Il nuovo film di Alfonso
Cuaron, Gravity, presentato alla
corte di numerosi Festival, sta ottenendo commenti estremamente
positivi da parte della critica cinematografica. Ma mentre tutti
parlano entusiasti del capolavoro targato George
Clooney e Sandra Bullock, il regista
focalizza l’attenzione su un altro film: Pacific
Rim.
“Io amo Pacific
Rim“, afferma, “quando l’ho visto sono rimasto
entusiasta. La cosa che mi piace di più è che è stato creato senza
alcuna ironia di tipo post-moderna. Guillermo del
Toro ama davvero i suoi mostri . Ama davvero i suoi robot.
Ma quello che ama più di tutto sono i personaggi all’interno di
quei robot”.
Gravity, il film
Il film si basa su una
sceneggiatura scritta da Alfonso Cuarón, Jonás
Cuarón, Rodrigo Garcia, mentre
la fotografia è curata da Emmanuel
Lubezki, che ha condotto un lavoro maniacale sulle
numerose sequenze realizzate completamente i CGI e riprese con la
tecnologia stereoscopica. Gravity uscirà
in America e in Italia, in 3D, il prossimo 4
ottobre.
Trama:
Sandra Bullock interpreta la dottoressa Ryan
Stone, un brillante ingegnere medico alla sua prima missione
sullo Shuttle, mentre Matt Kowalsky (George
Clooney) è un astronauta veterano al comando della sua
ultima missione prima del ritiro. Durante quella che sembra una
passeggiata nello spazio di routine, ecco che accade il
terribile incidente. Lo Shuttle viene distrutto e Stone
e Kovalsky rimangono a volteggiare nella più totale oscurità
completamente soli e attaccati l’uno all’altra. Il silenzio
assordante è la conferma della perdita definitiva di ogni contatto
con la Terra e, con esso, ogni speranza di essere salvati. La paura
si trasforma in panico e ogni boccata d’aria consuma il poco
ossigeno rimasto. Ma l’unica strada verso casa potrebbe
essere quella di spingersi ancora più lontano, nella terrificante
distesa dello spazio.
Durante una nuova intervista, ad
Alfonso Cuaron, regista di Gravity
(recensione), è
stato chiesto se la Warner Bros, considerando il
budget fissato per la produzione del film (più di 100 milioni di
dollari), avesse preteso qualche cambiamento nella
sceneggiatura.
“A dir la verità no, la
Warner non ha preteso niente. Ma questo perchè noi
siamo stati molto chiari. Volevamo quel film. Quella storia. Quelle
scene. Volevamo quella storia d’amore e i flashback di ciò che
successe prima. Sinceramente non so come abbiano fatto, sono stati
fin troppo clementi, considerando non solo la cifra messa a
disposizione bensì il fatto che per mesi non poterono vedere
niente. E non per un mio capriccio, ma semplicemente perchè ci
volle molto tempo per mettere insieme le riprese.
“C’era solo un po’ di
nervosismo” prosegue Cuaron “credo sia normale.
Ogni tanto venivano fuori con frasi del tipo -sicuro di non aver
bisogno di questo? Non ci vuole più azione?- E’ come se, oltre che
i due protagonisti, anche noi tutti insieme avessimo fatto un salto
nel buio.”
I premi Oscar Sandra Bullock
(“The Blind Side,” “Ricatto d’amore”) e George Clooney (“Tra le
nuvole”, “Syriana”) sono i protagonisti di “Gravity”, un thriller
mozzafiato che trascina il pubblico alla deriva nello spazio
profondo, diretto dal candidato all’Oscar® Alfonso Cuarón (“I figli
degli uomini”).
Gravity, il film
Il film si basa su una
sceneggiatura scritta da Alfonso Cuarón, Jonás
Cuarón, Rodrigo Garcia, mentre
la fotografia è curata da Emmanuel
Lubezki, che ha condotto un lavoro maniacale sulle
numerose sequenze realizzate completamente i CGI e riprese con la
tecnologia stereoscopica. Gravity uscirà
in America e in Italia, in 3D, il prossimo 4
ottobre.
Trama:
Sandra Bullock interpreta la dottoressa Ryan
Stone, un brillante ingegnere medico alla sua prima missione
sullo Shuttle, mentre Matt Kowalsky (George
Clooney) è un astronauta veterano al comando della sua
ultima missione prima del ritiro. Durante quella che sembra una
passeggiata nello spazio di routine, ecco che accade il
terribile incidente. Lo Shuttle viene distrutto e Stone
e Kovalsky rimangono a volteggiare nella più totale oscurità
completamente soli e attaccati l’uno all’altra. Il silenzio
assordante è la conferma della perdita definitiva di ogni contatto
con la Terra e, con esso, ogni speranza di essere salvati. La paura
si trasforma in panico e ogni boccata d’aria consuma il poco
ossigeno rimasto. Ma l’unica strada verso casa potrebbe
essere quella di spingersi ancora più lontano, nella terrificante
distesa dello spazio.
Non è una questione di confronti,
ma di medesime suggestioni. Perché in effetti le due pellicole
hanno poco da raccontarsi. È indubbio, però, che sin dalle prime
scene lo spettatore di Gravity percepisca lo stesso
senso di turbamento già avvertito in 2001: Odissea nello
spazio. Ed è altrettanto fuori discussione che a farla da
padrone non è solo il coinvolgimento inevitabile della visione in
3D del film di Alfonso Cuarón: compagna di viaggio dei due
astronauti George Clooney e Sandra Bullock, i soli
protagonisti e attori dei 90 minuti, è la colonna sonora affidata
al compositore inglese classe ’77, Steven Price che vede al
suo attivo numerosi lavori importanti, tra cui preziose
collaborazioni nel dipartimento musicale di film quali la trilogia
de Il Signore degli Anelli e Batman
Begins.
Il vuoto assoluto dello
spazio, a tratti claustrofobico, è riempito dai suoni e dagli
effetti sonori che Price ha sapientemente bilanciato all’interno di
un film ricco di emotività, effetti speciali e scene altamente
metaforiche. Complici le fluttuazioni della novizia dottoressa Ryan
Stone, il film si evolve al ritmo della collaborazione tra il
compositore e il regista, il quale ha tenuto molto a che la musica
riuscisse ad esprimere pienamente i diversi livelli di eccitazione
sapientemente alternati ai silenzi e ai rumori attutiti, come se
tutto confluisse interamente attorno al viaggio della Bullock,
rendendola protagonista assoluta di uno scenario per definizione
sconfinato. Quello dello spettatore infondo è allo stesso modo un
viaggio al confine tra rock e musica elettronica che creano
contemporaneamente un sentimento di terrore ed di estraniamento
totalmente empatico con la protagonista, a partire dal suo cuore
pulsante fino alla distorsione dei rumori trasmessi dalla radio. Un
collage di suoni che diventano in questo modo persona al fianco
degli attori, complici di emozioni e sentimenti, coadiuvanti
all’interno di un percorso che porterà l’astronauta non solo alla
salvezza, ma al superamento dei propri limiti e dei propri
turbamenti.
Questa la tracklist della colonna
sonora uscita il 30 settembre 2013, edita dalla WaterTower
Music:
1. Above Earth
2. Debris
3. The Void
4. Atlantis
5. Don’t Let Go
6. Airlock
7. ISS
8. Fire
9. Parachute
10. In the Blind
11. Aurora Borealis
12. Aningaaq
13. Soyuz
14. Tiangong
15. Shenzou
16. Gravity
Gravity, il film
Il film si basa su una
sceneggiatura scritta da Alfonso Cuarón, Jonás
Cuarón, Rodrigo Garcia, mentre
la fotografia è curata da Emmanuel
Lubezki, che ha condotto un lavoro maniacale sulle
numerose sequenze realizzate completamente i CGI e riprese con la
tecnologia stereoscopica. Gravity uscirà
in America e in Italia, in 3D, il prossimo 4
ottobre.
Trama:
Sandra Bullock interpreta la dottoressa Ryan
Stone, un brillante ingegnere medico alla sua prima missione
sullo Shuttle, mentre Matt Kowalsky (George
Clooney) è un astronauta veterano al comando della sua
ultima missione prima del ritiro. Durante quella che sembra una
passeggiata nello spazio di routine, ecco che accade il
terribile incidente. Lo Shuttle viene distrutto e Stone
e Kovalsky rimangono a volteggiare nella più totale oscurità
completamente soli e attaccati l’uno all’altra. Il silenzio
assordante è la conferma della perdita definitiva di ogni contatto
con la Terra e, con esso, ogni speranza di essere salvati. La paura
si trasforma in panico e ogni boccata d’aria consuma il poco
ossigeno rimasto. Ma l’unica strada verso casa potrebbe
essere quella di spingersi ancora più lontano, nella terrificante
distesa dello spazio.
