Mel Com-Cille Gerard Gibson
si chiama così perché è di origine irlandese, e sia il primo che il
secondo nome sono un omaggio a dei santi di quelle parti. Lui santo
lo è un po’ meno.
Sesto di 10 figli (+ 1 adottato),
deve aver provato a gareggiare coi genitori, visto che a sua volta
ne ha sfornati 8. O meglio, è la moglie che ha partorito 7 degli 8
pargoli Gibson, e forse, a un certo punto, oltre che le acque le si
è rotto anche qualcos’altro, e i due si sono separati. 26 anni di
matrimonio & la folta prole significano alimenti luculliani: il
divorzio è tra i più costosi di Hollywood, con 400 milioni di
dollari di mantenimento. A questi si aggiungono i 750 mila versati
da Mel come risarcimento alla musicista russa con cui nel 2009 ha
avuto l’ottavo bebè. Sì, perché le donna alla fine lo ha mollato,
denunciandolo per maltrattamenti e minacce di morte. Oltre ad
essere abbandonato dalla sua agenzia, Gibson sarà costretto alla
libertà vigilata e alla riabilitazione. Una biografia da film
questa. Chissà, magari un giorno Mel deciderà di dirigere un biopic
sulla sua vita: ormai è un regista navigato, e comunque saprebbe
come ritrarre al meglio il protagonista. Sicuramente comincerebbe
dal diploma in arte drammatica a Sidney, cui seguono particine in
TV e, dopo appena due anni, il ruolo della svolta. Nel ‘79 Mel
viene scelto per interpretare “Mad” Max Rockatansky in
Interceptor, che ottiene un successo tale da generare
ben due sequel, e ispirare il cult d’animazione Ken il
guerriero (per la cronaca, pare che abbia ottenuto la parte
grazie al look un po’ malandato procuratogli da una rissa pochi
giorni prima del provino).
Comunque, la fama assoluta arriva
nell’87 con Arma letale, destinato ad essere solo il
primo di 4 film dedicati al poliziotto borderline Martin Riggs.
Dopo il rodaggio da action man, negli anni Novanta Gibson vira su
altri personaggi, più complessi e drammatici – primo fra tutti
l’Amleto di Zeffirelli – e si cimenta anche
con la regia. La prima prova dietro la macchina da presa è
L’uomo senza volto (1993), di cui è anche
protagonista, ma il colpaccio lo fa due anni dopo con
Braveheart (che fa rima con Oscar). Se è vero che i
progetti successivi tendono a somigliarsi per genere (Ransom
– Il riscatto, Ipotesi di complotto,
Payback), con l’arrivo del Duemila Mr Gibson fa
di tutto un po’: il film d’autore (The Million Dollar
Hotel), il drammone storico (Il patriota), la
rom-com (What Women Want), il war movie (We
Were Soldiers), il thriller sci-fi (Signs).
Per non parlare delle due regie colossali: La Passione di
Cristo nel 2004 – opera controversa per il tema e la
crudezza delle immagini, ma di enorme successo – e
Apocalypto nel 2006. Poi Mel si ritira dalle scene
per qualche anno, per riapparire di recente in ruoli inediti come
il Mr Beaver dell’amica Jodie Foster, o gli
action esagerati alla Machete Kills e The
Expendables 3 (di prossima uscita).
In caso non ci aveste mai pensato,
l’anagramma di Mel Gibson è “limbs’n’ego”(“membra ed ego”) e, in
caso non lo sapeste, è un fervente cattolico e un
ultra-conservatore, ma col vizietto della bottiglia… quindi insieme
alla torta gli offriamo un bel bicchiere di gazzosa. HAPPY BIRTHDAY
MEL!