Justin Kurzel
parlando del film ha commentato: “Di fronte al Campidoglio, il
6 gennaio 2021, sono stati appesi dei cappi a imitazione
dell’immaginaria insurrezione descritta in The Turner Diaries, un
romanzo degli anni Settanta: il primo piano generale di terrorismo
interno in America. The Order è una caccia all’uomo nelle
profondità di quell’odio, un presagio di un’America divisa, un
colpo di avvertimento di ciò che è stato e di ciò che potrebbe
accadere“.
La trama di The Order
Nel 1983 una serie sempre più
violenta di rapine in banca, operazioni di contraffazione e rapine
a mezzi blindati sta instillando il terrore nel nordovest degli
Stati Uniti. Tra la confusione delle forze dell’ordine che si
affannano per trovare risposte, un solitario agente dell’FBI di
stanza nella pittoresca e sonnolenta cittadina di Coeur d’Alene, in
Idaho, giunge alla conclusione che non si tratta di criminali
comuni assetati di denaro, ma di un gruppo di pericolosi terroristi
interni al seguito di un leader radicale e carismatico, che stanno
tramando una devastante guerra contro il governo degli Stati
Uniti.
Sono in corso a Torino le riprese
del film The Opera!, opera-musical
diretta, scritta e sceneggiata da Davide Livermore
e Paolo Gep Cucco, con un cast internazionale
composto, tra gli altri, da Valentino Buzza, Mariam
Battistelli,
Vincent Cassel, Erwin Schrott, con la partecipazione
di Caterina Murino, Fanny Ardant, Rossy De Palma.
The Opera! è prodotto da Showlab con
Rai Cinema, con i costumi di scena
realizzati da Dolce&Gabbana. Il film è realizzato con
il sostegno di Film Commission Torino
Piemonte.
Le riprese si svolgeranno
interamente a Torino e termineranno il 1° agosto. The
Opera! narra la storia di tutte le storie: due amanti il
giorno delle nozze, un fato crudele, il viaggio oltre la vita. È la
storia di Orfeo e Euridice, raccontata in un’opera-musical nella
quale il mito è trasposto nella contemporaneità di un linguaggio
narrativo dove la parola, la musica, l’opera, il sound design, la
moda e le arti visive si fondono. È un film visionario, che rompe
schemi e idee preconcette sull’opera, sul musical, sul cinema, in
un linguaggio nuovo ed emozionale.
The Opera! usa le più
belle arie di Verdi, Puccini, Rossini, Mozart, Vivaldi, Boito,
Gluck, inserendole nel flusso narrativo, dove parola parlata e
cantata si fondono in un’esplosione comunicativa in cui i
differenti stili e generi si ibridano con la bellezza del mito,
creando un nuovo linguaggio emotivo.
Il film si avvale delle tecnologie
più innovative: riprese all’interno di un virtual set, utilizzo
della SGI e dei VFX per poter raccontare l’incredibile viaggio di
Orfeo negli inferi. La produzione esecutiva è curata da Luigi De
Giglio per la Digilife Movie.
Le riprese del film si svolgono
all’interno dei “Prodea Led Studios” di Torino: il primo virtual
set cinematografico completo presente in Italia. Uno dei più
innovativi al mondo, grazie alla tecnologia LED passo 1.8 mm. A
livello internazionale, figura tra i più grandi possedendo un
diametro di 16 mt. per un’altezza di 8 mt. Attualmente, in
assoluto, in rapporto altezza/diametro, è il più alto al mondo.
The Opera! Prodotto da
Showlab con Rai Cinema;
realizzato con il sostegno di Film Commission Torino
Piemonte.
Dopo le turbolente vicende di
The Amazing Spider-Man, Marc Webb
torna alla regia con il suo primo amore, la commedia (con
inflessioni drammatiche) The Only Living Boy in New
York. Ecco di seguito il primo trailer:
The Only Living Boy in New
York è basato su una sceneggiatura
di Allan Loeb (Il Dilemma),
e racconta la storia di un ragazzo che scopre il padre alle
prese con una nuova relazione sentimentale con una
donna. Mentre cerca di separarli, il ragazzo si troverà a
dover gestire a sua volta una relazione con la stessa donna.
Nel cast
figurano Kate Beckinsale, Callum Turner
(Green Room), Kiersey Clemons
(Transparent) e Jeff Bridges.
La Walt Disney
Pictures continua la sua caccia in cerca di nuove
idee da proporre sul grande schermo. L’ultima idea, in ordine di
arrivo, riguarda la possibilità di realizzare una trasposizione
cinematografica del romanzo per bambini The One
and Only Ivan.
Il libro, scritto
da Katherine Applegate ed illustrato
da Patricia Castelao, racconta
di Ivan, un gorilla la cui vita è portata
avanti, giorno dopo giorno, all’uscita 8 del Big Top Mall, luogo
dove i visitatori possono ammirarlo in cattività. La vita di Ivan
prosegue felice, attratto dalla TV e dall’arte, senza alcun
rimpianto circa un’esistenza libera. Le cose, tuttavia, saranno
destinate a cambiare con l’arrivo di Ruby, un
cucciolo di elefante sottratto alla propria famiglia che aiuterà
Ivan a cambiare il proprio modo di concepire la propria “casa”.
La produzione della pellicola,
qualora l’idea dovesse concretizzarsi, sarà affidata
ad Allison Shearmur.
Vero decano del Festival di Cannes, Ken Loach sceglie
ancora una volta la Croisette per presentare il suo ultimo – forse
in tutti i sensi – The Old Oak, una storia di
solidarietà e diritti che continua una tradizione cara al regista,
da sempre attento a certi temi e a mettere al centro del suo
sguardo le comunità più disagiate e discriminate. E se pure, a 86
anni, non avrà vinto la sua terza Palma d’Oro o il suo quarto
Premio della Giuria, quello che potrebbe segnare il ritiro dalle
scene di un grande del cinema moderno si conferma un film
(prossimamente in Italia, distribuito da Lucky
Red) in grado di toccare le corde del cuore di tutti e
commuovere i più sensibili.
The
Old Oak, un porto sicuro
Girato nell’ex pub The
Victoria del villaggio di Murton (scelto per le riprese, svoltesi
anche a Horden ed Easington, nella contea di Durham), tutto si
svolge in una piccola cittadina nel nord dell’Inghilterra, dove la
vita scorre placida e ci si ritrova intorno ai tavoli e le birre
del pub locale, il The Old Oak. Male in arnese, ma irriducibile
come il suo proprietario, TJ Ballantyne, sembra diverso da molti
dei suoi avventori, come dimostra all’arrivo di un gruppo di
profughi siriani in fuga dal proprio Paese e mal visti dal resto
della comunità.
Che si divide, tra chi
sente la propria tradizione messa in pericolo e quanti scelgono di
stare vicini a Yara e la sua famiglia. Un legame particolare si
crea proprio tra la giovane donna, curiosa e appassionata di
fotografia, e il bonario e solitario TJ, che finiscono per allearsi
per il bene di tutti e per realizzare una sorta di mensa per i più
bisognosi, a prescindere dalla provenienza. Un progetto che rischia
di trasformare l’unico – e ultimo – luogo di incontro rimasto a
disposizione dei clienti, poco propensi a restare a guardare…
La
realtà, fuori e dentro il (grande) cinema
Come in altre occasioni,
la forza del film parte dalle radici, che il regista affonda nella
realtà che ci circonda, e che spesso trascuriamo per abitudine alla
distrazione o pigrizia, soprattutto sociale (e social), talmente
superficiali da esser pronti a indignarci per il tema del momento,
o più virale, e passare ad altro. Una realtà che Loach e
Paul Laverty – suo amico e sceneggiatore – invece
affrontano da sempre senza paura di schierarsi, instancabili
nell’approfondire storie ed encomiabili nel raccogliere
testimonianze direttamente da chi le vive.
Al punto da chiamare a
interpretarle gli stessi ‘uomini della strada’, come il Dave Turner
di Blaydon, ex vigile del fuoco che dà corpo al TJ protagonista. E
che tra i tanti si rivela il più in grado di assicurare al film un
centro solido intorno al quale crescere. Con una forma
probabilmente meno riuscita di altre volte, purtroppo, ma
ugualmente di impatto. Grazie alla potenza emotiva della
conclusione e di alcuni momenti, nei quali vediamo sottolineata
l’umanità della popolazione – che come gli esuli è stata vittima
per anni di sfruttamento, abbandono e diseguaglianza – e la
disperazione, anche dei più intolleranti, incapaci di direzionare
la propria rabbia sociale, come le cronache di raccontano
quotidianamente.
Si
mangia insieme, si resta insieme
Quella umanità che la
guerra non ha sconfitto diventa linguaggio comune tra quanti
sappiano trovare il coraggio di vedere l’altro, di riconoscere il
“loro” in “noi”. Fondamento imprescindibile per la costruzione del
conflitto e della sua risoluzione da parte di Loach, pur in un
ambito talmente limitato, che fatica a farsi universale nonostante
l’insistenza – a tratti didascalica – sui concetti di “forza,
solidarietà e resistenza”. E sulle seconde possibilità. La scelta
del cibo come mezzo è forse la più fortunata, sia su ampia scala,
quando diventa il fulcro narrativo della seconda parte dello
sviluppo, sia su quella minima, con la traduzione del costume
ancora vivo anche da noi, del cosiddetto “conforto” (che
difficilmente non toccherà chiunque lo abbia provato).
Come detto, è il
messaggio ad arrivare, meno il film, a tratti indebolito da
interpretazioni iperrealiste o eccessivamente naturali (purtroppo
anche quella della Yara di Ebla Mari) e che convince più nella
rappresentazione dei fatti che nella descrizione delle
drammaticità. L’onestà intellettuale del realizzatore impedisce di
dubitare delle sue intenzioni anche quando sullo schermo vengono
raccontati dolori diversi, sorprese salvifiche e sentimenti
sinceri, ché a conquistare il pubblico bastano le fotografie – e
quanto rappresentano – sulle pareti della sala dove lo spirito
della comunità davvero si fa vivo e presente. E nella quale, tra
piatti cucinati insieme e faide riconciliate, tutti potranno
trovare un posto a tavola, e nella storia.
The Old Oak di Ken
Loach, regista tra i più amati di sempre, presentato in
concorso al Festival di Cannes, arriva
nelle sale dal 16 novembre.
Un giorno
dovremo essere così organizzati e determinati da fare in modo che
la solidarietà possa porre fine alla sofferenza e alla necessità di
ricorrere alle lotte. Abbiamo già aspettato troppo a lungo. – Ken
Loach
The
Old Oak, la trama
The Old Oak è un
posto speciale. Non è solo l’ultimo pub rimasto, è anche l’unico
luogo pubblico in cui la gente può incontrarsi in quella che un
tempo era una fiorente località mineraria e che oggi attraversa
momenti molto duri, dopo 30 anni di ininterrotto declino. Il
proprietario del pub, TJ Ballantyne (Dave Turner) riesce a
mantenerlo a stento, e la situazione si fa ancora più precaria
quando The Old Oak diventa territorio conteso dopo l’arrivo dei
rifugiati siriani trasferiti nel villaggio. Stabilendo
un’improbabile amicizia, TJ si lega ad una giovane siriana, Yara
(Ebla Mari). Riusciranno le due comunità a trovare un modo di
comunicare?
Un dramma commovente che parla di perdite, di
paura e della difficoltà di ritrovare la speranza.