Dopo aver lanciato il teaser
trailer che ha mostrato le prime incredibili immagini di
Gravity diretto da Alfonso
Cuarón (che vede protagonisti George
Clooney e Sandra Bullock), oggi
arrivano due intense clip inedite del film che come sappiamo aprirà
la settantesima edizione della Mostra del cinema di Venezia.
Gravity, il film
Il film si basa su una
sceneggiatura scritta da Alfonso Cuarón, Jonás
Cuarón, Rodrigo Garcia, mentre
la fotografia è curata da Emmanuel
Lubezki, che ha condotto un lavoro maniacale sulle
numerose sequenze realizzate completamente i CGI e riprese con la
tecnologia stereoscopica. Gravity uscirà
in America e in Italia, in 3D, il prossimo 4
ottobre.
Trama:
Sandra Bullock interpreta la dottoressa Ryan
Stone, un brillante ingegnere medico alla sua prima missione
sullo Shuttle, mentre Matt Kowalsky (George
Clooney) è un astronauta veterano al comando della sua
ultima missione prima del ritiro. Durante quella che sembra una
passeggiata nello spazio di routine, ecco che accade il
terribile incidente. Lo Shuttle viene distrutto e Stone
e Kovalsky rimangono a volteggiare nella più totale oscurità
completamente soli e attaccati l’uno all’altra. Il silenzio
assordante è la conferma della perdita definitiva di ogni contatto
con la Terra e, con esso, ogni speranza di essere salvati. La paura
si trasforma in panico e ogni boccata d’aria consuma il poco
ossigeno rimasto. Ma l’unica strada verso casa potrebbe
essere quella di spingersi ancora più lontano, nella terrificante
distesa dello spazio.
Arriva da Entertainment
Tonight un primo sguardo all’atteso Sci-Fi di
Alfonso Cuarón, Gravity,
il film che vede protagonista l’astronauta George
Clooney, e il premio Oscar Sandra
Bullock. Gravity che
segna il ritorno di Cuarón dietro la
macchina da presa in un progetto a lungo covato è atteso per il 4
Ottobre negli USA.
La pellicola si basa su una
sceneggiatura scritta da Alfonso Cuarón, Jonás
Cuarón, Rodrigo Garcia e vede come direttore
della fotografia il noto Emmanuel Lubezki.
Tutte le info utili del film nella nostra scheda: Gravity
Trama: La dottoressa Ryan
Stone è un’esperta ingegnere medico che affronta per la prima volta
una missione nello spazio, sullo Space Shuttle assieme
all’astronauta Matt Kowalsky, il quale andrà in pensione al rientro
di questa missione, per l’ultima. Durante una passeggiata
all’esterno dello Shuttle, vengono colpiti da una pioggia di
meteoriti che distrugge la navetta spaziale e lascia i due da
soli, alla deriva dell’Universo.
Curiosità: Il progetto nasce
molti anni prima della sua realizzazione; Alfonso Cuarón scrive la
sceneggiatura, insieme al figlio Jonás, per la Universal Pictures,
ma viene poi accantonato per qualche anno. Successivamente lo
script viene acquistato, nel mese di febbraio 2010, dalla Warner
Bros., che mostra il progetto ad Angelina Jolie, la quale rifiutò
di fare con la stessa casa di produzione, il sequel del film Wanted
– Scegli il tuo destino. Quest’ultima rifiuterà nel Febbraio.
La Warner Bros ha
comunicato che Gravity,
nuovo film firmato da Alfonso Cuaròn
(Y tu mama tambien, Harry
Potter e il prigioniero di Azkaban, I
figli degli uomini) uscirà il prossimo 4 ottobre.
Gravity
vede protagonisti il Dr. Ryan Stone (Sandra
Bullock), un brillante medico alla prima missione nello
spazio e il veterano Matt Kowalsky (George
Clooney), che invece è all’ultimo volo spaziale prima del
ritiro. Nel corso di una normale passeggiata spaziale, la navicella
esplode, lasciando i due alla deriva nello spazio… Il film è
stato scritto dallo stesso Cuaròn assieme al figlio Jonas e verrà
realizzato in 3D.
Se la data di uscita sarà
confermata, Gravity
si dovrà confrontare con Delivery Man,
nuova commedia con protagonista Vince Vaughn, con
il thriller Paranoia, con la versione 3D
di Guerre Stellari: la vendetta dei Sith
e con Sin City: A Dame to Kill For.
Questa mattina Empire Magazine ha
pubblicato una nuovissima immagine di Ender’s Game,
l’attesissimo adattamento del romanzo Il Gioco di
Ender, la cui uscita è prevista per novembre 2013.
Nell’immagine è possibile notare il protagonista Asa
Butterfield in uno stato di gravità zero, in compagnia del
colonnello Graff, interpretato da Harison Ford. Butterfield
ha poi spiegato le sue sensazioni durante le riprese della scena in
questione:
Era molto divertente
girare quelle scene. Indossavamo imbragature nove al giorno, e alla
fine della giornata eravamo felici di uscirne perché è stancante
stare là sopra. E le irritazioni che vengono… sono esattamente
quelle che potete immaginare. Rimanevamo sospesi sui cavi un’ora al
giorno. Ci abbiamo messo un mese e mezzo a girare quelle scene,
continuavamo a svolazzare qua e là.
Ender’s Game è
sceneggiato e diretto da Gavin Hood e presenta nel
cast Asa Butterfield, Harrison Ford, Ben Kingsley, Viola
Davis, Abigail Breslin e Hailee Steinfeld.
Di seguito proponiamo la trama del
film: Nel prossimo futuro, una razza aliena (chiamata gli
Scorpioni) hanno attaccato la Terra. Se non fosse per le gesta
eroiche del Comandante della Flotta Internazionale, Mazer Rackham
(Ben Kingsley), sarebbe stato tutto perduto. In preparazione al
prossimo attacco, lo stimato Colonnello Graff (Harrison Ford) e le
Milizie Internazionali stanno addestrando solo i migliori bambini
per trovare il futuro Mazer. Ender Wiggin (Asa Butterfield), un
ragazzino timido ma intelligente e abile nelle strategie, viene
portato via dalla sua scuola e inserito nell’elite.
Arrivato alla Scuola di Guerra,
Ender padroneggia giochi di guerra sempre più difficili,
distinguendosi e ottenendo il rispetto dei compagni. Ender viene
quindi indicato da Graff come la prossima grande speranza delle
milizie, e mandato alla Scuola di Comando. Lì, viene addestrato da
Mazer Rackham in persona, per guidare i suoi compagni soldati in
un’epica battaglia che deciderà il futuro della Terra e salverà la
razza umana.
L’uscita negli Stati Uniti è
prevista per il 1 novembre 2013.
Dopo la delusione dovuta
all’abbandono della regia di
Ant-Man a causa di divergenze
creative, il talentuoso regista Edgar
Wright è pronto a gettarsi in un nuovo progetto,
l’adattamento cinematografico del
romanzo Grasshoper
Jungledi Andrew
Smith.
Basato su di una sceneggiatura
firmata da Scott
Rosemberg (Beautiful Girls),Grasshoper
Jungleci porterà in una cittadina dell’Iowa in
cui, un gruppo di teenager, alle prese con tempeste ormonali
tipiche di quell’età, causerà la nascita di mantidi giganti.
Questi insetti, mossi dalle pulsioni proprie del gruppo di giovani,
metteranno a soqquadro l’intero paese.
Un salto da insetto ad insetto,
dunque, quello compiuto da Edgar Wright, il
cui nuovo lavoro sarà prodotto dallo
stesso Rosemberg in collaborazione
con Matt
Tolmach (AmazingSpider-Man) e Nira
Park.
Attore prevalentemente televisivo,
Grant Show si è distinto negli anni per la sua
partecipazione ad alcuni noti titoli del piccolo schermo. Grazie a
questi ha potuto conquistare le attenzioni del pubblico e
dell’industria stessa, affermando sempre più il suo status,
sorretto da versatilità e carisma. Attualmente impegnato in una
nuova popolare serie, Show continua a dimostrare di saper scegliere
i progetti più adatti a sé.
