura. Un film perfetto per
chi ama l’horror in tutte le sue forme, e che lascia con la voglia
di tornare ancora una volta… fino all’alba.
David F. Sandberg, regista di
Shazam! e
Annabelle 2, torna in sala con Until Dawn
– Fino all’Alba, basato sull’omonimo videogioco e
distribuito in Italia da Eagle Pictures a partire dal 24 aprile.
Ecco la nostra intervista con il regista.
Nel cast ci sono Ella Rubin
(Anora), Michael Cimino
(Annabelle 3, Love, Victor),
Odessa A’zion (Hellraiser), Ji-young Yoo
(Freaky Tales), Belmont Cameli
(Ti giro intorno), Maia Mitchell
(Una torta per l’uomo giusto) e Peter
Stormare (Constantine, Educazione
siberiana, John Wick – Capitolo 2).
La trama di Until Dawn: Fino all’alba
Un anno dopo la misteriosa
sparizione di sua sorella Melanie, Clover e i suoi amici si recano
nella remota valle in cui è scomparsa, in cerca di risposte.
Esplorando un centro visitatori abbandonato, i ragazzi sono
inseguiti da un assassino mascherato e orribilmente uccisi uno dopo
l’altro… per poi svegliarsi e ritrovarsi all’inizio della stessa
notte. Intrappolati nella valle, sono costretti a rivivere l’incubo
ripetutamente ma ogni volta la minaccia dell’assassino è diversa,
ciascuna più terrificante della precedente. La speranza diminuisce
quando il gruppo si rende conto di poter morire per un numero
limitato di volte e che l’unico modo per fuggire è sopravvivere
fino all’alba.
Ecco a voi il nuovo film di
Tony Scott: il re dei blockbuster, (fratello del
più famoso Ridley Scott), maestro nel creare cult movie come
Allarme rosso, Man on Fire – Il fuoco
della vendetta, Una vita al massimo e
Top Gun; film che combinano l’azione scenica ai
drammi dei personaggi. Il suo ultimo lavoro, Unstoppable –
fuori controllo, è l’ennesimo capitolo di questa
tradizione. Ispirato a eventi reali, il film racconta la storia di
un veterano macchinista ferroviario Frank Barnes (Denzel
Washington) e un giovane capo treno Will Colson
(Chris
Pine) che in un qualsiasi giorno di lavoro si
ritrovano, a loro insaputa, faccia a faccia con un treno
letteralmente fuori controllo e, ispirati dal solito spirito
patriottico americano, iniziano una corsa contro il tempo per
fermarlo ed evitare il disastro di un’area della Pennsylvania
densamente popolata.
Unstoppable – fuori controllo, il film
In Unstoppable – fuori
controllo tutto accade a causa di un addetto della
ferrovia (Ethan Suplee) il quale in maniera superficiale e
sbrigativa tenta di trasferite il treno 777 in un altro binario, e
abbandona la cabina di pilotaggio, così il treno di 39 vagoni, che
contengono migliaia di litri di carburante e materiale tossico,
parte ad alta velocità verso località abitate. Nel frattempo
l’eccezionale Connie Hooper (Rosario
Dawson) cerca di manovrare la situazione dal suo
ufficio con l’aiuto dei suoi assistenti e di uno strano
personaggio, esperto della sicurezza ferroviaria, scavalcando le
suoi dirigenti più anziani e uomini con coraggio e
determinazione.
Il regista Tony
Scott ammette che questo progetto è stato il più duro
della sua carriera, sia a livello fisico, che psicologico.
Innanzitutto si riferisce al tentativo, per certi versi riuscito,
di dare attendibilità alla pellicola. Scott ha evitato quasi
completamente l’utilizzo del CGI, optando invece per un’azione
realistica e puntando sull’abilità di alcuni dei migliori stuntmen
in circolazione, capaci di saltare da un camion su un treno in
movimento. Inoltre si nota la presenza di tanti elicotteri in
diverse scene, due dei quali avevano delle cineprese che non
smettevano di girare. Questo tipo di riprese fisse su un treno
vero, permettono al pubblico di avvertire le sensazioni dei
personaggi. Presenti anche le camera car e quelle su
motociclette della Pursuit System Porsche Cayenne.
Tutta l’attenzione è dunque
concentrata sul treno 777 che ruba letteralmente la scena ai famosi
protagonisti. L’altra difficoltà era il tentativo (meno riuscito)
di rendere interessante e non scontata e banale la storia dei due
protagonisti Frank e Will. I due personaggi percorrono un cammino
all’interno di quel treno, si conoscono ed evolvono insieme. Frank
è fin da subito scontroso e sospettoso nei confronti del giovane
Will il quale incarna la nuova generazione che sta soppiantando
quella vecchia.
Tra l’altro Will è un raccomandato,
appartenente a una famiglia potente all’interno delle ferrovie, si
spiega quindi la diffidenza del più anziano. È Frank che decide di
provare ad arrestare la belva 777, perché attraverso la sua
pluriennale esperienza, sa in anticipo che il tentativo del
deragliamento non servirà a niente. E Will che inizialmente era
irritato dalle correzioni e dagli ordini del collega, decide di
seguirlo e fidarsi di lui, in questo modo si uniscono e, combinando
insieme innovazione ed esperienza salvano la popolazione, le
ferrovie e diventano i nuovi eroi dello stato della Pennsylvania.
Così afferma lo stesso Chris Pine: “Will pensa di sapere tutto, ma
scopriamo che si sbaglia, mentre Frank ha ragione su tutta la
linea.
Così, scopre che la vecchia guardia
– o le ‘teste bianche’ come si definiscono i vecchi ferrovieri – sa
molte cose, e quindi è portato a rispettare Frank e quello che lui
rappresenta”. Confronto che è avvenuto anche a livello attoriale
tra i due protagonisti, Washington ha sostenuto e aiutato il
giovane Pine, (diventato famoso dal film del 2009
Star Trek di J. J. Abram) a curare
nei dettagli la sua prova recitativa. Un’eroica impresa è quindi
quella raccontata dal regista Tony Scott, che però
ricorda tanto di quel cinema americano ormai visto e rivisto, dove
uno o più uomini di bassa provenienza, salvano uno stato dalla
tragedia. C’è da dire però che Scott sa il fatto suo, riesce a
mantenere alta la tensione e l’adrenalina anche in chi, come me,
non ama i film di azione e li vede sempre in modo scettico. Merito
particolare va a Denzel Washington e a
Rosario Dawson che hanno dimostrato, (nel caso di
Washington ha confermato), ottime capacità attoriali.
