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Palazzina Laf: la storia vera dietro il film di Michele Riondino

Palazzina Laf storia vera
Elio Germano e Michele Riondino in Palazzina Laf

Palazzina Laf, film d’esordio alla regia per Michele Riondino, è uno dei titoli italiani più sorprendenti e intensi degli ultimi anni. Presentato in anteprima nella sezione Giornate degli Autori alla Mostra del Cinema di Venezia 2023, il film ha conquistato critica e pubblico grazie alla sua capacità di raccontare una storia profondamente radicata nella realtà sociale del nostro Paese. Ambientato a Taranto negli anni ’90, il film affronta temi complessi e universali come il lavoro, l’alienazione, la manipolazione psicologica e la violenza sistemica all’interno del mondo operaio, con particolare riferimento al colosso industriale dell’Ilva.

Oltre a curarne la regia, Riondino interpreta il protagonista Caterino, un uomo semplice e fedele all’azienda che lentamente si ritrova intrappolato in un meccanismo di repressione e isolamento. Accanto a lui, un cast di grande forza espressiva, in cui spiccano nomi come Elio Germano, Vanessa Scalera, Gianni D’Addario e Domenico Fortunato. Il film ha poi ottenuto riconoscimenti importanti, tra cui tre David di Donatello, rispettivamente, per il Miglior attore protagonista (a Riondino), al Miglior attore non protagonista (a Germano) e alla Migliore canzone originale (La mia terra, scritta e interpretata da Diodato).

Il titolo stesso, Palazzina Laf, fa riferimento a un luogo realmente esistente, un edificio utilizzato per isolare e punire i lavoratori “scomodi”. Questo dettaglio ha spinto molti spettatori a chiedersi se la vicenda raccontata sia ispirata a fatti realmente accaduti. Nei prossimi paragrafi, esploreremo proprio questa dimensione, cercando di rispondere alla domanda: Palazzina Laf è tratto da una storia vera? Analizzeremo le fonti, i riferimenti reali e il contesto storico da cui il film prende spunto.

Palazzina Laf film 2023
Michele Riondino in Palazzina Laf

La trama di Palazzina Laf

1997. Caterino, uomo semplice e rude è uno dei tanti operai che lavorano nel complesso industriale dell’Ilva di Taranto. Vive in una masseria caduta in disgrazia per la troppa vicinanza al siderurgico e nella sua indolenza condivide con la sua giovanissima fidanzata il sogno di trasferirsi in città. Quando i vertici aziendali decidono di utilizzarlo come spia per individuare i lavoratori di cui sarebbe bene liberarsi, Caterino comincia a pedinare i colleghi e a partecipare agli scioperi solo ed esclusivamente alla ricerca di motivazioni per denunciarli.

Ben presto, non comprendendone il degrado, chiede di essere collocato anche lui alla Palazzina LAF, dove alcuni dipendenti, per punizione, sono obbligati a restarvi privati delle loro consuete mansioni. Questi lavoratori non hanno altra attività se non quella di passare il tempo ingannandolo giocando a carte, pregando o allenarsi come fossero in palestra. Caterino scoprirà sulla propria pelle che quello che sembra un paradiso, in realtà non è che una perversa strategia per piegare psicologicamente i lavoratori più scomodi, spingendoli alle dimissioni o al demansionamento. E che da quell’inferno per lui non c’è via di uscita.

La storia vera dietro il film

La forza emotiva e politica di Palazzina Laf deriva in larga parte dalla sua ispirazione a fatti realmente accaduti. Il film prende infatti spunto da un episodio oscuro ma documentato della storia recente dell’Ilva di Taranto, uno degli stabilimenti siderurgici più grandi e controversi d’Europa. Negli anni ’90, all’interno dell’imponente struttura industriale, esisteva davvero una palazzina – la cosiddetta Palazzina Laf, dal nome di un reparto – dove venivano trasferiti i lavoratori considerati “problematici”, ovvero coloro che si opponevano a certi meccanismi aziendali, denunciavano irregolarità o semplicemente venivano ritenuti scomodi dalla dirigenza.

Michele Riondino in Palazzina Laf
Michele Riondino in Palazzina Laf

Questi lavoratori venivano assegnati a mansioni inutili o ripetitive, oppure lasciati senza compiti precisi, in uno stato di isolamento e inattività forzata, con l’evidente intento di logorarne la stabilità psicologica e costringerli alle dimissioni. Si trattava di una forma di mobbing istituzionalizzato, un abuso di potere sistemico che ha segnato profondamente la comunità operaia tarantina. Michele Riondino, originario proprio di Taranto, ha raccontato di aver scoperto questa vicenda da ragazzo e di essere rimasto colpito dalla sofferenza silenziosa di tante persone, spesso lasciate sole anche dalle istituzioni e dall’opinione pubblica.

Il regista ha quindi costruito il film sulla base di testimonianze dirette, documenti e interviste a ex operai dell’Ilva, rielaborando i fatti con uno sguardo drammaturgico ma senza tradirne l’essenza. Palazzina Laf non è un biopic né una cronaca esatta, ma un’opera di finzione ispirata a eventi reali e supportata da un’attenta ricostruzione del contesto sociale e lavorativo dell’epoca. La figura di Caterino, interpretata dallo stesso Riondino, è un personaggio simbolico che incarna la condizione di molti, un uomo ingenuo ma leale che si ritrova lentamente stritolato da un meccanismo che non comprende fino in fondo.

Attraverso la vicenda di Caterino, il film denuncia così una realtà fatta di soprusi, silenzi e violenze psicologiche, mostrando come anche un ambiente di lavoro possa trasformarsi in un luogo di reclusione. L’intento degli autori non è però solo quello di raccontare un caso specifico, ma di portare alla luce un sistema più ampio di emarginazione e punizione sociale, ponendo lo spettatore davanti a domande urgenti sulla dignità umana, la responsabilità collettiva e la memoria storica.

 
 

Painkiller Jane: le sorelle Soska dirigeranno l’adattamento

painkiller-Jane

Secondo The Hollywood Reporter le sorelle Jen e Sylvia Soska, che hanno diretto il cult horror American Mary, dirigeranno l’adattamento cinematografico di Painkiller Jane, personagio dei fumetti creato da Jimmy Palmiotti e Joe Quesada, che ha già ispirato una serie tv omonima, in cui la protagonista è stata interpretata da Emanuelle Vaugier e, in seguito, da Kristanna Loken.

Questa la descrizione della serie a fumetti Painkiller Jane:

Jane Vasco era un ufficiale di polizia sotto copertura nel tentativo di infilarsi in un importante giro di droga nella città di New York. Dopo aver conquistato la fiducia dei boss, la sua copertura salta e Jane rimase in come dopo essere stata forzatamente drogata. Rimasta nascosta in segreto sotto lo pseudonimo di Jane Doe, la protagonista si risveglia in un mondo completamente cambiato, con nuovi, strani poteri. Jane non ha più nulla da perdere e tante persone a cui farla pagare…

Fonte: Comingsoon.net

 

 
 

Pain Hustlers – Il business del dolore: recensione del film con Chris Evans ed Emily Blunt

Pain Hustlers Il business del dolore film recensione

L’impronta mancata di David Yates, la chimica tiepida tra Chris Evans ed Emily Blunt si fondono il Pain Hustlers – Il business del dolore, su Netflix dal 27 ottobre. Tratto da una storia vera il film pone al centro lo scandalo farmaceutico con protagonista una piccola società che abusa delle prescrizioni di fentanil anche a pazienti che non ne hanno bisogno. La società in questione era la Insys, una società fondata dal miliardario John Kapoor, come si vede anche durante i titoli di coda del film. Kapoor promuoveva il prodotto oppioide Subsys, un farmaco antidolorifico molto forte, originariamente usato per la terapia del dolore. In realtà si basava su un farmaco generico, ma Insys gli ha applicato un sistema di somministrazione spray che gli ha permesso di promuoverlo come un prodotto di qualità superiore. Nel film, il farmaco oppioide venduto si chiama Lonafin e la società si chiama Zanna.

Pain Hustlers Il business del dolore film cast

Pain Hustlers – Il business del dolore, la trama

Liza Drake (Emily Blunt) è una madre single che ha appena perso il lavoro e tutte le speranze. L’incontro casuale con il rappresentante farmaceutico Pete Brenner (Chris Evans) la convince a intraprendere un percorso allettante dal punto di vista economico, ma dubbioso dal punto di vista etico quando scopre di essere coinvolta in pericolose attività illegali. Alle prese con un capo sempre più incontrollabile Andy Garcia, la salute sempre più in declino della figlia, interpretata da Chloe Coleman e una crescente consapevolezza dei danni causati dall’azienda per cui lavora, Liza è obbligata a valutare le proprie scelte.

