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Avengers: Infinity War, ecco chi è sopravvissuto secondo Kevin Feige!

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Deadpool è sopravvissuto allo schiocco di Thanos in Avengers: Infinity War, perché non è ancora nel Marvel Cinematic Universe. Il gesto del Titano Pazzo ha spazzato via metà dell’universo (condiviso) e gli eroi sopravvissuti cercheranno in Avengers 4 di porre rimedio a questo terribile atto. Tuttavia, i fan si chiedono se altri personaggi possano spuntare fuori nel prossimo film, personaggi che fino a questo momento non aveva preso parte al MCU.

Questa supposizione è più che legittima, data la fusione tra Disney e 20th Century Fox, che come conseguenza, tra le altre cose, avrà il “ritorno a casa” degli X-Men (e di tutti i personaggi ad essi connessi) e dei Fantastici Quattro. Questi gruppi di eroi hanno sempre operato al cinema in maniera parallela agli eventi del MCU, ma adesso potrebbero finalmente partecipare alla festa.

Infatti, Variety ha chiesto a Kevin Feige se uno come Deadpool sarebbe stato in grado di sopravvivere allo schiocco di Thanos, ma per tutti quelli preoccupati per il Mercenario Chiacchierone, Feige si è sentito di tranquillizzarli: nessun personaggio Fox è stato toccato dal gesto del Titano pazzo. “Questa è una buona domanda che nessuno mi aveva fatto prima. Tecnicamente non è nel MCU, quindi non essendo in quell’universo condiviso, Deadpool non è stato affatto toccato dallo schiocco!”.

E se fosse lui, o qualche altro eroe fino a ieri di casa Fox, a intervenire o semplicemente ad apparire alla fine di Avengers 4? Sognare, per i fan, non costa nulla!

Marvel Studios: ecco i due titoli che arriveranno nel 2020

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Marvel Studios: ecco i due titoli che arriveranno nel 2020

I Marvel Studios dovrebbero distribuire nel 2020 due film: Black Widow e The Eternals. Data la mole di segretezza che circonda Avengers 4, non c’è da stupirsi se i piani per la Fase 4 sono ancora nascosti a parte Spider-man: Far From Home, le cui riprese sono già completate e che uscirà a giugno 2019.

Mentre non ci sono conferme su nessun fronte, l’originaria programmazione della produzione di Guardiani della Galassia Vol. 3, puntava ad occupare uno slot del 2020. Tuttavia, il licenziamento di James Gunn ha causato il posticipo del film, con un conseguente ritardo nella data d’uscita. Come risultato, lo studio ha bisogno di ripianificare le uscite del 2020.

That Hashtag Show riporta adesso che Black Widow e The Eternals saranno I due titoli della Marvel per il 2020. Il film con Scarlett Johansson dovrebbe arrivare per primo nei cinema, andando a occupare la finestra di Maggio, mentre The Eternals si insedierà nella finestra autunnale, a novembre, come è successo a Doctor Strange e a Thor: Ragnarok.

Nonostante si tratti soltanto di un rumor, sembra chiaro che la Fase 4 del MCU possa riservare sorprese di questo genere, che possano sviluppare e ampliare l’universo condiviso in direzioni fino a questo momento inesplorate.

Il particolare sarà interessante vedere in che modo si sceglierà di raccontare la storia di Natasha Romanoff, che sarà diretta da Cate Shortland e che entrerà in produzione il prossimo anno. Il film sarà il secondo targato Marvel Studios con una protagonista donna e stando all’accoglienza ricevuta dal trailer di Captain Marvel, è chiaro che il pubblico non vede l’ora di accogliere eroine protagoniste.

Avengers 4: una nuova attrice nel cast e la conferma di un ritorno!

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Nonostante si siano concluse le riprese aggiuntive di Avengers 4, arriva adesso la conferma che una nuova attrice è entrata a far parte del cast del film. Si tratta di Katherine Langford, la protagonista di 13, serie evento di Netflix.

La conferma ufficiale arriva da The Wrapche ovviamente riporta anche un’assenza di ulteriori dettagli sul personaggio, che rimane sotto il più stretto riserbo. Tuttavia il sito conferma che la giovane attrice, nominata ai Golden Globes per la sua performance di Hannah Baker nella serie Netflix, ha già ultimato le sue scene.

Inoltre, l’executive producer Michael Grillo, ha confermato che nel film tornerà anche l’Antico e che quindi rivedremo Tilda Swinton nei panni del personaggio che ha esordito in Doctor Strange alla fine del 2016. L’attrice è stata molto impegnata di recente e sembra che per Avengers 4 sia stata in grado di partecipare soltanto per una giornata, il tempo necessario a partecipare alle scene che la coinvolgevano. Chissà in che modo, L’Antico, verrà reinserito nel tessuto narrativo, ora che il suo legame con Strange sembra appartenere a un passato tanto lontano!

Avengers 4 arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.

Nel cast del film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

#RomaFF13: Paolo Virzì chiude la Festa con Notti Magiche

#RomaFF13: Paolo Virzì chiude la Festa con Notti Magiche

Notti Magiche di Paolo Virzì è il film di chiusura della tredicesima edizione della Festa del Cinema di Roma: il nuovo lavoro del regista livornese sarà presentato domani, sabato 27 ottobre, alle ore 19 presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Considerato uno dei maggiori eredi della tradizione della commedia all’italiana, autore di una serie di successi fra i quali Ovosodo, Il capitale umano, La prima cosa bella, Tutta la vita davanti, La pazza gioia, The Leisure Seeker, Virzì ambienta il suo nuovo lavoro a Roma nel 1990 sullo sfondo dell’estate dei mondiali di calcio. Nella notte in cui la Nazionale viene eliminata ai rigori dall’Argentina, un noto produttore cinematografico viene trovato morto nelle acque del Tevere. I principali sospettati dell’omicidio sono tre giovani aspiranti sceneggiatori, chiamati a ripercorrere la loro versione al Comando dei Carabinieri. Notti magiche è il racconto della loro avventura trepidante nello splendore e nelle miserie dell’ultima stagione gloriosa del cinema italiano.

