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Fortress – La fortezza: curiosità sul film con Bruce Willis

Fortress – La fortezza: curiosità sul film con Bruce Willis

Negli ultimi anni della sua carriera, l’attore Bruce Willis si è dedicato senza sosta a partecipare ad una serie di film di genere d’azione e thriller. Tra questi si ritrovano titoli come Detective KnightSurvive the Night, Reprisal o Trauma Center – Caccia al testimone. Tra questi si annovera anche Fortress – La fortezzaappartenente allo stesso genere e diretto da James Cullen Bressack, già regista di un film con Willis dal titolo Survive the Game. Barret e Willis si riuniscono dunque per dar vita ad un film pienamente nelle loro corde, basato su tanta tensione e adrenalina.

Fortress – La fortezza si concentra infatti su una vicenda che vede un’ex spia contrapposta a forze criminali particolarmente agguerrite e pericolose, il tutto mentre deve riallacciare i rapporti con il proprio figlio. Le riprese si sono svolte in pochissimo tempo, iniziate il 3 maggio del 2021 a Porto Rico, si sono poi concluse il 15 dello stesso mese. Un ritmo dunque molto veloce quello che ha caratterizzato il set, ma che non ha impedito di sfruttare al meglio la pressoché unica location prevista per il film e che diventa vera e propria protagonista delle vicende qui narrate.

Con un budget ridotto e tempi stretti, il film non ha probabilmente espresso tutte le proprie potenzialità, ma rimane un buon esempio di thriller d’azione, con interpretazioni che vanno a compensare i difetti presenti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Fortress – La fortezza

Protagonista del film è Robert Michaels, ex agente della CIA in pensione che vive in un complesso residenziale per ex spie. La struttura, nascosta tra i boschi e lontana da occhi indiscreti, è una specie di fortezza con un sistema di sicurezza molto sofisticato. Una recinzione praticamente invalicabile e protetta da guardie armate tiene al sicuro gli ospiti di questo resort molto speciale, rendendolo praticamente un bunker imprendibile. E lì, che un giorno si presenta Paul, il figlio di Robert.

Il ragazzo non ha rapporti con il padre da molto tempo, ma la sua attività nel campo delle crypto valute lo ha messo in seri guai, e ora ha disperato bisogno dell’aiuto dell’ex agente segreto. Purtroppo Paul non è l’unico che è riuscito a rintracciare Robert: una sua vecchia conoscenza, Frederick Balzary, vuole dare il ben servito all’ex agente e invade il villaggio con la sua schiera di infallibili sicari. Per Robert e suo figlio ha dunque inizio una vera e propria lotta per la sopravvivenza, potendo però contare su pareti d’acciaio e armi avanzate.

Fortress - La fortezza film

Il cast di Fortress – La fortezza e il suo sequel

Come anticipato, nel ruolo del protagonista Robert Michael si ritrova l’attore Bruce Willis. Come suo solito per gli ultimi film a cui ha preso parte, a causa della malattia che avanzava e che ora lo ha costretto al ritiro, Willis ha ottenuto di poter girare le proprie scene in pochi giorni. Nonostante ciò, ha comunque dovuto prepararsi fisicamente per la parte. Ad interpretare suo figlio Paul, invece, si ritrova l’attore Jesse Metcalf, mentre Frederick Balzary è interpretato da Chad Michael Murray. Fanno poi parte del cast Kelly Greyson nel ruolo di Kate, Ser’Darius Blain in quelli di Ulysses e Katalina Viteri in quelli di Sophia.

Per ottimizzare i tempi, mentre si girava questo film, si sono contemporaneamente svolte anche le riprese del suo sequel, dal titolo Fortress: Snyper Eye, interpretato anch’esso da Willis, Metcalf e il resto del cast del primo film. Questo è ambientato alcune settimane dopo gli eventi del primo film, con Robert Michaels che mette in atto un tentativo di salvataggio della vedova del suo defunto nemico, Frederick Balzary. Tuttavia, Sasha – interpretata da Natali Yura – sembra avere dei piani spietati nei loro confronti. Robert e suo figlio Paul devono dunque lavorare di nuovo insieme per fermarla.

Il trailer di Fortress – La fortezza e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Fortress – La fortezza grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 3 novembre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fortnite: regista di Fast X vuole realizzare il film sul noto videogames!

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Il regista di Fast X, Louis Leterrier, vuole realizzare un film su FortniteIn un panel al Comic-Con di San Diego, Leterrier ha detto di voler realizzare un film basato sul famoso videogioco di Epic Games. “Perché il gioco è incredibile”, ha spiegato Leterrier al collega regista Justin Simien (tramite GamesRadar+ ). “I personaggi… voglio dire, c’è molto di più da raccontare. Sarebbe divertente. Sarebbe pieno di azione e tutto il resto”.

Leterrier ha recentemente diretto Fast X, il decimo film della serie principale di Fast & Furious. È anche pronto a dirigere l’undicesimo film della serie d’azione. Leterrier ha anche diretto film come Now You See Me, The Incredible Hulk, Transporter 2 e Unleashed.

Ci sarà un film su Fortnite?

Donald Mustard, CCO di Epic Games, ha affermato che un film Fortnite dal vivo era una possibilità. Tuttavia, non ci sono piani ufficiali per trasformare questo popolare gioco in un film.

Fortapàsc: recensione del film di Marco Risi

Fortapàsc: recensione del film di Marco Risi

Fortapàsc è il film del 2009 diretto da Marco Risi e con protagonisti Libero De Rienzo, Ennio Fantastichini, Massimiliano e Gianfranco Gallo, Ernesto Mahieu, Renato Carpentieri, Michele Riondino.

Fortapàsc, la trama

Storia di Giancarlo Siani, giornalista de Il Mattino ucciso solo perché faceva il suo lavoro con devozione e professionalità, raccontando le malefatte della camorra in quel di Torre Annunziata, lavorando per la sede distaccata del giornale a Castellammare di Stabia (lui era del Vomero).

Dovendosi occupare dei fatti di cronaca nera, non si limitò infatti a riportare il nome di chi veniva ucciso, ma anche tutti i vari movimenti interni ai clan, i loro intrecci (tra i Nuvoletta, all’epoca altra grande famiglia di Marano, i Gionta e i Bardellino), i tantissimi omicidi e i loro perché, le relazioni tra Camorra e istituzioni, in particolare con il consiglio comunale di Torre Annunziata. La sua devozione e scrupolosità gli costarono però troppi nemici.

Fortapàsc, il film

Fortapàsc

Fortapàsc del 2009 è diretto da Marco Risi, figlio del celebre Dino, un regista che ha spesso affrontato tematiche scomode, non disdegnando però brillanti virate nella commedia. Fortàpasc racconta la breve esistenza e la tragica fine del giornalista Giancarlo Siani, interpretato da Libero De Rienzo, giovane attore napoletano che ha diviso la propria carriera tra cinema e Tv.

Fortapàsc è tratto da “Mehari” (nome che trae spunto dal modello dell’auto di Siani), un cortometraggio realizzato nel 1999 da Gianfranco De Rosa, che in questo film riveste il ruolo di produttore esecutivo. Il titolo è invece ispirato al modo ironicamente drammatico con cui Siani definiva Torre Annunziata, proprio per la guerra in atto tra clan che funestava il territorio, come all’epoca un po’ tutto il napoletano.

Anche se le tematiche trattate sono impegnative e delicate, questa pellicola scorre con facilità di fruizione, trasmettendo al contempo anche tanta amarezza, e solleticando nello spettatore sete di giustizia e voglia di riscatto civico. Siani, ben interpretato (anche esteticamente) dal succitato De Rienzo, appare come un isolato Don Chisciotte, che a differenza del personaggio di Cervantes non ha neppure il conforto della compagnia del buffo Sancho Panza. Resta di fatti solo nella sua battaglia contro quei feroci mulini a vento, rispetto a questi ultimi tanto più veri quanto atroci, abbandonato anche dalla fidanzata Daniela (Valentina Lodovini) e dal collega Rico (Michele Riondino) il quale sceglie, da involontario profeta, un altro mestiere. Alla fine Giancarlo resta solo con i suoi principi, solo fino alla terribile fine.

Tra gli altri interpreti di Fortapàsc si segnalano: Ennio Fantastichini (nelle vesti del Sindaco di Torre Annunziata), Ernesto Mahieux (nei panni del pittoresco direttore del giornale locale di Torre), i fratelli Massimiliano e Gianfranco Gallo (nei panni dei fratelli Gionta), Renato Carpentieri (Amato Lamberti, direttore de L’Osservatorio sulla camorra) e Gianfelice Imparato (pretore Rosone).

Veniamo ad alcune curiosità, che in realtà sono autentiche gaffe “storiche”. Alcune delle automobili non corrispondono all’epoca dei fatti, ad esempio si nota più di una volta un’Alfa Romeo 33 di seconda serie, prodotta a partire dal 1990, alla quale è stata apposta molto inverosimilmente la targa di colore nero con scritte arancio/bianche, in vigore fino al 1985 (anno dell’ambientazione di Fortapàsc).

Per ben due volte viene indirettamente inquadrata (con l’etichetta al lato opposto, ma nettamente distinguibile) la birra “Corona” come bevanda dell’attore principale, nella prima scena addirittura con uno spicchio di limone, moda molto in voga oggi, ma non nel 1985, infatti in Italia la Corona arriva nel 1989.

Nella scena in cui viene inquadrata la bambina vittima dell’agguato, stesa per terra di fronte al portone della Chiesa, si possono distinguere chiaramente delle monete in Euro. Nella partita di pallavolo della squadra allenata da Siani si vede un pallone tricolore, di quelli usati solo dalla fine degli anni Novanta.

Nella sala del consiglio comunale c’è la foto del presidente Francesco Cossiga, che sarebbe diventato Presidente della Repubblica solo qualche mese dopo, e lo stendardo del comune di Castellammare di Stabia invece di quello di Torre Annunziata. Il fotografo Rico nella realtà non è mai esistito.

La redazione di Torre Annunziata de Il Mattino non esiste. Nella realtà esisteva quella di Castellammare di Stabia, ma gli sceneggiatori l’hanno creata per razionalità narrativa e per essere liberi nella creazione di personaggi di fantasia. Il capo della redazione di Torre Annunziata non esiste nella realtà, ma all’epoca esisteva una tipologia di giornalisti-impiegati.