L’esordio come
protagonista in una serie
televisiva, The Old Man, del grande Jeff Bridges non poteva che costituire un
evento degno di attenzione, e ancora una volta l’attore-icona ha
dimostrato di saper scegliere con intelligenza i propri ruoli. La
trasposizione del romanzo omonimo scritto da Thomas
Perry possiede una qualità raramente reperibile quando si
tratta di show che affrontano un genere come la spy-story (fin
troppo spesso mescolata all’action soprattutto in tempi recenti: il
tono e il ritmo del racconto si sposano con enorme coerenza all’età
e allo status del protagonista. O meglio dei due protagonisti, ma
ci arriveremo.
The Old Man, la
trama
Partiamo invece con
sintetizzare la trama di The Old Man: Dan Chase
(Jeff
Bridges) sembra vivere gli ultimi anni della propria
vita nel ricordo della moglie scomparsa cinque anni prima,
ritiratosi in una casa di campagna nella più anonima provincia
americana. Un’improvvisa irruzione notturna inizia però a rivelare
il passato dell’uomo, da decenni costretto a nascondersi a causa
del suo coinvolgimento come spia in una guerra ormai dimenticata.
Sulle sue tracce si lanciano l’agente della CIA Harold Harper
(John
Lithgow) e la sua assistente Angela Adams
(Alia Shawkat), con il primo che ha un lungo e
doloroso conto in sospeso con il fuggiasco…
Questa la premessa
narrativa di uno show in sette puntate che invece di puntare alla
spettacolarità delle scene action si concentra nello sviluppare
personaggi a tutto tondo, figure dallo spessore psicologico ed
emotivo potente, in grado di catturare non soltanto l’attenzione
del pubblico ma soprattutto la sua empatia. Una delle prerogative
principali di The Old Man sta nel raccontare con perizia tutte le
sfaccettature non soltanto del protagonista ma anche di quello che
dovrebbe essere l’antagonista, ma che fin dal pilot si rivela
essere un uomo con più di una dimensione. Ed ecco allora che il
rapporto tra i due contendenti prima della storia diventa uno di
quegli affascinanti scontri tra figure in chiaroscuro, che sanno
quello che devono fare pur conoscendo il peso e le conseguenze
delle loro azioni. Quando poi a confrontarsi sono due attori di
enorme esperienza e bravura quali Jeff Bridges e il sempre troppo
sottovalutato John Lithgow, ecco che il livello della tensione
emotiva di The Old Man si eleva fino a livelli di intrattenimento
potente, adulto, realmente in grado di emozionare. Eppure tra i due
grandi decano dell’entertainment americano stavolta a convincere
maggiormente è una Alia Shawkat stringata, precisa del dipingere il
suo personaggio eppure vibrante quando si tratta di lasciarne
trasparire la vita interiore. Insomma, un trio di attori
superlativi – a cui vogliamo aggiungere l’apporto efficace di Amy
Brenneman – in grado di rendere lo show assolutamente degno di
essere visto.
Jeff Bridges esordisce nella serialità
È dunque una serie senza
difetti The Old Man? Francamente ci sarebbe
piaciuto molto poterlo scrivere. Il grosso problema dello show sta
nei flashback frequenti che vengono adoperati per raccontare la
backstory di Chase e il suo coinvolgimento in Medio Oriente: in
questo caso purtroppo sia narrazione che in particolar modo messa
in scena di fanno visibilmente più approssimative, arrivando
addirittura in alcuni momenti a minare la credibilità morale ed
emotiva dei personaggi raccontati. Un vero peccato, in quando una
maggiore compressione di questa linea temporale e il tentativo
magari di suggerire maggiormente invece di “spiegare” il passato di
Chase lo avrebbero reso un personaggio ancor più ricco.
Rimane il fatto che The
Old Man è intrattenimento corposo, in grado di restituire il dramma
dei personaggi e della loro vicenda. E in più possiede [no
spoiler!] un finale aperto soltanto in apparenza, mentre invece
chiude con grazia e precisione un discorso sul valore dei rapporti
umani che è poi la base portante dello stesso show. Da vedere senza
il minimo dubbio.
Guarda il teaser trailer ufficiale
di The Old Man & The Gun, il nuovo film con
protagonista la leggenda del cinema Robert
Redford. Il film sarà presentato oggi alla Festa
del cinema di Roma.
The Old Man & The
Gun è ispirato alla storia vera di Forrest
Tucker (Robert
Redford), un uomo che ha trascorso la sua vita tra
rapine in banca ed evasioni dal carcere. Da una temeraria fuga
dalla prigione di San Quentin quando aveva già 70 anni, fino a una
scatenata serie di rapine senza precedenti, Forrest Tucker
disorientò le autorità e conquistò l’opinione pubblica americana.
Coinvolti in maniera diversa nella sua fuga, ci sono l’acuto e
inflessibile investigatore John Hunt (Casey
Affleck), che gli dà implacabilmente la caccia ma è allo
stesso tempo affascinato dalla passione non violenta profusa da
Tucker nel suo mestiere, e una donna, Jewel (Sissy
Spacek), che lo ama nonostante la sua professione.
Bim Distribuzione ha
diffuso il trailer italiano ufficiale di The Old Man & the
Gun, il film che segna l’ultima incredibile
interpretazione dell’attore e regista statunitense Robert
Redford prima del ritiro dalle scene dopo cinquantasei
anni di carriera.
Il film si basa sulla storia vera di
Forrest Tucker (Redford), dalla coraggiosa fuga dal carcere di San
Quintino vall’età di 70 anni fino a una serie di colpi senza
precedenti che incantarono il pubblico e lasciarono le forze
dell’ordine a brancolare nel buio. A dare la caccia a Tucker sono
il detective John Hunt (Casey Affleck), sempre più
affascinato dalla dedizione di Forrest all’arte del furto, e una
donna (Sissy Spacek) che lo ama nonostante la
professione che si è scelto.
The Old Man & The
Gun si basa sulla storia abbastanza vera, come scritto sui
titoli di testa, di Forrest Tucker (Robert
Redford), dalla coraggiosa fuga dal carcere di San
Quintino all’età di 70 anni fino a una serie di colpi senza
precedenti che incantarono il pubblico e lasciarono le forze
dell’ordine a brancolare nel buio. A dare la caccia a Tucker sono
il detective John Hunt (Casey
Affleck), sempre più affascinato dalla dedizione di
Forrest all’arte del furto, e una donna (Sissy
Spacek) che lo ama nonostante la professione che si è
scelto.
Uscire dalle scene con stile.
The Old Man & The Gun, presentato all’ultimo
festival di Toronto, è introdotto come l’ultimo film di
Robert Redford. L’attore, in attività da circa 40
anni e ora ultraottantenne, ha infatti deciso di ritirarsi dalle
scene, forse per dedicarsi solamente alla sua altra attività di
successo: il Sundance Festival.
I ruoli che Robert Redford ha
ricoperto nella sua lunga carriera sono numerosi: da Sundance Kid
in Butch Cassidy alla romantica controparte di
Jane Fonda in A piedi nudi nel parco, dal campione
di baseball ne Il migliore al boss supercattivo in
Captain America: Winter Soldier. Come capita
ultimamente a molti attori della sua generazione, ora affronta
ruoli che hanno più a che fare con la sua età, come abbiamo visto
l’anno scorso nel film prodotto da Netflix e presentato alla Mostra del cinema
di Venezia Our souls at
night, in cui ritrovava Jane Fonda in una storia d’amore che sfidava i
limiti dell’età.
In The Old Man &
The Gun, diretto da David Lowery, di cui al Sundance si è
visto A ghost story, Redford ha più di un elemento
in comune con il protagonista: come Tucker infatti, si diverte a
fare ciò che gli piace di più, nel caso del primo recitare, nel
caso del secondo fare rapine in banca. Il tutto è reso chiaro in
una battuta del film: “Se penso che questo sia un buon modo di
vivere? Per me questo è la vita”: Tucker sente di vivere solo
nel momento in cui, con garbo e calma, rapina le banche, mostrando,
senza mai estrarre, la pistola che dà il titolo alla pellicola e
soprattutto, senza mai sparare un colpo.
Tucker è un ladro gentiluomo, che
affascina persino chi gli sta alle calcagna, l’ispettore
interpretato da Casey Affleck. A condividere vita e rapine ci
sono poi altri due compari, coetanei e con caratteri complementari
a quello di Tucker: Teddy e Waller, interpretati rispettivamente da
Danny Glover e da Tom Waits,
perfetto nel ruolo di un ladro con passione per la poesia e gli
audiolibri. A completare il quadro, e a cercare di dare un
equilibrio alla vita di Tucker, è il personaggio di Sissy
Spacek, donna indipendente e comprensiva, che sa
esattamente da che parte stare.
Costruito, a partire dai titoli di
testa, nello stile dei polizieschi anni ’70 e girato in 35mm, dando
quindi al film una grana che rimanda alle pellicole di quell’epoca,
The Old Man & the Gunè un omaggio alla carriera di
Robert Redford, di cui il regista riesce a
inserire in maniera intelligente alcuni contributi e anche
un’affermazione di resistenza da parte dello stesso attore,
che lascia le scene ma non certo perché le forze lo abbiano
lasciato. Il film è in selezione ufficiale alla Festa del
cinema di Roma 2018 e uscirà in sala con Bim a partire dal
20 dicembre.
Oltre ai due protagonisti nel cast
di The Old
Guard anche Kiki Layne, Marwan Kenzari, Harry
Melling, Van Veronica Ngo, con Matthias
Schoenaerts e Chiwetel Ejiofor. Il film è
prodotto da David Ellison, Dana Goldberg, Don Granger, Charlize Theron, AJ Dix, Beth Kono, Marc
Evans.
The Old Guard, la trama
Da secoli il mondo dei
mortali è protetto da un gruppo clandestino guidato da una
guerriera di nome Andy (Charlize
Theron). Al suo interno ci sono mercenari molto uniti
tra loro e che stranamente non possono morire. Durante una missione
urgente le straordinarie capacità dei componenti della squadra
diventano improvvisamente pubbliche. Ora tocca ad Andy e all’ultima
arrivata Nile (Kiki Layne) aiutare il team a scongiurare il
pericolo rappresentato da chi, a qualsiasi prezzo, intende
replicare e sfruttare economicamente questo dono. Tratto dal
celebre fumetto di Greg Rucka e con la regia di Gina
Prince-Bythewood (LOVE & BASKETBALL, BEYOND THE LIGHTS – TROVA LA
TUA VOCE), The Old Guard racconta una storia
cruda, ancorata alla realtà e piena d’azione che dimostra come
vivere per sempre non sia così semplice.
Si intitola The Old Guard il nuovo film originale
Netflix, disponibile sulla piattaforma dal
10 luglio. Basato sul fumetto in tre volumi omonimo di Greg
Rucka, che firma anche la sceneggiatura, il film è diretto
da Gina Prince-Bythewood, regista che si sta
facendo spazio nel mondo del cinema action, e che vedremo forse al
timone dei prossimi progetti SONY su Black Cat e Silver
Sable.
Il film racconta di un antico corpo
di guerrieri immortali, guidati da Andy, la più anziana tra loro.
Sono creature speciali, che una volta morte, si risvegliano
investite di questo incredibile potere, l’immortalità. Guariscono
da qualsiasi ferita, sono imbattibili nello scontro corpo a corpo,
sono delle macchine letali che, nel corso dei secoli, hanno aiutato
l’umanità. Accanto a Andy, decennio dopo decennio, sono arrivati
altri immortali: Joe e Nicky, soldati che si sono scontrati durante
le Crociate, uccidendosi a vicenda, per poi scoprire, in questa
nuova vita immortale, di essere anime gemelle; Booker, che ha
combattuto nell’esercito di Napoleone, e lì è morto e poi rinato,
osservando da lontano tutta la sua famiglia, moglie e tre figli,
crescere, invecchiare e morire. Infine arriva Nile, giovane marine
in Afghanistan, che dopo una missione finita con la sua gola
tranciata, si risveglia viva, vegeta e senza un graffio o una
cicatrice, una nuova immortale che si unisce, incredula, alla
Vecchia Guardia, che intanto si trova ad affrontare un nemico
inedito. Una casa farmaceutica si è messa in testa di studiarli,
vivisezionarli ed estirpare dal loro DNA una panacea per tutti i
mali del mondo e, forse, un elisir di lunga vita.
