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La Piccola Bottega degli Orrori reboot: Johansson ed Egerton in trattative

la piccola bottega degli orrori

È da un po’ di tempo che non avevamo aggiornamenti sul nuovo adattamento cinematografico de La Piccola Bottega degli Orrori, film del 1960 di Roger Corman che ispirò il celebre musical di Alan Menken e Howard Ashman e la versione cinematografica del 1986 di Frank Oz. Adesso, sembra che due grandi star di Hollywood siano pronte ad entrare a far parte del cast del nuovo film.

Come riportato da Full Circle Cinema (via ComicBook), pare che Taron Egerton (di recente vincitore di un Golden Globe grazie alla sua interpretazione di Elton John nel biopic musicale Rocketman), sa in trattative per interpretare il ruolo del protagonista Seymour, che nel film di Oz aveva le fattezze dell’iconico Rick Moranis. Ma non è tutto: per quanto riguarda la co-protagonista femminile, come spifferato da Jeff Sneider di Collider via Twitter, sembra che il ruolo di Audrey (l’interesse amoroso di Seymour, interpretato nel film del 1986 da Ellen Greene) sia stato offerto nientemeno che a Scarlett Johansson, tra le grandi protagoniste della season award di quest’anno grazie a Storia di un matrimonio e JoJo Rabbit

LEGGI ANCHE – Scarlett Johansson entra nel club ristretto della “doppia nomination”

In attesa di scoprire se i due attori entreranno ufficialmente a far parte del progetto, ricordiamo che un reboot de La Piccola Bottega degli Orrori è stato annunciato nel 2016: all’epoca Greg Berlanti avrebbe dovuto dirigere il nuovo film per conto della Warner Bros. basandosi su una sceneggiatura di Matthew Robinson.

La prima versione de La Piccola Bottega Degli Orrori era una dark comedy a budget ridotto diretta da Richard Corman nel 1960 che raccontava le vicende di una pianta carnivora gigantesca coltivata da un timido fiorista. Il film divenne poi un musical a Broadway nel 1982 e, nel 1986, Frank Oz diresse un remake con Rick Moranis nei panni di Seymour ed Ellen Greene nelle vesti di Audrey.

 
 

La Piazza della mia Città, una clip in esclusiva

Arriva in sala il 17 settembre La Piazza della mia Città, di Paolo Santamaria, con Lo stato Sociale, e con la partecipazione di Morandi, Carboni, Gioli tra gli altri. Ecco una clip in esclusiva dal film.

Bologna, giugno 2018. Il concerto in Piazza Maggiore de Lo Stato Sociale, la band che ha portato l’indie italiano sul palco del Festival di Sanremo, diventa la colonna sonora per raccontare una delle piazze più iconiche d’Italia e la città magica che si muove intorno. Grazie ad un cast di star di primissimo piano del mondo dello spettacolo, la musica diventa protagonista di un indimenticabile documentario diretto da Paolo Santamaria che racconta aneddoti, curiosità e ricordi legati a Bologna, alla storia d’Italia e ai suoi personaggi.

 
 

La Petite: recensione del film di Guillaume Nicloux

Joseph è un impegnativo vedovo settantenne che passa le sue giornate in solitaria nell’incasinato e affascinante laboratorio in cui restaura esclusivi pezzi d’arredamento. La sua vita procede tranquilla finché improvvisamente un giorno riceve la telefonata più dolorosa che un genitore possa mai avere: suo figlio Emanuel e il suo compagno Joachim sono morti in un tragico incidente aereo. Mentre cerca di affrontare e accettare la perdita del figlio, Joseph inizia a interrogarsi e ossessionarsi sul futuro della bambina, non ancora nata, che i due giovani stavano per avere grazie alla ventenne Rita, una madre surrogata nella città di Gent, in Belgio, dove la GPA (Gestazione per Altri) è accettata ma non ancora regolamentata giuridicamente.

Cosa ne sarà della piccola? Riuscirà ad avere una famiglia o verrà abbandonata e dimenticata? Con il disappunto della figlia (Maud Wyler) e dei genitori di Joachim – questi ultimi troppo impegnati in una guerra giudiziaria contro la compagnia aerea coinvolta nell’incidente –, Joseph decide di partire per il Belgio in cerca della misteriosa madre surrogata, con l’obiettivo di conoscerla e assicurarsi che la nascitura abbia tutto l’amore che merita e che suo figlio era pronto a darle.

È questa la commovente e profonda storia di La Petite, il dolce e sincero dramma francese diretto dall’audace Guillaume Nicloux (The Nun, The End, The Lockdown Tower) e ispirato al romanzo Le Berceau (trad. “La culla”) di Fanny Chesnel, disponibile nelle sale italiane dal 18 gennaio 2024.

La Petite – In foto l’attore Fabrice Luchini.

Per ogni vita che va, c’è un’altra che arriva

È davvero raro incontrare sul grande schermo narrazioni che affrontino il complesso e controverso tema della maternità surrogata. Se poi a questo si aggiungono anche le difficoltà affrontate dalle coppie LGBTQIA+, l’elaborazione della perdita di un figlio e le dinamiche non così semplici delle famiglie allargate, allora diviene una vera e propria sfida cinematografica. Una sfida che Nicloux ha accettato con la storia contemporanea di Joseph, interpretato dal talentuoso e pluripremiato Fabrice Luchini, e Rita (l’attrice belga Mara Taquin, conosciuta in La Syndicaliste e Nothing to Fuck).

Attraverso una narrazione semplice ed essenziale, Nicloux conduce il pubblico in un coinvolgente e intenso viaggio di 90 minuti sull’esistenza, l’amore, la sofferenza e la rinascita. Dopo la perdita del figlio, Joseph si aggrappa a un fragile filo di speranza legato a Rita, la giovane donna, apparentemente fredda e pungente, che aveva accettato la gravidanza solo per motivi finanziari. Empatizzare con Joseph è facile, ma affezionarsi a questo tenero padre lo è ancor di più. Nonostante il suo complicato e infelice rapporto con il figlio, Joseph sceglie di non affrontare il lutto con rabbia o risentimento. Si lascia piuttosto travolgere dai ricordi, si concede la possibilità di perdonarsi, anche se con qualche difficoltà, e insegue l’opportunità di compiere il suo ultimo grande atto d’amore per Emanuel.

La Petite – In foto (da sinistra a destra) Mara Taquin e Fabrice Luchini.

Un’opera intima e delicata, ma non abbastanza coraggiosa

Con il giusto equilibrio tra dramma e umorismo, morte e vita, Nicloux regala al grande schermo un’opera intima, delicata, e, soprattutto, sincera, dall’inizio alla fine. La Petite è un adorabile e toccante viaggio di redenzione e di rinascita che riflette, senza riserva alcuna, sulla complessità della vita e le sue infinite variabili.

Al di là della sua tenera e dolceamara bellezza, però, La Petite sembra voler restare in superficie, evitando di approfondire con attenzione e dignità quel tema complesso di cui si fa onorevole portavoce. Infatti, la discussione sulla maternità surrogata per famiglie arcobaleno, pur presente, è accennata fugacemente da poche battute sparse senza un’adeguata coerenza o una reale importanza. Per quanto godibile, emozionante e dalle nobili intenzioni, quindi, la pellicola di Guillaume Nicloux manca l’occasione di affermarsi sul panorama cinematografico come un’opera originale, incisiva e provocatoria; accontentandosi così di essere in realtà un timido e labile tentativo che ha avuto timore di spingersi troppo oltre.

 
 

La persona peggiore del mondo, recensione del film di Joachim Trier

La persona peggiore del mondo recensione

Dal 18 Novembre è disponibile in alcune sale italiane La persona peggiore del mondo, film del regista norvegese Joachim Trier che, dopo il successo del thriller sovrannaturale Thelma (2017) torna a farsi ispirare dalla cornice della nordica Oslo in un coming-of-age 2.0, quello di Julie: protagonista indiscussa di una storia di anima e corpo, l’interpretazione fenomenale dell’attrice Renate Reinsve è stata riconosciuta dal Prix d’interprétation féminine a Cannes.

La persona peggiore del mondo: un coming of age sospeso tra anima e corpo

La persona peggiore del mondo parla in modo inedito, fin dal prologo, a noi giovani: siamo nati in un mondo che non ci regala nulla, dice Julie, eppure in qualche modo si aspetta ancora di più da noi: non molto tempo fa, era la norma per gli adulti tra i 20 e 30 anni avere tutto sotto controllo: un coniuge, una carriera avviata, dei bambini – almeno una di queste cose e meglio ancora se tutte e tre. I giovani d’oggi sono intrappolati in questo strano purgatorio tra l’aggrapparsi all’essere bambino e l’età adulta. Ci viene concesso più tempo per diventare chi vogliamo essere ma c’è più pressione che mai per riuscirci.

Entra in scena così Julie (Renate Reinsve, la gemella perduta di Dakota Johnson), una norvegese volubile che pensa di non essersi mai impegnata fino in nessuna cosa. Un’adolescente ambiziosa, si è dilettata in medicina prima di scoprire che era più interessata alle questioni dell’anima che al corpo e passare allo studio della psicologia. Così, si taglia e si tinge i capelli, lascia il suo attuale fidanzato, prima di bruciare anche questo percorso accademico, cambiando idea ancora una volta e diventando fotografa. Non sorprende che anche la fotografia riesca ad annoiare Julie che, ben presto, decide di passare al prossimo nuovo taglio di capelli, un successivo ragazzo e a un’ulteriore professione.

Prima di questo montaggio vorticoso, tabella di punteggio sulla vita di Julie fino a quel momento (montato con precisione da Olivier Bugge Coutté e impreziosito dalla colonna sonora di Ola Fløttum), La persona peggiore del mondo spiega cosa sta per succedere: questo sarà un film composto da dodici capitoli, con tanto di prologo ed epilogo. Forse la storia che Julie non è ancora riuscita a mettere per iscritto?

La persona peggiore del mondo è lo scrapbook frammentato di Julie, che anela all’autorealizzazione accorpando forzatamente ritagli di vita, senza rendersi conto che non li sta realmente sperimentando. Lo scorrere del tempo dei 12 capitoli non è mai cronometrato in modo coerente, andando a creare una patina narrativa in cui non sappiamo mai quanto tempo è trascorso, ma sappiamo che ne è passato: il tempo scivola via inesorabilmente dalle mani di Julie, burattinaia dei fili di una vita che la immobilizzano.  Ogni capitolo ha come protagonista una Julie che è leggermente diversa ma anche la stessa di sempre, con lei che si evolve lentamente come risultato degli eventi della scena precedente, ma abbastanza distintamente da permetterci di notare queste alterazioni e l’inizio della formazione del suo io più completo.

Quando finalmente raggiungiamo il suo presente, ha intrapreso una relazione a lungo termine con un fumettista di 44 anni di successo di nome Aksel (Anders Danielsen Lie), la cui prospera carriera le ha dato la stabilità di lavorare di giorno in una libreria mentre si prende il tempo di decidere su cosa voglia puntare dopo. Alla fine riesce ad affermarsi come scrittrice di talento, pubblicando un saggio controverso intitolato Sesso orale nell’epoca del #MeToo.

la persona peggiore del mondo joachim trier

La persona peggiore del mondo è un inno alla multidimensionalità vitale

Come riprendersi in mano una vita che scorre agli occhi degli altri ma non dentro di sé? Julie dovrà capire che cambiare ed evolvere costantemente è essere vivi; siamo fatti per essere malleabili nello spirito come lo siamo nella carne, ma rimanere in un posto o liberarsi dell’altro non è indicativo di una vita meno vissuta. Il nucleo di La persona peggiore del mondo rimane questo: l’idea che il capire e comprendere è parte integrante dell’essere, non del diventare.

