Serata all’insegna
delle comincità quella in programmazione in televisione. Infatti il
film che vi segnaliamo oggi per la prima serata è il campione
d’incassi Benvenuti al sud che andrà
in onda alle 21:10 su Canale 5.
Benvenuti al Sud è un film del 2010
diretto da Luca Miniero, remake del film francese del 2008 Giù al
Nord. La versione italiana è stata realizzata con la tecnica
shot-for-shot: ripercorre infatti in larga parte la stessa trama, e
riproduce molti dei dialoghi dell’originale francese – specialmente
per quanto riguarda la prima parte del film, prima cioè dell’arrivo
nella destinazione forzata –; nella seconda parte, invece, molte
situazioni sono state aggiunte, modificate o cambiate per renderle
più aderenti agli stereotipi italiani. Il film è stato distribuito
nelle sale cinematografiche a partire dal 1º ottobre 2010, dopo
l’anteprima al Giffoni Film Festival tenuta in luglio e la
proiezione integrale a Santa Maria di Castellabate il 29 settembre.
Benvenuti al Sud è stato dedicato alla memoria di Angelo Vassallo,
sindaco del comune di Pollica, assassinato nel 2010.
Curiosità:
Dany Boon, già regista e attore
di Giù al Nord e co-produttore
di Benvenuti al Sud, ha un cameo in cui
impersona la parte di un turista francese che entra nell’ufficio
postale di Castellabate per spedire un pacco e viene
capito solo dal signor Scapece, il personaggio che parla il
dialetto più stretto.
Valentina Stella è la cantante
che si esibisce durante la festa.
Non sempre gli effetti speciali in
un film servono a ricreare creature gigantesche, epiche battaglie o
ambientazioni fantascientifiche, altre volte il lavoro si presta a
correggere piccoli particolari o ad aiutare il regista a girare in
dati ambienti per poi modificarli in post produzione.
The
Wolf of Wall Street di Martin
Scorsese( Qui trovate la nostra
recensione) rientra sicuramente in questa seconda categoria
come ci dimostra la clip sottostante, in cui vediamo l’incredibile
( e invisibile) lavoro fatto dal reparto di computer grafica della
produzione creata dal regista premio oscar.
Questa la trama del film: Jordan
Belfort, uno dei broker di maggior successo nella storia di Wall
Street, viene condannato a 20 mesi di carcere dopo aver rifiutato
di collaborare alle indagini su di un massiccio caso di frode atto
a svelare la diffusa corruzione vigente negli anni ’90 a Wall
Street e nel mondo bancario americano. Il film è l’adattamento
cinematografico dell’omonimo libro autobiografico di Jordan
Belfort. La pellicola segna la quinta collaborazione tra Martin Scorsese e
Leonardo DiCaprio.
Sono stati assegnati ieri i premi
della critica americana, i Critics’ Choice
Awards2014. Sono questi i premi che lo
scorso anno hanno premiato Argo e che
quest’anno sono state giustamente generosi nei confronti di
12 Anni Schiavo e
Gravity.
I premi sono un buon indice di
paragone con quello che poi sarà l’evento culminante di questa
stagione, ovvero la serata del 2 marzo, tanto che lo scorso anno
tutti o quasi i premi assegnati dai critici si sono confermati agli
Oscar, dove presenti nelle nomination.
A questo link trovate la lista delle nomination
ai Critics’ Choice Awards2014.
Di seguito invece la lista dei
vincitori:
MIGLIOR FILM: 12
Years a Slave
MIGLIOR ATTRICE: Cate Blanchett, Blue Jasmine
MIGLIOR ATTORE: Matthew McConaughey, Dallas Buyers Club
MIGLIOR REGISTA: Alfonso Cuarón, Gravity
MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE: Spike Jonze, Her
MIGLIOR SCENEGGIATURA ADATTATA: John Ridley, 12 Years a
Slave
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA: Lupita Nyong’o, 12 Years a
Slave
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA: Jared Leto, Dallas Buyers
Club
MIGLIOR CAST D’INSIEME: American Hustle
MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE: Frozen
MIGLIOR FILM STRANIERO: La vita di Adele
MIGLIOR DOCUMENTARIO: 20 Feet from Stardom
MIGLIOR COMMEDIA: American Hustle
MIGLIOR GIOVANE ATTRICE: Adele Exarchopoulos, La vita di
Adele
MIGLIOR ACTION: Lone Survivor
MIGLIORE ATTRICE IN UN ACTION MOVIE: Sandra Bullock,
Gravity
MIGLIOR ATTORE IN UN ACTION MOVIE: Mark Wahlberg, Lone
Survivor
MIGLIORE ATTRICE IN UNA COMMEDIA: Amy Adams, American
Hustle
MIGLIORE ATTORE IN UNA COMMEDIA: Leonardo DiCaprio, The Wolf of Wall
Street MIGLIOR SCI-FI/HORROR
MOVIE: Gravity
MIGLIOR MONTAGGIO: Alfonso Cuarón, Mark Sanger, Gravity
MIGLIOR FOTOGRAFIA: Emmanuel Lubezki, Gravity
MIGLIORI VISUAL EFFECTS: Gravity
MIGLIOR ART DIRECTION: Catherine Martin (Production Designer),
Beverley Dunn (Set Decorator), The Great Gatsby
MIGLIOR COSTUME DESIGN: Catherine Martin, The Great Gatsby
MIGLIOR HAIR & MAKEUP: American Hustle
BEST COLONNA SONORA: Steven Price, Gravity
MIGLIOR CANZONE ORIGINALE: “Let It Go”, Robert Lopez and
Kristen Anderson-Lopez, Frozen
JOEL SIEGEL AWARD: Forest Whitaker
LOUIS XIII GENIUS AWARD: Julie Delpy, Ethan Hawke, Richard
Linklater
Come già sappiamo,
l’enorme successo generato da L’Evocazione – The
Conjuring ha originato una possibile serie di
spin-off e un sequel già in fase di scrittura; tra le storie
collaterali che si potevano generare dal film di James
Wan sicuramente la più interessante e inquietante riguarda
la bambola Annabelle.
Il film incentrato sul giocattolo
demoniaco ha già dato vita ad una produzione che vede coinvolto
dietro la macchina da presa John R. Leonetti (che
di The Conjuring ha curato l’ottima fotografia) e da oggi anche due
attori che saranno i protagonisti principali della pellicola; si
tratta di Ward Horton (One life to
live) e di Annabelle
Wallis (X-Men l’inizio,
W.E.). Per ora il film non ha una data di
uscita precisa, ma si sa che le riprese inizieranno in
primavera.
Papà Caleb e mamma Mary Jo l’hanno
chiamata Zooey come il protagonista maschile del racconto
Franny e Zooey di J.D. Salinger, ma hanno
rimediato con un secondo nome più femminile, Claire. Era il 17
gennaio di 34 anni fa quando nasceva la loro bimba, Zooey Claire
Deschanel.
Con un direttore della fotografia
(il padre) e due attrici (la madre e la sorella maggiore Emily,
quella di Bones) in casa, per Zooey il destino è
pressoché segnato, sebbene l’approccio allo showbiz sia lento e
graduale, con apparizioni in qualche videoclip, prima del debutto
cinematografico nel film Mumford (1999). Seguono
varie pellicole, fra cui Almost Famous – Quasi famosi
(dove lascia il segno nei panni della sorella ribelle del
protagonista) e Abandon – Misteriosi omicidi, con la
ex signora Cruise, Katie Holmes. I progetti che, mano a
mano, infoltiscono il curriculum di Zooey sono a dir poco
variegati, e basta un’occhiata fugace per intuirlo: si va da
Elf a L’assassinio di Jesse James per mano del
codardo Robert Ford, passando per Guida
intergalattica per autostoppisti, A casa coi
suoi e Un ponte per Terabithia.
In molte occasioni la signorina
approfitta per mostrare anche le sue ottime doti canore: non
scordiamoci che suona il piano, il benjo e l’ukulele, e che nel
2006 ha fondato il duo She & Him insieme al cantante M.
Ward (ad oggi, 4 album all’attivo). Il lavoro si fa sempre più
frenetico per Miss Deschanel, che recita, fra gli altri, con
Mark Whalberg in E venne il giorno e con
Jim Carrey (anche lui nato oggi: auguri!) in Yes
Man. Se i progetti sono alquanto eterogenei, i suoi
personaggi sono legati da una sorta di fil rouge: spesso e
volentieri, infatti, la troviamo nelle vesti di ragazze eccentriche
o comunque stra-ordinarie, mai scontate.
