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Boy Scout contro Zombie per Etan Cohen

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I primi ‘rumours’ riguardo la commedia horror Boy Scouts vs Zombies risalgono al 2010: dopo un lungo periodo di silenzio, se ne ricomincia a parlare a cominciare dal regista, per il quale si fa il nome di Etan Cohen: attenzione, l’ortografia è quasi la stessa, ma non si tratta di uno dei famosi fratelli, bensì del quasi omonimo sceneggiatore di Idiocracy e  Tropic Thunder.

Il titolo la dice già lunga su ciò che il film promette: una squadra di Boy Scout dovrà vedersela con un branco di simpatici mangiacarne, dovendo usare le proprie abilità per salvare la loro cittadina… Carrie Evans ed Emi Mochizuki hanno scritto la scenggiatura; produttore sarà Andy Fickman (inizialmente indiziato per la regia). Non vi sono ancora date certe per l’avvio della riprese; Cohen ha nel frattempo collaborato a Men In Black 3 e al nuovo film di Ben Stiller, The Incredible Mr. Limpet.

Fonte: Empire

L’Era Glaciale 4 – Continenti alla Deriva Trailer Ufficiale Italiano

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Ritornano tutti i protagonisti dell’Era glaciale in una nuova, esilarante, fantastica avventura. L’Era Glaciale 4 – Continenti alla Deriva dal 28 Settembre al Cinema. Ulteriori info nella nostra Scheda Film: L’era Glaciale 4

The Double: recensione del film con Richard Gere

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The Double: recensione del film con Richard Gere

In The Double Un gruppo di russi attraversa la frontiera tra Messico e Stati Uniti, un Senatore americano viene ucciso con un taglio alla gola, un ex agente della CIA è richiamato in servizio per indagare sul caso a fianco di un giovane dell’FBI. Risultato: un thriller di spionaggio che, purtroppo, pur avendo tutte le carte in regola, non riesce mai a lasciare con il fiato sospeso.

In The Double Sam Shepherdson (Richard Gere) è un ex agente della CIA che, durante la Guerra Fredda, ha eliminato quasi tutti i più temibili killer russi in circolazione, i famigerati “Sette di Cassius”.  Quasi, poiché Shepherdson non è mai riuscito a catturare ed uccidere i loro capo, Cassius. L’omicidio di un Senatore degli Stati Uniti, però, fa riemergere l’assassino dal passato dell’ex agente della CIA: il modo in cui il politico è stato ucciso -con un preciso taglio alla gola- fa infatti pensare ad un ritorno di Cassius in circolazione. A questo punto entra in gioco Ben Geary (Topher Grace), un giovane agente FBI che, desideroso di catturare il killer sovietico e affascinato dalla sua figura al punto di scrivere su di lui la sua tesi di laurea, riesce ad ottenere l’incarico di cercare Cassius insieme a Shepherdson. Le sue indagini, però, lo porteranno a rischiare la vita e a mettere a repentaglio quella della sua famiglia.

The Double, il film

The Double, debutto alla regia per Michael Brandt, nonostante si avvalga di un cast d’eccezione (con nomi del calibro di Richard Gere, Topher Grace e Martin Sheen) non riesce mai a decollare. Brandt, che oltre alla regia firma anche la sceneggiatura (scritta insieme a Derek Haas), in realtà non crea un film incisivo o avvincente, ma si gioca nella prima mezz’ora l’unico elemento “a sorpresa” della pellicola e poi lascia che la storia scorra tra indagini, sospetti, inseguimenti e crisi di coscienza (più o meno vere), che danno l’impressione di essere quasi elementi superflui. La parte più interessante del film si gioca invece sul filo del rapporto tra Shepherdson e Geary: il vecchio e il nuovo agente che rappresentano due facce della stessa medaglia, non tanto “il poliziotto buono e il poliziotto cattivo”, ma piuttosto il passato e il presente di un mondo -quello dello spionaggio- che, apparentemente immodificabile, riesce ad essere intaccato e superato dai sentimenti personali.

La sceneggiatura di Brandt e Haas (che, tra l’altro, avevano già collaborato alla stesura di Wanted-scegli il tuo destino e Un treno per Yuma) sembra dunque perdersi un po’: indecisa se seguire la pista del thriller o quella dei rapporti umani, se fare di The Double un film d’azione o meno, si trova ad essere poco incisiva su tutta la linea. Un film di facile fruizione, che non annoia ma nemmeno emoziona e che, grazie a dei flash-back particolari -ricreati con una luce fredda e tagliente- riesce, almeno a livello visivo, a mantenere desta l’attenzione dello spettatore.

Ferrari: ora lavorare per Festival di Roma!

