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Chi morirà in The Amazing Spiderman 2?

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Chi morirà in The Amazing Spiderman 2?

Il sequel di The Amazing Spiderman comincerà la sua fasevera e propria di produzione a febbraio. Mentre la maggior parte dle cast principale è già stata scelta, si comincia a speculare su quale sarà la trama e su quale dei personaggi principali morirà.

Diciamo a quelli che non conoscono il fumetto di fare attenzione, perchè potrebbero seguire SPOILER.

Stando a quanto dicono fonti vicine alla produzione, la London Extras è stata chiamata in causa per fornire delle comparse per una scena di un funerale da girare il 14 febbraio. Non si sa ancora di chi sarà il funerale in questione, qualcuno pensa si possa trattare del funerale di Gwen Stacy (Emma Stone), altri invece pensano a quello dello zio Ben, dal momento che Martin Sheen ha confermato da poco la sua presenza nel film in forma di flashback. La stessa agenzia ha riferito che per il film serviranno anche un gruppo di persone per impersonare scienziati, ma non si sa nulla in merito, solo che le riprese di questa scena verranno effettuate tra marzo e luglio.

Chi m’ha visto: recensione del film con Pierfrancesco Favino

Chi m’ha visto: recensione del film con Pierfrancesco Favino

Prossimo all’uscita nelle sale giovedì 28 settembre, Chi m’ha visto è una scoppiettante commedia italiana che promette di fare il boom al botteghino. Il soggetto prende spunto da uno scorcio di vita reale: la carriera mai decollata di un musicista/ turnista (colui che segue i cantanti nelle loro turnée), destinato a rimanere dietro le quinte nonostante la propria bravura. Martino Piccione (Giuseppe Fiorello) è un chitarrista di mezza età in piena crisi esistenziale. Deciso a dare una svolta alla sua vita, finge la propria tragica sparizione grazie all’aiuto dell’amico fidato Peppino (Pierfrancesco Favino), rintanandosi nelle Murge vicino a Ginosa, suo paese natio. La scomparsa del cantante darà nuova linfa al piccolo paesino pugliese, mobilitando turismo e mass media.

Prodotto dalla IBLAFILM di Giuseppe Fiorello, la sceneggiatura è stata scritta a sei mani dallo stesso attore, da Paolo Logli e dal regista Alessandro Pondi. Pondi è qui alla sua prima direzione su grande schermo, avendo alle spalle per lo più una carriera di scrittore in opere televisive e cinepanettoni cinematografici. La regia quindi non spicca particolarmente, ma rimane fedele ai personaggi seguendoli da vicino e mantenendosi neutrale.

Chi m’ha visto, il film

Quello che rende Chi m’ha visto un’opera riuscita è la scrittura evidentemente ben ponderata, dove i tempi comici si incastrano perfettamente di scena in scena, e i dialoghi rimangono sempre incalzanti senza creare vuoti che facciano scemare l’animo dello spettatore. Commedia divertente e mai stucchevole, che sa quando fermarsi per non scadere nell’eccesso, il film di Pondi ha il suo fiore all’occhiello nella performance di Favino, piuttosto che del protagonista. Peppino/Favino è una spalla essenziale sul quale si poggiano i vari snodi della trama: è lui che denuncia la comparsa dell’amico; lui presenta Sally (Mariela Garriga) a Martino; ed è sempre lui che più di tutti beneficerà della latitanza del musicista.

Autodefinitasi “commedia rock”, in realtà Chi m’ha visto è una classica commedia vecchio stampo, soprattutto quando assistiamo agli irresistibili momenti Fiorello – Favino, che sconfina nel trash dal sapore squisitamente italiano senza però mai esagerare (se non nella clip che accompagna i titoli di coda, non necessaria e che sa troppo di captatio benevolentie nei confronti della De Filippi e della tv spazzatura). Di rock, e di musica in generale, vi è molto poco, se si esclude la sequela di cameo di cantanti che chiedono a gran voce il ritorno del protagonista svanito nel nulla. Il ruolo di musicista del protagonista non è altro che una metafora dell’uomo medio, in costante bilico sul palcoscenico della vita, che sgomita per apparire ma non sempre (anzi quasi mai) ci riesce.

Martino/Fiorello è un Fu Mattia Pascal che cerca una nuova vita, scoprendo poi, ça va sans dire, che questa è imprevedibile e che il finale – seppur dolce/amaro – è la cosa migliore per tutti.

Chi m’ha visto: il trailer del nuovo film con Favino e Fiorello

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Chi m’ha visto: il trailer del nuovo film con Favino e Fiorello

È stato diffuso il primo trailer di Chi m’ha visto, il nuovo film con protagonisti Pierfrancesco Favino e Giuseppe Fiorello, diretto da Alessandro Pondi. Il film arriva in sala il 28 settembre.

“Chi m’ha visto”, che si ispira con assoluta modestia al gusto della commedia all’italiana degli anni ’60 dei Maestri Mario Monicelli, Dino Risi e Luigi Comencini, racconta la storia rocambolesca, comica e grottesca di Martino Piccione, un bravissimo chitarrista che collabora con i più grandi divi della musica leggera italiana, solo che nessuno se n’è accorto, perché lui è quello che sul palco sta dietro e i riflettori sono tutti puntati sul cantante famoso. D’altra parte il mondo dello spettacolo è così: non conta quanto vali, conta quanto appari. E tutte le volte che Martino ritorna a casa nel suo paesino in Puglia, deve subire le ironie dei suoi concittadini che lo sfottono per la sua ossessione di diventare un musicista famoso. E allora, con l’aiuto del suo migliore amico Peppino, un “cowboy di paese” con pochi grilli per la testa, decide di mettere in atto un piano strampalato pur di attirare l’attenzione su di sé, e organizza la propria sparizione. 
Ma questo gesto estremo porterà a conseguenze davvero inaspettate…

Ambientata nella Puglia dei nostri giorni ed ispirata ad una storia vera, la pellicola riflette all’interno di un contesto allegro e spensierato l’ amara realtà in cui viviamo: spesso in nome di una esagerata ed effimera apparenza, dimentichiamo la sostanza delle cose.

Il film vede protagonisti anche Mariela Garriga, Dino Abbrescia e la partecipazione di Sabrina Impacciatore, insieme a quella di tantissimi altri ospiti sorprendenti, eccezionalmente in prestito al cinema per l’occasione.

Prodotta da Iblafilm, R.O.S.A Production, Rodeo Drive con RAI CINEMA e distribuito da  01 Distribution, la pellicola è stata realizzata con il sostegno della Regione Lazio – Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo e anche il contributo della Regione Puglia e dell’Apulia Film Commission.

“Chi m’ha visto” rappresenta il debutto alla regia di Alessandro Pondi, scrittore e sceneggiatore che per il cinema ha firmato sia pellicole d’autore come “K il bandito” di Martin Donovan, “Litium Cospiracy” di Davide Marengo, “Mio papà” di Giulio Base, che commedie sentimentali come “Poli Opposti” e film campione di incassi come “Natale a Beverly Hills” e “Natale in Sud Africa”.

Chi interpreterà Tetsuo?

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Chi interpreterà Tetsuo?

Due dei ruoli principali del film della Warner Bros Akira sono stati assegnati: Garret Hedlund (TRON: Legacy) sarà Kaneda, Kirsten Stewart (Twilight)

Chi interpreterà il nuovo Robocop?

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TomCruise

La MGM sembra interessata a aportare avanti il progetto, nato un po’ per gioco, di un remake del film del 1987 diretto da Paul Verhoeven, Robocop, divenuto ormai un classico. Si era parlato addirittura di nomi per la regia, trai quali quello di Darren Aronofski.

Chi interpreta Robert Downey Jr. in Oppenheimer?

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Chi interpreta Robert Downey Jr. in Oppenheimer?

Con un nuovo trailer appena uscito, il desiderio di sapere il più possibile sull’attesissimo film biografico Oppenheimer è sempre più difficile da appagare. L’epopea diretta da Christopher Nolan sarà uno dei film estivi più attesi e discussi (soprattutto perché uscirà lo stesso giorno di un altro dei titoli più attesi dell’anno, Barbie). Il film descriverà in dettaglio gli eventi che circondano J. Robert Oppenheimer e lo sviluppo della prima bomba atomica che sarebbe stata usata contro il Giappone per porre fine alla seconda guerra mondiale. La pellicola presenterà un ensemble di prim’ordine che includerà Cillian Murphy nei panni dello scienziato titolare incaricato del non invidiabile lavoro di scatenare il potere dell’atomo sull’umanità a Hiroshima.

Tra i tanti attori di talento che recitano al fianco di Murphy c’è Robert Downey Jr.  nel ruolo di Lewis Strauss. Non si sa molto su Strauss come  anche su altri grandi protagonisti della storia come lo stesso Oppenheimer e il generale Leslie Groves che hanno puntato tutto sullo sviluppo militare di quest’arma e che saranno interpretati tra gli altri anche da Matt Damon. Sembra essere il casting perfetto in quanto Downey ha tutta la versatilità per interpretare il dinamico motore e agitatore dell’eredità ebraica che ha indossato molte vesti e altrettanti ruoli tra cui quello di ufficiale di marina, finanziere, industriale e filantropo che alla fine ha trovato la sua strada nel dirigere l’Atomic Energy Commission e la cerchia ristretta del famigerato Progetto Manhattan.

Strauss aiutò gli ebrei a fuggire da Hitler e dal Terzo Reich

OppenheimerStrauss nacque a Charleston, West Virginia nel 1896, quasi 50 anni prima di acquisire notorietà a livello nazionale per il suo ruolo nello sviluppo della prima bomba atomica. Cresciuto a Richmond, in Virginia, Strauss è salito alla ribalta lavorando per Herbert Hoover dopo la prima guerra mondiale fornendo assistenza e sollievo con la ditta Kuhn, Loeb & Co. Fu durante i suoi 20 e 30 anni che il brillante banchiere accumulò la maggior parte della sua considerevole fortuna che in seguito avrebbe utilizzato per avanzare questioni che erano importanti per lui. Uno dei suoi ruoli più importanti è arrivato in risposta all’ascesa di Hitler e agli eventi che circondano la seconda guerra mondiale. In qualità di membro del comitato esecutivo dell’American Jewish Committee e di molti altri comitati, Strauss ha lavorato per rendere più facile il viaggio dall’Europa agli Stati Uniti per le persone di origine ebraica. In particolare quelli che stavano fuggendo dal Terzo Reich e dall’orribile regime nazista che salì al potere negli anni ’30 e nei primi anni ’40. Ha anche conseguito il grado di ammiraglio nella riserva navale per il suo servizio dal 1941 al 1945 ed è stato anche insignito della medaglia del Congresso della libertà.

Il coinvolgimento di Strauss nell’energia nucleare e nella bomba atomica

oppenheimerStrauss è stato nominato dal presidente Harry S. Truman come membro fondatore dell’Atomic Energy Council e in seguito ne sarebbe stato il presidente. L’AEC è stata una contromisura all’emergere della Guerra Fredda alla fine degli anni ’40. Secondo il National Museum of Nuclear Science & History, è stato uno dei più accesi sostenitori di stare al passo con l’Unione Sovietica nella ricerca e nello sviluppo dell’energia atomica, oltre a insistere sulla necessità di mantenere il progresso americano nell’area il più silenzioso possibile. Questa è l’area in cui avrà una grande influenza in Oppenheimer, poiché il tema generale dietro la segretezza del progresso americano nelle bombe Fat Man e Little Boy e nel Progetto Manhattan è diventato un aspetto critico della sua attuazione, nel bene e nel male. Strauss non era affatto un falco politico guerrafondaio affamato di usare la bomba, ed era noto per aver sostenuto l’uso pacifico dell’energia atomica e come alla fine potesse diventare una fonte di energia sostitutiva ampiamente utilizzata alternativa all’elettricità. La sua presenza nel film (e il ritratto di Downey) rifletteranno probabilmente il cauto ottimismo che Strauss aveva sul potere distruttivo di ciò che J. Robert Oppenheimer stava creando. Fu solo dopo che l’Unione Sovietica testò la sua prima bomba atomica nel 1949 che Strauss iniziò una campagna per lo sviluppo di armi termonucleari come risposta.

Strauss vedeva Oppenheimer come una minaccia per gli Stati Uniti

OppenheimerSecondo il National Museum of Nuclear Science & History, dopo essersi scontrati con la ricerca e lo sviluppo della bomba all’idrogeno, Strauss e Oppenheimer sono diventati nemici politici. Oppenheimer non vedeva la necessità di creare un’arma così letale e pensava che la prospettiva del suo potere distruttivo fosse disumana, ma Strauss credeva che non farlo avrebbe rappresentato una certa minaccia alla sicurezza nazionale dell’Unione Sovietica e di altri paesi che già lavoravano per realizzare il bomba. Strauss arrivò persino a fare appello all’allora presidente Dwight D. Eisenhower affermando che “non avrebbe potuto svolgere il lavoro all’AEC se Oppenheimer fosse stato collegato in qualche modo al programma”. I due avrebbero continuato a litigare sull’energia atomica negli anni avvenire dopo il Progetto Manhattan e il dispiegamento delle bombe sul Giappone all’inizio di agosto 1945. Diversi anni dopo aver sganciato le uniche bombe all’idrogeno mai usate sui civili, il governo ha privato Oppenheimer del suo nulla osta di sicurezza per presunti legami comunisti da parte del Consiglio per la sicurezza del personale della Commissione per l’energia atomica. Il comitato che ha ritirato le sue credenziali è stato presieduto dallo stesso Strauss in una serie di udienze molto pubbliche e controverse che lo hanno portato a essere considerato da molti una figura antipatica. Successivamente, quando la sua nomina a Segretario al Commercio degli Stati Uniti arrivò al Congresso, non passò al Senato nel giugno 1959.

Quello che sarà in grado di apportare al personaggio Robert Downey Jr resta da vedere e non possiamo far altro che aspettare il 21 luglio (23 agosto in Italia). Detto questo, guardando indietro alla sua lunga e variegata carriera, siamo certi che Robert Downey Jr  aggiungerà un tocco in più alla rappresentazione di uno dei protagonisti meno annunciati ma più importanti nello sviluppo della bomba atomica. Lo ha fatto in passato interpretando personaggi della vita reale come Roger Avery in Zodiac di David Fincher e la sua interpretazione nominata all’Oscar di Charlie Chaplin in Chaplin.

Chi ha ucciso JonBenét Ramsey, la storia vera dietro all’omicidio della star dei concorsi

Per quasi 30 anni, l’orribile caso di JonBenét Ramsey ha dominato i titoli dei giornali e affascinato gli appassionati di crimini veri. Uno dei casi irrisolti più noti di tutti i tempi, la bizzarra scomparsa e l’omicidio della reginetta di bellezza hanno ispirato innumerevoli teorie cospirative.

Il nuovo documentario di Netflix Cold Case: Who Killed JonBenét Ramsey, diretto dall’impresario di true-crime Joe Berlinger, offre uno sguardo diverso su questo crimine vecchio di decenni, umanizzando i membri della famiglia di JonBenét, accusati di essere complici della sua morte. La famiglia ha negato con veemenza il proprio coinvolgimento e non è mai stata accusata.

Il progetto ha persino costretto il regista a interrogare le proprie convinzioni sull’infame crimine. “All’epoca ci sono cascato”, ha dichiarato Berlinger all‘Independent. “E mi vergogno di esserci cascato, perché avevo appena finito Paradise Lost, che parla di condanne ingiuste – ma avevo una figlia di due anni a casa, e mi sono bevuto il clamore dei media. Mi sono detta: “Cavolo, mia figlia di due anni è molto carina e scommetto che quando avrà sei anni sarà davvero carina; non la iscriverei mai a un concorso di bellezza” – e mi sono fatta un sacco di giudizi su questo”.

Ecco uno sguardo al caso JonBenét Ramsey su .

Chi era JonBenét Ramsey?

JonBenét Ramsey
JonBenét Ramsey. © Netflix

JonBenét Ramsey è nata il 6 agosto 1990 dai genitori John e Patricia “Patsy” Ramsey. Durante la sua breve vita, la giovane ragazza ha fatto scalpore nei concorsi di bellezza locali. A 20 anni Patsy aveva vinto il titolo di Miss West Virginia nel 1977 e JonBenét ha seguito le sue orme.

Vinse diversi concorsi, tra cui America’s Royale Miss, Colorado State All-Star Kids Cover Girl, Little Miss Colorado e National Tiny Miss Beauty. Dopo la morte di JonBenét, alcuni hanno accusato John e soprattutto Patsy di “vivere in modo vicario” attraverso la figlia come genitori di scena controllanti. Ma John ha detto a PEOPLE nel 2024 che non potrebbe essere più lontano dalla verità.

“JonBenét amava fare quelle cose”, ha detto John. All’epoca, ha ricordato, “Patsy si era appena ripresa da un cancro alle ovaie al quarto stadio ed era grata per ogni minuto che le era stato concesso di essere viva. E credo che stesse cercando di racchiudere molte cose nel suo rapporto madre-figlia, sapendo che avrebbe potuto non vivere”.

Cosa è successo a JonBenét Ramsey?

casa dei Ramsey
La polizia indaga sulla scena della casa dei Ramsey il 26 dicembre 1996. © Netflix

Alle 5:52 del 26 dicembre 1996, la polizia fu chiamata a casa Ramsey a Boulder, Colo, per la segnalazione della scomparsa di una bambina. Patsy, che aveva chiamato il 911, disse alle autorità di aver trovato una lettera di riscatto di due pagine e mezzo sulle scale di casa loro. La lettera chiedeva 118.000 dollari per la restituzione di JonBenét e attribuiva il rapimento a “un gruppo di individui che rappresentano una piccola fazione straniera”. Il biglietto era firmato “Vittoria! S.B.T.C.”

