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Chewbacca: 10 fatti su Chewbe che non hanno senso

Chewbacca: 10 fatti su Chewbe che non hanno senso

L’universo di Star Wars è immenso: in tanti hanno contribuito, ha preso forma in diversi media, ed è quindi inevitabile che ci sia qualche incoerenza. Ad esempio, per quanto riguarda l’amato Chewbacca. Il wookiee è coraggioso, feroce, e abbracciabile, e soprattutto uno dei personaggi fondamentali del cast originale. Ma, a differenza di molti altri, non ha è mai diventato davvero un personaggio compiuto, a 360°. È sempre un po’ lì, segue gli amici e li aiuta, provvede ai rinforzi, e occasionalmente pilota il Falcon per una fuga dell’ultimo minuto. Non tutto quello che riguarda Chewbacca è stato pensato nei dettagli, e ci sono alcuni fatti riguardanti il personaggio che non hanno molto senso. Tipo il fatto che ha una moglie che guarda programmi di cucina. Cose così.

Chewbacca non ha mai nulla da ridere sulle idee stupide di Han

Chewbacca e Han SoloHan Solo sopravvive sempre per un pelo, sia per gran colpi di fortuna, sia per un’innata abilità di tirarsi fuori dalle situazioni pericolose. Con un po’ di furbizia e un po’ di fascino, e con la convinzione che tutto si risolverà, in un modo o nell’altro, sembra che riesca sempre a cavarsela. Ma succede che, a volte, le idee di Han non siano proprio geniali. Ma cosa ne pensa il suo compagno d’avventure?

Perché Chewbacca non ha mai nulla da ridire sul fatto che la maggior parte delle volte le idee di Han sono stupide? Sembra che le opinioni di Chewbecca a volte vengano un po’ messe da parte dal personaggio, forse perché, dopotutto, gli deve la propria vita, dato che Han l’ha salvato dall’Impero. Ma sicuramente, Chewbecca lo sapeva che scaricare il carico di Jabba alla vista dello Star Destroyer, o che nascondersi nella gola di un verme spaziale non erano esattamente idee geniali.

Han e il compagno sopravvivono sempre, spesso per un pelo, e sicuramente rischiano troppo molto più dello stretto necessario. Dopotutto, Chewbe potrebbe avere alcune alternative e consigli, dato che è, su Kashyyyk, un guerreiro senza paura con una certa conoscenza di strategie e tattiche di combattimento.

Non ha ricevuto una medaglia alla fine di Una Nuova Speranza

Chewbacca e Carrie FisherDopo la fine della Battaglia di Yavin e la distruzione della Morte Nera, l’Alleanza Ribelle si riunisce nella hall di ciò che era una volta il Tempio Jedi e tiene una bellissima cerimonia. La Principessa Leila premia Luke Skywalker e Han Solo, di due uomini responsabili della riuscita della missione, con medaglie al coraggio. Il fatto è che Chewbe era lì con Han, Leila, a pilotare il Falcon e altro.

I fan e gli spettatori attenti hanno avuto molto da ridire su questa svista da parte della pincipessa: George Lucas ha spiegato che, al tempo, gli wookiee non davano particolarmente importanza alle medaglie, ma, nel romanzo ispirato a Una Nuova Speranza, Chewbacca felicemente riceve la propria medaglia. Inoltre, nel fumetto del 1980 The Day After the Death Star, Leila consegna la medaglia al Chewbecca. Quindi, cosa è successo nel film? A quanto pare, la risposta è semplice: la Principessa Leila è troppo bassa per mettere la medaglia al collo del wookiee. Ma tutto è stato sistemato nel 1997, agli MTV Movie Awards, quando Carrie Fisher ha conferito il “Lifetime Achievement Award” all’attore Peter Mayhew, con la stessa forma della medaglia che Chewbe avrebbe dovuto ricevere alla fine di Una Nuova Speranza. Meglio tardi che mai.

Sua moglie guarda programmi di cucina

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Uno dei momenti più bizzarri dell’episodio speciale Star Wars Holiday Special del 1978, è quando vediamo la moglie di Chewbe, Malla, guardare un programma di cucina con evidente frustrazione, cercando di ricreare la ricetta mostrata. Sullo schermo, una signorina con quattro braccia dall’abbigliamento curioso spiega come preparare qualcosa che sembra, più o meno, carne schiacciata. George Lucas ha spiegato più di una volta che gli wookiee sono creature per niente materialiste, e per questo la rabbia di Malla per una cosa tanto banale ci sembra un po’ assurda. È un normale piatto wookiee? O Malla sta cercando di fare qualcosa di nuovo? Vuole fare una sopresa a Chewbe, per quando torna a casa? Ma anche ciò non ha senso, perché a quel punto, lei non ha avuto notizie di Chewbe per settimane. Per quello che ne sa, potrebbe essere morto. Ma se ne sta lì, sull’orlo del rompere la televisione a mazzate, perché la sua cucina non è all’altezza di quella del programma. Possiamo solo concludere che la funzione della scena è dare un pizzico di accessibiltà ai wookiee, rendendolì più umani.

Sa rimettere insieme i pezzi di C3PO come fosse Lego

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Nell’Impero colpisce ancora, mentre i grandi parlano, C-3PO si allontana e finisce in una sorta di officina galattica, dove i droidi vengono fatti a pezzetti per pezzi di ricambio, e C-3PO diventa la loro nuova vittima. Quando ritorna a Han, Leia, e Chewbecca in una scatola, è proprio Chewbe che lo rimette in sieme pezzo per pezzo, un po’ come se stesse giocando con i Lego. È vero anche che gli monta la testa al contrario, ma Chewbe sa perfettamente come risistemare il droide protocollare come se fosse l’unca cosa che ha fatto nei suoi 200 anni di vita. È senza dubbio un meccanico con una certa abilità, dato che il Falcon è per lo più mantenuto in uno stato semifunzionale, ma con una certa goffaggine. Inoltre, le zue zampe giganti non hanno la destrezza per lavorare con le parti delicate di un droide e il livello di concentrazione necessario per rimetterlo insieme sembra andare oltre alle capacità dell’impaziente wookiee.

Chewbecca indossa sempre una bandoliera. Sempre.

Chewbecca indossa sempre una bandoliera. Sempre.Sappiamo che il pelo di Chewbe lo copre decentemente. È coperto come si deve esattamente nei punti in cui serve, e la sua specie non ama particolarmente i capi d’abbigliamento. L’unico “capo” del quale Chewbecca non sembra capace di fare a meno, però, è la bandoliera. Questa contiene cartucce delle dimensioni di pacchetti di sigarette per la propria arma preferita, che però impugna solo per la metà del tempo e che sparisce man mano la saga progredisce.

Sarà stato che avere Chewbecca completamente spoglio era un po’ troppo per i censori del tempo, e che un accessorio che più o meno si avvicina ad una forma di abbigliamento fosse necessario. Il fatto è che non indossa nemmeno niente che gli permetta di portare l’arma con sé, il che darebbe un senso alla bandoler. Ma sta di fatto che l’ha sempre con sé. Ma proprio sempre sempre.

Chewbecca non si veste mai

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È stato descirtto, in modo particolarmente azzeccato, come un “tappeto con le gambe” dalla Principessa Leila. Il commento, in particolare, si riferisce al fatto che i tappeti non indossano mai dei vestiti, così come Chewbe. Il fatto è che, perché Chewbe dovrebbe pensare di aver bisogno di vestiti, quando viene da una società come quella wookiee che non considera la nudità come una cosa moralmente discutibile? Inoltre, il pelo copre tutto ciò che è necessario coprire. Su Kashyyyk, inoltre, tutti i wookies sono nudi e non si interessano né ai vestiti né alla moda. Nel 1977, all’uscita di Una Nuova Speranza, i produttori si sono chiesti se la nudità di Chewbe non fosse un po’ troppo per il pubblico del tempo (ovvero, per i censori del tempo).

Sì, il costume era fatto di un misto di pelo di capra e di yak, era lungo e morbido e copriva tutto lo wookiee, ma era evidente che, insomma, Chewbe se ne andava in giro nudo. Nelle prime bozze, in realtà, indossava una sorta di armatura, ma si decise di liberarsene perché George Lucas la reputò un look “troppo fantasy”.

Non gli dispiace avere Porg dappertutto sul Falcon

Non gli dispiace avere Porg dappertutto sul FalconTutti hanno amato i momenti dell’ultimo film dedicati alle esilaranti interazioni tra Chewbe e i Porg, le piccole pulcinelle di mare galattiche neurotiche che funzionano a meraviglia in compagnia dello wookie dall’umore nero. Le creature, inoltre, diedero modo ai creatori del film di avere a che fare con le reali pulcinelle di mare che continuavano ad interferire con le riprese di Star Wars sulle Isole Skellig. Comprensibilmente, il primo istinto di Chewbe è di mangiarne uno, la gli occhioni hanno la meglio su di lui e decide di risparmiarlo. Poco più in là nel film, i Porg hanno letteralmente invaso il Falcon, distruggono i sedili, fanno casino con i controlli e, probabilmente, fanno la cacca dappertutto.

Quando Chewbe e Rey tornano indietro per incontrare il resto della Resistenza, parecchi Porg hanno oramai fatto il nido nei corridoi del Falcon. Uno di loro è addirittura in prima linea durante la battaglia finale, lanciando un urlo di guerra quando Chewe comincia una manovra d’attacco. Alla fine della battaglia, c’è un porg seduto sulla testa di R2. Tutto ciò vuol dire che il Falcon sta diventando la casa dei piccoli animali, ma non ha senso che a Chewbe stia bene, considerando la quantità di danni che le piccole bestie infliggono alla nave, e considerando che ora passa la maggior parte del suo tempo a cacciarli dalla console.

Rey lo capisce

Rey lo capisceFino all’arrivo di Rey, Han Solo è l’unica persona in Star Wars (oltre a C-3PO che però non conta, perché conosce olter 6 milioni di forme di comunicazione) che sia in grado di capire cosa dice Chewbe. Infatti, quando Solo era un ragazzino su Corellia, finisce con un gruppo di pirati dello spazio. Tra questi, il cuoco gli insegna le basi del linguaggio wookiee: nonostante sembri soltanto una serie di grugni e ringhi, è in realtà un linguaggio molto complesso che è difficile da capire per chiunque non sia uno wookie. Gli umanoidi non sono in grado di replicare il linguaggio, e Han stesso può solo rispondere in Galattico base.

Ma perché Rey lo capisce? Le attività di Rey e la sua vita giustificherebbero, in realtà, il fatto che sia venuta in contatto con una grande varietà di specie. Ma da quello che vediamo ne Il risveglio della Forza, Rey non ama fare conversazione: prende quello che serve, e se ne va. Vive in realtà una vita solitaria, senza particolare interesse nelle conversazioni o nel farsi nuovi amici, come vediamo dalle sue prime reazioni alla presenza di BB-8 e Finn.

Chewbacca Ha solamente un’espressione facciale

Chewbacca Ha solamente un'espressione facciale

Non importa cosa gli stia succedendo attorno: l’espressione di Chewbacca è per lo più immobile, e al pubblico non resta che intuire dall sua “voce” i suoi stati emotivi. Nella trilogia originale di Star Warsil costume del wookiee disegnato da Start Freeborn era fatto di peli di capra e yak, ed era particolarmente caldo e pesante, e rendeva difficile muoversi, oltre a nascondere le espressioni facciali dell’attore.

L’unica cosa visibile era, chiaramente, gli occhi dell’attore, e Chewbe poteva aprire la bocca. Con questo dilemma da affrontare, l’attore Peter Mayhew si recò allo zoo di Londra per studiare i movimenti e le abitudini dei primati, e si mise addirittura a studiare le “riprese” dell’Uomo delle nevi. Sapeva che gli wookiee assomigliano abbastanza agli uomini, ma voleva che il personaggio fosse una sorta di gigante buono della foresta. Fu attraverso le movenze del personaggio che l’attore fu in grado di dare vita a Chewbe.