Il cast stellare di The Old Guard
Il primo elemento di interesse che
va sottolineato nella recensione di The Old Guard
è senza dubbio il cast. Inclusivo, variegato, innegabilmente bello
e caratterizzato da dosi massicce di talento. La più giovane del
gruppo e interprete di Nile, Kiki Layne, l’abbiamo
già vista (e ce ne siamo innamorati) in Se la strada potesse parlare, di Barry
Jenkins, ma qui sfodera tutta una serie di skill action
inedite ed estremamente nelle sue corde. Tocca poi al fascinoso
Matthias Schoenaerts, che interpreta Booker, e
che alla componente action aggiunge anche quella più introspettiva
del gruppo, dal momento che mette sul piatto non il dono
dell’immortalità, ma la sua maledizione, ovvero la sopravvivenza a
tutti coloro che gli sono stati cari e che non ci sono più. Reduce
dal successo di
Aladdin in live action, in cui interpreta Jafar,
Marwan Kenzari è Joe, il soldato musulmano morto
durante le crociate. Il suo destino, nel film, è legato a doppio
filo a quello di Nicky, interpretato da Luca Marinelli. Il golden boy del cinema
italiano torna qui all’azione pura, dopo la capatina nel genere con
Lo chiamavano Jeeg Robot, e dimostra di essere
completamente a suo agio nei panni di un soldato cristiano
immortale, trapiantato ai nostri giorni e follemente innamorato del
suo compagno (è il caso di dirlo) di una vita, Joe.
Charlize l’immortale
Chiude il gruppo la leader,
Charlize Theron, che interpreta Andromaca di
Scizia. Che sia la famosa principessa di Tebe andata in sposa a
Ettore di Troia, non ne abbiamo certezza, sappiamo però che, dopo
la prima morte, si è risvegliata immortale, e decisamente letale.
L’attrice premio Oscar ha già dimostrato di essere perfettamente in
grado di reggere un film d’azione, Atomica Bionda ne è la prova, ma questa volta,
senza poter contare su un personaggio glamour, come quello di
Lorraine, né su un look ed un abbigliamento accattivante, come nel
caso di Æon Flux, o ancora su un’ambientazione
postapocalittica da vera dura, come per Furiosa,
Theron riduce all’essenziale la sua performance, dimostrando che il
suo flessuoso corpo, allenato alla danza classica e alle movenze
seducenti che l’hanno fatta conoscere al mondo (vedi spot
Martini), si prestano benissimo alle coreografie acrobatiche e
alle botte da orbi che tira giù in The Old Guard.
Senza troppi fronzoli, la sua Andy è un personaggio solido, duro,
molto severo, sofferente, forse l’elemento più interessante del
film, specialmente quando “mena”.
Nonostante questo cast incredibile
e una buona dose di azione pura e divertente, The Old
Guard mostra il suo limite nella sua natura seriale. È
l’adattamento del primo capitolo di una trilogia, ed è scritto come
tale, non ha quindi un’autonomia narrativa e lascia aperte troppe
strade, accenna troppi personaggi, propone pigramente troppi
flashback, abbozza tutta la storia, senza approfondire nessuno
degli argomenti toccati, sperando forse in un sequel che non
sappiamo se sia ufficiale o meno. Questa mancanza di solidità nella
struttura della storia mina tutta la resa del film, che si riduce,
appunto, ad una serie di scene d’azione divertenti e nulla più.
Il film è diretto da Gina
Prince-Bythewood (Love & Basketball, Beyond The
Lights), ed è basato sull’omonima serie graphic novel di
Greg Ruck, illustrata da Leandro
Fernández. La sceneggiatura è dello stesso Rucka e di Gina
Prince-Bythewood. The Old Guard è prodotto da
David Ellison, Dana Goldberg e Don
Granger per Skydance, insieme a Marc Evans,
Charlize Theron, Beth Kono e AJ Dix per
Denver and Delilah. Stan Wlodkowski e Greg
Rucka sono produttori esecutivi.
Basata sull’omonima serie graphic novel di Greg Ruck e
illustrata da Leandro Fernández, The Old
Guard racconta la storia di un piccolo gruppo di
mercenari divenuti immortali, che deve combattere per tenere unita
la squadra dopo aver scoperto l’esistenza di un nuovo immortale e
che i loro super poteri sono a rischio.
The Old
Guard sarà disponibile prossimamente su
Netflix.
REGIA: Gina
Prince-Bythewood SCRITTO DA: Greg Rucka, Gina Prince-Bythewood BASATO su: The Old Guard, di Greg Rucka (storia) e
Leandro Fernandez (illustrazioni) CAST: Charlize Theron, Matthias Schoenaerts, Luca
Marinelli, KiKi Layne e Marwan Kenzari. PRODUTTORI: David Ellison, Dana Goldberg e Don
Granger (Skydance); Marc Evans, Charlize Theron, Beth Kono e AJ Dix
(Denver and Delilah) PRODUTTORI ESECUTIVI: Stan Wlodkowski, Greg
Rucka
Netflix
Netflix è il più grande servizio di intrattenimento via Internet
del mondo, con oltre 148 milioni di abbonati paganti in oltre 190
paesi che guardano serie televisive, documentari e film in un’ampia
varietà di generi e lingue. Gli abbonati possono guardare tutto ciò
che vogliono in qualsiasi momento, ovunque e su ogni schermo
connesso a Internet. Possono mettere in pausa e riprendere la
visione a piacimento, senza interruzioni pubblicitarie e senza
impegno.
Il film NetflixThe Old
Guard (qui la recensione) ha subito
diversi cambiamenti significativi nel passaggio dalla pagina allo
schermo. Ideata da Greg Rucka e Leandro
Fernández, la storia è infatti nata come serie a fumetti.
Pubblicata nel 2017, The Old Guard: Opening Fire è stata
edita da Image Comics e ha avuto cinque numeri.
Accolta con favore sia dalla critica che dagli appassionati di
fumetti, Rucka e Fernández hanno poi prodotto un seguito, The
Old Guard: Force Multiplied. Questa serie di cinque numeri si
è poi conclusa a metà luglio 2020 ed è già stata confermata una
terza e ultima serie, The Old Guard: Fade Away.
The Old Guard era
incentrato su un gruppo di immortali. Guidato da Andromache
di Scizia, alias Andy, interpretata da
Charlize Theron, il gruppo ha combattuto per
secoli per l’umanità. Dopo innumerevoli guerre, il film riprende ai
giorni nostri con l’eclettico gruppo che lavora come mercenario.
Nonostante la regola di Andy di non lavorare troppo spesso per lo
stesso cliente, hanno accettato una missione per salvare un gruppo
di bambini rapiti. Sfortunatamente, la missione si rivela una
trappola che espone le loro abilità a Steven
Merrick (Harry Melling), uno spietato
uomo d’affari che cerca di sfruttarli per guadagno economico. La
missione del gruppo di evitare la cattura è ulteriormente
complicata dal tradimento di uno dei loro membri e dall’emergere di
un nuovo immortale: Nile Freeman (KiKi
Layne).
Il film è stato diretto da Gina Prince-Bythewood,
che ha lavorato su una sceneggiatura scritta dallo stesso Rucka. Di
conseguenza, il film è stato un adattamento estremamente fedele al
materiale originale, tanto che gran parte dei dialoghi del fumetto
sono stati riportati alla lettera sullo schermo. Tuttavia,
The Old Guard non è privo di differenze. Molte di
queste sono estremamente minori, come il fatto che Merrick non
fosse affatto il personaggio muscoloso che è sulla carta, le scene
d’azione aggiuntive e il fattore di guarigione che funzionava in
modo diverso. Altre, invece, sono piuttosto sostanziali e
probabilmente avranno un impatto sulla storia futura.
La posta in gioco è aumentata
notevolmente nel terzo atto di The Old Guard,
quando Andy ha improvvisamente perso la sua immortalità. Questo
sviluppo ha avuto diverse funzioni. Innanzitutto, ha aggiunto
ancora più tensione alla battaglia finale del film, con gli altri
immortali che dovevano proteggere attivamente la loro leader dai
colpi di arma da fuoco, eliminando al contempo i soldati nemici. Ha
anche contribuito a ricordare ad Andy quanto la vita sia fragile e
preziosa. Infine, ha portato la protagonista a ricordare che
l’umanità non è poi così male. Ciò è stato rappresentato in modo
particolare nella sua interazione con un gentile sconosciuto, che
l’ha aiutata a medicare una ferita da taglio che Andy aveva subito.
Tuttavia, l’arco narrativo è completamente originale. In entrambi i
volumi della serie a fumetti già pubblicati, l’immortalità di Andy
è rimasta intatta.
La dichiarazione d’amore di Joe a
Nicky
Durante il film, Joe viene preso in
giro da uno degli uomini di Merrick sul fatto che Nicky sia il suo
ragazzo. In risposta, Joe ha risposto che “ragazzo” non è affatto
una descrizione sufficiente di ciò che Nicky è per lui. Questo
momento si è rivelato uno dei più popolari e celebrati di
The Old Guard. È stato anche uno di quelli che lo
stesso Rucka ha insistito per inserire nel film, specificandolo
persino nel suo contratto. Tuttavia, il discorso di Joe era ancora
più ampio sulla pagina e conteneva diversi paragoni poetici, tra
cui il modo in cui “i pensieri stessi di Nicky rendono musicale il
quotidiano”. Pertanto, i fan della scena che successivamente si
avvicineranno al materiale originale rimarranno piacevolmente
sorpresi.
Il passato e le motivazioni di
James Copley
Interpretato da Chiwetel Ejiofor, il personaggio di James
Copley è stato molto più approfondito sullo schermo. Nei fumetti
originali, l’ex agente della CIA è spinto dal reddito senza dubbio
considerevole che gli garantisce il lavoro per Merrick. Nel film,
invece, le sue motivazioni provengono da un luogo molto più
comprensibile. All’inizio del film menziona che sua moglie è morta
di SLA. Sulla scia di quella tragedia, Copley si è impegnato a
risparmiare ad altri un destino simile e il tipo di dolore che ha
provato lui. In entrambe le versioni, alla fine si rende conto dei
propri errori e tradisce Merrick. Il cambiamento nella sua storia
personale, tuttavia, serve anche ad approfondire quella
decisione.
Piuttosto che essere semplicemente
disgustato dai metodi, dall’avidità e dal sadismo palese di
Merrick, nella versione cinematografica Copley è spinto ad aiutare
gli immortali per onorare meglio la memoria di sua moglie. Anche
ciò che accade dopo è diverso dal fumetto. Nelle pagine del
fumetto, Copley riceve clemenza e gli viene concesso di vivere, e
in seguito incrocia nuovamente la strada degli eroi. Nel film,
invece, Andy lo recluta attivamente, in modo da poter usare le sue
conoscenze per coprire le tracce degli immortali in futuro. In
questo modo, probabilmente diventerà una figura più centrale in
futuro. Anche Nile è stata resa più articolata, con l’aggiunta di
un elemento di dolore nella sua storia familiare che alimenta
alcune delle sue decisioni.
Un altro dei cambiamenti più
significativi apportati a The Old Guard riguarda
il personaggio di Quynh (Veronica
Ngo). Nel fumetto, il suo nome è Noriko
ed è di origini giapponesi. Sullo schermo, il personaggio è stato
reso vietnamita e il suo nome è stato modificato di conseguenza.