Prime dichiarazioni per il  neo presidente della Festival del film di Roma. Ferrari si è dichiarato orgoglioso della nomina e ha rilasciato brevi dichiarazioni all’Ansa: 

Venom: Josh Trank di Chronicle alla regia?

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Venom: Josh Trank di Chronicle alla regia?

Reduce dal successo di Chronicle, che in Italia uscirà  , il regista Josh Trank secondo quanto riporta il LA Times sarebbe in trattative con la Sony per lo spin-off di uno sei cattivi di Spider-Man, ovvero Venom.

Lorax: il guardiano della foresta: recensione del film

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Lorax: il guardiano della foresta: recensione del film

In Lorax: il guardiano della foresta Ted è un ragazzino innamorato di Audrey, la bella vicina. Un giorno scopre che per conquistarla basterebbe solo portarle un vero albero in giardino. Niente di più semplice, se non fosse che a Thneedville gli alberi non esistono, tutto è di plastica e l’aria si vende a taniche. Così Ted, sotto consiglio della nonna, parte alla ricerca di Onceler, l’unico che gli può spiegare dove trovare un albero di Truffula, con la chioma folta e morbida come seta. Il giovane innamorato allora lascia la città alla ricerca di questo losco signore che gli racconterà la sua storia e gli spiegherà finalmente come trovare l’ultimo albero.

La fiaba nasce dalla geniale mente del Dottor Seuss e si chiama Lorax: il guardiano della foresta, è un favola ambientalista, sul valore della natura e sull’importanza dell’uso parsimonioso delle risorse che questa ci mette a disposizione. Ma chi l’ha portata sullo schermo? Ricordate Cattivissimo Me?

Lorax: il guardiano della foresta, il film

Ebbene la Illumination Entertainment, divisione d’animazione della Universal, torna a lavoro su un film in 3D, e anche questa volta fa centro realizzando un film tenero, divertente, edificante anche se un po’ didascalico, e tecnicamente meraviglioso. L’universo del Dr. Seuss è stato minuziosamente ricostruito con colori e atmosfere vivaci, luminose, ben caratterizzate, con una scenografia davvero notevole ed una regia, firmata da Chris Renaud (Cattivissimo Me), che sfrutta ogni momento possibile per valorizzare l’uso della stereoscopia, dalla gocciolina di bava che cade dalla bocca di un animale che dorme, al classico inseguimento mozzafiato su veicoli avvenieristici.

A firmare le musiche, molto belle e protagoniste in alcune sequenze da musical di Broadway, c’è John Powell già autore delle soundtrack di Happy Feet, L’era glaciale e Dragon Trainer. Quello che però fa davvero la differenza nel film è un doppiaggio davvero eccellente, realizzato da un bel cast di attori noti e meno noti: Danny de Vito è il Lorax, lo spirito della foresta arancione e rompiscatole; Zac Efron è invece il giovane Ted, ragazzo caparbio e deciso, grazie al quale la natura avrà un’altra possibilità; Onceler è invece doppiato da Ed Helms, attore semi-sconosciuto fino a quando nel 2009 non ha partecipato all’addio al celibato più famoso della storia del cinema in Una Notte da Leoni. A loro si aggiungono Taylor Swift per la bella vicina Audrey e Betty White per la divertentissima nonna Norma.

Lorax: il guardiano della foresta sarà sicuramente uno spasso per i più piccoli che troveranno dolcissime tutte le varietà di animaletti presenti nella Valle di Truffula: dagli enormi Citrigni, ai piccoli Pescetti (che ricordano molto i Minion nella voce), fino ai tenerissimi Barbalotti, animaletti pelosi simili agli orsi. Ma anche i più grandi avranno da ridere e da pensare, per un bellissimo film che fa bene agli occhi e al cuore.

John Carter: recensione del film con Taylor Kitsch

John Carter: recensione del film con Taylor Kitsch

A 100 anni esatti dalla nascita, John Carter di Edgar Rice Burroughs approda finalmente sul grande schermo, con un budget da 250 milioni di dollari, prodotto e voluto fortemente dalla Disney, e presentato come il film che coniuga alla perfezione svariati generi.

La pellicola racconta la storia di John Carter (Taylor Kitsch), un veterano della guerra di secessione americana, che viene misteriosamente trasportato su Marte (Barsoom) dove scopre un pianeta diverso, i cui abitanti sono barbari alieni, verdi e alti tre metri. In precedenza Barsoom era un mondo simile alla Terra, diventato meno ospitale a causa della sua età avanzata: gli oceani sono evaporati e l’atmosfera si è assottigliata. L’imbarbarimento del pianeta è dovuto anche dai continui combattimenti tra gli abitanti, al fine di sopravvivere. Lungo il suo viaggio incontra Tars Tarkas, uno degli “alieni verdi”, e salva la principessa marziana Dejah Thoris, di cui si innamora, appartenente al popolo degli “uomini rossi”. Grazie alla sua forza e al suo coraggio, John Carter diventerà il leader di una guerra che divide le due diverse razze che popolano il pianeta.