Pain Hustlers – Il business del dolore tra tempi comici poco azzeccati e chimica tiepida tra i due protagonisti racconta dell’industria farmaceutica, un modo descritto come Wall Street all’ora di punta. Sesso, droghe, party e raggiri: tutti alla Zanna sono pronti a svendersi al migliore offerente pur di guadagnare. Chris Evans smaliziato nei panni di un maschio alfa truffatore ed Emily Blunt, mamma single intraprendente che riesce a farsi largo in questo mondo con astuzia e intelligenza.

In modo meno solido rispetto ai film precedenti, David Yates cerca di lasciare la sua traccia in Pain Hustlers – Il business del dolore. Il risultato è un film che cerca di porre l’attenzione sul tema della speculazione, utilizzando l’espediente del mockumentary e di voci fuori campo, e che si concentra poco sull’importanza e sulle persone che sono morte per overdose causata dal farmaco e più sul mondo patinato dell’industria.

Pain Hustlers Il business del dolore film Chris Evans

Al sicuro

Il successo e il denaro arrivano praticamente subito: le persone da manipolare sono malleabili perché deboli dalla malattia e lucrare sul dolore sembra davvero facile. Ma quando hai successo e potere ne vuoi ancora e ancora, così Pete cambia strategia e decide di far vendere il farmaco anche in casi di patologie diverse. La conseguenza è una overdose generale: pazienti come zombie fuori dalla sala d’aspetto del medico in cerca di una prescrizione. Qui il film dopo averci portato sul tetto del mondo insieme ai suoi protagonisti, inizia a farci vedere il lento declino di quest’ultimi e l’ambivalenza dei temi trattati viene descritta da Liza. Scissa tra la sua attività di rappresentante farmaceutica e la sua famiglia, sua figlia che soffre di attacchi epilettici e ha bisogno di cure.

Da un lato un sistema sanitario che si venderebbe agli sciacalli pronti a prescrivere ricette per farmaci scelti durante un party in piscina, dall’altra il vero sistema sanitario che ti prosciuga – se non hai l’assicurazione – ma che lavora per il bene del paziente. Sarà infatti da Liza che partirà la mobilitazione per smantellare questa specie di associazione a delinquere. Nonostante la collaborazione con la polizia per aiutare le indagini, Liza sarà comunque costretta a scontare una pena, meno salata rispetto a Pete. E se lei ne uscirà realmente pentita da tutta l’orribile situazione, in prigione Pete continuerà a vendere il suo motto e sé stesso.

 
 

Pain Hustlers – Il business del dolore: le differenze con la storia vera del film Netflix

Pain Hustlers Il business del dolore Chris Evans storia vera

Pain Hustlers – Il business del dolore è basato su una storia vera, anche se il nuovo film di Emily Blunt e Chris Evans ha apportato diverse modifiche importanti alla storia della crisi degli oppioidi. Diretto da David Yates, il film – disponibile su Netflix – segue Liza, una madre single e sfortunata che viene coinvolta in una squallida cospirazione di racket che minaccia di stravolgere la sua intera vita. Il film è stato ispirato da un articolo del New York Times del 2018 di Evan Hughes intitolato “The Pain Hustlers”, poi trasformato in un libro intitolato “The Hard Sell: Crime and Punishment at an Opioid Start-Up”. Nonostante il fatto che Pain Hustlers di Netflix condivida il nome dell’articolo a cui si ispira, il film contiene molte differenze critiche rispetto alla storia vera.

1Pain Hustlers aggiunge un tono comico alla storia

Pain Hustlers Il business del dolore Emily Blunt Chris Evans

Un ultimo cambiamento apportato da David Yates in Pain Hustlers è stato il tono comico. Per coloro che hanno letto la storia di Evan Hughes su Insys, è probabile che si tratti di una storia completamente tragica e ingiusta, tuttavia Yates ha voluto aggiungere un senso di caos e ilarità alla storia. Mentre le azioni di Insys erano innegabilmente cattive, Yates ha dato un’occhiata ai sentimenti dei venditori, come Drake e Brenner, che vedevano i soldi piuttosto che le vite che stavano danneggiando. Questo nuovo tono comico aggiunge a Pain Hustlers strati che la storia del New York Times probabilmente non aveva.

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Pain and Gain: prime foto dal set di Michael Bay con Mark Wahlberg

Ecco le primissime foto dal set del nuovo film di Michael Bay, un film low budget secondo gli standard del regista, che vede protagonisti Dwayne Johnson e Mark Wahlberg.

 
 

Pain & Gain: il primo spot tv del film di Michael Bay

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Ecco il primo spot per la tv di Pain & Gain, prossimo film a “basso budget” diretto da mister box-office Michael Bay e che vede protagonista Mark Wahlberg e Dwayne

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Pain & Gain Muscoli e denaro Trailer italiano

Pain & Gain Muscoli e denaroGuarda il nuovo trailer italiano di Pain & Gain Muscoli e denaro, il nuovo film del regista di Transformers,  che vede protagonisti  ,Rebel Wilson e . La pellicola arriverà nelle sale italiane dal 18 Luglio 2013.

Per ulteriori info sul film vi consigliamo la nostra Scheda Film: Pain & Gain. Tutte le foto del film nella nostra Foto Gallery:

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La nuova commedia d’azione con Mark Wahlberg, Dwayne ‘The Rock’ Johnson, Anthony Mackie ed Ed Harris. Basato sull’incredibile storia vera di un gruppo di personal trainer negli anni ’90 a Miami. Nel desiderio di realizzare il sogno americano, si troveranno

Ecco il nuovo poster:

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Pain & Gain – Muscoli e denaro: recensione

In Pain & Gain – Muscoli e denaro cresciuto a “pane e Padrino”, il culturista con sfrenate ambizioni di gloria, e scarse risorse economiche, Daniel Lugo (Mark Wahlberg), decide di realizzare, con l’aiuto dei colleghi Adrian (Anthony Mackie) e Paul (Dwayne Johnson), il suo personale sogno americano di autoaffermazione. Il suo piano? Rapire un ricco uomo d’affari, Victor Kershaw (Tony Shalhoub), e convincerlo, con l’uso delle minacce e della forza, ad intestargli ogni centesimo di sua proprietà per poi lasciarlo libero e nullatenente.

Le cose si mettono male da subito e i tre, dopo essere riusciti nel loro progetto di estorsione, si trovano costretti a dover uccidere Kershaw per non essere denunciati alla polizia. La vittima, però, contro ogni previsione, sopravvive al tentato omicidio e assolda un detective privato, Ed Du Bois (Ed Harris), per incastrare i malviventi che nel frattempo si stanno godendo i suoi soldi e, soprattutto, lo vorrebbero morto.

Pain & Gain – Muscoli e denaro, il film

Contrariamente al solito, la trama e il trailer di Pain & Gain – Muscoli e denaro, rischiano, da soli, di trarre in inganno, poiché questo film, leggero solo in apparenza, nasconde, dietro la patina pop, un’anima nera. Senza esagerazioni, potrebbe essere definito un concentrato dei peggiori sentimenti in circolazione con un’aggravante: si tratta della trasposizione di fatti realmente accaduti. Nonostante ai protagonisti non manchi proprio nessun tassello della compagine di brutture umane possibili, culto maniacale del corpo, uso di steroidi, fanatismo religioso, sete di denaro, violenza e dipendenza da stupefacenti, l’idea che i loro atti siano gravi, anzi, gravissimi, arriva allo spettatore con un po’ di ritardo.

I tre, infatti, sono simpatici, hanno una naturale voglia di rivalsa e agiscono senza cattiveria, guidati solo da un’immensa e spaventosa stupidità. Ed è qui che la bravura di Michael Bay in effetti si palesa: provoca la risata durante la scena di un rapimento, inserisce l’elemento comico in un tentativo di omicidio, si spinge fino al limite dell’assurdo mostrandoci un barbecue di mani umane arrostite in strada e inserendo una didascalia “Questa è ancora una storia vera”, per poi presentarci il conto alla fine del film.

Rendendo le vittime degli esseri spregevoli e i colpevoli dei semplici ragazzi nullatenenti che credono in Scarface e nei motivatori da quattro soldi, gli sceneggiatori Stephen McFeely e Christopher Markus, operano, in un film d’intrattenimento, un’enorme e impietosa analisi della realtà odierna. Un mondo dove la televisione ripete costantemente che bisogna essere belli, vincenti, ricchi, affermati, ma in cui i creduloni sono i primi a soccombere.

Tratto da una serie di articoli scritti nel 1999 sul Miami New Times dal giornalista investigativo Pete Collins, Pain & Gain – Muscoli e denaro è un film che lascia, dopo due ore di azione e risate (anche se a denti stretti), una profonda amarezza. Meritevole.