Avengers 4: tutte le armature che potrebbe avere Iron Man

Avengers 4: tutte le armature che potrebbe avere Iron Man

Dopo aver visto i nuovi costumi di Thor e Rocket Raccoon per Avengers 4, ogni dettaglio a disposizione sembrerebbe suggerire che i Vendicatori si avventureranno (forse) nel Regno Quantico con delle “speciali” uniformi. E Tony Stark invece? Come potrebbe apparire Iron Man nel film?

Sappiamo che l’inventore miliardario ha creato cinquanta variazioni della sua armatura, ognuna con scopi diversi, come l’ultima Bleeding Edge indossata per Infinity War, adatta al viaggio nello spazio e al combattimento contro Thanos (che però è andata distrutta). A seguito della disastrosa conclusione del conflitto con il Titano Pazzo, sembra chiaro che Tony si riarmerà per portare avanti la sua vendetta, ma con quale dei suoi pezzi pregiati? Di seguito quattro possibili alternative:

UNA VERSIONE AGGIORNATA DELL’ARMATURA DI INFINITY WAR

Dando una prima occhiata ai personaggi principali di Avengers 4 grazie a leak e foto rubate dal set, sembra che il film mostrerà una sostanziale differenza di look tra la maggioranza degli eroi sopravvissuti e Tony Stark. A quanto pare potrebbe indossare la stessa armatura che aveva in Avengers: Infinity War con dei miglioramenti rispetto alla Mark I di dieci anni fa. È anche probabile che Stark abbia aggiornato la nanotecnologia della sua Mark 50, in grado di cambiare forma e avere diverse abilità a seconda delle esigenze di chi la usa.

L’ARMATURA DI WAR MACHINE CON NANOTECNOLOGIE

Lo stesso concept art che aveva rivelato il look di Tony Stark in Avengers: Infinity War includeva dettagli sulla nuova armatura sfoggiata dall’amico Rhodey, aka War Machine, una sorta di sostituzione aggiornata della versione precedente con nanotecnologie. A quanto pare il pezzo forte dell’uniforme sarebbe un Cannone Protonico già avvistato in Infinity War quando Rhodey dava il benvenuto a Capitan America, Vedova Nera e Falcon al quartier generale dei Vendicatori. Successivamente i fratelli Russo avevano condiviso un’immagine relativa all’arma di Rhodey, anche se ad oggi non è chiaro se sarà o meno in Avengers 4 o se sarà proprio Tony ad usarla. Di certo c’è l’incredibile somiglianza con l’arma del personaggio apparsa in Marvel vs Capcom 2: New Age of Heroes

UN’ARMATURA PER IL REGNO QUANTICO

Una delle teorie più gettonate su Avengers 4 riguarda i viaggi nel tempo degli eroi sopravvissuti allo schiocco per rimediare al piano di Thanos e recuperare prima di lui le gemme dell’infinito. D’altronde le foto rubate dal set hanno mostrato un vecchio Tony Stark e Scott Lang durante la Battaglia di New York del primo Avengers, e sembra che questi viaggi saranno possibili grazie al Regno Quantico. Tuttavia, per entrare in questa realtà parallela, i Vendicatori potrebbero aver bisogno di costumi speciali, e se le immagini promozionali del merchandise non mentono, allora anche Iron Man dovrebbe avere in Avengers 4 un’armatura bianca.

L’ARMATURA DI RESCUE

Ogni speculazione circa l’ingresso in scena di un personaggio, o meglio, del suo nuovo “look” è stata incoraggiata dall’immagine comparsa online che vede Gwyneth Paltrow – interprete di Pepper Potts dal primo Iron Man – indossare l’uniforme di Rescue. Questa versione di Pepper è già apparsa nella serie animata Iron Man Armored Adventures, mentre nei fumetti la compagna di Tony indossa l’armatura Mark 1616, molto diversa da quella di Stark, progettata specificatamente per le abilità acquisite dalla donna dopo l’impianto del Reattore Arc. Addirittura alcuni fan hanno ipotizzato che Pepper potrebbe essere colei che salverà Stark sul pianeta Titan, dove si trova con Nebula dopo lo schiocco di Thanos…

Leggi anche – Iron Man: 14 cose che lo rendono più contraddittorio di Thanos

Fonte: ScreenRant

Emily VanCamp sulla sua esperienza in Marvel: rivedremo l’Agente 13?

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Ospite da Seth Meyers, Emily VanCamp ha avuto occasione di raccontare la sua esperienza in Marvel, dove ha lavorato per un breve periodo, comparendo nei panni di Sharon Carter/Agente 13, in Captain America: The Winter Soldier e in Captain America: Civil War. L’attrice non è stata confermata per Avengers 4, né l’abbiamo vista in Avengers: infinity War, ma ha partecipato alla bella foto del decennale degli Studios.

“È stato magnifico. Sono tutti incredibili – ha detto Emily durante il talk show – Anche i film sono strepitosi, ed è davvero incredibile farne parte. Ma essere sul quel tipo di palcoscenico è stato molto strano. Perché mi sentivo fuori posto, non pensavo che avessero dovuto chiamarmi sul serio; è stato affascinante.”