John Carter, tra fascino e aspettative

Il film, molto atteso, segna il debutto in live action di Andrew Stanton, regista due volte premio Oscar, autore fra gli altri di Toy Story, Wall-E, Monsters & Co e Alla ricerca di Nemo.  L’intento principale del film è quello di unire e mescolare diverse componenti in un’unica grande manifestazione, dall’avventura alla fantascienza, dal romanticismo, al fantasy. Tuttavia, spesso le buone intenzioni non fanno un grande film. E’ questo il caso di John Carter che riesce solo in minima parte a dar vita agli obbiettivi prefissate, e ai quali si aspirava soprattutto per il contributo  letterario di partenza di Edgar Rice Burroughs.

John Carter film Il film di Stanton difetta prima di ogni altra cosa nella sceneggiatura; si tratta infatti di uno script non proprio brillante che ha nel precario intreccio il limite più grande, con passaggi poco chiari e a tratti dati quasi per scontati. Questo si aggiunge alla debolezza dei dialoghi che precludono la possibilità di arrivare a quella componente di epica che ci si aspetta in un film di queste proporzioni.

Nota positiva invece è l’apparato scenografico, che si dimostra all’altezza delle aspettative. Rimangono di notevole fattura l’ambientazione e alcune scene concitante a bordo di navi che “solcano la luce”, pur accingendo spudoratamente ai concept di Star Wars e alla componente avventuristica tipica dei capolavori di Lucas. Di grande supporto è anche il cast, tra cui spicca Mark Strong, calato ormai nell’onnipresente maschera da cattivo con il quale è condannato a sopravvivere ad Hollywood.

Il film, pur rimanendo godibile, a stento riesce a decollare rimanendo ingabbiato nei limiti di un racconto poco lineare e forse poco originale, che non mantiene le aspettative rese sul piano dell’azione. Il contributo di Stanton si sente soprattutto per quel che concerne l’aspetto visivo della storia ma nulla può sugli evidenti limiti narrativi.

A Simple Life: recensione del film di Ann Hui

A Simple Life: recensione del film di Ann Hui

E’ stato presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia , A simple life, il film di Ann Hui.

Tao ha lavorato per sessant’anni come domestica per la famiglia Lee e ora si prende cura di Roger, che lavora come produttore nell’industria del cinema ed è l’unico membro della famiglia che ancora vive ad Hong Kong. Tao si occupa di lui come se fosse un figlio.

Quando viene colpita da un brutto malore, decide di andare in pensione e trasferirsi in una casa di riposo, dove trova una nuova stravagante e bizzarra famiglia fatta di persone sole, avvizziti Don Giovanni, golose signore e simpatiche amiche. Roger non fa che dedicare sempre più tempo e attenzioni ai bisogni di Tao, realizzando quanto lei significhi per lui.

A Simple Life è ispirato alla vera storia del produttore Lee ed è narrato con straordinaria sobrietà e misura emotiva, è una pellicola sulla gratitudine e sul rispetto, una commedia crepuscolare sull’amore filiale e sull’amicizia.

L’opera del regista Ann Hui, si rivela essere sempre incredibilmente vera, basata su eventi e persone reali, ritraendo la società e i rapporti interpersonali così come sono nella vita quotidiana di tutti i giorni. Di nuovo insieme sul grande schermo, il divo del cinema orientale Andy Lau e l’incredibilmente talentuosa Deanie Yip, (che è stata premiata all’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con la Coppa Volpi come miglior attrice) offrono un duetto recitativo che regala grande tenerezza e una dolce commozione.

Vedendo A simple life lo spettatore si sentirà coinvolto in quello che è il dare e avere dei due protagonisti, entrambi di un’umanità spiazzante, intensa, dolce e disinteressata. Si rimane coinvolti dall’umanità con la quale Roger cerca di far capire tutta la sua gratitudine e il suo affetto per la semplicità con la quale Ah Tao ha guidato la sua vita, in un crescendo di sentimento, dall’inizio in cui il rapporto fra “padrone” e domestica è più formale, fino alla fine quando questa distanza viene sempre meno e fra i due si crea un vero rapporto.

Il consiglio sarebbe di vedere il film in lingua originale, per rendere giustizia alle varie sfaccettature e accenti della lingua cinese di Deanie Yip che accompagnano la sua splendida performance recitativa. Ma qual’ora non fosse possibile, speriamo che il doppiaggio le dia giustizia.