Chewbacca Accetta facilmente Rey come assistente sul Falcon

Chewbacca
Joonas Suotamo is Chewbacca, Oscar Isaac is Poe Dameron, Daisy Ridley is Rey and John Boyega is Finn in STAR WARS: THE RISE OF SKYWALKER

Non ci vuole molto tempo perché Han si metta a dare consigli a Rey, e addirittura le offra il lavoro di assistente a bordo del Millennium Falcon, suggerendo inoltre che Chewbacca avrebbe apprezzato l’idea. Il fatto è che, durante tutta la saga di Star Wars, era Chewbe ad essere stato descritto più volte come co-pilota/assistente sul Millennium Falcon. La proposta di Han, quindi, non è il massimo della gentilezza o della gratitudine nei confronti del wookiee. Inoltre, dopo la morte di Han, è proprio Rey a prendere il comando della nave, lasciando Chewbacca al ruolo di co-pilota. Sembra improbabile che Chewbe permetta ad una tizia che conosce appena di prendere il comando, a meno che sia a conoscenza di qualcosa che noi non sappiamo ancora…

Fonte: CBR:com

Chewbacca e BB-8 protagonisti di un nuovo spot Verizon

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Chewbacca e BB-8 protagonisti di un nuovo spot Verizon

Direttamente da Star Wars il Risveglio della Forza, Chewbacca e BB-8 sono stati scelti come testimonial del nuovo spot Verizon.

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Ecco di seguito il video:

https://www.youtube.com/watch?v=MnAiUd4_Z8E

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GUARDA IL NUOVO TRAILER GIAPPONESE

Star Wars Il Risveglio della Forza uscirà sul grande schermo il 18 dicembre 2015 con un cast che include il ritorno di Harrison FordCarrie FisherMark HamillAnthony DanielsPeter Mayhew e Kenny Panettiere con le nuove aggiunte John BoyegaDaisy RidleyAdam pilotaOscar IsaacAndy SerkisDomhnall GleesonLupita Nyong’oGwendoline Christie Max von Sydow.

Chevy Chase e Beverly D’Angelo di nuovo assieme in Vacation

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Mentre il cast del remake di Vacation è in piena attività alla ricerca di nuovi volti da reclutare, i registi/sceneggiatori John Francis Daley e Jonathan M. Goldstein hanno comunicato la loro intenzione di voler richiamare Chevy Chase e Beverly D’Angelo per interpretare nuovamente i ruoli originali dei coniugi Clark e Ellen Griswold. La trama di questa nuova versione sulle peripezie della strampalata famiglia Griswold, vede Ed Helms come un Rusty cresciuto, intento a condurre la moglie (Christina Applegate) e la propria famiglia in una spedizione al limite dell’assurdo.

Chase e D’Angelo dovrebbero dunque comparire in ruoli cameo quando Rusty decide di fare un pit stop per visitare i suoi genitori. Inizialmente non del tutto sicuri di voler tornare, la coppia di attori sembra ora apparentemente convinta dello script su cui il progetto si basa. Daley e Goldstein si stanno preparando per dirigere il film entro questa estate, e se questo film segna il loro primo approccio con la regia, il loro lavoro di scrittura è stato già visto quest’anno in The Incredible Burt Wonderstone e sarà la base del prossimo sequel di Piovono Polpette che uscirà il 25 ottobre negli Stati Uniti.

Fonte: empire

Chevalier: il film su Joseph Bologne dal 16 giugno su Disney+

Chevalier: il film su Joseph Bologne dal 16 giugno su Disney+

Disney+ ha annunciato che Chevalier, diretto da Stephen Williams e ispirato all’incredibile storia del compositore Joseph Bologne, Chevalier de Saint-Georges, debutterà in Italia venerdì 16 giugno in esclusiva sulla piattaforma streaming.

Figlio illegittimo di una schiava africana e del proprietario di una piantagione francese, Bologne (Kelvin Harrison Jr. in un’eccezionale interpretazione) diventa un celebre violinista-compositore e schermidore nella società francese, con una storia d’amore sfortunata e un litigio con Maria Antonietta (Lucy Boynton) e la sua corte.

Searchlight Pictures presenta il film di Stephen Williams Chevalier, interpretato da Kelvin Harrison Jr., Samara Weaving, Lucy Boynton, Minnie Driver, Sian Clifford, Alex Fitzalan e Ronkẹ Adékoluẹjo.  Diretto da Stephen Williams, il film è scritto da Stefani Robinson e prodotto da Ed Guiney e Andrew Lowe della Element Pictures, Stefani Robinson e Dianne McGunigle. La production designer Karen Murphy, il direttore della fotografia Jess Hall, il compositore Michael Abels, il costumista Oliver García, il montatore John Axelrad e la scenografa Lotty Sanna completano il team di produzione.

Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire massima tranquillità ai genitori.

Chesil Beach: libro, trama e cast del film con Saoirse Ronan

Chesil Beach: libro, trama e cast del film con Saoirse Ronan

Se c’è una cosa che il cinema ha dimostrato più e più volte con forza durante la sua storia, è la sua capacità di porre una lente d’ingrandimento su eventi estremamente piccoli e intimi della vita umana, mostrando però l’importanza e le conseguenze che anche questi possono avere su un’intera esistenza. Su questa idea si basa anche il dramma sentimentale del 2017 Chesil Beach, diretto da Dominic Cooke, regista teatrale di gran fama qui al suo debutto cinematografico. Molto attento ai sentimenti, egli dà qui vita ad una storia che concentrandosi su un fatto privato riesce a parlare di un contesto più ampio a livello sociale e culturale.

Il film non è frutto di un soggetto originale, ma è bensì l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 2007 di Ian McEwan, che per l’occasione ha anche personalmente scritto la sceneggiatura. Attraverso la storia di due giovani innamorati, McEwan con le parole e Cooke con le immagini, hanno modo di raccontare le sofferenze che le tradizioni e le convenzioni sociali impongono a intere generazioni. Un’opera delicata, fortemente emotiva, che travolge e coinvolge proprio per la sua capacità di parlare di grandi questioni attraverso il minimo indispensabile. Dotato di un cast di grandi attori e di luoghi suggestivi, il film è uno dei più belli del suo anno.

Passato tuttavia in sordina, Chesil Beach merita a distanza di qualche anno di essere riscoperto, in particolare per il suo affrontare argomenti risalenti a sessant’anni fa ma ancora oggi particolarmente attuali. Molta della cultura, in particolar modo sessuale, vigente oggigiorno deriva infatti proprio dal periodo affrontato nel film. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Chesil Beach: la trama del film

Il film si apre nell’Inghilterra del 1962. Florence Ponting ed Edward Mayhew sono due giovani innamorati, incontratisi per la prima volta dopo essersi diplomati nelle rispettive università. Lui è un grande appassionato di storia e di rock ‘n roll, lei invece è una violinista classica particolarmente dotata. La passione che li travolge è un affare nuovo per loro, che in breve li porta a decidere di sposarsi. Dopo aver seguito le tappe canoniche di questo percorso, dal corteggiamento alla presentazione ai reciproci genitori, i due giovani sono dunque pronti per il grande giorno, quello che automaticamente credono li introdurrà ad una nuova e florida fase della loro vita.

Durante la luna di miele a Chesil Beach, però, si trovano a scontrarsi con una serie di dubbi e timori rimasti taciuti sino a quel momento. Entrambi vergini, si ritrovano a dar vita ad un primo approccio sessuale che non va però secondo i piani. Tale evento sarà però solo l’inizio di una serie di confessioni che porteranno alla luce le profonde differenze che li dividono. La loro diversa risposta a quel fallimento, inoltre, dara vita a conseguenze che si ripresenteranno ciclicamente nel corso della loro esistenza, costringendoli a comprendere il peso delle decisioni e dei rimpianti.

Chesil Beach cast

Chesil Beach: il cast del film

Come anticipato, il film vanta un casti di attori particolarmente noto e apprezzato a livello internazionale, tra cui si ritrova anche la pluricandidata all’Oscar Saoirse Ronan. Recentemente vista in Lady Bird e Piccole donne, l’attrice aveva già lavorato in un film tratto da un romanzo di McEwan, Espiazione, ed aveva espresso il desiderio di interpretare Florence Ponting già intorno al 2010. Lo stesso scrittore affermò che considerava l’attrice la scelta più giusta per esprimere la delicatezza del personaggio. All’epoca però la Ronan era ancora troppo giovane e al suo posto era stata considerata l’attrice Carey Mulligan. Quando la produzione del film si bloccò e passarono anni, la Ronan era ormai dell’età giusta per il ruolo, che finì con l’ottenere.

Accanto a lei, nei panni di Edward Mayhew vi è l’attore Billy Howle, qui al suo primo ruolo da protagonista e poi di nuovo visto in Il gabbiano, dove recita ancora una volta insieme alla Ronan. Ad interpretare i genitori di Florence, Geoffrey e Violet Ponting, vi sono invece gli attori Samuel West ed Emily Watson, recentemente vista nella miniserie Chernobyl. I genitori di Edward, Marjorie e Lionel Mayhew, sono invece interpretati da Anne-Marie Duff e Adrian Scarborough. Tra gli altri attori si ritrovano poi Anna Burgess e Mia Burgess nei panni delle sorelle di Edward, Anne ed Harriet. Anton Lesser, principalmente noto per il ruolo di Qyburn nella serie Il Trono di Spade è invece il reverendo Woollett.

Chesil Beach: il trailer e dove vedere il trailer in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Chesil Beach è infatti disponibile nei cataloghi di Chili, Google Play e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente, in prima visione, nel palinsesto televisivo di sabato 8 maggio alle ore 21:20 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

 

Cherry, recensione del film con Tom Holland

Cherry, recensione del film con Tom Holland

Con Cherry, ultima sfida cinematografica dei fratelli Anthony e Joe Russo al di fuori del Marvel Cinematic Universe (The Winter Soldier, Civil War, Infinity War e Endgame) Tom Holland offre una sensazionale prestazione nei panni di un veterano di guerra, affetto dal Disturbo Post Traumatico e caduto in una spirale di criminalità e droghe sintetiche.

La trama di Cherry

Disponibile su Apple Tv dal 12 Marzo, Cherry, basato sull’omonimo romanzo semi-autobiografico del 2018 di Nico Walker, narra la storia di un ragazzo senza nome (Tom Holland) che, finito il college e a seguito di una delusione amorosa – la partner di Cherry, Emily, è interpretata da una straordinaria Ciara Bravo, vera e propria rivelazione – decide di arruolarsi come cadetto ai tempi della guerra in Iraq. Il film segue il percorso di vita di Cherry dal 2002 fino al 2021, dall’inizio di un amore che risveglia intense passioni, passando per gli anni della guerra, che lo segneranno a vita, e i traumi che ne conseguiranno.

L’appellativo Cherry – nomignolo designato a chi nell’esercito non ha ancora avuto esperienza in prima linea – contraddistingue il personaggio interpretato da Tom Holland, il cui percorso di crescita e formazione è un vortice di sfide, timori, riflessioni, disorientamento e tossicità. La fine del college, le speranze future condivise con la compagna, l’innocenza della prima maturità, tutto viene schiacciato dagli orrori della guerra e dal disturbo post traumatico che ne deriva, che per Cherry è possibile contrastare solo con l’ausilio di sostanze stupefacenti.