Nonostante la breve permanenza nel MCU, Emily VanCamp ha riscosso da subito grande successo presso i fan, che forse avrebbero voluto vedere compiersi il suo percorso narrativo al fianco di Cap, così come accade nei fumetti. Così non è stato, e sembra che il futuro dell’universo condiviso farà a meno dell’Agente 13!

Avengers 4: la chiave sarà Loki? Nuovi dettagli da una foto dal set

Avengers 4 arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.

Nel cast del film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Fonte:Late Night With Seth Meyers

Spawn: al via le riprese a giugno a Toronto

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Spawn: al via le riprese a giugno a Toronto

Arriva da Production Weekly un aggiornamento sullo stato di avanzamento del film su Spawn che al timone vede Todd McFarlane. Secondo quanto riportato, il film comincerebbe la produzione nel 2019, il prossimo giugno, con le riprese che si svolgeranno a Toronto.

L’ultima volta che avevamo parlato del progetto, il nome di Greg Nicotero (The Walking Dead) si era aggiunto al cast tecnico, e ora sembra che la produzione possa procedere senza troppe fasi di stallo. Nel cast del film sono stati confermati fino a questo momento Jeremy Renner e Jamie Foxx.

McFarlane ha scritto il film e ne firmerà la regia che sarà orientata su un prodotto dal rating R e avrà un budget contenuto, tra i 10 e i 12 milioni di dollari, seguendo la politica produttiva della Blumhouse.

Uno dei commenti più interessanti però riguarda il paragone azzardato con altre due pellicole uscite negli ultimi anni, entrambe protette dall’etichetta r-rated per i contenuti vietati ai minori e il linguaggio esplicito, ovvero Deadpool e Logan, con McFarlane convinto che “Spawn sarà molto, ma molto più scorretto di quei due film. Deadpool aveva qualche nudo e un paio di scene davvero forti, ma rientrava nei canoni del vietato ai minori di tredici anni“.

Fonte

Captain America: gli indizi che dicono che Falcon (non Bucky) sarà il prossimo

Ci sono sempre più indizi, nel Marvel Cinematic Universe, che indicano che sarà Falcon a raccogliere lo scudo di Captain America e di ereditarne il titolo, e non, come tutti si aspettavano, Bucky. Chris Evans ha completato le riprese di Avengers 4, e con questo ha esaurito il suo lungo contratto con lo studio. C’è una precisazione sempre importante da fare: con Evans va via dal MCU Steve Rogers, non Captain America, che in quanto maschera e simbolo, rimane nella squadra. Ma con l’assenza di Steve, chi prenderà il suo posto?

Nei fumetti sia Bucky Barnes che Sam Wilson raccolgono lo scudo, in momenti differenti, ma la scelta del MCU sembra stia prendendo una direzione precisa nei confronti di Falcon. Nei fumetti, il titolo di Capitan America è “ereditario”, passa da un eroe all’altro. Un certo numero di eroi hanno rivendicato il titolo di Captain America e alcuni hanno persino avuto la benedizione di Steve Rogers, raccogliendo lo scudo quando Rogers stesso non era più in grado di farlo.

Tutto ciò significa che, proprio come nei fumetti, l’imminente addio di Evans dal MCU non significa che non avremo un altro Capitano. E, fortunatamente per Marvel, ci sono due personaggi nell’entourage di Steve Rogers che hanno preso lo scudo nei fumetti. Ma quale dei due sarà? Di seguito le “prove” che fanno pendere l’ago della bilancia dalla parte di Falcon!

Lo sceneggiatore pensa che Bucky non dovrebbe diventare Captain America

Christopher Markus, co-sceneggiatore di Avengers: Infinity War, ha ammesso di non capire l’entusiasmo per l’idea che Bucky Barnes diventi Captain America. Ecco cosa ha detto: “Penso che Winter Soldier sia così fantastico che vale la pena conservarlo, perché sprecare il Soldato d’Inverno trasformandolo in Captain America?”.

È un commento interessante che suggerisce che alcuni dei principali realizzatori alla Marvel non si sentono a proprio agio con l’idea che Bucky possa diventare Captain America. Naturalmente, non abbiamo idea di quanto sia diffusa questa opinione, o addirittura di quanto sia influente Markus nella pianificazione a lungo termine di Kevin Feige.

Il percorso di Bucky

La scena post-credits di Black Panther ha rivelato che Bucky ha assunto un ruolo molto diverso. Shuri lo ha deprogrammato con successo e il braccio cyborg che gli è stato dato da Hydra è stato sostituito con una versione wakandiana. Bucky ha vissuto nel Wakanda per anni e si è gradualmente integrato in quella società. Aveva perfino abbandonato il soprannome “Winter Soldier”, con i bambini wakandiani lo chiamavano adesso il Lupo Bianco.

Nei fumetti, il Lupo Bianco era il suddito più devoto di T’Chaka, un guerriero fisicamente potente che avrebbe difeso il monarca dei wakandiani fino al suo ultimo respiro. La decisione inaspettata del MCU di usare quel titolo in relazione a Bucky ha un enorme peso; suggerisce che la principale lealtà di Bucky ora risiede nel Wakanda, nel Re che gli ha dato una nuova vita e nella famiglia reale che ha distrutto la presa della Hydra sulla sua mente. Lungi dal diventare Captain America, è più appropriato che nel post-Avengers 4 Bucky sceglierà di stabilirsi in Wakanda. Dopotutto, è anche l’unica parte del mondo in cui non è braccato dalle autorità.