Men In Black 3 – Full Trailer ufficiale italiano

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In Men in Black™ 3, gli Agenti J (Will Smith) e K (Tommy Lee Jones) sono tornati indietro…nel tempo. J ha visto cose inimmaginabili nei 15 anni trascorsi nei Men in Black, ma non c’è niente, neanche gli alieni, che renda J così perplesso come il suo sarcastico e reticente collega. Quando la vita di K ed il futuro del pianeta sono in pericolo, l’agente J dovrà viaggiare nel tempo per rimettere le cose a posto. J scopre che ci sono segreti relativi all’universo che K non gli aveva mai rivelato – segreti che scoprirà collaborando con il giovane Agente K (Josh Brolin) per salvare il suo collega, l’agenzia ed il futuro dell’umanità.

Guardia del corpo: in Blu-ray dal 4 Aprile!

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Guardia del corpo: in Blu-ray dal 4 Aprile!

A 20 anni dall’uscita nei cinema, Warner Home Video celebra la straordinario talento di Whitney Huston con la riedizione in Blu-ray del suo spettacolare debutto cinematografico al fianco di Kevin Kostner. Non perdete la voce femminile più bella di tutti i tempi in un film storico, oggi impreziosito dalla qualità dell’alta definizione Blu-ray.

Colour from the Dark: recensione del film

Colour from the Dark: recensione del film

In Colour from the Dark in un casolare sperduto nella campagna ferrarese vive una famiglia di giovani contadini: Pietro (Michael Segal), lavoratore instancabile e marito appassionato, sua moglie Lucia (Debbie Rochon), dolce e paziente, e la sorella di lei, Alice (Marysia Kay), sordomuta affetta anche da disturbi mentali. La ragazza, ormai ventenne, si comporta come fosse ancora una bambina, tanto che non si separa mai dalla sua bambola di pezza, Rosina: la usa quasi come ‘periscopio’, per sondare il mondo che la circonda. Un mondo pericoloso. C’è la guerra, il paese è occupato dai tedeschi, e chiunque offra asilo agli ebrei rischia la vita. Come il signor Giovanni (Gerry Shanahan) e la figlia Anna (Eleanor James), che hanno accolto l’ebrea Teresa (Alessandra Guerzoni) nella loro fattoria, mentre aspettano con ansia il ritorno dal fronte di Luigi (Emmet J. Scanlan), fratello di Pietro, nonché fidanzato di Anna.

Un giorno, quando Alice va a prendere l’acqua al pozzo, si intravede una strana luce che sembra sgorgare dal fondo. Il secchio rimane incastrato laggiù e deve intervenire Pietro. Nel tentativo di sbloccarlo, però, l’uomo inconsapevolmente libera una sorta di entità misteriosa destinata a cambiare per sempre tutto ciò con cui entra in contatto. Se all’inizio si assiste a veri e propri miracoli – Alice riacquista la parola, Pietro guarisce da una malformazione alla gamba che lo fa zoppicare, gli ortaggi nei campi crescono rigogliosi ad una velocità esorbitante – ben presto le cose si metteranno male. Per tutti. A cominciare dall’amabile Lucia. Tanto da richiedere l’intervento di Don Mario (Matteo Tosi). Riuscirà il giovane prete a scacciare questa forza soprannaturale malvagia e sfuggente?

Un casolare isolato, un pozzo profondo, una luce misteriosa, una bambola di pezza. Tutti gli indizi puntano all’horror. Per non parlare del soggetto alla base del film: un racconto del 1927, The colour out of space, di H.P. Lovecraft, maestro indiscusso del fantasy (horror incluso). Mentre però l’autore si concentrava su elementi fantascientifici per caratterizzare la sua storia, il regista di Colour from the dark, Ivan Zuccon – cultore di Lovecraft di lunga data, malgrado la giovane età – adatta il racconto in chiave più ‘intimista’, personalizzandolo. A partire dal teatro che fa da sfondo alle vicende: l’azione viene trasportata dalla provincia americana a quella ferrarese, che Zuccon conosce bene perché è proprio di quelle parti. Il trasferimento geografico presentava per lui un interesse particolare, quasi una sfida: offriva, infatti, la possibilità di calare il mito lovecraftiano dentro una realtà insolita, che non gli appartiene affatto, quella della tradizione cattolica italiana.

La rivisitazione di Zuccon è inoltre ambientata in un periodo molto particolare, nel pieno della seconda guerra mondiale e dell’occupazione tedesca. L’orrore vero del nazifascismo e della Storia del mondo viene dunque a fondersi con l’horror fantasy di questa piccola storia familiare. In fondo, il tema della guerra rappresenta il male dell’uomo, ed è proprio di questo che l’entità misteriosa si nutre. Tuttavia, il regista lascia in secondo piano eserciti e combattimenti, per concentrarsi sui suoi contadini. Dapprima uniti e solidali nel condurre una vita semplice e al tempo stesso faticosa, i personaggi si allontanano sempre più gli uni dagli altri, incapaci di comprendersi e riconoscersi.