Le autorità hanno condotto una perquisizione sommaria della casa, compreso il seminterrato, dove hanno cercato una possibile via di fuga utilizzata dal criminale. L’agente Rick French ha trovato una porta che conduceva a un’area protetta del seminterrato, ma poiché era chiusa dall’esterno con un chiavistello di legno, French ha deciso che non sarebbe stata un’uscita praticabile e non ha tentato di aprirla.

Poiché gli investigatori ritenevano che si trattasse di un rapimento, la camera da letto di JonBenét fu l’unica area chiusa per preservare le prove. Il resto della casa è stato lasciato aperto per permettere alla famiglia e alle numerose autorità di vagare, distruggendo potenzialmente innumerevoli prove, secondo Newsweek.

Quando è stato scoperto il corpo di JonBenèt?

Nel primo pomeriggio del 26 dicembre, il detective Linda Arndt incaricò John e il suo amico Fleet White di effettuare un’altra perquisizione della casa per determinare se qualcosa sembrava “strano”. John e Fleet iniziarono la ricerca nel seminterrato e aprirono la porta chiusa a chiave che French aveva aggirato in precedenza.

Lì i due uomini trovarono il corpo di JonBenét. Era avvolta in una coperta bianca con del nastro adesivo che le copriva la bocca e delle corde di nylon intorno al collo e ai polsi.

John, comprensibilmente angosciato, afferrò il corpo della figlia e corse con lei al piano di sopra. Questo ha compromesso le prove fisiche e forensi vitali della scena del crimine.

Cosa ha rivelato l’autopsia di JonBenét?

L’autopsia di JonBenét ha stabilito che la sua morte è un omicidio, attribuendola ad “asfissia da strangolamento associata a trauma craniocerebrale”. In sostanza, è stata strangolata e poi colpita alla testa con estrema forza. Sebbene non vi siano prove di stupro, non è stato possibile escludere definitivamente la possibilità di una violenza sessuale.

Cosa è emerso dalle indagini sulla morte di JonBenét?

John, Patsy e il fratello maggiore di JonBenét, Burke, si sedettero con la polizia per un interrogatorio approfondito. La famiglia ha anche fornito alle autorità campioni di scrittura, capelli e sangue. All’inizio le indagini si sono concentrate su John e Patsy, ma alla fine hanno preso in considerazione molte persone di interesse.

Ma questo non ha fermato le accuse rivolte ai genitori. Ci fu un grande dibattito sulla richiesta di riscatto, che molti ritenevano troppo paterna e forse anche un po’ stereotipata.

Il 9 gennaio 1997, meno di due settimane dopo la scomparsa di JonBenét, il New York Times riportò che la madre di JonBenét aveva trovato una “bozza” della richiesta di riscatto “scritta su un blocco di carta trovato in casa Ramsey”.

Un rapporto del Colorado Bureau of Investigations del settembre 1997 ha stabilito che “ci sono indicazioni che l’autrice del biglietto di riscatto sia Patricia Ramsey, ma le prove non sono sufficienti a sostenere una conclusione definitiva”.

John e Patsy Ramsey sono stati accusati dell’omicidio di JonBenét?

John e Patsy Ramsey; Burke Ramsey. Erik S. Lesser/Liaison/Getty; Netflix

Molti funzionari delle forze dell’ordine di Boulder ritenevano di avere gli elementi necessari per accusare John e Patsy di omicidio. “All’inizio hanno preso in considerazione l’idea folle che i genitori fossero responsabili”, ha dichiarato Berlinger alla ABC News. “Hanno una visione a tunnel, quindi non cercano di indagare su tutte le possibilità”.

Nel 1998, un gran giurì del Colorado ha trascorso più di un anno ascoltando testimonianze e visionando tutte le prove raccolte fino a quel momento. L’atto d’accusa della giuria accusò i Ramsey di due capi d’imputazione per maltrattamento di minori che causarono la morte di JonBenét, affermando che “permisero illegalmente, consapevolmente, sconsideratamente e in modo criminale che un bambino fosse posto irragionevolmente in una situazione che rappresentava una minaccia per la vita o la salute del bambino”.

Un giurato ha parlato a 20/20 della ABC a condizione di anonimato. “Ho visto che c’era una bambina vestita con, secondo me, un personaggio sessuale, e mi ha disgustato”, ha detto a proposito dell’abbigliamento da concorso di JonBenét.

Il gran giurì raccomandò di incriminare John e Patsy, ma i pubblici ministeri decisero di non andare avanti con il caso, ritenendo di non avere prove sufficienti per condannare.

Nel 2008, l’allora procuratore distrettuale della contea di Boulder Mary Lacy rilasciò una dichiarazione in cui scagionava John e Patsy da qualsiasi reato per l’omicidio di JonBenét. Parte del suo ragionamento era dovuto alla prova del DNA, non disponibile nel 1999, che fu poi trovata su un paio di pantaloni lunghi di JonBenét. Lacy ritiene che questo DNA appartenga al vero assassino di JonBenét.

“Il DNA non era disponibile per il Gran Giurì nel 1999”, ha dichiarato Lin Wood, avvocato dei Ramsey, al Denver Post. “Quello che abbiamo qui è il rilascio di una piccola parte delle prove che il Gran Giurì ha esaminato e rivisto. Si basa solo su prove incomplete”.

Cosa è successo ai genitori di JonBenét Ramsey dopo l’accusa del Gran Giurì?

Nonostante la scelta dei pubblici ministeri di non accusare John e Patsy, le speculazioni pubbliche continuarono a tormentare loro e Burke.

Nel 2003, il cancro alle ovaie di Patsy si ripresentò. Le era stato diagnosticato per la prima volta nel 1993 e poi era andato in remissione. “Volevo che continuasse a lottare, lei voleva continuare a lottare”, ricorda John in Cold Case: Who Killed JonBenét Ramsey. Patsy era rimasta determinata a catturare l’assassino di sua figlia fino alla fine.

Nei suoi ultimi anni di vita, ebbe una conversazione a cuore aperto con il detective Lou Smit, che aveva sempre creduto che ad uccidere JonBenét fosse stato un intruso casuale e non un membro della sua famiglia. Le ultime parole che mi disse furono: “Lou, non mi resta molto tempo. Ti prego, cattura quest’uomo prima che io muoia”, dice Smit in uno spezzone di intervista presente nel documentario.

Patsy Ramsey morì il 24 giugno 2006, all’età di 49 anni, con John al suo capezzale. È stata sepolta in una tomba accanto a JonBenét vicino alla casa di famiglia a Marietta, Ga. Nel documentario, John ha definito il ritorno del cancro della moglie e la sua successiva morte “devastanti” per lui e per Burke.

L’assassino di JonBenét è mai stato catturato o accusato?

L’omicidio di JonBenét rimane irrisolto, anche se nel corso degli anni sono emersi diversi sospetti. Sebbene le indagini ufficiali siano andate avanti, molti investigatori in poltrona continuano a sospettare del presunto coinvolgimento di John, Patsy e Burke nel crimine. Non sono mai stati accusati e hanno negato con veemenza il loro coinvolgimento. Il caso JonBenét è ancora aperto e considerato attivo.

Quali sono gli ultimi aggiornamenti sul caso JonBenét Ramsey?

Nel 2006, un criminale di nome John Mark Karr è stato arrestato a Bangkok, in Thailandia, dove ha confessato di aver drogato, aggredito sessualmente e ucciso JonBenét Ramsey. Tuttavia, non è stato trovato un riscontro del DNA per Karr, quindi non sono state mosse accuse.

Burke Ramsey è apparso in un episodio del 2016 del Dr. Phil per raccontare come l’omicidio della sorella abbia influenzato la sua infanzia e la sua vita attuale. Nello stesso anno, Burke ha intentato una causa per diffamazione contro la CBS dopo che il documentario dell’emittente, The Case of JonBenét Ramsey, aveva accusato l’allora novantenne Burke di aver ucciso la sorella in un impeto di rabbia. Secondo la Reuters, il caso è stato risolto per una somma non rivelata nel 2019.

Il documentario di Netflix si conclude con John che teorizza che qualcosa nelle prove del DNA potrebbe essere sbagliato. Chiede che quei campioni vengano analizzati nuovamente, oltre a testare per la prima volta altri elementi di prova. John spera che i risultati possano essere incrociati con quelli di altri database per ottenere un elenco di sospetti più ampio possibile.

Chi ha incastrato Roger Rabbit?: quello che non sai sul film

Chi ha incastrato Roger Rabbit?: quello che non sai sul film

Disponibile su Disney+, Chi ha incastrato Roger Rabbit? è uno di quei titoli culto che, con il passare degli anni, non sono invecchiati di un giorno. E se questo è vero per molti film contemporanei al capolavoro di Robert Zemeckis, vale ancora oggi per un film in cui lo sforzo tecnico per rendere su pellicola la coesistenza di cartoni animati e elementi reali in carne ed ossa è ancora credibile.

Gli effetti speciali del film, e anche molti elementi al suo interno, come la conturbante Jessica Rabbit, hanno fatto la storia del cinema e della cultura popolare, ma di seguito, ecco alcuni segreti, storie e curiosità sul Chi ha incastrato Roger Rabbit?, disponibile su Disney+.

Bob Hoskins non è stata la prima scelta

I fan di Chi ha incastrato Roger Rabbit? possono essere tutti d’accordo sul fatto che Bob Hoskins è stato l’attore perfetto per interpretare il ruolo dell’investigatore privato Eddie Valiant, in quanto il suo aspetto burbero nasconde un’indole molto divertente, e questo mix si è rivelato perfetto per il personaggio. È difficile immaginare come sarebbe stato il film con un altro Eddie Valiant.

Bob Hoskins non è stata però la prima scelta a interpretare il ruolo del protagonista in carne e ossa. I creatori di Chi ha incastrato Roger Rabbit? stavano cercando di ingaggiare Harrison Ford, che però alla fine degli anni ’80 era decisamente troppo costoso per una produzione che già avrebbe investito tantissimo in effetti speciali. Oltre a Ford, la produzione tentò di contattare Bill Murray, che però non fu raggiungibile.

È basato sul libro Chi ha censurato Roger Rabbit?

Quando hanno visto per la prima volta Chi ha incastrato Roger Rabbit?, non tutti gli spettatori sapevano che non si tratta di una storia originale, ma si basa su un libro.

Si tratta del romanzo del 1981 Who Censored Roger Rabbit? scritto da Gary Wolf. Spoiler Alert: Roger in realtà muore nel libro. Probabilmente non si tratta della trama più adatta ai bambini. Quindi i creatori hanno dovuto modificare un po’ la storia in diversi punti.

Bob Hoskins è diventato un po’ matto

Ogni grande artista deve soffrire per il suo lavoro ad un certo punto. Mentre i fan possono vedere a tutti gli effetti, grazie all’incredibile lavoro di post produzione, tutti i personaggi dei cartoni animati nel prodotto finito, per otto mesi Bob Hoskins ha dovuto semplicemente immaginare che questi fossero lì.

L’attore ha dichiarato che dopo aver fatto finta di parlare e vedere personaggi dei cartoni animati per otto mesi, ha sentito alterata la sua salute mentale quando, dopo molto tempo, ha visto i personaggi nel prodotto finito. Ha raccontato che per un certo periodo era come se avesse avuto un certo numero di amici immaginari.

Christopher Lloyd non è stata la prima scelta

Il giudice Doom è uno dei personaggi più minacciosi della storia di Cartoonia, con i suoi folli occhi rossi e la sua voce terribilmente acuta. Christopher Lloyd ha fatto un ottimo lavoro nell’interpretare il giudice Doom, dal momento che è risultato inquietante ma non eccessivamente spaventoso da impedire ai bambini di guardare e godersi il film.

Anche se Christoper Lloyd è stato un ottimo interprete, non è stata la prima scelta dei creatori. Prima di scegliere la star di Ritorno al futuro, hanno considerato Tim Curry, che però era troppo spaventoso (e di lì a poco, con il film tv su IT lo sarebbe diventato ancora di più per i bimbi di tutto il mondo) e John Cleese che non lo era abbastanza spaventoso. Gli spettatori sono tutti d’accordo sul fatto che i creatori abbiano fatto la scelta giusta con Christopher Lloyd.

Non c’erano immagini di computer

Chi ha incastrato Roger Rabbit? ha segnato il record del film più costoso della storia del cinema fino a quel momento. Nel 1988, è costato 70 milioni di dollari, ovvero circa 150 milioni di dollari nel mondo di oggi. Una grande quantità di lavoro è stata dedicata all’integrazione tra parti animate e parti in live action, in quanto non sono stati utilizzati molti mezzi e trucchi per ottenere l’effetto finale.

Ci sono volute quasi 800 persone per portare Chi ha incastrato Roger Rabbit? sul grande schermo in quanto non c’è una sola immagine computerizzata in tutto il film, il che significa che ogni volta c’era un movimento fatto da uno dei personaggi dei cartoni animati, anche se si trattava di un piccolo gesto come cambiamento di luce a causa di un urto di una lampada, c’è stato un disegnatore che lo ha disegnato a mano. I creatori pensavano che le immagini generate al computer avrebbero danneggiato l’effetto Anni ’40 che volevano invece conservare per il look del film.

La prima collaborazione tra Disney e Warner Bros

Chi ha incastrato Roger Rabbit? rappresenta un passo enorme in avanti nella tecnologia da film e nella produzione dei cartoni animati, ma non solo. Il film è anche il risultato della prima titanica collaborazione tra Warner Bros e Walt Disney. Il film include infatti personaggi animati di entrambi gli universi cartooneschi, ma anche altre proprietà intellettuali appartenenti ad altri studi, come Paramount Pictures, MGM, Universal Studios.

Oltre 30 anni dopo, Chi ha incastrato Roger Rabbit? è ancora l’unico film ad avere il personaggi simbolo della Disney, Topolino, e Bugs Bunny, icona di Warner Bros. non solo nello stesso film, ma anche nella stessa inquadratura. Questo non è stato un compito facile in quanto ha richiesto molto lavoro da parte di Steven Spielberg, poiché è stato lui a contattare personalmente gli studi per convincere tutti ad accettare di concedere i propri personaggi per il film.

Charles Fleischer è davvero entrato nel personaggio

Bob Hoskins può aver sofferto di allucinazioni a causa delle riprese di Chi ha incastrato Roger Rabbit?, ma non è detto che fosse il più folle sul set del film. Charles Fleischer, che ha doppiato il protagonista animato, ha preso molto sul serio il suo ruolo di Roger Rabbit. Talmente sul serio che, sebbene non viene mai stato visto in macchina, ha insistito per avere un costume da Roger Rabbit.

Charles Fleischer era così devoto al film che sembra abbia indossato il suo costume di Roger Rabbit ogni giorno per riuscire ad entrare nel personaggio e doppiare al meglio le sue battute. Credeva che non solo lo aiutasse ad entrare nel personaggio, ma aiutava anche la sua costar Bob Hoskins a immaginare che un coniglio bianco in tuta rossa fosse reale.

La Salamoia uccide i personaggi dei cartoni animati

Per decenni, i fan dei cartoni animati hanno visto i loro personaggi preferiti sfuggire alla morte innumerevoli volte. Quante volte il Coyote è caduto da una scogliera o si è fatto esplodere per tentare di acchiappare il suo Road Runner? I cartoni animati sono noti per essere in grado di sopravvivere a qualsiasi cosa e questo include un frigorifero caduto in testa 23 volte.

Tuttavia, in Chi ha incastrato Roger Rabbit? sembra che i cartoni non siano così invincibili come si pensa. Il minaccioso intruglio soprannominato Salamoia (Dip in originale) può distruggere qualsiasi personaggio a cartoni animati, e questo è un dato di fatto. Si tratta di una miscela di trementina, acetone e benzene che in realtà sono diluenti per vernici. Questo significa che la Salamoia può davvero “uccidere” i personaggi dei cartoni, cancellandoli dalla pagina.

Roger Rabbit è un miscuglio di diversi personaggi

Roger Rabbit è un personaggio piuttosto unico non solo per la sua personalità originale, ma anche per il suo comportamento completamente fuori dagli schemi. Questo famoso coniglio ha il suo stile che è in realtà una combinazione di molti altri stili di personaggi dei cartoni animati.

L’animatore di Roger, Richard Williams, è stato ispirato dai grandi nomi dei personaggi dei cartoni animati degli anni ’40, tra cui Tex Avery, Disney e Warner Bros. La faccia di Roger è come quella di un Looney Toones mentre i suoi capelli arancioni imitano Droopy Dog e le sue guance sono in stile Bugs Bunny. Mentre il suo vestito rappresenta più classici della Disney come i suoi guanti gialli simili a Topolino e le sue tute oversize ispirate a Pippo.

Ha vinto diversi premi Oscar

Chi ha incastrato Roger Rabbit è un film prezioso in quanto la trama è divertente ed accattivante, e mesi di duro lavoro di quasi 800 persone hanno permesso la realizzazione di uno dei film più amati degli anni ’80, ancora oggi. Questo duro lavoro non è passato inosservato.

Nel 1989, Chi ha incastrato Roger Rabbit? ha portato a casa 4 premi Oscar per il miglior montaggio cinematografico, i migliori effetti speciali, montaggio sonoro. Insieme a questi premi, l’animatore di Roger Rabbit, Richard Williams, ha vinto lo Special Achievement Award. I fan possono essere tutti d’accordo sul fatto che questi prestigiosi premi cinematografici siano stati meritati dalla talentuosa e laboriosa troupe del film!