Ecco 10 cose che non sai di
Grant Show.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Grant Show: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in noti
prodotti televisivi. L’attore ottiene un iniziale successo
recitando nelle serie I Ryan (1985-1986), Beverly
Hills 90210 (1992) e Melroe Place (1992-1997), grazie
a cui ottiene grande successo. Terminata la serie, prende
parte ad alcuni episodi di noti titoli come Six Feet Under
(2002), Squadra Med – Il coraggio delle donne (2004),
Point Pleasant (2005-2006), Private Practice
(2008-2011), Grey’s Anatomy (2009), con Ellen
Pompeo e Patrick
Dempsey, Incinta per caso (2009-2010) e
Devious Maids – Panni sporchi a Beverly Hills
(2013-2016).
9. È tra i protagonisti di
una nota serie. A partire dal 2017 ricopre invece il ruolo
di Blake Carrington nella serie Dynasty, reboot
della celebre versione degli anni ’80. Il suo personaggio è quello
del padre della protagonista, e ha permesso a Show di condividere
la scena con attori come Rafael de la
Fuente e Robert ChristopherRiley.
8. Ha preso parte a film
per il cinema. Parallelamente alla carriera televisiva,
l’attore è comparso anche in alcuni lungometraggi per il grande
schermo. Tra questi si annoverano titoli come la commedia
Marmalade (2004), e poi ancora La ragazza della porta
accanto (2007), Action Figures (2011), Born to
Race (2011), The Possession (2012), con Jeffrey Dean
Morgan, e Born to Race: Fast Track
(2014).
Grant Show è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo ufficiale seguito da 184 mila persone.
All’interno di questo è solito condividere immagini relative a suoi
momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano poi
anche foto di curiosità a lui legate, come anche di serate di gala
o eventi a cui ha preso parte.
6. Utilizza il social per
promuovere il proprio lavoro. Tramite il proprio profilo,
inoltre, l’attore condivide con i propri follower immagini
promozionali dei suoi progetti da interprete. Sono presenti anche
interviste da lui rilasciate e foto di backstage tratte dai set a
cui ha preso parte.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Grant Show: chi è sua moglie
5. È stato sposato con
un’attrice. Nel 2004, dopo un periodo di frequentazione
iniziato in seguito ad un lavoro comune, l’attore ha sposato
l’attrice Pollyanna McIntosh, nota per film come
Ladri di
cadaveri (2010) e per aver interpretato Anne ‘Jadis’ nella
serie The Walking Dead. Riservati riguardo la propria vita
privata, i due hanno raramente fatto annunci pubblici, salvo poi
rivelare, nel 2011, di essersi separati.
4. Si è sposato di
nuovo. Nell’agosto del 2012 Show si sposa una seconda
volta. La nuova moglie è l’attrice Katherine
LaNasa, nota per film come Candidato a
sorpresa. La coppia avrebbe poi avuto modo di recitare
insieme in televisione in titoli come Devious Maids – Panni
sporchi a Beverly Hills e Dynasty. Nel 2014 è nato il
loro primo figlio.
Grant Show in Private
practice
3. Ha ripreso il suo ruolo
dopo un iniziale abbandono. Dal 2008 al 2009 l’attore ha
recitato in Private practice nel ruolo di Archer, fratello
della protagonista Addison. Dopo essere apparso in sei episodi,
però, l’attore aveva già terminato il suo lavoro con la serie.
Venne tuttavia richiamato nel 2011 per la puntata intitolata
Home Again, quattordicesima della quarta stagione, dove
riprende il suo ruolo.
Grant Show in Dynasty
2. Ha un ruolo centrale
nella serie. Per l’acclamato reboot della serie
Dynasty, l’attore viene chiamato a recitare nei panni di
Black Carrington, miliardario impegnato nel settore del petrolio e
padre della protagonista Fallo Carrington. Parlando del suo
personaggio, l’attore ha raccontato di essere entusiasta di poter
dar vita ad una personalità controversa, ricca di lati buoni e
cattivi, e che la possibilità di poter lavorare su queste sfumature
è l’aspetto più affascinante della sua professione.
Grant Show: età e altezza
1. Grant Show è nato a
Detroit, nel Michigan, Stati Uniti, il 27 febbraio 1962.
L’attore è alto complessivamente 178 centimetri.
E’ una delle serie più
attese della stagione che sta per iniziare, parliamo di
The
Flash, l’atteso adattamento del noto personaggio
dell’Universo DC Comics apparso anche nella serie
televisiva Arrow. Ebbene oggi a
presentare lo show è Grant Gustin, l’attore
che sarà Barry Allen, l’uomo più veloce del mondo.
L’attore è convinto che la serie
sarà un successo, sopratutto grazie alla squadra che ha lavorato
alla serie:
Se non fosse stato per loro, io
non avrei avuto questo ruolo. La parte sarebbe stata data a un
attore biondo pieno di muscoli. Loro, invece, cercavano qualcuno
che nascondesse il cuore di Barry Allen, ora che ho esplorato
meglio il personaggio, i fumetti e i copioni… ho capito perché ho
avuto il ruolo.
L’attore ha rivelato che la prima
stagione sarà un vero e proprio inizio:
Alla fine dell’anno lo vedrete
come Flash… uguale a quello che avete conosciuto grazie ai
fumetti.
Poi ha parlato di rapporti umani
interni alla storia di The Flash:
Barry non ha molti amici. Iris
è una delle poche persone che sa tutto di lui, salvo l’incidente
con l’accelleratore di particelle. Dopo l’incidente, Barry si rende
conto che vuole confidarle i sentimenti che prova per lei. Quando
vede che è con Eddie, Barry capisce di amarla perché capisce cosa
si prova ad aver perso qualcuno a cui si ama.
L’attore Grant
Gustin ha negli anni consolidato la propria fama grazie ad
alcuni ruoli di successo, i quali lo hanno portato ad ottenere le
attenzioni del grande pubblico. Personaggi come quello di Barry
Allen alias Flash nella serie The
Flash o di Sebastian Smythe in Glee gli hanno
permesso di sfoggiare una versatilità maturata con il tempo.
Ecco 10 cose che non sai di
Grant Gustin.
Grant Gustin film
1. I ruoli al
cinema. Nel corso della sua carriera l’attore ha preso
parte solo in sporadiche occasioni a film per il cinema. Il primo
ruolo arriva nel 2003 nel film Kid Fitness Jungle Adventure
Exercise Video, e appare successivamente in Affluenza
(2014) e in Krystal, quarto film da regista dell’attore
William H. Macy.
2. È celebre per i ruoli
televisivi. Molto più ricca è la carriera televisiva
dell’attore, che diventa celebre grazie al ruolo di Sebastian
Smythe nella serie Glee, dove compare in 7 episodi tra il
2011 e il 2013. Successivamente partecipa a serie come
90210 (2013), e Arrow (2013-in corso), dove
interpreta per la prima volta il ruolo di Barry Allen alias Flash.
L’attore risulta così convincente da ottenere la propria serie
spin-off, divenendo così dal 2014 il protagonista di The
Flash, recitando insieme alle attrici Danielle
Panabakere Candice
Patton. Riprenderà inoltre il ruolo in alcuni episodi
delle serie Supergirl (2016-in corso) e Legends of
Tomorrow (2016-in corso), ambientate nello stesso universo
narrativo.
Grant Gustin Instagram
3. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo verificato, seguito da 7,3 milioni
di persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere
fotografie scattate in momenti di svago, ma non mancano anche
immagini promozionali dei suoi lavori come interprete.
Grant Gustin Andrea Thoma
4. È sposato.
L’attore inizia a frequentare, nel 2016, la fisioterapista
Andrea Thoma, e nell’aprile del 2017 i due
ufficializzano il fidanzamento. Nel dicembre 2018 la coppia si
sposa.
5. Ha dei tatuaggi dedicati
alla moglie. Tramite alcune foto pubblicate su Instagram,
l’attore ha rivelato di essersi fatto due tatuaggi dedicati alla
moglie. Il primo vede congiunte le iniziali dei due da una freccia,
mentre il secondo raffigura un teschio pirata incastonato in un
cristallo.
Grant Gustin Glee
6. Ha sostenuto il provino
per il ruolo quasi casualmente. Nel 2011 l’attore era in
tour con lo spettacolo teatrale West Side Story. L’attore
viene così notato per le sue qualità canore, e gli viene proposto
di sostenere un provino per la serie Glee. L’attore si
presenta improvvisando alcune scene e canzoni, venendo poi
selezionato per il ruolo.
Grant Gustin The Flash
7. Appare in ogni episodio
della serie. L’attore è protagonista della serie The
Flash, dove interpreta il celebre supereroe DC. Composta da
136 episodi, suddivisi in 6 stagioni, ogni puntata vede la presenza
del suo protagonista. Gustin è infatti uno dei pochi attori della
serie a non essere mai assente, cosa tutt’altro che scontata.