Della galleria fa parte anche la
Summer di (500) giorni insieme, piccolo film di culto
che la vede in coppia col sempre più lanciato Joseph
Gordon-Levitt. Nella vita vera, invece, Zooey è stata fidanzata
con un altro specialista in ruoli non convenzionali, Jason
Schwartzman, salvo poi sposarsi col frontman dei Death Cab
For Cutie nel 2009, e divorziare due anni dopo. Eccoci quindi
al 2011 e all’esordio della sit-com New Girl targata
Fox: Zooey, qui anche produttrice, è la ragazza che dà il
titolo alla serie, e non serve sottolineare che la sua Jess è un
tipetto molto particolare.
Particolare come la sua dieta: la
Deschanel è intollerante alle uova, ai latticini e al glutine,
quindi facciamo che saltiamo la torta e passiamo direttamente allo
spumante. Doppio giro per tutti! HAPPY BIRTHDAY ZOOEY!
La carriera di Denis
Villeneuve dopo
Prisoners (ieri il film è stato
candidato all’oscar per la
miglior fotografia grazie a Roger Deakins) pare
essere cambiata definitivamente; trovata una distribuzione mondiale
e corposa per la sua ultima fatica
(Enemy,qui trovate alcune informazioni
sul film) con Jake Gyllenhaal, oggi arriva la
conferma di una nuova produzione per il regista canadese.
Il titolo della nuova pellicola è
Story of Your Life, basato su un racconto
breve pluripremiato di Ted Chiang e adattato per
il grande schermo da Eric Heisserer. La trama
vedrà la terra invasa da alieni e un linguista specializzato nella
decifrazione di messaggi criptici dovrà riuscire a capire le reali
intenzioni degli invasori.
The Wolf of Wall
Street ha racimolato ben 5 nomination all’Oscar, ed è
il film che vede riunite due star del calibro di Martin
Scorsese e Leonardo DiCaprio, che insieme ci
hanno abituato a grandi film, e quest’ultimo è forse il più
esplosivi che la coppia ha realizzato. Per ulteriori
approfondimenti sul film vi invitiamo a leggere la nostra
recensione.
La pellicola del premio Oscar è
tratta dalla autobiografia di Jordan Belfort, uno
spericolato broker di Wall Street dedito agli stupefacenti salito
alla ribalta delle cronache per essere finito in una prigione
federale a scontare 22 mesi per frode, corruzione e riciclaggio di
denaro.
Uno degli elementi che risalta
subito è senza subbio la musica, e come spesso accade per i film
Martin Scorsese, la colonna sonora del film, ambientato tra la fine
degli anni ‘80 e i primi anni ‘90, è piuttosto ricercata e
include brani di Billy Joel, Eartha Kitt, Elmore
James e Lemonheads.
5. C’est Si Bon –
Eartha Kitt 6. Goldfinger – Sharon Jones and the Dap
Kings
[iframe width=”853″ height=”480″
src=”//www.youtube.com/embed/1EXx10QOImQ?rel=0″ frameborder=”0″
allowfullscreen][/iframe] 7. Pretty Thing – Bo Diddley 8. Moonlight In Vermont (Live At The Pershing
Lounge/1958) – Ahmad Jamal 9. Smokestack Lightning – Howlin’
Wolf
10. Hey Leroy, Your
Mama’s Callin’ You – The Jimmy Castor Bunch 11. Double Dutch – Malcolm McLaren 12. Never Say Never – Romeo Void 13. Meth Lab Zoso Sticker – 7Horse 14. Road Runner – Bo Diddley 15. Mrs. Robinson – The Lemonheads
Questa la trama del film: Jordan
Belfort, uno dei broker di maggior successo nella storia di Wall
Street, viene condannato a 20 mesi di carcere dopo aver rifiutato
di collaborare alle indagini su di un massiccio caso di frode atto
a svelare la diffusa corruzione vigente negli anni ’90 a Wall
Street e nel mondo bancario americano. Il film è l’adattamento
cinematografico dell’omonimo libro autobiografico di Jordan
Belfort. La pellicola segna la quinta collaborazione tra Martin Scorsese e
Leonardo DiCaprio.
Ecco un nuovo poster
di 300 L’Alba di unImpero. Il film è
prodotto da Zack Snyder, reduce dal successo
planetario de L’Uomo d’Acciaio, e in questo
nuovo poster possiamo vedere il protagonista Sullivan
Stapleton nel panni di Temistocle:
Qui la gallery dei
film:
[nggallery id=236]
300 l’Alba di un Impero basato sui
fumetti di Frank Miller, racconterà la storia
del generale greco Temistocle che guiderà gli ateniesi contro gli
invasori persiani, in una battaglia avvenuta simultaneamente a
quella delle Termopili, vista nel primo film.
La
Lionsgate ha diffuso in rete il nuovo trailer di
The Quiet Ones, film diretto da
John Pogue e che vede trai protagonisti quel
Sam Claflin che ha fatto battere forte i cuori
delle fan di Hunger Games La Ragazza di
Fuoco. Nel film accanto a Claflin ci sono anche
Jared Harris, Erin Richards, Rory Fleck-Byrne e
Olivia Cooke.
In The Quiet Ones uno studente
universitario, interpretato da Sam Claflin, e
alcuni compagni di corso sono arrualati per condurre un esperimento
privato, per creare un poltergeist. Il loro oggetto di studio è una
donna disturbata (Olivia Cooke). La loro impresa
sarà esplorare l’energia oscura che la sua mente danneggiata emana.
Ma l’esperimento si rivelerà presto qualcosa di pericoloso.Fonte:
CS.net
Oltre mezzo secolo di storia del
cinema: la carriera di Bruce Dern è costellata da
collaborazioni con registi del calibro di Kazan, Hitchcock,
Tarantino e Payne. Ma la rinnovata stagione da protagonista giunge
alla soglia degli ottant’anni con Nebraska, che gli è
valso il premio come Miglior Attore a Cannes 2013.
Il mito di Bruce Dern è scolpito
negli ultimi decenni di Hollywood e in un cinema più intimista che
lo attrae ben più dei riflettori. Attore prolifico apparso in oltre
cento film, grande amico di Jack Nicholson, ha spesso lavorato con
la celebre figlia, Laura Dern. Popolare in ruoli di ribelli,
sociopatici e killer, interprete inimitabile di cattivi e spietati
del cinema, Bruce Dern ritrova nell’autunno della sua esistenza una
rinnovata freschezza, vestendo i panni di un uomo ordinario in
bilico tra speranza e disillusione.
Bruce MacLeishDern
nasce il 4 giugno 1936 a Chicago, in Illinois, in una famiglia
ricco borghese. Nelle sue vene scorre sangue tedesco, inglese,
scozzese e olandese, vantando inoltre una rara madrina di
battesimo, l’ex First Lady Eleanor Roosevelt.
La famiglia intende avviarlo alla
carriera di avvocato, ma il giovane insegue il mito di James Dean e
preferisce dedicarsi alla recitazione. Si trasferisce quindi a New
York e studia al prestigioso Actor’s Studio. Calca da subito il
palcoscenico, recitando a teatro con Lyle Kessler in Aspettando
Godot. Il passo a Broadway è breve ed è accompagnato dalla sua
prima apparizione al cinema con un piccolo ruolo in Fango
sulle Stelle (1960) di Eliah Kazan. “Proprio
Kazan, all’inizio della mia carriera, mi diceva che bisogna
rischiare. Il segreto è avere fiducia in se stessi e una buona
guida”.
Così Bruce Dern lavora per un altro
mito della settima arte, Alfred Hitchcock, che gli affida
una parte in Marnie nel 1964, per poi dedicarsi anche
alla televisione in ruoli da guest star di serie tv che consolidano
la sua popolarità. Ha inoltre l’onore di interpretare l’amante
della diva Bette Davis in Piano… Piano, Dolce
Carlotta. L’attore diventa celebre per ruoli di supporto in cui
eccelle come villain, come in Non si uccidono così anche i
cavalli? (1969) di Sidney Pollack, Il dito più veloce
del West (1969) e I cowboys (1972), dove spara a
sangue freddo nientemeno che al leggendario John Wayne. A
questo proposito, Wayne lo ammonì ironicamente per essere stato il
primo a ucciderlo sul grande schermo, dicendogli: “L’America ti
odierà per questo”.
