Ecco la prima immagine ufficiale di
Theory of Everything, film che vedrà
rportare sul grande schermo la giovinezza del celebre scienziato
Stephen Hawking. Nella foto possiamo vedere
Eddie Redmayne nei panni di un giovane Hawking e
Felicity Jones, che interpreta invece la moglie
dello scienziato, Jane Wilde.
Il film si concentra sulla relazione
romantica che Hawking ha intrecciato all’epoca di Cambridge con la
donna che sarebbe poi diventata sua moglie, Jane Wilde. La
relazione con questa brillante donna portò lo scienziato ad
abbracciare notevli sfide personali e scientifiche, e aprì il suo
mondo, così a sua volta lui fu in grado di aprire il mondo intero
ad una nuova visione ed una nuova prospettiva. Il film uscirà il 7
novembre 2014.
Theory of
Everything è diretto dal regista premio Oscar
James Marsh (Man on Wire; Doppio
Gioco) ed è basato sulle memorie di Jane
Wilde“Travelling to Infinity: My Life with
Stephen”; la sceneggiatura è di Anthony
McCarten che si occupa anche della produzione con
Lisa Bruce e i soci della Working Title
Tim Bevan e Eric Fellner.
Peter Schlessel,
CEO della Focus, ha commentato: “Questa straordinaria storia
d’amore tra una delle più grandi menti della storia e sua moglie è
profondamente commovente e d’ispirazione, raccontata con cuore e
humor. Sotto la dinamica regia di James Marsh, Eddie Redmayne e
Felicity Jones ci consegnano due performance di straordinario
impatto emotivo.”
Oltre a Eddie Redmayne e Felicity
Jones nel cast di Theory of
Everything ci sono anche Emily
Watson e David Thewlis.
Nicole
Kidman ha partecipta alla cerimonia di apertura del
2014 Shanghai International Film
Festival.L’attrice premio Oscar ha sfilato sul red
carpet in un abito luccicante, elagendo al suo pubblico sorrisi e
baci. Ecco le foto: [nggallery id=828]L’attrice è presente al
Festival orientale per ricevere un premio onorario da Hugh
Grant e John Woo. Lo Shanghai
International Film Festival è il festival asiatico
più importante del continente e si svolge quest’anno dal 14 al 22
giugno.
Nicole Kidman era fasciata in un bellissimo
abito Dolce & Gabbana, con scarpe Christian Dior e gioielli Omega.
A completare l’abbigliamento, una borsetta Salvatore Ferragamo.
Arriva una versione bootle del
secondo trailer dell’attesissimo film Tartarughe
Ninjaprodotto da Michael Bay e
diretto da Jonathan Liebesman. Il film
arriverà in Italia il 18 Settembre 2014.
Questa la sinossi ufficiale del
film Tartarughe Ninja:
“La città ha bisogno di
eroi. L’oscurità si è stabilita sopra New York da quando Shredder e
il suo clan hanno in pugno tutte le cariche della città, dai
politici alla polizia. Il futuro è triste fino a quando quattro
improbabili fratelli salgono dalle fognature della metropoli e
scoprono il loro destino come tartarughe ninja. Le tartarughe
dovranno lavorare sodo con la reporter April e il suo cameramen
Vern Fenwick per salvare la città e svelare il diaboico pioano di
Shredder.”
Il filmTartarughe
Ninja è diretto da Jonathan
Liebesman e prodotto da Michael
Bay. Vede nel suo castMegan
Fox (April O’Neil), Alan
Ritchson (Raffaello), Noel
Fisher (Michelangelo), Jeremy
Howard (Donatello), Pete
Ploszek (Leonardo), William
Fichtner (Shredder) e Danny
Woodburn (Maestro Splinter). Il film arriverà
nelle sale USA dal 6 giugno del 2014. In Italia il 18 Settembre
2014.
I Quattro dell’Apocalisse è il film
dell’anno 1975 diretto da Lucio Fulci e con Fabio Testi,
Tomas Milian, Lynne Frederick, Harry Baird, Michael J. Pollard.
In questo film, i quattro
protagonisti sono, a tutti gli effetti, dei misfits,
personaggi borderline che vivono ai margini della società:
un baro, una prostituta, un uomo di colore ed un ubriacone. Stubby
(Fabio Testi), un baro esperto e vanesio, arriva nella cittadina di
Salt Flat. Arrestato dall’incorruttibile sceriffo, viene chiuso in
prigione insieme alla prostituta incinta Bunny (Lynne Frederick),
il “sensitivo” nero Bud (Harry Baird) e l’ubriacone Clem (Michael
J. Pollard). La notte stessa una banda di fanatici religiosi, con
la benedizione dello sceriffo intenzionato a ripulire Salt Flat dal
vizio e dalla corruzione, attua un vero e proprio massacro
sistematico. Al mattino, sempre lo sceriffo invita i “quattro
dell’Apocalisse” ad abbandonare la città consegnando loro un
carretto.
I malcapitati si avviano verso gli
impervi ed aspri territori alla ricerca della cittadina più vicina,
e sulla loro strada fanno gli incontri più disparati: prima una
carovana di cristiani che li aiuta offrendo loro del cibo, poi
quello con un misterioso messicano, tale Chaco (Tomas Milian),
derubato dai banditi. In realtà l’uomo è un terribile e sadico
bandito ricercato dalla polizia e, dopo aver stordito i quattro
compagni con del peyote, li deruba ma non prima di aver sparato a
Clem (ribellatosi) e aver stuprato Bunny: è così che Stubby giura
di vendicarsi uccidendo Chaco, ma la strada della vendetta non è
mai stata così lunga e difficile.
I Quattro dell’Apocalisse, il film
Lucio Fulci è stato uno di quei
cineasti italiani in grado di attraversare, indenne, mille vite e
di reinventarsi ogni volta, pur mantenendo inalterato il proprio
stile e il proprio tocco da navigato maestro: da regista di
musicarelli e commedie con Franco e Ciccio, ad autore
impegnato di thriller hitchcockiani con risvolti politici, fino
agli horror con venature marcatamente gore e i western di
frontiera degli anni ’70.