La sceneggiatura di Trier – scritta in collaborazione con Eskil Vogt (Thelma, Oslo, August 31st) è una sincera lettera d’amore per gli animi vagabondi, che emana un’immensa empatia per Julie nonostante le sue battute d’arresto o i suoi difetti e non giudica mai il suo viaggio, permettendo al pubblico di formare le proprie opinioni sulle sue scelte in scenari controversi, invece di fornire una prospettiva fissa attraverso cui valutare le sue decisioni. Mentre un film minore avrebbe giocato sul “triangolo amoroso” tra Julie, Askel e Eivind, Trier e Vogt presentano semplicemente gli aspetti positivi e negativi di entrambi i partner, senza che nessuno sia esplicitamente un “buono” o un “cattivo”, come spesso accade nella vita; gli esseri umani sono più di queste riduttive categorizzazioni, e La persona peggiore del mondo è onesto su questa multidimensionalità, con tutti e tre i protagonisti pienamente caratterizzati.

Una caratterizzazione così completa permette anche al film di sovvertire le aspettative, poiché, nonostante il materiale narrativo abbia una base familiare, La persona peggiore del mondo si separa da storie simili allontanandosi dai ruoli stereotipati del genere e dalla tradizionale struttura in tre atti, svolgendosi come la vita stessa piuttosto che sentirsi vincolato a certe convenzioni o cliché, rendendo il viaggio di Julie nel complesso molto più significativa e memorabile.

La persona peggiore del mondo è indeciso come la sua eroina infinitamente curiosa, ma è un ritratto rinvigorente ed estremamente gentile che trasmette in maniera inedita l’idea che il viaggio è altrettanto – se non più – cruciale del posto in cui finiamo.

 
 

La penna di Nic Pizzolatto per il remake de I magnifici sette

La MGM ha reclutato lo scrittore e sceneggiatore Nic Pizzolatto perché tiri fuori dal cilindro lo script del remake de I magnifici sette (1960) di John Sturges

 
 

La Pellicola D’oro: tutti i nominati

Sono state rese ufficiali le cinquine e le terne del Premio de La Pellicola D’oro che si terrà il 24 giugno a Roma. Il premio cinematografico è promosso ed organizzato dall’Ass.ne Culturale “Articolo 9 Cultura & Spettacolo” e dalla “S.A.S. Cinema” di cui il presidente è lo scenografo e regista Enzo De Camillis, sottolineando la collaborazione del: MIC Direzione Generale Cinema,  l’ANICA, l’APA, l’Ass.For. Cinema e Fitel.

LE CINQUINE 2023

Direttore di Produzione

  • Marco Milani                         L’IMMENSITA’ 
  • Matteo Leurini                     BLA BLA BABY
  • Elda Baldi                              ERA ORA
  • Damiano Scotti                     BRADO
  • Massimiliano Pisechi            C’ERA UNA VOLTA IL CRIMINE

Operatore di Macchina  

  • Emiliano Fiore                      ESTERNO NOTTE
  • Riccardo Filippini                 BRADO
  • Stefano Tria                           LE OTTO MONTAGNE
  • Roberto Gentili                     IL PRINCIPE DI ROMA
  • Andrea Grossi                      AMERICA LATINA

Capo Elettricista

  • Giuseppe Meloni                  ERA ORA
  • Antonio La Barbera             GLI IDOLI DELLE DONNE
  •  Francesco Galli                    SICCITA’
  • Mauro Pescetelli                   IL MIO NOME E’ VENDETTA
  • Virginio Palone                     AMERICA LATINA

Capo Macchinista

  • Fabio Albero                         SICCITA’
  • Cristiano Biagioli                  I CASSAMORTARI
  • Sandro Fabriani                   IL FILO INVISIBILE
  • Luciano Mastropietro          IO SONO L’ABISSO
  • Roberto Fucci                       BRADO

Attrezzista di Scena       

  • Claudio Stefani                     IO SONO L’ABISSO
  • Alessandro Mele                  TI MANGIO IL CUORE
  • Gianni Bardi                          IL FILO INVISIBILE
  • Marco Aureli                         IL PRINCIPE DI ROMA
  • Roberto Benetti                    BRADO

Sarta di Scena

  • Gianna Di Folco                    IL PRINCIPE DI ROMA
  • Aurelia Sartorio                   TI MANGIO IL CUORE
  • Sabrina Fabrizi                     I CASSAMORTARI
  • Gianna Taddeo                     ESTERNO NOTTE
  • Valentina Vocale                  ALTRIMENTI CI ARRABBIAMO

Tecnico di Effetti Speciali   

  • Chiara Fieriani                      I VIAGGIATORI
  • Franco Sabelli                       DIABOLIK – GINKO ALL’ATTACCO
  • Elio Terribili                         IL MIO NOME E’ VENDETTA
  • Andrea Colagrossi               TI MANGIO IL CUORE
  • Roberto Ricci                                      BRADO

Sartoria Cineteatrale    

  • Tirelli                                     AMERICA LATINA
  • RO.CA.GI. Russo Castello       ESTERNO NOTTE
  • Missoni                                  AMERICA LATINA
  • Nori                                       ESTERNO NOTTE
  • Anna Mode                           IL PRINCIPE DI ROMA

Capo Costruttore 

  • Carlo Furlan                         DIABOLIK  – GINKO ALL’ATTACCO
  • Corrado Corradi                  BRADO
  • Antonio Russo                      ESTERNO NOTTE
  • Giacomo Celentano              IL PRINCIPE DI ROMA
  • Massimo Chessari                L’IMMENSITA’  

Storybord Artist      

  • Francesca Ferrara                QUEL POSTO NEL TEMPO
  • Pietro Scola Di Mambro      L’IMMENSITA’ 
  • Marco Valerio Gallo             IL MIO NOME E’ VENDETTA
  • Cristiano Donzelli                 ESTERNO NOTTE
  • Alekos Diacodimitri             DIABOLIK  – GINKO ALL’ATTACCO

Maestro d’Armi                                                     

  • Samuele Brancato                ESTERNO NOTTE
  • Ottaviano Dell’Acqua           IL PRINCIPE DI ROMA
  • Franco Maria Salomon        L’IMMENSITA’
  • Emiliano Novelli                   IL MIO NOME E’ VENDETTA
  • Diego Guerra                                     LE OTTO MONTAGNE

Creatore di Effetti Sonori 

  • Andrea Caucci                       ALTRIMENTI CI ARRABIAMO
  • Franco Galliano                    I VIAGGIATORI
  • New Digital                           ESTERNO NOTTE
  • Thomas Giorgi                      LE OTTO MONTAGNE
  • Gianluca Basili                      LA CENA PERFETTA

Miglior Attore

  • Fabrizio Gifuni                     ESTERNO NOTTE
  • Saul Nanni                             BRADO
  • Marco Giallini                       IL PRINCIPE DI ROMA
  • Alessandro Borghi               THE HANGING SUN
  • Francesco Montanari          ERO IN GUERRA MA NON LO SAPEVO

Miglior Attrice                                                

  • Juju Di Domenico                 ERO IN GUERRA MA NON LO SAPEVO
  • Miriam Leone                       DIABOLIK  – GINKO ALL’ATTACCO
  • Margherita Buy                    ESTERNO NOTTE
  • Giovanna Rei                          QUEL POSTO NEL TEMPO
  • Eloide Di Patrizi                    TI MANGIO IL CUORE

LE TERNE  2023

Direttore di Produzione

  • Neri Migani                                       ROMOLUS
  • Paola Vargas                                    CHRISTIAN
  • Fabio Carlà                                       BANG BANG BABY

Operatore di Macchina

  • Sebastiano Bazzini                           THE BAD GUY
  • Emiliano Fiore                                  BANG BANG BABY
  • Stefano Salemme                             LE FATE IGNORANTI

Capo Elettricista

  • Maurizio Matania                             L’AMICA GENIALE
  • Valerio Gorga                                   VINCENZO MALINCONICO
  • Maurizio De Pol                               THE BAD GUY

Capo Macchinista

  • Alessio Lampazzi                             LE FATE IGNORANTI
  • Marco Santarelli                               ROMOLUS
  • Flaviano Ricci                                   THE BAD GUY

Attrezzista di Scena                                 

  • Maurizio d’Achille                            NOI
  • Michael Ceracchini                          CHRISTIAN
  • Roberto Ricci                                   MONTEROSSI

Sarta di Scena

  • Gianna Taddeo                                 ESTERNO NOTTE
  • Tamara Ventrice                              LE FATE IGNORANTI
  • Melissa Anzellotti                             ROMOLUS

Tecnico di Effetti Speciali          

  • Maurizio Corridori                          SOVRAVVISSUTI
  • Renato Agostini                                ESTERNO NOTTE
  • Paolo Ricci                                        NERO A META’ 2

Sartoria Cineteatrale

  • La Fabbrica del Costume                DIVISI COME DUE GOCCE D’ACQUA
  • Anna Mode                                     CHRISTIAN
  • La Bottega di Alice                           IL RE

Capo Costruttore

  • Luigi Sergianni                                 I DELITTI DEL BARLUME
  • Rossano Grasselli                            BANG BANG BABY
  • Simona Balducci                              THE BAD GUY

Story Bord Artist

  • Marco Letizia                                    ROMOLUS
  • Giordano Saviotti                             SOPRAVVISSUTI
  • Marco Valerio Gallo                         LE FATE IGNORANTI

Maestro d’Armi

  • Stefano Mioni                                   MAKARI
  • Emiliano Novelli                              BANG BANG BABY
  • Marco Pancrazi                                BORIS 4

Creatore di Effetti Sonori

  • Simone Chiossi                                 MAKARI
  • Fabrizio Quadroli                             CHRISTIAN
  • Thomas Giorgi                                 THE BAD GUY

Attore Protagonista

  • Massimiliano Gallo                           VINCENZO MALINCONICO
  • Luigi Lo Cascio                                 THE BAD GUY
  • Fabrizio Gifuni                                 ESTERNO NOTTE

Attrice Protagonista         

  • Serena Rossi                                            MINA SETTEMBRE
  • Claudia Pandolfi                                        THE BAD GUY
  • Silvia D’Amico                                           CHRISTIAN
 
 

La Pellicola d’Oro alla Festa del Cinema di Roma, l’appuntamento

La Pellicola d’Oro

Mercoledì 19 ottobre ore 12:00 nell’ambito della Festa del Cinema di Roma presso lo spazio REGIONE LAZIO (Lazio Terra di Cinema) all’Auditorium Parco della Musica, La Pellicola d’Oro presenta le aziende artigianali del cinema italiano «Formazione giovanile».

Sono stati invitati: Miguel Gotor (Assessore alla Cultura del Comune di Roma), Claudia Pratelli (Assessore alle scuole Comune di Roma), Giovanna Pugliese (Uff. Cinema della Regione Lazio), Francesco Rutelli (Presidente Anica), Antonella Barbieri (Direttore  Generale APA). Hanno confermato: gli studenti del Cine TV Rossellini e del Liceo Artistico Alessandro Caravillani). Le aziende: Rancati, Tirelli, Scenarredo, l’Associazione AIAT-SFX Effetti Speciali del Set).

Durante l’evento saranno premiati:

  • Segretaria di Edizione Paola Bonelli per il film “I Fratelli de Filippo”  di Sergio Rubini.
  • Direttore di Produzione Carlo Traini per il film  “Il Cattivo Poeta”  di Gianluca Jodice.
  • Premio alla Carriera Angelo Cortese Pittore di Scena.