8. Ha interpretato il ruolo
in più serie. L’attore ha ricoperto il ruolo di Flash
anche nelle serie TV Arrow, Supergirl e Legends of
Tomorrow, comparendo così in ognuna delle serie televisive
dedicate al medesimo universo supereroistico della DC.
Grant Gustin fisico
9. Si è difeso dalle
critiche. L’attore, fotografato sul set della serie
The Flash, ha ricevuto critiche per il suo fisico
apparentemente sciupato e non adatto al ruolo. L’attore si è difeso
affermando di aver combattuto per tutta la vita per accettarsi
fisicamente, e che ulteriori critiche non lo aiuteranno di
certo.
Grant Gustin età e altezza
10. Grant Gustin è nato a
Norfolk, in Virginia, Stati Uniti, il 14 gennaio 1990.
L’altezza complessiva dell’attore è di 183 centimetri.
È passato un anno da quando The
Flash ha concluso le sue nove stagioni su The CW. Le serie
televisive dell’Arrowverse sono a quel punto cadute una dopo
l’altra, con Velocista Scarlatto che ha avuto la fortuna di avere
un finale adeguato dopo che Batwoman e Legends of
Tomorrow sono state cancellate senza tanti complimenti.
Grant Gustin ha fatto un ottimo lavoro nel
ruolo di Barry Allen agli occhi della maggior parte dei fan, e gli
aspetti positivi della sua interpretazione hanno brillato ancora di
più dopo quello che Ezra Miller ha fatto nel film The Flash
la scorsa estate.
Parlando con The Wrap, Gustin ha ora ammesso
di aver parlato con il co-CEO dei DC Studios James Gunn… ma non riguardo di Flash. “Non
abbiamo mai parlato di Flash“, ha confermato l’attore.
“Abbiamo parlato, così come sono un grande fan di Superman.
Sono sempre stato un fan di Superman, fin da bambino. Quindi, sono
davvero entusiasta del film. E sono entusiasta del casting di David
[Corenswet]“. E ha aggiunto: “Non vedo l’ora di vedere
cosa ne farà James
Gunn. Penso che a un certo punto, forse un paio di volte,
abbiamo parlato di Superman. Non abbiamo mai parlato di Flash. Sono
solo entusiasta che faccia Superman“.
In altre parole, si sono scambiati i
convenevoli e hanno parlato un po’ del film che arriverà nelle sale
il prossimo anno. Questo deluderà tutti coloro che speravano che
Gustin potesse avere un’altra possibilità di interpretare il
Velocista Scarlatto nel DCU, soprattutto dopo che in precedenza aveva
mostrato la volontà di farlo. “Sì, se James Gunn mi chiedesse
di interpretare The
Flash, lo rifarei“, ha dichiarato all’inizio di
quest’anno. “Mi fido di James Gunn“. Non è dunque escluso
che i due possano collaborare in futuro.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion. Sean Gunn, María
Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio,
Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince e Neva
Howell completano il cast.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio
2025.
Nel periodo di povertà creativa in
cui versa il cinema, sembra naturale rivolgersi ai franchise di
successo o alla letteratura, che da sempre offre tanto materiale da
riportare sul grande schermo. E’ quello che deve aver pensato anche
Mike Newell quando ha accettato di mettersi al
timore dell’adattamento cinematografico di Grandi
Speranze, dall’omonimo capolavoro letterario di Charles
Dickens.
Grandi Speranze,
come il romanzo, segue le vicissitudini di Pip, giovanotto povero e
orfano, ma dalle grandi speranze, che sogna di diventare un
gentiluomo e di poter ambire finalmente alle attenzioni di Estella,
viziata e altezzosa signora che Pip ha incontrato da bambino e che
non ha mai lasciato i suoi pensieri.
La comparsa di un misterioso
benefattore permette al ragazzo di lasciare la bottega di fabbro
dove lavora da apprendista e di trasferirsi a Londra, dove imparerà
le buone maniere, entrerà a contatto con la società bene londinese
e rivedrà, cresciuta e sempre più bella, la corteggiatissima
Estella. La vita del giovane sembra assumere così una piega
definita, fino a quando oscure rivelazione sulla vera identità del
suo benefattore non metteranno in crisi le sue certezze e in
pericolo la sua vita.
Recensione film Grandi Speranze di
Mike Newell
Il regista di Quattro
Matrimoni e un Funerale si trova a gestire un cast
straordinario di attori preparatissimi insieme ad una grande storia
romantica in cui i valori predominanti sono l’onore, l’amore e
l’orgoglio, il tutto però tenuto insieme da una sceneggiatura
frettolosa e un po’ discontinua, che regala una serie di quadri
senza avere la capacità di dare una sensazione di continuum alla
storia.
David Nicholls,
autore del bellissimo romanzo Un Giorno, si cimenta di
nuovo nella sceneggiatura, dopo aver adattato per lo schermo nel
2011 il suo stesso libro, e come è capitato per One
Day, anche per Great
Expectations l’operazione non può considerarsi
riuscita.
In tutta la storia
aleggia la fretta di raggiungere i momenti salienti dell’intreccio,
lasciandoseli sfuggire una volta che si presentano, senza nemmeno
riuscire a dare ritmo alla storia, anzi, lasciandola scorrere
lentamente e senza emozioni. Unici momenti importanti da un punto
di vista cinematografico, soprattutto per la bravura degli attori,
sono quelli in cui emerge la scrittura di Dickens, ad esempio
citiamo la dichiarazione di amore totale e incondizionato che Pip
fa ad Estella, oppure la rivelazione di Magwitch al
protagonista.
Il cast, completamente prelevato
dai teatri inglesi, vede in prima fila il giovane ma promettente
Jeremy Irvine nel ruolo di Pip, già visto in
War Horse di Steven Spielberg e come in quel
caso chiamato a sollevare le sorti di un film mediocre; il
magnifico Ralph Fiennes è Magwitch, mentre Miss Havisham
è interpretata con il consueto e gradevole livello di follia da
Helena Bonham Carter, che sembra trovare in questi
ruoli borderline il suo stato naturale. Completano il cast
Jason Flemyng,Robbie Coltrane e
la bellissima Holliday Grainger, già vista in
Jane Eyre e che tra poco vedremo in un altro
atteso cine-romanzo, l’Anna
Karenina di Joe Wright.
L’indiscutibile bravura degli
attori però non basta a dare ritmo ad un film che dovrebbe fare
dell’intreccio di sceneggiatura il suo punto forte ma che invece
proprio su questo punto si accascia. Peccato per
Newell che dopo aver dato vita a tanti capolavori,
sembra stentare a ritrovare quella verve che l’ha reso famoso e
apprezzato.
BBC ha
finalmente rilasciato la prima clip teaser del suo prossimo
adattamento in serie limitata del romanzo classico di Charles
Dickens Grandi
speranze. Il progetto proviene dal
creatore di Peaky
BlindersSteven Knight,
che è produttore esecutivo insieme a Tom Hardy. Questo segna
l’ultima serie basata dai romanzi Charles Dickens di
Steven Knight dopo aver precedentemente adattato
A Christmas Carol in una serie per FX e
BBC.
Il video di 19 secondi ci
offre il primo filmato del ritratto di Miss Havisham da parte del
premio Oscar Olivia Colman insieme a Fionn
Whitehead nei panni di Pip. La serie farà il suo
debutto questa primavera su BBC nel Regno Unito e su Hulu negli
Stati UnitiDai un’occhiata al teaser
di Grandi speranze qui
sotto:
Grandi
speranze è il tredicesimo e
penultimo romanzo di Charles Dickens. È una storia di
formazione che ruota attorno all’orfano Pip, che sarà interpretato
da Fionn Whitehead (Dunkirk). Insieme a lui ci sono
Olivia Colman (The
Crown) nei panni di Miss Havisham, Ashley Thomas
(Top Boy) nei panni di Jaggers, Johnny Harris
(A
Christmas Carol) nei panni di Magwitch, Shalom
Brune-Franklin (The Tourist) nei panni di
Estella, Hayley Squires (I, Daniel
Blake) nei panni di Sara, Owen
McDonnell (Killing Eve) nei panni di
Joe, Trystant Gale (Beast)
nei panni di Compeyson e Matthew Berry
(What We Do In the Shadows di FX ) nei
panni di Mr. Pumblechuck.
