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Twitt dal Festival: Il mio domani – A Few Best Men!

Arrivano altri Twitt dal Festival del film di Roma per la nostra speciale rubrica. E’ la volta di Il mio domani e A Few Best Men.

Une Vie Meilleure: recensione del film con Guillaume Canet

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Une Vie Meilleure: recensione del film con Guillaume Canet

In Une Vie Meilleure Yann e Nadia si incontrano e si innamorano. Entrambi poveri ma molto appassionati decidono di comprare un vecchio locale sul lago per farne un ristorante, investendo nel progetto ogni goccia del loro sangue e del loro soldi. Lui cuoco e lei cameriera, sono convinti di riuscire in qualche modo a portare a termine la loro impresa, ma ben presto le spese diventano insostenibili e anche i debiti si ingigantiscono, rischiando di diventare permanenti e oberare sui nostri per tutta la loro vita. Yann ha la possibilità di vendere, ma vuole portare avanti il progetto e questo scatena le proteste di Nadia. La donna va via, in Canada, verso un lavoro migliore, lasciando al compagno il figlio di 9 anni con la promessa di spedirgli presto un biglietto aereo per raggiungerla oltreoceano. Ma le cose si complicano per entrambi, i tempi di allungano e Nadia sparisce senza dare più sue notizie.

Una vita migliore è l’aspettativa di ogni essere umano, e Yann, con i suoi progetti, i suoi sogni, la sua tenacia e anche la sua onestà può rappresentare tante persone che cercano di dare una svolta alla propria vita anche osando e facendo ‘il passo più lungo della gamba’.

La drammatica attualità del film è attenuata dal racconto molto freddo che il regista Cédric Kahn ci propone, offrendo sempre un punto di vista distanziato, non indulgendo mai nei dettagli e riuscendo con sobrietà a raccontare la tristezza e la miseria, ma anche l’integrità di un’anima che cerca di non affondare.

Protagonista del film è un bravo Guillaume Canet, già regista e protagonista lo scorso anno di The Last Night, che si cimenta in un ruolo sofferto dell’uomo in difficoltà che cerca anche di improvvisarsi padre e che nella sua miseria riesce, con misure estreme, a raggiungere un luogo ed uno scopo che lo metteranno davanti ad altre difficoltà impreviste.

Il film si chiude però con un sorriso, una speranza, un obbiettivo che, nonostante tutto, potrebbe portare di nuovo la felicità.

Il Paese delle Spose Infelici: recensione del film

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Il Paese delle Spose Infelici: recensione del film

In Il Paese delle Spose Infelici Zazà e Veleno sono due ragazzini, amici per la pelle, ma molto diversi per famiglia e condizione. Figlio di medio borghesi Veleno, con un futuro e prospettive, e soprattutto dei genitori che lo seguono, figlio della strada invece Zazà, orfano che vive con un fratello delinquente e con una sola via di fuga dal degrado della periferia tarantina: il calcio. L’arrivo di Annalisa nelle loro vite crea aspettative e tensioni, ma anche attimi di pura estasi in cui i due maldestri amici riesacono ad assaporare un po’ di felicità, riuscendo a sfuggire per poco al loro destino segnato.

Il Paese delle Spose Infelici si rivela un prodotto strana, atipico e difficile da classificare. Sembra il classico film italiano che racconta il malessere giovanile, ma la presenza di questa figura femminile, sorta di Malena alla Tornatore, ma meno patinata, introduce un velo di mistero, quasi un’evasione dalla realtà per rifugiarsi in un sogno di bellezza e dolcezza, cose che per i due ragazzini sembrano impossibili da trovare nella vita vera.

Il Paese delle Spose Infelici, il film

Il racconto procede da lontano, senza creare una vera e propria empatia con lo spettatore, mostrando il calore e l’arsuro, la vittoria e la violenza, la possibilità di riscatto da una vita dura e ingiusta, possibilità che puntualmente sfugge a chi, come Zazà, è cresciuto in un ambiente malato. I giovani protagonisti Luca Schipani e Nicolas Orzella hanno quell’aspetto ruvido, di chi vuole atteggiarsi a uomo, ma con gli occhi colmi di stupore e dolcezza. I loro personaggi sono avidi di immagini e di corpi e la bella Annalisa (Aylin Prandi), l’apparizione volante che piomba nelle loro vite, rappresenta l’incarnazione dei loro desideri, la sposa infelici che loro in qualche modo desiderano curare.

Il titolo stesso del film Il Paese delle Spose Infelici, rimanda però a qualcosa di più del singolo caso di Annalisa, non è solo lei la sposa infelice, ma forse tutte quelle donne la cui vita si svolge in quell’ambiente ricco solo di miseria droga e inquinamento. La sposa infelice diventa quindi una metafora del malessere di una terra che non riesce a guarire, malata dalle fondamenta, incapace di accogliere nel sue grembo speranze e sogni di giovani uomini.