Questi cambiamenti sono stati apportati proprio grazie alla stessa
Ngo. In un’intervista con Polygon, Rucka ha rivelato che quando Ngo
è stata ufficialmente scelta per il ruolo, ha detto: “Sono
vietnamita, non giapponese”. Prince-Bythewood lo ha quindi
contattato e gli ha chiesto se fosse possibile accogliere questa
richiesta. Rucka è stato felice di onorare e rispettare questo
desiderio. In questo modo, The Old Guard si è
dimostrato ancora più attento alla rappresentazione, evitando la
tendenza tipica di Hollywood di mescolare e abbinare culture
asiatiche.
Anche alcuni elementi del destino
tormentato e acquoso del personaggio sono stati modificati dal
libro allo schermo. Come Noriko, viene semplicemente spazzata via
da un’onda durante una tempesta particolarmente forte. Come Quynh,
il fatto che sia stata sottoposta a secoli di annegamento è più una
scelta consapevole derivante dalla crudeltà e dall’ignoranza
dell’umanità. Dopo che lei e Andy vengono catturati durante i
processi alle streghe in Inghilterra, entrambi vengono giustiziati
in vari modi. Quando inevitabilmente nessuno dei metodi di
esecuzione funziona, viene rinchiusa in una gabbia di ferro e
gettata deliberatamente in mare.
Secondo Rucka nella stessa
intervista, il cambiamento è stato in parte dovuto alla volontà di
evitare la costosa misura di ricreare una tempesta del genere. La
scelta è stata consolidata dall’idea suggerita da Prince-Bythewood
di includere l’immagine della gabbia di ferro. Questo momento si
ricollega ora, sia dal punto di vista narrativo che tonale, al
ritorno di Quynh nella scena prima dei titoli di coda del film, che
è stata anticipata rispetto alla timeline del fumetto. Un altro
sottile cambiamento alla timeline del fumetto è stato apportato da
Andy, che afferma di aver incontrato Quynh prima di Lykon, mentre
nel fumetto era il contrario.
Un altro punto di svolta è arrivato
nel terzo atto di The Old Guard, quando Copley ha
rivelato la profondità della sua ricerca sugli immortali. Sebbene
il gruppo abbia sempre cercato di usare i propri poteri per il
bene, non era mai stato a conoscenza del quadro più ampio che si
stava formando grazie alle loro azioni. Da tutto ciò che Copley
aveva raccolto, tuttavia, hanno appreso che per ogni persona che
avevano salvato c’era stato un effetto a catena che aveva portato
grandi benefici all’umanità nel suo complesso. Questo si
manifestava sotto forma di scoperte mediche, progressi tecnologici
positivi o prevenzione di gravi catastrofi.
La notizia ha spinto Nile a lasciar
andare le sue apprensioni e a unirsi ufficialmente alla squadra
alla fine del film. Inoltre, ha riacceso la fede di Andy e le ha
restituito il senso di scopo. Sebbene la rivelazione sia presente
nella serie a fumetti, essa non arriva fino al secondo volume,
piuttosto che al volume su cui si basa principalmente il film. Di
conseguenza, insieme al ritorno di Quynh, gli spettatori si trovano
ad affrontare una linea temporale molto più accelerata nella
trilogia di film pianificata da Rucka. Questa decisione produrrà
probabilmente un effetto a catena, con ulteriori cambiamenti,
deviazioni ed espansioni della storia che si svilupperanno in modo
esponenziale nei futuri capitoli di The Old
Guard.
The Old
Guard (qui la recensione) di Netflix
si è concluso con scene d’azione davvero emozionanti e un colpo di
scena che prepara perfettamente il terreno per il sequel: ecco
quindi una sintesi di tutto ciò che è accaduto nel finale. Ideata
da Greg Rucka e Leandro
Fernández, la storia è nata come serie a fumetti.
Pubblicato nel 2017, The Old Guard Vol 1: Opening Fire è
stato edito da Image Comics e ha avuto cinque
numeri. Accolta con favore sia dalla critica che dagli appassionati
di fumetti, Rucka e Fernández hanno poi prodotto un seguito,
The Old Guard Vol 2: Force Multiplied. Estremamente
fedele al materiale originale, il film The Old
Guard realizzato per Netflix ruota attorno a un gruppo di immortali.
Guidato da Andromaca di
Scizia, alias Andy (Charlize
Theron), il gruppo ha trascorso secoli a combattere
per l’umanità. Dopo innumerevoli guerre, il film riprende ai giorni
nostri con il gruppo eterogeneo che lavora generalmente come
mercenari. Contro il parere di Andy, accettano una missione di
salvataggio dall’ex agente della CIA James Copley
(Chiwetel
Ejiofor). Sfortunatamente, la missione si rivela una
trappola che espone le loro abilità a Steven
Merrick (Harry Melling), un uomo d’affari
spietato che cerca di sfruttarli per guadagno finanziario. La
missione del gruppo di evitare la cattura è ulteriormente
complicata dall’emergere di un nuovo immortale: Nile
Freeman (KiKi Layne).
Inoltre, nel terzo atto del film si
scopre che Andy ha perso i suoi poteri. Nonostante ciò, rimane
determinata a sconfiggere Merrick e a salvare i suoi amici
catturati. Allo stesso modo, Nile supera la sua esitazione a
lasciarsi alle spalle il mondo che conosce e consolida la sua
posizione nella squadra combattendo al fianco di Andy. A loro si
uniscono Copley e Booker (Matthias
Schoenaerts), entrambi desiderosi di espiare i loro
tradimenti passati. Uscita vittoriosa e nuovamente libera dalla
persecuzione, la squadra passa a un nuovo status quo con un
rinnovato senso di scopo. Tuttavia, con un colpo di scena finale
che rivela il ritorno di una figura perduta da tempo del passato di
Andy, rimangono diverse domande aperte per un potenziale
sequel.
A metà di The Old
Guard, Andy si rende conto che una ferita da taglio che ha
subito non sta guarendo. Il fatto che abbia perso la sua
immortalità le viene ribadito quando viene colpita da Booker.
Sebbene stia tradendo la squadra, lui crede ancora che lei guarirà.
Quando ciò non accade, Copley le chiede come abbia perso i suoi
poteri. Il film non offre una risposta a questa domanda; si afferma
solo che gli immortali perdono il loro potere in modo casuale, così
come lo ottengono. Ciò non è determinato dall’età, dal numero di
immortali nel mondo, dal numero di ferite accumulate o da qualsiasi
altra cosa. I personaggi credono di avere un tempo prestabilito e
che sia solo questione di arrivare a quel momento.
Rucka ha creato il fumetto originale
senza alcun desiderio di approfondire come funziona tutto questo,
ma piuttosto per affrontare le conseguenze emotive e il tumulto che
l’immortalità provoca. Pertanto, il modo in cui Andy ha perso i
suoi poteri probabilmente non verrà esplorato, a meno che un nemico
incombente non abbia trovato un modo per disattivare l’abilità nel
mondo dell’adattamento cinematografico. Il perché di tutto ciò,
tuttavia, può essere facilmente scoperto nei temi del film.
All’inizio del film, Andy esprime la sua stanchezza della vita e la
convinzione che il mondo sia ormai irrecuperabile. In breve, Andy
aveva perso la fede, sia nell’umanità che nella sua missione.
Tuttavia, diventando mortale, ha
nuovamente capito quanto sia preziosa la vita. Come afferma un
personaggio, “la vita non ha senso se non vale la pena di essere
vissuta”. Perdendo il suo potere di vivere per sempre, Andy
riscopre la sua voglia di vivere. Inoltre, decide di vivere al
massimo, sapendo che ora la sua vita è finita. Questo cambiamento
di atteggiamento è ulteriormente rafforzato dalla nuova
consapevolezza di come le sue azioni abbiano aiutato. Essendo stata
immersa nelle battaglie e poi essendo andata avanti, Andy non era
mai stata a conoscenza del quadro generale. Alla fine viene
introdotta a questo da Copley, che le rivela come ogni persona che
ha salvato abbia portato a sua volta un beneficio monumentale
all’umanità.
Anche se la vera fonte
dell’immortalità della squadra non verrà rivelata completamente,
rimane chiaro che c’è un potere superiore all’opera e un elemento
di destino in gioco. In quanto tale, la perdita dell’immortalità da
parte di Andy è probabilmente parte di questo destino, uno sviluppo
necessario per portarla dove deve andare. Questo fatto è reso
ancora più evidente nella scena con il chimico, durante la quale
Andy viene trattata con gentilezza e compassione. Il suo nuovo
stato di vulnerabilità la porta direttamente a un momento che le
ricorda ulteriormente il bene di cui l’umanità è capace. A sua
volta, lei giura ancora una volta di combattere per loro.
La nuova squadra di The Old Guard e
l’esilio di Booker
Dopo la morte di Merrick e la
sconfitta delle sue forze, il gruppo ottenne finalmente la libertà
di rivalutare la situazione. Sebbene Booker fosse stato coinvolto
nell’operazione per salvare i loro amici, il suo tradimento nei
confronti della squadra non era stato dimenticato. Allo stesso
modo, ad eccezione della disponibilità di Nile a lasciar perdere
con delle scuse, non era stato perdonato. Normalmente, Andy lo
avrebbe giustiziato. Tuttavia, dato che Booker era immortale, la
squadra ha invece votato per esiliarlo per 100 anni. Anche se gli
immortali non sanno mai quando torneranno mortali, si prevede che
Booker vivrà facilmente fino a quel momento, avendo solo pochi
secoli di vita rispetto agli altri.
Dato che Andy non è più immortale,
lei e Booker si sono separati credendo che fosse l’ultima volta che
si sarebbero visti. Nile stessa ha scelto di rimanere con la
squadra e di prendere effettivamente il suo posto. Anche se per
tutto il film ha desiderato tornare dalla sua famiglia e alla sua
vecchia vita, tutto è cambiato nel terzo atto di The Old
Guard. Vedendo con i propri occhi i segni di un potere
superiore che agisce attraverso le azioni degli immortali, ha
deciso di unirsi a loro. A tal fine, si unirà a loro anche
Copley.
Egli fungerà da responsabile del
gruppo man mano che questo diventerà una squadra di operazioni
segrete attiva e indipendente. Pertanto, in un possibile sequel, la
squadra sarà composta da Andy, Joe, Nicky, Nile e Copley. Tuttavia,
data la scena dei titoli di coda, è probabile che Booker torni nel
gruppo molto prima di quanto previsto dall’esilio, oppure finisca
per lavorare di nuovo contro di loro, se il tempo trascorso
sott’acqua ha reso Quyhn malvagia. C’è anche la possibilità che nei
film futuri emergano altri immortali.
Perché Copley ha davvero cambiato
schieramento
Il retroscena di Copley è stato
approfondito maggiormente sullo schermo. Mentre il tradimento del
suo omologo nei fumetti era motivato semplicemente dal denaro, la
versione di Ejiofor è infinitamente più tragica. Dopo aver perso la
moglie a causa della SLA, il suo dolore lo ha spinto a cercare di
liberare l’umanità dalla malattia e di evitare alle persone di
dover passare ciò che ha passato lui. Nel perseguire questo
obiettivo, ha aiutato a consegnare gli immortali a Merrick.
Tuttavia, Copley si rese conto che gli obiettivi di Merrick non
erano affatto altruistici come i suoi, ma semplicemente motivati
dal potenziale profitto.
Inoltre, assistette in prima persona
alla natura immorale dei medici che conducevano gli esperimenti su
Joe (Marwan Kenzari) e
Nicky (Luca
Marinelli) e al sadismo smisurato di Merrick quando li
pugnalò per puro divertimento personale. A questo punto, Copely
aveva già accumulato una grande quantità di prove riguardo al bene
che Andy e il suo team avevano compiuto. Affermò che il bene nato
dalle azioni del gruppo era cresciuto in modo esponenziale nel
corso dei secoli. Sebbene avesse tentato di accelerare le cose
costringendo gli immortali ad aiutare l’umanità, ribadì che c’era
uno scopo più alto nei loro viaggi.