“Cosa succede in una famiglia quando tutto va a rotoli?”. Questa l’intenzione ‘intimista’ che ha guidato l’adattamento cinematografico di Zuccon. Certo, non tutti avrebbero pensato all’horror come genere narrativo per trattare una crisi familiare. E, forse, agli occhi dello spettatore, non è proprio la crisi familiare a rappresentare il cuore della vicenda. Che sembra svolgersi seguendo una trama piuttosto banale, infarcita di tutti i must del film horror. Un forza malvagia arriva improvvisamente ad interrompere la tranquilla routine di una famiglia perbene, insinuandosi silenziosa nelle vite dei personaggi. Seguono possessioni più o meno demoniache, allucinazioni, morti trucide e compagnia bella. Certo, essendo un film di genere, è ovvio che vengano rispettati tutti i diktat che il genere stesso comporta. Ma con una tradizione ormai centenaria in materia di horror, ci si aspetterebbe qualcosa di più. Uno sguardo nuovo, un elemento-sorpresa in grado di stupirci davvero. E di spaventarci nel profondo.

Non bastano le musiche d’atmosfera, né le scene splatter con litri di sangue al seguito. Tutto questo ci è fin troppo familiare; ormai sappiamo prevedere ogni mossa. La regia non è sufficientemente efficace nello spiazzarci. Zuccon ha un indubbio gusto estetico e ci regala inquadrature assai suggestive, ma nel quadro complessivo del genere non ci spaventa. Forse perché l’opera vuole essere più intimista; forse perché alcuni effetti visivi risultano quasi ‘datati’ (il film è del 2008); o forse perché il ritmo non è quello classico, incalzante, cui l’horror ci ha piacevolmente abituati (e di cui si sente un po’ la mancanza).

Venduto all’estero in numerosi Paesi, Colour from the Dark esce soltanto adesso in Italia, sottotitolato, grazie al circuito di Distribuzione Indipendente.

Colour from the Dark: alla Casa del Cinema arriva l’horror made in Italy

Il regista Ivan Zuccon (collaboratore fisso di Pupi Avati) presenta il suo Colour from the dark, horror ispirato ad un racconto del maestro del fantasy H.P. Lovecraft. Con lui, gli attori Michael Segal (il protagonista, Pietro) e Matteo Tosi (nel ruolo del prete, Don Mario), il compositore Marco Werba, la co-produttrice Roberta Marrelli, e il distributore Giovanni Costantino (Distribuzione Indipendente).

Only God Forgives: Ryan Gosling first look

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Ecco la primissima immagini apparsa in rete del prossimo film di Nicolas Winding Refn, Only God Forgives che vedrà di nuovo Ryan Gosling in veste di protagonista.

Ti stimo fratello: recensione del film con Giovanni Vernia

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Ti stimo fratello: recensione del film con Giovanni Vernia

In Ti Stimo Fratello Giovanni è un ingegnere elettronico che vive una vita di ripiego. Scappato da Genova per fare carriera a Milano si è accontentato di lavorare come pubblicitario grazie alla sua relazione con la figlia del capo dell’azienda. Suo fratello gemello Jonny invece è un discotecaro doc, che ha in testa solo la musica house e che, quando piomba a Milano per fare l’esame orale ed entrare nella Guardia di Finanza, manda a rotoli la vita apparentemente perfetta del fratello.

E’ questa la premessa semplice di Ti Stimo Fratello, esordio al cinema di Giovanni Vernia, il comico conosciuto a Zelig con il personaggio di Jonny Groove. I comici televisivi che si traferiscono al cinema sono sempre più frequenti e sempre più disarmante è il successo che riscuotono, esempio per tutti è quello di Checco Zalone che ha già all’attivo due lungometraggi e degli incassi da capogiro.

Così la Colorado ha pensato bene di investire su un altro di questi fenomeni, e Vernia si è fatto trovare pronto mettendosi in gioco con un doppio personaggio, oltre che in veste di sceneggiatore e regista, in collaborazione con Paolo Uzzi. La storia è autobiografica, con tanto di dedica finale alla mamma e la confezione del film fa venire in mente un preciso sostantivo: fretta. Ti Stimo Fratello è stato pensato e girato in tempi record e purtroppo quest’ansia di arrivare al cinema traspare dall’approssimazione delle riprese da “buona la prima” e dalla scarsissima conoscenza da parte di Vernia del mezzo cinematografico.