Il premio cinematografico è promosso ed organizzato dall’Ass.ne Culturale “Articolo 9 Cultura & Spettacolo” e dalla “S.A.S. Cinema” di cui il presidente è lo scenografo e regista Enzo De Camillis, sottolineando la collaborazione del: MiC Direzione Generale Cinema, , l’ANICA, l’APA, l’Ass.For. Cinema.

Ponendosi l’obiettivo di portare alla ribalta quei “mestieri” il cui ruolo è fondamentale per la realizzazione di un film ma che, allo stesso tempo, sono praticamente “sconosciuti” o non correttamente valutati dal pubblico.  Si ringraziano le Associazioni Professionali de l’APAI e dell’AIARSE.

 
 

La Pellicola D’oro 2022: tutti i nominati

PELLICOLA D’ORO

Il 14 giugno presso il Teatro Ettore Scola de la Casa del Cinema di Roma si terrà la XII edizione del Premio de “La Pellicola D’oro” che sarà condotta ancora una volta da Sabina Stilo e con la presenza di moltissimi ospiti. Promosso ed organizzato dall’Associazione Culturale “Articolo 9 Cultura & Spettacolo” e dalla “Sas Cinema” di cui è Presidente lo scenografo e regista Enzo De Camillis (ideatore dell’evento),  “La Pellicola d’oro” è il primo premio in Europa a riconoscere i mestieri e l’artigianato del cinema.

La Pellicola d’Oro” è un riconoscimento che ha come obiettivo l’importanza di portare alla ribalta quei “mestieri” che hanno un ruolo fondamentale per la realizzazione di un film. Parliamo dei titoli di coda di un film, riconoscendo dal macchinista alla sarta di scena, dagli effetti speciali agli Stuntman, dalle sartorie cine-teatrali ai costruttori di scene. Accanto a questi riconoscimenti, non mancano, come ogni anno, premi speciali che vengono assegnati ad altri artisti del cinema, dello spettacolo e della cultura, che si sono particolarmente distinti nella loro carriera.

A ricevere i premi speciali quest’anno saranno le attesissime attrici Valeria Fabrizi, Claudia Gerini,l’attore Ninetto Davoli che riceverà il Premio all’attività artistica in coincidenza con l’anno pasoliniano, lo sceneggiatore e produttore Enrico Vanzina. Premio per l’Attività Produttiva a Matilde Bernabei per 30anni di attività con la LUX Vide.
Inoltre, ritirerà il premio de “La Pellicola d’Oro 2021” Alba Rohrwacher come Miglior Attrice nel film “Lacci” di Daniele Luchetti.

Tra gli attori in gara per la sezione Miglior Attore Cinema: Marco Giallini, Stefano Accorsi, Mario Autore, Tony Servillo, Gabriele Lavia; per la sezione Miglior Attrice Cinema: Aurora Giovinazzo, Miriam Leone, Anna Ferraioli Ravel, Milena Vikotic, Margherita Buy. Mentre per la sezione Miglior Attore Fiction: Giuseppe Zeno, Claudio Bisio e Alessandro Gassman e Miglior Attrice Fiction: Matilda De Angelis, Serena Rossi, Anna Foglietta.

Si ringraziano per la loro adesione il MIC (DG Cinema), Regione Lazio, l’ANICA, l’APA, l’Ass. For Cinema,  Roma Lazio Film Commission, la Panalight e la Fitel.

Le cinquine 2022 – Sezione Cinema

DIRETTORE DI PRODUZIONE

Gianni MEGLIO                                – La befana vien di notte

Carlo TRAINI                                    – Il cattivo poeta

Fabio LOMBARDELLI                      – Freaks Out

Andrea FOLETTI                              – Appunti di un venditore di donne

Raffaello SARAGO’                          – Un mondo in più

 

OPERATORE DI MACCHINA

Emiliano CANEVARI INTOPPA        – La befana vien di notte

Luigi ANDREI                                   – Il cattivo poeta

Matteo CARLESIMO                        – Freaks Out

Raffaele MASSA                              – Marilyn a gli occhi neri

Roberto LUZI                                   – I fratelli De Filippo

 

CAPO ELETTRICISTA

Antonio LA BARBERA                      – La Befana Vien di Notte

Fabio CAPOZZI                                – Mondo cane

Loris FELICI                                      – Freaks Out

Ettore ABATE                                    – Qui rido io

Matteo ATTOLINI                              – Il cattivo poeta

 

CAPO MACCHINISTA

Roberto MORESCHINI                   – La Befana vien di Notte

Maurizio BENVENUTO                   – Mondo cane

Raffaele ALLETTO                          – Freaks Out

Sandro FABBRIANI                         – Qui rido io

Marco SANTARELLI                       – I fratelli De Filippo
ATTREZZISTA DI SCENA

Vladimiro CECCONI                         – Marylin ha gli occhi neri

Roberto BENETTI                            – Qui rido io

Massimiliano CORTE                      – Freaks Out

Federica QUARTULLO                    – Un mondo in più

Sebastiano MURER                        – Il cattivo poeta

 

SARTA DI SCENA

Alessia CACCIALUPI                       – Freaks Out

Laura ANTONELLI                           – Qui rido io

Danilo MAGGI                                  – Marily ha gli occhi neri

  1. Antonietta SALVATORI                – I fratelli De Filippo

Luana PIERVENANZI                      – Il cattivo poeta

 

TECNICO EFFETTI SPECIALI

Franco SABELLI                                – Diabolik

Maurizio CORRIDORI                       – Freaks Out

Angelo MIRRA                                   – La befana vien di notte

Valeriano SPIRITO                            – Governance

Fabio TRAVERSARI                         –  Io sono Babbo Natale

Massimo CIARAGLIA                   – Leonardo

Pasquale DI VACCARO                 – Alfredino

 

SARTORIA CINETEATRALE

ANNAMODE                                     – Storia di una Famiglia perbene

TIRELLI                                             – Leonardo

–                                                           –

CAPO COSTRUTTORE

CORRADI –  PARISI                        – Leonardo

 

Roberto LAURENZI                         – Alfredino

Franco PUCCIO                                – Carla

 

STORYBOARD ARTIST

David ORLANDELLI                       – Alfredino

David ORLANDELLI                        – Leonardo

 

MAESTRO D’ARMI

Emiliano NOVELLI                           – Un professore

Saverio DESIDERATO                      – Una famiglia perbene

Alessandro NOVELLI                       – Leonardo

 

CREATORE EFFETTI SONORI

Marco GIACOMELLI                          – Leonardo

Luciano ANZELLOTTI                        – Alfredino

 

ATTORE PROTAGONISTA

Giuseppe ZENO                               – Storia di una famiglia perbene

Claudio BISIO                                    – Tutta colpa di Freud

Alessandro GASSMANN                  –  Un professore

 

ATTRICE PROTAGONISTA

Matilda DE ANGELIS                      – Leonardo

Serena ROSSI                                    – Mina Settembre

Anna FOGLIETTA                            – Alfredino

 
 

La Pellicola d’oro: tutti i nominati del 2024

A seguito della presentazione delle nomination e dei premi speciali per la XIV Edizione 2024 realizzata con successo presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, condotta dall’attrice Antonella Fattori, il 24 maggio scorso alla presenza di importanti autorità istituzionali: il Vice Capo di Gabinetto del Mimit la Dott.ssa Elena Lorenzini, il Presidente della Commissione Cultura On. Federico Mollicone, il Commissario Straordinario della FilmCommissionLazio Mariella Troccoli, la Dott.ssa Valeria Allegritti dello staff  della Segreteria Assessore alla Cultura Comune di Roma, la Dott.ssa Francesca Baudi delegata dalla Senatrice Borgonzoni, il Presidente del MEI Paolo Masini, il Direttore delle Produzioni RAI Marco Cunsolo, per conto dell’Associazione ANICA l’Avv. Andrea Canali, il Presidente dell’Associazione Via Veneto la Dott.ssa Elisabetta Calò e l’Avv. Giovanna Silvaggi, per l’Associazione APA il Produttore Federico Scaldamaglia.

Nei Vari interventi di soddisfazione e di apprezzamento al premio, ci teniamo a sottolineare le parole del Dott. Marco Cunsolo (Direttore delle Produzioni RAI): ”…Ogni candidatura rappresenta un riconoscimento del talento, dell’impegno e della passione che avete riservato nei vostri progetti. Indipendentemente dal risultato di questa sera, ciascuno di voi è già un vincitore.  Questo, per me è il vero premio, vi ringrazio per la vostra dedizione , passione e continuate a raccontare storie ed a sfidare i confini dell’arte regalandoci la bellezza del cinema.

Buona fortuna a tutti voi sperando di poter estendere in futuro, magari qualche candidatura anche al mondo televisivo, non da meno per impegno e dedizione”.

Vogliamo ricordare due giovanissimi attori inseriti nella cinquina e presenti durante la serata: Greta Gasbarri per il film “Mia” e Gianmarco Franchini per il film ”Adagio”.

L’organizzazione della cerimonia di premiazione del prestigioso premio de “La Pellicola D’oro” avverrà il 15 giugno ore 20:30 nella storica ed affascinante via Veneto a Roma (altezza Porta Pinciana, isola pedonale per l’evento).

Protagonisti della serata, condotta da Sabina Stilo, saranno le maestranze e gli attori votati da una giuria composta da 260 professionisti e tecnici che hanno acquisito le nomination per la sezione Cinema e Fiction. Senza dimenticare il premio giovani e, come ogni anno, sono stati definiti i premi speciali alla carriera a gli attori Michele Placido, Elena Sofia Ricci e al regista Sergio Martino.

Il premio cinematografico, promosso ed organizzato dall’Ass.ne Culturale “S.A.S. Cinema” di cui il presidente è lo scenografo e regista Enzo De Camillis, nasce e vuole sostenere i mestieri e l’artigianato del nostro cineaudiovisivo italiano che sono l’ossatura portante di un film.

Hanno aderito al premio: Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il MiC DG Cinema, Ministero della Marina Militare, Regione Lazio, Comune di Roma, il Centro Sperimentale di Cinematografia, Cinecittà, RomaLazioFilmcommission, ANICA, APA, FiTel, Panalight, Associazione Via Veneto.

“Ci teniamo a ringraziare il Ministero delle Imprese e del Made in Italy che ci ha ospitato sottolineando l’importanza, con questa occasione, di dare un valore aggiunto al premio consegnando a tutti i candidati inseriti nelle nomination, l’attestato de La Pellicola d’Oro” –dichiara Enzo De Camillis, ideatore del premio. Aggiunge, inoltre: Durante la cerimonia di premiazione avremmo molti ospiti del settore cinematografico e delle istituzioni, ricordando via Veneto negli anni della “dolce vita”.