Anche se esistono i verbali delle testimonianze di Amato Lamberti ex presidente della Provincia di Napoli e all’epoca direttore de L’Osservatorio sulla camorra, con il quale collaborava gratuitamente Siani, non è stato mai provato – perché ritenuto ininfluente dal magistrato inquirente – che Giancarlo Siani gli avesse effettivamente telefonato quel giorno. Le stesse testimonianze di Lamberti sono in contrasto tra loro e hanno confuso non poco le acque nelle fasi iniziali dell’inchiesta.

Degne di nota sono anche due aneddoti: a pochi giorni dal primo ciak, morì il grande regista Dino Risi, padre di Marco, così ci fu uno stop di tre giorni per i funerali. Al termine delle riprese la produzione ha voluto far dedicare la pellicola da Marco Risi alla memoria del padre.

Infine, l’auto Méhari usata per le riprese era la vera auto di Giancarlo Siani nella quale venne ucciso la sera di lunedì 23 settembre 1985, che è stata acquistata da un suo caro amico che non è apparso nel film per sua espressa volontà. Un particolare questo che impreziosisce un film che è riuscito nell’intento di raccontare la vita di un giovane giornalista sacrificatosi per amore della verità.

Forse a Breck Eisner la regia di Stretch Amrstrong

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Potrebbe essere Breck Eisner (Sahara, La città verrà distrutta all’alba) il regista del film dedicato a Stretch Armstrong giocattolo che tra gli anni ’70 e ’80 ebbe un grande successo negli USA (un pò meno qui da noi). L’uscita di Battleship, film dedicato alla battaglia navale ha inaugurato una collaborazione tra la Universal e la Hasbro, uno dei leader mondiali del settore del giocattolo: trai prossimi personaggi a godere di una trasposizione cinematografica potrebbe dunque esservi Stretch Armstrong: il pupazzetto in questione aveva come caratteristica principale quella di essere realizzato in una gomma molto malleabile, che permetteva di allungarne gli arti dismisura.

Il progetto di un film dedicato al giocattolo sembrava essere in realtà stato abbandonato, sebbene fosse stato fatto il nome di Tyalor Lautner come possibile protagonista. Tuttavia a inizio 2012 il film ha attratto l’attenzione della Relativity, che ha affidato a Dean Georgaris (The Manchurian Candidate), il compito di stendere la sceneggiatura. Nulla si sa al momento sui tempi di realizzazione, dato che l’agenda di Eisner, che non ha comunque ancora accettato l’incarico, è al momento occupata dal thriller Manhunt, mentre il suo nome è stato accostato a vari remake, tra cui quelli di Flash Gordon e Fuga da New York.

Fonte: Empire

Forsaken – Il fuoco della giustizia: tutte le curiosità sul film

Forsaken – Il fuoco della giustizia: tutte le curiosità sul film

Quello del western è un genere che nel corso degli anni ha conosciuto un lento ma inesorabile declino, fino ad essere poco o nulla trattato al cinema se non con sporadici e coraggiosi lungometraggi. Negli ultimi anni, tuttavia, il fascino per il western, i suoi paesaggi e i suoi personaggi ha trovato nuova linfa, arrichendosi di titoli come Hostiles – Ostili, Django Unchained e Quel treno per Yuma. Un altro film, inizialmente sottovalutato, appartenente a questo genere è Forsaken – Il fuoco della giustizia, diretto nel 2015 da John Cassar, celebre principalmente come regista di molti episodi della serie 24.

Scritto da Brad Mirman, il film nasce dalla volta di Cassar e dell’attore Kiefer Sutherland (protagonista di 24 con il personaggio di Jack Bauer) di realizzare un western insieme. Nasce così una pellicola che unisce elementi tipici del genere ad un racconto ricco di vendetta, perdono e fortemente incentrato sul rapporto padre-figlio. Presentato al Festival del Cinema di Toronto, Forsaken – Il fuoco della giustizia è in realtà stato accolto in modo piuttosto tiepido, passando, come già detto, quasi in sordina. Sono bastati però solo alcuni anni perché venisse riscoperto e apprezzato, in particolar modo dai fan del genere.

Tra epici colpi di scena e momenti di grande emozione, Forsaken – Il fuoco della giustizia è un western particolarmente affascinante, che rispecchia la volontà dei nuovi film di questo genere di dar vita a storie più complesse e attuali, in un cornice che è però quella ben riconoscibile di quel mondo prima della diffusa civilizzazione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Forsaken – Il fuoco della giustizia: la trama del film

La vicenda del film si svolge nel 1872 e ha per protagonista il temuto pistolero John Henry Clayton. Questi è un reduce della guerra di secessione americana, al termine della quale si è guadagnato da vivere come assassino e cacciatore di taglie. Stanco però anche di questa vita, decide di far ritorno al suo paese natale, nella speranza di ricucire il rapporto con l’anziano padre, il reverendo Samuel Clayton. Tornato a casa, però, scopre che quella che un tempo era una bellissima terra è ora un luogo di paura e dolore. Il perfido proprietario terriero James McCurdy, infatti, pur di impadronirsi di tutti i terreni della zona ha ingaggiato una banda di criminali.

Questi, capitanati da Dave Turner, seminano il terrore tra gli abitanti, spingendoli a lasciare quelle terre in cerca di luoghi più sicuri. Profondamente turbato, John Henry si trova dunque costretto a dover sopportare le provocazioni dei criminali che circolano nel villaggio, come d’altronde tutti gli altri cittadini. Anche Mary-Alice, la donna un tempo amata da John Henry e ormai sposata, deve sottostare alle prepotenze degli uomini di Turner. Quando però l’ex pistolero viene quasi assassinato dagli uomini di McCurdy, decide di mettere da parte i suoi buoni propositi di non uccidere più e riprende le armi in spalla per fare giustizia.

Forsaken - Il fuoco della giustizia cast

Forsaken – Il fuoco della giustizia: il cast del film

Ad interpretare John Henry Clayton vi è l’attore Kiefer Sutherland, che come anticipato spinse molto affinché questo film si realizzasse. L’attore, infatti, desiderava realizzare un film che avrebbe potuto fare con suo padre Donald Sutherland, qui presente nel ruolo del reverendo Samuel Clayton. Kiefer ha affermato di aver aspettato anni prima che arrivasse la sceneggiatura giusta, ma con Donald che si avvicinava agli 80 sentivano che il film che li avrebbe visti recitare insieme avrebbe dovuto essere girato il prima possibile. Al momento di girare la loro prima scena insieme, Kiefer era così agitato da non essere riuscito a dormire la notte prima. Giunto sul set, scoprì che anche suo padre non aveva dormito per lo stesso motivo.

Kiefer Sutherland, inoltre, ha affermato che le riprese di questo film hanno rappresentato la quantità di tempo più lunga che egli aveva trascorso insieme a suo padre in tutta la sua vita. Sutherland ha aggiunto che è stato estremamente soddisfacente e gratificante poter passare del tempo con suo padre a recitare, cosa che entrambi amano e di cui sono appassionati. Accanto a loro, nei panni di Mary Alice Watson vi è l’attrice Demi Moore, mentre il celebre attore Brian Cox interpreta James McCurdy, proprietario terriero senza scrupoli. Sono infine presenti gli attori Michael Wincott nel ruolo di Dave Turner, il criminale a capo della banda che terrorizza la città.

Forsaken – Il fuoco della giustizia: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Forsaken – Il fuoco della giustizia grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 21 febbraio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Forrest Whitaker sarà M.L.King in Memphis?

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Dopo aver già sperimentato di recente l’immedesimazione di una figura storica realmente esistita in The Butler e, molto prima, con The Bird di Clint Eastwood, ora il poliedrico Forrest Whitaker sembra destinato a dover dare volto e anima al celebre Martin Luther King nel nuovo progetto biografico di Paul Greengrass intitolato Memphis. Pare infatti che l’attore americano sia in piena fase di colloqui per decidere se partecipare o meno al cast di questa ambiziosa pellicola, la cui gestazione ha seguito un percorso lungo e travagliato, a partire già dal 2010 quando Greengrass aveva già cercato di ottenere finanziamenti ed appoggi produttivi, sfumati però già all’inizio dell’anno successivo con il ritiro della Universal e la partecipazione del regista al film di pirati Capitan Philip scon Tom Hanks.

Eppure, alla fine del 2012, Greengrass e il produttore Scott Rudin hanno ricevuto nuove offerte di supporto indipendente da due società – Veritas Films e Wild Bunch – potendo dunque concretizzare il progetto. La storia, scritta in parte dallo stesso Greengrass, dovrebbe trattare del celebre assassinio del predicatore afroamericano, avvenuto il 4 aprile del 1968 durante la famosa visita alla città di Menphis per sostenere lo sciopero degli spazzini. Ora, con Whitaker seriamente in pole position per il ruolo, le cose sembrano essere di nuovo in pista, e Greengrass annuncia di voler usare un formato docu-stile in sitile United 93.

Fonte: empire

Forrest Whitaker maggiordomo alla Casa Bianca?

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Il vincitore dell’Oscar per L’ultimo Re di Scozia conferma la propria predisposizione a interpretare personaggi storicamente esistiti: è di qualche settimana fa la notizia che lo dà come probabile del biopic dedicato all’Archivescovo sudafricano Desmond Tutu diretto da Roland Joffe, mentre il prossimo ruolo potrebbe essere quello di Eugene Allen, il maggiordomo che ha servito presso la Casa Bianca tra il 1952 e il 1986, mettendosi a disposizione di ben  otto Presidenti USA.

Il film, diretto da Lee Daniels, è tatto da un lungo articolo scritto da Wil Haygood nel 2008 per il Washigton Post, intitolato  A Butler Well Served By This Election. Daniels stare assemblando un cast del quale tra gli altri farebbero parte Oprah Winfrey, Hugh Jackman, John Cusack e David Oyelowo, recitando ruoli di primo piano o semplici cameo. La Winfrey dovrebbe avere il ruolo della moglie di Allen, Oyelowo recitare la parte del figlio. Per quanto riguarda Whitaker, due sono i progetti in dirittura di  arrivo: Pawn e  The Last Stand, entrambi acrion thriller ed entrambi in fase di post-produzione; il primo uscirà entro l’anno, il secondo nel 2013. The Paperboy, altro thriller, è invece il titolo del prossimo film firmato da Daniels.

Fonte: Empire

Forrest Gump: Tom Hanks ha respinto l’idea di un sequel

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Forrest Gump: Tom Hanks ha respinto l’idea di un sequel

Uno dei più importanti e noti film degli anni ’90 è senza ombra di dubbio Forrest Gump, vincitore di ben 6 premi Oscar tra cui quello per il miglior film e il miglior attore protagonista, ovvero Tom Hanks. Questo è stato infatti uno dei film che più di altri ha contribuito alla definitiva consacrazione dell’interprete nel panorama mondiale. Nonostante quello che Forrest Gump rappresenti per lui, o forse proprio per via di ciò, Hanks ha di recente affermato di aver respinto l’idea di realizzare un sequel del film.