Il prodotto è assimilabile ad una commedia scadente e, tanto per rendere l’idea, i cinepanettoni risultano al confronto veri e proprio film d’autore, considerando che anche se ripropongono sempre la stessa struttura, la stessa volgarità e le stesse facce, a livello produttivo sono collaudati e funzionano. Probabilmente se Ti Stimo Fratello avesse avuto una produzione più ponderata e una regia più curata avrebbe sortito un effetto diverso.

Il personaggio di Jonny Groove rivela tutti i limiti che appartengono alla categoria dei cabarettisti; la loro naturale brevità, adatta ai 5, massimo 10 minuti di sketch sul palco di Zelig, non può reggere in un lungometraggio (93 minuti raramente sono sembrati così lunghi) poiché in genere o ci si limita a reiterare le battute, come è capitato al pur eccellente Cetto La Qualunque di Albanese, oppure si dilata il numero da cabaret, con un risultato scontato: la noia.

Scontato dirlo, i personaggi migliori sono i comprimari, su tutti la zia di Giovanni e Jonny Carmela Vincenti e il veterano Maurizio Micheli, che interreta il padre dei gemelli. Piccoli ruoli anche per Diego Abatantuono e Paolo Sassanelli.

Ti Stimo Fratello si rivela purtroppo un esperimento fallito a livello cinematografico che potrebbe anche riservare sorprese se tutti i fan di Groove andassero a vederlo, ma che fa sentire il cinema italiano sempre più lontano dalla soglia dell’accettabile.

Man in Black 3: Full Trailer!

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Il nuovo full trailer di Men in Black 3 è online, ricco di scene d’azione, di alieni mostruosi e molto altro.

Dwayne Johnson nell’action thriller Ciudad

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Basato su un graphic novel in fase di realizzazione direttamente dalla mano dei fratelli Anthony e Joe Russo con la collaborazione di Ande Parks, l’action thriller Ciudad

Rose Byrne e Anna Faris nella commedia I give it a year

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Nella faticosa impresa di sopravvivere al suo primo anno di vita coniugale, una coppia male assortita cerca di portare avanti il progetto di matrimonio grazie anche al prezioso

Dark Shadow di Tim Burton: altre tre foto!

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Nonostante manchi poco più di un mese all’uscita di Dark Shadows, il nuovo film di Tim Burton, ancora non è stato pubblicato nemmeno un teaser del film. In molti credono che alla fine il film sarà rinviato. Tuttavia negli ultime settimane si è intensificata l’uscita di anticipazione e immagini, che lasciano speranza nella data ufficiale d’uscita. Oggi arrivano altre tre foto del film: 

Zoe Saldana in trattative per Out of Furnace

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Nell’impresa di riunire attorno a sé un cast stellare per il suo progetto che, a quanto egli stesso dice, si contrassegnerebbe come un coraggioso ritorno ai film degli anni settanta,

Kristen Bell tra Some Girls e Frozen

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Kristen Bell tra Some Girls e Frozen

Altri impegni in arrivo per l’affaccendata Kristen Bell. L’attrice, che in questi giorni vediamo nelle sale italiane nel cast di Qualcosa di straordinario e nei prossimi mesi in Movie 43

Molto Forte, incredibilmente Vicino: slitta ancora l’uscita la 23 Maggio!

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La Warner Bros. comunica che la data di uscita italiana di Molto Forte, Incredibilmente Vicino è slittata ulteriormente. Dal 13 aprile, data che a sua volta era stata scelta dopo un primo rinvio, il film è slittato al 23 maggio.

Salt 2: Angelina Jolie rifiuta!

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Salt 2: Angelina Jolie rifiuta!

La Columbia Pictures reduce del successo di Salf, diretto da Phillip Noyce,  ha affidato a Kurt Wimmer, già sceneggiatore del primo film, lo script per un sequel di Salt, proponendo alla Jolie di tornare a vestire i panni della spia in fuga. Tuttavia, le cose sembrano andare un po’ male per lo studio, pare infatti che la Jolie totalmente insoddisfatta dello script, abbia rifiutato di fare il film. Senza la star il film probabilmente non si farà, per cui la Columbia sta attualmente cercando di migliorarlo con lo stesso Wimmer. Vi ricordiamo che la Jolie, prossimamente sarà protagonista per la Disney in  Maleficent.

Fonte: Moviehole

Uscite al cinema del 7, 8 e 9 marzo 2012

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Uscite al cinema del 7, 8 e 9 marzo 2012

Mercoledì 7 marzo – John Carter: John Carter è un soldato della guerra civile, che dopo la fine della guerra si trova senza soldi e senza un lavoro, visto che i soldi confederati non hanno più valore visto che il sud ha perso la guerra. Lui e un suo compagno vanno in Arizona per cercare una miniera d’oro, ma dopo che l’amico viene ucciso dagli indiani si rifugia in una caverna vicina.