Un film su Falcon è improbabile

Mentre Falcon è stato un importante eroe di supporto, non ha avuto la possibilità di recitare in un film standalone e nemmeno Anthony Mackie, l’attore che lo interpreta, è sicuro che funzionerebbe. Già nel 2016, notava che il vero divertimento nel ritrarre questo personaggio era vederlo interagire con altri eroi. “Mi piace andare a lavorare con brave persone”, ha dichiarato, “incontrare queste persone e vedere il modo in cui lavorano, approfondire la loro relazione è davvero un’esperienza di apprendimento per me”.

È importante notare che questa dichiarazione risale a Captain America: Civil War e non sia assolutamente attendibile in relazione ai piani futuri della Marvel. Mentre non ci sono prove del fatto che un film di Falcon sia presente nei programmi, è possibile che Sam Wilson possa avere uno show televisivo. Recentemente è stato riferito che i Marvel Studios stanno lavorando a una serie di spin-off da otto a dieci episodi TV, prodotti con un budget cinematografico e interpretati da personaggi secondari come la Scarlet Witch di Elizabeth Olsen e il Loki di Tom Hiddleston, che andranno direttamente sul servizio di streaming che Disney lancerà entro il prossimo anno. Falcon è un personaggio che potrebbe potenzialmente funzionare bene anche in quel formato.

Falcon è diventato Cap nei fumetti più di recente

Sia Sam Wilson che Bucky Barnes sono stati Captain America nei fumetti, ma il turno di Sam è arrivato molto più di recente – e ha funzionato molto meglio. Il periodo di Bucky come Cap fu caratterizzato da un semplice problema: l’eroe ha vissuto per sempre all’ombra di ciò che era stato prima (e ciò sarebbe vero anche nel MCU). In realtà, il fumetto in cui Bucky è Captain America era insolito, e mostrava una inedita tensione tra il personaggio stesso e il ruolo che doveva ricoprire.

Al contrario, la trasformazione di Sam Wilson in Captain America sembrava lo sviluppo naturale per l’eroe. Sam era molto consapevole del ruolo che stava provando a riempire, e del significato simbolico di un Captain America nero. Divenne una versione molto più politicamente consapevole del personaggio. Questo è stato controverso, sia nei fumetti stessi che tra i lettori; ma era certamente un’evoluzione naturale. Nel MCU, è vero che anche Sam Wilson è attualmente un ricercato, a causa del suo rifiuto di acconsentire agli Accordi di Sokovia, ma, sembra chiaro che, qualunque cosa accada in Avengers 4, quel piccolo intoppo di trama verrà risolto.

Secondo Kevin Feige, la diversità è il futuro del Marvel Studios

I Marvel Studios sono stati per anni al centro della polemica sulla mancanza di diversità a Hollywood, e fino a poco tempo fa cercavano fondamentalmente di ignorare la questione. Tutto ciò è cambiato nell’ultimo anno, con Kevin Feige che sembra essere stato incoraggiato dal successo riscontrato da personaggi come Valchiria di Tessa Thompson in Thor: Ragnarok e dallo straordinario successo al botteghino di Black Panther. Kevin Feige ha spiegato, di recente, che la rappresentazione “può solo aiutarti, puoi aiutarti a raccontare storie uniche, puoi aiutarti a fare le cose in un modo nuovo, elettrizzante. Se lo fai, il pubblico lo noterà, lo apprezzerà e lo sosterrà.”

Di conseguenza, la Marvel guarda alle registe, all’abbondanza di personaggi femminili e agli eroi appartenenti alla comunità LGBTQ. Un Captain America nero sarebbe un altro modo per continuare a percorrere questo sentiero della diversità, dando uno dei ruoli più grandi della serie a una persona di colore.

Frank Grillo ha suggerito un Cap nero

Frank Grillo ha interpretato Brock Rumlow/Crossbones in Captain America: The Winter Soldier e in Captain America: Civil War. In una recente intervista, Grillo ha parlato del suo periodo con la Marvel e ha discusso su chi potrebbe essere il prossimo Capitan America, dicendo che non sarebbe sorpreso di vedere un afroamericano o una donna, nel ruolo.

Vale la pena notare che Grillo fa riferimento a “voci”, quindi potrebbe essere la persona adatta che risponde alla speculazione dei fan rispetto a qualsiasi altra informazione ufficiale che difficilmente possiede. In effetti, non c’è davvero alcun motivo per cui i Marvel Studios abbiano deciso di mettere Grillo a parte dei loro piani per la Fase 4, a parte il fatto che pur essendo stato ucciso in Civil War, ha da poco confermato che tornerà in Avengers 4 per un breve flashback.

Stanlio e Ollio: recensione del film con John C. Reilly

Stanlio e Ollio: recensione del film con John C. Reilly

Il canto del cigno di Stan Laurel e Oliver Hardy, meglio noti come Stanlio e Ollio, diventa nel film di John S. Baird l’occasione per riflettere sul tramonto di un’epoca e l’opportunità di scavare nel lato umano della fine di un matrimonio artistico. Nel 1937, all’apice del loro successo sotto la direzione di Hal Roach,  il duo comico si separa e sedici anni più tardi  – dopo aver smesso con il cinema – intraprende una tournée in Gran Bretagna e Irlanda; i teatri sono spesso semivuoti, le tv fanno restare le persone a casa e il mondo intorno a loro sta cambiando. Tranne l’affetto del pubblico, “rinato” proprio ad un passo dal loro ultimo saluto alle scene.

Questo preludio alla vecchiaia (che inizialmente rifiutano, aggrappati all’illusione di vedere realizzato il loro nuovo film su Robin Hood) è un momento chiave della vita di ognuno, ovvero quella presa di coscienza che include l’accettazione della fine e assume i contorni di una malinconica ballata romantica; lo sa bene Baird, bravo nel dare alla pellicola il tono serio che meritava ma anche il gioco, la purezza e l’innocenza, perché si sa che al tramonto delle nostre vite torniamo bambini e guardiamo le cose del mondo come la prima volta.

Straordinari Steve Coogan e John C. Reilly, tanto bravi a restituire perfettamente la mimica di Laurel e Hardy, quanto efficaci nel comunicare l’importanza del fattore umano, di ciò che rende “persone” celebrità conosciute da tutti, della tristezza che si cela dietro la figura del comico (più evidente quando è vicino al pensionamento). Allo stesso modo il film riesce a creare un bellissimo contrappunto con le due mogli, interpretate da Nina Arianda e Shirley Henderson, che sullo schermo – ironia della sorte – hanno i numeri più divertenti. La sceneggiatura frizzante e mai patetica di Jeff Pope (premio Bafta per Philomena), unita alla regia discreta di Baird fanno di Stanlio e Ollio un’inaspettata e agrodolce commedia come se ne realizzano poche, deliziosa quando rende omaggio al duo comico slapstick, audace perché decide di confrontarsi con delle icone ritenute ancora intoccabili.

Stanlio e Ollio, il trailer

Netflix produrrà un musical d’animazione ispirato alla vita di Wyclef Jean

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Netflix annuncia oggi un nuovo progetto con il visionario artista Wyclef Jean, un film d’animazione ispirato alla storia della sua infanzia, trascorsa ad Haiti.

Stampede, la società di intrattenimento recentemente fondata da Greg Silverman, sta collaborando con il musicista, vincitore di tre Grammy, per la produzione di questo lungometraggio che sarà scritto da Justin Marks (Il libro della giungla, Counterpart).

«Sono cresciuto nella povertà, ma la mia immaginazione è sempre stata ricca. Oggi, vedere le fantasie di quando ero bambino trasformarsi in realtà con Netflix e i miei partner di produzione, fa nascere in me il desiderio di trasmettere un messaggio ai bambini delle baraccopoli di tutto il mondo: non smettete mai di sognare», ha commentato Wyclef Jean.

Melissa Cobb, Netflix Kids and Family Vice President, ha aggiunto: «Quando Wyclef ci presentò per la prima volta la sua idea, il desiderio di realizzare un film d’animazione sulla sua vita e sull’evoluzione del suo modo di fare musica, da quando era un bambino ad Haiti al successo raggiunto a New York, rimanemmo incantati. L’animazione è uno strumento potente, ci consente di percorrere il mondo intero, e non vediamo l’ora di mostrare la sua prospettiva unica alle famiglie di tutto il mondo».

Justin Marks ha commentato: «Quando avevo diciassette anni, due elementi in particolare hanno avuto un grande impatto sulla mia vita: la musica di Wyclef Jean e lo spirito di Haiti, il suo paese d’origine. Ho avuto la fortuna di visitare Haiti, lavorando insieme alla popolazione locale in diverse occasioni negli ultimi anni, per questo motivo ho sempre desiderato raccontare una storia sulla sua cultura, vibrante e resiliente al tempo stesso. Se mi avessero detto che un giorno avrei lavorato con Wyclef ad un film come questo, non ci avrei mai creduto. Questo film è un onore e sono grato a Greg, Stampede e Netflix per averlo reso realtà».

Silverman ha poi aggiunto: «Haiti occupa un posto speciale nel mio cuore e il film di Wyclef e Justin mostrerà questo Paese magico, con uno stile unico e caratteristico».

Wyclef Jean, biografia

Nato ad Haiti e cresciuto nel New Jersey, Wyclef Jean ha scritto, interpretato e prodotto – sia come superstar solista che come fondatore e membro dei Fugees – alcune delle canzoni più popolari della nostra epoca ed è una delle icone della cultura pop degli ultimi due decenni. È stato un sostenitore di Haiti, specialmente in occasione dei soccorsi necessari dopo il devastante terremoto del 2010. Come membro dei Fugees, Jean ha pubblicato l’album “The Score” nel 1996, che ha ottenuto il primo posto nella classifica di Billboard, con tre singoli di grande successo – compresa la loro versione della ballata del 1973 di Roberta Flack “Killing Me Softly“, oggi certificata sei volte disco di platino.

Allontanandosi dal gruppo come produttore, ha lavorato con artisti leggendari come Michael Jackson, i Queen, Mick Jagger, Paul Simon, Earth, Wind & Fire, Kenny Rogers, le Destiny’s Child e Tom Jones, guadagnando un posto sulla copertina degli speciali “Top 50 Hip Hop Players” di Rolling Stone. Come artista solista, ha pubblicato sei album che hanno venduto quasi nove milioni di copie in tutto il mondo, inclusi “The Carnival” nel 1997 e “The Eclectic: 2 Sides” nel  2000, e, più recentemente, nel 2017 “Carnival III : Fall and Rise of a Refugee”. Nel 2006, ha co-scritto, prodotto ed è apparso sul singolo di Shakira, “Hips Do not Lie“, che è salito al numero 1 in 20 paesi tra cui gli Stati Uniti – la coronazione di una serie di successi, tra cui i suoi singoli “Gone Till November“, “Ghetto Superstar” (Pras feat. Wyclef Jean), il singolo di Carlos Santana n. 1 “Maria, Maria” (con Jean e Product G & B) e “My Love is Your Love” di Whitney Houston.

Vox Lux: il nuovo trailer del film con Natalie Portman

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Vox Lux: il nuovo trailer del film con Natalie Portman

È stato diffuso un nuovo trailer di Vox Lux, il film diretto da Brady Corbet che vede protagonista Natalie Portman nei panni di una pop-star. Il film è stato presentato in Concorso all’ultima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Ecco il trailer:

Vox Lux, recensione del film con Natalie Portman

Da adolescente, Celeste rimane coinvolta in una sparatoria a scuola. L’evento la scuote nel profondo e per dare sfogo al suo malessere scrive una canzone. Sarà questo il primo passo verso una carriera da pop star, che la lancerà, insieme alla sorella maggiore, nel mondo dello spettacolo.

Fonte: NEON

Dead in a Week (Or Your Money Back): recensione del film con Tom Wilkinson

Presentato nella sezione “Tutti ne parlano” della Festa del Cinema di Roma, Dead in a Week (Or Your Money Back) è un’irriverente commedia nera sul tema del suicidio. Opera prima del regista Tom Edmunds, il film vanta un cast composto da Tom Wilkinson, Aneurin Barnard e Freya Mavor.

William (Aneurin Barnard) è un giovane scrittore profondamente insoddisfatto della sua vita che, dopo aver tentato più volte di suicidarsi, decide di ingaggiare Leslie (Tom Wilkinson), killer professionista prossimo alla pensione, per porre fine ai propri tormenti. Nell’attesa di morire, la vita di William prende però una piega inaspettata, facendogli cambiare idea sulla sua morte. Per Leslie, tuttavia, il contratto non è rescindibile.

Si apre con una premessa originale e divertente il film, che pone il protagonista nella situazione di ricercare la propria morte attraverso l’intervento di un killer professionista. Da qui il regista e sceneggiatore costruisce una commedia nera dal puro humor britannico, concatenando eventi che nel quadro generale danno vita ad ottimi tempi comici, battute frizzanti e dialoghi così spontanei da risultare irresistibilmente divertenti. Una sceneggiatura, quella di Dead in a Week che si rifà alle migliori commedie britanniche recenti, nonché traendo ispirazione dall’umorismo nero dei fratelli Coen.

Elemento fondamentale del film, e che lo arricchisce significativamente, è che oltre la comicità si svela un’umanità, data dai personaggi ben scritti e approfonditi, che infonde un calore in tutto il film. Merito anche di ottimi interpreti, su cui spicca il veterano Tom Wilkinson.

Il suo non è il classico ritratto del killer freddo e spietato, bensì quello di un anziano che riconosce la propria identità esclusivamente nel proprio lavoro, e che dunque non vuole arrendersi al pensionamento. Allo stesso tempo Wilkinson riesce a conferire una profondità umana al suo personaggio, portandoci sempre più dal suo punto di vista, potendone così comprendere le debolezze che svelano l’uomo dietro il killer.

Degna di nota anche Freya Mavor, nel ruolo di Ellie, la ragazza che porterà il protagonista a cambiare idea sulla propria vita. All’interno del film l’attrice risalta per il suo personaggio dal carattere bizzarro e distaccato, a cui l’interprete dona un curioso senso dell’umorismo, che tende con successo a rendere ancor più straniante la comicità del film.

Ben presto ci rendiamo conto di come tutti i protagonisti debbano affrontare, ognuno a modo loro, le proprie battaglie personali. A partire da William, in cerca di uno scopo alla sua vita che gli appare priva di senso, tanto da desiderare il suicidio. L’incastro tra i personaggi porta a risvolti spesso imprevedibili, e che manifestano costantemente una capacità di ridere anche di cose di cui normalmente non si dovrebbe ride.

Tema da sempre delicato da trattare, il suicidio viene qui reso attraverso una chiave ironica che stimola ad una profonda riflessione. Insieme al protagonista, scopriamo lentamente le bellezze che la vita ci può riservare se solo si ha il coraggio di viverla. Nella sua leggerezza, e senza diventare un ritratto sociale o moralizzante dell’argomento, Dead in a Week si afferma essere una brillante commedia capace di coniugare intrattenimento intelligente con una piacevole satira.

Ragazze a Beverly Hills: in arrivo il remake

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Ragazze a Beverly Hills: in arrivo il remake

La Paramount ha messo in cantiere un remake di Ragazze a Beverly Hills, il film del 1990 divenuto un piccolo cult, diretto da Amy Heckerling. La tendenza a produrre remake e reboot è sempre più seguita e anche se fino a questo momento il genero horror sembrava il più saccheggiato da questo fenomeno, anche altri generi sono stati presi di mira dalle produzioni.

Ci sono molti film degli anni ’90 che hanno guadagnato lo status di cult negli anni, e uno di questi è proprio Ragazze a Beverly Hills, una commedia romantica di formazione scritta e diretta dalla Heckerling e liberamente ispirata al romanzo di Jane Austen, Emma. Ambientato nella Beverly Hills degli anni ’90, il film vede Alicia Silverstone nei panni di Cher Horowitz, una ragazza in cima alla piramide sociale, che insieme alla sua migliore amica Dione (Stacey Dash) dà alla nuova ragazza Tai (Brittany Murphy) una serie di suggerimenti per apparire più inserita, ignara che questo porterà alcuni cambiamenti non solo alla sua vita sociale ma anche alla sua vita personale. Ora, la Paramount proverà di raccontare la stessa storia, ambientandola ai nostri giorni.

Secondo Deadline, il remake è in lavorazione con Tracy Oliver alla produzione e con Marquita Robinson che firmerà la sceneggiatura. Non ci sono molti altri dettagli in merito al progetto ma restiamo tutti in attesa di sapere chi raccoglierà l’eredità di Alicia Silverstone e sarà la nuova Cher.