E proprio a metà degli anni ’70
(precisamente nel 1975) gira il western crepuscolare I
Quattro dell’Apocalisse: crepuscolare perché ancora
legato ad un impianto tradizionale che ricalca alla perfezione il
mood degli Spaghetti western italiani più amati,
collocandosi però- allo stesso tempo- nella fase discendente del
genere che muterà, di lì a breve, nel clima più giocoso e sopra le
righe dei suddetti Fagioli Western popolati dai vari
epigoni di Trinità e compagni.
Fulci segue le orme di Sam
Peckinpah e dei suoi western rivoluzionari ed anarchici: addio
antiche faide tipicamente a stelle e strisce tra indiani e cowboy;
basta duelli frontali a mezzogiorno in punto, baciati dal sole a
picco e coperti dalla polvere e dal sudore; basta lotte di
liberazione in favore del popolo messicano e alla loro causa
rivoluzionaria; addio trielli e piani messicani tesi, adesso si dà
voce agli emarginati, alle figure che da sempre popolano il
sottobosco western ma che non hanno mai avuto ruoli alla ribalta.
Il protagonista, Stubby, è l’antieroe guascone e romantico, che da
perfetto baro bugiardo compie, attraverso l’arco narrativo del
film, il suo viaggio interiore fino a trasformarsi in un eroe
atipico, un “cavaliere pallido”, un giustiziere solitario dalla
morale ambigua che prende il sopravvento sull’antagonista effettivo
della pellicola, Chaco, caratterizzato da Milian come una sorta di
rockstar maledetta dotata di un fascino perverso e magnetico tanto
da rubare la scena al personaggio di Stubby/ Testi, almeno finché i
due compaiono insieme.
La sceneggiatura fu scritta da
Ennio De Concini, che si ispirò ad una serie di racconti del 1868
pubblicati da Francis Brett Harte con il titolo di The luck of
roaring camp.
Arrivederci
ragazzi è un film del 1987 diretto da Louis
Malle con protagonisti Gaspard Manesse,
Francine Racette, Philippe Moriere-Genoud.
Arrivederci ragazzi è
tratto dal libro del 1993, primo romanzo scritto da
Louis Malle. Il libro è
ambientato nella Francia occupata dai nazisti, in un paese non
lontano da Parigi, in un collegio retto da padri Carmelitani.
La trama e il riassunto
di Arrivederci ragazzi – Inverno del 1944,
Francia. Salutare l’amatissima madre, Mme Quentin (Francine
Racette), è sempre un grandissimo dolore per il giovane
Julien (Gaspard Manesse), ma il collegio
cattolico, nei pressi di Fontainebleu, lo aspetta.
Tra compagni chiassosi,
dispetti di ogni sorta e zuffe che scoppiano per i più futili
motivi Julien si destreggia comunque bene, è uno degli alunni più
rispettati e popolari di tutto il collegio. La noiosa quotidianità
fatta di lezioni pedanti, refettorio scarso e il solito mercato
nero con il losco aiuto cuoco Joseph (Francois Negret) viene
interrotta quando padre Jean (Philippe
Moriere-Genoud) presenta alla scolaresca tre nuovi e
misteriosi compagni.
Tra loro c’è Jean Bonnet, un
silenzioso e dotatissimo ragazzo molto timido quanto eccelso in
ogni materia. Dopo un’iniziale diffidenza i due ragazzi diverranno
molto amici anche se Julien comincerà a nutrire dubbi sulla vera
identità dell’amico. Tutti i suoi sospetti verranno fugati in un
drammatico quanto triste finale.
Arrivederci ragazzi recensione del
film di Louis Malle
Arrivederci ragazzi. Eu
revoir les enfants è il film con il
quale Louis Malle si aggiudicò il Leone
d’oro alla Mostra
del cinema di Venezia del 1987. Il regista francese,
vecchio esponente della Nouvelle
Vague, per questo film si è occupato di tutto: dalla
regia al soggetto sino alla sceneggiatura.
Un film drammatico che propone il
racconto di quei terribili anni di occupazione nazista a cui la
Francia fu costretta durante la Seconda guerra mondiale. Malle li
racconta attraverso gli occhi e lo sguardo innocente ed
inconsapevole di un ragazzo, il quale solo gradualmente si rende
effettivamente conto della realtà che lo circonda.
Una realtà, quella della guerra e
della presenza dell’occupante tedesco, che in realtà rimane fuori
dalle mura del collegio per buona parte del film, essendo il
collegio stesso, una sorta di isola felice o comunque estranea alle
brutture del di fuori. Ma quella realtà è pronta ad invadere la
tranquillità, apparente, che padre Jean cerca di garantire ai suoi
ragazzi, i quali, loro malgrado, avranno modo di conoscerla ed
affrontarla in un drammatico epilogo.
Arrivederci ragazzi segue un canovaccio
abbastanza lineare e, forse, un po’ povero di acuti e colpi di
scena, strappi narrativi in grado di sollecitare le corde emotive
dello spettatore. Questo è il limite maggiore del film, il quale
solo nel finale trova quell’impennata che sconvolge il corso degli
eventi, ma nonostante questo Arrivederci ragazzi
rimane un film di notevole interesse e spessore.
La guerra, l’antisemitismo, le
persecuzioni e la violenza non sono presentati e mostrati in modo
classico o diretto ma attraverso una lenta e graduale scoperta che
il giovane Julien completa nel corso dei mesi vissuti accanto a
Jean. Questo ragazzo lo attira e lo spaventa, lo irrita ma in fondo
li suscita una stima inconscia ed inspiegabile.
La conoscenza dell’ebreo, del
“juden”, è per Julien qualcosa di sconvolgente perché dietro a quel
mito negativo fomentato e diffuso dalla corrente antisemita
dominante, e che ha influenzato anche la madre, il ragazzo scopre
invece un compagno, un amico normalissimo, anzi speciale, molto più
interessante di tutti gli altri compagni di collegio.