The Deep Blue Sea: recensione del film con Rachel Weisz

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The Deep Blue Sea: recensione del film con Rachel Weisz

In The Deep Blue Sea Hester è sposata con un giudice della corte suprema e vive tutti i privilegi che la sua vita fortunata le offre nella Londra degli anni ’50. Il suo equilibrio borghese viene a spezzarsi quando incontra Freddie, ex pilota della RAF, affascinante ma profondamente segnato dalla guerra. Hester lascia il marito per farsi travolgere dalla passione che prova per Freddie, ma non tutti amano allo stesso modo e con intenti comuni, e l’effimera, nuova felicità di Hester si scontrerà presto con la dura realtà e con i turbamneti di Freddie.

L’amore è un sentimento universale, profondo e talvolta distruttivo, soprattutto quando a sovrastare il sentimento è la passione folle e cieca verso qualcuno che sappiamo non potrà mai renderci felici. Hester è un’eroina romantica, abbandona tutto per il suo folle amore, e rifiuta la salvezza quando le viene offerta dal legittimo marito, uomo degno di fiducia e rispetto ma, a quanto pare, rappresentante di quelle relazioni borghesi e ipocrite dalle quali Hester fugge. Terence Davis ci porta con quante delicatezza in questo mondo così sospeso, fatto di musica e attese, di canti popolari che rievocano la guerra non troppo lontane e di colori cupi e caldi, a sottolineare i caratteri oscuri e passionali dei protagonisti. I lunghi silenzi, i delicati movimenti di macchina e le interpretazioni misurate e delicate fanno di The Deep Blue Sea un film ricercato, elegante, forse troppo sospeso per permettere allo spettatore più svogliato di farsi seguire con attenzione.

Il volto di Hester è quello bellissimo, anche nella sofferenza, di Rachel Weisz, donna incredibilmente intensa e capace di far passare con una recitazione sempre contenuta grandi cariche emotive. Insieme a lei Simon Russell Beale e il bravissimo Tom Hiddelston. Lui è Freddie, l’amante che dimentica il compleanno, che ama molto la sua compagna ma che riesce a vivere anche saenza di lei. E proprio questa sarà la ragione del definitivo crollo di Hester, la diversa ‘quantità’ di amore che i due investono nella storia sarà alla fine determinante per il destino di entrambi.

The Deep Blue Sea è una silenziosa riflessione sulla coppia, sulla passione, sulla diversità dell’amore che ci coglie improvvisamente e che per qualcuno è fatale.

Robert De Niro sul set con Sean Penn

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Sembra essere finalmente decollato il progetto di “The Comedian”, il film che vedrà protagonista Robert De Niro, affiancato da Kristen Wiig, con Sean Penn dietro la macchina da presa. De Niro vestirà i panni di un comico – intrattenitore con problemi caratteriali alla ricerca della fama perduta, precedentemente raggiunta interpretando un popolare personaggio televisivo; l’attore verrà condannato ai servizi sociali dopo aver picchiato con un microfono uno spettatore del pubblico; a portare un pò di serenità nella sua vita sarà il personaggio interpretato da Kristen Wiig (vista recentemente ne “Le amiche della sposa”).

Il film, soprattutto per l’ambientazione (il mondo dell’intrattenimento televisivo), può ricordare alla lontana “Re per una notte”, che vid protagonista lo stesso De Niro, insieme a Jerry Lewis: del resto il produttore è lo stesso, Art Linson, anche autore della sceneggiatura assieme a Jeffrey Ross; secondo le ultime notizie pubblicate da Empire, Sean Pen punterebbe a cominciare le riprese in primavera.

Incontro con Whoopi Goldberg: l’attrice a Milano per presentare Sister Act – Il Musical

In occasione della prima italiana di “Sister act. Il musical”, in scena giovedì sera presso il Teatro Nazionale di Milano, l’attrice premio Oscar Whoopi Goldberg ha incontrato la stampa per presentare lo spettacolo di cui lei stessa è co-produttrice.

Lo scenario è quantomai azzeccato essendo quel Grand Hotel de Milan, nell’elegantissima via Manzoni, dove Giuseppe Verdi era solito alloggiare durante i suoi frequenti soggiorni meneghini. Quindi una location storica fortemente legata alla storia della musica è un luogo più che adatto per fare da cornice alla presentazione di un musical moderno e innovativo come appunto “Sister Act”.

Assoluta protagonista dell’happening è la grande attrice statunitense Whoopi Goldberg che domina la scena con la sua bizzarra acconciatura a treccioline, un lungo maglione grigio e occhialini rotondi appena adagiati sul naso.

L’attrice premio Oscar, protagonista di “Sister Act” nella sua versione cinematogragfica, si presenta ai giornalisti nei panni di co-produttrice del musical che il 20 aprile scorso ha debuttato a Broadway ottenendo immediatamente uno straordinario successo di pubblico.