Chi ha incastrato Roger Rabbit: 3D e sequel

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Con il suo ultimo film in uscita, Flight,  il regista Robert Zemeckis parla dei suoi film precedenti. Soprattutto di Chi ha incastrato Roger Rabbit,

Chi ha incastrato Roger Rabbit questa sera in tv

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Chi ha incastrato Roger Rabbit questa sera in tv

Chiunque questa sera non avesse voglia di uscire e decidesse di rimanere a casa a poltrire, beh, non avrebbe potuto scegliere serata migliore. In programmazione, in seconda serata a partire dalle 23.15 la rete ammiraglia ci offre nientemeno che Chi ha incastrato Roger Rabbit?, film in tecnica mista che ha incantato e ammaliato milioni di spettatori, e prima ancora ha sovvertito per sempre le regole tecnologiche del cinema.

Chi ha incastrato Roger Rabbit  è classe 1988 ed è diretto da Robert Zemeckis, che con i suoi ultimi lavori (con l’eccezione di Flight i suoi ultimi film sono stati realizzati tutti in mocap: Polar Express, La Leggenda di Beowulf e A Christmas Carol) ha dimostrato di avere ancora tanta voglia di sperimentare. A produrre la Amblin Entertainment dell’amico e collega Steven Spielberg insieme alla Touchstone Pictures.

Chi ha incastrato Roger Rabbit 2Chi ha incastrato Roger Rabbit considerato dal New York Times trai 100 milgiori di sempre, è ispirato da un romanzo di Gary Wolf, che ha in effetti ideato i protagonisti, anche se il film presenta molte differenze e la storia è molto più cupa.

In Chi ha incastrato Roger Rabbit sono presenti un’infinità di personaggi Disney, Warner e di altre major, tutti prestati al delirante disegno della mente di Zemeckis. Oltre ai protagonisti Roger e Jessica Rabbit, ricordiamo gli straordinari attori in carne ed ossa, che si sono cimentati, nella recitazione, a reagire con … nulla! In particolare il detective, un po’ antieroe, Bob Hoskins, e il temibile giudice Christopher Lloyd.

Ecco alcune curiosità sul film:

  • In una primissima versione dello script, Roger Rabbit veniva ucciso nella sparatoria durante il duello finale tra Valiant e il Giudice Morton. Sting scrisse la canzone “The Lazarus Heart” per il finale musicale originale del film, ma quando Disney chiese di togliere la scena della morte, la canzone venne eliminata dallo script, finendo per uscire nell’album Nothing Like the Sun.
  • Sempre in una delle prime versioni dello script, si scopriva che il Giudice Morton aveva ucciso la madre di Bambi. La Disney chiese di rimuovere questa scena.
  • I tre ingredienti della salamoia (acetone, trementina e benzina) sono tutti diluenti utilizzati per eliminare le animazioni dagli acetati.
  • Nonostante gli sforzi, Zemeckis e i produttori Steven Spielberg, Kathleen Kennedy e Frank Marshall non riuscirono a ottenere i permessi per inserire personaggi come Braccio di Ferro, Tom & Jerry, Casper.
  • Tim Curry partecipò all’audizione per interpretare il Giudice Morton. Robert Zemeckis, Steven Spielberg, Jeffrey Katzenberg e Michael Eisner la trovarono così terrificante che Curry non passò il provino. La parte andò a Christopher Lloyd. Per il ruolo di Eddie Valiant, invece, Zemeckis e Spielberg fecero di tutto per contattare Bill Murray, ma non vi riuscì e così coinvolse il pur ottimo Bob Hoskins. Quando Murray lo seppe si disse profondamente dispiaciuto di aver perso l’opportunità di partecipare al film.

Chi ha incastrato Roger Rabbit arriva in Blu-ray

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Chi ha incastrato Roger Rabbit di Robert Zemeckis e Richard Williams  compie 25 anni, e la Disney ha in programma una doverosa

Chi ha incastrato Roger Rabbit 2: J.J. Abrams aveva uno script?

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Chi ha incastrato Roger Rabbit 2: J.J. Abrams aveva uno script?

Dopo Star Trek e Star Wars anche Chi ha incastrato Roger Rabbit? J.J. Abrams sembra davvero inarrestabile, ma la sua fortuna, le giuste amicizie e l’indubbio talento ne hanno fatto a tutti gli effetti uno degli uomini più poteti e quotati a Hollywood.

Durante la promozione di 10 Cloverfield Lane, sequel di Cloverfield a cui Abrams ha partecipato in veste di produttore, il regista ha dichairato: “Quando avevo 16 anni Kathleen Kennedy chiamò Matt Reeves (Apes Revolution) e me per chiederci se volevamo riparare questi film in 8mm che Steven [Spielberg] aveva realizzato da ragazzo. Questo accadde perché eravamo ad un festival del cinema e lei aveva letto di noi sul Los Angeles Times. Così, naturalmente, ci siamo messi al lavoro. Anni dopo ho avuto modo di incontrate Steven. Andai ad un incontro, che in realtà si rivelò essere una riunione per il sequel di Roger Rabbit. In realtà ho ancora degli storyboard per un corto su Roger Rabbit. Onestamente però non abbiamo mai avuto modo di svilupparlo concretamente. Scrivemmo uno script preliminare, ma poi non se ne fece più nulla. Accadde molto tempo fa. Zemeckis probabilmente avrebbe prodotto il film. Era il 1989 (…) Parlammo di un film, anche se loro avevano un idea per un cortometraggio. Mi ricordo che andai dagli animatori – non avevo mai assistito a questo processo prima di allora. C’erano 3 grandi pannelli e un tipo con un bastone che indicava gli storyboard pronunciando le battute di ogni fotogramma. Uno che ha dimestichezza con l’animazione avrebbe pensato “Sì, è questo quello che fanno”, ma io non lo avevo mai visto prima, ed era incredibilmente divertente vedere queste persone che ricreavano le voci dagli storyboard.”

Certo non capita tutti i giorni che la Kennedy chiami al telefono…

Fonte

Chi ha incastrato Babbo Natale?: la recensione del film di Alessandro Siani

Come da tradizione, ogni Natale cinematografico italiano ha il suo Babbo di riferimento. Se l’anno scorso il celebre personaggio era stato interpretato da Diego Abatantuono in 10 giorni con Babbo Natale, quest’anno tocca a Christian De Sica ricoprire tali vesti. L’occasione è il nuovo film di Alessandro Siani dal titolo Chi ha incastrato Babbo Natale?, in arrivo in sala a partire dal 16 dicembre. Qui al suo quinto lavoro come regista, dopo titoli di buon successo come Si accettano miracoli e Il giorno più bello del mondo, Siani continua dunque a lavorare sulla favola, arricchendola di immancabili elementi della tradizione napoletana, i quali emergono naturalmente a partire dalla sua verve comica.

In questo suo nuovo lungometraggio, infatti, Siani interpreta Genny Catalano, definito il “re dei pacchi”, dove i pacchi non sono però quelli da consegnare bensì le fregature che egli è solito rifilare. Proprio in virtù di questo suo discutibile talento, egli viene assoldato dall’elfo Romeo affinché metta i bastoni tra le ruote proprio a Babbo Natale. Romeo, infatti, ha stretto un’alleanza segreta con la Wonderfast, una società privata che commercializza e consegna ogni cosa in poche ore. L’obiettivo è quello di neutralizzare il vecchio Babbo, il quale involontariamente farebbe una concorrenza sleale alla società. L’arrivo di Genny nella fabbrica di giocattoli in Lapponia sarà dunque l’inizio di un’imprevedibile catena di eventi comici.

Alessandro Siani e la sua fiaba di Natale

Se già il precedente film da regista e interprete di Siani, Il giorno più bello del mondo, dialogava apertamente con il fantasy, tra magia e folklore napoletano, con Chi ha incastrato Babbo Natale? egli entra apertamente nel campo della fiaba per grandi e piccini. Grazie a questo genere egli ha non solo modo di dar vita ad un racconto (scritto insieme a Gianluca Ansanelli e Tito Bufalini) attraverso cui esplorare la magia del Natale, ma anche portare in scena una serie di riflessioni sul nostro contemporaneo. Con la Wonderfast, il richiamo è ovviamente al colosso Amazon, strumento grazie a cui ormai il concetto di regalo e consegna è profondamente cambiato.

Allo stesso tempo, quello del film è un Babbo Natale in evidente difficoltà nel soddisfare la sempre crescente richiesta di regali tecnologici. Tutto sembra dunque puntare a raccontare un panorama nuovo, veloce, che trova fin troppe corrispondenze nella nostra realtà. Si tratta di riflessioni certamente non originali ma già affrontate altrove e in altre modalità. Coniugarle al mondo di Babbo Natale permette però di donare al tutto un sapore più nostalgico, di quando i regali erano opera di artigianato e stimolavano davvero la creatività e la fantasia, di quando l’attesa della consegna era a suo modo un momento altrettanto magico.

In ultimo, si riconosce al film anche la volontà di parlare di quanto oggi le differenze sociali portino certi i regali di Natale ad essere un’esclusiva soltanto di alcuni bambini. Tale argomento, qui incarnato dal piccolo scugnizzo Checco (interpretato da Martin Francisco Montero Baez) porta fin dentro il mondo della criminalità, lì dove sembra possibile ottenere anche ciò che non si potrebbe. Si tratta di un argomento particolarmente delicato, che nel finale del film non trova probabilmente il suo pieno compimento.

Chi ha incastrato Babbo Natale Alessandro Siani

Chi ha incastrato Babbo Natale?: la recensione del film

Questi sono dunque gli aspetti più interessanti del film, il quale cerca di lasciare un insegnamento a riguardo strappando qualche risata. Il tutto viene infatti condito da una serie continua di gag ed eventi comici, i quali però finiscono piano piano con lo svelare il principale problema del film, ovvero l’assenza di una storia all’altezza delle premesse. Il talento da mattatore di Siani e il carisma di De Sica non bastano infatti a dar valore ad una vicenda fin troppo semplice, che si risolve in modo poco significativo. Le tematiche messe in gioco e poc’anzi descritte finiscono così con il passare in secondo piano.

Una serie di implausibilità e forzature narrative portano dunque il film a richiedere una sospensione della credulità maggiore, che non sempre potrà però essere accordata. Sulla carta, tra scenografie, colori ed effetti speciali, Chi ha incastrato Babbo Natale? si affermerà certamente come un valido film natalizio italiano. Innegabile però che, date le riflessioni che si volevano suscitare, sarebbe stato necessario rinunciare a certi eccessi “da favola”, per calarsi un po’ di più nel reale. Un equilibrio certamente difficile da raggiungere, ma che è quello che fa la differenza.

Chi ha incastrato Babbo Natale? il trailer della commedia di e con Alessandro Siani

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Ecco il trailer di Chi ha incastrato Babbo Natale? la nuova commedia di Natale di e con Alessandro Siani che si avvale della partecipazione di Christian De Sica. Al cinema dal 16 dicembre.

Chi ha incastrato Babbo Natale? la trama

La Wonderfast, azienda di consegne online più potente del mondo, domina il mercato per tutto l’anno tranne a Natale. Per far fallire Babbo Natale, assoldano il capo dei suoi elfi, convincendolo ad infiltrare nella sua fabbrica un nuovo manager: Genny Catalano, conosciuto come il “re dei pacchi”. In realtà i pacchi in questione non sono i doni natalizi quanto piuttosto i famigerati “pacchi”. Genny, infatti, è un volgare truffatore che vive di espedienti coadiuvato da Checco, un piccolo scugnizzo di 8 anni. L’arrivo della coppia al Polo Nord darà vita ad una serie di guai ma alla fine, complice l’improbabile contaminazione reciproca che nasce tra Genny e Babbo Natale e l’inaspettato aiuto della Befana, la magia natalizia riuscirà a trionfare.

Chi ha incastrato Babbo Natale? arriva in prima tv su SKI e NOW

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Chi ha incastrato Babbo Natale? arriva in prima tv su SKI e NOW

Arriva in prima tv su Sky Chi ha incastrato Babbo Natale?, divertentissima favola di Natale moderna di e con Alessandro Siani, lunedì 5 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Christmas), in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in qualità 4K.  A fianco di Alessandro Siani anche un grande cast che comprende Christian De Sica, Diletta Leotta e Angela Finocchiaro. Il film è una produzione Bartlebyfilm e Indiana Production con Vision Distribution, in collaborazione con BUONALUNA. 

La trama del film

La Wonderfast, azienda di consegne online più potente del mondo, domina il mercato per tutto l’anno tranne a Natale. Per far fallire Babbo Natale, assoldano il capo dei suoi elfi, convincendolo ad infiltrare nella sua fabbrica un nuovo manager: Genny Catalano, conosciuto come il “re dei pacchi”. In realtà i pacchi in questione non sono i doni natalizi quanto piuttosto i famigerati “pacchi”. Genny, infatti, è un volgare truffatore che vive di espedienti coadiuvato da Checco, un piccolo scugnizzo di 8 anni. L’arrivo della coppia al Polo Nord darà vita ad una serie di guai ma alla fine, complice l’improbabile contaminazione reciproca che nasce tra Genny e Babbo Natale e l’inaspettato aiuto della Befana, la magia natalizia riuscirà a trionfare.

 

E da giovedì 1 a sabato 31 dicembre torna Sky Cinema Christmas, il canale dedicato ai film a tema natalizio e ai titoli più amati da vedere con tutta la famiglia. Giunto alla sua dodicesima edizione, avrà oltre 50 titoli, tra questi anche le prime visioni  Chi ha incastrato Babbo Natale?, A CHRISTMAS STORY CHRISTMAS (il 6 dicembre alle 21.15) e 7 DONNE E UN MISTER(domenica 11 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno e alle 21.45 su Sky Cinema Christmas).

Lo spirito delle feste si respira nelle storie classiche di Natale come: la pellicola tratta dal romanzo di Frances H. Burnett IL PICCOLO LORD con Rick Schroder e Alec Guinness; il cult del cinema fantastico GREMLINS, diretto da Joe Dante e prodotto da Steven Spielberg; la commedia S.O.S. FANTASMI in cui Bill Murray è un cinico produttore televisivo che viene visitato da tre fantasmi, proprio come in “Canto di Natale”; l’immancabile BIANCO NATALE con Bing Crosby; e l’intramontabile opera di Frank Capra LA VITA È MERAVIGLIOSA con James Stewart.

L’atmosfera natalizia non manca in film ormai irrinunciabili durante le festività, a cominciare dal romantico SERENDIPITY – QUANDO L’AMORE È MAGIA con Kate Beckinsale e John Cusack. E ancora: DICKENS – L’UOMO CHE INVENTÒ IL NATALE con Dan Stevens nei panni dello scrittore inglese che diede vita al classico della letteratura “Canto di Natale”; la commovente storia vera di un cane e del suo padrone, impersonato da Richard Gere, HACHIKO – IL TUO MIGLIORE AMICO; la commedia natalizia Sky Original A CHRISTMAS NUMBER ONE con Freida Pinto e Iwan Rheon; e NATALE ALL’IMPROVVISO con Diane Keaton e John Goodman.

L’allegria delle feste trova il suo culmine nelle commedie italiane come le commedia campioni d’incasso LA BANDA DEI BABBI NATALE con tutta la simpatia di Aldo, Giovanni e Giacomo e IL PRIMO NATALE con Ficarra e Picone; i film natalizi prodotti da Sky UN NATALE PER DUE con Enrico Brignano e Alessandro Gassmann e UN NATALE CON I FIOCCHI con Alessandro Gassmann e Silvio Orlando; la fanta-commedia di successo LA BEFANA VIEN DI NOTTE con Paola Cortellesi e Stefano Fresi e il prequel LA BEFANA VIEN DI NOTTE II – LE ORIGINI con Monica Bellucci, Fabio De Luigi e Zoe Massenti.

Per quanto riguarda le commedie “made in USA” sono da segnalare: la scatenata LA FESTA PRIMA DELLE FESTE con Jason Bateman, Jennifer Aniston e T.J. Miller; lo scatenato sequel natalizio BAD MOMS 2: MAMME MOLTO PIÙ CATTIVE con Mila Kunis e Susan Sarandon; la scintillante commedia con Ben Affleck e James Gandolfini NATALE IN AFFITTO; e FUGA DAL NATALE con Tim Allen, Jamie Lee Curtis e Dan Aykroyd.

Non mancano, infine, animazioni del calibro di POLAR EXPRESS di Robert Zemeckis; e la formidabile avventura targata DreamWorks LE 5 LEGGENDE.

CHI HA INCASTRATO BABBO NATALE? – lunedì 5 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Christmas), in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in qualità 4K.

Chi era Visenya Targaryen? La spiegazione della prima che ha cavalcato la possente Vhagar

Visenya Targaryen è uno dei personaggi più importanti nella storia del Trono di Spade, anche se non è mai apparsa in nessuno degli spettacoli della HBO basati sui romanzi Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin. La principessa Targaryen viene nominato nell’episodio 5 di House of the Dragon 2, in una scena tra Rhaenyra e Jace.

Sebbene Il Trono di Spade e House of the Dragon coprano entrambi momenti molto agitati come la Guerra dei Cinque Re e la Danza dei Draghi, la storia di Westeros inizia molto prima che nascessero personaggi come Daenerys o Rhaenyra. La stirpe dei Targaryen a Westeros, in particolare, risale ad Aegon il Conquistatore e alle sue sorelle.