Quindi la presa di coscienza di ciò
che sta accadendo in quella realtà tenutagli debitamente distante,
sarà per lui e per tutti gli altri studenti drammatica e violenta,
quando la Gestapo varcherà le porte di quel luogo ormai profanato
per sempre. Ottimi tutti i giovani attori protagonisti del film, a
partite da Gaspard Manesse, straordinario nei panni di Julien.
Arrivederci ragazzi. Eu
revoir les enfants è un film che merita di essere
visto, perchè parla di amicizia, di lealtà, di valori importanti e
di un passato che è bene tenere sempre ben vivido e presente anche
e soprattutto in questa particolare congiuntura storico-sociale che
stiamo vivendo.
Arriva la versione italiana
dell’ultimo trailer di Transformers 4 l’Era
dell’Estinzione, quarto capitolo del franchise
diretto da Michael Bay e in arrivo al cinema a
partire dal 16 Luglio. Protagonisti Mark
Wahlberg, Jack Reynor,Nicola Peltz, Stanley Tucci e Kelsey
Grammer.
Piccole
anticipazioni sulla trama. Il film comincerà dove è
finito il terzo capitolo, in un mondo in cui,
nonostante la minaccia dei Deception sia stata
debellata, l’umanità ne è uscita distrutta. La pace non durerà poi
così tanto, sarà infatti interrotta dalle ricerche
sulla tecnologia dei robot alieni da parte di alcuni
uomini potenti.
Passato a Venezia quasi un anno fa,
arriva nelle sale La gelosia, l’ultimo lavoro di
Philippe Garrel. Il cineasta francese figlio della
Nouvelle Vague, due volte Leone d’Argento, porta sullo schermo una
storia di famiglia: quella di suo padre – l’attore Maurice
Garrel – della fine dell’amore con sua madre – quando
Philippe è ancora un bambino – e della sua passione, la più grande
della vita, per un’altra donna, che lo lascerà.
La gelosia è una
storia di famiglia in tutti i sensi: Louis Garrel, figlio del regista, al quarto
film col padre, è protagonista nei panni di suo nonno Maurice,
mentre Esther Garrel, sorella di Louis, lo è anche
sullo schermo; sceneggiatura del regista e della sua compagna
Caroline Deruas, con Arlette
Langmann e Marc Cholodenko. La storia è
vista con gli occhi del protagonista maschile, guardato dal regista
con profondo affetto filiale, sottolineando un amore e un
accudimento mai venuti meno. La piccola Charlotte (vivace ed
efficace Olga Milshtein) che, con un cambio di
genere, è Philippe bambino, ricambia l’affetto paterno, affascinata
dalla nuova compagna del padre.
Scenografie essenziali, pochi
personaggi cardine, cinema della quotidianità, con momenti di vera
freschezza e spontaneità, tra cui quelli padre – figlia, o tra i
due fratelli. Il fulcro sono i rapporti genitori-figli e quelli di
coppia. Domina la difficoltà, soprattutto nel rapporto di coppia,
pur nell’amore. Difficoltà a comunicare, specie verbalmente.
Un bianco e nero che riporta
indietro, ma l’ambientazione è contemporanea. Cinema d’immagini:
ciascuna inquadratura è una precisa scelta, con elementi evocativi,
rimandi interni e simmetrie. Ciò che resta, non sono le parole,
dosate, ma gesti, sguardi, volti, silenzi. Su viso e mani si
sofferma in particolare il regista. Fotografia (bellissima, di
Willy Kurant) ed estetica sono estremamente
curate. I gesti del protagonista verso la sua amata – Claudia
(Anna Mouglalis), attrice in cerca d’affermazione
– esprimono sì amore, ma anche volontà di trattenere, di proteggere
ma al tempo stesso non lasciar andare, possessività, incapacità di
staccarsi anche fisicamente da chi si ama.
In Claudia domina
un’insoddisfazione, un desiderio di libertà che la porta ad
allontanarsi. Il film indaga, dunque, le dinamiche relazionali tra
due caratteri introversi, mostra un’emotività spesso trattenuta. Da
qui il rischio che possa apparire freddo, pur con due bravi
protagonisti, a chi è abituato a un cinema in cui tutto è esposto,
a volte anche sovraesposto, sia al livello fisico, che verbale.
Qui, invece, si richiede l’attivazione dello spettatore,
un’attitudine alla riflessione per cogliere la profondità del
lavoro, un maggiore impegno.
Ne vale certamente la pena, se
amate un’estetica del cinema significante, non fine a sé stessa,
l’attenzione ai dettagli (tra gli altri, una passione per i tessuti
rigati, una cartina di Venezia lido), un’efficace analisi di
relazioni tormentate e travagli interiori.
Domani sera andrà in onda la puntata
conclusiva di Game of Thrones 4. Weiss, Beinoff e
praticamente tutti i coinvolti raccontan che si tratta del miglior
episodio mai realizzato, che accadranno tante cose e che ne vedremo
delle belle. Ma cosa accadrà davvero? Non possiamo saperlo certo
prima, ma possiamo fare delle ipotesi, e soprattutto possiamo porci
delle domande su quello che dovrebbe/potrebbe accadere.
Tyrion verrà
decapitato? Ovviamente tutti speriamo di no, ma il duello
nell’ottavo episodio ha sancito la sua colpevolezza, e quindi a
meno che Tywin non abbia un rimorso di coscienza nel mandare a
morte il suo stesso figlio, pare proprio che Tyrion morirà.
Precisazione importante: Tywin non ha una coscienza.
In che modo Jon Snow risolverà la
questione con Mance Rayder? Riuscirà ad uscire illeso
dall’accampamento dei Bruti? Il caro Stark a metà è la nostra unica
speranza di vedere vendicato il nome dei Signori di Grande Inverno,
riuscirà a cavarsela?
Accadrà qualcosa a Dany e ai suoi
draghi? La Regina dei Draghi è stata protagonista di due finali di
stagione su tre. Riuscirà a prendere per sè la gloria anche di
quest’ultimo episodio? E soprattutto: dove sono i suoi draghi?