La Goldberg ha prodotto lo spettacolo in collaborazione con la Stage Entertainment, una società fondata dall’olandese Joop Van den Ende, che nel giro di pochi anni ha portato in Italia musical incredibilmente apprezzati come “MAMMA MIA”, “La bella e la bestia” e non ultimo “Flashdance”.

Come conferma la stessa Whoopi Goldberg, “Sister Act. Il musical”, ha uno script molto diverso rispetto la versione cinematografica pur mantenendone, ovviamente, lo stesso canovaccio narrativo. Seguendo una precisa e vincente politica già sperimentata con i recenti successi prima accennati, la Stage Entertainement propone il musical nella sua versione originale ma con un cast ed una produzione tutta italiana.

A vestire i panni di Deloris Van Cartier, il personaggio che fu della Goldberg, è Loretta Grace una delle voci nere più interessanti del nostro panorama musicale; invece il ruolo della madre superiora è interpretato da Dora Romano, grande attrice di teatro cresciuta con grandi maestri quali Gassman, Edoardo ed Ermanno Olmi.

Di fronte ai giornalisti eccitati e desiderosi di strapparle qualsiasi tipo di curiosità, Whoopi Goldberg si è mostrata sorridente, di buon umore ed estremamente disponibile. In una delle prime domande le si chiede se si aspettasse una tale popolarità per quel suo personaggio diventato famoso ormai da quel lontano 1992.

“ Deloris è un personaggio di grande impatto e molto particolare” afferma la Goldberg, “essa combatte per salvare se stessa e per trovare una propria collocazione. Tutti noi lottiamo per questo e forse è il motivo per cui è così amata. Tutti i miei personaggi hanno sempre avuto un grande impatto sul pubblico…allora forse sono io ad avere un grande impatto sulla gente!”, chiosa sorridendo e strappando un applauso generale.

Una collega dell’Avvenire, quotidiano cattolico, le chiede se il film così come il musical ha avuto un riscontro importante anche nel mondo religioso. L’attrice americana conferma che “molte chiese cattoliche e non hanno preso spunto dalle musiche dello spettacolo per integrarle alle loro musiche sacre. Molte suore si sono recate alle varie rappresentazioni, una miriade di suore accodate ai botteghini come lunghe file di pinguini” scherza la Goldberg. Quando un giornalista le chiede se sia vero che anche il presidente Obama abbia visto lo spettacolo, lei conferma con soddisfazione: “ sì ma solo la seconda metà dello show, prima era occupato in una raccolta fondi. Il musical gli è piaciuto per lo stesso motivo per cui piace alla gente: c’è divertimento, intrattenimento ed è per tutti”.

Quando interpretò per la prima volta il personaggio di Deloris Von Cartier, testimone oculare di un delitto nascosta in un convento per essere protetta, la Goldberg sentiva di avere analogie con quel personaggio?

“In realtà mi aspettavo che un fulmine mi colpisse da un momento all’altro!” risponde ironica l’attrice, “ io non vado spesso in chiesa ma sono impegnata in molte attività socialmente utili e credo che una storia come questa che parla d’amore e di valori positivi non possa far male a nessuno”.

Quindi per l’attrice protagonista de “Il colore viola” giunge immancabile una domanda riguardante il colore della sua pelle e se esso abbia rappresentato un ostacolo alla sua brillantissima carriera. La Goldberg conferma che “ qualche fastidio e complicazione può averlo creato ma in fin dei conti ho avuto una carriera piena di riconoscimenti e tutt’ora sono fortunata ad essere ancora molto richiesta nonostante il fisico e l’età non più giovanissime”.

La Goldberg parla della versione londinese del musical, quella a cui lei stessa ha fatto parte interpretando solo per alcune recite il ruolo della madre superiora, una versione comunque differente rispetto a quella attuale presentata in Italia in quanto oggetto ad una robusta revisione.

“Sister Act. Il Musical” andrà in scena al Teatro Nazionale di Milano a partire dal 27 ottobre con otto repliche a settimana. Se la presa sul pubblico sarà la stessa degli ultimi musical proposti dalla Stage Italia negli anni recenti, il successo al botteghino sarà garantito e totale confermando così che il mercato italiano è diventato ormai una nuova frontiera di guadagno per questo genere di intrattenimento.

Prime immagini da Frankenweenie!

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Prime immagini da Frankenweenie!

è Entertaiment weekly a regalarci in esclusiva le prime immagini da Frankenweenie,  prossimo film d’animazione in stop motion e 3d di Tim Burton.

Visti Le Avventure di TinTin e Hysteria: ecco i Twitt!

Dopo i primi due titoli di oggi, arrivano le prime impressioni su i due titoli più attesi della giornata di domani: Le avventure di TinTin, diretto da Steven Spielberg e prodotto da Peter Jackson e Hysteria, diretto da Tanya Wexler con protagonista Maggie Gyllenhaal. 

Nuova immagine di Moriarty!