Il nuovo adattamento sarà una
miniserie in sei parti scritta e prodotta da Steven Knight. I
produttori esecutivi saranno anche Tom Hardy (Mad Max: Fury
Road , The Revenant) e Ridley Scott
(Alien , Blade
Runner). I produttori esecutivi sono
Marina Brackenbury e Dean Baker della BBC,
David W. Zucker, Kate Crowe e Mona
Qureshi. La serie è una coproduzione tra FX
Productions, BBC, Scott Free e Hardy Son &
Baker.
Ecco in esclusiva per
Empire la prima clip di Great
Expectations, il film diretto da Mike Newell
e tratto dal romanzo di Charles Dickens Grandi Speranze. Nella clip
possiamo vedere
Con l’arrivo
dell’autunno 2024 è tutto pronto per il ritorno del Grande Cinema
nei The Space Cinema. Per tutti coloro che vogliono
rivivere le emozioni dei film dei grandi registi,
riscoprire delle pietre miliari o immergersi nelle
atmosfere dei grandi cult, The Space Cinema per
tutta la stagione autunnale offre una ricca proposta.
Dal 23 al
25 settembre, in occasione del 50° anniversario
dall’uscita, torna in sala “Non aprite quella
porta”, in versione originale con i sottotitoli in italiano e
restaurata in 4K, il cult horror di Tobe Hooper che
sconvolse una generazione. A Newt, nel Texas, qualcuno ha profanato
alcune tombe, amputando gli arti e la testa ai cadaveri. Le
autorità sono allertate, ma sembrano incapaci di venirne a
capo.
Dal 30
settembre all’01 ottobre è la volta del 40°
anniversario di “Terminator”,
il primo film della saga fantascientifica di James Cameron con protagonisti Arnold
Schwarzenegger e Linda Hamilton. Un cyborg proveniente dal 2029 fa
il proprio arrivo a Los Angeles per uccidere Sarah Connor,
destinata a diventare madre del futuro capo della resistenza umana
in un mondo governato da robot.
Dal 7 al
9 ottobre sarà invece possibile rivedere il capolavoro
horror di Stanley Kubrick, “Shining”,
nella versione estesa e restaurata in 4K. L’attore
premio Oscar Jack Nicholson – custode di un resort isolato – va
fuori di testa, terrorizzando il giovane figlio e la moglie
(Shelley Duvall). Nicholson interpreta Jack Torrance, giunto
all’elegante e isolato Overlook Hotel come custode fuori stagione.
Torrance non è mai stato lì prima d’ora… o forse sì? La risposta si
trova in un fantomatico arco temporale di follia e omicidio.
Compie 50
anni di storia del Cinema anche “Il
Padrino – Parte 2”, che torna nelle sale dal 14 al 16
ottobre. La seconda parte della trilogia indimenticabile di Francis
Ford Coppola segue la giovinezza di Don Vito Corleone (Robert De
Niro) e le vicende del figlio Michael (Al Pacino). Il giovane Vito,
scappato a New York dopo l’uccisione della sua famiglia, inizia una
carriera criminale uccidendo il boss Fanucci e diventando il
potente Don Vito Corleone. Michael, nel 1958, si trasferisce in
Nevada per gestire il gioco d’azzardo, ma affronta il tradimento
familiare e l’ostilità di Hyman Roth, un potente rivale che tenta
di eliminarlo. La tensione con la moglie Kay culmina in uno scontro
che segna la loro relazione. Il film vinse 6 premi
Oscar: miglior film, miglior regia, miglior attore non
protagonista a Robert De Niro, miglior sceneggiatura non originale,
migliore scenografia e miglior colonna sonora.
Un altro film di
Stanley Kubrick tornerà nelle sale di The Space Cinema: si tratta
di “Full Metal Jacket”, in arrivo dal 21 al 23
ottobre. Un pragmatico marine americano osserva gli
effetti disumanizzanti della guerra del Vietnam sui suoi compagni
di recluta, dal brutale addestramento nel campo di addestramento ai
sanguinosi combattimenti di strada a Hue.
In occasione del
40° anniversario, dal 28 al 30 ottobre torna
“C’era
una volta in America”, il film di Sergio Leone con
Robert De Niro con la colonna sonora di Ennio Morricone.
Nello stesso
weekend, per chi vuole vivere un’atmosfera a tema “Halloween”,
torna “Frankestein Junior” di Mel Brooks.
Dal 31 ottobre al 3 novembre, invece, per il
15° anniversario dall’uscita, torna il film
d’animazione a tinte dark “Coraline”.
Dall’11
al 13 novembre, per celebrare il 10°
anniversario, torna “Interstellar”, capolavoro
fantascientifico di Christopher Nolan con protagonisti Matthew
McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain e Michael Caine.
Quando il nostro tempo sulla Terra sta per finire, una squadra di
esploratori intraprende la missione più importante della storia
dell’uomo: viaggiare oltre la galassia per scoprire se l’umanità ha
un futuro tra le stelle.
Dal 18 al
20 novembre un altro grandissimo regista celebra un
importantissimo anniversario: compie 30°
annidall’uscita “Pulp Fiction” di Quentin
Tarantino, film con John Travolta, Samuel L. Jackson, Uma Thurman e
Bruce Willis che ha consacrato il regista nella storia del
Cinema.
Infine, per
immergersi completamente nell’atmosfera natalizia, The
Space Cinema riporta nelle sale 2 grandi
classici:dal 9 all’11 dicembre sarà infatti
possibile rivedere “Una poltrona per due”, cult
divenuto un classico delle feste per il pubblico italiano, con
Eddie Murphy e Jamie Lee Curtis;
invece, dal
28 al 31 dicembre, sarà il “Vacanza di
Natale Day”, con la riproposizione del film di Carlo
Vanina con Christian De Sica, Claudio Amendola e Jerry Calà.
Sequel di Piccole Bugie tra
Amici, Grandi Bugie tra Amici, al
cinema dal 12 settembre, è il nuovo film di Guillaume Canet che torna alla regia dopo la
battuta d’arresto di Blood Ties, del 2013. Il
titolo infelice italiano si ricollega a quello del primo film,
sempre in italiano e anch’esso malamente tradotto, lasciando
intendere una rete di segreti nel gruppo di protagonisti, premessa
disattesa dal racconto, che procede su altri binari.
Come nel primo film, anche in
questo caso questo gruppo di vecchi amici si ritrova nella casa sul
mare di uno di loro per le vacanze. Questa volta però la loro è
quasi un’imboscata all’amico più anziano, perché si tratta di
organizzare una festa a sorpresa per i suoi 60 anni e di ricucire
un’amicizia che si era spezzata, per litigi molto violenti, tre
anni prima. A distanza di otto anni, gli amici sono invecchiati, si
sono allontanati, vivono una fragilità tutta nuova e anacronistica,
fuori dalla loro età.
Canet è sempre stato abituato a
lavorare con un gruppo di amici, attori di prima categoria in
Francia e noti in tutto il mondo, per non parlare di Marion Cotillard, sua moglie nella vita reale
e che spesso lui dirige. Questa volta però il regista e attore si
concentra troppo sulla nostalgia, non solo quella degli amici che
sono pieni di rimpianti, ma sembra anche la sua verso un passato
più vivo, forse più promettente.
Se il primo film era molto centrato
sui rapporti di amicizia, sulle dinamiche che tenevano in
equilibrio il gruppo, priorità di ognuno, la vita, il tempo, i
figli, tendono a disperdere questa unità, che ormai è raccontata
più per singole storie che si intrecciano con quelle degli altri,
che come dimensione collettiva, che poi era il punto forte e di
maggiore interesse delle “piccole bugie”.
In questo caso, i nostri
protagonisti agiscono in maniera impulsiva, violenta,
sconclusionata, sono immaturi e non sono in grado di gestire le
proprie vite, figurarsi avere cura dei figli che si ritrovano, i
quali chiedono attenzione e pazienza, cura, come ogni figlio. Le
famiglie, allo stesso modo, si sfaldano, si aprono, si
arricchiscono, non sono più tradizionali e si aprono a nuove
possibilità, ma questo quadro così chiaro della società si scontra
con l’immaturità cronica dei personaggi, in più di una occasione
inverosimili.
Divertente e con alcuni momenti
intelligenti che mettono in evidenza la complicità, anche nella
vita reale, tra interpreti e regista, Grandi Bugie tra
Amici non replica la bellezza del primo film, diventandone
la copia stanca e male invecchiata.
Tutti i registi hanno almeno un film
di cui si vergognano, o di cui sono meno fieri, un film che non è
“riuscito bene” (a meno che non si tratti di Kubrick o Hitchcock).