Fonte: Deadline

Il vizio della speranza: recensione del film di Edoardo De Angelis

Dopo tre lungometraggi, tutti girati nelle periferie della Campania e nei suoi angoli più disperati, la coerenza di Edoardo De Angelis inizia a farsi vedere, e Il vizio della speranza contribuisce a rendere evidente il percorso di un regista che sa come raccontare storie inverosimili ambientate in contesti realistici con sguardo originale, affamato di carne e polvere, di bellezza e degrado. Stavolta abbandonando l’immaginario fantastico che aveva caratterizzato Indivisibili e abbracciando la simbologia cristiana in chiave contemporanea: Maria è il miracolo della nascita, come l’Immacolata concezione, e incubatrice dell’umanità stessa racchiusa nei luoghi dimenticati da Dio. In questo caso, il fazzoletto di spiaggia e la palude che circondano Castel Volturno.

Ne Il vizio della speranza la fine del mondo ha il nome e l’aspetto di Castel Volturno, un comune della provincia di Caserta sepolto da cumuli di spazzatura, strade deserte e prostituzione. Qui comanda la mafia, con i suoi traffici illeciti di bambini, e vive Maria, figlia dell’assenza della madre e del luogo, che ogni giorno traghetta da una parte all’altra le povere anime delle donne con in grembo la vita, e non c’è sogno o possibilità di fuga in questo purgatorio terrestre: semplicemente si gira a vuoto aspettando che sorga e tramonti il sole (ma nemmeno la luce riesce a filtrare per quante nubi affollano il cielo), in un circolo “viziato”, terrificante, dove ogni gesto suggerisce miseria e morte. L’unico tocco di colore è dato dall’insegna rossa luminosa che delimita il confine tra il mondo reale e l’universo sospeso sul fiume Volturno; culla della criminalità e tomba dei silenzi.

De Angelis si mette alle (e sopra le) spalle della protagonista, interpretata da Pina Turco, e la insegue instancabilmente lungo tutto il film, con carrellate dense di dolore e riprese che lasciano il segno; sulla pelle di chi questa esperienza la vive dentro lo schermo e di chi la riceve impassibile, senza avere la forza di reagire. Ma se ci fosse stata una maggiore corrispondenza tra le meravigliose trovate della messa in scena e le intenzioni della sceneggiatura, Il vizio della speranza avrebbe rappresentato qualcosa di unico nel panorama cinematografico italiano (così come lo era stato in parte Indivisibili) e universale, anche rifiutandone l’accezione negativa del termine.

Il vizio della speranza, il trailer

Generation: il canale temporaneo dedicato ai millennials

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Serie tv, film, animazione, fumetti, manga giapponesi e videogiochi: con GENERATION, il canale temporaneo in arrivo dal 27 ottobre al 10 novembre sul canale 111 di Sky, si apre una finestra sull’intrattenimento che appassiona i più giovani, millennials e generazione z, con una particolare attenzione per il mondo dei social e del web. Il canale raccoglie i contenuti migliori della collezione On Demand GENERATION – attiva dal giugno scorso su NOW TV e Sky On Demand – più alcune novità esclusive, tutti (ri)proposti nella programmazione in lineare.

GENERATION sarà il canale della nuova produzione originale di Sky Atlantic, che andrà in onda in prima tv, OCCIDENTE VS ORIENTE, un docu-show in quattro puntate che mette a paragone tutto il meglio della cultura pop occidentale da una parte, e di quella orientale dall’altra: cartoni animati, videogames, fumetti, film e giocattoli. Nuovi e vecchi cult a confronto in una sfida senza esclusione di colpi: Transformers vs Gundam e i robottoni giapponesi – ma anche Dragon Ball vs Superman e i grandi supereroi a stelle e strisce; Lara Croft vs Super Mario e le star dei videogiochi orientali.

Il 29, 30 e 31 ottobre alle 19.00, in occasione di Halloween, con una programmazione dedicata, arrivano le tre puntate speciali del game show#socialfaceHalloween, con ancora una volta protagonisti, Favij, Mates (il gruppo formato da Anima, St3pny, SurrealPower e Vegas) e LaSabri. I creator più seguiti del web, conosciuti dal pubblico televisivo proprio grazie a #socialface, verranno anche raccontati in maniera del tutto inedita nelvlogumentary (docu-film in formato vlog) Social Dream – prodotto da Sky, Web Stars Channel e Indiana Production – un viaggio in presa diretta nella terra del Sol Levante, che andrà in onda in prima visione assoluta il 31 ottobre alle 21.15.

Tra i contenuti in evidenza del canale GENERATION, la prima tv esclusiva di due serie animate. La terza stagione di Animals  – creata nel 2016 da Phil Matarese e Mike Luciano per HBO – e l’esordio di Tour bus, serie animata in otto episodi, comedy musicale in cui Mike Judge (creatore di Silicon Valley) racconta le avventure di musicisti country come Johnny Paycheck, Jerry Lee Lewis, George Jones e Tammy Wynette, attraverso le testimonianze di chi ha avuto occasione di conoscerli più da vicino, come ex compagni di band e amici, con interviste animate e aneddoti video. Presente anche l’animazione cult, con alcuni cartoni giapponesi che hanno fatto la storia, tra cui Ken il guerriero e Capitan Harlock.

Spazio anche alla musica, con inserti musicali firmati da m2o e il film documentario This is Måneskin, che racconta la band che ha raggiunto il successo con la partecipazione a X-Factor, dalla sua nascita fino alla realizzazione del loro primo album di inediti, “Il ballo della vita”.

In programmazione anche due produzioni originali Sky: Tafanos, il divertente horror tributo ai b-movie italiani degli anni ’70, e The Generi, l’irresistibile viaggio fra i generi cinematografici di e con Maccio Capatonda.

