Guarda il Trailer italiano
ufficiale di Fuga in tacchi a
spillo, il nuovo film di Anne
Fletcher al cinema dal 18 giugno. Protagoniste
Reese Witherspoon e Sofia Vergara.
La Metro-Goldwyn-Mayer
Pictures e New Line Cinema presentano la commedia “Fuga in tacchi a
spillo”, protagoniste la vincitrice Oscar Reese Witherspoon (“Walk
the Line”/”Quando l’amore brucia l’anima”, “Wild”) e Sofia Vergara
(“Chef”/“Chef-La ricetta perfetta”, sitcom “Modern Family”), per la
regia di Anne Fletcher (“The Proposal”/“Ricatto d’amore”).
In “Fuga in tacchi a spillo,” una
poliziotta (la Witherspoon) molto rigida e attenta alle regole
dovrà proteggere la sexy ed estroversa vedova di un boss della
droga (Vergara), mentre vengono inseguiti attraverso il Texas da
poliziotti corrotti e tiratori scelti.
Fletcher dirige un copione
sceneggiato da David Feeney (serie TV “New Girl”) & John Quaintance
(serie TV “Ben & Kate”) e Dana Fox (“What Happens in Vegas”) &
Katherine Silberman (serie TV “Ben & Kate”). Tra i protagonisti,
anche John Carroll Lynch (“Crazy, Stupid, Love”) e Rob Kazinsky
(“Pacific Rim”).
Il film è prodotto da Bruna
Papandrea (“Wild”, “Gone Girl”/“L’amore bugiardo”), Reese
Witherspoon, Dana Fox e Jeff Waxman; produttori esecutivi Sofia
Vergara e Luis Balaguer.
La Warner Bros Italia ha
diffuso il trailer italiano di Fuga in tacchi a
spillo, il nuovo film di Anne
Fletcher al cinema dal 18 giugno. Protagonista un cast
d’eccezine composto da Reese Whitherspoon, Sofia
Vergara,Robert Kazinsky ,
Michael Mosley , Matthew Del
Negro , Richard T. Jones, Mike
Birbiglia , Jodi Lyn Brockton e
Mike R. Moreau.
Reese Witherspoon interpreta un
poliziotto severo e rispettoso delle regole che sta cercando di
proteggere la vedova sexy ed estroversa di un boss della droga
(Vergara), mentre attraversano il Texas inseguite da poliziotti
corrotti e banditi assassini.
È passato da poco l’80°
anniversario del
D-Day, di quello
sbarco in Normandia avvenuto il 6 giugno 1944 e che molti film
hanno raccontato, da Il giorno più lungo a Salvate il soldato Ryan, anche se quasi sempre dal punto
di vista bellico. Anche per questo merita considerazione – e una
visione – il Fuga in Normandia diretto da Oliver
Parker, presentato al Festival di Bari e nei cinema dal 20 giugno,
distribuito da Lucky Red.
E non solo per
l’interpretazione di due protagonisti come i premi Oscar
Michael Caine e Glenda Jackson, ma per il fatto di
raccontare la storia vera (per quanto drammatizzata) dell’allora
89enne Bernard Jordan, veterano della Seconda
Guerra Mondiale, irresistibile quanto irrefrenabile.
The
Great Escaper – Fuga in Normandia
Nella realtà, il vero
Bernie non dovette scappare dalla residenza dove viveva con la
moglie René (la The Pines Care & Nursing Home di Hove) come
è costretto a fare il personaggio interpretato da Michael Caine,
protagonista di una “grande fuga” che lo rende famoso in tutto il
Regno Unico come #thegreatescaper e che nasce dal suo desiderio di
partecipare alle celebrazioni per il 70° anniversario dello sbarco
in Normandia in programma in Francia. Persa la possibilità di
unirsi al gruppo organizzato dalla stessa struttura, il determinato
Bernie decide di scappare da solo per unirsi ad altri veterani di
guerra e commemorare i compagni caduti. Ma nel mondo connesso e
impiccione di oggi, è pressoché impossibile passare inosservati, e
mentre l’anziano avanza nella sua missione, incontrando nuovi amici
molto diversi tra loro (e da lui), la notizia fa il giro del mondo
e l’ex combattente finisce in prima pagina. Ma in prima pagina,
viene raccontata solo una parte della storia…
Michael Caine, Wolf Kahler, and John Standing in The Great Escaper
(2023)
Una storia emozionante, e tanti
ricordi
Vista l’onda emotiva
suscitata all’epoca dalla storia del viaggio in solitaria del
vecchietto inglese verso la Francia, sarebbe bastato forse farne un
mero racconto, ma non si sarebbe scelto Oliver Parker (Othello,
L’importanza di chiamarsi Ernest, St. Trinian’s, Dorian Gray)
per portarla sullo schermo. Da subito, infatti, l’operazione alla
base del film si è colorita di una forte impronta nostalgica, per i
ricordi del regista (il cui padre era stato un giovane capitano in
Birmania e aveva perso due fratelli che prestavano servizio nella
RAF) e dello sceneggiatore William Ivory (figlio di un aviatore e
fratello di un caduto in combattimento), oltre all’immedesimazione
del “vecchio Cockney” Caine con lo stesso protagonista
“gettato sotto i riflettori dei media”.
Una ‘chiamata alle armi’
vera e propria, che non poteva non sortire effetto, soprattutto
considerata la quantità di carisma messa in campo dalla coppia
Jackson-Caine, che inevitabilmente catalizza l’attenzione dello
spettatore, dando profondità a una storia in sé non particolarmente
articolata o sorprendente, ma perfetta per un ‘feelgood’ movie,
come non è peregrino definire questo. Che per buona parte –
soprattutto all’inizio – vive degli sguardi del 91enne decano, ben
accompagnati e sottolineati da una musica sapiente.
L’addio a Glenda Jackson e Michael Caine
La fatica di ogni passo,
la paura di un ostacolo insormontabile, la tentazione di
abbandonare prima della meta, l’umanità che nasce da una dolorosa
lezione imparata o la dignità e la forza di sapere scegliere
l’importante rispetto al dovuto sono gli elementi che più
coinvolgono, probabilmente, più della naturale curiosità per la
vera sorpresa che il film riserva allo spettatore o del piacere di
ammirare quella che potrebbe essere l’ultima apparizione di Caine,
e che lo sarà sicuramente per la sua compagna d’avventura, due
volte Premio Oscar, purtroppo scomparsa prima dell’uscita del film.
Al quale concediamo volentieri una mezza stellina in più per i
tanti e diversi momenti commoventi, soprattutto quelli meno
scontati o prevedibili.
Primo film da regista
per l’attore comico Paolo Ruffini, mattatore di Colorado
Cafè su Italia1, Fuga di Cervelli vede un cast
improbabile e nuovo, composto da due personaggi del web
Guglielmo Scilla in arte Willwoosh (65mila visualizzazioni
su You Tube), Francesco Matano, meglio conosciuto come
Frank (autore di scherzi telefonici e video esilaranti con
650mila fan su Facebook), un duo comico, I Panpers, prelevato da
Colorado Cafè, e Olga Kant, modella.
Il film è un remake di Fuga de
Cerebros, pellicola spagnola risceneggiata da Giovanni
Bognetti e Guido Chiesa e prodotta da Alessandro
Usai, insieme a Maurizio Totti della Colorado
Film. Insieme a Paolo Ruffini, gli sceneggiatori si sono
basati sul plot originale per creare un film nuovo, modificando
personaggi e situazioni.
La storia è quella di
Emilio (Luca Peracino), nerd innamorato da sempre della
bella Nadia (Olga Kent). Per tutta l’infanzia e
l’adolescenza, Emilio non è mai riuscito a dichiararsi, nonostante
l’avesse seguita anche all’Università di Medicina. Un giorno Nadia
annuncia ad Emilio il suo trasferimento all’Università di Oxford,
notizia che butterà il ragazzo in uno stato di sconforto totale. Ma
grazie ai suoi amici Emilio riuscirà a cambiare la situazione.
Alfredo (Paolo Ruffini), cieco e da sempre amico del
ragazzo, decide di partire per Oxford con Emilio e il resto della
loro banda: Lebowsky (Guglielmo Scilla), venditore di
granite e di marijuana ed hacker provetto, Franco (Frank
Matano), leader intellettuale del gruppo e gay non dichiarato e
Alonso (Andrea Pisani), ragazzo costretto su una sedia a
rotelle, malato compulsivo di sesso. Insieme ad Oxford ne
combineranno di tutti i colori, ma Emilio riuscirà a dichiararsi
finalmente alla sua bella.
Ispirato ai classici “college movie”
americani, Fuga di Cervelli è il risultato di un
solido lavoro di gruppo, fatto che questo traspare da ogni
sequenza.
Divertente, ironico e a tratti
serio, questo è un film per i giovani ma non giovanilistico, anzi
sembra essere rivolto ad un pubblico di tutte le età.
Nella seconda parte si riflette
molto sull’amicizia dopo l’adolescenza, si affrontano anche
tematiche come la disabilità e l’omosessualità, ma sempre in chiave
ironica e scherzosa, rendendo il tutto una vera esplosione di
ilarità, in alcuni momenti anche un po’ esagerata.