La conquista di Aegon è senza dubbio l’evento più importante nella storia di Westeros, almeno dal punto di vista di coloro che sono nati in un regno unificato i cui sovrani siedono su un Trono di Spade. Anche il modo in cui gli anni e le epoche vengono misurati in ASOIAF – prima e dopo la Conquista – sono legati ad Aegon I. Sebbene il termine “Aegon il Conquistatore” sia diventato piuttosto popolare tra i fan del materiale originale, le spade che formano il suo trono non furono fuse tutte da Aegon e dal suo drago. Anche le sue sorelle-mogli furono essenziali per stabilire il suo governo.

Visenya Targaryen era una delle sorelle-mogli di Aegon il Conquistatore

Visenya era la primogenito di Aerion Targaryen e Valaena Velaryon.

Nata a Roccia del Drago, Visenya Targaryen era la sorella maggiore di Aegon e Rhaenys. In perfetto stile Targaryen, Visenya sposò suo fratello Aegon. Tuttavia, Aegon decide di prendere una seconda moglie, una mossa sorprendente anche per un Targaryen. Aegon sposò la sorella minore, Rhaenys, poco dopo aver preso Visenya come prima moglie. Una famosa credenza ne Le cronache del ghiaccio e del fuoco è che Aegon sposò Visenya per dovere e Rhaenys per desiderio. Visenya fu addestrato come guerriero fin dalla tenera età e alla fine divenne un cavaliere di draghi.

Visenya rivendicò Vhagar, un enorme drago che avrebbe portato il terrore a Westeros insieme al Meraxes di Rhaenys e al Balerion di Aegon. Fuoco e sangue di George R.R. Martin menziona resoconti di Visenya e Aegon in visita a Westeros, in particolare a Vecchia Città, prima della Conquista. Ciò si sposa bene con la percezione che Aegon avesse già abbastanza familiarità con Westeros quando lui e le sue sorelle iniziarono a conquistare il paese. La relazione di Visenya con Aegon è stata turbolenta, sia prima che dopo la morte di Rhaenys. Detto questo, Visenya Targaryen ha avuto un ruolo determinante nella Conquista e nei regni di Aegon I, Aenys I e Maegor I.

Aspetto e personalità di Visenya

Visenya era un dragoniere addestrato al combattimento.

Fuoco e sangue descrive Visenya come una donna dai lunghi capelli argentati, simili alla maggior parte dei Targaryen e dei Velaryon nel mondo di Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. I suoi capelli erano solitamente intrecciati, cosa abbastanza comune anche tra i Targaryen con i capelli lunghi. Nei libri, Visenya e molti dei Targaryen avevano gli occhi viola. In Il Trono di Spade e House of the Dragon della HBO, tuttavia, questo particolare aspetto dei libri non è stato adattato. Visenya poteva essere piuttosto spietata e pragmatica, due attributi che l’aiutarono a ottenere numerose vittorie durante la Conquista.

Il ruolo di Visenya nella conquista di Aegon

Visenya assicura ad Aegon numerose vittorie, inclusa quella nella Valle.

Vhagar in House of the DragonVisenya Targaryen fu essenziale nella conquista di Westeros da parte di Aegon. A partire dall’incendio del castello di Casa Stokeworth, Visenya inviò un chiaro messaggio ai signori e ai re di Westeros: lei e i suoi fratelli erano disposti a usare i loro draghi contro coloro che non si sarebbero inginocchiati. Dopo l’incoronazione di Aegon I come re di Westeros, alla quale Visenya prese parte ponendo la corona sulla testa di suo fratello-marito, l’attuale regina Visenya continuò la sua ricerca attraverso il paese.

La conquista della Valle fu senza dubbio l’impresa più importante di Visenya durante la Conquista, ma avvenne in un modo piuttosto insolito. La flotta Arryn si era assicurata una grande vittoria contro l’esercito di Aegon affondando una parte significativa della flotta Targaryen. In risposta, Visenya ordinò a Vhagar di bruciare tutte le loro navi. Volava quindi sopra il Nido dell’Aquila per far sapere a tutti che il “castello inespugnabile” non sarebbe stato di grande utilità contro un drago che potesse volare sopra di esso. Ronnel Arryn, il re ragazzo che governava la Valle, avrebbe quindi chiesto di cavalcare lui stesso il drago, cosa che accadde dopo che sua madre si inginocchiò.

Cosa è successo a Visenya dopo la conquista di Aegon e quando è morta

Visenya aiutò Aegon a governare e in seguito sostenne le pretese di suo figlio.

Drawing by Doug Wheatley for Fire & Blood

Sebbene Aegon si guadagnasse il titolo di “conquistatore”, il governo effettivo di Westeros veniva spesso delegato al suo consiglio e alle regine. Le tensioni tra Aegon e Visenya aumenteranno dopo la morte di Rhaenys nella Guerra di Dorne, che durava da anni. Mentre Aegon e le sue sorelle presero il controllo della maggior parte di Westeros con relativa facilità (Torrhen Stark si inginocchiò davanti a loro prima che venissero usate spade o draghi, per esempio), Dorne era una situazione molto più complicata. La Guerra di Dorne continuò fino al 13 CA, con la morte di Rhaenys tre anni prima.

Rhaenys lasciò un figlio, Aenys, che fu il primogenito di Aegon ed erede al trono. Nonostante le voci secondo cui Visenya non sarebbe stata in grado di avere un figlio, alla fine diede alla luce Maegor. La successione immediata di Aegon era chiara – Aenys avrebbe ereditato il trono – ma quello che sarebbe successo dopo era complicato. Aenys aveva una figlia, Rhaena, sollevando la questione se il suo successore dovesse essere suo fratello Maegor o la ragazza. Una domanda simile sarebbe stata l’inizio della Danza dei Draghi qualche generazione dopo.

Prevedendo che il conflitto potesse nascere dalla decisione se Rhaena o Maegor dovessero succedere ad Aenys, Visenya propose un matrimonio tra loro. Tuttavia, l’idea non funzionò. Rhaena alla fine sposò suo fratello minore, Aegon. In teoria, il figlio e la figlia primogeniti di Aenys gli sarebbero succeduti come re e regina. Tuttavia, non appena Aenys morì, Maegor ritornò dal suo esilio e rivendicò il trono con il sostegno di sua madre. Visenya continuò ad aiutare suo figlio a stabilire il suo governo fino alla sua morte nel 44 CA, circa 60 anni prima degli eventi di House of the Dragon.

In che modo Visenya è imparentata con Rhaenyra e Daenerys

La stirpe di Visenya finì con Maegor

Il lignaggio di Visenya non è direttamente legato a Rhaenyra e Daenerys. Questo perché Visenya aveva un solo figlio, Maegor, che morì senza eredi. Maegor, nonostante abbia preso sei mogli, non ha mai avuto eredi. Pertanto, una volta morto Maegor, il lignaggio diretto di Visenya morì con lui. Detto questo, in quanto figlia di Lord Aerion Targaryen e Lady Valaena Velaryon, Visenya fa ovviamente parte dell’albero genealogico che un giorno avrebbe incluso Rhaenyra e Daenerys. Rhaenyra di House of the Dragon era la figlia di Viserys Targaryen e Aemma Arryn. Viserys era figlio di Baelor e nipote di Jaehaerys I.

Jaehaerys era uno dei figli di Aenys e salì al trono in seguito alla misteriosa morte di Maegor, che ebbe tre figli nati morti ma nessun erede. La stirpe di Daenerys Targaryen è una continuazione di quella di Rhaenyra attraverso Viserys II. In altre parole, Rhaenyra è la sesta bisnonna di Daenerys. Sebbene la stirpe di Visenya sia terminata con Maegor, la sua eredità a Westeros non può essere sottovalutata. Come conquistatrice e regina, Visenya è stata fonte d’ispirazione per molti, inclusa Rhaenyra. Detto questo, c’erano anche persone nell’universo del Trono di Spade che la percepivano come nient’altro che spietata, ma, come abbiamo visto nella seconda stagione di Il Trono di Spade, era anche fonte di ispirazione per molti, tra cui Arya Stark, che rievoca con fierezza e desiderio il fatto che Visenya Targaryen fosse una donna guerriera e che la sua spada di acciaio di Valyria si chiamasse Sorella Oscura.

Chi era Macrino, l’imperatore romano interpretato da Denzel Washington ne Il Gladiatore II

Il Gladiatore II è il ritorno sanguinolento del regista Ridley Scott all’antica Roma, 24 anni dopo che gli spettatori hanno visto l’ex generale trasformato in gladiatore Massimo Decimo Meridio sfidare l’imperatore Commodo.

Questo nuovo capitolo introduce un nuovo cast di personaggi che perseguono i propri interessi, e forse il più misterioso di questi è l’addestratore di gladiatori Macrinus di Denzel Washington.

Macrinus è esistito?

Sì, ma non ha assolutamente nulla a che fare con i gladiatori. Il vero Macrinus era un uomo politico che si è fatto strada dai ranghi relativamente bassi della classe equestre e *possibile spoiler per il film* è poi diventato un imperatore romano di breve durata.

Nella versione romanzata de Il Gladiatore II della dinastia dei Severi, Macrinus è un trafficante d’armi, proprietario di una scuderia di gladiatori e un astuto politico che mira ad ottenere più potere.

Il vero Macrino non era un uomo d’affari dietro le quinte che usava i gladiatori, come si dice nel film, come suo “strumento”. In realtà, egli occupava una posizione di rilievo nella cerchia dell’imperatore. Gestì tutti gli affari civili di Roma, prima di cogliere l’opportunità di salire sul trono imperiale dopo la morte di Caracalla.

La prima vita di Macrino: conosceva Marco Aurelio?

Non ci sono prove che Macrino abbia avuto rapporti con l’imperatore Marco Aurelio, tanto meno che Aurelio lo abbia tenuto come schiavo, come suggerisce il Gladiatore II.

Marco Opellio Macrino nacque intorno al 164 d.C. nella Mauretania Caesariensis, una provincia romana nell’odierna Algeria. Aveva origini berbere e lo storico e senatore Cassio Dio lo descrisse come “moro di nascita”.

Poco si sa della sua prima vita. Cresciuto in una famiglia equestre (che era il nome dell’ordine sociale al di sotto della classe senatoria), deve aver ricevuto una buona educazione, poiché si formò come avvocato e si trasferì a Roma, dove prosperò.

Dio attribuisce questo successo non alla sua conoscenza della legge e dei precedenti, ma “alla sua fedele osservanza”.

Qual è il rapporto di Macrino con Caracalla e Geta?

“Ho la fiducia degli imperatori”, dice Macrino di Caracalla e Geta nel Gladiatore II. Ma come ci è arrivato? La risposta è nella Guardia Pretoriana, la guardia del corpo imperiale d’élite.

Macrino si fece notare da Plauziano che, in quanto capo della Guardia Pretoriana durante il regno di Settimio Severo, era un potente funzionario. La faccenda poteva andare rapidamente storta: Plauziano cadde dal potere e fu giustiziato nel 205 d.C., ma Macrino riuscì a mantenere il favore grazie agli amici del Senato.

Continuò a lavorare come avvocato, assumendo al contempo responsabilità burocratiche sotto Severo. Tra queste, la gestione della Via Flaminia, una delle principali strade che conducevano a Roma, e delle finanze imperiali.

Alla morte di Severo, nel 211 d.C., i suoi figli Caracalla e Geta salirono al trono come co-regnanti, anche se per breve tempo. Caracalla fece uccidere il fratello prima della fine dell’anno e instaurò il proprio regno. Nominò quindi Macrino prefetto del pretorio, elevando l’avvocato dalle origini equestri a una delle più alte cariche dell’impero.

“Macrino presumibilmente non ha una grande formazione in termini di legge e politica nella tradizione romana”, afferma la professoressa Alison Futrell, storica di Roma e dei giochi gladiatori, che ha parlato con HistoryExtra.

Alcune delle nostre fonti pensano a lui come a qualcuno che sta facendo del suo meglio, qualcuno che non viene presentato come assolutamente malvagio o privo di principi o immorale fino in fondo come lo sono altri vicini al centro del potere“.

Macrino e l’assassinio di Caracalla

Macrino Denzel Washington

Oltre agli incarichi giudiziari, legali e amministrativi, Macrino era comandante della Guardia Pretoriana e della Legio II Parthia, una delle legioni dell’esercito romano. In questi ruoli, si unì alla campagna del giovane imperatore Caracalla contro l’impero partico a est.

L’invasione fallì e Macrino si rese conto che il paranoico Caracalla, che aveva una storia di salassi, avrebbe potuto rivoltarsi contro di lui. Si suppone che l’imperatore avesse sentito una profezia secondo la quale il suo prefetto pretoriano lo avrebbe rovesciato e quindi meditò di far uccidere Macrino. Ma non si era preparato a un attacco preventivo.

L’8 aprile del 217, un soldato scontento pugnalò a morte Caracalla sul ciglio di una strada nell’odierna Turchia, scegliendo un momento in cui l’imperatore stava dando il cambio. L’assassino era stato presumibilmente reclutato da Macrino.

Come è diventato imperatore Macrino?

Tre giorni dopo l’assassinio di Caracalla, l’esercito proclamò Macrino nuovo imperatore. Quando la notizia tornò a Roma, il Senato non ebbe motivo di contestare questa mossa: molti senatori disprezzavano Caracalla, quindi si rallegrarono della sua morte e accettarono di buon grado Macrino sul trono.

Tuttavia i soldati amavano Caracalla. Per tenerli dalla sua parte, Macrino divinizzò l’uomo che aveva fatto uccidere. Adottò quindi il nome di “Severo” per associarlo alla dinastia regnante.

Macrino passò alla storia diventando il primo imperatore a non provenire dall’aristocrazia romana o dalla classe senatoria. Inoltre, non avrebbe mai messo piede a Roma come imperatore.

Il regno di Macrino come imperatore

Dopo la sua ascesa al ruolo di imperatore, Macrino rimase nell’accampamento dell’esercito ad Antiochia, dove la sua priorità era la guerra contro l’impero partico. Le forze nemiche si erano raggruppate e avevano invaso la Mesopotamia, dando vita a una battaglia estremamente sanguinosa ma indecisiva nell’estate del 217, a Nisibis.

Piuttosto che continuare la lunga campagna iniziata dal suo predecessore, Macrino decise di chiedere la pace. Per questo, accettò condizioni sfavorevoli per Roma e pagò ingenti somme di denaro ai Parti. La guerra poteva essere finita, ma il regno di Macrino ne risentì presto.

Nell’affrontare altre minacce provenienti dall’Armenia e dalla Dacia, Macrino si astenne da ulteriori impegni militari. Restituì tutto e tutti i beni sequestrati agli Armeni, confermando il loro status di regno cliente di Roma, e ordinò il rilascio degli ostaggi dacici.

Non passò molto tempo prima che Macrino si facesse dei nemici sia in Senato (dove il risentimento per il suo background relativamente umile si incancrenì) sia nell’esercito. Tagliò la paga delle nuove reclute e rivalutò la moneta – ribaltando i cambiamenti istituiti da Caracalla – il che danneggiò la sua popolarità tra i soldati.

Un altro nemico era Giulia Domna, madre di Caracalla e figura politica a sé stante. Saputo che aveva iniziato a cospirare contro di lui, Macrino la fece arrestare. Ma con la salute già cagionevole, Giulia Domna si lasciò morire di fame.

C’era una cospirazione contro Macrino?

La sorella di Giulia Domna, Giulia Maesa, continuò a complottare contro Macrino, diffondendo la voce che suo nipote quattordicenne, Bassiano – meglio conosciuto come Elagabalo (e talvolta noto alla storia come Eliogabalo) – fosse in realtà il figlio illegittimo di Caracalla. In questo modo il ragazzo, che ricopriva la carica di sacerdote capo del dio del sole siriano Elegabal, ricevette un ampio sostegno all’interno dell’esercito.

Molti soldati cambiarono fedeltà: dopo che Giulia Maesa ebbe fatto entrare clandestinamente Elagabalo nell’accampamento militare di Raphanea, nella Siria romana, la Legio III Gallica lo proclamò imperatore nel maggio del 218 d.C..

Macrino rispose nominando il figlio di nove anni, Diadumeniano, come co-regnante, nella speranza di dare l’impressione di una linea dinastica stabile. Il suo prefetto pretoriano, Ulpiano Giuliano, fu inviato a capo di un distaccamento di cavalleria per sedare la ribellione di Elagabalo, ma i suoi uomini lo uccisero e si unirono al futuro imperatore bambino.

Come morì Macrino?

Nel giugno del 218 d.C., le forze di Macrino incontrarono le legioni ormai fedeli a Elagabalo nella battaglia di Antiochia e subirono una sconfitta decisiva. Il suo regno era praticamente finito dopo 14 mesi e Macrino fuggì a Roma per raccogliere consensi. Ma durante il viaggio, nonostante la rasatura dei capelli e della barba, fu riconosciuto e catturato.

Macrino fu giustiziato poco dopo. La stessa sorte toccò al giovane figlio, prima che le loro teste fossero inviate a Elagabalo.

Il Senato riconobbe immediatamente Elagabalo come imperatore, dopo aver dichiarato Macrino e suo figlio nemici dello Stato. Non avendo ancora finito, pronunciarono la damnatio memoriae, la distruzione della memoria, cancellandoli dagli atti e mutilando la loro immagine.

Per questo motivo, rimangono solo poche risorse che attestano la vita di Macrino, in particolare le parole di Cassio Dio, che, come senatore, non vedeva di buon occhio questo emergente del Nord Africa.

“Quest’uomo avrebbe potuto essere lodato più di tutti, se non avesse voluto diventare lui stesso imperatore, ma avesse scelto un uomo del senato e lo avesse dichiarato imperatore.

“Ma invece di seguire questa strada, portò su di sé discredito e distruzione, tanto da diventare oggetto di biasimo e cadere vittima di un disastro ampiamente meritato”.