Il 1972 è un anno importante. Dopo
numerosi ruoli da comprimario in cui rivela un grande carisma,
Bruce Dern ottiene il suo primo ruolo da protagonista come eroe
dello spazio in 2002, la Seconda Odissea di Douglas
Trumbull, film fantascientifico che cerca un’affinità con il
capolavoro di Kubrick 2001: Odissea nello spazio. Lo stesso
anno segna la sua quarta collaborazione con il grande amico Jack
Nicholson in Il re dei giardini di Marvin, dove
veste i panni di suo fratello, il truffatore Jason. Si tratta di
una preziosa opportunità che lo inserisce tra i miti della New
Hollywood, in una pellicola dove la spontaneità e l’improvvisazione
consolidano la sua recitazione sopraffina.
Gli anni settanta rappresentano un
decennio di successi per Bruce Dern, che ottiene una nomination al
Golden Globe come Migliore Attore Non Protagonista per la celebre
trasposizione cinematografica del capolavoro di F. Scott
Fitzgerald, Il Grande Gatsby, del 1974. Dern è Tom
Buchanan, il rivale del protagonista interpretato da Robert
Redford e marito della Daisy che ha il volto di Mia Farrow.
Si concede nuovamente a uno dei
generi che hanno fatto la sua fortuna, il western, recitando in
I giustizieri del west di e con Kirk Douglas, per poi
essere richiamato da Hitchcock per il suo ultimo film,
Complotto di Famiglia.
Il ruolo memorabile è quello del
1978 in Tornando a casa di Hal Ashby. Bruce Dern è il
Capitano Bob Hyde, tormentato reduce del Vietnam, marito di Jane
Fonda e al centro di un triangolo sentimentale che vede coinvolto
anche Jon Voight. Con questo intenso ruolo ottiene una nuova
candidatura ai Golden Globe e la sua prima nomination all’Oscar
come Migliore Attore Non Protagonista, ma la statuetta fu assegnata
a Christopher Walken (per Il cacciatore).
Per qualche anno la stella di Dern
rischia di eclissarsi, perché dopo la nomination all’Oscar riceve
proposte di ruoli sempre identici, mentre l’attore ama la
versatilità nella sua professione. Il periodo cupo della sua
carriera ha fine nel 1983, quando Bruce Dern vince l’Orso d’argento
come Miglior Attore al Festival di Berlino per la sua parte in
Correre per vincere. Gli anni successivi vedono
un’alternanza tra cinema d’autore e film più noti al grande
pubblico, come le sue partecipazioni in Velluto Blu
di David Lynch e Jurassic Park di Steven Spielberg, fino a
condividere il set con Charlize Theron nel film che le ha regalato
l’Oscar, Monster (2003).
Nel 2010 gli viene assegnata la sua
personalissima stella sulla Hollywood Walk of Fame insieme alle
altre due attrici della famiglia, la seconda moglie Diane
Ladd e la figlia Laura Dern, con cui ha spesso lavorato.
Tra le sue apparizioni più recenti, ricordiamo la parentesi
tarantiniana come brutale proprietario di schiavi in Django
Unchained. Ma l’anno della rinascita è il 2013 quando,
ormai nella leggenda di Hollywood come burbero che nasconde in
realtà un cuore d’oro, è grande protagonista per Alexander
Payne in Nebraska.
Nella pellicola in bianco e nero,
road movie generazionale, Bruce Dern è Woody Grant, anziano padre
alcolista che, convinto di aver vinto un milione di dollari al
gioco, intraprende un toccante viaggio con il figlio (Will Forte).
Fragile, caparbio, tragicomico e meravigliosamente autentico, con
Nebraska l’attore aggiunge una nuova voce alla sua versatile
e lunga carriera, riuscendo a conquistare un inedito spazio nella
dimensione della sua personale identità di attore.
Ma il binomio padre-figlio finisce
per rovesciarsi nella realtà perché, come confessa Bruce Dern,
“alla fine di questo film ho ritrovato mio padre”. E
l’attore trova anche, con imperdonabile ritardo, una vera e propria
consacrazione. Vince la Palma d’Oro al Festival di Cannes 2013 come
Migliore Attore, ottiene numerose candidature tra cui spiccano
quelle al Golden Globe, ai SAG e al Bafta. E nel desiderio di
riscatto del suo Woody, leggiamo la dignità di un attore che
ottiene il giusto riconoscimento in un mondo cinematografico che
difficilmente concede l’esplorazione di nuovi territori; ma
l’esperienza di un grande attore come Bruce Dern, in grado di
infrangere i canoni dell’industria hollywoodiana, può sempre
fare la differenza.
La conferenza stampa per presentare il
film Red Krokodil si è tenuta nella cornice
della Casa Del Cinema, ed erano presenti il regista Domiziano
Cristopharo e gli organizzatori della distribuzione indipendente.
Il film è stato interamente filmato in HD, purtroppo però la sala
non era attrezzata quindi non si poteva godere fino in fondo la
splendida fotografia sgranata e sovraesposta curata dal regista
stesso, che è anche scenografo, produttore e make-up artist
del film. L’opera è stata distribuita in 40/50 copie in tutta
Italia tra circuito indipendente e tradizionale.
La prima domanda riguarda il
titolo: a cosa si riferisce il coccodrillo rosso del
titolo?
La Krokodil è una nuova droga
sintetica proveniente dalla Russia, una nuova temibile minaccia che
distrugge, letteralmente, chi la assume: una delle conseguenze
dirette è, infatti, la necrosi della pelle e la successiva
“decomposizione”, fino ad arrivare addirittura all’amputazione
degli arti. Ma Red Krokodil è un riferimento anche ad altro: in un
primo momento il film doveva essere in b/n, poi però si è deciso di
virare per una assenza di colore…pur utilizzando una pellicola a
colori. Nel progetto iniziale il peluche di un coccodrillo (che,
per il protagonista, è l’unico ricordo che lo lega alla sua
infanzia e gli ricorda di essere un uomo) doveva essere rosso o
verde perché in entrambi i casi in b/n non si sarebbe notata la
differenza. Il rosso del titolo è pure un riferimento alla Russia
che fa da sfondo alla vicenda e da dove proviene questa orribile
calamità chimica.
Per Cristopharo si tratta del suo
nono film (tra i quali i pluripremiati House of Flesh
Mannequins e The Museum of
Wonders, presto in dvd) ed è lontano dalla tecnica
registica degli altri film, più inclini alla ricerca di uno stile
barocco, con una grande attenzione alla forma. Qui, invece, cambia
rotta: l’essenzialità domina la scena, perché quello che ci mostra
attraverso la “crudeltà” delle immagini e la loro sintesi estrema è
il purgatorio- in una sua ideale trilogia dantesca- mentre il
prossimo lavoro, del quale è stata presentata in anteprima una
clip, Doll Syndrome– è l’inferno…
ovvero- citando Sartre- serve a dimostrare come noi siamo l’inferno
per gli altri, e di conseguenza per noi stessi e per ognuno di
noi.
A livello visivo non si può comunque
parlare di impoverimento visivo ma di essenzialità, della ricerca
degli elementi necessari ai fini diegetici, di una messinscena
trattenuta.
Per raccontare una storia del genere,
in fondo non c’era bisogno di tanti orpelli.
Il film è una metafora: il Krokodil
e i suoi effetti devastanti sulla pelle servono per raccontare la
storia- intrisa di pessimismo cosmico, finale apocalittico incluso-
di un marcire interiore, una lenta decomposizione dell’anima, un
viaggio psichedelico sospeso tra realtà e allucinazione verso
l’inesorabile distruzione.
Poi Cristopharo tesse le lodi del
protagonista Brock Madson, modello e life coach americano,
ex- tossico dipendente. Una scelta coraggiosa quella di entrambi,
nel lanciarsi insieme in questo progetto girato in soli dieci
giorni all’interno della casa del regista, riducendo al minimo le
spese extra: i due hanno ripercorso anche un doloroso percorso
personale, un passato che Madson ha vissuto sulla sua pelle ma che
ha sicuramente arricchito l’esperienza del regista e ha dato tanto
al film, non solo in termini di scene aggiunte e dettagli
particolari, ma anche per il realismo crudo con il quale è trattata
la storia del protagonista che non parla mai (tranne una battuta
finale), relegando i pensieri, le riflessioni e i ricordi alla sua
voce narrante che fa da leitmotiv durante l’intero film.