Le cinquine 2024

Direttore Di Produzione:

  • Alice Marchitelli – L’ultima Volta Che Siamo Stati Bambini
  • Alessandro Mancini – Napoli Milionaria
  • Marta Razzano – Educazione Fisica
  • Daniele Modina – Come Pecore In Mezzo Ai Lupi
  • Giorgia Passarelli – C’è Ancora Domani

Operatore Di Macchina

  • Emiliano Chiari – Le Mie Ragazze Di Carta
  • Luigi Andrei – Napoli Milionaria
  • Fabrizio Vicari – L’ultima Volta Che Siamo Stati Bambini
  • Andrea Grossi – Adagio
  • Andrea Beck Peccoz – Grazie Ragazzi

Capo Elettricista

  • Gabriele Gorga – Adagio
  • Pino Meloni – Cento Domeniche
  • Marco Sticchi – Napoli Milionaria
  • Fabio Capozzi – C’è Ancora Domani
  • Michele Pellegrini – Bassifondi

Capo Macchinista

  • Massimo Diamanti – Elf Me
  • Piero Bosi – Cento Domeniche
  • Sandro Fabbriani – L’ultima Volta Che Siamo Stati Bambini
  • Marcello Negretti – C’è Ancora Domani
  • Fabrizio Diamanti – Adagio

Attrezzista Di Scena:

  • Claudio Stefani – Il Sol Dell’avvenire
  • Stefano Carbonaro – Grazie Ragazzi
  • Federico Vianelli – Adagio
  • Marco Aureli – C’è Ancora Domani
  • Massimiliano Corte – Denti Da Squalo

Sarto Di Scena:

  • Antonella Ranisi – Il Sol Dell’avvenire
  • Gianna Taddeo – Felicità
  • Luciana Salinaro – C’è Ancora Domani
  • Giacomo Ponzo – L’ultima Volta Che Siamo Stati Bambini
  • Laura Antonelli – Mixed By Erry

Tecnico Di Effetti Speciali

  • Renato Agostini – Il Primo Giorno Della Mia Vita
  • Luca Ricci – Adagio
  • Pasquale Catalano – Con La Grazia Di Un Dio
  • Maurizio Corridori – Denti Da Squalo
  • Franco Galliano – C’è Ancora Domani

Sartoria Cineteatrale:

  • Annamode  – Il Sol Dell’avvenire
  • Peruzzi – Il Più Bel Secolo Della Mia Vita
  • Russo – Napoli Milionaria
  • Liliana Sotira – La Festa Del Ritorno
  • Costumi D’arte – Un Matrimonio Mostruoso

Capo Costruttore:

  • Simona Balducci Cine – Educazione Fisica
  • Gianni Iorillo – Avenzers – Italian Super Heroes
  • Corraro Corradi – L’ultima Volta Che Siamo Stati Bambini
  • Roberto Palombelli – Elf Me
  • Elisabetta Ajani – La Chiocciola

Storyboard Artist:

  • Marco Valerio Gallo – Elf Me
  • David Orlandelli – Da Grandi
  • Marco Letizia – Come Pecore In Mezzo Ai Lupi
  • Sebastiano Onano – Palazzina Laf
  • Jacopo Pivitori – Bassi Fondi

Capo Pittore Di Scena:

  • Benedetta Buzzetti – C’è Ancora Domani
  • Domenico Latronico – Il Sol Dell’avvenire
  • Giancarlo Di Fusco – Mixed By Erry
  • Francesco Sorrentino – Napoli Milionaria
  • Gemma Spada – Adagio

Maestro D’armi:

  • Franco Maria Salomon – Il Sol Dell’avvenire
  • Diego Guerra – Palazzina Laf
  • Alessandro Borgese – Adagio
  • Emiliano Novelli – Mixed By Erry
  • Giorgio Savino – Il Più Bel Secolo Della Mia Vita

Creatore Di Effetti Sonori:

  • Thomas Giorgi – I Migliori Giorni
  • Luca Anzellotti – C’è Ancora Domani
  • Marta Billingsley – il sol dell’avvenire
  • Marco Ciorba – Da Grandi
  • Antonio Tirinelli – Palazzina Laf

Attore Protagonista:

  • Nanni Moretti – Il Sol Dell’avvenire
  • Valerio Mastandrea – C’è Ancora Domani
  • Gianmarco Franchini – Adagio
  • Antonio Albanese – Cento Domeniche
  • Pierfrancesco Favino – Adagio

Attrice Protagonista:

  • Paola Cortellesi – C’è Ancora Domani
  • Chiara Celotto – Mixed By Erry
  • Vanessa Scalera – Napoli Milionaria
  • Greta Gasbarri – Mia
  • Isabella Ragonese – Come Pecore In Mezzo Ai Lupi

Le terne 2024 

Direttore di produzione:

  • Paolo Fragomeni – Call My Agent
  • Barbara Busso – I Bastardi Di Pizzofalcone 4
  • Cristian Schiozzi – Domina 2

Operatore Di Macchina

  • Sebastiano Bazzini – Call My Agent
  • Emiliano Leurini – Domina 2
  • Giovanni Gebbia – A Casa Tutti Bene

Capo Elettricista

  • Ettore Abate – Mare Fuori
  • Daniele Cafolla – Domina 2
  • Stefano Proietti – I Leoni Di Sicilia

Capo Macchinista

  • Flaviano Ricci – Call My Agent
  • Paolo Tiberti – Domina 2
  • Luigi Rocchetti – A Casa Tutti Bene

Attrezzista Di Scena:

  • Manuele Antonini – Call My Agent
  • Luca Ferretti – Domina 2
  • Cristiano Gobbi – I Leoni Di Sicilia

Sarta Di Scena:

  • Gloriana Manfra – Mare Fuori
  • Anna Lucia Salinaro – Call My Agent
  • Maria Pia Rossi – Domina 2

Tecnico Di Effetti Speciali

  • Mauro Geldi – Mare Fuori
  • Paolo Galliano – Call My Agent
  • Franco Ragusa – Domina 2

Sartoria Cineteatrale:

  • Fabbrica Del Costume – Un ‘ Estate Fa
  • Farani – Il Commissario Ricciardi
  • Tirelli – Domina 2

Capo Costruttore:

  • Corrado Corradi – Non Ci Resta Che Il Crimine
  • Gianluca Franculli – Noi Siamo Leggenda
  • Simona Balducci Cine – Domina 2

Storyboard Artist:

  • Giordano Saviotti – Noi Siamo Leggenda
  • Marco Valerio Gallo – I Leoni Di Sicilia
  • David Orlandelli – Everybody Loves Diamonds

Capo Pittore Di Scena:

  • Francesco Sorrentino – I Bastardi Di Pizzofalcone
  • Domenico Reordino – Domina 2
  • Monica Garrone – Everybody Loves Diamonds

Maestro D’armi:

  • Emiliano Novelli – Call My Agent
  • Alessandro Borgese – Domina 2
  • Giorgio Savino – Mare Fuori

Creatore Di Effetti Sonori:

  • Ivan Caso – Anima Gemella
  • Marinelli Effetti Sonori – Per Elisa – Il Caso Claps
  • Studio 16 Group – Everybody Loves Diamonds

Attore Protagonista:

  • Michele Riondino – I Leoni Di Sicilia
  • Michele Di Mauro – Call My Agent
  • Fabrizio Bentivoglio – Monterossi

Attrice Protagonista:

  • Miriam Leone – Ii Leoni Di Sicilia
  • Marzia Ubaldi – Call My Agent
  • Laura Morante – A Casa Tutti Bene
 
 

La pelle dell’orso recensione del film di Marco Segato

Anni ’50. Domenico (Leonardo Mason)  vive in un villaggio tra le Dolomiti – una comunità di montanari dal carattere aspro come quelle cime – con il padre Pietro (Marco Paolini), che per lui è poco più che un estraneo, un alcolista che tutti in paese considerano malvagio e buono a nulla. Finché non arriva l’occasione per riscattarsi: il diàol, un vecchio e temibile orso, torna a uccidere vacche. Pietro scommette allora con Crepaz (Paolo Pierobon), suo datore di lavoro, di uccidere l’orso in cambio di denaro. L’indomani parte da solo per la caccia, ma Domenico, saputo della scommessa, lo raggiunge. Così padre e figlio si addentrano nel bosco continuando insieme la ricerca, che diventa un’occasione per ritrovarsi.

Marco Segato, padovano, costruisce assieme ad altri veneti – Marco Paolini ed Enzo Monteleone, suoi cosceneggiatori, e Jolefilm – il suo esordio La pelle dell’orso, ambientato alle Dolomiti, a caccia del quadrupede del titolo, ma anche di un’Italia rurale perduta, con un occhio al western e l’altro a seguire le orme di Carlo Mazzacurati e di quel saper raccontare la provincia che ce lo ha fatto amare.

Bellissimo l’inizio: una sorta di carnevale montanaro, in processione tra bosco e paese, a ribadire un legame potente, ancestrale con una natura dai mille colori e sfumature, creando un’atmosfera suggestiva, che mostra subito come il regista sappia raccontare la civiltà contadina, ma crea anche elevate aspettative, non pienamente corrisposte in seguito.

La scelta del genere western è efficace nel ritrarre quel mondo rurale anni ’50, anche grazie a un cast ben scelto. Facce segnate, volti ben caratterizzati, ambientazioni tra bar fumosi, risse, partite a carte e scommesse, vita dura, pasti frugali, un fuoco per scaldarsi e perfino una “cowgirl”, che però sa essere anche accogliente e materna (Sara, Lucia Mascino).

La pelle dell’orso recensione del film di Marco Segato

Il regista abbraccia con convinzione il film d’immagini, supportato dall’ottima fotografia di Daria D’Antonio, rendendo la natura protagonista nel suo duplice aspetto di madre e matrigna. Mostra sguardo acuto nella scelta meticolosa delle inquadrature, sia quando esplorano il paesaggio, sia quando si soffermano su particolari significativi nell’economia della storia.

Su questi elementi cardine s’innestano varie direzioni narrative, ma la sceneggiatura non ne segue fino in fondo nessuna, risultando troppo ellittica. Il film non è il racconto di formazione del giovane Domenico: si osserva la vicenda con i suoi occhi, ma si capisce poco di lui, dei suoi sogni, perché ci si possa appassionare alla figura del ragazzino, che peraltro sembra già fin troppo “adulto” e responsabile all’inizio. Non è neppure pienamente un film d’avventura: le vicende che vedono protagonisti padre e figlio in caccia sono prevedibili, le tappe dell’avvicinamento alla preda si susseguono lineari fino allo scontro finale, senza vere emozioni e colpi di scena. Infine, non è un film su Pietro: non approfondisce ma sfiora solamente la storia di quest’uomo duro e schivo, un “orso” egli stesso. Oltre questo parallelismo c’è una storia umana che non viene esplorata, ferma restando la buona interpretazione di Paolini, che ben si adatta a un registro minimalista fatto soprattutto di sguardi ed espressività corporea.

In La pelle dell’orso, manca il coraggio di sviluppare a pieno  una di queste tracce, arricchendola di elementi per coinvolgere maggiormente lo spettatore e portare l’intero lavoro ai livelli di alcune sue parti.

 
 

La pelle che abito: recensione del film di Pedro Almodovar

Dopo Gli abbracci spezzati, Pedro Almodovar ritorna al cinema con La pelle che abito, una storia di violenza, inflitta e subita, di sessualità disturbata, di vendetta, identità e sopravvivenza.

Ne La pelle che abito Robert Ledgard è un eminente chirurgo plastico che, sacrificando successo e denaro, smette di operare per dedicarsi alla ricerca. Le sue giornate si dividono tra il suo laboratorio e i convegni con i colleghi che vogliono carpire i suoi segreti.   Ma cosa nasconde quest’uomo affascinante e dall’aspetto imperturbabile? La sua casa, un’immensa villa, ci svela il mistero: una donna che, segregata in casa, nasconde a sua volta un inconfessabile segreto.

La pelle che abito ritorno ai “classici fantasmi”

Il regista, coerentemente con se stesso, ripropone con intrecci diversi e stile sobrio i suoi classici fantasmi: una o più donne coinvolte in torbidi segreti, uomini che non riescono a vivere il sesso se non attraverso la violenza, una figura centrale di straordinaria forza che attraverso inimmaginabili sofferenze trova una via d’uscita. Pur facendo leva su tutti questi cardini narrativi largamente collaudati, Almodovar  inciampa nella sua stessa storia, poiché non riesce a dare ai suoi personaggi spessore né drammaticità. Le tragedie che colpiscono i protagonisti non oltrepassano lo schermo, il racconto è sterile e per lo spettatore è come guardare un acquario nel quale nuotano i pesci/attori.

