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The Equalizer 3 – Senza tregua: recensione del film con Denzel Washington

The Equalizer 3 recensione

Quando si parla di popolari giustizieri e assassini del cinema, il primo nome che viene oggi in mente è probabile sia quello di John Wick, interpretato da Keanu Reeves. C’è però un altro personaggio che da nove anni a questa parte si è guadagnato una certa reputazione a riguardo, ovvero il Robert McCall interpretato da Denzel Washington nella trilogia di The Equalizer. Dopo i primi due sorprendenti film diretti da Antoine Fuqua (anche regista di Southpaw, I magnifici 7 ed Emancipation), arriva ora in sala il capitolo conclusivo, dal titolo The Equalizer 3 – Senza tregua.

Ed è proprio una tregua quella che invece McCall va ricercando, dopo anni di sofferenze e violenza inaudita. Ritroviamo infatti il personaggio in trasferta in Italia, in Sicilia, dove è impegnato in una nuova missione che, chissà, potrebbe essere anche l’ultima. Il letale protagonista sembra infatti stanco della vita condotta fino a quel momento, stanco di piangere i suoi cari e soprattutto stanco della violenza che puntualmente si ripresenta davanti ai suoi occhi. Il Sud Italia si rivela dunque un buon posto dove sparire, ritirarsi nell’anonimato e vivere in pace. Naturalmente, sarà una vita che dovrà conquistarsi con sangue e fatica.

The Equalizer 3 – Senza tregua, un capitolo sommesso

Come confermato da Washington e Fuqua, The Equalizer 3 – Senza tregua è il film conclusivo sulle vicende di McCall (anche se si parla già di prequel e spin-off) e in effetti l’intero lungometraggio ha un tono decisamente quieto, sommesso, quasi crepuscolare. Nei vicoli di Atrani, in provincia di Salerno, il protagonista va dunque riscoprendo i piaceri della vita, da una buona tazza di tè presa in un bar che affaccia sulla piazza principale sino alle passeggiate al porto, dalle visite ai monumenti storici fino alle chiacchiere con i suoi nuovi amici italiani.

Fuqua e lo sceneggiatore Richard Wenk seguono dunque McCall in queste sue pacifiche escursioni, adeguando il ritmo del film a quello del passo inizialmente zoppicante del personaggio, rimasto ferito nel corso della sua ultima missione. Si assiste dunque ad un diradarsi di eventi “d’impatto”, quelli che nei precedenti film permettevano di costruire intrecci narrativi particolarmente densi e complessi. Con The Equalizer 3 – Senza tregua ci si scontra invece con una semplificazione delle vicende di McCall, proprio in quanto è lui a ricercare una vita più semplice.

Ciò che fa di questo nuovo film un’opera d’azione atipica, dove le esplosioni di violenza ci sono ma sono meno frequenti e meno d’impatto, dove l’attesa di tali momenti è di gran lunga più sottoposta alle attenzioni del regista rispetto all’azione vera e propria. Se si riesce ad entrare in questo mood, The Equalizer 3 – Senza tregua risulta ad ogni modo un film particolarmente godibile, pur al netto dei soliti stereotipi con cui gli statunitensi immaginano gli italiani (non che ci sia qualcosa di particolarmente falso in essi). Di certo, però, il film potrebbe facilmente scontentare i fan dei ritmi forsennati.

The-Equalizer-3-Denzel-Washington

Un film che non riesce ad essere incisivo

Il problema di The Equalizer 3 – Senza tregua non è però questo suo ritmo più pacato né l’assenza di numerose scene d’azione, bensì il non proporre una messa in scena votata all’intrattenimento visivo. Nei primi due film della serie, Fuqua è riuscito a rendere epici anche i momenti apparentemente più banali o complessi da far risultare tali. Così, anche se non vi sono combattimenti in scena, si rimane comunque attratti da ciò che si vede, provando un crescente senso di trasporto verso poi gli epici scontri finali.

E le sequenze conclusive dei precedenti lungometraggi, ambientate rispettivamente in un grande magazzino e in una cittadina evacuata per via di un incombente uragano, erano davvero spettacolari. Si traeva in quei casi il meglio che quelle ambientazioni avevano da offrire, dando vita ad gioco del gatto e del topo davvero coinvolgente. Una conclusione di questo tipo è invece ciò che manca a questo terzo film, che si risolve in modo piuttosto semplice e sbrigativo. Un peccato, considerando le opportunità che in tal senso poteva dare il paesino dove si svolge il tutto.

Complice di ciò è anche l’assenza di un antagonista temibile quanto lo sono stati quelli dei precedenti film. Nel tirare in ballo la camorra, regista e sceneggiatore non riescono a renderla una presenza davvero minacciosa, che avrebbe dovuto porre McCall ancor più in difficoltà delle precedenti volte. Non si ha invece quasi mai questa situazione di pericolo, ed è questo un altro dei punti deboli del film. Certo, non mancano momenti degni della saga e McCall si afferma nuovamente come un personaggio ricco di fascino, ma la sensazione ultima è che questa “conclusione” sia più sotto tono del dovuto.

 
 

The Equalizer 3 – Senza tregua, la spiegazione del finale

The Equalizer 3 - Senza tregua Denzel Washington

Il finale di The Equalizer 3 – Senza tregua, si chiude con una nota interessante per il personaggio di McCall interpretato da Denzel Washington, che sembra essere l’ultimo capitolo della sua interpretazione del personaggio. Il terzo Equalizer si apre con l’ex agente della DIA Robert McCall ferito dopo aver spazzato via una base della mafia siciliana. Viene presto accolto dagli abitanti di un villaggio costiero chiamato Altamonte, che lo trattano come uno di loro mentre si riprende. Sfortunatamente, gli abitanti del villaggio sono minacciati dalla mafia Camorra; dopo che questi ultimi hanno esagerato con la violenza, McCall è costretto a reagire con la stessa forza.

Una trama secondaria vede McCall aiutare l’agente della CIA Emma Collins (Dakota Fanning), fornendole informazioni sulle droghe sintetiche che venivano spedite dalla base mafiosa che lui ha fatto irruzione. Si scopre che la Camorra è in combutta con dei terroristi e, dopo che McCall uccide il fratello del boss mafioso Vincent (Andrea Scarduzio), i due uomini sono pronti per la resa dei conti finale. Alla fine, McCall uccide Vincent e i suoi uomini in una violenta irruzione in casa, la ferita Collins ottiene una promozione e McCall sembra aver finalmente trovato la pace quando decide di rimanere nel villaggio.

Robert McCall muore in The Equalizer 3?

Il personaggio di Denzel Washington è in pericolo per tutto il film d’azione, ma Robert McCall non muore in The Equalizer 3 prima che finiscano i titoli di coda. All’inizio del film sembra che questo possa accadere, dato che viene colpito alla schiena dopo la sequenza iniziale, che lo lascia in condizioni critiche. Solo dopo essere stato operato da un medico locale, McCall dimostra di essere stabile. Il film alla fine decide di lasciare in vita l’eroe interpretato da Washington per dargli un lieto fine o lasciare aperta la porta a un sequel, invece di annoverarlo tra tutti coloro che muoiono in The Equalizer 3.

Robert McCall, interpretato da Denzel Washington, è davvero in pensione?

Un tema importante di The Equalizer 3 è l’idea che le persone finiscono dove devono essere, e alla fine del terzo capitolo, McCall sembra aver trovato il suo posto. Il sequel presenta una versione più cupa del personaggio, che sembra ancora sconvolto dalla morte della sua migliore amica Susan (Melissa Leo) durante il secondo film e dal tradimento dei suoi ex colleghi. McCall è più sadico e brutale nel modo in cui elimina i nemici e sembra intenzionato a infliggere dolore prima di tutto.

Tuttavia, ritrova la sua umanità quando il villaggio lo accoglie e lo tratta con gentilezza. Dopo aver ucciso Vincent, torna ad Altamonte e viene visto per l’ultima volta raggiante mentre partecipa a una festa del villaggio. Avendo appena regalato il suo libro nero a Collins, sembra che McCall abbia davvero rinunciato alla vita da giustiziere. Il finale di The Equalizer 3 non dà alcun indizio su un ulteriore sequel, e se davvero è l’ultimo capitolo, è un bel modo per lasciare il personaggio.

Perché McCall ha commesso il massacro iniziale di The Equalizer 3

L’inizio del terzo capitolo sembra quasi un film slasher, quando un boss mafioso torna a casa nella sua vigna e scopre i corpi dei suoi uomini sparsi per la casa. I suoi scagnozzi rimasti affrontano McCall in una cantina, ma ovviamente quest’ultimo ha facilmente la meglio e li uccide tutti. Prima di questo, McCall accenna al motivo per cui si trova lì, ovvero perché gli hanno preso qualcosa che non gli apparteneva, e in seguito viene visto con uno zaino misterioso. È solo nelle scene finali che rivela a Collins cosa c’è dentro.

McCall spiega che questa roccaforte della mafia era anche coinvolta in crimini informatici e che avevano rubato la pensione di un uomo in pensione a Boston. McCall ha dato un passaggio in Lyft al pensionato, Greg Dyer, un riferimento al suo lavoro secondario in Equalizer 2, ed è venuto in Italia con l’unico intento di restituire all’uomo i suoi 360.000 dollari. Collins non capisce perché McCall si sia spinto così lontano per aiutare un perfetto sconosciuto, ma quando più tardi consegna la borsa e vede la gioia che il denaro ritrovato porta all’uomo e a sua moglie, capisce.

Cosa vuole la Camorra dal villaggio

The Equalizer 3 non approfondisce molto i suoi antagonisti, che sono descritti come cattivi quasi caricaturali. Tra i loro vari crimini ci sono l’impiccagione di un anziano da una finestra e il taglio della mano di un subordinato. Riscuotono il pizzo da molti negozi di Altamonte, ma Vincent ha in mente progetti più grandi per questo piccolo paradiso. Vuole costruire resort e casinò per i turisti, e questo comporterà l’espulsione della popolazione. Data la gentilezza con cui è stato trattato dalla gente, McCall chiarisce che ciò non accadrà.

La spiegazione della “droga della jihad” 

Un’altra importante sottotrama di Equalizer 3 riguarda Collins che indaga su spedizioni di droga che venivano inviate all’interno di bottiglie di vino dal vigneto perquisito da McCall. Si tratta di un’anfetamina soprannominata “droga del jihad”, venduta dai terroristi siriani per finanziare le loro attività. Naturalmente, si scopre che è la Camorra ad acquistare la droga, finanziando così direttamente il terrorismo, motivo per cui McCall coinvolge la CIA.

McCall dà a Vincent un assaggio della sua stessa medicina nel finale e gli somministra una dose letale di queste pillole. Poi accompagna il capo della Camorra in fuga nel villaggio e aspetta che muoia per overdose.

Collins è la figlia di Susan Plummer

Un altro mistero che aleggia per tutto il film è il motivo per cui McCall sta aiutando un’agente della CIA a caso. Lui e Collins instaurano un bel rapporto, ma lui evita sempre di rispondere al perché l’ha contattata. La scena finale nell’ufficio di Collins, dopo che lei si è ripresa dall’attentato dinamitardo della Camorra che l’ha quasi uccisa, risponde a questa domanda. Lei scopre che McCall le ha regalato il suo libro nero con un messaggio in cui dice che sua madre sarebbe orgogliosa di lei.

Collins guarda poi una foto di laurea sulla sua scrivania, rivelando di essere la figlia dei vecchi amici di McCall, Susan e Brian (Bill Pullman). Agendo come una sorta di mentore per Collins e poi affidandole il suo piccolo libro di nomi e segreti, la sta mettendo sulla strada per diventare una grande agente come Susan. È un altro segno che McCall stesso è pronto a appendere al chiodo i suoi modi da vendicatore e andare in pensione.

Cosa ha detto il regista Antoine Fuqua sul finale di The Equalizer 3 e sul destino di Robert McCall

Fuqua dirigerà The Equalizer 4 (con Washington), ma non se lo aspetta

Il terzo film della serie The Equalizer è stato indicato come l’ultima uscita sia per Washington che per Fuqua. Denzel Washington ha detto che The Equalizer 4 potrebbe essere realizzato, ma dovrebbe essere senza di lui. Ma mentre l’attore ha indicato che un quarto film con un nuovo attore è in discussione, i commenti di Fuqua indicano il contrario. Secondo il regista, Fuqua è disponibile a dirigere The Equalizer 4, ma anche lui abbandonerà il franchise se Washington non sarà della partita. Con il ritorno di Fuqua alla regia che dipende dal ritorno di Washington, un quarto capitolo sembra sempre più improbabile.

Ci sarà The Equalizer 4? Come potrebbe funzionare un sequel

Dal punto di vista della trama, c’è ancora spazio per The Equalizer 4

Il regista Antoine Fuqua aveva precedentemente accarezzato l’idea che Equalizer 4 potesse vedere protagonista un McCall ringiovanito digitalmente, interpretato addirittura dal figlio di Denzel, John David. La prima opzione sembra essere stata scartata da Washington, mentre la seconda, sebbene tecnicamente possibile, probabilmente non si verificherà a meno che Fuqua non cambi idea. Nel caso in cui Washington e Fuqua tornassero a collaborare per un quarto film, sarebbe relativamente facile continuare la storia. Sebbene alcuni avessero ipotizzato che il terzo film avrebbe visto la morte di McCall, non è così. Il sequel si conclude invece con McCall che trova una sorta di pace interiore. The Equalizer 3 funge da finale, ma non esclude affatto un quarto capitolo.

Un altro sequel potrebbe semplicemente riprendere con McCall impegnato in un’altra missione di vendetta, spiegando semplicemente che la pensione non fa per lui. Ora che Collins è stata presentata come sua nuova alleata, potrebbe anche chiedere il suo aiuto per un’operazione che richiede i suoi metodi non convenzionali. Naturalmente, andare in questa direzione potrebbe comportare il rischio che The Equalizer 4 debba ripetere il finale di The Eqaulizer 3, con il pensionamento di McCall.