Si può pensare che sia una commedia
italiana già vista, ma in realtà il fatto che ci sia un cast così
particolare e mai visto nelle sale cinematografiche, rende
Fuga di Cervelli un film unico nel suo genere.
Il film uscirà nelle sale il 21
Novembre, distribuito da Medusa Film in 400 copie.
Si è tenuta questa
mattina al Cinema Adriano di Roma la presentazione del film
Fuga di Cervelli, remake del film spagnolo Fuga
de Cerebros.
Il film è il debutto alla regia per
l’attore comico Paolo Ruffini, lanciato in questa avventura
dalla Colorado Film, affiancato da un cast inaspettato
composto da Guglielmo Scilla alias WillWoosh,
Frank Matano,Luca Peracino, Andrea Pisani,
Olga Kent.
Ruffini ha raccontato la sua
prima esperienza da regista:
“La Colorado Film, in particolare
Maurizio Totti che ha sempre creduto in me, mi hanno offerto questa
occasione e io ho accettato di buon grado, nonostante sapessi fosse
un ruolo di responsabilità. Mi ha fatto piacere prendere un film
già fatto e renderlo mio, modificando i personaggi e rendendolo
originale. Uno degli aspetti più significativo del lavoro da
regista è la scelta del cast, il nostro è un film sincero recitato
da ragazzi con la loro autenticità. Avevo conosciuto Frank Matano
tramite il programma Le Iene, durante uno scherzo televisivo che
lui aveva organizzato ai miei danni (…) siamo diventati subito
amici e abbiamo iniziato a frequentarci. Ho notato da subito un
talento comico unico in lui, secondo me è il Jim Carrey italiano.
Frank è sempre stato molto creativo e spontaneo. Ero da sempre fan
su you tube di Willwoosh, ossia Guglielmo Scilla, che avevo
incontrato ad un ristorante giapponese riproponendomi di lavorare
un giorno con lui. Anche con Guglielmo l’intesa è stata immediata e
subito piacevole, il fatto che sia lui che Matano siano stati
scelti dal web si spiega col fatto che siano in grado di masticare
il linguaggio giovanile e moderno(…) Luca Peracino e Andrea Pisani,
alias i Panpers, provengono da Colorado perciò li conoscevo bene da
tempo, mentre per quanto riguarda Olga appena incontrata io e
Maurizio Totti abbiamo pensato fosse l’interprete ideale,
perché era necessaria una bellezza che attraesse la parte maschile
non solo dal punto di vista fisico. Ci siamo preparati tutti
insieme a Milano per due settimane prima delle riprese, e questo ha
fatto si che si creasse una grande armonia nel gruppo.”
Tra scherzi e risate il regista-attore
ha raccontato l’essenza del film:
“La vicenda di base del film
spagnolo è la stessa, solo che nella versione italiana abbiamo
fatto vari cambiamenti interni. È stato , ad esempio, introdotto il
personaggio di Lebowsky, Guglielmo Scilla, ed è stato modificato il
Franco di Frank Matano. La nostra storia può contare su una seconda
parte incentrata sulla nemesi dei personaggi, che si rivelano per
quello che sono davvero , ed è una parte del film che mi piace
tantissimo(…) Fuga di cervelli è un film dedicato ai perdenti, ai
nerd che sognano di stare con una ragazza dalle elementari, agli
sfigati, a quei ragazzi che hanno paura di mostrare la loro
sensibilità, si rifugiano nel gruppo per non svelare di essere
fragili. Il nostro film soprattutto ai giovani, ma non è un film
giovanilistico.”
Anche il resto del cast si è
espresso in merito ai propri personaggi e al lavoro sul set:
Luca Peracino: “ Il mio
personaggio è molto lontano da me, è abbastanza sfortunato , ma
forse c’è in lui comunque un qualcosa di mio, su cui poi abbiamo
lavorato in sede di preparazione e di riprese. Gliene capitano di
tutti colori ed è innamorato da una vita di Nadia anche se non ha
mai trovato il coraggio di avvicinarsi. La sua qualità più forte è
la tenacia e allora fa di tutto per raggiungere il suo obiettivo.
Emilio non è un tipo superficiale, è molto paziente e nel corso
della vicenda tutto questo verrà fuori in maniera evidente(…) Il
copione non era ferreo , abbiamo sempre lavorato tutti per portare
in scena anche qualcosa di nostro. Paolo è sempre stato d’accordo
su questo, ma ovviamene ci ha dato delle direttive che abbiamo
cercato di seguire alla meglio(…) Secondo me il nostro film è
qualcosa di diverso rispetto a tutto quello che si vede oggi, non è
la classica commedia di costume, credo che sia piuttosto
unico.”
Frank Matano: “ Paolo l’ho
conosciuto alle Iene, abbiamo familiarizzato e ci siamo scambiati i
numeri di telefono promettendo di rivederci. A distanza di circa un
mese mi ha proposto di fare un provino per il film. Sono andato ma
visto che tutte le mie battute erano in romano gli ho detto che per
farlo avrei dovuto parlare a modo mio, e così è stato. Il mio
personaggio è un tipo molto accomodante, sempre divertito da tutto,
energico a mille, ci tiene molto a divertirsi e ad essere sempre a
suo agio con il suo gruppo a cui è molto legato. Ci sono diversi
momenti del film in cui la sua umanità viene fuori in modo
evidente, ma la sua ingenuità non è inferiore alla sua bontà. Per
me lavorare con questo gruppo è stato come andare in gita
scolastica con i migliori amici, si è creato un gruppo fortissimo.
Il nostro film è molto vicino al genere giovanilistico americano e
la cosa che viene fuori dallo schermo è che si capisce che tutti
noi fossimo veramente amici.”
Guglielmo Scilla: “Avevo
conosciuto Paolo tre anni fa in un ristorante, quando ci siamo
riconosciuti a vicenda, io non pensavo che lui sapesse chi fossi,
poi poco meno di un anno fa il mio telefono ha iniziato a
squillare: era Paolo che voleva propormi un piccolo ruolo in Fuga
di Cervelli. Il fatto che abbiamo lavorato insieme prima delle
riprese mi è piaciuto perché sul set, poi, è stato come ritrovarsi
in gita. I miei compagni di lavoro si sono rivelati tutti delle
bellissime persone. Il mio personaggio, Lebowsky, è l’opposto di
me. Lui è un totale apatico che, al contrario del tumulto di
personaggi che ha attorno, è completamente opposto tende a
togliere, a sottrarre rispetto agli altri. Io non sono per niente
così ma è stato divertente interpretarlo, facendomi crescere
capelli e barbone, che a fine riprese mi sono mancati
tantissimo.”
Andrea Pisani: “L’ esperienza
con Paolo è stata bellissima per tutti noi, soprattutto perché lui
si è rivelato un regista anomalo. La cosa bella fin dall’inizio
delle riprese era la sua intenzione di far rivivere in scena tutto
quello che lui non era mai riuscito a portare a termine nei vari
film a cui aveva preso parte come attore, non aveva mai avuto
quella libertà di movimento che invece a noi è stata concessa. Con
gli altri prima delle riprese si è creato un gruppo particolarmente
affiatato. Il mio personaggio, Alonso, viene presentato come un
tipo ai limiti del viscido che sfrutta con cinismo la sua
disabilità quando entra in relazione con le donne, ma poi col tempo
è in grado di rivelare una sua forte sensibilità.”
Olga Kent: “ Sono
felicissima di aver conosciuto Paolo come persona, è eccezionale,
mette gli altri sempre a proprio agio ed è in grado di creare con
tutti una famiglia , una vera amicizia. Non mi aspettavo di fare un
altro film dopo Natale a Cortina, ma è stata una piacevole
sorpresa. Quando sono arrivata sul set i ragazzi mi sembravano
tutti un po’ matti, ma poi mi sono completamente innamorata di
ognuno di loro. Il mio personaggio, Nadia, è la tipica ragazza
della porta accanto, molto semplice e molto bella. Il suo obiettivo
e quello di far capire chi è davvero, cercando di non mettere
troppo in luce la propria bellezza. Ho cercato di interpretarla
essendo me stessa, cercando le sue qualità dentro di me.”
Dopo il successo di Frozen il cinema di intrattenimento
per i più piccoli sembra continuare a perseguirne la filosofia di
fondo. Quell’attenzione ai valori umani che dal più generico nucleo
familiare si sposta verso il rapporto tra fratelli. Così anche in
Fuga dal Pianeta Terra, film d’animazione
diretto da Cal Brunker (già story board artist di
Cattivissimo Me e Minions), assistiamo alla storia di
due fratelli: Scorch Supernova e Gary.
I due protagonisti provengono da
una galassia lontana lontana, dove forme di vita aliene hanno
raggiunto un grado di superiorità scientifica ma soprattutto
“umana” estranei al pianeta Terra, da loro non a caso denominato
“Pianeta Oscuro”. I nostri eroi dovranno fare i conti proprio con
l’infinita inferiorità delle menti terrestri per salvare il proprio
pianeta e l’intero universo dal cattivo di turno, un umano della
peggior specie che tenta di rinchiuderli nella famosa area
51 e di sfruttare la materia prima aliena, il blubonio, per
distruggere l’intero universo.
