Il sequel di The Amazing Spiderman
comincerà la sua fasevera e propria di produzione a febbraio.
Mentre la maggior parte dle cast principale è già stata scelta, si
comincia a speculare su quale sarà la trama e su quale dei
personaggi principali morirà.
Diciamo a quelli che non conoscono
il fumetto di fare attenzione, perchè potrebbero seguire
SPOILER.
Stando a quanto dicono fonti vicine
alla produzione, la London Extras è stata chiamata in causa per
fornire delle comparse per una scena di un funerale da girare il 14
febbraio. Non si sa ancora di chi sarà il funerale in questione,
qualcuno pensa si possa trattare del funerale di Gwen Stacy (Emma
Stone), altri invece pensano a quello dello zio Ben, dal momento
che Martin Sheen ha confermato da poco la sua presenza nel film in
forma di flashback. La stessa agenzia ha riferito che per il film
serviranno anche un gruppo di persone per impersonare scienziati,
ma non si sa nulla in merito, solo che le riprese di questa scena
verranno effettuate tra marzo e luglio.
Prossimo all’uscita nelle sale
giovedì 28 settembre, Chi m’ha visto è una
scoppiettante commedia italiana che promette di fare il boom al
botteghino. Il soggetto prende spunto da uno scorcio di vita reale:
la carriera mai decollata di un musicista/ turnista (colui che
segue i cantanti nelle loro turnée), destinato a rimanere dietro le
quinte nonostante la propria bravura. Martino Piccione
(Giuseppe Fiorello) è un chitarrista di mezza età
in piena crisi esistenziale. Deciso a dare una svolta alla sua
vita, finge la propria tragica sparizione grazie all’aiuto
dell’amico fidato Peppino (Pierfrancesco
Favino), rintanandosi nelle Murge vicino a Ginosa, suo
paese natio. La scomparsa del cantante darà nuova linfa al
piccolo paesino pugliese, mobilitando turismo e mass media.
Prodotto dalla IBLAFILM di
Giuseppe Fiorello, la sceneggiatura è stata
scritta a sei mani dallo stesso attore, da Paolo Logli e dal
regista Alessandro Pondi. Pondi è qui alla sua prima direzione su
grande schermo, avendo alle spalle per lo più una carriera di
scrittore in opere televisive e cinepanettoni cinematografici. La
regia quindi non spicca particolarmente, ma rimane fedele ai
personaggi seguendoli da vicino e mantenendosi neutrale.
Chi m’ha visto, il film
Quello che rende
Chi m’ha visto un’opera riuscita è la scrittura
evidentemente ben ponderata, dove i tempi comici si incastrano
perfettamente di scena in scena, e i dialoghi rimangono sempre
incalzanti senza creare vuoti che facciano scemare l’animo dello
spettatore. Commedia divertente e mai stucchevole, che sa quando
fermarsi per non scadere nell’eccesso, il film di Pondi ha il suo
fiore all’occhiello nella performance di Favino, piuttosto che
del protagonista. Peppino/Favino
è una spalla essenziale sul quale si poggiano i vari snodi
della trama: è lui che denuncia la comparsa dell’amico; lui
presenta Sally (Mariela Garriga) a Martino; ed è
sempre lui che più di tutti beneficerà della latitanza del
musicista.
Autodefinitasi “commedia rock”, in
realtà Chi m’ha visto è una classica commedia
vecchio stampo, soprattutto quando assistiamo agli irresistibili
momenti Fiorello –
Favino, che sconfina nel trash dal sapore
squisitamente italiano senza però mai esagerare (se non nella clip
che accompagna i titoli di coda, non necessaria e che sa troppo di
captatio benevolentie nei confronti della De Filippi e
della tv spazzatura). Di rock, e di musica in generale, vi è molto
poco, se si esclude la sequela di cameo di cantanti che
chiedono a gran voce il ritorno del protagonista svanito nel
nulla. Il ruolo di musicista del protagonista non è altro che una
metafora dell’uomo medio, in costante bilico sul palcoscenico
della vita, che sgomita per apparire ma non sempre (anzi quasi mai)
ci riesce.
Martino/Fiorello è un Fu Mattia Pascal che
cerca una nuova vita, scoprendo poi, ça va sans dire, che questa è
imprevedibile e che il finale – seppur dolce/amaro – è la cosa
migliore per tutti.
È stato diffuso il primo trailer di
Chi m’ha visto, il nuovo film con protagonisti
Pierfrancesco Favino e Giuseppe
Fiorello, diretto da Alessandro Pondi. Il
film arriva in sala il 28 settembre.
“Chi m’ha visto”,
che si ispira con assoluta modestia al gusto della commedia
all’italiana degli anni ’60 dei Maestri Mario Monicelli, Dino Risi
e Luigi Comencini, racconta la storia rocambolesca, comica e
grottesca di Martino Piccione, un bravissimo
chitarrista che collabora con i più grandi divi della musica
leggera italiana, solo che nessuno se n’è accorto, perché lui è
quello che sul palco sta dietro e i riflettori sono tutti puntati
sul cantante famoso. D’altra parte il mondo dello spettacolo è
così: non conta quanto vali, conta quanto appari. E tutte le volte
che Martino ritorna a casa nel suo paesino in Puglia, deve subire
le ironie dei suoi concittadini che lo sfottono per la sua
ossessione di diventare un musicista famoso. E allora, con l’aiuto
del suo migliore amico Peppino, un “cowboy di paese” con pochi
grilli per la testa, decide di mettere in atto un piano strampalato
pur di attirare l’attenzione su di sé, e organizza la propria
sparizione. Ma questo gesto estremo porterà a conseguenze davvero
inaspettate…
Ambientata nella Puglia dei nostri
giorni ed ispirata ad una storia vera, la pellicola riflette
all’interno di un contesto allegro e spensierato l’ amara realtà in
cui viviamo: spesso in nome di una esagerata ed effimera apparenza,
dimentichiamo la sostanza delle cose.
Il film vede protagonisti anche
Mariela Garriga, Dino Abbrescia e la partecipazione di
Sabrina Impacciatore, insieme a quella di tantissimi altri
ospiti sorprendenti, eccezionalmente in prestito al cinema per
l’occasione.
Prodotta da Iblafilm,
R.O.S.A Production, Rodeo Drive con RAI CINEMA e distribuito
da 01 Distribution, la pellicola è stata realizzata
con il sostegno della Regione Lazio – Fondo regionale per il cinema
e l’audiovisivo e anche il contributo della Regione Puglia e
dell’Apulia Film Commission.
“Chi m’ha visto” rappresenta il
debutto alla regia di Alessandro Pondi, scrittore e sceneggiatore
che per il cinema ha firmato sia pellicole d’autore come “K il
bandito” di Martin Donovan, “Litium Cospiracy” di Davide Marengo,
“Mio papà” di Giulio Base, che commedie sentimentali come “Poli
Opposti” e film campione di incassi come “Natale a Beverly Hills” e
“Natale in Sud Africa”.
La MGM sembra interessata a
aportare avanti il progetto, nato un po’ per gioco, di un remake
del film del 1987 diretto da Paul Verhoeven, Robocop, divenuto
ormai un classico. Si era parlato addirittura di nomi per la regia,
trai quali quello di Darren Aronofski.
Con un
nuovo trailer appena uscito, il desiderio di sapere il più
possibile sull’attesissimo film biografico Oppenheimer
è sempre più difficile da appagare. L’epopea diretta da
Christopher Nolan sarà uno dei film estivi più
attesi e discussi (soprattutto perché uscirà lo stesso giorno di un
altro dei titoli più attesi dell’anno, Barbie). Il
film descriverà in dettaglio gli eventi che circondano J.
Robert Oppenheimer e lo sviluppo della prima bomba
atomica che sarebbe stata usata contro il Giappone per porre fine
alla seconda guerra mondiale. La pellicola presenterà un
ensemble di prim’ordine che includerà
Cillian Murphy nei panni dello scienziato
titolare incaricato del non invidiabile lavoro di scatenare il
potere dell’atomo sull’umanità a Hiroshima.
Tra i tanti attori di talento che
recitano al fianco di Murphy c’è Robert Downey
Jr. nel ruolo di Lewis
Strauss. Non si sa molto su Strauss come anche su altri
grandi protagonisti della storia come lo stesso Oppenheimer e il
generale Leslie Groves che hanno puntato tutto sullo sviluppo
militare di quest’arma e che saranno interpretati tra gli altri
anche da Matt Damon. Sembra essere il casting
perfetto in quanto Downey ha tutta la versatilità per interpretare
il dinamico motore e agitatore dell’eredità ebraica che ha
indossato molte vesti e altrettanti ruoli tra cui quello di
ufficiale di marina, finanziere, industriale e filantropo che alla
fine ha trovato la sua strada nel dirigere l’Atomic Energy
Commission e la cerchia ristretta del famigerato Progetto
Manhattan.
Strauss aiutò gli ebrei a fuggire da
Hitler e dal Terzo Reich
Strauss nacque a
Charleston, West Virginia nel 1896, quasi 50 anni prima di
acquisire notorietà a livello nazionale per il suo ruolo nello
sviluppo della prima bomba atomica. Cresciuto a Richmond, in
Virginia, Strauss è salito alla ribalta lavorando per Herbert
Hoover dopo la prima guerra mondiale fornendo assistenza e sollievo
con la ditta Kuhn, Loeb & Co. Fu durante i suoi 20 e 30 anni che il
brillante banchiere accumulò la maggior parte della sua
considerevole fortuna che in seguito avrebbe utilizzato per
avanzare questioni che erano importanti per lui. Uno dei suoi ruoli
più importanti è arrivato in risposta all’ascesa di Hitler e agli
eventi che circondano la seconda guerra mondiale. In qualità di
membro del comitato esecutivo dell’American Jewish Committee e di
molti altri comitati, Strauss ha lavorato per rendere più facile il
viaggio dall’Europa agli Stati Uniti per le persone di origine
ebraica. In particolare quelli che stavano fuggendo dal Terzo Reich
e dall’orribile regime nazista che salì al potere negli anni ’30 e
nei primi anni ’40. Ha anche conseguito il grado di ammiraglio
nella riserva navale per il suo servizio dal 1941 al 1945 ed è
stato anche insignito della medaglia del Congresso della
libertà.
Il coinvolgimento di Strauss
nell’energia nucleare e nella bomba atomica
Strauss è stato nominato
dal presidente Harry S. Truman come membro fondatore
dell’Atomic Energy Council e in seguito ne sarebbe
stato il presidente. L’AEC è stata una contromisura
all’emergere della Guerra Fredda alla fine degli anni
’40. Secondo il National Museum of Nuclear Science & History,
è stato uno dei più accesi sostenitori di stare al passo con
l’Unione Sovietica nella ricerca e nello sviluppo dell’energia
atomica, oltre a insistere sulla necessità di mantenere il
progresso americano nell’area il più silenzioso possibile. Questa è
l’area in cui avrà una grande influenza
in Oppenheimer, poiché il tema generale dietro la
segretezza del progresso americano nelle bombe Fat Man e
Little Boy e nel Progetto Manhattan è diventato
un aspetto critico della sua attuazione, nel bene e nel
male. Strauss non era affatto un falco politico guerrafondaio
affamato di usare la bomba, ed era noto per aver sostenuto l’uso
pacifico dell’energia atomica e come alla fine potesse diventare
una fonte di energia sostitutiva ampiamente utilizzata alternativa
all’elettricità. La sua presenza nel film (e il ritratto di
Downey) rifletteranno probabilmente il cauto
ottimismo che Strauss aveva sul potere distruttivo di ciò che J.
Robert Oppenheimer stava creando. Fu solo dopo che l’Unione
Sovietica testò la sua prima bomba atomica nel 1949 che Strauss
iniziò una campagna per lo sviluppo di armi termonucleari come
risposta.
Strauss vedeva Oppenheimer come una minaccia per gli Stati
Uniti
Secondo il National
Museum of Nuclear Science & History, dopo essersi scontrati con la
ricerca e lo sviluppo della bomba all’idrogeno, Strauss e
Oppenheimer sono diventati nemici politici. Oppenheimer non
vedeva la necessità di creare un’arma così letale e pensava che la
prospettiva del suo potere distruttivo fosse disumana, ma Strauss
credeva che non farlo avrebbe rappresentato una certa minaccia alla
sicurezza nazionale dell’Unione Sovietica e di altri paesi che già
lavoravano per realizzare il bomba. Strauss arrivò persino a
fare appello all’allora presidente Dwight D. Eisenhower
affermando che “non avrebbe potuto svolgere il lavoro all’AEC se
Oppenheimer fosse stato collegato in qualche modo al
programma”. I due avrebbero continuato a litigare sull’energia
atomica negli anni avvenire dopo il Progetto Manhattan e il
dispiegamento delle bombe sul Giappone all’inizio di agosto 1945.
Diversi anni dopo aver sganciato le uniche bombe all’idrogeno mai
usate sui civili, il governo ha privato Oppenheimer del suo nulla
osta di sicurezza per presunti legami comunisti da parte del
Consiglio per la sicurezza del personale della Commissione per
l’energia atomica. Il comitato che ha ritirato le sue
credenziali è stato presieduto dallo stesso Strauss in una serie di
udienze molto pubbliche e controverse che lo hanno portato a essere
considerato da molti una figura antipatica. Successivamente, quando
la sua nomina a Segretario al Commercio degli Stati Uniti arrivò al
Congresso, non passò al Senato nel giugno 1959.
Quello che sarà in grado di
apportare al personaggio Robert Downey Jr resta da vedere e non
possiamo far altro che aspettare il 21 luglio (23 agosto in
Italia). Detto questo, guardando indietro alla sua lunga e
variegata carriera, siamo certi che Robert Downey Jr aggiungerà un tocco in
più alla rappresentazione di uno dei protagonisti meno annunciati
ma più importanti nello sviluppo della bomba atomica. Lo ha fatto
in passato interpretando personaggi della vita reale come Roger
Avery in Zodiac di David
Fincher e la sua interpretazione nominata all’Oscar
di Charlie
Chaplin in Chaplin.
Per quasi 30 anni, l’orribile caso
di JonBenét Ramsey ha dominato i titoli dei
giornali e affascinato gli appassionati di crimini veri. Uno dei
casi irrisolti più noti di tutti i tempi, la bizzarra scomparsa e
l’omicidio della reginetta di bellezza hanno ispirato innumerevoli
teorie cospirative.
Il nuovo documentario di NetflixCold
Case:Who Killed JonBenét Ramsey, diretto
dall’impresario di true-crime Joe Berlinger, offre uno
sguardo diverso su questo crimine vecchio di decenni, umanizzando i
membri della famiglia di JonBenét, accusati di essere complici
della sua morte. La famiglia ha negato con veemenza il proprio
coinvolgimento e non è mai stata accusata.
Il progetto ha persino costretto il
regista a interrogare le proprie convinzioni sull’infame crimine.
“All’epoca ci sono cascato”, ha dichiarato Berlinger
all‘Independent.
“E mi vergogno di esserci cascato, perché avevo appena finito
Paradise Lost, che parla di condanne ingiuste – ma
avevo una figlia di due anni a casa, e mi sono bevuto il clamore
dei media. Mi sono detta: “Cavolo, mia figlia di due anni è molto
carina e scommetto che quando avrà sei anni sarà davvero carina;
non la iscriverei mai a un concorso di bellezza” – e mi sono
fatta un sacco di giudizi su questo”.
JonBenét Ramsey è nata il 6 agosto
1990 dai genitori John e Patricia “Patsy” Ramsey. Durante la sua
breve vita, la giovane ragazza ha fatto scalpore nei concorsi di
bellezza locali. A 20 anni Patsy aveva vinto il titolo di Miss West
Virginia nel 1977 e JonBenét ha seguito le sue orme.
Vinse diversi concorsi, tra cui
America’s Royale Miss, Colorado State All-Star Kids Cover Girl,
Little Miss Colorado e National Tiny Miss Beauty. Dopo la morte di
JonBenét, alcuni hanno accusato John e soprattutto Patsy di “vivere
in modo vicario” attraverso la figlia come genitori di scena
controllanti. Ma John ha detto a PEOPLE nel 2024 che non potrebbe essere più lontano dalla verità.
“JonBenét amava fare quelle cose”,
ha detto John. All’epoca, ha ricordato, “Patsy si era appena
ripresa da un cancro alle ovaie al quarto stadio ed era grata per
ogni minuto che le era stato concesso di essere viva. E credo che
stesse cercando di racchiudere molte cose nel suo rapporto
madre-figlia, sapendo che avrebbe potuto non vivere”.
Alle 5:52 del 26 dicembre 1996, la
polizia fu chiamata a casa Ramsey a Boulder, Colo, per la
segnalazione della scomparsa di una bambina. Patsy, che aveva
chiamato il 911, disse alle autorità di aver trovato una lettera di
riscatto di due pagine e mezzo sulle scale di casa loro. La lettera
chiedeva 118.000 dollari per la restituzione di JonBenét e
attribuiva il rapimento a “un gruppo di individui che rappresentano
una piccola fazione straniera”. Il biglietto era firmato “Vittoria!
S.B.T.C.”
Le autorità hanno condotto una
perquisizione sommaria della casa, compreso il seminterrato, dove
hanno cercato una possibile via di fuga utilizzata dal criminale.
L’agente Rick French ha trovato una porta che conduceva a un’area
protetta del seminterrato, ma poiché era chiusa dall’esterno con un
chiavistello di legno, French ha deciso che non sarebbe stata
un’uscita praticabile e non ha tentato di aprirla.