La pellicola è stata girata in
Italia (interni) e negli Stati Uniti (gli esterni), pur essendo
ambientata in Russia: realmente vediamo solo alcuni master shot
iniziali di una città russa che è una delle più inquinate del mondo
e i totali sul finale che immortalano l’inquietante sagoma post-
atomica di Chernobyl, il cui tragico disastro viene evocato anche
nel corso del film. La lingua utilizzata è l’inglese, perché ciò
permette sicuramente un vantaggio distributivo non indifferente,
che altrimenti andrebbe a penalizzare la pellicola impedendole di
girare soprattutto all’estero, anche grazie alle vetrine
promettenti dei festival internazionali (tipo il Festival di Nizza
o il Courmayeur Noir Film Festival).
La sceneggiatura è del giovanissimo
Francesco Scardone che, a soli 20 anni, ha scritto
questo racconto inedito dal quale poi è stata ricavata la
sceneggiatura del film, che ha preso corpo grazie all’esperienza
umana, dolorosa, di Madson. Red
Krokodil, oltre ad essere una grande metafora, è
disseminata comunque di numerose citazioni al suo interno: dai
segni mistici, tra apparizioni, auto flagellazioni, bibbie, icone
russe di San Nicola, riferimenti al Cristo morto del Mantegna, mani
di Fatima, occhi indagatori di Dio per poi passare attraverso
Pasolini e infine quadri di Fussli che mostrano la forza
dirompente, inquietante e pericolosa dell’incubo che turba le notti
umane confondendo realtà e sogno in un continuo stato di vigile
allucinazione.
E’ il prossimo cinecomics più atteso in ordine di uscita,
parliamo ovviamente di Captain America The Winter
Soldier,e questa notizia è per i veri
collezionisti. Infatti arrivano le foto dell’action figure
di Gentle Giant:
La storia si legerà alla fine di The
Avengers, continuando a seguire il Captain America impegnato con
Nick Fury e la S.H.I.E.L.D e alle prese con la modernità. Al
momento l’uscita del film è prevista per il 4 aprile del 2014. Vi
ricordiamo che tutte le news sul film sono reperibili nel nostro
speciale: Captain America: il soldato
d’inverno. Tutte le info utili nella nostra
scheda: Captain America The Winter
Soldier.
Il Guardian
riporta la notizia che l’attore britannico Roger
Lloyd-Pack è morto a 69 anni.
L’attore era noto per il suo ruolo
di Trigger nella serie tv Only Fools And Horses e per
Intervista col Vampiro di Neil
Jordan, ma negli ultimi anni era riuscito a raggiungere un
pubblico molto più vasto con il ruolo di Barty Crouch Senior in
Harry Potter e il Calice di Fuoco. Più di
recente l’abbiamo visto invece nel bellissimo film di Tomas
Alfredson La Talpa, in cui ha recitato accanto a
Gary Oldman, John Hurt, Colin Firth, Tom Hardy, Benedict
Cumberbatch e Mark Strong.
L’attore soffriva di cancro al
pancreas ed è morto in casa, circondato dall’affetto dei suoi
cari.
Oggi si è tenuta la conferenza stampa
del Sundance e Robert Redford,
come è ovvio, ha presenziato l’evento. L’attore appariva di
splendido umore, nonostante fosse stato da poche ore escluso dalle
nomination agli Oscar 2014, cosa che invece veniva dato per
certa.
Ma ignorare la cosa sarebbe strano
abbastanza strano, e così un giornalista ha chiesto a Redford cosa
pensasse della sua esclusione, Robert non di è fatto pregare:
“Lasciate che parli francamente su come mi sento, non voglio
che si perda di vista il motivo del nostro essere qui (riferito
ovviamente al Sundance). Sono stato parte dell’industria di
Hollywood per la maggior parte della mia vita. Sono felice di
questo, e Hollywood è quello che è, un business.”
“Ci sono un sacco di campagne
che vanno avanti e non possono essere molto politiche” ha
aggiunto parlando dei film nominati. Poi però ha dirottato
l’argomento sulla Lionsgate, distributore del film All is Lost:
“Nel nostro caso, abbiamo sofferto un po’ sulla disribuzione.
Non so dicosa avevano paura. Non volevano spendere soldi o non ne
erano capaci. Non abbiamo avuto campagne per lanciare il
film.”
Alla domanda: “Sarebbe stato meraviglioso essere
nominato?”, ha risposto: “Certamente, non sono disturbato
o infastidito da questo.”Fonte: Variety
Era dal 2006 (La Bestia
nel Cuore di Cristiana Comencini)
che l’Italia non compariva nella cinquina di candidati al miglior
film straniero, ed è dal 1999 (La Vita è
Bella di Roberto Benigni) che la
preziosa statuetta non prende l’aereo con il regista/produttore per
essere portata nello Stivale. Quest’oggi, con l’annuncio delle
nomination agli 86esimi, finalmente tra quei cinque Paesi compare
anche il nostro, l’Italia, terra di santi, poeti e navigatori e un
tempo anche di grandi registi.
Paolo
Sorrentino (con Matteo Garrone) è il
meglio che il cinema italiano ha da offrire al mondo, non perchè è
il solo regista capace nel nostro Paese, ma perchè tra quelli in
circolazione riesce ad avere un respiro ampio e internazionale,
nonostante parli della società colta romana. E’ giusto che
Sorrentino ci rappresenti agli Oscar, ed è giusto
tifare per il suo elegante film, nonostante sia un po’ snob. La
stampa di settore italiana si divide tra i sostenitori e i
detrattori, c’è chi dice “basta Sorrentino“, chi invece ha
esultato di gioia al sentir pronunicare quel “The Great
Beauty” dalla tonante voce di Chris Hemsworth questo pomeriggio in
sede di annuncio delle nomination.
I gusti cinematografici sono
insindacabili per cui non si può imporre a tutti il fatto che
La Grande
Bellezza sia un gran film, tuttavia si può
cercare di fare appello all’orgoglio nazionale, a quell’orgoglio
frustrato ogni volta che un talent americano, nel rispondere alla
domanda “qual è il cinema italiano che ami“, dice
“Fellini, Visconti, De Sica“. Non hanno certo torto,
Fellini, Visconti e De Sica (e
altri) sono, tutt’oggi, il meglio che il cinema italiano abbia
conosciuto, ma sarebbe bello sentire da oggi in avanti una risposta
diversa, sarebbe bello essere ricordati, da un punto di vista
cinematografico, non solo per i grandi Maestri del passato e per
quel Benigni de La Vita è
Bella che per ritirare il suo premio al migliore
attore protagonista calpestò le mani di Steven Spielberg, ma anche per
qualche nome nuovo, per qualche film recente, magari per
La Grande Bellezza (che possa essere il
primo di una nuova lunga serie).
Il film di
Sorrentino può non piacere, chi scrive non l’ha
apprezzato fino infondo, ma è uno straordinario esempio di film
italiano internazionale, un grande esempio di come l’Italia può
ancora produrre buoni prodotti; attenzione, non è un indice che il
cinema italiano sta bene, siamo lontani da questo! Però è una
speranza, che tutti quelli che amano il cinema in questo Paese
dovrebbero cogliere. Per questo la nomination a
Sorrentino andrebbe festeggiata e sostenuta,
indipendentemente da quello che accadrà il 2 marzo.
Serata all’insegna della comicità made
in Italy quella in programmazione stasera in televisione. Infatti,
l’altro film che vi segnaliamo stasera
è Finalmente la felicità di
Leonardo Pieraccioni. La pellicola andrà in onda
su Canale 5 alle 21:10.
Finalmente la felicità è un film del
2011 diretto e sceneggiato da Leonardo Pieraccioni e interpretato,
oltre che da lui stesso, da Rocco Papaleo, Maurizio Battista e
Ariadna Romero. Il film è uscito nelle sale cinematografiche il 16
dicembre 2011 distribuito da Medusa Film.