Inoltre, era colpito dal fatto che
Andy avesse perso i suoi poteri ma continuasse comunque a lottare
per fare la cosa giusta ed eroica. Era commosso dal fatto che Andy
continuasse a combattere e a mettersi in gioco per l’umanità, anche
da mortale. Di conseguenza, senza dubbio era diventata una scelta
su come onorare al meglio la memoria di sua moglie e aiutare il
mondo allo stesso modo. In base a questi presupposti, aiutare Andy
e il suo gruppo era la decisione più in linea con la morale di
Copley. Allo stesso modo, era il modo più sincero per redimersi dal
suo iniziale tradimento.
In uno dei momenti più strazianti di
The Old Guard, è stato rivelato che la storia di
Quynh (Veronica Ngo) era
culminata in un destino peggiore della morte. Dopo aver trascorso
secoli insieme, Quynh e Andromache furono catturate e processate
come streghe. Furono uccise insieme in diversi modi, ma
continuavano a tornare in vita. Sebbene inizialmente le due
credessero che sarebbero state bruciate sul rogo, un destino molto
più crudele attendeva Quynh quando la porta della loro cella fu
aperta. Accolta dalla vista del dispositivo di tortura medievale
noto come vergine di ferro, l’eterna guerriera fu rinchiusa al suo
interno e gettata in mare. Lì, era condannata ad annegare più e più
volte.
Non è chiaro perché Andy non abbia
subito lo stesso destino, ma lei ha rivelato di essere fuggita poco
dopo. Nonostante gli sforzi di Andy, non è mai riuscita a ritrovare
la sua compagna perduta. La fine del film ha rivelato, tuttavia,
che Quynh era in realtà libera dalla sua prigione infernale e stava
ora perseguendo un proprio obiettivo. La cronologia della libertà
di Quynh è volutamente confusa. Quando Nile è emersa per la prima
volta come immortale, ha fatto dei sogni sugli altri. Dato che
anche loro avevano sogni simili su di lei, Andy afferma che i sogni
segnalano la presenza di un nuovo immortale e che devono trovarsi
l’un l’altro.
Niles menziona che Quynh faceva
parte del suo sogno: poteva vederla ancora rinchiusa nella sua bara
e sentire la follia che aveva devastato la guerriera caduta.
Pertanto, a meno che la visione non fosse più metaforica delle
altre, Quynh era ancora intrappolata per la maggior parte degli
eventi del film. Tuttavia, il fatto che beva acqua con disinvoltura
implica che abbia superato da tempo qualsiasi residuo di trauma che
il liquido potrebbe comprensibilmente provocare. Altrettanto poco
chiaro è come Quynh sia sfuggita al suo destino. Sebbene i fumetti
potessero fornire un indizio al riguardo, il film ha apportato
diverse modifiche al personaggio. In primo luogo, il personaggio
era inizialmente giapponese e si chiamava Noriko.
Quando Ngo è stata scelta per il
ruolo, tuttavia, il personaggio è stato reso vietnamita e il nome è
stato cambiato di conseguenza. In secondo luogo, il fumetto
stabiliva che era stata semplicemente spazzata via durante una
tempesta, piuttosto che intrappolata consapevolmente sott’acqua. Di
conseguenza, i dettagli della fuga di Quynh saranno interamente
frutto della versione cinematografica e probabilmente saranno
rivelati nel sequel. Nile ha anche menzionato, tuttavia, di aver
visto Quynh colpire la sua prigionia con pugni e ginocchia.
Pertanto, è possibile che il deterioramento del metallo e la sua
incessante determinazione nel corso di 500 anni abbiano alla fine
dato i loro frutti.
Date le modifiche rispetto al
materiale originale, anche la natura esatta del piano di Quynh
potrebbe subire molteplici cambiamenti. Tuttavia, le ragioni alla
base di esso saranno probabilmente le stesse. Nel materiale
originale, lei arriva a credere che lo scopo degli immortali sia
quello di punire e tormentare gli esseri umani piuttosto che
proteggerli e guidarli. Questa ideologia si adatta bene al
dettaglio aggiuntivo del film secondo cui Quynh ha sofferto per
mano dell’umanità. Tra uno scontro e l’altro, cerca persino di
convincere Andy ad aderire al suo modo di pensare. Rivolgendosi a
Booker, è chiaro che Quynh sta cercando un modo per arrivare ad
Andy, sia per vendicarsi direttamente per non essere mai stata
salvata, sia per creare una squadra di immortali più in linea con i
suoi obiettivi per l’umanità.
Charlize Theron, Matthias Schoenaerts e Luca Marinelli in The Old
Guard. Foto di AIMEE SPINKS/NETFLIX.
Come The Old Guard
prepara il terreno per un sequel
Il potenziale per futuri sequel è
apparentemente infinito come la vita degli immortali. Per molti
versi, The Old Guard potrebbe essere interpretato
come una sorta di storia delle origini. Ora che i personaggi e le
dinamiche sono stati stabiliti, un sequel potrebbe offrire
un’avventura davvero personale fin dall’inizio. Il ritorno di Quynh
si presterà sicuramente alla natura personale della storia. Allo
stesso modo, il fatto di essere riuscita a rintracciare Booker
implica che lei abbia delle risorse considerevoli alle spalle.
Pertanto, qualunque sia la versione cinematografica del suo piano,
sarà altrettanto esplosiva. L’inclusione di Quynh offre anche
l’opportunità di avere un cattivo più sfumato rispetto a
Merrick.
Come ha detto la stessa regista
Gina
Prince-Bythewood a Collider: “La sequenza di
Quynh, per me, è stata davvero emozionante e mi sono affezionata a
questa donna intrappolata in questa orribile esistenza di
annegamento per 500 anni. La psicologia di questo fatto da sola…
volevo sapere cosa fosse successo”. La maggior parte dei fan
sarà probabilmente d’accordo e quindi sarà combattuta dalle
opinioni in qualche modo comprensibili di Quynh, anche se lei si
oppone agli eroi. Il finale del primo film prepara anche una vera e
propria redenzione per Booker. Basandosi sui fumetti, avrà un
momento difficile per mano di Quynh mentre lei cerca di
rintracciare Andy.
Con Copley ora a bordo, ci sono
anche ampie opportunità per nuove missioni che possono nascere
grazie a lui e ai suoi contatti, consentendo l’emergere di ancora
più azione ed elementi esplosivi. Prince-Bythewood ha anche
affermato che “c’è sicuramente altro da raccontare” e che
“Greg [Rucka] ha sempre immaginato questa storia come una
trilogia”. Considerando tutto ciò, è chiaro che ci sono già
molti elementi in atto per i futuri capitoli di The Old
Guard, oltre a molti intrighi che circondano sia i secoli
di storia non raccontata sia il tipo di mondo che la squadra di
Andy finirà per creare. Il primo dei sequel, The Old Guard
2è ora su Netflix dal 2 luglio.
Il primo volume di
The Old Guard, la “Vecchia Guardia”, edito in Italia da
Panini Comics e disponibile dal 23 luglio, è la
storia di due donne e di tre uomini immortali… o quasi. Andy,
Nicky, Joe, Booker e Nile formano un gruppo di mercenari che
operano a fin di bene, accomunati da capacità dalle origini
misteriose: non invecchiano e non possono essere uccisi. Quando un
ex agente della CIA affida loro l’incarico di salvare dei bambini
rapiti, la situazione precipiterà rischiando di portare il loro
segreto sotto gli occhi di tutti.
A raccontare le gesta di questa
“pattuglia fantasma” l’affermato scrittore Greg Rucka,
famoso per Lazarus e per un acclamato ciclo di storie su
Wonder Woman, e il disegnatore argentino Leandro Fernandez,
al quale si deve l’incredibile realizzazione di epiche scene di
battaglia. Insieme, i due danno vita a una narrazione esplosiva: un
vero e proprio thriller, con scene d’azione mozzafiato e momenti
introspettivi.
Dal primo volume è stata realizzata
una trasposizione filmica già disponibile su Netflix, diretta da Gina Prince-Bythewood con
Charlize Theron e Luca
Marinelli.
ORA DISPONIBILE su NetflixThe Old
Guard, il film diretto da Gina
Prince-Bythewood e scritto da Greg Rucka.
Basato sulla serie di graphic novel di Greg Rucka
e illustrata da Leandro Fernandez. Prodotto da
David Ellison, Dana Goldberg, Don Granger, Charlize Theron, AJ Dix, Beth Kono, Marc
Evans.
Da secoli il mondo dei
mortali è protetto da un gruppo clandestino guidato da una
guerriera di nome Andy (Charlize Theron). Al suo
interno ci sono mercenari molto uniti tra loro e che stranamente
non possono morire. Durante una missione urgente le straordinarie
capacità dei componenti della squadra diventano improvvisamente
pubbliche. Ora tocca ad Andy e all’ultima arrivata Nile (Kiki
Layne) aiutare il team a scongiurare il pericolo rappresentato da
chi, a qualsiasi prezzo, intende replicare e sfruttare
economicamente questo dono. Tratto dal celebre fumetto di Greg
Rucka e con la regia di Gina Prince-Bythewood (LOVE & BASKETBALL,
BEYOND THE LIGHTS – TROVA LA TUA VOCE), THE OLD GUARD racconta una
storia cruda, ancorata alla realtà e piena d’azione che dimostra
come vivere per sempre non sia così semplice.
The Old Guard 2 di Netflix continua la storia di Andromaca di
Scizia e della sua squadra di immortali che cercano di rendere il
mondo un posto migliore sventando i piani pericolosi dei cattivi.
La storia inizia sei mesi dopo gli eventi del film precedente,
riportando in scena l’ex partner di Andy, Quỳnh, ma questa volta
c’è un nuovo immortale nel gruppo. Il film si conclude con Andy che
perde tutta la sua squadra a causa di Discord, il più antico
immortale, che ha in serbo piani malvagi per Andy e i suoi
amici.
È un finale piuttosto sospeso, ma
che lascia anche sperare in un seguito. Considerando i cinque anni
trascorsi tra “The Old Guard” e “The Old Guard 2”, rimane
l’incertezza su quando, se mai, il film avrà un terzo capitolo.
Tuttavia, se tutto andrà bene e Netflix darà il
via libera al terzo film, dovrebbe uscire nel 2027.
Andy e Discord si scontreranno in
The Old Guard 3
Alla
fine di “The Old Guard 2”, Andy scopre che Discord ha perso la
sua immortalità e intende riottenerla ferendo e/o uccidendo gli
amici di Andy. I cattivi hanno già Joe, Nicky, Nile e Tuah nelle
loro mani e non esitano a rivelare i loro piani per torturarli fino
a quando non otterranno ciò che vogliono. Il terzo film si
concentrerà sugli sforzi di Andy per salvare la sua squadra, che la
condurranno in acque inesplorate. Nell’ultima scena, la vediamo
leggere i libri di Tuah su Discord, il che suggerisce che potrebbe
aver scoperto un dettaglio che le dà maggiori informazioni su come
sconfiggere Discord. Allo stesso tempo, ha anche Quỳnh al suo
fianco, il che è un punto a suo favore considerando che tutti i
suoi amici sono stati catturati o sono morti come Booker.