Viene inoltre sottolineato il disinteresse di istituzioni e società nei confronti di individui come Cherry, soprattutto tramite la messa in scena e la scenografia; negli ospedali, i cartellini dei dottori recano la dicitura “Dottore qualcuno”, ed è così anche per i sergenti degli eserciti, mentre le insegne delle banche che rapina Cherry recitano “Banca del cavolo” o “Banca che frega gli americani”.

Un film romanzo caratterizzato da un nuovo sguardo registico

L’impianto narrativo di Cherry consta di prologo, cinque capitoli ed epilogo: la struttura apparentemente lineare del film viene però soppiantata da un impianto registico piuttosto innovativo, in cui l’approccio estetico, il ritmo del racconto e il montaggio mutano continuamente, a seconda della situazione in cui si trovano i personaggi e della loro condizione psichica. La cinepresa apre e chiude parentesi a discrezione dell’occhio registico, si insinua in maniera distorta e allucinata nelle insidie dei personaggi, prende tutto lo spazio necessario per farci sondare la profondità psicologica di Cherry.

Cherry recensioneInfatti, sebbene la materia narrativa possa a tratti sembrare derivativa, già vista (Full Metal Jacket, Point Break, Trainspotting… numerosi sono i film che hanno affrontato queste tematiche) è la continua variazione, anche di genere, a rendere Cherry un prodotto vincente ed originale : si oscilla dal war movie al dramma, con qualche tocco di love story e perfino di heist movie, declinato anche in chiave comica; Cherry è un ibrido che riesce ad ergersi a nuova modalità di racconto di una vita intera, un film-romanzo che si innesta su diverse sfumature cromatiche e di vita, nonostante una scrittura che rivela, a tratti, qualche incertezza. “Ancora non capisco che cosa fanno le persone. È come se tutto questo fosse costruito sul nulla, e non ci sia niente a tenerlo insieme”: questa battuta pronunciata da Cherry ha una chiave di lettura personale, inerente la storia del protagonista, ma si pone anche come cifra stilistica del film. Cherry è, infatti, imprevedibile, un prodotto filmico non perfettamente incasellabile, tanto quanto il suo protagonista, che viene guidato dal momento.

I capitoli dell’esistenza di Cherry si colorano di tonalità più o meno vivide di rosso, il colore della ciliegia, e la tonalità si intensifica in base ai cambiamenti interiori e temporali. E lungo questo percorso di identificazione tra uomo e frutto si staglia il percorso di maturazione del nostro protagonista, da cadetto a soldato, da soldato a tossico, poi a ladro e criminale, infine a prigioniero e Uomo; nel mezzo, un vortice incessante di guerra, traumi, indecisioni, droghe, amore. Le peripezie vissute da Cherry plasmano la sua identità, non solo

tramite grandi eventi esterni ma anche, e soprattutto, attraverso momenti di intimità, parentesi su cui i fratelli Russo ci tengono a soffermarsi, che mettono al centro la sensibilità del protagonista, suo tratto distintivo: anche nei momenti più bui e apparentemente senza possibilità di redenzione, Cherry mantiene intatta la sensibilità e l’innocenza di cui subito veniamo a conoscenza, tratto caratteriale inizialmente causa di diversi problemi, ma che poi si dimostrerà risolutivo.

Cherry: nessuno si salva da solo

Unico punto fermo nell’esistenza di Cherry è Emily. Anche Emily si presenta come un personaggio innocente – il fiocchetto bianco che porta al collo nella prima parte del film ne è il correlativo oggettivo- tuttavia viene poi risucchiata dal malessere psicofisico del compagno; anche la loro storia è una lunga ed estenuante guerra, in cui, però, la presenza dell’altro è necessaria e, sembra suggerirci il finale, potenzialmente risolutiva. Nessuno si salva da solo, e questo film ne è la conferma, fin dalla scintilla che scatta subito con Emily. I due si completano, cambiano e si smarriscono, e l’incedere della loro relazione, tanto passionale quanto disfattista, è enfatizzato da una fotografia discontinua e di grande impatto che trasmette ogni genere di emozioni percepite dai protagonisti. E, nonostante i momenti peggiori, il tunnel della droga e della criminalità, le scelte giuste o sbagliate, l’unico modo per soccombere al caos è rimanere uniti, avere una casa dove poter far ritorno.

Menzione speciale alla magnifica colonna sonora di Henry Jackman, che ci accompagna nell’iter alla scoperta della consapevolezza di Cherry fino all’ultimo brano, quel “Vissi d’arte, vissi d’amore” di Puccini, nella versione di Maria Callas, che anticipa il confronto finale fra Cherry e l’amata Emily.

Cherry Season – La stagione del cuore, trama, cast, episodi

Cherry Season – La stagione del cuore, trama, cast, episodi

Cherry Season – La stagione del cuore è la serie tv turca creata da Asli Zengin e andata in onda su FOX nel 2014 – 2015.

Cherry Season – La stagione del cuore: dove vederla in streaming

Cherry Season – La stagione del cuore è andata in onda nel 2015 ed è tuttora in programmazione su Mediaset. Cherry Season – La stagione del cuore in streaming è disponibile su PremiumPlay.

Cherry Season – La stagione del cuore: la trama e il cast

La serie racconta le appassionanti vicende della bella Oyku, aspirante stilista che vive con la madre e il fratello, ed il cui padre ha lasciato la famiglia quando Oyku era ancora una bambina. Oyku è innamorata sin dall’infanzia di Mete, il fratello della sua migliore amica Burcu, ma lui, purtroppo, la considera solo come una sorella.

In Cherry Season – La stagione del cuore protagonisti sono Özge Gürel nei panni di Öykü Acar, Serkan Çayoğlu nei panni di Ayaz Dinçer, Dağhan Külegeç nei panni di Mete Uyar, Nilperi Şahinkaya nei panni di Şeyma Çetin, Fatma Toptaş nei panni di Sibel Korkmaz, Ayşegül Ünsal nei panni di Meral Acar, Hakan Çimenser nei panni di Bülent Uyar, Nezih Cihan Aksoy nei panni di Olcay, Neslihan Yeldan nei panni di Önem Dinçer, Mehti Aras Aydın nei panni di Emre Yiğit, Nihal Işıksaçan nei panni di Burcu Meltem Uyar, Serkan Börekyemez nei panni di İlker Korkmaz, Tamer Berke Sarıkaya nei panni di Cem Acar, Atilla Saral nei panni di Mehmet Karaylı, Jale Arıkan nei panni di Monika Sessa, e Özge Ince nei panni di Naz Hosgor.

Cherry Season – La stagione del cuore, la prima stagione

Nella prima stagione di Öykü, una giovane ragazza il cui sogno più grande è fare la stilista, abita con la madre e il fratello, mentre il padre è scappato con l’amante quando lei era bambina. Fin da piccola è innamorata di Mete, il fratello della sua migliore amica Burcu, unica a conoscenza di questo sentimento, ma lui l’ha sempre vista come una sorella. Mete s’interessa a Şeyma, amica e vicina di casa di Öykü, gentile e buona esteriormente, ma che in realtà non esita ad approfittarsi degli altri e intrattenere relazioni con uomini più grandi solo per la loro ricchezza. Intanto, a causa di un equivoco, Öykü si ritrova a uscire con Ayaz, figlio del suo capo, la stilista Önem, e i due, nonostante gli attriti iniziali, finiscono per innamorarsi. Il serial segue anche la relazione tra Bürcu ed Emre, compagno d’università e amico di Öykü, e le storie di gelosie di Ilker e sua moglie Sibel. La storia d’amore tra Öykü e Ayaz sfocia nel matrimonio, ma timori e ansie spingono la ragazza a scappare in Italia.

Cherry Season – La stagione del cuore, la seconda stagione

Dopo le nozze con Ayaz, Öykü va a Roma a lavorare nel ristorante di Monika senza far sapere niente a nessuno; Ayaz, però, riesce a trovarla grazie a Mete. All’inizio la storia tra i due sposi sembra essere finita, ma un lungo bacio sul treno diretto verso il lago di Nemi riesce a far capire a Öykü che la storia con suo marito non è mai finita. Infine, i due diventeranno genitori di due gemelli: Özge e Serkan.

Chernobyl: recensione della serie HBO con Jared Harris

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Chernobyl: recensione della serie HBO con Jared Harris

Prodotto da HBO e Sky Original, Chernobyl è la mini-seri del momento. Accolta in trionfo in tutto il mondo e trasmessa in Italia, su Sky Atlantic, a partire da lunedì 10 giugno (e per le 4 settimane successive), lo show racconta del disastro della centrale di Chernobyl, adottando un linguaggio che fonde dramma e thriller, in cui l’indagine alla ricerca delle cause e delle responsabilità per l’incidente viene affiancata dalla tragedia umana che l’incidente stesso ha costituito.

La storia parte dalla notte dell’incidente, il 26 aprile del 1986, e racconta delle conseguenze a breve termine, delle prime vittime, degli scienziati ignari, dei tentativi portati avanti per arginare una catastrofe che poteva essere fatale per l’Europa intera. Si conclude nelle aule del tribunale dove sono stati processati i colpevoli del disastro nucleare, il peggiore del genere che la storia ricordi, per il quale non è possibile, ancora oggi, quantificare i danni in termini di vite umane.

Creato da Craig Mazin, che ha anche firmato la sceneggiatura, Chernobyl è un oggetto prezioso. La regia, firmata da Johan Renck, è attenta, delicata, capace di caricare di tensione e anche di poesia scenari catastrofici, mette al centro della scena, soprattutto nei primi episodi, il corpo pesante, grigio e ferito della centrale stessa. Gli squarci nei suoi fianchi, sul suo tetto, sono ferite dai quali esce un veleno invisibile del quale nessuno davvero conosceva ancora la pericolosità.

Questa consapevolezza lucida e terrificante conferisce ancora maggiore tensione al racconto, e tutto passa attraverso le scelte della regia di indirizzare l’attenzione dello spettatore sui volti, quelli degli operatori impreparati, dei pompieri sfiniti, dei minatori accaldati, quei minatori protagonisti della sequenza più bella e potente dell’intera serie: nudi di fronte al caldo e alla fatica, come nudo è l’uomo di fronte a catastrofi del genere, esposto alle radiazioni che avvelenano il corpo ignaro. L’approccio così attento e delicato, anche nel tracciare immaginari catastrofici, si associa ad un eccellente lavoro sulla fotografia e soprattutto sul sound design, a cui spesso è affidato tutto l’apporto emotivo e drammatico delle scene mostrate.

Peccato solo che questa attenzione non si rispecchi anche nella scrittura che si lascia andare, soprattutto nella seconda parte, alla semplificazione della situazione politica dell’Ucraina all’epoca dell’esplosione: i cattivi finiscono per essere i rappresentanti del regime comunista, gli scienziati vittime di un potere folle che li voleva costringere al silenzio, i protagonisti eroi che si scagliano contro quell’ordine. Pare infatti che la Russia abbia male accolto la serie, annunciando la produzione di uno show sullo stesso tema che però vorrebbe rintracciare i copevoli addirittura nelle fila della CIA. Ma, lontanissimo dall’essere una presa di posizione politica, quella delle serie sembra, appunto, solo una semplificazione di una società complessa e difficilissima da leggere, soprattutto oggi, una scelta che mira quindi ad una maggiore fruibilità da parte dello spettatore.

Chernobyl recensione serie tvDiscutibile, ma anche in questo caso comprensibile, la scelta di sintetizzare la squadra di scienziati che lavorarono alle indagini sull’incidente, riassumendoli nella figura della scienziata Ulana Khomyuk che, da sola, trova la verità. Un’ulteriore semplificazione dei fatti che invece hanno necessitato di tante menti al lavoro, per ricostruire le dinamiche dell’incidente e quantificare le conseguenze.