Ambientata nella avveniristica
società Dragon, Unstable è una nuova
serie comedy, prodotta da Rob Lowe, John
Owen Lowe, Victor Fresco e Sara
Baggar. Formata al momento da una sola stagione di otto
episodi, ognuno da circa trenta minuti l’uno, la serie risulta
essere molto scorrevole. Nel cast ritroviamo figure già
parzialmente note nel panorama cinematografico, come i già citati
Rob Lowe (Sex Tape, The Orville), uno
dei produttori esecutivi e interprete del protagonista Ellis Dragon
e John Owen Lowe, figlio di Rob, nei panni di
Jackson, figlio di Ellis. L’attrice inglese Sian
Clifford (Omicidio nel West End, Claire
nella serie Fleabag) si ritrova inveece qui nei panni di
Anna, direttrice finanziaria della società.
Unstable: l’eccentricità
nella scienza
Ellis, eccentrico scienziato e CEO
della società Dragon, cerca in ogni modo di elaborare un doloroso
lutto: la morte della moglie. Non riuscendo a concentrarsi sul
lavoro, trova ogni pretesto per mantenersi fuori dall’ufficio e dal
laboratorio. La Dragon è una società che produce biotecnologie per
la salvaguardia dell’ambiente; per quanto Ellis ed il suo team
abbiano fatto progressi sul loro ultimo progetto, non riescono ad
ultimarlo. Non portando risultati effettivi, il board di investors
vuole rimuovere Ellis perché giudicato troppo instabile.
Anna, la direttrice finanziaria,
riuscirà intanto a riportare a casa Jackson, figlio di Ellis. Pur
essendoci all’inizio un rapporto piuttosto conflittuale tra i due,
padre e figlio riusciranno a legare attraverso il dolore della
perdita e la passione per la scienza. Ma in una serie comedy
come questa non vengono certo a mancare dei colpi di scena:
rapimenti, ricatti e…. fan fiction segrete!
I figli non saranno i propri
padri
Tema centrale in
Unstable è il rapporto tra Ellis e
Jackson. I due hanno delle personalità diverse ed a tratti
contrastanti. Mentre Ellis cerca di essere presente per suo figlio
e guidarlo nella strada che ritiene più giusta per lui, la via
della scienza, Jackson vuole distinguersi con il suo flauto,
rifiutando di vivere nell’ombra del proprio padre.
Alla base delle loro incomprensioni
ci sono anche delle grandi differenze caratteriali: mentre Ellis è
una figura molto estroversa, che riesce in qualche modo a farsi
sempre amare e stimare dal prossimo, con le sue doti da leader, ma
instabile ed imprevedibile, Jackson è un ragazzo timido, più
riservato ed introverso, che ha difficoltà anche solo a chiedere ad
una ragazza di uscire o a fare un discorso davanti ad un gruppo di
colleghi nell’ufficio della Dragon.
Unstable
presenta anche una denotazione abbastanza comica, ma non tendente
al demenziale; a contribuire a questo, sono importanti anche gli
azzeccati sottofondi musicali. La maggior parte delle scene più
ironiche girano attorno al personaggio di Ellis: un chiaro esempio
fin dal primo episodio è il rapimento dello psicologo Leslie,
interpretato dall’attore Fred Armisen
(Easy girl,Il dittatore), mandato
dal board della società per valutare il suo stato emotivo. Lo
stesso Leslie, infatti, finirà per non essere più trattenuto contro
la propria volontà a casa di Ellis: da vittima e rapitore, i due
finiscono per diventare amici!
Nella cultura cinematografica in
generale è più semplice vedere rappresentata la figura dello
scienziato solo come uomo, più raramente si da spazio sullo schermo
a scienziate. Per questo motivo risulta essere interessante in
Unstable la presenza di ben due donne di
scienza, Luna e Ruby, tecniche
nel principale laboratorio della Dragon. Si tratta di un piccolo
grande gesto di inclusività: le donne infatti, non tendono ad
essere più escluse nelle materie STEM solo nel cinema, ma
soprattutto nella realtà. Fin dagli studi universitari sono poche
le studentesse che decidono di intraprendere questi studi
specifici. Tra gli ostacoli che impediscono alle donne di diventare
scienziate vi sono pregiudizi per cui questi vengono considerati
compiti e mestieri più da uomini.
Durante lo svolgimento delle
vicende, è la stessa Luna a screditarsi parzialmente davanti ad
Ellis: la giovane studiosa è riuscita a confutare la tesi del
proprio capo e, per paura di ferirlo o di riceverne in qualche modo
delle ripercussioni, elimina il proprio lavoro. Ellis riesce
comunque a recuperare i dati e rassicura Luna, apprezzando il suo
studio.
Questo porta lo spettatore anche ad
osservare come l’ambiente di lavoro presentato in
Unstable sia particolarmente sano.
Ponendola a confronto con la recente serie prime The Consultant, dove invece
viene estremizzato l’ambiente tossico di lavoro, le differenze sono
palesi. L’elemento che fa la vera differenza in questi due casi è
proprio la figura del capo: un CEO come Ellis non incute
particolare terrore nei propri impiegati, anzi li ispira a fare
sempre meglio.
Può cambiare in una sola settimana
la semplice e innocua vita di una donna delle pulizie? Si ed è
quello che succede a Zenzi Mwale in Unseen, la
miniserie sudafricana distribuita da Netflix e
ambientata a Città del Capo. Questa serie thriller è creata e
diretta da Travis Taute e Daryne Joshua e la protagonista è
interpretata dall’attrice Gail
Mabalane. Unseen è diviso in sei parti ed è basato
sulla serie turca del 2021 Fatma. In entrambe le
versioni la protagonista è una collaboratrice
domestica che cerca disperatamente di sopravvivere alla
morte del figlio lavorando sodo e resistendo fino al momento in cui
suo marito verrà rilasciato dalla prigione.
La trama di Unseen
La trama di Unseen
inizia con un interrogatorio che mostra Zenzi
(Gail Mabalane) che è finita in un mare di guai, per poi tornare
indietro e mostrarci la sua vita, i suoi problemi e quel momento
chiave che l’ha spinta al limite e l’ha portata a diventare
un’assassina. Zenzi è una donna piena di dolore, senso di colpa,
solitudine, disperazione con una forza interiore che subisce
continue molestie sessuali da Enrico (Abduragman
Adams) il viscido padrone della sua casa in periferia e
che vuole buttarla in strada se non accetterà le sue richieste. Il
primo episodio continua mostrando Zenzi, che lavora come domestica
in una villa di una famiglia che vive in uno dei quartieri più
ricchi della capitale. Ma questa non è una giornata normale, ma
quella in cui suo marito Max (Vuyo Dabula)
finalmente uscirà dal carcere, ma quando la donna va a prenderlo il
compagno è sparito e nessuno l’ha visto o sa dove si è
nascosto.
La scomparsa del marito lascia Zenzi
ancora più vulnerabile e indifesa e, non ricevendo aiuto dalla
polizia, decide di svolgere da sola le proprie indagini, che alla
fine la porteranno a sparare e uccidere un uomo, un atto che le
cambierà per sempre la sua esistenza e metterà alla prova i suoi
limiti. Il suo primo omicidio è un modo per
proteggersi e difendersi, ma le cose cambieranno rapidamente. Dal
secondo episodio la miniserie diventa il racconto di un assassino
invisibile che approfitta del suo talento di “passare inosservata e
ignorata” da tutti per fare ciò che pensa di dover fare. Zenzi si
farà trascinare in situazioni sempre più oscure e verrà pure
assoldata da un’organizzazione criminale, che ha
fatto parte del passato dell’amato marito scomparso. Il quarto
episodio è quello che più utilizza l’uso dei flashback e finalmente
viene svelato perché è morto il piccolo Esulu, il
figlio di Zenzi e Max.