Lo stesso vale per gli interpreti. Ecco dei grandi attori che sono
finiti, forse loro malgrado, in film pessimi.
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Siete d’accordo? Quali sono secondo
voi i film brutti che vedono protagonisti alcune dei migliori
attori vievnti (e non)?
“L’ingegneria dei videogiochi
mette in campo una vera e propria creazione di un mondo, oggi,
molto più che un film. L’estetica di un gioco per me è una delle
forme espressive più interessanti in circolazione”.
Con queste parole il regista Harmony Korine
presentava il suo film AGGRO DR1FT al Festival di Venezia nel 2023. Un
esperimento, il suo, che contribuiva alla spinta verso un
superamento del cinema così come lo conosciamo verso una maggiore
ibridazione con l’arte, l’estetica e le regole dei videogiochi.
Poco più di un anno dopo, ecco arrivare Grand Theft
Hamlet, un documentario realizzato interamente all’interno
di un videogioco e basato su uno spettacolo teatrale, anch’esso
avvenuto nel medesimo ambiente virtuale.
Si tratta dell’esperimento
realizzato da Pynny Grylls e Sam
Crane, con la partecipazione dell’attore Mark
Oosterveen, che si configura come nuova clamorosa
dimostrazione di quanto profetizzato da Korine. Già da tempo, in
realtà, il cinema ha ripreso a piene mani certe dinamiche dei
videogiochi per includerle all’interno delle proprie convenzioni.
Film come Source Code o Edge of Tomorrow ne sono un esempio. Ma con
Grand Theft Hamlet si giunge a qualcosa di
completamente nuovo, un post-cinema che apre ad una serie di
scenari particolarmente entusiasmanti e ad una serie di riflessioni
su quella che di qui a pochi anni potrebbe diventare una realtà
molto più diffusa.
La trama di Grand Theft Hamlet
Gennaio 2021. Il Regno Unito è al
suo terzo lockdown. Per gli attori teatrali Mark e
Sam, il futuro appare desolante. Il primo – single
e senza figli – è sempre più isolato socialmente, mentre Sam è in
preda al panico per il mantenimento della sua giovane famiglia.
Insieme, trascorrono le loro giornate nel mondo digitale online di
Grand Theft Auto e quando si imbattono in un
teatro, hanno improvvisamente l’idea di mettere in scena una
produzione completa di Amleto all’interno del
gioco. Grand Theft Hamlet racconta dunque la
loro ridicola, esilarante e commovente avventura, mentre combattono
contro violenti truffatori e scoprono sorprendenti verità sulla
vita, sull’amicizia e sul potere duraturo di Shakespeare.
Una scena di Grand Theft Hamlet
Fuga dal mondo reale
Ci si potrebbero scrivere pagine e
pagine su un film (anche se chiamarlo tale è riduttivo) come
Grand Theft Hamlet, per cui cerchiamo di andare
con ordine. Partiamo con il dire che – come avranno intuito gli
appassionati – il videogioco all’interno del quale si svolge il
racconto proposto da Grylls, Crane e Oosterveen è
GTA, ovvero Grand Theft
Auto, una serie di videogiochi action-adventure open
world, tra le più famose di tutti i tempi, in cui il giocatore
controlla un fuorilegge e la sua ascesa nella criminalità
organizzata, portando a termine specifiche missioni o anche
semplicemente dandosi alla pazza gioia girovagando per la città.
Pazza gioia che, normalmente, prevede l’infrangere ogni regola
possibile.
Di questo videogioco esiste anche una versione online, dove singoli
utenti possono dunque incontrarsi, interagire – e soprattutto
uccidersi brutalmente a vicenda – in un mondo virtuale in cui tutto
è concesso, compreso l’allestire uno spettacolo teatrale, come
dimostrato dagli autori di Grand Theft Hamlet. La
volontà di Crane e Oosterveen, nata dall’esigenza di contrastare la
depressione data dal periodo del Covid-19 si sviluppa dunque come
una vera e propria evasione dalla realtà, ritrovando in GTA Online
il luogo ideale dove poter fare tutto ciò che in quel preciso
momento storico non era possibile fare nella realtà.
Si animano già da qui una serie di
riflessioni sui mondi virtuali oggi disponibili, in cui è possibile
entrare con degli avatar (impossibile non pensare, su questo tema,
all’esemplare Avatar
di James Cameron). Nel momento in cui il mondo
reale diventa un luogo sempre più ostile, tra guerre, malattie e
preoccupanti scenari politici, ecco allora che le realtà virtuali
diventano dei luoghi utopici in cui poter trovare riparo,
lasciandosi alle spalle ogni preoccupazione. Certo, si tratta a suo
modo di una fuga, quando sarebbe più costruttivo cercare di
risolvere le problematiche del mondo, ma difficile non comprendere
le ragioni che portano a sceglierla, specialmente dinanzi ad una
situazione come quella del lockdown che non offre alternative.
Una scena di Grand Theft Hamlet
Benvenuti nell’epoca del post-cinema
Andando nel merito del film, però,
la prima cosa che colpisce è come sia stata riposta grande
attenzione nel replicare la grammatica cinematografica, con tutta
l’ampia gamma di inquadrature possibili, dai totali ai primi piani.
Regole che da tempo il mondo dei videogiochi ha ereditato,
rielaborandole e riproponendole però a modo proprio. L’effetto è
straniante, ma anche fortemente affascinante, in quanto ci porta a
vivere un vero e proprio cortocircuito sulla natura di ciò che
stiamo guardando. Non è live action, non è animazione per come
siamo soliti intenderla, è il frutto di un progresso tecnologico
che promette di rivoluzionare completamente l’arte del fare
cinema.
Data la grande definizione e cura
dei dettagli che i videogiochi di oggi riescono a proporre, non è
impensabile l’idea che sempre più produzioni cinematografiche
possano affidarsi a queste possibilità virtuali per realizzare le
proprie storie, potenzialmente abbattendo enormemente i normali
costi che oggi si hanno. Divertente, a tal proposito, il dettaglio
dell’avatar di Pynny Grylls che, in quanto regista
del documentario, è presente in scena intenta a svolgere le riprese
(ovviamente finte) con uno smartphone. Chiariamoci, il cinema per
come lo conosciamo oggi, fatto di attori in carne ed ossa e set
tangibili, non sarà mai del tutto sostituito, ma di certo è
evidente che siamo sulla via di una progressiva co-esistenza di
queste realtà.
Grand Theft Hamlet
lo dimostra ampiamente, proponendoci un gioco al quale si partecipa
volentieri, tranquillizzati da ciò che in esso ci è familiare e
ammaliati dalle sue evidenti particolarità. Un contrasto
perfettamente rappresentato anche dalla volontà di mettere in scena
un testo classico per eccellenza come l’Amleto di
William Shakespeare all’interno di un contesto
ultra contemporaneo. Tutti elementi che rendono il film
semplicemente imperdibile, per alcuni probabilmente respingente, ma
di certo inevitabile dimostrazione delle possibilità del cinema del
futuro (o meglio, del presente).
Una scena di Grand Theft Hamlet
Un film che si interroga anche sull’elemento umano
Grand Theft
Hamlet è dunque prima di tutto un’esperienza visiva,
certo, ma nel corso del racconto c’è anche spazio in più occasioni
per una riuscita comicità – specialmente per via della frequente
violenza gratuita a cui gli utenti non sanno resistere -, e si ha
occasione di scoprirsi partecipi delle preoccupazioni di Sam e Mark
per il futuro. Preoccupazioni di carattere umano, che l’atto di
estraniarsi nel gioco non riesce a far dimenticare del tutto. Da
questo punto di vista, il film è allora anche un indicatore di dove
l’umanità stia andando, di come si tenda a perdere di vista
l’importanza di un reale rapporto e dunque la necessità di
preservarlo. Perfetto esempio, a riguardo, è la scelta di Pynny e
Sam di uscire dal gioco che stanno svolgendo in stanze diverse
della stessa casa e incontrarsi per davvero.
Di certo, in conclusione, torna
profetica un’altra affermazione di Harmony Korine
–
stavolta nel presentare Baby Invasion, un film
girato come uno sparatutto in prima persona: “Il motivo per cui
stiamo iniziando a vedere Hollywood crollare dal punto di vista
creativo è perché […] sono così chiusi nelle convenzioni, e tutti
quei ragazzi che sono così creativi ora troveranno altri percorsi e
andranno in altri posti perché i film non sono più la forma d’arte
dominante”. Da persona follemente lucida quale si è
dimostrato, ha probabilmente ragione. È all’arte del videogioco e
alle sue infinite possibilità che dobbiamo guardare per capire come
potrebbe essere il cinema di domani. Grand Theft
Hamlet ne è un validissimo esempio.