Ospite di una puntata del podcast Happy Sad Confused, l’attore ha infatti confermato di come in seguito al successo del film si è effettivamente discusso della possibilità di realizzare un seguito: Abbiamo parlato per circa 40 minuti riguardo l’ipotesi di dar vita ad un altro Forrest Gump, ma dopo un po’ ci siamo detti “ragazzi, andiamo…”. Una cosa intelligente che ho fatto è che non ho mai firmato un contratto che presentasse anche un obbligo contrattuale per un sequel. Ho sempre detto “ragazzi, se c’è un motivo per farlo, facciamolo. Ma non potete costringermi”.

L’attore ritiene infatti che non c’è era motivo per dar vita ad un sequel, poiché tutto ciò che contava era stato già raccontato con quel film. Un seguito di quel racconto, in realtà, esiste ma non è cinematografico bensì letterario. Come noto, il film con Hanks è tratto dall’omonimo romanzo di Winston Groom, il quale nel 1995, in seguito al successo del lungometraggio, ha scritto il libro Gump & Co., che racconta nuove vicende vissute dall’omonimo protagonista. Sembra però che tale nuovo romanzo non avrà mai un adattamento per il grande schermo.

Fonte: ScreenRant

Forrest Gump: Tom Hanks ha pagato di tasca sua per una scena iconica

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Oltre ad essere una delle pellicole più iconiche del cinema degli anni ’90, Forrest Gump è anche annoverato tra i ruoli più amati di Tom Hanks, che di fatto riuscì a conquistare per quell’interpretazione il suo secondo Oscar come migliore attore protagonista nel 1995, eguagliando un record detenuto nella storia soltanto dall’iconico Spencer Tracy: riuscire a vincere due Oscar al migliore attore consecutivamente (già l’anno precedente infatti, nel 1994, Hanks era stato premiato per Philadelphia). 

Adesso, è stato lo stesso attore a rivelare un dettaglio alquanto particolare sul film di Robert Zemeckis, a dimostrazione di quanto il progetto fosse davvero importante per entrambi. Il dettaglio in questione fa riferimento ad una memorabile scena del film: svegliatosi e resosi conto della fuga della sua amata Jenny, Forrest si alza ed inizia a correre, partendo da casa sua e arrivando fino alla fine della strada, poi della città, poi dell’Alabama; corre quindi fino all’oceano Pacifico e poi indietro fino a quello Atlantico, suscitando l’attenzione mediatica e l’ammirazione della gente.

Ebbene, come rivelato da Tom Hanks in una recente intervista con Graham Bensinger, quella scena non sarebbe neanche dovuta esistere. A quanto pare la Paramount Pictures non aveva intenzione di stanziare fondi per la sua realizzazione, mentre Zemeckis riteneva che la scena in questione fosse di vitale importanza ai fini della storia. Per questo motivo – come spiegato proprio da Hanks -, sono stati lui e Zemeckis a mettere a disposizione dei soldi per realizzare la sequenza. Di seguito le dichiarazioni complete dell’attore:

“Lo studio disse semplicemente: ‘Non possiamo affrontare economicamente la corsa interstatale, non puoi girarla’. E Bob Zemeckis disse: ‘È una parte del film troppo importante, non posso toglierla. Dobbiamo trovare un modo per far funzionare la cosa economicamente’. Ma loro continuavano a dire di no. Venni a sapere della cosa e rimasi spiazzato, perché Bob mi disse: ‘C’è questa corsa che costerà X dollari. Io e te ci accolleremo la spesa e la recupereremo’. Dicemmo allo studio che avremmo recuperato la cifra, ma che loro dovevano condividere con noi una porzione maggiore dei profitti. Lo studio accettò. Durante le riprese, però, si presentò una situazione analoga. Ci dissero: ‘Non possiamo assicurarci la copertura dell’assicurazione per via delle condizioni meteo. Non potete girarla’. E io e Bob ci accollammo tutto. Alla fine fu tutto molto più facile.”

Forrest Gump: in arrivo il remake di Bollywood

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Il film del 1994 del regista Robert Zemeckis, Forrest Gump – con Tom Hanks nei panni del protagonista – sarà oggetto di un remake di Bollywood. Mentre come ogni film, Forrest Gump ha i suoi detrattori, l’adattamento di Zemeckis dell’omonimo romanzo del 1986 di Winston Groom è riuscito a catturare il cuore degli spettatori al momento della sua uscita.

Realizzato con un budget di $ 55 milioni, Forrest Gump è arrivato fino a quasi $ 700 milioni al botteghino mondiale, un totale sbalorditivo per un film che pochi si aspettavano essere un successo.

Forrest Gump è stato anche uno dei film preferiti della critica, andando a vincere sei premi Oscar, incluso il miglior film. Molti sostengono che Le ali della libertà o Pulp Fiction meritassero di più il premio, ma c’è anche chi arriva a dire che Forrest Gump è proprio un brutto film. Inoltre, il film di Zemeckis è stato selezionato per la conservazione nella Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti nel 2011, un onore dato solo a meno di 1000 film, fino ad oggi.

Anche considerando l’enorme successo di Forrest Gump nel 1994, è improbabile che molti si aspettassero di leggere oggi le notizie di THR che il film drammatico di Zemeckis sarà rifatto da Bollywood, l’industria cinematografica indiana in lingua hindi. Come ormai molti dei fan del cinema sanno, l’India produce effettivamente più film di qualsiasi altro mercato, a volte anche 2000 all’anno. Ora, Bollywood si prepara a una nuova versione del film la cui battuta più famosa recita “la vita è come una scatola di cioccolatini“.

A interpretare la versione indiana di Forrest ci sarà Aamir Khan, il cui curriculum vanta già dozzine di film. La pellicola si intitolerà Lal Singh Chadha e sarà diretta da Advait Chandan. Chissà cosa ne pensavo Zemeckis e Tom Hanks!

Forrest Gump: 10 cose che non sai sul film

Forrest Gump: 10 cose che non sai sul film

Uno dei più celebri e premiati film degli anni Novanta è Forrest Gump, diretto dal regista Robert Zemeckis. Questi segnò profondamente il decennio, ripercorrendo gli ultimi trenta, intensi, anni di storia americana, portando in scena situazioni, personaggi o battute divenute iconiche. Inoltre, è stato caldamente apprezzato per le novità introdotte in materia di CGI, contribuendo al perfezionamento di tali effetti speciali. Delicato e toccante, il film è oggi considerato a livello mondiale come un grande classico.

Ecco 10 cose che non sai di Forrest Gump.

Parte delle cose che non sai sul film

Forrest Gump corsa

Forrest Gump: la trama del film

10. Viene narrata l’incredibile vita del protagonista. La pellicola segue la storia di Forrest Gump (Tom Hanks), un uomo dotato di uno sviluppo cognitivo inferiore alla norma. Durante il corso della sua ricca vita, questi si ritroverà coinvolto in alcuni dei principali eventi della storia statunitense, dalla guerra in Vietnam alla cultura hippy, dal diventare una stella del ping-pong al conoscere personaggi come Elvis Presley, John Lennon e Richard Nixon. In mezzo a tutto ciò, non dimenticherà mai la donna di cui è innamorato: Jenny (Robin Wright).

9. La storia è tratta da un romanzo. L’idea per il film nasce nel momento in cui si decide di realizzare una trasposizione dell’omonimo romanzo pubblicato nel 1986 da Winston Groom. Tuttavia, la pellicola finì con l’essere soltanto “liberamente ispirata”, poiché molti degli eventi presenti nel libro vengono riadattati, e la sua struttura viene pressoché modificata in favore del linguaggio cinematografico.

Forrest Gump: i premi vinti dal film

8. Ha vinto numerosi premi Oscar. Il film risultò essere il più premiato del 1995, ed in particolare arrivò a vincere sei premi Oscar a fronte di tredici nomination. Tra questi si annoverano quelli per il miglior film, la miglior regia, il miglior attore protagonista e i migliori effetti speciali. In tutto, Forrest Gump arrivò a vincere ben 44 premi su 74 nomination in diverse cerimonie da tutto il mondo.

Forrest Gump: la colonna sonora del film

7. È ricca di grandi successi. All’interno del film, che ripercorre oltre trent’anni di storia americana, sono presenti alcuni tra i brani più celebri di quegli anni, come Hound Dog, di Elvis Presley, All Along the Watchtower, di Jimi Hendrix, People are Strange, dei The Doors, Fortunate Son, dei Creedence Clearwater Revival, Mrs. Robinson, di Simon & Garfunkel e Blowin in the wind, di Bob Dylan. La colonna sonora del film fu inoltre uno tra gli album più venduti di sempre negli Stati Uniti, con oltre 12 milioni di copie.

Forrest Gump: la celebre corsa del protagonista

6. È una delle sequenze più celebri del cinema. Verso la fine del film, il protagonista inizia a correre semplicemente per il desiderio di farlo. Questa sua voglia si trasforma inaspettatamente in una corsa ininterrotta della durata di oltre tre anni. Divenuta estremamente celebre, la sequenza è oggi ricordata come una delle più affascinanti metafore sull’America, ed è stata presa come filosofia di vita, venendo citata in diversi contesti e occasioni.

Parte delle cose che non sai sul film

Forrest Gump cast

Forrest Gump: il cast del film

5. È il film che ha reso Tom Hanks una star. A dar volto all’iconico protagonista, è l’attore Tom Hanks, all’epoca ancora poco conosciuto. Proprio per questo motivo, Hanks non percepì un vero e proprio compenso, ma solo una percentuale degli incassi. Ciò gli permise alla fine di guadagnare circa 40 milioni di dollari, all’epoca una cifra notevolmente alta.

4. Ha improvvisato una celebre battuta. Nella sceneggiatura non vi è traccia della frase “il mio nome è Forrest Gump. La gente mi chiama Forrest Gump”. Questa fu infatti improvvisata dall’attore, e al regista piacque a tal punto che decise di tenerla all’interno del film. In seguito, sarebbe divenuta una delle battute più celebri del film.

3. Hanks ha richiesto un requisito fondamentale per il film. Prima di accettare il ruolo, l’attore ha espressamente richiesto al regista e ai produttori che la ricostruzione storica narrata avvenisse in modo estremamente preciso. Per far ciò, si è dunque operata una lunga ricerca sugli eventi previsti da sceneggiatura. Solo a quel punto, Hanks accettò il ruolo.