La divisione del racconto in cinque episodi si trasforma anche un una curva di Gauss drammaturgica, in cui il picco di maestosità viene raggiunto, in crescendo dagli episodi uno e due, nel terzo, per poi scemare lentamente, ma pur su livello alti, nella quarta e quinta puntata. E tutta la sezione ascendente di questa curva vede protagonisti gli scienziati che conducono l’indagine, l’occhio attraverso cui ci viene raccontata la storia, ma tiene in primo piano l’orrore, la piccolezza e fallibilità umana di fronte a un disastro che non è stato capito, nel corso del suo svolgersi. A questa prima parte folgorante, corrisponde una seconda parte più didascalica, che si focalizza sul processo e sulle condanne ai colpevoli.

A prestare i volti a questi personaggi ci sono una manciata di attori, noti e meno noti, dai protagonisti Jared Harris, Stellan Skarsgård e Emily Watson, ai comprimari Barry Keoghan, Michael McElhatton e Jessie Buckley, interpreti intensi ed equilibrati che riescono a mettere in scena la tragedia senza crogiolarsi nell’orrore, assecondando il gusto della regia che preferisce conferire potenza e maestosità a protagonisti animati e inanimati attraverso le inquadrature, senza soffermarsi sulla miseria e sul dolore.

Nell’approccio che i creatori hanno adottato per portare sullo schermo Chernobyl, il fatto reale, raccontato con dovizia di particolari e gusto per l’indagine, scivola in secondo piano. Non c’è niente, dei fatti che sono accaduti e che vengono esposti, che non si possa leggere sulla pagina aggiornata di Wikipedia dedicata al disastro, e c’è senz’altro una grande abilità a drammatizzare a questo livello, una successione di eventi tanto dolorosa e spaventosa. Quello che davvero emerge dalle scelte dei realizzatori e che conferisce forza alla serie, sono le storie private, il sacrificio ignaro di molti, l’enormità della tragedia, la paura, la lotta, l’ineluttabilità di quanto accaduto e l’inenarrabile tragicità della conseguenza.

Chernobyl: 5 cose da sapere su questa serie tv

Chernobyl: 5 cose da sapere su questa serie tv

Dal 10 giugno è possibile vedere Chernobyl  in esclusiva su Sky. Questa nuova serie originale è nata dalla collazione tra Sky e HBO e s’ispirata alla tragedia nucleare di Chernobyl avvenuta il 26 aprile del 1986. Dalla catastrofe che inevitabilmente colpì gran parte dell’Europa sono già passati ben 33 anni: proprio il 26 aprile 1986 avvenne l’esplosione del reattore numero 4 della centrale di Chernobyl, a 120 chilometri da Kiev.

La serie in questione prende le mosse proprio da questa indimenticata tragedia, sviluppandosi in cinque episodi e raccontando una delle peggiori catastrofi mai provocate dall’uomo. Tutto è nattato attraverso gli atti di coraggio di quanti provarono a salvare l’Europa da un disastro inimmaginabile. Scritta da Craig Mazin, la serie è diretta da Johan Renck e nel cast vi sono Jared Harris, Stellan Skarsgård, Emily Watson, Jessie Buckley, Paul Ritter, Adrian Rawlins, Con O’Neill, Sam Troughton, Adam Nagaitis, Ralph Ineson, Mark Lewis Jones, Fares Fares e David Densik. Ecco, dunque, cinque cosa da sapere su Chernobyl.

Uno dei personaggi è stato romanzato

Chernobyl

Il personaggio di Ulana Khomyuk – interpretato da Emily Watson– è l’unico personaggio romanzato, ed è un composito di diversi scienziati coinvolti nel disastro di Chernobyl. Non è confermato che tra loro vi fossero delle donne.

Avere il personaggio composito di una donna, riflette in maniera accurata la percentuale insolitamente elevata di donne che lavorano nel campo della scienza e delle medicina nell’Unione Sovietica.

La HBO ha realizzato anche dei podcast

hbo

Parallelamente allo show, dopo la realizzazione di ogni episodio, la HBO ha pubblicato un podcast per ogni puntata, in cui il creatore/sceneggiatore Craig Mazin parla con Peter Sagal dell’episodio in questione. Durante queste puntate, Mazin ha rivelato molti dettagli dei dietro le quinte, della sceneggiatura e della produzione della miniserie. Inoltre, ha spiegato e parlato molto della storia e degli eventi reali che si sono verificati, andando oltre la trama dell’episodio e i personaggi inclusi. Questo approfondimento è stato intitolato Il Podcast di Chernobyl.

La colonna sonora di Chernobyl è composta da suoni naturali

chernobyl

Per registrare la colonna sonora adatta allo show, il compositore Hildur Guðnadóttir si è recato alla centrale elettrice dismessa di Ignalina, in Lituania.

In questa zona è stata girata gran parte della serie, e proprio qui si è recato il compositore per registrare suoni ambientali unici, grazie anche all’aiuto di uno specialista di registrazione del suono, Chris Watson, e del produttore Sam Slater.Una volta tornati in studio, hanno ascoltato ore di registrazioni, provando i suoni da loro. In seguito, il compositore ha composto la maggior parte della musica per la colonna sonora della miniserie da quelle registrazioni.

La città di Pripyat è rimasta come è stata lasciata il 27 aprile del 1986

città di Pripyat

Le autorità sovietiche, inizialmente, ordinarono una evacuazione temporanea di tre giorni con solo tre ore di anticipo e avvisarono i residenti di mettere in valigia solo i beni personali di importanza vitale. Ritenendo che sarebbero tornati a breve, la città fu sostanzialmente abbandonata sul posto.

Durante l’operazione di pulizia, tuttavia, la maggior parte dei mobili, automobili e altri oggetti personali sono stati saccheggiati e rimossi illegalmente dalla zona di esclusione. Quando la popolazione di Chernobyl fu evacuata, essi furono informati che sarebbe andati via solo per alcune settimane mentre la centrale sarebbe stata riparata. Ma, come la storia ha insegnato, questo non è successo e la città si trova esattamente come è stata lasciata nel 1986.

La serie di divide tra lingua inglese e lingua russa

Sullo schermo, gli attori parlano inglese con i loro accenti naturali senza troppi problemi in questo senso. Tuttavia, tutto il discorso che viene ascoltato attraverso mezzi artificiali – vale a dire attraverso radio, registrazioni delle chiamate telefoniche di emergenza, notiziari televisivi sovietici e gli annunci fatti attraverso i sistemi di comunicazione pubblica – è espresso in lingua russa.

Fonte: IMDb

Chernobyl Diaries – La Mutazione: trailer ufficiale

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Chernobyl Diaries – La Mutazione: trailer ufficiale

Trailer italiano del film CHERNOBYL DIARIES – La Mutazione, thriller/horror scritto e prodotto dal regista di Paranormal Activity, Oren Peli. Dal 20 giugno al cinema.

Chernobyl Diaries – La mutazione: recensione

Chernobyl Diaries – La mutazione: recensione

Arriva anche nelle nostre sale Chernobyl Diaries – La mutazione, nuova attesa creatura di Oren Peli, creatore del fenomeno, (poco fenomenale) Paranormal Activity.  Il film è tratto proprio da una storia originale di Oren Peli che  per l’occasione si è ispirato al più grave incidente nucleare della storia e prende spunto da i tragici eventi di Chernobyl e dalla famosa città fantasma Pripyat, nel cuore dell’Ucraina.

Chernobyl Diaries – La mutazione segue le vicende di sei giovani turisti che ingaggiano una guida specializzata in turismo estremo. La guida, ignorando tutti i segnali di pericolo, li porta a Pripyat città nella quale vivevano i dipendenti della centrale nucleare di Chernobyl, rimasta disabitata dopo il disastro di oltre 25 anni fa. Dopo una breve esplorazione, il gruppo, impossibilitato a ripartire, scopre di non essere solo…

Chernobyl Diaries - La mutazioneRicco di spunti interessanti, Chernobyl Diaries – La mutazione è sicuramente molto meglio del precedente film di Oren Peli, quel Paranormal Activity che era diventato quasi una moda più che un vero film dell’orrore. Sin da allora Peli aveva mostrato di saperci fare e in questo caso conferma tutte le sue potenzialità, superando se stesso e costruendo una storia ricca di fascino e suggestione nel cuore dell’Europa dell’Est. La pellicola seppur vittima di alcuni fastidiosi cliché del genere che proprio non vogliono scomparire, riesce nell’intento di suscitare inquietudine e tristezza, grazie alla buona messa in scena del viaggio nella città fantasma di Pripyat.

Le atmosfere spettrali e grigie, rimangono sempre credibili e realistiche. Ma la vera sorpresa è la buona costruzione drammaturgica del film che fa della suspence il suo asso nella manica. Il regista Brad Parker si dimostra abile nel costruire sequenza per sequenza il film, senza tralasciare i momenti di sospensione che carica al punto giusto la tensione, aiutato da un’apprezzabile e servizievole sceneggiatura. Forse l’unico punto debole del film è come già anticipato l’utilizzo di alcuni cliché del genere e dei personaggi poco approfonditi e completamente travolti dagli avvenimenti.

Chernobyl Diaries – La mutazione, nonostante questo, è un buon condensatore di tensione, adrenalina, che farà saltare  lo spettatore sulla poltrona a più riprese.

Cherif, la serie tv: trama, cast, episodi e dove vederla

Cherif, la serie tv: trama, cast, episodi e dove vederla

Cherif è la serie tv francese e poliziesco creata da Lionel Olenga, Laurent Scalese e Stéphane Drouet. La serie è scritta da Lionel Olenga, Marine Gacem, Mehdi Ouahab, Laure DeColbert, Robin Barataud e diretta da Vincent Giovanni, Julien Zidi, Akim Isker, Hervé Brami, Pierric Gantelmi d’Ille. E’ composta da sei stagioni di successo ed è andata in onda per la prima volta nel 2012.

Cherif: dove vederla

La serie tv Cherif è in programmazione in onda su Giallo.

Cherif, la trama e il cast

Nella serie tv il capitano alla Squadra Anticrimine di Lione, Kader Cherif ama fare il suo lavoro e se ne infischia se la cosa dovesse stupire qualcuno. Poliziotto di strada, conosce la sua città come nessuno e praticamente non lascia mai il commissariato, in quanto abita proprio di fronte. Dotato di perspicacia non comune, Cherif è solito citare frasi e aneddoti delle serie televisive poliziesche anni 70/80 a cui si ispira. Allegro e simpatico, spesso svolge le sue indagini in maniera non proprio ortodossa, ad esempio portandosi i testimoni in casa per interrogarli davanti a una tazza di tè; questi metodi non mancano di creare attrito con la sua nuova partner, il capitano Adeline Briard, figlia del direttore della polizia giudiziaria di Parigi, trasferitasi a Lione dopo il suicidio del fratello. Curiosa anche l’auto di servizio di Cherif, una Peugeot 504 coupé prelevata dal parco vetture sequestrate dalla Polizia.

In Cherif protagonisti sono Abdelhafid Metalsi nei panni di Capitano Kader Cherif, Carole Bianic nel ruolo di Capitano Adeline Briard, Aurore Erguy come Roxane Le Goff, François Bureloup nei panni di Brigadiere capo Joël Baudemont, Vincent Primault come Philippe Dejax, medico legale, Greg Germain come Jean-Paul Doucet, Direttore della polizia di Lione, Clémence Thioly come Stéphanie Giraud, Agente (episodi da 1 a 18) e Nathalie Blanc nei panni di Christelle Laurent, Agente dall’episodio 23).

Nei ruoli ricorrenti Mélèze Bouzid come Sarah Cherif, figlia di Kader Cherif, Élodie Hesme come Deborah Atlan, avvocato del foro di Lione e ex moglie di Kader Cherif, Frédéric Gorny come Pierre Clément, avvocato e compagno di Deborah Atlan (3 épisodes), Arsène Mosca come Jean-Pierre Rochmansky e Arnaud Binard come Pascal Garnier.