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Dopo una lunghissima attesa è finalmente disponibile una nuova immagine del Professor Moriarty,  storico antagonista di Sherlock Holmes che presto vedremo nel nuovo film di Guy Ritchie “Sherlock Holmes: gioco di ombre(A game of Shadows)”.

A interpretare il nemico numero uno dell’investigatore nato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle c’è l’attore inglese Jared Harris, scritturato appena una settimana prima dell’inizio delle riprese quando numerose indiscrezioni, alimentate da alcuni concept art per la pellicola, davano ormai per certo che  la parte fosse stata assegnata a Daniel Day Lewis; confermato gran parte del cast del primo film della serie, con Robert Downey Jr nei panni di Sherlock Holmes, Jude Law in quelli del Dottor Watson e Keilly Reilly come Mary Morstan, mentre si aggiungono oltre ad Harris anche Noomi Rapace(Lisbeth Salander nella versione svedese della trilogia Millennium)nei panni della zingara Sim e Stephen Fry che interpreta Mycroft, fratello di Holmes.

“Sherlock Holmes: gioco di ombre” uscirà in Italia e negli USA l’11 dicembre 2011.

Here we go! Primi Twitt dal Festival The Lady e La Brindille!

Si è aperto questa mattina il Festival del film di Roma con le prime proiezioni stampa. A iniziare la giornata è stato il film La Brindille, per la sezione Alice nella città,

Gli Hobbit dopo dieci anni!

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Gli Hobbit dopo dieci anni!

In occasione del decennale dell’uscita del Signore degli Anelli che ricorrerà il prossimo dicembre, Empire Magazine ha deciso di dedicare un lungo speciale alla trilogia nel prossimo numero in uscita con contenuti e interviste esclusive.

Per promuovere l’evento, il sito empire.com ha pubblicato una foto esclusiva e un breve video con una vera e propria reunion di tutti gli hobbit della compagnia: Elijah Wood, Billy Boyd, Sean Austin e Dominic Monaghan.

Lo Hobbit – un viaggio inaspettato, prima parte dell’atteso prequel del Signore degli Anelli, uscirà nei cinema per la regia di Peter Jackson il 14 dicembre 2012.

La sinossi ufficiale di Lo Hobbit – un viaggio inaspettato:

Lo Hobbit – un viaggio inaspettato segue il viaggio del protagonista Bilbo Baggins che viene catapultato in un’epica ricerca per reclamare il Regno Nanico di Erebor caduto in preda allo spaventoso drago Smaug. Sollecitato da Gandalf il Grigio, Bilbo si trova all’improvviso in compagnia di tredici nani guidati da un guerriero leggendario: Thorin Scudodiquercia. Il loro viaggio li condurrà nelle Terre Selvagge, attraverso infide lande brulicanti di Goblin e Orchi, letali Mannari, Ragni Giganti, Mutapelle e Stregoni.

Anche se la loro meta risiede a Est, tra le steppe della Montagna Solitaria, dovranno prima trovare alla svelta una via di fuga dai tunnel dei goblin, in cui Bilbo incontra la creatura che cambierà la sua vita per sempre… Gollum.

Qui, da solo con Gollum, sulle rive di un lago sotterraneo, l’ignaro Bilbo Baggins non solo scopre – con sua grande sorpresa – di possedere  una notevole dose di astuzia e coraggio ma entra in possesso del “tesoro” di Gollum, un anello dotato di insolite qualità molto utili… un semplice anello d’oro cui è legato il destino della Terra di Mezzo in modi che Bilbo non può ancora comprendere.

Cruz/Castellitto: duetto pre-festivaliero all’Auditorium di Roma

In serata la kermesse romana ha accolto le sue due prime star, aprendo in via ancora non ufficiale la sesta edizione del Festival Internazionale del film di Roma. Ad aprire i battenti o a presiedere l’aperitivo del Festival, come ha precisato scherzosamente il curatore Mario Sesti, c’erano Penelope Cruz e Sergio Castellitto, protagonisti del primo Duetto in programma nella sezione L’Altro Cinema | Extra.

Dead man talking – recensione

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Dead man talking – recensione

Cosa passa nella mente di un condannato a morte nessuno può saperlo, se non chi vive quest’esperienza sulla propria pelle. E’ questo l’argomento di Interviews Before Execution, un famoso format in onda in prima serata su Henan TV, in Cina. La cosa che lascia basiti è che qui non siamo di fronte ad un reality finto, con attori e un copione studiato a tavolino. Qui è tutto verissimo e i condannati a morte che vengono filmati sono condannati veri.

Daniel Radcliffe legge The Woman in Black!

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Daniel Radcliffe legge The Woman in Black!

In attesa dell’arrivo di “The Woman in Black” nelle sale, la produzione ha lanciato un’interessante iniziativa per i futuri spettatori promossa proprio dal protagonista Daniel Radcliffe.

L’Ombra dello Scorpione si allunga su Ben Affleck?