 
 

Paige Spara: 10 cose che non sai sull’attrice

Paige Spara film serie tv

La giovane attrice Paige Spara vanta ancora solo pochi titoli nella propria filmografia, ma questi le sono bastati per ottenere una buona notorietà all’interno dell’industria. In particolare, è nota per il suo ruolo nella serie The Good Doctor, dove negli ultimi anni ha ricoperto il ruolo che l’ha resa popolare. Ecco 10 cose che non sai di Paige Spara.

Paige Spara Instagram

Paige Spara: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in un nota serie TV. Dopo essere comparsa per la prima volta sul piccolo schermo con la serie Kevin From Work (2015), dove ricopriva il ruolo di Audrey, l’attrice è diventata nota per il personaggio di Lea Dilallo in The Good Doctor (2017-in corso), serie di genere medical drama dove recita accanto al protagonista Freddie Highmore.

9. Ha preso parte a film per il cinema. Il debutto cinematografico per l’attrice avviene con un piccolo ruolo nel film 40 sono i nuovi 20 (2017), con protagonista Reese Witherspoon. Qui la Spara ha ricoperto il ruolo di una barista. È poi apparsa anche nel film comico She’s in Portland (2020), nel ruolo di Mallory.

Paige Spara è su Instagram

8. Ha un account personale L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 241 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere foto ritraenti momenti di svago, ma anche piccole curiosità quotidiani o luoghi da lei visitati. Non mancano inoltre anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

7. Condivide il suo profilo con suo particolare compagno di viaggio. La descrizione del profilo dell’attrice riporta che questo è in particolare dedicato alle avventure che la Spara vive insieme al suo fedele cane di nome Sal. Numerose sono infatti le foto che li ritraggono insieme a casa o in giro in diverse situazioni, dando vita ad una vera e propria coppia da social network.

Paige Spara: la sua vita privata

6. È molto riservata. Nel corso degli anni l’attrice ha evitato ogni fuga di notizie circa la sua vita privata. La Spara cerca infatti di mantenere ben separate vita lavorativa e sentimentale, e nulla si sa riguardo quest’ultima. Anche visitando il profilo Instagram dell’attrice non è possibile ritrovare alcun indizio di una probabile relazione o frequentazione.

Paige Spara The Good Doctor

Paige Spara in The Good Doctor

5. È tra le protagoniste della serie. In The Good Doctor l’attrice ricopre il ruolo di Lea Dilallo, interesse amoroso del protagonista. I due personaggio instaureranno un turbolento percorso che li porterà prima ad essere distanti, poi coinquilini e infine una vera e propria coppia. Il personaggio era inizialmente soltanto ricorrente nella prima stagione, ma entra a far parte del cast principale a partire dalla seconda stagione.

4. È stata difesa da alcuni fan. Durante la terza stagione della serie il rapporto tra i due personaggi protagonisti si fa più intenso sfociando nella relazione. Tuttavia, quando Shaun espone i propri sentimenti, Lea si dice non pronta, lasciandolo con il cuore spezzato. Numerosi spettatori sono rimasti delusi da tale risvolto, attaccando il personaggio. Una buona parte di fan ha però preso le difese dell’attrice e del personaggio, elogiandone la consapevolezza dei suoi limiti.

3. È entusiasta dell’episodio in questione. La puntata dove i due personaggi arrivano ad un punto di svolta emotivo è stata diretta da Freddie Highmore, che recita anche nel ruolo di Shaun. L’attrice ha dichiarato di essere stata particolarmente contenta che ci fosse lui dietro la macchina da presa per quell’occasione, poiché vivendo dall’interno il conflitto tra i due personaggi Highmore era la persona giusta per esaltarne il rapporto tramite la regia.

2. Ammira molto il suo personaggio. L’attrice ha dichiarato di essere particolarmente entusiasta di poter interpretare e crescere con questo ruolo, poiché ritiene che Lea si stata scritta per figurare come un normale essere umano, con tutti i suoi pregi e difetti. Portare in scena tali fragilità è per la Spara un’occasione che non avviene spesso.

Paige Spara: età e altezza

1. Paige Spara è nata a Washington, in Pennsylvania, Stati Uniti, il 9 agosto 1989. L’attrice è alta complessivamente 156 centimetri.

Fonte: IMDb

 
 

Pagine di cinema: la nuova collana di Santelli Editore

santelli editore

Si intitola Pagine di cinema la collana di Santelli Editore dedicata alla settima arte. Al momento fanno parte della collana tre volumi: “Gabriele Muccino. Il poeta dell’incomunicabilità” di Matteo Fantozzi, “La forma dell’attore” di Marzia Gandolfi e “La Nuova Hollywood. La ri-scrittura di generi del cinema classico” di  Vera Mancini.

“Gabriele Muccino. Il poeta dell’incomunicabilità”

Un inno alla carriera di uno dei registi contemporanei più importanti del nostro paese: Gabriele Muccino. In sala a febbraio 2020 con il suo ultimo film “Gli anni più belli”, ha iniziato la propria carriera oltre 20 anni fa con “Ecco fatto”. Viene quindi fatta una disamina di tutti i suoi film. Particolarmente importante è stato, a livello internazionale, il periodo americano, in cui l’artista ha collaborato con attori del calibro di Will Smith, Uma Thurman, Gerarld Butler, Russell Crowe e molti altri ancora. Viene dunque preso in esame il parallelismo con un altro grande del passato, Michelangelo Antonioni, dal quale Muccino ha preso spunto per raccontare il dolore di quando manca la comunicazione tra le persone anche molto vicine. Tutto questo è condito dalle interviste a diversi attori protagonisti dei suoi film e dall’intervento dello stesso Muccino.

“La forma dell’attore” 

Che cosa hanno in comune Brad Pitt e Tom Cruise? Clint Eastwood e James Gandolfini? Elementi maggiori del cinema narrativo contemporaneo, prediligono la forma generale del corpo all’espressività dei gesti. Sullo schermo disegnano una silhouette che non si articola, un profilo familiare che guardiamo dall’esterno e che si apre a una proposizione estetica: quella di una figura nell’immagine. Il Torso del Belvedere per Brad Pitt, Filippide l’emerodromo per Tom Cruise, il Balzac di Rodin per James Gandolfini, l’Homme qui marche per Clint Eastwood. A partire da figure artistiche classiche, si stabiliscono termini di paragone figurativi in grado di esprimere valutazioni e interpretazioni sulle loro performance. Un partito preso critico che interroga le lunghe filmografie delle star considerate e apre un nuovo spazio di ragionamento sull’attore come (s)oggetto primario del cinema.

“La Nuova Hollywood. La ri-scrittura di generi del cinema classico”

Viene analizzato un momento della cinematografia americana del ‘900 ricco di nuove suggestioni tematiche e di sperimentazioni linguistiche: quello della New Hollywood e della generazione di registi che ha rivoluzionato la cinematografia americana tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta. I cineasti che hanno reso possibile questa stagione sono accomunati dallo studio appassionato del cinema americano classico con le sue regole di genere ben codificate e strutturalmente rigide. Questo viene messo in discussione in un periodo storico, quello che va dalla fine degli anni Sessanta ai primi dei Settanta, in cui tutto l’Occidente e gli USA vedevano cambiare molte istanze sociali, politiche e culturali. Mai come in quella stagione il cinema è entrato in sintonia con la realtà e i suoi cambiamenti. Questo è stato possibile grazie alle capacità degli autori di re-interpretare le strutture di genere del passato che avevano studiato, approfondito e amato, regalandoci una lezione sul fare il Cinema che ancora oggi ispira registi, studiosi e cinefili.

 
 

Padroni di Casa: recensione del film con Elio Germano

Padroni di Casa

In Padroni di Casa Elia e Cosimo sono due muratori; vengono chiamati per un lavoro dalla vecchia gloria della musica pop italiana Fausto Mieli, in odore di rientro dopo anni di forzato esilio dovuto alla malattia invalidante della moglie Moira. Il cantante abita in uno sperduto villaggio nell’appennino tosco emiliano dove vivono personaggi chiusi e montanari che guardano all’arrivo dei due romani con curiosità ma anche con diffidenza. Una serie di sfortunati eventi complicherà quello che doveva essere un semplice lavoro di ristrutturazione.