The Old Guard 3 continuerà a
costruire la mitologia degli immortali
“The Old Guard 2” fa un ottimo
lavoro nell’ampliare la mitologia degli immortali, creando al
contempo ulteriori conflitti da risolvere. Tuttavia, i personaggi
hanno vissuto diverse vite ed è chiaro dagli eventi del sequel che
sono ancora all’oscuro di molte cose. Inizialmente, Andy credeva di
essere la prima, o almeno la più anziana, degli immortali. Ma poi
si scopre che Discord è la più anziana di tutti. È anche la prima
immortale, il che la lega intrinsecamente all’ultimo immortale, che
si rivela essere Nile.
Tutte queste informazioni
suggeriscono che la vera portata delle storie, dei miti e delle
teorie che circondano gli immortali è stata appena sfiorata. Con
Andy che si scontrerà con Discord nel prossimo film, ci si aspetta
che la storia approfondisca questa mitologia e introduca nuovi
concetti e forse anche nuovi immortali. Allo stesso tempo, Andy e
Quỳnh passeranno più tempo insieme e, senza altri immortali ad
aiutarli, sarà interessante vederli lavorare insieme. La loro
dinamica rivelerà l’equazione che condividevano secoli fa, prima
che Quỳnh fosse gettata nelle profondità dell’oceano.
The Old Guard 3 non funzionerà
senza il cast principale
Affinché “The Old Guard
3” possa continuare la storia, è fondamentale che l’intero cast
principale riprenda i propri ruoli. Non ci sarebbe Old Guard senza
Andy di Charlize Theron, con Quỳnh di Vân
Veronica Ngô al suo fianco come protagonista. Discord, interpretata
da
Uma Thurman, tornerà nei panni della cattiva, mentre
Marwan Kenzari, Luca Marinelli, Henry Golding e KiKi
Layne dovrebbero tornare nei panni di Joe, Nicky, Tuah e
Nile, con quest’ultima che sarà il pezzo più importante del puzzle
nel conflitto che verrà. Copley, interpretato da Chiwetel
Ejiofor, potrebbe tornare o meno a seconda del suo destino
alla fine del film.
Sebbene lo vediamo venire attaccato
e ci siano degli spari, non c’è alcuna conferma che sia morto.
Questo sarà uno dei misteri che verrà risolto nel prossimo film.
Con la morte di Booker, interpretato da Matthias
Schoenaerts, nel secondo film, c’è la possibilità che non
torni nel prossimo capitolo della storia. Se lo farà, sarà
attraverso dei flashback in cui Andy e la sua squadra lo
ricorderanno e il sacrificio che ha fatto per il capo della
squadra. Il film dovrebbe anche introdurre nuovi personaggi, in
particolare in relazione agli immortali.
Un cambiamento importante che il
prossimo film potrebbe subire è il passaggio del testimone a un
nuovo regista. Secondo quanto riferito, Victoria Mahoney, che ha
diretto il sequel, ha rivelato che i suoi impegni per i prossimi
anni potrebbero impedirle di partecipare a “The Old Guard 3”.
Considerando che il primo film aveva un regista diverso, non
sarebbe strano che il terzo film avesse un nuovo regista e
presentasse il prossimo capitolo della storia da una nuova
prospettiva.
Le saghe action sono pane per i
denti di Netflix.
A ogni saga che finisce, ce n’è sempre una pronta a iniziare. Da
scoprire, da rincorrere. Come The Old
Guard, il cui debutto risale al 2020 – pieno periodo
Covid – e che adesso torna con un secondo capitolo
pensato per un’estate all’insegna di adrenalina, pallottole, bolidi
e un universo narrativo in espansione. Gina
Prince-Bythewood, regista del
primo film, passa il testimone a Victoria
Mahoney per un proseguimento che, purtroppo, non è del
tutto all’altezza delle aspettative.
Nel cast – guidato dall’iconica
Charlize Theron – entra in scena un’altra
colonna del cinema mondiale: Uma Thurman, nei panni di Discordia, una
villain femminile che incarna alla perfezione l’archetipo più
ricorrente dell’action contemporaneo: potente, solitaria,
enigmatica. Con i fumetti di Greg Rucka e le illustrazioni
di Leandro Fernández a fare da traccia, The Old Guard
2 cerca così di consolidare l’universo narrativo della saga,
per imporsi nell’immaginario collettivo e diventare un titolo di
punta sulla piattaforma – ma, alla fine, più che allargarsi, si
sfalda.
La trama di The Old
Guard 2
Dopo aver perso la sua immortalità,
Andy deve fare i conti con una vita in cui il tempo, ora, conta
davvero. Nonostante il suo essere più vulnerabile, non rinuncia a
combattere, e continua a proteggere l’umanità insieme alla sua
squadra. Ed è proprio mentre affronta la sua nuova vita, che una
nuova minaccia insidiosa fa capolino: Quỳnh, un tempo sua alleata e
amica fidata, è tornata. Salvata da Discordia, prima immortale
della storia, la donna è accecata dal risentimento e dal desiderio
di vendetta, convinta che Andromaca l’abbia abbandonata al suo
destino e mai cercata. Mentre il gruppo tenta di fermare Discordia
e riportare Quỳnh dalla loro parte, una scoperta rimescola le carte
in gioco: Nile, la più giovane del team, non è solo l’ultima
arrivata: è l’ultima immortale. E per questo, anche la più
pericolosa. La ragazza, infatti, è considerata “la distruttrice”,
quando ferisce, può togliere l’eternità.
Si decolla bene, si prosegue
male
L’apertura di The Old Guard
2 faceva ben sperare. Panoramiche mozzafiato, Villa Konrad che
si staglia maestosa, e subito un’incursione ad alto tasso
adrenalinico. È innegabile la presenza scenica di Charlize Theron, che riesce a regalare
buoni combattimenti corpo a corpo, coreografati
con precisione chirurgica: la sua Andromaca, con look dark e
movimenti scattanti, pare uscire direttamente da un videogioco
fantasy. Dagli scontri nella villa extralusso agli inseguimenti
urbani, tutto sembrava perciò preannunciare un secondo capitolo
all’altezza del primo. Ma, a conti fatti, è stata solo un’ amara
illusione: per tutta la durata, infatti, il ritmo è rimasto serrato
ma anestetizzante.
Dal momento in cui si scopre che
Quynh è stata salvata e che Discordia è la prima immortale,
la sceneggiatura non riesce a essere incisiva. La
regia – spesso priva di guizzi – accompagna una narrazione che
vacilla e si sfilaccia. I personaggi si fanno sfocati, gli snodi
narrativi si incastrano male, e ogni nuovo tassello viene aggiunto
senza contribuire davvero all’approfondimento della lore di quel
mondo. Nemmeno quando si sfogliano antichi libri o si ascoltano i
racconti di figure più antiche come Tuah, si riesce a dare spessore
a quell’universo.
Charlize Theron, Matthias Schoenaerts e Luca Marinelli in The Old
Guard. Foto di AIMEE SPINKS/NETFLIX.
Uma Thurman: la sua Discordia è
l’unica vera garanzia
Tutto è sacrificato
sull’altare della sola azione, ma i momenti muscolari non
bastano a sorreggere un racconto che aspira a essere saga, non
trovando mai il giusto equilibrio tra intrattenimento puro e
profondità dei personaggi. Le premesse per fare bene c’erano, ma la
costruzione narrativa, purtroppo, è debole. E quando la
tensione sarebbe dovuta salire – quando Discordia incarna una
minaccia sempre più viva – il climax finale si perde in una
combinazione di scene senza tensione palpabile, incapaci di
soddisfare l’attesa.
Lo scontro tra lei e Andromaca, più
che deflagrare, si consuma in modo fiacco, sgonfiando del tutto il
coinvolgimento e spegnendo l’ultima scintilla emotiva. Una
consolazione, però, c’è, e non è il cliffhanger: anche se tutto
sembra un preambolo lungo e affaticato in vista del terzo capitolo
– e il film stesso lo dichiara – almeno una cosa regge: Uma
Thurman in assetto da battaglia. Il suo sguardo
vendicativo e imperscrutabile rievoca un’icona del passato
recente: sembra a tratti di vedere la Beatrix Kiddo di
Kill Bill che torna a far tremare la scena, con quello
stesso aspetto glaciale e determinazione feroce.
Le nuove foto dal set di The
Old Guard 2 offrono una prima occhiata al cast
già noto del film e a un nuovo personaggio. Basato sull’omonimo
fumetto di Greg Rucka, The Old
Guard è la saga di supereroi di Netflix incentrata su un gruppo di mercenari
immortali con poteri di guarigione rigenerativa.
Con
Charlize Theron, Kiki Layne, Marwan Kenzari,
Luca Marinelli, Harry Melling, Van Veronica Ngo con
Matthias Schoenaerts e Chiwetel
Ejiofor, il primo film è stato presentato in anteprima a
luglio 2020, con i critici che ne hanno elogiato le sequenze
d’azione a eliminazione diretta, la narrazione inclusiva e
l’interpretazione sovversiva del genere di supereroi.
Il cast originale desiderava
riprendere i propri ruoli anche prima dell’annuncio ufficiale di
The
Old Guard 2. Rucka, che ha anche scritto la
sceneggiatura del primo film, ha avuto una buona idea per un
sequel, ed è stato suggerito che The Old Guard 2
sia basato sulla sua seconda graphic novel, The Old Guard:
Force Multiplied. Un cambiamento significativo che il
sequel vedrà rispetto al primo film è che la regista di
Lovecraft Country Victoria Mahoney ha sostituito
la regista Gina Prince-Bythewood.
La star del film,
Charlize Theron, ha condiviso alcune nuove foto dal
set di The
Old Guard 2. In un’immagine, l’attrice condivide
battute con i compagni di cast di ritorno, Layne, Marinelli,
Kenzari ed Ejiofor, mentre in un’altra foto, posa insieme ai suoi
co-protagonisti e regista. La seconda immagine offre anche una
buona occhiata a un Henry Golding. Come
annunciato, la star di Crazy Rich Asians si è
unita al sequel in arrivo nei panni di un personaggio nuovo di
zecca. I dettagli del suo ruolo, tuttavia, rimangono
sconosciuti.
Charlize Theron, in una recente intervista a
Variety, ha affermato che la sceneggiatura di The
Old Guard 2 è terminata e che entrerà in
produzione nei primi mesi del 2022. Confermato anche il cast del
capitolo precedente tra cui:
Luca Marinelli e Marwan Kenzar
che riprenderanno i loro rispettivi ruoli. Basato sull’omonima
serie di fumetti realizzato da Greg Rucka e Leandro Fernández e
approdato sulla piattaforma Netflix lo scorso 10 luglio, narra la storia
di un gruppo di mercenari immortali alla ricerca di vendetta.
Theron non ha confermato dettagli della sceneggiatura del
sequel, ma presumiamo ripartirà dalla scena post-credit che ha
lasciato tutti a bocca aperta, rivelando il ritorno di Quyhn,
l’immortale rimasta bloccata per secoli in una cassa di ferro.
ORA DISPONIBILE
su Netflix The Old
Guard, il film diretto da Gina
Prince-ythewood e scritto da Greg
Rucka. Basato sulla serie di graphic novel
di Greg Rucka e illustrata
da Leandro Fernandez. Prodotto da David
Ellison, Dana Goldberg, Don Granger, Charlize Theron, AJ Dix, Beth Kono, Marc
Evans.
Il finale con cliffhanger di
The Old Guard 2 prepara il terreno per un terzo film
della serie. Basato sull’omonimo fumetto creato da Greg
Rucka, i film di The Old Guard si
concentrano su un gruppo di guerrieri immortali che proteggono e
influenzano l’umanità da secoli. Il cast di The Old Guard
2 si espande per includere alcuni nuovi immortali, tra cui
alleati come lo studioso Tuah e il misterioso cattivo Discord.
The
Old Guard 2 amplia anche la tradizione della serie,
rivelando la vera importanza della nuova recluta Niles e cosa
potrebbe significare la sua presenza per il resto dei guerrieri
immortali. Tutto ciò porta a una massiccia battaglia finale che si
conclude con la sconfitta degli eroi e una morte memorabile.
Tuttavia, questo non demoralizza i sopravissuti e anzi getta le
basi per un sequel più ricco d’azione. Ecco cosa succede nel finale
cliffhanger di The Old Guard 2 e come prepara un
finale esplosivo per la trilogia.
Spiegazione del piano di Discord
per gli Immortali – I piani di Discord per il futuro sono tutti una
bugia
Il grande finale
cliffhanger di The
Old Guard 2 rivela che Discord intende ripristinare la
sua immortalità perduta e che è disposta a usare con la forza le
abilità di Niles come “Ultimo Immortale” per riuscirci.
Discord viene presentata all’inizio di The Old Guard
2 come una figura antica e potente, ritenuta la prima
immortale.
Inizialmente, le motivazioni di
Discord sembrano essere radicate nel disgusto per le azioni di
Andy. Guidando altri immortali in battaglia, hanno cambiato la
traiettoria della storia umana. Discord sostiene che questo
significhi giocare a fare Dio e che tutto ciò che fa è esporre gli
immortali a un pubblico spaventoso e pericoloso.
Sebbene questa argomentazione sembri
contribuire a convincere Quynh, recentemente liberata, a schierarsi
dalla sua parte, si rivela anche una menzogna. Si scopre che, dopo
innumerevoli millenni, Discord ha naturalmente perso la sua
immortalità. Temendo la morte, ha deciso di catturare Niles, che
possiede il potere di porre fine alle capacità curative di un
Immortale e permetterne il trasferimento a un nuovo ospite.
Questo si ricollega alla scena
finale di The Old Guard 2, che vede Discord
sconfiggere Andy in battaglia e fuggire dal complesso con Niles,
Joe, Nicky e Tuah catturati. Questo apre le porte a un
possibile terzo film di The Old Guard incentrato
su Andy e Quynh che collaborano per trovare gli altri prima che i
piani di Discord si realizzino.
Le spiegazione delle abilità uniche
di Niles come ultimo immortale – Niles è la minaccia più pericolosa
per gli immortali in The Old Guard 2
Niles è stato inizialmente
presentato in The Old Guard semplicemente come un
altro immortale, l’ultimo di una lunga serie di persone che hanno
scoperto di essere immortali. Tuttavia, si scopre che Niles ha
delle abilità speciali, poiché Discord e Tuah arrivano a credere
che sia la profetizzata “Ultima Immortale“.
Entrambi credono che Niles sarà
l’ultima della loro specie, l’ultima persona a nascere con la
capacità di riprendersi naturalmente da qualsiasi ferita. Questo
status conferisce a Niles un grande vantaggio rispetto agli altri
immortali, poiché le sue ferite possono annullare le capacità di
guarigione di un altro immortale.
Questo si rivela essere ciò che è
successo ad Andy in The Old Guard, poiché è stata
una ferita di Niles a rendere Andy di nuovo mortale. Tuttavia, se
l’immortale ferito cede volontariamente la propria immortalità a
un’altra persona, questa può impossessarsi di lui e renderlo
immortale.
Questo è il motivo per cui Discord
desidera Niles, poiché possiede la capacità di trasferire
l’immortalità di un altro in Discord. Sebbene possa essere
difficile trovare un immortale disposto a trasferirle il proprio
potere, la cattura dei compatrioti di Niles da parte di Discord le
conferisce un potere sul giovane immortale.
Come Andy diventa di nuovo
immortale e perché Booker si sacrifica – Booker trova finalmente il
finale che cercava
Andy trascorre gran parte di
The Old Guard 2 di nuovo mortale. Sebbene questo
stato non sembri preoccuparla, le pone alcune sfide in
combattimento. Tuttavia, alla fine recupera i suoi poteri curativi,
anche se a costo della vita di Booker.
Uno degli altri immortali introdotti
in The Old Guard, Booker si era stancato della sua
vita immortale e aveva tradito il resto della squadra per avere la
possibilità di porre fine alla sua vita. Sebbene alla fine si fosse
reso conto del suo errore, fu bandito dal gruppo. Tuttavia, Quynh e
Discord costringono Booker a rompere il suo voto per evitare gli
altri.
Dopo aver appreso da Tuah delle
capacità di Niles, Booker si lascia ferire. Si precipita quindi a
cercare Andy, lasciandole silenziosamente in eredità la sua
immortalità e le sue capacità di guarigione. Sembra che, proprio
come nel film precedente, Booker fosse semplicemente concentrato
sulla ricerca di un modo per sfuggire alla sua esistenza senza
tempo.
In questo modo, Andy sarebbe
riuscita a sopravvivere al suo duello con Discord. Questo
conferisce anche un sottotesto più oscuro alla decisione di Booker
di rimanere indietro e combattere i soldati a costo della sua vita,
poiché sembra che Booker non avesse alcuna intenzione di uscire
vivo da quella battaglia. È un elemento cupo della narrazione che è
silenziosamente straziante.
Perché Quynh perdona Andy e decide
di aiutarla contro Discord – Quynh e Andy passano la maggior parte
del film a litigare, ma si riappacificano nel finale
Il grande filo conduttore emotivo di
The Old Guard 2 è il rapporto di Andy con Quynh,
la sua ex migliore amica, gettata in mare secoli prima. Quando
Quynh viene trovata da Discord e liberata nel mondo, inizialmente è
furiosa perché Andy ha rinunciato a cercarla.
A suo merito, Andy non cerca di
farla uscire dal senso di colpa e si mostra sinceramente affranta
dalla giustificata rabbia di Quyhn. Tuttavia, Quynh non conosce la
piena portata del piano di Discord. Di conseguenza, non è a
conoscenza delle capacità di Niles, il che significa che quando
viene ferita da Niles, le sue capacità di guarigione vengono
annullate e si ritrova sull’orlo della morte.
Andy salva la vita di Quynh e le
cura le ferite, dimostrando alla sua vecchia amica che è ancora
dedita al suo benessere e alla sua sopravvivenza. Questo permette a
Quynh di guarire dalle sue ferite e alla fine decide di collaborare
con Andy per dare la caccia a Discord.
Sebbene Quynh non sembri essere
motivata tanto dal salvare gli altri immortali quanto dal
vendicarsi di Discord per averla lasciata morire, la sua
disponibilità ad abbracciare di nuovo Andy come alleato rappresenta
un grande passo avanti per i personaggi. Li pone come il nucleo di
un potenziale The Old Guard 3.
In che modo il finale annuncia The
Old Guard 3, ci sarà un sequel? – The Old Guard 3 non è attualmente
in fase di sviluppo, ma The Old Guard 2 lo prepara
The Old Guard 2
si conclude con un cliffhanger colossale, con Andy e Quynh che
lavorano insieme mentre si dirigono a dare la caccia a Discord e
salvare i loro alleati. Un sequel seguirebbe inevitabilmente la
coppia mentre dà la caccia ai loro alleati catturati, impegnati a
salvarli dall’esercito di Discord.
Un altro filo conduttore persistente
per The Old Guard 3 è il destino di James Copley,
l’alleato mortale del gruppo. Copley viene visto per l’ultima volta
nel film mentre affronta i soldati di Discord, con il suo destino
rimasto un mistero. Probabilmente si scoprirà che Copley è
sopravvissuto, ma questo lascia il suo ruolo in un sequel in
sospeso.
Sebbene The Old Guard
2 si concluda con un cliffhanger colossale, non c’è un
terzo film attualmente in fase di sviluppo. Considerato il tempo
impiegato dal sequel di The Old Guard del 2020 per vedere
finalmente la luce, potrebbe volerci del tempo prima che il terzo
film entri in produzione, per non parlare della sua uscita. Anche
se il film ricevesse il via libera da Netflix, potrebbe volerci del
tempo prima che la produzione possa iniziare, a causa dei fitti
impegni del cast.
Non molto tempo fa, Netflix
ha pubblicato un filmato di tutti i grandi progetti che arriveranno
sullo streamer nel 2024. Uno dei progetti che però non era presente
era The
Old Guard 2, il sequel di The Old Guard, film d’azione con Charlize Theron.
Il film del 2020 è basato
sull’omonimo fumetto del 2017 di Greg Rucka e Leandro
Fernández. Il primo film è stato un successo a sorpresa,
poiché i suoi numeri di spettatori sono stati (all’epoca) tra i 10
lanci originali di maggior successo nella storia della piattaforma.
È stato anche recensito favorevolmente dalla critica, ricevendo un
indice di gradimento su Rotten Tomatoes dell’80%, con un punteggio
medio aggregato di 3,7 su 5.
Recentemente, Collider ha
incontrato Matthias Schoenaerts, che interpreta Booker
nel film. Quando gli è stato chiesto di fornire un aggiornamento
sul sequel,
Schoenaerts ha dichiarato: “L’abbiamo girato circa un anno
e mezzo fa, e credo che stiano raggiungendo l’ultima fase della
post-produzione. Per quanto ho capito, credo che ci sia stato un
cambio ai piani alti di Netflix. Credo che ci sia un diverso amministratore
delegato, e questo porta a riconsiderare il rilascio, il come e il
quando, e questo non dipende da me. Non lo so. Ma so che stiamo
raggiungendo l’ultima fase della post-produzione, quindi prima o
poi arriverà“.
Con un intervallo di tempo così
lungo tra un capitolo e l’altro, Netflix
deve temere che l’interesse per il sequel si riduca, poiché è
acclarato che gli spettatori perdono interesse o dimenticano del
tutto che un sequel è in arrivo.
Cosa sappiamo su The Old Guard
2
Per il sequel The
Old Guard 2, Uma Thurman e Henry Golding si sono uniti al
cast in ruoli non rivelati, mentre Victoria
Mahoney ha sostituito Gina
Prince-Bythewood alla regia. Greg Rucka
ha scritto la sceneggiatura del primo film e del sequel.
Tra i membri del cast che ritornano
in The
Old Guard 2 ci sono la Charlize Theron nel ruolo di Andromaca di
Scizia, KiKi Layne nel ruolo di Nile Freeman,
Marwan Kenzari nel ruolo di Yusuf Al-Kaysani,
Luca Marinelli nel ruolo di Nicky/Nicolò di
Genova, Matthias Schoenaerts nel ruolo di
Booker/Sebastian Le Livre, Ngô Thanh Vân nel ruolo
di Quynh e Chiwetel Ejiofor nel ruolo di James
Copley.
Steve Carell ha recentemente condiviso la sua
eccitazione per la sua reunion con John Krasinski, con il quale ha lavorato nella
serie The Office, nel loro prossimo film Imaginary
Friends. I due avevano già recitato nella
popolarissima sitcom della NBC, essa stessa un remake del famoso
show televisivo britannico omonimo.
Originariamente creata da
Ricky Gervais e Stephen Merchant,
la versione americana vedeva Carell nei panni di Michael Scott, un
regional manager all’interno della cartiera Dunder Mifflin.
Krasinski, nel frattempo, ha interpretato il sarcastico venditore
Jim Halpert. Durante le sue nove stagioni, The
Office ha ricevuto 42 nomination ai Primetime Emmy,
vincendo cinque volte, con Carell che ha anche ricevuto un
Golden Globe per il suo lavoro nello show.
Sebbene Krasinski sia famoso per il
suo ruolo in The Office, da allora si è fatto un
nome dietro la macchina da presa. L’attore ha diretto il film
commedia drammatico The Hollars con Anna
Kendrick e Richard Jenkins, così come
A Quiet Place e A Quiet Place Part II. Krasinski si riunirà
con Carell nel suo ultimo lavoro da regista, Imaginary
Friends, una commedia fantasy su un uomo che può vedere e
parlare con gli amici immaginari di altre persone. Il film sarà
interpretato anche da Ryan Reynolds,
Phoebe Waller-Bridge, Fiona Shaw
e Louis Gossett Jr.