Poiché gli investigatori ritenevano
che si trattasse di un rapimento, la camera da letto di JonBenét fu
l’unica area chiusa per preservare le prove. Il resto della casa è
stato lasciato aperto per permettere alla famiglia e alle numerose
autorità di vagare, distruggendo potenzialmente innumerevoli prove,
secondo Newsweek.
Quando è stato scoperto il corpo
di JonBenèt?
Nel primo pomeriggio del 26
dicembre, il detective Linda Arndt incaricò John e il suo amico
Fleet White di effettuare un’altra perquisizione della casa per
determinare se qualcosa sembrava “strano”. John e Fleet iniziarono
la ricerca nel seminterrato e aprirono la porta chiusa a chiave che
French aveva aggirato in precedenza.
Lì i due uomini trovarono il corpo
di JonBenét. Era avvolta in una coperta bianca con del nastro
adesivo che le copriva la bocca e delle corde di nylon intorno al
collo e ai polsi.
John, comprensibilmente angosciato,
afferrò il corpo della figlia e corse con lei al piano di sopra.
Questo ha compromesso le prove fisiche e forensi vitali della scena
del crimine.
Cosa ha rivelato l’autopsia di
JonBenét?
L’autopsia di JonBenét ha stabilito che la sua morte è
un omicidio, attribuendola ad “asfissia da strangolamento associata
a trauma craniocerebrale”. In sostanza, è stata strangolata e poi
colpita alla testa con estrema forza. Sebbene non vi siano prove di
stupro, non è stato possibile escludere definitivamente la
possibilità di una violenza sessuale.
Cosa è emerso dalle indagini sulla
morte di JonBenét?
John, Patsy e il fratello maggiore
di JonBenét, Burke, si sedettero con la polizia per un
interrogatorio approfondito. La famiglia ha anche fornito alle
autorità campioni di scrittura, capelli e sangue. All’inizio le
indagini si sono concentrate su John e Patsy, ma alla fine hanno
preso in considerazione molte persone di interesse.
Ma questo non ha fermato le accuse
rivolte ai genitori. Ci fu un grande dibattito sulla richiesta di
riscatto, che molti ritenevano troppo paterna e forse anche un po’
stereotipata.
Il 9 gennaio 1997, meno di due
settimane dopo la scomparsa di JonBenét, il New York Times
riportò che la madre di JonBenét aveva trovato una “bozza” della richiesta di riscatto “scritta
su un blocco di carta trovato in casa Ramsey”.
Un rapporto del Colorado Bureau of Investigations
del settembre 1997 ha stabilito che “ci sono indicazioni
che l’autrice del biglietto di riscatto sia Patricia Ramsey, ma le
prove non sono sufficienti a sostenere una conclusione
definitiva”.
John e Patsy Ramsey sono stati
accusati dell’omicidio di JonBenét?
John e Patsy Ramsey; Burke Ramsey.
Erik S. Lesser/Liaison/Getty; Netflix
Molti funzionari delle forze
dell’ordine di Boulder ritenevano di avere gli elementi necessari per accusare John e Patsy di
omicidio. “All’inizio hanno preso in considerazione l’idea folle
che i genitori fossero responsabili”, ha dichiarato Berlinger alla
ABC News. “Hanno una visione a tunnel, quindi
non cercano di indagare su tutte le possibilità”.
Nel 1998, un gran giurì del
Colorado ha trascorso più di un anno ascoltando testimonianze e
visionando tutte le prove raccolte fino a quel momento. L’atto d’accusa della giuria accusò i Ramsey di due capi
d’imputazione per maltrattamento di minori che causarono la morte
di JonBenét, affermando che “permisero illegalmente,
consapevolmente, sconsideratamente e in modo criminale che un
bambino fosse posto irragionevolmente in una situazione che
rappresentava una minaccia per la vita o la salute del
bambino”.
Un giurato ha parlato a 20/20 della ABC a condizione di
anonimato. “Ho visto che c’era una bambina vestita con, secondo me,
un personaggio sessuale, e mi ha disgustato”, ha detto a proposito
dell’abbigliamento da concorso di JonBenét.
Il gran giurì raccomandò di
incriminare John e Patsy, ma i pubblici ministeri decisero di non
andare avanti con il caso, ritenendo di non avere prove sufficienti per condannare.
Nel 2008, l’allora procuratore
distrettuale della contea di Boulder Mary Lacy rilasciò una dichiarazione in cui scagionava John e
Patsy da qualsiasi reato per l’omicidio di JonBenét. Parte del suo
ragionamento era dovuto alla prova del DNA, non disponibile nel
1999, che fu poi trovata su un paio di pantaloni lunghi di
JonBenét. Lacy ritiene che questo DNA appartenga al vero assassino
di JonBenét.
“Il DNA non era disponibile per il
Gran Giurì nel 1999”, ha dichiarato Lin Wood, avvocato dei Ramsey,
al Denver Post. “Quello che abbiamo qui è il
rilascio di una piccola parte delle prove che il Gran Giurì ha
esaminato e rivisto. Si basa solo su prove incomplete”.
Cosa è successo ai genitori di
JonBenét Ramsey dopo l’accusa del Gran Giurì?
Nonostante la scelta dei pubblici
ministeri di non accusare John e Patsy, le speculazioni pubbliche
continuarono a tormentare loro e Burke.
Nel 2003, il
cancro alle ovaie di Patsy si ripresentò. Le era stato
diagnosticato per la prima volta nel 1993 e poi era andato in
remissione. “Volevo che continuasse a lottare, lei voleva
continuare a lottare”, ricorda John in Cold Case:Who
Killed JonBenét Ramsey. Patsy era rimasta determinata a
catturare l’assassino di sua figlia fino alla fine.
Nei suoi ultimi anni di vita, ebbe
una conversazione a cuore aperto con il detective Lou Smit, che
aveva sempre creduto che ad uccidere JonBenét fosse stato un
intruso casuale e non un membro della sua famiglia. Le ultime
parole che mi disse furono: “Lou, non mi resta molto tempo. Ti
prego, cattura quest’uomo prima che io muoia”, dice Smit in uno
spezzone di intervista presente nel documentario.
Patsy Ramsey morì il 24 giugno
2006, all’età di 49 anni, con John al suo capezzale. È stata
sepolta in una tomba accanto a JonBenét vicino alla casa di
famiglia a Marietta, Ga. Nel documentario, John ha definito il
ritorno del cancro della moglie e la sua successiva morte
“devastanti” per lui e per Burke.
L’assassino di JonBenét è mai
stato catturato o accusato?
L’omicidio di JonBenét rimane
irrisolto, anche se nel corso degli anni sono emersi diversi
sospetti. Sebbene le indagini ufficiali siano andate avanti, molti
investigatori in poltrona continuano a sospettare del presunto
coinvolgimento di John, Patsy e Burke nel crimine. Non sono mai
stati accusati e hanno negato con veemenza il loro coinvolgimento.
Il caso JonBenét è ancora aperto e considerato attivo.
Quali sono gli ultimi
aggiornamenti sul caso JonBenét Ramsey?
Nel 2006, un criminale di nome John
Mark Karr è stato arrestato a Bangkok, in Thailandia, dove ha
confessato di aver drogato, aggredito sessualmente e ucciso
JonBenét Ramsey. Tuttavia, non
è stato trovato un riscontro del DNA per Karr, quindi non
sono state mosse accuse.
Burke Ramsey è apparso in un
episodio del 2016 del Dr. Phil per raccontare come
l’omicidio della sorella abbia influenzato la sua infanzia e la sua
vita attuale. Nello stesso anno, Burke ha intentato una causa per diffamazione contro la CBS dopo che il
documentario dell’emittente, The Case of JonBenét Ramsey,
aveva accusato l’allora novantenne Burke di aver ucciso la sorella
in un impeto di rabbia. Secondo la Reuters, il caso è stato risolto per una
somma non rivelata nel 2019.
Il documentario di Netflix si
conclude con John che teorizza che qualcosa nelle prove del DNA
potrebbe essere sbagliato. Chiede che quei campioni vengano
analizzati nuovamente, oltre a testare per la prima volta altri
elementi di prova. John spera che i risultati possano essere
incrociati con quelli di altri database per ottenere un elenco di
sospetti più ampio possibile.
Disponibile su Disney+, Chi ha incastrato
Roger Rabbit? è uno di quei titoli culto che, con il
passare degli anni, non sono invecchiati di un giorno. E se questo
è vero per molti film contemporanei al capolavoro di Robert
Zemeckis, vale ancora oggi per un film in cui lo sforzo
tecnico per rendere su pellicola la coesistenza di cartoni animati
e elementi reali in carne ed ossa è ancora credibile.
Gli effetti speciali del film, e
anche molti elementi al suo interno, come la conturbante Jessica
Rabbit, hanno fatto la storia del cinema e della cultura popolare,
ma di seguito, ecco alcuni segreti, storie e curiosità sul
Chi ha incastrato Roger Rabbit?, disponibile su
Disney+.
Bob Hoskins non è stata la prima
scelta
I fan di Chi
ha incastrato Roger Rabbit? possono essere tutti
d’accordo sul fatto che Bob Hoskins è stato l’attore perfetto per
interpretare il ruolo dell’investigatore privato Eddie Valiant, in
quanto il suo aspetto burbero nasconde un’indole molto divertente,
e questo mix si è rivelato perfetto per il personaggio. È difficile
immaginare come sarebbe stato il film con un altro Eddie
Valiant.
Bob Hoskins non è stata però la
prima scelta a interpretare il ruolo del protagonista in carne e
ossa. I creatori di Chi ha incastrato Roger
Rabbit? stavano cercando di ingaggiare Harrison Ford,
che però alla fine degli anni ’80 era decisamente troppo costoso
per una produzione che già avrebbe investito tantissimo in effetti
speciali. Oltre a Ford, la produzione tentò di contattare Bill
Murray, che però non fu raggiungibile.
È basato sul libro Chi ha censurato
Roger Rabbit?
Quando hanno visto per la
prima volta Chi ha incastrato Roger
Rabbit?, non tutti gli spettatori sapevano che non si
tratta di una storia originale, ma si basa su un libro.
Si tratta del romanzo del 1981 Who
Censored Roger Rabbit? scritto da Gary Wolf. Spoiler Alert: Roger
in realtà muore nel libro. Probabilmente non si tratta della trama
più adatta ai bambini. Quindi i creatori hanno dovuto modificare un
po’ la storia in diversi punti.
Bob Hoskins è diventato un po’
matto
Ogni grande artista deve
soffrire per il suo lavoro ad un certo punto. Mentre i fan possono
vedere a tutti gli effetti, grazie all’incredibile lavoro di post
produzione, tutti i personaggi dei cartoni animati nel prodotto
finito, per otto mesi Bob Hoskins ha dovuto semplicemente
immaginare che questi fossero lì.
L’attore ha dichiarato che dopo aver
fatto finta di parlare e vedere personaggi dei cartoni animati per
otto mesi, ha sentito alterata la sua salute mentale quando, dopo
molto tempo, ha visto i personaggi nel prodotto finito. Ha
raccontato che per un certo periodo era come se avesse avuto un
certo numero di amici immaginari.
Christopher Lloyd non è stata la
prima scelta
Il giudice Doom è uno dei
personaggi più minacciosi della storia di Cartoonia, con i suoi
folli occhi rossi e la sua voce terribilmente acuta. Christopher
Lloyd ha fatto un ottimo lavoro nell’interpretare il giudice Doom,
dal momento che è risultato inquietante ma non eccessivamente
spaventoso da impedire ai bambini di guardare e godersi il
film.
Anche se Christoper Lloyd è stato un
ottimo interprete, non è stata la prima scelta dei creatori. Prima
di scegliere la star di Ritorno al
futuro, hanno considerato Tim Curry, che però era
troppo spaventoso (e di lì a poco, con il film tv su IT lo sarebbe
diventato ancora di più per i bimbi di tutto il mondo) e John
Cleese che non lo era abbastanza spaventoso. Gli spettatori sono
tutti d’accordo sul fatto che i creatori abbiano fatto la scelta
giusta con Christopher Lloyd.
Non c’erano immagini di
computer
Chi ha incastrato Roger
Rabbit? ha segnato il record del film più costoso
della storia del cinema fino a quel momento. Nel 1988, è costato 70
milioni di dollari, ovvero circa 150 milioni di dollari nel mondo
di oggi. Una grande quantità di lavoro è stata dedicata
all’integrazione tra parti animate e parti in live action, in
quanto non sono stati utilizzati molti mezzi e trucchi per ottenere
l’effetto finale.
Ci sono volute quasi 800 persone per
portare Chi ha incastrato Roger Rabbit?
sul grande schermo in quanto non c’è una sola immagine
computerizzata in tutto il film, il che significa che ogni volta
c’era un movimento fatto da uno dei personaggi dei cartoni animati,
anche se si trattava di un piccolo gesto come cambiamento di luce a
causa di un urto di una lampada, c’è stato un disegnatore che lo ha
disegnato a mano. I creatori pensavano che le immagini generate al
computer avrebbero danneggiato l’effetto Anni ’40 che volevano
invece conservare per il look del film.
La prima collaborazione tra Disney
e Warner Bros
Chi ha incastrato Roger
Rabbit? rappresenta un passo enorme in avanti nella
tecnologia da film e nella produzione dei cartoni animati, ma non
solo. Il film è anche il risultato della prima titanica
collaborazione tra Warner Bros e Walt Disney. Il film include
infatti personaggi animati di entrambi gli universi cartooneschi,
ma anche altre proprietà intellettuali appartenenti ad altri studi,
come Paramount Pictures, MGM, Universal Studios.
Oltre 30 anni dopo, Chi
ha incastrato Roger Rabbit? è ancora l’unico film ad
avere il personaggi simbolo della Disney, Topolino, e Bugs Bunny,
icona di Warner Bros. non solo nello stesso film, ma anche nella
stessa inquadratura. Questo non è stato un compito facile in quanto
ha richiesto molto lavoro da parte di Steven Spielberg, poiché è stato lui a
contattare personalmente gli studi per convincere tutti ad
accettare di concedere i propri personaggi per il film.
Charles Fleischer è davvero entrato
nel personaggio
Bob Hoskins può aver
sofferto di allucinazioni a causa delle riprese di Chi
ha incastrato Roger Rabbit?, ma non è detto che fosse
il più folle sul set del film. Charles Fleischer, che ha doppiato
il protagonista animato, ha preso molto sul serio il suo ruolo di
Roger Rabbit. Talmente sul serio che, sebbene non viene mai stato
visto in macchina, ha insistito per avere un costume da Roger
Rabbit.
Charles Fleischer era così devoto al
film che sembra abbia indossato il suo costume di Roger Rabbit ogni
giorno per riuscire ad entrare nel personaggio e doppiare al meglio
le sue battute. Credeva che non solo lo aiutasse ad entrare nel
personaggio, ma aiutava anche la sua costar Bob Hoskins a
immaginare che un coniglio bianco in tuta rossa fosse reale.
La Salamoia uccide i
personaggi dei cartoni animati
Per decenni, i fan dei
cartoni animati hanno visto i loro personaggi preferiti sfuggire
alla morte innumerevoli volte. Quante volte il Coyote è caduto da
una scogliera o si è fatto esplodere per tentare di acchiappare il
suo Road Runner? I cartoni animati sono noti per essere in grado di
sopravvivere a qualsiasi cosa e questo include un frigorifero
caduto in testa 23 volte.
Tuttavia, in Chi ha
incastrato Roger Rabbit? sembra che i cartoni non
siano così invincibili come si pensa. Il minaccioso intruglio
soprannominato Salamoia (Dip in originale) può
distruggere qualsiasi personaggio a cartoni animati, e questo è un
dato di fatto. Si tratta di una miscela di trementina, acetone e
benzene che in realtà sono diluenti per vernici. Questo significa
che la Salamoia può davvero “uccidere” i personaggi dei
cartoni, cancellandoli dalla pagina.
Roger Rabbit è un miscuglio di
diversi personaggi
Roger Rabbit è un
personaggio piuttosto unico non solo per la sua personalità
originale, ma anche per il suo comportamento completamente fuori
dagli schemi. Questo famoso coniglio ha il suo stile che è in
realtà una combinazione di molti altri stili di personaggi dei
cartoni animati.
L’animatore di Roger,
Richard Williams, è stato ispirato dai grandi nomi
dei personaggi dei cartoni animati degli anni ’40, tra cui Tex
Avery, Disney e Warner Bros. La faccia di Roger è come quella di un
Looney Toones mentre i suoi capelli arancioni imitano Droopy Dog e
le sue guance sono in stile Bugs Bunny. Mentre il suo vestito
rappresenta più classici della Disney come i suoi guanti gialli
simili a Topolino e le sue tute oversize ispirate a Pippo.
Ha vinto diversi premi Oscar
Chi ha incastrato Roger
Rabbit è un film prezioso in quanto la trama è divertente ed
accattivante, e mesi di duro lavoro di quasi 800 persone hanno
permesso la realizzazione di uno dei film più amati degli anni ’80,
ancora oggi. Questo duro lavoro non è passato inosservato.
Nel 1989, Chi ha
incastrato Roger Rabbit? ha portato a casa 4 premi
Oscar per il miglior montaggio cinematografico, i migliori effetti
speciali, montaggio sonoro. Insieme a questi premi, l’animatore di
Roger Rabbit, Richard Williams, ha vinto lo Special Achievement
Award. I fan possono essere tutti d’accordo sul fatto che questi
prestigiosi premi cinematografici siano stati meritati dalla
talentuosa e laboriosa troupe del film!