Quale strada prenderà Arya? La
giovane Stark sta cercando di riunirsi con la sua famiglia, ma
sembra destinata a rimanere sola. Esattamente mentre sua madre e
suo fratello venivano macellati alle Torri Gemelle, lei era quasi
arrivata a destinazione, e allo stesso arriva a Nido dell’Aquila
quando Lady Lysa è già morta. Quale sarà adesso la sua strada?
Cosa ne sarà di Bran? E’ dalla
seconda stagione che Bran cerca di raggiungere il Nord, ma data la
sua lentezza a causa delle sue gambe spezzate, il giovane Stark ci
sta impiegando davvero tanto tempo. Il titolo della puntata di Game
of Thrones 4X10 è però The Children, cosa che potrebbe indicare un
passo avanti per l’erede di diritto al seggio di Grande
Inverno.
E secondo voi invece quali saranno i punti chiave di questo
episodio conclusivo che si preannuncia epico?
Dopo l’episodio Game of Thrones
4X06, tutti i fan della serie HBO sono stati sicuri di una
cosa: Peter Dinklage sarebbe stato uno dei più
forti candidati per gli Emmy. Gli episodi successivi hanno
confermato questo sospetto/speranza, e oggi abbiamo disponibili le
‘proposte’ della HBO per le candidature agli Emmy. I ‘for your
consideration’ di quest’anno comprendono quattro categorie.
Vediamole insieme:
Per il migliore
attore non protagonista, la HBO candida: Peter
Dinklage, Emilia Clarke, Nikolaj Coster-Waldau, Lena Headey,
Charles Dance, Natalie Dormer, Maisie Williams, Sophie
Turner e Kit Harington. Sorprendente la
mancanza di Aidan Gillen, che interpreta
Ditocorto, che in questa stagione ha davvero brillato, anche se
forse è comparso poco.
Per il migliore attore ‘special
guest’:Pedro Pascal per Prince Oberyn e
Diana Rigg per Lady Olenna.
Per la migliore sceneggiatura:
invece di segnalare e proporre la solita lista di episodi, questa
volta la HBO ha puntato tutto su l’episodio finale The
Children. I nominati sarebbero David
Benioff e Dan Weiss, e in questo modo
riceviamo anche un’ulteriore conferma del fatto che la puntata sarà
straordinaria, come detto proprio dai diretti interessati, e che è
a loro giudizio, la migliore della stagione e della serie.
Per il miglior
regista: in questo caso sono stati segnalati tre registi
differenti: per The Children (4X10)
Alex Graves; per The Watchers on the
Wall (4X09) Neil Marshall, per
The Laws of Gods and Men (4X06)
Alik Sakharov.
Alfred Cough e Miles
Millar, creatori della serie tv
Smallville, avrebbero venduto, secondo le
indiscrezione del The Hollywood Reporter, la sceneggiatura
sul Capitano Nemo alla Columbia Picture,
con i produttori di
Malficent,Joe Roth
e Palak Patel, che dovrebbero
lavorarci.
Capitano
Nemo dovrebbe offrire una rivisitazione del celebre
personaggio di Jules Verne, protagonista di molti romanzi, tra cui
il più famoso Ventimila leghe sotto i mari. Proprio questo libro
doveva trasformarsi in un film della Disney Pictures, ma lo stato
attuale del progetto è sconosciuto.
Nei romanzi di Jules Verne, Nemo è
scienziato, eploratore, capitano e progettista dello straordinario
sottomarino Nautilus, in lotta per vendicare i torti subiti da
se stesso e dai popoli oppressi, prendendo di mira soprattutto la
flotta britannica.
Il nuovo trailer di The
Zero Theorem è online. Il film è diretto
da Terry Gilliam e avrà tra i
protagonisti Christoph Waltz, Tilda Swinton, Ben
Whishaw, Mélanie Thierry, David
Thewlis e Lucas Hedges. Ecco il
trailer:
Questa la trama di The
Zero Theorem: In un futuro dominato dalle
corporazioni, la popolazione è controllata attraverso videocamere,
dalla figura umana chiamata Management. Qohen Leth è un hacker che
lavora rinchiuso in casa, interrotto saltuariamente da Bainsley,
una donna tentatrice che lo invita a fare del sesso virtuale,
mentre Bob, un bambino prodigio figlio di Management, lo invita a
continuare il suo lavoro senza distrazioni. Qohen cercherà di
scoprire la ragione dell’esistenza umana e della condizione sociale
attuale
Il film racconta la vita di un ex
militare che ha finto la sua morte per vivere una vita tranquilla.
Quando però esce allo scoperto per salvare una giovane ragazza, si
ritrova faccia a faccia con violentissimi gangster russi; da qui il
militare vivrà una vita quasi super-eroistica che consisterà nel
vendicare quelle persone che sono state brutalizzate da questi
individui.
Nel cast del film oltre
a Denzel Washington, ci sono
anche Chloë Moretz, Melissa
Leo e Bill Pullman.
The
Equalizeruscirà nelle sale americane il 26
settembre 2014.
È stata pubblicata una nuova featurette di
Dragon Trainer 2, in cui possiamo
ascoltare le parole di Cate Blanchett,
Jay Baruchel, Gerard Butler e
altri protagonisti del film. Ve la mostriamo:
Il secondo capitolo dell’epica
trilogia di DRAGON TRAINER ritorna con il fantastico mondo del
vichingo Hiccup e il suo leale drago Sdentato. L’inseparabile duo
dovrà proteggere la pace – e dovranno salvare il futuro degli
uomini e dei draghi dal potentissimo Drago. In Dragon
Trainer 2 potremmo ascoltare la voce dei
doppiatori originali del primo episodio che tornato nei loro
personaggi: Jay Baruchel, America Ferrara,
Gerard Butler, Craig Ferguson,
Jonah Hill, Christopher Mintz-Plasse, T.J. Miller,
Kristen Wiig,
Kit Harington,
Cate Blanchette Djimon
Hounsou.
Il film uscirà al cinema il 19
giugno 2014. Trama: Continuano le avventure di Hiccup e del suo
drago Sdentato, ora che la pace far i Vichinghi e i mostri
sputafuoco è definitivamente sancita. ma nuovi pericoli sono
all’orizzonte. La storia inizia cinque anni dopo gli eventi narrati
nel primo episodio: mentre i ragazzi si godono la loro vita tra le
gare di draghi, i nostri due protagonisti durante uno dei loro
viaggi scoprono una grotta segreta di ghiaccio in cui vivono
centinaia di nuovi draghi selvaggi e il misterioso Cavaliere del
drago. Incomincia una nuova battaglia per proteggere la pace.
Sylvain Chomet,
regista francese, genio dell’animazione, famoso per alcuni titoli
come L’illusionista e
Appuntamento a Belleville, sta lavorando
al nuovo progetto, The Thousand Mile (Mille
Miglia), collaborando con lo studio londinese Th1ng
per creare le animazioni.
L’aspetto più interessante di
The Thousand Mile (Mille Miglia) è il
fatto che sia stato ispirato da diverse opere non pubblicate,
scritti e disegni, di Federico Fellini.
Demian Gregory e Tommaso
Rossellini saranno i co-sceneggiatori.
Il protagonista sarà niente meno che
Emanuele Filiberto, che interpreterà un conte di
mezz’età che prende parte alla celebre Mille Miglia, una delle gare
automobilistiche più famose del mondo. Il viaggio diventerà
un’odissea, durante la quale il protagonista dovrà fare i
conti con il proprio passato. Filiberto presterà la sua voce, ma
parteciperà anche alle scene live action, che si alterneranno alle
animazioni bidimensionali nel nuovo lavoro di Chomet. Il cast sarà
completato con star internazionali, mentre ruoli secondari saranno
probabilmente tenuti da attori italiani.
Chomet non ha nascosta la sua
ammirazione per Fellini ed il cinema italiano:
La mia visione creativa è stata costantemente alimentata da due
registi straordinari: Jacques Tati e Federico Fellini. Con ‘The
Illusionist, ho avuto l’opportunità di esplorare direttamente il
mio amore per l’opera di Tati. Ora, con ‘Mille Miglia’, posso fare
solo che con il magico mondo di Fellini.
Sono sempre stato molto ispirato dai racconti che esplorano
l’infanzia e l’immaginario. Anche se il film non è un biopic,
esplora l’immaginazione di Fellini e mette in luce il suo talento
nel disegno.
Una parte di Mille
Miglia verrà girata allo Studio 5 di Cinecittà, luogo
dove lo stesso Fellini girò alcuni delle sue pellicole più
celebri.
Una nuova featurette
di Transformers 4 L’era
dell’estinzioneè stata pubblicata online.
Protagonisti della featurette sono gli Imagine Dragons, autori
della colonna sonora del film:
Piccole
anticipazioni sulla trama. Il film comincerà dove è
finito il terzo capitolo, in un mondo in cui,
nonostante la minaccia dei Deception sia stata
debellata, l’umanità ne è uscita distrutta. La pace non durerà poi
così tanto, sarà infatti interrotta dalle ricerche
sulla tecnologia dei robot alieni da parte di alcuni
uomini potenti.
Ecco un bel cosplay di
Vampirella, personaggio dei fumetti creato da
Forrest J. Ackerman per la Warren Publishing nel 1969. [nggallery
id=827]
Parzialmente ispirato a Barbarella
di Roger Vadim, il fumetto deve una grossa parte della propria
fortuna ai pennelli di Frank Frazetta. Altri importanti autori sono
lo scrittore Archie Goodwin e il disegnatore Jose Gonzalez. A metà
strada tra la parodia dell’orrore e l’erotismo il fumetto è
diventato un’icona anche fuori del suo genere. Vampirella si
presenta come una superba ragazza con un corpo statuario, fluenti
capelli neri e occhi profondi e penetranti.
Da vera figlia del
Sessantotto, Vampirella si presenta come una donna emancipata,
forte, aggressiva. È una vampira, una creatura malvagia per
definizione, ma per quanto può sta dalla parte del bene, lottando
contro altri ben più feroci visitatori alieni che affollano la
terra con pessime intenzioni. Dovendosi nutrire (e talvolta fare la
doccia) col sangue degli esseri umani, cerca costantemente di
scegliersi vittime malvagie detestabili, e quando le capita di
mordicchiare un innocente è turbata dai sensi di colpa.
Dal 1969 al 1988 la Warren Publishing ha pubblicato
ininterrottamente le avventure di Vampirella. Nel 1991 il
personaggio venne acquistato dalla Harris Comics che lo rilanciò
con svariati progetti, compreso un film omonimo. Tra il 2003 e il
2006 ci sono stati molti incontri con varie eroine con
caratteristiche affini. Nella prima versione, Vampirella è
presentata come un’aliena fuggita dal pianeta morente Drakulon e
venuta a vivere sulla Terra.
L’origine ha subito una rivisitazione: Vampirella è originaria
di una remota regione infernale, e i suoi ricordi sono stati
alterati per farle credere di essere un’extraterrestre.
La trasformazione da personaggio negativo a eroina positiva
avviene tramite un siero, che libera Vampirella dalla necessità di
doversi nutrire di sangue e dai numerosi sensi di colpa correlati.
Nella sua carriera incontrerà diversi personaggi femminili: Lady
Death la pallida signora della morte che si guadagna l’antipatia e
l’orrore della vampira, Shi, Witchblade con cui si allea molte
volte e per la quale prova rispetto, la dinamica Lara Croft e un
altro personaggio, a lei contrapposto per molti versi, la pia
Magdalena.
In un crossover Vampirella ha incontrato Dracula, il signore dei
vampiri e di Drakulon. Durante il loro combattimento Vampirella
scopre un nuovo sentimento, la pietà.