In una recente intervista con
ET, Steve Carell esprime la sua eccitazione
per la sua imminente riunione con il co-protagonista di The
Office. L’attore ha ammesso di non aver ancora iniziato le
riprese di Imaginary
Friends, ma è pieno di aspettative per l’opportunità
di lavorare di nuovo con John Krasinski.
“Beh, non ho ancora iniziato a
lavorare al film con lui, ma non vedo l’ora. Prevedo solo gioia e
divertimento. Voglio dire, è il migliore ed è un grande
regista”.
“Lo metterò alla prova, sai? Lo
farò lavorare per questo. Potrei essere uno di quegli attori
perspicaci che non sono sempre d’accordo, e che fanno un po’ di
capricci. Ha assunto qualcuno che è un amico, ma ha
sbagliato!”
Dal 23 febbraio,
solo al cinema, arriva THE
OFFERING, esordio alla regia di Oliver
Parker su sceneggiatura di Hank Hoffman, che ha
dichiarato: “Una delle mie precedenti professioni è stata
di leggere preghiere per i defunti in un obitorio ebraico, da
mezzanotte alle sei del mattino, da solo. Quindi ho molta
esperienza in questo campo. Per il tempo che ho
trascorso in quell’obitorio, posso dire che esiste un’energia. Una
presenza“. Quando il regista Oliver Park ha letto per la
prima volta la sceneggiatura, ha notato la sua incredibile
profondità e il fatto che ogni personaggio avesse una propria
storia
. “Stavo leggendo un
horror classico, mi mancano quei film con cui sono cresciuto e dove
il dramma viene prima di tutto e c’è ricchezza nella storia” –
racconta Park. Un altro aspetto che lo ha interessato è stato
il tema di come le diverse religioni affrontano la possessione
demoniaca. Oliver afferma che per lui è stato affascinante
immergersi nell’ebraismo. Secondo lui, la natura ebraica del film
lo caratterizza fortemente e la familiarità dell’entità demoniaca
permette al pubblico di entrare davvero nel film, di comprendere
dove si trovano e goderselo. Anche se non erano necessariamente
interessati a essere calati in una comunità che non hanno mai visto
prima o che non capiscono.
La trama
Nella speranza di
riconciliarsi con il padre ebreo ortodosso, il figlio di un
impresario funebre torna a casa insieme alla moglie in dolce
attesa. Ma le sue intenzioni vengono messe alla prova quando
l’obitorio di famiglia riceve il corpo di un misterioso cadavere
posseduto da un’antica entità che ha in serbo un terribile e
infausto piano per il bambino in arrivo…
Entità sinistre, fantasmi, una casa.
Sono alcuni degli elementi tipici che accompagnano il cinema
dell’orrore oramai da decenni, e da cui Oliver Park attinge per costruire il suo
personale e inquietante The
Offering. Per rappresentare il suo cinema, il regista
decide di abbandonare i tabù e le paure intorno alla religione
cristiana su cui tanti prodotti del genere si basano, per porre
l’attenzione sulla fede ebraica ed esplorarne le credenze e le
relative derive orrorifiche. La pellicola approfondisce la figura
maligna del dybbuk, lo spirito disincarnato di una persona
defunta. Un’anima, quindi, alla quale è stato vietato l’ingresso
nel Sheol, il mondo dei morti.
Nel 2019 Keith
Thomas aveva già raccontato le tradizioni del giudaismo
con The
Vigil, analizzando la figura dello Shomer, persona
incaricata di vegliare sul corpo di un defunto. Park per la sua
opera prima ne riprende il discorso, con l’intento di sciorinare i
riti di un’impresa di onoranze funebri chassidica, su cui verterà
tutta la storia orrorifica. The Offering è in sala dal 23
febbraio.
The Offering, la trama
Arthur (Nick Blood)
è un uomo i cui debiti rischiano di mandarlo in rovina. A causa
della sua precaria situazione, decide di tornare dal padre Saul
(Allan Corduner) insieme alla moglie incinta
Claire (Emm Wiseman). L’intento di Arthur è di
riconciliarsi con il genitore per un suo tornaconto personale:
cercare di convincerlo a vendere l’agenzia di onoranze funebri di
famiglia. Quando arriva dal padre, tutti i dissapori passati
sembrano essere svaniti.
Nel frattempo nella casa ebraica
arriva un defunto con indosso uno strano amuleto. Nessuno sa che
questi è posseduto dallo spirito di Abyzou, la ladra di bambini,
imprigionata dallo stesso in quel corpo con un pugnale. Nel
ripulirlo, Arthur rompe accidentalmente la pietra contenente
l’essenza dell’entità, liberando quest’ultima nell’abitazione. A
quel punto l’obiettivo del dybbuk diventa proprio la gravida
Claire…
Dentro il folklore ebraico con
Abyzou
Iniziamo col dire che The
Offering si compone di tutte le caratteristiche
dell’horror vecchia scuola: la casa come unico e solo
topos capace di terrorizzare a dovere; un demone che si insidia
nelle menti e nelle vite degli inquilini facendoli impazzire; lo
jump scare accompagnato da una colonna sonora grave e
tetra, che si accentua nell’esatto momento in cui la scena si
prepara a spaventare. Il tutto condito dall’atmosfera funerea di un
obitorio ebraico ortodosso, scolpito dalla fotografia fredda e
minimalista di Lorenzo Senatore. Quello che cambia nell’opera di
Park è l’entità “disturbatrice”: a possedere l’abitazione è
Abyzou, che nell’incipit ci viene presentata come la ladra
di bambini. Un’entità femminile proveniente dal folklore
ebraico, per l’appunto un dybbuk, già incontrato nel
The Possession di Ole Bornedal, e che
in questo film assume le sembianze di una capra.
Sin dalle prime sequenze Park ci
introduce nel tono sinistro di The Offering, dando
allo spettatore un’anteprima della follia a cui andrà incontro nei
prossimi 93 minuti. Riti, fantasmi e una bambina dallo sguardo
agghiacciante sono l’antipasto di un menù ricco di suspense e salti
di paura, e in cui fin da subito capiamo che il racconto non si
baserà sull’espulsione del demone dal corpo, come accade per
esempio nel cult L’esorcista (o in genere in tutti i film
a sfondo cristiano), ma del suo imprigionamento nel corpo, tipico
della religione ebraica.
Cambia così la prospettiva, scritta
a quattro mani da Hoffman e Younger e formalmente
ben rappresentata dal regista con un montaggio pulito e un’estetica
definita. Un film dalla buona fattura, in cui è evidente la
passione di Park per l’esoterismo e per l’oscurità legata
all’ignoto, tematiche capaci di tenere alta l’attenzione dello
spettatore. Unica pecca l’uso smodato del jump scare che, se nella
prima parte serve per agganciare il pubblico, nella seconda
appesantisce un po’ la narrazione, rendendo l’artificio prevedibile
e quindi non più spaventoso.
Questa leggera incrinatura non priva
però Oliver Park del merito di aver messo in piedi
un film di tutto rispetto, la cui fruizione risulta ad ogni modo
piacevole. The Offering può perciò considerarsi
per il novello regista un buon trampolino di lancio nei
lungometraggi dell’orrore. Prestando più attenzione a non abusare
della tecnica e garantendo più spazio alla conoscenza dei suoi
protagonisti, egli ha tutte le carte in regola per rientrare nella
categoria di cineasti abili a confezionare prodotti sia
sorprendenti che originali.
Dal 23 febbraio,
solo al cinema, arriva THE
OFFERING, esordio alla regia di Oliver
Parker su sceneggiatura di Hank Hoffman, che ha
dichiarato: “Una delle mie precedenti professioni è stata
di leggere preghiere per i defunti in un obitorio ebraico, da
mezzanotte alle sei del mattino, da solo. Quindi ho molta
esperienza in questo campo. Per il tempo che ho
trascorso in quell’obitorio, posso dire che esiste un’energia. Una
presenza“. Quando il regista Oliver Park ha letto per la
prima volta la sceneggiatura, ha notato la sua incredibile
profondità e il fatto che ogni personaggio avesse una propria
storia
. “Stavo leggendo un
horror classico, mi mancano quei film con cui sono cresciuto e dove
il dramma viene prima di tutto e c’è ricchezza nella storia” –
racconta Park. Un altro aspetto che lo ha interessato è stato
il tema di come le diverse religioni affrontano la possessione
demoniaca. Oliver afferma che per lui è stato affascinante
immergersi nell’ebraismo. Secondo lui, la natura ebraica del film
lo caratterizza fortemente e la familiarità dell’entità demoniaca
permette al pubblico di entrare davvero nel film, di comprendere
dove si trovano e goderselo. Anche se non erano necessariamente
interessati a essere calati in una comunità che non hanno mai visto
prima o che non capiscono.
La trama
Nella speranza di riconciliarsi con il padre ebreo
ortodosso, il figlio di un impresario funebre torna a casa insieme
alla moglie in dolce attesa. Ma le sue intenzioni vengono messe
alla prova quando l’obitorio di famiglia riceve il corpo di un
misterioso cadavere posseduto da un’antica entità che ha in serbo
un terribile e infausto piano per il bambino in arrivo…
I protagonisti di The
O.C. saranno di nuovo tutti insieme sulle tavole di
un palcoscenico, in occasione della realizzazione di un musical
basato sulle avventure di Seth, Summer, Ryan e Marissa.
Il musical sulla serie teen sarà
adattato e diretto dallo stesso autore di Cruel
Intentions: The Musical, Jordan Ross
con Lindsey Rosin alla produzione. Si tratterà di
un evento unico, per una sola notte, a Los Angeles, il 30 agosto
prossimo.
La caratteristica per ora nota
dello show sarà che il creatore della serie tv diventerà un
personaggio per il musical, infatti è già stato scelto l’attore che
interpreterà Josh Schwartz
Lo show ha lanciato la carriera di
Adam Brody, Rachel Bilson e
Mischa Barton. Nel cast c’erano anche Tate
Donovan, Peter Gallagher, Kelly Rowan e Ben
McKenzie.
Dal momento che è in sviluppo anche
un musical su Ragazze a Beverly Hills, è
probabile che il prossimo progetto a subire questo trattamento sarà
Gossip Girl, che ne dite?
Un nome importante quale quello
di Uma Thurman si unisce al cast già stellare della nuova
provocazione del regista danese Lars Von Trier. Il film, dal titolo
The Nymphomaniac,
Ecco la prima inquietante foto di
The Nun – La Vocazione del Male, lo spin-off di
The Conjuring che, come da titolo, avrà
protagonista lo spirito che ha infestato il secondo film della
serie.
The Nun – La Vocazione del Male adesso ha anche una
data d’uscita. Deadline informa che la
Warner Bros ha deciso che il film arriverà nelle
sale americane il 23 luglio 2018. Seguendo il
successo del franchise, la Warner Bros ha dato
immediatamente il via libera allo spin off che sarà diretto
da Corin Hardy, filmmaker britannico.
Alla sceneggiatura è stato chiamato
Gary Dauberman, che scriverà il film insieme a
JamesWan e che ha già firmato
Annabelle 2. Nel suo curriculum spicca anche
l’IT di
Andy Muschietti che vedremo in sala questo
2017.
The Conjuring è il franchise horror
di maggiore successo al box office degli ultimi anni, per la
precisione è il terzo franchise di questo genere nella classifica
delle serie cinematografiche di maggior incasso nella storia del
cinema. Meglio di lui soltanto a Resident
Evil (915 milioni) e Paranormal
Activity (889 milioni). Con The Conjuring Il Caso
Enfield, questo franchise ha superato persino i numeri di Saw.