 
 

The Equalizer 3 – Senza Tregua, da oggi al cinema

The Equalizer 3

Arriva oggi in sala The Equalizer 3 – Senza Tregua, il terzo e ultimo capitolo della trilogia di Robert McCall, interpretato da Denzel Washington e diretto ancora una volta da Antoine Fuqua.

La trama

Da quando ha abbandonato la sua vita di assassino governativo, Robert McCall (Denzel Washington) ha lottato per rimediare alle orribili azioni compiute in passato e trova una strana consolazione nel perseguire la giustizia in favore degli oppressi. Sentendosi inaspettatamente a casa nel Sud Italia, scopre che i suoi nuovi amici sono sotto il controllo dei boss della criminalità locale. Quando gli eventi precipitano, McCall sa cosa dovrà fare: difendere i suoi amici e sfidare la mafia.

Leggi la recensione di The Equalizer 3 – Senza Tregua

 
 

The Equalizer 2: una clip esclusiva dall’edizione Home Video

The Equalizer 2 Senza perdono

Il due volte premio Oscar Denzel Washington (Miglior attore non protagonista per Glory, 1989; Miglior attore protagonista per Training Day, 2001) fa ritorno in uno dei suoi ruoli chiave nel primo sequel della sua carriera, con il thriller The Equalizer 2 – Senza perdono, crudo e dal cuore pulsante, dal 9 gennaio 2019 in Dvd, Blu-ray, 4K Ultra HD e Digital HD insieme a Universal Pictures Home Entertainment Italia.

Ecco di seguito una clip in esclusiva sul film con Denzel Washington:

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Insieme al regista Antoine Fuqua (Training Day), Washington torna nei panni di Robert McCall, che serve giustizia imparziale per gli oppressi e i meno fortunati, ma quanto in là si spingerà nella sua vendetta senza esclusione di colpi quando la vittima è qualcuno che lui ama? The Equalizer 2 – Senza perdono vede all’interno del cast anche Pedro Pascal (Kingsman: Il cerchio d’oro), Ashton Sanders (Moonlight), Bill Pullman (Independence Day) e la vincitrice del premio Oscar Melissa Leo (Miglior attrice non protagonista, The Fighter, 2010).

Le edizioni di The Equalizer 2 – Senza perdono contengono oltre un’ora di contenuti extra ricchi di azione, tra cui “Modalità Punizione”, scene estese ed eliminate ed esclusive featurette del dietro-le-quinte. “Modalità punizione”, il seguito di “Modalità vendetta” contenuto in The Equalizer, permette ai fan di guardare il film insieme a Denzel Washington e Antoine Fuqua, portandoli insieme a loro nel processo di produzione delle loro scene d’azione preferite, con commenti e conversazioni esclusive. Nella featurette “Denzel nei panni di McCall: Secondo round”, Denzel Washington descrive il suo ritorno nei panni di Robert McCall e il perché questo sequel era tanto importante per lui”.

Altre quattro featurette sono disponibili nelle edizioni di The Equalizer 2 – Senza perdono, tra cui lo spot TV della NBA. Questo sequel conviene più pugni, esplosioni e proiettili dell’originale, ed in “A pochi secondi dalla morte: descrizione dell’azione” il cast e la troupe analizza alcuni dei momenti più intensi e ricchi d’azione, dalle prove alla produzione. Ci vuole un certo tipo di attore per stare di fronte alla cinepresa insieme a Denzel Washington e in “Attraverso l’obiettivo di Antoine: il cast” Antoine e Denzel parlano del ritorno del cast e del perché questa fosse una parte tanto importante del successo di questo sequel, così come lo è stato lavorare con la parte nuova del cast e con nuovi personaggi.

Diretto da Antoine Fuqua e scritto da Richard Wenk, The Equalizer 2 – Senza perdono, è tratto da una serie televisiva di Michael Sloan e Richard Lindheim. Il film è prodotto da Todd Black, Jason Blumenthal, Denzel Washington, Antoine Fuqua, Alex Siskin, Steve Tisch, Mace Neufeld, Tony Eldridge e Michael Sloan, con Molly Allen e David Bloomfield serving nel ruolo di produttore esecutivo.

Per non perdersi neanche un attimo d’azione, Universal Pictures Home Entertainment Italia ha realizzato delle imperdibili collection di The Equalizer, con entrambi i film del vendicatore Denzel Washington disponibili sempre dal 9 gennaio nei formati DVD, Blu-ray e 4k Ultra HD.

Sia The Equalizer 2 – Senza perdono che le The Equalizer collection rientrano nel concorso Ready For Action, lo speciale concorso di Universal Pictures Home Entertainment per gli amanti dell’adrenalina e del migliore cinema d’azione.

All’interno di ogni confezione dei tre titoli home video oggetto della promozione (Skyscraper, Mission: Impossible – Fallout e The Equalizer 2 – Senza perdono), segnalata da uno sticker on-pack, è inserita una cartolina contenente le indicazioni per partecipare al concorso e un codice univoco necessario per la partecipazione. Valido dal 14/11/2018 al 15/03/2019, partecipare è semplicissimo: basterà recarsi sul sito www.vinciconuniversal.it, accedere alla sezione dedicata al concorso, ed eseguire la registrazione inserendo il codice di partecipazione.

Universal Pictures Home Entertainment Italia mette in palio 10 droni TwoDots Falcon Pro, 5 hoverboard TwoDots WildBoard XL Camo ed 1 e-bike TwoDots E-X-Cycle Black Edition.

CONTENUTI BONUS ESCLUSIVI NEI FORMATI 4K ULTRA HD E BLU-RAY:

  • Modalità Punizione – con Denzel Washington e con il regista Antoine Fuqua
  • 10 scene eliminate ed estese
  • Denzel nei panni di McCall: Secondo round
  • Sulla scia degli aneddoti: una carrellata di curiosità in grado di sorprendere anche i fan più sfegatati di The Equalizer

CONTENUTI BONUS NEI FORMATI DVD, BLU-RAY E 4K ULTRA HD:

  • A pochi secondi dalla morte: descrizione dell’azione
  • Attraverso l’obiettivo di Antoine: il cast
  • Spot TV della NBA

INFORMAZIONI TECNICHE 4K ULTRA HD:

Genere: Azione

Dischi: 1

Durata: 116 minuti circa.

Video: Formato Panoramico Ad Ultra Alta Definizione (2.40:1) 3840 X 2160p

Audio: Italiano, Giapponese 5.1 Dts-Hd Ma, Inglese Dolby Atmos (Dolby TrueHD 7.1 Compatible), Ceco, Polacco, Russo, Turco, Ucraino, Ungherese 5.1 Dolby Digital

Sottotitoli: Italiano, Inglese, Arabo, Bulgaro, Ceco, Croato, Danese, Ebraico, Estone, Finlandese, Greco, Giapponese, Islandese, Lettone, Lituano, Norvegese, Polacco, Portoghese, Rumeno, Russo, Serbo, Slovacco, Sloveno, Svedese, Turco, Ucraino, Ungherese

INFORMAZIONI TECNICHE BLU-RAY:

Genere: Azione

Dischi: 1

Durata: 116 minuti circa.

Video: Formato Panoramico Ad Alta Definizione (2.40:1) 1920 X 1080p

Audio: Italiano, Giapponese 5.1 Dts-Hd Ma, Inglese 7.1 Dts-Hd Ma

Sottotitoli: Italiano, Inglese, Giapponese

INFORMAZIONI TECNICHE DVD:

Genere: Azione

Dischi: 1

Durata: 116 minuti circa.

Video: 2.40:1 Anamorphic Widescreen

Audio: Italiano, Inglese, Francese, Russo, Tedesco – Dolby Digital 5.1

Sottotitoli: Italiano, Inglese, Arabo, Danese, Estone, Finlandese, Francese, Lettone, Lituano, Norvegese, Olandese, Russo, Svedese, Tedesco, Turco e Ucraino.

 
 

The Equalizer 2: quando verrà girato il sequel del film con Denzel Washington

The Equalizer

Arrivano notizie più precise per The Equalizer 2, il sequel del film con Denzel Washington che la Sony aveva già messo in cantiere prima ancora che il primo film uscisse nelle sale. Antoine Fuqua tornerà dietro la macchina da presa, mentre lo sceneggiatore Richard Wenk ha già terminato il copione.

Difficile però attendersi che sia rispettata l’iniziale data di uscita prevista: il 29 settembre 2017. Il produttore Todd Black ha infatti rivelato a Collider che The Equalizer 2 inizierà l’effettiva fase di riprese proprio a settembre 2017, attorno al Labor Day (festa celebrata negli Stati Uniti il primo lunedì di settembre). Tutto dipenderà comunque dall’agenda di Denzel Washington, impegnato sul set di un altro film prima di dedicarsi a questo sequel.

Potete nel frattempo ingannare l’attesa con I Magnifici 7, il western di Antoine Fuqua con protagonista il buon Denzel Washington.

Fonte

 
 

The Equalizer 2: il sequel con Denzel Washington si farà

The Equalizer 2

Sempre durante la presentazione di Sony alla CinemaCon di Las Vegas è stato annunciato The Equalizer 2, il sequel di The Equalizer, un action-thriller su un ex agente della CIA che torna in azione per proteggere una giovane donna che ha cresciuto dalle minacce della mafia russa. Diretto da Antoine Fuqua e interpretato da Denzel Washington, Martin Csokas, Chole Moretz e Haley Bennett, il film ha incassato nel mondo 200 milioni di dollari a fronte di un budget di “soli” 55 milioni.

Non si sa se il regista Antoine Fuqua (Training Day) tonerà a dirigere il sequel anche perché in questo momento sia lui che Denzel Washington sono impegnati nel remake de I magnifici sette. Voi cosa ne pensate? Aspettavate un sequel? Vorreste rivedere Fuqua sulla sedia da regista? Fatecelo sapere.

Fonte: Variety

 
 

The Equalizer 2, Denzel Washington: “Che cos’è un supereroe?”

Dalla nuova collaborazione tra Antoine Fuqua e Denzel Washington, arriva The Equalizer 2. Robert McCall, già protagonista della serie tv cult degli anni 80 Un giustiziere a New York, a cui si ispira il film, è un ex agente delle CIA ora in pensione, inflessibile giustiziere in difesa delle persone oppresse e sfruttate. Ma cosa sarà disposto a fare McCall quando una di queste persone è proprio quella che lui ama?

Di seguito ecco la nostra intervista a Londra con il protagonista premio Oscar.

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Nel cast del film ci sono Denzel Washington, Pedro Pascal, Bill Pullman, Melissa Leo, Jonathan Scarfe, Ashton Sanders, Lexie Roth, Sakina Jaffrey, Caroline Day, Donald Cerrone, Abigail Marlowe, Tamara Hickey, Orson Bean, Kazy Tauginas.

Diretto da Antoine Fuqua, The Equalizer 2 arriverà il 13 settembre in sala distribuito da Warner Bros.

 
 

The Equalizer 2 – Senza perdono: trama, cast e sequel del film

The Equalizer 2 - Senza perdono film

Grande successo del 2014, The Equalizer – Il vendicatore ha portato per la prima volta al cinema il noto personaggio di Robert McCall. Dati i buoni riscontri economici, era lecito aspettarsi anche un sequel, che puntualmente è arrivato in sala nel 2018. Si tratta di The Equalizer 2 – Senza perdono, nuovamente diretto da Antoine Fuqua e interpretato dal due volte premio Oscar Denzel Washington. Per la coppia si tratta della quarta collaborazione, avendo già dato vita ai film Training Day, I magnifici 7 e, appunto, il precedente capitolo di questo sequel, il primo realizzato nella loro carriera. Ricco di azione e colpi di scena, anche in questo caso non mancano gli ingredienti che hanno reso tanto apprezzato il film del 2014.

Quello di The Equalizer è un adattamento dei personaggi e delle vicende della serie televisiva degli anni Ottanta nota come Un giustiziere a New York. Composta da 4 stagioni, per un totale di 88 episodi, divenne uno dei capisaldi del genere poliziesco in televisione. A voler trarre un film da questa fu inizialmente l’attore Russell Crowe, che però decise poi di abbandonare il progetto in favore di Washington. Rimasto affascinato dal ruolo, questi decise così di tornare per un seguito, atteso con grande interesse. Arrivato in sala, il film ha infatti replicato il successo del primo, incassando circa 190 milioni di dollari a fronte di un budget di 62.

Per gli amanti di film d’azione, con trame intricate, personaggi criptici e imprevisti risvolti si tratta di un film imperdibile. Washington e Fuqua si confermano infatti una coppia esplosiva, capaci di dar vita ad opere particolarmente avvincenti. Prima di intraprendere una visione di The Equalizer 2 – Senza perdono, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Equalizer 2 - Senza perdono cast

La trama di The Equalizer 2 – Senza perdono

Dopo gli eventi del primo film, Robert McCall, ex agente segreto della DIA, tenta ora di condurre una tranquilla esistenza nel quartiere popolare di Boston. Qui si guadagna da vivere come autista per persone con problematiche, dimostrandosi un vicino amorevole e meritevole di rispetto. Sotto copertura, però, egli continua in realtà a condurre operazioni particolarmente complesse, avvalendosi dell’aiuto dell’ex collega Susan Plummer. Un giorno questa viene incaricata di svolgere una serie di indagini su un apparente omicidio-suicidio avvenuto a Bruxelles. Insieme all’agente Dave York, la donna si reca così sul luogo, cadendo però vittima di un tranello. Venutolo a sapere, McCall uscirà definitivamente dal suo riposo per imbracciare nuovamente le armi e fare giustizia.