Il film ha evidenti
debiti nei confronti della pregressa animazione per bambini (le
forme delle varie razze aliene, simpatiche e accattivanti, sono un
palese tributo ai mostri di Monsters
& Co., Mostri contro Alieni,
Lilo & Stitch e compagnia bella). Tuttavia, se
nella forma grafica non spicca per originalità (sebbene
l’animazione digitale sia impeccabile), la sceneggiatura del
regista e di Bon Barlen coglie nel segno. Senza
mai perdere di vista il divertimento dei più piccini, il film tenta
anche di accontentare il pubblico adulto, gettando qua e là gag dal
sapore citazionistico che non risultano mai troppo scontate (dal
maccartismo militare alla fantascienza di Star
Wars fino all’azzardato richiamo ai
Clerks di Kevin Smith
nei due unici umani amichevoli).
Ma infondo ciò che più conta è la
morale, forse ovvia ma sempre rassicurante, da mostrare ai piccini:
l’importanza del gioco di squadra e la strenua condanna della
violenza, che i simpatici alieni del film rimarcano più volte
(«Veniamo in pace»). Non mancano poi le strizzatine d’occhio alle
nuove tecnologie, fautrici di quell’universo digitale che ha
permesso la realizzazione di film come Fuga dal Pianeta
Terra, che si dimostra tutto sommato godibile per
l’intera famiglia, adulti compresi.
Entra sempre più nel
vivo la corsa il cui premio in palio vede la possibilità di
portare, sotto nuove sembianze, il leggendario personaggio di Snake
Plissken nuovamente sul grande schermo nel remake di
1997 Fuga da New York. Se appena ieri vi
avevamo anticipato che Charlie
Hunnam era ormai il favorito a vestire i panni
dell’eroe nato dalla mente di John Carpenter,
sembrerebbe che nelle ultime due ore siano tornati alla ribalta i
nomi di ulteriori attori al vaglio per la parte.
Il nome del destinato a succedere
a Kurt Russell sembra infatti che possa
uscire da un trio composto da Charlie Hunnam,
le cui quotazioni sembrano scendere in virtù dell’impegno sul set
del film diretto da Guy Ritchie ed ispirato
alla figura di Re Artù, Jon Bernthal,
l’indimenticato Shane Walsh di The Walking
Deade Dan
Stevens, anch’egli maggiormente conosciuto per il ruolo di
Matthew Crawley nella serie Downton
Abbey.
Vi ricordiamo, inoltre, che al
momento non è stato ancora deciso chi sarà chiamato all’arduo
compito di dirigere il remake di un film culto qual
è Fuga da New York, ma, secondo le
ultime rivelazioni, sembrerebbe che, questa volta, Snake non sarà
solo nella sua nuova avventura, ma sarà coadiuvato da un suo
ex-partner soprannominato The Brain, da Cabbie, una guida turistica
affetta da schizofrenia, Mina, giornalista di guerra, e Gareth,
l’unico membro sopravvissuto della sicurezza del Presidente degli
Stati Uniti.
A produrre la pellicola
saranno Silver
Pictures e StudioCanal.
Snake Plissken farà ritorno
sul grande schermo nel reboot di Fuga da New York di John
Carpernter. Ad annunciarlo è il noto sito Deadline che conferma che
la 2oth Century Fox ha vinto i diritti del remake del film di
Carpernter che sarà il produttore esecutivo.
La pellicola introdusse un
personaggio-icona del cinema: l’antieroe “Snake” Plissken,
interpretato da Russell. Il soprannome del personaggio è
probabilmente dovuto al vistoso tatuaggio a forma di serpente
(“snake” in inglese) sul ventre, analogia che si è persa nella
versione italiana, costretta, per motivi di labiale, a
ribattezzarlo “Jena” Plissken.
Il film è ambientato in un futuro
distonico nel 1981 in una New York completamente anarchica,
Carpenter ha diretto il sequel
dell’originale, Escape From LA, nel 1996, ma con minor
fortuna del primo film.
Il nuovo film sarà prodotto da Alex
Heineman e Andrew. Al momento non è stato annunciato il
regista.
Trama del primo film: Stati
Uniti, 1997: la delinquenza è fuori controllo, e New York è stata
trasformata in un carcere di massima sicurezza dove vengono
rinchiusi tutti i reietti della società. Quando un commando
terrorista dirotta il jet su cui viaggia il presidente, facendolo
precipitare proprio sulla città, le autorità si rivolgono a un ex
marine condannato per rapina, una leggenda: Jena Plissken.
Presentato in anteprima italiana al
Far East Film Festival 2022 e al Florence
Korea Film Fest, il film sudcoreano Fuga da
Mogadiscio è basato su una storia vera nonché su uno dei
rarissimi casi in cui, in quasi ottant’anni di conflitto,
le due Coree si sono trovate a collaborare.
Diretto da Ryu Seung-wan il film – a partire da
questa storia – offre dunque spunti di riflessione su temi come la
solidarietà umana e il potere della collaborazione anche tra nemici
dichiarati. Si pone così in luce la determinazione dell’animo umano
di fronte alle avversità più gravi, offrendo di conseguenza un
racconto che pur affrontando uno specifico episodio risulta essere
più attuale e universale che mai.
Le riprese esterne del film si sono
svolte tra Mogadiscio in Somalia e alcune località del Marocco ed
ha dunque anche il pregio non solo di mostrare i veri luoghi dove
ebbero luogo i reali eventi di cui si parla, ma anche di portare
alla luce un particolare caso di quel conflitto che ribadisce ancor
di più come in caso di guerra non ci sono differenze che
impediscano anche a chi di solito è nemico di aiutarsi. In quanto
portatore di tutti questi valori, il film è poi stato Candidato
della Corea del Sud per la nomination come miglior film straniero
agli Oscar 2022, senza però arrivare alla cinquina di
finalisti.
Si tratta di un film da non perdere
assolutamente, non solo per chi è amante delle opere coreane ma in
generale per ogni spettatore, che ritroverà qui una storia ricca di
umanità e grandi emozioni. In questo articolo, approfondiamo dunque
alcune delle principali curiosità relative a Fuga da
Mogadiscio. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast
di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama di Fuga da Mogadiscio
A Mogadiscio, capitale della
Somalia, nel 1991 si svolge una sanguinosa guerra civile tra i
ribelli, intenzionati a mettere fine al trentennale regime
dittatoriale del presidente Mohammed Siad Barre, e
le truppe fedeli a quest’ultimo. I guerriglieri, convinti che
alcune ambasciate di paesi stranieri stiano appoggiando Barre,
minacciano di attaccare le sedi diplomatiche di Mogadiscio.
Protagonisti del film sono dunque Han Shin-Sung,
ambasciatore della Corea del Sud, intrappolato insieme a sua moglie
nell’edificio dell’ambasciata del suo paese; e Kang
Dae-Jin, consigliere presso l’ambasciata nordcoreana la
cui sede è sotto minaccia dei ribelli.
Per entrambi, l’unica possibilità di
salvezza è di mettere momentaneamente da parte le loro storiche
divisioni politiche e di unire le loro forze per tentare di
attraversare la città devastata dalla guerra e mettersi al sicuro
insieme ai famigliari e colleghi. I “nuovi alleati”, che per il
solo fatto di essersi tesi la mano rischiano ora l’accusa di
diserzione da parte dei loro rispettivi governi, hanno assoluto
bisogno dell’aiuto di un paese terzo e in questo, l’intervento
italiano, coordinato dall’ambasciatore Mario Sica
si rivelerà decisivo per la fuga.
Il cast di attori del film
Il cast di Fuga da
Mogadiscio include attori come Kim
Yoon-seok – attore noto per The Chaser e 1987
– When The Day Comes – nel ruolo di Han Shin-sung, eIn-Sung
Jo – recentemente visto nella serie Una famiglia in
fuga – in quello di Kang
Dae-jin. HuhJoon-ho
interpreta Rim Yong-su, mentre Koo Kyo-hwan è Tae
Joon-ki e Kim So-jin è Kim Myung-hee.
ParkMyung-hoon interpreta Bae
Yeong-sook, mentre Kim Jae-hwa interpreta Jo
Soo-jin. Nel ruolo dell’ambasciatore italiano Mario Sica, invece,
si ritrova l’attore Enrico Ianniello, celebre in
particolare per aver interpretato il commissario Nappi nella
fiction A un passo dal cielo ma visto anche in
Il giorno più bello del mondo.
La storia vera dietro il film
La battaglia di
Mogadiscio fu uno scontro di vaste proporzioni svoltosi
nella capitale somala tra il 3 ed il 4 ottobre del
1993, nel corso dell’operazione Restore Hope. Questa
operazione, iniziata sotto l’egida delle Nazioni Unite, ha visto il
susseguirsi di svariati scontri a fuoco di elevata intensità, che
hanno coinvolto truppe statunitensi, pakistane, malesi e di altre
nazioni partecipanti all’operazione. Due anni prima di questa
battaglia vera e propria, però, nel 1991 si
chiudese il lungo periodo di potere del generale Siad
Barre. Tale periodo perdurava dal 1969, anno nel quale un
colpo di Stato aveva condotto il paese ad una organizzazione
sociale e statale stabile, anche se sotto la forma di una
dittatura.
Ad essa si sostituiva un periodo di
instabilità e di scontri tra varie fazioni armate su base tribale,
controllate da signori della guerra locali, nessuna delle quali in
grado di prevalere sulle altre. Tra le varie situazioni che si
verificarono nel paese vi è dunque quella della cooperazione tra
gli ambiasciatori delle due coree e i rispettivi dipendenti.
“Nella realtà, le persone del Sud e del Nord hanno trascorso
insieme oltre 12 giorni. Ma dal momento che per raccontare la
storia io avevo solo due ore, che è quanto dura la maggior parte
dei film, dovevo comprimere gli eventi“, ha spiegato il
regista in un’intervista rilasciata a
L’Espresso.
“Nella realtà, le due parti si
incontrano all’aeroporto, e quando l’ambasciatore sudcoreano
convince quello del Nord, si recano all’ambasciata sudcoreana per
stare insieme prima della fuga. Io ho accorciato questa situazione,
e ho ridotto il tempo che hanno passato insieme, perché
concentrarsi sulle situazioni individuali avrebbe dato meno tempo
per esprimere la psicologia dei personaggi. Per questo ho
semplificato la situazione e mi sono concentrato sull’espressione
degli stati d’animo”. Il regista ha dunque modificato
parzialmente la situazione, andando però in ogni caso a raccontare
la cooperazione tra questi “nemici giurati” che ha permesso loro di
salvarsi.
Il trailer di Fuga da
Mogadiscio e dove vederlo in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di
lunedì 15 aprile alle ore 21:20
sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato
periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai
Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il
momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma,
completamente gratuita, per trovare il film e far partire la
visione.
Ecco l’esilarante trailer italiano
di Fuck you, prof!, commedia campione
d’incassi in Germania che arriverà in Italia il prossimo 15
ottobre.
Nel cast del film Elyas
M’Barek, Karoline Herfurth, Katja Riemann, Alwara Höfels, Jana
Pallaske, Uschi Glas, Anna Lena Klenke, Max von der Groeben, Jella
Haase, Aram Arami, Gizem Emre, Farid Bang e Laura
Osswald.
Nel cast del film Elyas
M’Barek, Karoline Herfurth, Katja Riemann, Alwara Höfels, Jana
Pallaske, Uschi Glas, Anna Lena Klenke, Max von der Groeben, Jella
Haase, Aram Arami, Gizem Emre, Farid Bang e Laura
Osswald.
Nel cast del film Elyas
M’Barek, Karoline Herfurth, Katja Riemann, Alwara Höfels, Jana
Pallaske, Uschi Glas, Anna Lena Klenke, Max von der Groeben, Jella
Haase, Aram Arami, Gizem Emre, Farid Bang e Laura
Osswald.
Netflix ha rilasciato il primo teaser
trailer diFUBAR, la commedia
d’azione di prossima uscita con Arnold Schwarzenegger mentre
guida il suo primo grande progetto televisivo con sceneggiatura.
La serie sarà disponibile per lo streaming dal 25
maggio.“Ovunque vada, le persone mi chiedono
quando farò un’altra grande commedia d’azione
come True
Lies“, ha detto
Schwarzenegger. “Bene, eccolo
qui. FUBAR ti
prenderà a calci in culo e ti farà ridere, e non solo per due
ore. Hai un’intera stagione. È stata una gioia lavorare
con Nick, Skydance e Netflix per dare ai miei fan esattamente
quello che stavano aspettando“.
Il video ci offre il nostro
primo sguardo a Luke Brunner di Schwarzenegger, una spia della CIA che assume
il suo ultimo incarico prima di ritirarsi. Ci dà anche un assaggio
di alcune delle sequenze d’azione dello spettacolo.
FUBAR è creato e prodotto
esecutivamente da Nick Santora, che ha descritto la serie come “il
progetto più surreale” della sua carriera. La commedia
d’azione di 8 episodi è interpretata da Schwarzenegger, Monica Barbaro, Milan
Carter,
Gabriel Luna, Fortune Feimster, Travis Van Winkle, Fabiana
Udenio, Barbara Eve Harris, Aparna Brielle, Andy Buckley e Jay
Baruchel.
“Un agente della CIA
sull’orlo della pensione scopre un segreto di famiglia”, si legge
nel logline. “Costretta a tornare sul campo per un ultimo
lavoro, la serie affronta dinamiche familiari universali in un
contesto globale di spie, azione e umorismo”.La serie
è prodotta da Schwarzenegger, Adam Higgs, Scott
Sullivan, Holly Dale e Bill Bost con David Ellison e Dana
Goldberg di Skydance. Proviene da Skydance Television.
In un atmosfera densa di attività
sotto copertura e tante risate, Fubar è la nuova
serie di spionaggio targata Netflix. Ideata da Nick Sandora
(Lie to
me,
Law and Order), la serie è al momento formata da una sola
stagione da otto episodi, ognuno di circa 50 minuti. Nel cast
di Fubar ritroviamo note figure del cinema
Hollywoodiano: qui il protagonista, Luke Brunner, è interpretato
dall’austriaco Arnold Schwarzenegger (Terminator,
Contagious: epidemia mortale). Monica
Barbaro (Top
gun: maverick) è nei panni della co protagonista, Emma Brunner,
figlia di Luke. Jay Baruchel (L’apprendista
stregone) qui è nel ruolo di Carter, fidanzato di Emma.
Fubar: spie in azione
Luke Brunner è un veterano agente
della Cia, prossimo alla pensione. Dopo la sua ultima missione,
viene reclutato per un attività di salvataggio di un altro agente
che sta per essere scoperto. Luke ritornerà in Guyana nei panni di
Finn Hoss per salvare l’agente perduto che scoprirà essere
sua figlia, Emma. Finn era già stato coinvolto molti anni prima in
una missione in questi territori: in quel caso, aveva dovuto
uccidere un pericoloso trafficante di armi. Ora si trova ad
avere a che fare con il figlio, Boro: Luke/Finn, per i sensi di
colpa di aver privato il bambino del proprio padre, aveva garantito
a Boro un’istruzione adeguata ed ha cercato di prendersi cura di
lui come un figlio. Ma il dolce bambino da adulto segue le orme del
padre, divenendo astuto e crudele.
Emma e Luke si ritroveranno a
dover collaborare per fermare Boro dal creare e vendere delle
valigette bombe nucleari. In un turbinio di missioni ed azione, non
mancheranno i drammi d’amore: Luke cerca in ogni modo di
riconquistare l’ex moglie Tally, la quale lo aveva lasciato perché
poco presente per lei ed in famiglia. Emma sarà coinvolta in grandi
dilemmi riguardo il suo futuro e la sua relazione con Carter.
Mentre padre e figlia avranno la possibilità di lavorare insieme e
risanare il proprio rapporto.
Uno dei fattori che rende
Fubar piacevole e divertente da guardare è il
perfetto bilanciamento di scene di azione e combattimento e scene
comiche, quasi tendenti al demenziale. Di esempi di momenti ironici
ce ne sono tantissimi: già dal primo episodio con una citazione del
cartone animato Lilo
e Stitch, ad Aldon che viene salvato durante dei
combattimenti in Grecia da una ex fiamma che poi va via con Mamma
mia come sottofondo.
Le scene di azione sono frequenti,
ma nei combattimenti non viene mostrato molto sangue, quindi
non è in alcun modo disturbante neanche per spettatori più
sensibili. Ogni episodio si conclude con un colpo di scena che
invoglia il pubblico a continuare la visione: anche lo stesso
finale di stagione lascia molto in sospeso, quindi si spera che una
seconda stagione arriverà e molto presto!
Parlando del finale, l’ultimo
episodio risulta essere a tratti paradossale: qui, infatti, senza
fare alcuno spoiler, alcuni avvenimenti sembrano essere poco
realistici. Questo è effettivamente il difetto maggiore di
Fubar.
Interessante è anche proprio la
scelta del titolo della serie; Fubar è un
acronimo, utilizzato dai soldati americani già dal secondo
conflitto mondiale e sta per Fucked Up Beyond All Repair, tradotto
fregato oltre ogni possibilità di riparazione.
I contrasti tra padre e figlia
Una delle tematiche centrali in
Fubar è il rapporto tra Luke e sua figlia. Emma
vive tutta la sua infanzia a cercare di essere perfetta in tutto,
vincendo trofei, suonando il violino solo per attirare l’attenzione
del padre assente. La ragazza che Luke conosce come sua figlia non
è altro che una finzione: la proiezione che lei da di se. Lavorando
insieme, lui riesce a conoscere Emma per quelli che è. Diventa
chiaro praticamente subito che i due in realtà sono uguali, e
proprio perché hanno la stessa testardaggine e forza d’animo non
fanno altro che scontrarsi. Luke finisce fin troppo spesso ad
intromettersi nella vita privata, e specialmente amorosa di Emma,
mentre lei da la colpa di tutti i suoi problemi proprio al fatto di
aver avuto lui come padre.
Altro personaggio interessante in
Fubar è Aldon; altro agente bello ed affascinante,
all’inizio non sembra essere altro che un donnaiolo pieno di sé.
Con lo scorrere degli episodi e delle vicende, lo spettatore può
conoscere sempre meglio il ragazzo, fino al discorso che egli
stesso fa su se stesso e la propria vita. La spavalderia
mostrata all’inizio risulterà essere nient’altro che un
armatura.
Fubar è stata rinnovata per una seconda
stagione da Netflix. La serie, che ha
debuttato lo scorso maggio, presenta l’icona del cinema action
Arnold Schwarzenegger nel suo primo ruolo
televisivo da protagonista. Apparentemente una derivazione delle
dinamiche di True Lies, la serie d’azione vede la star interpretare
Luke Brunner, un agente della CIA che scopre che anche sua figlia
Emma (Monica Barbaro) lavora per
l’organizzazione.
Durante l’evento globale per i fan
di Netflix, Tudum, Arnold Schwarzenegger è salito sul palco
per condividere un blooper reel della prima stagione di
Fubar e ha anche rivelato che la seconda stagione è ufficialmente
in lavorazione. Dopo aver fatto l’annuncio, ha detto: “Sapete
quanto amo i sequel. Quindi siamo tornati, ragazzi, siamo
tornati!”
Oltre a recitare in film che hanno
generato i propri remake e franchise, tra cui
Predator e Total Recall, la
leggendaria star è apparsa in molti dei suoi sequel. Sebbene ciò
includa in gran parte i sequel dei film in cui ha recitato
originariamente, tra cui I Mercenari 2 e 3, e
cinque sequel di Terminator, è apparso anche in
sequel o spin-off di altri franchise, come in Batman &
Robin e Kung Fury 2.
Oltre ad essere la sua prima grande
incursione in televisione, Fubar potrebbe essere una nuova occasione per
Arnold Schwarzeneggerdi
dare vita a un franchise d’azione, cosa che potrebbe risarcirlo
degli esiti non troppo felici di Terminator:
Genisys e Terminator: Destino Oscuro.
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aggiornato su tutte le ultime novità, i film in uscita e le
curiosità sul mondo del cinema, ISCRIVITI alla nostra
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Attenzione: spoiler importanti sul
finale di Fubar – Stagione 2
Fubar– Stagione 2 di
Netflix si
conclude in modo opportunamente esplosivo, con Luke (interpretato
da Arnold Schwarzenegger) che scopre la
sconvolgente identità del misterioso terrorista Dante
Cress. Il finale della seconda stagione di FUBAR si apre
con Luke e la sua squadra che lottano contro il tempo per impedire
il lancio di un missile nucleare, che potrebbe scatenare una guerra
con la Russia. Dopo aver scoperto che l’agente segreto dell’MI6
Chips (Guy Burnet) era in realtà Cress per tutto
il tempo, riescono a sabotare il missile, impedendogli di uscire
dall’atmosfera. Cress viene bruciato al lancio, mentre l’ex fiamma
di Luke, Greta (Carrie-Anne
Moss), apparentemente muore dopo aver danneggiato il
missile dall’interno.
Miracolosamente, Greta sopravvive
all’atterraggio di fortuna del missile, e Luke ed Emma
(Monica Barbaro) fingono la sua morte per poterla
liberare. “Let’s Twist Again” di FUBAR si chiude con Luke
e la sua famiglia a cui viene permesso di tornare a casa dopo che
la CIA ritiene che le minacce contro di loro siano cessate. Così,
Luke chiede in sposa l’ex moglie Tally (Fabiana
Udenio), mentre Roo (Fortune Feimster)
diventa direttore regionale della CIA. L’episodio si conclude con
Barry (Milan Carter) che decide di far evadere la
sua fidanzata traditrice Tina (Aparna Brielle)
dalla Russia, una missione che pone grandi rischi per la terza
stagione.
Perché Dante Cress ha finto di far
parte della squadra – Chips/Cress era tutt’altro che ambizioso
Burnet è un’ottima aggiunta al cast
di FUBAR, Chips che è un agente segreto innegabilmente
affascinante, seppur un po’ fastidioso, con l’intenzione di
corteggiare Emma. Chips sembra passare dalla parte del bene dopo
aver iniziato la stagione come antagonista, solo per poi rivelare
in “Let’s Twist Again” che in realtà era Dante Cress fin
dall’inizio. Chips/Cress si è infiltrato nel gruppo sia per tenere
traccia delle loro attività, sia per rigirare gli eventi a proprio
vantaggio. Nel corso della serie, le sue azioni hanno sia aiutato
che sfavorito la squadra di Luke.
Ripensando alla seconda stagione di
FUBAR, il piano di Cress non segue una logica precisa; ad esempio,
Chips ha lasciato che l’intera squadra venisse giustiziata dai suoi
uomini nell’episodio 2, e non poteva certo immaginare che avrebbero
trovato una via d’uscita. In ogni caso, la rivelazione di
Chips/Cress è un divertente colpo di scena, che premia il suo
personaggio. Chips rivela anche perché voleva distruggere il mondo,
ricordando come suo padre sia morto in una missione che prevedeva
di insabbiare uno scandalo sessuale che coinvolgeva un
politico.
Dopo che la missione fallì, suo
padre cercò di ucciderlo, costringendo Chips a farlo per legittima
difesa. Decidendo che il mondo era un posto orribile e che aveva
bisogno di un reset totale, Chips decise che scatenare una guerra
nucleare fosse l’opzione migliore. Chips provava seriamente i suoi
sentimenti per Emma e voleva che lei si unisse a lui in un bunker
nucleare; invece, combattono fino alla morte all’interno del silo,
e lei guarda Chips annientato dal lancio del missile.
Il piano di Cress per la rete
elettrica era una finta elaborata – Un blackout era solo una parte
del piano del cattivo
La minaccia principale di
Fubar– Stagione 2 riguardava
l’ex fiamma di Luke, Greta, assunta da Cress per mettere fuori uso
la rete elettrica americana. L’obiettivo di Greta è distruggere
quattro centrali elettriche, innescando un effetto domino che
porterà a un blackout totale in tutto il paese. Se gli Stati Uniti
rimanessero senza elettricità, l’economia crollerebbe e la nazione
si troverebbe completamente esposta a un’invasione. Tutte queste
cose sono negative, ma il finale rivela che il piano per la rete
elettrica era in realtà uno stratagemma per attivare le armi
nucleari del paese.
Questi missili sono pronti a entrare
in funzione in caso di interruzione completa dell’energia elettrica
nel paese, presumendo che la nazione sia sotto attacco. Chips è
anche riuscito a bloccare le comunicazioni satellitari con la
Russia, quindi una volta innescati i missili, presumerebbero che
una guerra nucleare sia imminente e risponderebbero di conseguenza.
È una mossa audace da parte di Chips, e tutto va bene finché la
squadra di Luke non riesce a disattivare gli altri missili e a
rendere inattiva l’ultima testata nucleare rimasta.
Come Greta è sopravvissuta al suo
eroico “sacrificio” – La granata di gommapiuma di FUBAR si è
rivelata sicuramente utile
Sebbene Greta sia in gran
parte interpretata come una parodia cartoonesca di una femme
fatale, la serie chiarisce che ama davvero Luke e vuole stare con
lui. Quando diventa chiaro che qualcuno deve sabotare l’ultimo
missile, Greta dice a Luke che non può essere lui, dato che ha già
una famiglia. Presto, il missile viene lanciato con Greta al suo
interno e lei riesce a farlo schiantare. Luke ed Emma arrivano più
tardi sul luogo dell’impatto e Greta si rivela viva dopo aver usato
una granata artificiale per proteggersi dall’impatto.
Nonostante abbiano aiutato Cress
durante la seconda stagione di FUBAR e causato molte morti, Luke ed
Emma decidono che Greta è una brava persona e aiutano a inscenare
la sua morte. Non sembra che questo prepari il suo ritorno per una
potenziale terza stagione, ma gli showrunner ora hanno un margine
di manovra per riportare Moss in vita se Greta si dimostrerà
popolare tra il pubblico.
Perché Luke si ritira dalla CIA –
Luke rescinde il suo contratto con la CIA
Nelle scene finali di “Let’s
Twist Again” di FUBAR, la squadra di Luke festeggia la fine
della missione e il fatto di poter finalmente tornare a casa. Luke
coglie anche l’occasione per annunciare che, dopo decenni di leale
servizio – anteponendo il lavoro alla famiglia – si ritira dalla
CIA. FUBAR continua la sua vena romantica quando Luke chiede a
Tally di sposarlo, con cui ha intenzione di risposarsi e andare in
barca a vela.
Luke confida anche che la sua
squadra, sotto la guida del nuovo capo Roo, possa mantenere il
mondo al sicuro anche senza di lui. Questo suggerisce che il Luke
di Schwarzenegger potrebbe passare in secondo piano se la terza
stagione di FUBAR dovesse andare in onda, o potrebbe diventare un
personaggio secondario. Considerando che la serie è convinta del
successo di Arnie, è improbabile che lasci davvero la serie.
FUBAR – Stagione 2 non finisce bene
per tutti – Forse Carter e Donnie avranno il loro spin-off
Con Luke e Tally pronti a risposarsi
e Roo che riceve la sua promozione, il finale della seconda
stagione di FUBAR è per lo più ottimista. Non è altrettanto vero
per l’ex fidanzato di Emma, Carter (Jay Baruchel), e per l’ex
fidanzato di Tally, Donnie (Andy Buckley). Entrambi hanno avuto la
vita praticamente rovinata a causa dei loro legami con la famiglia
Brunner e, dopo una rocambolesca scappatella che li ha visti
coinvolti in uno spaccio di droga e uccidere accidentalmente un
motociclista criminale, sono costretti a nascondersi.
L’ultima scena di Carter e Donnie li
vede spediti su un peschereccio in Groenlandia, presumibilmente per
anni a venire. Nel frattempo, Barry (Milan Carter) è anche lui
sconvolto dalla scoperta che la sua ragazza Tina (Aparna Brielle)
era una talpa russa, e nelle scene finali, lui e Aldon (Travis Van
Winkle) la consegnano come parte di uno scambio di prigionieri.
Tina in precedenza aveva negato di aver mai amato Barry, nonostante
lui la pensasse diversamente, ma quando scopre che stava fornendo
false informazioni ai russi, si rende conto che la sua convinzione
era assolutamente corretta.
In che modo la scena finale della
seconda stagione di FUBAR prepara la terza stagione – La squadra di
FUBAR sta andando in Russia!
La scena finale della
seconda stagione di FUBAR mostra Barry realizzare che Tina era
davvero dalla loro parte e si sta sacrificando per salvarli. Barry
e Aldon dicono a Roo che torneranno indietro per salvare Tina, il
che significa dirigersi in Russia. Ovviamente, questo rischia un
grave incidente internazionale, che non è qualcosa che Roo vuole
affrontare nel suo primo giorno da capo.
In ogni caso, sembra che la terza
stagione di FUBAR vedrà la squadra dirigersi in Russia per salvare
Tina, il che senza dubbio porterà a qualche ricaduta. Di nuovo,
sarà interessante vedere come Luke (Arnie) verrà coinvolto nella
vicenda, anche se potrebbe trovare la pensione un po’ noiosa e
iniziare a desiderare di nuovo un po’ di azione.
Guarda la clip in esclusiva su
Cinefilos.it del film Fruitvale
Station con protagonista
l’attore Michael B. Jordan.
Il film ripercorre le ultime ore di
vita del ventiduenne Oscar Grant, a partire dalla mattina
del 31 dicembre 2008, giorno del compleanno di sua madre, e
racconta la quotidianità e gli ostacoli che il
ragazzo deve fronteggiare nel tentativo di diventare una
persona migliore. Il film prodotto dal Premio Oscar Forest Whitake
e costato solo 2 milioni di dollari, è stato distribuito negli
Usa dalla prestigiosa The Weinstein Company incassando oltre 16
milioni di dollari.
Il film ha trionfato
ai “Gotham Awards”di New York dove si è aggiudicato i
due premi per cui era candidato – Miglior attore rivelazione per
Michael B. Jordan e Miglior registarivelazione per
Ryan Coogler – ha vinto al Sundance Film
Festival il Premio come Miglior Film ed il Premio del
Pubblico, aCannes il Prix de l’Avenir e si è
aggiudicato tre candidature
agli Independent Spirit Awards, che si
assegnano il giorno prima degli Oscar, per Miglior
Film d’esordio, Miglior Attore protagonista (Michael B. Jordan) e
Miglior Attrice non protagonista (Melonie Diaz).
Secondo The Hollywood Reporter, la
New Line Cinema ha acquistato i diritti cinematografici per
il grande schermo della popolare app mobile
Fruit Ninja, che in Australia Halfbrick
Studios sta cercando di adattare come una commedia per famiglie
live-action. Già da maggio erano uscite notizie in questo senso,
ora un nuovo passo avanti è stato fatto.
Tripp Vinson
(San Andreas, Hansel &
Gretel: Witch Hunters) produrrà il film con la sua
Vinson Films. Gli sceneggiatori saranno JP Lavin e
Chad Damiani, che avranno il compito tutt’altro
che semplice di adattare la semplice interfaccia in cui si
affetta frutta e si evitano le bombe, in una storia
drammatica valida con elementi interessanti, personaggi,
retroscena. Sam White e Tara
Farney saranno produttori esecutivi.
Fruit
Ninja (conosciuto come Fruit Ninja HD nella versione
per iPad e Fruit Ninja THD nella versione per Android) è un
videogioco sviluppato dalla Halfbrick Studios. Con oltre 1
miliardo di download, Fruit Ninja è attualmente il secondo gioco
più venduto su iOS di tutti i tempi.
È The Hollywood Reporter
a riportare la notizia che un altro famosissimo gioco per
smartphone e tablet diventerà un film. Dopo Angry
Birds infatti è il turno di Fruit
Ninja, gioco Halfbrick Studios che dovrebbe
diventare una commedia per famiglie in live action.
Tripp Vinson di
San Andreas 3D produrrà il film con la
Vinson Films. JP Lavin e Chad
Damiani scriveranno invece la sceneggiatura, il che sarà,
almeno sulla carta, un’operazione alquanto azzardata.
Fruit
Ninja (conosciuto come Fruit Ninja HD nella versione
per iPad e Fruit Ninja THD nella versione per Android) è un
videogioco sviluppato dalla Halfbrick Studios. Sarà davvero
interessante capire in che modo il film sarà costruito e come si
intende procedere per adattarne lo spirito.
L’utente YouTube Lee Hardcastel ha
realizzato, attraverso la tecnica della stop-motion, un
terrificante video mash-up tra il classico Disney
Frozen e il capolavoro
horror-fantascientifico La Cosa di John
Carpenter. Il risultato finale è una scena assolutamente
creepy che mescola il film d’animazione vincitore del
premio Oscar con una delle pellicole più iconiche del maestro
Carpenter.
Potete vederlo di seguito:
La Cosa (The Thing) è un
film del 1982 diretto da John Carpenter, liberamente tratto dal
racconto horror-fantascientifico La “cosa” da un altro mondo (Who
Goes There?, 1938) di John W. Campbell, già alla base del film La
cosa da un altro mondo (1951) diretto da Howard Hawks.
Il regista lo considera come il
primo episodio della Trilogia dell’Apocalisse, composta da Il
signore del male e Il seme della follia rispettivamente del 1987 e
del 1995. Durante l’uscita nelle sale cinematografiche, La cosa ha
avuto incassi modesti al botteghino, e la critica non lo accolse
molto bene, facendo particolarmente dei paragoni con il già
menzionato film di Hawks. Nel corso degli anni tuttavia, il film fu
rivalutato positivamente dalla critica e dal pubblico, divenendo un
intramontabile cult, ed è stato classificato diverse volte come uno
dei film più paurosi in assoluto. Lo stesso Carpenter lo ritiene il
suo film preferito tra tutti quelli da lui diretti.
Il 14 ottobre 2011 è uscito negli
USA un prequel, La Cosa, diretto dal regista semi-esordiente
Matthijis van Heijningen Jr. e ambientato tre giorni prima degli
eventi del film di John Carpenter.
Ecco un video in cui vengono
elencati tutti gli errori di Frozen il regno di
ghiaccio in poco più di 10 minuti. Il film di maggior
successo della stagione ha degli errori? Ebbene sì! Eccoli:
Diretto da
Chris Buck (Tarzan, Surf’s
Up) e Jennifer Lee (sceneggiatrice
di Ralph Spaccatutto), autrice anche
della sceneggiatura, e prodotto da Peter Del Vecho
(Winnie the Pooh, La principessa e il
ranocchio) Frozen Il regno di
ghiaccio ha vinto un Golden Globes® 2013 come Miglior
film d’animazione, ed è stato il primo film prodotto da Walt Disney
Animation Studios a vincere il premio Oscar per il miglior film
d’animazione e per la migliore canzone originale Let it
Go.
Ispirato alla fiaba di Hans
Christian Andersen “La regina delle nevi” (pubblicata per
la prima volta nel 1845), Frozen – Il regno di ghiaccio trasporta
grandi e piccini in un’epica avventura ricca di magia, divertimento
e musica.
Ci sono film che fanno della loro
unica ambientazione l’occasione per mostrare il comportamento umano
in situazioni di grande crisi o pericolo. All’interno di questo
filone vi sono però anche titoli che restringono talmente tanto il
campo d’azione da non permettere ai personaggi pressocché nessun
movimento. Dal celebre Locke con Tom Hardy al
claustrofobico Buried con Ryan Reynolds, questi
film costringono così i personaggi, e gli spettatori con loro, a
vivere situazioni quanto mai estreme e a dover ricorrere a
soluzioni altrettanto estreme. Il film del 2010
Frozen fa proprio questo, bloccando però
i personaggi in uno spazio aperto ma non meno minaccioso.
Scritto e diretto da Adam
Green, già noto per lo slasher Hatchet, il film è
stato considerato uno dei migliori thriller dell’anno, ricco di
tensione e colpi di scena particolarmente memorabili. La storia,
nonostante alcune voci circolate in rete, non è tratta da una
vicenda vera, ma è puro frutto dell’immaginazione del regista.
L’idea, ancora una volta, era quella di mostrare cosa si è disposti
a fare in situazioni di particolare rischio e pericolo. Con
un’unica location, tre attori, un ambiente ostile e scelte di regia
particolarmente coinvolgenti, Green riesce così a dar vita ad un
film che colpisce in pieno lo stomaco dello spettatore.
Affermatosi come un grande successo
di critica e pubblico, Frozen è stato anche candidato come
miglior film horror ai Saturn Award. Ancora oggi a distanza di
dieci anni è un ottimo esempio del suo genere, arricchito da una
sceneggiatura forte e da una messa in scena che tiene lo spettatore
con il fiato sospeso fino all’ultimo. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Frozen: la trama del film
Protagonisti del film sono tre
studenti universitari, Joe, Dan e
Parker, i quali decidono di trascorrere insieme un
periodo di relax sulle montagne della zona statunitense del New
England. A fine giornata, prima che l’impianto sciistico chiuda,
decidono di fare un’ultima sciata insieme. Riuscendo a convincere
il guardiano della seggiovia, con la promessa di fare presto, i tre
iniziano la loro salita verso la cima. Prima di arrivarvi, però,
l’inserviente a cui i tre si erano rivolti viene sostituito da un
collega, a cui viene però comunicata la presenza degli ultimi
sciatori della giornata. A causa di un disguido, però, il nuovo
addetto li scambia con altri tre sciatori ritardatari.
Andati via questi, l’uomo spegne
l’impianto, lasciando Joe, Dan e Parker bloccati sulla seggiovia. I
tre si rendono subito conto di essere stati dimenticati lì, e la
situazione è quanto mai disperata. Si trovano infatti bloccati ad
un’altezza che non consente loro di saltare giù, poiché
significherebbe morte certa, costretti dunque a trascorrere lì una
notte gelida che potrebbe ugualmente portarli alla morte. Nel minor
tempo possibile, i tre dovranno trovare una strategia per riuscire
a salvarsi da quella situazione. A complicare le cose, però, oltre
al sopraggiungere del buio e della neve, vi sarà la scoperta di non
essere soli in quei boschi, i quali pullulano di lupi.
Frozen: il cast e le curiosità sul film
Intenzionato a rendere il film
quanto più realistico possibile, permettendo allo spettatore di
avvertire concretamente il pericolo in cui i tre giovani si
ritrovano incastrati, Green ha scelto di non avvalersi di effetti
speciali o green screen. Il regista ha infatti portato gli attori a
rimanere realmente sospesi su una seggiovia a diversi metri da
terra per tutta la durata delle riprese. Per permettere loro di
comprendere la difficoltà della situazione, gli attori non hanno
avuto modo di scendere dalla seggiovia finché non previsto dalla
sceneggiatura. Gli interpreti di Frozen sono Emma
Bell nei panni di Parker O’Neil, Shawn
Ashmore in quelli di Joe Lynch e Kevin
Zegers in quelli di Dan Walker.
La Bell, nota oggi anche per la
serie Dallas, è stata la prima attrice a presentarsi per
il ruolo. Dopo aver incontrato altre interpreti, Green decise di
affidare a lei il ruolo, poiché ritenuta la più convincente e
capace di un’interpretazione particolarmente intensa. Ashmore e
Zegers, invece, si sono distinti durante le riprese per aver
eseguito personalmente i propri stunt, senza ricorrere a
controfigure. Il film ha rappresentato una prova di resistenza
anche per lo stesso Green, il quale soffre di vertigini. Poiché la
troupe del film aveva paura di stare alle altezze previste, è stato
lo stesso Green insieme al direttore della fotografia Will
Barratt a doversi sospendere all’altezza della seggiovia
per poter riprendere i tre attori intenti a dialogare.
Frozen: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire del film
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Frozen è
infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google
Play, Apple iTunes e Now. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di giovedì 13 maggio
alle ore 21:15 sul canale Italia
2.
Il prossimo 25 marzo uscirà nelle
sale Frozen un film di Adam Green che sconvolgerà
lo spettatore per le scene dall’alto contenuto drammatico e dal
forte impatto visivo. Prodotto dalla “A bigger boat/ariescope
pictures” e distribuito in Italia dalla neonata M2
PicturesFrozen non può essere
considerato un semplice horror in quanto la storia raccontata non
ha nulla di assurdo.
In Frozen tre
giovani amici decidono di trascorrere la domenica sciando sulle
piste di una piccola e poco rinomata località montana. Joe
(Shawn Ashmore) accetta malvolentieri di
condividere la giornata con la nuova ragazza di Kevin (Dan
Walker), amico di una vita, con il quale era solito
trascorrere quel tradizionale appuntamento sulla neve. La ragazza
in questione, Parker (Emma Bell), deve quindi
affrontare le difficoltà nel rimanere in equilibrio sullo snowboard
oltre che le velenose battute di Joe che cova per lei il
risentimento tipico dell’amico “geloso”.
Le ore trascorrono più o meno
serene, tra qualche risata, ricordi d’infanzia e qualche momento di
vaga tensione per l’insofferenza di Joe verso quel terzo incomodo
che impedisce a lui e a Kevin di affrontare le piste più stimolanti
e difficili. Giunge la sera e con lei l’imbrunire, l’impianto
sciistico sta per chiudere e le piste sono ormai quasi deserte. I
tre amici vogliono fare l’ultima discesa ed implorano l’addetto
all’impianto di concedergli l’ultima salita; ottenuto il favore i
tre siedono sulla seggiovia ignorando quello che il destino ha
serbato per loro.
Richiamato dal capo in ufficio,
l’addetto all’impianto viene sostituito da un collega avvisato
della presenza dei tre ma una sfortunata coincidenza genererà
l’inconveniente fatale. L’impianto viene chiuso, le luci sulle
piste si spengono e gli addetti lasciano gradualmente l’impianto
che riaprirà solo il venerdì successivo; Joe, Kevin e Parker sulla
seggiovia a metà percorso, ancora incapaci di comprendere quello
che sta accadendo. Con il lento passare delle ore i tre ragazzi,
bloccati sulla seggiovia, realizzano di essere stati abbandonati e
al contempo di essere in grave pericolo di vita. Impossibile
sopravvivere al rischio di congelamento che sarebbe inevitabile
durante quei cinque giorni, impossibile illudersi di poter
sopportare quelle rigide temperature.
Il panico iniziale lascia
gradualmente spazio all’istinto di sopravvivenza ed è così che i
tre cercheranno in tutti i modi di vincere la morte combattendo con
ogni mezzo per la propria vita. Sequenze dall’alto contenuto
drammatico si alterneranno ad altre di rara crudezza, la morte
sempre incombente per il gelo insopportabile non sarà
l’unico pericolo da affrontare, l’unico ostacolo
tra loro e la sopravvivenza. La montagna nasconde innumerevoli
insidie e continue minacce ed ogni ora ed ogni minuto in più sono
un passo verso la fine.
Adam Green e Peter
Block, due nomi che da soli dovrebbero mettere in guardia
lo spettatore su quello che questo film ha in serbo per lui. Frozen
non tradisce le attese ma forse va anche oltre le aspettative;
Green, regista e sceneggiatore, impacchetta un horror anomalo in
cui non troviamo gli ingredienti tipici del genere come in Hatchet,
suo precedente successo del 2007, ma ci presenta un film che
“non spaventa e turba il pubblico con le tipiche convenzioni
della violenza” afferma il regista stesso “ma con un’aurea
di terrore generale ti ricorda incessantemente – questo
potrebbe accadermi davvero”.
Ed è proprio questo l’aspetto che
rende Frozen una successione di sequenze sempre al
limite della tensione ma una tensione imperniata di angoscia
crescente, di ansia costante. “Questo film non farà ridere,
gridare ed esultare il pubblico di appassionati dell’horror come il
primo lavoro Hatchet” continua il regista “ma descrive una
situazione cruda e inquietante: tre giovani nel tentativo disperato
di sopravvivere a una situazione reale senza apparente via
d’uscita”.
Frozen è una
storia che sconvolge per il suo drammatico realismo e per non
sconfinare mai nell’assurdo o nell’inverosimile; la crudezza di
alcune sequenze ricorda lo splatter dei film dell’orrore a cui
Green è inconsciamente legato ma la drammaticità che accompagna la
vicenda è costruita attraverso lo studio dei personaggi e della
loro personalità. Green si pone l’intento di toccare le paure più
primordiali e attraverso esse provocare nel pubblico le ansie più
forti e autentiche; l’istinto di sopravvivenza, l’eterna lotta
dell’uomo contro la natura, il rifiuto di abbandonarsi ad una morte
sicura e inevitabile. Frozen ha la qualità di trascinare lo
spettatore all’interno del dramma, di farlo sentire parte della
vicenda, di creare una graduale complicità con i personaggi
protagonisti della storia.
Come lo stesso regista rivela, il
realismo delle sequenze è ottenuto anche grazie alla scelta di
Green di girare tutte le scene sul posto e non nel chiuso di uno
studio:”gli attori e la troupe erano veramente lì, a 15 metri
d’altezza. Il tempo, il freddo e gli elementi che abbiamo
affrontato erano tutti reali”conferma il regista stesso. Questa
rischiosa scelta che ha messo in pericolo l’incolumità degli
attori, è stata subito accolta con entusiasmo dalla produzione ed
in particolar modo da Peter Block. Block è un produttore che, in
questi anni, ha legato il proprio nome ad altri film di
successo che hanno suscitato nel pubblico ansie e paure a grandi
dosi, tra questi ricordiamo su tutti Saw – l’enigmista e sopratutto
Open water che con Frozen presenta diverse affinità.
Una nota di commento la meritano i
tre giovani protagonisti che hanno da subito sposato con entusiasmo
il progetto di Green non esitando a dare la propria disponibilità
nel girare le scene sulla seggiovia a 15 metri di altezza e a
temperature proibitive. Sia Ashmore che Zegers e la Bell
interpretano con passione e trasporto le rispettive parti
contribuendo non poco alla drammaticità di molte sequenze. Frozen è
un film non certo adatto a tutti ma solo a coloro avvezzi a certi
eccessi del genere horror ma che, al contempo, saprà anche
commuovere e coinvolgere lo spettatore, un film asciutto e diretto,
un film che non potrà lasciare indifferenti.
Ha conquistato il cuore di tutti
coloro che l’hanno visto, e adesso sembra il favorito di categorie
per la corsa agli Oscar, dove è ovviamente candidato come miglior
film d’animazione e anche per la miglior canzone Let it go. Adesso
Frozen ci regala anche una particolare e
dolcissima cartolina di auguri di San Valentino in cui il tenero
protagonista è Olaf, il pupazzo di neve incantato creato da
Elsa.
Dopo tutto Olaf ha conquistato tutti
con la sua predilezione per i caldi abbracci, e adesso ci ricorda
che …. “Per qualcuno vale la pena sciogliersi”.
I Walt Disney Animation Studios
presentano Frozen – Il regno di ghiaccio,
un’avventura da brivido per il grande schermo, dagli autori di
Rapunzel – L’intreccio della torre e
Ralph Spaccatutto. Quando una profezia
intrappola un intero regno in un inverno senza fine, Anna, valorosa
e ottimista, insieme al coraggioso uomo di montagna Kristoff e alla
sua renna Sven, intraprende un viaggio epico alla ricerca della
sorella Elsa, la Regina delle Nevi, per riuscire a porre fine al
glaciale incantesimo. Anna e Kristoff incontreranno sul loro
cammino creature fantastiche come i trolls, un buffo pupazzo di
neve di nome Olaf, montagne alte come l’Everest e magia dietro ogni
angolo, e combatteranno contro tutti gli elementi della natura per
salvare il regno dalla distruzione.
Basato sulla storia originale di
Hans Christian Andersen, Frozen
il regno di ghiaccio racconta dell’avventura di Anna
e Olaf, e del loro affascinante incontro con la Regina delle Nevi.
Nella versione originale del film le voci dei doppiatori saranno di
Kristen Bell, Idina Menzel, Josh Gad e
Jonathan Groff.
Sono stati diffusi online alcuni
nuovi concept art per Frozen, il nuovo film della
Disney che verrà realizzato in CGI per la regia di Chris Buck(
Tarzan).
Uno dei personaggi più iconici del
nuovo capolavoro DisneyFrozen – Il
regno di ghiaccio è certamente il piccolo e tenero
Olaf, il pupazzo di neve che ama i caldi abbracci e sogna l’estate.
Tanto adorabile quanto divertente, Olaf ha, nella versione
italiana, la voce di Enrico Brignano.
Frozen Il Regno di
Ghiaccio è ispirato dalla storia di Andersen La
Regina delle Nevi, e in questa nuova e rivisitata versione troviamo
il coraggioso viaggio della Principessa Anna che si imbarca alla
ricerca della sorella la Regina Elsa, insieme al montando Kristoff
e al pupazzo di neve Olaf ,che ha intrappolato il regno in un
inverno eterno. Le musiche originali del film d’animazione
sono state composte da Christophe Beck ,
vincitore di premioOscar per il cortometraggio Paperman e
compositore di famose colonne sonore come quella
di Una Notte Da
Leoni,Pitch
Perfect(Voices), The Perfect
Mane I Muppett.
Mentre le canzoni originali sono state scritte
daKristen Anderson-Lopez e Robert Lopez ,
famosi coniugi compositori dietro alle musiche di film come Nuove
Avventure nel Bosco dei 100 Acri , Winnie The Pooh e numerosi
musical tra cui i vincitori di Tony Awards Avenue Q e The Book of
Mormon. L’appuntamento è a partire dal 19 dicembre al cinema,
per un altro grande capolavoro Disney, e per riscoprire un po’
della magia del natale in mezzo alla neve.
Sappiamo che Frozen – il
regno di ghiaccio, film dal planetario successo che
ha garantito un box ffice da capogiro alla Walt Disney Animation
Studios avrà un sequel che è già in lavorazione.
La vera notizia, che arriva nelle
ultime ore da ComingSoon.net, è che presto vedremo la storia a
Broadway, nel 2018, il tutto preceduto da un nuovo speciale
televisivo nel 2017 messo in programma dalla ABC.
Lo speciale tv, programmato per la
vacanze natalizie, sarà diretto da Kevin Deters e
Stevie Wermers-Skelton e vedrà schierati, nel
comparto vocale, di nuovo Idina Menzel,
Kristen Bell e Josh Gad che
torneranno nei ruoli rispettivamente di Elsa, Anna e Olaf.
Per quanto rigurada il musical a
Broadway, la regia è stata affidata a Alex Timbers
mentre le coreografie a Peter Darling.
Stephen Oremus, due volte vincitore di un Tony
Awards, sarà il supervisore musicale.
Dopo
Aladdin e Il Re
Leone, Frozen è il terzo
classico Disney a sbarcare a Broadway.
Sembra una cosa davvero strana,
eppure le figlie della doppiatrice originale di Anna di
Frozen non hanno ancora visto il film
amato dai bambini, e soprattutto della bambine di tutto il mondo.
Ebbene sì, Lincoln e Delta, le figlie di Kristen
Bell, voce di Anna, non hanno ancora visto il film. Ecco
cosa ha raccontato l’attrice:
“L’APA (American Psychological
Association) raccomanda di lasciare guardare la tv ai bambini
soltanto quando hanno più di due anni e mezzo, quindi stiamo
cercando di seguire questo consiglio, cosa sfortunatamente non
realistica per tutti i genitori, lo capisco. E’ anche per la loro
immaginazione, semplicemente così non sono sedentari e abituati a
essere dipendenti dai video. Ma Lincoln ha visto sicuramente molti
cartoni, ama alla follia Snoopy! Ma stiamo provando. Sicuramente
non ha visto nulla di Frozen”.
A partire dal 12 marzo arriverà al
cinema anche Frozen Fever, il
cortometraggio ambientato ad Arendelle che verrà proiettato in
testa a Cenerentola di Kenneth
Branagh.
Con l’avvicinarsi dei due anni della
figlia maggiore, la Bell ha però dichiarato: ““E’ divertente,
sono più entusiasta che se fossi un membro del pubblico per via
della tematica dedicata alle sorelle. Perché un giorno, quando lo
mostrerò a entrambe le mie figlie, avrà un significato speciale per
loro e per il loro rapporto. Sono veramente eccitata per questo
motivo perché penso che il film racconti qualcosa di veramente
speciale sulle sorelle”.
La Regina dei Ghiacci
ha condannato l’intero mondo ad un eterno inverno. Per raggiungerla
la giovane sognatrice Anna e il coraggioso montanaro Kristoff si
inoltreranno in un viaggio avventuroso
Stando a quanto riportato
da The
DisInsider, i Walt Disney Studios starebbero sviluppando un
live action ispirato a La Regina delle Nevi, la
celebre fiaba dello scrittore danese Hans Christian Andersen, che
ha ispirato a sua volta il classico d’animazione Frozen – Il regno di ghiacchio.
Al momento non sono stati rivelati
dettagli sul casting e sulla direzione che prenderà la storia del
remake, ma sembra che l’obiettivo sia quello di realizzare un film
destinato al grande schermo e non alla piattaforma di streaming
Disney+, come accaduto di recente con Lilli e il Vagabondo.
Kristin Burr, i cui crediti
includono Ritorno al bosco dei 100 acri e l’atteso
Cruella con Emma Stone, figurerà tra i produttori. Al
momento non sappiamo né chi dirigerà il film, né chi si occuperà
della sceneggiatura e né chi saranno gli attori coinvolti.
La Regina delle
Nevi è una delle fiabe più lunghe di Andersen, e fra
quelle più apprezzate. Il suo sottotitolo è “Una fiaba in sette
storie”, poiché è divisa in sette sezioni, ognuna delle quali
descrive una vicenda compiuta; è anche il nome dell’antagonista
dell’omonima fiaba.
Di recente è stato annunciato anche
il live action di Hercules, il classico d’animazione del
1997, diretto da Ron Clements e John Musker. Il remake
vedrà Anthony e Joe
Russo, registi di Avengers:
Endgame, impegnati in qualità di produttori,
mentre Dave Callaham (Wonder Woman
1984) firmerà la sceneggiatura.