Dopo diverso tempo Almodovar ritrova Antonio Banderas, con il quale però non si ripetono i successi passati (Legami! e La legge del desiderio), ed al quale affida un personaggio complesso ma impassibile che rischia di far sembrare scarsa anche la performance dell’attore. Anche la struttura narrativa di La pelle che abito, un sistema a scatole cinesi che vanno a ritroso nel tempo, risulta forzata poiché invece di dare suspence al racconto lo appesantisce e lo rende prevedibile. Lo stesso Alberto Iglesias, compositore abituale per Almodovar, questa volta sbaglia, realizzando una soundtrack eccessiva e invasiva, che sovraccarica l’universo già affollato di oggetti e sentimenti di un brillante regista che ha avuto una caduta di stile.

 
 

La pelle che abito – Trailer italiano

Da quando sua moglie è morta, bruciata in un incidente d’auto, il dottor Robert Ledgard, eminente chirurgo plastico, ha lavorato alla creazione di una nuova pelle con la quale avrebbe potuto salvarla. Dodici anni dopo riesce a coltivarla nel suo laboratorio, una pelle sensibile alle carezze, ed insieme un’autentica corazza contro tutte le aggressioni sia esterne che interne, delle quali è vittima il nostro organo più esteso.

 
 

La pelle che abito – full trailer

La Pelle che Abito, ultimo film di Pedro Almodovar, uscirà al cinema il prossimo 23 settembre. Il film è in programmazione anche al Festival di Toronto, dopo essere stato presentato

 
 

La peggior settimana della mia vita: recensione

La peggior settimana della mia vita

Paolo e Margherita stanno per sposarsi, manca una settimana al loro matrimonio e per entrambi si prospettano sette giorno impegnativi ricchi di incontri e preparativi. Quello che però Paolo non sa, è che per lui quella sarà la peggiore settimana della sua vita. Sulla scia di Ti presento i miei, e tratto dall’omonima serie inglese arriva al cinema La Peggior Settimana della Mia Vita, con protagonisti Fabio De Luigi e Cristiana Capotondi, circondati da un bel cast variegato e più o meno convincente.

La peggior settimana della mia vita si struttura in capitoli, sette, relativi ai giorni che il protagonista Paolo/Fabio deve affrontare facendo fronte a mille imprevisti organizzati in gang da comica che si susseguono in maniera divertente ma inverosimile.

La peggior settimana della mia vita, il film

Nel film ci sono anche Alessandro Siani e Chiara Francini: se il primo, nel ruolo del migliore amico, interpreta sempre più o meno lo stesso personaggio, riproponendo le sue battute in ordine sparso, la Francini, la stalker follemente innamorata dello sposo , si cimenta in un personaggio sopra le righe, che punta molto sulla fisicità e sulla vena comica e autoironica dell’attrice, peccato che a tratti la sceneggiatura non l’aiuti molto a costruire il suo personaggio.

 

Interessanti le musiche del film, che si muovono su ritmi vivaci e ben si accostano alla trama sconclusionata e scoppiettante. Molti gli equivoci, tanti i pretesti narrativi e forse troppo poche le situazioni davvero divertenti costruiscono una commedia sufficiente, non volgare e grosso modo piacevole. Perla della pellicola è però Monica Guerritore, per la prima volta in un ruolo inconsapevolmente comico che ne conferma le doti di grande interprete. Lei è la madre della sposa, esagitata, sconclusionata e artefice di alcune delle gang più riuscite. Diretto da Alessandro Genovesi.

 
 

La peggior settimana della mia vita in Dvd!

Paolo e Margherita stanno per sposarsi, manca una settimana al loro matrimonio e per entrambi si prospettano sette giorno impegnativi ricchi di incontri e preparativi.

 
 

La Pecora Nera: recensione del film di Ascanio Celestini

La pecora nera scritto

Il film La Pecora Nera di Ascanio Celestini, vincitore del “Premio Fondazione Mimmo Rotella” (dedicato alle opere più vicine alle arti figurative) allo scorso Festival del Cinema di Venezia, rappresenta l’ultimo atto di un percorso iniziato otto anni fa. Nel 2002 infatti Celestini, autore-attore teatrale romano ormai affermato e pluripremiato, insieme al Teatro Stabile dell’Umbria ha pensato di portare in scena un pezzo della nostra storia troppo spesso rimosso, come viene rimosso e accantonato tutto ciò che riguarda la malattia mentale.

Si tratta, infatti, della storia dei manicomi italiani: da quando erano ancora “le carceri dei matti” a quando, nel 1978, la legge Basaglia ne inaugurò la lenta dismissione. È questo mondo che Celestini racconta dal 2005 nello spettacolo La Pecora Nera, proponendolo con successo in Italia e all’estero. Alle spalle, un lungo lavoro antropologico: tre anni di ricerche e interviste su tutto il territorio nazionale, per raccontare la Storia attraverso le storie di chi il manicomio l’ha vissuto – medici, ma soprattutto infermieri e pazienti.

La Pecora Nera, il film

Molti forse vedranno un eccessivo autocompiacimento da parte dell’autore nel voler proporre, dopo lo spettacolo e il romanzo, anche il film. E saranno scettici circa la possibilità che nel passaggio al cinema Celestini, ottimo affabulatore, sia riuscito ad uscire dalla logica teatrale, basata sulla parola, in cui l’attore col solo ritmo e intensità del suo discorso deve catturare l’attenzione del pubblico. Diciamolo subito: c’è del teatro in La Pecora Nera. C’è una sceneggiatura molto fedele al testo dello spettacolo, scritta dallo stesso Celestini assieme a Ugo Chiti e Wilma Labate. E c’è indubbiamente molta parola, a partire dalla voce fuori campo dello stesso Celestini, nei panni del protagonista, che tiene le redini di tutta la storia, e sembra a tratti entrare in competizione con gli stessi personaggi. La parola resta per lui importantissima e non ci ha voluto rinunciare, anche a costo di apparire ridondante.

Qui però inizia la specificità del film: innanzitutto perché i personaggi evocati dalla voce narrante ora prendono corpo, interpretati da Giorgio Tirabassi (nel ruolo del coprotagonista), Luisa De Santis (la suora), Maya Sansa (Marinella adulta) e dallo stesso attore–regista – presente anche Peppe Servillo in un cameo. Prende corpo la storia di Nicola, entrato in manicomio da ragazzino, negli anni ’60, e lì rimasto per trent’anni. Difficile capire se sia pazzo anche lui, o sia stato solo sfortunato. È attraverso il cinema, proprio grazie all’immagine, che Ascanio Celestini porta lo spettatore a vedere con gli occhi di questo personaggio, a vivere la stessa esperienza da lui vissuta.

Poi ci sono gli ambienti, quelli che in teatro erano solo evocati, ma che ognuno poteva immaginare a suo modo. Qui sono inequivocabilmente presenti in tutto il loro squallore, o meglio quello del padiglione 18 dell’ex manicomio di Roma, in cui sono state girate molte scene: stanze, corridoi, muri. Proprio un muro è protagonista, insieme a un paziente, di una delle sequenze più eloquenti del film, pur senza parole. Poi ancora, eminentemente cinematografico è il risalto dato ad alcuni oggetti-chiave, fondamentali per sciogliere le ambiguità del racconto (penso ad esempio alla dicotomia tra le scarpe e gli zoccoli). Spunti interessanti, dunque, nell’utilizzo del mezzo cinematografico, apprezzabili in un’opera prima come questa.

Ma i pregi de La Pecora Nera, al di là delle diatribe sulla perizia tecnica, risiedono altrove: ottima l’interpretazione degli attori. La capacità recitativa di Ascanio Celestini regge bene l’impatto con la fotografia cinematografica diretta da Daniele Ciprì, che scruta le espressioni e le movenze nei minimi dettagli. Giorgio Tirabassi riesce a rendere perfettamente la  bizzarria tipica della malattia mentale. Il tutto infatti è raccontato con parole ed immagini in maniera emotivamente coinvolgente, ma anche con leggerezza, destreggiandosi sapientemente tra comicità e dramma. Celestini ci guida nel mondo della malattia mentale, facendoci lasciare fuori dal cancello del “manicomio elettrico” pregiudizi e stereotipi sulla follia. Facendoci anche riflettere su come il nostro mondo moderno, figlio di quei “favolosi anni ’60”, non sia poi tanto diverso da quello del manicomio.

L’operazione, insomma, riesce, anche grazie al genuino coinvolgimento che parte da Celestini stesso, ed è fatto proprio da tutti gli attori. Lo dimostrano le loro interpretazioni. Lo dimostra il fatto che il regista abbia voluto accanto a sé nel cast anche il vero Nicola, che in realtà si chiama Alberto, e Adriano, un infermiere che ha lavorato per anni al Santa Maria della Pietà a Roma. Sono loro ad aver vissuto e raccontato a Celestini molto di ciò che vediamo nel film. L’attore affida proprio ad Alberto la chiusura dell’opera. Questo sì, un colpo di teatro che strappa l’applauso al pubblico in sala.

 
 

La Pazza Gioia: trailer italiano del film di Paolo VIrzì

Ecco il primo trailer italiano ufficiale di La Pazza Gioia, il nuovo film di Paolo Virzì con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzoti.

La Pazza Gioia è scritto da Francesca Archibugi e Paolo Virzì e sarà distribuito da 01 Distribution prossimamente.

Beatrice Morandini Valdirana è una chiacchierona istrionica, sedicente contessa e a suo dire in intimità coi potenti della Terra. Donatella Morelli una giovane donna tatuata, fragile e silenziosa, che custodisce un doloroso segreto. Sono tutte e due ospiti di una comunità terapeutica per donne con disturbi mentali, dove sono sottoposte a misure di custodia giudiziaria. Il film racconta la loro imprevedibile amicizia, che porterà ad una fuga strampalata e toccante, alla ricerca di un po’ di felicità in quel manicomio a cielo aperto che è il mondo dei sani.

 
 

La pazza gioia: recensione del film di Paolo Virzì

La pazza gioia

Archiviato il grandissimo successo de Il capitale umano, Paolo Virzì torna dietro la macchina da presa con La Pazza Gioia, per raccontare il dramma della malattia mentale attraverso i toni della commedia che a volte si traveste da avventura on the road e altre da favola dolceamara sull’indegnità come condizione che differenzia e sulla vulnerabilità come sentimento che unisce. Per farlo il regista e sceneggiatore italiano si avvale della collaborazione della collega e amica di lunga data Francesca Archibugi (che con Virzì firma la sceneggiatura) e del talento di due bravissime attrici: Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti.

In La pazza gioia la sedicente contessa Beatrice e la tatuata e silenziosa Donatella sono due donne affette da disturbi mentali, entrambe in custodia giudiziaria presso una struttura riabilitativa in quanto ritenute socialmente pericolose. Molto diverse tra loro, le due stringeranno col tempo una forte amicizia che le porterà a fuggire da quel manicomio per ricercare la felicità, lasciandosi andare alla pazza gioia…

La pazza gioia, il film

Le atmosfere fredde e beffarde della Brianza lasciano spazio ai toni più caldi ed euforici dell’immaginaria Villa Biondi (una comunità terapeutica per donne ritenute pazze), specchio di un realtà disprezzata e condannata che si apre a riparo contro la ferocia del mondo, e in cui si muovono Beatrice e Donatella, la prima con sofisticata autoironia, la seconda con dolcezza e fragilità.