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Ancora una volta, si torna a parlare di una trasposizione cinematografica per “L’Ombra dello scorpione”, opus magnum del ‘Re del brivido” Stephen King; più volte presa in considearazione negli anni, l’idea non ha mai trovato una realizzazione compiuta (se si eccettua una miniserie televisiva, risalente a una decina di anni fa). Di un ritorno di fiamma del progetto, ad opera della Warner, si è tornato a parlare da qualche mese: l’idea iniziale di affidare la sceneggiatura alla ‘premiata ditta potteriana Kloves & Yates”  non pare però essersi conclusa a buon fine; il principale indiziato per il lavoro, che potrebbe essere realizzato nella forma di una ‘saga’ di più capitoli, come sempre più di moda ultimamente, sembra ora essere Ben Affleck.

Al momento comunque il progetto resta sulla carta: lo stesso Affleck è impegnato nelle riprese di “Argo”, film incentrato su una missione di salvataggio di un gruppo di ostaggi, del quale è regista e protagonista, e non è detto che l’attore e regista accetti di imbarcarsi in un’impresa come quella dell’Ombra dello Scorpione solo alla sua quarta regia. Come gli appassionati (e non solo) ricorderanno , “L’Ombra dello Scorpione” (titolo originale: “The Stand”) narra di un’epidemia che decima la popolazione umana; i sopravvissuti diverranno poi a loro volta le ‘pedine’ del classico ‘eterno scontro tra il Bene e il Male’.

Fast and Furious: la Universal rilancia con gli episodi 6 e 7

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Fast and Furious: la Universal rilancia con gli episodi 6 e 7

I patiti degli inseguimenti e delle gare al cardiopalma non temano: la saga di Fast and Furious vedrà probabilmente giungere a compimento anche il sesto e settimo capitolo della serie: il successo globale arrivo al quinto episodio appare aver convinto la Universal a continuare a premere l’acceleratore a tavoletta.

Secondo quanto recentemente pubblicato dal Los Angeles Times, non vi è ancora nulla di stabilito, sebbene lo sceneggiatore Chris Morgan avrebbe già presentato qualche idea per collegare tra di loro i prossimi due episodi, Fast and Furious 6 e Fast and Furious 7, che dunque potrebbero essere girati in contemporanea da Justin Lin, nel segno di un procedimento già attuato in passato per altre saghe cinematografiche come Matrix o il signore degli Anelli. Un espediente certo intrigante, quello della realizzazione in contemporanea di due film, ma non esente da rischi: e se il sesto capitolo non dovesse rispondere alle attese?

Spielberg conferma: sarà Peter Jackson a occuparsi del secondo Tintin

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Che Steven Spielberg e Peter Jackson avessero concordato di ‘dividersi il lavoro’, dirigendo un film a testa dedicato all’eroe dei fumetti belgi era risaputo da tempo; ora però è arrivata la conferma ufficiale dalla parte delo stesso Spielberg, come riporta anche Coming Soon. Spielberg ha spiegato che Sony e Paramount hanno messo a disposizione i soldi per sviluppare la sceneggiatura, preparare gli storyboard ed essere così pronti per dare il via al progetto; il secondo film verrà quindi realizzato in tempi abbastanza brevi: la sceneggiatura è già stata scritta. Il copione è stato curato   Anthony Horowitz, il quale ha sviluppato la storia partendo da due avventure del personaggio creato da Hergé: “Prigionieri del sole” e “Le sette sfere di cristallo”.

Il titolo dovrebbe essere “The Adventures Of Tintin: Prisoners Of The Sun”: la storia vedrà Tintin assieme al capitano Haddock alle prese con una misteriosa malattia che colpisce tutti coloro che hanno violato una tomba Inca. Nonostante le dichiarazioni, tuttavia, sussiste qualche dubbio sulle reali possibilità che Jackson diriga questo secondo capitolo: il regista è infatti ancora impegnato con “Lo Hobbit”, che gli richiederà tempo ed energie; tuttavia se non si occuperà del secondo, è abbastanza probabile che Jackson possa sedere dietro alla macchina da presa in occasione dell’immancabile terzo capitolo.

How to Die in Oregon – recensione

How to Die in Oregon – recensione

L’Oregon è uno degli stati USA in cui è consentito il suicidio assistito grazie a un referendum popolare del 1994. Ad oggi oltre cinquecento persone hanno usufruito di questa legge per porre fine alla loro esistenza di sofferenza. La legge risponde al principio liberale secondo cui “Nessuna autorità laica o confessionale può decidete per me su una questione così importante”.