Padroni di Casa, il film

Edoardo Gabbriellini, noto soprattutto per la sua interpretazione all’esordio in Ovosodo di Paolo Virzì, è alla sua opera seconda dopo l’esordio con B.B. e il cormorano, e cerca di infrangere le regole del quasi esordiente, che lo vorrebbero cauto nella scelta del soggetto e nell’uso degli attori. La storia, scritta a quattro mani anche con Valerio Mastandrea, uno dei protagonisti, insieme a Elio Germano, Gianni Morandi e Valeria Bruni Tedeschi, inizia, come tiene a sottolineare lo stesso regista, come una commedia leggera per sfociare nel tragico. Il vortice in cui cadono i personaggi a partire dalla rottura di un mosaico, fatto guarda caso a spirale, porta ad una situazione di caos che sfugge ad ogni controllo.

La tensione in Padroni di Casa aumenta mano a mano che le differenti estrazioni, caratteri e ambizioni dei personaggi vengono a galla, mettendo a nudo la preoccupante facilità con cui cinismo, paura e violenza possano invadere di colpo le nostre vite. Una normale due giorni di paura, ad eccheggiare il tranquillo week-end realizzato da John Boorman un paio di decine di anni fa, ma il tutto rinchiuso in un ambiente che dovrebbe essere aperto, un parco nazionale, che diventa invece trappola altamente claustrofobica che ricorda anche l’ineluttabilità della violenza e la semplicità con cui ci si arriva che troviamo nel cinema di Michael Haneke, ad esempio.

Le due assi sulle quali si muove il film sono quelle della tolleranza e della decenza, ad un estremo, del fastidio e dell’insofferenza dall’altro. Estremi che la società ci ha insegnato, attraverso l’educazione e l’informazione, a tenere lontani dall’emergere, occultati da un sorriso cordiale seppur falso e da un costante evitare di affrontare le proprie ossessioni e dipendenze, dall’altro. Il punto di non ritorno è facile da superare se solo quello che ci mantiene uomini sociali viene a mancare.

Padroni di Casa esce la prossima settimana, a partire dal 4 Ottobre, in 150 copie, ed ha anche una particolarità nella locandina, scelta dallo stesso regista per realizzare la quale è stato chiamato un gruppo di designer milanesi.

 
 

Padri e Figlie: trailer e poster italiano del film di Gabriele Muccino

Ecco il trailer italiano di Padri e Figlie (Fathers and Daughters), il nuovo film di Gabriele Muccino che uscirà il 22 ottobre in Italia. Di seguito anche il poster italiano:

Padri e Figlie poster italianoBasato sullo script di Brad Desch, Padri e Figlie racconta il percorso interiore intrapreso dalla trentenne Katie (Amanda Sayfried) per ricomporre le ferite di un’infanzia segnata dalla lontananza dall’amato padre Jake (Russel Crowe); infanzia della quale si ricomporranno i tasselli più importanti e decisivi.

Il film vanta un cast decisamente all-star che comprende, oltre a Russel Crowe e Amanda Sayfried, anche Aaron Paul, Bruce Greenwood, Diane Kruger, Jane Fonda, Janet McTeer, Octavia Spencer, Quvenzhané Wallis Kylie Rogers. Come ha preannunciato lo stesso Gabriele Muccino su Twitter, presto saranno disponibili anche i trailer in lingua anglosassone e italiana.

 
 

Padri e figlie: recensione del film con Russell Crowe

Padri e figlie

Dopo due grandi successi (La ricerca della felicità e Sette Anime) e un recente disastro al botteghino (Quello che so sull’amore), Gabriele Muccino torna sul grande schermo e lo fa con Padri e figlie e un cast principale internazionale di altissimo livello, tra cui i tre premi Oscar Russell Crowe, Jane Fonda e Octavia Spencer, questa volta tentando per prima l’uscita cinematografica italiana.

Dramma familiare e sentimentale, Padri e figlie è caratterizzato da una struttura bipartita che alterna al montaggio sequenze del passato e del presente della storia, con un salto di ben trent’anni, con l’obiettivo di affondare le radici in due momenti altrettanto cruciali della vita dei protagonisti. Per quanto riguarda l’aspetto registico, ogni tanto purtroppo si cade nel vizio di indugiare più del necessario sul finale di una situazione e/o di una reazione di personaggio, quando si potrebbe tagliare leggermente prima.

Nonostante queste sottolineature di troppo e nonostante l’intreccio non sia sempre perfettamente credibile e scevro da qualche caduta di stile e/o mancanza di ironia, nel complesso stavolta il regista porta a casa un buon dramma, nel quale il pubblico femminile – target principale del film – può tranquillamente identificarsi viste le ottime capacità empatiche e interpretative di Amanda Seyfried e l’indiscutibile bravura e credibilità e di Russell Crowe in qualità di padre tendente pressoché ad una tenera ma non stucchevole perfezione. I due personaggi e protagonisti principali, padre e figlia appunto, fanno decisamente la differenza in Padri e figlie, mentre alcuni personaggi secondari non risultano perfettamente sfaccettati, se non a volte didascalici nella loro funzione di aiutanti o villain dell’amore padre/figlia, il che è un po’ un peccato visto che suonano come note stonate in un drama non originalissimo ma che fa il suo compito, soprattutto per quanto riguarda l’atmosfera generale del film.

Costumi, scenografie, musica e una fotografia molto calda coadiuvano a creare un look molto ben definito e un mondo narrativo coerente, molto riuscito soprattutto nella parte del film Padri e figlie, ambientata negli anni Ottanta dell’infanzia della piccola Kate. Quest’ultima è interpretata dalla piccola Kylie Rogers (già vista nella serie TV The Whispers): la piccola talentuosa senza dubbio riesce a regalare insieme a Crowe i momenti più intensi della pellicola.

 
 

Padri e Figlie: primo trailer internazionale del film di Gabriele Muccino

Padri e Figlie film

È disponibile on line il primo trailer internazionale di Padri e Figlie (Fathers and Daughters), il nuovo film di Gabriele Muccino che uscirà il 22 ottobre in Italia e sempre in autunno sbarcherà in Giappone, come lascia intuire il trailer che riportiamo di seguito.

https://www.youtube.com/watch?v=ZHDjGktL17A

Basato sullo script di Brad Desch, Padri e Figlie racconta il percorso interiore intrapreso dalla trentenne Katie (Amanda Sayfried) per ricomporre le ferite di un’infanzia segnata dalla lontananza dall’amato padre Jake (Russel Crowe); infanzia della quale si ricomporranno i tasselli più importanti e decisivi.

Il film vanta un cast decisamente all-star che comprende, oltre a Russel Crowe e Amanda Sayfried, anche Aaron Paul, Bruce Greenwood, Diane Kruger, Jane Fonda, Janet McTeer, Octavia Spencer, Quvenzhané Wallis Kylie Rogers. Come ha preannunciato lo stesso Gabriele Muccino su Twitter, presto saranno disponibili anche i trailer in lingua anglosassone e italiana.

Fonte: FilmStage

 
 

Padri e figlie: 10 cose che non sai sul film

padri-e-figlie-film

Tra i film statunitensi del regista italiano Gabriele Muccino, Padri e figlie viene descritto proprio dal suo autore come uno dei più personali e sentiti, trattante le tematiche della genitorialità, della crescita e del perdono. Il film è arricchito da un cast di grandi attori hollywoodiani, e ha ricevuto una buona accoglienza di pubblico tanto negli Stati Uniti quanto in Italia.

Ecco 10 cose che non sai su Padri e figlie.

Padri e figlie: la trama del film

1. È basato su un’acclamata sceneggiatura. Protagonista del film è Jake David, romanziere premio Pulitzer rimasto vedovo, costretto a combattere contro un disturbo mentale e intento a crescere nel miglior modo possibile la giovane figlia Katie, di cinque anni, la quale rischia di essergli portata via per via del suo stato di salute.

2. La narrazione procede su due binari paralleli. Venticinque anni dopo, Katie è diventata un’assistente sociale tirocinante. La ragazza conduce una vita sregolata fatta di serate sfrenate e sesso senza limiti. Da anni lontana dal padre, Katie combatte ancora contro i demoni della propria infanzia, tormentata dall’incapacità di abbandonarsi a veri sentimenti.

3. La sceneggiatura aveva ricevuto numerosi apprezzamenti. Nel 2012 la sceneggiatura del film, scritta da Brad Desch, fu inserita nella “Black List” delle migliori sceneggiatura non realizzate. Tre anni dopo il progetto fu affidato al regista italiano, che già aveva affrontato simili temi.

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Padri e figlie: il cast del film

4. È composto da un cast di grandi celebrità. Nel ruolo del protagonista Jake David si ritrova l’attore premio Oscar Russell Crowe, mentre in quelli di Katie adulta l’attrice Amanda Seyfried. Nel film recitano anche Aaron Paul, nel ruolo dell’interesse amoroso di Katie, Diane Kruger, in quello della zia di Katie, e infine le attrici Quvenzhané Wallis, Octavia Spencer e Jane Fonda.