Chi è Tom Bombadil? L’aggiunta a sorpresa della seconda stagione de Gli Anelli del Potere

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ha dato ai fan uno sguardo più indietro nella storia della Terra di Mezzo. In un periodo pericoloso per il mondo immaginario, quando Sauron sale al potere, Uomini, Elfi e Nani devono collaborare per proteggere la Terra di Mezzo. Personaggi familiari come Galadriel (Morfydd Clark) ed Elrond (Robert Aramayo) sono già al centro dell’attenzione, mentre il mondo viene spinto nel conflitto. Il trailer della Stagione 2 prevede molti conflitti per i personaggi già esistenti, ma non sono gli unici inclusi. I fan conosceranno molti personaggi, soprattutto se hanno letto gli scritti di J. R. R. Tolkien, da cui la serie è tratta. Tuttavia, Gli Anelli del Potere ha rilasciato delle immagini che dimostrano l’aggiunta di un altro nome alla lista: Tom Bombadil. Interpretato da Rory Kinnear, il nuovo personaggio porterà Gli Anelli del Potere in uno dei più grandi misteri della Terra di Mezzo.

Arrivato per la prima volta in live-action, questo personaggio di Tolkien è oggetto di molte discussioni perché di lui si sa ben poco. Antico essere di origine sconosciuta, i poteri di Tom Bombadil sono indefiniti, a parte la sua capacità unica di resistere agli effetti dell’Unico Anello. Poiché si sa così poco di Tom Bombadil, alcuni fan hanno ipotizzato che possa essere malvagio. Con l’introduzione di Tom Bombadil, Gli Anelli del Potere ha la possibilità di esplorare questi misteri di lunga data, stabilendo come si inserisce nella Terra di Mezzo. Tuttavia, alcune cose sono note dalla sua apparizione nel romanzo La Compagnia degli Anelli.

Chi è l’enigmatico Tom Bombadil?

Dopo essere stato tagliato dai film di Peter Jackson e dal precedente film d’animazione del 1978, Tom Bombadil non è stato molto esplorato sugli schermi, ma nei libri è molto disponibile. Il Tom Bombadil, vestito in modo sgargiante, parla spesso in rima, descrivendosi come “un tipo allegro!

La sua giacca è blu brillante e i suoi stivali sono gialli!”. Tende a parlare in terza persona, e spesso si esprime in rima su se stesso. Tom Bombadil è un personaggio stravagante per Tolkien, ma il suo aspetto è basato su un giocattolo appartenuto a suo figlio. Tom Bombadil si definisce anche “il più anziano”, affermando di aver assistito alla prima goccia di pioggia e alla prima ghianda, il che lo rende l’essere vivente più vecchio di Arda, precedente persino ai Valar che hanno creato gli abitanti della Terra di Mezzo. È sicuramente abbastanza vecchio per apparire ne Gli Anelli del Potere, ma questo crea solo più mistero.

Tom Bombadil è conosciuto da tutte le creature della Terra di Mezzo, ma con nomi diversi. Gli Elfi lo chiamano Iarwain Ben-adar, gli Uomini Orald e i Nani Forn. Ma gli hobbit lo chiamano Bombadil. Sebbene abbia trascorso molti anni a vagare, l’essere immortale è noto per risiedere nella Vecchia Foresta, almeno durante la Terza Era, dove vive con la moglie Goldberry, uno spirito del fiume. Entra anche in conflitto con lo spirito albero malvagio, il Vecchio Salice.

Oltre all’immortalità, Tom Bombadil mostra capacità di controllo sull’ambiente circostante. Sua moglie lo chiama “Maestro del legno, dell’acqua e della collina”. Ma il suo potere più grande è il canto, che controlla il Vecchio Salice e i Barrow-Wights. C’è un grande dibattito su cosa sia esattamente Tom Bombadil. Alcuni credono che faccia parte dei Valar, altri dicono che sia uno dei Maia (gli spiriti divini, cinque dei quali sono diventati gli Istari, ovvero i maghi), altri ancora lo descrivono come l’incarnazione vivente della terra o del tempo. In ogni caso, è un personaggio unico nella Terra di Mezzo.

Cosa fa Tom Bombadil nel Signore degli Anelli?

Il misterioso essere è noto soprattutto per il suo incontro con Frodo, Sam, Merry e Pipino ne La Compagnia dell’Anello di Tolkin. Mentre i quattro hobbit si dirigono verso Bree, cercano di seminare gli Spettri dell’Anello tagliando per la Vecchia Foresta. Sebbene non vengano seguiti, cadono vittima del Vecchio Salice. Merry e Pippen sono in trappola, ma per fortuna Tom Bombadil li salva con la sua voce. Li ospita, insegnando anche a Frodo una canzone magica per sconfiggere i Cavalieri dei Corvi.

Ma forse il mistero più grande che questa interazione rivela è la resistenza di Tom Bombadil all’Unico Anello. Riesce a vedere Frodo quando indossa l’Anello, nonostante lo hobbit sia invisibile a tutti gli altri, e quando Tom Bombadil prova l’Anello, non scompare. Nemmeno Gandalf è immune all’Anello in questo modo, rendendo Tom Bombadil uno degli esseri più potenti della Terra di Mezzo. Questa capacità lo rese un argomento di conversazione quando il Consiglio di Elrond discusse su cosa fare dell’Anello, rivelando che sia Elrond che Gandalf conoscevano personalmente Tom Bombadil. Tuttavia, convinto che Tom Bombadil avrebbe dimenticato la sua importanza, Gandalf scartò l’idea.

Naturalmente, il personaggio compare anche in altre opere di Tolkien, in particolare in Le avventure di Tom Bombadil, un libro di versi che comprende poesie hobbit. In questi racconti Tom Bombadil incontra sua moglie e va in barca. Pur essendo divertenti, non rivelano molto del personaggio stesso.

Cosa farà Tom Bombadil ne “Gli anelli del potere”?

Gli Anelli del Potere rory-kinnear

Il ruolo di Tom Bombadil non è ancora noto, ma la sua apparizione suggerisce che la serie approfondirà almeno alcuni di questi misteri. Soprattutto considerando che l’Unico Anello deve ancora essere forgiato nella serie, potrebbe essere l’occasione perfetta per spiegare il suo potere di resistere a quell’artefatto. La serie potrebbe anche esplorare il suo legame con Elrond. C’è più che abbastanza da stabilire sul personaggio, che è un insieme di misteri.

Tuttavia, le immagini di Tom Bombadil rivelano una cosa. Ritratto nel suo splendore di vestito luminoso, Tom Bombadil sembra parlare con lo Straniero di Daniel Weyman, che molto probabilmente è Gandalf nel finale della prima stagione. L’ultima volta che li abbiamo visti, lo Straniero e la sua compagna Harfoot, Nori (Markella Kavenagh), erano in viaggio per esplorare le Terre di Rhûn, un altro grande mistero tolkieniano. Forse è lì che incontrano l’allegro compagno. Poiché questa sarà la sua prima apparizione in live-action, Gli Anelli del Potere ha molta libertà quando si tratta di Tom Bombadil. Lo show può scegliere che tipo di essere è e come si inserisce negli eventi della Terra di Mezzo. Ma dovrà rispondere ad alcune domande a lungo rimaste in sospeso su di lui, si spera, regalandoci anche qualche bella rima.

La prima stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è disponibile in streaming esclusivamente su Prime Video, mentre la seconda stagione sarà presentata in anteprima il 29 agosto.

Chi è Terrance in Outer Banks – Stagione 4 e la sua storia con Cleo spiegata

La quarta stagione di Outer Banks reintroduce Terrance, un personaggio del passato di Cleo che richiede ulteriori spiegazioni. La nuova stagione segue i Pogues dopo aver concluso la battaglia contro Ward Cameron. L’inizio della quarta stagione rivela che il gruppo non ha dato seguito all’offerta di Wes Genrette nel finale della terza stagione di Outer Banks, ma ha invece deciso di spendere il denaro ricavato da El Dorado per creare Poguelandia 2.0. Tuttavia, dopo che una decisione incauta li lascia senza fondi e con un imminente pagamento di 13.000 dollari di tasse, John B, Sarah, Kiara, Pope, JJ e Cleo accettano una nuova caccia al tesoro.

Il cast della quarta stagione di Outer Banks è ricco di volti noti: non solo è tornata tutta la banda, ma anche Rafe Cameron, la sua ragazza, Sofia, e personaggi di supporto come Topper e l’agente Shoupe. Le prime recensioni della stagione 4 parte 1 di Outer Banks elogiano i colpi di scena avvincenti e lo sviluppo ricco di sfumature dei personaggi più amati. Tuttavia, la decisione di Outer Banks di portare Cleo (Carlacia Grant) in primo piano crea una dinamica affascinante per la squadra, riportando un personaggio del suo passato sotto forma di Terrance che la collega personalmente alla nuova caccia – con conseguenze per l’intero gruppo.

Terrance era il capitano della nave su cui Cleo lavorava alle Bahamas prima di Outer Banks Stagione 2

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© Netflix

Terrance è apparso per la prima volta nella stagione 1 di Outer Banks come il capitano che ha salvato John B e Sarah dall’oceano aperto dopo che la loro barca si era schiantata in una tempesta. La seconda stagione introduce la squadra di Terrance, tra cui Cleo e Stubbs, lasciando intendere che si tratta di una sorta di contrabbandieri. I primi 3 episodi della seconda stagione vedono John B e Sarah molto vicini a Terrance e compagnia, prima come nemici, poi come amici.

All’inizio, Terrance non era una persona di cui fidarsi. Dopo aver scoperto una ricompensa di 50.000 dollari, ha cercato di consegnare John B e Sarah alla polizia di Nassau. Ne seguì un inseguimento tra gatti e topi che si concluse con il fallimento della missione di scassinare la cassaforte di Ward per recuperare l’oro. In seguito Sarah fece un accordo con Terrance, Stubbs e Cleo, offrendo loro del denaro in cambio di aiuto per rubare l’oro prima che Ward lo ricollocasse.

La coppia si allea con i criminali e prende effettivamente i soldi da Ward, ma Rafe spara a Sarah e i due devono ritirarsi rapidamente. Terrance e Cleo diventano alleati, in quanto indirizzano John B a un amico medico e gli promettono di aspettarli prima di lasciare l’isola con l’oro, evidenziando ulteriormente il suo cambiamento di ruolo.

La quarta stagione di Outer Banks rivela che Terrance è sopravvissuto alla sparatoria della polizia della seconda stagione

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© Netflix

L’ultima volta che la seconda stagione ha visto Terrance e Stubbs, i due stavano guardando una carovana di auto della polizia e stavano pensando di andarsene con l’oro senza John B e Sarah. Cleo, che in seguito si unisce alla coppia in fuga, spiega che c’è stata una sparatoria e che lei è riuscita a scappare perché si è buttata in acqua, lasciando intendere che Terrance e Stubbs sono stati catturati dalla polizia o uccisi. L’episodio 3 della nuova stagione rivela che Terrance è sopravvissuto alla sparatoria della polizia a Nassau e ora lavora con i cacciatori di tesori di Barbanera che si oppongono nella quarta stagione di Outer Banks , guidati da Lightner (Rigo Sanchez).

Quando Lightner rapisce Cleo, lei si riunisce con Terrance sulla barca dei mercenari. Mentre all’inizio sembra che sia tornato dalla parte dei cattivi, si mostra subito contento di vedere che Cleo è viva da quando sono partiti. Questa volta, il loro rapporto viene ulteriormente spiegato e si scopre che Cleo è stata con Terrance per 13 anni e che lui l’ha praticamente cresciuta.

Diventa chiaro che Terrance non è interessato all’amuleto di Barbanera e alla Corona Blu. La sua prima preoccupazione è tenere Cleo al sicuro. Quando un Lightner impaziente decide di sparare a Cleo perché Pope non è arrivato in tempo a casa con l’amuleto promesso, Terrance interviene e viene colpito. Anche in questo caso, si evidenzia la mutevolezza della personalità e la crescita personale di Terrance come personaggio.

Perché la quarta stagione di Outer Banks riporta in scena Terrance solo per farlo morire

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© Netflix

Sebbene all’inizio sembri strano che gli sceneggiatori riportino Terrance per poi ucciderlo, l’evento ha uno scopo fondamentale in Outer Banks. La morte di Terrance dà finalmente a Cleo il suo arco narrativo all’interno del gruppo Pogue. Se le stagioni passate hanno dimostrato qualcosa, è che tutti i membri dell’equipaggio dei Pogue sono fondamentali nella trama più ampia di Outer Banks, e Cleo non è da meno. La quarta stagione mostra che ha un passato che la lega alle attività attuali del gruppo. La perdita di Terrance dà a Cleo la motivazione per affrontare Lightner, rendendola un personaggio che guida attivamente la nuova ricerca dei Pogue.

Tuttavia, la morte di Terrance ha un impatto sull’intero gruppo. Far parte dei Pogues, ora più che mai, comporta rischi mortali. Anche se il cattivo del passato Ward Cameron non aveva le mani pulite, faceva del male alle persone solo per motivi personali. L’uccisione di Terrance dimostra quanto sia pericolosa la ricerca del tesoro della quarta stagione di Outer Banks: i Pogues si trovano di fronte a un nemico che non si cura della perdita di vite umane. Un cadavere segnala quanto siano fuori di testa. Una cosa è certa: la posta in gioco si è alzata e i Pogues avranno bisogno di tutto l’aiuto possibile.

Chi è senza peccato – The Dry, il trailer del film con Eric Bana

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Chi è senza peccato – The Dry, il trailer del film con Eric Bana

Dopo essere entrato nella storia del cinema australiano – prima come uno dei maggiori incassi al box-office nel week-end di apertura, e poi come uno dei maggiori incassi di sempre al box-office nazionale – arriva, finalmente, anche nelle sale italiane Chi è senza peccato – The Dry. Crime thriller scritto e diretto da Robert Connolly (The Turning) e basato sul pluripremiato bestseller di Jane Harper, il film vede Eric Bana nei panni dell’agente federale Aaron Falk, che fa ritorno al suo paese d’origine dopo oltre vent’anni per un tragico funerale e riapre il vecchio caso di un omicidio irrisolto. Nel cast anche Genevieve O’Reilly (Guerre stellari, Tolkien), Keir O’Donnell (American Sniper, Il pianeta delle scimmie) e John Polson (Tutto ciò che siamo, Mission: Impossible II).

Chi è senza peccato – The Dry sarà distribuito da Notorious Pictures a partire dal prossimo 11 novembre.

La nuova edizione del romanzo “Chi è senza peccato” di Jane Harper sarà disponibile in libreria a partire dal 20 ottobre 2021 edita da Bompiani.

La trama di Chi è senza peccato – The Dry

L’agente federale Aaron Falk torna nella sua città natale, dopo un’assenza di oltre vent’anni, per partecipare al funerale del suo amico d’infanzia Luke, che, secondo quanto riportato, avrebbe ucciso sua moglie e suo figlio prima di togliersi la vita, vittima della follia che ha devastato questa comunità dopo più di un decennio di siccità. Quando Falk accetta con riluttanza di rimanere e indagare sul crimine, apre una vecchia ferita: la morte della diciassettenne Ellie Deacon. Falk inizia a sospettare che questi due crimini, separati da decenni, siano collegati. Mentre lotta per dimostrare non solo l’innocenza di Luke ma anche la sua, Falk dovrà fare i conti con il pregiudizio nei suoi confronti e la rabbia repressa di una comunità terrorizzata.

Chi è senza peccato – The Dry: trama, cast e sequel del film

Chi è senza peccato – The Dry: trama, cast e sequel del film

I film di genere investigativo tratti da romanzi sono innumerevoli e il più delle volte sanno affascinare e convincere sia chi già conosce l’opera letteraria di partenza sia chi ne è totalmente ignaro. Con le loro storie dedicate a particolari casi da risolvere, questi intrigano e tengono viva l’attenzione fino all’ultima scena, offrendo enigmi e situazioni ai quali difficilmente si resta indifferenti. Film come Il silenzio degli innocenti, Assassinio sull’Orient Express, Il collezionista di ossa, Il rapporto Pelican, La ragazza nella nebbia o Millennium – Uomini che odiano le donne sono solo alcuni esempi. Un recente film simile è Chi è senza peccato – The Dry, diretto da Robert Connolly.

Questo è l’adattamento cinematografico del pluripremiato romanzo del 2016 Chi è senza peccato, scritto da Jane Harper. Il libro ha vinto numerosi premi internazionali e ha venduto più di un milione di copie in tutto il mondo. Si tratta inoltre del primo racconto dedicato alle indagini del detective Aaron Falk. Ad esso sono poi seguiti La forza della natura (2017) e L’uomo perduto (2018). Realizzato nel 2020, Chi è senza peccato – The Dry è stato uno dei film la cui distribuzione è stata ostacolata dalla pandemia di Covid-19 e in Italia è arrivato in sala solo nel novembre del 2021. Ciò non gli ha però impedito di riscuotere un buon successo.

Ora che è arrivato al cinema il suo sequel, il passaggio televisivo di Chi è senza colpa – The Dry è l’occasione giusta per recupare questo titolo, che tra grandi interpretazioni e un caso appassionante non mancherà di entusiasmare i fan del genere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Chi è senza colpa – The Dry. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, al suo finale e al suo sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Chi è senza peccato - The Dry libro

La trama e il cast di Chi è senza peccato – The Dry

Protagonista del film è Aaron Falk, un detective di polizia, che dopo 20 anni fa ritorno nella sua città natale in occasione del funerale del suo vecchio amico d’infanzia Luke. Pare che l’uomo, prima di togliersi la vita, abbia anche ucciso la moglie e il figlio. Falk accetta con riluttanza d’indagare sul caso per capire se si tratta di qualcosa di più di questo e le ricerche porteranno alla luce una vecchia e profonda ferita che ha a che fare con la morte di una diciassette amica di Luke. Falk sospetta che ci sia un collegamento tra questi due crimini e mentre si batte per dimostrare l’innocenza del suo amico, sarà costretto ad affronta il pregiudizio e la rabbia dell’intera comunità.