Forrest Gump: non è mai stato realizzato il sequel

2. Si è a lungo tentato di riportare il personaggio al cinema. Dato il successo del film, l’autore del romanzo decise di scrivere un seguito alla sua storia. Si cercò allora di adattare anche questa in un lungometraggio, ma il progetto morì in seguito al rifiuto di Hanks di riprendere il ruolo. Per la produzione, sostituire l’attore era impensabile, e si decise pertanto di abbandonare il progetto.

Forrest Gump: le frasi migliori del film

1. È ricco di frasi divenute celebri. Tutti almeno una volta nella vita hanno recitato una delle tante celebri battute del film. In Forrest Gump sono infatti contenute alcune della frasi più note del cinema. Ecco le migliori:

– “Perché non mi ami Jenny, non sono un uomo intelligente, ma so che cos’è l’amore.” (Forrest Gump)

“Mamma diceva sempre: la vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita” (Forrest Gump)

“Stupido è chi lo stupido fa” (Forrest Gump)

“Da quel giorno stemmo sempre insieme, Jenny e io, come il pane e il burro.” (Forrest Gump)

“Quel giorno, non so proprio perché decisi di andare a correre un po’, perciò corsi fino alla fine della strada, e una volta li pensai di correre fino la fine della città, pensai di correre attraverso la contea di greenbow, poi mi dissi, visto che sono arrivato fino a qui tanto vale correre attraverso il bellissimo stato dell’ Alabama, e cosi feci.” (Forrest Gump)

Fonte: IMDb

Formula per un delitto: trama, cast e la vera storia dietro il film

Quello del thriller è da sempre uno dei generi più popolari e amati del cinema. Film appartenenti a questo si sono visti declinati in tutti i modi possibili, pur mantenendo sempre le stesse caratteristiche di base. Ci sono poi opere che traggono ispirazione da eventi realmente accaduti, e tra questi si colloca Formula per un delitto, diretto nel 2002 da Barbet Schroeder, regista candidato all’Oscar per il film Il mistero Von Bulow. Con questo suo film, uno degli ultimi da lui diretti, si è così confrontato con la storia scritta da Tony Gayton, incentrata su di un omicidio apparentemente perfetto ma che, come ogni delitto, presenta in sé anche le cause del proprio smascheramento.

Come accennato, la vicenda qui narrata è ispirata ad un fatto di cronaca realmente accaduto negli anni Venti del Novecento, ovvero l’omicidio perpetrato dagli studenti Leopold e Loeb. Un evento che ha avuto un grande impatto nella cultura di massa, divenendo in più occasioni oggetto di rielaborazione per opere cinematografiche. Tra le più celebri si ricordano Nodo alla gola, diretto dal maestro Alfred Hitchcock, e Funny Games di Michael Haneke. Con il film del 2002 si riporta dunque al cinema tale storia, adattata ovviamente al proprio tempo. Presentato fuori concorso al Festival di Cannes, Formula per un delitto non ottenne da subito un particolare favore di critica e pubblico, passando in sordina al suo debutto in sala.

Con gli anni ha però acquisito lo status di cult, ed è divenuta un’opera che tutti gli amanti del genere riguardano con piacere, ritrovandovi tutti gli elementi più classici relativi all’omicidio e alle relative indagini. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia che ha ispirato il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Formula per un delitto cast

La trama di Formula per un delitto

Protagonisti del film sono Richard Haywood e Justin Pendleton, compagni di scuola i quali nutrono il desiderio di mettere in pratica le regole per commettere l’omicidio perfetto, quello che nessun potrà mai risolvere. Dopo aver studiato e preparato tutto nei dettagli, i due giovani passano così al rapire un’innocente e casuale vittima. Per evitare che il delitto possa essere ricondotto a loro, fanno in modo che la colpa ricada sul bidello Ray Feathers, il quale non è nuovo allo spaccio di marijuana tra gli studenti. Quando il corpo della vittima viene ritrovato in un sacco, le indagini hanno inizio.

Per i due ragazzi, convinti dell’accuratezza di quanto fatto, sorge così il più grande degli imprevisti. A gestire il caso è infatti la detective Cassie Mayweather, esperta e assolutamente non disposta a scedere a compromessi. Questa, infatti, individua da subito una serie di tracce che farebbero ricadere la colpa sui due ragazzi, sopravvalutatisi nelle rispettive capacità. A causa dell’influenza dei genitori di Richard, però, Cassie si vede privata del caso. Dovrà a questo punto operare in autonomia, trovando il modo di smascherare quelli che ritiene i veri colpevoli del caso.

Formula per un delitto: il cast del film

Ad interpretare la determinata detective Cassie Mayweather vi è l’attrice premio Oscar Sandra Bullock. Questa non era nuova a film di questo genere, ma era prevalentemente conosciuta per diverse commedie romantiche. Con questo ruolo contribuì dunque una volta di più a dimostrare le proprie capacità anche con personaggi e storie diverse da quelle a cui era solita partecipare. L’attrice dovette inoltre raggiungere una notevole forma fisica, necessaria per poter eseguire alcune delle scene più complesse previste per lei. Nel ruolo del suo collega, il detective Sam Kennedy vi è invece l’attore Ben Chaplin, noto per film come La sottile linea rossa, The New World e The Water Horse. Chris Penn, noto per Le iene e America oggi, interpreta qui il bidello Ray Feathers.

Nei panni dei due ragazzi omicidi, Justin Pendleton e Richard Haywood, si ritrovano rispettivamente gli attori Michael Pitt e Ryan Gosling. Pitt, noto per film come The Dreamers e Last Days, ha poi avuto modo qualche anno dopo di recitare in un altro dei film ispirati al reale omicidio, ovvero il già citato Funny Games. Gosling, invece, era qui ad uno dei suoi primi ruoli cinematografici, e raccontò in seguito di aver avuto molta difficoltà ad interpretare alcune scene del film. In particolare, quella in cui i due protagonisti commettono l’omicidio lo ha portato ad uno stato di stress tale da culminare nel vomito. Il set fu però per lui anche un nido d’amore, dato che proprio qui conobbe la Bullock, con cui ebbe poi una relazione per circa un anno.

Formula per un delitto

La vera storia che ha ispirato il film Formula per un delitto

Come anticipato, il film è ispirato ad un reale caso di cronaca verificatosi nel 1924, e che ha visto protagonisti gli studenti Nathan Freudenthal Leopold Jr. e Richard A. Loeb. Ricchi e provenienti da agiate famiglie dell’alta borghesia, i due si conobbero nel 1919, e trovarono da subito nel proprio status, nella passione per i crimini e nel disprezzo per le donne i loro interessi in comune. Da subito iniziarono a commettere alcuni furti e vandalismi per spezzare la noia delle loro vite borghesi. Con il passare del tempo, però, iniziarono a diventare sempre più ambiziosi, fino a progetterare quello che consideravano il piano perfetto per un delitto.

I due studiarono per mesi ogni dettaglio affinché non potessero essere identificati e catturati. Il 21 maggio del 1924 misero infine in atto il loro piano, rapendo e uccidendo il quattordicenne Bobby Frank, figlio di un ricco imprenditore. Dopo averlo deturpato con l’acido, si sbarazzarono del corpo gettandolo in un canale. Successivamente, inviarono una lettera ai genitori di Bobby con la richiesta di riscatto. A tradirli, tuttavia, fu un semplice paio di occhiali. Rinvenuti sul luogo del ritrovamento del cadavere, questi presentavano una speciale montatura, indossata da sole tre persone a Chicago.

Leopold, il proprietario di questi, venne così interrogato, e con l’emergere di ulteriori indizi questi fu costretto a confessare. Grazie ad un esperto avvocato i due ragazzi riuscirono ad evitare la pena di morte, venendo però condannati all’ergastolo. Il delitto scosse l’opinione pubblica del periodo per vari motivi: per l’efferatezza dell’omicidio, per lo status sociale dei ragazzi, e per l’aver ucciso un innocente per tedio e per il solo gusto di farlo e provare le proprie abilità. La cosa sollevò dunque accesi dibattiti, spingendo a riflettere sul ruolo delle nuove generazioni.

Il trailer di Formula per un delitto e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Formula per un delitto grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 24 febbraio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Formula One: il film con Brad Pitt ha finalmente una data d’uscita

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Notizie entusiasmanti per gli appassionati di drammi sportivi ad alto numero di giri: Abbiamo appreso che il prossimo film di Formula Uno di Brad Pitt, ancora senza titolo, sarà proiettato in IMAX per due settimane a partire dal 27 giugno 2025, anche se Apple non ha ancora rivelato quale sarà lo studio che distribuirà il film.

L’attesissimo film, che vede Brad Pitt nei panni di un pilota anziano e in pensione che torna a fare da mentore a un pilota alle prime armi, promette di offrire un’esperienza adrenalinica sul grande schermo. Il film vedrà la partecipazione di Damson Idris (Snowfall) nel ruolo del giovane pilota che riceve l’addestramento dal personaggio di Brad Pitt. La storia ruota attorno al rapporto mentore-allievo e al loro viaggio per raggiungere il successo sulla pista. Dato che Gran Turismo della Sony ha già suscitato scalpore con una premessa simile alla sua uscita l’anno scorso, sarà affascinante vedere come i fan risponderanno a quest’ultima aggiunta al genere dei drammi sportivi.

Il film è diretto da Joseph Kosinski, noto per il suo amore per gli effetti pratici e le acrobazie reali, come dimostrato in Top Gun: Maverick. Kosinski ha sottolineato l’importanza di catturare la fotografia reale e gli effetti pratici nel film, dichiarando:

È quasi buffo per me vedere persone che sono così innamorate della fotografia reale. I giovani non ne hanno viste molte. Sono così abituati alla CGI (immagini generate al computer) come strumento dei grandi film che quando si gira qualcosa di vero, sembra innovativo. Questo è esattamente l’approccio per la Formula Uno… girare le vere gare e le vere auto e catturarle. Sarà una sfida enorme ma entusiasmante per me“.

Chi farà il film sulla Formula Uno?

Il team di produzione dietro al film è una potenza del settore. Kosinski produrrà il film insieme a Jerry Bruckheimer e Chad Oman della Jerry Bruckheimer Films, segnando una riunione del team dietro Top Gun: Maverick. Inoltre, il sette volte campione di Formula Uno Sir Lewis Hamilton produrrà attraverso la sua Dawn Apollo e Plan B, mentre Penni Thow, CEO di Copper, sarà il produttore esecutivo. La sceneggiatura è firmata da Ehren Kruger, noto per il suo lavoro su Top Gun: Maverick e Dumbo.