Le riprese del film, iniziate a
maggio 2011, si sono svolte principalmente a Lucca, e nel Fort
Village Resort di Cagliari. Il trailer del film è stato distribuito
il 25 novembre 2011. In uscita dal 16 dicembre nelle sale
cinematografiche, la pellicola ha visto la sua anteprima il 13
dicembre a Firenze, giorno del primo compleanno della figlia di
Pieraccioni, Martina (anche lei presente nel film). In Italia, nel
primo weekend di proiezione il film ha incassato 1.653.759€, per un
incasso totale di 10.270.912€.
Trama: Benedetto è un musicista
di Lucca che, chiamato dalla trasmissione C’è
posta per te di Maria De Filippi, scopre che la
mamma, recentemente venuta a mancare, aveva adottato a distanza una
bambina brasiliana. Sono passati diversi anni e la bambina in
questione è diventata una splendida modella, Luna: arrivata in
Italia per lavoro, la ragazza contatta l’uomo, proprio grazie al
famoso programma, perché vuole assolutamente conoscerlo. Benedetto
si legherà molto alla sorella adottiva, tanto da aiutarla
a liberarsi del suo ex, Jesus, anch’egli un modello brasiliano,
mettere su famiglia con lei, adottare a distanza una bambina
brasiliana come aveva fatto la madre e realizzare il suo progetto
(costruire un laboratorio di musica dove i bambini potessero
provare dal vivo qualsiasi strumento), grazie anche al contributo
del direttore d’orchestra e suo amico di vecchia data Argante
Buscemi, che in passato gli aveva rubato la “Felicità”, un brano
composto da Benedetto da giovanissimo e su cui il direttore
d’orchestra aveva costruito la sua fama e il suo successo.
Puntata ghiotta quella
che comincerà tra poco su Ryar Web Radio. Pop Corn
da Tiffany, appuntamento numero 142, si preannuncia da non perdere!
Perchè? Prima di tutto perchè in studio ci sarà Francesca
Vennarucci, nuova voce femminile della trasmissione, poi
perchè domenica scorsa ci sono stati i Golden Globes e poi perchè
l’angolo Nerd Herd della puntata sarà dedicato a Breaking
Bad. Così Francesca, con Riccardo Iannaccone, Simone
Dell’Unto e Emanuele Rauco ci
racconteranno dei vincitori dei premi della stampa straniera, delle
nomination annunciate da Chris – Thor – Hemsworth e di molto altro,
con il solito brio facendoci compagnia per circa 90 minuti.
L’appuntamento è alle 21.30!
Serata all’insegna del
supereroe più famoso dei fumetti quella in programma in
televisione. Infatti, il film che vi segnaliamo per stasera
è Batman Begins di Christopher Nolan, l’inizio di
quella che poi diventerà la sua leggendaria trilogia. La pellicola
è su Italia 1 alle 21:10.
Batman
Begins è un film del 2005 diretto da Christopher
Nolan e basato su Batman, personaggio dei fumetti creato da Bob
Kane e Bill Finger. Il film è un reboot della saga, cioè ignora le
pellicole precedenti, non considerandole per la stesura della
trama. In questo primo episodio della saga, viene narrata
l’origine del personaggio di Batman, dalla morte dei genitori di
Bruce Wayne (Christian Bale) fino allo scontro con Ra’s al
Ghul (Liam Neeson), affiancato da Carmine Falcone (Tom Wilkinson),
e dallo psichiatra Jonathan Crane (Cillian Murphy) che diventerà in
seguito il criminale conosciuto con il nome di Spaventapasseri. Nel
cast figurano anche Gary Oldman, Katie Holmes, Michael Caine e
Morgan Freeman. Il film è uscito il 15 giugno 2005 nelle sale negli
USA, mentre in Europa è stato distribuito nelle sale in
contemporanea il 17 giugno 2005. Questo film è seguito da Il
cavaliere oscuro nel 2008 e Il cavaliere oscuro – Il
ritorno nel 2012.
Curiosità
La carta da gioco
del Joker nel finale del film è la stessa che si vede
nelle tavole del graphic novel Arkham
Asylum (1989), di Grant Morrison e Dave
McKean; inoltre è anche un chiaro tributo al finale del
fumetto Batman: Anno uno, cui il film è in gran parte
ispirato. È anche un indizio della presenza del Joker nel
seguito Il cavaliere oscuro.
Nel film c’è un cameo di Rade
Šerbedžija nei panni di un barbone per le strade di Gotham
City.
Inoltre è dedicato un piccolo spazio nel film a Victor
Zsasz uno dei “cattivi” del fumetto di Batman, che in una
delle scene finali lascia intravedere sul collo una delle sue tante
cicatrici auto-inflitte.
Nel 2003, la Warner Bros. assunse il
regista di MementoChristopher
Nolan per dirigere un nuovo film di Batman, mentre
David S. Goyer firmò un contratto per scrivere la
sceneggiatura della pellicola. Nolan dichiarò la sua intenzione di
reinventare il franchise cinematografico di Batman in chiave
moderna e più realistica. Per la realizzazione della pellicola,
Nolan rivelò di essersi ispirato al Superman di
Richard Donner, soprattutto riguardo alla
focalizzazione sulla raffigurante crescita del personaggio.
Inoltre, sempre in riferimento al film di Donner, Nolan decise di
scegliere per la parte di Batman un attore non molto noto, com’era
accaduto per Christopher Reeve, interprete di
Superman.
Arrivano da IGN
le prime parole di uno degli scrittori al lavoro sugli annunciati
spin-off dall’universo di Spider-Man,
ovvero Roberto Orci che insieme al
compare Alex Kurtzman, e
a Jeff Pinkner, Ed Solomon
e Drew Goddard lavoreranno ai due film
su Venom e Sinistri Sei.
Roberto Orci ha parlato ampiamente
dell’approccio adottato sui progetti:
C’erano tre supereroi che ho
amato quando ero un ragazzino: Superman , Wonder Woman e
Spider -Man. Penso che sia un personaggio così popolare , e quando
vedo i bambini dei miei amici, mi ricordo perché in qualche modo
riesce ad entrare nella mente di un bambino.
Alla domanda su quale approccio
avrà il team di sceneggiatori sui Sinistri Sei, ecco cosa ha
risposto Roberto Orci:
Stiamo discutendo proprio
questo al momento. Esattamente, come si fa a farlo, come possiamo
realizzarlo senza tradire le aspettative del pubblico e farli con
gli strumenti adeguati? Drew Goddard si sta occupando di Sinistri
Sei, quindi è un suo problema (ride). Sto scherzando, stiamo
tutti collaborando insieme con gli altri. Vogliamo mantenere un
approccio fedele, ma oggi ci sono diversi antieroi e ci sono stati
esempi anche in Tv, pensiamo a Vic Mackey di The Shield uno dei più
riusciti antieroi di tutti i tempi. Questo è un ottimo spunto. Il
pubblico ha già visto di tutto. Ci può essere una storia
sull’altro lato della medaglia. Questa è la sfida, il questo è il
divertimento. Non sono ancora sicuro di come lo faremo.
Poi IGN chiede se la Oscorp avrà un
ruolo chiave in tutta la serie…
Certo. La Oscorp svolge un ruolo
importante in quanto i nostri cattivi vengono creati da li. Lo
stesso Peter è diventato Spider-Man grazie a loro, piuttosto che
parlare di “Alieno venuto dallo spazion” o qualsiasi altra cosa.
L’idea che rappresenti il bene e il male della scienza, che può
fari grandi cose ma può anche rovinare noi e fare cose strane,
trasformare le persone è affascinante. Ogni scienza può essere
usato nel bene o nel male.
E’ una sfida importante introdurre
tutti questi nuovi personaggi e mantenere l’attenzione sempre sui
personaggi centrali, come ci si riesce?
Il modo in cui lo si fa è
riuscire a rendere credibile la loro presenza all’interno del film.
Non si può semplicemente buttare qualcuno per rendere più difficile
la vita a Spider-Man. Le storie che vivono questi ragazzi sono
molto tragiche, e man mano che si va avanti si scopre la loro
storia. Non è così semplice Jamie Foxx ha fa alcune scelte molto
toccanti.
Vi ricordiamo che i film saranno
prodotti da Sony Pictures, con la Marvel Studios, Avi
Arad e Matt Tolmach.