MUBI, il distributore globale, servizio di
streaming e società di produzione, porta il documentario acclamato
dalla critica e vincitore di premi Grand Theft
Hamlet (qui
la nostra recensione) in streaming in esclusiva su MUBI,
dopo l’uscita nelle sale del Regno Unito e degli Stati Uniti.
Vincitore di due British
Independent Film Awards per il Miglior
esordio di regista – Documentario (assegnato ai registi Pinny
Grylls e Sam Crane) e del Raindance Maverick
Award, che celebra i registi più audaci, creativi e
intraprendenti, il film è anche nella lista dei candidati per il
Miglior esordio di uno scrittore, regista o produttore
britannico agli EE Bafta Film Awards
2025.
Acclamato come “Un’idea
brillante, brillantemente realizzata; esilarante, surreale e
genuinamente emozionante” in una recensione a 5
stelle del Guardian,“Il documentario più
divertente dell’anno” di Time Out,
“Un tributo inaspettatamente commovente e genuinamente
rivoluzionario alla resistenza dell’arte” di
Empire e “Perfidamente
divertente”di The Standard, GRAND THEFT HAMLET
racconta la storia di due attori disoccupati che tentano l’impresa
apparentemente impossibile di allestire una produzione completa
dell’Amleto di William Shakespeare all’interno del mondo ultra
violento di Grand Theft Auto, girato interamente nel gioco.
La carriera festivaliera di Grand Theft
Hamlet
Dopo l’anteprima mondiale al SXSW
2024 (vincitore del Documentary Feature Jury Award), il
film, scritto e diretto da Pinny Grylls
(vincitrice del BFI & Chanel Luminous Gala Filmmaker Award 2024) e
Sam Crane, ha partecipato ad una serie di festival
internazionali di successo, tra cui le proiezioni in selezione
ufficiale a Hot Docs 2024, CPH: DOX 2024, BFI London Film Festival
(compresa la presentazione IMAX), Visions du Reel 2024, Melbourne
International Film Festival 2024, Cambridge Film Festival 2024,
Leeds Film Festival 2014, Korea’s DMZ Docs 2024, dove ha vinto il
Frontier Competition Grand Prize.
È stato presentato al
Festival di Sitges in Spagna (premiato con il
Best Documentary Film), al Vancouver International
Film Festival (premiato con lo Spectrum Audience
Award), all’Hamptons International Film
Festival, dove è stato presentato in concorso, al
Philadelphia Film Festival, dove ha ricevuto una
menzione d’onore. In Italia è stato presentato in anteprima nella
fortunata prima edizione del MUBI Fest, che si è
tenuta a Milano dal 13 al 15 dicembre dove, per l’occasione, il
regista Sam Crane è stato ospite del festival. È stato, infine,
inserito nella lista dei candidati al Cinema Eye Honors’
Audience Choice Award.
Grand Theft Auto V, uno dei
videogiochi più attesi dell’anno, può finalmente far parlare di se
non solo con immagini, artworks, filmati introduttivi, ma per la
prima volta con un gameplay trailer, ovvero con un
trailer che focalizza l’attenzione sulle sequenze giocate e non
soltanto sul filmato di intermezzo.
Avvertiamo subito: il trailer è
qualcosa di meraviglioso per ogni amante videoludico, specie per
chi ha già potuto apprezzare in passato gli altri capitoli della
saga firmata Rockstar, ma siamo sicuri che il
filmato potrà conquistare anche il più puro amante cinematografico.
La bellezza delle ambientazioni, l’intreccio nella trama, la cura
nei dialoghi, pongono GTA V in un processo
che da diverso tempo ormai sta attraversando il mondo dei
videogiochi: quello di trasformarli sempre di più in esperienza
visiva e immersiva totalizzante e non in una “semplice” partita.
Giocare un film, ci sembra l’espressione più corretta.
In GTA V,
ambientato a Los Santos, ovvero una fittizia Los Angeles,
seguiremo e giocheremo le vicende di 3 personaggi
distinti: Michael è un ex-rapinatore di
banche che ora vive in una bella casa in una sorta di “protezione
testimoni”; Franklin è un ragazzo
di colore che vive “lavorando” per una casa di auto armena,
fungendo anche da agente di riscossione; Trevor è
un veterano di guerra, psicopatico, amico di Michael che abita in
una roulotte nel deserto e campa producendo e spacciando droga.
Grand Theft Auto V
esce il 17 Settembre 2013. Una data da
marchiare a fuoco sul calendario.
Gustatevi il trailer, tra l’altro
in lingua italiana:
Negli ultimi anni l’attore Nicolas Cage ha
partecipato ad alcuni film che gli hanno permesso di guadagnare
nuova popolarità dopo un periodo ricco di opere poco riuscite.
Titoli come USS
Indianapolis,211 – Rapina in corso e
2030 – Fuga per il
futuro hanno infatti rappresentato il fondo della carriera
del premio Oscar. Oltre a questi, un altro film molto poco
apprezzato è Grand Isle, un
thriller realizzato nel 2019 per la regia di Steven S.
Campanelli. Come sempre però, anche questo titolo è
diventato nel tempo un lungometraggio scult da recuperare
assolutamente per chi è fan dell’attore.
In questo nuovo lungometraggio Cage
dà vita ad un altro folle personaggio, proprio come folli erano
stati quello da lui interpretati anche in Mom and Dad,
Mandy e Pig. È proprio la presenza dell’attore,
infatti, ad aver fatto la fortuna del film, il quale altrimenti non
avrebbe avuto elementi su cui poter contare per ambire ad una certa
notorietà. Pur se inizialmente massacrato dalla critica, Grand
Isle ha infatti poi trovato un suo pubblico, in particolare
tra gli appassionati di quei thriller che scadono facilmente nel
trash.
Il film è infatti caratterizzato
dall’essere stato girato con pochi soldi e mezzi, finendo con il
risultare un vero e proprio B-Movie dove si alternano tensione,
colpi di scena, risvolti horror e momenti di forte erotismo. Prima
di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Grand Isle: la trama del
film
Protagonista del film è il giovane
Buddy, un soldato della marina militare, da poco
rientrato dal servizio e ora costretto a svolgere lavoretti
saltuari per mantenere la famiglia composta dall’amorevole moglie
Lisa e dal figlio di pochi mesi. Le cose sono però
difficili per lui, che fatica a trovare un impiego durato. Tutto
cambia quando un giorno Buddy si imbatte nel veterano
Walter, che vive insieme alla bella ma trascurata
moglie Fancy in una grande casa nella stessa
cittadina del giovane. Quando a causa di un incidente con dei
ladri, Walter subisce dei danni alla casa, Buddy viene reclutato
per riparare quanto rotto.
A poco a poco il ragazzo si rende
però sempre più conto degli strani comportamenti dei due coniugi,
in particolare degli atteggiamenti ambigui di Fancy nei suoi
confronti. Quando, ancora intento a lavorare nella casa,
un’improvvisa tempesta impervia e un uragano si sta avvicinando
alla città, i due padroni offrono un riparo per la notte a Buddy,
che accetta ignaro di aver sancito l’inizio di un terribile incubo.
Ciò che accadrà nel corso di quella notte in quella casa, infatti,
si rivelerà quanto di più imprevedibile e folle possibile e per
Buddy avrà inizio una lunga prova di resistenza.
Grand Isle: il cast del
film
Ad interpretare Buddy, l’effettivo
protagonista del film, vi è l’attore Luke Benward,
celebre per aver recitato in film come Gli esploratori del
tempo, Come mangiare i vermi fritti e Dear John. Nei
panni di sua moglie Lisa, invece, vi è l’attrice Emily
Marie Palmer. Gli attori Kelsey Grammer e
Zulay Henao interpretano invece rispettivamente il
detective Jones e la detective Newton. Grammer è noto
principalmente per il ruolo del dr. Frasier nelle sitcom Cin
cin e Frasier, mentre la Henao ha recitato nei film
Fighting e Hostel: Part III.
Ad interpretare Fancy, la moglie di
Walter, vi è l’attrice KaDee Strickland, nota per
il film The Grudge. Grande protagonista del film è però,
come anticipato, Nicolas Cage, qui chiamato ad
interpretare il problematico e misterioso Walter. L’attore ha in
seguito affermato di essersi particolarmente divertito a recitare
in questo film, specialmente per via della grande libertà di
improvvisazione di cui ha goduto. Grand Isle però è per
lui un nuovo record negativo, in quanto è il secondo film della sua
carriera a raggiungere uno 0% di gradimento tra la critica.