È stato confermato che il film debutterà nelle sale cinematografiche americano in IMAX il 27 giugno prima di approdare in esclusiva su Apple TV+, anche se non è stata fissata una data per l’arrivo del film su Apple. La collaborazione tra Kosinski e Bruckheimer, insieme alla potenza delle star Pitt e Idris, rende questo film uno dei più attesi dell’anno. Restate sintonizzati per ulteriori aggiornamenti sul film senza titolo di Brad Pitt sulla Formula Uno e sulla sua uscita in IMAX. Gli appassionati di corse e di drammi ad alta velocità non vorranno perdersi questo esilarante evento cinematografico.

Forma e contenuto: Michael Winterbottom

Analisi approfondita, impegno, temi mai scontati e uno stile registico che punta alla semplicità e all’immediatezza. Queste le qualità che lo hanno reso un regista apprezzato in tutto il mondo, spesso presente in festival internazionali, senza però perdere quello zoccolo duro di appassionati che ne fanno un regista di culto ancor prima che una star. È l’inglese Michael Winterbottom, nato a Blackburn (Lancashire) il 29 marzo 1961. In vent’anni di attività, prima per la tv e poi per il cinema, ha dimostrato di non aver nulla da invidiare a più blasonati colleghi suoi connazionali: uno per tutti, Ken Loach. Anzi, forse per questioni anagrafiche, Winterbottom allarga il suo campo d’azione e interesse oltre quello dell’analisi socio-politica – di cui pure si occupa- toccando altri temi caldi e nervi scoperti dell’ultima generazione: il disagio esistenziale, l’inaridimento dei rapporti umani, la malattia mentale e fisica, le perversioni, la violenza. Perciò la sua produzione è quanto mai eclettica e sempre interessante, curiosa della realtà e che incuriosisce.

Dopo gli studi di cinema e televisione alla Bristol University e al Polytechnic di Londra, si occupa di montaggio alla Thames Television. Non fa mistero di riconoscersi nel lavoro di grandi maestri del cinema europeo: Godard, Wenders Truffaut e Bergman. È proprio con un documentario su quest’ultimo che esordisce dietro la macchina da presa alla fine degli anni ’80: Ingmar BergmanThe Magic Lantern (1989). Al contempo, firma  alcuni lavori televisivi (Rosie The Great –’89- Forget about me –’90- Under the sun –’92). In questi anni inizia la sua prolifica collaborazione con lo sceneggiatore Frank Cottrell Boyce. Nel 1994 dirige per la BBC la serie Family, prodotta da Andrew Eaton, con cui nello stesso anno fonda la sua casa di produzione: la Revolution Films. Tutto è pronto per l’esordio sul grande schermo, che avviene con Butterfly Kiss. Ci sono tutte le caratteristiche del cinema del regista inglese in questo drammatico racconto del rapporto intenso, ma distruttivo, tra due donne: una forte, decisa, violenta (Eunice/Amanda Plummer), l’altra remissiva (Miriam/Saskia Reeves), accomunate da un disagio che è insieme esistenziale, mentale e fisico. Un viaggio nel nord dell’Inghilterra a caccia di vittime da uccidere. E anche tra le due protagoniste, un rapporto “carnefice-vittima” o se si preferisce, sadomasochistico, in cui Miriam alternativamente subisce la furia cieca di Eunice e ne diventa complice, nell’illusione che quella possa essere per entrambe la via d’uscita da un’esistenza mortificante e senza alcuno sbocco. C’è lo squallore dei sobborghi industriali inglesi, perfetta cornice del dramma, ma c’è anche la natura, l’acqua che accompagna l’ultimo gesto violento, l’unico possibile, che riporta pace ed equilibrio in una sequenza finale in bianco e nero. C’è la musica (Cramberries, Bjork, New Order), che si fonde con l’immagine e l’azione, adattissima, come sempre quando a sceglierla è qualcuno che ama questo mezzo espressivo, forse al pari della macchina da presa. Il film non ottiene un grandissimo successo, ma colpisce i giovani, che ne fanno una pellicola di culto, e mette senz’altro in luce il talento di Winterbottom: la forza e al contempo la delicatezza con cui riesce a trattare temi complessi e inusuali e a muoversi su terreni impervi.

Forma e contenuto: Michael Winterbottom

Nel ’96 torna alla tv, dirigendo ancora per la BBC uno straordinario Robert Carlyle in Go now. Anche qui si pone al centro l’individuo e si affrontano temi spinosi e delicati: Carlyle interpreta infatti un operaio inglese che si scopre affetto da sclerosi multipla. L’irrompere di questo dramma sconvolge la normalissima vita di Nick/Carlyle, i suoi rapporti umani, ma lui, con straordinaria forza e grazie anche all’aiuto di chi caparbiamente gli resta vicino, riesce a non darsi per vinto, e a compiere il duro percorso verso l’accettazione della malattia e il raggiungimento di un nuovo equilibrio. Tuttavia, non è un film “patetico”, giocato sulla compassione e sulla commozione, è anzi fiero e battagliero, come il suo protagonista. Inoltre, il film è stato scritto da chi ha vissuto in prima persona l‘esperienza (Paul Henry Powell, assieme a Jimmy McGovern). Si manifesta dunque qui la passione documentale di Winterbottom e la sua determinazione a non cadere in facili stereotipi.

Il regista si dedicherà ancora ad indagare la sfera dei rapporti umani, all’interno della coppia e nel nucleo familiare in special modo, in alcune pellicole successive: I want you  (1998) e With or without you: il primo su un rapporto d’amore ossessivo, il secondo riguardante un triangolo amoroso (1999); Wonderland (1999), quadro di famiglia moderna dai rapporti inariditi, in cui i problemi si moltiplicano, perché le tre figlie (Molly/Molly Parker, Nadia/Gina McKee, Debbie/Shirley Anderson) sono a loro volta alle prese con la difficile gestione delle loro vite di relazione e con la genitorialità; 9 songs (2004), storia di sesso senza amore tra due giovani, scandita dalla musica e dalla frequentazione di concerti, da cui il titolo. Tenta la riflessione su una sessualità che allontana anziché avvicinare, accomunando la sensazione che ne deriva alla solitudine che prova il protagonista, anni dopo, in una spedizione scientifica tra i ghiacci.

A dimostrazione del suo eclettismo, delle tante passioni che lo portano in territori sempre diversi – qui di certo gioca l’amore per la letteratura inglese, studiata a Oxford- nel ’96 inaugura anche un altro filone del suo cinema: quello delle trasposizioni su grande schermo di opere letterarie. È infatti alle prese con Giuda l’oscuro di Thomas Hardy, che diventa Jude. Proseguirà su questa direttrice nel 2000 con Le bianche tracce della vita (The claim), ancora tratto da Hardy, e poi forse con la sua scommessa più azzardata in campo di trasposizioni letterarie: Tristram Sandy – A cock and bull story (2005), tratto dal romanzo di Laurence Sterne, già di per sé al di fuori di ogni regola narrativa, trasgressivo e rivoluzionario all’epoca – siamo nel ‘700. Insomma, le caratteristiche adatte per interessare il fondatore della Revolution Films.

Nel 1997 intraprende un altro cammino, quello più spiccatamente impegnato e politico del suo cinema. Con Benvenuti a Sarajevo affronta infatti per la prima volta il tema della guerra – qui quella in ex Jugoslavia – e degli effetti devastanti di questa sulla vita di chi abita i territori del conflitto. Anche qui c’è una fonte documentale da cui è tratto lo spunto della storia: il racconto da parte del giornalista britannico Michael Henderson della sua esperienza a Sarajevo e del tentativo di portare l’attenzione del mondo sulla condizione di un gruppo di bambini in un orfanotrofio, lasciati sotto i bombardamenti nell’indifferenza generale. È dunque la storia di una presa di coscienza da parte del giornalista, che agisce oltre i limiti del suo mestiere, ma si spende in prima persona per salvare delle vite. Ed è insieme una critica a tutte le forze impegnate nel conflitto, che non si curano dei possibili “danni collaterali”. Ma è anche una denuncia forte contro chi vi assiste senza far nulla: la comunità internazionale, i mezzi di comunicazione e pure i comuni cittadini di tutto il mondo, che assistono alla spettacolarizzazione del tutto, senza più neppure un barlume d’indignazione. È proprio una reazione emotiva forte da parte di chi guarda, quella che Winterbottom cerca, invece, chiamando tutti alle proprie responsabilità. Tuttavia, la pellicola è forse troppo scopertamente a tesi e non riesce a sfuggire a una certa quota di retorica. Ciò che invece non accade in Cose di questo mondo  (2002). Nel frattempo c’è stato l’11 settembre, la guerra in Afghanistan e quella in Iraq sono in corso e il tema della popolazione in fuga dal conflitto è attualissimo. In questa pellicola – ancora una volta e assai più delle precedenti, dal piglio documentaristico – girata in digitale nei luoghi raccontati, assistiamo alle peregrinazioni di due giovani (Enayat e Jamal) da Peshawar  verso l’Inghilterra, in un viaggio a tappe dove rischiano la vita e sopravvivono con mezzi di fortuna, passando per il Kurdistan, poi Istanbul e finalmente l’Europa: prima l’Italia, poi Parigi e infine Londra. L’approccio documentaristico quasi fa dimenticare che si tratta di un film ed è efficacissimo nel mostrare tutto il necessario senza cedere a sentimentalismi e retorica. Il regista lascia parlare l’azione e il risultato è di grande forza. Il film, selezionato per vari festival internazionali, come spesso accade a Winterbottom, gli vale l’Orso d’Oro al Festival di Berlino e il Premio come Miglior Film non in inglese ai BFTA. Non contento, il regista inglese continuerà ad esplorare l’universo dell’umanità in guerra e delle atrocità cui gli uomini si trovano sottoposti in queste circostanze in altre due pellicole, sempre attualissime. The road to Guantanamo (2006), premiato ancora a Berlino con l’Orso d’Argento, tocca un nervo tuttora scoperto riguardo gli USA e la loro gestione dei prigionieri di guerra. È la storia di quattro ragazzi pakistani che nel 2001 tornano nel loro paese d’origine perché uno di loro sta per sposarsi. Decidono poi di andare a portare aiuto in Afghanistan alla popolazione vittima dei bombardamenti e lì, in tre vengono arrestati con l’accusa di terrorismo e portati a Guantanamo, dove subiscono torture. Saranno liberati e completamente scagionati due anni dopo. Anche in questo caso Winterbottom fonde documentario e film: ci sono le testimonianze dei ragazzi coinvolti e la ricostruzione della vicenda da parte del regista. E se la parte iniziale, che riguarda il viaggio e le vicende precedenti all’arresto rimanda al precedente Cose di questo mondo, il racconto della detenzione a Guantanamo non potrebbe essere più efficace e costringe ad una riflessione sul significato delle parole “democrazia” e “civiltà”. Ultima pellicola firmata dal regista inglese sui temi guerra/terrorismo è A mighty heart – Un cuore grande (2007), dove sceglie Angelina Jolie come protagonista per interpretare il ruolo di Mariane, moglie del giornalista Daniel Pearl, inviato dal Pakistan del Wall Street Journal, rapito e ucciso dai terroristi. Il film è tratto dal libro di Mariane che ricostruisce la vicenda. Ancora una volta lo stile è documentaristico, la direzione mira a restituire l’atmosfera concitata creatasi intorno alla donna nei frenetici giorni che seguono il sequestro. Il fulcro della vicenda qui è proprio Mariane/Jolie. In secondo piano, stavolta, le riflessioni di carattere generale sul contesto socio-politico. Riflessioni socio-politiche che invece non possono mancare, assieme a quelle economiche, nel più recente documentario sul sistema capitalistico e  le sue storture The shock doctrine (2009), in cui Michael Winterbottom, che dirige insieme a Mat Whitecross, si avvale della collaborazione di Naomi Klein.

