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Il Libro della Giungla ha trovato il nuovo protagonista

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Il Libro della Giungla ha trovato il nuovo protagonista

Neel Sethi, Il Libro della Giungla

Il nuovo film adattamento della Disney de Il libro della Giungla sta procedendo con il casting e ed è stato finalmente trovato il suo protagonista. Si tratta di Neel Sethi, il quale reciterà appunto nel ruolo di Mowgli nella pellicola.

Sethi ha 10 anni, è di New York ma ha origini indiane ed è stato scelto tra migliaia di bambini che hanno fatto il provino per questo ruolo negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Nuova Zelanda e in Canada. Il libro della Giungla sarà dunque il primo ruolo che il bambino interpreterà.

Il regista del film è Jon Favreau, mentre la sceneggiatura sarà opera di Justin Marks“Il casting è l’elemento più importante di un film e trovare il ragazzo giusto per interpretare Mowgli era indispensabile”, ha detto Favreau in un comunicato. Il regista ha inoltre aggiunto che“Neel ha enorme talento e carisma sulle sue piccole spalle.”

Sethi sarà l’unico attore visibile sullo schermo nel film, visto che il resto dei personaggi interpreteranno creature generate al computer. Questo cast di creature de Il libro della Giungla sarà animato niente meno che da Scarlett Johansson, Idris Elba, Lupita Nyong’o e Ben Kingsley.

La Disney distribuirà Il libro della Giungla nelle sale cinematografiche statunitensi a partire dal 9 ottobre 2015.

Fonte: Variety

Il Libro della Giungla guida le uscite al cinema del 14 aprile 2016

Sfrutteranno l’ultimo giorno dei Cinemadays i film che arrivano al cinema oggi, 14 aprile 2016. Tra le uscite al cinema di questo giovedì segnaliamo Il Libro della Giungla, nuova avventura in live action della Disney diretta con grande ritmo e coinvolgimento da Jon Favreau. Oltre al blockbuster per i più piccoli, arriva al cinema anche Les Souvenirs, tenero racconto del rapporto tra nonna e nipote, diretto da Jean-Paul Rouve.

Tante donne sul grande schermo e nei titoli che vediamo esordire oggi: Mistress America di Noah Baumbach, con protagonista Greta Gerwig e Nemiche per la Pelle, dell’italiano Luca Lucini che dirige la coppia Claudia Gerini/Margherita Buy.

Arriva sempre oggi The Idol, la storia vera di Mohammed Assafstar che arriva a trionfare sul palco dell’omonimo talent. Il film è diretto dal pluripremiato Hany Abu-Assad. Chiude l’opera prima di Gianclaudio Cappai, Senza Lasciare Traccia, con protagonista Michele Riondino.

Il Libro della Giungla di Andy Serkis sarà molto diverso dalla versione Disney

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Dopo il grande successo del film di Jon Favreau, continua la produzione de Il Libro della Giungla di Andy Serkis, che sarà invece una produzione Warner Bros.

Durante un’intervista con Variety, il capo della Warner Bros. Pictures, Toby Emmerich, ha fornito diversi dettagli riguardo al futuro dello studio, e tra questi c’erano ovviamente anche dichiarazioni sul film di Serkis. “Sono molto curioso di vedere come lo accoglierà il mondo. Si basa sullo stesso materiale di partenza del film Disney, ma questa è una differente interpretazione. Se Kipling vedesse questo film, lo riconoscerebbe maggiormente come un adattamento del suo libro.”

Il film arriverà al cinema il 19 ottobre 2018. Il Libro della Giungla è stato scritto da Callie Kloves e co-prodotto da Serkis e lo sceneggiatore di Harry Potter Steve Kloves. Nel cast Freida Pinto, Matthew Rhys e Rohan Chand, mentre Christian Bale, Cate Blanchett, Benedict Cumberbatch, Jack Reynor e Tom Hollander presteranno i loro movimenti, con la performance capture, agli animali del film. Andy Serkis inoltre interpreterà anche Baloo.

Il Libro della Giungla 2 userà idee scartate per l’originale d’animazione

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Il successo della versione in live action de Il Libro della Giungla, diretto da Jon Favreau, ha spinto la Disney ad annunciare un sequel che racconterà altre avventure del cucciolo di uomo Mowgli.

Nel progetto, oltre a Favreau alla regia, tornerà anche Justin Marks, che ha firmato la prima sceneggiatura. Parlando con Slashfilm, lo sceneggiatore ha spiegato che la storia che sta scrivendo prenderà spunto da alcune idee scartate per il film d’animazione originale del 1967:

“Nel secondo film, l’idea è di andare avanti con il materiale di Kipling, ma anche quella di sfruttare delle risorse Disney del film del ’67, che non sono state utilizzate nel primo film. Se si guarda al materiale di Bill Peet per il primo film, scartato dalla Disney, si nota che l’archivio è pieno di cose interessanti e io e Jon ci siamo detto che abbiamo bisogno di queste idee per il film, quindi lo abbiamo costruito a partire da quello.”

Jon Favreau parla de Il Libro della Giungla 2 e Il Re Leone 3D

Proprio in merito alla sceneggiatura del film, Jon Favreau aveva dichiarato che la sua attenzione era tutta “per Il Libro della Giungla 2 la nostra attenzione è tutta per la storia, per la sceneggiatura, è per i personaggi e il loro mondo che stiamo lavorando  e stiamo facendo un sacco di progressi, perché vogliamo che lo spettatore possa sentirsi come nel primo film. Noi stessi volgiamo sentirci non come se stessimo facendo un altro film ma piuttosto una continuazione, perché stiamo realizzando un altro capitolo e vogliamo sentire in contatto con l’originale“.

Non si ha ancora una data d’uscita per Il Libro della Giungla 2, ma con Il Re Leone in live action previsto per la prossima estate, si suppone che si dovrà aspettare almeno il 2019.

Il Libro della Giungla ‘urbana’ di Gian Marco Oddo – video

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Il Libro della Giungla ‘urbana’ di Gian Marco Oddo – video

Si chiama Gian Marco Oddo, uno dei più famosi parkouristi italiani, atleta di spicco nel panorama mondiale, Guinness World Recordman. In occasione dell’uscita al cinema de Il Libro della Giungla, Gian Marco, con il suo Team Jestion, ha realizzato un video speciale che fa luce su un paragone molto interessante che fa riflettere, quello tra la giungla in cui vive Mowgli e la giungla in cui tutti noi viviamo ogni giorno nelle città metropolitane come Milano o Roma.

Potete vederlo di seguito:

“Il libro della Giungla è stato uno dei miei film preferiti fin quando ero piccolo. Con il mio team abbiamo voluto fare un omaggio a questo film perché sposa i movimenti acrobatici presenti nel nostro sport il parkour: muoversi come Mowgli nella giungla e quello che facciamo noi ogni giorno nella nostra “giungla” urbana”. Gian Marco Oddo.

Team Jestion, nasce nel 2013 quando, dopo aver dato vita a diversi progetti, è nata l’esigenza di costruire qualcosa che li rappresentasse davvero, e capace di fare la differenza nel mondo del Parkour. Viaggiare, scoprire, questo è il desiderio che, in un solo anno, li ha fatti vivere esperienze indimenticabili in Marocco, in Spagna, giungendo fino ai confini dell’Asia, in Malesia entrando in contatto con culture totalmente diverse e creando un vero e proprio stile che oggi li contraddistingue e che rende unico il nome Jestion. Proprio in Asia, hanno girato il loro primo film che uscirà alla fine di quest’anno.il libro della giungla 2

Il libro bestseller Orphan Train sarà adattato per il cinema

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Il libro bestseller Orphan Train sarà adattato per il cinema

Broad Green Pictures adatterà per il cinema il romanzo bestseller Oprhan Train, di Christina Baker. A produrre il progetto gli Academy Award nominee Michael London e Janice Williams, di Groundswell Productions. A occuparsi della sceneggiatura invece lo scrittore Award-winning Christopher Monger, già autore di Temple Grandin, The Englishman Who Went Up a Hill But Came Down a Mountain.

Fra il 1854 e il 1929 era normale vedere piccoli orfani attraversare gli USA sui treni, dall’East Coast fino alle fattorie del Midwest, abbandonati al loro destino e alla fortuna. Nel libro si racconta la storia l’amicizia fra Vivian Daly, un’immigrata irlandese di 91 anni che fu per l’appunto una piccola orfana in viaggio da New York al Minnesota, e Molly Ayer, una diciassettenne incaricata di aiutare la signora a mettere ordine nella sua soffitta. Fra le due si scopriranno molti parallelismi, perché in fondo molte cose non sono ancora cambiate ai nostri giorni.

Il Legionario gratis al cinema con Cinefilos.it, scopri come!

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Il Legionario gratis al cinema con Cinefilos.it, scopri come!

Cinefilos.it offre la possibilità di vedere al cinema, gratis, Il Legionario, il nuovo film di Hleb Papou con protagonisti Germano Gentile e Maurizio Bousso.

Ecco le città in cui sarà possibile partecipare alle anteprime:

  • ROMA – Cinema GREENWICH – 20 inviti (40 biglietti)
  • ROMA – Cinema EDEN – 10 inviti (20 biglietti)
  • PADOVA – Cinema PORTO ASTRA – 20 inviti (40 biglietti)
  • NAPOLI – Cinema MODERNISSIMO – 10 inviti (20 biglietti)
  • TORINO – Cinema GREENWICH – 25 inviti (50 biglietti)
  • BOLOGNA – Cinema LUMIERE Cervi – 10 inviti (20 biglietti)

I biglietti saranno validi per qualsiasi spettacolo di giovedì 24, venerdì 25, sabato 26 e domenica 27 febbraio e potranno essere richiesti, fino ad esaurimento, inviando una email a [email protected] in cui andranno specificati il giorno in cui si intende utilizzare i biglietti e un secondo giorno alternativo nel caso per il giorno prescelto non ci sia più disponibilità di posto.

Gli orari delle proiezioni andranno consultati direttamente sui siti dei cinema.

È di fondamentale importanza che nell’email venga evidenziato che si sta chiedendo l’invito via CINEFILOS.

I biglietti potranno essere ritirati direttamente alla cassa dei cinema presentando la email di conferma ricevuta unitamente ad un documento di identità ed al Green Pass.