Paolo Virzì affida al personaggio della Bruni Tedeschi (Beatrice) la componente più allegra, umoristica ed eccitante del film, mentre lascia nelle mani della Ramazzotti (Donatella) il lato più misterioso, cupo e anche violento della storia. Il risultato è un duetto al femminile in cui è la prima ad aver la meglio sulla seconda, che con slancio temerario si cala nei panni di una personalità istrionica, divertente e umana, facendosi carico di buona parte della riuscita di un film sorprendentemente leggero per le tematiche che affronta, ma sviluppato in maniera estremamente semplicistica.

Ne La Pazza Gioia (in uscita nelle sale italiane il 17 maggio dopo la presentazione nella sezione Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes 2016) la scrittura è un mezzo per “ficcare il naso” in vissuti tumultuosi e stigmatizzati, ma non uno strumento per scavare nella profondità di due esistenze sconclusionate che, narrativamente e cinematograficamente parlando, si sarebbero prestate ad un’analisi e ad una rappresentazione molto più brutali.

Un film che, rispettando lo stile di quasi tutti i precedenti lavori di Paolo Virzì, cerca di tenersi in equilibrio tra due generi diversi, risultando convincente nella delineazione di una presunta felicità all’interno della costrizione, ma meno incisivo quando prova a raccontare l’inevitabile oscurità di un mondo imprevedibile in maniera disinvolta, quasi spensierata.

 
 

La pazza gioia: prima clip dal film di Paolo Virzì

la pazza gioia film micaela ramazzotti

Ecco la prima clip da La Pazza Gioia, il nuovo film di Paolo Virzì con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzoti. La pellicola verrà presenzata a Cannes 2016 nella sezione parallela al Festival, Quinzaine des Réalisateurs 2016.

La Pazza Gioia è scritto da Francesca Archibugi e Paolo Virzì e sarà distribuito da 01 Distribution a partire dal 17 maggio 2016.

Ne La Pazza Gioia Beatrice Morandini Valdirana è una chiacchierona istrionica, sedicente contessa e a suo dire in intimità coi potenti della Terra. Donatella Morelli una giovane donna tatuata, fragile e silenziosa, che custodisce un doloroso segreto. Sono tutte e due ospiti di una comunità terapeutica per donne con disturbi mentali, dove sono sottoposte a misure di custodia giudiziaria. Il film racconta la loro imprevedibile amicizia, che porterà ad una fuga strampalata e toccante, alla ricerca di un po’ di felicità in quel manicomio a cielo aperto che è il mondo dei sani.

Fonte: 01Distribution

 
 

La pazza gioia: Paolo Virzì presenta il suo nuovo film

paolo virzì micaela ramazzotti valeria bruni tedeschi La pazza gioia

Grande attesa e tantissima curiosità per il ritorno al cinema di Paolo Virzì dopo il grandissimo successo de Il Capitale Umano. È stato presentato questa mattina alla stampa italiana La Pazza Gioia, commedia drammatica che vede protagoniste Valeria Bruni Tedeschi (già nel cast de Il Capitale Umano) e Micaela Ramazzotti, qui alla sua terza collaborazione con Virzì (dopo Tutta la vita davanti e La prima cosa bella).

La Pazza Gioia racconta dell’imprevedibile amicizia tra Beatrice Morandini Valdirana (Bruni Tedeschi), un’istrionica e sedicente contessa, e Donatella Morelli (Ramazzotti), una donna fragile e silenziosa che custodisce un doloroso segreto, entrambe ospiti di una comunità terapeutica per donne con disturbi mentali.

Prima dell’arrivo nelle sale italiane, il film verrà presentato nella sezione Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes 2016 il giorno 14 maggio. A tal proposito, Paolo Virzì ha dichiarato: È un piacere e un onore per me avere la possibilità di presentare il film a Cannes. Devo ammettere però che è stata anche una sorpresa. Avevamo già fissato l’uscita del film nelle sale italiane per il 3 marzo. Poi, verso la fine di gennaio, abbiamo ricevuto una lettera molto toccante dalle deleghe generali della Quinzaine che hanno molto amato il film, chiedendoci di posticipare l’uscita e di proporlo in anteprima mondiale al Festival. La Quinzaine è una sezione che, da spettatore, da regista e anche da organizzatore di festival, ho sempre amato. Sarà un’emozione grandissima, soprattutto condividere la selezione in Quinzaine con due altri cineasti italiani così diversi generazionalmente (Claudio Giovannesi e Marco Bellocchio, ndr.). Siamo veramente molto orgogliosi, anche per tutti gli altri film che saranno presentati”.

Parlando più nello specifico della sua nuova creatura, invece, il regista ha spiegato: “La psicopatologia è il cuore di molta narrativa letteraria e cinematografica. Ed è una cosa ha sempre affascinato non solo me ma anche Francesca. Numerosi sono stati gli spunti per questo film. Ricordo che quando stavo girando Il capitale umano, Micaela era venuta a trovarmi sul set e Valeria le aveva fatto da cicerone. Ecco, vederle insieme mi ha fatto pensare ad un film in cui mi sarebbe piaciuto dirigerle. Non so spiegare per quale motivo, ma le ho subito immaginate come due pazienti di una struttura psichiatrica. Ho subito parlato di questa idea a Francesca, alla quale sono legato da anni, non solo lavorativamente, ma anche affettivamente. Condividiamo tante passioni, inclusa quella per la psichiatria e per i cosiddetti “matti”. Così è nata l’idea di scrivere questo film insieme”.

la pazza gioia

Le due protagoniste hanno così parlato dei loro personaggi e del lavoro sul set: “È raro leggere delle sceneggiature in cui tutto appare estremamente chiaro, anche in merito alla descrizione dei personaggi”, ha spiegato Valeria Bruni Tedeschi. “La mia Beatrice mi ha fatto pensare molto alla Blanche DuBois di Un tram che si chiama desiderio o alla Jasmine di Woody Allen. Quando ti capita un ruolo del genere non hai paura ad accettare la parte, perché si tratta di occasioni da prendere al volo, quanto piuttosto di non essere all’altezza. Quando poi abbiamo iniziato a girare, ho dovuto fare un grandissimo lavoro su me stessa. Ho provato a liberarmi di tutti i miei paletti, di tutte le regole che mi do nella vita e sul lavoro, ed è stata un’esperienza estreamente liberatoria. Direi quindi di non aver lavorato sulla costruzione, quanto piuttosto sulla sua decostruzione”.

“La pazza gioia è un’euforia irragionevole”, prosegue Micaela Ramazzotti. “Dietro questa euforia, dietro questo incontro e questo viaggio, c’è una grande terapia, una cura. Beatrice  e Donatella si prendono per mano e provano a guarirsi a vicenda. Riescono in qualche modo ad aver un contatto, pur venendo da due mondi molto lontani. E quando c’è una scrittura come quella di Paolo e Francesca, così bella e così potente, per l’attore non è così difficile riuscire ad entrare nel personaggio. Dal mio canto ho cercato di fare più un lavoro di ricerca, visitando ospedali psichiatrici per cercare di capire come e da dove partire. Paolo aveva poi realizzato una bozza di come avrebbe voluto che fosse esteticamente Donatella. Sono quindi partita da un esterno per poi arrivare all’interno e provare a rendere giustizia a questo personaggio, specie all’ossessione e ai pensieri che la tormentano”.

Tornado a parlare del film e della componente femminile che lo caratterizza, Virzì ha aggiunto: “I personaggi femminili mi hanno sempre affascinato, fin dai miei primi lavori. E non credo che esista una scrittura “al femminile”, visto che grandi personaggi femminili nella storia del cinema sono stati scritti anche da uomini. Mi affascinano ancora di più a donne sbagliate, emarginate, stigmatizzate. Abbiamo amato scrivere questi due personaggi: ci siamo appassionati e anche identificati. Ho amate vedere Valeria e Micaela lavorare sul set e dare il massimo per portare in vita queste due donne. Sento di aver espresso molto il mio lato femminile grazie a questo film e spero di non averlo esaurito”.

Dopo la presentazione a Cannes, La pazza gioia arriverà nelle sale italiane il 17 maggio 2016, distribuito da 01 Distribution in oltre 400 copie.

 
 

La Pazza Gioia: nuovo trailer del film di Paolo Virzì

Ecco il nuovo trailer italiano ufficiale di La Pazza Gioia, il nuovo film di Paolo Virzì con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzoti.

La Pazza Gioia è scritto da Francesca Archibugi e Paolo Virzì e sarà distribuito da 01 Distribution a partire dal 17 maggio 2016.

Beatrice Morandini Valdirana è una chiacchierona istrionica, sedicente contessa e a suo dire in intimità coi potenti della Terra. Donatella Morelli una giovane donna tatuata, fragile e silenziosa, che custodisce un doloroso segreto. Sono tutte e due ospiti di una comunità terapeutica per donne con disturbi mentali, dove sono sottoposte a misure di custodia giudiziaria. Il film racconta la loro imprevedibile amicizia, che porterà ad una fuga strampalata e toccante, alla ricerca di un po’ di felicità in quel manicomio a cielo aperto che è il mondo dei sani.

 
 

La pazza gioia: la trama, il cast e trailer del film di Paolo Virzì

La pazza gioia film

Con il film La pazza gioia  (qui la recensione) il regista Paolo Virzì si è confermato una volta di più come uno degli autori più importanti e influenti del panorama cinematografico italiano. Scritto insieme a Francesca Archibugi, il film racconta la storia dell’amicizia tra due donne dalle vite problematiche, che non si lasciano però abbattere dalle ingiustizie della vita. Un’opera delicata come i temi che tratta, che ha trovato da subito calorosa accoglienza da parte di critica e pubblico. Merito del successo sono naturalmente le due grandi attrici protagoniste, qui impegnate con personaggi complessi, fragili e ricchi di umanità.

Come per tutte le opere più sentite, anche questa nasce da un’immagine manifestatasi improvvisamente, artefice della quale è proprio la musa ispiratrice di Virzì, sua moglie Micaela Ramazzotti. Il regista ha infatti raccontato di aver avuto l’idea per La pazza gioia durante il set di Il capitale umano. Un giorno si trovò infatti ad osservare sua moglie incinta che era venuta a trovarlo, e la vide camminare insicura nel fango e nella neve, sostenuta da Valeria Bruni Tedeschi. Per il regista i personaggi del suo successivo film sono nati proprio in quel momento, da quell’immagine che trasmetteva un misto di paura e fiducia.

Le riprese si sono poi svolte in varie località della Toscana, da Livorno a Viareggio. La comunità terapeutica Villa Biondi, centrale nel film, è invece situata sulla celebre via Tiberina. Dopo un’anteprima durante il Festival di Cannes, La pazza gioia è così arrivato in sala. Qui si è affermato come uno dei maggiori successi della stagione. La pellicola ha infatti ottenuto un incasso di circa 6 milioni di euro, osannato in particolare per i suoi personaggi protagonisti, considerati tra i più memorabili tra quelli recentemente visti in Italia.

La pazza gioia: la trama del film

La storia del film si apre a Villa Biondi, un centro di recupero per donne affette da instabilità mentali. Qui si trova Beatrice Morandini Valdirana, la quale è convinta di essere una nobildonna finita in quel luogo quasi per errore. Per sopportare il tedio dei giorni tutti uguali, questa si diletta nell’animare la vita dei presenti. A spezzare la monotonia arriva un giorno anche Donatella Morelli, una giovane introversa e con un passato difficile alle spalle. Le due giorno dopo giorno stringono sempre di più un’inaspettata amicizia che le porterà infine a decidere di fuggire dalla struttura e darsi alla pazza gioia. Rubando un auto, le due intraprendono così un viaggio attraverso la campagna della Toscana sino a giungere al mare.