Come sempre ricordiamo che nel film
ritorneranno i protagonisti
Andrew Garfield e
Emma Stone ai quali si aggiungono
Jamie Foxxnel ruolo di Electro,
Dane
DeHaan come Harry Osborn, il villain
Paul Giamattie Felicity
Jones. Tutte le news sul film le trovate nel
nostro speciale: The
Amazing Spider-man 2. Mentre per tutte le
info sul film vi segnaliamo la nostra
Scheda Film: The
Amazing Spider-man 2. La pellicola è diretta
ancora una volta da Marc Webb su
una sceneggiatura di Alex
Kurtzman, Jeff Pinkner, Roberto Orci ed
uscirà il 23 aprile 2014.
Trama ufficiale del film:
Abbiamo sempre saputo che la battaglia più importante di
Spider-Man è quella che combatte dentro di sé: la lotta tra gli
impegni quotidiani di Peter Parker, e le straordinarie
responsabilità di Spider-Man. Ma in The Amazing Spider-Man 2: Il
Potere di Electro, Peter Parker si ritrova a dover affrontare un
conflitto molto più grande. E’ bello essere
Spider-Man (Andrew
Garfield). Per Peter Parker, non c’è niente di più
emozionante che oscillare tra i grattacieli, sapere di essere un
eroe, e passare del tempo con Gwen (Emma
Stone). Ma essere Spider-Man però ha un prezzo: solo
Spider-Man può proteggere il suo concittadini newyorchesi dai
malvagi che minacciano la città. Con la comparsa di Electro
(Jamie
Foxx), Peter deve affrontare un
nemico molto più potente di lui. E con il ritorno del suo vecchio
amico Harry Osborn (Dane
DeHaan), Peter si rende conto che tutti i suoi
avversarsi hanno una cosa in comune: la OsCorp.
Ecco tutte le nomination della 86esima
edizone degli Academy Awards, gli Oscar, del premio più prestigioso
del cinema americano e mondiale che verrà assegnato il prossimo 2
marzo al Dolby Theatre di Los Angeles durante la cerimonia condotta
da Ellen Degeneres.
Oscar 2014 le nomination:
Miglior film:
American Hustle
Captain Phillips
Dallas Buyers Club
Gravity
Her
Nebraska
Philomena
12 Anni Schiavo
The Wolf of Wall Street
Miglior regista:
David O.Russell per American Hustle
Alfonso Cuaron per Gravity
Alexander Payne per Nebraska
Steve McQueen per 12 anni schiavo
Martin Scorsese per The Wolf of Wall Street
Miglior attore protagonista:
Christian Bale per American Hustle
Bruce Dern per Nebraska Leonardo DiCaprio per The Wolf of Wall
Street
Chiwetel Ejifor per 12 anni schiavo
Matthew McConaughey per Dallas Buyers Club
Miglior attrice protagonista:
Amy Adams per America Hustle
Cate Blanchett per Blue Jasmine
Sandra Bullock per Gravity
Judy Dench per Philomena
Meryl Streep per I segreti di Osage County
Miglior attore non protagonista:
Barkhad Abdi per Captain Phillips
Bradley Cooper per American Hustle
Michael Fassbender per 12 anni schiavo
Jonah Hill per The Wolf of Wall Street
Jared Leto per Dallas Buyers Club
Miglior attrice non protagonista:
Sally Hawkins per Blue Jasmine
Jennifer Lawrence per American Hustle
Lupita Nyong’o per 12 anni schiavo
Julia Roberts per I segreti di Osage County
June Squibb per Nebraska
Miglior film d’animazione:
The Crood
Frozen Il regno di ghiaccio
Cattivissimo Me 2
The Wind Rises
Ernest e Celestine
Miglior film straniero:
The Broken Circle Breakdown (Belgio)
La grande bellezza (Italia)
The Missing Picture (Cambogia)
Omar (Palestina)
Il Sospetto (Danimarca)
Miglior sceneggiatura non originale:
Before Midnight: Richard Linklater, Julie Delpy, Ethan Hawke
Captain Phillips: Billy Ray
Philomena: Steve Coogan and Jeff Pope
12 Years a Slave: John Ridley
The Wolf of Wall Street: Terence Winter
Miglior sceneggiatura originale:
American Hustle: Warren Singer e David O. Russell
Blue Jasmine: Woody Allen
Dallas Buyers Club: Craig Borten & Melisa Wallack
Her: Spike Jonze
Nebraska: Bob Nelson
Miglior colonna sonora originale:
The Book Thief: John Williams
Gravity: Steven Price
Her: William Butler and Owen Pallett
Philomena: Alexander Desplat
Saving Mr. Banks: Thomas Newman
Miglior canzone originale:
“Alone Yet Not Alone” da Alone yet not alone
“Let it go” da Frozen il regno di ghiaccio
“Happy” da Cattivissimo Me 2
“The Moon song” da Her
“Ordinary Love” da Mandela: A Long Walk for Freedom
Miglior montaggio:
American Hustle: Jay Cassidy, Crispin Struthers e Alan
Baumgarten
Captain Phillips: Christopher Rouse
Dallas Buyers Club: John Mac McMurphy e Martin Pensa
Gravity: Alfonso Cuarón e Mark Sanger
12 Anni Schiavo: Joe Walker
Miglior scenografia:
American Hustle: Judy Becker (Production Design); Heather
Loeffler (Set Decoration)
Gravity: Andy Nicholson (Production Design); Rosie Goodwin and
Joanne Woollard (Set Decoration)
The Great Gatsby: Catherine Martin (Production Design); Beverley
Dunn (Set Decoration)
Her: K.K. Barrett (Production Design); Gene Serdena (Set
Decoration)
12 Anni Schiavo: Adam Stockhausen (Production Design); Alice Baker
(Set Decoration)
Miglior trucco:
Dallas Buyers Club: Adruitha Lee e Robin Mathews
Jackass Presents Bad Grandpa: Stephen Prouty
The Lone Ranger: Joel Harlow e Gloria Pasqua-Casny
Miglior fotografia:
The Grandmaster
Gravity
A proposito di Davis
Nebraska
Prisoners
Migliori costumi:
American Hustle: Michael Wilkinson
The Grandmaster: William Chang Suk Ping
The Great Gatsby: Catherine Martin
The Invisible Woman: Michael O’Connor
12 Anni Schiavo: Patricia Norris
Miglior montaggio sonoro:
All Is Lost: Steve Boeddeker e Richard Hymns
Captain Phillips: Oliver Tarney
Gravity: Glenn Freemantle
Lo Hobbit la Desolazione di Smaug: Brent Burge
Lone Survivor: Wylie Stateman
Miglior missaggio sonoro:
Captain Phillips: Chris Burdon, Mark Taylor, Mike Prestwood
Smith e Chris Munro
Gravity:Skip Lievsay, Niv Adiri, Christopher Benstead e Chris
Munro
Lo Hobbit la Desolazione di Smaug: Christopher Boyes, Michael
Hedges, Michael Semanick e Tony Johnson
A proposito di Davis: Skip Lievsay, Greg Orloff e Peter F.
Kurland
Lone Survivor: Andy Koyama, Beau Borders e David Brownlow
Migliori effetti visivi:
Gravity: Tim Webber, Chris Lawrence, Dave Shirk e Neil
Corbould
Lo hobbit la Desolazione di Smaug: Joe Letteri, Eric Saindon, David
Clayton e Eric Reynolds
Iron Man 3: Christopher Townsend, Guy Williams, Erik Nash e Dan
Sudick
The Lone Ranger: Tim Alexander, Gary Brozenich, Edson Williams e
John Frazier
Star Trek Into Darkness: Roger Guyett, Patrick Tubach, Ben
Grossmann e Burt Dalton
Miglior documentario:
The Act of Killing di Joshua Oppenheimer e Signe Byrge Sørensen
Cutie and the Boxer di Zachary Heinzerling e Lydia Dean Pilcher
Dirty Wars di Richard Rowley e Jeremy Scahill
The Square Jehane Noujaim e Karim Amer
20 Feet from Stardom
Miglior cortometraggio documentario:
CaveDigger: Jeffrey Karoff
Facing Fear: Jason Cohen
Karama Has No Walls: Sara Ishaq
The Lady in Number 6: Music Saved My Life: Malcolm Clarke e
Nicholas Reed
Prison Terminal: The Last Days of Private Jack Hall: Edgar
Barens
Miglior cortometraggio d’animazione:
Feral: Daniel Sousa e Dan Golden
Get a Horse!: Lauren MacMullan e Dorothy McKim
Mr. Hublot: Laurent Witz e Alexandre Espigares
Possessions: Shuhei Morita
Room on the Broom: Max Lang e Jan Lachauer
Miglior cortometraggio:
Aquel No Era Yo (That Wasn’t Me): Esteban Crespo
Avant Que De Tout Perdre (Just Before Losing Everything): Xavier
Legrand e Alexandre Gavras
Helium: Anders Walter e Kim Magnusson
Pitääkö Mun Kaikki Hoitaa? (Do I Have to Take Care of Everything?):
Selma Vilhunen e Kirsikka Saari
The Voorman Problem: Mark Gill e Baldwin Li
Abbiamo sempre saputo che la
battaglia più importante di Spider-Man è quella che combatte dentro
di sé: la lotta tra gli impegni quotidiani di Peter Parker, e
le straordinarie responsabilità di Spider-Man. Ma in The
Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro, Peter Parker si
ritrova a dover affrontare un conflitto molto più
grande.