Curiosità sulla serie tv

Nel 2010, mediante un bando di gara, France 2 cerca nuove serie televisive. L’intento di Lionel Olenga, coideatore di Cherif insieme a Laurent Scalese e Stéphane Drouet, è di proporre una serie poliziesca divertente con degli aspetti surreali e un po’ sfalsati. Visti i buoni dati di ascolto della seconda serie, all’inizio del 2015 la rete rinnova il contratto per una terza e successivamente per una quarta stagione. In Italia va in onda su Giallo dal 4 gennaio 2016.

Cher nel cast del sequel di Mamma mia!

Cher nel cast del sequel di Mamma mia!

L’icona della musica Cher sarà nel cast del sequel di Mamma mia! La Universal Picture ha iniziato la lavorazione questa estate in Agosto. Cher ha annunciato la sua presenza nel cast con un post su Twitter. Il suo ruolo deve ancora essere noto.

https://twitter.com/cher/status/919373976803205120

 

Dopo il grande successo del film del 2007 che ha incassato 600 milioni di dollari in tutto il mondo, ritorniamo sull’isola greca di Kalokairi per un nuovo musical basato sui brani originali degli ABBA. Il sequel uscirà il 20 Luglio 2018.

Nel cast torneranno Meryl  Streep nel ruolo di Donna, Julie Walters nel ruolo di Rosie, Christine Baranski nel ruolo di Tanya. Amanda Seyfriend e Dominic Cooper torneranno nei ruoli di Sophie e Sky, Pierce Brosnan, Stellan Skarsgard e il premio Oscar Colin Firth torneranno rispettivamente nei panni di Sam, Bill e Harry.

Mamma mia 2: Lily James sarà una giovane Meryl Streep

Il sequel, chiamato Mamma mia! Here we go again, si focalizza sulle vicende passate dei protagonisti. Vedremo quindi una giovane Donna interpretata da Lily James, delle giovani Rosie e Tanya interpretate da Alexa Dawes e Jessica Keenan Wynn e per finire dei giovani Sam, Bill e Harry interpretati rispettivamente da Jeremy Irvine, Josh Dylan e Hugh Skimmer.

Il film è prodotto da Judy Crayner e Gary Goetzman. Ol Parker cura la regia e la sceneggiatura basata su una storia scritta da Catherine Johnson, Richard Curtis e Parker. Benny Anderson e Bjorn Uhaeus curano la musica e partecipano anche in veste di produttori esecutivi. Tom Hanks, Rita Wilson, Phyllida Lloyd, Richard Curtis e Micky Kentish Barnes partecipano come produttori esecutivi.

Fonte: Comingsoon

Chef: Sam Keeley si unisce al cast

Dopo aver recitato in alcuni show come Misfits e Raw, Sam Keeley è stato letteralmente assalito e richiesto per diversi ruoli cinematografici di spessore certamente più elevato. Così sembra proprio che vedremo Sam recitare in Chef, al fianco di Bradley Cooper.

Leggi anche: Sienna Miller diventa Chef con Omar Sy

Il film, che potrebbe uscire nelle sale cinematografiche con un titolo diverso, narra le vicende di Adam Jones (Cooper), uno chef parigino, che dopo aver toccato il fondo a causa di scelte davvero discutibili, cerca di risollevarsi, mettendosi a capo di un ristorantino.

Sam Keeley dovrebbe interpretare il ruolo di David, un giovane che Adam assume per lavorare in cucina e che, ben presto, finirà per diventare più utile di quanto Adam stesso aveva preventivato. Keeley si aggiunge a Sienna Miller e Omar Sy.

Come detto, Keeley è davvero richiestissimo in questo periodo: potremo ammirare le sue performance in Monsters: Dark Continent (in uscita il 26 Settembre prossimo) e nel nuovo film di Ron Howard, In the heart of the sea, in uscita nelle sale italiane nel 2015.

Fonte: Empireonline.com

Chef: recensione del film con Jean Reno

Chef: recensione del film con Jean Reno

Tradizionale, ricercata, tipica, all’avanguardia… quanti altri aggettivi potremmo attribuire alla cucina? Forse non c’è argomento più inflazionato al mondo: parlata ed assaggiata, la cucina è – comprensibilmente – ovunque… basti pensare agli innumerevoli programmi televisivi, e addirittura reality che ne fanno l’argomento centrale. Al cinema, dopo i vari Ricette d’amore, Ratatouille e il più recente Julia&Julie, arriva Chef, che si pone immediatamente su tutt’altro versante: inizia in una cucina e mantiene la tacita promessa di restarci.

Dunque, un’immersione inedita nel mondo dell’arte culinaria, che scopriamo competitivo come pochi altri mondi, dove si crea l’inimmaginabile, pur di non perdere una stella. Jean Reno è Alexandre Lagarde, chef pluripremiato, messo duramente alla prova dal gruppo finanziario proprietario dei suoi ristoranti. Lagarde è accusato di essere troppo retrogrado, poco aperto alle novità culinarie che invadono il mondo dell’alta cucina e totalmente inadatto ad approfittarsi del potenziale industriale della sua catena di ristoranti.

Chef, il film

La cucina che si fa business, totalmente votata al guadagno e poco attenta alla qualità dei prodotti, proprio non va d’accordo con i tradizionalisti e puristi del sapore come Lagarde, che ha passato troppo tempo teso nello sforzo di piacere a “quelli che se ne intendono”, dimenticando il piacere di cucinare per chi si ama. E’ qui che entra in gioco Jacky Bonnot (Michael Youn), trentaduenne perennemente disoccupato, devoto alla buona cucina fino all’inverosimile e dotato di un estro fuori dal comune, proprio quello necessario a salvare la fama del suo maestro. 81 minuti che scorrono tra una pietanza e l’altra, crudelmente messa sotto gli occhi dello spettatore, senza che questi possa assaporarla davvero, ma di cui si riesce quasi a sentire il profumo.

I prelibati e raffinatissimi menù del Cargo-Lagarde riempiono, dunque, l’intero film, lasciando poco spazio ai personaggi, che sembrano abbozzati e decisamente poco accattivanti. Insomma, nulla a che vedere con personalità come la Martha di Sandra Nettlebeck o Julia Child, ma una commedia di tutt’altro genere che, seppur debole nelle poche scene che non riguardano prettamente il campo culinario, scorre piacevole e perfettamente godibile. Diretto da Daniel Cohen, Chef sarà nelle sale a partire dal 22 giugno.

Chef: clip del film Jon Favreau e guerra su Twitter

ChefTwitter può essere precaria per qualcuno che non conosce il territorio, e questo è esattamente il pericolo presentato in questa clip esclusiva da Chef , un dramma culinario dello scrittore-regista Jon Favreau (Iron man), che farà il suo debutto Venerdì al Festival SXSW.

Nel film, Favreau racconta la vicenda dello chef Carl Casper, che si ritrova nel bel mezzo di uno scontro sui social media dopo aver mandato involontariamente un tweet di scherno a un critico gastronomico che gli aveva riservato un giudizio graffiante. Nella clip qui sotto, i suoi compagni di cucina (interpretati da John Leguizamo e Bobby Cannavale), lo accompagnano nella sua guerra su Twitter con il critico gastronomico. 

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Dopo l’accaduto, la vita professionale (e personale) di Casper va fuori controllo, fino a quando decide di riorganizzarsi con un furgoncino per vendere cibo, nella precisione sandwich cubani. E quello stesso furgoncino sarà a SXSW, a servire cibo per alcuni presenti al festival il Sabato, con Favreau e lo chef Roy Choi, suo consulente culinario sul set.

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Fonte: Buzzfeed

Chef la Ricetta Perfetta trailer italiano del film di e con Jon Favreau

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chefArriverà nei cinema italiani il 30 luglio Chef la Ricetta Perfetta di Jon Favreau, il film che vede protagonista lo stesso regista assieme al vecchio amico Robert Downey Jr, Sofia Vergara e Scarlett Johansson.
Nel film, Favreau racconta la vicenda dello chef Carl Casper, che si ritrova nel bel mezzo di uno scontro sui social media dopo aver mandato involontariamente un tweet di scherno a un critico gastronomico che gli aveva riservato un giudizio graffiante. Nella clip qui sotto, i suoi compagni di cucina (interpretati da John Leguizamo e Bobby Cannavale), lo accompagnano nella sua guerra su Twitter con il critico gastronomico.

Chef due clip dal film di e con Jon Favreau

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Chef due clip dal film di e con Jon Favreau

chefDue clip in lingua originale per Chef di Jon Favreau, il film che vede protagonista lo stesso regista assieme al vecchio amico Robert Downey Jr., Sofia Vergara e Scarlett Johansson
Nel film, Favreau racconta la vicenda dello chef Carl Casper, che si ritrova nel bel mezzo di uno scontro sui social media dopo aver mandato involontariamente un tweet di scherno a un critico gastronomico che gli aveva riservato un giudizio graffiante. Nella clip qui sotto, i suoi compagni di cucina (interpretati da John Leguizamo e Bobby Cannavale), lo accompagnano nella sua guerra su Twitter con il critico gastronomico.

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http://youtu.be/QxJzgsHgIio

Chef – riderete di gusto: dal 22 Giugno al cinema!

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Chef – riderete di gusto: dal 22 Giugno al cinema!

Chef – riderete di gusto. Un film di Daniel Cohen, con Jean Reno, Michaël Youn, Raphaëlle Agogue, Julien Boisselier. Dal 22 Giugno 2012 al cinema. 

Chef – La ricetta perfetta: trama e cast del film di Jon Favreau

Chef – La ricetta perfetta: trama e cast del film di Jon Favreau

Il regista Jon Favreau è oggi noto per essere particolarmente legato alla Disney, per la quale ha diretto film come Iron Man, Il libro della giungla, Il re leone e ha ideato la serie The Mandalorian. Molto impegnato in progetti dal grande budget, questi decise però, nel 2014, di prendersi una pausa da tutto ciò e tornare a dedicarsi ad un film più piccolo, senza l’utilizzo di grandi effetti speciali ma basato unicamente su una buona sceneggiatura e valide interpretazioni. È così che nasce Chef – La ricetta perfetta, film per il quale Favreau ha ricoperto il ruolo di regista, sceneggiatore, produttore e attore protagonista.

Il suo desiderio era infatti quello di realizzare un film basato sul mondo della cucina, sua altra grande passione. Per tale progetto decise di circondarsi di colleghi fidati ed esperti del settore che potessero guidarlo verso una maggior realisticità. All’interno di questo contesto, però, Favreau decise di inserire anche elementi autobiografici, come la provenienza da una famiglia difficile e l’essere un padre spesso più impegnato nel lavoro che nel dedicare tempo ai propri figli. Lo stesso desiderio di abbandonare film dal grande budget per dedicarsi ad un progetto indipendente è un elemento che si ritrova nel film nella decisione del protagonista di rinunciare al grande ristorante in favore di un più umile food truck.

Dopo un periodo di riprese dislocate tra le città di Miami, Austin, Los Angeles e New Orleans, Chef – La ricetta perfetta arrivò infine in sala. Qui si affermò come un grande successo, incassando ben 46 milioni di dollari a livello globale a fronte di un budget di soli 11. Il film venne inoltre particolarmente apprezzato dalla critica, che ne lodò la regia, le interpretazioni e la storia. Così Favreau ha dato ulteriormente prova della sua poliedricità, dimostrando di essere uno dei nomi del cinema statunitense più importanti del momento. Per scoprire ulteriori curiosità su questo film, basterà proseguire qui nella lettura.