Attraverso le varie tappe da loro toccate imparano a conoscersi meglio e ad accettare il mondo che le circonda. Ma non passerà molto prima che si ritrovino a dover fare i conti con ciò da cui realmente fuggono. È Donatella a portare su di sé le ferite più profonde, che rivelano aspetti di lei che la nuova amica non poteva immaginare. Solo la sua presenza potrebbe aiutare la giovane a riscoprire l’amore, cercando una cura a quanto accaduto nel passato. Fuggendo da una società che non sembra in grado di comprendere gli infelici, le due amiche impareranno allora a prendersi cura di stesse e l’una dell’altra. Così facendo aspirano a ritrovare la felicità.

La pazza gioia cast

La pazza gioia: il cast del film

Ad interpretare le due protagoniste del film sono proprio le attrici che ispirarono i personaggi al regista. Valeria Bruni Tedeschi veste così i panni di Beatrice Morandini Valdirana, una donna ricca, narcisista, e mitomane, che imparerà però a lasciar trasparire anche gli aspetti più belli e umani di sé. Da molti considerato uno dei ruoli più importanti nella carriera della Tedeschi, l’attrice ha raccontato di aver cercato di costruire il personaggio a partire dal modo in cui lei stessa si relaziona con il mondo e le persone. Per approfondirlo, poi, ha citato come fonti di ispirazione quelle condivise anche dal regista, ovvero film come Qualcuno volò sul nido del cuculo e Un tram che si chiama Desiderio.

Micaela Ramazzotti, già apparsa in altri film di Virzì, recita invece nel ruolo di Donatella Morelli, per il quale anche lei si è preparata a lungo e svolgendo approfondite ricerche. Anche nel suo caso, l’interpretazione è stata particolarmente lodata e indicata come una delle sue migliori. Accanto a loro si ritrovano poi attori come Marco Messeri, noto interprete di cinema e teatro, nei panni di Floriano Morelli, padre di Donatella. Valentina Carnelutti interpreta Fiamma Zappa, Tommaso Ragno è Giorgio Lorenzini, e Anna Galiena dà vita a Luciana Brogi Morelli.

La pazza gioia: premi, trailer e dove vedere il film in streaming

La pazza gioia si è affermato come uno dei film più acclamati e premiati del suo anno. Questo è infatti stato candidato a numerosi premi di particolare prestigio in Italia, come i David di Donatello e i Nastri d’argento. Ai primi il titolo ricevette ben 17 nomination, ottenendo poi tra gli altri il premio come miglior film, miglior regista e miglior attrice alla Bruni Tedeschi. Ai Nastri d’argento il film guadagnò invece 12 nomination, vincendo come miglior film, miglior sceneggiatura e miglior attrice protagonista ex aequo alla Ramazzotti e alla Bruni Tedeschi. Il film ha poi ricevuto una nomination anche agli European Film Award, considerati gli Oscar europei, per la miglior attrice protagonista alla Bruni Tedeschi.

Per gli appassionati del film è possibile fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. La pazza gioia è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 25 agosto alle ore 23:25 sul canale Rai 1.

Fonte: IMDb

 
 

La Pazza Gioia: il nuovo film di Paolo Virzì con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzoti

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Arriva il primo poster ufficiale di La Pazza Gioia, il nuovo film di Paolo Virzì con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzoti.

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La Pazza Gioia è scritto da Francesca Archibugi e Paolo Virzì e sarà distribuito da 01 Distribution prossimamente.

Beatrice Morandini Valdirana è una chiacchierona istrionica, sedicente contessa e a suo dire in intimità coi potenti della Terra. Donatella Morelli una giovane donna tatuata, fragile e silenziosa, che custodisce un doloroso segreto. Sono tutte e due ospiti di una comunità terapeutica per donne con disturbi mentali, dove sono sottoposte a misure di custodia giudiziaria. Il film racconta la loro imprevedibile amicizia, che porterà ad una fuga strampalata e toccante, alla ricerca di un po’ di felicità in quel manicomio a cielo aperto che è il mondo dei sani

 
 

La pazza gioia: due clip dal film con Michaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi

La Pazza Gioia

Ecco due nuove clip da La Pazza Gioia, il nuovo film di Paolo Virzì con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzoti. La pellicola è stata presentata, tra scroscianti applausi, a Cannes 2016 nella sezione parallela al Festival, Quinzaine des Réalisateurs 2016.

Leggi la recensione de La pazza gioia

https://www.youtube.com/watch?v=WjoVEsPm46M

La Pazza Gioia è scritto da Francesca Archibugi e Paolo Virzì e sarà distribuito da 01 Distribution a partire dal 17 maggio 2016.

Nel film Beatrice Morandini Valdirana è una chiacchierona istrionica, sedicente contessa e a suo dire in intimità coi potenti della Terra. Donatella Morelli una giovane donna tatuata, fragile e silenziosa, che custodisce un doloroso segreto. Sono tutte e due ospiti di una comunità terapeutica per donne con disturbi mentali, dove sono sottoposte a misure di custodia giudiziaria. Il film racconta la loro imprevedibile amicizia, che porterà ad una fuga strampalata e toccante, alla ricerca di un po’ di felicità in quel manicomio a cielo aperto che è il mondo dei sani.

 
 

La Passione: recensione del film di Carlo Mazzacurati

La Passione di Carlo Mazzacurati arriva nelle sale italiane dopo la partecipazione in Concorso alla 67° Mostra del Cinema di Venezia. Si tratta di una commedia dal buon ritmo, protagonista Silvio Orlando nei panni di Gianni Dubois: un regista di mezza età in crisi creativa, alle prese con due problemi: deve trovare in fretta un’idea per un film da girare con una giovane attrice di fiction (Cristiana Capotondi) – potrebbe rappresentare la svolta della sua carriera, mai decollata.

A ciò si aggiunge un increscioso inconveniente nella sua casa in Toscana: una perdita nel bagno danneggia un affresco del ‘500 nell’attigua chiesa del paese. Dubois è costretto quindi a lasciare Roma per recarsi in Toscana, dove il sindaco (Stefania Sandrelli) e l’assessore (Marco Messeri) minacciano di denunciarlo ai Beni Culturali, a meno che non accetti di dirigere la Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo, da organizzare in pochi giorni. Gli verrà in soccorso un ex carcerato di nome Ramiro (Giuseppe Battiston), estimatore di Dubois e con una grande passione per il teatro. Nonostante un susseguirsi di imprevisti dai risvolti comici, che li vedranno alle prese, tra l’altro, con un attore di pessima qualità ma di buona memoria (Corrado Guzzanti), cui affideranno il ruolo del Messia, la Sacra Rappresentazione andrà in scena e otterrà un buon successo. In più, qui Dubois incontrerà una giovane barista polacca (Kasia Smutniak), attorno alla quale costruirà la trama del suo nuovo film.

La Passione, il film

Dunque un nuovo inizio, una sorta di resurrezione anche per Dubois, che arriva proprio quando il destino sembrava accanirsi contro di lui e contro l’altro personaggio che vorrebbe risorgere dalle ceneri del proprio passato: Ramiro. La vita sembra infatti riportare l’ex ladro sul binario che voleva abbandonare, ma avrà il suo riscatto. Dunque, gli ingredienti paiono essere quelli che avevamo già trovato e apprezzato dieci anni fa in “La lingua del Santo” – anche lì seguivamo la tragicommedia dei due protagonisti, ladri improvvisati che la ricca società padovana aveva relegato ai margini. Tutto avrebbe potuto funzionare alla perfezione, sennonché  qui ci si muove spesso su un registro parodistico-caricaturale. L’attore Manlio Abbruscati, interpretato da Corrado Guzzanti,  ne è l’emblema: è un personaggio dai toni macchiettistici, lo stesso tipo di macchietta che Guzzanti ottimamente interpreta in teatro ma che, trasposta al cinema, non ha la stessa efficacia. Alcune situazioni appaiono forzate, ai limiti del surreale, senza però che si faccia una scelta chiara in questa direzione.

Al contrario, ai toni da parodia in La Passione si mescola la mimesi realistica, generando nello spettatore un senso di straniamento. I meccanismi comici, poi, sono spesso reiterati e ciò li rende poco incisivi. In questa chiave parodistica, l’analisi sociale è più suggerita che approfondita. Bersaglio di Mazzacurati sono i mali italiani: le istituzioni, che per prime utilizzano la logica del favore e del ricatto, i servizi al cittadino che non funzionano, e soprattutto, il mondo del cinema, che appare imbrigliato in logiche commerciali, senza spazio per la creatività; un cinema che vuole competere col successo di massa delle fiction televisive e non lo fa mantenendo la sua specificità, ma conformandosi al modello proposto dalla TV. Il risultato è, però, meno efficace che in “La lingua del Santo”, in cui ironia e leggerezza accompagnavano, senza banalizzarla né sovrastarla, una riflessione sulla dimensione sociale ed esistenziale, conferendo levitas alla materia trattata. Il regista sceglie qui un registro più spiccatamente comico, a tratti farsesco, nel quale però non sembra trovarsi molto a suo agio.

Ricco il cast di La Passione: accanto a Silvio Orlando, già scelto da  Mazzacurati nel ’92 per “Un’altra vita”, Giuseppe Battiston, che ben interpreta il personaggio forse più complesso del film, confermandosi come una sicurezza del nostro cinema. E poi Stefania Sandrelli, di nuovo in coppia con Marco Messeri, dopo La prima cosa bella di Virzì. Produzione affidata a Domenico Procacci e Fandango, in collaborazione con Rai Cinema.

 
 

La passione di Cristo: tutto quello che c’è da sapere sul film di Mel Gibson

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Mel Gibson è sempre stata una personalità piuttosto controversa nel panorama cinematografico hollywoodiano. Oltre che per il suo carattere e le sue vicende personali, ad aver fatto molto discutere sono anche alcuni dei film da lui diretti. Dopo l’Oscar vinto per Braveheart – Cuore impavido nel 1995, egli è tornato alla regia nel 2004 con la sua opera più discussa: La passione di Cristo. Duramente criticato per la sua estetizzazione del dolore e per gli eccessi visivi, questo film è stato ed è tutt’oggi una delle opere più iconiche, nel bene o nel male, dedicate alla figura di Cristo.

Gibson, anche sceneggiatore del film insieme ad altri autori, ha con questo film tentato di ricostruire il racconto che i Vangeli offrono della Passione di Gesù. Sono però state utilizzate anche altre fonti come La dolorosa passione del Nostro Signore Gesù Cristo della mistica tedesca Anna Katharina Emmercik e la Storia di Cristo di Giovanni Papini. Si ricostruiscono così le ultime 12 ore della vita di Gesù, che Gibson mira a riproporre con il massimo del realismo, dall’uso della lingua latina ed ebraica fino alla ricerca di trucchi e costumi che potessero contribuire a tale ricerca di maniacale precisione.