The Equalizer 2 – Senza perdono: il cast del film

Il premio Oscar Denzel Washington torna recitare in un thriller d’azione, riprendendo i panni dell’agente Robert McCall. Desideroso di portare il film ad un livello maggiore rispetto al precedente, egli richiese che le scene di combattimento venissero gestite nel modo più realistico possibile. Fu per questo motivo che venne assunto Tyron Woodley, esperto di arti marziali e noto campione dell’organizzazione UFC. Questi aiutò il cast, e Washington in particolare, ad allenarsi e a dar vita alle coreografie più idonee per le scene previste. Grazie a questi, l’attore poté sfoggiare una forma fisica eccezionale, dando vita a sequenze particolarmente dinamiche. Accanto a lui torna anche l’attrice premio Oscar Melissa Leo, nei panni dell’agente Susan Plummer.

Pedro Pascal, attualmente noto come protagonista della serie The Mandalorian, è qui presente nei panni dell’agente Dave York. Si tratta di un ruolo particolarmente complesso, che ha richiesto all’attore non solo una grande forma fisica ma anche la capacità di risultare indecifrabile, lasciando in sospeso la sua appartenenza ai buoni o ai cattivi. Ashton Sanders, visto in Moonlight, interpreta il ruolo del giovane Miles Whittaker, residente nel quartiere di McCall e da questi preso sotto la sua ala protettiva. Bill Pullman, attore noto per film come Insonnia d’amore e Independence Day, riprende invece i panni di Brian Plummer, marito di Susan. L’attore Orson Bean, infine, è presente nel ruolo di Sam Rubinstein, un sopravvissuto dell’Olocausto.

The Equalizer 2 - Senza perdono sequel

Il sequel del film

Al momento di presentare il nuovo film, il regista ha espresso grande interesse nei confronti della realizzazione di un terzo film, che possa così chiudere la trilogia dedicata al personaggio. Affinché ciò avvenga, le sue uniche condizioni sono che sia Washington che il pubblico si dimostrino altrettanto interessati a vedere tornare McCall al cinema. Il terzo capitolo della trilogia è poi stato effettivamente confermato e il suo arrivo in sala è avvenuto il 30 agosto 2023 con il titolo The Equalizer 3 – Senza tregua (qui la recensione). In esso, Washington si trova a scontrarsi con la mafia, con location come la costiera amalfitana, Napoli, Atrani, Maiori e Minori.

Il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

In attesa di vedere il nuovo sequel, è però possibile fruire di The Equalizer 2 – Senza perdono grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Apple TV, Infinity+, Prime VideoNetflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto di venerdì 22 marzo alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

 
 

The Equalizer 2 – Senza perdono: la spiegazione del finale del film

The Equalizer 2 - Senza perdono spiegazione finale
Denzel Washington in The Equalizer 2 – Senza perdono © 2018 – Sony Pictures

The Equalizer – Il vendicatore è il thriller d’azione del 2014 che ha visto Denzel Washington interpretare Robert McCall, un marine letalmente pericoloso diventato ufficiale della DIA. Nel teso film, diretto da Antoine Fuqua, il personaggio di Washington torna in azione con riluttanza per salvare un adolescente dalla mafia russa. Dato il successo di questo lungometraggio, è poi stato realizzato un sequel, The Equalizer 2 – Senza perdono, in cui Robert e il suo ex collega Dave York indagano sull’omicidio di un’altra collega, Susan Plummer, uccisa da assalitori non visti durante quella che sembrava una rapina a Bruxelles.

Nell’indagare su questo omicidio, non ci vuole poi molto perché l’antieroe incallito di Washington scopra la scioccante verità che ha porta al finale. Nel frattempo, un artista adolescente problematico di nome Miles si è offerto di dipingere un murales nell’appartamento di Robert. Queste due trame convergono nelle scene finali di The Equalizer 2 – Senza perdono, quando Miles viene rapito dall’assassino di Susan e Robert deve tornare nella sua città natale per affrontare gli assassini. Nel frattempo, il finale fornisce anche nuove informazioni sulla visione del mondo di Robert, sulle sue lotte e sul percorso che lo ha portato a una vita di protezione degli innocenti.

La spiegazione del finale di The Equalizer 2 – Senza perdono, chi ha ucciso Susan Plummer?

È scioccante apprendere che èstato l’apparentemente dolce e onesto Dave York interpretato da Pedro Pascal a uccidere Susan in The Equalizer 2 – Senza perdono. La donna era stata incaricata di risolvere un caso a Bruxelles dove un agente della CIA ha ucciso la moglie per poi spararsi. Tuttavia, è stata eliminata prima di poter stabilire cosa effettivamente fosse successo. A farla fuori è stato proprio Dave, responsabile di quel crimine. Insieme agli altri ex colleghi di Robert, Kovak, Ari e Resnik, si è infatti dato al crimine dopo essere stati abbandonati dalla DIA nonostante anni di fedele servizio. Sapendo che Susan sarebbe arrivata ad incastrarli, hanno dunque deciso di eliminarla.

Alla luce di ciò, anche se Dave ha trascorso la maggior parte del film cercando di trovare l’assassino di Susan insieme a Robert, si è alla fine rivelato proprio lui il colpevole dell’omicidio. Robert se ne rende conto quando vede il numero di Dave nell’elenco delle chiamate di un assassino che ha tentato, senza riuscirci, di uccidere Robert. A questo punto il sequel diventa veramente brutale: Dave e i suoi soci rapiscono Miles e seguono Robert fino alla sua città natale in riva al mare. Lì, usando la torre di guardia locale come base, Robert li fa però fuori usando una forte tempesta come copertura, per poi affrontare Dave in un combattimento uno contro uno.

Denzel Washington e Pedro Pascal in The Equalizer 2 – Senza perdono
Denzel Washington e Pedro Pascal in The Equalizer 2 – Senza perdono © 2018 – Sony Pictures

Perché c’è un uragano nel finale di The Equalizer 2 – Senza perdono?

L’uragano nel finale di The Equalizer 2 – Senza perdono è un classico caso di fallacia patetica, in cui la natura diventa l’incarnazione delle emozioni dei personaggi. L’omicidio di Susan da parte di Dave ha sconvolto i ricordi di Robert sul periodo trascorso insieme alla DIA e lo ha costretto a confrontarsi con gli orrori del suo passato. Così, la sua città natale è stata letteralmente fatta a pezzi mentre, interiormente, Robert sentiva che anche la sua meritata pace era stata interrotta e fatta a pezzi. L’immagine dell’uragano esteriorizza quindi l’agitazione interna di Robert, che si rende conto che non si può mai tornare veramente a casa dopo aver vissuto gli orrori della guerra. Robert deve invece accettare brutalmente di aver fatto parte della squadra di Dave e di dover uccidere i suoi ex amici.

Il significato della morte di Dave, Kovak, Ari e Resnik

Robert attirato quindi Kovak, Ari e Resnik nella sua città natale e li uccide con un fucile subacqueo, dei coltelli e un’esplosione di polvere. In termini pratici, Robert ha ucciso questi scagnozzi uno alla volta per rendere più facile la resa dei conti finale. A livello metaforico, Robert aveva bisogno di tornare nella sua casa d’infanzia e di infliggere questi destini violenti ai suoi colleghi per uccidere le parti di sé che volevano trasformare la sua rabbia in una vendetta omicida. Robert, come i suoi colleghi, si sentiva ingannato e tradito da un governo noncurante dopo anni di fedele servizio. Per questo motivo, aveva bisogno di ucciderli per assicurarsi di non diventare come loro.

Infine, Robert ha lentamente pugnalato a morte Dave con il suo stesso coltello, utilizzando le tecniche che entrambi hanno imparato alla DIA. Dave si è appoggiato alla sua rabbia, amarezza e risentimento per diventare un assassino, mentre Robert ha rivolto la lama su Dave (e, per estensione, sul suo stesso risentimento). The Equalizer 2 – Senza perdono è stato il primo sequel nella carriera di Denzel Washington e questo pesante finale spiega perché. Quando Robert ha ucciso Dave, ha scelto la strada del perdono piuttosto che quella della vendetta violenta. Questo gli ha conferito un senso di responsabilità che mancava nel finale dell’originale The Equalizer – Il vendicatore.

Denzel Washington e Ashton Sanders in The Equalizer 2 – Senza perdono
Denzel Washington e Ashton Sanders in The Equalizer 2 – Senza perdono © 2018 – Sony Pictures

Il significato del murales di Miles

Per quanto riguarda la linea narrativa dedicata a Miles, nel finale di The Equalizer 2 – Senza perdono, il ragazzo dipinge un’idilliaca scena rurale sul lato dell’edificio in cui vive Robert. Il murale raffigura una comunità che si prende cura dei propri raccolti, riflesso dell’orto comune del condominio e testimonianza del potere della riabilitazione comunitaria. Dopo tanti spargimenti di sangue e morti, Robert non avrebbe potuto trovare uno scopo nella sua vita se non fosse stato per il potere riparatore della comunità. Offrendosi come mentore di Miles, Robert ha incarnato l’approccio olistico alla vita, incentrato sulla comunità, descritto nella visione utopica di Miles. Tuttavia, l’incapacità di Robert di offrire la stessa guida ai suoi colleghi lo perseguita dopo la loro morte per mano sua.

Il vero significato del finale di The Equalizer 2 – Senza perdono

Anche se il finale di The Equalizer 2 – Senza perdono non è del tutto tragico, c’è un forte senso di tristezza. Robert riunisce un sopravvissuto all’Olocausto con il fratello perduto da tempo grazie alle sue capacità, ma non riesce a costringere Dave a vedere un percorso per la sua vita che non sia definito dalla violenza e dalla punizione. Come dice il Nuovo Testamento, “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio”, e Robert se n’è reso conto quando si è dimostrato più facile cavare gli occhi a Dave che fargli capire l’errore dei suoi modi.

Robert avrebbe potuto facilmente diventare un altro mercenario scontento come Dave, Kovak, Ari e Resnik, e nel finale di The Equalizer 2 – Senza perdono è stato costretto a fare i conti con questo fatto. Incoraggiando Miles a perseguire l’arte invece di una vita criminale, Robert ha trasmesso la sua saggezza alla generazione successiva. Tuttavia, non è riuscito a salvare gli uomini con cui ha combattuto e, alla fine, è stato lui a doverli uccidere. Nonostante i suoi tentativi di aiutare i bisognosi, Robert McCall è dunque ancora turbato dai suoi limiti nel finale di questo film, poiché si rende conto che avrebbe potuto essere tentato dal crimine proprio come i suoi fratelli in armi. Forse è anche per questo che in The Equalizer 3 – Senza tregua, cerca pace lontano da quei luoghi.

 
 

The Equalizer 2 – Senza Perdono: Denzel Washington in azione nel nuovo trailer

Arriverà nelle sale il prossimo 20 Luglio The Equalizer 2 – Senza Perdono, secondo capitolo del franchise action che vede ancora protagonista Denzel Washington.

Il film, di cui potete vedere il nuovo trailer ufficiale, è stato diretto da Antoine Fuqua, già dietro la macchina da presa di The Equalizer – Il vendicatore. Nel cast anche Pedro PascalAshton Sanders, Bill Pullman, e Melissa Leo.

The Equalizer 2 – il nuovo trailer

Di seguito la sinossi:

L’ex agente segreto Robert McCall, aveva finto la sua morte per poter trascorre una vita tranquilla a Boston. Quando però decide di aiutare una prostituta, Alina Teri, entra nel mirino della mafia russa, e in particolare di Teddy, che tenta di eliminarlo attraverso agenti corrotti della polizia di Boston. Robert McCall, dunque, ritorna per portare a termine la sua missione. 

 
 

The Equalizer 2 – Senza perdono, il trailer italiano

The Equalizer 2 - Senza perdono

Ecco il trailer italiano di The Equalizer 2 – Senza perdono, il film con Denzel Washington diretto da Antoinie Fuqua, sequel del film ispirato alla serie TV anni ’80 Un giustiziere a New-York.

The Equalizer 2 – Senza perdono – il trailer italiano

https://www.facebook.com/cinefilos.it/videos/1908804949129842/

Denzel Washington di nuovo nei panni dell’ex-agente della CIA Robert McCall nel primo trailer italiano di The Equalizer 2 – Senza perdono, seconda pellicola ispirata alla serie TV anni ’80 Un giustiziere a New-York. La regia è firmata da Antoinie Fuqua, già regista di The Equalzer – Il Vendicatore e autore di numerosi successi in coppia con Denzel Washington tra cui Training Day, che valse all’attore statunitense il secondo Premio Oscar®, e I Magnifici Sette. Nel cast anche Pedro Pascal, Ashton Sanders, Bill Pullman e Melissa Leo. Il film sarà nelle sale italiane dal 14 agosto distribuito da Warner Bros. Enterteinment Italia.

Sinossi: Denzel Washington torna ad interpretare uno dei suoi ruoli più significativi, nel primo sequel della sua carriera. Robert McCall e’ l’inflessibile giustiziere in difesa delle persone oppresse e sfruttate, ma cosa sarà disposto a fare quando una di queste persone è proprio quella che lui ama?

 
 

The Equalizer 2 – Senza perdono finalmente in home video

The Equalizer 2 - Senza perdono

Il due volte premio Oscar Denzel Washington (Miglior attore non protagonista per Glory, 1989; Miglior attore protagonista per Training Day, 2001) fa ritorno in uno dei suoi ruoli chiave nel primo sequel della sua carriera, con il thriller The Equalizer 2 – Senza perdono, crudo e dal cuore pulsante, dal 9 gennaio 2019 in Dvd, Blu-ray, 4K Ultra HD e Digital HD insieme a Universal Pictures Home Entertainment Italia.

Insieme al regista Antoine Fuqua (Training Day)Denzel Washington torna nei panni di Robert McCall, che serve giustizia imparziale per gli oppressi e i meno fortunati, ma quanto in là si spingerà nella sua vendetta senza esclusione di colpi quando la vittima è qualcuno che lui ama? The Equalizer 2 – Senza perdono vede all’interno del cast anche Pedro Pascal (Kingsman: Il cerchio d’oro), Ashton Sanders (Moonlight), Bill Pullman (Independence Day) e la vincitrice del premio Oscar Melissa Leo (Miglior attrice non protagonista, The Fighter, 2010).