Chiunque questa sera non avesse
voglia di uscire e decidesse di rimanere a casa a poltrire, beh,
non avrebbe potuto scegliere serata migliore. In programmazione, in
seconda serata a partire dalle 23.15 la rete ammiraglia ci offre
nientemeno che Chi ha incastrato Roger
Rabbit?, film in tecnica mista che ha incantato e
ammaliato milioni di spettatori, e prima ancora ha sovvertito per
sempre le regole tecnologiche del cinema.
Chi ha incastrato Roger
Rabbit è classe 1988 ed è diretto da Robert
Zemeckis, che con i suoi ultimi lavori (con l’eccezione di
Flight i suoi ultimi film sono stati
realizzati tutti in mocap: Polar Express, La Leggenda
di Beowulf e A Christmas Carol) ha dimostrato di
avere ancora tanta voglia di sperimentare. A produrre la
Amblin Entertainment dell’amico e collega
Steven Spielberg insieme alla
Touchstone Pictures.
Chi ha incastrato Roger Rabbit
considerato dal New York Times trai 100 milgiori di sempre, è
ispirato da un romanzo di Gary Wolf, che ha in
effetti ideato i protagonisti, anche se il film presenta molte
differenze e la storia è molto più cupa.
In Chi ha incastrato Roger
Rabbit sono presenti un’infinità di personaggi
Disney, Warner e di altre major, tutti prestati al delirante
disegno della mente di Zemeckis. Oltre ai
protagonisti Roger e Jessica Rabbit, ricordiamo gli straordinari
attori in carne ed ossa, che si sono cimentati, nella recitazione,
a reagire con … nulla! In particolare il detective, un po’
antieroe, Bob Hoskins, e il temibile giudice
Christopher Lloyd.
Ecco alcune curiosità sul film:
In una primissima versione dello script, Roger Rabbit veniva
ucciso nella sparatoria durante il duello finale tra Valiant e il
Giudice Morton. Sting scrisse la canzone “The Lazarus Heart” per il
finale musicale originale del film, ma quando Disney chiese di
togliere la scena della morte, la canzone venne eliminata dallo
script, finendo per uscire nell’album Nothing Like the Sun.
Sempre in una delle prime versioni dello script, si scopriva
che il Giudice Morton aveva ucciso la madre di Bambi. La Disney
chiese di rimuovere questa scena.
I tre ingredienti della salamoia (acetone, trementina e
benzina) sono tutti diluenti utilizzati per eliminare le animazioni
dagli acetati.
Nonostante gli sforzi, Zemeckis e i produttori
Steven Spielberg, Kathleen Kennedy e Frank
Marshall non riuscirono a ottenere i permessi per inserire
personaggi come Braccio di Ferro, Tom & Jerry, Casper.
Tim Curry
partecipò all’audizione per interpretare il Giudice Morton.
Robert Zemeckis, Steven Spielberg, Jeffrey
Katzenberg e Michael Eisner la trovarono
così terrificante che Curry non passò il provino. La parte andò a
Christopher Lloyd. Per il ruolo di Eddie Valiant,
invece, Zemeckis e Spielberg fecero di tutto per contattare
Bill Murray, ma non vi riuscì e così coinvolse il
pur ottimo Bob Hoskins. Quando Murray lo seppe si
disse profondamente dispiaciuto di aver perso l’opportunità di
partecipare al film.
Dopo Star
Trek e Star
Wars anche Chi ha incastrato Roger
Rabbit?J.J. Abrams sembra davvero
inarrestabile, ma la sua fortuna, le giuste amicizie e l’indubbio
talento ne hanno fatto a tutti gli effetti uno degli uomini più
poteti e quotati a Hollywood.
Durante la promozione di
10 Cloverfield Lane, sequel di
Cloverfield a cui Abrams ha partecipato
in veste di produttore, il regista ha dichairato: “Quando avevo
16 anni Kathleen Kennedy chiamò Matt Reeves (Apes Revolution)
e me per chiederci se volevamo riparare questi film in 8mm
che Steven [Spielberg] aveva realizzato da ragazzo. Questo
accadde perché eravamo ad un festival del cinema e lei aveva letto
di noi sul Los Angeles Times. Così, naturalmente, ci siamo messi al
lavoro. Anni dopo ho avuto modo di incontrate Steven. Andai ad un
incontro, che in realtà si rivelò essere una riunione per il sequel
di Roger Rabbit. In realtà ho ancora degli storyboard per un corto
su Roger Rabbit. Onestamente però non abbiamo mai avuto modo di
svilupparlo concretamente. Scrivemmo uno script preliminare, ma poi
non se ne fece più nulla. Accadde molto tempo fa. Zemeckis
probabilmente avrebbe prodotto il film. Era il 1989 (…) Parlammo di
un film, anche se loro avevano un idea per un cortometraggio. Mi
ricordo che andai dagli animatori – non avevo mai assistito a
questo processo prima di allora. C’erano 3 grandi pannelli e un
tipo con un bastone che indicava gli storyboard pronunciando le
battute di ogni fotogramma. Uno che ha dimestichezza con
l’animazione avrebbe pensato “Sì, è questo quello che fanno”, ma io
non lo avevo mai visto prima, ed era incredibilmente divertente
vedere queste persone che ricreavano le voci dagli
storyboard.”
Certo non capita tutti i giorni che
la Kennedy chiami al telefono…
Come da tradizione, ogni Natale
cinematografico italiano ha il suo Babbo di riferimento. Se l’anno
scorso il celebre personaggio era stato interpretato da
Diego Abatantuono in 10 giorni con Babbo
Natale, quest’anno tocca a Christian De Sica ricoprire tali
vesti. L’occasione è il nuovo film di AlessandroSiani dal titolo Chi ha incastrato
Babbo Natale?, in arrivo in sala a partire dal 16
dicembre. Qui al suo quinto lavoro come regista, dopo titoli di
buon successo come Si accettano miracoli e
Il giorno più bello del
mondo, Siani continua dunque a lavorare sulla favola,
arricchendola di immancabili elementi della tradizione napoletana,
i quali emergono naturalmente a partire dalla sua verve comica.
In questo suo nuovo lungometraggio,
infatti, Siani interpreta Genny Catalano, definito
il “re dei pacchi”, dove i pacchi non sono però quelli da
consegnare bensì le fregature che egli è solito rifilare. Proprio
in virtù di questo suo discutibile talento, egli viene assoldato
dall’elfo Romeo affinché metta i bastoni tra le
ruote proprio a Babbo Natale. Romeo, infatti, ha
stretto un’alleanza segreta con la Wonderfast, una società privata
che commercializza e consegna ogni cosa in poche ore. L’obiettivo è
quello di neutralizzare il vecchio Babbo, il quale
involontariamente farebbe una concorrenza sleale alla società.
L’arrivo di Genny nella fabbrica di giocattoli in Lapponia sarà
dunque l’inizio di un’imprevedibile catena di eventi comici.
Alessandro Siani e la sua fiaba di Natale
Se già il precedente film da regista
e interprete di Siani, Il giorno più bello del mondo,
dialogava apertamente con il fantasy, tra magia e folklore
napoletano, con Chi ha incastrato Babbo Natale? egli entra
apertamente nel campo della fiaba per grandi e piccini. Grazie a
questo genere egli ha non solo modo di dar vita ad un racconto
(scritto insieme a Gianluca Ansanelli e
Tito Bufalini) attraverso cui esplorare la magia
del Natale, ma anche portare in scena una serie di riflessioni sul
nostro contemporaneo. Con la Wonderfast, il richiamo è ovviamente
al colosso Amazon, strumento grazie a cui ormai il concetto di
regalo e consegna è profondamente cambiato.
Allo stesso tempo, quello del film è
un Babbo Natale in evidente difficoltà nel soddisfare la sempre
crescente richiesta di regali tecnologici. Tutto sembra dunque
puntare a raccontare un panorama nuovo, veloce, che trova fin
troppe corrispondenze nella nostra realtà. Si tratta di riflessioni
certamente non originali ma già affrontate altrove e in altre
modalità. Coniugarle al mondo di Babbo Natale permette però di
donare al tutto un sapore più nostalgico, di quando i regali erano
opera di artigianato e stimolavano davvero la creatività e la
fantasia, di quando l’attesa della consegna era a suo modo un
momento altrettanto magico.
In ultimo, si riconosce al film
anche la volontà di parlare di quanto oggi le differenze sociali
portino certi i regali di Natale ad essere un’esclusiva soltanto di
alcuni bambini. Tale argomento, qui incarnato dal piccolo scugnizzo
Checco (interpretato da Martin Francisco Montero
Baez) porta fin dentro il mondo della criminalità, lì dove
sembra possibile ottenere anche ciò che non si potrebbe. Si tratta
di un argomento particolarmente delicato, che nel finale del film
non trova probabilmente il suo pieno compimento.
Chi ha incastrato Babbo
Natale?: la recensione del film
Questi sono dunque gli aspetti più
interessanti del film, il quale cerca di lasciare un insegnamento a
riguardo strappando qualche risata. Il tutto viene infatti condito
da una serie continua di gag ed eventi comici, i quali però
finiscono piano piano con lo svelare il principale problema del
film, ovvero l’assenza di una storia all’altezza delle premesse. Il
talento da mattatore di Siani e il carisma di De Sica non bastano
infatti a dar valore ad una vicenda fin troppo semplice, che si
risolve in modo poco significativo. Le tematiche messe in gioco e
poc’anzi descritte finiscono così con il passare in secondo
piano.
Una serie di implausibilità e
forzature narrative portano dunque il film a richiedere una
sospensione della credulità maggiore, che non sempre potrà però
essere accordata. Sulla carta, tra scenografie, colori ed effetti
speciali, Chi ha incastrato Babbo Natale? si affermerà
certamente come un valido film natalizio italiano. Innegabile però
che, date le riflessioni che si volevano suscitare, sarebbe stato
necessario rinunciare a certi eccessi “da favola”, per calarsi un
po’ di più nel reale. Un equilibrio certamente difficile da
raggiungere, ma che è quello che fa la differenza.
Ecco il trailer di Chi ha
incastrato Babbo Natale? la nuova commedia di Natale di e
con Alessandro Siani che si avvale della
partecipazione di Christian De Sica. Al cinema dal
16 dicembre.
Chi ha incastrato Babbo Natale? la trama
La Wonderfast, azienda di
consegne online più potente del mondo, domina il mercato per tutto
l’anno tranne a Natale. Per far fallire Babbo Natale, assoldano il
capo dei suoi elfi, convincendolo ad infiltrare nella sua fabbrica
un nuovo manager: Genny Catalano, conosciuto come il “re dei
pacchi”. In realtà i pacchi in questione non sono i doni natalizi
quanto piuttosto i famigerati “pacchi”. Genny, infatti, è un
volgare truffatore che vive di espedienti coadiuvato da Checco, un
piccolo scugnizzo di 8 anni. L’arrivo della coppia al Polo Nord
darà vita ad una serie di guai ma alla fine, complice l’improbabile
contaminazione reciproca che nasce tra Genny e Babbo Natale e
l’inaspettato aiuto della Befana, la magia natalizia riuscirà a
trionfare.
Arriva in prima tv su Sky
Chi ha incastrato Babbo Natale?, divertentissima
favola di Natale moderna di e con Alessandro
Siani, lunedì 5 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema
Uno e Sky Cinema 4K (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Christmas),
in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in qualità
4K. A fianco di Alessandro Siani
anche un grande cast che comprende Christian De Sica,
Diletta Leotta e Angela Finocchiaro. Il
film è una produzione Bartlebyfilm e Indiana Production con Vision
Distribution, in collaborazione con BUONALUNA.
La trama del
film
La Wonderfast, azienda di
consegne online più potente del mondo, domina il mercato per tutto
l’anno tranne a Natale. Per far fallire Babbo Natale, assoldano il
capo dei suoi elfi, convincendolo ad infiltrare nella sua fabbrica
un nuovo manager: Genny Catalano, conosciuto come il “re dei
pacchi”. In realtà i pacchi in questione non sono i doni natalizi
quanto piuttosto i famigerati “pacchi”. Genny, infatti, è un
volgare truffatore che vive di espedienti coadiuvato da Checco, un
piccolo scugnizzo di 8 anni. L’arrivo della coppia al Polo Nord
darà vita ad una serie di guai ma alla fine, complice l’improbabile
contaminazione reciproca che nasce tra Genny e Babbo Natale e
l’inaspettato aiuto della Befana, la magia natalizia riuscirà a
trionfare.
E da giovedì 1 a sabato 31
dicembre torna Sky Cinema Christmas, il canale dedicato ai
film a tema natalizio e ai titoli più amati da vedere con tutta la
famiglia. Giunto alla sua dodicesima edizione, avrà oltre
50 titoli, tra questi anche le prime visioni
Chi ha incastrato Babbo Natale?, A
CHRISTMAS STORY CHRISTMAS (il 6 dicembre alle 21.15) e
7 DONNE E UN MISTER(domenica 11 dicembre alle
21.15 su Sky Cinema Uno e alle 21.45 su Sky Cinema Christmas).
Lo spirito delle feste si respira
nelle storie classiche di Natale come: la pellicola tratta
dal romanzo di Frances H. Burnett IL PICCOLO LORD
con Rick Schroder e Alec Guinness; il cult del cinema fantastico
GREMLINS, diretto da Joe Dante e prodotto da
Steven Spielberg; la commedia S.O.S.
FANTASMI in cui
Bill Murray è un cinico produttore televisivo che
viene visitato da tre fantasmi, proprio come in “Canto di Natale”;
l’immancabile BIANCO NATALE con Bing Crosby; e
l’intramontabile opera di Frank Capra LA VITA È
MERAVIGLIOSA con James Stewart.
L’atmosfera natalizia non manca in
film ormai irrinunciabili durante le festività, a
cominciare dal romantico SERENDIPITY – QUANDO L’AMORE È
MAGIA con Kate Beckinsale e John Cusack. E ancora:
DICKENS – L’UOMO CHE INVENTÒ IL NATALE con Dan
Stevens nei panni dello scrittore inglese che diede vita al
classico della letteratura “Canto di Natale”; la commovente storia
vera di un cane e del suo padrone, impersonato da Richard Gere,
HACHIKO – IL TUO MIGLIORE AMICO; la commedia
natalizia Sky Original A CHRISTMAS NUMBER ONE con
Freida Pinto e Iwan Rheon; e NATALE ALL’IMPROVVISO
con Diane Keaton e John Goodman.
L’allegria delle feste trova il suo
culmine nelle commedie italiane come le commedia campioni
d’incasso LA BANDA DEI BABBI NATALE con tutta la
simpatia di Aldo, Giovanni e Giacomo e IL PRIMO
NATALE con Ficarra e Picone; i film natalizi prodotti da
Sky UN NATALE PER DUE con Enrico Brignano e
Alessandro Gassmann e UN NATALE CON I FIOCCHI con
Alessandro Gassmann e Silvio Orlando; la fanta-commedia di successo
LA BEFANA VIEN DI NOTTE con Paola Cortellesi e
Stefano Fresi e il prequel LA BEFANA VIEN DI NOTTE II – LE
ORIGINI con Monica Bellucci, Fabio De Luigi e Zoe
Massenti.
Per quanto riguarda le commedie
“made in USA” sono da segnalare: la scatenata LA FESTA
PRIMA DELLE FESTE con Jason Bateman, Jennifer Aniston e
T.J. Miller; lo scatenato sequel natalizio BAD MOMS 2:
MAMME MOLTO PIÙ CATTIVE con Mila Kunis e Susan Sarandon;
la scintillante commedia con Ben Affleck e James Gandolfini
NATALE IN AFFITTO; e FUGA DAL
NATALE con Tim Allen, Jamie Lee Curtis e Dan Aykroyd.
Non mancano, infine, animazioni del
calibro di POLAR EXPRESS di Robert Zemeckis; e la
formidabile avventura targata DreamWorks LE 5 LEGGENDE.
CHI HA INCASTRATO BABBO
NATALE? – lunedì 5 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky
Cinema 4K (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Christmas), in
streaming su NOW e disponibile on demand, anche in qualità
4K.
Visenya Targaryen è
uno dei personaggi più importanti nella storia del Trono di Spade,
anche se non è mai apparsa in nessuno degli spettacoli della HBO
basati sui romanzi Le Cronache del Ghiaccio e del
Fuoco di George R.R. Martin. La
principessa Targaryen viene nominato nell’episodio
5 di House of the Dragon 2, in una scena tra Rhaenyra e
Jace.
Sebbene Il
Trono di Spade e House
of the Dragon coprano entrambi momenti molto agitati
come la Guerra dei Cinque Re e la Danza dei Draghi, la storia di
Westeros inizia molto prima che nascessero personaggi come Daenerys
o Rhaenyra. La stirpe dei Targaryen a Westeros, in particolare,
risale ad Aegon il Conquistatore e alle sue sorelle.
La conquista di Aegon è senza
dubbio l’evento più importante nella storia di Westeros, almeno dal
punto di vista di coloro che sono nati in un regno unificato i cui
sovrani siedono su un Trono di Spade. Anche il modo in cui gli anni
e le epoche vengono misurati in ASOIAF – prima e dopo
la Conquista – sono legati ad Aegon I. Sebbene il termine “Aegon il
Conquistatore” sia diventato piuttosto popolare tra i fan del
materiale originale, le spade che formano il suo trono non furono
fuse tutte da Aegon e dal suo drago. Anche le sue sorelle-mogli
furono essenziali per stabilire il suo governo.