Box Office ITA del 5 marzo 2012

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Ottimo esordio per Posti in piedi in Paradiso di Verdone, mentre Quasi amici si conferma secondo con una tenuta eccezionale. Non brillanti le altre new entry…

Carlo Verdone torna a dominare il box office nostrano con il suo nuovo film. Posti in piedi in Paradiso debutta infatti al primo posto con 3 milioni di euro raccolti in 600 sale, un risultato in linea con Manuale d’amore 3 dello scorso anno.

Seconda posizione per Quasi amici, che dopo dieci giorni di programmazione non perde praticamente nulla, forte di un ottimo passaparola: oltre a confermare la posizione in classifica, l’acclamato film francese ripete l’incasso dell’esordio, con altri 1,5 milioni per 3,7 milioni complessivi.

Scende al terzo posto Viaggio nell’isola misteriosa, arrivato a 3,2 milioni con 1,1 milioni raccolti negli ultimi tre giorni.
Safe House – Nessuno è al sicuro con il duo Ryan Reynolds/Denzel Washington apre in quarta posizione con 969.000 euro, seguito da In Time (421.000 euro) che giunge a quota 3,4 milioni.

Hugo Cabret mantiene la sesta posizione con 378.000 euro, arrivando a ben 6,7 milioni totali.

The Woman in Black non registra un risultato particolarmente soddisfacente. Il film horror con Daniel Radcliffe nell’ormai dopo-Potter debutta soltanto al settimo posto con 372.000 euro in oltre 250 sale.
Paradiso amaro scende all’ottavo posto con altri 310.000 euro, per 2,8 milioni totali.

Effetto Oscar per The Artist, benché limitato. Il trionfatore dell’ultima edizione degli Academy Awards, forte dei suoi prestigiosi 5 Oscar, risale dalla diciassettesima alla nona posizione: distribuito in un centinaio di copie in più rispetto alle ultime settimane, il film muto di Michel Hazanavicius raccoglie altri 268.000 euro, arrivando a 2,1 milioni complessivi. Non si tratta tuttavia di un risultato particolarmente brillante, segno che neppure gli Oscar sono stati in grado di far incuriosire il grande pubblico italiano a un film acclamato in tutto il mondo e così diverso dal solito…

Chiude la top10 Com’è bello far l’amore, giunto a 6,1 milioni.
Da segnalare infine il tredicesimo posto dell’Orso d’Oro Cesare deve morire (87.000 euro) e i pessimi risultati di 50 e 50 (47.000 euro) e Gli sfiorati (34.000 euro), rispettivamente diciassettesimo e diciottesimo.

Box Office USA del 5 Marzo

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Il potere delle favole: The Lorax, nuova produzione di Illumination Entertainment, una compagnia parte di Universal, da cui si aspetta con trepidazione il secondo episodio di Cattivissimo me, appena uscito in sala balza in prima posizione della classifica del box office USA di questa settimana con un incasso quasi da Harry Potter: ha totalizzato infatti ben 70 milioni di dollari. Potenza delle favole o potenza del cast, che vede Zac Efron e Taylor Swift prestare la voce ai protagonisti, il film è tratto da un libro del Dr. Seuss, autore tra gli altri di Ortone e il mondo dei chi e del popolare Il Grinch. In seconda posizione, Project X, una sorta di Animal House riadattato ai nostri tempi, in cui tre quasi laureati organizzano il party più grande del campus. Il film ha incassato quasi 21 milioni di dollari. In terza posizione scende il film di guerra Act of valor, che questa settimana aggiunge altri 13.7 milioni di dollari al suo totale che raggiunge quota 45 milioni. Safe House resiste in quarta posizione, il suo incasso, girata la boa del mese in sala, è ormai di 108 milioni di dollari. A metà classifica troviamo la one man comedy con e di Tyler Perry Good deeds,  che arriva quasi ad un incasso totale di 26 milioni di dollari, mentre in sesta posizione scende Journey 2, che dopo quattro settimane di uscita e di classifica, aggiunge altri 7 milioni di dollari all’incasso totale che raggiunge quota 85 milioni. Dopo quattro settimane di classifica, in settiman posizione resiste ancora The vow, la storis di un uomo che cerca di riconquistare l’amore della moglie che ha perso la memoria dopo un brutto incidente.Il film questa settimana ha incassato 6 milioni di dollari, ma il suo totale è arrivato a 112. In ottava posizione rimane ancorato This means war, in cui Reese Witherspoon è contesa tra Tom Hardy e Chris Pine, il film è sempre rimasto in bassa classifica nelle sue tre settimane di uscita, ha un incasso totale di 41 milioni di dollari. In nona posizione scende Ghost rider: spirit of vengeance, il secondo film ispirato al personaggio dei fumetti non ha attratto molto pubblico in sala, visto che dopo 3 settimane il film ha incassato quasi 45 milioni di dollari. Chiude la classifica The artist, ritornato in sala dopo la vittoria agli Oscar: nonostante tutto, il film dopo 15 settimane di presenza in sala, non ha incassato più di 37 milioni di dollari. 