Grand Isle: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Grand Isle grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di sabato 15 aprile alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
il 10
aprile arriverà in Italia, distribuito dalla Twentieth
Century Fox, GRAND BUDAPEST HOTEL, il nuovo film
di Wes Anderson, con Edward
Norton, Adrien Brody, Owen
Wilson, Bill Murray, Ralph
Fiennes e Jude Law.
GRAND BUDAPEST HOTEL narra le
avventure di Gustave H, leggendario concierge di un lussuoso e
famoso albergo europeo e di Zero Moustafa, un fattorino che diviene
il suo più fidato amico. Sullo sfondo, il furto e il recupero di un
celebre dipinto rinascimentale, la violenta battaglia per un’enorme
fortuna di famiglia, ed una dolce storia d’amore. Il tutto tra le
due guerre, mentre il continente è in rapida e radicale
trasformazione.
Lo scorso 23 febbraio
Grand Budapest Hotel di Wes
Anderson ha portato a casa quattro Oscar
(migliori costumi, miglior trucco, miglior scenografia e miglior
colonna sonora).
Nel caso il regista sia rimasto
deluso dalla sconfitta, Morgan Spence, un piccolo
regista scozzese di 15 anni, gli ha infatti donato un piccolo
regalo di consolazione ricreando accuratamente coi
Lego una delle scene più memorabili di
Grand Budapest Hotel.
https://www.youtube.com/watch?v=9IInaMBW8Ws
Vi invitiamo a visionare la versione Lego qui
sopra e poi la versione originale con Adrien Brody
e Ralph Fiennes qui di seguito:
Adam Berg debutta
alla regia con un film
Netflix apocalittico che però parla della realtà
attuale (virus e guerra) e del suo paese (la Svezia). Granchio
Nero è il racconto crudo di un conflitto combattuto da
soldati improvvisati: uomini e donne strappati alla propria vita e
resi guerrieri per ordini inopponibili. Il punto di vista è quello
di una madre (Noomi Rapace) e le parole d’ordine a
cui la donna risponde sono speranza e resilienza.
La trama di Granchio Nero
Edh (Noomi
Rapace) e la figlia sono in giro in macchina nella propria
città svedese. Tutto sembra normale. Improvvisamente, spari e rombi
di aerei invadono i loro spazi: le due vivono in un pese in guerra.
La bambina viene rapita dai soldati.
Stacco. Lo scenario è ora
chiaramente bellico: Edh si trova su un treno insieme ad
altre persone armate. Viene fatta scendere: è stata chiamata dal
governo per svolgere una missione tanto insolita quanto
disperata, l’operazione Granchio Nero. Insieme ad altri
soldati, Edh deve portare in salvo una serie di capsule
preziose per il paese e necessarie per vincere la guerra. La
difficoltà della missione è nel percorso che devono compiere i
soldati: devono attraversare un territorio completamente
ghiacciato, pattinando per migliaia di chilometri lungo il confine
con il nemico. Nell’instabilità generale della situazione – la
guerra, il ghiaccio, la disperazione, l’unica cosa che dà forza a
Edh è la speranza di riabbracciare la figlia.
La Svezia: fredda, grigia,
desolata
Ciò che fa da sfondo a
Granchio Nero è la Svezia. Nel film, i luoghi
freddi, innevati, ghiacciati e bui si uniscono allo scenario
bellico, post-apocalittico e desolato. Vestiti sgualciti, armi,
divise militari, morti per strada, vagabondi, profughi. Ghiaccio,
neve, boschi scuri. Tutto è terribilmente grigio e sgualcito.
Il film possiede le tipiche tinte
desaturate dei film nord-europei. In questo caso, i colori non solo
esprimono uno stile registico, ma si abbinano anche bene al tema
trattato nel film. Luoghi, temi e colori a tratti paragonabili a
quelli di Dunkirk
di Christopher
Nolan.
Raccontare la guerra nel
2022, guardando al futuro e parlando di donne
Al centro di Granchio
Nero – del film come della missione – c’è
Edh. Adam Berg racconta di una madre,
privata della figlia e della sua femminilità e costretta a
combattere per una causa in cui nemmeno crede. L’attrice è Noomi Rapace, volto già visto in film come
Sherlock Holmes – Gioco di Ombre,Prometheus di Ridley Scotte Passion di
Brian De Palma. I tratti e le espressioni
dell’interprete sono essenziali per rendere il suo personaggio
quella figura materna indurita dal conflitto: Edh
vuole soltanto riabbracciare la figlia, ma per poterlo fare deve
agire in modo tutt’altro che materno.
La forza del lungometraggio risiede
anche nel tentativo di attualizzare il tema della guerra: per
quanto possa sembrare un film fantascientifico e post-apocalittico,
Granchio Nero mostra una plausibile risposta ad
una domanda altrettanto plausibile: cosa succederebbe se, oggi,
scoppiasse una guerra in Europa?
Un film terribilmente attuale
Granchio Nero,
visto oggi, spaventa. Il tema bellico in un paese,
la Svezia, agli occhi di tutti visto come pacifico e benestante è
attualissimo e si aggiunge all’altra grande preoccupazione del
nostro tempo: un virus distruttivo. In questo
caso, il virus
è visto come un’arma, uno strumento estremamente potente per
vincere la guerra. Il film riflette su temi moralmente non
indifferenti e pone domande sostanziose allo spettatore: è peggio
un conflitto combattuto corpo a corpo o una pandemia? Un virus può
avere lo stesso effetto di un’arma atomica?
Il discorso al centro del film è
forte: quali scenari può assumere una guerra oggi, dopo Hiroshima e
Nagasaki, dopo Wuhan, dopo (o durante?) una pandemia globale? Il
regista Adam Berg coglie ed esprime una
preoccupazione vivamente sentita dalla società occidentale, che
vive nel benessere ma che si sente sul filo del rasoio. Le
premesse fantascientifiche, i luoghi post-apocalittici e la
disumanità di Granchio Nero sfondano lo schermo e
arrivano dritti allo stomaco dello spettatore, oggi forse
particolarmente sensibile ai temi trattati dal regista.
Sony Pictures e Eagle
Pictures hanno diffuso il trailer diGran
Turismo, il nuovo
film Sony Pictures diretto da Neill Blomkamp con
David Harbour e
Orlando Bloom. Il film, tratto dalla celebre saga dei
racing game, si ispira alla storia vera di un giovane giocatore
di Gran Turismo, Jann Mardenborough, che, vincendo una serie
di gare competitive del videogioco, riesce a diventare un pilota
professionista nella realtà.
Nel cast oltre a David
Harbour (Stranger Things) e Orlando Bloom (Il Signore degli Anelli),
Archie Madekwe (I Miserabili) nel ruolo del
protagonista, Darren Barnet (Non ho mai…),
Djimon Hounsou (Blood Diamond – Diamanti di
sangue) e Geri Halliwell-Horner (Spice Girls – Il
film). Gran
Turismo sarà dal 20 settembre solo al cinema
prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.
Ispirato da una storia vera, il
film racconta il coronamento del sogno di Jann Mardenborough, un
giocatore adolescente di Gran Turismo, che grazie alle sua
abilità di gioco vince una serie di competizioni della Nissan per
diventare un pilota professionista.
Sony Pictures ha
rilasciato la prima anteprima del film Gran
Turismo, dandoci una prima occhiata a come sarà
l’imminente adattamento del videogioco di corse. “Basato sulla
storia vera di Jann Mardenborough, il film è l’ultima storia di un
sogno che si realizza di un adolescente giocatore di Gran
Turismo le cui abilità di gioco hanno vinto una
serie di competizioni Nissan per diventare un vero pilota
professionista di auto da corsa”, recita la sinossi.
L’ adattamento cinematografico
di Gran
Turismo è diretto da Neill Blomkamp
da una sceneggiatura scritta dai coproduttori esecutivi Jason Hall
e Zach Baylin. Nel cast
David Harbour, Archie Madekwe,
Orlando Bloom, Darren Barnet,
Djimon Hounsou, Geri Halliwell-Horner, Daniel Puig, Josha
Stradowski e l’attore tedesco Thomas
Kretschmann. Dai
un’occhiata all’anteprima del film
Gran Turismo qui
sotto:
Gran Turismo è
prodotto da Asad Qizilbash, Carter Swan, Doug Belgrad e Dana
Brunetti, con il creatore del gioco Kazunori Yamauchi come
produttore esecutivo. Il film è attualmente previsto per l’uscita
nelle sale l’11 agosto 2023.