Game of Thrones è la serie di
maggior successo della HBO nella storia del canale, e si candida
anche ad essere una delle serie più amate di sempre in generale. La
quarta stagione si concluderà, speriamo, in grande stile domenica
prossima, e in attesa di vedere come andranno a finire le cose,
ecco 17 parole che hanno completamente cambiato significato, o
meglio, che ricordano una cosa ben precisa oltre al significato
letterale, a causa di Game of Thrones. Il primo esempio, come da
foto, è ‘famiglia’, una parola che sembra voler dire qualcosa di
molto diverso se rapportato ai Lannister. Clikka sulla foto per vedere le altre:
Ecco il trailer finale di
Saint Seiya Legend of Sanctuary, il film
in CGI completamente dedicato ai Cavalieri dello Zodiaco, storici
personaggi creati da Masami Kurumada.
Il film segue le vicende dei cinque cavalieri di bronzo,
così come vengono raccontate nella serie del Santuario, la prima e
la più celebre, resa nota in Italia soprattutto dalla serie animata
che ha accompagnato l’infanzia di tanti trentenni di oggi.
Nel primo trailer, sotto, si può
vedere davvero poco, con l’eccezione di uno sguardo fugace allo
scrigno dell’armatura d Pegasus, al Gran Sacerdote e a quello che
sembra essere il cavaliere d’oro Shaka della Vergine. I più
preparati, riconosceranno anche le travolgenti note della sigla
Pegasus Fantasy.
Saint Seiya Legend of
Sanctuary uscirà in Giappone nella prima parte
di quest’anno e probabilmente arriverà da noi solo in versione home
video.
E’ strano da immaginare, eppure
Harmony Korine, regista di
Gummo e del recente Spring
Breakers, è il nuovo regista arruolato dalla Dior per
pubblicizzare la nuova fraganza femminile ‘Addictd’.Lo stile che
vediamo espresso nel breve video (di cui vi offriamo due versioni)
è innegabilmente quello di Korine, unito all’eleganza del marchio
che promuove.
Ecco una gallery in cui vediamo dei
babbani celebri (attori, sportivi, ma anche reali) far visita al
Wizarding World of Harry Potter. Anche le celebrità sono rimaste
incantate dal magico mondo del maghetto inglese e, attori che hanno
partecipato al film al parte, sono tanti i babbani famosi che amano
tornare a Hogwarts e a Hogsmeade. [nggallery id=826]
Famous Muggles at the The Wizarding World of Harry Potter
è una grande area tematica dedicata alla saga letteraria di Harry
Potter, creata dalla scrittrice J.
K. Rowling, che è stata inaugurata il 18 giugno 2010 ad
Orlando, Florida.
Il parco sorge all’interno di Islands of Adventure, parco a tema
di proprietà della casa di produzione Universal Pictures,
all’interno del Universal Orlando Resort, il quale riproduce
fedelmente alcuni dei più famosi luoghi immaginari, come ad esempio
Jurassic Park.
In The Wizarding World of Harry Potter sono riprodotti i
principali luoghi della saga: Hogwarts, Hogsmeade, la Foresta
Proibita e molti altri. L’area ospita tre grandi attrazioni tratte
dalle avventure presenti nei libri e nei film: Dragon Challenge, il
Flight of the Hippogriff ed “Harry Potter and the forbidden
journey”. of Harry Potter
Angelina Jolie ha
aggiunto un altro prestigioso riconoscimento alla sua carriera, non
cinematografica, ma di donna attiva nell’impegno umanitario.
L’attrice premio Oscar è stata infatti insignita del riconoscimento
di Dame, il titolo che le è stato assegnato dalla Regina Elisabetta
II in persona. Le motivazioni dell’assegnazione del riconoscimento
sono da attribuire all’impegno di Angelina nel lavoro accanto alle
donne vittime di stupro nelle zone di guerra. Angelina però non
potrà utilizzare per se stessa l’appellativo di Dame, dal momento
che è americana e non è nata in un paese del Commonwealth.
Precedentemente altri cittadini
americani sono stati insigniti del riconoscimento. Tra questi
Steven Spielberg, Ronald Reagan e
Bill Gates.
“Ricevere un riconoscimento
relativo alla politica estera significa molto per me, in quanto è
quello a cui voglio dedicare il avoro dellamia vita – ha
dichiarato la Jolie all’Associated Press – Lavorare con le
sopravvissute agli stupri è un onore di per sè. So che avere
successo in questo ambito richiederà molto tempo e mi sto dedicando
a questo con tutta me stessa.”
Nella foto, Angelina Jolie è stata fotografata durante
l’incontro con la Duchessa di Cornovaglia,
Camilla.
Nel corso della sua carriera
Nick Cassavetes è stato spesso definito un regista
senza personalità, incapace di trovare una propria strada.
Allontanandoci da questa definizione insufficiente a descrivere la
mano dietro pellicole quali Le pagine della nostra vita e
Alpha Dog, bisogna invece etichettare –
con profondo rammarico – Tutte contro
lui, nonostante l’ottimo successo al box office
americano (vedremo come andrà in Italia a partire dal 19 Giugno),
come la prima vera nota stonata nella filmografia del figlio del
grande John e della leggendaria Gena Rowlands.
In Tutte contro lui dopo aver
scoperto che il suo fidanzato è sposato, Carly (Cameron
Diaz) cerca di rimettere insieme i pezzi di una vita
in disfacimento. Quando incontra per caso Kate, la moglie tradita
(Leslie
Mann), si rende conto di quante cose hanno in comune e
così, quella che doveva essere sua nemica, diventa la sua più
grande amica. Nel momento in cui si viene a conoscenza di Amber
(Kate
Upton), un’ulteriore amante, tutte e tre le donne si
alleano per vendicarsi contro lui (Nikolaj
Coster-Waldau), tre volte traditore e tre volte
bugiardo.
Il difetto più grande di questa
commedia dagli eccessivi slanci sentimentali non sono tanto i suoi
temi, per nulla originali, affrontati fino alla nausea, che
inducono a chiedersi quale tipologia di pubblico possa ancora
essere interessato a questo tipo di storie. Il problema più grande
di The Other Woman (questo il titolo
originale) risiede in una sceneggiatura, firmata da Melissa Stack,
incerta e sconclusionata, che sembra volersi allontanare dai tipici
canoni della commedia americana per abbracciare (vagamente) le
forme del dramma e spingere lo spettatore a chissà quali profonde
riflessioni. Il risultato finale è ai limiti del disastroso, perché
il film non funziona nè in un senso nè nell’altro.