Chef – La ricetta perfetta: la trama del film

Protagonista del film è Carl Casper, chef di grande fama che da anni riscuote ormai soltanto pareri positivi per i suoi ricercati piatti, in grado di soddisfare ogni tipo di palato. Nonostante ciò, egli si trova un giorno a dover fare i conti con la critica negativa del temuto Ramsey Michel, noto esperto di gastronomia. Carl non prenderà però affatto bene le sue affermazioni, e in seguito ad una sfuriata pubblica nei confronti del critico finisce con l’essere licenziato dal ristorante e veder terminare bruscamente la sua gloriosa carriera. Ritrovatosi screditato da tutti e senza un lavoro, questi si trova nella condizione di dover trovare una soluzione.

L’idea che gli permetterà di riscattarsi arriva proprio dalla sua ex moglie Inez, la quale gli consiglia di aprire un chiosco di panini cubani. Aiutato da suo figlio Percy e dall’esperienza di questi con il mondo del Web, Carl intraprende così un lungo viaggio dalla Florida alla California con il suo food truck chiamato “El-Jefe”. Durante tale tour lo chef avrà non solo occasione di incontrare numerosi fan della sua cucina, ma anche di riscoprire l’amore nei confronti di questa. In particolare, però, egli avrà modo di ricostruire il rapporto con suo figlio, con il quale aveva fino a quel momento trascorso troppo poco tempo insieme.

Chef - La ricetta perfetta cast

Chef – La ricetta perfetta: il cast del film

Anche protagonista del film, Jon Favreau contattò per assisterlo il celebre chef di food-truck Roy Choi. Questi acconsentì di partecipare in qualità di consulente a patto che Favreau si impegnasse ad essere il più realistico possibile nella sua interpretazione. Per riuscire in ciò, il regista e attore trascorse diverso tempo in cucina con Choi, imparando ad eseguire correttamente attività come ripulire la propria postazione o ripiegare adeguatamente gli asciugamani. Allo stesso tempo, lo chef insegnò lui a cucinare, e tutti i piatti che si vedono nel film vengono realmente preparati da Favreau. Questo duro periodo di pratica gli permise di entrare nella mentalità dello chef, con tutta la concentrazione che questo ruolo richiede anche per i più piccoli dettagli.

Nel ruolo di Inez, ex moglie di Carl, si ritrova l’attrice Sofia Vergara, oggi nota per il suo ruolo nella serie Modern Family. Il giovane Emjay Anthony, qui ad uno dei suoi primi ruoli cinematografici, interpreta invece il figlio di Carl, Percy. Nel film sono poi presenti attori come John Leguizamo nei panni di Martin, amico di Carl, e il premio Oscar Dustin Hoffman in quelli di Riva, proprietario del ristorante dove Carl lavorava. Compaiono poi in ruoli minori gli attori Robert Downey Jr. nel ruolo di Marvin e Scarlett Johansson in quello di Molly. Questi due avevano già collaborato con Favreau per il film Iron Man 2. L’attore Oliver Platt, invece, è il critico Ramsey Michel. Per prepararsi al ruolo, questi passò diverso tempo insieme a suo fratello, che di professione è proprio un critico gastronomico. Da lui imparò tutto ciò che c’era da sapere sul mestiere.

Chef – La ricetta perfetta: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Chef – La ricetta perfetta è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno venerdì 27 novembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Chef – La ricetta perfetta: recensione del film di e con John Favreau

Se state per andare a vedere il film come Chef – La ricetta perfetta, assicuratevi di prenotare nel vostro ristorante preferito, perché uscirete dal cinema con un acquolina in bocca che dovrete assolutamente soddisfare!

In Chef – La ricetta perfetta lo stellato e acclamato chef Carl Casper (John Favreau) un giorno perde il suo posto a capo di una delle cucine più importanti di Los Angeles, messo alle strette dal suo boss (Dustin Hoffman) che pensa solo alle entrate soffocando la sua creatività culinaria. Re della cucina, ma pessimo come padre e marito, Carl si troverà senza soldi, senza cucina e con una reputazione stracciata da un food blogger. Ma quasi come una benedizione, più che una disgrazia, lo Chef si ritroverà a tornare alle basi, all’origine della sua passione e alla libertà creativa di essere in proprio. Grazie alla ex-moglie Inez (Sofia Vergara) che crede nel suo talento, Carl insieme all’aiuto cuoco Martin (John Leguizamo) e al figlio Percy (Emjay Anthony) partirà a bordo di un food-truck da Miami fino a Los Angeles, riscoprendo non solo la vera cucina di strada ma anche il senso dell’essere padre e amico.

John Favreau dopo i blockburster di Iron Man, si prende una pausa per regalarci questo piccolo gioiellino da godere lentamente come un buon pranzo. I colori vivi degli ingredienti freschi, le inquadrature strette su un coltello velocissimo che sminuzza verdure, il lento soffriggere e cuocere sulla piastra perfetti e succulenti pezzi di maiale ti fa quasi credere di sentirne l’aroma grazie ad un posto d’onore che John Favreau ci riserva accanto allo chef. Con un cast scelto da lui (anche Scarlett Johansson e Robert Downey Jr.) e centrato in ogni ruolo e sfumatura, il film scorre in modo piacevole, con scambi di battute brillanti, a volte sopra le righe ma che ti regalano una saporita commedia condita da buona musica e bei sentimenti.

John Favreau in Chef – La ricetta perfetta  rappresenta il suo Chef come una rockstar del nostro tempo, bandana e groupie comprese (e si, riesce a rendere sexy anche una spaghettata aglio,olio e peperoncino!), e su questo non si sbaglia. Non c’è canale televisivo che non proponga uno show sulla cucina, oramai invasi da personaggi qualsiasi che ti rifilano la ricetta della nonna e da gare di velocità e creatività su piatti che poi verranno giudicati da chef annoiati e frustrati. John Favreau esplora molto questa tendenza, buttando in mezzo nomi ( l’antipatico food blogger, Ramsey Michel … vi ricorda qualcuno?) e proposte di gare culinarie quando, professionalmente in declino, la fama di Carl Casper cresce a causa di un video e un tweet ormai diventati virali. Non critica e di certo non innalza il suo Chef al di fuori del meccanismo, ma sottolinea la difficoltà di esprimersi in modo creativo se non si vuole scendere a compromessi, le stesse difficoltà che probabilmente incontra lo stesso John Favreau a Hollywood, diviso tra filmoni Marvel ma ansioso di tornare alle origini con commedie semplici come questa.

Cheerleader per sempre: recensione del film Netflix

Cheerleader per sempre: recensione del film Netflix

Tre anni dopo la sua ultima comparsa nel film Jojo Rabbit (Taika Waititi), Rebel Wilson (Attenti a quelle due, The Hustle) torna in scena con una commedia rosa firmata Netflix: Senior Year – Cheerleader per sempre. Il lungometraggio, diretto da Alex Hardcastle, è un ironico racconto dell’adolescenza e delle leggi che governano la vita tra i banchi delle superiori, dinamiche che non sono poi così diverse da quelle della vita adulta…

La trama di Cheerleader per sempre

Nel 2002, Stephanie (Rebel Wilson) ha 17 anni, frequenta l’ultimo anno di liceo ed è tra le ragazze più celebri della scuola. La sua vita adolescenziale è apparentemente perfetta: è il capo delle cheerleader della scuola, è fidanzata con il ragazzo più carino – ovviamente il quarterback della squadra di football – ed è ammirata da tutti. Fin dalla morte della madre, avvenuta qualche anno prima, Stephanie sogna di diventare reginetta del ballo e di iniziare con questo primo passo la sua vita perfetta. Steph ha tutte le carte in regola per realizzare il suo desiderio, ma durante una spettacolo da cheerleader, cade malamente ed entra in coma.

Stephanie si risveglia vent’anni dopo: nel 2022, in un corpo da donna di 37 anni e circondata da una tecnologia e una cultura completamente rinnovata. Il mondo è andato avanti, ma dentro di sè Steph è rimasta una ragazzina che vuole essere la più bella della scuola. Con l’aiuto dell’amica Martha, ormai diventata preside del liceo, la protagonista torna tra i banchi. La scuola non sembra però avere le stesse regole di popolarità di un tempo. Stephenanie riuscirà, a distanza di vent’anni, a realizzare il suo sogno e a diventare reginetta?

Ascesa e discesa di una ”popular”

Quando aveva 14 anni, Stephanie non era affatto cool. Ha però deciso di diventarlo e in 3 anni ci è riuscita. L’incidente che ha avuto ha distrutto i suoi piani: 20 anni dopo, il suo ex-ragazzo (Justin Hartley) è sposato con la sua più acerrima nemica. I due sono benestanti e vivono nella casa dei suoi sogni, mentre Stephanie si trova alle prese con un corpo troppo adulto e con un sistema scolastico che, per evitare la competizione malsana tra gli studenti, ha cancellato la nomina del re e della reginetta del ballo.

Ad un primo impatto, Cheerleader per sempre non sembra troppo diverso dai tanti teen movie visti e rivisti. Da Clueless a Mean Girls, di film più o meno moralistici sulle reginette del ballo e sulla popolarità ce ne sono a decine. Anche il tema dell’adulto nel corpo da ragazzo (o viceversa) è già stato trattato tante volte, si pensi a 17 again o a 30 anni in secondo. Nonostante tutti i cliché e gli stereotipi del genere, il Cheerleader per sempre ha dei tratti distintivi interessanti.

Satira sul politically correct e sulla cultura americana

Cheerleader per sempre è prima di tutto una commedia americana, divertente e leggera. Tuttavia, nel suo modo di rappresentare i tratti più coloriti di una società consumistica e superficiale, il film riesce a fare della satira sottile su una serie di aspetti. Per prima cosa, Cheerleader per sempre cita e prende in giro il teen movie dei primi anni 2000, kitsch, pieno di ragazzine bionde con il lucidalabbra e di brutti anatroccoli che diventano reginette. Il regista mette a confronto quel genere di film con la cultura in cui siamo immersi oggi: Stephanie non sa nulla dell’inclusività, della comunità LGBTQ+, del politicamente corretto, ma si trova catapultata in una scuola in cui invece questi temi sono all’ordine del giorno.

Mettendo in contatto due momenti storici così vicini ma anche così differenti, il regista enfatizza non solo i progressi e le differenze tra ieri e oggi, ma anche i tratti più estremi e surreali di entrambi i lati. Tutto questo viene fatto con una buona dose di ironia e di battute, alcune fin troppo assurde, ma a loro modo apprezzabili ed efficaci.

Rebel Wilson è la protagonista indiscussa

Dopo un film più impregnato come Jojo Rabbit, e dopo due anni di pausa dal grande schermo, Rebel Wilson torna a fare cinema nel suo campo: la commedia rosa. L’attrice, nota al grande pubblico per il ruolo di Ciccia Amy nei film di Pitch Perfect e per quello da co-protagonista in Single ma non troppo, è l’eccentrica star di Cheerleader per sempre. Rebel Wilson porta nel film tutto il suo stile chiassoso e appariscente ed è perfetta nei panni della donna-adolescente. Vestita in abiti da teenager anni Novanta, la Wilson ha un’estrema confidenza con il proprio corpo – l’attrice è dimagrita parecchio negli ultimi anni – e si muove agilmente nei panni del suo personaggio. Stephanie è perfettamente sgraziata in alcune scene e coordinata in altre, soprattutto in quelle di ballo, riuscendo ad intrattenere in entrambe le situazioni.

Per un’ora e mezza di spensieratezza, ironia e critica pungente sulla cultura di ieri e di oggi, Cheerleader per sempre vi aspetta su Netflix.