5. Vanta diversi premi Oscar nel cast. Il film raccoglie tre vincitori del premio Oscar, ovvero Crowe, Spencer e Fonda. Vi è inoltre la giovane Wallis, la più giovane nominata nella storia del premio.

6. È il quarto film statunitense di Gabriele Muccino. Per l’italiano Gabriele Muccino Padri e figlie è la quarta esperienza cinematografica americana, avendo precedentemente realizzato i film Quello che so sull’amore (2012), Sette anime (2008) e La ricerca della felicità (2006).

Padri e figlie è in streaming

7. È disponibile in streaming. Per gli appassionati del film, sarà possibile guardarlo comodamente da casa propria grazie alla sua presenza nei cataloghi di diverse piattaforme streaming. Tra queste si annoverano Chili, Infinity e TIM Vision. Per riprodurre il film sarà sufficiente noleggiarlo o sottoscrivere un abbonamento alla piattaforma di riferimento.

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Padri e figlie: le canzoni del film

8. Il film contiene alcune celebri canzoni. All’interno del film si ritrova la colonna sonora scelta e curata da Paolo Buonvino, alla sua sesta collaborazione con Muccino. Tra i braci più celebri si hanno Fathers & Daughters, scritta e cantata da Michael Bolton, la quale ripercorre tutti i momenti più intensi del film. Sempre di Bolton è il brano Close to you (They Long to be), mentre è possibile ritrovare anche un brano interpretato da Jovanotti, ovvero quello intitolato Amore mio.

Padri e figlie: il trailer del film

9. Ha commosso numero spettatori. Ancor prima di arrivare in sala il film ha attratto a sé numerosi spettatori grazie al suo trailer, dove si evoca l’atmosfera del film, fatta di dolcezza paterna e drammaticità per gli inaspettati risvolti della vicenda raccontata.

Padri e figlie: le frasi più belle del film

10. Vi sono numerose frasi divenute celebri. All’interno del film si ritrovano numerose frasi diventate caratteristiche del film, che ne racchiudono i temi e le emozioni. Ecco alcune delle frasi più belle del film.

Non tutte le persone che ti amano ti lasceranno (Aaron Paul)

Quel libro parlava di me ma in realtà parlava della vita e di come non abbia mai rinunciato a me era un modo per dirmi quanto fosse grande il suo amore per me e anche il suo addio, è di questo che parla davvero il suo libro, vuol dire non devi arrenderti, mai e poi mai, la vita sarà per tutti complessa e anche ingiusta e alcune volte dolorosa, insomma tu ne hai già passate tante ma non possiamo fermarci, dobbiamo andare avanti e credere fermamente che un futuro per noi esista, questo malgrado le esperienze difficili vissute in passato, l’unica cosa che posso dirti è che ti voglio bene e addio! (Amanda Seyfried)

Gli uomini vivono senza amore, le donne no! (Diane Kruger)

Fonte: IMDb

 

 

 
 

Padrenostro: intervista a Pierfrancesco Favino e Claudio Noce

In occasione della presentazione in Concorso a Venezia 77, ecco Claudio Noce e Pierfrancesco Favino che parlano di Padrenostro.

Nel cast anche Barbara Ronchi, Mattia Garaci, Francesco Gheghi, Anna Maria De Luca, Mario Pupella, Lea Favino, Eleonora De Luca, Antonio Gerardi, Francesco Colella, Paki Meduri, Giordano De Plano.

La sua figura forte, magnetica, eroica, assurge ad archetipo di un’intera generazione di uomini per i quali le emozioni erano percepite solo come debolezza e obbligate a essere camuffate da silenzi. Nel dicembre del 1976, quando mio Padre subì l’attentato, io avevo un anno e mezzo: abbastanza per comprendere la paura, troppo pochi per capire che quell’affanno avrebbe abitato dentro di me per molto tempo. Non sono mai riuscito a dirglielo. Scrivere questa lettera a mio Padre tracciando i contorni di una generazione di bambini “invisibili” avvolti dal fumo delle sigarette degli adulti non è stato facile; provare a farlo mutando le parole da private in universali è stata una grande sfida come cineasta e come uomo.

Padrenostro: la trama

Roma, 1976. Valerio ha dieci anni e una fervida immaginazione. La sua vita di bambino viene sconvolta quando, insieme alla madre Gina, assiste all’attentato ai danni di suo padre Alfonso da parte di un commando di terroristi. Da quel momento, la paura e il senso di vulnerabilità segnano drammaticamente i sentimenti di tutta la famiglia. Ma è proprio in quei giorni difficili che Valerio conosce Christian, un ragazzino poco più grande di lui. Solitario, ribelle e sfrontato, sembra arrivato dal nulla. Quell’incontro, in un’estate carica di scoperte, cambierà per sempre le loro vite.

 
 

Padrenostro, recensione del film di Claudio Noce #Venezia77

Padrenostro

Il primo film italiano presentato in concorso a Venezia 77 è Padrenostro di Claudio Noce con Pierfrancesco Favino, Barbara Ronchi e i promettenti giovani attori Mattia Giraci e Francesco Gheghi. Per la prima volta sullo schermo anche la piccola di casa Favino, Lea.

Il film di Noce trae spunto da una dolorosa esperienza personale dello stesso regista. Figlio del vicequestore Alfonso Noce che fu ferito in un attentato sotto la sua abitazione il 14 dicembre 1976. Erano gli anni di piombo e la lotta tra lo stato e i gruppi di contestatori di ogni fazione erano purtroppo all’ordine del giorno. Nell’attentato ai danni di Noce, ad opera dei Nuclei Armati Proletari, persero la vita l’agente di polizia Prisco Palumbo e il terrorista Martino Zicchitella.

Padrenostro, una biografia a metà

Claudio Noce si rifà alla sua esperienza senza ricalcare però fedelmente la realtà. Sceglie di cambiare i nomi dei personaggi reali, a parte quello del padre che rimane Alfonso anche se di cognome fa La Rosa, e ci trasporta in una storia che vuole mettere al centro non tanto il fatto di cronaca ma le conseguenze che ne derivano. Si approccia alla storia del nostro paese raccontandone una più intima e personale, un rapporto fittizio tra due ragazzini Valerio e Christian. Il primo figlio di La Rosa, il secondo, come scopriremo solo nel finale collegato anch’egli all’attentato. Valerio, 10 anni biondissimo con gli occhi azzurri e Christian quattordicenne alto e moro; non sono agli antipodi solo fisicamente e nonostante questo instaureranno un forte legame da subito.

All’inizio del film Valerio, adulto, vede per caso Christian in metropolitana a Roma, lo rincorre prima con lo sguardo e poi per le scalinate che portano fuori dalla stazione, non sappiamo ancora nulla di loro ma i loro occhi sono carichi di emozione. Parte da qui il lungo flashback che occuperà tutta la durata del film.

I protagonisti sono dunque i due ragazzi e il loro rapporto di reciproco supporto. Ad una prima parte più lenta corrisponde una seconda più viva che coincide con il viaggio in Calabria e i primi contrasti tra i due amici che sembrano contendersi l’attenzione del padre Alfonso.

La chiave del film nel finale

Padrenostro è un film che assume maggiore valore proprio in virtù del suo finale. Nonostante la possibile presa di posizione unilaterale, visto il coinvolgimento personale dell’autore, il film stupisce e commuove proprio perché prende in considerazione tutti i punti di vista, tutte le vittime di un evento così fortemente traumatico. Le vittime finiscono, in qualche modo, seppure solo nell’immaginazione, a consolarsi a vicenda e a reggere insieme il fardello del dolore ritrovando la voglia di vivere.

Una delle sequenze più forti del film è, senza dubbio, quella in cui il giovane Valerio spiega all’amico Christian come è avvenuto l’attentato a cui lui ha assistito dal balcone di casa. Utilizzando dei gessetti colorati il giovane disegna in modo compulsivo il tutto sull’asfalto. In una fotografia dominata dal seppia, il rosso degli spari e del sangue risalta e sconvolge, primo fra tutti il padre Alfonso (Favino), giunto sul luogo, che si rende finalmente conto che il figlio ha visto tutto e non ha per niente metabolizzato l’accaduto.

La regia di Noce non sempre riesce ad andare di pari passo con le emozioni come vorrebbe e manca di mordente proprio nel voler mostrare i rapporti con quel “Padrenostro” che resta più figura che sostanza.