Abbiamo però parlato dell’eclettismo del regista di Blackburn. Ebbene, nella sua carriera non si è fatto mancare un’incursione nella fantascienza con Codice 46 (2003), in cui ha diretto Tim Robbins e Samantha Morton. Così come, da appassionato di musica quale è, nonché conoscitore dell’Inghilterra, non poteva farsi sfuggire l’occasione di realizzare un film sulla scena punk e post-punk di Manchester e più esattamente sull’etichetta discografica che ha tenuto a battesimo molti dei suoi protagonisti: Joy Division, New Order, Happy Mondays tra gli altri, e ha gestito il locale simbolo dell’epoca, che ha ospitato negli anni anche Chemical Brothers e Moby. Si tratta della Factory Records e del suo fondatore Tony Wilson (Steve Coogan). Il film è 24 Hour Party People (2002) e ricostruisce le gesta del vulcanico produttore, oltre ai suoi rapporti con i gruppi in questione, cercando al tempo stesso di rendere l’atmosfera della Manchester degli anni ’80 e ’90, altrimenti eloquentemente detta “Madchester”.

E sempre da amante della musica, nonché amico dei Coldplay, Michael Winterbottom ha diretto anche il loro primo video: quello del brano Bigger Stronger, in cui ritroviamo la sua passione per l’elemento acquatico.

Per tornare alle produzioni più recenti, infine, due anni fa il regista ha scelto Colin Firth per il suo Genova, pellicola di ambientazione italiana ancora sul tema dei legami affettivi e familiari, messi alla prova da eventi estremi. Infine, e siamo a quest’anno, l’ultima sfida: ha diretto Casey Affleck nel thriller The killer inside me, in cui l’attore interpreta Lou Ford, vicesceriffo psicopatico nel profondo sud degli Stati Uniti, negli anni ’50.

Forever Young: recensione del film di Fausto Brizzi

Forever Young: recensione del film di Fausto Brizzi

La sindrome di Peter Pan che da sempre sembra preoccupare Fausto Brizzi, ritorna prepotentemente in questa sua ultima opera, Forever Young, scritta dal regista e dal suo ormai abituale sceneggiatore Marco Martani. Come d’abitudine, la pellicola è una commedia corale nella quale si intrecciano diverse storie parallele, molte delle quali forse pleonastiche e poco incisive (si veda la vicenda di TeocoliFresi, che manca di mordente e originalità).

Ma il fulcro principale si può individuare nelle vicende di Giorgio (Fabrizio Bentivoglio), neo cinquantenne che, non badando troppo agli anni che porta, tira tardi in discoteca e si diletta, poi lamentandosene, in prestazioni amorose con la fidanzata ventenne. Attorno a lui si svolgono le vicende dei personaggi di Lillo (all’anagrafe Pasquale Petrolo), di Sabrina Ferilli e di Luisa Ranieri, tutti impegnati nel dimostrare ostinatamente la propria (ormai passata) giovinezza.

Forever Young, il film

Il mondo piccolo borghese di Brizzi pare costituito esclusivamente di problemi di cuor “leggero”, dove l’ipocrisia dilagante delle persone è sottolineata dall’uso di termini perbenisti (“Non siamo vecchi, siamo maturi!” – esclama Bentivoglio ad inizio film). Ciò che più irrita è la stereotipizzazione dell’essere umano, dove i “vecchi” amano i film di Woody Allen mentre una gioventù odiosa e poco realistica è rappresentata da una massa di inetti che non conosce l’esistenza della pasta fatta in casa o di classici musicali senza tempo.

Eppure nel complesso la commedia di Brizzi risulta un godibile divertissement, dove anche allo spettatore più restio viene strappata una risata in virtù di quell’inclinazione al luogo comune tipica della cultura italiana, aiutata per altro da una colonna sonora scontata ma che colpisce nel segno (da Bonnie Tyler ai Supergrass, dai The Buggles fino ad arrivare alla Forever Young degli Alphaville che dà il titolo al film e qui rivisitata da Nina Zilli).

E se tra un cliché e l’altro si inserisce anche la piacevole visione di una Roma da cartolina, la pellicola fa centro anche grazie ad una messa in scena azzeccata e alla buona resa recitativa degli attori sui quali spiccano gli spassosi camei di Nino Frassica e Riccardo Rossi.

Forever Young: le clip del film con Sabrina Ferilli

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Forever Young: le clip del film con Sabrina Ferilli

Guarda le clip di FOREVER YOUNG, la nuova commedia di Fausto Brizzi con (in ordine alfabetico) Fabrizio Bentivoglio, Sabrina Ferilli, Stefano Fresi, Lorenza Indovina, Lillo, Luisa Ranieri, Teo Teocoli e Claudia Zanella.

Il film sarà al cinema da domani 10 marzo distribuito da Medusa.

Sinossi

Oggi nessuno insegue più un sogno, un ideale o banalmente il denaro, tutti sono alla ricerca della giovinezza perduta. Se sei giovane sei “in”, se sei vecchio sei “out”. Questa è la storia di un gruppo di amici “Forever Young”, ambientata nell’Italia di oggi. L’avvocato FRANCO (Teo Teocoli) è un adrenalinico settantenne, appassionato praticante di sport e di maratona in particolare. La sua vita cambia quando scopre che sta per diventare nonno grazie a sua figlia MARTA (Claudia Zanella) e a suo genero LORENZO (Stefano Fresi) e che il suo fisico non è poi così indistruttibile. ANGELA (Sabrina Ferilli), un’estetista di 49 anni, ha una storia d’amore con LUCA (Emanuel Caserio), 20 anni, osteggiata dalla madre di lui, SONIA (Luisa Ranieri), sua amica. DIEGO (Lillo), DJ radiofonico di mezz’età, deve fare i conti con gli anni che passano e con un nuovo, giovanissimo e agguerrito, rivale (Francesco Sole). GIORGIO (Fabrizio Bentivoglio) ha 50 anni e una giovanissima compagna (Pilar Fogliati), ma la tradisce con una coetanea di 50 (Lorenza Indovina). Chi sceglierà quando si troverà messo alle strette?

 

Forever Young: la conferenza stampa del film di Valeria Bruni Tedeschi

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Oggi a Roma è stato presentato il settimo lungometraggio di Valeria Bruni Tedeschi dal titolo Forever Young. Il film riporta lo spettatore indietro nel tempo fino al 1986 quando Patrice Chéreau e Pierre Romans creano la scuola Les Amandiers. Il lavoro fatto dalla regista e dal team di co-sceneggiatrici composto da Noémie Lvovsky e Agnès De Sacy è quello di aver preso i loro ricordi e metterli nero su bianco attraverso la macchina da presa. Lungo la chiacchierata con la stampa, oggi in conferenza stampa la regista e il coproduttore, Angelo Barbagallo hanno spiegato il processo creativo che ha portato alla realizzazione del film.

Forever Young, la trama

Francia, 1986. Stella, Adèle, Victor e Frank sono nel pieno della propria esplosiva giovinezza. Entrati nella prestigiosa scuola teatrale Les Amandiers creata da Patrice Chéreau e Pierre Romans sentono di avere il mondo nelle mani. Lanciati a piena velocità nelle proprie passioni, vivranno insieme l’entusiasmo, le paure, gli amori, ma anche le loro prime grandi tragedie.

Questa breve trama che fa da base per il lavoro fatto in Forever Young racconta invece molto di più: “Io e le mie co-sceneggiatrici abbiamo lavorato in modo schematico. Abbiamo preso del materiale autobiografico, e ci siamo divertite a cambiarlo con la nostra immaginazione. Lo abbiamo adattato costruendoci attorno le nostre idee creative. Prendiamo il caos della realtà e ne facciamo una finzione”, dichiara Valeria Bruni Tedeschi. La sua pellicola è stata presentata a Cannes e in Francia ha già avuto il suo debutto avvicinando anche i commenti positivi del pubblico. In Italia, invece, il film uscirà il 1° dicembre per Lucky Red, in 120 sale.

In Forever Young in particolare vediamo questa messa in scena di due figure contrapposte: da una parte gli allievi e dall’altra i registi, che hanno ispirato proprio il film: “Les Amandiers non era una scuola convenzionale. ne ho voluto fare un film perché volevo raccontare questa strana scuola, questa esperienza che questi registi hanno fatto insieme a noi allievi. Les Amandiers non era una scuola teatrale convenzionale come il conservatorio, per esempio, era una scuola dove ci hanno il gusto di cancellare la frontiera tra la vita e la scena. Di poter dare sulla scena e ai nostri personaggi le nostre verità, di non recitare ma di essere. Questa frontiera cancellata però metteva noi studenti un po’ in pericolo”.

Forever Young (Les Amandiers)

Fred Buscaglione, Bertolucci e tanti altri riferimenti

Ho un particolare attaccamento a Fred Buscoglione. Avevo già preso un’altra sua canzone per un altro film. Ho avuto l’intuizione di mettere la canzone Guarda che luna su una scena molto particolare perché avevamo voglia con la montatrice di dare un contrasto tra il dramma e questa canzone che ha tinte allegre”, afferma la regista. “Il contrasto fa parte della vita e io vedo la vita così e la racconto così. Poi questa canzone ci è ritornata in mente nella scena finale e quasi alla fine del mix Sandy Notarianni ha avuto l’idea di farla cantare al personaggio di Etienne [interpretato da Sofianne Bennacer] come se fosse un modo supplementare di convocarlo”.