E’ bello essere Spider-Man
(Andrew Garfield). Per Peter Parker, non c’è niente di più
emozionante che oscillare tra i grattacieli, sapere di essere un
eroe, e passare del tempo con Gwen (Emma Stone). Ma
essere Spider-Man però ha un prezzo: solo Spider-Man può
proteggere il suo concittadini newyorchesi dai malvagi che
minacciano la città. Con la comparsa di Electro (Jamie
Foxx), Peter deve affrontare un nemico molto più potente di lui. E
con il ritorno del suo vecchio amico Harry Osborn (Dane
DeHaan), Peter si rende conto che tutti i suoi avversarsi hanno una
cosa in comune: la OsCorp.
Ecco la sinossi
ufficiale di I Frankenstein, diretto da
Stuart Beattie e interpretato da Aaron
Eckhart,Bill Nighy, Miranda Otto, Yvonne
Strahovski e Socratis Otto.
200 anni dopo la sua scioccante
creazione, Adam, la creatura portata in vita dal dottor
Frankenstein, vive ancora sulla terra, dove è in atto una lotta tra
le forze del Bene e del Male: da un lato i demoni che
vogliono conquistare la terra, dall’altro i Gargoyles che hanno
giurato di proteggere l’umanità. Adam, dopo aver scoperto di
possedere la chiave che potrebbe distruggere il genere umano,
diventerà protagonista di questa guerra epica e spettacolare
e dovrà decidere da che parte schierarsi. Con il supporto di
una scienziata (Yvonne Strahovski), unico personaggio umano della
storia, Frankenstein farà i conti con la propria coscienza e
comprenderà finalmente l’ essenza della sua natura.
I
Frankenstein, basato sulla graphic novel
di Kevin Grievous, annovera
nel cast Aaron
Eckhart,Bill Nighy, Miranda Otto, Yvonne
Strahovski e Socratis Otto.
Uscirà nei nostri cinema il 23 gennaio 2014.
Dietro la macchina da presa troviamo Stuart
Beattie.
Ecco un video dietro le quinte
dell’atteso remake Godzilla, in cui il
regista di Monsters Gareth Edwards, ci racconta
con il suo punto di vista la celebre storia vista nell’omonimo film
del 1954 firmato Ishiro Honda.
Vi ricordiamo che Godzilla, diretto
da Gareth
Edwards,comprende nel cast attori
del calibro di
Aaron Taylor-Johnson, Bryan
Cranston, Elizabeth
Olsen David Strathairn, Juliette
Binoche e la new entry Ken
Watanabe. La pellicola arriverà in Italia il 15 Maggio
2014. Akira Takarada, protagonista della pellicola
originale, dovrebbe, inoltre, avere anche una piccola parte in
questa rivisitazione, tornando sul set
di Godzillaa
sessanta anni di distanza dalla sua interpretazione.
Scritto da Max
Borenstein, che ha rielaborato uno script
di David S. Goyer e David
Callaham, Godzillasarà
il film di punta della Warner Bros dell’anno 2014, visto
che la data di uscita preventivata è stata infatti individuata nel
16 maggio 2014. Un film da cui la produzione si aspetta
molto che, però, dovrà scontrarsi al botteghino con altre pellicole
in uscita nello stesso periodo, quali The Amazing
Spiderman 2, il reboot delle tartarughe ninja e il
sequel dell’Alba del pianeta delle scimmie.
Ecco la prima clip tratta dal prossimo
cortometraggio Marvel, il one shot che si
intitolerà All Hail the King e avrà come
protagonista Ben Kingsley nei panni di Trevor
Slattery/Mandarino.
Potete trovare la clip, esclusiva di
Entertainment Weekly, a questo link. Il corto, diretto da Drew
Pearce, è ambientato nella prigione di Saegate, dove
Trevor è stato confinato. Apparentemente l’identità segreta di
Trevor è stata preservata e nessuno sa che il suo alter ego, il
Mandarino, era una copertura per Aldrich Killian.
All Hail The
King uscirà allegato alla versione Home Video di
Thor The Dark World il prossimo 25
febbraio.
La
Universal Pictures e la Illumination
Entertainment hanno annunciato oggi le date d’uscita di
tre dei progetti che hanno in cantiere, trai più attesi dal
pubblico. I film in questione sono il progetto senza titolo del
regista e sceneggiatora Garth Jennings, Cattivissimo
Me 3e
Dr. Seuss’ How the Grinch Stole
Christmas.
Il
film di Jennings sarà una commedia e uscirà il 21 dicembre 2016,
prodotto da Chris Meledandri e Janet
Healy.Più
interessanti per il grande pubblico sono invece gli altri due
progetti. Cattivissimo
Me 3arriverà infatti il 30 giugno
2017, dalla stessa squadra che ha portato sul grande schermo i
primi due capitoli della saga di Gru. Non si sa ancora nulla del
film, se non che ritroveremo tutti i personaggi già incontrati e
amati nei primi due capitoli: Gru, Margo, Edith e Agnes, ma
soprattutto i Minions.
Infine Dr. Seuss’ How the Grinch
Stole Christmas sarà una rilettura della celebre
storia natalizia. Programmato per il 17 novembre 2017, il film sarà
diretto da Pete Candeland su sceneggiatura di
Michael LeSieu e prodotto da Chris
Meledandri e Janet Healy.
L’abbiamo vista l’ultima volta in
Hunger Games la Ragazza di Fuoco, eppure
sappiamo che sotto i trucchi ele parrucche di Effie Trinket, c’è
una bellissima donna, Elizabeth Banks, che sarà
protagonista di Walk of Shame, una
commedia che la vede recitare accanto a James
Marsden e Gillian Jacobs.
Dopo aver perso l’audizione per il
lavoro dei suoi sogni, un’aspirante presentatrice tv esce per una
particolarissima serata per feste. Si sveglia nel letto di un
estraneo con un messaggio in segreteria da parte del suo agente che
le comunica che il lavoro è suo, se riesce ad arrivare dall’altra
parte della città entro un certo orario. Ma le cose non vanno come
pianificato e lei si imbatterà in una serie di disavventure
Settimana cinematografica
interessante e varia quella che ci aspetta a partire da oggi, 16
gennaio 2013. Il film demenziale non manca mai, ma ci sarà spazio
per il film d’autore, per il remake, per l’horror di cattivo gusto
e persino per il vero e bellissimo documentario d’autore, come se
ne vedono davvero pochi al cinema.
Togliamoci quindi
subito il dente e diciamo che, tra le altre cose, oggi arrivano al
cinema due film che si potrebbe fare a meno di vedere, ma che per
dovere di cronaca vi segnaliamo: Lo Sguardo di Satana
Carrie (qui la recensione) è il remake del celebre film
di De Palma, con il quale però non ha nulla a che
vedere; Angry Games La ragazza con l’uccello di
fuoco, che si inserisce nel filone delle parodie
demenziali prendendo di mira i grandi successi al botteghino della
passata stagione (in particolare Hunger Games la
Ragazza di Fuoco e The
Avengers).