Ad interpretare Aaron Falk vi è l’attore Eric Bana, noto per film come Hulk, Troy e Munich. Nel ruolo di Aaron da giovane vi è invece Joe Klocek. Ad interpretare Luke Hadler da adulto vi è Martin Dingle Wall, mentre la versione da giovane è interpretata da Sam Corlett. Altro personaggio importante è Gretchen, amante di Luke, interpretata da adulta da Genevieve O’Reilly e da giovane da Claude Scott-Mitchell. Completano il cast Keir O’Donnell nel ruolo del sergente Greg Raco, Bruce Spence in quelli di Gerry Hadler e John Polson come Scott Whitlam. Bebe Bettencourt è la diciassetten Eleanor “Ellie” Deacon, mentre William Zappa interpreta suo padre Mal Deacon.

Chi è senza peccato - The Dry sequel

Il finale del film e il suo sequel: Force of Nature – Oltre l’inganno

Aaron si trova dunque a cercare una soluzione a quel caso, per capire se davvero Luke sia l’artefice di quell’omicidio-suicidio. Indagando, scopre che i proiettili usati nel crimine erano Remington, mentre Luke possedeva un fucile Winchester e ciò lo porta a sospettare che non sia l’amico il responsabile. Continuando le ricerche, Aaron arriva a sospettare un coinvolgimento del preside Scott Whitlam, il quale ammette la sua dipendenza dal gioco d’azzardo, ruba soldi dalla scuola per pagare i suoi debiti e uccide la famiglia Hadler per coprire la sua frode. L’indagine è così chiusa e i genitori di Luke ringraziano Falk per aver dimostrato l’innocenza di Luke.

Un sequel basato sul libro di Harper del 2017, Force of Nature, è stato poi annunciato in produzione nel 2022, con il titolo Force of Nature – Oltre l’inganno, uscito nelle sale italiane il 14 marzo 2024. In questo, Eric Bana riprende il ruolo di Aaron Falk, trovandosi alle prese di un nuovo caso: cinque donne partecipano a un ritiro aziendale di escursionismo nel profondo delle catene montuose vittoriane. Una delle cinque è una informatrice e scompare. Insieme all’agente della polizia federale australiana Carmen Cooper (Jacqueline McKenzie), Falk intraprenderà delle ricerche nella speranza di trovarla viva e scoprire cosa è successo.

Il trailer di Chi è senza peccato – The Dry e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Chi è senza peccato – The Dry grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 15 marzo alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Chi è senza colpa: recensione del film con Tom Hardy

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Chi è senza colpa: recensione del film con Tom Hardy

Presentato alla 32esima edizione del Torino Film Festival Chi è senza colpa (titolo originale The Drop) è un noir-crime diretto da Michael R. Roskam con protagonisti Tom Hardy e il compianto James Gandolfini, qui alla sua ultima apparizione cinematografica, che offre un’efficace riflessione sull’innocenza, la redenzione e ancora una volta sulla natura umana.

Chi è senza colpa è tratto da Animal Rescue, racconto di Dennis Lehane, che qui fa il suo debutto come sceneggiatore dopo che i suoi romanzi sono stati trasposti in film eccellenti prima da Clint Eastwood con Mystic River, poi da Ben Affleck con C e da Martin Scorsese con Shutter Island.

Il film narra di due cugini, Bob Saginowski (Tom Hardy) e Marv (James Gandolfini), che gestiscono un bar utilizzato dalla mafia cecena come copertura e deposito di denaro sporco. Un giorno Bob trova un cucciolo di pitbull abbandonato in un cassonetto vicino alla casa di Nadia (Noomi Rapace) con la quale, grazie alla complicità del tenero animale, inizia un rapporto d’amicizia.

Nessuno in Chi è senza colpa è veramente innocente. E nessuno è quello che appare. Marv, che è un uomo massiccio che non possiede il bar che pure porta il suo nome, avendolo ceduto ai gangster venuti dall’est, vuole riprendersi ciò che è suo di diritto anche se ciò vuole dire andare incontro a un possibile sanguinoso fallimento. Bob vorrebbe essere il classico barman amico dei clienti quando non ci è chiara fin da subito la sua natura. Ha commesso dei peccati, gravi, e il cucciolo di cane simboleggia la possibilità di una redenzione. Nella Brooklyn di Roskam si ha come l’impressione che possa accadere il peggio subito dopo aver girato l’angolo.

Chi è senza colpa ha una prima parte necessariamente lenta perché si ha bisogno di essere avvolti nella grigia atmosfera del film e di imparare a conoscere i lati del carattere dei protagonisti e di captarne le pulsioni sotterranee e una seconda parte dove la tensione raggiunge una vetta davvero ragguardevole. L’ultimo commosso sguardo di James Gandolfini in una notte drammatica è un congedo prematuro dal mondo del cinema, ma una lunga permanenza dentro al cuore degli spettatori.

Chi è senza colpa: la spiegazione del finale del film con Tom Hardy

I racconti e i romanzi di Dennis Lehane si sono sempre rivelati ottimo materiale per il cinema, dando vita a film particolarmente celebri e premiati, da Mystic River Gone Baby Gone, da Shutter Island La legge della notte. Considerato uno dei nuovi maestri del romanzo thriller statunitense, Lehane vanta dunque un’influenza particolarmente forte sull’industria audiovisiva americana. Oltre che dai libri, però, vi è un film tratto da un suo racconto breve. Si tratta di Chi è senza colpa (qui la recensione), thriller del 2014 sceneggiato dallo stesso Lehane e diretto da Michael R. Roskam, regista belga già noto per il film candidato all’Oscar Bullhead – La vincente ascesa di Jacky.

Chi è senza colpa, il cui titolo originale è The Drop, è basato sul racconto breve del 2009 Animal Rescue. All’interno di questo si svolge una cupa storia incentrata sulle attivitià criminali nel quartiere di Brooklyn. Come ogni opera tratta o scritta da Lehane, anche questo film presenta dunque una serie di elementi ricorrenti legati al mondo criminale, alle attività illecite che mandano avanti il mondo e alla tragicità dei personaggi coinvolti in tutto ciò. Interpretato da un grande cast di attori, si tratta di un film tanto teso quanto avvincente, dove bene e male sono concetti sempre più labili.

Acclamato dalla critica e affermatosi come un buon successo di pubblico, Chi è senza colpa è un thriller che gli amanti del genere non possono lasciarsi sfuggire. Forse meno noto rispetto agli altri titoli tratti dalle opere dello scrittore, non ha però nulla da invidiare ai suoi simili. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Chi è senza colpa. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Chi è senza colpa trama film
Tom Hardy e James Gandolfini in Chi è senza colpa. Foto di Barry Wetcher, SMPSP – © TM and2014 Twentieth Century Fox Film Corporation. All rights reserved. Not for sale or duplication.

La trama di Chi è senza colpa

Protagonista del film è Bob Saginowski, un ex criminale che gestisce ora un bar nei sobborghi di Brooklyn assieme a suo cugino Marv. Nonostante egli cerchi di tenersi lontano dai guai, il locale è in realtà il centro di un sistema illecito, un deposito temporaneo di denaro sporco per un gruppo di gangster locali. Bob ogni volta fa finta di non vedere e non sapere, convinto che così potrà evitare di essere coinvolto in situazioni spiacevoli, che potrebbero far nuovamente crollare la sua vita. Tuttavia egli sa di essere altrettanto colpevole, al punto di non sentirsi degno della comunione in chiesa, luogo dove si reca regolarmente.

La sua apparente tranquillità inizia però a sgretolarsi nel momento in cui si imbatte in un cucciolo di cane abbandonato in un bidone della spazzatura. Lo soccorre insieme a Nadia, sua vicina di casa. Da quel momento tra i due nascerà una reciproca attrazione, che sembra allontanare ulteriormente Bob dai malaffari. Tuttavia, una strana rapina avvenuta nel bar lo porta ad essere sotto l’osservazione sia delle forze dell’ordine che del boss ceceno proprietario del locale. Nel tentativo di uscire dalla complicata situazione, prima che sia per lui troppo tardi, Bob dovrà far luce sulla rapina, arrivando però a comprendere di non potersi fidare di nessuno.

Il cast del film

Protagonista del film, nei panni di Bob Saginowski, è il celebre attore Tom Hardy, conosciuto per film come Il cavaliere oscuro – Il ritorno, Revenant e Venom. Nei panni di Nadia, invece, vi è Noomi Rapace, divenuta celebre a livello internazionale per la trilogia di Millennium. I due attori sono buoni amici nella vita e cercavano da tempo un progetto per lavorare insieme. Dopo essersi imbattuti nel racconto di Lehane, decisero di sottoporlo ad una produzione. Per prepararsi ai rispettivi ruoli, i due hanno anche vsitato diversi centri di soccorso per cani. In uno di questi Hardy ha trovato un cucciolo di pit-bull a cui si è subito affezionato, decidendo di adottarlo e tenendolo con sé sul set.

Nei panni di Marv, cugino del protagonista, vi è invece l’attore James Gandolfini. Questi è noto in particolare per il suo ruolo di Tony Soprano nella serie I Soprano, anche questa ambientata nel mondo del crimine. Quella in Chi è senza colpa è l’ultima interpretazione dell’attore, deceduto prematuramente appena un mese dopo la fine delle riprese. Matthias Schoenaerts è invece presente nei panni di Eric Deeds, il vero proprietario del cane ritrovato dai protagonisti. Sono poi presenti John Ortiz ed Elizabeth Rodriguez nei panni dei detective Torres e Romsey. Poiché nessuno degli attori è newyorkese, il regista assunse un dialect coach per insegnare loro il giusto accento per risultare credibili.

Chi è senza colpa
Tom Hardy in Chi è senza colpa

La spiegazione del finale del film

Verso il finale, Bob spiega che, anni prima, Marv era uno strozzino che sottraeva denaro ai ceceni. Un cliente con un grosso debito vinse un jackpot al casinò e pagò a Marv tutto ciò che doveva. Marv ha colto l’occasione per usare i soldi del cliente per coprire ciò che aveva rubato ai ceceni, inducendo Bob a uccidere l’uomo e a disfarsi del corpo. Bob rivela anche che l’uomo della storia è Richie “Glory Days” Whelan, smentendo la voce secondo cui sarebbe stato Eric a ucciderlo. Eric, però, nega la storia di Bob nel tentativo di proteggere la sua cattiva reputazione e Bob lo deride prima di sparargli.

Una Nadia spaventata chiede a questo punto a Bob se può andarsene, cosa che Bob le permette e rassicurandola che nessuno le farà più del male. I ceceni arrivano poi per disfarsi del corpo di Deeds e uccidono anche Marv, assicurando a Bob di poter avere un alibi e facendolo diventare il nuovo gestore del bar. Più tardi, Torres fa le condoglianze a Bob per la morte di Marv, non convinto che si tratti di un furto d’auto finito male. Sempre Torres chiede a Bob anche di Deeds, che è scomparso e che è stato visto per l’ultima volta al bar, proprio come Whelan.

Torres rivela poi che Deeds, pur essendosi preso il merito della morte di Whelan, era in un reparto psichiatrico la notte in cui Whelan è scomparso e pertanto non può essere stato lui. Torres insinua che Bob sia responsabile di entrambe le sparizioni, “Nessuno ti vede mai arrivare, vero, Bob?” gli dice, ma non avendo prove non può incriminarlo e arrestarlo in nessun modo. Apparentemente libero dai guai, Bob va a quel punto a trovare Nadia, per chiederle se deve starle lontano. Lei, però, gli propone di fare una passeggiata, lasciando dunque immaginare un loro riavvicinamento.

Il trailer di Chi è senza colpa e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Chi è senza colpa è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Tim Vision, Prime Video e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 13 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Chi è Marco Acacio nel Il Gladiatore II? Il ruolo di Pedro Pascal spiegato

Pedro Pascal continua a dominare Hollywood con Il Gladiatore II, l’atteso sequel del film epico-drammatico del 2000 con Russell Crowe nel ruolo di Massimo Decimo Meridio. Il ruolo di Pascal è stato un po’ un mistero nei mesi precedenti alla prima del film. Tuttavia, la Paramount Pictures ha successivamente rilasciato alcune informazioni su chi interpreta Pascal, tra cui il nome del personaggio e la sua interessante storia con un paio di figure importanti del primo film del Gladiatore.

Ridley Scott è tornato a dirigere Il Gladiatore II dopo aver diretto l’originale 24 anni fa, mentre David Scarpa ha scritto la sceneggiatura. L’idea di un sequel del Gladiatore è stata ventilata negli anni successivi alla sua uscita. Purtroppo, divergenze sulla storia e l’acquisizione della DreamWorks Pictures da parte della Paramount Pictures (che deteneva i diritti del Gladiatore) hanno bloccato qualsiasi tipo di progresso sul sequel. Solo nel 2017 le voci su un possibile secondo film hanno ricominciato a diffondersi e la Paramount ha ufficialmente dato il via libera al progetto nel novembre 2018. Pascal è stato ufficialmente scritturato per il Gladiatore II nel maggio 2023, ma i dettagli sul suo ruolo non sono stati resi noti (fino ad ora).

Il personaggio di Pedro Pascal nel Gladiatore II è un generale chiamato Acacius

Marco Acacio Pedro Pascal Il Gladiatore II
© Paramount Pictures

Pedro Pascal è trai protagonisti del film nel ruolo di Marco Acacio, un formidabile generale romano e gladiatore. Il film storico inizia con il Lucius Verus di Paul Mescal (interpretato da Spencer Treat Clark nel primo film), che non vede sua madre Lucilla da 15 anni e vive in Numidia (situata nell’Africa nord-occidentale) con sua moglie e suo figlio. Tuttavia, i Romani stanno iniziando a invadere l’Africa e a rubare la terra agli indigeni, e l’Acacio di Pascal presiede all’occupazione della flotta, cosa che non rende Lucius molto felice, ovviamente.

Parlando con Vanity Fair, il regista Ridley Scott aveva anticipato il ruolo di Pascal ne Il gladiatore II. Ha aveva che Acacius è “un personaggio che non ha bisogno di essere preso in considerazione”. Ha rivelato che Acacius è “un uomo profondamente pentito della sua vita e che non sa dove andare a parare”. Nel frattempo, Pascal ha approfondito le motivazioni e le caratteristiche del suo personaggio nel corso del servizio di Vanity Fair. Pascal ha spiegato:

“Penso che accadano molte cose prima di potersi fermare e mettere in discussione ciò che si è fatto. E poi, ovviamente, non si può cambiare. [Acacius è] un generale molto, molto bravo, il che può significare un ottimo assassino”.

In base agli aggiornamenti sul personaggio di Pascal nel Gladiatore II, Acacius è essere una persona che agisce prima di pensare, il che potrebbe renderlo un pericolo per gli altri (specialmente Lucius) nel sequel. Quando Acacius arriva per la prima volta in Numidia, incontra Lucius ed è evidente fin da subito che i due non potrebbero essere più diversi. Il rapporto tra i due uomini, a quanto pare, è terribile fin dall’inizio, poiché Acacio guida la carica in Numidia e cattura Lucio come prigioniero di guerra. Acacio e Lucio tornano poi a Roma, dove scoprono di essere legati più di quanto pensassero.

L’Acacio di Pedro Pascal è stato addestrato da Massimo: era nel Gladiatore?

Il regista de Il Gladiatore II, Ridley Scott, si è prefissato di collegare il sequel all’originale in più di un modo, e lo ha fatto creando la storia di Marcus Acacius. Il generale romano era stato precedentemente addestrato da Maximus Decimus Meridius, notoriamente interpretato da Russell Crowe nel film Il gladiatore del 2000, che non è tornato nel sequel. Pedro Pascal non è apparso nel primo film, e nemmeno Acacio, ma la storia del nuovo personaggio con Massimo è stata inserita nella storia del secondo film.

Acacius era un ufficiale inferiore che ha servito sotto Massimo prima della sua morte alla fine del Gladiatore e, nonostante il suo legame con l’eroico personaggio di Crowe, Acacius è esistito fuori dallo schermo e non è mai stato nominato o visto fino al Gladiatore 2. Tuttavia, il passato di Acacio con Massimo sembra essere un fattore significativo per l’uomo che è diventato dopo la morte del suo mentore. Quando gli è stato chiesto dell’interessante connessione tra Acacio e Massimo nel film del 2024, Pascal ha dichiarato:

“Questo film ha un’identità che è plasmata dall’eredità [di Maximus]. Non avrebbe senso che non lo facesse. [Acacius ha imparato dai migliori, quindi, ovviamente, il suo codice d’onore è radicato nel suo addestramento e nella sua esistenza. Ma alla fine della giornata, è una persona diversa. E questo non può cambiare ciò che è. Maximus è Maximus, e questo non può essere replicato. Questo rende Acacius capace di cose diverse”.

L’Acacio di Pedro Pascal è basato su una persona reale?

Pedro Pascal Marco Acacio Il Gladiatore II
Foto di Photo Credit: Cuba Scott/Cuba Scott – © 2024 Paramount Pictures.