Chereau, interpretato da Louis Garrel, è stato il mentore di Valeria Bruni Tedeschi, l’ha lanciata al teatro ed è stato un maestro: “È stato un mio amico, Thierry De Peretti, a darmi l’idea per il film. Dare a qualcuno un’idea è un bel regalo. Poi io e le mie colleghe abbiamo iniziato a lavorare alla sceneggiatura, non senza difficoltà. In particolare, dovevamo scegliere che cosa raccontare di questa scuola – che nella realtà dura due anni, molto di più rispetto alla rappresentazione nel film. In quegli anni abbiamo lavorato tantissimo ma nel film volevamo raccontare la stranezza di questa scuola ma semplificarla per portarla allo spettatore“.

Ha continuato dicendo: “Un altro problema era proprio il personaggio di Chereau perché io ero intimidita e rispettosa nel portarlo in scena. Abbiamo proprio preso alcune sue frasi nei dialoghi per essere fedeli il più possibile. Lui era un genio e quello che mi ha aiutato a mettere tutto in disordine è stato il pensiero che lui leggesse le sceneggiature. In questo disordine Louis Garrel è stato un interprete fantastico: “Quando è arrivato nel film mi ha detto che era scritto male e gli ho chiesto di improvvisare. Ha portato nel film il suo Chereau perché sapevo che era dentro di lui, un personaggio con cui sognava di lavorare”.

In Forever Young c’è un riferimento a Bernardo Bertolucci:Io ho fatto un cortometraggio con Bernardo Bertolucci in passato. Di questo cortometraggio mi resta l’incontro con lui. È una persona che è stata decisiva nel mio lavoro e nella mia vita. Sono stata felice di riportarlo in scena a modo mio. il film ha la sua valenza proprio il fatto che mette in scena queste personalità così forti, che ormai non ci sono più”.

Valeria Bruni Tedeschi: “Preferisco fare la regista che l’attrice”

Il settimo film come regista non è davvero una cosa da poco per Valeria Bruni Tedeschi che durante la conferenza stampa di Forever Young ammette cosa sceglierebbe se potesse: “Il mio lavoro da attrice è molto più spensierato. quasi una vacanza. Oggi sto facendo un film con Valeria Golino in Sicilia e il mio personaggio è un po’ particolare. Sono felicissima sul set, non mi sentivo così felice da tanto ma il mio personaggio è duro e doloroso. Invece, fare un film è una responsabilità più grande. Se dovessi scegliere, preferirei osservare gli altri, fare la regista. Questo perché quando faccio i film lo uso come un pretesto per stare insieme alle persone che amo”.

Nel suo modo di fare la regista il suo obiettivo è la costante ricerca della verità: “Un personaggio che ha ispirato il mio film è la mia coach che ha scritto un libro che si intitola The Truth, La verità. Questo è quello che io ho sempre chiesto ai miei attori dei miei film. Io avevo voglia di filmare loro e non volevo filmare delle imitazioni dei miei ricordi o me stessa. Volevo filmare i miei attori in questo ambiente della scuola negli anni 80 e volevo guardare le loro anime”.

Forever Young – Les Amandiers, la recensione del film di Valeria Bruni Tedeschi

Valeria Bruni Tedeschi, la celebre attrice italo-francese torna a dirigere un film, tra l’altro, da lei stessa sceneggiato (con Noémie Lvovsky e Agnès de Sacy): Forever Young (Les Amandiers). Dopo I villeggianti (2018), questa volta vediamo Bruni Tedeschi solo alla camera di regia. Paradossalmente, in un film estremamente autobiografico, sceglie di non comparire sulla scena: attraverso una giovane e abilissima protagonista, Valeria Bruni Tedeschi realizza un’opera evocativa e nostalgica che affronta la giovinezza con estrema intensità emotiva.

La trama di Forever Young

forever young les amandiers

Stella (Nadia Tereszkiewicz) è una ragazza benestante che sogna di fare l’attrice. Insieme ad altri dodici giovani, viene presa nella celebre scuola di recitazione teatrale diretta da Patrice Chéreau (Louis Garrel), l’École des Amandiers a Nanterre. All’interno degli spazi teatrali, le gioie e i tormenti degli aspiranti attori si liberano e si mescolano alle ambizioni. Amori, passioni carnali e droghe sono insiti negli spiriti di questi giovani artisti: se da un lato sono aspetti essenziali per dare profondità alla recitazione, dall’altro causano grandi drammi. Così, dentro e fuori dal teatro, gioia e dramma sono essenziali per vivere (e recitare) appieno. Croce e delizia.

Passioni carnali, passioni artistiche

Forever Young è una storia autobiografica: Valeria Bruni Tedeschi sceglie di raccontare i suoi esordi, quando era allieva del celebre regista Patrice Chéreau. Oltre al tema della recitazione, nel film vengono affrontati quello della droga e dell’AIDS, problematiche intrinseche al mondo dell’arte e alla gioventù.

C’è chi si droga per avvicinarsi all’arte, chi si buca per evadere dalla realtà, chi fa sesso spensieratamente e chi ha il vizio di tradire. In Forever Young anche i temi più impegnativi sono approcciati attraverso quel mix di drammaticità e spensieratezza tipici della giovinezza. All’interno del gruppo di ragazzi, la promiscuità regna sovrana e i problemi di uno diventano quelli di tutti, non solo in senso spirituale e metaforico. La condivisione delle passioni e delle difficoltà è un aspetto enfatizzato nel film e dona profondità sia ai momenti allegri che a quelli drammatici. Il gruppo è una necessità in Forever Young, una dipendenza e un’ancora di salvezza allo stesso tempo.

Un cast giovanissimo

Forever Young (Les Amandiers)

Forever Young. Giovani per sempre. Così ci si sente a vent’anni e così si sente la regista facendo rivivere la sua gioventù sul grande schermo. Probabilmente, anche il freschissimo cast scelto da Bruni Tedeschi condivide questo sentimento: al di là del grande Louis Garrel (che ha da poco recitato nei panni di Godard), il resto degli interpreti di Forever Young sono ventenni pressoché sconosciuti a livello internazionale. Nonostante ciò, tutti recitano perfettamente la propria parte. Un film così meta-narrativo ha bisogno di attori in grado di percepire l’emotività dei personaggi. Nadia Tereszkiewicz, la protagonista, ha relativamente poche battute perché Stella comunica sé stessa attraverso il volto ed il corpo. Estremamente comunicativi sono anche i grandi occhi di Sofiane Bennacer nei panni di Étienne o i capelli rosso fuoco e il sorriso di Clara Bretheau.

I personaggi di Forever Young sono belli e dannati, il prototipo degli artisti, ma non solo: esprimono esattamente come ci si sente a vent’anni, quando si è allo stesso tempo egocentrici (si pensa alla carriera) e pronti a darsi totalmente a quell’altro significativo.

Densità e stratificazione

Forever Young è un film denso e intenso: autobiografico, meta-narrativo, teatrale, drammatico. Lo spettatore segue il lavoro che gli artisti fanno su sé stessi e può condividere i loro sentimenti. La profondità narrativa è espressa molto bene sia dalla colonna sonora che dalle immagini. Le scelte musicali di François Waledisch sono tutte significative. In particolare, Guarda che luna di Fred Buscaglione riecheggia come canzone di scena e come musica extra-dietetica.

Le inquadrature strette, intime, insieme alla grana della pellicola delle immagini danno l’idea di un’opera realizzata per essere condivisa tra amici. L’aspetto vintage, gli anni Ottanta fatti di auto a scatolette colorate e di cappotti ampi, possono solo accompagnare. Forever Young è come un filmino realizzato dietro le quinte, è onesto e sporco, impreciso e quindi perfettamente vero e vivo.

Forever Young (Les Amandiers): trailer del nuovo film di Valeria Bruni Tedeschi

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Lucky Red ha diffuso il trailer di Forever Young (Les Amandiers), il nuovo film di Valeria Bruni Tedeschi, che dopo essere stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes, uscirà in sala il 1 dicembre in Italia. Protagonisti Nadia Tereszkiewicz, Sofiane Bennacer, Louis Garrel, Micha Lescot, Clara Bretheau, Noham Edje, Vassili Schneider, Eva Danino, Liv Henneguier, Baptiste Carrion-Weiss, Léna Garrel, Sarah Henochsberg, Oscar Lesage, Alexia Chardard, Suzanne Lindon, Franck Demules, Isabelle Renauld, Sandra Nkake, Bernard Nissille.

prodotto da ALEXANDRA HENOCHSBERG e PATRICK SOBELMANcoprodotto da ANGELO BARBAGALLO una co-produzione AD VITAM PRODUTION, AGAT FILMS, ARTE FRANCE CINÉMA e BIBI FILM con LUCKY RED, RAI CINEMA, CANAL+, CINÉ+ e ARTE FRANCE distribuito da LUCKY RED

Francia, 1986. Stella, Adèle, Victor e Frank sono nel pieno della propria esplosiva giovinezza. Entrati nella prestigiosa scuola teatrale Les Amandiers creata da Patrice Chéreau e Pierre Romans sentono di avere il mondo nelle mani. Lanciati a piena velocità nelle proprie passioni, vivranno insieme l’entusiasmo, le paure, gli amori, ma anche le loro prime grandi tragedie.

Forever Love trailer del film con Mila Kunis e James Franco

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Forever Love trailer del film con Mila Kunis e James Franco

Ecco il trailer di Forever Love con James Franco, Mila Kunis, Jessica Chastain e Zack Braff.

Forever LoveIl film, presentato nella seziona CinemaXXI al Festival Internazionale del Film di Roma del 2012 con il titolo di Tar, è un film del 2012 scritto e diretto da registi vari, con protagonista James Franco, nelle vesti di Charles Kenneth Williams, vincitore di numerosi premi letterari, tra cui il National Book Award per la poesia nel 1999 ed il Premio Pulitzer per la poesia nel 2000. Il primo trailer viene diffuso online l’11 novembre 2013.

Il film viene presentato in anteprima mondiale il 16 novembre 2012 alla 7ª edizione del Festival internazionale del film di Roma, dove partecipa in concorso nella sezione CinemaXXI. Successivamente viene presentato al South by Southwest nel marzo 2013.