Il Legionario – il trailer del film

Il Legionario gratis al cinema con Cinefilos.it, nuovi biglietti disponibili per Milano

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Cinefilos.it offre la possibilità di vedere al cinema, gratis, Il Legionario, il nuovo film di Hleb Papou con protagonisti Germano Gentile e Maurizio Bousso.

MILANO – Anteo Palazzo del Cinema – domenica 27 febbraio (5 biglietti x2)

I biglietti saranno validi per domenica 27 febbraio e potranno essere richiesti, fino ad esaurimento, inviando una email a [email protected] in cui andrà specificato che si sta chiedendo l’invito via CINEFILOS.

Gli orari delle proiezioni andranno consultati direttamente sui siti dei cinema.

I biglietti vengono distribuiti da una hostess all’ingresso del cinema a partire dalle 19,00, presentando la email di conferma ricevuta unitamente ad un documento di identità ed al Green Pass.

Il Legionario – il trailer del film

Il Laureato: trama, cast e curiosità sul film con Dustin Hoffman

Il Laureato: trama, cast e curiosità sul film con Dustin Hoffman

Quando nel 1967 il film Il laureato arrivò al cinema, questo rappresentò una vera e propria rivoluzione. Non solo consacrò il regista Mike Nichols e l’attore Dustin Hoffman come due dei più importanti nomi della loro generazione, ma rappresentò anche un primo segnale di rottura nella società, che di lì a poco sarebbe stata sconvolta dalle contestazioni giovanili del 1968. Scritto da Calder Willingham, la pellicola è la trasposizione dell’omonimo romanzo di Charles Webb ed è ancora oggi considerata uno dei più grandi capolavori cinematografici di tutti i tempi.

Candidato a ben sette Oscar e vincitore di quello per la miglior regia, Il laureato ha da subito avuto un successo straordinario, consolidatosi poi sempre di più negli anni. Con il tempo è infatti diventato un titolo di culto, rivisto, citato e analizzato sotto ogni punto di vista. In particolare, rimane forte ancora oggi il senso di incomunicabilità che vi è tra i giovani protagonisti e i loro adulti genitori. Il film divenne il manifesto di una generazione che non si sentiva più compresa, anticipando dunque le già citate rivolte. Allo stesso modo è memorabile ancora oggi il finale, estremamente aperto alle incertezze della vita e alle paure che questa genera.

Con la colonna sonora arricchita dai brani The Sound of Silence e Mrs. Robinson del duo Simon & Garfunkel, Il laureato presenta ancora oggi elementi di grande attualità, che lo rendono un film eterno e sempre pronto a raccontare qualcosa di nuovo. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il laureato: la trama del film

La vicenda si svolge sul finire degli anni Sessanta, Benjamin Braddock è un giovane spensierato da poco laureatosi in un college sulla East Coast. Tornato a casa per festeggiare con i suoi genitori il termine degli studi, egli si ritrova circondato da adulti che non fanno che chiedergli quali siano i suoi progetti per il futuro. Tutto ciò non fa che accentuare il disagio provato da Benjamin, il quale non sembra molto convinto di volersi iscrivere all’Università. A complicare ancor di più la sua situazione arriva poi l’affascinante Mrs. Robinson, la moglie del partner legale di suo padre. Senza mezzi termini, la donna inizia a sedurre il giovane, che finisce con l’accettare il gioco della donna.

Intraprende dunque con lei una relazione segreta, trascurando sempre di più i suoi doveri e la ricerca di un’Università da frequentare. Il rapporto con la signora Robinson, però, inizia ad incrinarsi nel momento in cui Benjamin viene costretto ad uscire con Elaine, la figlia di lei. Coetanea di Benjamin, questa inizia a sviluppare dei veri sentimenti per il giovane e allo stesso modo lui inizierà sempre più a sentirsi attratto da lei. Il rapporto segreto con la madre di Elaine e l’incombenza di un futuro opprimente, rischieranno però di essere la rovina del giovane.

Il laureato cast

Il laureato: il cast del film

Per il ruolo del protagonista Benjamin Braddock i produttori volevano un attore bello, alto e biondo, che avrebbe così soddisfatto la descrizione del personaggio nel libro. Il primo nome ad essere considerato fu quello di Robert Redford. Nichols però era convinto che un interprete di questo tipo non avrebbe potuto dar vita al meglio alle nevrosi e alla goffaggine del personaggio. Fu a questo punto che si imbatté in Dustin Hoffman, all’epoca totalmente sconosciuto e non corrispondente ai canoni inizialmente ricercati. Per la parte egli venne pagato appena diciassette mila dollari, ma grazie al successo ottenuto vide la sua carriera intraprendere una vera e propria svolta.

Accanto a lui, nei panni della signora Robinson, vi è la celebre attrice Anne Bancroft. Nonostante il personaggio sia descritto come molto più grande in età di Benjamin, la Bancroft aveva all’epoca delle riprese solo 6 anni in più a Hoffman. Grazie a questo film, l’attrice divenne una vera e propria icona, ottenendo anche una nomination all’Oscar come miglior attrice. Per il ruolo della giovane Elaine furono invece considerate numerose attrici, ma alla fine fu Katharine Ross ad ottenere la parte. Nei panni dei genitori di Benjamin si ritrovano gli attori William Daniels ed Elizabeth Wilson, mentre Murray Hamilton è il signor Robinson. Prima delle riprese, tutti gli attori vennero coinvolti in prove di carattere teatrale, al fine di far sviluppare tra loro un’ottima chimica, poi riportata nel film.

Il laureato: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

 È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il laureato è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Infinity+, Now, Prim Video e Paramount+. Per vederlo, basterà noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di domenica 16 luglio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Il lato selvaggio di Nicolas Cage

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Si intitola the Wilde Side il nuovo fim che avrà per protagonista Cage, un road – thriller che vedrà l’attore nel ruolo di un killer. Diretto da Jesse Baget (con all’attivo horror e commedie non memorabili) che ha scritto la sceneggiatura assieme a Stefania Moscato, il film vedrà protagonista Juno Temple che decide di dare una svolta alla sua vita e scappare dalla nativa New Orleans, usando come ‘assicurazione’ dei diamanti rubati al criminale  Cage, da lui a sua volta precedentemente trafugati.

Il problema sarà che Odel (questocil nome del personaggio interpretato da Cage) non se ne resterà certo con le mani in mano, mettendosi alla ricerca del suo bottino. Sulle tracce dela protagonista si metteranno inoltre la polizia e un giornalista (Jimmy Knoxville). L’inizio delle riprese è previsto per luglio, in Louisiana. Dopo essere tornato a interpretare il marvelliano Ghost Rider nel secondo fim dedicato al personaggio (se possibile, ancora meno convincente del primo), Cage sarà prossimamente nel crime Stolen e nel thriller Frozen; farà inoltre parte del cast de musical Frank Or Francis, firmato da Charlie Kaufman. La Temple apparirà prossimamente in un piccolo ruolo in The Dark Knight Rises.

Fonte: Empire

Il Lato Positivo: recensione del film di David O. Russell

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Il Lato Positivo: recensione del film di David O. Russell

Il Lato Positivo ha trionfato all’ultimo Festival di Toronto, portandosi dietro uno strascico di successo e gradimento non comuni, il suo regista è stato plurinominato agli Oscar (regia, film e sceneggiatura) così come il poker di attori che ne rappresentano i principali personaggi.

Il film in questione è Il Lato Positivo – Silver Lining Playbook, e potrebbe davvero essere il protagonista della prossima (domenica) notte degli Oscar. Il protagonista è Pat, un Bradley Cooper davvero in forma, che soffre di bipolarismo e sta cercando di uscirne grazie all’aiuto della sua famiglia, del suo terapista e di Tiffany (Jennifer Lawrence), una donna che come lui vive un grande disagio emotivo. In mezzo a loro ci sono Robert De Niro e Jackie Weaver, rispettivamente i genitori di Pat, che cercano in tutti i modi di fargli togliere dalla testa la moglie Nikki, vittima di un’aggressione proprio da parte del marito in preda ad uno dei suoi attacchi di rabbia.

David O. Russell parte dal romanzo di Matthew Quick e realizza una sceneggiatura basata su dialoghi rapidi e brillanti, efficaci soprattutto grazie alla straordinaria bravura di tutti gli attori, la Lawrence su tutti, che questa volta corre davvero il rischio di vincere il suo primo Oscar da protagonista, dopo la nomination per Un Gelido Inverno. La scelta di Russell nell’adattare per lo schermo il romanzo di Quick è stata quella di semplificare e rendere lineari delle dinamiche psicologiche che nella realtà risultano invece ostiche, difficili da comprendere figuriamoci da superare.

L'orlo argenteo delle nuvoleI personaggi, alle prese con profonde nevrosi, si liberano così come d’incanto da tutto il loro bagaglio di dolore e ritrovano la serenità grazie alla condivisione della reciproca compagnia. Il finale del film, per quanto romantico, rischia però di essere troppo semplicistico, di banalizzare la malattia mentale, vero e proprio gigante mostruoso da affrontare. Ma questa è stata probabilmente la scelta registica di voler realizzare una commedia, che nonostante le difficoltà vissute dai personaggi, riesce a condurli sani e salvi alla fine (o all’inizio?) della loro storia. Come al solito la regia di Russell segue i suoi personaggi, li pedina nei loro spostamenti esagerando talvolta con carrellate rapide che sembrano più adatta ad altri generi cinematografici.

Il Lato Positivo è un film godibile, forse sopravvalutato, ma che concede una felice compagnia per un paio d’ore; non aspettatevi un grande capolavoro, perché il finale melenso mina quello che poteva essere davvero un gioiello, ma senza dubbio si tratta di un buon film che fa della grandissima recitazione il suo punto forte.

Il lato positivo Jennifer Lawrence e Bradley Cooper provano

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Il lato positivo Jennifer Lawrence e Bradley Cooper provano

Il-lato-positivo-track-list-della-colonna-sonoraA diversi mesi dall’uscita de Il Lato Positivo campione di incassi e vincitore di un Oscar per la migliore interpretazione femminile, ecco che da Youtube arriva un video in cui i super sexy protagonisti del film provano il divertentissimo ballo che hanno dovuto imparare per recitare i ruoli di Pat e Tiffany.

Ecco Jennifer Lawrence, vincitrice della statuetta, e Bradley Cooper, “solo” nominato, che provano. A questo link il video!

Rivedremo questa splendida coppia sul set di Serena, di Susanne Bier, in cui interpretano un marito e una moglie decisamente sui generis, e di nuov diretti da David O. Russell in American Hustle.silver-linings-playbook-quotes-8

Il Ladro di Giorni: teaser trailer ufficiale

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Il Ladro di Giorni: teaser trailer ufficiale

Rai Cinema e Indigo Film hanno diffuso il teaser trailer di Il Ladro di Giorni, il film di Guido Lombardi con protagonista Riccardo Scamarcio che verrà presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, all’interno del concorso ufficiale.

Sarà distribuito in Italia da Vision Distribution. È in libreria il libro “Il ladro di giorni” scritto da Guido Lombardi ed edito da Feltrinelli.

Il Ladro di Giorni: la trama

Salvo, undici anni, vive con gli zii in Trentino. Il giorno della sua Prima Comunione, mentre gioca a pallone con gli amici, compare inaspettatamente a bordo campo un uomo, è suo padre Vincenzo.

Salvo a stento lo riconosce, non lo vede, infatti, da sette anni, da quando due carabinieri lo avevano portato via dalla loro casa in Puglia. Ora Vincenzo è uscito di prigione, dice di voler passare qualche giorno con il figlio e parte con lui verso il sud. Durante questo viaggio lungo l’Italia, scandito da molti incontri e ricordi, Salvo imparerà a conoscere suo padre ma dovrà fare i conti anche con i suoi segreti e il suo passato.

Il Ladro di Giorni: cast

Protagonisti de Il Ladro di Giorni sono Riccardo Scamarcio, Massimo Popolizio, Augusto Zazzaro, Giorgio Careccia, Vanessa Scalera, Carlo Cerciello e Rosa Diletta Rossi. Diretto da Guido Lombardi e scritto da Luca De Benedettis, Marco Gianfreda e Guido Lombardi.

Il film è prodotto da Indigo Film, Bronx Film con Rai Cinema e Minerva Pictures Group con il sostegno di Trentino Film Commission, Film Commission Regione Campania e Apulia Film Commission.

Il ladro di giorni: recensione del film di Guido Lombardi

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Il ladro di giorni: recensione del film di Guido Lombardi

Il ladro di giorni, nuovo film di Guido Lombardo, è stato presentato nella selezione ufficiale della Festa del cinema di Roma 2019.

Salvo ha 11 anni e vive in Trentino con gli zii, sua madre è morta qualche anno prima, suo padre è in prigione per aver ferito un carabiniere sette anni prima. È quindi quasi impossibile per lui riconoscere quell’uomo che si presenta a casa e che dice di essere suo padre. Per passare dalla diffidenza a capire di aver perso per uno stupido comportamento molti giorni e molti anni ci vorrà un viaggio verso la Puglia.

Tratto dall’omonimo romanzo che Guido Lombardi stesso ha scritto, Il ladro di giorni segna il ritorno del regista alla Festa del cinema di Roma, dopo che qui era stato presentato il suo secondo lungometraggio, Take five. Come già nel suo esordio, Là-bas che raccontava della vita e della rivolta dei migranti a Rosarno, per questo film con protagonista Riccardo Scamarcio, Lombardi si tiene vicino al bordo estremo della società, quelli che non si integrano con le regole e che finiscono in prigione.

Il ladro di giorni, recensione del film di Guido Lombardi

Il padre interpretato da Scamarcio ricorda per indole un altro padre che ora è in sala, e che anche lui dopo anni di coraggio mancato, torna per vedere suo figlio. A differenza però del “Modugno della Dalmazia” interpretato da Claudio Santamaria nel film di Salvatores Tutto il mio folle amore, il personaggio di Scamarcio, Vincenzo, vuole usare suo figlio per chiudere i conti con il suo passato, non torna da lui per rimorso o semplice affetto.

All’inizio del film il piccolo Salvo è  un mezzo che permette a Vincenzo di dare meno nell’occhio, ma più va avanti il percorso insieme, più affiorano, inevitabilmente, le assonanze e le similitudini tra padre e figlio.

Il rimpianto più che il rimorso per le azioni fatte è ciò che è più evidente nel personaggio di Vincenzo che nonostante tutto, non può completamente liberarsi dal suo passato.

Scamarcio offre una buona interpretazione e trova un buon affiatamento con il piccolo Augusto Zazzaro, che interpreta Salvo. È da notare anche il ruolo da padre scapestrato ma accudente interpretato da Massimo Popolizio.

Il ladro di Corpi avrà una trasposizione: ritorna il vampiro Lestat!

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Ron Howard e Brian Grazer hanno opzionato i diritti di Il ladro di corpi, quarto romanzo della serie, pubblicato nel 1992 da Anne Rice (Saga da cui è tratto il film Intervista Col Vampiro), in cui Lestat, depresso e solo dopo secoli come vampiro, decide di scambiare la sua anima per un giorno con un medium, che dopo lo scambio rivela di non avere intenzione di restituirgliela.

Il ladro di Cardellini in streaming sulle piattaforme

Il ladro di Cardellini in streaming sulle piattaforme

Con la chiusura dei cinema prevista dal nuovo Decreto, Il ladro di Cardellini sarà disponibile in streaming. Il film, Premiato con il Premio Miglior Attore Protagonista alla  17ª edizione del Monte-Carlo Film Festival de la Comèdie, è diretto da Carlo Luglio (Capo Nord, Sotto la stessa luna) ed è ambientato in una Napoli senza spazio e senza tempo, a tratti inedita e mai stereotipata, che fa da sfondo ad una commedia agrodolce, definita dallo stesso regista “mediterranea”.

Al centro del racconto una guardia forestale che si ritroverà, paradossalmente, in una banda di ultraottantenni bracconieri di pregiati cardellini. Ad interpretare gli iperrealistici e picareschi personaggi del film, Nando Paone, Ernesto Mahieux, Pino Mauro, Antonella Attili eYulia Mayarchuk. Il ladro di Cardellini, distribuito e prodotto da Minerva Pictures, insieme a Bronx Film e P.F.A. Films, è disponibile in streaming su Sky Primafila, Chili;  Apple TV, The Film Club.

Il ladro di Cardellini: la trama

Pasquale Cardinale, maresciallo della forestale, vedovo e padre di una figlia problematica, per ripianare i suoi debiti di gioco commette alcuni fatali errori che ne causano il licenziamento quando è ormai prossimo alla pensione. Privo di alternative e pressato dagli strozzini, si ritrova costretto a passare dall’altro lato della barricata, entrando a far parte di una banda di bracconieri ultraottantenni, specializzati nella cattura di cardellini di pregio: i cardellari. Per conto di un veterinario e collezionista di specie protette, il gruppo dovrà impossessarsi di duecento pregiatissimi cardellini bianchi, sostituendoli con dei cardellini comuni preventivamente dipinti. Con il passare delle settimane, Pasquale comincia ad avvicinarsi al mondo di quei piccoli volatili, fino quasi a stabilire con loro una sorta di comunicazione interiore.

Il labirinto del silenzio recensione del film di Giulio Ricciarelli

Germania, 1958. Il giovane ed inesperto pubblico ministero Johann Radmann (Alexander Felhing) viene incaricato dal Pubblico Ministero Generale, Fritz Bauer (Gert Voss), di condurre una serie di indagini con una finalità del tutto particolare: portare sotto processo tutte le SS che hanno lavorato ad Auschwitz e che nel campo si sono rese responsabili di crimini accertati. Il giovane ed idealista Radmann si inoltrerà così in un labirinto fatto di silenzi, ostruzionismo, negazionismo e diffidenza perchè la Germania del miracolo economico non ha nessuna voglia di riaprire le ferite del recente quanto drammatico passato. Con tenacia e volontà Radmann arriverà sino in fondo ma ciò che scoprirà lungo il cammino metterà in discussione tutto il suo mondo, anche nella sfera più intima.

Il labirinto del silenzio è un film di produzione tedesca, con cast tutto tedesco, ma diretto da un regista italiano, Giulio Ricciarelli, pluripremiato autore di diversi cortometraggi. Ricciarelli, che del film è anche co-produttore e co-sceneggiatore insieme a Elisabeth Bartel, colei da cui è partito il progetto, dirige con grande bravura un film intenso e coinvolgente il quale intreccia una storia realmente accaduta con alcuni elementi di fiction. Il processo ai 20 carnefici di Auschwitz, di cui poi 17 condannati per omicidio e crimini di guerra, è storia così come è storia il lungo e difficilissimo lavoro che l’equipe del Procuratore Generale Fritz Bauer dovette affrontare per portare alla sbarra gli imputati.Il labirinto del silenzio poster Il protagonista invece, Johann Radmann, interpretato dal bravissimo e convincente Alexander Felhing, è personaggio di fantasia ma che conferisce alla sceneggiatura quel lato umano e intimista che completa un film mai pedante o esclusivamente cronicistico. Reidmann ed i suoi tormenti interiori, il suo stupore sempre crescente nel realizzare quanto la società civile tedesca fosse coinvolta nelle atrocità del nazismo, sono esemplificative di una nuova generazione di tedeschi che si decide a chiedere conto ai propri padri delle loro responsabilità storiche. La Germania della fine degli anni ’50, gli anni del boom economico e dallo sguardo rivolto al futuro, non ha per nulla voglia di voltarsi ancora indietro ed affrontare il proprio terribile passato, nemmeno troppo lontano. Così Reidmann dovrà affrontare mille difficoltà frapposte fra lui e le sue indagini che un intera società, un intero sistema, vedono con antipatia. Solo il Procuratore Bauer, interpretato da uno straordinario Gert Voss, icona del teatro tedesco, lo spinge a perseverare e a proseguire nel suo lavoro; non sono i gerarchi che si vogliono perseguire, per loro c’è stata Norimeberga, ora tocca agli insegnati, ai falegnami o ai panettieri che meno di vent’anni prima indossavano le lugubri e nere divise delle SS.

Il labirinto del silenzio è interpretato da ottimi attori, basato su una sceneggiatura solida e scorrevole e ben diretto, un film che ci permette di saperne di più su una pagina di storia non troppo conosciuta e che l’ottimo cinema tedesco di questi ultimi anni, ha avuto l’apprezzabilissima intenzione di voler svelare.

Il labirinto del grizzly: trama, cast e curiosità sul film

Il labirinto del grizzly: trama, cast e curiosità sul film

Sono numerosi i film dedicati agli orsi, in cui essi hanno spesso un ruolo se non da protagonisti quantomeno da motore scatenante degli eventi. Dal celebre Grizzly Man, il documentario del 2005 di Werner Herzog fino ai teneri Koda, fratello orso e Paddington, senza dimenticare l’orso di Revenant – Redivivo e fino al più recente Cocainorso. Tra questi, un altro film che fa di questo imponente animale il proprio elemento primario è Il labirinto del grizzly, film diretto nel 2015 da David Hackl, noto per aver collaborato alla realizzazione di Saw II – La soluzione dell’enigma, Saw III – L’enigma senza fine e Saw IV e per aver diretto Saw V.

Come si può immaginare da questi titoli, Hack è un esperto di cinema horror, genere che è tornato a praticare anche con questo Il labirinto del grizzly, dove la minaccia è naturalmente il possente orso grigio. La trama del film è in realtà molto lontanamente ispirata alla vera storia di Timothy Treadwell, detto Grizzly Man, ambientalista e documentarista statunitense che visse per molti anni a stretto contatto con i grizzly e che rimase ucciso proprio da uno di loro insieme alla sua fidanzata Amie Huguenard nel 2003 all’interno del Parco nazionale e riserva di Katmai (sulla sua vicenda si concentra il documentario poc’anzi citato di Herzog).

Con Il labirinto del grizzly ci si trova dunque di fronte ad un titolo che pone ancora una volta l’uomo contro la natura, ignorando le criticità che questa contrapposizione può generare per puntare sull’offrire un’esperienza di grande intrattenimento, governata da emozioni forti quali la paura e l’orrore. In questo articolo approfondiremo alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il labirinto del Grizzly cast

La trama di Il labirinto del grizzly

Il film vede protagonisti due fratelli cresciuti nella natura selvaggia dell’Alaska, dove il padre ha insegnato loro a rispettare l’ambiente che li circonda e le creature pericolose che lo abitano. Crescendo, però, i due si sono allontanati e hanno finito per perdere i contatti. Anni dopo, Rowan, appena uscito di prigione, decide però di tornare alla casa natale in Alaska per tentaree di riallacciare i rapporti con il fratello Beckett, che non vede da anni ed è diventato nel frattempo vice-sceriffo, con la missione principale di proteggere gli orsi della zona dai bracconieri senza scrupoli. In un certo senso, dunque, Beckett ha mantenuto il legame con la natura inculcatogli dal padre.

Nonostante l’ostilità iniziale di Beckett nei confronti di Rowan, i due fratelli si vedono presto costretti a unire le forze quando vengono a sapere che un gigantesco orso grizzly ha attaccato e ucciso diverse persone nella zona. Con l’aiuto della moglie di Beckett, l’ambientalista Michelle, Rowan e Beckett devono rintracciare l’orso prima che faccia del male a qualcun altro e prima che l’implacabile cacciatore Douglass lo trovi prima di loro. Per riuscire nell’impresa, dovranno però introdursi nelle profonde foreste dell’Alaska, anche note come “il labirinto del grizzly”, luogo dove è facile perdersi e imbattersi in pericoli di ogni sorta.

Il labirinto del Grizzly location

 

Il cast del film e le location

In un primo momento, a interpretare i due fratelli Rowan e Beckett erano stati presi in considerazione gli attori Adrian Brody e Gerard Butler. I ruoli sono però poi stati affidati rispettivamente agli attori James Marsden e Thomas Jane. Il primo è noto per il ruolo di Ciclope nei film degli X-Men, per la serie tv Westworld – Dove tutto è concesso e per Sonic – Il film, mentre il secondo è noto per essere stato protagonista del film The Punisher. L’attrice Piper Perabo, nota per il film Le ragazze del Coyote Ugly e la serie Covert Affair, interpreta invece Michelle. Recitano poi nel film Michaela McManus nel ruolo di Kaley, Scott Glenn in quello di Sully e Adam Beach in quello di Johnny Cadillac. Il premio Oscar  Billy Bob Thornton interpreta invece il cacciatore Douglas.

Benché sia ambientato in Alaska, dove è particolarmente diffuso l’orso grizzly, il film è in realtà stato girato altrove. Gli scenari dell’Alaska sono infatti stati ricreati tra Squamish, la zona a nord di Vancouver e altre località della provincia canadese della Columbia Britannica. Alcune scene sono state realizzate invece a Los Angeles in California. L’Alaska, infatti, per via del suo clima rigido, avrebbe comportato sfide e problematiche che la produzione del film non era pronta a sostenere. Si è dunque preferito svolgere le riprese in un contesto diverso ma che potesse avere somiglianze con quello previsto dal luogo in cui il racconto è effettivamente ambientato.

Il finale del film

Nel finale del film, Rowan rimane indietro per distrarre l’orso mentre Beckett porta le ragazze sulla barca. Il trio arriva intanto sulla barca e viene incontrato da Sully, che rivela di aver preso i soldi e di aver lasciato i bracconieri nel labirinto. Dopo che Rowan si rivela vivo, i fratelli combattono l’orso e Beckett gli versa benzina attorno dà fuoco al cerchio, sperando di intrappolarlo. Tuttavia, l’orso attraversa le fiamme e abbatte la barca. Alla fine, però, Rowan salva Kaley uccidendo il grizzly squarciandogli la gola con un coltello. Il gruppo, quindi, si riprende e può finalmente lasciare il labirinto.

Il trailer di Il labirinto del grizzly e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente presente nel palinsesto televisivo di martedì 30 luglio alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

https://www.youtube.com/watch?v=0xM_UA7E0Og&pp=ygUgaWwgbGFiaXJpbnRvIGRlbCBncml6emx5IHRyYWlsZXI%3D

Il Labirinto del Fauno: la trama, il libro e la spiegazione del film

Considerata la più bella tra le favole di Guillermo Del Toro, Il Labirinto del Fauno è ricco di magia, amore e speranza, ma non manca anche la sofferenza, il dolore e la paura, elementi dati dal contesto storico in cui il film è ambientato. Il regista, come suo solito, rielabora un dato periodo arricchendolo di elementi fantastici, sempre simbolici e funzionali al racconto. Con questo film del 2006, uno dei suoi più apprezzati e premiati, egli porta lo spettatore nel bel mezzo della guerra civile spagnola. La pellicola, insieme al precedente La spina del diavolo, fa infatti parte di un duologia informale ambientata proprio in tale contesto.

La storia del film si è formata nella mente del suo autore nel corso di oltre vent’anni. Per tutto questo tempo, infatti, Del Toro ha avuto con sé un prezioso taccuino che riempì di aneddoti, bozzetti e appunti vari. Molto di quanto si ritrova nel suo film proviene da eventi di violenza realmente accaduti davanti ai suoi occhi, come anche da sogni da lui fatti o antiche leggende popolari. Con il tempo, il tutto ha iniziato ad assumere una forma sempre più organica, trovando poi concretezza al momento della scrittura. Questa subì comunque diverse modifiche nel corso del tempo, con il regista che però si batté fino all’ultimo contro i produttori affinché il film venisse realizzato così come l’aveva immaginato lui.

Nonostante fosse un progetto difficile da commercializzare, data l’atmosfera sinistra e la lingua spagnola, il film si rivelò un grande successo di pubblico e critica. A fronte di un budget di circa 19 milioni di dollari, la pellicola riuscì ad incassare globalmente circa 83 milioni. Inoltre, ottenne riconoscimenti in tutto il mondo, tra cui sei nomination al premio Oscar, dove vinse nelle categoria per la miglior fotografia, miglior scenografia e miglior trucco. Con il tempo, è diventato il titolo più celebre nella filmografia del regista, e ancora oggi è considerato il film dove egli ha potuto meglio infondere tutta la propria affascinante poetica.

Il Labirinto del Fauno: la trama del film

La vicenda del film è ambientata nel 1944, in Spagna, dove sono in corso gli scontri tra i ribelli e i fedeli alla dittatura di Francisco Franco. Tra le fila di questi ultimi vi è il crudele capitano Vidal, che ha il compito di eliminare senza pietà i dissidenti. Questi, situatosi in un avamposto nel bosco, ordina a sua moglie Carmen di raggiungerlo per dare alla luce il loro bambino. La donna porta con sé anche la figlia Ofelia, nata dal precedente matrimonio. Quest’ultima, spaventata dal clima angosciante che abita in quel luogo, inizia a ricercare una fuga dalla realtà nella fantasia. Ben presto, scoprirà che quanto da lei immaginato è più reale del previsto. Durante un’escursione nel bosco, infatti, si ritrova ad entrare in un misterioso e antico labirinto.

Qui, dopo averne percorso le disorientanti vie, si imbatte nel Fauno che vi abita. La creatura si rivela però pacifica, e le confessa una serie di verità su un passato che la bambina non sembra ricordare. Egli sostiene infatti che Ofelia sia la reincarnazione della principessa di un mondo fatato, smarritasi secoli prima. Per poter tornare in quel luogo, e ricongiungersi con la sua vera famiglia, dovrà però superare tre prove. Per lei non sarà facile eseguire quanto richiestole, specialmente alla luce degli eventi che avvengono intorno a lei. Quando il conflitto si farà più acceso, infatti, il tempo per portare a termine la sua missione sembrerà venire meno. Tutto sembra allora perduto, ma un macabro sacrificio potrebbe essere l’unica salvezza per la giovane.

Il Labirinto del Fauno cast

Il Labirinto del Fauno: il cast del film

Il film è interpretato prevalentemente da soli attori spagnoli, poco conosciuti all’estero. Anche per questo i produttori erano preoccupati, non avendo nomi di particolare richiamo su cui puntare. Per Del Toro però, era important dar voce ai personaggi, e non ai volti di chi li interpretava. Procedette così nel ricercare i giusti interpreti. Per il ruolo della piccola Ofelia, in particolare, il regista ricercava un’attrice tra gli 8 e i 9 anni. Dopo aver provinato oltre cento candidate, rimase però colpito dall’allora undicenne Ivana Baquero. Convintosi che fosse la giusta attrice per il ruolo, le assegnò la parte, che riscrisse affinché si adattasse alla sua età. Inoltre, l’attrice ricevette dal regista diversi libri e fumetti di fiabe, con i quali poteva entrare ulteriormente nel ruolo e nel mondo narrato.

Per la fondamentale parte del Fauno e dell’Uomo Pallido, Del Toro si affidò ad un suo storico collaboratore. Questi è l’attore Doug Jones, noto per la sua capacità di dar vita alle creature più strane e incantevoli. Egli aveva già lavorato con il regista per Mimic ed Hellboy, e tornò in seguito a recitare per lui anche in Crimson Peak e La forma dell’acqua. Jones accettò subito il doppio ruolo, ma fu intimorito dal fatto che il film sarebbe stato recitato in sola lingua spagnola. Egli decise allora di sfruttare le cinque ore giornaliere di trucco per imparare i propri dialoghi. Il regista, alla fine, preferì comunque farlo doppiare da un attore spagnolo, ma gli sforzi di Jones resero certamente più semplice il lavoro di questi.

Altro personaggio rimasto celebre del film è quello del capitano Vidal. Del Toro, nonostante la contrarietà dei produttori, offrì la parte all’attore Sergi López, divenuto noto in quegli anni grazie ad alcuni film internazionali. Lopez ottenne la parte un anno e mezzo prima delle riprese del film, ed iniziò così a lavorarvi sopra. Rimase impressionato dalla malvagità del personaggio, considerandolo talmente tanto ben scritto da non dovervi aggiungere altro. Per lui la sfida fu quella di rappresentare la sua natura risultando realistico in questa. Gli fu anche difficile comprendere le sue motivazioni, cosa che gli rese naturalmente complesso il processo di immedesimazione.

Il Labirinto del Fauno: la spiegazione del film

Il Labirinto del Fauno è una favola, e va guardato tenendo bene a mente questo principio. Ciò non significa però che quanto avviene nel film sia frutto dell’immaginazione della protagonista, ma l’esatto opposto. Per Del Toro, infatti, era importante lasciare una serie di indizi che permettessero di capire la realtà di quanto avviene alla protagonista, e lo stretto rapporto che c’è tra il mondo magico e quello terrestre infestato dai conflitti bellici. Sapendo ciò, ci si può approcciare alla visione con occhi diversi, specialmente in vista di quanto avviene nello svolgersi della narrazione.

Tra le tante tematiche trattate, il regista si è in particolare concentrato sul concetto di immortalità e sulla necessità di guadagnarsi tale possibilità. Alla giovane protagonista vengono infatti richieste tre prove da superare se vuole tornare nel suo regno incantato. Le prove, come suggerisce lo stesso fauno, sono pensate per stabilire se l’essenza della principessa non sia andata perduta, e non sia quindi diventata una mortale. Per quanto Ofelia si trovi a disubbidire a molte delle raccomandazioni del fauno, fallendo di conseguenza le proprie missioni, ella dimostra invece quanto si sperava. La disobbedienza, che per il regista è una virtù, è infatti ciò che le permette di manifestare le proprie qualità.

Lo scopo delle prove, infatti, si rivela essere non il recuperare ciò che il fauno le chiede, quanto prendere delle decisioni difficili se messa alle strette. Quando le viene chiesto di uccidere per avere salva la propria anima, Ofelia preferisce sacrificare sé stessa, e così facendo le viene concessa l’immortalità. Alla luce di ciò, Del Toro sembra dunque raccontare la necessità di perseguire la disobbedienza in un mondo di regole dittatoriali, e, ancor di più, di agire secondo una morale umana, caritatevole, volta al bene. Solo perseguendo tali valori, infatti, si può pensare di sconfiggere il male, incarnato nel film dai feroci fascisti spagnoli.

Il Labirinto del Fauno significato

Il Labirinto del Fauno: il libro, i premi, il trailer e dove vedere il film in streaming

Da sempre legato al film e alla sua storia, Del Toro non manca mai di tornarvi su, approfondendone aspetti e dettagli. Nel 2019, inoltre, ha annunciato la pubblicazione di un’antologia di racconti che permetteranno di approfondire ed espandere la mitologia alla base del film. Il libro viene scritto dallo stesso Del Toro insieme alla scrittrice Cornelia Funkle, celebre per i suoi racconti di genere fantasy e d’avventura. Pubblicato poi in Italia nell’ottobre dello stesso anno, il libro è diventato un oggetto particolarmente imperdibile per i fan del film, che potranno grazie a questo conoscere molti retroscena sulle fiabe narrate o accennate nel lungometraggio.

Come anticipato in apertura, il film è stato accolto con grande entusiasmo a livello globale, ed è indicato come uno dei migliori film del 2006. Presentato inizialmente all’interno del concorso ufficiale del Festival di Cannes, il film è stato poi protagonista della stagione dei premi di quell’anno, arrivando infine a vincere i già citati tre premi Oscar. Prima di ciò, però, Il Labirinto del fauno fece incetta di vittorie anche al premio Goya (gli Oscar spagnoli), dove si aggiudicò 7 premi su 13 nomination. Si annoverano anche 3 BAFTA Awards su 8 nomination, e 8 Ariel Award (gli Oscar messicani) su 12 nomination. Numerosissimi sono poi i riconoscimenti ricevuti dai premi dedicati al cinema di genere fantasy.

Per gli amanti del film, o per chi volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il Labirinto del Fauno è infatti presente nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision, Rai Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb, ScreenRant

Il Labirinto del Fauno: film culto di Guillermo del Toro

Il Labirinto del Fauno: film culto di Guillermo del Toro

Il Labirinto del Fauno è il film del 2006 diretto da Guillermo del Toro e con protagonisti Ivana Baquero, Doug Jones, Sergi Lopez, Maribel Verdu e Alex Angulo.

Il Labirinto del Fauno trama

Il Labirinto del FaunoSpagna 1944: Francisco Franco ha ormai vinto con le sue truppe la guerra civile, scatenando repressioni e persecuzioni. La piccola Ofelia va a vivere con la mamma incinta e il patrigno, lo spietato capitano Vidal, in un avamposto sulle montagne dove permangono ancora dei nuclei di partigiani. Mentre intorno a lei si scatenano violenze e morti, Ofelia entra in contatto con un mondo fantastico, in cui un fauno le rivela che lei è la principessa perduta di un regno sotterraneo e che, per diventarlo, dovrà superare alcune prove particolarmente dure. Ofelia non si perde d’animo, mentre il mondo reale intorno a lei, precipita, fino al sacrificio finale.

Analisi  – Il Labirinto del Fauno

Lontano da Hollywood e dalle sue regole e affidandosi come cast e staff, salvo che per l’ottimo caratterista Doug Jones, a professionisti spagnoli, bravi ma al momento decisamente poco noti, Guillermo del Toro costruisce una fiaba nera e struggente, con parecchie suggestioni, a cominciare dal tema ricorrente ma qui riletto in maniera abbastanza originale delle prove da superare per conquistare qualcosa, qui un regno perduto che è metafora di altro, della felicità scomparsa, dell’innocenza, dell’assenza del male.

Scegliendo di ambientare la vicenda sul fondo di un’epoca con cui la Spagna non ha ancora fatto tutti i conti, in una guerra dove andarono a combattere contro Franco molti degli esponenti della meglio gioventù dell’epoca non solo iberica, Guillermo del Toro compie un’operazione coraggiosa, non nascondendo nulla della realtà di violenze e repressioni dell’epoca, contraltare al mondo magico di Ofelia, tanto che il film è giustamente vietato ai minori di 14 anni, e non solo appunto perché recupera l’aspetto orrorifico e spaventoso delle fiabe tradizionali, troppo spesso sacrificato in nome del politically correct, ma perché mette in scena anche orrori di cui si parla meno ma che sono successi, distruggendo le speranze e le vite di più di una generazione.

Ofelia, dolce e tragica novella Alice in un paese delle meraviglie, porta gli spettatori in un mondo reale e fantastico, dove agli scenari naturali delle montagne spagnole, più nordiche e meno mediterranee, fanno da contraltare suggestioni fantastiche prese dalle tavole del disegnatore vittoriano Arthur Rackham, ma che rievocano anche, in una delle sequenze più terrificanti e riuscite, la pittura di Francisco Goya.

Coraggiosa anche la scelta di Guillermo Del Toro di dare un finale decisamente traumatico e non necessariamente lieto alla vicenda, anche se dipende tutto in fondo dal punto di vista. Una fiaba per adulti di varie età, che esalta la fantasia, ma anche la lotta contro ogni forma di sopraffazione, l’amore per i più deboli, il valore della memoria: e nella scena finale, come non pensare a tutte le altre piccole Ofelia che ci sono al mondo, in cerca di un universo di fantasia per evadere da realtà di violenza e guerra.

Tanti strati di lettura, da quello dell’avventura fantastica a quello fiabesco a quello politico e militante, per un film, Il Labirinto del Fauno, che non lascia comunque indifferenti e che dimostra quanto si possa realizzare dell’ottimo cinema di genere lontano dalle major e puntando innanzitutto sui contenuti.

Il Labirinto del Fauno Trailer italiano

Il Labirinto del Fauno in streaming su Infinity

 

Dal Centro Sperimentale al Saltarello

intervista a Enrico Melozzi

di Alice Vivona

Enrico Melozzi è un compositore di colonne sonore, ma anche un musicista con un gruppo e uno studio di registrazione, in cui realizza prevalentemente musica elettronica.

Ha realizzato le colonne sonore di diversi film e documentari tra cui Fratelli d’Italia di Claudio Giovannesi, il cortometraggio di Adriano Giannini Il Gioco e L’uomo fiammifero di Marco Chiarini, grazie al quale ha recentemente vinto un premio al festival di Sulmona.

Come sei arrivato a realizzare colonne sonore?

Sono partito dalla mia piccola Teramo 9 anni fa, e già da piccolino sognavo di diventare un compositore di colonne sonore. Era un mondo che mi affascinava tantissimo, ed ero un fan scatenato di Ennio Morricone e Bernard Herrmann. Ed effettivamente ancora oggi il cinema per un compositore è il luogo ideale dove sperimentare e arrivare contemporaneamente al grande pubblico. E’ uno dei mezzi culturalmente più evoluti. E’ divertente concepire la musica anche sfruttando i mezzi tecnologici che la sala cinema ti mette a disposizione. Come ad esempio il surround. Scrivere una musica sapendo che il suono verrà dalle spalle dell’ascoltatore ti cambia un po’ la prospettiva! Poi ho iniziato lentamente lo studio di questa materia frequentando i corsi di Morricone e Franco Piersanti. La cosa mi piaceva tantissimo e un giorno ho incontrato Marco Chiarini, anche lui teramano, e mi propose di comporre la musica per un suo corto in pellicola (Lo spazzolino da denti, 2001). Accettai immediatamente,e grazie a lui sono entrato in contatto con il Centro Sperimentale, dove registravamo insieme al grande Federico Savina (fonico di Nino Rota, Mina, etc). Ancora frequento il Centro, la sento un po’ come un posto di famiglia. Sono passati 9 anni dal mio primo lavoro, ne sono seguiti tanti altri. Il sogno si è fatto realtà.

 

Quanto é diverso dallo scrivere la propria musica?

Comporre per il cinema e comporre cose “proprie” può essere radicalmente diverso ma anche la stessa cosa.

Il mio desiderio è quello di servire sempre il film cercando sempre di scrivere un pezzo che possa funzionare anche separato dall’immagine per cui è stato composto. In questo modo c’è la fusione delle arti, e così un film è davvero di qualità. E’ molto triste scrivere musica “di commento”, di “sottofondo”…preferisco allora scrivere musica da ascensori o roba finta elettronica o Electro-Ikea.

 

Hai realizzato le musiche per Fratelli d’Italia di Claudio Giovannesi e L’ Uomo fiammifero di Marco Chiarini, con il quale hai recentemente vinto un premio al festival di Sulmona. Sono due tipi di film molto diversi tra loro: il film di Giovannesi ha un approccio documentario con una realtá variegata e dura come quella della periferia romana, il film di Chiarini é una favola.

Come ti sei posto nella realizzazione delle musiche? Hai letto i soggetti o le sceneggiature cercando di creare dei temi musicali?

Claudio Giovannesi è anche musicista oltre che regista, e abbiamo firmato insieme la musica del suo primo film, La Casa Sulle Nuvole, mentre nel suo secondo Fratelli d’Italia, ho avuto più la funzione di arrangiatore e direttore musicale, firmando anche un paio di brani. Quindi Giovannesi, che si affida a me per la realizzazione delle sue musiche in uno scambio interessantissimo di idee musicali, è padrone della parte musicale, la domina.

Con lui il lavoro è più facile apparentemente, perchè sappiamo già perfettamente quando inizia una musica e quando finisce, il carattere il sapore e lo stile. Il difficile sta nel realizzare poi il prodotto perfettamente come lo pensa lui. E lì ci vuole olio di gomito!

Con Chiarini invece , come con tutti gli altri, che non sono musicisti, il discorso è più complesso nella comunicazione tecnica, anche se dopo anni di esperienza ho imparato il vocabolario dei registi. Non si sa di preciso dove entra una musica, dove finisce…ma questo rende il gioco interessante. Io sono convinto che la musica è già nel film che sto lavorando. Si deve lavorare come uno scultore, il suono, scavando dentro come la pietra, e liberare la musica già impressa nel film da tutto il resto che la copre e la imprigiona. E non si può prescindere dall’immagine. Una sceneggiatura ti dice il sapore generale, ma l’organico musicale e il suono, aldilà dei suoi contenuti armonici e melodici, lo stabilisce solo il peso della fotografia e la potenza della scena. Un altro regista con cui mi diverto moltissimo è Adriano Giannini. Con il suo “Gioco” abbiamo vinto il Nastro D’Argento e il Grifone D’Argento a Giffoni. Un’esperienza unica!

 

“Il saltarello piú veloce del mondo” come ti é venuta l’idea?

Per la musica dell’Uomo Fiammifero si è reso indispensabile l’uso dell’organetto diatonico, che rappresenta il folklore abruzzese. Argomento a cui sia io che Chiarini siamo molto legati. La mia collaborazione con il pluricampione del mondo di organetto, Danilo Di Paolonicola, un talento esplosivo, mi ha fatto scattare questa idea. Ho pensato: visto che Danilo è davvero il più bravo del mondo…facciamo un record! Lo costrinsi a suonare così veloce che lui stesso che ha girato il mondo col suo organetto (e parla molto poco) mi ha detto: questo effettivamente così veloce non l’ho mai sentito! Da lì “il saltarello più veloce del mondo”, e sfido chiunque…dico chiunque a suonare tutte quelle note in meno tempo di Danilo!  E sanza sbagliare un colpo!

I tuoi progetti futuri?

Sto componendo un balletto classico sul tema di Pinocchio, per la compagnia di ballo australiana WAB, con la coreografia di Ivan Cavallari e le scene di Edoardo Sanchi. Cercavano un compositore italiano per una fiaba…hanno visto l’Uomo Fiammifero…e il resto è venuto da sè.

 

 

Il Kino su Marte

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Il Kino su Marte

La Luna è uno dei primi pianeti ad essere apparsi al cinema, ne Le voyage dans la lune di Georges Meliès, sul pianeta si atterrava in modo un po’ brusco.  Nella realtà questo avveniva solo nel 1969. Pochi anni dopo, nel 1971, David Bowie si chiedeva se ci fosse vita su Marte nell’album Hunky Dory, e poi l’anno successivo lo dava per scontato, raccontando le avventure di Ziggy Stardust e gli Spiders from Mars.

Marte è un pianeta che ha sempre affascinato il cinema in chiave esplorativa e di minaccia, ma anche con un occhio alla commedia come accade per gli alieni di Le ragazze della terra sono facili, diretto da Julien Temple, in cui Jeff Goldblum e altri due alieni atterrano per un’avaria sulla Terra e nel tempo che passa per la riparazione della navicella riescono a sedurre un trio di terrestri tra le quali troviamo la sua futura compagna, ora ex moglie Geena Davis.  Anche qui però il cinema si collega alla musica visto che il regista Julien Temple è specializzato in documentari e film con protagonisti le rockstar inglesi anni ’70 tra cui ovviamente Bowie e i Sex Pistols, di cui anni fa è stato distribuito uno dei film realizzati da Temple, Sex pistols: Oscenità e furore.

Il prossimo 5 Agosto, chi lo sa, forse verrà data  una risposta a questa domanda che attanaglia musicisti e cinefili, visto che una sonda della NASA atterrerà proprio sul pianeta rosso che alla storia del cinema ha fornito tanti ipotetici nemici del genere umano, alcuni allergici alla musica country, come in Mars Attacks! di Tim Burton. Per festeggiare l’evento a livello planetario si sono organizzati diversi Mars Landing parties, in luoghi approvati dalla stessa organizzazione internazionale, in cui verrà proiettato anche un video di presentazione delle possibili difficoltà dell’atterraggio, intitolato 7 minutes of terror.  A casa nostra la festa sarà ospitata dal Kino nell’arena del Parco di S. Sebastiano, ormai uno dei pochi baluardi vivaci dell’Estate romana caduta in catalessi,  che celebrerà l’evento in modo cinematografico unendo i puntini; ci sarà infatti la proiezione del primo film in cui appare Bowie in versione aliena: L’uomo che cadde sulla terra diretto da Nicholas Roeg nel 1976, in cui appunto l’alieno si ritrova catpultato in un pianeta in cui non pensava di arrivare e al quale dovrà adattarsi, fisicamente e mentalmente.

La sera successiva è previsto un altro evento unico, visto che verrà presentato il film inedito Actrices, la seconda opera di Valeria Bruni Tedeschi che risale al 2007, dopo E’ più facile per un cammello, del 2003, che sarà presente in sala con la protagonista Valeria Golino.  L’attrice, regista e illustre sorella sta anche terminando il suo terzo film da regista, Un chateau en Italie, la cui distribuzione è prevista per l’anno prossimo.

Proseguono anche le CineCene, questa volta si cena a tema Martedì 7 Agosto guardando Io sono l’amore di Luca Guadagnino, con Tilda Swinton.

Tutte le proiezioni, e le cene, iniziano alle 21.

Il Kino sotto le stelle a Roma: Metropolis di Fritz Lang

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Il Kino sotto le stelle a Roma: Metropolis di Fritz Lang

 

Dalla sua residenza estiva, presso il parco di San Sebastiano, all’interno della manifestazione Roma Vintage, il Kino, cineclub con bistrot di Roma ribadisce la sua origine cinefila proponendo il 25 Giugno la proiezione di un classico della storia del cinema: Metropolis di Fritz Lang. La pellicola, del 1927, film muto che fu sonorizzato successivamente da Giorgio Moroder e da Philip Glass, è uno dei primi esempi di film di fantascienza di lunga durata.  In questa occasione, si rispetterà l’usanza del cinema prima del sonoro: il film verrà sonorizzato live dai due musicisti jazz Leonardo Cesari alla batteria ed elettronica e Daniele Pozzovio al pianoforte. L’ingresso per la serata è di 5 euro. Nelle prossime serate il Kino tornerà invece ai giorni nostri proponendo i corti finalisti del premio Solinas “Talenti in corto” (che l’anno scorso portò alla ribalta il corto “Sotto casa“) , il 4 Luglio, mentre il 10 Luglio ci sarà una proiezione a sorpresa di capolavori del cinema italiano selezionati dall’associazione formata da addetti ai lavori del cinema 100 autori.

Il Kaiser – Franz Beckenbauer dal 16 dicembre su Sky Cinema e NOW.

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È stato rilasciato oggi il trailer italiano del film Sky Original Il Kaiser – Franz Beckenbauer, che dal 16 dicembre 2022 sarà in esclusiva su Sky Cinema e NOW. Prodotto da Bavaria Fiction per conto di Sky Studios, il film racconta l’ascesa del più grande campione del calcio tedesco – Franz Beckenbauer e la sua carriera ricca di successi: da asso del calcio a leggendario allenatore, dagli anni ’60 fino alla memorabile finale della Coppa del Mondo a Roma nel 1990.

Il film è diretto da Tim Trageser ed interpretato da Klaus Steinbacher, con lui nel cast anche Ferdinand Hofer, Teresa Rizos, Stefan Murr, Oliver Konietzny, Bettina Mittendorfer, Heinz-Josef Braun, Christine Eixenberger e Sina Tkotsch. La sceneggiatura è di Martin Rauhaus mentre il direttore della fotografia è Eckhard Jansen.

L’attore protagonista Klaus Steinbacher ha dichiarato: Poter interpretare Franz Beckenbauer è stato un grande onore. Il suo talento calcistico e la sua affascinante disinvoltura mi hanno sempre attratto. È stato un ruolo assolutamente da sogno: mi è stato permesso di giocare a calcio e di diventare due volte campione del mondo. Un divertimento incredibile, che spero che gli spettatori percepiranno.

La trama  Il Kaiser – Franz Beckenbauer

Lontano dal biopic agiografico, il film è un viaggio nel tempo ironico e accurato, che non perde mai di vista l’essere umano Franz dietro al giocatore Beckenbauer: il calciatore del secolo, che ha rivoluzionato il modo in cui gli atleti trattavano i media, ma che ha anche fatto più volte notizia della sua vita privata. Franz crea problemi quando qualcosa non gli va bene e si innamora perdutamente quando incrocia lo sguardo della ragazza giusta. Lascia la Germania per qualche anno e al suo ritorno dalla “Operetta League” negli USA, il famoso programma televisivo “Das Aktuelle Sportstudio” lo accoglie con ballerini di aerobica in sgargianti tutine di acetato. Nel 1984, il calcio è protagonista della televisione privata, i media hanno un ruolo sempre più importante. Franz conosce il gioco e dice: “Sono pronto”. Il resto è storia. Fino al prato verde di Italia 90, quando Kaiser Franz – giacca melanzana e pantaloni color crema – marcia trionfalmente verso la Coppa del Mondo.

Il Joker potrebbe tornare in The Dark Knight Rises

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Il Joker potrebbe tornare in The Dark Knight Rises

the dark knight

Anche se il regista Christopher Nolan ha escluso che il Joker sia il cattivo del terzo film della sua saga di Batman, The Dark Knight Rises, sarebbe ancora deciso a collegare in qualche modo la trama del terzo atto a quella del secondo.

Il Joker di Jared Leto in una nuova foto di Suicide Squad

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Il Joker di Jared Leto in una nuova foto di Suicide Squad

Ecco una nuova immagine di Jared Leto nei panni del Joker di Suicide Squad:

GUARDA IL TRAILER DEL FILM IN ITALIANO

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LEGGI ANCHE: Suicide Squad: nuova foto e dettagli su Enchantress

Suicide Squad si concentrerà sulle gesta di un gruppo di supercattivi dei fumetti DC che accettano di svolgere incarichi per il governo in modo da scontare le loro condanne. Suicide Squad arriverà al cinema il 5 agosto del 2016, mentre la data d’uscita italiana sarà probabilmente spostata nell’autunno. Nel cast vedremo Will Smith nei panni di Deadshot, Margot Robbie in quelli di Harley Quinn, Jai Courtney nel ruolo di Capitan Boomerang, Cara Delevingne sarà Enchantress, Joel Kinnaman nei panni di Rick Flag, Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller e Jared Leto sarà l’atteso Joker.

Il Gusto di Casa: trailer della nuova serie in arrivo su Disney+

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Il Gusto di Casa: trailer della nuova serie in arrivo su Disney+

Disney+ ha diffuso il trailer della nuova serie Il Gusto di Casa, che debutterà il 24 febbraio su Disney+. Questa docuserie accattivante invita gli spettatori a unirsi ad Antoni Porowski, esperto culinario e star di Queer Eye, vincitore di un Emmy Award, mentre accompagna ospiti famosi in viaggi coinvolgenti alla scoperta delle loro radici gastronomiche ancestrali.

Dalle strade italiane alle lussureggianti giungle del Borneo, ogni episodio esplora il ricco patrimonio legato alle amate ricette di famiglia. La serie propone un delizioso mix di cibo, cultura e scoperta personale, vantando un cast composto da star come l’attrice vincitrice dell’Emmy Awkwafina (A Real Bug’s Life – MegaminimondoAwkwafina è Nora del Queens), l’attore candidato ai SAG Henry Golding (Crazy & RichIl ministero della guerra sporca), l’attore candidato all’Emmy James Marsden (ParadiseSonic 3: Il film), l’attrice candidata all’Academy Award Florence Pugh (We Live in Time – Tutto il tempo che abbiamoDune: Parte due), l’attrice nominata agli Emmy Issa Rae (InsecureAmerican Fiction) e l’attore vincitore di un Emmy Justin Theroux (The Leftovers – Svaniti nel nullaBeetlejuice Beetlejuice).

È una bellissima avventura scoprire il nostro passato attraverso quel grande filo conduttore che è il cibo”, ha dichiarato Porowski. “Sono onorato di intraprendere questo viaggio alla scoperta di noi stessi con nuovi e vecchi amici al fianco di National Geographic, imparando insieme a conoscere i modi in cui le diverse culture celebrano il cibo e vivono le loro tradizioni”.

In ogni episodio, Antoni e i suoi ospiti scoprono le storie uniche che si celano dietro i piatti più amati della tradizione familiare, come le origini della pasta di casa Theroux in Italia o le prelibatezze dell’eredità coreana di Awkwafina. Il percorso, arricchito dai racconti di viaggiatori locali tra storie di famiglia e tradizioni culinarie, termina a tavola con un piatto classico del posto che risalta la bellezza di ogni cultura. Dalla cena con i reali al giro in fuoristrada, ogni avventura gastronomica è carica di momenti toccanti, sapori vivaci e rivelazioni sorprendenti che approfondiscono le storie delle origini di ogni ospite.

Gli episodi di Il Gusto di Casa

  • “FLORENCE PUGH’S ENGLISH ODYSSEY” (Titolo originale) –Antoni aiuta Florence a indagare sulla passione della sua famiglia per il cibo mentre viaggiano tra Oxford, la costa dello Yorkshire e Londra. Insieme, scoprono piatti deliziosi e le storie degli antenati il cui lavoro ha permesso questo incontro con il cibo tramandato per generazioni.
  • “AWKWAFINA’S KOREAN HOMECOMING” (Titolo originale) – Awkwafina ha perso la madre da giovane. Desideroso di aiutarla a riconnettersi con la sua eredità culinaria e ancestrale sudcoreana, Antoni crea un viaggio alla scoperta di nuove esperienze, rivelazioni familiari e sapori evocativi, che si combinano per dare ad Awkwafina una nuova prospettiva sulla propria identità.
  • “JUSTIN THEROUX’S ITALIAN QUEST” (Titolo originale) – Indagando sulle origini di un piatto di pasta di famiglia, Antoni accompagna Justin in un viaggio italiano ricco di scoperte e rivelazioni sorprendenti. Dall’inseguimento delle galline alla raccolta delle vongole, i due assaggiano i migliori piatti locali e scoprono come le radici italiane di Justin siano legate a una ricetta di famiglia che ha attraversato l’Atlantico.
  • “JAMES MARSDEN’S GERMAN DISH UP” (Titolo originale) – Antoni porta James dalle pianure del Texas alla Germania, per scoprire come è nata l’amata bistecca di pollo fritta della famiglia Marsden. Insieme, si rendono conto di quanto le esperienze dei suoi antenati tedeschi abbiano plasmato la storia della famiglia di James. Tra cene con i reali e scalate delle Alpi bavaresi, i due portano alla luce i drammatici segreti che si celano dietro la decisione degli antenati di James di emigrare.
  • “ISSA RAE’S SENEGALESE ROYAL ROOTS” (Titolo originale) – Antoni porta Issa in Senegal, terra d’origine del padre, dove scoprono storie ancestrali di donne potenti e legami reali. Attraverso questo viaggio culinario, Issa impara di più sulla storia della sua famiglia e su come tutto si colleghi alla sua identità.
  • “HENRY GOLDING’S MALAYSIAN ADVENTURE” (Titolo originale) – Nel Borneo, Antoni ed Henry scoprono storie di famiglia e, attraverso i sapori, giungono a un legame più profondo con l’eredità Iban della madre di Henry. Mentre cucinano con parenti ritrovati e nuovi amici, Henry impara che la genealogia in questa tradizione orale va ben oltre la narrazione.

Tra storie commoventi e sapori indimenticabili, Il Gusto di Casa propone un viaggio toccante su cosa significhi essere connessi al nostro passato attraverso il cibo.

Il Gusto di Casa è prodotta da Studio Ramsay Global, sulla base del rapporto professionale di programmi di cucina tra la casa di produzione di Gordon Ramsay e National Geographic, una collaborazione che ha avuto origine dalla creazione di quattro stagioni del pluripremiato food travelogue Gordon Ramsay – Fuori menù. Oltre a presentare, Porowski è executive producer della serie insieme a Ramsay e Lisa Edwards. La showrunner è Robin O’Sullivan, mentre la responsabile esecutiva della produzione è Jill Greenwood. La serie è diretta da Leo McRea, Jenny Dames e Graeme Hart. Per National Geographic, Betsy Forhan è executive producer, Charlie Parsons è senior vice president of Development, Bengt Anderson è senior vice president of Unscripted Production e Tom McDonald è executive vice president of Global Factual and Unscripted Content.

Il gusto della memoria: aperto il bando 2015

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Il gusto della memoria: aperto il bando 2015

gusto_memoria 2015Scadono il prossimo 30 agosto i termini per le iscrizioni alla quarta edizione del festival di cinema vintage “Il gusto della memoria,” rassegna di film ispirati alle immagini d’archivio che si terrà – a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti – a Roma il 30 e 31 ottobre 2015 . Per il terzo anno è aperto il contest per registi appassionati di immagini d’archivio e il tema di quest’anno è “La Storia dal Basso”. Attraverso le immagini presenti su Nos Archives si invitano registi, aspiranti tali, studenti di scuole di cinema, studenti dei licei a raccontare la Storia da un punto di vista alternativo a quello ufficiale. Per il secondo anno consecutivo viene anche lanciato il contest Junior, dedicato a agli studenti under 18 delle scuole medie e superiori a iscrizione gratuita: tutti sanno ripetere ciò che è scritto sui libri, ma chi potrebbe raccontare piccoli episodi della vita quotidiana di 90 anni fa? Con una storia anche inventata e con i materiali cinematografici realizzati dal 1922 al 1970, presenti in  nosarchives.com e nell’archivio dell’Istituto Luce.  La scadenza per l’iscrizione è fissata al 30 agosto, mentre i materiali possono essere inviati entro il 30 settembre 2015 . Tutte le informazioni per partecipare al bando si trovano al linkwww.ilgustodellamemoria.it
Il contest è articolato in tre sezioni: Fiction, per cortometraggi della durata massima di 12 minuti; Documentari, per opere di reportage o di docufiction della durata massima di 30 minuti e infine la sezione Pubblicità, dedicata a spot pubblicitari per prodotti attuali o vintage, della durata massima di 45 secondi. Tutti i lavori devono contenere almeno il 60% di immagini d’archivio: max 1 minuto dall’Archivio Luce e il resto da nosarchives.com, che custodisce in full HD film realizzati tra il 1922 ed il 1984 girati in formato ridotto (8mm, 9,5mm, 16mm, 17,5mm e Super8). Oltre al materiale scaricabile dall’archivio, si potranno usare immagini vecchie e nuove girate con qualsiasi supporto tecnologico. Il festival, fondato e diretto dalla montatrice e regista Cecilia Pagliarani e dall’artista Manuel Kleidman è organizzato dall’Associazione per la salvaguardia della memoria filmica amatoriale Come Eravamo , in collaborazione con l’archivio di cinema amatoriale nosarchives.com. Un evento unico, ispirato dall’opera di salvaguardia della memoria dell’archivio nosarchives, che possiede, restaura e digitalizza secondo i più innovati dispositivi dagherrotipi, negativi su vetro, diapositive, Polaroid, filmini familiari e di viaggi e di fatto costituisce il primo archivio mondiale di video ed  immagini amatoriali . Il portale ospita più di 10mila filmati e un innumerevole repertorio di immagini che hanno fatto la Storia del Ventesimo secolo.

Link per scaricare il bando: http://www.ilgustodellamemoria.it/

Il gusto della memoria, 7 e 8 novembre l’edizione 2015

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Il gusto della memoria, 7 e 8 novembre l’edizione 2015

Si tiene a Roma il 7 e l’8 novembre 2015 al Cinema Trevi (vicolo del Puttarello, 25) – a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti – la Quarta edizione del festival di cinema vintage “Il gusto della memoria,” rassegna di film ispirati alle immagini d’archivio il cui tema di quest’anno è “La Storia dal Basso”. Attraverso le immagini presenti sull’archivio Nos Archives (che custodisce in full HD 25mila filmati realizzati tra il 1922 ed il 1984 girati in formato ridotto 8mm, 9,5mm, 16mm, 17,5mm e Super8) registi, studenti di scuole di cinema, studenti dei licei raccontano la Storia da un punto di vista alternativo a quello ufficiale. Il festival, diretto dalla montatrice e regista Cecilia Pagliarani e dall’artista Manuel Kleidman, ha ottenuto quest’anno il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco e avrà come presidente di giuria il regista Pupi Avati. La giuria è anche formata da Roger Odin, professore emerito di Scienze dell’informazione e della comunicazione all’Università Paris III Sorbonne Nouvelle; Marco Giusticritico cinematografico, saggista, autore televisivo e regista; Enrico Bufalini, Direttore dell’Archivio Storico dell’Istituto Luce; Manuel Kleidman, decoratore di teatro, creatore di marionette e carri teatrali, pittore, incisore su legno e bronzo, collezionista ed esperto in arte palestinese; Anaïs la Rocca, regista e art director e Alessio Santoni, fonico e tecnico del suono. Per il secondo anno consecutivo sarà di scena il contest Junior, dedicato a agli studenti under 18 delle scuole medie e superiori: tutti sanno ripetere ciò che è scritto sui libri, ma chi potrebbe raccontare piccoli episodi della vita quotidiana di 90 anni fa? Con una storia anche inventata e con i materiali cinematografici realizzati dal 1922 al 1970, presenti in  nosarchives.com e nell’archivio dell’Istituto Luce. Sabato 7 novembre sarà proiettato, tra gli altri, il documentario di Alessandro Piva, Pasta Nera, che, attraverso rari filmati e fotografie d’archivio, racconta uno dei migliori esempi di solidarietà tra Nord e Sud del nostro Paese, nell’immediato Dopoguerra. Domenica 8 novembre, invece, due proiezioni  accompagneranno i film in concorso: un film inedito ritrovato dai direttori del festival, firmato da Carlo Ludovico Bragaglia e il documentario di Gianni Amelio e Cecilia PagliaraniRegistro di classe, che attraverso immagini d’archivio, racconta la scuola italiana dal 1900 al 1960.

Il contest del festival è articolato in tre sezioni: Fiction, per cortometraggi della durata massima di 12 minuti; Documentari, per opere di reportage o di docufiction della durata massima di 30 minuti e infine la sezione Pubblicità, dedicata a spot pubblicitari per prodotti attuali o vintage, della durata massima di 45 secondi. Tutti i lavori contengono almeno il 60% di immagini d’archivio.

“Il 2015 è l’anno – sottolinea la direzione artistica – dei grandi anniversari: il centenario dell’ingresso italiano nella Grande Guerra, i 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ma anche i 50 anni dalla prima passeggiata spaziale e i 40 dalla nascita di Microsoft. Che documenti ci faranno rivivere questi eventi? La storia ufficiale ci offrirà sicuramente bellissimi film e approfondimenti. Ma cosa sappiamo degli uomini in trincea nel 1917? Come si viveva a Roma nel 1945? Chi ricorda i colori delle divise dei nazisti a passeggio per le città italiane? E quante limonate sono state consumate ascoltando la radiocronaca della prima passeggiata lunare? La Storia ora si può raccontare anche grazie alle immagini che i privati hanno lasciato in custodia a nosarchives.com, foto e filmini amatoriali”.

Il festival, fondato e diretto dalla montatrice e regista Cecilia Pagliarani e dall’artista Manuel Kleidman è organizzato dall’Associazione per la salvaguardia della memoria filmica amatoriale Come Eravamo, in collaborazione con l’archivio di cinema amatoriale nosarchives.com. Un evento unico, ispirato dall’opera di salvaguardia della memoria dell’archivio nosarchives, che possiede, restaura e digitalizza secondo i più innovati dispositivi dagherrotipi, negativi su vetro, diapositive, Polaroid, filmini familiari e di viaggi e di fatto costituisce il primo archivio mondiale di video ed immagini amatoriali. Il portale ospita più di 25mila filmati e un innumerevole repertorio di immagini che hanno fatto la Storia del Ventesimo secolo.

Il guanto dell’infinito: Kevin Feige rivela una curiosità

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Il guanto dell’infinito: Kevin Feige rivela una curiosità

Chi non ha ancora visto Avengers Age of Ultron potrebbe incorrere in uno spoiler dal film, per cui è avvertito.

Siete stati avvertiti

kevin-feigeNell’unica scena dopo i titoli di coda dell’ultimo film di casa Marvel, vediamo Thanos, il Titano Folle, prendere il Guanto dell’Infinito, privo di gemme, e dice: “Ci penserò da solo”.

In Thor the Dark World abbiamo visto un altro Guanto, ma, rivela Kevin Feige, non si tratta dello stesso oggetto. Ci sono due guanti differenti. Quello che avete visto (nella scena di Age of Ultron, ndr) non è quello nella cripta di Odino“. 

Questa nuova informazione potrebbe essere preziosa. Potrebbe infatti rappresentare un ulteriore problema per gli eroi più potenti della Terra, o potrebbe invece essere la soluzione adatta ai molti conflitti che questi dovranno affrontare nei prossim racconti cinematografici, vedi Avengers Infinity War I e II.

Fonte: CBM

Il Grinta: recensione del film con Jeff Bridges

Il Grinta: recensione del film con Jeff Bridges

Il Grinta dei Coen è certamente uno dei film più attesi di questo inizio di nuovo anno come del resto gran parte dei loro film da Fratello dove sei? in poi. E tornano in grande spolvero dopo la parentesi un po’ sottotono di A serious Man. Tratto dal romanzo di Charles Portis, da cui fu tratto anche l’omonimo classico del cinema western che nel lontano 1969 fruttò l’unico Oscar della sua carriera all’icona hollywoodiana John Wayne, il film è un’avventurosa storia di vendetta e coraggio impregnata del loro schietto umorismo e da un capacità narrativa coraggiosa, supportata da un intreccio classico di genere che impreziosisce il tutto rendendolo un film di raffinato gusto.

La storia racconta le vicende della quattordicenne Mattie Ross  (Hailee Steinfeld) che ha perso di recente il padre ucciso vigliaccamente da un certo Tom Chaney (Josh Brolin), uno sbandato col vizio del gioco e dell’alcool che dopo avergli sparato a bruciapelo fugge per unirsi ad una banda di rapinatori di treni. Spinta dalla sete di vendetta la piccola Mattie si rivolge ad un vecchio sceriffo federale di nome Marshall Rooster Cogburn (Jeff Bridges), che oltre ad avere una passione smodata per la bottiglia ha anche un pessimo carattere, ma in quanto ad acciuffare criminali sa il fatto suo. I due accompagnati da un terzo personaggio, un Texas Ranger chiamato LaBoeuf (Matt Damon), anch’egli in cerca di Chaney per un omicidio commesso in Texas, daranno la caccia al fuorilegge per le strade dell’America di Frontiera.

Il Grinta, il western secondo i Fratelli Coen

Uno dei punti forti è senza dubbio una messa in scena di grande levatura che ha il pregio di facilitare il processo immersivo e accompagna con algida spinta le vicende narrate, impreziosita ancora di più dalla stupenda fotografia di Roger Deckins, ormai avvezzo a casa Coen e che ci ha abituato a splendidi colori nella sua straordinaria carriera. Sono degne di nota anche le notevoli interpretazioni di tutto il cast a partire dalla piccola Hailee Steinfeld, coraggiosa e naturale, per passare dal Jeff Bridge e il sempre verde Matt Damon. Una nota di merito va anche a Barry Pepper che riesce sempre ad essere strepitoso nonostante i ruoli da comprimario.

Il Grinta

Dal canto loro i Coen non sono da meno. La loro regia è sobria ed attenta, meticolosa ed equilibrata, accorta al susseguirsi delle vicende dando sempre un impronta leggera e visibile, facilitati anche da una buona sceneggiatura che è dosata al punto giusto, arricchita da un umorismo che non invade mai ma rimane sempre in un perfetto equilibrio. Il tutto su uno sfondo classico di un genere, quello western, che tanto splendore ha dato alla storia del cinema e che, ahimè, è un po’ dimenticato oggi giorno, anche se recentemente ci ha regalato bei film come l’Appaloosa di Ed Harris.

In conclusione i Fratelli Coen sono capaci di regalarci splendidi film quando decidono di abbandonare un atteggiamento un po’ presuntuoso e pretenzioso nei confronti del cinema e del pubblico che finora in alcuni loro film li ha accompagnati. Il grande cinema che è in loro si mostra proprio in questi momenti, celato da un loro apparente capriccio.

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