L’unica nota positiva di questa
storia sul tradimento, sulla vendetta e sull’amicizia inaspettata
sono le interpreti: Cameron Diaz, regina incontrastata del genere
(che si riunisce con Cassavetes dopo La custode di mia
sorella), ha l’incredibile capacità di riproporre
quasi sempre lo stesso personaggio e riuscire a non stancare mai,
sorretta questa volta da una bravissima Leslie
Mann perennemente sull’orlo di una crisi di nervi.
Decisamente inutile il personaggio di Kate Upton, la terza bionda, una sorta di
riempitivo che dilata il ritmo del racconto e porta la pellicola a
durare più di quanto dovrebbe.
Tutte contro lui
si rivela, purtroppo, una totale delusione. Una commedia
convenzionale fin troppo pasticciata nella scrittura, con un trio
di attrici non aiutate dal contesto in cui si muovono, che spesso,
invece di avvantaggiarle, le penalizza. Nota di merito alla
cantante Nicki Minaj e ai suoi repentini cambi di
acconciatura… e qui, probabilmente, abbiamo davvero detto
tutto.
In uscita nelle sale
cinematografiche a partire dal prossimo 3 Ottobre,
il film è diretto da Vic
Armstrong e conta un cast di attori, tra i
quali Nicolas Cage, Chad Michael Murray, Cassi
Thomson, Nicky Whelan, Lea Thompson, Jordan Sparks, Quinton
Aaron e Martin Klebba. Ed ecco
qui il poster internazionale, dai toni “leggermente”
apocalittici!
Left
Behind è una serie di
romanzi fantastici-apocalittici scritti
da Tim LaHaye e Jerry B.
Jenkins e basati
sulle profezie bibliche di Giovanni, Ezechiele e Daniele.
La serie conta sedici volumi e negli USA ha
venduto più 65 milioni di copie
I
sedici libri narrano delle avventure di coloro che sono stati
“lasciati indietro” in seguito al Rapimento
della Chiesa, avvenimento nel
quale, prima dell’inizio
della Tribolazione, i credenti sono stati portati
in Paradiso, mentre il
politico rumenoNicolae
Carpathia, segretario generale
delle Nazioni Unite, forma un governo
mondiale, la Global
Community, rivelandosi poi come
l’Anticristo in persona, che combatterà senza esclusione
di colpi contro la Tribulation Force, un gruppo di
“lasciati indietro” che dopo il Rapimento sono
diventati credenti, prima della Seconda
venuta di Gesù
Cristo.
Abbiamo aggiornato oggi la gallery
delle principesse Disney vestite come il loro principi. Se prima vi
avevamo mostrato una versione, per così dire, edulcorata, adesso vi
facciamo vedere delle versioni più realistiche delle principesse,
solo alcune purtroppo, in abiti maschili. Ecco il risultato opera
dell’artista sud africano Ogo:
A quanto
sembra, Keanu Reeves si è detto disponibilissimo
ad aggiungersi al cast di The whole
truth, nuovo progetto del regista Courtney
Hunt. Reeves andrà a sostituire
Daniel Craig (il moderno James
Bond), non più disponibile per lavorare in questo
nuovo film.
Reeves interpreterà
il ruolo di un avvocato difensore di un adolescente, accusato di
aver ucciso l’intera famiglia. Assieme a Reeves, potremo ammirare
Renee Zellwegger, Gugu Mbatha-Raw
e Gabriel Bosso.
Scritto da Nicholas
Kazan (L’uomo bicentenario), la
produzione del film stava per essere avviata, ma l’inatteso
abbandono di Daniel Craig ha sconvolto i piani e,
così, si è dovuto iniziare a cercare un nuovo attore
protagonista.
The whole
truth segna il ritorno sul grande schermo di
Keanu Reeves dopo il non proprio riuscito
47 Ronin, del quale vi proponiamo la recensione
del film scritta da noi di Cinefilos. Questa
sembra davvero un’occasione buona per rifarsi.
La giuria
internazionale della decima edizione di Biografilm
Festival, composta dal produttore Danny
Bramson (presidente di giuria), dal maestro del
documentario Nicolas Philibert,
dal regista, sceneggiatore e produttore
cinematografico Sebastián Lelio, e dagli
sceneggiatori italiani Ludovica
Rampoldi e Marco
Pettenello, assegna i seguenti premi:
– Best Film Unipol
Award | miglior film: AI WEIWEI: THE FAKE
CASE di Andreas Johnsen
– Life Tales Award
| il più travolgente racconto biografico: DANGEROUS ACTS –
Starring the Unstable Elements of Belarus di Madeleine
Sackl
– Richard Leacock
Award | migliore opera prima: JALANAN di Daniel
Ziv
La giuria internazionale
assegna inoltre la Menzione Speciale della giuria a THE PUNK
SINGER di Sini Anderson
Come ormai sappiamo, sarà
Vin Diesel (nella versione originale) a
doppiare/interpretare Groot, uno dei personaggi
principali della nuovissima pellicola MarvelGuardiani della
galassia. James
Gunn, regista del film, ha dichiarato di essere felice
di poter collaborare con Vin Diesel, così come si
è detto pienamente soddisfatto dell’intero cast a sua
disposizione.
Ecco le parole del regista:
“Vin Diesel ha
appena terminato la sua sessione finale per Groot
(beh, per il 2014 almeno). Tutti noi siamo stupiti che un uomo
possa portare tanta magnificenza in un personaggio che può dire
solo tre parole. Noi non influenziamo la voce di
Vin, ma a tutti suona come quella di un albero
ultraterreno! Ogni “Sono Groot,” ogni
grugnito e strillo e piagnucolio e gridolino sono pieni di cuore e
umorismo e passione. Quando tornai dalla sessione, ho detto a
uno dei nostri produttori, Victoria Alonso, che
penso che potremmo ascoltare ogni singola persona nel mondo per
Groot, e Vin Diesel sarebbe
ancora il migliore. So che coloro che svolgono il mio stesso
mestiere finiscono per lodare quasi sempre i membri del proprio
cast – e, Dio lo sa, sono stato fortunato con l’intero cast dei
Guardiani della Galassia – ma non sono mai stato
più colpito da un attore in grado di portare molto più del normale
a un ruolo, quando non ho mai inizialmente pensato che ciò fosse
possibile. Rocket Racoon può essere il cuore
del film, ma Groot è la sua
anima.”