Le edizioni di The Equalizer 2 – Senza perdono contengono oltre un’ora di contenuti extra ricchi di azione, tra cui “Modalità Punizione”, scene estese ed eliminate ed esclusive featurette del dietro-le-quinte. “Modalità punizione”, il seguito di “Modalità vendetta” contenuto in The Equalizer, permette ai fan di guardare il film insieme a Denzel Washington e Antoine Fuqua, portandoli insieme a loro nel processo di produzione delle loro scene d’azione preferite, con commenti e conversazioni esclusive. Nella featurette “Denzel nei panni di McCall: Secondo round”, Denzel Washington descrive il suo ritorno nei panni di Robert McCall e il perché questo sequel era tanto importante per lui”.

Altre quattro featurette sono disponibili nelle edizioni di The Equalizer 2 – Senza perdono, tra cui lo spot TV della NBA. Questo sequel conviene più pugni, esplosioni e proiettili dell’originale, ed in “A pochi secondi dalla morte: descrizione dell’azione” il cast e la troupe analizza alcuni dei momenti più intensi e ricchi d’azione, dalle prove alla produzione. Ci vuole un certo tipo di attore per stare di fronte alla cinepresa insieme a Denzel Washington e in “Attraverso l’obiettivo di Antoine: il cast” Antoine e Denzel parlano del ritorno del cast e del perché questa fosse una parte tanto importante del successo di questo sequel, così come lo è stato lavorare con la parte nuova del cast e con nuovi personaggi.

Diretto da Antoine Fuqua e scritto da Richard Wenk, The Equalizer 2 – Senza perdono, è tratto da una serie televisiva di Michael Sloan e Richard Lindheim. Il film è prodotto da Todd Black, Jason Blumenthal, Denzel Washington, Antoine Fuqua, Alex Siskin, Steve Tisch, Mace Neufeld, Tony Eldridge e Michael Sloan, con Molly Allen e David Bloomfield serving nel ruolo di produttore esecutivo.

The Equalizer 2

Per non perdersi neanche un attimo d’azione, Universal Pictures Home Entertainment Italia ha realizzato delle imperdibili collection di The Equalizer, con entrambi i film del vendicatore Denzel Washington disponibili sempre dal 9 gennaio nei formati DVD, Blu-ray e 4k Ultra HD.

Sia The Equalizer 2 – Senza perdono che le The Equalizer collection rientrano nel concorso Ready For Action, lo speciale concorso di Universal Pictures Home Entertainment per gli amanti dell’adrenalina e del migliore cinema d’azione.

All’interno di ogni confezione dei tre titoli home video oggetto della promozione (Skyscraper, Mission: Impossible – Fallout e The Equalizer 2 – Senza perdono), segnalata da uno sticker on-pack, è inserita una cartolina contenente le indicazioni per partecipare al concorso e un codice univoco necessario per la partecipazione. Valido dal 14/11/2018 al 15/03/2019, partecipare è semplicissimo: basterà recarsi sul sito www.vinciconuniversal.it, accedere alla sezione dedicata al concorso, ed eseguire la registrazione inserendo il codice di partecipazione.

Universal Pictures Home Entertainment Italia mette in palio 10 droni TwoDots Falcon Pro, 5 hoverboard TwoDots WildBoard XL Camo ed 1 e-bike TwoDots E-X-Cycle Black Edition.

 
 

The Equalizer – Il vendicatore: trama, cast e sequel del film

The Equalizer - Il vendicatore film

Con il film del 2014 The Equalizer – Il vendicatore il noto personaggio Robert McCall è arrivato per la prima volta al cinema. Con lui prende vita un’adrenalinica storia d’azione incentrata su un vero e proprio giustiziere impegnato nella difesa dei più deboli, il quale se non può difenderli di certo può vendicarli. A dirigere il film vi è il regista Antoine Fuqua, esperto del genere, che torna qui per la seconda volta dopo Training Day a collaborare con il premio Oscar Denzel Washington. I due avrebbero poi nuovamente collaborato anche per I magnifici 7 e The Equalizer 2 – Senza perdono, sequel uscito nel 2018.

Quello di The Equalizer è un adattamento dei personaggi e delle vicende della serie televisiva degli anni Ottanta nota come Un giustiziere a New York. Composta da 4 stagioni, per un totale di 88 episodi, divenne uno dei capisaldi del genere poliziesco in televisione. A voler trarre un film da questa fu inizialmente l’attore Russell Crowe, che però decise poi di abbandonare il progetto in favore di Washington. Questi, che negli ultimi anni aveva preso parte anche a thriller d’azione come Pelham 123 – Ostaggi in metropolitana e Safe House – Nessuno è al sicuro, decise da subito di accettare la parte, ricoprendo poi anche il ruolo di produttore.

Per gli amanti di film d’azione, con trame intricate, personaggi criptici e imprevisti risvolti si tratta di un film imperdibile. Washington e Fuqua si confermano infatti una coppia esplosiva, capaci di dar vita ad opere particolarmente avvincenti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Equalizer – Il vendicatore: la trama del film

Il film racconta di Robert McCall, un agente della D.I.A. ormai andato in pensione. Per mantenere una promessa fatta alla moglie morente, Robert si è lasciato alle spalle la sua vecchia professione per vivere una vita tranquilla a Boston, dove lavora in un negozio di articoli per la casa. Incapace di dormire, McCall trascorre molte notti a leggere in una tavola calda. Qui finisce per fare amicizia con Alina “Teri”, una prostituta adolescente alle dipendenze della mafia russa. Una sera, Alina viene ricoverata d’urgenza in ospedale a seguito di un brutale pestaggio da parte del suo protettore, Slavi.

Dopo aver scoperto quanto accaduto, McCall rintraccia il boss mafioso nel suo ufficio e si offre di pagare una somma di denaro per la libertà dell’adolescente. L’accordo però non va a buon fine, e Robert si ritrova a dover infrangere la promessa fatta alla moglie. Dopo aver ucciso Slavi e i suoi uomini, dimostrando una forza fisica ancora straordinaria nonostante l’età, l’uomo comprende di essersi cacciato in guai più grossi di quanto immaginava. In cerca di vendetta, il capo della mafia russa Vladimir Pushkin decide infatti di inviare il suo killer più spietato, Teddy Rensen, per eliminare Robert. Quest’ultimo non ha però intenzione di essere una preda, e allo stesso modo iniziare la sua caccia in cerca di giustizia.

The Equalizer - Il vendicatore cast

The Equalizer – Il vendicatore: il cast del film

Ad interpretare il vendicatore del titolo, Robert McCall, vi è come anticipato il due volte premio Oscar Denzel Washington. Poiché il personaggio non presentava una informazioni sulla propria storia precedente agli eventi del film, per calarsi nei suoi panni l’attore decise di inventarne da sé una. Uno degli elementi da lui aggiunti fu quello che McCall soffre di disturbo ossessivo compulsivo. Al fine di rappresentare questo al meglio, Washington ha incontrato diverse persone realmente affette da tale disturbo, cercando di comprendere come poterlo rappresentare al meglio. Allo stesso tempo, l’attore si sottopose ad un allenamento intensivo, con lo scopo di ottenere la massa muscolare richiesta.

Accanto a lui, nei panni della giovane prostituta Alina Teri, vi è l’attrice Chloe Grace Moretz. Il personaggio era inizialmente scritto come una ventiquattrenne, ma l’attrice, che all’epoca aveva 16 anni, insistette a lungo per poter ottenere la parte. Colpito dalla sua perseveranza, il regista decise di affidarle il ruolo, facendo riscrivere l’età del personaggio. Per prepararsi a questo l’attrice ha poi incontrato vere prostitute, che le hanno dato consigli su come poter avere un aspetto più convincente. L’attrice Melissa Leo interpreta l’agente CIA Susan Plummer, mentre Bill Pullman è suo marito Brian. Ad interpretare il pericoloso leader mafioso Vladimir Pushkin vi è Vladimir Kulich, mentre Marton Csokas è il killer Teddy Rensen.

The Equalizer – Il vendicatore: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il successo del film, con a fronte di un budget di 55 milioni di dollari è arrivato a guadagnarne circa 192 in tutto il mondo, è infine stato realizzato un suo sequel. Arrivato in sala nel 2018 con il titolo The Equalizer 2 – Senza perdono, questo vede nuovamente l’ex agente Robert McCall intento stavolta a salvare la collega Susan Plummer da un pericolo intrigo internazionale. Ad aggiungersi al cast, oltre a Washington ed alla Leo, vi è l’attore Pedro Pascal, che ricopre il ruolo del controverso agente Dave York. Anche questo secondo titolo si è rivelato un grande successo, replicando il risultato economico del primo. Ciò ha permesso di lasciare aperta la porta ad un ipotetico terzo capitolo.

In attesa di un nuovo sequel, è però possibile fruire di The Equalizer – Il vendicatore grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 20 agosto alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

 
 

The Equalizer – Il Vendicatore: clip del film con Denzel Washington

E’ uscito ieri l’atteso nuovo film con Denzel Washington, The Equalizer – Il Vendicatore, nel quale interpreta un letale ex agente CIA che semina cadaveri di mafiosi russi nel tentativo di salvare una giovane prostituta interpretata da Chloe Moretz.

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The Equalizer – Il Vendicatore racconta la vita di un ex militare che ha finto la sua morte per vivere una vita tranquilla. Quando però esce allo scoperto per salvare una giovane ragazza, si ritrova faccia a faccia con violentissimi gangster russi; da qui il militare vivrà una vita quasi super-eroistica che consisterà nel vendicare quelle persone che sono state brutalizzate da questi individui.

Nel cast del film oltre a Denzel Washington, ci sono anche Chloë MoretzMelissa Leo e Bill Pullman.

 
 

The English: recensione della serie con Emily Blunt

The English recensione Emily Blunt
Emily Blunt in The English - Gentile concessione di © Prime Video

Pochi show televisivi negli ultimi anni hanno affrontato il western con successo: pensiamo alla serie Hell on Wheels che purtroppo in Italia è arrivata con discreto ritardo e non troppo clamore, oppure alla notevole miniserie Godless realizzata da Netflix. Amazon Prime Video in collaborazione con BBC tenta di seguire questa strada grazie a The English, un progetto in sei puntate che conferma e al tempo stesso ribalta le coordinate del genere.

Se a livello puramente estetico infatti troviamo molti degli archetipi stessi del genere – soprattutto per come lo ha inteso e a suo modo “creato” Sergio Leone – nel contenuto invece The English propone un’angolazione diversa e originale. Protagonisti della vicenda sono infatti una donna inglese venuta in America per vendicare la morte del figlio e il nativo americano incontrato per caso all’inizio del suo percorso sul suolo straniero. Cornelia Locke (Emily Blunt) ed Eli Whipp (Chaske Spencer) fanno della loro convivenza prima forzata e successivamente sempre più voluta il punto di forza per continuare a lottare in una terra ostile e violenta, dove solo la legge del più forte sembra contare veramente.

The English, la trama della serie

Per almeno tre puntate The English è una miniserie erratica, divertente da seguire, generosa anche quando appare vagamente scoordinata nel seguire diversi percorsi narrativi, oppure influenze derivanti da altri generi: molto spesso infatti lo show interamente scritto e diretto da Hugo Blick (The Honorable Woman con Maggie Gyllenhaal) flirta coraggiosamente con il genere, soprattutto quando vuole mettere in scena sotto forma di metafora quanto l’America delle pianure sia stata un luogo selvaggio e violento, capace di portare l’essere umano ai limiti della propria natura animale, e molto spesso anche superarli. Gli insieme al proprio cast sembra in un certo modo divertirsi a giocare col western, ad inserire toni che nel DNA storico non gli appartengono.E tutto questo all’interno di una confezione che però sfrutta i grandi spazi alla maniera dei classici, oppure le musiche dirompenti come faceva Sergio Leone.

Insomma, The English possiede una sua energia particolare, sprigionata da molteplici influenze tenute insieme nella prima parte da una messa in scena frizzante. Poi il quarto episodio cambia le carte in tavola, in quanto compatta la trama e la indirizza verso un traguardo ben preciso, e allo stesso tempo conferisce uno spessore emotivo – leggete pure drammatico – all’intera operazione. Questo perché dopo un percorso a tappe che ha proposto vari antagonisti sacrificabili al fluire della trama, il reale “villain” di The English si palesa in maniera poderosa e terrificante. Nell’episodio di cui è assoluto protagonista, un Rafe Spall in versione assolutamente inedita offre una prova che lascia il segno, regalandoci una versione del suo personaggio capace in un paio di momenti di gelare il sangue nelle vene. Bisogna scrivere che, quando c’è lui in scena, i pur molto efficaci Emily Blunt e Chaske Spencer insieme a tutti gli altri attori del cast francamente scompaiono. Davvero da applausi.

The English recensione serie tv
Emily Blunt in The English – Gentile concessione di © Prime Video

Un’anima melodrammatica

Come anticipato, una volta incanalata la tram nella direzione principale The English eleva il tono esplicitando la sua anima melodrammatica, impreziosendo le figure principali – soprattutto Cornelia – con una backstory dolorosa e capace di scuotere. Blunt si trasforma in una notevole eroina tragica, segnata da un destino di cui non è responsabile ma che abbraccia senza paura. È lei a diventare suo malgrado emblema di quanto l’America sia stata costruita (anche) sull’abuso, sul dolore dei più deboli, sull’idea che il singolo sia più importante della comunità e il suo benessere condiviso. Sotto questo punto di vista la miniserie targata Amazon/BBC è molto più contemporanea di quanto l’ambientazione non riveli. Purtroppo…

Non c’è che dire, ci si diverte molto e con uno strano senso del tragico a seguire The English: bisogna forse lasciargli il tempo di svilupparsi, di trovare la propria strada, ma ne vale assolutamente la pena. E nel frattempo, in questo cammino fatto di sangue, pallottole, serpenti a sonagli e “mostri” che indossano una divisa dell’esercito, si può gustare di episodio in episodio l’arte di grandi caratteristi come ad esempio Ciarán Hinds, Toby Stephens e soprattutto il mai dimenticato Stephen Rea, uno degli attori più raffinati e malinconici che il cinema britannico ha prodotto negli ultimi quarant’anni. Lui e tutti gli altri vanno accomunati in un applauso sentito, capaci di intrattenere e dopo un secondo colpire al cuore. Proprio come The English.

 
 

The English Teacher: recensione del film con Julianne Moore

The English Teacher recensione film

The English Teacher è una simpatica commedia diretta da Craig Zisk, una commedia con un intento ben preciso ed una strada ben delineata, sin dalle prime battute, che ci viene raccontata e trasmessa tra ironia e serietà. Mai abbattersi, mai mollare, perseverare sempre e comunque contro ogni avversità se si crede davvero in ciò che si insegue. Potremmo sintetizzare e forse banalizzare così il messaggio che Zisk vuole recapitare nel cuore degli spettatori e per farlo si avvale di una storia semplice e piuttosto diretta che ha il suo neo più grande in un finale troppo scontato.

In The English Teacher Linda Sinclair (Julianne Moore) è una timida ed introversa professoressa che ha ormai superato la quarantina e che, nonostante un aspetto ancora piacente, vive sola e senza troppe illusioni di trovare un’anima gemella. Nel piccolo e tranquillo liceo della Pennsylvania, dove essa lavora, le giornate e le lezioni di letteratura inglese procedono tutto sommato felici; Linda è comunque soddisfatta della sua vita fatta di libri, buoni film e lavoro. Ma un giorno, improvvisamente, questa placida quotidianità viene interrotta, squassata dall’apparizione di Jason (Micheal Angarano), un suo ex studente che ha tentato invano la carriera di drammaturgo. Jason, ottimo allievo e promettentissimo scrittore, è ormai sfiduciato ed intende ascoltare papà, il dottor Sherwood (Greg Kinnear), che lo spinge ad iscriversi a legge. Linda non lo può permettere e, per impedire un tale spreco di talento, convince Jason a far sì che la compagnia teatrale della scuola, guidata dall’eccentrico prof. Kapinas (Nathan Lane), rappresenti il suo grande dramma autobiografico. La tragicommedia può avere così inizio…e non solo sul palco.

The English Teacher, il film

La brava protagonista, Julianne Moore, tenta faticosamente di immergersi in un ruolo a tratti grottesco, nel quale deve divincolarsi tra sequenze al limite del comico con altre dalla forte connotazione drammatica. Ed è forse questa incerta e opaca linea di demarcazione tra il comico ed il drammatico che disorienta, in alcuni momenti, lo spettatore. La Moore regge buona parte del film dove è comunque circondata da una serie di personaggi dai tratti ben definiti; su tutti citiamo il giovane artista tormentato impersonato dal convincente Micheal Angarano e l’istrionico Nathan Lane perfetto nelle vesti del frustato professore di recitazione.

Come detto poco sopra l’intreccio narrativo è abbastanza semplice sebbene, ad un certo punto, illude prendendo strade impreviste ed intriganti che purtroppo abbandona per un più ovvio quanto rassicurante epilogo. In ogni caso The English Teacher è una commedia che, pur non strabiliando, non deluderà chi si recherà al cinema per trascorrere una simpatica oretta e mezza all’insegna del sorriso.

 
 

The English Teacher trailer del film con Julianne Moore

Ecco il trailer di The English Teacher, film che vede protagonista la splendida Julianne Moore.

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Julianne Moore è la protagonista della commedia romantica The English Teacher, distribuita da Adler Entertainment e in arrivo nelle sale italiane l’8 maggio.

Nei panni di una moderna eroina di Jane Austen – sognatrice, romantica e alquanto pasticciona – Julianne Moore interpreta Linda Sinclair, insegnante single nella sperduta cittadina di Kingston, Pensylvania.

Linda ha quarantacinque anni, insegna inglese alle superiori e conduce una vita ordinata, condita di abitudini rassicuranti, buone letture, sogni romantici e sentimenti tenuti a debita distanza. La sua tranquilla routine subisce uno scossone improvviso quando un suo ex studente, Jason Sherwood (Michael Angarano), torna a casa dopo aver tentato senza successo la carriera di drammaturgo a New York.

The English Teacher posterJason è deciso ad abbandonare tutto e a seguire i voleri del padre, lo scorbutico dottor Sherwood (Greg Kinnear) che lo vorrebbe brillante avvocato tra le aule di un tribunale e non sfaccendato scrittore su un improbabile palcoscenico. La sentimentale Linda non può che prendersi a cuore i sogni infranti del povero Jason e decide di mettere in scena il suo testo con gli studenti del liceo di Kingston e la direzione del ridondante Carl Kapinas (Nathan Lane), teatrante mancato e insegnante di regia della scuola. Col procedere delle prove, però, la situazione si complica, i guai si moltiplicano e Linda si troverà a fronteggiare imprevisti professionali e sentimentali dagli esiti disastrosi, mentre lo spettacolo pare avviarsi verso un comico sfacelo.

Licenziata dalla scuola, dileggiata dagli studenti, con l’allestimento teatrale, la reputazione e la carriera ormai in rovina, la mite e sempre meno ordinata Linda riuscirà a trovare, in un’improbabile alleanza con se stessa, la giusta conclusione alla sua personale storia.

The English Teacher è diretto da Craig Zisk, sceneggiato da Dan Chariton e Stacy Chariton e interpretato da Julianne Moore (Lontano dal paradiso, The Hours, I ragazzi stanno bene, A Single Man), Michael Angarano (Knockout-Resa dei conti, Red State), Greg Kinnear (Little Miss Sunshine, Qualcosa è cambiato, C’è posta per te), Lily Collins (Biancaneve), Nathan Lane (The Producers)

 
 

The English Teacher con Julianne Moore al cinema dall’8 maggio

TET_DAY_21_8913.NEFJulianne Moore è la protagonista della commedia romantica The English Teacher, distribuita da Adler Entertainment e in arrivo nelle sale italiane l’8 maggio.

Nei panni di una moderna eroina di Jane Austen – sognatrice, romantica e alquanto pasticciona – Julianne Moore interpreta Linda Sinclair, insegnante single nella sperduta cittadina di Kingston, Pensylvania.

Linda ha quarantacinque anni, insegna inglese alle superiori e conduce una vita ordinata, condita di abitudini rassicuranti, buone letture, sogni romantici e sentimenti tenuti a debita distanza. La sua tranquilla routine subisce uno scossone improvviso quando un suo ex studente, Jason Sherwood (Michael Angarano), torna a casa dopo aver tentato senza successo la carriera di drammaturgo a New York.

The English Teacher posterJason è deciso ad abbandonare tutto e a seguire i voleri del padre, lo scorbutico dottor Sherwood (Greg Kinnear) che lo vorrebbe brillante avvocato tra le aule di un tribunale e non sfaccendato scrittore su un improbabile palcoscenico. La sentimentale Linda non può che prendersi a cuore i sogni infranti del povero Jason e decide di mettere in scena il suo testo con gli studenti del liceo di Kingston e la direzione del ridondante Carl Kapinas (Nathan Lane), teatrante mancato e insegnante di regia della scuola. Col procedere delle prove, però, la situazione si complica, i guai si moltiplicano e Linda si troverà a fronteggiare imprevisti professionali e sentimentali dagli esiti disastrosi, mentre lo spettacolo pare avviarsi verso un comico sfacelo.

Licenziata dalla scuola, dileggiata dagli studenti, con l’allestimento teatrale, la reputazione e la carriera ormai in rovina, la mite e sempre meno ordinata Linda riuscirà a trovare, in un’improbabile alleanza con se stessa, la giusta conclusione alla sua personale storia.

The English Teacher è diretto da Craig Zisk, sceneggiato da Dan Chariton e Stacy Chariton e interpretato da Julianne Moore (Lontano dal paradiso, The Hours, I ragazzi stanno bene, A Single Man), Michael Angarano (Knockout-Resa dei conti, Red State), Greg Kinnear (Little Miss Sunshine, Qualcosa è cambiato, C’è posta per te), Lily Collins (Biancaneve), Nathan Lane (The Producers

 
 

The English con Emily Blunt su Paramount+ dall’8 marzo

The English recensione Emily Blunt
Emily Blunt in The English - Gentile concessione di © Prime Video

Paramount+ presenta The English, la nuova serie originale interpretata da Emily Blunt che sarà disponibile sul servizio di streaming a partire da mercoledì 8 marzo.

The English è un western epico in sei episodi con protagonisti Emily Blunt (“A Quiet Place”, Sicario) e “Chaske Spencer” (“The Twilight Saga”, “Banshee”) ed è scritto e diretto dal pluripremiato Hugo Blick (“The Honourable Woman”, “Black Earth Rising”, “The Shadow Line”).

La serie prende i temi centrali dell’identità e della vendetta per raccontare una parabola unica e avvincente sulla razza, il potere e l’amore. Un’aristocratica inglese, Lady Cornelia Locke, interpretata da Emily Blunt, e un ex scout di cavalleria di Pawnee, Eli Whipp (Chaske Spencer), si incontrano nel 1890 in America centrale per attraversare un territorio violento costruito sui sogni e sul sangue. Cornelia vuole vendicarsi dell’uomo che considera responsabile della morte del figlio e convince Eli Whipp a lasciarla viaggiare con lui, il quale scopre che la ragazza è molto più capace e intraprendente in materia di sopravvivenza di quanto ci si potesse aspettare.

Entrambi hanno un chiaro senso del loro destino, ma nessuno dei due è consapevole che esso è radicato in un passato comune. Devono affrontare ostacoli sempre più terrificanti che li metteranno a dura prova, fisicamente e psicologicamente. Ma ogni ostacolo li avvicina alla loro destinazione finale, la nuova città di Hoxem, Wyoming. È qui che, dopo un’indagine da parte dello sceriffo locale Robert Marshall (Stephen Rea) e della giovane vedova Martha Myers (Valerie Pachner) su una serie di bizzarri e macabri omicidi irrisolti, che si comprenderà veramente tutta la portata della loro storia intrecciata e si affronterà il futuro che dovranno vivere.

Tra gli interpreti anche Rafe Spall nel ruolo di David Melmont; Tom Hughes nel ruolo di Thomas Trafford; Ciarán Hinds nel ruolo di Richard M Watts e Toby Jones nel ruolo di Sebold Cusk.

The English è una serie prodotta dalla pluripremiata casa di produzione Drama Republic (“Doctor Foster”, “Us”) per BBC Two e BBC iPlayer nel Regno Unito, e Prime Video negli Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda, in associazione con All3Media international.

Colin Wratten è produttore; co-Produttore è Daniel Toland; Arnau Valls Colomer è il direttore della fotografia; Phoebe de Gaye, costumista; Lesley Lamont-Fisher è Hair and Make-Up Designer mentre Chris Roope è Production Designer; il compositore è Federico Jusid.

 
 

The Enforcer, la spiegazione del finale: Cosa succede a Stray, Billie e Lexus? Cuda è morto?

The Enforcer film finale

Il film di Richard Hughes, The Enforcer, è incentrato su un uomo di nome Mr. Cuda (Antonio Banderas), che evidentemente ha sbagliato mestiere. Di solito, nella mente di un killer a sangue freddo non c’è spazio per le emozioni o l’empatia. Forse, un tempo, Mr. Cuda era un killer spietato, ma nel film non sembra più così. Probabilmente la famiglia ha cambiato l’uomo, e poi il periodo trascorso in prigione ha fatto nascere in lui la paura di perdere i suoi cari. All’inizio di The Enforcer, vediamo Mr. Cuda camminare verso la riva di una spiaggia di Miami. È stato colpito da un proiettile e i suoi vestiti sono macchiati di sangue. Mentre parla del tramonto e del perdono, Cuda rivive il suo recente passato, in cui cerca di redimersi salvando la vita di un innocente. In un certo senso, racconta al pubblico la sua storia di redenzione, ma spetta agli spettatori dare il giudizio finale sul fatto che Cuda meriti o meno il perdono. Quindi, immergiamoci più a fondo nel mondo oscuro di Cuda e cerchiamo di comprenderlo meglio. Spoiler in arrivo

Di cosa parla il film The Enforcer?

Ricky “Stray” è un pugile di strada che si guadagna da vivere mettendo a rischio la propria vita ogni giorno. Colpita dal suo ardore e dal suo coraggio, una donna di nome Estelle lo chiama nel suo bar notturno a Miami. Senza entrare troppo nei dettagli, il film ci informa che Estelle è una sorta di boss che gestisce un giro di prostituzione nella zona. Non perde tempo e informa immediatamente Stray che lei stessa si è fatta strada con le sue forze, motivo per cui è particolarmente interessata a lui, che le sembra un tipo intraprendente. Estelle affianca a Stray il suo killer di fiducia, Mr. Cuda, che lo porta a South Beach per eliminare un bersaglio di nome Ronnie Fennech. Ronnie deve molti soldi a Estelle e non è riuscito a ripagarli, motivo per cui lei ha mandato Mr. Cuda a finirlo. Ma anche se Mr. Cuda e Stray portano a termine la missione con successo, a Cuda non piace lo stile di lavoro da dilettante di Stray e quindi lo manda via.

La mattina seguente, Cuda fa visita alla figlia quindicenne, Lola. È la prima volta che Cuda la vede dopo essere uscito di prigione. Nel tentativo di ricucire il rapporto con la figlia, Cuda le dà dei soldi e le chiede cosa desidera per il suo sedicesimo compleanno. Tuttavia, è evidente che a Lola non piace che suo padre la visiti a scuola e quindi se ne va in fretta. Più tardi, troviamo Cuda vicino a una spiaggia, dove incontra un’altra ragazza di 15 anni di nome Billie, che è scappata dalla casa dei suoi genitori adottivi ad Atlanta ed è venuta a Miami per iniziare una nuova vita. Una donna sorprende Billie a rubare in un negozio e, non appena Cuda sente il trambusto, accorre in suo aiuto. Cuda porta Billie in un locale e le consiglia di non vagare per le strade di Miami, perché non sono sicure per una ragazza giovane come lei. Per generosità, Cuda le paga una stanza d’albergo affinché Billie possa rimanere lì per una settimana e, nel frattempo, trovare un lavoro adeguato per sopravvivere in città. Le dà anche dei soldi e un fermasoldi dorato. Cuda ha visto in Billie un’immagine di sua figlia Lola, e questo potrebbe essere uno dei tanti motivi per cui è stato così generoso con lei. Il suo rapporto con Billie finisce per diventare un punto di svolta nel carattere di Cuda e nella sua vita criminale.

Più tardi quella notte, un uomo sconosciuto rapisce Billie dalla sua camera d’albergo e, non appena Cuda lo scopre, inizia a cercarla. Si rivolge persino a Stray e gli chiede aiuto per trovarla. Durante una riscossione di debiti in un ristorante cinese, Cuda nota il fermacarte dorato che aveva regalato a Billie. Cuda inizia a seguire le tracce e finisce per scoprire che è stato il direttore dell’hotel a vendere Billie a un tizio di nome Freddie, che gestisce una fabbrica di webcam a Midtown. Freddie rapisce o compra ragazze con i suoi metodi corrotti e poi le costringe a fare scene oscene per i pervertiti di Internet, grazie alle quali guadagna un sacco di soldi. Ma anche se Cuda scopre che è Freddie ad aver rapito Billie, non può aiutarla perché Freddie ha pagato mezzo milione di dollari a Estelle come protezione, e se Cuda decidesse di attaccare Freddie per salvare Billie, scatenerebbe una guerra tra lui ed Estelle. Quindi, Cuda alzerà le armi contro il suo stesso padrone per liberarsi la coscienza? Assolutamente sì, ed è questo che porta a una conclusione meritata per il suo personaggio.

Cosa succede a Stray, Billie e Lexus?

Cuda ha cercato di convincere Estelle a permettergli di fermare Freddie. Tuttavia, come era evidente, Estelle era più interessata al denaro che alla nuova empatia di Cuda verso la ragazza minorenne. Sapeva che era giunto il momento che Cuda si ritirasse e quindi ha ordinato alla sua guardia del corpo, Doom, di ucciderlo. Improvvisamente, Stray è arrivato nell’ufficio di Estelle con le borse che Freddie gli aveva dato. A questo punto, Stray aveva due scelte. O rimanere fedele a Estelle e assistere alla morte del suo amico e mentore Cuda, oppure aiutare Cuda e iniziare una guerra con Estelle. Fortunatamente, Stray scelse Cuda invece di Estelle e, durante la lotta con Doom, sganciò il fucile appeso al suo giubbotto. Mentre Doom cercava di soffocare Cuda, quest’ultimo afferrò rapidamente il fucile e uccise Doom. In preda alla rabbia, Estelle ha cercato di sparare a Stray, ma all’improvviso è arrivata Lexus e ha sparato a Estelle. Lexus, o Sloane, lavorava nel bar notturno di Estelle come prostituta e ballerina, ma non appena si era innamorata di Stray, aveva sperato in una vita completamente diversa e desiderava fuggire. Quindi, sparare a Estelle significava non solo liberarsi dal giro di prostituzione di Estelle, ma anche salvare Stray da un destino simile a quello di Cuda. Cuda, sanguinante, chiese loro di prendere i soldi e scappare mentre lui andava alla vecchia fabbrica di biscotti a Midtown, dove Freddie teneva prigioniera Billie insieme ad altre ragazze.

Con grande eroismo, Cuda salvò tutte le ragazze e uccise gli uomini di Freddie. Tuttavia, non appena mise piede nel covo di Freddie, questi, nascosto nell’oscurità, gli sparò allo stomaco. Freddie voleva vedere Cuda morire dissanguato, ma fortunatamente Billie, che era stata liberata da una delle ragazze, arrivò sul posto e raccolse la pistola di Cuda, con la quale sparò a Freddie. A questo punto, Billie voleva sparare anche a Cuda, poiché credeva che fosse stato lui a venderla a Freddie, ma Cuda chiarì rapidamente il malinteso e insieme lasciarono la fabbrica, lasciando Freddie a morire. Cuda guidò fino a un luogo dove aveva già chiamato Stray e Lexus e lì chiese a Stray di portare Billie con sé e di lasciare la Florida il prima possibile. Gli ordinò di prendere mezzo milione di dollari e di recarsi in un luogo lontano, molto lontano da Miami. Un posto dove nessuno avrebbe mai potuto trovarli.

Stray seguì il consiglio del suo mentore e si trasferì con Billie e Lexus in una regione fredda tra le montagne, lontano dalla costa. Si costruirono una vita tranquilla e Stray aprì un’officina meccanica con il suo vero nome, “Ricky”. Una volta, Cuda aveva detto a Stray che aveva un talento particolare nel riparare automobili, e Stray ricordava bene quel complimento, che aveva influenzato la sua decisione di intraprendere la stessa attività per vivere una vita degna di essere vissuta. Tuttavia, aveva mezzo milione di dollari con sé e avrebbe potuto sopravvivere anche senza.

Cuda è morto?

Dopo aver salutato Billie, Cuda si recò alla scuola di sua figlia, dove lasciò la sua auto “barracuda” per lei. Era il regalo di compleanno perfetto per Lola. All’inizio del film, quando Cuda aveva chiesto a Billie un consiglio su cosa regalare alla figlia sedicenne, lei gli aveva risposto che doveva scegliere qualcosa che venisse dal cuore e, soprattutto, che fosse qualcosa che solo lui poteva darle. In The Enforcer raramente vediamo Cuda senza la sua auto, che diventa quindi un’estensione della sua personalità. L’auto avrebbe sempre ricordato a Lola suo padre, poiché non c’era nessun altro cimelio che Cuda potesse lasciarle.

Poco dopo aver lasciato la sua auto, Cuda si recò sulla riva di una delle spiagge di Miami, dove esalò il suo ultimo respiro. L’ultima scena ci ha ricordato il quadro che Cuda aveva acquistato in una galleria d’arte, probabilmente gestita dalla sua ex moglie. Non appena Cuda vide il quadro per la prima volta, qualcosa lo colpì. Nel quadro vediamo un uomo seduto sulla riva sotto un albero, che vive una vita tranquilla. Probabilmente anche Cuda desiderava quella calma, ed è per questo che lo vedevamo sempre vagare per le spiagge quando non era impegnato a uccidere persone o a riscuotere debiti. Durante i suoi ultimi momenti, Cuda si sedette sotto l’albero proprio come l’uomo che vedevamo nel quadro e morì lì in pace. Nell’ultima scena, vediamo lo stesso quadro nel garage di Stray o Ricky. Questo suggerisce che Cuda potrebbe non essere stato in grado di vivere una vita tranquilla come quella raffigurata nel quadro, ma ha sicuramente aiutato Stray, Lexus e Billie a viverne una. Sacrificandosi, ha salvato tre vite e, per lui, è stata la sua redenzione.

 
 

The Enfield Poltergeist: il trailer della docu-serie in arrivo il 27 ottobre su Apple TV+

The Enfield Poltergeist

Apple TV+ ha svelato il trailer del nuovo documentario in quattro parti The Enfield Poltergeist, che racconta l’avvincente storia della più famosa infestazione di poltergeist di sempre. Combinando più di 250 ore di rari audio d’archivio, la ricostruzione meticolosa dell’ambientazione dell’infestazione e interviste inedite con le persone coinvolte nel caso, la docuserie è un’ambiziosa storia di genere che esplora il fascino dell’inspiegabile e il suo impatto su coloro che lo hanno vissuto personalmente. Tutti gli episodi saranno trasmessi in anteprima mondiale il 27 ottobre su Apple TV+.

Nel 1977, la terrificante infestazione paranormale che ha coinvolto una famiglia di Enfield, a Londra, ha dominato i titoli dei giornali di tutto il Regno Unito con il conseguente, enorme impatto su un’intera generazione di bambini. Il misterioso caso cambiò per sempre le idee sul soprannaturale e sul fatto che non fosse limitato a castelli e case signorili, ma che potesse essere vissuto da chiunque, ovunque. L’agghiacciante storia ha ispirato versioni romanzate del caso, tra cui il film The Conjuring – Il caso Enfield, una serie televisiva e due opere teatrali.

Nel corso di quattro episodi, gli eventi di Enfield vengono ricostruiti utilizzando le registrazioni reali catturate da Maurice Grosse, un investigatore del paranormale che ha archiviato tutte le interviste raccolte con le persone colpite dal fenomeno. Grazie alla costruzione di una replica della casa in cui si sono verificati gli episodi, gli interpreti mettono in scena ciò che si sente nei nastri delle registrazioni reali dell’epoca, consentendo un’interazione tra le voci d’archivio e le apparizioni delle persone originariamente coinvolte nell’incidente attraverso interviste attuali.

The Enfield Poltergeist è prodotto per Apple TV+ da MetFilm e Concordia Studio, gli stessi produttori di STILL: la storia di Michael J. Fox, il documentario più nominato agli Emmy di quest’anno. La docuserie è diretta da Jerry Rothwell. I produttori esecutivi sono Al Morrow, il vincitore del BAFTA Stewart le Maréchal, il premio Oscar® Davis Guggenheim, Jonathan Silberberg e Nicole Stott.

 
 

The Endless River: recensione del film di Oliver Hermanus #Venezia72

The Endless River: recensione del film

Ricordate i titoli di testa di un capolavoro immortale come Via col Vento? Le scritte dal carattere enorme, i campi sterminati sullo sfondo, i puntini fra i nomi del cast tecnico e la loro mansione? The Endless River inizia praticamente allo stesso modo, con la medesima patina fine anni trenta, tanto da sembrare un vecchio film restaurato. Siamo però in Sud Africa nella cittadina dal nome quasi impronunciabile di Riviersonderend, che significa appunto Fiume Infinito. Sono tempi molto difficili, nei quali la delinquenza scorrazza impunita per le strade, senza che le forze di polizia abbiano le risorse (e forse nemmeno la voglia) di reprimerla. I giovani del luogo entrano ed escono di prigione, ogni quartiere ha la sua gang e ogni squadra ha il suo personalissimo rito di iniziazione. E niente che si fermi al furtarello, sulla terra vi è un’autentica scia di sangue, frutto di efferati omicidi senza movente, compiuti per il gusto di farli. Proprio il triplice omicidio di una giovane madre e dei suoi due figli innesca un meccanismo di vendetta nel padre di famiglia, che va a sommarsi alla già dilagante violenza del posto.

The Endless RiverOliver Hermanus con The Endless River dirige un lavoro confuso, diviso a capitoli (dunque una forma narrativa non proprio innovativa) e caratterizzato da una regia statica che condiziona l’intera esperienza. Risulta infatti difficile appassionarsi al progetto, rimanere incastrati negli ingranaggi della storia, con tanti personaggi tratteggiati e una sceneggiatura che percorre sentieri diversi senza che nessuno venga approfondito. Il contrasto dei due protagonisti, che paradossalmente finiscono per legarsi, è interessante e curioso, resta però sullo sfondo di una relazione travagliata, creata soltanto dalle ceneri del dolore e null’altro. Come se la solitudine e la rabbia ci rendessero spiriti vuoti, incapaci a reagire; una chiave di lettura legittima, peccato solo che gli elementi di trama, i vari twist abbandonati sul percorso come sassi di Pollicino, vengano lasciati al loro destino.

Linee circolari che non si chiudono mai esplicitamente, che mettono lo spettatore nella scomoda posizione di chi non riesce a capire tutto fino in fondo, di chi resta col dubbio. Difetti che rendono l’intero progetto trascurabile, la prova generale di un concerto sinfonico eseguita con strumenti scordati e gestita da un direttore d’orchestra con la mente altrove, non ancora pronto al debutto.

 
 

The End: spiegazione del finale. Qual è la sorte dei protagonisti?

The End di Joshua Oppenheimer ruota attorno a uno scenario apocalittico in cui una famiglia benestante vive in un bunker sotterraneo da due decenni, dopo l’apparente fine del mondo.

Il film (qui la nostra recensione di The End) di Oppenheimer sfrutta l’assenza di un mondo esterno per evidenziare alcuni aspetti della vita interiore di questa famiglia. Invece di chiamare i personaggi per nome, lo scrittore si riferisce a loro in base al ruolo che svolgono nel contesto del loro ambiente isolato. Quindi, in questa storia, sono solo amiche, dottori, madri o ragazze, a seconda di ciò che rappresentano nel loro mondo isolato.

La trama di The End (2024)

The End segue una famiglia benestante che vive in una lussuosa casa sotterranea dopo che la Terra sembra essere stata distrutta. È diretto da Joshua Oppenheimer da una sceneggiatura scritta in collaborazione con lo sceneggiatore danese Rasmus Heisterberg. Oppenheimer è noto per i suoi documentari acclamati dalla critica, come The Act of Killing e The Look of Silence.

Qual è la storia di Tilda Swinton dietro The End?

The End ruota attorno a una famiglia benestante vent’anni dopo che la Terra intorno a loro è stata distrutta a causa delle loro azioni. Vivono in una miniera di sale trasformata in un lussuoso bunker sotterraneo. La famiglia è composta da una madre (Tilda Swinton), un padre (Michael Shannon) e un figlio (George MacKay). Vivono con un amico (Bronagh Gallagher), il loro medico (Lennie James) e il loro maggiordomo (Tim McInnerny). A differenza di altri, il figlio non ha mai visto il mondo esterno. Ha imparato tutto sul passato dai suoi genitori e dai libri che gli vengono offerti da leggere.

Il padre fornisce un’immagine unilaterale delle sue passate attività e del loro impatto sul mondo esterno. Né la madre né gli altri si oppongono al punto di vista del padre. Tutti instillano nel figlio la paura del mondo esterno e si aspettano che consideri gli altri solo come minacce. Per lo stesso motivo, spesso tengono elaborate sessioni di addestramento per insegnargli come proteggere la famiglia. Grazie a questo indottrinamento, il figlio ha un’innocenza quasi infantile, che traspare abbastanza spesso dal suo comportamento. Gli viene chiesto di scrivere un libro sulle passate imprese del padre, di lavorare a dipinti e di costruire città in miniatura, che non contaminerebbero l’autopercezione della famiglia. Tutto cambia quando una sconosciuta arriva improvvisamente nella miniera.

In che modo la sconosciuta influisce sulle dinamiche familiari?

La famiglia continua a vivere la sua routine quotidiana, ignara della carneficina esterna, finché uno sconosciuto non arriva nella loro miniera. Questa sconosciuta è una giovane donna (Moses Ingram), che sopravvive alla stagione degli incendi (un fenomeno in questo mondo apocalittico), ma la sua famiglia no. Nonostante tutto quello che ha passato, la Madre non vuole che rimanga con loro. Vuole mantenere la promessa di non permettere a nessuno di entrare. Così, la famiglia cerca di sbarazzarsi della Ragazza con ogni mezzo possibile. La legano e decidono di buttarla fuori. Ciononostante, lei lotta per la vita e sfugge al loro attacco.

La famiglia finalmente accetta la presenza della ragazza in famiglia e la ospita in un ripostiglio. La invitano anche a cena con loro. La famiglia racconta il glorioso passato della Madre come ballerina, che un tempo si esibiva al Bolshoi. La Madre si isola, pensando ai tempi in cui viveva l’arte in modo più viscerale. Ora, le rimangono solo le briciole del suo passato, e cerca di alimentare la sua creatività insegnando a suo figlio a dipingere.

A poco a poco, le cose iniziano a cambiare, mentre la Ragazza fa sì che il Figlio guardi il mondo in modo diverso da come gli è stato insegnato. Impara a conoscere le crudeltà che molte persone hanno dovuto affrontare e sviluppa un senso di umanità. Nel complesso, la Ragazza fa sì che il Figlio veda un modo diverso di vivere la vita. Questo non promette bene alla Madre, che è stata abituata alla struttura a cui ha imposto il figlio per vent’anni. Così, suggerisce al Padre che la Ragazza abbia un secondo fine. Cerca di far dubitare la sua famiglia delle intenzioni della Ragazza, ma raramente funziona a suo favore. Nel frattempo, il Figlio si infatua della Ragazza, che è l’unica sconosciuta che abbia incontrato nella sua esistenza senza l’intervento dei suoi genitori.

Spiegazione del finale del film The End (2024):

La Madre nota la crescente inclinazione del Figlio verso la Ragazza e il suo comportamento libero. Così, la Madre inizia improvvisamente a mostrare il suo lato con i piedi per terra dedicandosi al giardinaggio. Più tardi, si unisce alla famiglia mentre si travestono e mettono in scena una piccola pièce teatrale. Dopo essersi divertite insieme, la ragazza si commuove pensando alla lotta di sua madre per sopravvivere. Mentre si apre, la madre fa ogni tentativo per fermarla. La ragazza si aspetta che la madre riconosca un senso di dolore condiviso, poiché entrambe le loro famiglie hanno sofferto in loro assenza.

La ragazza ammette il suo senso di colpa da sopravvissuta, ma la madre si rifiuta di farlo. La madre frena i tentativi della ragazza di essere onesta e vulnerabile e si fonde per affrontare il suo senso di colpa. Così, il Figlio la affronta per il suo comportamento. Riflettendoci, la Madre è sincera con il Padre sui suoi desideri insoddisfatti. Ha dovuto lasciare tutti coloro che amava per trasferirsi nel bunker. Invece di accettare la sua colpa per la sua depressione, lui la costringe a nascondere le sue vere emozioni per il “bene superiore della famiglia”. Così, si ritrova a soffrire da sola e a essere complice della sua farsa.

La famiglia accetta la Ragazza come parte di loro?

La Ragazza fa capire al Padre l’altro lato del suo operato. Quindi, è costretto ad affrontare la vera natura del risultato delle sue azioni, il che lo mette in una crisi esistenziale. Romanticizza il suo dolore mentre altri si sforzano di mantenere la sacralità del suo elaborato stratagemma. Il Figlio inizia a rendersi conto della verità del crudele passato della sua famiglia e si rivolta contro i suoi genitori. I genitori non sopportano di essere considerati gli unici colpevoli. Così, la Madre rivela la verità sull’Amica per farla cadere agli occhi del Figlio. Contrariamente a quanto era stato detto al Figlio, l’Amica aveva lasciato il figlio tossicodipendente a morire nel mondo esterno.

L’Amica era lei stessa una tossicodipendente e non un genitore ideale. Invece di affrontare la propria colpa nella caduta del figlio, lo abbandonò e nascose al Figlio la vera natura del suo passato. Incapace di sopportare il peso della verità, l’Amica muore poco dopo il confronto. Dopo la sua morte, il Figlio considera brevemente la colpa della Ragazza, poiché lei continuava a fargli considerare altre possibilità di verità. Alla fine, si lasciano queste questioni alle spalle e diventano una coppia. Il Figlio e la Ragazza hanno un bambino e si uniscono alla famiglia per cena.

Negli ultimi momenti del film, la famiglia canta una canzone che celebra la loro unione e sostiene il loro amore reciproco. Nel farlo, affrontano anche il fatto di aver mantenuto le distanze dal mondo esterno e di non essersi fidati di nessuno. Quindi, il finale rivela la crudezza del loro rapporto con il mondo. Mentre la loro ignoranza li tiene in una bolla di beata sicurezza e protezione, continuano a vivere con un fardello di dolore latente per coloro che hanno sofferto fuori. Il ciclo si ripete, la fine è arrivata, e il mondo è spacciato.

 
 

The End: recensione del film di Joshua Oppenheimer

A dieci anni dal suo ultimo film, il pluripremiato regista Joshua Oppenheimer torna a farci specchiare negli abissi dell’umanità, mettendo da parte la forma del documentario a cui ci aveva abituati (e che lo aveva portato alla candidatura agli Oscar per The Act of Killing e The Look of Silence) e esordendo nel cinema di finzione con un potente, disturbante, visivamente straordinario, omaggio all’epoca d’oro di Hollywood, The End.

Presentato, dopo tre anni di gestazione, al 51° Telluride Film Festival e distribuito negli Stati Uniti il ​​6 dicembre 2024, arriverà finalmente il prossimo 3 luglio anche nelle sale italiane, un musical post-apocalittico, prodotto dallo stesso Oppenheimer (che lo ha diretto e co-sceneggiato insieme a Rasmus Heisterberg) Signe Byrge Sørensen e dalla star Tilda Swinton. Oltre a quella dell’attrice britannica, la pellicola vede anche la partecipazione di George MacKay, Moses Ingram, Bronagh Gallagher, Tim McInnerny, Lennie James e Michael Shannon.

Nella distopia sotterranea di The End

Il mondo è finito. Ma l’umanità, forse, no. In un bunker sotterraneo riarredato come una casa di lusso, vivono e sopravvivono Madre (il premio Oscar Tilda Swinton), Padre (il candidato all’Oscar Michael Shannon) e Figlio (George MacKay) e cercano di mantenere la speranza e un senso di normalità aggrappandosi a piccoli rituali quotidiani. Ma l’arrivo di una ragazza dall’esterno (Moses Ingram) incrinerà il delicato equilibrio di questo apparente idillio familiare.

Pochi contro tutti

Figli di un cambio di millennio, ci accodiamo alle ataviche paure di cambiamento, facendo il nostro gioco nel ciclo di morte e rinascita che trova nell’apocalisse il suo apice supremo. E ogni giorno spegniamo i notiziari ripetendoci, come Hubert, “Fin qui tutto bene, fin qui tutto bene.” contenti di aver rimandato la fine chissà ancora per quanto. Ma cosa faremo quando arriverà il momento? Fuggiremo? Ci arrenderemo all’inevitabile? Reagiremo collettivamente o proveremo solo a metterci in salvo insieme ai nostri cari? L’Apocalisse sarà una livella? Ci donerà le stesse possibilità delle persone che guidano il mondo, o oligarchi, presidenti, proprietari di social e magnati dell’industria aerospaziale, avranno accesso a possibilità illimitate? Queste sono le domande che suscita The End nello spettatore.

Con Act of Killing e The Look of Silence, Oppenheimer ci aveva già mostrato come in Indonesia,  gli autori di genocidi governavano, impuniti. A questi sarebbe dovuto seguire un terzo film sui miliardari che sono saliti al potere grazie alla distruzione di milioni di vite, ma dopo il successo dei suoi precedenti lavori, il regista non è più riuscito a tornare in sicurezza in Indonesia.

Ha comunque continuato a immaginare un progetto su uno specifico gruppo di oligarchi che aveva incontrato, magnati del petrolio, politicamente potenti e responsabili di gravi violenze politiche, che gli avevano mostrato un bunker di lusso che stavano costruendo con l’obiettivo di rifugiarcisi  in caso di un cataclisma causato dall’uomo. All’interno c’erano un caveau d’arte e una cantina di vini, una piscina e persino dei giardini.

L’Apocalisse è un musical intimo e universale

La visione scosse il regista che per riprendersi, racconta che una volta tornato a casa dovette riguardare uno dei suoi film preferiti, il musical Les Parapluies de Cherbourg di Jacques Demy.

L’accostamento tra l’ottimismo sfrenato del musical e il nichilismo spietato degli oligarchi fece scattare la scintilla di un racconto che, partendo da un’apocalisse climatica, anzi, vent’anni dopo l’apocalisse climatica, gli avrebbe permesso di parlare di dubbi, sensi di colpa e menzogne. Di negazione e illusione, di fantasie e di tutte le false speranze che ci permettono di alleviare i nostri rimpianti, in un inno accorato sull’accettazione di sé, sull’amore, sulla capacità di cambiare e su tutto ciò che ci rende umani.

È il musical che rende questa storia universale perché quando i personaggi iniziano a cantare, l’orchestra – condotta mirabilmente dal compositore Joshua Schmidt per i testi dello stesso Oppenheimer – li accompagna e in questo modo le loro emozioni private diventano l’espressione di un sentimento collettivo. E grazie al coro, quello che inizialmente è magari solo un momento intimo tra due innamorati, si trasforma magicamente in una occasione di riflessione condivisa.

Il demone dell’autoinganno

Con i suoi 148 minuti, The End pone lo spettatore di fronte a quella che è forse la domanda più difficile a cui rispondere: cosa rimane di noi quando mentiamo a noi stessi riguardo ai nostri sogni e ai nostri desideri più inconsci? È questo il demone che logora Madre, Padre e i pochi sopravvissuti. Lo stesso demone da cui vogliono salvare, senza riuscirci, Figlio. Perché, come dice lo stesso Oppenheimer: “Quello che volevo era esplorare la logica conclusione di questo autoinganno: una famiglia rintanata in un bunker anni dopo che tutti gli altri sono morti, godendo di ogni confort, un ultimo barlume di coscienza umana circondata dagli artefatti di una specie scomparsa, ripetendosi disperatamente di essere felici e di star bene, e che quindi sia tutto a posto. È un ottimismo che nasce dalla paura. Spaventati dall’affrontare le proprie colpe, i personaggi temono il cambiamento, perché per cambiare dovrebbero riconoscere i propri errori e accettare il proprio passato. Finché non riusciranno a farlo, saranno condannati a mentire a loro stessi, persino nei loro pensieri più privati.”

Il cielo in una miniera di sale

Il film si svolge interamente in un’unica unità di luogo, le spettacolari miniere di sale di Petralia Soprana, in Sicilia. In quel sito risalente a milioni di anni fa (in cui è stato allestito il MACSS – Museo di Arte Contemporanea Sotto Sale, unico museo di arte contemporanea al mondo ospitato in una miniera di salgemma attiva), Joshua Oppenheimer e la scenografa Jette Lehmann (Melancholia) hanno lavorato spinti da un unico obiettivo: supplire alla mancanza di cielo e della luminosità delle finestre per far dimenticare al pubblico di trovarsi sempre all’interno di un bunker. Per questo l’ambiente in cui vivono Padre, Madre, Figlio e i loro pochi amici è una casa spaziosa in cui un simulacro di luce naturale entra attraverso i soffitti e si diffonde da una stanza all’altra. Al posto delle finestre, gli splendidi dipinti impressionisti e post-espressionisti portati lì da Madre, come la Ballerina di Renoir o il Diluvio di Francis Danby, per rappresentare una sorta di “finestre”, per l’appunto, sul mondo di un tempo, su quello che si è perso: come una bellissima bugia, che ricorda una realtà ormai inesistente, la cui presenza si trasforma talvolta in un monito per i sopravvissuti.

L’ammonimento come atto di speranza

A differenza di film come Don’t look up!, apparentemente simili nelle intenzioni, quella di Oppenheimer, non è una satira in cui si punta il dito contro la famiglia certamente ricca che ha certamente una responsabilità riguardo la catastrofe climatica avvenuta, bensì un’opera che mette lo spettatore di fronte a uno specchio perfettamente tirato a lucido.

Persino l’introduzione di un estraneo, un sopravvissuto, all’interno di quell’equilibrio perfetto che è la vita nel bunker, riesce quasi a non avere conseguenze, tanto che seppur cambiando gli equilibri e scardinando l’apparente perfezione di quella vita sottoterra, alla fine non cambia niente e la speranza, in fondo a quel tunnel oscuro, rimane definitivamente morta.

Quest’ultima famiglia umana sopravvissuta potrebbe essere ogni famiglia. Potrebbe essere la nostra famiglia perché The End parla di tutti noi. “Ho sempre pensato che creare un racconto di ammonimento fosse un atto di speranza, costruito sulla convinzione che non sia troppo tardi per cambiare” dice Oppenheimer. Sta a noi scegliere se essere Madre, Padre, Figlio o Sconosciuta. Se mentire su quello che vogliamo, scegliere cosa vogliamo lasciarci alle spalle e cosa potremmo essere. Se vivere o sopravvivere. Se arrenderci o fare la differenza.

E speriamo di capirlo prima di ritrovarci in un bunker sotterraneo senza più un cielo sopra le nostre teste, ma solo l’infinito sale di una miniera millenaria. Per quanto bellissima, sia chiaro.

 
 

The End: online il trailer del primo film di finzione di Joshua Oppenheimer, nei cinema dal 3 luglio

È stato finalmente diffuso online il trailer di The End, l’attesissimo esordio nella fiction di Joshua Oppenheimer, il regista due volte candidato all’Oscar e autore di due documentari rivoluzionari come The Act of Killing (2012) e The Look of Silence (2014). Il film arriverà nei cinema italiani dal 3 luglio, distribuito da I Wonder Pictures.

The End è un ambizioso racconto post-apocalittico che mescola dramma intimo, distopia e riflessione politica in un contesto visivamente potente e simbolico. Scritto e diretto da Oppenheimer insieme a Rasmus Heisterberg (A Royal Affair, In the Blood), il film è stato presentato con grande successo nei principali festival internazionali, tra cui Telluride, Toronto, San Sebastián e la Berlinale, ricevendo consensi per la sua audacia narrativa e la forza delle sue interpretazioni.

Nel cast, spiccano nomi di assoluto rilievo. Tilda Swinton, vincitrice del Premio Oscar, guida il gruppo di protagonisti con la sua consueta intensità. Al suo fianco Michael Shannon, due volte candidato all’Oscar e noto per ruoli in Animali notturni e Revolutionary Road. Completano il cast i giovani talenti George MacKay (1917, The Beast) e Moses Ingram (La regina di scacchi, La donna del lago).

Il trailer – suggestivo e carico di tensione – introduce lo spettatore in un mondo crepuscolare dove la civiltà sembra prossima al collasso, ma dove sopravvivono ancora emozioni umane, interrogativi morali e una sorprendente intimità. Tra immagini oniriche e momenti di cupa bellezza, The End si preannuncia come un film destinato a lasciare il segno, non solo per la portata visiva ma per la sua capacità di affrontare temi universali come il tempo, la fine, la memoria.

Per Oppenheimer, si tratta di una nuova fase creativa, dopo aver ridefinito il documentario come strumento di denuncia e riflessione politica. The End rappresenta il suo passaggio alla finzione, ma senza abbandonare lo sguardo lucido, spietato e poetico che ha sempre contraddistinto il suo cinema.

 
 

The End We Start From: recensione del film di Mahalia Belo – #RoFF18

The End We Start From recensione

Nella sezione Grand Public della 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma arriva The End We Start From, survival movie prevalentemente al femminile, diretto da Mahalia Belo. Il film è traspozione cinematografica dell’omonimo romanzo di Megan Hunter, e fra i produttori – nonché interpreti – troviamo Benedict Cumberbatch insieme a Liza Marshall, Adam Ackland e Sophie Hunter. È una storia dai tratti aspri, quella di The End We Start From, che segue il tipico schema del genere di sopravvivenza in cui si inscrive, ma al tempo stesso cerca anche di affrontare tematiche importanti, una fra queste l’empowerment femminile, sfruttando un’attrice di spicco sulla quale la pellicola si costruisce per intero: Jodie Comer. È lei, infatti, a reggere il peso della narrazione, pur a volte non riuscendo del tutto ad essere convincente in una performance che, con molta probabilità, rischia di essere una di quelle più facilmente dimenticabili della sua carriera.

The End We Start From, la trama del film

In una Londra abbattuta da un’alluvione devastante, che ha costretto migliaia di persone a scappare via per trovare riparo altrove, una donna insieme al compagno e al figlio appena nato si ritrova senza casa e senza un posto in cui andare. La carestia, lentamente, inizia a dilagare in Inghilterra, duramente colpita da questi fenomeni metereologici estremi, che hanno preso il sopravvento sulla nazione non dandole alcuna tregua. Molte le famiglie in difficoltà che cercano di sopravvivere non solo alla fame, ma anche alla vulnerabilità delle persone che, sotto pressione, non hanno più il controllo di loro stesse. La protagonista si ritroverà così a intraprendere un viaggio in cui dovrà affrontare una serie di situazioni spiacevoli, dal freddo al digiuno, e cercherà in tutti i modi di rimanere viva e lucida per poter dare una speranza al suo bambino, pur ad un certo punto dovendosela cavare da sola poiché costretta a separarsi dal suo partner.

La riflessione (mancata) sul clima

The End We Start From, sin dal suo incidente scatenante, stimola immediatamente nel suo pubblico una riflessione. L’alluvione, che è pretesto della storia e della partenza della protagonista, vuole subito parlarci del cambiamento climatico a cui stiamo assistendo oggi, di cui purtoppo ci dimentichiamo la reale gravità. È su questo che si fonda almeno tutto il primo atto, sfruttando una tematica quanto più attuale e sentita nel nostro quotidiano. E che cerca di ricordarci quale sia la condizione (critica) del nostro pianeta al momento, suggerendoci quasi cosa potrebbe accadere in un prossimo futuro – come una sorta di presagio – se non iniziamo ad agire davvero.

Ma la prima vera incrinatura della pellicola sta proprio qui: pur con tutte le sue buone intenzioni nel volerci parlare di qualcosa che, a ben pensarci, tocchiamo già con mano (basti pensare agli sbalzi termici anomali che attualmente viviamo o alle forti e devastanti piogge), non riesce mai ad approfondirne la questione, che rimane in superficie e sullo sfondo, fino però a scomparire del tutto. Una mancanza, questa, che dipende da una sceneggiatura troppo debole, non curata, la quale cerca di toccare più tematiche e, nel tentativo d’essere memorabile, deraglia totalmente perdendo di vista i suoi obiettivi.

Un film dalle troppe tematiche

In parallelo alla questione climatica, infatti, The End We Start From mette al centro il potere femminile raccontato attraverso la forza della protagonista nell’affrontare le avversità incontrate lungo il cammino, il concetto di maternità e le sue difficoltà, il senso del viaggio, la lotta per la sopravvivenza, l’amore a cui aggrapparsi per superare le difficoltà della vita. Sono tutti ingredienti che sistema sulla tavola, ma che alla fine non vengono utilizzati mai a pieno a causa di una trama ingolfata, che inevitabilmente non riesce a dare spazio a nessun elemento dal grande potenziale (se solo fosse stato sviluppato con più attenzione). Nel voler seguire troppe strade, dunque, The End We Start From non riesce ad esplorarne nessuna e, di conseguenza, il risultato è avere una narrazione priva sia di pathos che di picchi emozionali o narrativi.

Molte sequenze sono frettolose, molte domande non trovano risposta. Tante sono le scene che fanno sorgere numerose domande, ma che poi non vengono mai spiegate, finché quello di cui si voleva parlare perde di senso e di importanza. Il film, in sostanza, non osa pur avendo un terreno fertile su cui muoversi e una protagonista dalle buone qualità, che si presta fra l’altro bene per una storia di empowerment femminile. Che però, a livello di psicologia, non viene strutturata come si deve, non dandole così né lo spessore che merita né la possibilità allo spettatore di empatizzare con lei per lasciarsi coinvolgere meglio. Forse l’errore di tutto The End We Start From è non aver fatto essere il finale – che si rivela l’unica parte accattivante e funzionale – il vero centro del film. E quindi, purtroppo, finisce per essere dimenticato.

 
 

The End Of The Tour: recensione del film su David Foster Wallace

The End of the tour

Alla Festa del Cinema di Roma 2015 è stato presentato The End of the Tour, film di James Ponsoldt, un preciso ritratto dello scrittore David Foster Wallace tragicamente scomparso nel 2008. La storia è tratta dal libro autobiografico “Come diventare se stessi” di David Lipsky, che nel 1996 si ritrovò a passare 5 giorni in compagnia di Wallace durante l’ultima tappa del tour promozionale di Infinite Jest, per raccogliere materiale per un intervista per il Rolling Stones.

Ad interpretare il novellista americano troviamo Jason Segel, al suo primo grande ruolo drammatico, che con bandana e look trasandato si trasforma alla perfezione distaccandosi dal suo famoso personaggio televisivo. A guidarci all’interno della vita dello scrittore, Jesse Eisenberg che porta in scena il giornalista Lipsky, un giovane nervoso, preciso e molto ambizioso. Joan Cusack, Anna Chlumsky, Mamie Gummer e Mickey Summer completano il cast.

The End of the tour, il film

Un duetto continuo, uno scambio di parole e emozioni. Lento, pensato ma spontaneo, molto intelligente: il discorso tra Lipsky e Wallace è il vero protagonista della storia. Se si pensa che, tutto quello che esce dalla bocca di Jason Segel è stato realmente detto nel ’96 da Wallace (il libro di Lipsky è basato proprio sulle trascrizioni dell’intervista, quindi nessuna “attualizzazione” è stata fatta e si spera nessuna manipolazione in fase di stesura della sceneggiatura) si rimane a bocca aperta. Grazie a gli appunti di Lipsky si scoprono le manie, le debolezze e le passioni di Wallace: la persona dietro lo scrittore.

Ponsoldt dirige un film intimista, senza troppe pretese, ma che intrattiene e mai annoia su due menti simili ma anche molto distanti. Un film che di certo non deluderà i lettori di uno degli scrittori più influenti degli ultimi 20 anni.

 

 
 

The End Of The Tour: recensione del film su David Foster Wallace

Alla Festa del Cinema di Roma 2015 è stato presentato The End of the Tour, film di James Ponsoldt, un preciso ritratto dello scrittore David Foster Wallace tragicamente scomparso nel 2008. La storia è tratta dal libro autobiografico “Come diventare se stessi” di David Lipsky, che nel 1996 si ritrovò a passare 5 giorni in compagnia di Wallace durante l’ultima tappa del tour promozionale di Infinite Jest, per raccogliere materiale per un intervista per il Rolling Stones.

Ad interpretare il novellista americano troviamo Jason Segel, al suo primo grande ruolo drammatico, che con bandana e look trasandato si trasforma alla perfezione distaccandosi dal suo famoso personaggio televisivo. A guidarci all’interno della vita dello scrittore, Jesse Eisenberg che porta in scena il giornalista Lipsky, un giovane nervoso, preciso e molto ambizioso. Joan Cusack, Anna Chlumsky, Mamie Gummer e Mickey Summer completano il cast.The End of the tour recensione

Un duetto continuo, uno scambio di parole e emozioni. Lento, pensato ma spontaneo, molto intelligente: il discorso tra Lipsky e Wallace è il vero protagonista della storia. Se si pensa che, tutto quello che esce dalla bocca di Jason Segel è stato realmente detto nel ’96 da Wallace (il libro di Lipsky è basato proprio sulle trascrizioni dell’intervista, quindi nessuna “attualizzazione” è stata fatta e si spera nessuna manipolazione in fase di stesura della sceneggiatura) si rimane a bocca aperta. Grazie a gli appunti di Lipsky si scoprono le manie, le debolezze e le passioni di Wallace: la persona dietro lo scrittore.

Ponsoldt dirige un film intimista, senza troppe pretese, ma che intrattiene e mai annoia su due menti simili ma anche molto distanti. Un film che di certo non deluderà i lettori di uno degli scrittori più influenti degli ultimi 20 anni.

 
 

The End of the Tour: primo trailer italiano con Jesse Eisenberg

The End of the tour

Pubblicato il primo trailer italiano del film biografico The End of the Tour, diretto da James Ponsoldt, e con Jesse EisenbergJason Segel. Nelle nostre sale uscirà l’11 febbraio.

LEGGI ANCHE: Festa di Roma 2015: The End Of The Tour recensione del film su David Foster Wallace

Il film, basato sul libro Come diventare se stessi di David Lipsky edito in Italia da Minumum Fax, parla dei cinque giorni che Lipsky, interpretato da Jesse Einsenberg, passò con lo scrittore David Foster Wallace, un irriconoscibile Jason Segel, in occasione del tour promozionale diInfinite Jest la cui pubblicazione è avvenuta nel 1996.

 
 

The End of the Tour: primo trailer del film su David Foster Wallace

The End of the tour

Il primo trailer di The End of the Tour è online: il film, basato sul libro Come diventare se stessi di David Lipsky edito in Italia da Minumum Fax, parla appunto dei cinque giorni che Lipsky, interpretato da Jesse Einsenberg, passò con lo scrittore David Foster Wallace, un irriconoscibile Jason Segel, in occasione del tour promozionale di Infinite Jest la cui pubblicazione è avvenuta nel 1996.

Presentato a gennaio al Sundance Festival, The End of the Tour, diretto da James Ponsoldt e scritto da Donald Marguliesha raccolto consensi positivi da parte della critica e uscirà il 31 luglio.

Ma com’era prevedibile il film ha colpito i nervi scoperti della famiglia Wallace (per chi non lo sapesse lo scrittore si suicidò nel 2008) e dell’editore, infatti, ancora prima del via alla riprese, hanno affermato in un comunicato stampa pubblicato sul Los Angeles Times che “non abbiamo alcuna relazione né approviamo né supportiamo The End of the Tour. Questo film è vagamente basato su un’intervista che David acconsentì diciotto anni fa sulla pubblicazione del suo romanzo Infinite Jest. Tale articolo non è stato mai pubblicato e David non avrebbe mai acconsentito che le trascrizioni salvate potessero essere utilizzate come la base di un film”.

Vi lasciamo con il primo trailer del film, buona visione:

https://youtu.be/fqUa5sYHC9s

Fonte: YouTube