Visenya Targaryen
era una delle sorelle-mogli di Aegon il Conquistatore
Visenya era la primogenito di
Aerion Targaryen e Valaena Velaryon.
Nata a Roccia del
Drago, Visenya Targaryen era la sorella
maggiore di Aegon e Rhaenys. In perfetto stile Targaryen, Visenya
sposò suo fratello Aegon. Tuttavia, Aegon decide di prendere una
seconda moglie, una mossa sorprendente anche per un Targaryen.
Aegon sposò la sorella minore, Rhaenys, poco dopo aver preso
Visenya come prima moglie. Una famosa credenza ne Le cronache
del ghiaccio e del fuoco è che Aegon sposò Visenya per dovere
e Rhaenys per desiderio. Visenya fu addestrato come guerriero fin
dalla tenera età e alla fine divenne un cavaliere di draghi.
Visenya rivendicò
Vhagar, un enorme drago che avrebbe portato il
terrore a Westeros insieme al Meraxes di Rhaenys e
al Balerion di Aegon. Fuoco e
sangue di George R.R. Martin menziona
resoconti di Visenya e Aegon in visita a Westeros, in particolare a
Vecchia Città, prima della Conquista. Ciò si sposa bene con la
percezione che Aegon avesse già abbastanza familiarità con Westeros
quando lui e le sue sorelle iniziarono a conquistare il paese. La
relazione di Visenya con Aegon è stata turbolenta, sia prima che
dopo la morte di Rhaenys. Detto questo, Visenya
Targaryen ha avuto un ruolo determinante nella Conquista e
nei regni di Aegon I, Aenys I e Maegor I.
Aspetto e personalità di
Visenya
Visenya era un dragoniere
addestrato al combattimento.
Fuoco e sangue
descrive Visenya come una donna dai lunghi capelli argentati,
simili alla maggior parte dei Targaryen e dei Velaryon nel mondo di
Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. I suoi capelli erano
solitamente intrecciati, cosa abbastanza comune anche tra i
Targaryen con i capelli lunghi. Nei libri, Visenya e molti dei
Targaryen avevano gli occhi viola. In Il
Trono di Spade e House
of the Dragon della HBO, tuttavia, questo particolare
aspetto dei libri non è stato adattato. Visenya poteva essere
piuttosto spietata e pragmatica, due attributi che l’aiutarono a
ottenere numerose vittorie durante la Conquista.
Il ruolo di Visenya nella conquista
di Aegon
Visenya assicura ad Aegon numerose
vittorie, inclusa quella nella Valle.
Visenya Targaryen
fu essenziale nella conquista di Westeros da parte di Aegon. A
partire dall’incendio del castello di Casa Stokeworth, Visenya
inviò un chiaro messaggio ai signori e ai re di Westeros: lei e i
suoi fratelli erano disposti a usare i loro draghi contro coloro
che non si sarebbero inginocchiati. Dopo l’incoronazione di Aegon I
come re di Westeros, alla quale Visenya prese parte ponendo la
corona sulla testa di suo fratello-marito, l’attuale regina Visenya
continuò la sua ricerca attraverso il paese.
La conquista della Valle fu senza
dubbio l’impresa più importante di Visenya durante la Conquista, ma
avvenne in un modo piuttosto insolito. La flotta Arryn si era
assicurata una grande vittoria contro l’esercito di Aegon
affondando una parte significativa della flotta Targaryen. In
risposta, Visenya ordinò a Vhagar di bruciare tutte le loro navi.
Volava quindi sopra il Nido dell’Aquila per far sapere a tutti che
il “castello inespugnabile” non sarebbe stato di grande
utilità contro un drago che potesse volare sopra di esso. Ronnel
Arryn, il re ragazzo che governava la Valle, avrebbe quindi chiesto
di cavalcare lui stesso il drago, cosa che accadde dopo che sua
madre si inginocchiò.
Cosa è successo a Visenya dopo la
conquista di Aegon e quando è morta
Visenya aiutò Aegon a governare e
in seguito sostenne le pretese di suo figlio.
Drawing by Doug Wheatley for Fire & Blood
Sebbene Aegon si guadagnasse il
titolo di “conquistatore”, il governo effettivo di Westeros veniva
spesso delegato al suo consiglio e alle regine. Le tensioni tra
Aegon e Visenya aumenteranno dopo la morte di Rhaenys nella Guerra
di Dorne, che durava da anni. Mentre Aegon e le sue sorelle presero
il controllo della maggior parte di Westeros con relativa facilità
(Torrhen Stark si inginocchiò davanti a loro prima che venissero
usate spade o draghi, per esempio), Dorne era una situazione molto
più complicata. La Guerra di Dorne continuò fino al 13 CA, con la
morte di Rhaenys tre anni prima.
Rhaenys lasciò un figlio, Aenys, che
fu il primogenito di Aegon ed erede al trono. Nonostante le voci
secondo cui Visenya non sarebbe stata in grado di avere un figlio,
alla fine diede alla luce Maegor. La successione immediata di Aegon
era chiara – Aenys avrebbe ereditato il trono – ma quello che
sarebbe successo dopo era complicato. Aenys aveva una figlia,
Rhaena, sollevando la questione se il suo successore dovesse essere
suo fratello Maegor o la ragazza. Una domanda simile sarebbe stata
l’inizio della Danza dei Draghi qualche generazione dopo.
Prevedendo che il conflitto potesse
nascere dalla decisione se Rhaena o Maegor dovessero succedere ad
Aenys, Visenya propose un matrimonio tra loro. Tuttavia, l’idea non
funzionò. Rhaena alla fine sposò suo fratello minore, Aegon. In
teoria, il figlio e la figlia primogeniti di Aenys gli sarebbero
succeduti come re e regina. Tuttavia, non appena Aenys morì, Maegor
ritornò dal suo esilio e rivendicò il trono con il sostegno di sua
madre. Visenya continuò ad aiutare suo figlio a stabilire il suo
governo fino alla sua morte nel 44 CA, circa 60 anni prima degli
eventi di House
of the Dragon.
In che modo Visenya è imparentata
con Rhaenyra e Daenerys
La stirpe di Visenya finì con
Maegor
Il lignaggio di Visenya
non è direttamente legato a Rhaenyra e Daenerys. Questo perché
Visenya aveva un solo figlio, Maegor, che morì senza eredi. Maegor,
nonostante abbia preso sei mogli, non ha mai avuto eredi. Pertanto,
una volta morto Maegor, il lignaggio diretto di Visenya morì con
lui. Detto questo, in quanto figlia di Lord Aerion Targaryen e Lady
Valaena Velaryon, Visenya fa ovviamente parte dell’albero
genealogico che un giorno avrebbe incluso Rhaenyra e Daenerys.
Rhaenyra di House
of the Dragon era la figlia di Viserys Targaryen e
Aemma Arryn. Viserys era figlio di Baelor e nipote di Jaehaerys
I.
Jaehaerys era uno dei figli di Aenys
e salì al trono in seguito alla misteriosa morte di Maegor, che
ebbe tre figli nati morti ma nessun erede. La stirpe di Daenerys
Targaryen è una continuazione di quella di Rhaenyra attraverso
Viserys II. In altre parole, Rhaenyra è la sesta bisnonna di
Daenerys. Sebbene la stirpe di Visenya sia terminata con Maegor, la
sua eredità a Westeros non può essere sottovalutata. Come
conquistatrice e regina, Visenya è stata fonte d’ispirazione per
molti, inclusa Rhaenyra. Detto questo, c’erano anche persone
nell’universo del Trono di
Spade che la percepivano come nient’altro che spietata, ma,
come abbiamo visto nella seconda stagione di Il Trono di
Spade, era anche fonte di ispirazione per molti, tra
cui Arya Stark, che rievoca con fierezza e desiderio il fatto che
Visenya Targaryen fosse una donna guerriera e
che la sua spada di acciaio di Valyria si chiamasse Sorella
Oscura.
Il
Gladiatore II è il ritorno sanguinolento del regista
Ridley Scott all’antica Roma, 24 anni dopo che gli
spettatori hanno visto l’ex generale trasformato in gladiatore
Massimo Decimo Meridio sfidare l’imperatore Commodo.
Questo nuovo capitolo introduce un
nuovo cast di personaggi che perseguono i propri interessi, e forse
il più misterioso di questi è l’addestratore di gladiatori Macrinus
di Denzel
Washington.
Macrinus è esistito?
Sì, ma non ha assolutamente nulla a
che fare con i gladiatori. Il vero Macrinus era un uomo politico
che si è fatto strada dai ranghi relativamente bassi della classe
equestre e *possibile spoiler per il film* è poi diventato un
imperatore romano di breve durata.
Nella versione romanzata de Il
Gladiatore II della dinastia dei Severi, Macrinus è un trafficante
d’armi, proprietario di una scuderia di gladiatori e un astuto
politico che mira ad ottenere più potere.
Il vero Macrino non era un uomo
d’affari dietro le quinte che usava i gladiatori, come si dice nel
film, come suo “strumento”. In realtà, egli occupava una posizione
di rilievo nella cerchia dell’imperatore. Gestì tutti gli affari
civili di Roma, prima di cogliere l’opportunità di salire sul trono
imperiale dopo la morte di Caracalla.
La prima vita di Macrino:
conosceva Marco Aurelio?
Non ci sono prove che Macrino abbia
avuto rapporti con l’imperatore Marco Aurelio, tanto meno che
Aurelio lo abbia tenuto come schiavo, come suggerisce il Gladiatore
II.
Marco Opellio Macrino nacque
intorno al 164 d.C. nella Mauretania Caesariensis, una provincia
romana nell’odierna Algeria. Aveva origini berbere e lo storico e
senatore Cassio Dio lo descrisse come “moro di nascita”.
Poco si sa della sua prima vita.
Cresciuto in una famiglia equestre (che era il nome dell’ordine
sociale al di sotto della classe senatoria), deve aver ricevuto una
buona educazione, poiché si formò come avvocato e si trasferì a
Roma, dove prosperò.
Dio attribuisce questo successo non
alla sua conoscenza della legge e dei precedenti, ma “alla sua
fedele osservanza”.
Qual è il rapporto di Macrino con
Caracalla e Geta?
“Ho la fiducia degli imperatori”,
dice Macrino di Caracalla e Geta nel Gladiatore II. Ma come ci è
arrivato? La risposta è nella Guardia Pretoriana, la guardia del
corpo imperiale d’élite.
Macrino si fece notare da Plauziano
che, in quanto capo della Guardia Pretoriana durante il regno di
Settimio Severo, era un potente funzionario. La faccenda poteva
andare rapidamente storta: Plauziano cadde dal potere e fu
giustiziato nel 205 d.C., ma Macrino riuscì a mantenere il favore
grazie agli amici del Senato.
Continuò a lavorare come avvocato,
assumendo al contempo responsabilità burocratiche sotto Severo. Tra
queste, la gestione della Via Flaminia, una delle principali strade
che conducevano a Roma, e delle finanze imperiali.
Alla morte di Severo, nel 211 d.C.,
i suoi figli Caracalla e Geta salirono al trono come co-regnanti,
anche se per breve tempo. Caracalla fece uccidere il fratello prima
della fine dell’anno e instaurò il proprio regno. Nominò quindi
Macrino prefetto del pretorio, elevando l’avvocato dalle origini
equestri a una delle più alte cariche dell’impero.
“Macrino presumibilmente non ha una
grande formazione in termini di legge e politica nella tradizione
romana”, afferma la professoressa Alison Futrell, storica di
Roma e dei giochi gladiatori, che ha parlato con
HistoryExtra.
“Alcune delle nostre fonti
pensano a lui come a qualcuno che sta facendo del suo meglio,
qualcuno che non viene presentato come assolutamente malvagio o
privo di principi o immorale fino in fondo come lo sono altri
vicini al centro del potere“.
Macrino e l’assassinio di
Caracalla
Oltre agli incarichi giudiziari,
legali e amministrativi, Macrino era comandante della Guardia
Pretoriana e della Legio II Parthia, una delle legioni
dell’esercito romano. In questi ruoli, si unì alla campagna del
giovane imperatore Caracalla contro l’impero partico a est.
L’invasione fallì e Macrino si rese
conto che il paranoico Caracalla, che aveva una storia di salassi,
avrebbe potuto rivoltarsi contro di lui. Si suppone che
l’imperatore avesse sentito una profezia secondo la quale il suo
prefetto pretoriano lo avrebbe rovesciato e quindi meditò di far
uccidere Macrino. Ma non si era preparato a un attacco
preventivo.
L’8 aprile del 217, un soldato
scontento pugnalò a morte Caracalla sul ciglio di una strada
nell’odierna Turchia, scegliendo un momento in cui l’imperatore
stava dando il cambio. L’assassino era stato presumibilmente
reclutato da Macrino.
Come è diventato imperatore
Macrino?
Tre giorni dopo l’assassinio di
Caracalla, l’esercito proclamò Macrino nuovo imperatore. Quando la
notizia tornò a Roma, il Senato non ebbe motivo di contestare
questa mossa: molti senatori disprezzavano Caracalla, quindi si
rallegrarono della sua morte e accettarono di buon grado Macrino
sul trono.
Tuttavia i soldati amavano
Caracalla. Per tenerli dalla sua parte, Macrino divinizzò l’uomo
che aveva fatto uccidere. Adottò quindi il nome di “Severo” per
associarlo alla dinastia regnante.
Macrino passò alla storia
diventando il primo imperatore a non provenire dall’aristocrazia
romana o dalla classe senatoria. Inoltre, non avrebbe mai messo
piede a Roma come imperatore.
Il regno di Macrino come
imperatore
Dopo la sua ascesa al ruolo di
imperatore, Macrino rimase nell’accampamento dell’esercito ad
Antiochia, dove la sua priorità era la guerra contro l’impero
partico. Le forze nemiche si erano raggruppate e avevano invaso la
Mesopotamia, dando vita a una battaglia estremamente sanguinosa ma
indecisiva nell’estate del 217, a Nisibis.
Piuttosto che continuare la lunga
campagna iniziata dal suo predecessore, Macrino decise di chiedere
la pace. Per questo, accettò condizioni sfavorevoli per Roma e pagò
ingenti somme di denaro ai Parti. La guerra poteva essere finita,
ma il regno di Macrino ne risentì presto.
Nell’affrontare altre minacce
provenienti dall’Armenia e dalla Dacia, Macrino si astenne da
ulteriori impegni militari. Restituì tutto e tutti i beni
sequestrati agli Armeni, confermando il loro status di regno
cliente di Roma, e ordinò il rilascio degli ostaggi dacici.
Non passò molto tempo prima che
Macrino si facesse dei nemici sia in Senato (dove il risentimento
per il suo background relativamente umile si incancrenì) sia
nell’esercito. Tagliò la paga delle nuove reclute e rivalutò la
moneta – ribaltando i cambiamenti istituiti da Caracalla – il che
danneggiò la sua popolarità tra i soldati.
Un altro nemico era Giulia Domna,
madre di Caracalla e figura politica a sé stante. Saputo che aveva
iniziato a cospirare contro di lui, Macrino la fece arrestare. Ma
con la salute già cagionevole, Giulia Domna si lasciò morire di
fame.
C’era una cospirazione contro
Macrino?
La sorella di Giulia Domna, Giulia
Maesa, continuò a complottare contro Macrino, diffondendo la voce
che suo nipote quattordicenne, Bassiano – meglio conosciuto come
Elagabalo (e talvolta noto alla storia come Eliogabalo) – fosse in
realtà il figlio illegittimo di Caracalla. In questo modo il
ragazzo, che ricopriva la carica di sacerdote capo del dio del sole
siriano Elegabal, ricevette un ampio sostegno all’interno
dell’esercito.
Molti soldati cambiarono fedeltà:
dopo che Giulia Maesa ebbe fatto entrare clandestinamente Elagabalo
nell’accampamento militare di Raphanea, nella Siria romana, la
Legio III Gallica lo proclamò imperatore nel maggio del 218
d.C..
Macrino rispose nominando il figlio
di nove anni, Diadumeniano, come co-regnante, nella speranza di
dare l’impressione di una linea dinastica stabile. Il suo prefetto
pretoriano, Ulpiano Giuliano, fu inviato a capo di un distaccamento
di cavalleria per sedare la ribellione di Elagabalo, ma i suoi
uomini lo uccisero e si unirono al futuro imperatore bambino.
Come morì Macrino?
Nel giugno del 218 d.C., le forze
di Macrino incontrarono le legioni ormai fedeli a Elagabalo nella
battaglia di Antiochia e subirono una sconfitta decisiva. Il suo
regno era praticamente finito dopo 14 mesi e Macrino fuggì a Roma
per raccogliere consensi. Ma durante il viaggio, nonostante la
rasatura dei capelli e della barba, fu riconosciuto e
catturato.
Macrino fu giustiziato poco dopo.
La stessa sorte toccò al giovane figlio, prima che le loro teste
fossero inviate a Elagabalo.
Il Senato riconobbe immediatamente
Elagabalo come imperatore, dopo aver dichiarato Macrino e suo
figlio nemici dello Stato. Non avendo ancora finito, pronunciarono
la damnatio memoriae, la distruzione della memoria, cancellandoli
dagli atti e mutilando la loro immagine.
Per questo motivo, rimangono solo
poche risorse che attestano la vita di Macrino, in particolare le
parole di Cassio Dio, che, come senatore, non vedeva di buon occhio
questo emergente del Nord Africa.
“Quest’uomo avrebbe potuto essere
lodato più di tutti, se non avesse voluto diventare lui stesso
imperatore, ma avesse scelto un uomo del senato e lo avesse
dichiarato imperatore.