L’Italia che arriva oggi al cinema è
rappresentata da Roberto Faenza, con
Anita B. (qui la recensione), ennesimo film a tema
olocausto che in questo periodo dell’anno, in vista della Giornata
della Memoria il 27 gennaio, proliferano sul piccolo e grande
schermo. Arriva anche La Mia Classe, film
esperimento in cui Valerio Mastandrea insegna ad
una classe di ragazzi stranieri che mettono in scena se stessi,
alla regia Daniele Gaglianone.
Dopo il grande successo di
Paradiso Amaro, Alexander
Payne torna conun altro film che promette di far parlare
di sè: Nebraska (qui la recensione), già nominato ai Golde
Globes e assolutamente trai titoli da non perdere di questa
stagione. Il presidente di Giuria dell’ultimo Festival di Roma,
James Grey, arriva finalmente al cinema con
The Immigrant, che da noi è stato
rititolato (infelicemente) C’era una volta a New
York (qui la recensione), chiaramente per evocare ben
altri successi celebri. Il film di Grey però ha una sua forte
dignità, è uno spaccato elegante e contemporaneamente realistico di
un periodo buio, di animi inquieti, con una straordinaria
Marion Cotillard.
Torna al cinema
Ridley Scott con The
Counselor – Il Procuratore (leggi la recensione), storia di droga confine,
tra cartelli della droga, uomini senza scrupoli e donne mozzafiato
e infine, per la gioia dei pochi che conoscono il suo straordinario
lavoro da documentarista, arriva al cinema Errol
Morris con The Unknown Known
(leggi la recensione) documentario/intervista a
Donald Rumsfeld che ripercorre il periodo in cui è stato l’uomo più
potente del mondo.
Definirlo un film atteso è dire
poco, dire che sia un film eccessivo, eccentrico, ‘strafatto’ e
schizofrenico è in qualche modo ridurne la portata completamente
folle. Eppure ci sono poche parole che descrivono meglio
The Wolf of Wall Street, ultimo film di
Martin Scorsese e ultima straordinaria
collaborazione del regista newyorkese con un Leonardo DiCaprio in stato di grazia, anche se
quando pensiamo al suo personaggio la ‘grazia’ è l’ultima parola
che ci viene in mente!
La storia di The Wolf of
Wall Street è quella (vera) di Jordan
Belfort, broker di Wall Street che dal nulla fondò una
società di successo diventando milionario a 26 anni, per poi finire
a 39 anni a fare i conti con i federali. Ma l’epilogo poco felice
della sua storia è solo, appunto, la fine. Quello che Scorsese ci
racconta è l’ascesa e il momento di gloria, di lusso, di sfrenata
follia.
The Wolf of Wall
Street è un film di Scorsese, nel senso che se ne
sente la mano, la regia, ma soprattutto il ritmo, merito anche
della fedelissima Thelma Schoonmaker, vera e
propria artista del taglia e cuci in sala di montaggio. Magnifiche
sono le sequenze di mini-flashback, durante le quali si rivela, se
possibile, una realtà anche più folle di quella fino ad ora
mostrata.
The Wolf of Wall
Street è però anche un grande film di sceneggiatura,
in cui Terence Winter (non a caso I
Soprano sono opera sua) riesce a coniugare il turpiloquio più
basso a monologhi che sono veri e propri saggi di retorica. Ma cosa
sarebbe Wall Street senza il suo lupo? Leonardo è un grande attore,
è risaputo e confermato da una filmografia (quasi) infallibile,
lunga ormai più di 20 anni.
Ma il
DiCaprio di The Wolf of Wall Street è
qualcosa di extra-ordinario, nel senso letterale del termine: il
nostro non si ‘limita’ ad una solita e solida interpretazione
intensa e drammatica, si dimostra anche in grado di reggere i
momenti comici, quelli isterici (soprattutto) e rivela un
insospettato senso di autoironia quando si tratta di mettersi
completamente a nudo (anche questo, alla lettera) e di mettere in
campo sequenze da slapstick comedy che aggiungono eccesso
all’eccesso di un film che è un folle capolavoro del cinema
moderno.
DiCaprio però non è solo, con lui
splendono in un rutilante, vitale e dissoluto vortice di eccesso lo
straordinario
Jonah Hill, la sensualissima Margot Robbie, (anche per pochi minuti)
Jean Dujardin,
Matthew McConaughey,
Jon Favreau e tutti gli altri attori e comprimari che
affollano e popolano il film. Una colonna sonora strepitosa e varia
(presenti Lemonheads con Mrs Robinson e
Umberto Tozzi con Gloria tra gli altri)
aggiunge materiale e dettagli ad un film già straripante.
Martin Scorsese ci mostra il marcio di Wall
Street attraverso una storia esemplificativa di un modello
dissoluto di vita, ma lo fa con cura e con amore verso ogni singolo
farabutto di cui ci racconta.
Usare la droga come una metafora
dell’auto-distruzione umana; raccontare una lenta discesa verso gli
inferi solo attraverso pochi pensieri e la mortificazione
delle carni: una sfida enorme, sia per chi sta dietro alla macchina
da presa, che per chi sta avanti, ma anche per lo spettatore
stesso.
Questi sono gli
elementi di base di Red Krokodil, nona pellicola
diretta dall’italiano Domiziano Cristopharo, che usa la
macchina da presa con un respiro internazionale e un occhio già
rivolto ad altri mercati più proficui.
La trama ruota intorno
a questo trip umano del protagonista, interpretato da
Brock Madson, unico attore sulla scena, che vede lentamente
allontanarsi sempre di più il miraggio della sua natura umana man
mano che si dedica alla consumazione massiccia del Krokodil, una
droga sintetica molto in voga in Russia. In questo costante stato
sospeso tra veglia e sonno, realtà e allucinazione, riuscirà il
protagonista a trovare la forza per uscire da questo lento,
invalidante, malsano viaggio in caduta libera verso l’oblio?
Cristopharo, sapiente
artigiano qui regista, sceneggiatore, make- up artist, direttore
della fotografia, confeziona uno di quei rari film che trasmettono
allo spettatore quella inquietudine sottile e latente, quell’ansia
dell’orrore che si annida nel quotidiano, dove ogni respiro,
movimento, passo, sembrano essere il preludio all’arrivo di
qualcosa di più grande e più minaccioso.
Nel suo stile asciutto
ed essenziale, sottolineato dalle musiche perfette composte da
Alexander Cimini, Cristopharo ricorda il David Lynch
di Eraserhead come quello di Strade
Perdute e addirittura di Rabbits: le
inquietudini del quotidiano, il nemico che si annida dentro di noi,
gli elementi onirici tipici del processo paranoico, quella
sensazione di malessere che accompagna lo spettatore per tutta la
durata della pellicola e la necessaria- ma dolorosa- scelta di
condividere questo percorso insieme a Bock Madson, nella
realtà modello ed ex-tossicodipendente il cui contributo
interpretativo impreziosisce ulteriormente questo film sospeso tra
l’inquietante onirismo di Lynch e le terribili visioni ambigue e
disturbanti del Cronenberg.
Red
Krokodil va oltre l’intento morale e didattico di
mostrare quali sono le terribili conseguenze di chi fa uso di
droghe: il Krokodil è un elemento in più per mostrare questo
processo di distruzione e disumanizzazione di un uomo che,
apparentemente, non ha nessun elemento nel suo passato più recente
che lo possono aver spinto a fare abuso di sostanze stupefacenti;
la regia di Cristopharo mostra l’inferno sulla terra, ergo il
purgatorio ideale che compone la sua trilogia a breve arricchita
dall’uscita di Doll Syndrome, dove ogni speranza di
cambiamento viene spazzata via dal pessimismo cosmico- e cinico-
che pervade gli 82 minuti di Red Krokodil.
Sedata l’adrenalina da Golden Globes,
comincia oggi la celebre “road to Oscars” la strada che ci porterà
alla magica notte di Hollywood del 2 marzo. Oggi infatti verranno
annunciate la nomination a tutte le categorie che concorrono per il
premio Oscar, e a partire dalle 14.38 live potrete seguire con noi
lo streaming (video sotto) dell’annuncio ufficiale, che come
sappiamo, verrà dato da Chris Hemsworth insieme a
Cheryl Boone Isaacs, presidente dell’Academy
of Motion Picture Arts and Sciences.
Ecco di seguito il player per vedere
e commentare con noi le nomination: