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T2 Trainspotting: recensione del film con Ewan McGregor

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T2 Trainspotting: recensione del film con Ewan McGregor

A distanza di 21 anni dal primo film divenuto culto, Mark Renton, Sick Boy, Spud e Begbie tornano a raccontarci le loro vite sgangherate a Edimburgo in T2 Trainspotting. Alla regia, ovviamente, Danny Boyle.

Dopo due decenni dal becero furto ai danni dei suoi amici, Mark torna in città per scoprire che i suoi amici ce l’hanno ancora con lui, avvelenati per quelle quattromila sterline a testa e amareggiati contro una vita che non p andata esattamente secondo le loro rosee previsioni.

20 anni dopo, le stesse miserie

Sick Boy vive di espedienti e ha trovato una nuova compagna, la cocaina, che sostituisce l’ormai passata di mode eroina che invece continua a essere la migliore amica di Spud, sopravvissuto quasi per caso in tutti questi anni, alle prese con una moglie e un figlio che ama ma con cui non riesce a stare proprio a causa di questa dipendenza. Begbie invece è riuscito ad evadere di prigione e a raggiungere la sua casa, dove però scopre una verità sconcertante: suo figlio appena ventenne è entrato al college e sembra non essere propenso alla vita da criminale a cui vuole indirizzarlo il padre.

T2 Trainspotting

Danny Byole torna sui luoghi che hanno rappresentato un punto cardinale della sua carriera di cineasta universalmente apprezzato e riconosciuto. Tranispotting, nel 1996, fece salire alla ribalta questi quattro “tossici disperati”, raccontandone la giovinezza guasta e piena di sogni di gloria vuoti ed effimeri. In T2: Trainspotting, Boyle e la SONY richiamano a raccolta Ewan McGregor, Johnny Lee Miller, Ewner Bremner e Robert Carlyle e li fotografa nella metà dei loro 40 anni. Sfiduciati, stanchi, tristi, in pratica falliti, esattamente come lasciavano sospettare le loro vite vent’anni fa.

T2 Trainspotting è un inno alla nostalgia

Il film è alla base un’operazione nostalgica e autoreferenziale, intessuta di rimandi al primo film e caratterizzata da un tono crepuscolare diffuso, che sottolinea la difficoltà di scendere a patti con il tempo che passa, una sorta di Manhood, per dirla alla Linklater, ma con tanta droga e tanta tanta follia. Il senso di comunità e amicizia? Come, a ben vedere anche nel primo film, entrambi i valori sono appannati dall’egocentrismo imperante di tutti i personaggi, pazzi scatenati che cercano di sopravvivere a loro stessi. Unica eccezione può essere forse Spud, da sempre l’animo ingenuo e puro, nonostante tutto, del gruppo.

Trainspotting 2Danny Boyle fa il suo lavoro al meglio, posiziona il suo occhio nei posti più impensati per regalarci angolazioni nuove e sorprendenti, ma quello che il suo occhio guarda, a dispetto delle dichiarazioni, è un passato che non tornerà. La concezione della nostalgia che permea tutto il racconto è la stessa in cui vivono i protagonisti che si trascinano in avanti, eppure, viene da chiedersi: nostalgia di cosa? Di un passato luminoso e rigoglioso? Si può provare nostalgia verso anni di vuoto cosmico e marciume?

Forse la potenza di T2 Trainspotting è tutta in questa piccola considerazione: il tempo non torna indietro, e spesso stare seduti a compiangere quello che è passato è più dolce e confortante di alzarsi e camminare, per vedere dove arriva il resto della strada. T2 Trainspotting non è stato realizzato per commemorare, ma per celebrare la nostalgia.

T2 Trainspotting: Mark Renton torna a casa

T2 Trainspotting: Mark Renton torna a casa

In T2 Trainspotting, Mark Renton torna a casa: sono passati vent’anni da quando ha tradito gli  amici di una vita e rinnegato il suo mantra esistenziale, quello di ‘scegliere di non scegliere. Renton ha scelto: complice un mucchio di soldi, è scappato  all’estero, abbandonando tutto per salvarsi dall’autodistruzione.

Edimburgo non è poi così grande, e non ci vorrà molto perché Mark reincontri la banda di un tempo:  l’indifeso Spud e il cinico Sick Boy alla fine non gliene vorranno più di tanto, avendo compreso e in fondo condiviso le ragioni di quella scelta; ad essersela legata al dito sarà invece il violento Begbie; e non dimentichiamo Diane, il legame sentimentale di un tempo, anch’essa repentinamente abbandonata…

Certi legami tuttavia resistono al passare del tempo e talvolta anche ai tradimenti e così non ci vorrà molto perché i nostri si trovino nuovamente coinvolti tutti insieme, stavolta con un’improbabile e tragicomica avventura nel business del cinema hard…

T2 Trainspottingla recensione

A vent’anni di distanza, ha preso finalmente corpo il progetto a lungo covato da Danny Boyle di tornare sul luogo del delitto, riformare la vecchia banda tornare a raccontare le vicende presenti di Mark e soci,

contemporaneamente sollevando il velo sul passato e narrando le origini e lo sviluppo di quel legame per la vita. La sceneggiatura è nuovamente curata da John Hodge, che ha nuovamente tradotto per lo schermo le pagine di Irvin Welsh, in parte quelle dello  stesso Trainspotting, ma anche e soprattutto dal  suo seguito, Porno.

L’idea di un seguito al film – culto di inizio anni ’90 è stata a lungo covata da Boyle: la realizzazione concreta ha dovuto attendere, sia per motivi squisitamente anagrafici, con l’invecchiamento degli attori di un tempo, sia la disponibilità dell’intero cast: i semie sordienti all’epoca di  Trainspotting si sono infatti tutti più o meno affermati, al cinema e in televisione, e si è quindi dovuto trovare il momento giusto perché tutti avessero modo di partecipare.

Tutti gli attori del primo film sono infatti tornati volentieri a interpretare i personaggi che li portarono alla notorietà, a partire da Ewan McGregor / Mark e Robert Carlysle / Begbie, passando per Johnny Lee Miller / Sick Boy e Ewen Bremmer / Spud, fino a Kelly McDonald nel ruolo di Diane; grazie ad alcune scene riprese dal capitolo precedente, tornerà anche il personaggio di Tommy Boy, cui dava il volto Kevin McKidd.

T2 Trainspotting, sugli schermi italiani a partire dal prossimo 23 febbraio, non è probabilmente destinato ad assurgere allo status di culto che arrise al suo predecessore, promettendo tuttavia di offrire agli spettatori di un tempo più di una riflessione sul passare degli anni e l’uso della propria vita, sulle note di una colonna sonora che promette di essere nuovamente una delle travi portanti del film con brani di Clash, Prodigy, Queen e con l’immancabile presenza degli Underworld.

T2 Trainspotting: Danny Boyle racconta il suo ritorno a Edimburgo

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Mark Renton, Sick Boy, Spud e Begbie tornano dopo 20 anni in T2 Trainspotting, al timone di nuovo Danny Boyle, che questa mattina ha incontrato la stampa a Roma per raccontare il suo film e la sua reunion con gli attori che hanno fatto il successo del primo film, Ewan McGregor, Johnny Lee Miller, Ewen Bremner e Robert Carlyle.

La musica di T2 Trainspotting

Come Trainspotting, anche questo sequel ha una componente musicale molto importante, caratteristica che, a quanto pare, è stato lo stesso pubblico a richiedere: “Quando abbiamo cominciato la lavorazione di questo film, la Sony ha chiesto al pubblico cosa volesse dal sequel. Le tre risposte più ricorrenti sono state il ritorno del cast originale, la scoperta di quello che era accaduto al personaggio di Kelly McDonald e poi tutti hanno chiesto che la colonna sonora fosse all’altezza di quella del primo film. Nessuno ha parlato del regista (ride). Volevamo usare il sistema utilizzato anche in passato ma fare leva anche sulla nostalgia. Come avrete notato, anche qui abbiamo utilizzato alcune canzoni dell’originale ma remixate in modo tale da far scattare collegamenti con il film vecchio. Ci sono dei pezzi nuovi, ma anche originali.”

T2 Trainspotting e i flashback

E non solo la musica ricollega T2 Trainspotting all’originale. Il film presenta anche diversi flashback che rievocano le folli e sconsiderate gesta dei protagonisti: “L’unico flashback presente nella sceneggiatura era quello di Spud, quando esce dalla palestra e si rende conto di essere nello stesso posto dell’inseguimento del primo film, quando lui viene preso e si becca sei mesi di prigione mentre Mark riesce a farla franca. Per quello che riguarda gli altri flashback, sono stati inseriti per creare un ponte tra il vecchio e il nuovo film e sono stati inseriti in concomitanza di particolari ricordi che il cast aveva del set. In tutto si tratta di un minuto di girato preso dal vecchio film.”

trainspotting 2Il rapporto con l’autore, Irvine Welsh

Come ha reagito Welsh, autore di Porno, sequel di Trainspotting, ai cambiamenti presenti nel film?

“Abbiamo un ottimo rapporto nella scrittura delle sceneggiature, perché capisce le trasformazioni dei personaggi sullo schermo. Sono dei personaggi diversi che partono dalle sue pagine e che John Hodge trasforma. Siamo tutti contenti di questa dinamica. Per quanto riguarda i cambiamenti su Porno, lui è contento. All’inizio abbiamo adattato il romanzo in maniera molto fedele, ma non è venuto fuori granché. Volevamo fare qualcosa di più personale concentrandosi molto su quello che è il trascorrere del tempo e su come gli uomini acccettano l’invecchiare e il passare del tempo in generale. Lui ha condiviso questa nostra ottica perché anche lui è un uomo che ha che fare con il tempo che passa.”

Il romanzo è ambientato 9 anni dopo il primo, mentre il film fa trascorrere i 20 anni effettivi. L’intenzione era quella di essere fedeli alla vita reale che passa?

“Se avessimo fatto un nuovo Trainspotting dopo nove anni non avevamo avuto niente da dire. Avremmo soltanto replicato il primo film. Abbiamo aspettato e abbiamo rischiato perché potevamo correre il rischio di non farlo affatto. Poi John Hodge ha scritto questa sceneggiatura bellissima, molto personale. Ad un certo punto del film, Renton dice ‘ho 46 anni e sono fottuto’. È diventato il centro del film perché il punto è tutto lì. Abbiamo inserito di nuovo il discorso ‘Scegli la vita’, chiaramente aggiornato a oggi, con i riferimenti ai social, perché è diventato un simbolo. All’inizio è in chiave divertente, ma poi diventa una cosa molto personale. Perché va in contro a tutto quello che si è perso negli ultimi 20 anni. Con questo secondo film volevamo fare un film che parlasse più di noi.”

T2 TrainspottingLa speranza in T2 Trainspotting

Il primo film terminava con una specie di disturbata e non meglio identificata speranza per Mark, in questo caso dov’è la speranza?

“Ironicamente, la speranza c’è nel personaggio più improbabile, Spud, il più sfortunato. Quando lo vediamo ci chiediamo come diavolo ha fatto a sopravvivere in quelle condizioni tutti quegli anni. Ma ad un certo punto trova la maniera di far sentire la sua voce e comincia a scrivere; anche Begbie a modo suo ha imparato qualcosa, va dal figlio e gli chiede scusa. Per lo stesso Renton, nella sua scelta finale, ci possiamo vedere una speranza.”

Il primo film era strutturato in ‘occasione e tradimento’ e in questo film questo concetto, questa connessione di eventi sembra susseguirsi e diventare il centro di quello che sarà nel finale. “Il concetto è molto presente nel primo film, e l’abbiamo messo anche nel secondo. L’idea di vedere il tradimento come un attimo di individualismo contro il gruppo può essere sicuramente preponderante, ma non vuol dire che sia giusto. È accaduto persino a noi che abbiamo fatto il film, ci siamo traditi e sentiti traditi, sono cose che succedono. Nel concetto di opportunità e tradimento c’è della verità scaturita dall’esperienza reale. Si tratta di qualcosa che c’è nel romanzo, ma si è verificato anche nella vita reale.”

Per quanto riguarda il prequel del primo film, che pure è stato raccontato in un romanzo, Boyle ha spiegato che non ci sono piani per una nuova pellicola perché potrebbe essere in lavorazione una serie tv su questo argomento, ma che lui non sarà coinvolto.

T2 Trainspotting sarà in sala a partire dal 23 febbraio.

T.J. Miller voce originale di Emojimovie Express Yourself

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Emojimovie Express Yourself T.J. MillerIn occasione del World Emoji Day, ieri 17 luglio, la Sony ha annunciato che il film, dal titolo Emojimovie Express Yourself, avrà la voce di T.J. Miller e arriverà al cinema nell’agosto 2017.

Per quanto bizzarro potesse sembrare, il progetto della Sony Pictures Animation di produrre un film sulle emoji, le faccine delle chat di Whatsapp e Facebook, sta andando avanti.

La Sony al lavoro su un film incentrato sulle Emoji

Ecco il provino dell’attore di Deadpool:

Emojimovie Express Yourself racconterà il mondo segreto nascosto nel vostro telefono. Si tratta di un mondo dove le Emoji sono vive (quando non vengono usate come testo) e viaggiano attraverso le App, ognuna nel proprio mondo, per raggiungere la destinazione definitiva: la Nuvola. Si tratta della App-venture della vita!

La commedia l’animazione è diretta da Anthony Leondis e prodotta da Michelle Raimo Kouyate. Emojimovie Express Yourself è scritto da Anthony Leondis e Eric Siegel.

Deadpool: T.J. Miller sulle battute eliminate perché troppo sconce

Abbiamo visto quest’anno al cinema T.J. Miller in Deadpool e brevemente in Transformers L’Era dell’Estinzione. L’attore è molto noto ai fan della HBO, canale che produce Silicon Valley, divertente serie che lo vede trai protagonisti.

Fonte: CS

T.J. Miller ha fatto pace con Ryan Reynolds ed è pronto a tornare nel franchise di Deadpool?

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Dopo essere apparso nei primi due film di Deadpool, T.J. Miller non è tornato per Deadpool & Wolverine. Ma la sua assenza non è stata una sorpresa, dato che Miller aveva precedentemente parlato di un’apparente rottura con Ryan Reynolds.

In una nuova intervista, Miller ha raccontato di aver parlato di recente con Reynolds. Sebbene Miller non abbia condiviso ulteriori dettagli su quella conversazione, è un segnale promettente per un riavvicinamento trai due attori che tornerebbero così a avere rapporti anche soli professionali. Sebbene Miller credesse che non sarebbe mai tornato come Weasel in nessun nuovo film di Deadpool, ora dice che sarebbe “fantastico” tornare in qualche modo in un eventuale Deadpool 4, ma spetterebbe a Reynolds chiamarlo.

Abbiamo parlato un po’ di tempo fa, ha detto Miller. “Penso che lui mi abbia chiesto [di tornare come Weasel], penso che sia stato un così buon amico in questo momento che penso che sarebbe davvero fantastico.”

Si potrebbe ipotizzare che le molteplici controversie associate a Miller abbiano portato alla sua uscita dalla serie di film di Deadpool. È stato accusato di violenza sessuale nel 2017, sebbene abbia fermamente negato l’accusa e non sia stato incriminato dalle forze dell’ordine. Nel 2018, è stato arrestato per accuse relative a una falsa minaccia di bomba, sebbene le accuse siano state infine ritirate. Tuttavia, Miller ha detto nel 2022 che Reynolds sembrava già “odiarlo” sul set di Deadpool, prima delle controversie.

T.J. Miller tornerà nel lungometraggio nell’MCU?

Miller non è apparso in un film per quasi cinque anni. A causa delle accuse mosse contro di lui, ha perso il suo ruolo di doppiatore di Tuffnut in Dragon Trainer: Hidden World del 2019. Nel 2020, è apparso nella commedia romantica The Stand-In e nel film sulle creature Underwater. Per quanto riguarda un possibile ritorno in Deadpool 4, al momento non è stato annunciato un sequel di Deadpool & Wolverine, anche se sembra probabile che accada, dato il suo immenso successo.

T.J. Miller e Ryan Reynolds si sono chiariti dopo i commenti su Deadpool

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Qualche giorno fa aveva fatto notizia un commento di T.J. Miller, secondo cui Ryan Reynolds lo odiava a causa di una comportamento insolito sul set di Deadpool. Ora arriva dallo stesso T.J. Miller la notizia che lui e Reynolds si sono chiariti a seguito delle sue dichiarazioni. In una nuova intervista con Jim Norton & Sam Roberts , Miller ha spiegato che è stato contattato da Reynolds stesso in merito a quello che ha detto.

La situazione si è quindi risolta rapidamente e Miller ha elogiato il talento di Reynolds ed ha espresso la sua frustrazione per l’incessante attenzione dei media sulla negatività. “Non pensavo di aver detto qualcosa di così negativo”, spiega l’attore, “mi dispiace che sia stato ripreso e che sia stato frainteso. Di sicuro. Ma no, è stato il giorno successivo… io e lui abbiamo parlato e va tutto bene”. 

“È stato molto bello sentirgli dire: ‘Ehi, sai, ho appena sentito nello show che eri arrabbiato per questo’. E io ho detto: ‘Sai, non lo sono’, e poi abbiamo risolto eliminando l’incomprensione molto rapidamente.”

Deadpool 3, quello che sappiamo

Shawn Levy dirigerà Deadpool 3. Rhett Reese e Paul Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul Mercenario Chiacchierone, scriveranno anche Deadpool 3, basandosi sui fumetti creati da Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy Molyneux.

Oltre a Ryan Reynolds non ci sono nomi confermati nel cast del film. In Deadpool 2 c’erano Josh Brolin nel ruolo di Cable e Zazie Beetz in quello di Domino, mentre il primo film vedeva la presenza di Morena Baccarin come Vanessa e T.J. Miller come Weasel. Nel cast è stato anche confermato Hugh Jackman, che torna a rivestire i panni di Wolverine/Logan, dopo la sua gloriosa uscita di scena nel 2017 in Logan, di James Mangold.

Paul Wernick e Rhett Reese hanno dichiarato sul film: “È una meravigliosa opportunità per i pesci fuor d’acqua. Deadpool è un pazzo al centro di un film. Far cadere un pazzo in un mondo molto sano di mente, è oro puro. Sarà davvero divertente.” Deadpool 3 uscirà il 6 settembre 2024.

T. J. Miller: 10 cose che non sai sull’attore

T. J. Miller: 10 cose che non sai sull’attore

Divenuto noto grazie ad alcuni celebri blockbuster, l’attore T. J. Miller si è negli anni affermato con i suoi ruoli di rilievo, conquistando le attenzioni del pubblico. Miller ha poi dimostrato di saper spaziare tra i generi, recitando tanto in film d’azione quanto in apprezzate commedie. La sua versatilità gli ha permesso di arrivare a recitare al fianco di importanti registi o con grandi attori. A consacrare la sua popolarità è stata però la televisione, con la sua partecipazione a note serie televisive.

Ecco 10 cose che non sai di T. J. Miller.

T. J. Miller: i suoi film

1. Ha recitato in celebri blockbuster. L’attore esordisce al cinema con il film Cloverfield (2008), che gli permette di raggiungere subito una buona notorietà. Successivamente recita in La concessionaria più pazza d’America (2009), Extract (2009), Lei è troppo per me (2010), In viaggio con una rock star (2010), Unstoppable – Fuori controllo (2010), L’orso Yoghi (2010), I fantastici viaggi di Gulliver (2010), Quell’idiota di nostro fratello (2011), Rock of Ages (2012), Cercasi amore per la fine del mondo (2012), Transformers 4 – L’era dell’estinzione (2014) e Deadpool (2016), dove ottiene un ruolo di rilievo accanto all’attore Ryan Reynolds. Tra gli ultimi film da lui interpretati vi sono La festa prima delle feste (2016), Ready Player One (2018), Deadpool 2 (2018) e Undewater (2020).

2. È noto per i ruoli televisivi. Dopo aver recitato in alcuni episodi della serie Carpoolers (2007-2008), l’attore recita in alcuni episodi di serie come Traffic Light (2011), Happy Endings (2011), The League (2011), e The Goodwin Games (2013). Ottiene però maggior popolarità recitando nel ruolo di Erlich Bachman nella serie Silicon Valley (2014-2017).

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3. Ha ricoperto il ruolo di doppiatore. Miller è noto anche per essere stato la voce originale del personaggio Tuffnut nei film d’animazione Dragon Trainer (2010) e Drago Trainer 2 (2014). Ha inoltre prestato la sua voce per i film d’animazione Big Hero 6 (2014) e Emoji – Accendi le emozioni (2017). Ha poi partecipato al doppiaggio delle serie Dragons: I paladini di Berk (2012-2014), High School USA! (2013-2015), Gravity Falls (2012-2016) e Dragons: Race to the Edge (2015-2018).

4. È autore di diverse sceneggiature. Negli anni Miller si è distinto anche per aver scritto la serie Mash Up (2012), come anche The Gorburger Show (2012-2013) e il proprio spettacolo televisivo Laugh Factory (2010-2018).

T. J. Miller è su Instagram

5. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un proprio profilo seguito da 295 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere immagini promozionali dei propri progetti da interprete, ma non mancano anche foto scattate in compagnia di amici o colleghi, il più delle volte sui set frequentati.

T. J. Miller in Silicon Valley

6. Ha rinunciato al ruolo. Quando venne annunciato che la serie era stata rinnovata per una quinta stagione, l’attore ha rivelato che non avrebbe ripreso il ruolo di Erlich Bachman, che lo ha reso celebre. La scelta sarebbe stata presa di comune accordo con i produttori, motivata dal desiderio dell’attore si misurarsi con altri progetti, cosa che l’impegno richiesto dalla serie non gli permetteva di fare.

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T. J. Miller è in Deadpool

7. È stato scelto per essere l’elemento comico. Quando gli fu affidato il ruolo di Weasel nel cinecomic Deadpool l’attore ha ammesso di essersi sentito inadatto, specialmente considerando che il suo personaggio non ha alcun superpotere. Il produttore del film ha però motivato la sua importanza con la necessità di fornire una spalla comica al protagonista. Il ruolo fu poi effettivamente apprezzato dal pubblico.

8. Il suo personaggio è stato ridefinito. Nei fumetti il personaggio di Weasel è per lo più un inventore ed esperto hacker che aiuta Deadpool nelle sue missioni. Per il film, considerando anche la carriera da comico dell’attore, il personaggio è stato riscritto perché fosse maggiormente calzante con il suo interprete.

T. J. Miller in Ready Player One

9. Ha recitato nel film di Steven Spielberg. Nel film d’avventura fantascientifica diretto da Steven Spielberg, l’attore ricopre il ruolo di I-R0K, personaggio non presente nel romanzo da cui il film è tratto, e che svolge il ruolo di pericoloso cacciatore di taglie. Per dar vita al personaggio Miller ha affermato di essersi ispirato al personaggio di Boba Fett, della saga di Star Wars.

T. J. Miller: età e altezza

T. J. Miller è nato a Denver, in Colorado, Stati Uniti, il 4 giugno 1981. L’attore è alto complessivamente 188 centimetri.

Fonte: IMDb

T-shirt promozionali per Veronica Mars

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Ecco alcune immagini che mostrano Jason Dohring (Logan Echolls), co-star assieme a Kristien Bell della nota serie tv dedicata alle avventure della brillante investigatrice a mostrare le t-shirt promozionali del nuovo film su Veronica Mars destinate a coloro che hanno contribuito e finanziato il progetto su Kickstarter con almeno 25 dollari. La prima maglietta è stata battezzata California Noir.

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Ed ecco la seconda, denominata Mini Blinds.

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T’Challa raggiunge Natasha e Tony nel paradiso del MCU in una toccante fanart

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L’illustratrice Rachel Hoo ha condiviso su Instagram una toccante fanart che i fan del MCU non si possono perdere. Si tratta di un tributo ai caduti del Marvel Universe: vediamo T’Challa che è seduto tra Tony Stark e Natasha Romanoff mentre si gode l’aldilà. Ovviamente è immancabile la battuta ironica ma affettuosa di Tony, estremamente “in character”.

Dopo la scomparsa di Chadwick Boseman, i Marvel Studios non hanno voluto sostituire l’interprete di T’Challa per il sequel di Black Panther, attualmente in sala, e così anche nella finzione del MCU, il personaggio è scomparso a causa di una misteriosa malattia che il re del Wakanda aveva tenuto nascosta a tutti.

Black Panther: Wakanda Forever, la recensione

Nel film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba) lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta Mejía nel ruolo di Namor, sovrano di una nazione sottomarina nascosta, ed è interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli. Black Panther: Wakanda Forever è diretto da Ryan Coogler e prodotto da Kevin Feige e Nate Moore.

Syrup: il nuovo film con Amber Heard e Shiloh Fernandez

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Syrup: il nuovo film con Amber Heard e Shiloh Fernandez

È stato rilasciato sul web il trailer della commedia nera Syrup, interpretato da Amber Heard, Shiloh Fernandez, Kellan Lutz, e Brittany Snow. Il film è basato sul romanzo di Max Barry e racconta di Scat (Fernandez) un laureato disoccupato di marketing che ha avuto un idea geniale.

Questa però si tratta di un sicuro biglietto per una vita di fama superficiale e fugace celebrità che egli sembra desiderare tanto. Ma nel frattempo conosce 6 (Heard), che è forse l’amore della vita Scat, o forse lo sta incastrando.

Il nuovo film è scritto e diretto da Aram Rappaport (Summer Song) e non è ancora stata dichiarata una data di uscita. Qui sotto il trailer:

Trailer:

Fonte:WorstPreviews

Synecdoche, New York: recensione del film

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Esce a sei anni di distanza dalla sua release internazionale (probabilmente per speculare sulla morte dell’attore protagonista) il primo film da regista di Charlie Kaufman, sceneggiatore premio Oscar per Eternal Sunshine of the Spotless Mind nonché storico collaboratore di Spike Jonze e Michel Gondry.

In Synecdoche, New York Caden Cotard è un insicuro regista teatrale che riceve gran parte della sua linfa vitale dalla consorte Adele e dalla figlia Olive. Quando la moglie decide di lasciarlo e di partire per Berlino con la bambina, le poche certezze dell’uomo vacillano. Inizia così una lotta contro la solitudine, la morte e la realtà, parti integranti dello spettacolo teatrale che Caden sta sviluppando. Ma questo delirio di scatole cinesi arriverà a confondere il regista, in continua lotta tra proiezioni del passato e personaggi fittizi.

La sceneggiatura, scritta dallo stesso Kaufman, ripercorre alcuni dei temi a lui cari come la ricerca dell’identità (ci sono spirali infinite di diversi attori che interpretano la stessa persona), le interazioni che la mente ha con la realtà e la fantasia, ma soprattutto inserisce la morte, fisica e spirituale, che fa da filo conduttore a tutta la pellicola e viene disseminata in tutta la narrazione in piccole “chicche” come la notizia della morte di Harold Pinter a inizio film a fare da presagio, fino al cognome del protagonista, Cotard, che richiama l’omonima malattia neuropsichiatrica per cui una persona crede di essere morta.

Tutto Synecdoche, New York è pervasa così da un’insanabile malinconia di fondo, richiamata anche da alcuni elementi scenici e tecnici, come ad esempio una fotografia sbiadita che perde man mano luminosità. Lo spettacolo che Caden vuole mettere in scena è l’ultimo giorno della sua vita, ed esattamente come la figura retorica del titolo prende parte di un tutto per rappresentarlo, qui si usa il giorno prima della morte come simbolo dell’intera vita, un momento non a caso, un giorno che per il regista è il migliore possibile e che grazie allo spettacolo potrà rivivere per sempre.

Il cast di Synecdoche, New York è di prim’ordine con un Philip Seymour Hoffman che è l’inevitabile centro di gravità delle vicende attorno a cui ruotano le ottime interpretazioni delle tre amanti Catherine Keener, Samantha Morton e Michelle Williams

La prova del compianto attore americano è volutamente misurata per gran parte della durata e gli unici scostamenti sono alcune esasperazioni dello status del suo personaggio che segnano il passaggio di Caden a un maggiore disagio verso la vita e verso la realtà. Synecdoche New York non è un film per tutti i palati; è un’opera che può sembrare destrutturata, inconcludente e volutamente autolesionista, ma una volta giunta al termine occuperà un posto importante della vostra memoria e a quel punto, una volta assimilata la visione, avrete trovato un senso alla follia e al genio di Charlie Kaufman.

Synecdoche New York: Trailer italiano del film di Charlie Kaufman

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Guarda il Trailer italiano del film Synecdoche New York, l’opera prima di Charlie Kaufman, sceneggiatore candidato all’Oscar per Essere John Malkovic e premio Oscar per Eternal Sunshine of the Spotless Mind, debutta dietro la macchina da prese dirigendo un cast d’eccezione composto da Philip Seymour Hoffman, Samantha Morton, Michelle Williams, Catherine Keener, Emily Watson, Dianne Wiest, Jennifer Jason Leigh e Hope Davis.

Synecdoche, New YorkDopo una lunga battaglia legale che ne ha impedito la distribuzione in Italia, il 19 giugno esce finalmente nelle sale il film di Charlie Kaufman “Synecdoche, New York”.

Bim Distribuzione è orgogliosa di distribuire l’opera prima dello sceneggiatore culto di film come Essere John Malkovich, Confessioni di una mente pericolosa, premio Oscar  per la sceneggiatura di Se mi lasci ti cancello, rendendo omaggio al suo attore protagonista: Philip Seymour Hoffman, dopo la sua recente e prematura scomparsa.

 Il film, presentato al Festival di Cannes e successivamente ad altri prestigiosi festival internazionali, ha ricevuto un grande consenso da parte della critica. Il Time Magazine lo ha definito un “film miracoloso”, Variety “profondo e caloroso”, The Guardian “surreale, acuto, unico”.

Al centro della storia ci sono le vicende di Caden Cotard (interpretato da Philip Seymour Hoffman), regista teatrale frustrato, afflitto da una misteriosa malattia e ossessionato dal timore della morte. Lasciato dalla moglie che intende proseguire la sua carriera come pittrice, Caden tenterà una breve relazione con una donna, prima che la sua vita inizi misteriosamente a trasformarsi.

Attorno al protagonista Philip Seymour Hoffman il cast si compone di grandi attori come Samantha Morton, Michelle Williams, Catherine Keener, Emily Watson, Dianne Wiest, Jennifer Jason Leigh, Hope Davis, Tom Nooan.

Il film verrà presentato al prossimo festival di Taormina.

Synecdoche, New York è forse il film più inventivo e personale dell’attore americano di maggior talento e risorse espressive degli ultimi vent’anni ed era incomprensibile non fosse ancora uscito in Italia  – dicono Mario Sesti, Direttore Editoriale e Tiziana Rocca, General Manager, del Taormina Filmfestival  – siamo davvero felici ed orgogliosi di ricordare Philip Seymour Hoffmann presentando questo film in anteprima per l’Italia nel nostro Festival: Taormina e la BIM, in questo modo, realizzano un omaggio ad un interprete che non vogliamo smettere di amare”

Synecdoche New York: intervista a Philip Seymour Hoffman

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Ecco un’intervista video rilasciata da Philip Seymour Hoffman in occasione della promozione di Synecdoche New York, film di Charlie Kaufman del 2008, in questi giorni nelle nostre sale:

LEGGI LA RECENSIONE DEL FILM

Synecdoche New YorkSynecdoche New York è l’opera prima di Charlie Kaufman, sceneggiatore candidato all’Oscar per Essere John Malkovic e premio Oscar per Eternal Sunshine of the Spotless Mind, debutta dietro la macchina da prese dirigendo un cast d’eccezione composto da Philip Seymour Hoffman, Samantha Morton, Michelle Williams, Catherine Keener, Emily Watson, Dianne Wiest, Jennifer Jason Leigh e Hope Davis.

Dopo una lunga battaglia legale che ne ha impedito la distribuzione in Italia, il 19 giugno esce finalmente nelle sale il film di Charlie Kaufman “Synecdoche, New York”.

Bim Distribuzione è orgogliosa di distribuire l’opera prima dello sceneggiatore culto di film come Essere John Malkovich, Confessioni di una mente pericolosa, premio Oscar  per la sceneggiatura di Se mi lasci ti cancello, rendendo omaggio al suo attore protagonista: Philip Seymour Hoffman, dopo la sua recente e prematura scomparsa.

 Il film, presentato al Festival di Cannes e successivamente ad altri prestigiosi festival internazionali, ha ricevuto un grande consenso da parte della critica. Il Time Magazine lo ha definito un “film miracoloso”, Variety “profondo e caloroso”, The Guardian “surreale, acuto, unico”.

Al centro della storia ci sono le vicende di Caden Cotard (interpretato da Philip Seymour Hoffman), regista teatrale frustrato, afflitto da una misteriosa malattia e ossessionato dal timore della morte. Lasciato dalla moglie che intende proseguire la sua carriera come pittrice, Caden tenterà una breve relazione con una donna, prima che la sua vita inizi misteriosamente a trasformarsi.

Attorno al protagonista Philip Seymour Hoffman il cast si compone di grandi attori come Samantha Morton, Michelle Williams, Catherine Keener, Emily Watson, Dianne Wiest, Jennifer Jason Leigh, Hope Davis, Tom Nooan.

Synecdoche, New York è forse il film più inventivo e personale dell’attore americano di maggior talento e risorse espressive degli ultimi vent’anni ed era incomprensibile non fosse ancora uscito in Italia  – dicono Mario Sesti, Direttore Editoriale e Tiziana Rocca, General Manager, del Taormina Filmfestival  – siamo davvero felici ed orgogliosi di ricordare Philip Seymour Hoffmann presentando questo film in anteprima per l’Italia nel nostro Festival: Taormina e la BIM, in questo modo, realizzano un omaggio ad un interprete che non vogliamo smettere di amare”

Synecdoche New York: a giugno il film con Philip Seymour Hoffman

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Synecdoche New York: a giugno il film con Philip Seymour Hoffman

Dopo una lunga battaglia legale che ne ha impedito la distribuzione in Italia, il 19 giugno esce finalmente nelle sale il film di Charlie Kaufman Synecdoche New York.

Synecdoche New YorkBim Distribuzione è orgogliosa di distribuire l’opera prima dello sceneggiatore culto di film come Essere John Malkovich, Confessioni di una mente pericolosa, premio Oscar ® per la sceneggiatura di Se mi lasci ti cancello, rendendo omaggio al suo attore protagonista: Philip Seymour Hoffman, dopo la sua recente e prematura scomparsa.

Il film, presentato al Festival di Cannes e successivamente ad altri prestigiosi festival internazionali, ha ricevuto un grande consenso da parte della critica. Il Time Magazine lo ha definito un “film miracoloso”, Variety “profondo e caloroso”, The Guardian “surreale, acuto, unico”.

Al centro della storia ci sono le vicende di Caden Cotard (interpretato da Philip Seymour Hoffman), regista teatrale frustrato, afflitto da una misteriosa malattia e ossessionato dal timore della morte. Lasciato dalla moglie che intende proseguire la sua carriera come pittrice, Caden tenterà una breve relazione con una donna, prima che la sua vita inizi misteriosamente a trasformarsi.

Attorno al protagonista Philip Seymour Hoffman il cast si compone di grandi attori come Samantha Morton, Michelle Williams, Catherine Keener, Emily Watson, Dianne Wiest, Jennifer Jason Leigh, Hope Davis, Tom Nooan.

Il film verrà presentato al prossimo festival di Taormina.

Synecdoche New York, trailer musicale del film con Philip Seymour Hoffman

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Ecco il trailer musicale di Synecdoche New York, film con Philip Seymour Hoffman dal 19 giungo al cinema.

Synecdoche, New YorkSynecdoche New York è l’opera prima di Charlie Kaufman, sceneggiatore candidato all’Oscar per Essere John Malkovic e premio Oscar per Eternal Sunshine of the Spotless Mind, debutta dietro la macchina da prese dirigendo un cast d’eccezione composto da Philip Seymour Hoffman, Samantha Morton, Michelle Williams, Catherine Keener, Emily Watson, Dianne Wiest, Jennifer Jason Leigh e Hope Davis.

Dopo una lunga battaglia legale che ne ha impedito la distribuzione in Italia, il 19 giugno esce finalmente nelle sale il film di Charlie Kaufman “Synecdoche, New York”.

Bim Distribuzione è orgogliosa di distribuire l’opera prima dello sceneggiatore culto di film come Essere John Malkovich, Confessioni di una mente pericolosa, premio Oscar  per la sceneggiatura di Se mi lasci ti cancello, rendendo omaggio al suo attore protagonista: Philip Seymour Hoffman, dopo la sua recente e prematura scomparsa.

 Il film, presentato al Festival di Cannes e successivamente ad altri prestigiosi festival internazionali, ha ricevuto un grande consenso da parte della critica. Il Time Magazine lo ha definito un “film miracoloso”, Variety “profondo e caloroso”, The Guardian “surreale, acuto, unico”.

Al centro della storia ci sono le vicende di Caden Cotard (interpretato da Philip Seymour Hoffman), regista teatrale frustrato, afflitto da una misteriosa malattia e ossessionato dal timore della morte. Lasciato dalla moglie che intende proseguire la sua carriera come pittrice, Caden tenterà una breve relazione con una donna, prima che la sua vita inizi misteriosamente a trasformarsi.

Attorno al protagonista Philip Seymour Hoffman il cast si compone di grandi attori come Samantha Morton, Michelle Williams, Catherine Keener, Emily Watson, Dianne Wiest, Jennifer Jason Leigh, Hope Davis, Tom Nooan.

Il film verrà presentato al prossimo festival di Taormina.

Synecdoche, New York è forse il film più inventivo e personale dell’attore americano di maggior talento e risorse espressive degli ultimi vent’anni ed era incomprensibile non fosse ancora uscito in Italia  – dicono Mario Sesti, Direttore Editoriale e Tiziana Rocca, General Manager, del Taormina Filmfestival  – siamo davvero felici ed orgogliosi di ricordare Philip Seymour Hoffmann presentando questo film in anteprima per l’Italia nel nostro Festival: Taormina e la BIM, in questo modo, realizzano un omaggio ad un interprete che non vogliamo smettere di amare”

Synchronic: il nuovo sci-fi con Jamie Dornan in arrivo su SKY e NOW

Da sabato 18 a venerdì 30 settembre, Sky Cinema Collection (canale 303) diventa Sky Cinema SCI–FI, con una collezione che raccoglie oltre 70 titoli, tra i film di fantascienza più recenti e i grandi cult di uno dei genieri più amati. Da non perdere la prima visione di Synchronic, sabato 18 settembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno, alle 21.45 su Sky Cinema Sci-Fi e in streaming su NOW.

Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese e guarda Synchronic e molto altro.

Synchronic, la trama

Scritto e diretto da Justin Benson (The Endless) e dal suo partner creativo Aaron Moorhead, è un thriller sci-fi ad altissima tensione che stravolge lo spazio e il tempo. Nel cast Anthony Mackie (The Avengers, 8 Mile) e Jamie Dornan (Cinquanta sfumature di grigio) che interpretano Steve e Dennis, due paramedici, amici da una vita, che vengono chiamati a occuparsi di una serie di incidenti e morti raccapriccianti legati a una nuova droga, chiamata Synchronic. La scomparsa improvvisa della figlia maggiore di Dennis, porterà Steve a confrontarsi con una terrificante e complessa verità riguardo la Synchronic.

Synchronic film 2019Nella collezione Sci–FI più di 70 titoli di questo genere cinematografico che ha contribuito a ridefinire il nostro scenario culturale e a immaginare il nostro futuro. Tra gli appuntamenti da non perdere, TENET, di Cristopher Nolan, Oscar® ai migliori effetti speciali visivi, con John D. Washington, Robert Pattinson e Kenneth Branagh e le pellicole di Steven Spielberg READY PLAYER ONE, adattamento del romanzo di Ernest Cline, MINORITY REPORT, tratta da un racconto di Philip K. Dick e LA GUERRA DEI MONDI remake di un classico della fantascienza.  Ricordiamo poi il blockbuster fantascientifico di Luc Besson, VALERIAN E LA CITTÀ DEI MILLE PIANETI protagonista Cara Delevingne.

IL PIANETA DELLE SCIMMIE, primo della saga tratta dal romanzo di Pierre Boulle, con Charlton Heston e a seguire i quattro successivi titoli della serie: L’ALTRA FACCIA DEL PIANETA DELLE SCIMMIE, FUGA DAL PIANETA DELLE SCIMMIE, 1999: CONQUISTA DELLA TERRA e BATTLE FOR THE PLANET OF THE APES – ANNO 2670: ULTIMO ATTO. Altra amatissima saga sci-fi è quella ispirata alla linea di giocattoli nata nel 1984 in Giappone: TRANSFORMERS, TRANSFORMERS – LA VENDETTA DEL CADUTO e TRANSFORMERS 4 – L’ERA DELL’ESTINZIONE.

Tra gli altri numerosissimi titoli: GATTACA – LA PORTA DELL’UNIVERSO con Ethan Hawke, Uma Thurman e Jude Law. TERMINATOR SALVATION, quarto capitolo della saga di Terminator, con Christian Bale e Sam Worthington e TERMINATOR 3 – LE MACCHINE RIBELLI con Arnold Schwarzenegger. Inoltre, NEXT il thriller sci-fi con Nicolas Cage e Jessica Biel e il più recente IN TIME con Justin Timberlake e Amanda Seyfried, un action adrenalinico in cui il tempo di vita individuale sulla terra è moneta di scambio. BABYLON AD di Matthieu Kassovitz con Vin Diesel e Michelle Yeoh in cui un veterano di guerra accetta di accompagnare una donna dalla Russia a New York senza sapere che la sua compagna di viaggio ha subito delle inquietanti manipolazioni genetiche. Infine, il cult del 1997, CONTACT, il remake del celebre romanzo di Carl Sagan diretto da Robert Zemekis con Jodie Foster, che ipotizza il primo contatto tra umani e alieni.

Sympathy for the Devil: Nicolas Cage e Joel Kinnaman nel cast del film

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Gli attori Nicolas Cage e Joel Kinnaman reciteranno insieme in un nuovo film intitolato Sympathy for the Devil. La pellicola vede Kinnaman nei panni di un’autista che un giorno incontra un misterioso passeggero, interpretato da Cage, ritrovandosi coinvolto in un gioco di inseguimenti ad alto rischio. Man mano che la loro corsa da brivido avanza, diventa chiaro che non tutto è come sembra”. Ulteriori dettagli della trama sono attualmente tenuti segreti, ma il film che sembra dunque coinvolgere inseguimenti da brivido tra automobili  è descritto anche come un intenso thriller psicologico.

La sceneggiatura è scritta da Luke Paradise mentre a dirigere il film vi è Yuval Adler, noto per The Operative, così come per il suo primo lungometraggio, Bethlehem, che gli è valso un premio ai Venice Days. Capstone Studios sta collaborando con la Hammerstone Studios e la Signature Films per produrre il film. Allan Ungar, uno dei produttori del film, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Questo film è un tour de force con due attori incredibili. In qualità di regista acclamato, Yuval ha assemblato il cast perfetto e ha apportato una visione unica e grintosa in questo racconto che catturerà sicuramente il pubblico“.

Cage e Kinnaman sono entrambi rinomati nel fornire performance memorabili in film appartenenti al genere thriller d’azione. Il primo è celebre per film come The Rock, Con Air e Face/Off – Due facce di un assassino, mentre più di recente ha recitato in thriller come Drive Angry, Mandy e Pig. Kinnaman è invece noto per film come RoboCop, The Suicide Squad e The Informer. Ancora non ci sono informazioni sulla data di distribuzione del film, che attualmente sembra essere ancora in fase di riprese a Las Vegas.

Fonte: ScreenRant

Sympathy for the Devil: Nicolas Cage è indemoniato nel primo trailer del film

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Il primo trailer di Sympathy for the Devil con Nicolas Cage e Joel Kinnaman è finalmente stato svelato ed è particolarmente inquietante. Il film è stato annunciato per la prima volta lo scorso anno con il regista di The Secrets We Keep Yuval Adler al timone. Mentre i dettagli della trama dell’horror psicologico sono tenuti ancora ben nascosti, il nuovo trailer ci dà un’idea di cosa sfrenata corsa potrà riservare agli spettatori: “La gente dice sempre: ‘Non dare per scontato il peggio’“, dice infatti il personaggio di Cage, che viene chiamato Il Passeggero.

A volte il peggio è esattamente quello che dovresti presumere“, continua poi ad affermare mentre lo vediamo rubare l’auto a Kinnaman, che è pronto per andare in ospedale per la nascita di suo figlio. Egli si trova invece costretto a guidare sotto la minaccia dell’uomo, armato, che si dimostra sempre più psicopatico. Ben presto i due diventeranno parte di un gioco tra gatto e topo dove non tutto non è come sembra. Cage interpreta dunque un nuovo ruolo carico di pura follia, mentre Kinnaman noto come The Driver è una persona spaesata, che non ha idea di come sia finito in quella situazione nella notte più importante della sua vita.

Il film sembra inoltre svolgersi nel corso di una sola notte dentro e intorno a Las Vegas, con i due alle prese con le conseguenze della loro situazione, senza che però siano rese note le dinamiche che hanno portato a tali eventi e quali sia davvero la posta in gioco. Il film sembra dunque particolarmente inquietante, con un pizzico di horror. Non resta che scoprire quali colpi di scena offriràr la sceneggiatura di Luke Paradise. Sympathy for the Devil è attualmente previsto nelle sale statunitensi per il 28 luglio, mentre non è ancora nota la data d’uscita in Italia.

Sylvie’s Love, recensione del film con Tessa Thompson

Sylvie’s Love, recensione del film con Tessa Thompson

Otto anni dopo Homecoming, Eugene Ashe, regista, sceneggiatore ed ex musicista di Harlem, torna dietro la macchina da presa con Sylvie’s Love, una produzione originale Amazon Studios e iAm21 Entertainment in associazione con lo stesso Ashe e la sua Seven Letters Word Films.

Tessa Thompson e Nnamdi Asomugha sono i protagonisti di una storia d’amore a suon di jazz, ambientata nella New York degli anni ’50 e ’60.

La trama di Sylvie’s Love 

1962, Sylvie, Tessa Thompson, e Robert, Nnamdi Asomugha, si rincontrano dopo cinque anni davanti a un teatro newyorkese, dove lei aspetta qualcuno e lui ha appena finito le prove col suo gruppo jazz, l’ormai famoso Dickie Brewster Quartet. Un sorriso e un saluto riportano alla mente di entrambi gli inizi della loro storia, che forse non si è ancora conclusa. Dal primo incontro nel negozio di dischi del padre di Sylvie, Mr. Jay, Lance Reddick, dove Robert si era fatto assumere come aiutante, al loro amore sbocciato di lì a poco, nonostante le differenze sociali e il fatto che Sylvie fosse in procinto di sposarsi, mentre Robert suonava il sax sperando che qualcuno notasse la sua band. Dal momento in cui le loro strade si erano divise per la prima volta, a quel 1962 che li ha fatti ritrovare, lui ormai famoso, lei sposata, in carriera e con una figlia, ma con un matrimonio che non la soddisfa più. Cosa faranno del loro amore? Quanto durerà il successo per Robert? Riuscirà a dare a Sylvie tutto quello che ha sempre voluto?

La storia d’amore di Sylvie secondo Eugene Ashe

Per Eugene Ashe dirigere Sylvie’s Love è stato un modo per coniugare due sue passioni: cinema e musica. Il cinema amato dal regista è presente soprattutto a livello di ispirazione. Ashe ha infatti dichiarato in una recente intervista di aver tenuto presenti per questo lavoro film quali Come eravamo di Sydney Pollack (1973) e Paris Blues di Martin Ritt (1961), volendo anche rendere omaggio a questa seconda pellicola, citandone una scena all’interno di Sylvie’s Love. Il film però non è una riproposizione, ma un’interpretazione originale e più attuale. Ashe fa della protagonista, una donna di colore, interpretata con aderenza e coinvolgimento da Tessa Thompson, una figura forte e determinata, che non insegue solo il proprio sogno d’amore, ma anche la realizzazione di sé e delle proprie ambizioni.

Sylvie’s Love, perfetta ricostruzione Sixties che porta dritti all’attualità

Ciò che colpisce fin dai primi fotogrammi del film e dalle prime note è l’accuratezza estrema della ricostruzione d’epoca: l’ambientazione nella New York anni Cinquanta e Sessanta è perfettamente ricreata, non solo attraverso il tappeto sonoro jazz che percorre tutto il film, ma anche con le scenografie, i costumi di Phoenix Mellow – in particolare quelli indossati da Tessa Thompson sono davvero notevoli – ma anche il trucco e le acconciature. Tutto concorre ad una messa in scena veramente molto ben fatta, che ha la capacità di riportare lo spettatore immediatamente indietro nel tempo. Da notare anche l’accorto uso del flashback, coerente e non eccessivo, raccordato dal montaggio di Dana Congdon.

Pur mantenendo il focus sulla storia d’amore tra Sylvie e Robert, Ashe, anche sceneggiatore e co-produttore del film, decide dunque di mettere al centro la figura di una donna in carriera, di colore, anticipatrice dei tempi, molto in sintonia con un oggi in cui le donne fanno sentire la loro voce in molti modi, attraverso una sempre maggiore affermazione professionale, ma anche con movimenti di denuncia come Me Too, in cui le strade americane si affollano di manifestanti uniti al grido di “black lives matter”. Al tempo stesso Sylvie’s Love è  una storia d’amore di impianto classico – i protagonisti che si lasciano e si ritrovano varie volte, un amore che va in crisi ma che non muore mai – giocata sulla disparità sociale tra i due che pone ostacoli e introduce l’elemento dell’inadeguatezza, dell’insicurezza da parte di uno dei due. Stavolta però è l’uomo a non sentirsi all’altezza, mentre la donna non si sente affatto sminuita nello stare accanto ad un uomo che non è altrettanto “vincente”.

Anche questo un segno dei tempi. Thompson (Veronica Mars, Westworld, Selma – la strada per la libertà) e Asomugha, attore ed ex giocatore di football americano, danno vita a questa coppia. Lei con maggiore efficacia, dimostrando duttilità espressiva e capacità di coinvolgere emotivamente lo spettatore, lui con qualche limite in più, ma comunque in maniera dignitosa. Sylvie’s love è dunque un inno all’amore, ma anche all’emancipazione femminile e alla possibilità per la comunità black di prendersi la scena da protagonista, dimostrando di saperla gestire efficacemente.

Sylvie’s Love, il cast

Accanto a Tessa Thompson e Nnamdi Asomugha, vi sono Aja Naomi King (The birth of a nation – Il risveglio di un popolo, Sempre amici), che interpreta la cugina di Sylvie, il già citato Lance Reddick (The Wire, Fringe, Sotto assedio – White House Down) nei panni del padre di Sylvie, Mr. Jay, l’attore e stand-up comedian Tone Bell nel ruolo di Dickie, leader del gruppo in cui milita Robert, la loro manager soprannominata La Contessa, Jemima Kirke, e l’amica Carmen, Eva Longoria (Desperate Housewives, La sposa fantasma, Dora e la città perduta).

Le musiche di Sylvie’s love

La musica è anch’essa protagonista del film con una robusta e più che appropriata colonna sonora. Non poteva essere altrimenti, dal momento che Ashe stesso è stato, oltre che musicista, compositore di svariate colonne sonore. Inoltre, pare che abbia tratto in parte ispirazione dal suo passato nella band dei Funky Poets e dalla musica della cantante Nancy Wilson. La sua The nearness of you è infatti nella colonna sonora ad opera di Fabrice Lecomte. Al suo interno anche brani come Waltz for Debby di Bill Evans, cantata da Smantha Sidley, Quizás, Quizás, Quizás di Osvaldo Farrés, cantata da Eva Longoria, ma anche See You Later Alligator, nella versione di Bill Haley, My Little Suede Shoes di Charlie Parker e naturalmente Summertime di George Gershwin, cantata da Sam Cook. Scelte oculate, che accompagnano in maniera ottimale i diversi momenti del film, traghettando lo spettatore in un’altra epoca.

Sylvie’s Love, dove e quando vederlo in streaming

Sylvie’s Love sarà disponibile in streaming su Amazon Prime Video dal 23 dicembre sia negli Usa che in Europa.

Sylvia Hoeks: intervista alla villain di Quello che non uccide

In molti la ricordano come il replicante al servizio di Niander Wallace (Jared Leto) in Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve, ma quelli con la memoria più lunga sanno che è stata lei a far dannare il Geoffrey Rush de La Migliore Offerta di Giuseppe Tornatore, facendolo scivolare nella spirale di un amore a senso unico.

A partire dal 9 novembre 2018, l’affascinante Sylvia Hoeks si ripresenta sul grande schermo in un ruolo ambiguo, per Millennium – Quello che non Uccide, il nuovo film di Fede Alvarez che si basa sull’omonimo romanzo che si pone come continuazione ideale della saga letteraria di Millennium, di Stieg Larsson. La Hoeks interpreta nel film Camilla Salander, sorella meno famosa e più cattiva di Lisbeth, personaggio iconico che, dopo essere stato interpretato da Noomi Rapace e da Rooney Mara, passa a Claire Foy (The Crown).

Abbiamo incontrato la bellissima Sylvia, ex modella, in occasione della premiere mondiale del film, nella cornice della Festa di Roma, e in questa occasione ha raccontato della sua Camilla, del lavoro con Alvarez e della partecipazione a un progetto tanto atteso, che corona il suo momento d’oro.

Il tuo personaggio può essere definito un villain? Come hai lavorato all’interpretazione, visto che Camilla è poco presente nei romanzi?

“È vero non è molto presente nel libro ma comunque c’è, Fede (Alvarez) aveva una visione molto chiara di cosa voleva dal personaggio, mi ha aiutata molto parlare con lui, ho provato a focalizzarmi sul mondo che lui voleva costruire nel film, come voleva raccontare la storia, renderla qualcosa di più internazionale. Camilla è una donna danneggiata, è una vittima, può assolutamente giocare a fare il villain, ma è ferita, ha dei traumi.”

È come se fosse un’altra faccia di Lisbeth?

“In un certo senso sì, credo sia quella che mostra al pubblico una parte di verità di Lisbeth, perché in fondo cosa sappiamo di lei? Che è una donna inafferrabile, ma attraverso Camilla vediamo un aspetto emotivo molto importante che viene fuori; tutto questo è parte di lei, è parte del suo essere vittima. Il problema è che se ti identifichi troppo con Camilla perdi Lisbeth, serve mantenere un equilibrio molto delicato nel film, anche perché nel momento di confronto fra le due, in cui emerge la verità, il pubblico ha bisogno di stare dalla parte di Lisbeth, è la sua storia e il mio personaggio aiuta semplicemente a raccontarla.”

Millennium – Quello che non uccide, recensione del film con Claire Foy

E il suo look?

“Per quel che riguarda il look è stato chiaro da subito che serviva per far capire che era una donna piena di dolore, che per sedici anni tutti i giorni viene torturata, è come se provenisse da un altro mondo dove non può trovare una soluzione, Lisbeth e Camilla si causano dolore a vicenda. Il look era davvero importante per crearla. Ho sentito dire che si ispira molto ai film di Bond, ma io credo sia un mix fra la mia voglia di avere una cicatrice e le sopracciglia bionde, e il potente outfit rosso.

2119167 – Girl In The Spiders Web

Tutto ciò la rende un’immagine forte che esalta il suo dolore. Per prepararmi al personaggio ho fatto delle ricerche ho letto tutto della vicenda di Natascha Kampusch, (la ragazza rapita per otto anni e costretta a vivere in una cantina), la sua storia era orribile, ma è stato l’unico modo per me di capire questo personaggio. Ci sono diverse cose interessanti del suo essere un villain, c’è uno scontro importante con Lisbeth dove viene fuori tutta la verità, lei può anche giocare a fare la cattiva ma è una persona ferita e tutto è racchiuso in quelle poche scene.”

DOMANDA SPOILER

Possiamo immaginare Camilla nel prossimo Millennium?

“Forse perché no? In realtà abbiamo girato una scena in cui si vedeva morta ai piedi della montagna, ma l’hanno tagliata. Chi lo sa. Nessuno può dirlo, non so immaginarla nel prossimo film ci sono così tanti modi in cui può evolvere la storia, ma ho amato interpretarla e mi piacerebbe farlo ancora.”

Cosa hai scoperto di te stessa diventando un’attrice?

“Ho sempre voluto diventare un’attrice, quando cresci in questa industria la cosa più importante che non devi mai dimenticare è sentirti sempre grata dell’opportunità che hai e di avere un occhio di riguardo nei confronti di te stessa, per restare con i pedi per terra, collegata ai miei amici, alla mia famiglia. Vorrei diventare mamma, ma è difficile viaggiando spesso per lavoro, ma questo mestiere è il mio primo amore. Andare in America a fare il mio lavoro mi ha aperto nuove strade e opportunità ma è stato come ricominciare dall’inizio. Con Denis Villeneuve (per Blade Runner 2049, ndr) è stato bellissimo lavorare, mi sono trovata benissimo ha così tanto rispetto per gli attori e ti fa sentire al sicuro.”

A cosa stai lavorando ora?

“Ho rasato i capelli per la prima serie prodotta da Apple, si chiamerà “See” scritta da Steven Knight e diretta da Francis Lawrence, con tanti fantastici attori, sarà incentrata sull’umanità che paga le conseguenze di essere diventata cieca. Andrà su Apple Tv, abbiamo iniziato già a girare.”

Si allontana con un sorriso e con la promessa che sentiremo ancora molto parlare di lei, sicuramente per la sua bellezza, ma anche per intelligenza di scelte professionali e carisma.

Sylvester Stallone: nuovo Rambo?

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Reduce da una serie di film poco riusciti Stallone  sogna di tornare sul grande schermo con un ennesimo episodio della sua saga più fortunata: Rambo.

Sylvester Stallone: la star più criticata e longeva di Hollywood

Sylvester Stallone: la star più criticata e longeva di Hollywood

Nel panorama cinematografico mondiale, e hollywoodiano in particolare, non esiste altro attore che abbia legato indissolubilmente il proprio volto a quello dei suoi personaggi più celebri: Sylvester Stallone, detto anche Sly, è stato, è e sarà per tutti e per sempre Rocky Balboa e John Rambo.

Eppure, dietro a questo volto che oggi appare innaturalmente deformato dalla chirurgia estetica e da sconsigliabili rimedi sintetici contro la vecchiaia, si cela un uomo la cui storia di vita merita di essere raccontata a tutti coloro che non dovessero conoscerla. E’ una storia fatta di grandi successi raggiunti attraverso grandi difficoltà, grandi sconfitte e delusioni figlie di scelte sbagliate, rinascite e ricadute continue collocate all’interno di una vicenda umana e familiare spesso tormentata e caratterizzata dal dolore e da grandi tragedie personali.

Sylvester Stallone: la star più criticata e longeva di Hollywood

Sylvester Gardenzio Stallone nasce a New York il 06 luglio del 1946 in un istituto di carità di Manhattan chiamato in modo sinistro “Hell’s kitchen”, la cucina dell’inferno. I genitori sono emigranti provenienti dalla vecchia Europa: il padre Frank è un barbiere di origini italiane, pugliesi più precisamente (Gioa del Colle, Bari) mentre la madre Jaqueline Labofish è un’astrologa figlia di emigranti ucraini e francesi. Dalla coppia nascerà anche un secondogenito: Frank Jr.

La vita per Sly comincia subito in salita infatti durante il parto, in seguito ad un utilizzo inappropriato del forcipe, gli viene rescisso un nervo facciale sulla parte sinistra del volto e nei primi anni di vita dovrà affrontare altri problemi di salute come il rachitismo. Non è uno studente modello, tutt’altro, è un giovane e vivace ragazzo indomabile che si farà espellere da 14 scuole quando non avrà ancora compiuto i 15 anni. La situazione in famiglia non lo aiuta di certo: la madre è un’alcoolista e dopo essersi separata dal marito se ne andrà di casa lasciando i due figli alla severa educazione del padre.

Ma questa situazione non durerà molto infatti a poco più di 15 anni Sylvester e il fratello Frank raggiungeranno la madre e il suo nuovo compagno a Filadelfia dove frequenterà il college ottenendo diverse borse di studio per meriti sportivi; football e scherma ma anche palestra, un ambiente che conoscerà a fondo, e che tanto inciderà nella sua carriera. Siamo alla fine degli anni ’60 e Sylvester grazie allo sport non solo supera i limiti fisici che lo hanno tormentato per tutta l’infanzia ma vede aprirsi possibilità di studio inaspettate; si iscrive alla facoltà di arte drammatica della University of Miami ma i libri non fanno per lui e dopo poco lascerà gli studi per dedicarsi, nella pratica, alla carriera di attore.

1969, Stallone torna a New York, la città della sua infanzia. Prime piccole particine in produzioni off-Brodway, prime sceneggiature scritte sotto falsi nomi, pseudonimi come Q Moonblood. La prima apparizione cinematografica fotografa fedelmente le sue precarie condizioni di vita e la sua disperata necessità di lavorare: è un film hard, Porno proibito – Italian Stallion. Per quella scrittura riceverà 200 dollari e poco dopo otterrà una parte da protagonista nel film Rebel – fuga senza scampo.

Nei primi anni ’70 comparirà in vari film ma sempre con ruoli molto secondari, tra gli altri ricordiamo Il dittatore dello stato libero di Bananas diretto da Woody Allen. Ma se non fatica a trovare parti e particine, ancora nel genere erotico in un opera teatrale minore, sarà scartato dal casting per una parte ne Il padrino di Francis Ford Coppola.

Siamo quindi nel 1974 un anno che sarà molto importante per Stallone, primo per il suo matrimonio con l’attrice Sasha Czack da cui avrà due figli maschi: Sage e Seth; secondo perchè deciderà di lasciare New York per Los Angeles. Nella città degli angeli le cose sembrano girare per il verso giusto quando ottiene una parte di un certo rilievo nel film con Henry Winkler Happy Days – La banda dei fiori di pesco e soprattutto quando interpreta Frank Nitti in Quella sporca ultima notte.

Ma un’ennesima delusione è subito lì, dietro l’angolo, quando presentatosi al casting di Guerre stellari di George Lucas, per il ruolo di Han Solo, verrà irrimediabilmente scartato. La carriera di Stallone è però sempre stata caratterizzata da un’incredibile alternarsi di alti e di bassi, e anche in questa occasione ad una delusione segue un capitolo positivo e quello che accadrà nel 1975 sarà la vera e decisiva svolta della sua vita.

Sylvester Stallone RockyIl famoso manager pugilistico Don King, vero e indiscusso padre padrone della boxe professionistica statunitense, decide di organizzare un singolare incontro tra Mohammed Alì, campione del mondo in carica, e uno sconosciuto sfidante Chuck Wepner. Wepner, invece di vestire i panni della vittima sacrificale, rimane in piedi per tutte e 15 le riprese togliendosi anche il lusso di stendere al tappeto il campione alla nona ripresa; finirà KO solo all’ultimo gong. Tra gli spettatori increduli e sbalorditi dalla tenacia e dal coraggio di quel pugile sconosciuto c’è, guarda caso, anche Sylvester Stallone.

La sceneggiatura del film si scrisse praticamente da sola in appena tre giorni e dopo qualche correzione Sly la propose subito a tutti i produttori che riuscì a contattare. Gli unici lungimiranti che gli diedero retta furono Irwin Winkler e Robert Chartoff i quali però avevano intenzione di acquistare i diritti dello script per affidare poi la parte principale ad un attore già affermato. E’ in questo delicatissimo frangente che Stallone si è giocato tutta la sua fortuna seguente; determinato, ostinato e  risoluto non ha mai ceduto alle lusinghe dei produttori che arrivarono a mettere sul piatto cifre importanti, anche fino a 300 mila dollari, tanti per un attore e sceneggiatore scapestrato che in banca aveva sì e no un centinaio di bigliettoni verdi. Rocky Balboa, il protagonista del film, doveva essere interpretato da lui, da quella condizione Sly non si volle muovere.

Il resto è storia: Rocky, la storia di un povero e ignorante pugile italo-americano che vive nella periferia di Filadelfia, ovviamente, e che arriverà a sfidare il campione del mondo dei pesi massimi, avrà il volto angoloso di Sylvester Stallone e sarà l’inizio del mito. Dieci nomination all’Oscar, tre quelli vinti: film, regia e montaggio e per Stallone la soddisfazione anche di ricevere una nomination per la miglior interpretazione e per la miglior sceneggiatura originale, un binomio che nel passato era riuscito solo a due mostri sacri quali Chaplin e Orson Welles.

Più di 200 milioni di incassi, ottima critica, un successo incontestato e assoluto capace di sbaragliare concorrenti di tutto rispetto quali Taxi Driver, Quinto potere e Tutti gli uomini del presidente. Ma soprattutto l’inizio di una delle saghe cinematografiche più amate e seguite dal grande pubblico che da lì in avanti accompagnerà e segnerà nel bene e nel male, negli ultimi anni, la carriera di Stallone. Nel 1979, senza perdere tempo, dirigerà lui personalmente il sequel Rocky II che otterrà altrettanto successo di critica e pubblico.

RamboIl successo di Rocky giunge alla fine degli anni ’70 e con gli anni ’80 si apre per Sly il decennio più prolifico e importante per la sua carriera, il periodo dove l’attore, regista e sceneggiatore si afferma come protagonista e icona mondiale del genere actionmovie. Basta pensare che in questo decennio magico Stallone uscirà nelle sale con I falchi della notte, 1980 di Bruce Malmuth, bellissimo poliziesco in cui veste i fortunatissimi panni dell’agente Deke Da Silva e nello stesso anno con Fuga per la vittoria di John Huston.

Nel 1982 è la volta di Rocky III quindi l’anno successivo dirigerà Staying alive, sequel de La febbre del sabato sera con John Travolta. Nel 1985, in piena guerra fredda, uscirà nelle sale con il quarto capitolo di Rocky, film in cui il nostro eroe deve vedersela con un gelido e spietato campione sovietico; Rocky IV ancora oggi è al primo posto assoluto nella classifica di incassi per i film di genere sportivo. Cobra (1986), Over the top (1987), Tango e Cash e Sorvegliato speciale (1989) sono gli altri grandi successi di botteghino con cui Sly chiude un decennio magico che lo ha definitivamente incoronato come icona mondiale del cinema d’azione hollywoodiano.

Ma a farlo entrare una volta per tutte nell’immaginario collettivo sarà un altro personaggio su cui Stallone costruirà una seconda e fortunatissima saga cinematografica: stiamo ovviamente parlando di John Rambo. Personaggio nato dalla penna di David Morrell e da un suo celebre romanzo del 1972, Rambo è un violento berretto verde reduce dalla guerra in Vietnam, esperienza che ha irrimediabilmente scalfito la sua vita e la sua personalità ormai quasi incapace di approcciarsi al prossimo.

Quando Ted Kotcheff nei primi anni ’80 viene incaricato di dirigere un riadattamento cinematografico del romanzo di Marrell saranno parecchi i nomi proposti per la parte del protagonista: da Steve McQueen, molto interessato ma ritenuto troppo vecchio, a Clint Eastwood, Al Pacino, Jeff Bridges sino a De Niro e Travolta. Stallone sbaragliò la concorrenza grazie al planetario successo di Rocky e ottenne non solo la parte ma anche la possibilità di limare a suo piacimento il carattere del protagonista che Sly rese più umano e “buono” rispetto al romanzo.

Dal 1982, anno di Rambo, the first blood, seguiranno altri due seguiti campioni di incassi al botteghino: Rambo II – la vendetta, uscito nella stessa stagione di Rocky IV, e nel 1987 Rambo III, quello che raccoglierà l’accoglienza più tiepida e delusa.

Come per l’ultimo Rocky anche queste tre pellicole, in cui il muscoloso e invincibile marine stermina interi eserciti di cattivi con occhi a mandorla o con divise sovietiche, diventano oggetto di discussione e polemica socio-politica in quanto ritenute bieco strumento di propaganda e retorica patriottarda al servizio dell’amministrazione Reagan. E’ in quel frangente infatti che il “reaganesimo” era all’apice del suo attacco concentrico all’URSS. Indubbiamente queste critiche e queste discussioni giovarono alla popolarità stessa del film e del suo personaggio.

Finiti i magici anni ’90 Stallone inizia una fase di carriera dalle fortune più alterne. Film discretamente riusciti come Cliffhanger diretto da Harry Harlin nel 1993 e meritevole di tre nomination agli Oscar ad altri decisamente meno fortunati come Demolition Man di Marco Brambilla , Assasins in cui recita al fianco di Banderas e Julienne Moore e soprattutto il pessimo Dredd – La legge sono io di Danny Cannon.

Ma come di suo solito il caro Sly, come la mitica fenice, sa sempre come risollevarsi dai propri insuccessi e da un periodo poco brillante ne esce con quella che molti critici considerano la sua migliore interpretazione di sempre: stiamo parlando di Freddy Helfin, il timido e disorientato sceriffo di un distretto di New York protagonista di Cop Land riuscitissimo film sulla corruzione della polizia newyorkese diretto da James Mangold. Per questa complicata e inusuale interpretazione Stallone arriva ad ingrassare sino a 18 chili immergendosi in un ruolo molto diverso e lontano dai suoi precedenti .

Purtroppo nell’ultimo decennio Sly non ha voluto continuare la strada tracciata da Cop land e perseguire con ruoli più adatti ad un attore non più giovane e non più fisicamente adatto a certe parti da superuomo. Il nuovo millennio ha visto Stallone riproporsi in film da blockbuster dove interpreta in modo poco convincente e quasi caricaturale quei personaggi da lui creati e da cui sembra non riuscire più a liberarsi. Stiamo parlando di Rocky Balboa del 2006 e John Rambo del 2008; due ennesimi ed estenuanti sequel dei sequel che lui stesso anni fa aveva promesso e garantito di non voler fare; forse non prevedendo quel drastico calo di popolarità che è poi sopraggiunto.

Ma dal 2009 ad oggi Sly la fenice ha avuto il suo ennesimo colpo di reni; capito che forse era meglio appendere definitivamente i guantoni al chiodo e di lasciare la guerra del Vietnam tra i libri di storia, Sylvester ha ideato una serie di film che rimanendo nel genere d’azione si sono però liberati dalle catene dei vecchi personaggi ormai fuori moda. Quindi, trovando la determinante co-partecipazione di altri mostri del genere come Arnold Scwarzneggere , Jean-Claude Van Damme, Chuck Norris e addirittura Bruce Willis, ecco presentarsi nelle sale con gli ultimissimi I mercenari- The Expendables, film del 2009, di cui è già pronto il sequel in uscita il prossimo mese di agosto. Sempre in fase di lancio anche The Tomb, thriller carcerario in cui reciterà ancora al fianco di Schwarzy oltre che con 50 Cent e  Jim Caviezel.

Non saranno capolavori nel senso più estetico del termine ma hanno raccolto un importantissimo gradimento da parte del pubblico da multisala.

Sylvester Stallone è indubbiamente un personaggio controverso per cui il successo come icona di un certo genere cinematografico ha sempre camminato in parallelo allo scetticismo dei critici sulle sue reali capacità artistiche. Il suo nome è scolpito dal 1984 sulla Hollywood Walk of Fame di Los Angeles, che AskMen.com lo colloca al terzo posto nella classifica “dei più grandi attori d’azione viventi” e la rivista Empire al 92mo posto tra gli attori di sempre.

Tre matrimoni alle spalle, il secondo molto discusso e oggetto di inverosimili maldicenze con la giunonica attrice e modella Brigitte Nielsen e cinque figli: due, come già detto, dalla prima moglie e tre femmine avute dall’ultima consorte Jennifer Flavin sposata nel 1997.

Una vita famigliare difficile e disseminata da grandi dolori: il secondogenito Seargeoh “Seth”, il piccolo neonato che compare in Rocky II, è affetto da una forma di autismo mentre, ed è triste cronaca di questi giorni, il primogenito Sage Stallone, con cui recitò in Rocky V, è stato trovato morto in un appartamento di Los Angeles dove viveva come un eremita in mezzo ad immondizia e farmaci.

Una vita piena dove non gli è mancato nulla, nel bene e nel male, anche un’imputazione nel 2007 per essere stato colto dalla polizia australiana con grandi quantità di anabolizzanti.

Lui, Sly, non da peso ai detrattori e a chi lo considera un classico caso di uomo e attore “tutto muscoli e niente cervello”; va da sé che la Miami University gli abbia conferito una laurea al merito, che sia un pittore surrealista di un certo successo (potete visitare una sua permanente a St Moritz) o che a breve lancerà una nuova linea di abbigliamento maschile. Ed è forse di poco conto che in tutta la sua carriera abbia fatto tantissima beneficenza, fondando anche un’associazione internazionale in aiuto dei bambini colpiti da autismo. Insomma non proprio solo muscoli e niente cervello, il buon Sly è anche molto altro e in questi giorni di grande dolore personale è a lui che va il nostro caloroso saluto.

Sylvester Stallone: Creed II ha un nuovo regista

Sylvester Stallone: Creed II ha un nuovo regista

Fino a due mesi fa, Sylvester Stallone doveva dirigere Michael B. Jordan nel film Creed II. Adesso è stato annunciato che il film vedrà alla regia Steven Caple Jr. (The land). Stallone è autore della sceneggiatura, scritta a quattro mani con Cheo Hodari Coker, showrunner della serie Netflix Luke Cage. Stallone sarà co-protagonista. Le riprese inizieranno a Marzo a Philadelphia e il film uscirà il 21 Novembre 2018.

“Non potremmo essere più fortunati ed contenti della collaborazione tra Steve, Sly e Jordan e i produttori nel costruire il successo di Creed” dichiara Jonathan Glickman, presidente della MGM. “Il talento di Steve e la sua visione unica fanno di lui la persona più adatta a continuare la saga di Rocky”. “È un onore collaborare a un prodotto di una saga così iconica e lavorare con collaboratori così bravi” dichiara Steven Caple. “Mike, Sly  e Tessa sono persone straordinarie e di talento. Stanno dando un contributo grande alla cultura di oggi”.  “Steven Caple ha dato prova di grande talento in The land e siamo convinti che farà un bel lavoro anche con Creed II” dichiara il produttore Irwin Winkler.

https://www.instagram.com/p/BckyGsjjovH/

https://twitter.com/michaelb4jordan/status/940330387699650563

Il primo Creed, film del 2015, ha incassato 175 milioni di dollari. Stallone ha vinto il Golden Globe come Miglior attore non protagonista e si è aggiudicato una nomination all’Oscar sempre per la stessa categoria.

Creed IIla recensione

Fonte: Comingsoon

Sylvester Stallone: 70 anni tra mito e leggenda

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Sylvester Stallone: 70 anni tra mito e leggenda

Una carriera (iniziata nel lontano 1969) lunga quasi 50 anni e una fama legata indissolubilmente a due tra i più iconici personaggi della storia del cinema (Rocky Balboa e John Rambo), che hanno segnato l’immaginario di un’intera generazione.

Compie oggi 70 anni Sylvester Stallone, leggenda che, al pari di quegli stessi personaggi che lo hanno fatto amare dal pubblico di tutto il mondo, ha saputo prendersi la sua rivincita nella vita così come sul grande schermo, destreggiandosi abilmente davanti e dietro la macchina da presa, e spaziando senza troppo curarsi della conseguenze (e delle critiche) dall’action allo sport, dalla commedia al thriller, con qualche incursione nel dramma e persino nel fantascientifico.

Nato a New York il 6 luglio 1946 (ma le origini sono italiane), Sylvester Stallone compie 70 anni in un anno particolarmente significativo per la sua carriera: lo scorso gennaio, infatti, ha ricevuto il Golden Globe come Miglior Attore Non Protagonista per la sua interpretazione in Creed – Nato per combattere, nei quali è tornato a vestire i panni dello storico pugile Rocky Balboa, 39 anni dopo le due nomination ai Premi Oscar del 1977 nelle categorie Miglior Attore Protagonista e Migliore Sceneggiatura Ooriginale per il primo Rocky.

Attore, sceneggiatore e produttore presente tra le celebrità della Hollywood Walk of Fame dal 1984. Otto le pellicole dirette (oltre ai vari Rocky, anche il piccolo cult Staying Alive con John Travolta e I mercenari – The Expendables, primo capitolo dell’omonima saga action) e tantissime le sceneggiature firmate dal lontano 1976.

Tra i suoi prossimi progetti figura anche un cameo in Guardiani della Galassia Vol. 2, sequel del cinecomic Marvel diretto da James Gunn e con protagonista Chris Pratt, a dimostrazione del fatto che non è mai troppo tardi per mettersi in gioco e continuare a giocare con la propria immagine. E allora… tanti auguri Sly!

Sylvester Stallone: 10 cose che non sai sull’attore

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Sylvester Stallone: 10 cose che non sai sull’attore

Sylvester Stallone è uno di quegli attori che, se non esistesse, sarebbe da inventare. Con le sue interpretazioni, l’attore ha dato vita a dei personaggi davvero indimenticabili, creando delle vere e proprie leggende che hanno fatto la storia del cinema. Il suo passato non è stato semplice e Stallone ha sempre lavorato molto sodo per poter dare vita ad una carriera concreta e consolidata, riuscendo a farsi amare da tante diverse generazioni di tutto il mondo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Sylvester Stallone.

Sylvester Stallone: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. La carriera di Sylvester Stallone è iniziata nel 1969, quando ha debuttato nel film The Square Root, per poi continuare negli anni successivi  Fuga senza scampo (1973), Happy Days – La banda dei fiori di pesco (1974) e Marlower, il poliziotto privato (1975). Diventa famoso grazie al film Rocky (1976). In seguito recita in Rocky II (1979), Fuga per la vittoria (1981), Rocky III (1982), Rambo (1982), Rambo 2 – La vendetta (1985), Rocky IV (1986), Over the Top (1987), Rambo III (1988), Tango & Cash (1989) e Rocky V (1990). Recita poi in Fermati, o mamma spara (1992), Cliffhanger – L’ultima sfida (1992), Lo specialista (1994), Dredd – La legge sono io (1995), Daylight – Trappola nel tunnel (1996), Driven (2001), Rocky Balboa (2006), John Rambo (2008), I mercenari – The Expendables (2010), I mercenari 2 (2012), Escape  Plan (2013) Il grande match (2013), Il grande match (2013), I mercenari 3 (2014), Creed – Nato per combattere (2015), Guardiani della Galassia Vol. 2 (2017), Escape Plan 2 (2018), Creed II (2018), Escape Plan 3 (2019) e Rambo: Last Blood (2019).

2. È anche doppiatore, sceneggiatore, regista e produttore. Nel corso della sua carriera, Sylvester Stallone ha sperimentato diversi ambiti del cinema, vestendo i panni del doppiatore, sceneggiatore, regista e produttore. Come doppiatore, ha prestato la propria voce per film come Z la formica (1998), Il signore dello zoo (2011), Animal Crackers (2017) e il videogioco Rambo: The Video Game (2014). Nel 2021 ha dato voce a King Shark in The Suicide Squad.  In quanto sceneggiatore, Stallone ha dato il suo contributo per le saghe di Rocky e Rambo e per i film come Staying Alive, Nick lo scatenato, Cobra, e I mercenari, mentre, come produttore, ha prodotto Driven, la serie tv The Contender (2006-2009), Homefront (2015), la serie S.T.R.O.N.G. (2016), Creed – Nato per combattere e Creed II.  Infine, in quanto regista, ha diretto Taverna Paradiso, Rocky II, Rocky III, Staying Alive, Rocky IV, Rocky Balboa, John Rambo e I mercenari – The Expendables.

sylvester stallone

Sylvester Stallone: i suoi figli

3. Sylvester Stallone è padre di cinque figli. Sylvester Stallone ha dimostrato diverse volte di essere un padre premuroso e di essere molto orgoglioso dei propri figli, tanto da presentarsi spesso ad eventi mondani in loro presenza. Dall’unione con la prima moglie, Sasha Czack, sono nati Sage (nel 1976) e Seargeoh “Seth” (nel 1979). Dalla terza moglie, Jennifer Flavin, sono nate le figlie Sophie Rose (nel 1996), Sistine Rose (nel 1998) e Scarlet Rose (nel 2002).

4. Ha perso un figlio. Non dovrebbe mai accadere ad un padre di veder morire il proprio figlio, eppure, a Sylvester Stallone è successo. Il 13 luglio del 2012 è stato trovato morto il figlio Sage nella sua casa di Los Angeles, a soli 36 anni. All’inizio non c’era nulla di chiaro circa la morte del ragazzo, ipotizzando si trattasse di un’overdose di farmaci. Tuttavia, dopo alcuni, i responsi dell’autopsia hanno parlato chiaro: Sage è morto per cause naturali e la causa è stata un arresto cardiaco.

Sylvester Stallone: oggi

5. Ha diversi progetti in lavorazione. Pochi attori sono instancabili come Stallone. L’attore ha infatti attualmente diversi film in lavorazione, come Samaritan e I mercenari 4, le cui riprese si sono già completate. Attualmente è impegnato sul set di Guardiani della Galassia vol. 3, dove interpreterà nuovamente il personaggio noto com Stakar Ogord. In seguito, Stallone reciterà in Little America, un film ambientato in un futuro distopico dove Stallone sarà un ex militare impegnato in un’operazione di salvataggio. Infine, tra i prossimi progetti di Stallone vi è anche una serie televisiva, dal titolo Kansas City.

Sylvester Stallone è Rocky

 

6. Ha rischiato di morire sul set del quarto film. Insieme al guerriero John Rambo, Rocky Balboa è certamente il personaggio più noto della carriera di Stallone. Uscito nel 1976, il primo film è un classico senza tempo entrato nella storia del cinema. A questo sono poi seguiti diversi sequel e gli spin-off Creed e Creed II. Il tutto, però, poteva bruscamente interrompersi con Rocky IV, dove Stallone ha rischiato di morire durante le riprese. L’attore ha infatti ricordato così l’accaduto: “Nel primo round, quando sono andato al tappeto, è stato tutto vero. Più tardi quella notte il cuore ha iniziato a gonfiarsi, il pericardio era stato danneggiato e la mia pressione sanguigna era schizzata a 260”. Fortunatamente i medici sono riusciti tempestivamente a salvargli la vita.

Sylvester Stallone Instagram

7. Sylvester Stallone ha un account Instagram ufficiale. Come la maggior parte dei suoi colleghi, anche Sylvester Stallone non ha saputo resistere al fascino di Instagram, tanto da aprire un proprio profilo ufficiale. Il suo account, seguito da qualcosa come 14.4 milioni di persone, pullula di foto di ogni genere, da immagini che vedono protagonista sul set dei suoi film oppure durante gli allenamenti in palestra. Ma sono molte le foto dedicate alla sua famiglia e ai suoi figli.

Sylvester Stallone Rocky

Sylvester Stallone: chi è il suo coniuge

8. Sylvester Stallone è stato sposato tre volte. La vita privata e sentimentale di Sylvester Stallone è sempre stata piuttosto turbolenta: l’attore, infatti, si è sposato per ben tre volte. Il primo matrimonio è avvenuto il 28 dicembre del 1974, quando ha sposato l’attrice Sasha Czack, e da cui sono nati i primi due figli, e che è durato fino al divorzio del 14 febbraio 1985. Nel giugno dello stanno anno, Stallone conosce la modella e attrice Brigitte Nielsen e i due si sposano pochi mesi dopo, nel dicembre 1985, per poi divorziare nel luglio del 1987. Infine, il 17 maggio del 1997, Stallone ha sposato Jennifer Flavin: dalla loro unione sono nate le loro tre figlie e il matrimonio continua a gonfie vele.

9. Sylvester Stallone ha avuto diversi flirt. Al di là dei matrimoni, Sylvester Stallone non si è fatto mancare diversi flirt e relazioni di breve durata. Dopo la relazione instaurata nel 1980, durante il suo primo matrimonio, con l’attrice Susan Anton, tra il secondo ed il terzo matrimonio, Sylvester Stallone sembra aver avuto diversi flirt con Naomi Campbell, Tamara Beckwith, Mary Hart, Janice Dickinson, Angie Everhart e Jami Gertz.

Sylvester Stallone: età e altezza dell’attore

10. Non è propriamente un gigante. Al cinema si è sempre abituati a vedere Sylvester Stallone in ruoli di un certo spessore. Tuttavia, l’attore non è proprio un gigante come può apparire, essendo alto solo (si fa per dire) 177 centimetri. Di certo non è un piccoletto, ma nemmeno un gigante: la sua è una statura media che però Stallone, unendola al suo fisico possente, ha saputo trasformare in virtù, dando vita a personaggi memorabili.

Fonti: IMDb, biography, reuters

Sylvester Stallone vorrebbe Ryan Gosling come nuovo Rambo

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Mentre Sylvester Stallone è tutt’ora impegnato a promuovere il suo ultimo film, l’atteso spin-off Creed com protagonista Michael B Jordan, ha risposto ad un’interessante questione, ovvero chi vedrebbe bene come suo erede per un nuovo “Rombo”. Ebbene l’attore ha risposto dopo pochi istanti: “Ryan Gosling”.

Ecco il video:

Lo stesso attore Ryan Gosling incalzato da Cinemablend ha risposto di positivamente alla cosa: “Stallone è uno dei miei attori preferiti. E’ incredibile! Solo il fatto che conosca il mio nome mi emoziona davvero. Sono commosso!!”

Siete d’accordo con Sly?

via Cinemblend

Sylvester Stallone vicino a un accordo per Tulsa King stagione 3 e 4

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Sylvester Stallone è vicino all’accordo per tornare per almeno altre due stagioni della serie drammatica Paramount+Tulsa King“.

Stallone, che è anche produttore esecutivo della serie, guida il cast del dramma mafioso, e il suo nuovo accordo apre la strada a un doppio rinnovo per le stagioni 3 e 4. Le fonti hanno sottolineato, tuttavia, che la serie non è stata formalmente rinnovata per adesso. I rappresentanti della Paramount hanno rifiutato di commentare.

Secondo la sinossi ufficiale, lo show “segue il capo della mafia newyorkese Dwight “The General” Manfredi (Stallone), appena uscito di prigione dopo 25 anni e senza tante cerimonie esiliato dal suo capo per aprire un negozio a Tulsa, Oklahoma. Rendendosi conto che la sua famiglia mafiosa potrebbe non avere a cuore i suoi interessi, Dwight costruisce lentamente una “squadra” da un gruppo di personaggi improbabili, per aiutarlo a stabilire un nuovo impero criminale in un posto che per lui potrebbe essere un altro pianeta”.

I mercenari 2 Sylvester Stallone
Sylvester Stallone in I mercenari 2. Foto di Frank Masi, SMPSP – © Barney’s Christmas, Inc. All rights reserved.

Sylvester Stallone potrebbe tornare in altre due stagioni di Tulsa King

Insieme a Stallone, il cast include Jay Will, Max Casella, Andrea Savage, Martin Starr, Garrett Hedlund, Vincent Piazza, Dana Delany e Annabella Sciorra. Sia Neal McDonough che Frank Grillo si sono uniti allo show nella sua seconda stagione.

Taylor Sheridan ha creato “Tulsa King” nell’ambito del suo ampio accordo globale con Paramount Global. Segna il primo ruolo televisivo regolare della leggendaria carriera di Sylvester Stallone. Lo show ha aperto in modo solido con la sua prima stagione nel 2022, con la seconda stagione che ha raccolto ancora più elogi con il suo lancio a settembre. La seconda stagione ha attualmente un perfetto punteggio di approvazione della critica del 100% su Rotten Tomatoes.

Sheridan è anche produttore esecutivo della serie insieme a Terence Winter, Stallone, David C. Glasser, Ron Burkle, Bob Yari, David Hutkin, Allen Coulter e Braden Aftergood. La serie è prodotta da MTV Entertainment Studios e 101 Studios.

Sylvester Stallone tornerà nel suo iconico ruolo in Rambo 5

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Sembra proprio che Sylvester Stallone tornerà nei panni di John James Rambo nel quinto capitolo del franchise, annunciato nei mesi scorsi e le cui riprese inizieranno il prossimo settembre tra Londra, Bulgaria e Isole Canarie.

A diffondere la notizia è Deadline, smentendo le voci su un possibile coinvolgimento di Stallone anche nel ruolo di regista.

Tutto ciò che sappiamo del film, finora, è che è stato scritto da Matt Cirulnick e prodotto dalla Millennium Media di Avi Lerner e da Kevin King, mentre è confermato che verrà sottoposto all’attenzione di papabili finanziatori durante il Festival di Cannes.

In Rambo 5 vedremo il veterano del Vietnam alla ricerca della figlia di un suo caro amico scomparsa misteriosamente in Messico. Lasciato quindi il ranch dove si era ritirato, Rambo viaggerà oltre il confine degli Stati Uniti per ritrovare la ragazza, scoperchiando un segreto giro di prostituzione gestito da un pericoloso boss del crimine.

Fonte: Deadline

Sylvester Stallone supereroe in pensione del trailer di Samaritan

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Prime Video ha diffuso il trailer del film Samaritan che vede protagonista Sylvester Stallone nei panni di un supereroe in pensione mentre torna a malincuore a combattere il male. Prodotto da Metro Goldwyn Mayer Pictures e Balboa Production Samaritan è diretto da Julius Avery e si basa su una sceneggiatura scritta da Bragi F. Schut. Nel cast oltre a Sylvester Stallone protagonisti sono anche Javon “Wanna” Walton, Pilou Asbæk, Dascha Polanco, Moises Arias. Samaritan dal 26 agosto su Prime Video

In Samaritan il tredicenne Sam Cleary (Javon “Wanna” Walton) sospetta che il suo misterioso e solitario vicino Mr. Smith (Sylvester Stallone) sia in realtà una leggenda sotto copertura. Vent’anni fa, il vigilante con superpoteri di Granite City, Samaritan, è stato dichiarato morto dopo una battaglia contro il suo rivale, Nemesis, in un magazzino andato a fuoco. In molti credono che Samaritan sia morto nell’incendio ma altri in città, come Sam, sperano che sia ancora vivo. Con l’aumentare delle azioni criminali e la città sull’orlo del caos, Sam decide di convincere il suo vicino a uscire allo scoperto per salvarli dalla rovina.

Sylvester Stallone spoilera il finale del suo Creed

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Sylvester Stallone era a lavoro sulla sceneggiatura di Creed, spin off del suo Rocky, e dopo giorni di duro lavoro, l’attore e regista ha finito la sceneggiatura. Per festeggiare l’evento, larzillo 68enne ha twittato una foto dello script sulla sua scrivania.

Peccato che la foto ritragga l’ultima pagina della sceneggiatura, in cu si legge il finale del film…

CreedATTENZIONE SPOILER

Ingrandendo e ruotando l’immagine si legge che alla fine del film, il figlio di Apollo Creed, interpretato da Michael B. Jordan, vincerà l’incontro, mentre Rocky comincerà la chemioterapia. Ebbene si, l’invincibile Rocky Balboa avrà, a quanto pare, il cancro, l’unico nemico che forse potrebbe definitvamente metterlo KO.

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