“Ma invece di seguire questa
strada, portò su di sé discredito e distruzione, tanto da diventare
oggetto di biasimo e cadere vittima di un disastro ampiamente
meritato”.
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere
ha dato ai fan uno sguardo più indietro nella storia della
Terra di Mezzo. In un periodo pericoloso per il
mondo immaginario, quando Sauron sale al potere,
Uomini, Elfi e Nani devono collaborare per proteggere la
Terra di Mezzo. Personaggi familiari come Galadriel
(Morfydd Clark) ed Elrond (Robert
Aramayo) sono già al centro dell’attenzione, mentre il
mondo viene spinto nel conflitto. Il
trailer della Stagione 2 prevede molti
conflitti per i personaggi già esistenti, ma non sono gli unici
inclusi. I fan conosceranno molti personaggi, soprattutto se hanno
letto gli scritti di J. R. R. Tolkien, da cui la
serie è tratta. Tuttavia, Gli Anelli del Potere ha rilasciato delle
immagini che dimostrano l’aggiunta di un altro nome alla lista:
Tom Bombadil. Interpretato da Rory Kinnear, il
nuovo personaggio porterà Gli Anelli del Potere in uno dei più grandi
misteri della Terra di Mezzo.
Arrivato per la prima volta in
live-action, questo personaggio di Tolkien è oggetto di molte
discussioni perché di lui si sa ben poco. Antico essere di origine
sconosciuta, i poteri di Tom Bombadil sono
indefiniti, a parte la sua capacità unica di resistere agli effetti
dell’Unico Anello. Poiché si sa così poco di Tom
Bombadil, alcuni fan hanno ipotizzato che possa essere
malvagio. Con l’introduzione di Tom Bombadil,
Gli Anelli del Potere ha la possibilità
di esplorare questi misteri di lunga data, stabilendo come si
inserisce nella Terra di Mezzo. Tuttavia, alcune cose sono note
dalla sua apparizione nel romanzo La Compagnia degli Anelli.
Chi è l’enigmatico Tom
Bombadil?
Dopo essere stato tagliato dai film
di Peter Jackson e dal precedente film
d’animazione del 1978, Tom Bombadil non è stato
molto esplorato sugli schermi, ma nei libri è molto disponibile. Il
Tom Bombadil, vestito in modo sgargiante, parla
spesso in rima, descrivendosi come “un tipo allegro!
La sua giacca è blu brillante e i
suoi stivali sono gialli!”. Tende a parlare in terza persona, e
spesso si esprime in rima su se stesso. Tom
Bombadil è un personaggio stravagante per
Tolkien, ma il suo aspetto è basato su un giocattolo
appartenuto a suo figlio. Tom Bombadil si
definisce anche “il più anziano”, affermando di aver assistito alla
prima goccia di pioggia e alla prima ghianda, il che lo rende
l’essere vivente più vecchio di Arda, precedente persino ai Valar
che hanno creato gli abitanti della Terra di Mezzo. È sicuramente
abbastanza vecchio per apparire ne Gli Anelli del Potere, ma questo crea solo più
mistero.
Tom Bombadil è
conosciuto da tutte le creature della Terra di Mezzo, ma con nomi
diversi. Gli Elfi lo chiamano Iarwain Ben-adar, gli Uomini Orald e
i Nani Forn. Ma gli hobbit lo chiamano Bombadil. Sebbene abbia
trascorso molti anni a vagare, l’essere immortale è noto per
risiedere nella Vecchia Foresta, almeno durante la Terza Era, dove
vive con la moglie Goldberry, uno spirito del fiume. Entra anche in
conflitto con lo spirito albero malvagio, il Vecchio Salice.
Oltre all’immortalità, Tom Bombadil
mostra capacità di controllo sull’ambiente circostante. Sua moglie
lo chiama “Maestro del legno, dell’acqua e della collina”. Ma il
suo potere più grande è il canto, che controlla il Vecchio Salice e
i Barrow-Wights. C’è un grande dibattito su cosa sia esattamente
Tom Bombadil. Alcuni credono che faccia parte dei Valar, altri
dicono che sia uno dei Maia (gli spiriti divini, cinque dei quali
sono diventati gli Istari, ovvero i maghi), altri ancora lo
descrivono come l’incarnazione vivente della terra o del tempo. In
ogni caso, è un personaggio unico nella Terra di Mezzo.
Cosa fa Tom Bombadil nel Signore degli Anelli?
Il misterioso essere è noto
soprattutto per il suo incontro con Frodo, Sam, Merry e Pipino ne
La Compagnia dell’Anello di Tolkin. Mentre i
quattro hobbit si dirigono verso Bree, cercano di seminare gli
Spettri dell’Anello tagliando per la Vecchia Foresta. Sebbene non
vengano seguiti, cadono vittima del Vecchio Salice. Merry e Pippen
sono in trappola, ma per fortuna Tom Bombadil li salva con la sua
voce. Li ospita, insegnando anche a Frodo una canzone magica per
sconfiggere i Cavalieri dei Corvi.
Ma forse il mistero più grande che
questa interazione rivela è la resistenza di Tom Bombadil all’Unico
Anello. Riesce a vedere Frodo quando indossa l’Anello, nonostante
lo hobbit sia invisibile a tutti gli altri, e quando Tom Bombadil
prova l’Anello, non scompare. Nemmeno
Gandalf è immune all’Anello in questo modo, rendendo Tom
Bombadil uno degli esseri più potenti della Terra di Mezzo. Questa
capacità lo rese un argomento di conversazione quando il Consiglio
di Elrond discusse su cosa fare dell’Anello, rivelando che sia
Elrond che
Gandalf conoscevano personalmente Tom Bombadil. Tuttavia,
convinto che Tom Bombadil avrebbe dimenticato la sua importanza,
Gandalf scartò l’idea.
Naturalmente, il personaggio
compare anche in altre opere di Tolkien, in particolare in Le
avventure di Tom Bombadil, un libro di versi che comprende
poesie hobbit. In questi racconti Tom Bombadil incontra sua moglie
e va in barca. Pur essendo divertenti, non rivelano molto del
personaggio stesso.
Cosa farà Tom Bombadil ne “Gli anelli del potere”?
Il ruolo di Tom Bombadil non è
ancora noto, ma la sua apparizione suggerisce che la serie
approfondirà almeno alcuni di questi misteri. Soprattutto
considerando che l’Unico Anello deve ancora essere forgiato nella
serie, potrebbe essere l’occasione perfetta per spiegare il suo
potere di resistere a quell’artefatto. La serie potrebbe anche
esplorare il suo legame con Elrond. C’è più che abbastanza da
stabilire sul personaggio, che è un insieme di misteri.
Tuttavia, le immagini di Tom
Bombadil rivelano una cosa. Ritratto nel suo splendore di vestito
luminoso, Tom Bombadil sembra parlare con lo Straniero di Daniel
Weyman, che molto probabilmente è Gandalf nel finale della prima
stagione. L’ultima volta che li abbiamo visti, lo Straniero e la
sua compagna Harfoot, Nori (Markella Kavenagh),
erano in viaggio per esplorare le Terre di Rhûn, un altro grande
mistero tolkieniano. Forse è lì che incontrano l’allegro compagno.
Poiché questa sarà la sua prima apparizione in live-action,
Gli Anelli del Potere ha molta libertà quando si
tratta di Tom Bombadil. Lo show può scegliere che tipo di essere è
e come si inserisce negli eventi della
Terra di Mezzo. Ma dovrà rispondere ad alcune domande a lungo
rimaste in sospeso su di lui, si spera, regalandoci anche qualche
bella rima.
La quarta stagione di Outer Banks reintroduce Terrance, un
personaggio del passato di Cleo che richiede ulteriori spiegazioni.
La nuova stagione segue i Pogues dopo aver concluso la battaglia
contro Ward Cameron. L’inizio della quarta stagione rivela che il
gruppo non ha dato seguito all’offerta di Wes Genrette nel finale
della
terza stagione di Outer Banks, ma ha invece deciso di
spendere il denaro ricavato da El Dorado per creare Poguelandia
2.0. Tuttavia, dopo che una decisione incauta li lascia senza fondi
e con un imminente pagamento di 13.000 dollari di tasse, John B,
Sarah, Kiara, Pope, JJ e Cleo accettano una nuova caccia al
tesoro.
Il cast della
quarta stagione di Outer Banks è ricco di volti noti:
non solo è tornata tutta la banda, ma anche Rafe Cameron, la sua
ragazza, Sofia, e personaggi di supporto come Topper e l’agente
Shoupe. Le prime recensioni della stagione 4 parte 1 di
Outer Banks elogiano i colpi di scena
avvincenti e lo sviluppo ricco di sfumature dei personaggi più
amati. Tuttavia, la decisione diOuter
Banksdi portare Cleo (Carlacia Grant) in
primo piano crea una dinamica affascinante per la squadra,
riportando un personaggio del suo passato sotto forma di Terrance
che la collega personalmente alla nuova caccia – con conseguenze
per l’intero gruppo.
Terrance era il capitano della
nave su cui Cleo lavorava alle Bahamas prima di Outer Banks
Stagione 2
Terrance è apparso per la prima
volta nella stagione 1 di Outer
Banks come il capitano che ha salvato John B e Sarah
dall’oceano aperto dopo che la loro barca si era schiantata in una
tempesta. La seconda stagione introduce la squadra di Terrance, tra
cui Cleo e Stubbs, lasciando intendere che si tratta di una sorta
di contrabbandieri. I primi 3 episodi della seconda
stagione vedono John B e Sarah molto vicini a Terrance e compagnia,
prima come nemici, poi come amici.
All’inizio, Terrance non era una
persona di cui fidarsi. Dopo aver scoperto una ricompensa di 50.000
dollari, ha cercato di consegnare John B e Sarah alla
polizia di Nassau. Ne seguì un inseguimento tra gatti e
topi che si concluse con il fallimento della missione di scassinare
la cassaforte di Ward per recuperare l’oro. In seguito Sarah fece
un accordo con Terrance, Stubbs e Cleo, offrendo loro del denaro in
cambio di aiuto per rubare l’oro prima che Ward lo
ricollocasse.
La coppia si allea con i criminali
e prende effettivamente i soldi da Ward, ma Rafe spara a Sarah e i
due devono ritirarsi rapidamente. Terrance e Cleo diventano
alleati, in quanto indirizzano John B a un amico medico e
gli promettono di aspettarli prima di lasciare l’isola con l’oro,
evidenziando ulteriormente il suo cambiamento di ruolo.
La quarta stagione di Outer
Banks rivela che Terrance è sopravvissuto alla sparatoria della
polizia della seconda stagione
L’ultima volta che la seconda
stagione ha visto Terrance e Stubbs, i due stavano guardando una
carovana di auto della polizia e stavano pensando di andarsene con
l’oro senza John B e Sarah. Cleo, che in seguito si unisce alla
coppia in fuga, spiega che c’è stata una sparatoria e che lei è
riuscita a scappare perché si è buttata in acqua, lasciando
intendere che Terrance e Stubbs sono stati catturati dalla polizia
o uccisi. L’episodio 3 della nuova stagione rivela che
Terrance è sopravvissuto alla sparatoria della polizia a
Nassau e ora lavora con i cacciatori di tesori di
Barbanera che si oppongono nella quarta stagione di Outer
Banks , guidati da Lightner (Rigo Sanchez).
Quando Lightner rapisce Cleo, lei
si riunisce con Terrance sulla barca dei mercenari. Mentre
all’inizio sembra che sia tornato dalla parte dei cattivi, si
mostra subito contento di vedere che Cleo è viva da quando sono
partiti. Questa volta, il loro rapporto viene ulteriormente
spiegato e si scopre che Cleo è stata con Terrance per 13
anni e che lui l’ha praticamente cresciuta.
Diventa chiaro che Terrance non è
interessato all’amuleto di Barbanera e alla Corona Blu. La sua
prima preoccupazione è tenere Cleo al sicuro. Quando un Lightner
impaziente decide di sparare a Cleo perché Pope non è arrivato in
tempo a casa con l’amuleto promesso, Terrance interviene e viene
colpito. Anche in questo caso, si evidenzia la mutevolezza della
personalità e la crescita personale di Terrance come
personaggio.
Perché la quarta stagione di
Outer Banks riporta in scena Terrance solo per farlo
morire
Sebbene all’inizio sembri strano
che gli sceneggiatori riportino Terrance per poi ucciderlo,
l’evento ha uno scopo fondamentale in Outer Banks.
La morte di Terrance dà finalmente a Cleo il suo arco
narrativo all’interno del gruppo Pogue. Se le stagioni
passate hanno dimostrato qualcosa, è che tutti i membri
dell’equipaggio dei Pogue sono fondamentali nella trama più ampia
di Outer Banks, e Cleo non è da meno. La quarta stagione
mostra che ha un passato che la lega alle attività attuali del
gruppo. La perdita di Terrance dà a Cleo la motivazione per
affrontare Lightner, rendendola un personaggio che guida
attivamente la nuova ricerca dei Pogue.
Tuttavia, la morte di Terrance ha
un impatto sull’intero gruppo. Far parte dei Pogues, ora più che
mai, comporta rischi mortali. Anche se il cattivo del passato Ward
Cameron non aveva le mani pulite, faceva del male alle persone solo
per motivi personali. L’uccisione di Terrance dimostra quanto sia
pericolosa la ricerca del tesoro della quarta stagione di
Outer Banks: i Pogues si trovano di
fronte a un nemico che non si cura della perdita di vite umane. Un
cadavere segnala quanto siano fuori di testa. Una cosa è certa: la
posta in gioco si è alzata e i Pogues avranno bisogno di tutto
l’aiuto possibile.
Dopo essere entrato nella storia
del cinema australiano – prima come uno dei maggiori incassi al
box-office nel week-end di apertura, e poi come uno dei maggiori
incassi di sempre al box-office nazionale – arriva, finalmente,
anche nelle sale italiane Chi è senza peccato – The Dry. Crime thriller
scritto e diretto da Robert Connolly (The
Turning) e basato sul pluripremiato bestseller di Jane Harper,
il film vede Eric Bana nei panni dell’agente federale Aaron
Falk, che fa ritorno al suo paese d’origine dopo oltre vent’anni
per un tragico funerale e riapre il vecchio caso di un omicidio
irrisolto. Nel cast anche Genevieve O’Reilly
(Guerre stellari, Tolkien), Keir
O’Donnell (American Sniper, Il pianeta delle
scimmie) e John Polson (Tutto ciò che
siamo, Mission: Impossible II).
L’agente federale Aaron Falk torna
nella sua città natale, dopo un’assenza di oltre vent’anni, per
partecipare al funerale del suo amico d’infanzia Luke, che, secondo
quanto riportato, avrebbe ucciso sua moglie e suo figlio prima di
togliersi la vita, vittima della follia che ha devastato questa
comunità dopo più di un decennio di siccità. Quando Falk accetta
con riluttanza di rimanere e indagare sul crimine, apre una vecchia
ferita: la morte della diciassettenne Ellie Deacon. Falk inizia a
sospettare che questi due crimini, separati da decenni, siano
collegati. Mentre lotta per dimostrare non solo l’innocenza di Luke
ma anche la sua, Falk dovrà fare i conti con il pregiudizio nei
suoi confronti e la rabbia repressa di una comunità
terrorizzata.
I film di genere investigativo
tratti da romanzi sono innumerevoli e il più delle volte sanno
affascinare e convincere sia chi già conosce l’opera letteraria di
partenza sia chi ne è totalmente ignaro. Con le loro storie
dedicate a particolari casi da risolvere, questi intrigano e
tengono viva l’attenzione fino all’ultima scena, offrendo enigmi e
situazioni ai quali difficilmente si resta indifferenti. Film come
Il silenzio degli innocenti, Assassinio
sull’Orient Express,
Il collezionista di ossa,
Il rapporto Pelican, La
ragazza nella nebbia o Millennium – Uomini che odiano ledonne sono
solo alcuni esempi. Un recente film simile è Chi
è senza peccato – The Dry, diretto da Robert
Connolly.
Questo è l’adattamento
cinematografico del pluripremiato romanzo del 2016 Chi è senza
peccato, scritto da Jane Harper. Il libro
ha vinto numerosi premi internazionali e ha venduto più di un
milione di copie in tutto il mondo. Si tratta inoltre del primo
racconto dedicato alle indagini del detective Aaron
Falk. Ad esso sono poi seguiti La forza della
natura (2017) e L’uomo perduto (2018). Realizzato nel
2020,
Chi è senza peccato – The Dry è stato uno dei film la
cui distribuzione è stata ostacolata dalla pandemia di Covid-19 e
in Italia è arrivato in sala solo nel novembre del 2021. Ciò non
gli ha però impedito di riscuotere un buon successo.
Ora che è arrivato al cinema il suo
sequel, il passaggio televisivo di
Chi è senza colpa – The Dry è l’occasione giusta per
recupare questo titolo, che tra grandi interpretazioni e un caso
appassionante non mancherà di entusiasmare i fan del genere. In
questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali
curiosità relative a
Chi è senza colpa – The Dry. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori, al suo finale e al
suo sequel. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Chi è senza peccato – The Dry
Protagonista del film è
Aaron Falk, un detective di polizia, che dopo 20
anni fa ritorno nella sua città natale in occasione del funerale
del suo vecchio amico d’infanzia Luke. Pare che
l’uomo, prima di togliersi la vita, abbia anche ucciso la moglie e
il figlio. Falk accetta con riluttanza d’indagare sul caso per
capire se si tratta di qualcosa di più di questo e le ricerche
porteranno alla luce una vecchia e profonda ferita che ha a che
fare con la morte di una diciassette amica di Luke. Falk sospetta
che ci sia un collegamento tra questi due crimini e mentre si batte
per dimostrare l’innocenza del suo amico, sarà costretto ad
affronta il pregiudizio e la rabbia dell’intera comunità.