La protagonista di
Unseen è circondata da molte buone interpretazioni
di un cast di supporto, ma quella che più risalta è quella di
Lufuno (Mothusi Magano) un giornalista e scrittore
di gialli che Zenzi conosce grazie al suo lavoro da domestica. Il
romanziere con la sua presenza, sarà uno dei pochi che aiuterà la
donna anche quando scoprirà che è lei il killer che il Detective
Lyners (Ilse Klink) sta cercando. Zenzi si renderà
conto che uccidere è l’unica cosa che può fare per sopravvivere e
scoprire la verità, e questo renderà il suo arco narrativo
complesso e interessante. La miniserie si conclude con un sesto
episodio in cui Zenzi si riavvicinerà alla sorella Naledi
(Dineo Langa) e vendicherà Esulo e il marito Max
con un finale che lascerà lo spettatore con il fiato sospeso in cui
non verrà svelato se la protagonista è morta o è sopravvissuta.
La storia di una donna
invisibile
La vita di Zenzi è stata sempre
segnata dagli uomini che la circondano, e che non l’hanno mai
trattata bene, l’unico che l’ha sempre amata e rispettata è suo
marito Max. La donna si dedica alla pulizia delle ville, come
lavoro e ovviamente per guadagnare i soldi per arrivare alla fine
del mese, dove non viene mai presa in considerazione la sua
presenza. Anche quando nella serie gli viene commissionato un
omicidio dal suo datore di lavoro alla macelleria, che in realtà fa
parte dell’attività criminale “L’Unione” dedita al riciclaggio dei
soldi sporchi la cui base risiede in un locale notturno, gli dice
che lei è la donna invisibile ed è giusta per passare
inosservata.
Da domestica a
killer
Unseen vuole essere
un miniserie thriller su un’omicida diversa da tutte quelle che il
piccolo schermo in queste ultime stagioni ci ha abituato. Zenzi la
protagonista non smette mai di mostrarsi come la
vittima della situazione, ogni volta che uccide qualcuno
piange, soffre di un attacco di panico e grazie alla bravura della
sua interprete Gail Mabalane lo spettatore per lei prova
compassione e comprensione. Speriamo che Netflix sia in grado di capire il potenziale di
questa storia universale che tratta argomenti, sempre attuali, come
manipolazioni, povertà, abusi, violenza e sessismo nei confronti
delle donne. Questa serie è decisamente un racconto realistico,
come mostra questo primo remake dell’originale turco Fatma, una
miniserie che può essere proposta e rifatta in qualsiasi nazione,
anche da noi in Italia.
Il finale di Unseen –
Stagione 2 (qui
la recensione della prima stagione) riguardava Zenzi che
decideva se uccidere Andrew Harting o dimenticare tutti gli orrori
che le aveva inflitto e andare ad Harare, in Zimbabwe, per crescere
il suo bambino non ancora nato sotto le cure della madre di
Max.
Harting stava lavorando con il CFO
della OCM Bank Jacob Butler per sottrarre piccole somme di denaro
ai suoi clienti. Sebbene non fosse un grosso problema per i ricchi,
i poveri ne sentirono immediatamente le conseguenze, ma poiché a
nessuno importava degli oppressi, Harting stava incanalando senza
problemi tutto quel denaro rubato attraverso la macelleria di
Raymond e il nightclub di Jali. Tuttavia, tutto è andato a fuoco la
scorsa stagione, spingendo Harting a mediare un accordo con i
francesi. Ha affermato che era per il “miglioramento del
Sudafrica”, ma era evidente che stava solo cercando di compensare
le perdite subite. In una sorprendente svolta degli eventi, Zenzi
si alleò con Raymond per raccogliere dati sulle operazioni illegali
di Harting, affrontarlo durante il suo gala per la sua
collaborazione con i francesi e fargli pagare i suoi peccati. Zenzi
ci riuscì o strinse un accordo redditizio con Harting che avrebbe
garantito il futuro del figlio non ancora nato di lei e Max?
Scopriamolo.
Morkel smaschera Visser in
Unseen – Stagione 2
Se non fosse chiaro dal modo in cui
Visser ha trattato Naledi, nel finale della seconda stagione di
Unseen, si è scoperto che la detective in
realtà lavorava per Harting ed era determinata a punire lei e Zenzi
per aver agito contro il suo capo. Ha avuto l’occasione di prendere
due piccioni con una fava quando la polizia, guidata da Davids, ha
circondato l’evento di gala di Harting dopo aver scoperto che Zenzi
e Raymond erano lì. Tuttavia, i suoi piani sono stati rovinati
dalla presenza di Morkel, che era lì per assicurarsi che né Zenzi
né Raymond venissero uccisi durante il raid, perché erano
fondamentali per risolvere il mistero intorno agli affari di
Harting. Appare sciocco che Visser si storcesse la caviglia poco
prima di avvicinarsi alla tenuta di Harting, poiché ha costretto
Morkel a rimanere indietro con lei invece di unirsi all’azione con
il resto della polizia.
Da qui la sorpresa quando Visser ha
rivelato di aver finto di essersi ferita per mettere alle strette
Morkel e ucciderlo, impedendogli di smascherare Harting. Per
fortuna, Morkel era un passo avanti a lei e aveva consigliato a
Davids di dare a Visser una pistola scarica dopo aver sospettato le
sue intenzioni, e lei è caduta dritta nella sua trappola. Visser è
stata arrestata e, sebbene non abbiamo potuto vedere come è stata
incriminata, o se lo è stata davvero, si suppone che le sue azioni
siano state un commento sulla corruzione nelle forze dell’ordine in
Sudafrica. Nel corso delle ultime due stagioni, avevamo visto
Harting e i suoi scagnozzi infiltrarsi nelle stazioni di polizia e
nei centri di detenzione di massima sicurezza. Ma un detective come
Visser che ballava al ritmo di Harting ha dimostrato che il
marciume era profondo e che le agenzie progettate per far
rispettare la legge e proteggere gli oppressi necessitavano di una
revisione sistemica. Altrimenti persone come Harting
prospererebbero, mentre coloro che meritano giustizia verrebbero
ignorati.