Checco Zalone supera sé stesso…e pure Avatar

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Laureato in Giurisprudenza e jazzista, ma non lo dimostra. O quanto meno, non lo vuole dimostrare, proponendo al pubblico televisivo prima e quello cinematografico poi, personaggi cafoni, ingenui, mammoni. Ma in fondo tanto amati. Parliamo di Checco Zalone.

Con il suo secondo film, “Che bella giornata”, sembra aver fatto di nuovo centro e sicuramente ad oggi porta a casa un record assoluto: in due giorni 7 milioni di euro, impresa mai riuscita neppure a kolossal americani come Avatar o a film attesi come Harry Potter. Che il film fosse molto atteso era già emerso dal boom di prenotazioni che la pellicola aveva registrato nei cinema durante le festività natalizie e anche la data era stata scelta strategicamente, il prefestivo 5 gennaio. Così Medusa, che distribuisce anche “La Banda dei Babbi Natale”, ha colpito e affondato il cinepanettone della Filmauro e stabilito una nuova data porta-fortuna, la vigilia della Befana, data in cui nella prossima stagione uscirà, secondo i desideri di Luca Miniero, il sequel di “Benvenuti al sud”.

altNei primi due giorni di programmazione “Che bella giornata” ha incassato 6 milioni 800 mila euro, dati Cinetel, che sommati agli incassi extra Cinetel dell’intero mercato superano i 7 milioni. Si tratta del record di sempre per il box office italiano. Ecco la trama del film: Checco, security di una misera discoteca della Brianza, si ritrova a lavorare come addetto alla sicurezza del Duomo di Milano per contrastare il pericolo di attentati. In poco tempo e grazie alle sue spiccate capacità intellettuali che provocano infiniti malintesi, Checco diventa la vera minaccia al patrimonio artistico italiano e presto ci si rende conto di non aver fatto un grande affare ad assumerlo. Un giorno Checco incontra Farah, una studentessa d’architettura che si finge francese e se ne innamora. Farah in realtà è araba ed è a Milano per portare a termine la sua personalissima vendetta. La bella ragazza intuisce subito che Checco, ignorante come pochi, potrebbe essere un perfetto e inconsapevole alleato per i suoi piani. Tutto sembra andare bene ma Farah non ha fatto i conti con l’animo di Checco che cambierà per sempre le sorti della sua vita.

Trentatré anni, Checco Zalone, nome d’arte di Luca Medici, barese di Capurso, laureato in legge, jazzista, è stato scoperto da Gennaro Nunziante (regista di entrambi i suoi film) a Telenorba mentre muoveva i primi passi nel programma comico I sottanòs. Nell’estate del 2006 la canzone Siamo una squadra fortissimi, dedicata alla Nazionale italiana di calcio, spopola sul web e gli fa guadagnare un posto sul palco di Zelig. Su YouTube vanno forti i video musicali in cui tra sgrammaticature, ironie e parolacce reinterpreta Vasco Rossi, Gino Paoli, Giusy Ferreri, Tiziano Ferro, Gigi D’Alessio. Ed è dal web che lo nota il figlio del produttore Pietro Valsecchi che lo porterà all’esordio al cinema. Quest’ultimo, tra i nomi più importanti della produzione fiction italiana, lo ha fatto debuttare lo scorso anno con “Cado dalle nubi”, un film di grande successo, 14 milioni di euro, che ha fatto di Zalone (nome d’arte che è una crasi dal dialetto barese “Che cozzalone!”) un fenomeno. E gli ha subito fatto firmare un contratto con l’opzione per il secondo film sul quale scommette pranzi luculliani in funzione di incassi milionari.

Checco Zalone ritorna al cinema con Quo Vado

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Checco ZaloneE’ stato annunciato da Riccione questa mattina il nuovo film di Checco Zalone che si intitolerà Quo Vado e che arriverà al cinema nelle prime settimane di Gennaio del 2016.

Il film distribuito ancora una volta da Medusa racconterà di un lavoratore italiano che si trova all’improvviso in uno stato di mobilità lavorativa e che lo porterà a girovagare in Italia fino ad arrivare alla Norvegia. Il film proverà a raggiunger i fasti dei due precedenti record d’incasso Sole a catinelle e Che bella giornata, che hanno incassato 51,8 e 43,3 milioni di euro.

Checco Zalone nelle prime immagini da Quo Vado

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Checco Zalone nelle prime immagini da Quo Vado

Checco Zalone è di nuovo pronto a conquistare il box office italiano con la sua ultima commedia, Quo Vado, in arrivo il prossimo 1 gennaio, e di seguito vi mostriamo le prime immagini del film:

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Di seguito la trama del film: “Quo vado?” racconta la storia di Checco, un ragazzo che ha realizzato tutti i sogni della sua vita. Voleva vivere con i suoi genitori evitando così una costosa indipendenza e c’è riuscito, voleva essere eternamente fidanzato senza mai affrontare le responsabilità di un matrimonio con relativi figli e ce l’ha fatta, ma soprattutto, sognava da sempre un lavoro sicuro ed è riuscito a ottenere il massimo: un posto fisso nell’ufficio provinciale caccia e pesca. Con questa meravigliosa leggerezza Checco affronta una vita che fa invidia a tutti. Un giorno però tutto cambia. Il governo vara la riforma della pubblica amministrazione che decreta il taglio delle province. Convocato al ministero dalla spietata dirigente Sironi, Checco è messo di fronte a una scelta difficile: lasciare il posto fisso o essere trasferito lontano da casa. Per Checco il posto fisso è sacro e pur di mantenerlo accetta il trasferimento. Per metterlo nelle condizioni di dimettersi, la dottoressa Sironi lo fa girovagare in diverse località italiane a ricoprire i ruoli più improbabili e pericolosi, ma Checco resiste eroicamente a tutto. La Sironi esausta rincara la dose e lo trasferisce al Polo Nord, in una base scientifica italiana col compito di difendere i ricercatori dall’attacco degli orsi polari. Proprio quando è sul punto di abbandonare il suo amato posto fisso, Checco conosce Valeria, una ricercatrice che studia gli animali in via d’estinzione e s’innamora perdutamente di lei. Inizia così un’avventura fantastica nella quale Checco scoprirà un nuovo mondo, aprendo la sua piccola esistenza a orizzonti lontanissimi.

 

Checco Zalone festeggia il capodanno al cinema con Quo vado?

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Checco Zalone festeggia il capodanno al cinema con Quo vado?

Il tanto atteso Quo vado?, programmato per lunedì 1 gennaio, anticipa il suo esordio alla notte di Capodanno. I fans di Zalone avranno la possibilità di brindare al 2016 e alle 00.30 iniziare l’anno tra le risate più attese della stagione. I biglietti sono già disponibili on line (www.thespacecinema.it) e al cinema. Il costo è di 12 euro.  I privilegiati saranno gli abitanti di Milano (Odeon), Genova, Bologna, Firenze, Parma (Campus), Silea (Treviso) e Limena (Padova).

La sala milanese dell’Odeon sarà anche la prima ad aprire i battenti l’indomani 1 gennaio alle 12.20. Gli altri 35 multiplex di The Space saluteranno i primi clienti tra le 14.30 e le 15.30.

Tutti ormai conoscono la trama del film prodotto da Pietro Valsecchi. È la storia di un ragazzo che perde il privilegio del “posto fisso” e diventa vittima di una terribile funzionaria pubblica. Non manca l’amore: Checco conosce Valeria una ricercatrice che studia gli animali in via di estinzione e se ne innamora pazzamente.

La regia è di Gennaro Nunziante. Con Checco Zalone, Eleonora Giovanardi e Sonia Bergamasco. Partecipazione di Maurizio Micheli e Lino Banfi.

Checco Zalone da record, quasi 7 milioni in 24 ore per Quo Vado?

Checco Zalone da record, quasi 7 milioni in 24 ore per Quo Vado?

“Un risultato al di là di ogni immaginazione”. Pietro Valsecchi commenta così il risultato al box office di Quo Vado?, il nuovo film di Checco Zalone.

Quasi 7 milioni di euro di incasso (pari a un milione di biglietti) nel primo giorno di programmazione è un dato incredibile, che polverizza il record precedente di 3 milioni e mezzo: anche a voler essere molto ottimisti nessuno avrebbe potuto immaginare una partenza così. Si tratta di una performance veramente unica che conferma l’eccezionalità di Checco Zalone nel panorama cinematografico italiano. Il 2016 si apre così per il nostro cinema con un’iniezione di fiducia di cui si sentiva davvero il bisogno: dovrebbe uscire un nuovo Zalone ogni anno per dare una spinta all’intero sistema del cinema italiano. Ora spero che a questo successo ne possano seguire altri per le nostre pellicole.”

Che Vuoi Che Sia: recensione del film di Edoardo Leo

Che Vuoi Che Sia: recensione del film di Edoardo Leo

Edoardo Leo torna al cinema dal 9 Novembre con Che Vuoi Che Sia prodotta da Fulvio e Federica Lucisano per la Warner Bros., una divertente commedia che ci porta a porci l’eterna e spinosa domanda di “Cosa siamo disposti a fare per la felicità?”.

In Che Vuoi Che Sia Anna (Anna Foglietta) e Claudio (Edoardo Leo) sono una coppia di trentenni come tanti, lei insegnante senza cattedra e lui informatico che invece che avere un lavoro adeguato alle sue competenze passa le giornate a riparare computer infetti, insomma… Due precari! Ma nonostante i problemi, le insoddisfazioni professionali, la necessità di affittare un stanza allo zio Franco (Rocco Papaleo) per pagare l’affitto e la voglia di avere un figlio che non si possono permettere, i due si amano molto. Claudio ha un idea per un app che può aiutare altri lavoratori, ma il consiglio di un guru del web è quello di provare con il crowdfunding.

Ma si sa, le idee semplici non attirano, meglio finanziare quelle stravaganti. Così una sera, da ubriachi, Anna e Claudio registrano un video in cui invitano il “popolo del web” a donare per la loro campagna e li provocano promettendo un video hard (di loro due) in caso di raggiungimento della cifra necessaria. E cosa c’è di meglio su Internet se non promettere del sesso? Le donazioni iniziano così ad arrivare, come anche la popolarità, i regali in cambio di un selfie, le sponsorizzazioni e gli inviti in discoteca. Anna è spaventata e vorrebbe mettere fine a questa storia, come anche Claudio che non è sicuro di voler andare avanti. Ma i soldi continuano ad aumentare e i due cambiano idea con l’unico obiettivo di poter riuscire così finalmente a costruire una famiglia. Ma dare via così la loro intimità, potrà essere per davvero la chiave per la felicità?

Al suo quarto film da regista, Edoardo Leo, con un approccio leggero e divertente porta in scena temi forti e scelte di vita importanti, che non sono più così rare. Parla della situazione dei precari, portati in ginocchio da una società che non è disposta ad aiutarli, della difficoltà di mettere al mondo un figlio in una situazione del genere (anche se scritto con molto anticipo, non vi ricorda le argomentazioni contro il #FertilityDay?), di come è difficile oggi finanziare una buona idea e di come invece sia estremamente facile finanziare “personaggi” e situazioni che possono portare visibilità, tutto il mondo del nuovo marketing che gira intorno a queste “celebrities” uscite dal nulla e di come questa situazione porti all’esasperazione e a valutare in modo concreto anche proposte “indecenti”, come fare un filmino porno per soldi (che servono).

Che vuoi che sia, il film

Ma come sempre Leo riesce a non farci pesare tutto questo: fa arrivare il messaggio ma fa anche ridere. Porta il peso del film sulle sue spalle insieme ad Anna Foglietta, collega e amica con cui riesce a trasmettere la vera intimità di una coppia e allo stesso tempo i problemi. Ma viene anche aiutato da un corollario di personaggi ben studiati che riescono ad esprimere i diversi tipi di reazione ad una proposta assurda come quella del video hard, senza però sembrare forzati o farci pesare la loro idea: espone i loro pensieri, senza giudicare o puntare il dito. Dopo tutto, noi cosa faremmo al posto loro?