Ad interpretare Aaron Falk vi è
l’attore Eric Bana, noto per film come
Hulk,
Troy e Munich. Nel ruolo di Aaron da giovane vi è invece
Joe Klocek. Ad interpretare Luke Hadler da adulto
vi è Martin Dingle Wall, mentre la versione da
giovane è interpretata da Sam Corlett. Altro
personaggio importante è Gretchen, amante di Luke, interpretata da
adulta da Genevieve O’Reilly e da giovane da
Claude Scott-Mitchell. Completano il cast
Keir O’Donnell nel ruolo del sergente Greg Raco,
Bruce Spence in quelli di Gerry Hadler e
John Polson come Scott Whitlam. Bebe
Bettencourt è la diciassetten Eleanor “Ellie” Deacon,
mentre William Zappa interpreta suo padre Mal
Deacon.
Il finale del film e il suo sequel:
Force of Nature – Oltre l’inganno
Aaron si trova dunque a cercare una
soluzione a quel caso, per capire se davvero Luke sia l’artefice di
quell’omicidio-suicidio. Indagando, scopre che i proiettili usati
nel crimine erano Remington, mentre Luke possedeva un fucile
Winchester e ciò lo porta a sospettare che non sia l’amico il
responsabile. Continuando le ricerche, Aaron arriva a sospettare un
coinvolgimento del preside Scott Whitlam, il quale ammette la sua
dipendenza dal gioco d’azzardo, ruba soldi dalla scuola per pagare
i suoi debiti e uccide la famiglia Hadler per coprire la sua frode.
L’indagine è così chiusa e i genitori di Luke ringraziano Falk per
aver dimostrato l’innocenza di Luke.
Un sequel basato sul libro di Harper
del 2017, Force of Nature, è stato poi annunciato
in produzione nel 2022, con il titolo Force of Nature –
Oltre l’inganno, uscito nelle sale italiane il 14
marzo 2024. In questo, Eric Bana riprende il ruolo di Aaron Falk,
trovandosi alle prese di un nuovo caso: cinque donne partecipano a
un ritiro aziendale di escursionismo nel profondo delle catene
montuose vittoriane. Una delle cinque è una informatrice e
scompare. Insieme all’agente della polizia federale australiana
Carmen Cooper (Jacqueline McKenzie), Falk
intraprenderà delle ricerche nella speranza di trovarla viva e
scoprire cosa è successo.
Il trailer di Chi è senza peccato –
The Dry e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Chi è senza peccato – The Dry grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 15
marzo alle ore 21:20 sul canale
Rai 3.
Presentato alla 32esima edizione
del Torino Film Festival Chi è senza
colpa (titolo originale The
Drop) è un noir-crime diretto da Michael R.
Roskam con protagonisti Tom Hardy e il compianto James
Gandolfini, qui alla sua ultima apparizione
cinematografica, che offre un’efficace riflessione sull’innocenza,
la redenzione e ancora una volta sulla natura umana.
Chi è senza
colpa è tratto da Animal Rescue, racconto di
Dennis Lehane, che qui fa il suo debutto come
sceneggiatore dopo che i suoi romanzi sono stati trasposti in film
eccellenti prima da Clint Eastwood con Mystic
River, poi da Ben Affleck con C e
da Martin Scorsese con Shutter Island.
Il film narra di due cugini, Bob
Saginowski (Tom
Hardy) e Marv (James Gandolfini), che
gestiscono un bar utilizzato dalla mafia cecena come copertura e
deposito di denaro sporco. Un giorno Bob trova un cucciolo di
pitbull abbandonato in un cassonetto vicino alla casa di Nadia
(Noomi
Rapace) con la quale, grazie alla complicità del
tenero animale, inizia un rapporto d’amicizia.
Nessuno in Chi è senza
colpa è veramente innocente. E nessuno è quello che
appare. Marv, che è un uomo massiccio che non possiede il bar che
pure porta il suo nome, avendolo ceduto ai gangster venuti
dall’est, vuole riprendersi ciò che è suo di diritto anche se ciò
vuole dire andare incontro a un possibile sanguinoso fallimento.
Bob vorrebbe essere il classico barman amico dei clienti quando non
ci è chiara fin da subito la sua natura. Ha commesso dei peccati,
gravi, e il cucciolo di cane simboleggia la possibilità di una
redenzione. Nella Brooklyn di Roskam si ha come l’impressione che
possa accadere il peggio subito dopo aver girato l’angolo.
Chi è senza
colpa ha una prima parte necessariamente lenta perché
si ha bisogno di essere avvolti nella grigia atmosfera del film e
di imparare a conoscere i lati del carattere dei protagonisti e di
captarne le pulsioni sotterranee e una seconda parte dove la
tensione raggiunge una vetta davvero ragguardevole. L’ultimo
commosso sguardo di James Gandolfini in una notte
drammatica è un congedo prematuro dal mondo del cinema, ma una
lunga permanenza dentro al cuore degli spettatori.
I racconti e i romanzi di
Dennis Lehane si sono sempre rivelati ottimo
materiale per il cinema, dando vita a film particolarmente celebri
e premiati, da Mystic
Rivera Gone Baby Gone, daShutter
Islanda La legge della notte.
Considerato uno dei nuovi maestri del romanzo thriller
statunitense, Lehane vanta dunque un’influenza particolarmente
forte sull’industria audiovisiva americana. Oltre che dai libri,
però, vi è un film tratto da un suo racconto breve. Si tratta
di Chi è senza colpa (qui la recensione), thriller del
2014 sceneggiato dallo stesso Lehane e diretto da Michael R. Roskam,
regista belga già noto per il film candidato
all’Oscar Bullhead – La vincente ascesa di Jacky.
Chi è senza colpa,
il cui titolo originale è The Drop, è basato sul
racconto breve del 2009 Animal Rescue.
All’interno di questo si svolge una cupa storia incentrata sulle
attivitià criminali nel quartiere di Brooklyn. Come ogni opera
tratta o scritta da Lehane, anche questo film presenta dunque una
serie di elementi ricorrenti legati al mondo criminale, alle
attività illecite che mandano avanti il mondo e alla tragicità dei
personaggi coinvolti in tutto ciò. Interpretato da un grande cast
di attori, si tratta di un film tanto teso quanto avvincente, dove
bene e male sono concetti sempre più labili.
Acclamato dalla critica e
affermatosi come un buon successo di pubblico, Chi è senza
colpa è un thriller che gli amanti del genere non possono
lasciarsi sfuggire. Forse meno noto rispetto agli altri titoli
tratti dalle opere dello scrittore, non ha però nulla da invidiare
ai suoi simili. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune
delle principali curiosità relative a Chi è senza
colpa. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
spiegazione del finale. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
Protagonista del film è Bob
Saginowski, un ex criminale che gestisce ora un bar nei
sobborghi di Brooklyn assieme a suo cugino Marv.
Nonostante egli cerchi di tenersi lontano dai guai, il locale è in
realtà il centro di un sistema illecito, un deposito temporaneo di
denaro sporco per un gruppo di gangster locali. Bob ogni volta fa
finta di non vedere e non sapere, convinto che così potrà evitare
di essere coinvolto in situazioni spiacevoli, che potrebbero far
nuovamente crollare la sua vita. Tuttavia egli sa di essere
altrettanto colpevole, al punto di non sentirsi degno della
comunione in chiesa, luogo dove si reca regolarmente.
La sua apparente tranquillità inizia
però a sgretolarsi nel momento in cui si imbatte in un cucciolo di
cane abbandonato in un bidone della spazzatura. Lo soccorre insieme
a Nadia, sua vicina di casa. Da quel momento tra i
due nascerà una reciproca attrazione, che sembra allontanare
ulteriormente Bob dai malaffari. Tuttavia, una strana rapina
avvenuta nel bar lo porta ad essere sotto l’osservazione sia delle
forze dell’ordine che del boss ceceno proprietario del locale. Nel
tentativo di uscire dalla complicata situazione, prima che sia per
lui troppo tardi, Bob dovrà far luce sulla rapina, arrivando però a
comprendere di non potersi fidare di nessuno.
Il cast del film
Protagonista del film, nei panni di
Bob Saginowski, è il celebre attore Tom Hardy,
conosciuto per film come
Il cavaliere oscuro – Il ritorno, Revenant
e Venom. Nei
panni di Nadia, invece, vi è Noomi Rapace,
divenuta celebre a livello internazionale per la trilogia di
Millennium. I due attori sono buoni amici nella vita e
cercavano da tempo un progetto per lavorare insieme. Dopo essersi
imbattuti nel racconto di Lehane, decisero di sottoporlo ad una
produzione. Per prepararsi ai rispettivi ruoli, i due hanno anche
vsitato diversi centri di soccorso per cani. In uno di questi Hardy
ha trovato un cucciolo di pit-bull a cui si è subito affezionato,
decidendo di adottarlo e tenendolo con sé sul set.
Nei panni di Marv, cugino del
protagonista, vi è invece l’attore James
Gandolfini. Questi è noto in particolare per il suo
ruolo di Tony Soprano nella serie I Soprano, anche questa
ambientata nel mondo del crimine. Quella in Chi è senza
colpa è l’ultima interpretazione dell’attore, deceduto
prematuramente appena un mese dopo la fine delle riprese. Matthias Schoenaerts è invece presente nei
panni di Eric Deeds, il vero proprietario del cane ritrovato dai
protagonisti. Sono poi presenti John Ortiz ed
Elizabeth Rodriguez nei panni dei
detective Torres e Romsey. Poiché nessuno degli attori è
newyorkese, il regista assunse un dialect coach per insegnare loro
il giusto accento per risultare credibili.
Tom Hardy in Chi è senza colpa
La spiegazione del finale del film
Verso il finale, Bob spiega che,
anni prima, Marv era uno strozzino che sottraeva denaro ai ceceni.
Un cliente con un grosso debito vinse un jackpot al casinò e pagò a
Marv tutto ciò che doveva. Marv ha colto l’occasione per usare i
soldi del cliente per coprire ciò che aveva rubato ai ceceni,
inducendo Bob a uccidere l’uomo e a disfarsi del corpo. Bob rivela
anche che l’uomo della storia è Richie “Glory Days”
Whelan, smentendo la voce secondo cui sarebbe stato Eric a
ucciderlo. Eric, però, nega la storia di Bob nel tentativo di
proteggere la sua cattiva reputazione e Bob lo deride prima di
sparargli.
Una Nadia spaventata chiede a questo
punto a Bob se può andarsene, cosa che Bob le permette e
rassicurandola che nessuno le farà più del male. I ceceni arrivano
poi per disfarsi del corpo di Deeds e uccidono anche Marv,
assicurando a Bob di poter avere un alibi e facendolo diventare il
nuovo gestore del bar. Più tardi, Torres fa le condoglianze a Bob
per la morte di Marv, non convinto che si tratti di un furto d’auto
finito male. Sempre Torres chiede a Bob anche di Deeds, che è
scomparso e che è stato visto per l’ultima volta al bar, proprio
come Whelan.
Torres rivela poi che Deeds, pur
essendosi preso il merito della morte di Whelan, era in un reparto
psichiatrico la notte in cui Whelan è scomparso e pertanto non può
essere stato lui. Torres insinua che Bob sia responsabile di
entrambe le sparizioni, “Nessuno ti vede mai arrivare, vero,
Bob?” gli dice, ma non avendo prove non può incriminarlo e
arrestarlo in nessun modo. Apparentemente libero dai guai, Bob va a
quel punto a trovare Nadia, per chiederle se deve starle lontano.
Lei, però, gli propone di fare una passeggiata, lasciando dunque
immaginare un loro riavvicinamento.
Il trailer di Chi è
senza colpa e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Chi è senza colpa
è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Tim
Vision, Prime Video e Disney+. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 13 dicembre alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
Pedro Pascal continua a dominare Hollywood con
Il Gladiatore II, l’atteso sequel del
film epico-drammatico del 2000 con Russell Crowe nel ruolo di Massimo
Decimo Meridio. Il ruolo di Pascal è stato un po’
un mistero nei mesi precedenti alla prima del film.
Tuttavia, la Paramount Pictures ha successivamente rilasciato
alcune informazioni su chi interpreta Pascal, tra cui il nome del
personaggio e la sua interessante storia con un paio di figure
importanti del primo film del Gladiatore.
Ridley Scott è tornato a
dirigereIl
Gladiatore II dopo aver diretto
l’originale 24 anni fa, mentre David Scarpa ha scritto la
sceneggiatura. L’idea di un sequel del Gladiatore è stata
ventilata negli anni successivi alla sua uscita. Purtroppo,
divergenze sulla storia e l’acquisizione della DreamWorks Pictures
da parte della Paramount Pictures (che deteneva i diritti del
Gladiatore) hanno bloccato qualsiasi tipo di progresso sul
sequel. Solo nel 2017 le voci su un possibile secondo film hanno
ricominciato a diffondersi e la Paramount ha ufficialmente dato il
via libera al progetto nel novembre 2018. Pascal è stato
ufficialmente scritturato per il Gladiatore II nel
maggio 2023, ma i dettagli sul suo ruolo non sono stati resi noti
(fino ad ora).
Il personaggio di Pedro Pascal
nel Gladiatore II è un generale chiamato Acacius
Pedro Pascal è trai protagonisti del
film nel ruolo di Marco Acacio, un formidabile generale
romano e gladiatore. Il film
storico inizia con il
Lucius Verus di Paul Mescal (interpretato da Spencer Treat
Clark nel primo film), che non vede sua madre Lucilla da 15 anni e
vive in Numidia (situata nell’Africa nord-occidentale) con sua
moglie e suo figlio. Tuttavia, i Romani stanno iniziando a invadere
l’Africa e a rubare la terra agli indigeni, e l’Acacio di Pascal
presiede all’occupazione della flotta, cosa che non rende Lucius
molto felice, ovviamente.
Parlando con Vanity Fair, il regista Ridley Scott aveva anticipato il ruolo di
Pascal ne Il gladiatore II. Ha aveva che Acacius è “un
personaggio che non ha bisogno di essere preso in considerazione”.
Ha rivelato che Acacius è “un uomo profondamente pentito
della sua vita e che non sa dove andare a parare”. Nel
frattempo, Pascal ha approfondito le motivazioni e le
caratteristiche del suo personaggio nel corso del servizio di
Vanity Fair. Pascal ha spiegato:
“Penso che accadano molte cose
prima di potersi fermare e mettere in discussione ciò che si è
fatto.E poi, ovviamente, non si può cambiare.[Acacius è] un generale molto, molto bravo, il che può
significare un ottimo assassino”.
In base agli aggiornamenti sul
personaggio di Pascal nel Gladiatore II, Acacius è
essere una persona che agisce prima di pensare, il che
potrebbe renderlo un pericolo per gli altri (specialmente Lucius)
nel sequel. Quando Acacius arriva per la prima volta in Numidia,
incontra Lucius ed è evidente fin da subito che i due non
potrebbero essere più diversi. Il rapporto tra i due uomini, a
quanto pare, è terribile fin dall’inizio, poiché Acacio guida la
carica in Numidia e cattura Lucio come prigioniero di guerra.
Acacio e Lucio tornano poi a Roma, dove scoprono di essere legati
più di quanto pensassero.
L’Acacio di Pedro Pascal è stato
addestrato da Massimo: era nel Gladiatore?
Il regista de Il Gladiatore II, Ridley
Scott, si è prefissato di collegare il sequel
all’originale in più di un modo, e lo ha fatto creando la storia di
Marcus Acacius. Il generale romano era stato
precedentemente addestrato da Maximus Decimus Meridius,
notoriamente interpretato da Russell Crowe nel
film Il gladiatore del 2000, che non è tornato nel sequel.
Pedro Pascal non è apparso nel primo film, e
nemmeno Acacio, ma la storia del nuovo personaggio con Massimo è
stata inserita nella storia del secondo film.
Acacius era un ufficiale inferiore
che ha servito sotto Massimo prima della sua morte alla
fine del Gladiatore e, nonostante il suo legame con
l’eroico personaggio di Crowe, Acacius è esistito fuori dallo
schermo e non è mai stato nominato o visto fino al Gladiatore
2. Tuttavia, il passato di Acacio con Massimo sembra
essere un fattore significativo per l’uomo che è diventato
dopo la morte del suo mentore. Quando gli è stato chiesto
dell’interessante connessione tra Acacio e Massimo nel film del
2024, Pascal ha dichiarato:
“Questo film ha un’identità che è
plasmata dall’eredità [di Maximus].Non avrebbe senso che
non lo facesse.[Acacius ha imparato dai migliori, quindi,
ovviamente, il suo codice d’onore è radicato nel suo addestramento
e nella sua esistenza.Ma alla fine della giornata, è una
persona diversa.E questo non può cambiare ciò che è.Maximus è Maximus, e questo non può essere replicato.Questo rende Acacius capace di cose diverse”.
L’Acacio di Pedro Pascal è
basato su una persona reale?