La prossima settimana si attendono le uscite di: il peplum su Marte John Carter, di cui è regista Andrew Stanton di Wall-e,  Silent House, un remake thriller con Elizabeth Olsen, e un nuovo film con Nicolas Cage, Seeking Justice.

Futuro post-apocalittico per Mike McCoy

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Dopo Act of Valor, uscito nei giorni scorsi negli U.S.A. e incentrato sulle vicende di una squadra di Navy Seals, Mike McCoy e Scott Waughn non hanno perso tempo, mettendosi all’opera su nuovi progetti; mentre Black Sands, thriller con protagonista Arnold Shwarzenegger è già in rampa di lancio, i due hanno cominciato a pensare anche a progetti solisti: tra questi, McCoy sta lavorando a God’s Gulch. Scritto da Brooks McLaren su un’idea messa insieme con lo stesso McCoy, il film prenderà le mosse dall’improvviso crollo dell’intera rete informatica globale;

ne nascerà il classico scenario post-apocalittico, con disastri e situazioni ‘al limite’, nel quale l’altrettanto classico gruppo di sopravvissuti tenterà di trovare la strada per la sopravvivenza. Situazioni nelle quali McLaren sembra trovarsi molto a suo agio: sua è anche la sceneggiatura di How It Ends, in cui un uomo cerca di raggiungere la moglie incinta attraversando un modno in rovina: quest’ultimo film verrà portato sugli schermi con la regia di Breck Eisner.

Fonte: Empire

Emmy Rossum, una Beautiful Creature

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Dopo aver partecipato a blockbuster come the Day After Tomorrow e pellicole molto meno memorabili come Dragonball: Evolution, Emmy Rossum si è presa una pausa dal grande schermo per dedicarsi alla televisione (ad esempio nella versione americana di Shameless). L’attrice newyorkese sembra ora avere la possibilità di rilanciare la propria carriera cinematografica, grazie alla partecipazione a Beautiful Creature.

Tratto dal romanzo di Kami Garcia e Margaret Stohl, il film girerà attorno a una storia d’amore dai contorni soprannaturali: i protagonisti (gli esordienti Alice Englert e Jack O’Connell) vivranno una relazione travagliata a causa dei segreti oscuri che circondano le proprie famiglie e l’intera cittadina in cui abitano. La Rossum interpreterà la cugina della protagonista, diventata una strega e una delle sue peggiori nemiche. Il cast vede, tra gli altri, la partecipazione di Viola Davis ed Emma Thompson. Il regista Richard LaGravenese avvierà le riprese in aprile.

Fonte: Empire

Nuovo progetto per Simon Baker

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Dopo il successo ottenuto con The Mentalist, Simon Baker sembra essere tornato al suo ‘primo amore’ e, dopo aver preso parte a Margin Call, si è già imbarcato nel suo prossimo film, Give It A year. La sceneggiatura è stata curata da Dan Mazer, uno degli artefici dei successi di Sacha Baron Cohen, che sarà anche dietro la telecamera. La storia racconterà di una coppia di novelli sposi alle prese coi primi dodici mesi di matrimonio.  Il cast potrebbe includere anche Rafe Spall (già visto in Anonynous e prossimamente in Prometheus), ma non vi sono ancora conferme definitive a riguardo.

Fonte: Empire

Owen Wilson verso Admission

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Dopo aver finito di lavorare a Being Flynn, dirigendo Robert De Niro, Paul Weitz si è messo subito al lavoro sull’adattamento di Admission: per il ruolo della protagonista si è parlato di Tina Fey; in attesa di conferme, arriva in questi giorni la notizia della possibile partecipazione di Owen Wilson al progetto.

Il fim è tratto dall’omonimo romanzo di  Jean Hanff Korelitz e narra di Portia Nathan, responsabile dell’ufficio ammissioni di Princeton e del suo innamoramento per uno studente ‘problematico’ di 17 anni. Owen Wilson avrebbe la parte di un insegnante di liceo che si innamora della protagonista. Sebbene il progetto sia ancora in via di definizione (la stessa sceneggiatura, a cura di Karen Croner, non è ancora definitiva), Weitz avrebbe intenzione di avviare le riprese in giugno.

Fonte: Empire

The Avengers: record di visualizzazione per il trailer del film

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The Avengers: record di visualizzazione per il trailer del film

BURBANK, CALIFORNIA (5 marzo 2012) — I Marvel Studios annunciano che il loro nuovo trailer per il film più atteso della stagione, The Avengers, è stato visto oltre 13,7 milioni di volte