 
 

Padrenostro dal 16 Gennaio su Sky Cinema Due

Padrenostro

Dopo il successo del Festival di Venezia 2020 dove il suo protagonista, Pierfrancesco Favino, ha vinto la Coppa Volpi, arriva in prima TV su Sky e NOW TV il film Padrenostro diretto da Claudio Noce, basato sulla storia autobiografica del regista (anche sceneggiatore insieme ad Enrico Audenino) che nel dicembre del 1976, all’età di due anni, visse in prima persona l’incubo di un attentato terroristico ai danni del padre magistrato. La prima tv del film andrà in onda sabato 16 gennaio, alle 21.15 su Sky Cinema Due (e alle 21.45 su Sky Cinema Drama), disponibile anche on demand su Sky e in streaming su NOW TV.

Nel film siamo sempre nel 1976, ma il piccolo Valerio (Mattia Garaci) ha 10 anni e una fervida immaginazione. La sua vita di bambino viene sconvolta quando, insieme alla madre Gina (Barbara Ronchi), assiste all’attentato ai danni di suo padre Alfonso (Pierfrancesco Favino) da parte di un commando di terroristi. Da quel momento, la paura e il senso di vulnerabilità segnano drammaticamente i sentimenti di tutta la famiglia. Ma è proprio in quei giorni difficili che Valerio conosce Christian (Francesco Gheghi), un ragazzino poco più grande di lui. Solitario, ribelle e sfrontato, sembra arrivato dal nulla. Quell’incontro, in un’estate carica di scoperte, cambierà per sempre le loro vite.

Claudio Noce ha spiegato così il profondo significato personale, e non solo, che ha per lui questo film: «Nel dicembre del 1976, quando mio padre subì l’attentato, io avevo due anni, abbastanza per comprendere la paura, troppo pochi per capire che quell’affanno avrebbe abitato dentro di me per molto tempo. Non sono mai riuscito a dirglielo. Durante tutte le fasi della lavorazione del film ho affrontato una faticosa battaglia interiore. Ho lavorato su due piani distinti: uno fortemente evocativo in forte relazione con la porzione autobiografica della storia, l’altro più libero, emancipato dai miei ricordi e più conforme alla favola dell’amicizia. I due piani tuttavia sono comparati sullo stesso terreno di studio e di indagine».

Padrenostro è prodotto da Andrea Calbucci, Pierfrancesco Favino e Maurizio Piazza, una produzione Lungta Film, PKO Cinema & Co., Tendercapital Productions e Vision Distribution, In collaborazione con Sky e Amazon Prime Video, con il contributo di Regione Calabria e Fondazione Calabria Film Commission.

 
 

Padre: tutto quello che c’è da sapere sul film con Tim Roth

Padre trama

Tra i tanti film per cui l’attore Tim Roth è conosciuto (tra i più recenti si citano The Hateful Eight, Sull’isola di Bergman e Sundown), ce ne è uno meno noto uscito nel 2018, in cui l’attore assume i panni di un truffatore colombiano travestito da prete in fuga dalle autorità. Si tratta di Padre, diretto da Jonathan Sobol (anche regista di Guida alla morte per principianti, The Art of the Steal – L’arte del furto e Il fornaio) è questo un poliziesco con elementi comici reso interessante non solo dalla presenza di Roth ma anche da quella di altri noti attori.

Padre (il cui titolo originale è The Padre) è dunque un’opera che mescola più generi, configurandosi anche come road movie e buddy movie, puntando su una certa genuinità dei sentimenti e sulle interpretazioni dei suoi protagonisti. In Italia è stato brevemente distribuito in sala, ma senza riscontrare particolare successo. Ecco perché ora il suo passaggio televisivo è l’occasione ideale per riscoprire questo piccolo ma appassionante film, che pur sapendo in alcune occasioni di già visto riesce a coinvolgere ed intrattenere.

Per gli appassionati del genere si tratta quindi di un titolo da non perdere per diversi motivi, dalla già citata presenza di noti attori ad un racconto con interessanti premesse. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Padre. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori, fornendo anche le indicazioni disponibili riguardo le location dove si sono svolte le riprese. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Padre cast

La trama di Padre

Protagonista del film è la sedicenne colombiana Lena, che rimasta senza genitori non desidera altro che raggiungere la sorella negli Stati Uniti. Il visto, però, è costoso e per guadagnare abbastanza soldi la ragazza decide di collaborare con le forze dell’ordine per incastrare e catturare il piccolo truffatore in fuga di nome Padre. L’uomo è doppiamente ricercato da Nemes, membro della Corte di giustizia degli Stati Uniti, e dall’ufficiale di polizia locale Gaspar.

Accortosi della trappola in cui vogliono farlo cadere, Padre, rispolvera le sue abilità da criminale e ruba un’auto per fuggire, ignaro però che nei sedili posteriori è nascosta l’adolescente che aveva contribuito alla sua quasi cattura. Lena, infatti, pensa che lui possa aiutarla a raggiungere il Minnesota e tra i due nasce un forte legame di amicizia tanto che insieme progettano una grande rapina, poco consapevoli di quanto la legge sia influente e difficile da depistare.

Padre location

Il cast del film e le location dove è stato girato

Ad interpretare la giovane Lena vi è Valeria Henríquez, la quale ha ricevuto una nomination al Canadian Screen Award come miglior attrice per la sua interpretazione in questo film. Accanto a lei, nel ruolo di Padre, vi è il celebre attore Tim Roth, noto per i film Le iene, Pulp Fiction o La leggenda del pianista sull’oceano. Nel ruolo di Nemes, il membro della Corte di giustizia, vi è invece Nick Nolte, noto invece per i film Cape Fear – Il promontorio della paura e Warrior.

Sia Roth che Nolte, che recitano qui insieme, hanno in precedenza interpretato gli antagonisti in due diversi film dedicati al supereroe Hulk. Nolte è infatti stato il villarin dell’Hulk di Ang Lee, mentre Roth ha interpretato il nemico del gigante verde in L’incredibile Hulk del 2008. Completa poi il cast di Padre l’attore Luis Guzmán nel ruolo di Gaspar. Quest’ultimo è ora noto per il ruolo di Gomez Addams nella serie Netflix Mercoledì.

Per quanto riguarda le location, sappiamo che il film è stato girato in Colombia, ma purtroppo non sono state fornite precise indicazioni sui luoghi in cui si sono effettivamente svolte le riprese. Proprio riguardo l’ambientazione Colombiana, però, c’è un errore all’interno del film: all’undicesimo minuto si vede un’auto della polizia senza contrassegni, la cui targa ha caratteri neri su sfondo giallo, con laq sequenza corretta di tre lettere e tre numeri, ma dovrebbe riportare anche “Colombia” in basso.

Il trailer di Padre e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Padre grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di:

Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 4 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

 
 

Padre Pio con Shia LaBeouf di Abel Ferrara dal 18 luglio al cinema

Padre Pio Shia LaBeouf

RS Productions è lieta di annunciare l’uscita nei cinema italiani dal 18 luglio di PADRE PIO di Abel Ferrara (Go Go Tales, Mary, Siberia, Pasolini, Zero and ones), che ne firma anche la sceneggiatura insieme a Maurizio Braucci.

Girato in Puglia, PADRE PIO è ambientato nel 1920 all’indomani della Prima Guerra Mondiale, quando la storia del religioso, interpretato da Shia LaBeouf, ha inizio. Arrivato in uno sperduto convento di Cappuccini a San Giovanni Rotondo, sulle montagne del Gargano, Padre Pio darà inizio al suo ministero e al suo cammino religioso personale – in cui la misteriosa apparizione delle stimmate coinciderà con un tragico evento che cambierà il corso della storia mondiale.

Abel Ferrara parla di Padre Pio, il film con Shia Labeouf presentato a Venezia 79

Il film è una libera interpretazione e un ritratto il più possibile fedele dei primi anni del cammino spirituale del noto Frate Cappuccino e del suo ministero a San Giovanni Rotondo e delle vicissitudini che lo legarono agli abitanti del luogo. Tra povertà, malattie e disordini politici, l’arrivo del frate sarà fondamentale per riavvicinare alla religione quel luogo di devastazione all’apparenza dimenticato da Dio e i suoi abitanti. Nell’assistenza ai poveri e agli ultimi, con amore ed empatia, dopo la devastazione della prima guerra industriale, Padre Pio troverà la sua vocazione, ma dovrà anche affrontare inquietanti visioni, tormenti personali e le sue debolezze di uomo terreno.

Il film su Padre Pio dal 18 luglio al cinema

A vestire i panni del Santo di Pietralcina, in un’intensa interpretazione, la star internazionale Shia LaBeouf (tra le sue ultime pellicole da interprete Pieces of a Woman, Sangue Chiama Sangue, Honey Boy, Borg McEnroe), accompagnato dagli interpreti italiani Marco Leonardi (Il mio posto è qui), Asia Argento, Vincenzo Crea (Gloria!).