Acacius è apparentemente un
personaggio fittizio creato per Il Gladiatore II
Marco Acacio non è ispirato a una
persona reale, a differenza di molti altri personaggi del film. Il
regista Ridley Scott e lo sceneggiatore David
Scarpa hanno probabilmente creato Acacio e la sua storia per il
bene del dramma storico epico del 2024, poiché nessuno di
importante nella storia romana si chiamava Marco Acacio. Quindi,
come il Massimo Decimo Meridio di Russell Crowe nel
Gladiatore, l’Acacio di Pascal è un
personaggio di fantasia parzialmente basato su diversi
generali e gladiatori romani reali.
In fin dei conti, però, la
storia del Gladiatore II è per lo più
basata sulla finzione.
Nel frattempo, Lucilla era una donna
reale che era la seconda figlia dell’imperatore romano Marco
Aurelio e aveva un figlio di nome Lucio Vero. Anche
i co-imperatori del sequel – Geta di Joseph Quinn e Caracalla di
Fred Hechinger – erano leader romani reali. In fin dei conti,
però, la storia del Gladiatore II è per
lo più basata sulla finzione.
Finché morte non ci
separi (Ready or Not)
rappresenta un demone chiamato Mr. Le Bail, che ha una presenza
irresistibile nonostante appaia nel film solo per circa due
secondi. Nel film Finché morte non ci separi
(Ready or Not) del 2019, una donna di
nome Grace (Samara Weaving) sposa Alex Le Domas e
viene coinvolta nella contorta tradizione di gioco della sua
famiglia che richiede il suo omicidio. La storia ha una trama ben
sviluppata che circonda l’impero dei giochi da tavolo della
famiglia, misteriosa e avvincente.
La figura centrale della storia
della squallida commedia horror Finché morte non ci
separi (Ready
or Not) è il misterioso signor Le Bail, che
rende la famiglia Le Domas abbondantemente ricca e famosa. Invece
di rivelare tutto in anticipo, il film offre le basi della storia
all’inizio e divulga il resto lentamente nel corso della trama.
Alla fine, la protagonista Grace scopre che il signor Le Bail è in
realtà un demone che ha stretto un patto faustiano con il bisnonno
della famiglia Le Domas, Victor Le Domas.
Il signor Le Bail è l’anagramma
del demone Belial
Nel corso del film Finché
morte non ci separi (Ready or
Not), la famiglia Le Domas parla di un generoso
benefattore che ha aiutato la famiglia ad avviare il proprio impero
di giochi da tavolo. Victor Le Domas conobbe il signor Le Bail
mentre lavorava come commerciante marittimo. I due uomini hanno
legato per la loro professione comune e per l’interesse per i
giochi da tavolo. Ben presto stringono un accordo per aiutare
Victor a realizzare il suo sogno di avviare un’attività di giochi.
All’inizio del film, Alex è l’unica persona viva che ha visto Mr.
Le Bail, trovandolo sul suo trono a cinque anni.
I dialoghi di Finché
morte non ci separi (Ready or
Not) non forniscono una descrizione fisica del
signor Le Bail; tuttavia, i giochi da tavolo prodotti dalla
famiglia lo raffigurano come un uomo con baffi sottili, pizzetto,
barba a punta e corna. Il benefattore fa finalmente la sua comparsa
sulla sedia
nel finale di Finché morte non ci separi
(Ready or Not). Il signor Le Bail ha
una mascella affilata, baffi, capelli con una punta da vedova e
occhi luminosi. Indossa una camicia da poeta con un gilet, come
quando incontrò Victor Le Domas. In particolare, il demone non ha
né pizzetto né corna.
In base all’anagramma del nome, Mr.
Le Bail in Finché morte non ci separi
(Ready or Not) è probabilmente il
demone Belial. Nella mitologia, Belial è uno dei demoni più
malvagi, che attira le persone con il suo fascino e il suo
bell’aspetto. Appare nell’Antico Testamento, nei Rotoli del Mar
Morto e nel Testamento di Amram. Belial è la mano destra di Satana
o Satana stesso, a seconda dell’interpretazione. Anche se non viene
detto esplicitamente, Finché morte non ci
separi (Ready or
Not) propende per la seconda. Durante il
rituale, la famiglia Le Domas pronuncia la frase ebraica “Shem
ha-Meforash”, traducibile con “il nome esplicito”.
Poi dicono ripetutamente “Ave Satana ”, sottintendendo che
Satana è Belial, alias il signor Le Bail.
Spiegazione dell’accordo di
Victor Le Domas con Le Bail
Tony Le Domas racconta a Grace la
storia dell’accordo di Victor Le Domas con Le Bail all’inizio di
Finché morte non ci separi (Ready
or Not). Come spiega, quando il signor Le Bail
incontrò Victor, il demone gli presentò una scatola di puzzle. Gli
disse che avrebbe finanziato un progetto a scelta di Victor se
avesse scoperto il segreto della scatola. Il film non fornisce
alcuna spiegazione sul motivo per cui un demone come Belial avrebbe
assunto l’aspetto del signor Le Bail, né sul perché abbia offerto a
Victor questo accordo. Non rivela nemmeno il segreto della scatola,
obbligando lo spettatore a sospendere la propria incredulità.
Poiché Victor riuscì a scoprire la
scatola, il signor Le Bail gli diede i soldi per avviare l’impero
dei giochi da tavolo della sua famiglia. Questo portò alla famiglia
successo, fama e ricchezza. Alla fine, guadagnarono abbastanza
soldi da possedere quattro diverse squadre sportive. Tuttavia,
l’accordo faustiano si risolse al prezzo dell’anima della famiglia.
I Le Domase iniziarono a venerare il signor Le Bail come una
divinità, cantando e compiendo sacrifici rituali di animali in suo
nome. Inoltre, il signor Le Bail ha imposto ai Le Doma molti
requisiti arbitrari da seguire, come si vede in Finché
morte non ci separi (Ready or
Not).
In primo luogo, ogni Le Domas deve
sposarsi nella tenuta di famiglia, presumibilmente perché lì si
trova la sala giochi. Dopo il matrimonio, il nuovo membro della
famiglia deve essere iniziato alla famiglia La Domas giocando a un
gioco scelto dalla scatola del signor Le Bail. Il gioco non può
aspettare il giorno successivo e deve iniziare prima di mezzanotte.
Se gli sposi fuggono, si sposano altrove o si rifiutano di giocare,
muoiono di una morte dolorosa. Alex spiega a Grace che ha saputo
che questo è accaduto a molti membri della famiglia. Di tanto in
tanto, la carta dirà “nascondino”, innescando l’ultima e più
cruciale parte dell’accordo del signor Le Bail: il sacrificio
umano.
Perché Le Bail fa sì che la
famiglia sacrifichi un nuovo membro durante il gioco del
“nascondino”?
In Finché morte non ci
separi (Ready or Not), il
signor Le Bail fa eseguire alla famiglia Le Domas un sacrificio
rituale del nuovo membro della famiglia ogni volta che giocano a
nascondino la notte dopo un matrimonio. Durante il sacrificio,
tutti si vestono con abiti, cantano e pugnalano il sacrificato con
un coltello ornato. Anche se chiunque può uccidere la persona che
partecipa al rituale, il dialogo implica che il signor Le Bail
preferisce che sia il coniuge a prendere la vita della vittima. Se
la famiglia non porta a termine il compito entro l’alba, andrà
incontro a una morte orribile, mostrata con esplosioni esilaranti e
cruente.
Il sacrificio a nascondino in
Ready or Not serve a rinnovare l’impegno della famiglia a
venerare e seguire il signor Le Bail, un requisito richiesto da
Victor Le Domas. Gli dimostra che sono disposti a commettere uno
degli atti più gravi, togliere una vita, solo perché l’ha detto
lui. Inoltre, rinnova i termini dell’accordo, assicurando che la
famiglia rimanga ricca. La scelta della famiglia di anteporre il
denaro e lo status sociale alla moralità in Finché morte
non ci separi (Ready or
Not) mostra la depravazione della
famiglia ricca.
Attenzione SPOILER
sull’episodio 5 di House of the Dragon 2
La seconda stagione di
House of
the Dragon vede Rhaenyra continuare a concedere a
Mysaria fiducia, facendola avvicinare sempre di più alla sua
cerchia. Addirittura, la Regina Nera invia la sua fidata cameriera
ad Approdo del Re a cercare una donna misteriosa. Mysaria è stata
introdotta nel cast della serie all’inizio della prima stagione
come una prostituta che Daemon aveva preso in simpatia, dichiarando
che l’avrebbe sposata e che lei avrebbe portato in grembo suo
figlio. Da allora, la donna ha usato la sua intelligenza per
costruire una rete di spionaggio ad Approdo del Re, era stata tanto
brava da riuscire a ottenere una casa, protezione e addirittura dei
servitori, ma la sua casa è stata bruciata dagli Hightower verso la
fine della prima stagione.
Mysaria fugge quindi da Approdo del
Re e finisce a Roccia di Drago nella seconda stagione, dove diventa
complice dell’incidente di Blood & Cheese.
L’abbiamo vista agire in diversi episodi e nel quinto di questa
settimana, Rhaenyra discute le sue opzioni con Mysaria, e le due
escogitano una sorta di piano fuori campo dopo che Mysaria dichiara
che ci sono altri modi per vincere una guerra. La cameriera di
Rhaenyra, Elinda, si reca ad Approdo del Re, usa una connessione la
Guardia della Città per entrare attraverso i cancelli barricati e
va a bussare alla porta di una donna.
La donna che Elinda vede è Dyana,
che è stata aggredita da Aegon nella prima stagione
Dyana è apparsa di sfuggita nella
seconda stagione, costruendo questo momento
Dyana era una ragazza
introdotta nella prima stagione. Nell’episodio 8 viene aggredita
sessualmente da Aegon non molto tempo prima della sua
incoronazione. La ragazza è apparsa di nuovo nella stagione 2,
episodio 3, dove uno dei compagni di Ulf alla taverna la tocca in
modo inappropriato. L’abbiamo vista lavorare come barista, e serve
anche a ricordarci della sua presenza, dato che Aegon irrompe in
quella scena poco dopo. Nell’episodio 5, la sua apparizione sembra
promettere qualcosa di più grande.
Cosa significa il ritorno di Dyana
per House Of The Dragon?
Mysaria sta aiutando Rhaenyra a
vincere una guerra d’informazione
Dopo Blood &
Cheese, gran parte del conflitto politico di
House of
the Dragon è stata una guerra di informazioni, che
sembra essere ciò che implica il discorso di Mysaria a Rhaenyra. È
importante notare che la gente di Approdo del Re sta già diventando
ostile poiché è stata tenuta in città, la Guardia cittadina odia
Aegon e gli Hightower e spera che, alla fine, Rhaenyra tornerà per
occupare la capitale. Il modo più semplice per farlo è che la gente
comune la sostenga, e sembra essere questo ciò che si sta
costruendo.
È uno strano metodo per farlo,
poiché nella società patriarcale di Westeros, purtroppo potrebbe
non avere molta influenza per una donna come Dyana esprimere il suo
parere contro Aegon. Tuttavia, se si diffondessero voci sugli atti
violenti del re, ciò potrebbe pesare sulla sua già sofferente
reputazione, provocando una rivolta che aiuterebbe Rhaenyra a
riconquistare il suo trono. La volontà della gente comune è un’arma
potente e Rhaenyra vuole utilizzarla visto che, da donna, non le è
stato mai insegnato a impugnare la spada.
House of the Dragon stagione 2 è
disponibile su Sky e NOW (in contemporanea con gli Stati Uniti),
con un nuovo episodio a settimana.
Con The Last of
Us – stagione 2 attualmente
in produzione, è stato recentemente annunciato che Jeffrey Wright è stato scritturato per il
ruolo di Isaac, segnando la seconda volta che un attore del
franchise di successo del videogioco riprende il suo ruolo nella
serie televisiva della HBO. Jeffrey Wright è diventato un nome noto grazie
a progetti come
Westworld e Casino Royale, ma di
recente ha ricevuto maggiore attenzione per il suo ruolo di Jim
Gordon in The
Batman e ha recitato in American Fiction, nominato agli Oscar lo
scorso anno.
La
prima stagione di The
Last of Us, in gran parte adattata dal videogioco di
Naughty Dog, segue il viaggio di Joel (Pedro
Pascal) ed Ellie (Bella
Ramsey) attraverso l’America infestata dagli zombie. In
The Last of Us: Part II i giocatori vestiranno anche i panni di
Abby (interpretata da Kaitlyn Dever), una giovane donna che ha un
conto in sospeso con Joel dopo gli eventi del primo gioco (e della
prima stagione). Abby fa anche capo direttamente all’Isaac di
Wright e, sebbene il personaggio non abbia molto tempo sullo
schermo, la sua presenza incombe sulla seconda metà della Parte
II.
La scelta di Jeffrey Wright pone anche un’importante
domanda su come sarà strutturata la seconda stagione. Mentre i
co-creatori di The
Last of Us, Neil Druckmann e Craig
Mazin, hanno già confermato che la trama della
Parte II sarà suddivisa in più di una stagione, la
Parte II utilizza anche una narrazione non lineare
per raccontare lati opposti della stessa storia e Isaac non appare
fino alla seconda metà del gioco. Questa recente notizia di casting
suggerisce che la serie della HBO potrebbe discostarsi dalla
struttura del gioco – ma chi è veramente Isaac e perché è così
importante per The Last of
Us?
Come si collega il WLF a Isaac in
The Last of Us?
Isaac è il comandante del Fronte di
Liberazione di Washington, una delle due fazioni principali di
The Last of Us: Part II. Il WLF
(spesso soprannominato “Wolves”) è un gruppo militare organizzato
che controlla Seattle, dove si svolge la maggior parte della
seconda stagione. Isaac è uno dei membri fondatori della WLF, nata
come gruppo ribelle per protestare contro la FEDRA (Federal
Disaster Response Agency). Come il gruppo di resistenza di Kathleen
(Melanie
Lynskey), che ha rovesciato la FEDRA nella prima
stagione, il WLF si è stancato del controllo autoritario e
dell’abuso di potere della FEDRA.
Dopo una sanguinosa ribellione, la
WLF ha cacciato la FEDRA da Seattle e Isaac è uno dei pochi leader
sopravvissuti. I Lupi assunsero quindi le responsabilità della
FEDRA, assicurando le linee di rifornimento attraverso la città e
proteggendo la comunità. Con l’aggravarsi della minaccia di
infezione, Isaac decise di reinsediare i suoi seguaci nel SoundView
Sstadium, l’equivalente nel mondo del CenturyLink Stadium di
Seattle. Sotto la guida di Isaac, la WLF divenne un’organizzazione
paramilitare e formò una società civile, sviluppando risorse
energetiche sostenibili e fornendo sicurezza dagli infetti e
un’economia funzionante. In apparenza, la WLF sembrava restituire
una parvenza di umanità all’America post-apocalittica. Tuttavia,
con il passare del tempo, la natura brutale di Isaac iniziò a
manifestarsi.
Isaac ha un passato oscuro in The
Last of Us
Sebbene la vita di Isaac prima
dell’apocalisse rimanga un mistero, era un soldato del Corpo dei
Marines degli Stati Uniti. Questo spiega la sua attitudine al
combattimento, alla leadership, alla disciplina e, soprattutto,
alla tortura e agli interrogatori. Una volta diventato leader del
WLF, Isaac riuscì a reinsediare i Lupi nel SoundView Stadium, ma
molti cittadini si rifiutarono di emigrare. Chiunque disobbedisse
agli ordini di Isaac veniva sottoposto a pubblica esecuzione,
comprese le famiglie e i bambini.
Nella Parte II, i giocatori possono
scoprire i resti di Hillcrest, una piccola comunità che ha
preferito l’indipendenza dal regime del WLF. Come rappresaglia per
la loro sfida, Isaac guidò un assalto alla piccola città fino a
quando i sopravvissuti caddero in rango. Mentre il WLF espandeva il
suo dominio, Isaac cercava di ottenere il dominio totale su Seattle
con il pretesto di formare una società sicura per i civili.
Tuttavia, quando il giocatore incontra Isaac nel gioco, egli ha
trasformato la WLF in una fazione persino peggiore della FEDRA.
‘The Last of Us: Part II’
introduce la guerra tra i Wolves e Seraphites
The Last Of Us: Part II presenta
Isaac al giocatore mentre tortura un prigioniero Serafita,
impostando il suo conflitto principale. Isaac combatte una
battaglia persa contro i Serafiti, che il giocatore deve
attraversare mentre esplora Seattle. I Serafiti sono noti anche
come “Cicatrici”, soprannome che deriva dalle cicatrici che si sono
autoimposti sulle guance, e sono membri di un culto religioso
estremista primitivo che si contende il controllo di Seattle. Isaac
ha messo in atto un regime brutale contro gli Scars, conducendo
esecuzioni pubbliche e trasformando un intero hotel in una stazione
WLF progettata per la tortura e gli interrogatori. Isaac ha un
passato di mediazione della pace, per poi distruggerla e uccidere i
suoi prigionieri.
Dopo aver catturato la leader dei
Serafiti, la Profeta, l’ha tenuta prigioniera per fermare ulteriori
conflitti con le Cicatrici. Tuttavia, il Profeta convinse
gradualmente altri Lupi che la loro guerra era infruttuosa e
distruttiva, minando l’autorità di Isacco. Egli decise quindi di
giustiziare la Profeta, trasformandola in una martire e dando luogo
a un’enorme battaglia tra le due fazioni che permise agli Scarsi di
conquistare un territorio nella zona. I passi falsi di Isaac in
materia di leadership si ricollegano ai temi generali di
The Last of Us, che commentano il ciclo della
violenza e della vendetta. Egli permette ad Abby di andare in
missione per rintracciare Joel e cercare vendetta per la morte del
padre, e rappresenta il problema più ampio che la Parte II
affronta: la violenza e la vendetta sono autodistruttive e
continuano un ciclo che creerà solo più devastazione.