L’anteprima statunitense avviene il 7 agosto 2013 a New York, mentre nel resto delle sale cinematografiche statunitensi viene distribuito a partire dal 1º dicembre dello scorso anno. Il trailer internazionale che vi abbiamo mostrato è stato diffuso in occasione dell’uscita del film nel Regno Unito.

Forever 1×11: anticipazioni e promo

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Si intitolerà Skinny Dipper, Forever 1×11, l’undicesimo episodio della prima stagione di Forever lo show di successo trasmesso dal network americano della ABC.

 

Forever-1x11-In Forever 1×11 Quando un tassista viene ucciso da un’antica spada ed è solo l’inizio di una complicata rete di telefonate anonime legate a Henry e alla sua influenza. Ma cosa sta cercando Adam? Dopo l’uccisione della seconda vittima, Adam tenta di incastrare Henry accusandolo di aver commesso l’altro crimine. Può Henry fidarsi di Jo e raccontarle la verità? O è tempo per Henry e Abe di lasciare la città? Proprio quando sono pronti a scappare, Henry cerca la vendetta esatta su Adam che finisce con una rivelazione choc sulla vera identità del secondo stalker di Henry.

Forever 1×07: anticipazioni e promo

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Si intitola New York Kids, Forever 1×07, settimo episodio della prima stagione di Forever, la nuova serie televisiva con protagonista l’attore Ioan Gruffudd.

Forever 1×07In Forever 1×07  Il dottor Tyler Forester, fondatore di una clinica medica gratuita e figlio di un milionario di Wall Street, viene premiato con i più alti onori cittadini per i suoi sforzi umanitari. Qualche ora dopo, viene trovato morto nel suo piccolo appartamento. Henry e Joscoprono che lo stile di vita di Tyler e dei suoi compagni di classe della Hamilton School hanno avuto una svolta negativa qualche notte fa anni fa. Adesso, l’incubo che pensavano di aver seppellito anni fa, è tornato a tormentarli. Nel frattempo, Henry ricorda di un dilemma di qualche anno fa, essere forzato a decidere fra salvare la vita di un uomo e proteggere il suo segreto.  Cosa farà? Anche Abe gli svela un segreto.

Forever 1×05: anticipazioni e promo

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Si intitola The Pugilist BreakForever 1×05, il quinto episodio della prima stagione di Forever.

In Forever 1×05 Quella che sembra come una morte per orverdosi di un ex tossicodipendente diventato un attivista porta Henry e Jo sono alla ricerca dell’omicida. L’indagine complessa include affari loschi fra uno sviluppatore di e un organizzatore di comunità con milioni di dollari in palio. Henry viaggia nella New York di fine ‘800, quando lavorava com medico per aiutare i poveri, incluso un bambino che gli regala un dono. Nel frattempo, Abe cucina un pranzo domenicale per Henry, Jo e lui stesso. Quando Jo tenta di capire come i due uomini si conoscono, Henry riesce a nascondere la verità.

Forever 1×04: anticipazioni e promo

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Si intitola The Art of Murder, Forever 1×04, il  quarto episodio della prima stagione di Forever, la serie Televisiva trasmessa dal network americano della ABC e con Ioan Gruffud.


In Forever 1×04, La morte di Gloria Carlyle, l’elegante, spietata matriarca di una delle più ricche e vecchie famiglie di New York porta molta sofferenza nella famiglia. Gloria è stata trovata morta aun gala dedicato alla sua attività filantropica. Henry esamina una serie di sospetti e motivi, ma viene allontanato dal caso quando la famiglia richiede risposte immediate.

Abe assiste Henry e Jo mentre entrano in una vendita di beni immobiliari della famiglia per raccogliere indizi tramite le sue vecchie connessioni. Nel frattempo, Henry è tormentato da alcuni ricordi che questo museo nasconde e che sono legati alla donna della sua vita, Abigail, e la sua storia con Gloria. Tutto lo spinge ad agire, cosa fareste voi per amore

Forever 1×03: anticipazioni e promo

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Si intitolerà Fountain of YouthForever 1×03, la terza puntata della serie televisiva con protagonista l’attore Ioan Gruffid e trasmessa sul network americano della ABC.

In Forever 1×03,  Henry è interessato al processo di invecchiamento e a modi di morire, l’affascinante ospite ha trovato un modo per tornare indietro con il tempo. In una clinica, viene venduto un prodotto che dovrebbe dare l’eterna giovinezza. Henry e Jo devono fare, invece, i conti con il numero dei decessi a causa della pozione che serve per ringiovanire; l’unguento trasforma i loro cervelli in “formaggio”. Henry va a trovare un amico a cui avevano diagnosticato una la tubercolosi nel 1906. Abe, che vuole restare giovane per sempre, vorrebbe ritrovare Athena.

Forever 1×02: anticipazioni della serie con Ioan Gruffud

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Forever 1×02Si intitolerà Look Before You LeapForever 1×02, il  secondo episodio della prima stagione di Forever, la nuova serie TV di ABC con Ioan Gruffud.

In Forever 1×02,  Dopo che Henry (Ioan Gruffud) segue un caso di un ragazzo che ha tentato di lanciarsi da un ponte che viene etichettato come omicidio, lui e Jo vanno a investigare sul campo. Nel frattempo, l’anonimo visitatore torna. All’apparenza sta cercando Henry da anni. Una lettera scritta su vecchia carta da lettere che potrebbe portare a Henry un indizio sul visitatore. Henry chiede l’aiuto di Abe (Judd Hirsch) per cercare una vecchia nota in un locale straniero. Alcuni flashback svelano la storia d’amore fra Henry e la sua prossima moglie Abigail.

Forever 1×01: anticipazioni e promo della nuova serie con Ioan Gruffud

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Debutta oggi la nuova serie Forever 1×01, con il primo episodio che andrà in onda sul network americano ABC e che vede protagonista l’attore  Ioan Gruffud.

Forever 1×01In  Forever 1×01, il dottor Henry Morgan (Gruffud) ha un’interessante e avventurosa lunga vita… insieme a delle ottime capacità di osservazioni e intelligenza. Quando Henry e il detective Jo Martinez (Alana De La Garza) indagano sulla collisione in una stazione della metropolitana, Jo è piacevoltmente colpita e incuriosita dalla sua figura. Henry scopre che qualcun altro conosce il suo segreto: potrebbe non essere l’unico immortale a NY. Chi è questa persona? E cosa vuole da lui?
L’unica persona che gli può infondere un po’ di speranza è Abe (Judd Hirsch), il suo migliore amico. Il destino li ha fatti incontrare e i due condividono un legame anticonvenzionale. Questa è solo una parte del mistero che si aleggia su Henry, l’uomo tenta anche di scoprire le ragioni della sua fuga.

Forever 1×22: promo del finale “The Last Death of Henry Morgan”

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Il network americano della ABC ha diffuso il promo ufficiale di Forever 1×22, il ventiduesimo e ultimo episodio che si intitolerà “The Last Death of Henry Morgan”:

Forever è una serie televisiva statunitense trasmessa dal 22 settembre 2014 dal network ABC. Il 7 novembre 2014 è stata confermata dal network ABC una prima stagione completa di 22 episodi.

Il dottor Henry Morgan è un brillante medico legale di New York, dalle straordinarie capacità deduttive e larghe conoscenze acquisite durante la sua lunga vita; ha oltre duecento anni ed è immortale. Ogni qual volta muore, infatti, il suo corpo scompare per riemergere in non lontane acque naturali. Non immune alle sofferenze fisiche, considera la sua caratteristica un’afflizione, avendo assistito alla morte di tutte le persone a lui care, e porta avanti da anni ricerche sulla morte sperando un giorno di ottenerla. Pensa di essere l’unico in tale condizione fino a quando non viene contattato da una persona che afferma di essere anch’egli immortale. Una detective del dipartimento per il quale lavora, Jo Martinez, impressionata dalle sue capacità, decide di farne un assistente per le sue indagini.

Forever 1×09: anticipazioni e promo

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Si intitola 6 AM, Forever 1×09, la nona puntata dell’atteso primo ciclo di episodi della nuova serie televisvia trasmessa dal network americano della ABC.

Forever-1x09-2In Forever 1×09 omicidio musicale in una comunità di jazz di Harlem, l’uccisione è probabilmente legata ai diritti di una leggendaria canzone jazz: 6 AM. Chiunque in modo legittimo si avvicini alla hit viene segnato a vita. Dunque, la storia del jazz va protetta quando Henry e Jo indagano sull’omicidio del sassofonista, figlio di Pepper Evans. Allo stesso tempo, memorie dolci amare affiorano alla mente di Henry, Jo e Pepper mentre riflettono sulla relazione padre-figlio. Nel frattempo Henry, grande fan della musica classica, e Abe, fan del jazz, hanno uno scontro all’ultima nota per produrre della nuova musica emozionante.

Forever è una serie televisiva statunitense trasmessa dal 22 settembre 2014 dal network ABC. Il 7 novembre 2014 è stata confermata dal network ABC una prima stagione completa di 22 episodi.

Il dottor Henry Morgan è un brillante medico legale di New York, dalle straordinarie capacità deduttive e larghe conoscenze acquisite durante la sua lunga vita; ha oltre duecento anni ed è immortale. Ogni qual volta muore, infatti, il suo corpo scompare per riemergere in non lontane acque naturali. Non immune alle sofferenze fisiche, considera la sua caratteristica un’afflizione, avendo assistito alla morte di tutte le persone a lui care, e porta avanti da anni ricerche sulla morte sperando un giorno di ottenerla. Pensa di essere l’unico in tale condizione fino a quando non viene contattato da una persona che afferma di essere anch’egli immortale. Una detective del dipartimento per il quale lavora, Jo Martinez, impressionata dalle sue capacità, decide di farne un assistente per le sue indagini.

Forever 1×08: anticipazioni e promo

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Si intitola The Ecstasy of the Agony, Forever 1×08, l’ottava puntata della prima stagione della nuova serie televisiva trasmessa dal network americano della ABC.

Forever-1x08-4In Forever 1×08 Henry e Jo scoprono che c’è una sottile linea fra piacere  e dolore quando la morte di un uomo di affari di e marito foveate porta  a una punizione rituale. Henry scopre che si tratta di una mera questione di fiducia. Un terapista viene messo sotto esame perché papabile sospetto, il terapista voule dare una mano a Henry che lavora a risolvere i suoi problemi. Nei flashback scopriamo che la storia emotiva di Henry è caratterizzata dal tradimento a opera della prima moglie Nora. Abe non sta più nella pelle quando l’oggetto dei suoi desideri, Maureen Delacroix (Jane Sezmour), sua moglie per ben due volte riappare