Bobby Fischer Against the World: recensione del film

Bobby Fischer Against the World: recensione del film

Bobby Fischer Against the World è il documentario prodotto da HBO che ripercorre il cammino di uno dei più grandi campioni della storia degli scacchi, nonché riconosciuto da tutti gli americani come il più grande giocatore degli Stati Uniti. Il regista statunitense Liz Garbus ripercorre in maniere impeccabile e a tratti maniacale la vita del enfant prodige Bobby Fischer, dalla sua prima infanzia sino agli ultimi giorni della sua esistenza. Le vicende di Fischer sono ben note al pubblico più avvezzo ma sorprende come la pellicola sia capace di lasciarsi alle spalle i luoghi comuni di una storia così legata al periodo della Guerra Fredda, lasciando al centro della narrazione la vera essenza del personaggio spesso esagerata e completamente folle.

La cosa che emerge predominante e che riesce a dare quella componente di autenticità all’affresco del personaggio è il fatto che Fischer non combatta la Guerra Fredda come un comune soldato statunitense, Bobby combatte la propria di guerra: una guerra contro il suo passato, contro la famiglia, contro le sue nevrosi e contro il successo che tanta insofferenza gli provoca, fino a farlo cadere in un baratro di delirio e onnipotenza. Bobby Fischer Against the World procede chirurgicamente nel descrivere l’ascesa e la caduta del personaggio, in maniera affascinante e commovente. Sotto i suoi colpi da maestro prima cadono le certezze di uno stato come l’URSS, poi il suo antagonista per eccellenza  Boris Spassky e in fine se stesso, riuscendo al contempo a diventare una vera e propria leggenda.

Grazie alla sua follia riesce ad essere al di sopra di ogni condizionamento politico, addirittura anche al disopra di ogni individuo che si presenti sulla propria strada. Le testimonianze di amici, colleghi e compagni di vita ne sono la prova. Un bambino che ha fatto della dedizione e della totale abnegazione per la disciplina una ragione di vita ma che nel momento in cui arriva all’apice del successo in così poco tempo, ad una giovanissima età per l’ambiente, perde ogni ragione di vita ed ogni obiettivo. Fino a morire all’età di 64 anni nevrotico e completamente fuori controllo. Particolare inquietante, 64, come il numero di caselle presenti in una scacchiera.

Eva Mendes nel prossimo film di Léos Carax

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Eva Mendes nel prossimo film di Léos Carax

Eva Mendes, sulla bocca di tutti per il suo attuale flirt con Ryan Gosling, parteciperà al nuovo film di Léos Carax, Holly Motors, al fianco di Denis Lavant.

Breaking Dawn: Parte I nuove immagini

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Entertainment Tonight ha mostrato nuove immagini inedite dal set di Breaking Dawn: Parte I. A seguire un altro video ci mostra le dichiarazioni che i protagonisti, Robert Pattinson e Kristen Stewart , hanno rilasciato in merito al film (anche alla scena di sesso) e agli altri loro progetti.

Il film è diretto da Bill Condon, e nel cast ci sono anche Nikki Reed, Kellan Lutz, Jackson Rathbone, Peter Facinelli, Elizabeth Reaser, Michael Sheen e Dakota Fanning.

Ecco i video:

Avremo un’anticipazione di 15 minuti del film al Festival Internazionale del film di Roma, dove a presentare la pellicola sarà presente Nikki Reed.

Fonte: moviesushi

Case chiuse: recensione

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Case chiuse: recensione

Questo documentario è un viaggio attraverso l’Italia delle case chiuse anni ’50 e dell’evoluzione delle stesse oggi, negli altri paesi d’Europa, sottolineando anche come il mestiere più antico del mondo sia anche il più persistente nelle arti, con immagini di film che sono ambientati del tutto, come Salon Kitty di Tinto Brass, in video anche come esperto, se non di bordelli quanto meno di sensualità e sessualità femminile e film che sono rimaste nell’immaginario cinematografico, come quella del film Roma di Federico Fellini.

I ricordi vengono poi alternati dalla lettura, di fatto l’elemento in più del documentario, delle lettere che le “donne di piacere” delle case di tolleranza, inviarono all’allora senatrice Merlin, madre della legge che abolì le case chiuse.

Sono lettere sofferte, di madri, donne, alcune volte malate, che vivono la professione come un qualsiasi altro lavoro, aldilà di ogni pudicismo, come un mestiere che bisogna saper fare, così come rimarca anche la giovane Safina, starlette del locale Artemis di Berlino in cui si “forniscono servizi” come afferma la ragazza, per i quali si assicura professionalità.

E’ una nuova affermazione di come, questo mestiere, non a torto definito il più antico del mondo, ve ne sono tracce anche in un papiro proveniente dall’Antico Egitto conservato presso il Museo Egizio di Torino, abbia attraversato le epoche e spesso ispirato artisti, romanzieri e pittori, come Henri de Toulouse Lautrec.

Il documentario fa parte della sezione Extra del Festival del film di Roma di prossimo inizio e verrà proiettato in Sala Teatro studio il prossimo 3 Novembre.