Non è ancora chiaro come Isaac
apparirà in The Last of Us – Stagione 2. Dato che
la Parte II è suddivisa in più stagioni e il personaggio di
Jeffrey Wright non compare fino alla seconda
metà della storia, Isaac potrebbe benissimo comparire in nuove
scene ambientate prima degli eventi della Parte
II. In origine il personaggio aveva una presenza più
significativa nella storia originale del secondo gioco, ma alla
fine il suo ruolo è stato ridotto, il che significa che potremmo
vedere alcuni contenuti inutilizzati della Parte II
nell’adattamento della HBO. Dato che la seconda stagione potrebbe
anche abbandonare la struttura narrativa non lineare del gioco e
raccontare gli eventi in ordine cronologico, questo spiegherebbe
una maggiore apparizione di Jeffrey Wright.
Sarà interessante vedere come
l’interpretazione di Jeffrey Wright si tradurrà in televisione e se
verranno apportate modifiche significative alla rappresentazione
originale del personaggio nei giochi. The Last of Us –
Stagione 2 è attualmente in fase di produzione e la sua
uscita è prevista per il prossimo anno. Fino ad allora, i fan
potranno sempre tornare ai giochi per vivere in prima persona
l’esperienza del leader del WLF.
Al terzo episodio di Agatha
All Along, è ancora misteriosa l’identità del villain
che la strega protagonista dovrà affrontare. Sappiamo che la
Strada delle Streghe è piena di pericoli e minacce ma non
abbiamo ancora capito, e non ci è stato detto, quale potrebbe
essere il “nemico finale” contro cui si dovrà scontrare Agatha
insieme alla sua congrega.
Mentre l’ultimo episodio di
Agatha All Along ha fornito
riferimenti ad altri emozionanti dettagli Marvel, lo show in sé è ancora
avvolto dal mistero. È chiaro che la congrega sta percorrendo la
Strada delle Streghe per ripristinare qualcosa, anche se
questo qualcosa non è chiaro per ogni componente del gruppo. Agatha
desidera riconquistare la sua magia viola e questa motivazione è il
motore primario dell’azione.
Dopo tre episodi non è ancora
chiaro chi sia il cattivo di Agatha
All Along
Mefisto, Rio Vidal, Nicholas
Scratch e altri sono stati suggeriti
Aubrey Plaza è Rio Vidal in Agatha All Along – Disney
Sono state avanzate diverse teorie
su Agatha All Along prima ancora che la serie
debuttasse, e molte di queste teorie non sono ancora state provate
o smentite. Il fatto è che, sfortunatamente, la serie non ha ancora
fornito abbastanza contesto o informazioni per dare un senso a ciò
che sta accadendo. Ci sono stati suggerimenti e anticipazioni,
inclusa la conferma di Mefisto nel MCU, anche se poco di tutto questo
ha ancora portato a molto. Dopo questo, non sono ancora sicuro di
chi dovrebbe essere il cattivo della serie.
Qualcuno ha mandato i Sette di Salem a cercare Agatha mentre tentava
di entrare nella Strada delle Streghe. Potrebbe
essere stata la strada stessa o Mefisto, Nicholas
Scratch, Rio Vidal o una qualsiasi delle altre teorie che
sono circolate. Immergersi nella tradizione dei fumetti suggerisce
una connessione familiare dovuta alla storia dei Sette di Salem, ma l’MCU ha costantemente cambiato i
dettagli dei fumetti e questo non è sufficientemente decisivo. Di
conseguenza, mi chiedo ancora chi dovrebbe essere il cattivo della
serie.
È possibile che il cattivo
principale di Agatha All Along non sia una persona
o un’entità
La Marvel ha ricevuto alcune critiche
per essersi trasformata in sequenze d’azione roboanti per
concludere ciascuna delle sue serie e, in risposta a ciò, la
minaccia generale di Agatha All Along potrebbe non
essere una persona o un’entità. In seguito, il conflitto e il
cattivo della serie potrebbero avere a che fare con la Strada delle
Streghe e potrebbero essere collegati a tumulti o debolezze
interiori. Il conflitto di Agatha riguardante la rinuncia
al figlio e la perdita dei suoi poteri potrebbe portare a qualcosa
di più introspettivo come conflitto finale della serie.
La Marvel ha suggerito molti possibili
cattivi nella serie e probabilmente ci sarà un confronto finale in
un modo o nell’altro. Tuttavia, il franchise potrebbe adottare un
approccio molto più insolito con Agatha e potrebbe
esplorare temi e idee. Una minaccia fisica ai personaggi principali
della serie non è richiesta per una conclusione soddisfacente della
stagione e il conflitto potrebbe invece essere incentrato sui punti
di forza della loro stessa congrega.
Il cattivo di Agatha All Along
potrebbe essere Agatha Harkness
Agatha Harkness
potrebbe essere il cattivo di Agatha All Along. Il
personaggio ha assunto un atteggiamento sprezzante nei confronti
della sua congrega, mentre la usa per potersi permettere di
percorrere la Strada delle Streghe, il personaggio non ha fatto
altro che cose orribili durante il suo periodo nel Marvel Cinematic Universe. Agatha
non si preoccupa di nessuno tranne di sé stessa ed è disposta a
fare qualsiasi cosa per riavere i suoi poteri, indipendentemente
dal prezzo che deve pagare la sua congrega, come si vede dalla
morte di Sharon Davis nell’episodio 3.
Questo non significa che non ci
saranno altre forze malevole nella serie. Rio
Vidal di Aubrey Plaza sicuramente rivelerà alcuni
dettagli significativi sul suo personaggio più avanti nella
stagione, il che la rivelerà come una potenziale villain (dopotutto
conosciamo ormai la sua vera identità). In ogni caso, è
probabile che questa rivelazione mostrerà lentamente che le
motivazioni di Rio Vidal non sono malvagie, e sono le motivazioni
egoistiche di Agatha la vera cattiveria al centro della serie.
Il futuro di Agatha All
Along è promettente, poiché ogni episodio è stato pieno di
colpi di scena emozionanti che hanno condotto a più divertenti
speculazioni. La serie è appropriata per la stagione e ha mostrato
la stregoneria nel Marvel Cinematic Universe
in modi interessanti e inaspettati.
L’episodio
4 di The
Penguin introduce il crudele primario dell’Arkham
State Hospital, il dottor Ventris, interpretato da T. Ryder
Smith. Il sadico dottore sottopone Sofia Falcone (Cristin
Milioti) a 10 anni di elettroshock e altri orrori,
creando la Sofia a sangue freddo che (SPOILER) uccide la sua
famiglia, una vendetta stranamente poetica. Il dottor
Ventris non è l’unico medico sadico dell’universo batmaniano ad
approdare sul piccolo schermo – Gotham ha
portato l’antagonista di sempre, il dottor Hugo Strange
(BD Wong), per esempio – e non è nemmeno
l’unico discutibile beneficiario di una laurea in medicina a
sfidare Batman nei fumetti. In realtà, Ventris non ha
affatto un dottorato nei fumetti. Se non è un medico,
allora, chi è nei fumetti DC Comics? Prendiamoci un po’ di tempo
per riflettere sulla storia di Floyd Ventris, alias Uomo
Specchio.
Floyd Ventris, alias Mirror
Man, incontra Batman nel 1954
Floyd Ventris viene presentato
sulle pagine di Detective Comics#213, novembre 1954, come un criminale di bassa
lega condannato a sette anni nel penitenziario di Stato di Gotham.
Tuttavia, non aveva trascorso nemmeno 24 ore in prigione prima di
rompere uno specchio e usare uno dei pezzi per distrarre le
guardie, facilitando la sua fuga. Il frammento che ha dato a
Ventris la libertà lo ha ispirato a imparare tutto ciò che poteva
sugli specchi e sui riflessi, utilizzandoli nelle sue
attività criminali confondendo la polizia con illusioni e falsi
riflessi, con il suo nuovo soprannome: Uomo Specchio. Solo
l’ambizioso Ventris voleva essere tra i migliori dei peggiori di
Gotham, così inventò una macchina a raggi X fatta di specchi. La
macchina gli permetteva di vedere sotto ogni cosa, compreso il
mantello di Batman, rivelando a Ventris il fatto che Bruce Wayne
era, in effetti, il Crociato col Cappello, uno dei pochi
cattivi a conoscere la verità.
Ventris cercò di sfruttare la sua
conoscenza per i propri guadagni, ma Batman indebolì abilmente le
affermazioni di Ventris scrivendo una lettera al giornale in cui
elencava quante affermazioni simili erano sempre state smentite.
Imperterrito, l’Uomo Specchio ci riprovò, ma non riuscì a catturare
alcuna immagine incriminante di Wayne sotto il mantello. Perché?
Beh, essendo Batman, ha escogitato un modo per contrastare
il dispositivo a raggi X di Ventris indossando un cappuccio fatto,
ironia della sorte, di specchi. Non potendo contare su una
pistola fumante, le affermazioni di Ventris sono crollate e l’Uomo
Specchio è stato catturato e rispedito in prigione per riflettere
sul da farsi.
Batman inganna l’Uomo Specchio
con un piccolo aiuto da parte dei suoi amici
Floyd Ventris apparirà nuovamente
come Uomo Specchio fino all’agosto 1963, nelle pagine di
Batman#157. Negli
ultimi anni, l’Uomo Specchio è stato ossessionato dall’idea di
dimostrare al mondo che aveva ragione sul fatto che Bruce Wayne
fosse Batman. Quando è fuggito di nuovo, Ventris ha messo insieme
una banda, li ha convinti della vera identità di Batman e con il
loro aiuto ha annunciato la verità in pubblico. L’Uomo Specchio e
la sua banda tesero un’imboscata a Batman al Gotham Museum e
riuscirono a malapena a fuggire dopo essere stati sconfitti da
Batman e Batwoman. Un secondo attacco ha portato alla cattura di
Ventris e della sua banda sotto l’occhio vigile di Batman… e
diBruce Wayne. Solo uno dei complici di Ventris,
ancora libero, seguì Wayne e scoprì che non era affatto Bruce
Wayne, ma piuttosto un attore ingaggiato da Vicki Vale per
impersonare Wayne.
Così, armato di queste nuove
informazioni, l’Uomo Specchio avanza nuovamente pretese
sull’identità di Batman nel quartier generale del GCPD, mentre
Batman lo scorta all’interno. Ancora una volta, l’Uomo Specchio
viene ostacolato quando il vero Bruce Wayne si presenta alla
stazione di polizia e deve ammettere che si tratta di due persone
distinte. Se solo Ventris avesse avuto la sua macchina a raggi X,
avrebbe rivelato che mentre Bruce Wayne era Bruce Wayne,
Batman non era altro cheAlfred
Pennyworth.
L’Uomo Specchio, decisamente
umiliato, fu riportato al penitenziario di Gotham e non sarebbe
stato più visto fino a Batman#400 del 1986. In quella storia, Ra’s al Ghul
organizza un’evasione di massa dei più grandi nemici di Batman
dalla prigione per organizzare un attacco totale a Batman. Tra i
liberati? L’Uomo Specchio. Solo che Ra’s al Ghul ha confuso Floyd
Ventris con Sam Scudder, alias la nemesi di Flash, Mirror
Master. Gli viene rivolto l’invito a partecipare all’attacco, ma
Ventris, stanco della vita criminale, rifiuta e coglie l’occasione
per fuggire e nascondersi. Floyd Ventris non è stato più
visto nei fumetti della DC Comics ed è improbabile che un
cattivo che si trova sul gradino più basso della rogues gallery di
Batman possa riapparire a breve. A meno che non ottenga il
dottorato, allora attenzione.
Uno dei personaggi originali di
Dune:
Prophecy è Desmond Hart, un soldato con un programma
misterioso, interpretato da
Travis Fimmel. Fimmel si unisce al cast all-star di
Dune:Prophecy, insieme a Emily Watson, Olivia
Williams e Mark Strong, con un personaggio che contribuisce alla
complessa rete di schemi politici incentrati sull’Imperium.
Desmond Hart viene introdotto a metà del primo episodio
della serie come un personaggio che ricorda quasi Duncan
Idaho dei film di Dune. È sopravvissuto a diverse
missioni su Arrakis, avendo imparato le tecniche di guerra nel
deserto.
Tuttavia, c’è qualcosa di
notevolmente diverso tra lui e Idaho, interpretato con fascino e
carisma da Jason Momoa nel film Dune del
2021. Desmond Hart porta con sé subdoli segreti e sembra
intenzionato a manipolare coloro che lo circondano. Ambientato
all’incirca 10.000 anni prima nella
linea temporale di Dune, i personaggi del prequel
della HBO modificheranno drasticamente la portata del mondo,
preparando l’Universo Conosciuto a come sarà quando nascerà Paul
Atreides. Dato che non è presente nei libri, il ruolo di Desmond in
questo grande schema è il più difficile da prevedere.
Desmond Hart è l’unico soldato
sopravvissuto a un attacco su Arrakis
Desmond Hart è sopravvissuto in
qualche modo a un attacco mortale quando tutti gli altri sono
morti
Desmond Hart arriva al palazzo
dell’Imperatore su Selusa Secundus, dichiarando di essere l’unico
sopravvissuto a un attacco su Arrakis. L’Imperatore credeva che
l’attacco fosse stato condotto dalle forze Fremen e stava
orchestrando un’alleanza con la Casa Richese per una flotta di navi
che aiutasse la produzione di spezie su Arrakis, prevenendo
ulteriori minacce. Desmond sostiene che l’attacco non era
in realtà opera dei Fremen, ma degli alleati
dell’Imperium, apparentemente come stratagemma per
costringere l’Imperatore a organizzare il matrimonio di sua figlia,
la Principessa Ynez.
Spiegato il legame di Desmond
Hart con l’Imperatore Javicco Corrino
Desmond Hart cerca di ottenere
la fiducia dell’Imperatore
Desmond è arrivato a casa
dell’Imperatore Javicco per conquistare la sua fiducia.
L’Imperatore sembrava sapere chi fosse Desmond Hart prima di
incontrarlo, ma non è chiaro se i due abbiano dei trascorsi
insieme. Più tardi nell’episodio, i due si incontrano in riva al
mare e discutono della situazione. Hart sostiene che Casa
Richese è tra le varie minacce per l’Imperatore, il quale
concorda sul fatto che non si sente a posto con il matrimonio,
nonostante sia stato consigliato dal suo Verificatore, Kasha.
Desmond afferma che l’attacco ad Arrakis è stato solo un sintomo di
un problema più importante.
Desmond Hart suggerisce a Javicco
che sta perdendo la presa sull’Imperium. Crede che sia perché i
leader delle Grandi Case sono sotto il controllo dei loro
Verificatori, anche se non lo dice ancora. È vero che nell’episodio
Javicco va contro il suo buon senso per ascoltare Kasha,
organizzando un matrimonio con un alleato inaffidabile per ottenere
più forza militare. Kasha impone questo matrimonio perché sostiene
Valya Harkonnen e il complotto della Sorellanza per piazzare una
Sorella sul trono, che sarebbe la Principessa Ynez, dopo la sua
formazione.
Il personaggio di Travis Fimmel
è un cattivo in Dune:Prophecy?
Desmond Hart è probabilmente un
cattivo, ma anche la Sorellanza non è un’eroina
Il finale dell’episodio 1 di Dune: Prophecy vede
Travis Fimmel uccidere un bambino grazie a un misterioso potere, il
che sembra essere un atto di cattiveria. Tuttavia, nel mondo di
Dune è sempre un po’ più complicato di così. Capire cosa
dice e cosa vede Javicco nell’ologramma è fondamentale per capire
cosa si sa del personaggio originale. Desmond Hart non solo è
sopravvissuto all’attacco degli alleati dell’Imperium che ha ucciso
tutti i suoi uomini, ma è anche stato inghiottito nel
sottosuolo da un sandworm ed è sopravvissuto.
È importante notare che tutti
questi elementi si riferiscono anche alla visione della Madre
Superiora all’inizio dell’episodio: un verme sandwich, pelle
bruciata, sangue e la morte di un nobile.
Desmond Hart ha ora la misteriosa
capacità di far bruciare la pelle di qualcuno e sembra farlo sia
con Pruwet Richese che con Kasha. Prima di uccidere Pruwet,
dichiara che gli è stato “conferito un grande potere”. È
importante notare che tutti questi elementi si riferiscono anche
alla visione della Madre Superiora all’inizio dell’episodio: un
sandworm, pelle bruciata, sangue e la morte di un nobile.
Desmond Hart potrebbe essere in qualche modo collegato al
“Tiran-Arafel”, utilizzato nello show per indicare una
minaccia esistenziale per l’umanità.
“Arafel” è un termine dei libri
originali di Dune che si riferisce a una ‘nube-oscurità
alla fine dell’universo’.
Quindi, sì e no. Il Desmond Hart di
Travis Fimmel è probabilmente il cattivo di
Dune:Prophecy,
poiché lo show è inquadrato dalla prospettiva di Valya Harkonnen e
della Sorellanza. Ma la Sorellanza, che si sta trasformando nella
Bene Gesserit che il pubblico conosce in Dune, non è
esattamente protagonista nemmeno in questo universo, e anche tra le
sue fila si discute sulla moralità dell’ingegneria genetica dei
leader mondiali. Valya e la Sorellanza cercano il
controllo, mentre Desmond vuole impedirlo, ma per farlo
potrebbe arrivare a estremi ancora peggiori.