Morkel ha ucciso TK
Okay, quindi TK è probabilmente il
personaggio più grigio del roster, che è già pieno di personaggi
grigi, e non so se dovrei simpatizzare per lei o no. TK era la
sorella di Joseph e la moglie di Raymond. Non era un’assassina fin
dall’inizio. Ma dopo che Zenzi ha ucciso Joseph e Morkel ha preso
Raymond in custodia protettiva, TK ha dovuto fare qualcosa per
prendersi cura di suo figlio e di sua madre. Quindi, è diventata
essenzialmente il cane da attacco di Harting, sapendo che quello
era uno dei pochi modi per vendicarsi di Zenzi per averle rovinato
la vita. Quando Zenzi si è presentata al gala di Harting, TK ha
finalmente avuto l’opportunità di affrontarla. Ma Raymond è
riuscito a convincerla a lasciarsi il passato alle spalle e le ha
chiesto di andare via con lui, il che ha permesso a Zenzi di andare
a cercare Harting. Tuttavia, Morkel non poteva dare carta bianca a
TK perché lei aveva ucciso il suo socio e amico, Lyners, e lui
l’aveva uccisa quando lei gli si era avventata contro con il
coltello. Morkel aveva permesso a Raymond di andare da suo figlio e
dargli la vita che meritava. E questo mi ha fatto chiedere perché
Morkel non potesse chiudere un occhio sui peccati di TK e non
privare suo figlio di una madre.
Non si sa quante persone Raymond
avesse ucciso, ma si era scusato moltissimo per aver ucciso
accidentalmente il figlio di Zenzi, Esulu. Inoltre, forse Morkel
aveva avuto modo di conoscere meglio Raymond quando era sotto
custodia protettiva e aveva pensato di poterlo redimere. TK
raramente mostrava rimorso. Il suo obiettivo principale era Zenzi,
ma nella sua sete di vendetta, aveva ucciso Lyners e fatto saltare
in aria un intero dannato aereo per uccidere Butler. Faccio fatica
a ricordare anche una sola scena della seconda stagione di Unseen
in cui TK ha lottato con il peso delle sue azioni. Aveva perso ogni
senso della moralità nella sua ricerca di vendetta.
Le uniche volte in cui mostrava una
qualche forma di umanità erano quando era con suo figlio e quando
si riuniva a Raymond dopo quello che sembrava un’eternità. Agli
occhi di Morkel, però, questo semplicemente non era abbastanza.
Ora, TK sapeva che se si fosse consegnata alla polizia, non sarebbe
mai stata libera in questa vita a causa della portata dei crimini
che aveva commesso. Così, decise di rischiare e cercare di uccidere
Morkel, finendo per mordere la polvere. Meritava di morire, però?
Secondo me, sì! TK era andata troppo oltre per essere redenta.
Doveva essere punita. Fortunatamente o sfortunatamente, quella
punizione arrivò sotto forma di un proiettile.
Zenzi uccide Harting
Nel finale di Unseen –
Stagione 2, Zenzi affrontò Harting per raccontargli
di essere responsabile della morte di Max, Esulu, Lufuno e Lyners,
così come di tutte le persone che aveva spinto verso una morte
prematura derubandole silenziosamente dei loro soldi. Harting
convinse Zenzi che tutto ciò era per il bene superiore del
Sudafrica e che non nutriva alcuna vendetta personale contro Zenzi,
la sua famiglia o i suoi amici. Disse che, dato il suo potere,
avrebbe potuto insabbiare qualsiasi accusa di corruzione rivoltagli
da Zenzi e semplicemente andare avanti. Ciò avrebbe causato qualche
piccolo inconveniente al percorso di sviluppo di Harting, che era
solo un altro modo per dire che avrebbe reso i ricchi più ricchi e
i poveri più poveri. Ma una volta che la situazione si fosse
calmata, Zenzi si sarebbe ritrovata dietro le sbarre – rendendo
così inutili tutti i suoi sacrifici e rovinando il futuro del suo
bambino non ancora nato – mentre Harting avrebbe continuato a
combattere. Quindi, fece una proposta a Zenzi: se avesse scelto di
tacere sulle attività criminali di Harting, lui era disposto a
portarla ad Harare, dove avrebbe potuto crescere suo figlio con la
suocera nel modo più pacifico possibile. Sembrò che Zenzi avesse
dato carta bianca ad Harting accettando il suo accordo e partendo
per lo Zimbabwe con l’aereo privato che le aveva prenotato.
Detto questo, un colpo di scena
dell’ultimo minuto rivelò che Zenzi era in viaggio per Harare, ma
solo dopo aver ucciso Harting. Immagino che Zenzi accettasse
silenziosamente le condizioni di Harting sarebbe stato realistico.
Tuttavia, dopo tutto quello che Zenzi aveva passato, suppongo che
gli showrunner abbiano deciso di concludere la storia con una nota
leggermente ottimistica, permettendole di evitare di essere
catturata dalla polizia, grazie all’aiuto del maggiordomo Kailo, e
dando a tutti la soddisfazione di assistere alla morte di un
crudele capitalista. Per tutti coloro che pensano che Harting
avesse ragione e che rappresentasse il cambiamento di cui il
Sudafrica aveva bisogno, congratulazioni, siete vittime della
propaganda pro-capitalista.
Unseen – Stagione 3: si farà?
Sebbene Unseen –
Stagione 2 si sia conclusa con una nota più
positiva e conclusiva rispetto alla prima, presentava molti nodi
irrisolti che verranno sicuramente affrontati in una terza
stagione, se Netflix la darà il via libera. Per cominciare, credo
che la serie debba rispondere a come Zenzi sia entrato nel jet
privato di Harting dopo averlo ucciso, essersi fatto una doccia a
casa sua e essersi cambiato d’abito. Nessuno ha controllato se
Harting fosse vivo o meno? Kailo ha davvero fatto un lavoro così
impeccabile nel nascondere il corpo di Harting che a nessuno
importava di vedere se il capo fosse ancora in vita?
Altri membri dello staff di Harting
sono stati coinvolti nell’insabbiamento perché le loro famiglie
erano state colpite dalle pratiche corrotte del loro datore di
lavoro? Inoltre, quanto tempo ha Zenzi prima che la polizia
sudafricana chieda l’estradizione allo Zimbabwe? Perché abbiamo
visto Morkel imbattersi nel corpo di Harting. Ha aiutato Kailo a
nasconderlo? Inoltre, Morkel ha messo le mani sulla chiavetta USB
che conteneva tutte le conversazioni scandalose di Harting
registrate da Reuben, il suo defunto assistente. Morkel lo rivelerà
alla stampa, rovinando così la reputazione di tutti coloro che
erano associati a Harting, in particolare Dawn Molewa, la
protettrice pubblica a cui Lufuno si era affidata per far trapelare
quell’informazione?
Morkel ha commesso un grosso errore
lasciando vivere Raymond. Cercherà sicuramente vendetta dopo che
suo figlio inizierà a chiedersi perché l’assassino di sua madre si
aggiri in giro, facendosi gli affari suoi. Per quanto riguarda
Naledi e suo marito, John Mzamane, la serie suggerisce che si
concentreranno solo su loro stessi e supereranno tutto ciò che è
successo in questa stagione, grazie alla loro vicinanza a Zenzi.