Rocco Papaleo, svogliato e cinico nel suo personaggio, è la spalla perfetta per l’ingenuo personaggio di Leo, che con battute taglienti ed espressioni esilaranti, più volte ruba la scena. Marina Massironi, nel ruolo della ex-moglie che vuole fare le cose moderne, brilla per la sua simpatia, come anche Massimo Wertmuller, che con tanto rumore arriva sullo schermo e sconvolge gli animi dei personaggi parlando in modo diretto e senza peli sulla lingua.

Edoardo Leo si conferma una delle voci più interessanti e adatte a raccontare la sua generazione, perché con leggerezza e una commedia dai toni giusti, mai volgare ma mai banale, riesce a far arrivare ad un vasto pubblico argomenti seri che possono portate a discussioni e domande.

Che Vuoi Che Sia: l’incontro con Edoardo Leo

Che Vuoi Che Sia: l’incontro con Edoardo Leo

Nella splendida cornice dello spazio Open Colonna nel Palazzo delle Esposizioni a Roma è stata tenuta la conferenza stampa dell’ultimo film di Edoardo Leo, Che Vuoi che Sia, in uscita al cinema il 9 Novembre 2016. Insieme a lui, regista e protagonista, hanno risposto alle domande la coprotagonista Anna Foglietta, che interpreta nel film la sua fidanzata e Rocco Papaleo, l’esilarante zio che cerca di aiutarli nel progetto, oltre a Marina Massironi e Massimo Wertmuller, gli sceneggiatori Marco Bonini e Renato Sannio e i produttori della Warner Bros. Italia.

in Che Vuoi che Sia, Anna e Claudio sono due giovani ragazzi precari, che una sera da ubriachi, promettono al “popolo del web” che faranno un film porno se raggiungeranno la cifra che gli serve per il progetto di crowdfunding organizzato da lui per finanziare la sua idea. La situazione però sfugge di mano e i due ragazzi si troveranno davanti a grandi scelte che potrebbero compromettere il loro bellissimo rapporto.

“La storia che avevo letto inizialmente è stata poi modificata nel tempo, però da subito conteneva quegli elementi che avevano stuzzicato in me la voglia di raccontare una storia contemporanea, la ferocia di questo tempo e di certi aspetti del web e allo stesso tempo però raccontare anche un dilemma eterno ovvero ‘Quanto costa la felicità?’.” racconta Edoardo Leo, “Questi elementi mi hanno convinto a lavorare a questo progetto e un anno e mezzo fa abbiamo iniziato a fare interviste a delle coppie vere per capire il loro punto di vista sulla questione.”

Che vuoi che sia fa venire in mente altri due film che sfiorano l’argomento, “SexTape” e “Proposta indecente”, ci sono delle influenze?

Edoardo Leo: “Sono sincero, SexTape non l’ho visto, ho visto solo i trailer e mi è bastato, mentre con Proposta Indecente parliamo di un colosso. Abbiamo studiato il film, ma la storia è diversa… Poi c’è la svalutazione. prima erano un milione di dollari per Robert Redford e ora 250 mila euro per Edoardo Leo… C’è la crisi, che volete? Ma di questo film abbiamo visto il trailer che ci ha dato la misura di cosa si poteva raccontare e cosa non si poteva raccontare. Mi piaceva molto il meccanismo di Proposta Indecente, infatti per un po’ di tempo il film ha avuto come sottotitolo ‘Se ti facessero una proposta decente?’. Il meccanismo era quello che ti spingeva ad andare al cinema  a vedere una commedia, ma soprattutto ad andare per capire veramente fino a che punto si sarebbero spinte queste due persone.”

Che Vuoi Che Sia: l’incontro con Edoardo Leo e Anna Foglietta

Ma Anna Foglietta scenderebbe a questo compromesso per la felicità?

“Per come stanno le cose nella mia vita adesso no, la mia intimità non ha prezzo.” e anche Marina Massironi conviene che “No è una domanda che non mi farei mai”.

Ma com’è Edoardo Leo come regista?

Anna Foglietta: Molto serio, mentre normalmente è molto rilassato e goliardico. Ma quando è in veste di regista raggiunge livelli di autismo seri, molto concentrato e preso da quello che sta facendo, non si stanca mai, ha una visione totale della scena. È molto bravo anche perché capisce le esigenze dei personaggi e spesso chiede a gli attori di collaborare se c’è qualcosa che non li convince. È una grande esperienza fare film con lui, un vero e proprio arricchimento, quindi finisci nel dare anche un po’ di più di quello richiesto perché se lo merita. Abbiamo lavorato insieme diverse volte e chiaramente gli voglio tanto bene, ma lo stimo tanto perché siamo entrambi arrivati dal basso, abbiamo fatto la gavetta. Per cui all’inizio di queste riprese ci siamo detti “Questo è il nostro film, divertiamoci ma giochiamocela bene questa carta”, per cui gli ho dato totalmente il cuore come regista e come amico. Ho apprezzato molto il mio personaggio, una donna integra, nella quale spero che il pubblico riuscirà ad identificarsi molto, perché anche se ad un certo punto perde la via poi la ritrova.”

che vuoi che sia“Il mio personaggio invece è un po’ una testa di cazzo” scherza come al solito Rocco Papaleo,”Mi sono dovuto confrontare con un progetto che rifletteva una realtà che Edoardo voleva indagare in profondità e quindi ho cercato di abbracciare il più possibile quest’uomo. Sul set con Edoardo mi sono sentito molto a mio agio e anche con Anna ormai abbiamo un bellissimo rapporto. Poi loro due insieme sono davvero bravi e spontanei.”

I personaggi che scegli di interpretare nei tuoi film da regista sono molto diversi da te, un po’ degli underdog che non stanno sempre molto simpatici al pubblico, come mai?

E.L.: “C’è un indole mia personale di distruzione di quello che sono, ho fatto per troppo tempo personaggi come il poliziotto, il ragazzo della porta accanto, quindi ad un certo punto è scattata quella voglia di disintegrarmi un po’. E un po’ perché c’è anche una passione per i grandi stronzi della commedia all’italiana, che non avevano nessun pudore nel mostrarsi antipatici, quindi diventa quasi una sfida prendere un personaggio così in partenza e farlo diventare qualcuno di simpatico. Il mio personaggio in Che Vuoi Che Sia è potenzialmente molto antipatico e la sfida è stato proprio cercare di potarlo dalla parte della simpatia, perché era un punto di vista interessante da fare piuttosto che iniziare con un vincente. Il primo rimprovero che mi faccio è quello di non essere mai sufficientemente cattivo e cerco sempre di spingermi un po’ più in là. Anche questa volta ho provato ad essere più cattivo verso me stesso, verso la storia e anche verso il pubblico, anche perché mi diverte di più esserlo.”

Come mai scegli di far ridere su temi molto seri?

E.L.: “Le commedie più sono profonde e più mi fanno ridere in realtà, rispetto alla commedia leggera. Abbiamo cominciato a chiamare ‘commedia’ un po’ tutto e non ne facciamo tante. Io mi batto sempre per questa cosa, si dice sempre ‘Facciamo troppe commedie in Italia’, no! Facciamo tanti film comici. Quindi questo era un tema perfetto per una commedia, con la sua cattiveria oltre ad essere molto contemporaneo, visto che parla dei social network e di internet, ma era fortemente classico, perché la domanda ‘Quanto costa la felicità’ va indietro nei secoli dei secoli, ovviamente declinata in vari modi. Adesso il comune senso del pudore è cambiato e mi è venuta voglia di chiedere dove fosse arrivato questo confine.”

In Che Vuoi che Sia parli della generazione del precariato…

E.L.È molto difficile riuscire a raccontare la realtà, è complesso fare una fotografia della situazione attuale della società. Prima per fare una commedia di costume c’era una religione e due partiti, fare una commedia di costume oggi è diverso: prima il comune senso del pudore era veramente comune, adesso no. Adesso prendere un argomento che tagli in due la società e che rappresenti un po’ tutti è molto complesso. Io ci provo, con molta umiltà, però non posso non confrontarmi con il fatto che miei coetanei di 40 anni stanno ancora in una situazione di precariato. Poi in altre commedie ci sono spaccati più drammatici, ma ognuno sceglie il modo che preferisce per raccontare questa situazione!”

Che vuoi che sia: in sala la quarta regia di Edoardo Leo

Che vuoi che sia: in sala la quarta regia di Edoardo Leo

Cosa saresti disposto a fare per realizzare i tuoi sogni? Questa la domanda al centro della nuova commedia di Edoardo Leo, Che vuoi che sia, in uscita il 9 novembre.

Il regista e attore romano al suo quarto lavoro – dopo il successo di Noi e la Giulia (2015), preceduto dall’esordio Diciotto anni dopo (2010) e dall’esilarante commedia Buongiorno papà (2013) – continua il suo viaggio nell’Italia di oggi, tra adulti con la sindrome di Peter Pan e trentenni in bilico. Ricollegandosi anche ai progetti cui ha partecipato da attore – Smetto quando voglio di Sydney Sibilia e Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese – Leo torna a parlare di precariato, di dignità negata alla generazione dei trentenni, ma anche di internet e tecnologie, sempre più presenti nella nostra vita, visti qui come possibile strumento di riscatto esistenziale, ma a quale prezzo? Sareste disposti, ad esempio, a spalancare a frotte di internauti le porte della vostra camera da letto, pur di realizzare ciò che avete sempre sognato?

I protagonisti di Che vuoi che sia, Claudio (Edoardo Leo) e Anna (Anna Foglietta), se lo chiedono. Sono due “giovani adulti” arenati nel limbo dell’instabilità economica ed esistenziale: lei, supplente che sogna una cattedra di ruolo, lui, ingegnere informatico che ripara pc. Il suo sogno, però, è realizzare un progetto innovativo. Per svilupparlo lancia una raccolta fondi su internet, ma quasi nessuno partecipa. Così una sera, frustrato e sbronzo, sfida il popolo di internet: metterà in rete una sua notte di sesso con Anna in cambio di soldi. La raccolta fondi stavolta va a gonfie vele e mentre la cifra supera i 200mila euro, i due si pongono la fatidica domanda.

Che Vuoi Che Sia recensione del film di Edoardo Leo

La stessa che il regista ha recentemente dichiarato di aver posto a molte coppie, in fase di lavorazione, per testare le loro reazioni. Sembra che le coppie meno giovani si siano dimostrate in genere più aperte e disponibili a mettersi in gioco. In alcuni casi, poi, pare che lui e lei non fossero affatto d’accordo sulla risposta da dare e che si siano innescati aspri litigi.

Da qui nasce il soggetto del film, dello stesso Leo assieme ad Alessandro Aronadio (Due vite per caso) e Renato Sannio, affiancati per la sceneggiatura da Marco Bonini – volto noto della fiction italiana e già coprotagonista di Diciotto anni dopo.

Attorno ai protagonisti ruotano poi una serie di variopinti personaggi, come lo zio Franco (Rocco Papaleo), Ugo (Bebo Storti), Manlio (Massimo Wertmüller) e Ivana (Marina Massironi).

La fotografia è affidata ad Alessandro Pesci, mentre le musiche originali sono di Gianluca Misiti. A produrre il progetto Warner Bros Entertainment – Italia e Italian International Film di Fulvio e Federica Lucisano (già produttrice di Buongiorno papà).

Il dibattito è aperto. E voi, cosa fareste?

Che vuoi che sia sarà nelle sale italiane dal 9 novembre.Che Vuoi Che Sia

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