Trama: L’audace esploratore Peter
Quill è inseguito dai cacciatori di taglie per aver rubato una
misteriosa sfera ambita da Ronan, un essere malvagio la cui
sfrenata ambizione minaccia l’intero universo. Per sfuggire
all’ostinato Ronan, Quill è costretto a una scomoda alleanza con
quattro improbabili personaggi: Rocket, un procione armato; Groot,
un umanoide dalle sembianze di un albero; la letale ed enigmatica
Gamora e il vendicativo Drax il Distruttore. Ma quando Quill scopre
il vero potere della sfera e la minaccia che costituisce per il
cosmo, farà di tutto per guidare questa squadra improvvisata in
un’ultima, disperata battaglia per salvare il destino della
galassia.
Sam Claflin è
stato eletto l’uomo dell’anno dalla rivista Glamour.
L’attore, sorpreso da tale onore, ha rilasciato un’intervista alla
rivista raccontando della sua vita (si è sposato da poco), del suo
lavoro (è impegnato sul set di Hunger Games il Canto
della Rivolta nei panni di Finnick Odair) e della sua
collaborazione con Jennifer Lawrence (nel detto
Franchise).
Su Finnick Odair: “Non ho
potuto fare a meno di imbattermi in commenti sul mio casting, erano
ovunque. Ho cominciato a pensare che avrei dovuto fare diversi
interventi di chirurgia per accontentare tutti. Il viso di un
giovane Brad Pitt, gli addominali di Zack Efron, i pettorali di
Dwayne Johnson, e in polpaccio destro di Channing Tatum! Ma è
impossibile accontentare tutti. Mi sono fidato del team che ha
scelto Jennifer Lawrence come Katniss. Hanno avuto le loro ragioni
per scegliermi e ho lavorato sodo per non farli dubitare nemmeno un
attimo della loro scelta e del mio lavoro.”
Sul lavoro con Jennifer
Lawrence:“E’ una giovane e talntuosa tonta (klutz in
inglese, ndt) che ha vinto un Oscar in giovanissima età e ha
l’intero mondo che l’adora. Ma lei merita ogni pezzettino di lodi
che riceve. Posso tranquillamente dire che non lascerà mai che
niente di tutto quello che le accade le dia alla testa. E’
un’ispirazione per me, così come gli altri e ho amato tanto avere
l’opportunità di lavorare con lei.”
Sul matrimonio con Laura
Haddock: “Sposarmi è stata semplicemente una delle mie
maggiori conquiste degli ultimi 12 mesi … ogni cinque secondi mi
ritrovo più profondamente innamorato di prima.”
Sulla sua elezione a Uomo dell’anno: “E’ stato a dir poco
inaspettato ma sono molto onorato. Continuerò a fare quello che
faccio così da non deludervi! Mi sento profondamente privilegiato
ad avere il mio nome accanto a quelli deiprecedenti vincitori.
Grazie davvero.”Fonte: JJ
E’ trascorso più di
un anno dal rilascio nelle sale cinematografiche di
Iron
Man 3 e, come prevedibile, uno dei personaggi che
ha colpito maggiormente il pubblico non può che essere stato il
Mandarino (interpretato magnificamente
dall’eclettico Ben Kingsley). Ora è Guy
Pearce a parlare e ha voluto dire la sua in merito alla
figura di questo controverso personaggio.
Pierce (che nel film interpreta il rivale di
Tony Stark, Aldrich Killian) ha
rilasciato alcune dichiarazioni: “Personalmente mi è piaciuto molto come
personaggio e non sono mai stato un fan dei
fumetti, quindi non ho alcun attaccamento verso il
Mandarino. Voglio dire, ho capito la fedeltà a quel
personaggio, ho completamente capito, ma sulla base del tipo di
film come singola entità, ed in particolare in base al rendimento
di Ben Kingsley, ho adorato quello in cui si è
trasformato.”
Queste le impressioni provate da
Guy Pearce. Ma tutti noi abbiamo avuto modo di
vedere, attraverso un corto prodotto dalla Marvel, che c’è ancora un
Mandarino lì fuori. E noi di Cinefilos, ve lo
riproponiamo qui di seguito. Buona visione!
“Non sai niente Jon Snow” è la
battuta, insieme a “l’inverno sta arrivando”, più usata in Game of
Thrones. Il destinatario della battuta stessa è, appunto, Jon Snow,
interpretato da Kit Harington, al quale però si
potrebbe dire lo stesso. Non che l’attore sia sprovvisto di qualche
particolare conoscenza, ma sembra proprio che, fino ad 11 anni, il
nostro Kit non conoscesse … il suo vero nome!
Ebbene sì, Kit
Harington era all’oscuro di quale fosse il suo nome di
battesimo, essendo sempre stato abituato a sentirsi chiamare Kit.
In realtà l’attore si chiama Christopher, in onore del drammaturgo
contemporaneo di Shakespeare Christopher Marlowe
“Non ho mai avuto degli indizi
o dei sospetti – ha dichiarato Kit – penso che loro (i
genitori, ndr) vedesse che volevo essere Kit, e che Christopher
fosse un po’ più tradizionale. Mio fratello si chiama Jack, ma il
suo vero nome è John. Kit è un diminutivo desueto di Christopher.
Il mio secondo nome è Catesby”.
Christopher atesby Harington in
effetti non suona benissimo, ed è probabile che se l’attore avrà la
possibilità di scrollars di dosso il nome pesante di Jon Snow,
prima o poi verrà chiamato soltanto Kit.