Missione di pace: parla il cast

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Tutti i protagonisti di Missione di pace sono intervenuti ieri mattina alla Casa del Cinema per l’anteprima stampa di Missione di pace, opera prima del regista toscano Francesco Lagi. Insieme al regista e ai produttori, erano presenti anche i protagonisti del film, Silvio Orlando, Alba Rohrwacher, Francesco Brandi, gli sceneggiatori, Marco Pettenello e Filippo Gravina, la produttrice Donatella Botti e la responsabile per Rai Cinema, Caterina D’Amico.

Missione di Pace: recensione del film di Francesco Lagi

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Missione di Pace: recensione del film di Francesco Lagi

Ridere della guerra si può e non è per forza di cattivo gusto. A dimostrarlo è il regista esordiente Francesco Lagi che, con Missione di Pace, il suo ritratto scanzonato di un convoglio di militari italiani confusi mette da parte eroismo e marzialità per dedicarsi ad aspetti più particolari come l’inconsistenza delle ideologie sia militariste che pacifiste.

Presentato al Festival di Venezia 2011 come Evento Speciale nella sezione Settimana della CriticaMissione di Pace costruisce la sua storia su un doppio livello: quello territoriale percorso dal Capitano Vinciguerra (un sempre convincente Silvio Orlando) alla guida dei suoi uomini attraverso i Balcani con lo scopo di catturare un efferato criminale di guerra, nascosto nell’immaginario corridoio di Grz, e quello più privato, in cui il lo stesso capitano si trova ad affrontare il rapporto da sempre conflittuale con Giacomo (Francesco Brandi), il figlio pacifista che non perde occasione per minare l’autorità paterna dinanzi al suo convoglio.

A chiudere il cerchio di questa vicenda, in cui le due parti del contendere ne escono ugualmente ridimensionare grazie all’utilizzo di un sano senso del ridicolo e del grottesco, è una recluta disorientata che, con lo sguardo puro e delicato della sempre più brava Alba Rohrwacher, cerca di dare ordine ad una realtà volutamente poco credibile formata da mangiatori di orsi, partite a Risiko tra militari e preti ortodossi, carri armati fuori controllo ed un Che Guevara (Filippo Timi) un po’ cialtrone in evidente crisi esistenziale che vaga estasiato tra i reparti dell’Ikea che diventa simbolo dell’attuale inutilità di ogni tipo di criterio ideologico ai giorni nostri.

Missione di pace fa sorridere e riflettere toccando un tema rischioso e complicato come quello delle spedizioni di pace senza però apparire offensivo o troppo pretenzioso. È un piccolo film che però sceglie di non calcare le già conosciute strade della commedia all’italiana per addentrarsi nel territorio del non senso, riuscendo, seppur con piccole difficoltà, a trasmettere un messaggio di leggerezza come poche volte accade al cinema italiano.

Vado a vivere da solo di Marco Risi

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Vado a vivere da solo di Marco Risi

Vado a vivere da solo è il film del 1982 di Marco Risi con Jerry Calà, Enzo Salvi, Lando Buzzanca

Giacomo, Giacomino per i genitori iperprotettivi, è un ventiseienne milanese studente fuoricorso. Al suo compleanno mamma e papà gli promettono “qualunque cosa” e lui, colta la palla al balzo, chiede d’andare a vivere da solo. Per i genitori, specie per la mamma, è un autentico dramma. Affitta un appartamento malconcio all’ultimo piano di un palazzo senza ascensore, il cui proprietario è partito per l’India, seguendo una moda diffusa tra i giovani dell’epoca. E lo arreda con mobili di seconda mano, ma con un tocco spiccato di originalità, sia per i colori scelti quanto per gli oggetti strani sparsi qua e là per la casa.

Su tutti, il mitico Wc che suona e s’illumina quando ci si siede sopra. Inizia la sua avventura da scapolo gaudente, ma deve purtroppo sopportare le visite “pedagogiche” dell’invadente signor Giuseppe, ex vicino di casa cacciato dalla moglie. Presto quest’effimera vita viene rotta dall’arrivo di Françoise, amica del proprietario di casa, bella francese alla ricerca dell’uomo giusto, che inizialmente non si accorge dei sentimenti che Giacomino prova per lei e che tenta timidamente di dimostrarle.

Questo film del 1982 segna l’esordio come regista di Marco Risi, che cambierà presto registro nei suoi lungometraggi dedicandosi a film principalmente a sfondo sociale o d’inchiesta. Risi si avvale di attori in quel periodo in pieno successo e popolarità, quali Jerry Calà, nei panni del buffo protagonista Giacomo, Lando Buzzanca, l’invadente vicino signor Giuseppe e di Francesco Salvi, il depresso amico-collega di Giacomo. A loro va aggiunta la graziosissima Elvire Audray, nei panni di Françoise.

Vado a vivere da solo si colloca in quel lungo filone del Cinema italiano costituito da commedie spensierate, partito proprio a inizio anni ’80. Film leggeri, esilaranti, demenziali, talvolta trash e volgari, che presero il posto dei film erotici anni ’70, ormai soppiantati dai film hard. Ma la presente pellicola si differenzia da molte altre di questo calderone perché mai volgare o eccentrica, bensì comica e colorita al punto giusto.

Vado a vivere da solo è quanto mai attuale, dato che tratta una piaga delle attuali generazioni: le difficoltà di lasciare il tetto familiare, vuoi per motivi economici, vuoi per quel (in)sano atteggiamento iperprotettivo dei genitori italiani. Specie quelli del sud. Anzi, si può dire che Risi, coadiuvato nella sceneggiatura dal re delle commedie, Enrico Vanzina, e dallo stesso Jerry Calà, abbia perfino anticipato un fenomeno: quello della proliferazione dei mammoni “alla Giacomino” in Italia, i bamboccioni.

Un film consigliato dunque per chi vuole passare un’ora e mezza spensierata, senza volgarità, impreziosita dalla verve comica di Jerry Calà, con le sue inconfondibili gestualità e mimiche facciali, nonché le sue battute imprevedibili e che sembrano (o forse lo sono davvero) spontanee e fuori copione. Ad aggiungersi all’ilarità di Cala’ ci sono anche la verve di un attore consolidato quale Lando Buzzanca, e la timida spalla di un giovanissimo Francesco Salvi.

Vado a vivere da solo ha avuto anche un sequel: Torno a vivere da solo, nel quale Giacomino è ormai adulto, sposato con due figli, affermato agente immobiliare. Divorzia dalla partenopea moglie Francesca e intraprende una vita da scapolo incallito. Ma ovviamente, anche qui i pasticci non mancano. Un sequel che risente della stanca riproposizione delle caratteristiche del primo film, ma soprattutto, dell’eccessivo lasso di tempo intercorso col primo episodio. Ben 16 anni.

Brad Pitt nel nuovo lavoro di McQueen e Fassbender

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Brad Pitt nel nuovo lavoro di McQueen e Fassbender

Si chiamerà Twelve Years A Slave il nuovo film della coppia Steve McQueen – Michael Fassbender, che tornano sul luogo del delitto dopo il controverso “Shame”, presentato, che ha guadagnato all’attore tedesco la Coppa Volpi come miglior attore all’ultimo Festival di Venezia; a far parte della partita sarà anche Brad Pitt.

La collaboraizone di Pitt al progetto è cominciata fin dalla fase produttiva, attraverso la sua società Plan B, ma ora sembra confermato che avrà anche un ruolo sullo schermo, sebbene non si sa ancora quale. Il film vedrà protagonista Chiwetel Ejiofor (“I figli degli uomini”, “American Gangster”, “2012”), nei panni di Solomon Northup, un nero libero che nella seconda metà dell’800 arriva a New York per rispondere ad un’offerta di lavoro solo per venire per venire rapito e ridotto in schiavità, appunto per dodici fino a quando la moglie, con l’aiuto di un falegname canadese, porterà il suo caso davanti ai giudici. McQueen e Jonh Ridley hanno adattato la sceneggiatura dall’autobiografia dello stesso Northup. Il film dovrebbe essere realizzato nel 2012, sebbene la data di inizio delle riprese non sia stata ancora comunicata.

L’attesissimo reporter di Hergè arriva nei cinema italiani!

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Quando il re incontrastato del cinema d’avventura (Spielberg) torna dietro alla macchina da presa e il suo più accreditato erede (Jackson) produce il progetto, è lecito aspettarsi qualcosa di veramente grosso. “Le avventure di Tin Tin: il segreto dell’unicorno” è un film d’animazione realizzato con la tecnica del performance capture che porta sul grande schermo le avventure di un eroe non proprio conosciutissimo qui da noi ma che, con una sola striscia di 24 avventure realizzate dal fumettista belga Hergè (pseudonimo di Georges Prosper Remi) 40 anni fa, è riuscito a diventare un’icona molto popolare, soprattutto in Francia.

Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno: aggiornamenti da New York!

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Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno: aggiornamenti da New York!

E’ Entertainment Weekly a smentire il rumour che circolava la settimana scorsa, riguardanti alcune scene del Cavaliere Oscuro – il Ritorno girate a New York che avrebbero coinvolto i manifestanti di Occupy Wall Street.  

Prima foto sul set dei Mercenari 2: Chuck Norris c’è!

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È stata pubblicata la prima foto dal set di  The Expendables 2 . Nella foto compare anche la new entry, il leggendario Chuck Norris.

La Warner Bros non stamperà più Harry Potter in Dvd!

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La Warner Bros non stamperà più Harry Potter in Dvd!

La Warner Bros ha annunciato che, a partire dal 29 dicembre di quest’anno, smetterà per un periodo di tempo non determinato di stampare dvd e Blu-ray della saga di Harry Potter. La strana decisione della Major Sinclude anche Harry Potter e i Doni della Morte Parte II, in uscita il 2 dicembre.

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