Acacius è apparentemente un personaggio fittizio creato per Il Gladiatore II

Marco Acacio non è ispirato a una persona reale, a differenza di molti altri personaggi del film. Il regista Ridley Scott e lo sceneggiatore David Scarpa hanno probabilmente creato Acacio e la sua storia per il bene del dramma storico epico del 2024, poiché nessuno di importante nella storia romana si chiamava Marco Acacio. Quindi, come il Massimo Decimo Meridio di Russell Crowe nel Gladiatore, l’Acacio di Pascal è un personaggio di fantasia parzialmente basato su diversi generali e gladiatori romani reali.

In fin dei conti, però, la storia del Gladiatore II è per lo più basata sulla finzione.

Nel frattempo, Lucilla era una donna reale che era la seconda figlia dell’imperatore romano Marco Aurelio e aveva un figlio di nome Lucio Vero. Anche i co-imperatori del sequel – Geta di Joseph Quinn e Caracalla di Fred Hechinger – erano leader romani reali. In fin dei conti, però, la storia del Gladiatore II è per lo più basata sulla finzione.

Chi è Le Bail? la spiegazione del demone di Finché morte non ci separi (Ready Or Not)

Finché morte non ci separi (Ready or Not) rappresenta un demone chiamato Mr. Le Bail, che ha una presenza irresistibile nonostante appaia nel film solo per circa due secondi. Nel film Finché morte non ci separi (Ready or Not) del 2019, una donna di nome Grace (Samara Weaving) sposa Alex Le Domas e viene coinvolta nella contorta tradizione di gioco della sua famiglia che richiede il suo omicidio. La storia ha una trama ben sviluppata che circonda l’impero dei giochi da tavolo della famiglia, misteriosa e avvincente.

La figura centrale della storia della squallida commedia horror Finché morte non ci separi (Ready or Not) è il misterioso signor Le Bail, che rende la famiglia Le Domas abbondantemente ricca e famosa. Invece di rivelare tutto in anticipo, il film offre le basi della storia all’inizio e divulga il resto lentamente nel corso della trama. Alla fine, la protagonista Grace scopre che il signor Le Bail è in realtà un demone che ha stretto un patto faustiano con il bisnonno della famiglia Le Domas, Victor Le Domas.

Il signor Le Bail è l’anagramma del demone Belial

Samara Weaving in Finché morte non ci separi (2019)

Nel corso del film Finché morte non ci separi (Ready or Not), la famiglia Le Domas parla di un generoso benefattore che ha aiutato la famiglia ad avviare il proprio impero di giochi da tavolo. Victor Le Domas conobbe il signor Le Bail mentre lavorava come commerciante marittimo. I due uomini hanno legato per la loro professione comune e per l’interesse per i giochi da tavolo. Ben presto stringono un accordo per aiutare Victor a realizzare il suo sogno di avviare un’attività di giochi. All’inizio del film, Alex è l’unica persona viva che ha visto Mr. Le Bail, trovandolo sul suo trono a cinque anni.

I dialoghi di Finché morte non ci separi (Ready or Not) non forniscono una descrizione fisica del signor Le Bail; tuttavia, i giochi da tavolo prodotti dalla famiglia lo raffigurano come un uomo con baffi sottili, pizzetto, barba a punta e corna. Il benefattore fa finalmente la sua comparsa sulla sedia nel finale di Finché morte non ci separi (Ready or Not). Il signor Le Bail ha una mascella affilata, baffi, capelli con una punta da vedova e occhi luminosi. Indossa una camicia da poeta con un gilet, come quando incontrò Victor Le Domas. In particolare, il demone non ha né pizzetto né corna.

In base all’anagramma del nome, Mr. Le Bail in Finché morte non ci separi (Ready or Not) è probabilmente il demone Belial. Nella mitologia, Belial è uno dei demoni più malvagi, che attira le persone con il suo fascino e il suo bell’aspetto. Appare nell’Antico Testamento, nei Rotoli del Mar Morto e nel Testamento di Amram. Belial è la mano destra di Satana o Satana stesso, a seconda dell’interpretazione. Anche se non viene detto esplicitamente, Finché morte non ci separi (Ready or Not) propende per la seconda. Durante il rituale, la famiglia Le Domas pronuncia la frase ebraica “Shem ha-Meforash”, traducibile con “il nome esplicito”. Poi dicono ripetutamente “Ave Satana ”, sottintendendo che Satana è Belial, alias il signor Le Bail.

Spiegazione dell’accordo di Victor Le Domas con Le Bail

Finché morte non ci separi film
© 2019 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved

Tony Le Domas racconta a Grace la storia dell’accordo di Victor Le Domas con Le Bail all’inizio di Finché morte non ci separi (Ready or Not). Come spiega, quando il signor Le Bail incontrò Victor, il demone gli presentò una scatola di puzzle. Gli disse che avrebbe finanziato un progetto a scelta di Victor se avesse scoperto il segreto della scatola. Il film non fornisce alcuna spiegazione sul motivo per cui un demone come Belial avrebbe assunto l’aspetto del signor Le Bail, né sul perché abbia offerto a Victor questo accordo. Non rivela nemmeno il segreto della scatola, obbligando lo spettatore a sospendere la propria incredulità.

Poiché Victor riuscì a scoprire la scatola, il signor Le Bail gli diede i soldi per avviare l’impero dei giochi da tavolo della sua famiglia. Questo portò alla famiglia successo, fama e ricchezza. Alla fine, guadagnarono abbastanza soldi da possedere quattro diverse squadre sportive. Tuttavia, l’accordo faustiano si risolse al prezzo dell’anima della famiglia. I Le Domase iniziarono a venerare il signor Le Bail come una divinità, cantando e compiendo sacrifici rituali di animali in suo nome. Inoltre, il signor Le Bail ha imposto ai Le Doma molti requisiti arbitrari da seguire, come si vede in Finché morte non ci separi (Ready or Not).

In primo luogo, ogni Le Domas deve sposarsi nella tenuta di famiglia, presumibilmente perché lì si trova la sala giochi. Dopo il matrimonio, il nuovo membro della famiglia deve essere iniziato alla famiglia La Domas giocando a un gioco scelto dalla scatola del signor Le Bail. Il gioco non può aspettare il giorno successivo e deve iniziare prima di mezzanotte. Se gli sposi fuggono, si sposano altrove o si rifiutano di giocare, muoiono di una morte dolorosa. Alex spiega a Grace che ha saputo che questo è accaduto a molti membri della famiglia. Di tanto in tanto, la carta dirà “nascondino”, innescando l’ultima e più cruciale parte dell’accordo del signor Le Bail: il sacrificio umano.

Perché Le Bail fa sì che la famiglia sacrifichi un nuovo membro durante il gioco del “nascondino”?

Samara Weaving in Finché morte non ci separi
© 2019 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved

In Finché morte non ci separi (Ready or Not), il signor Le Bail fa eseguire alla famiglia Le Domas un sacrificio rituale del nuovo membro della famiglia ogni volta che giocano a nascondino la notte dopo un matrimonio. Durante il sacrificio, tutti si vestono con abiti, cantano e pugnalano il sacrificato con un coltello ornato. Anche se chiunque può uccidere la persona che partecipa al rituale, il dialogo implica che il signor Le Bail preferisce che sia il coniuge a prendere la vita della vittima. Se la famiglia non porta a termine il compito entro l’alba, andrà incontro a una morte orribile, mostrata con esplosioni esilaranti e cruente.

Il sacrificio a nascondino in Ready or Not serve a rinnovare l’impegno della famiglia a venerare e seguire il signor Le Bail, un requisito richiesto da Victor Le Domas. Gli dimostra che sono disposti a commettere uno degli atti più gravi, togliere una vita, solo perché l’ha detto lui. Inoltre, rinnova i termini dell’accordo, assicurando che la famiglia rimanga ricca. La scelta della famiglia di anteporre il denaro e lo status sociale alla moralità in Finché morte non ci separi (Ready or Not) mostra la depravazione della famiglia ricca.

Chi è la donna che la cameriera di Rhaenyra cerca ad Approdo del re in House of the Dragon 2×05?

Attenzione SPOILER sull’episodio 5 di House of the Dragon 2

La seconda stagione di House of the Dragon vede Rhaenyra continuare a concedere a Mysaria fiducia, facendola avvicinare sempre di più alla sua cerchia. Addirittura, la Regina Nera invia la sua fidata cameriera ad Approdo del Re a cercare una donna misteriosa. Mysaria è stata introdotta nel cast della serie all’inizio della prima stagione come una prostituta che Daemon aveva preso in simpatia, dichiarando che l’avrebbe sposata e che lei avrebbe portato in grembo suo figlio. Da allora, la donna ha usato la sua intelligenza per costruire una rete di spionaggio ad Approdo del Re, era stata tanto brava da riuscire a ottenere una casa, protezione e addirittura dei servitori, ma la sua casa è stata bruciata dagli Hightower verso la fine della prima stagione.

Mysaria fugge quindi da Approdo del Re e finisce a Roccia di Drago nella seconda stagione, dove diventa complice dell’incidente di Blood & Cheese. L’abbiamo vista agire in diversi episodi e nel quinto di questa settimana, Rhaenyra discute le sue opzioni con Mysaria, e le due escogitano una sorta di piano fuori campo dopo che Mysaria dichiara che ci sono altri modi per vincere una guerra. La cameriera di Rhaenyra, Elinda, si reca ad Approdo del Re, usa una connessione la Guardia della Città per entrare attraverso i cancelli barricati e va a bussare alla porta di una donna.

La donna che Elinda vede è Dyana, che è stata aggredita da Aegon nella prima stagione

Dyana è apparsa di sfuggita nella seconda stagione, costruendo questo momento

Dyana era una ragazza introdotta nella prima stagione. Nell’episodio 8 viene aggredita sessualmente da Aegon non molto tempo prima della sua incoronazione. La ragazza è apparsa di nuovo nella stagione 2, episodio 3, dove uno dei compagni di Ulf alla taverna la tocca in modo inappropriato. L’abbiamo vista lavorare come barista, e serve anche a ricordarci della sua presenza, dato che Aegon irrompe in quella scena poco dopo. Nell’episodio 5, la sua apparizione sembra promettere qualcosa di più grande.

Cosa significa il ritorno di Dyana per House Of The Dragon?

Mysaria sta aiutando Rhaenyra a vincere una guerra d’informazione

Dopo Blood & Cheese, gran parte del conflitto politico di House of the Dragon è stata una guerra di informazioni, che sembra essere ciò che implica il discorso di Mysaria a Rhaenyra. È importante notare che la gente di Approdo del Re sta già diventando ostile poiché è stata tenuta in città, la Guardia cittadina odia Aegon e gli Hightower e spera che, alla fine, Rhaenyra tornerà per occupare la capitale. Il modo più semplice per farlo è che la gente comune la sostenga, e sembra essere questo ciò che si sta costruendo.

È uno strano metodo per farlo, poiché nella società patriarcale di Westeros, purtroppo potrebbe non avere molta influenza per una donna come Dyana esprimere il suo parere contro Aegon. Tuttavia, se si diffondessero voci sugli atti violenti del re, ciò potrebbe pesare sulla sua già sofferente reputazione, provocando una rivolta che aiuterebbe Rhaenyra a riconquistare il suo trono. La volontà della gente comune è un’arma potente e Rhaenyra vuole utilizzarla visto che, da donna, non le è stato mai insegnato a impugnare la spada.

House of the Dragon stagione 2 è disponibile su Sky e NOW (in contemporanea con gli Stati Uniti), con un nuovo episodio a settimana.

Chi è Isaac, il personaggio di Jeffrey Wright in The Last of Us?

Chi è Isaac, il personaggio di Jeffrey Wright in The Last of Us?

Con The Last of Us – stagione 2 attualmente in produzione, è stato recentemente annunciato che Jeffrey Wright è stato scritturato per il ruolo di Isaac, segnando la seconda volta che un attore del franchise di successo del videogioco riprende il suo ruolo nella serie televisiva della HBO. Jeffrey Wright è diventato un nome noto grazie a progetti come Westworld e Casino Royale, ma di recente ha ricevuto maggiore attenzione per il suo ruolo di Jim Gordon in The Batman e ha recitato in American Fiction, nominato agli Oscar lo scorso anno.

La prima stagione di The Last of Us, in gran parte adattata dal videogioco di Naughty Dog, segue il viaggio di Joel (Pedro Pascal) ed Ellie (Bella Ramsey) attraverso l’America infestata dagli zombie. In The Last of Us: Part II i giocatori vestiranno anche i panni di Abby (interpretata da Kaitlyn Dever), una giovane donna che ha un conto in sospeso con Joel dopo gli eventi del primo gioco (e della prima stagione). Abby fa anche capo direttamente all’Isaac di Wright e, sebbene il personaggio non abbia molto tempo sullo schermo, la sua presenza incombe sulla seconda metà della Parte II.

La scelta di Jeffrey Wright pone anche un’importante domanda su come sarà strutturata la seconda stagione. Mentre i co-creatori di The Last of Us, Neil Druckmann e Craig Mazin, hanno già confermato che la trama della Parte II sarà suddivisa in più di una stagione, la Parte II utilizza anche una narrazione non lineare per raccontare lati opposti della stessa storia e Isaac non appare fino alla seconda metà del gioco. Questa recente notizia di casting suggerisce che la serie della HBO potrebbe discostarsi dalla struttura del gioco – ma chi è veramente Isaac e perché è così importante per The Last of Us?

Come si collega il WLF a Isaac in The Last of Us?

Isaac è il comandante del Fronte di Liberazione di Washington, una delle due fazioni principali di The Last of Us: Part II. Il WLF (spesso soprannominato “Wolves”) è un gruppo militare organizzato che controlla Seattle, dove si svolge la maggior parte della seconda stagione. Isaac è uno dei membri fondatori della WLF, nata come gruppo ribelle per protestare contro la FEDRA (Federal Disaster Response Agency). Come il gruppo di resistenza di Kathleen (Melanie Lynskey), che ha rovesciato la FEDRA nella prima stagione, il WLF si è stancato del controllo autoritario e dell’abuso di potere della FEDRA.

Dopo una sanguinosa ribellione, la WLF ha cacciato la FEDRA da Seattle e Isaac è uno dei pochi leader sopravvissuti. I Lupi assunsero quindi le responsabilità della FEDRA, assicurando le linee di rifornimento attraverso la città e proteggendo la comunità. Con l’aggravarsi della minaccia di infezione, Isaac decise di reinsediare i suoi seguaci nel SoundView Sstadium, l’equivalente nel mondo del CenturyLink Stadium di Seattle. Sotto la guida di Isaac, la WLF divenne un’organizzazione paramilitare e formò una società civile, sviluppando risorse energetiche sostenibili e fornendo sicurezza dagli infetti e un’economia funzionante. In apparenza, la WLF sembrava restituire una parvenza di umanità all’America post-apocalittica. Tuttavia, con il passare del tempo, la natura brutale di Isaac iniziò a manifestarsi.

Isaac ha un passato oscuro in The Last of Us

Isaac Has The Last of Us

Sebbene la vita di Isaac prima dell’apocalisse rimanga un mistero, era un soldato del Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Questo spiega la sua attitudine al combattimento, alla leadership, alla disciplina e, soprattutto, alla tortura e agli interrogatori. Una volta diventato leader del WLF, Isaac riuscì a reinsediare i Lupi nel SoundView Stadium, ma molti cittadini si rifiutarono di emigrare. Chiunque disobbedisse agli ordini di Isaac veniva sottoposto a pubblica esecuzione, comprese le famiglie e i bambini.

Nella Parte II, i giocatori possono scoprire i resti di Hillcrest, una piccola comunità che ha preferito l’indipendenza dal regime del WLF. Come rappresaglia per la loro sfida, Isaac guidò un assalto alla piccola città fino a quando i sopravvissuti caddero in rango. Mentre il WLF espandeva il suo dominio, Isaac cercava di ottenere il dominio totale su Seattle con il pretesto di formare una società sicura per i civili. Tuttavia, quando il giocatore incontra Isaac nel gioco, egli ha trasformato la WLF in una fazione persino peggiore della FEDRA.

‘The Last of Us: Part II’ introduce la guerra tra i Wolves e Seraphites

The Last Of Us: Part II presenta Isaac al giocatore mentre tortura un prigioniero Serafita, impostando il suo conflitto principale. Isaac combatte una battaglia persa contro i Serafiti, che il giocatore deve attraversare mentre esplora Seattle. I Serafiti sono noti anche come “Cicatrici”, soprannome che deriva dalle cicatrici che si sono autoimposti sulle guance, e sono membri di un culto religioso estremista primitivo che si contende il controllo di Seattle. Isaac ha messo in atto un regime brutale contro gli Scars, conducendo esecuzioni pubbliche e trasformando un intero hotel in una stazione WLF progettata per la tortura e gli interrogatori. Isaac ha un passato di mediazione della pace, per poi distruggerla e uccidere i suoi prigionieri.

Dopo aver catturato la leader dei Serafiti, la Profeta, l’ha tenuta prigioniera per fermare ulteriori conflitti con le Cicatrici. Tuttavia, il Profeta convinse gradualmente altri Lupi che la loro guerra era infruttuosa e distruttiva, minando l’autorità di Isacco. Egli decise quindi di giustiziare la Profeta, trasformandola in una martire e dando luogo a un’enorme battaglia tra le due fazioni che permise agli Scarsi di conquistare un territorio nella zona. I passi falsi di Isaac in materia di leadership si ricollegano ai temi generali di The Last of Us, che commentano il ciclo della violenza e della vendetta. Egli permette ad Abby di andare in missione per rintracciare Joel e cercare vendetta per la morte del padre, e rappresenta il problema più ampio che la Parte II affronta: la violenza e la vendetta sono autodistruttive e continuano un ciclo che creerà solo più devastazione.

Non è ancora chiaro come Isaac apparirà in The Last of Us – Stagione 2. Dato che la Parte II è suddivisa in più stagioni e il personaggio di Jeffrey Wright non compare fino alla seconda metà della storia, Isaac potrebbe benissimo comparire in nuove scene ambientate prima degli eventi della Parte II. In origine il personaggio aveva una presenza più significativa nella storia originale del secondo gioco, ma alla fine il suo ruolo è stato ridotto, il che significa che potremmo vedere alcuni contenuti inutilizzati della Parte II nell’adattamento della HBO. Dato che la seconda stagione potrebbe anche abbandonare la struttura narrativa non lineare del gioco e raccontare gli eventi in ordine cronologico, questo spiegherebbe una maggiore apparizione di Jeffrey Wright.

Sarà interessante vedere come l’interpretazione di Jeffrey Wright si tradurrà in televisione e se verranno apportate modifiche significative alla rappresentazione originale del personaggio nei giochi. The Last of Us – Stagione 2 è attualmente in fase di produzione e la sua uscita è prevista per il prossimo anno. Fino ad allora, i fan potranno sempre tornare ai giochi per vivere in prima persona l’esperienza del leader del WLF.

Chi è il vero villain di Agatha All Along?

Chi è il vero villain di Agatha All Along?

Al terzo episodio di Agatha All Along, è ancora misteriosa l’identità del villain che la strega protagonista dovrà affrontare. Sappiamo che la Strada delle Streghe è piena di pericoli e minacce ma non abbiamo ancora capito, e non ci è stato detto, quale potrebbe essere il “nemico finale” contro cui si dovrà scontrare Agatha insieme alla sua congrega.

Mentre l’ultimo episodio di Agatha All Along ha fornito riferimenti ad altri emozionanti dettagli Marvel, lo show in sé è ancora avvolto dal mistero. È chiaro che la congrega sta percorrendo la Strada delle Streghe per ripristinare qualcosa, anche se questo qualcosa non è chiaro per ogni componente del gruppo. Agatha desidera riconquistare la sua magia viola e questa motivazione è il motore primario dell’azione.

Dopo tre episodi non è ancora chiaro chi sia il cattivo di Agatha All Along

Mefisto, Rio Vidal, Nicholas Scratch e altri sono stati suggeriti

Agatha All Along Aubrey Plaza
Aubrey Plaza è Rio Vidal in Agatha All Along – Disney

Sono state avanzate diverse teorie su Agatha All Along prima ancora che la serie debuttasse, e molte di queste teorie non sono ancora state provate o smentite. Il fatto è che, sfortunatamente, la serie non ha ancora fornito abbastanza contesto o informazioni per dare un senso a ciò che sta accadendo. Ci sono stati suggerimenti e anticipazioni, inclusa la conferma di Mefisto nel MCU, anche se poco di tutto questo ha ancora portato a molto. Dopo questo, non sono ancora sicuro di chi dovrebbe essere il cattivo della serie.

Qualcuno ha mandato i Sette di Salem a cercare Agatha mentre tentava di entrare nella Strada delle Streghe. Potrebbe essere stata la strada stessa o Mefisto, Nicholas Scratch, Rio Vidal o una qualsiasi delle altre teorie che sono circolate. Immergersi nella tradizione dei fumetti suggerisce una connessione familiare dovuta alla storia dei Sette di Salem, ma l’MCU ha costantemente cambiato i dettagli dei fumetti e questo non è sufficientemente decisivo. Di conseguenza, mi chiedo ancora chi dovrebbe essere il cattivo della serie.

È possibile che il cattivo principale di Agatha All Along non sia una persona o un’entità

La magia sembra avere molti volti nel MCU

Agatha All Along recensione serie
Kathryn Hahn in Agatha All Along. Foto di Courtesy of Disney – © Disney

La Marvel ha ricevuto alcune critiche per essersi trasformata in sequenze d’azione roboanti per concludere ciascuna delle sue serie e, in risposta a ciò, la minaccia generale di Agatha All Along potrebbe non essere una persona o un’entità. In seguito, il conflitto e il cattivo della serie potrebbero avere a che fare con la Strada delle Streghe e potrebbero essere collegati a tumulti o debolezze interiori. Il conflitto di Agatha riguardante la rinuncia al figlio e la perdita dei suoi poteri potrebbe portare a qualcosa di più introspettivo come conflitto finale della serie.

La Marvel ha suggerito molti possibili cattivi nella serie e probabilmente ci sarà un confronto finale in un modo o nell’altro. Tuttavia, il franchise potrebbe adottare un approccio molto più insolito con Agatha e potrebbe esplorare temi e idee. Una minaccia fisica ai personaggi principali della serie non è richiesta per una conclusione soddisfacente della stagione e il conflitto potrebbe invece essere incentrato sui punti di forza della loro stessa congrega.

Il cattivo di Agatha All Along potrebbe essere Agatha Harkness

Agatha è il vero cattivo della sua stessa serie?

Kathryn Hahn in Agatha All Along (2024)
Foto di Courtesy of Disney – © Disney

Agatha Harkness potrebbe essere il cattivo di Agatha All Along. Il personaggio ha assunto un atteggiamento sprezzante nei confronti della sua congrega, mentre la usa per potersi permettere di percorrere la Strada delle Streghe, il personaggio non ha fatto altro che cose orribili durante il suo periodo nel Marvel Cinematic Universe. Agatha non si preoccupa di nessuno tranne di sé stessa ed è disposta a fare qualsiasi cosa per riavere i suoi poteri, indipendentemente dal prezzo che deve pagare la sua congrega, come si vede dalla morte di Sharon Davis nell’episodio 3.

Questo non significa che non ci saranno altre forze malevole nella serie. Rio Vidal di Aubrey Plaza sicuramente rivelerà alcuni dettagli significativi sul suo personaggio più avanti nella stagione, il che la rivelerà come una potenziale villain (dopotutto conosciamo ormai la sua vera identità). In ogni caso, è probabile che questa rivelazione mostrerà lentamente che le motivazioni di Rio Vidal non sono malvagie, e sono le motivazioni egoistiche di Agatha la vera cattiveria al centro della serie.

Il futuro di Agatha All Along è promettente, poiché ogni episodio è stato pieno di colpi di scena emozionanti che hanno condotto a più divertenti speculazioni. La serie è appropriata per la stagione e ha mostrato la stregoneria nel Marvel Cinematic Universe in modi interessanti e inaspettati.

Chi è il dottor Ventris di The Penguin nei fumetti DC?

Chi è il dottor Ventris di The Penguin nei fumetti DC?

L’episodio 4 di The Penguin introduce il crudele primario dell’Arkham State Hospital, il dottor Ventris, interpretato da T. Ryder Smith. Il sadico dottore sottopone Sofia Falcone (Cristin Milioti) a 10 anni di elettroshock e altri orrori, creando la Sofia a sangue freddo che (SPOILER) uccide la sua famiglia, una vendetta stranamente poetica. Il dottor Ventris non è l’unico medico sadico dell’universo batmaniano ad approdare sul piccolo schermo – Gotham ha portato l’antagonista di sempre, il dottor Hugo Strange (BD Wong), per esempio – e non è nemmeno l’unico discutibile beneficiario di una laurea in medicina a sfidare Batman nei fumetti. In realtà, Ventris non ha affatto un dottorato nei fumetti. Se non è un medico, allora, chi è nei fumetti DC Comics? Prendiamoci un po’ di tempo per riflettere sulla storia di Floyd Ventris, alias Uomo Specchio.

Floyd Ventris, alias Mirror Man, incontra Batman nel 1954

Floyd Ventris viene presentato sulle pagine di Detective Comics #213, novembre 1954, come un criminale di bassa lega condannato a sette anni nel penitenziario di Stato di Gotham. Tuttavia, non aveva trascorso nemmeno 24 ore in prigione prima di rompere uno specchio e usare uno dei pezzi per distrarre le guardie, facilitando la sua fuga. Il frammento che ha dato a Ventris la libertà lo ha ispirato a imparare tutto ciò che poteva sugli specchi e sui riflessi, utilizzandoli nelle sue attività criminali confondendo la polizia con illusioni e falsi riflessi, con il suo nuovo soprannome: Uomo Specchio. Solo l’ambizioso Ventris voleva essere tra i migliori dei peggiori di Gotham, così inventò una macchina a raggi X fatta di specchi. La macchina gli permetteva di vedere sotto ogni cosa, compreso il mantello di Batman, rivelando a Ventris il fatto che Bruce Wayne era, in effetti, il Crociato col Cappello, uno dei pochi cattivi a conoscere la verità.

Ventris cercò di sfruttare la sua conoscenza per i propri guadagni, ma Batman indebolì abilmente le affermazioni di Ventris scrivendo una lettera al giornale in cui elencava quante affermazioni simili erano sempre state smentite. Imperterrito, l’Uomo Specchio ci riprovò, ma non riuscì a catturare alcuna immagine incriminante di Wayne sotto il mantello. Perché? Beh, essendo Batman, ha escogitato un modo per contrastare il dispositivo a raggi X di Ventris indossando un cappuccio fatto, ironia della sorte, di specchi. Non potendo contare su una pistola fumante, le affermazioni di Ventris sono crollate e l’Uomo Specchio è stato catturato e rispedito in prigione per riflettere sul da farsi.

Batman inganna l’Uomo Specchio con un piccolo aiuto da parte dei suoi amici

Floyd Ventris apparirà nuovamente come Uomo Specchio fino all’agosto 1963, nelle pagine di Batman #157. Negli ultimi anni, l’Uomo Specchio è stato ossessionato dall’idea di dimostrare al mondo che aveva ragione sul fatto che Bruce Wayne fosse Batman. Quando è fuggito di nuovo, Ventris ha messo insieme una banda, li ha convinti della vera identità di Batman e con il loro aiuto ha annunciato la verità in pubblico. L’Uomo Specchio e la sua banda tesero un’imboscata a Batman al Gotham Museum e riuscirono a malapena a fuggire dopo essere stati sconfitti da Batman e Batwoman. Un secondo attacco ha portato alla cattura di Ventris e della sua banda sotto l’occhio vigile di Batman… e di Bruce Wayne. Solo uno dei complici di Ventris, ancora libero, seguì Wayne e scoprì che non era affatto Bruce Wayne, ma piuttosto un attore ingaggiato da Vicki Vale per impersonare Wayne.

Così, armato di queste nuove informazioni, l’Uomo Specchio avanza nuovamente pretese sull’identità di Batman nel quartier generale del GCPD, mentre Batman lo scorta all’interno. Ancora una volta, l’Uomo Specchio viene ostacolato quando il vero Bruce Wayne si presenta alla stazione di polizia e deve ammettere che si tratta di due persone distinte. Se solo Ventris avesse avuto la sua macchina a raggi X, avrebbe rivelato che mentre Bruce Wayne era Bruce Wayne, Batman non era altro che Alfred Pennyworth.

L’Uomo Specchio, decisamente umiliato, fu riportato al penitenziario di Gotham e non sarebbe stato più visto fino a Batman #400 del 1986. In quella storia, Ra’s al Ghul organizza un’evasione di massa dei più grandi nemici di Batman dalla prigione per organizzare un attacco totale a Batman. Tra i liberati? L’Uomo Specchio. Solo che Ra’s al Ghul ha confuso Floyd Ventris con Sam Scudder, alias la nemesi di Flash, Mirror Master. Gli viene rivolto l’invito a partecipare all’attacco, ma Ventris, stanco della vita criminale, rifiuta e coglie l’occasione per fuggire e nascondersi. Floyd Ventris non è stato più visto nei fumetti della DC Comics ed è improbabile che un cattivo che si trova sul gradino più basso della rogues gallery di Batman possa riapparire a breve. A meno che non ottenga il dottorato, allora attenzione.

Chi è Desmond Hart di Dune: Prophecy? Spiegato il personaggio del soldato di Travis Fimmel

Uno dei personaggi originali di Dune: Prophecy è Desmond Hart, un soldato con un programma misterioso, interpretato da Travis Fimmel. Fimmel si unisce al cast all-star di Dune: Prophecy, insieme a Emily Watson, Olivia Williams e Mark Strong, con un personaggio che contribuisce alla complessa rete di schemi politici incentrati sull’Imperium. Desmond Hart viene introdotto a metà del primo episodio della serie come un personaggio che ricorda quasi Duncan Idaho dei film di Dune. È sopravvissuto a diverse missioni su Arrakis, avendo imparato le tecniche di guerra nel deserto.

Tuttavia, c’è qualcosa di notevolmente diverso tra lui e Idaho, interpretato con fascino e carisma da Jason Momoa nel film Dune del 2021. Desmond Hart porta con sé subdoli segreti e sembra intenzionato a manipolare coloro che lo circondano. Ambientato all’incirca 10.000 anni prima nella linea temporale di Dune, i personaggi del prequel della HBO modificheranno drasticamente la portata del mondo, preparando l’Universo Conosciuto a come sarà quando nascerà Paul Atreides. Dato che non è presente nei libri, il ruolo di Desmond in questo grande schema è il più difficile da prevedere.

Desmond Hart è l’unico soldato sopravvissuto a un attacco su Arrakis

Desmond Hart

Desmond Hart è sopravvissuto in qualche modo a un attacco mortale quando tutti gli altri sono morti

Desmond Hart arriva al palazzo dell’Imperatore su Selusa Secundus, dichiarando di essere l’unico sopravvissuto a un attacco su Arrakis. L’Imperatore credeva che l’attacco fosse stato condotto dalle forze Fremen e stava orchestrando un’alleanza con la Casa Richese per una flotta di navi che aiutasse la produzione di spezie su Arrakis, prevenendo ulteriori minacce. Desmond sostiene che l’attacco non era in realtà opera dei Fremen, ma degli alleati dell’Imperium, apparentemente come stratagemma per costringere l’Imperatore a organizzare il matrimonio di sua figlia, la Principessa Ynez.

Spiegato il legame di Desmond Hart con l’Imperatore Javicco Corrino

Dune Prophecy episode 2 josh-heuston-jodhi-may-mark-strong

Desmond Hart cerca di ottenere la fiducia dell’Imperatore

Desmond è arrivato a casa dell’Imperatore Javicco per conquistare la sua fiducia. L’Imperatore sembrava sapere chi fosse Desmond Hart prima di incontrarlo, ma non è chiaro se i due abbiano dei trascorsi insieme. Più tardi nell’episodio, i due si incontrano in riva al mare e discutono della situazione. Hart sostiene che Casa Richese è tra le varie minacce per l’Imperatore, il quale concorda sul fatto che non si sente a posto con il matrimonio, nonostante sia stato consigliato dal suo Verificatore, Kasha. Desmond afferma che l’attacco ad Arrakis è stato solo un sintomo di un problema più importante.

Desmond Hart suggerisce a Javicco che sta perdendo la presa sull’Imperium. Crede che sia perché i leader delle Grandi Case sono sotto il controllo dei loro Verificatori, anche se non lo dice ancora. È vero che nell’episodio Javicco va contro il suo buon senso per ascoltare Kasha, organizzando un matrimonio con un alleato inaffidabile per ottenere più forza militare. Kasha impone questo matrimonio perché sostiene Valya Harkonnen e il complotto della Sorellanza per piazzare una Sorella sul trono, che sarebbe la Principessa Ynez, dopo la sua formazione.

Il personaggio di Travis Fimmel è un cattivo in Dune: Prophecy?

Desmond Hart è probabilmente un cattivo, ma anche la Sorellanza non è un’eroina

Il finale dell’episodio 1 di Dune: Prophecy vede Travis Fimmel uccidere un bambino grazie a un misterioso potere, il che sembra essere un atto di cattiveria. Tuttavia, nel mondo di Dune è sempre un po’ più complicato di così. Capire cosa dice e cosa vede Javicco nell’ologramma è fondamentale per capire cosa si sa del personaggio originale. Desmond Hart non solo è sopravvissuto all’attacco degli alleati dell’Imperium che ha ucciso tutti i suoi uomini, ma è anche stato inghiottito nel sottosuolo da un sandworm ed è sopravvissuto.

È importante notare che tutti questi elementi si riferiscono anche alla visione della Madre Superiora all’inizio dell’episodio: un verme sandwich, pelle bruciata, sangue e la morte di un nobile.

Desmond Hart ha ora la misteriosa capacità di far bruciare la pelle di qualcuno e sembra farlo sia con Pruwet Richese che con Kasha. Prima di uccidere Pruwet, dichiara che gli è stato “conferito un grande potere”. È importante notare che tutti questi elementi si riferiscono anche alla visione della Madre Superiora all’inizio dell’episodio: un sandworm, pelle bruciata, sangue e la morte di un nobile. Desmond Hart potrebbe essere in qualche modo collegato al “Tiran-Arafel”, utilizzato nello show per indicare una minaccia esistenziale per l’umanità.

“Arafel” è un termine dei libri originali di Dune che si riferisce a una ‘nube-oscurità alla fine dell’universo’.

Quindi, sì e no. Il Desmond Hart di Travis Fimmel è probabilmente il cattivo di Dune: Prophecy, poiché lo show è inquadrato dalla prospettiva di Valya Harkonnen e della Sorellanza. Ma la Sorellanza, che si sta trasformando nella Bene Gesserit che il pubblico conosce in Dune, non è esattamente protagonista nemmeno in questo universo, e anche tra le sue fila si discute sulla moralità dell’ingegneria genetica dei leader mondiali. Valya e la Sorellanza cercano il controllo, mentre Desmond vuole impedirlo, ma per farlo potrebbe arrivare a estremi ancora peggiori.

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