Detto questo, se gli showrunner vogliono smuovere le acque, possono
far guidare l’attacco contro Zenzi a Naledi, perché vuole vendicare
sua madre e suo padre, che tecnicamente sono stati uccisi da Zenzi.
Naledi è l’unica a sapere dove sta andando Zenzi. Quindi, sarà
davvero contorto vederla intraprendere un percorso oscuro invece di
perdonare sua sorella per le sue azioni.
Dopo la presentazione al
Festival di Berlino 2018, arriva il trailer
ufficiale italiano di Unsane, il nuovo film di
Steven Soderbergh girato completamente con un
iPhone.
Il film, con protagonista
Claire Foy (The
Crown), è l’esempio di quanto Soderbergh sia in grado
di spaziare tra generi e tecniche, tanto che questa volta si è
affidato soltanto alle riprese di un iPhone.
Il film fu annunciato l’anno scorso,
pur non avendo mai avuto un titolo prima d’ora. Del progetto si
parlava come il “film segreto di Soderbergh girato con un
cellulare”. Nel cast del film compaiono anche
Juno Temple, Joshua Leonard, Amy Irving e
Jay Pharoah.
Il film racconta di una donna
terrorizzata dall’idea di essere seguita da uno stalker. Il film si
gioca molto sull’eventualità che le paure del personaggio della Foy
siano vere o se lei stia semplicemente avendo esperienza traumatico
a seguito di un esaurimento.
Il film vira quindi verso dei toni
dark in cui possiamo vedere Claire Foy alle prese
con toni meno “aristocratici”. L’attrice vincitrice di un
Golden Globe metterà da parte la corona di
Elisabetta II per interpretare sul grande schermo
Lisbeth Salander in Quello che non
Uccide.
Per quanto riguarda invece
Soderbergh, che intanto ha dichiarato di voler girare i suoi
prossimi film solo con un iPhone, lo aspettiamo al cinema con
Logan Lucky, divertente ma acnhe commovente heist
movie visto alla Festa di Roma.
In occasione del centenario della
sua nascita, Sky Arte celebra Nino Manfredi con un documentario
ricco di inedite testimonianze sul suo percorso di vita raccontato
direttamente dalla sua famiglia e anche da una lunga intervista
rilasciata al figlio pochi anni prima della sua scomparsa. Scritto
e diretto proprio dal figlio Luca, Uno, nessuno, cento
Nino è in onda lunedì 22 marzo alle 21.15 su Sky
Arte (canali 120 e 400) e in streaming su NOW.
Un affresco di vita, composto da
moltissime sfumature. Nino Manfredi non solo come artista, ma anche
come marito, padre e nonno, in eterno conflitto con le sue
fragilità e i suoi difetti.
Una produzione Rai Documentari,
Istituto Luce Cinecittà e Ruvido Produzioni in collaborazione con
Sky Arte e Duque Italia, con il patrocinio del Comune di Roma
Capitale, del Comune di Minturno e con la collaborazione di
Lavazza, in cui sono presenti interviste di repertorio, filmati
privati e contributi degli anni ’50, con i primi personaggi di Nino
alla Rai, ed estratti di film, serie tv, commedie teatrali e
musicali, spot pubblicitari, fino alle frequenti esibizioni canore,
che lo divertivano molto, come l’indimenticabile Tanto pe’ canta’
di Ettore Petrolini, a Sanremo.
Uno, nessuno, cento Nino, la trama
Il documentario contiene materiale
originale girato dallo stesso regista in occasione degli
ottant’anni del padre, Ottant’anni da attore (Centro
Sperimentale di Cinematografia di Roma) che comprende una lunga
intervista a Nino, oltre che naturalmente estratti da alcuni
dei film più famosi e rappresentativi della sua vasta carriera, che
è stato possibile citare grazie alla gentile concessione di
distributori quali R.T.I. Mediaset (Per Grazia Ricevuta,
Nell’anno del signore…), Medusa (Vedo Nudo), Dean
Film (C’eravamo tanto amati), Titanus (Il padre di
Famiglia) e Duque Italia (Brutti, sporchi e cattivi,
La fine di un mistero) solo per citarne alcuni.
Uno, nessuno, cento
Nino è un ritratto intimo e affettuoso, impreziosito da
aneddoti divertenti raccontati da Nino stesso, dalla moglie, dai
figli e dai nipoti. È inoltre arricchito dalle testimonianze di
amici, registi e colleghi, e dalle voci di chi per le più varie
ragioni si lega alla storia di vita di Nino: Elio Germano, Edoardo
Leo, Massimo Ghini, Nancy Brilli, Enrico Brignano, Johnny Dorelli,
Walter Veltroni, Massimo Wertmuller, Lino Banfi.
Dopo Alejandro González
Iñárritu, regista di un commovente spot per le Olimpiadi di Londra,
anche Tomas Alfredson ha scelto di prestare il suo talento a una
campagna pubblicitaria.
Lo Spot, dedicato alla compagnia di
assicurazioni britannica Hiscox Corporate, è accompagnato dalla
profonda voce di Benedict Cumberbatch(Sherlock, War Horse), attore
inglese che aveva già lavorato con Alfredson nel suo ultimo
film “La Talpa”(tinker, tailor, soldier, spy).
La campagna si propone di
rilanciare un’immagine rassicurante della compagnia, per
contrastare la diffidenza verso le istituzioni alimentata dalla
difficile situazione economica attuale.
Debutta in tempo per per le
festività natalizie il nuovo dramma per adolescenti
NetflixUno splendido errore (My Life with the
Walter Boys).Basato sul romanzo bestseller
Wattpad di Ali
Novak, l’adattamento della serie di 10
episodi segue la quindicenne Jackie (Niki
Rodriguez), che ha trascorso gran parte della
sua giovinezza come newyorkese con un promettente futuro
accademico.
Ma quando un tragico
incidente le fa perdere tutta la sua famiglia, è costretta a
lasciare le luci di Manhattan per trasferirsi nella più discreta e
rustica cittadina del Colorado con i dieci chiassosi figli della
sua tutrice, Katherine. Una storia sull’amore e sulla
perdita, My Life with the Walter
Boys è una serie commovente che ci insegna
come affrontare il dolore non sia sempre un viaggio tranquillo e
come fare sempre spazio a cose nuove e possibilmente migliori nella
vita.
Uno splendido errore, il cast
My Life with the Walter
Boys vede Nikki
Rodriguez nei panni di
Jackie , una quindicenne newyorkese che ha un
futuro molto luminoso davanti a sé. Interessata ai corsi AP,
al balletto e al teatro, l’adolescente preppy ha il suo futuro
universitario garantito a Princeton. Ma tutto è cambiato
quando una tragedia ha colpito la sua famiglia, costringendola a
lasciare la vita in città e a trasferirsi in
campagna. Nonostante le circostanze sfortunate, nulla le
impedirà di raggiungere ciò che desidera nella vita.
I due principali ragazzi
Walter sono Noah
LaLonde nei panni di Cole Walter
e Ashby
Gentry nei panni di Alex
Walter. Cole è quello atletico dei fratelli Walter. Con
un potenziale promettente nel calcio, il suo mondo crolla dopo un
incidente, trascinandolo su un percorso travagliato. Mentre
Cole è appassionato di sport, Alex è più interessato a cose “nerd”
come Star
Wars e romanzi fantasy.
Preparati per il resto della
famiglia Walter. Connor
Stanhope interpreta Danny Walter, il gemello fraterno
di Cole che ha anche investito nel mondo del
teatro. Johnny Link interpreta il
fratello maggiore Walter, Will, che ha difficoltà di udito e
necessita di apparecchi acustici. Un neolaureato con un lavoro
nel settore immobiliare, il fratello “più maturo” Walter è uno dei
primi ad accogliere Jackie nella sua nuova casa. Corey
Fogelmanis interpreta Nathan, il musicista alla moda
dei ragazzi Walter, mentre Dean
Petriw interpreta Jordan, il regista artistico a cui
non potrebbe importare di meno degli imbrogli della
famiglia. Lennix James interpreta il più
giovane, Walter Benny. Alix West
Lefier interpreta Parker, l’unica ragazza della
famiglia Walter che non è particolarmente entusiasta di avere una
sorella.
Di cosa parla Uno splendido
errore?
Uno splendido
errore (My Life with the Walter
Boys) è un racconto di formazione che ruota attorno
alla ragazza di città Jackie (Rodriguez). Dopo aver trascorso la
maggior parte della sua vita nel frenetico mondo di Manhattan, la
vita della quindicenne Jackie prende una svolta sconvolgente quando
perde la sua famiglia in un incidente inaspettato. Jackie è ora
affidata alle cure della sua tutrice Katherine, che si dà il caso
sia la migliore amica di sua madre. L’unico problema è che Jackie
deve lasciare il suo stile di vita privilegiato di New York per la
cittadina molto più rurale di Silver Falls, in Colorado. Come se
non bastasse, Jackie deve vivere con i 10 figli di Katherine, che
sta crescendo insieme al marito George.
Mentre si abitua alla campagna,
Jackie lavora duramente per entrare nell’università dei suoi sogni:
Princeton. Ma chi l’avrebbe mai detto che questa tranquilla
cittadina avesse una serie di distrazioni chiassose, in particolare
due fratelli Walter molto diversi tra loro: l’introverso Alex
(Gentry) e l’incompreso Cole (LaLonde). Sembra sciocco che un
gruppo di ragazzi possa potenzialmente alterare il corso del suo
futuro. Ma in fin dei conti, con tutti i nuovi cambiamenti che la
circondano, Jackie sta semplicemente cercando di essere se stessa,
a prescindere da tutto. Una storia di “amore e perdita, dolore e
rinascita”, una storia che scalda il cuore e che è allo stesso
tempo comicamente divertente ed emotivamente curativa.
Scopri la sinossi ufficiale del
romanzo La mia vita con i Walter Boys:
Andare a vivere con undici ragazzi
non faceva parte dei suoi piani. L’obiettivo di Jackie è la
perfezione: i voti perfetti, il look perfetto, l’ingresso nella
scuola perfetta. Se riuscirà a raggiungere questo obiettivo, forse
i suoi genitori, troppo indaffarati, prenderanno nota di lei. Ma
quando i suoi genitori muoiono in un tragico incidente, Jackie
viene spedita dall’altra parte del Paese per vivere con i Walter, i
suoi nuovi tutori… che si dà il caso abbiano undici figli (e una
figlia che è praticamente uno dei ragazzi).
I Walter sono rumorosi, sporchi,
fastidiosi – ok, alcuni dei ragazzi più grandi potrebbero essere
sexy come un dio greco – ma non pensano che una ragazza di città
appartenga al loro ranch di cavalli. Come può Jackie inserirsi nel
loro mondo caotico, quando deve mantenere vivo il ricordo dei suoi
genitori, mantenendo la promessa di essere perfetta? Ma quando
Jackie passa più tempo con i Walter, comincia a chiedersi se essere
perfetti non sia l’unico modo per trovare l’amore.
Chi ha realizzato Uno splendido errore
(My Life with the Walter Boys)?
Novak è l’autore
pluripremiato dietro il romanzo contemporaneo YA
” My Life with the Walter
Boys “. Avendolo scritto quando aveva
solo quindici anni, La mia vita con i Walter
Boys è il libro d’esordio di Novak, che
ha ricevuto più di 150 milioni di letture
online .
A lavorare all’adattamento
della serie del romanzo è Melanie
Halsall , i cui lavori precedenti
includono anche la trilogia The Kissing
Booth di Netflix , di cui è diventata
produttrice esecutiva insieme a Ed
Glauser. Oltre ad essere il creatore
dello show, Halsall funge anche da showrunner. Si uniscono al
team di sceneggiatori la stessa
Halsall, Jordan Ross
Schindler, Jonathon
Roessler , Tawnya
Bhattacharya e Ali
Laventhol, Jesikah
Suggs , Kelsey
Barrey e Grace
Condon. A dirigere la serie di 10
episodi, ci sono Jerry
Ciccoritti , Nimisha
Mukerji , Winnifred
Jong e Priestley.
Il mondo visto dagli occhi di
un’adolescente può essere davvero problematico e tormentato da
grandi insicurezze. Se poi a questo si aggiunge anche un doloroso
lutto e un nuovo forzato inizio in una casa di campagna abitata da
undici sconosciuti, affrontare la vita potrebbe sembrare ancor più
duro e caotico. Ed è proprio ciò che accade alla dolce quindicenne
Jackie, protagonista del nuovo commovente dramma di
formazione Uno splendido errore (titolo originale
My Life with the Walter Boys) prodotto da
Melanie Halsall insieme al team dietro la trilogia
cinematografica The Kissing Booth, tra cui Ed
Glauser.
Composta da 10 episodi di
circa 50 minuti, la serie porta sul piccolo schermo
l’omonimo romanzo bestseller Wattpad della scrittrice
statunitense Ali Novak, libro che scrive all’età di soli
quindici anni e che segna il suo grande esordio. La prima stagione
di Uno splendido errore è disponibile dal 7
dicembre su Netflix.
Trama Uno splendido errore
Durante una festa a Manhattan,
mentre attende con impazienza l’arrivo dei suoi genitori e della
sorella maggiore Lucy, la spigliata e dolce Jackie Howard
(Nikki Rodriguez) è raggiunta dallo zio Richard
(Alex Quijano) che ha un’orribile notizia da
darle: la sua famiglia è stata vittima di un tragico incidente. È
così che l’ambiziosa teenager, dopo alcune settimane, si ritrova
costretta a lasciare la sua vita ricca e privilegiata
nell’affascinante Grande Mela per trasferirsi in un’anonima e
rustica cittadina del Colorado con la sua nuova tutrice Katherine
(Sarah Rafferty), il marito George (Marc
Blucas) e i loro dieci scalmanati figli. E mentre cerca di
affrontare il lutto e di dare il suo meglio per eccellere a scuola
ed esaudire il sogno di entrare nella stessa università del padre,
quella di Princeton, Jacky deve ora adattarsi alla sua “nuova vita”
in campagna con una inattesa famiglia allargata.
Uno splendido errore | In foto (da sinistra a destra): Corey
Fogelmanis, Ashby Gentry, Connor Stanhope, Noah LaLonde, Sarah
Rafferty, Marc Blucas, Alex Quijano, Nikki Rodriguez, Zoë Soul,
Alisha Newton, Isaac Arellanes, Myles Perez.
Il “paradiso” dei ragazzi
Quando al primo giorno di scuola
Jackie racconta di essersi trasferita dalla famiglia Walter, le sue
compagne la reputano “la ragazza più fortunata di tutta la
scuola”. Ma anche se Jackie è atterrata nel “paradiso dei
ragazzi”, convivere con sette giovani Walters e Parker
(Alix West Lefler), un’ostile preadolescente
abituata a mettere da parte la propria femminilità per sopravvivere
sotto un tetto prevalentemente maschile, non è certamente un “nuovo
inizio” semplice.
Con una introduzione che ricorda
un po’ l’iconico cult Una scatenata
dozzina, i Walters sono presentati con una scena
iniziale dove sbucano ragazzi da ogni dove: ad accogliere Jackie è
Will (Johnny Link), il primogenito dei Walters, un
neolaureato con un lavoro precario nel settore immobiliare. Poi c’è
l’affascinante, atletico e misterioso Cole (interpretato da
Noah LaLonde); il sensibile e tranquillo nerd Alex
(Ashby Gentry); il silenzioso Danny
(Connor Stanhope) che sogna una carriera nel mondo
del teatro; il musicista modaiolo Nathan (Corey
Fogelmanis); il futuro regista Jordan (Dean
Petriw); il piccolo di casa, Benny (Lennix
James); e, infine, i due impegnativi cugini Isaac
(Isaac Arellanes) e Lee (Myles
Perez).
Uno splendido errore – In foto Ashby Gentry nei panni di Alex e
Nikki Rodriguez in quelli della protagonista Jackie.
Triangolo amoroso o “battaglia d’onore”?
Fin dai primi minuti della serie, è
evidente che non era tra gli ambiziosi progetti di Jackie
passare dalla rumorosa New York al caos familiare dei
Walters. Eppure, in pochissimo tempo, la giovane Howard si
ritrova travolta dalle chiassose (e romantiche) attenzioni
dei due fratelli Walters, Cole e Alex.
Opposti caratterialmente e ora rivali in amore, i due affrontano la
conoscenza con la nuova arrivata come una vera battaglia
d’onore, in cui non mancano neppure zuffe e infime
scorrettezze.
Anche se il triangolo
amoroso Jackie-Cole-Alex predomina nella trama dell’intera
serie, la commovente storia di un amore giovanile passa crudelmente
in secondo piano per dare ampio spazio ai già consolidati
dissapori fraterni. Il pubblico finisce, dunque,
per assistere a un infantile e logorante “botta e
risposta” tra Cole, che in realtà è più concentrato sul
suo sogno infranto di atleta a seguito di un infortunio, e Alex
che, da bravo ragazzo, passa in pochi episodi a essere un
piagnucoloso teenager dall’autocommiserazione tossica. Proprio per
questo forte astio tra i due Walters, Jackie appare soggiogata da
dinamiche dettate più dalla razionalità e dall’apparente
infatuazione che piuttosto dal vero primo amore.
Uno splendido errore – In foto Nikki Rodriguez (Jackie) e Noah
LaLonde (Cole).
Un teen drama che non si impegna
abbastanza
Uno splendido errore
(titolo che per altro non rende come quello originale inglese) è
una graziosa serie tv per famiglie che però non riesce a essere
“abbastanza” nel già vasto e ricco catalogo per adolescenti di
Netflix. La trama segue tanti
personaggi (persino alcuni secondari ed esterni allo
stesso nucleo della famiglia Walters) che non riescono ad avere il
giusto spazio narrativo e, di conseguenza, una reale crescita nel
corso degli episodi. A ciò si aggiunge che, come accennato
poc’anzi, il triangolo amoroso centrale risulta così debole
e poco convincente che lo spettatore fatica a
immedesimarsi e a prendere le parti di uno o l’altro Walters.
Infine, il teen drama di
Melanie Halsall – pur avendo ben chiaro i cliché del
genere e affrontando temi importanti e
universali come il lutto, i problemi adolescenziali,
l’importanza della “famiglia per scelta”, la difficoltà
dell’inseguire i propri sogni o il dolore di dovervi rinunciare –
non osa abbastanza e finisce per risultare come
l’ennesimo prodotto televisivo per giovanissimi che però manca di
profondità ed emozione.
Arriva dal Belgio il lungo speciale
dietro le quinte de Lo
Hobbit: un viaggio inaspettato di Peter Jackson. Infatti, la
Warner Bros belga ha pubblicato il filmato, lo speciale che dura
ben 13 minuti.
Tom Hiddleston –
E’ alto, almeno 1.87 stando a IMDb, è gentile, ha un fisico da
modello (lo è stato), ha sguardo acuto e intelligente, voce
profonda e suadente, portamento regale.
Di mestiere fa l’attore, ma pochi
ad oggi lo riconoscerebbero se lo incrociassero per strada: è
Tom Hiddleston, inglese doc e attore 30enne che ha
cominciato la sua scalata al successo dopo anni di gavetta nei
teatri londinesi.
Oggi, guardando bene i profondi
occhi di Tom, lo si potrebbe riconoscere sul grande schermo mentre
interpreta il super cattivo Loki, villain di The
Avengers, il cine-fumetto targato
Marvel Studios che imperversa dal 25
aprile nelle sale cinematografiche italiane. Ma la storia di Thomas
William Hiddleston parte da molto lontano, dal 2005, quando si
diplomò alla Royal Academy of Dramatic Art e da
lì cominciò la sua carriera d’attore, divisa tra piccole parti al
cinema e tanto teatro, quello inglese, con la “T” maiuscola. Nel
2007 prende parte alla piccola produzione di Unrelated, film
inglese completamente girato qui da noi a Siena, 2008 invece
affianca nientemeno che Kenneth Branagh,
considerato l’erede di Laurence Olivier, nella
serie tv Wallander, ma l’anno della svolta è il 2011.