PADRE PIO è una co-produzione Italia-Germania, prodotto da Maze PicturesInterlinea Film e Rimsky Productions, in associazione con Carte Blanche, con il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020con il patrocinio e contributo della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, e con il sostegno della Regione Lazio – Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo.

PADRE PIO del regista Abel Ferrara sarà nei cinema italiani dal 18 luglio distribuito da RS Productions.

Padre Pio, la trama

È la fine della Prima Guerra Mondiale e i giovani soldati italiani tornano a San Giovanni Rotondo, una terra di povertà, violenza storica e dominio ferreo della Chiesa e dei suoi ricchi proprietari terrieri. Le famiglie sono disperate, gli uomini sono distrutti, ma vittoriosi. Arriva anche Padre Pio in uno sperduto convento di Cappuccini, per iniziare il suo ministero evocando un’aura di carisma irresistibile, santità e visioni di Gesù, Maria e del Diavolo stesso. La vigilia delle prime elezioni libere in Italia fa da sfondo a un massacro storico, un evento tragico che cambierà il corso del mondo

 
 

Paddy Considine racconta il mondo della boxe

L’attore, regista e sceneggiatore britannico Paddy Considine, che nel 2011 ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali con il suo Tyrannosaur, ha confermato di essere alle prese con un film sul mondo della boxe professionale.

Il progetto, che vuole essere un adattamento cinematografico di The years of the Locust uscito dalla penna del giornalista Jon Hotten, racconterà una storia di lotte, intrighi e denaro intorno al mondo del pugilato americano negli anni novanta del secolo scorso.

Attingendo dalla realtà, i protagonisti del film, come del libro, saranno Rick “Elvis” Parker, un sociopatico venditore porta a porta che finirà per diventare un boxing promoter, e Tim “Doc” Anderson, il suo leale, ingenuo e incorruttibile atleta lottatore.

Con un finale non propriamente lieto, The years of the Locust vuole mettere in scena e smascherare ciò che si cela nel mondo dell’antico sport da combattimento (la cosiddetta nobile arte dei coraggiosi, i forti e gli intelligenti … ) e le logiche che governano il gioco oltre la soglia del ring.

(fonte: deadline.com)

 
 

Paddy Considine protagonista e regista di New Journeyman

Paddy Considine (Pride, Macbeth, La ragazza che sapeva troppo) è protagonista e regista del film New Journeyman.

Paddy Considine interpreta un boxer dei pesi medi, Matty Burton, che decide di difendere il suo titolo prima di lasciare definitivamente la boxe. Durante l’incontro subisce un duro colpo che gli procura un grave infortunio: questo avrà un impatto forte sulla sua vita e sul suo matrimonio e sul suo futuro.

Dal suo primo film Tyrannosaur del 2011, Considine ha fatto tanta strada sia come sceneggiatore sia come regista. In questo film sarà affiancato da Jodie Whittaker (Black Sea, One Day, Doctor Who), Anthony Welsh, Tony Pitts e Paul Popplewell.

Il film uscirà nel Regno Unito il 16 Febbraio 2018. In seguito il trailer:

Fonte: Empire

 
 

Paddy Considine in Child 44

Buone notizie per i fan di Paddy Considine, che dopo il travolgente successo col debutto alla regia di  Tyrannosaur, ora torna dietro la macchina da presa con il nuovo progetto dal titolo The World’s End.

Nel frattempo però, ridonando alle vecchie spoglie di attore, ecco che il buon vecchio Paddy ha deciso di prestarsi per un ruolo di primo piano, al fianco di Fares Fares, per l’atteso action-thriller intitolato Child 44. Diretto da Daniel Espinosa (Safe House), il film, ambientato nell’Unione Sovietica degli anni ’50, narra le vicende di un ufficiale di polizia intento ad indagare su un brutale serial killer che prende di mira bambini innocenti. Nel cast troviamo anche i nomi, già peraltro confermati negli scorsi mesi, di Noomi Rapace (nel ruolo della giovane moglie dell’agente) e il grande Gary Oldman (oscuro capo della Polizia intento ad indagare sul passato del proprio ufficiale). Fares dovrebbe interpretare uno dei colleghi del giovane Hardy, mentre per ora il ruolo di Considine rimane ancora sconosciuto. Considine, come già detto, tornerà sugli schermi statunitensi con The World’s End  in uscita il 19 luglio, mentre Fares ha appena girato Il Custode delle cause perse.

Fonte: empire

 
 

Paddington: trailer e poster del film al cinema a Natale

Paddington

Ecco il trailer italiano e il poster di Paddington, film sull’omonimo orsacchiotto che vede protagonisti Nicole Kidman, Ben Whishaw, Peter Capaldi, Julie Walters, Sally Hawkins. Alla regia Paul King.

Realizzato dai produttori di Harry Potter, Paddington è una versione moderna delle iconiche avventure dell’orso Paddington create dall’inglese Michael Bond e tradotte in quaranta lingue con 70 titoli che hanno venduto più di 30 milioni di copie in tutto il mondo.

Paddington è cresciuto nel profondo della giungla peruviana con la zia Lucy che, ispirata da un incontro casuale con un esploratore inglese, ha allevato il nipote preparando marmellate, ascoltando la BBC e sognando di una vita entusiasmante a Londra. Quando un terremoto distrugge la loro casa, la zia Lucy decide che è giunto il momento di nascondere il suo giovane nipote a bordo di una nave diretta in Inghilterra, in cerca di una vita migliore. Confidando nella gentilezza di qualche anima buona lega un’etichetta al collo del nipote che dice semplicemente: “Si prega di prendersi cura di questo orso. Grazie”.

Perso e solo alla stazione di Paddington, l’orsetto scopre ben presto che Londra non è la terra accogliente e ben educata dei suoi sogni, ma piuttosto un’affollata, vivace metropoli dove nessuno nemmeno si accorge di lui. Per fortuna incontra la famiglia Brown che non si sente di abbandonare questo giovane orso senzatetto al suo destino. Dopo avergli dato il nome della la stazione dove lo hanno trovato gli offrono un posto dove stare mentre lui cerca l’unica persona che conosce a Londra: l’esploratore che tanti anni prima ha così tanto colpito sua zia Lucy.

 
 

Paddington: trailer del film d’animazione con Nicole Kidman

Arriva il primo trailer del nuovo film d’Animazione Paddington di Paul King con Nicole Kidman, Ben Whishaw, Peter Capaldi, Julie Walters, Sally Hawkins e prodotto dai produttori di Harry Potter.

Realizzato dai produttori di Harry Potter, Paddington è una versione moderna delle iconiche avventure dell’orso Paddington create dall’inglese Michael Bond e tradotte in quaranta lingue con 70 titoli che hanno venduto più di 30 milioni di copie in tutto il mondo.

Paddington è cresciuto nel profondo della giungla peruviana con la zia Lucy che, ispirata da un incontro casuale con un esploratore inglese, ha allevato il nipote preparando marmellate, ascoltando la BBC e sognando di una vita entusiasmante a Londra. Quando un terremoto distrugge la loro casa, la zia Lucy decide che è giunto il momento di nascondere il suo giovane nipote a bordo di una nave diretta in Inghilterra, in cerca di una vita migliore. Confidando nella gentilezza di qualche anima buona lega un’etichetta al collo del nipote che dice semplicemente: “Si prega di prendersi cura di questo orso. Grazie”.

Perso e solo alla stazione di Paddington, l’orsetto scopre ben presto che Londra non è la terra accogliente e ben educata dei suoi sogni, ma piuttosto un’affollata, vivace metropoli dove nessuno nemmeno si accorge di lui. Per fortuna incontra la famiglia Brown che non si sente di abbandonare questo giovane orso senzatetto al suo destino. Dopo avergli dato il nome della la stazione dove lo hanno trovato gli offrono un posto dove stare mentre lui cerca l’unica persona che conosce a Londra: l’esploratore che tanti anni prima ha così tanto colpito sua zia Lucy.

I Brown non si rendono conto di quanto scompiglio un giovane orso porterà alla loro vita familiare e quando questo orso di una razza molto rara finisce nel mirino di un tassidermista non passerà molto tempo prima che la sua casa e la sua stessa esistenza siano in pericolo..

 
 

Paddington: scopri i personaggi nei nuovi character poster!

Paddington

Ecco i nuovi character poster di Paddington, film sull’omonimo orsacchiotto che vede protagonisti Hugh Bonneville, Nicole Kidman, Ben Whishaw, Peter Capaldi, Julie Walters, Sally Hawkins. Alla regia Paul King. Scopriamo insieme i personaggi!

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Realizzato dai produttori di Harry Potter, Paddington è una versione moderna delle iconiche avventure dell’orso Paddington create dall’inglese Michael Bond e tradotte in quaranta lingue con 70 titoli che hanno venduto più di 30 milioni di copie in tutto il mondo.