Non si può certo dire che La passione di Cristo non sia un film particolarmente riuscito in ciò, capace ancora oggi di sconvolgere proprio per questa sua estrema volontà artistica. Tra dubbi morali, storiografici ed estetici, è dunque senza dubbio alcuno uno dei film più controversi del nuovo millennio. Prima di intraprendere una sua visione, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e all’annunciato sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di La passione di Cristo

Il film, come accennato, va a raccontare le ultime 12 ore della vita di Gesù Cristo, dal suo arresto nel Giardino del Getsemani fino alla sua crocifissione. Nell’arco di queste ore, Cristo riceve la visita di Satana, che lo tenta offrendogli una via di salvezza, di Pietro, Giovanni e degli altri apostoli, nonché quella del traditore Giuda Iscariota, che lo consegna ai soldati. Dodici ore nelle quali Cristo va incontro a torture inimmaginabili, alleviate unicamente da visioni del passato, di quando era felice insieme a sua madre Maria. Mentre si avvia verso il suo ultimo cammino, accompagnato anche da Maddalena, Cristo ricerca dunque un senso al suo dolore, sapendo di non potere né volere scappare da esso.

Ad interpretare Gesù Cristo vi è l’attore Jim Caviezel, per il quale il set è stato un’autentica prova di resistenza. L’attore, preparatosi a lungo al ruolo venendo anche assistito da un sacerdote, fu sottoposto a grandi sforzi psicofisici, ammalandosi anche di polmonite per il forte freddo e dovendosi in seguito sottoporre ad un intervento al cuore per via dello stress provato. Fortunatamente per lui, non tutte le scene più cruente necessitarono la sua presenza. Nella maggior parte delle scene dove Gesù è morente sulla croce, Caviezel è stato sostituito da una fedele riscostruzione robotica in modalità animatronica, capace dunque di muovere la testa, gli arti ed ansimare.

Il film, prevalentemente girato in Italia, si avvale poi della partecipazione di molti attori italiani. Monica Bellucci interpreta Maria Maddalena, mentre Rosalinda Celentano compare nei panni di Satana. Vi sono poi Francesco De Vito nel ruolo di Pietro, Hristo Zivkov in quelli di Giovanni e Sergio Rubini per il ruolo di Disma. Luca Lionello, che interpreta Giuda Iscariota, ateo al momento delle riprese ha raccontato di essersi convertito al cattolicesimo dopo l’esperienza su questo set. Davide Marotta interpreta l’Anticristo, mentre l’attrice rumena Maia Morgenstern interpreta Maria la madre di Cristo. Sono poi presenti Hristo Sopov nei panni di Ponzio Pilato, Claudia Gerini in quelli di Claudia Procula, moglie di Pilato, e Luca De Dominicis in quelli di Re Erode.

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La passione di Cristo 2: il sequel si farà?

Nel giugno 2016, lo scrittore e regista Randall Wallace ha dichiarato che lui e Gibson avevano iniziato a lavorare a un sequel de La passione di Cristo incentrato sulla risurrezione di Gesù. Nel settembre dello stesso anno, Gibson ha effettivamente espresso il suo interesse a dirigere tale sequel, descrivendolo come un grande film parzialmente ambientato all’Inferno e in Paradiso. Dopo due anni di silenzio, è Caviezel a confermare che il film è in fase di sviluppo e che il titolo sarà The Passion of the Christ: Resurrection. L’attore lo ha addirritura definito come “il più grande film della storia del mondo“. In seguito alla notizia della volontà di Gibson di realizzare tale sequel, si sono naturalmente scatenate molte polemiche ma anche molte ilarità da parte del popolo di Internet.

Dopo anni di incertezze, però, sembra proprio che il progetto sia pronto a prendere vita. Gibson, che non dirige un film dal 2016, anno di La battaglia di Hacksaw Ridge, sarebbe infatti pronto a tornare dietro la macchina da presa, con le riprese fissate attualmente per la metà del 2023. Caviezel riprenderebbe naturalmente il ruolo di Gesù Cristo, ma per il momento non ci sono ulteriori informazioni riguardo il restante cast del film né dove si svolgeranno le riprese. In realtà, per quanto sembri confermato, non ci sono ancora certezze ufficiali, che potrebbero arrivare solo con il reale inizio dei lavoro sul set. Non resta dunque che attendere e vedere se realmente il film sulla resurrezione di Cristo vedrà la luce.

Il trailer di La passione di Cristo e dove vedere il film in streaming e in TV

Attualmente La passione di Cristo non è disponibile su nessuna delle principali piattaforme streaming disponibili su Internet. Ciò non esclude che potrebbe tornare ad essere fruibili su alcune di queste in futuro, ma per il momento non è dunque possibile rivolgersi allo streaming per vedere il film. Questo, però, è presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 18 gennaio alle ore 21:00 sul canale Warner TV. Sarà dunque quella una buona occasione per vedere, o rivedere, il film.

Fonte: IMDb, ScreenGeek

 
 

La Passione di Cristo: Mel Gibson aggiorna sul sequel

La Passione di Cristo

In un’intervista rilasciata al pastore Greg Laurie, Mel Gibson ha aggiornato circa The Resurrection, annunciato sequel de La Passsione di Cristo, film diretto dall’attore e regista nel 2004.

Gibson ha spiegato: “Ne stiamo parlando. Naturalmente è un progetto molto importante. Sapete, non è La Passione 2, è la Risurrezione. Un soggetto rilevante che deve essere maneggiato con attenzione perché non vogliamo solo un rendering di… insomma, leggetevi quello che è accaduto. Leggerlo, averne effettiva esperienza e comprenderne i significati più profondi è complicato, ma Randall Wallace è all’altezza del compito”.

La Passione di Cristo

L’attore e regista sta lavorando con Randall Wallace (sceneggiatore di Braveheart) alla sceenggiatura. Il film sarà basato sulla Risurrezione e su tutti quegli episodi, riportati anche dai Testi Sacri, che prevedono la presenza di Cristo dopo il prodigio della mattina di Pasqua.

Wallace in particolare guida la facoltà di religione alla Duke University e ha spiegato in un’intervista di essere molto esperto nel tema della Risurrezione: “Ho sempre voluto raccontare questa storia. La Passione è l’inizio, ma c’è molta altra storia da raccontare (…) La comunità evangelica considera The Passion il più grande film Hollywoodiano di sempre, continuano a dirci che un sequel avrebbe ancora più successo.”

La Passione di Cristo: Mel Gibson a lavoro sul sequel

Interpretato da Jim Caviezel, La Passione di Cristo è costato 30 milioni di dollari ed è stato girato a Matera. Distribuito nella primavera del 2004, il film ha portato a casa 612 milioni.

Fonte: CS

 
 

La Passione di Cristo: Mel Gibson a lavoro sul sequel

La Passione di Cristo

La Passione di CristoMel Gibson è a lavoro su un sequel de La Passione di Cristo. A dare la notizia è The Hollywood Reporter che ci informa che l’attore e regista sta già lavorando con Randall Wallace (sceneggiatore di Braveheart) a uno script.

Il film sarà quindi basato sulla Risurrezione e su tutti quegli episodi, riportati anche dai Testi Sacri, che prevedono la presenza di Cristo dopo il prodigio della mattina di Pasqua.

Wallace in particolare guida la facoltà di religione alla Duke University e ha spiegato al sito di essere molto esperto nel tema della Risurrezione: “Ho sempre voluto raccontare questa storia. La Passione è l’inizio, ma c’è molta altra storia da raccontare (…) La comunità evangelica considera The Passion il più grande film Hollywoodiano di sempre, continuano a dirci che un sequel avrebbe ancora più successo.”

L’idea per un sequel è arrivata a Wallace durante la lavorazione di Hacksaw Ridge, diretto sempre da Gibson e da lui co-sceneggiato.

Interpretato da Jim Caviezel, La Passione di Cristo è costato 30 milioni di dollari ed è stato girato a Matera. Distribuito nella primavera del 2004, il film ha portato a casa 612 milioni.

 
 

La Passione di Cristo: Jim Caviezel conferma il sequel

La Passione di Cristo

Dopo mesi di silenzio, torniamo a parlare del sequel de La Passione di Cristo, con Jim Caviezel che ha confermato lo sviluppo del film.

Secondo USA Today, Caviezel tornerà a interpretare Gesù mentre il film si concentrerà sulla Resurrezione. Durante un’intervista con la rivista, l’attore ha spiegato che non poteva essere più esplicito né dare maggiori informazioni, limitandosi a dire: “Ci sono cose che non posso dire e che scioccherebbero le persone. Si tratta di un grande progetto, rimanete sintonizzati!”.

Mel Gibson ovviamente tornerà alla regia dell’ambizioso ed inedito progetto, reduce dal grandissimo successo de La Battaglia di Hacksaw Ridge, presentato a Venezia 73 e arrivato fino agli Oscar 2017.

Randall Wallace, che ha scritto la sceneggiatura insieme a Mel Gibson, guida la facoltà di religione alla Duke University e ha spiegato di essere molto esperto nel tema della Risurrezione: “Ho sempre voluto raccontare questa storia. La Passione è l’inizio, ma c’è molta altra storia da raccontare (…) La comunità evangelica considera The Passion il più grande film Hollywoodiano di sempre, continuano a dirci che un sequel avrebbe ancora più successo.”

Interpretato da Jim Caviezel, La Passione di Cristo è costato 30 milioni di dollari ed è stato girato a Matera. Distribuito nella primavera del 2004, il film ha portato a casa 612 milioni.

 
 

La Passione di Cristo: Jim Caviezel aggiorna sul sequel

La Passione di Cristo

Era da un po’ di tempo che non si avevano aggiornamenti sul chiacchieratissimo sequel de La Passione di Cristo, il controverso film scritto e diretto da Mel Gibson nel 2004. Il progetto è in cantiere dal 2016 e adesso, in un’intervista rilasciata a Breitbart News, il protagonista Jim Caviezel ha svelato nuovi dettagli sul film.

“Di recente Mel Gibson mi ha mandato la terza versione della sceneggiatura”, ha spiegato l’attore. “Ormai manca poco. Il film si intitola La Passione di Cristo: Resurrezione. Sarà il film più grande di sempre. Il più grande film mai realizzato nella storia del cinema”. Nel corso dell’intervista Caviezel ha anche parlato di come il grande successo del primo film abbia influenzato la sua carriera.

“Ho dovuto combattere per sopravvivere. All’epoca il film esplose. Era letteralmente fuori da ogni scala. All’inizio sei portato a credere che dopo arriveranno chissà quante proposte. E invece no. Non ero più nelle liste degli studios. Era tutto andato. Quello che faccio da attore, una mia abilità, è un dono che mi arriva dal Signore. La mia fede mi è sembra sembrata qualcosa di molto più grande dell’industria di Hollywood, ma anche di qualsiasi questione legata agli schieramenti politici.”

L’incredibile successo de La Passione di Cristo

La Passione di Cristo, distribuito nel 2004, ha incassato 611 milioni di dollari al botteghino globale, con un budget di soli 30 milioni di dollari. Fino all’uscita di Deadpool, è stato il film con il Rating R con il maggiore incasso nella storia del cinema. Quindi, dal punto di vista finanziario, è facile capire perché uno studio avrebbe abbracciato la storia e il progetto. Dall’altro lato, c’è davvero una storia da raccontare ed è qualcosa che sia Gibson che Randall Wallace sono piuttosto interessati a esplorare.

In una vecchia intervista, lo sceneggiatore aveva dichiarato:“È un progetto di cui parliamo molto. Al college la mia specializzazione era la religione, dopodiché ho fatto un anno di seminario focalizzando i miei studi proprio sulla resurrezione. Sarà il Monte Everest dei film e ne stiamo parlando parecchio. Si tratta di un progetto che vale parecchio, quindi al momento ce lo teniamo stretto“.

Non si sa ancora molto altro del film ma sappiamo che Jim Caviezel dovrebbe tornare come Gesù. Oltre a ciò, nessun altro attore del cast è stato confermato.