Tom Hiddleston: uno
shakespeariano tra i supereroi
Il nostro bel Tom prende parte a
ben quattro film, molto diversi ma molto importanti per la sua
formazione e la sua fama successiva. Il primo della lista è Thor,
il film tratto dall’omonimo fumetto incentrato sul Dio del Tuono, e
in cui il nostro interpreta Loki, fratellastro malefico del biondo
e buono Thor. C’è da dire, in merito a questa scelta, che molti
fattori hanno influito sulla scelta di Tom per questo ruolo così
complesso: Loki è quello che si definisce un personaggio
shakespeariano, con i tormenti e le lacerazioni interiori di un
Amleto o di un Macbeth. Nonostante il film sia promosso con
riserva, Hiddleston regala al suo cattivo un ritratto coinvolgente
e toccante, degno di un eroe da tragedia greca. Sempre nel 2011 Tom
è protagonista di The Deep Blu Sea,
elegantissimo film inglese in cui recita accanto alla talentuosa e
bellissima Rachel Weisz, presto in uscita qui in
Italia e poi per due dei registi più importanti del panorama
cinematografico mondiale: Woody Allen e
Steven Spielberg.
Per Allen, Tom diventa nientemeno
che F. Scott Fitzgerald in Midnight in
Paris. Hiddleston è
straordinariamente convincente e divertente nei panni di inizio
secolo del famosissimo romanziere americano. Per
Spielberg invece Tom si presta ad interpretare il
piccolo ruolo del Capitano Nicholls in War Horse,
uscito in Italia nei primi giorni di Febbraio 2012. Il vero
salto di qualità per Tom però è avvenuto proprio ora, con
The Avengers, in cui riprende il ruolo
del super cattivo Loki e si schiera contro i Vendicatori della
Marvel: il fratellastro
Thor, Captain America, Iron Man e Occhio
di Falco.
Se sia questa la volta buona per
Tom di spiccare il volo verso Hollywood non ci è dato saperlo,
sembra invece che l’attore sia fortemente ancorato alle sue origini
teatrali, dal momento che sta girando Henry V e Henry IV per la Tv
inglese. Quando incontra i fan è generoso, quando incontra i
giornalisti lo è ancora di più, forse consapevole dell’effetto che
la sua voce ha sulle persone, Tom Hiddleston
rappresenta la generazione di attori capaci e affascinanti, che
senza mai rinunciare alla professionalità, riesce ad affascinare
con uno sguardo. Perfetto erede della scuola inglese.
Le festività natalizie sono quel
momento in cui, tra le altre cose, si ha modo di riguardare tutti
quei film o serie ambientati in questo specifico periodo dell’anno,
sia che si decida di affidarsi a grandi classici come Mamma ho perso l’aereo,Il Grinch o Una poltrona per due (quest’ultimo qualora si sia
appassionati di film
“natalizi” ma non dedicati al Natale); sia che si decida di
scoprire qualche nuovo titolo di questo filone. Per chi si
riconosce in questa seconda categoria, Uno sguardo dal
cielo può essere il titolo che fa al caso proprio.
Diretto nel 1996 da Penny Marshall, si
tratta di un film natalizio meno noto ma con i suoi elementi di
fascino.
Anche in questo caso si ha a che
fare con un film non specificatamente dedicato al Natale, ma che ha
in esso il culmine del suo racconto con la risoluzione di tutte le
linee narrative e l’esplicitazione del suo messaggio di fondo.
Remake del film del 1947 La moglie del
vescovo, tratto dal romanzo omonimo di Robert
Nathan, il film è infatti stato fortemente voluto dal due
volte premio Oscar Denzel Washington per via del suo affrontare
temi come il valore della famiglia, della comunità e della fede.
Apprezzato da critica e pubblico, Uno sguardo dal cielo è
però oggi un titolo tendenzialmente dimenticato, perfetto però per
questi giorni di festa.
A renderlo speciale vi è anche la
presenza di Whitney Houston non solo come
protagonista femminile ma anche come cantante di alcuni brani
presenti nel film. Per tutti gli appassionati di film di questo
genere in cerca di un buon titolo da vedere in questi giorni,
Uno sguardo dal cielo è un titolo ideale. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Uno sguardo dal
cielo
La vicenda si svolge a New York,
dove il sacerdote metodista Henry Biggs, dopo aver
sempre svolto con passione il proprio lavoro, attraversa un momento
di crisi in cui pensa di non essere più in grado di andare incontro
ai problemi che gli pongono la sua comunità e la sua famiglia, la
moglie Julia, il figlio piccolo, la madre di lei.
All’improvviso, però, arriva Dudley, un angelo di
colore, che a poco a poco si installa a casa sua e gli annuncia di
volerlo aiutare a superare le difficoltà. Il problema è che Dudley,
nonostante sia molto generoso, attua degli interventi che spesso
finiscono con il creare più confusione di prima.
Le cose, dunque, finiscono con il
peggiorare ed Henry cade in piena crisi. Come se non bastasse, da
un lato si trova a dover fronteggiare il perfido speculatore
Joe, che ha acquistato la proprietà della chiesa e
vuole demolirla per costruirci un complesso più grande con servizi
vari; dall’altro vede Julia frequentare piacevolmente Dudley, col
quale esce la sera, va al night e ritrova il gusto di cantare, cosa
che ormai faceva solo in chiesa alle funzioni del marito. Dinanzi a
tutto ciò, Henry deciderà che è giunto il momento di sistemare le
cose.
Il cast di Uno sguardo dal
cielo
Ad interpretare l’angelo Dudley vi è
l’attore Denzel Washington, il quale per il ruolo di
Julia Biggs voleva inizialmente l’attrice Julia Roberts. Dopo aver capito che Whitney Houston sarebbe stata più adatta al
ruolo, glielo propose, ma lei rifiutò. Washington continuò a
chiederglielo per un anno, finché lei non accettò. Houston in
seguito dichiarò di aver inizialmente rifiutato il ruolo perché
riteneva di non potersi immedesimare nel personaggio e pensava che
non si sarebbe sentita a suo agio vestita come una casalinga della
classe media. Alla fine, è però riuscita a immedesimarsi nell’amore
di Julia per la famiglia e la chiesa, decidendo così di accettare
la parte.
L’attrice Jenifer
Lewis interpreta invece Margueritte Coleman, madre di
Julia. Tra le due attrici, tuttavia, vi sono solo sei anni di
differenza. Ad interpretare il reverendo Henry Biggs vi è invece
l’attore Courtney B. Vance, noto per il ruolo
dell’assistente procuratore distrettuale Ron Carver in Law &
Order: Criminal Intent, ricoperto dal 2001 al 2006. Recitano
poi nel film Justin Pierre Edmund nel ruolo di
Jeremiah Biggs e Gregory Hines in quelli di Joe
Hamilton. Completano infine il cast gli attori Loretta
Devine nel ruolo di Beverly, Cissy
Houston, madre di Witney, interperta Mrs. Havergale,
mentre il produttore discografico Lionel Richie è
Britsloe.
Il trailer di Uno sguardo dal
cielo e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Uno sguardo dal cielo grazie alla sua
presenza su una delle più popolari piattaforme streaming presenti
oggi in rete. Questo è infatti disponibile nel catalogo di
Disney+. Per vederlo, basterà
dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma e si
avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di mercoledì 27 dicembre alle ore
21:20 sul canale Rai 3.