Paddington è cresciuto nel profondo della giungla peruviana con la zia Lucy che, ispirata da un incontro casuale con un esploratore inglese, ha allevato il nipote preparando marmellate, ascoltando la BBC e sognando di una vita entusiasmante a Londra. Quando un terremoto distrugge la loro casa, la zia Lucy decide che è giunto il momento di nascondere il suo giovane nipote a bordo di una nave diretta in Inghilterra, in cerca di una vita migliore. Confidando nella gentilezza di qualche anima buona lega un’etichetta al collo del nipote che dice semplicemente: “Si prega di prendersi cura di questo orso. Grazie”.

Perso e solo alla stazione di Paddington, l’orsetto scopre ben presto che Londra non è la terra accogliente e ben educata dei suoi sogni, ma piuttosto un’affollata, vivace metropoli dove nessuno nemmeno si accorge di lui. Per fortuna incontra la famiglia Brown che non si sente di abbandonare questo giovane orso senzatetto al suo destino. Dopo avergli dato il nome della la stazione dove lo hanno trovato gli offrono un posto dove stare mentre lui cerca l’unica persona che conosce a Londra: l’esploratore che tanti anni prima ha così tanto colpito sua zia Lucy.

 
 

Paddington: Pharrell Williams e Gwen Stefani per la canzone finale

Paddington film 2014

Pharrell Williams e Gwen Stefani sono stati scelti dalla TWC-Dimension per interpretare Shine, la canzone finale di Paddington. I due artisti hanno già collaborato in passato e l’anno scorso lo stesso Pharrell Williams ha ottenuto una nomination agli oscar per la sua Happy, da Cattivissimo Me 2.

“Pharrell e Gwen sono perfetti insieme e hanno veramente portato in vita lo charme che Paddington rappresenta nella bellissima Shine – ha dichiarato Bob Weinstein – Siamo molto fieri di everli entrambi in questo bellissimo film.”

Williams ha dichiarato: “Che oppurtunità magnifica, come genitore, è contribuire a qualcosa di classico, autentico e generazionale per tutta la tua vita. Qualcosa come Paddington.” Stefani ha dichiarato: “Sono onorata di aver unito le mie forze a quelle di Pharrell per far parte di questo amatissimo classico per le prossime avventura di Paddington.”[nggallery id=1200]Nel cast di Paddington ci sono Hugh Bonneville, Nicole Kidman, Ben Whishaw, Peter Capaldi, Julie Walters, Sally Hawkins. Alla regia Paul King.

Realizzato dai produttori di Harry Potter, Paddington è una versione moderna delle iconiche avventure dell’orso Paddington create dall’inglese Michael Bond e tradotte in quaranta lingue con 70 titoli che hanno venduto più di 30 milioni di copie in tutto il mondo.

Paddington è cresciuto nel profondo della giungla peruviana con la zia Lucy che, ispirata da un incontro casuale con un esploratore inglese, ha allevato il nipote preparando marmellate, ascoltando la BBC e sognando di una vita entusiasmante a Londra. Quando un terremoto distrugge la loro casa, la zia Lucy decide che è giunto il momento di nascondere il suo giovane nipote a bordo di una nave diretta in Inghilterra, in cerca di una vita migliore. Confidando nella gentilezza di qualche anima buona lega un’etichetta al collo del nipote che dice semplicemente: “Si prega di prendersi cura di questo orso. Grazie”.

Perso e solo alla stazione di Paddington, l’orsetto scopre ben presto che Londra non è la terra accogliente e ben educata dei suoi sogni, ma piuttosto un’affollata, vivace metropoli dove nessuno nemmeno si accorge di lui. Per fortuna incontra la famiglia Brown che non si sente di abbandonare questo giovane orso senzatetto al suo destino. Dopo avergli dato il nome della la stazione dove lo hanno trovato gli offrono un posto dove stare mentre lui cerca l’unica persona che conosce a Londra: l’esploratore che tanti anni prima ha così tanto colpito sua zia Lucy.

Fonte: CS

 
 

Paddington: nuovo trailer del film dai produttori di Harry Potter

Ecco un nuovo domestic trailer per Paddington film sull’omonimo orsacchiotto che vede protagonisti Nicole Kidman, Ben Whishaw, Peter Capaldi, Julie Walters, Sally Hawkins. Alla regia Paul King.

https://www.youtube.com/watch?v=hllfotbbQ3U

Realizzato dai produttori di Harry Potter, Paddington è una versione moderna delle iconiche avventure dell’orso Paddington create dall’inglese Michael Bond e tradotte in quaranta lingue con 70 titoli che hanno venduto più di 30 milioni di copie in tutto il mondo.

Paddington è cresciuto nel profondo della giungla peruviana con la zia Lucy che, ispirata da un incontro casuale con un esploratore inglese, ha allevato il nipote preparando marmellate, ascoltando la BBC e sognando di una vita entusiasmante a Londra. Quando un terremoto distrugge la loro casa, la zia Lucy decide che è giunto il momento di nascondere il suo giovane nipote a bordo di una nave diretta in Inghilterra, in cerca di una vita migliore. Confidando nella gentilezza di qualche anima buona lega un’etichetta al collo del nipote che dice semplicemente: “Si prega di prendersi cura di questo orso. Grazie”.

Perso e solo alla stazione di Paddington, l’orsetto scopre ben presto che Londra non è la terra accogliente e ben educata dei suoi sogni, ma piuttosto un’affollata, vivace metropoli dove nessuno nemmeno si accorge di lui. Per fortuna incontra la famiglia Brown che non si sente di abbandonare questo giovane orso senzatetto al suo destino. Dopo avergli dato il nome della la stazione dove lo hanno trovato gli offrono un posto dove stare mentre lui cerca l’unica persona che conosce a Londra: l’esploratore che tanti anni prima ha così tanto colpito sua zia Lucy.

 
 

Paddington: nuovo teaser poster

Il 2014 segnerà l’arrivo al cinema di uno degli orsetti più amati dai bambini. Parliamo di Paddington, che avrà il suo adattamento cinematografico, dopo il successo della serie di libri Paddington Bear. Un nuovo poster del film è stato pubblicato online, noi ve lo proponiamo:

paddington

Al centro della storia c’è un orsetto ghiotto e gentile che emigra dal Perù all’Inghilterra e viene adottato da una famiglia britannica, i Brown. Paddington, realizzato con un mix di live action e computer grafica, farà perno sull’amicizia tra l’orsetto protagonista e il figlio dei Brown. Lo scettro del regista è andato a Paul King (Bunny and the Bull), considerato da alcuni il nuovo Tim Burton. Paddington, che uscirà nel 2014, è stato affidato alle mani sapienti dei produttori di Harry Potter.

Fonte: Empire

 
 

Paddington: due video promozionali per l’uscita in UK

Paddington

Paddington sta per uscire nelle sale inglesi. Per l’occasione sono stati pubblicati online, sul sito del film, una clip promozionale e un video della critica. Il film è una versione moderna delle iconiche avventure dell’orso Paddington create dall’inglese Michael Bond e tradotte in quaranta lingue con 70 titoli che hanno venduto più di 30 milioni di copie in tutto il mondo.

Nel cast di Paddington ci sono Hugh Bonneville, Nicole Kidman, Ben Whishaw, Peter Capaldi, Julie Walters, Sally Hawkins. Alla regia Paul King.

Paddington è cresciuto nel profondo della giungla peruviana con la zia Lucy che, ispirata da un incontro casuale con un esploratore inglese, ha allevato il nipote preparando marmellate, ascoltando la BBC e sognando di una vita entusiasmante a Londra. Quando un terremoto distrugge la loro casa, la zia Lucy decide che è giunto il momento di nascondere il suo giovane nipote a bordo di una nave diretta in Inghilterra, in cerca di una vita migliore. Confidando nella gentilezza di qualche anima buona lega un’etichetta al collo del nipote che dice semplicemente: “Si prega di prendersi cura di questo orso. Grazie”.

Perso e solo alla stazione di Paddington, l’orsetto scopre ben presto che Londra non è la terra accogliente e ben educata dei suoi sogni, ma piuttosto un’affollata, vivace metropoli dove nessuno nemmeno si accorge di lui. Per fortuna incontra la famiglia Brown che non si sente di abbandonare questo giovane orso senzatetto al suo destino. Dopo avergli dato il nome della la stazione dove lo hanno trovato gli offrono un posto dove stare mentre lui cerca l’unica persona che conosce a Londra: l’esploratore che tanti anni prima ha così tanto colpito sua zia Lucy.

Fonte: Paddingtonmovie