In collaborazione con Sky Sport, GENERATION sarà anche la vetrina per alcuni degli sport 2.0 più seguiti, come la Drone Racing League e il magazine Adrenalinik, oltre all’evergreen e popolarissimo Wrestling. Non ultimo, uno spazio riservato all’informazione, con Non smetto quando voglio, appuntamento doc de Il Racconto del Reale, che racconta il tema dell’uso di droghe nel mondo giovanile.

GENERATION è realizzato con il contributo e i contenuti dei canali partner Manga, Cartoon Network, MTV e Blaze.

GENERATION, il canale temporaneo attivo dal 27 ottobre al 10 novembre sul canale 111 di Sky

Ben is Back: recensione del film con Lucas Hedges e Julia Roberts #RomaFF13

Il cinema per adolescenti (e post adolescenti) che denunciava l’assenza dei genitori come prima causa del loro malessere sociale sembra aver spostato, negli ultimi anni, il punto di vista del problema. Siamo stati abituati a credere che dietro la generazione di Spring Breakers e Bling Ring ci fossero famiglie troppo distratte, impegnate a fare altro mentre i loro figli cercavano la felicità in esperienze estreme al limite della criminalità; o che i ragazzi di Sixteen Candles e Breakfast Club siano stati dimenticati quando ricorrevano i loro compleanni e tentavano il suicidio per negligenza. 

Oggi non si può dire che in certi angoli del paese la situazione sia cambiata: tantissimi ragazzi allo sbando trovano rifugio nell’alcool e nella droga (con quest’ultima che è la prima causa di morte) ma alcuni di questi non scelgono cattive strade per “ribellione” o perché spinti dalla voglia di essere notati. Semplicemente le cose accadono, la dipendenza arriva quando meno te lo aspetti e non c’è niente che i genitori possano fare per riportarli casa.

Ben Burns, uno dei due protagonisti di Ben is Back, è un diciannovenne tossicodipendente che a casa ci torna ma contro la volontà della sua comunità di recupero. Si presenta la vigilia di Natale, senza preavviso, sconvolgendo l’equilibrio domestico e lo stato d’animo della madre Holly, terrorizzata all’idea di una possibile ricaduta e felice di riaverlo accanto. Bugie e imprevisti però fanno parte della vita di un addicted, e in una notte succederà di tutto.

Sincero ed emozionante, il film di Peter Hedges restituisce profondità al rapporto genitore-figlio in una situazione di dipendenza, senza ricorrere a stratagemmi fastidiosi come fa Beautiful Boy affrontando la stessa tematica, e soprattutto privo di quell’esasperante ripetitività che allontanava il lavoro di Felix Van Groeningen dal pubblico. Ben is Back riduce il distacco, ed è molto più credibile di quanto possa sembrare.

C’è un bisogno sempre più urgente di assumere un altro sguardo sul tema e sulle contraddizioni generazionali che hanno segnato gli ultimi trent’anni americani, scuotere le radici per comprendere meglio noi stessi e chi ci sta vicino, e nel suo piccolo Hedges ci riesce. Affermando che, contro ogni pessimismo sociale, la famiglia può ancora essere decisiva.

Ben is Back, il trailer

Avengers 4: Crossbones tornerà, parola di Frank Grillo

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Avengers 4: Crossbones tornerà, parola di Frank Grillo

Frank Grillo è sempre stato molto vago sul suo eventuale ritorno nel franchise Marvel, ma sembra ormai ufficiale che Avengers 4 avrà spazio per lui. Il personaggio era morto all’inizio di Captain America: Civil War, in uno scontro che era sembrato frettoloso e che non rendesse giustizia alla sua storia dei fumetti.

Adesso Crossbones ha la possibilità di vendicarsi, o meglio la possibilità di apparire di nuovo sullo schermo e di dire, forse, ancora qualcosa di suo. Come Grillo stesso ha confermato, il personaggio apparirà in un flashback di Avengers 4. Ospite durante il podcast UFC Unfiltered (via CBR), Grillo ha semplicemente dichiarato: “Crossbones farà la sua apparizione nel prossimo film degli Avengers, ma si tratterà di un flashback.”

L’utilizzo della parola “flashback” desta però qualche curiosità. Se è plausibile da un lato che il film contenga dei rimandi al passato, dall’altro tutta la teoria sul viaggio nel tempo del film sembra entrare in conflitto con l’idea di “flashback”. Probabilmente però Grillo ha utilizzato la parola che poteva utilizzare in quel contesto, senza rivelare nulla di specifico delle evoluzioni narrative contenute in Avengers 4.

Avengers 4: la chiave sarà Loki? Nuovi dettagli da una foto dal set

Avengers 4 arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.

Nel cast del film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Birds of Prey potrebbe cambiare titolo. A bordo il DOP di Venom

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Birds of Prey potrebbe cambiare titolo. A bordo il DOP di Venom

Birds of Prey, film della Warner Bros/DC con Margot Robbie di nuovo nei panni di Harley Quinn, ha aggiunto nella sua squadra il Direttore della Fotografia (DOP) di Venom e di A Star is Born. Parallelamente sembra che il titolo del film possa cambiare a questo punto della produzione.

Gli altri progetti alla WB su sequel e spin off, intorno al personaggio di Harley Quinn, sono stati messi da parte in favore di un film tutto al femminile con la regia di Cathy Yan. Alla regista si sono aggiunte di recente le attrici che saranno protagoniste del film: Mary Elizabeth Winstead e Jurnee Smollett-Bell nei panni di Cacciatrice e Black Canary.

Matthew Libatique ha confermato a GMA News che il suo prossimo progetto sarà Birds of Prey, ha raccontato di quanto fosse elettrizzato all’idea spiegando anche di cosa parlerà il film. Ha poi detto che il titolo del film potrebbe cambiare:

“Sono in preparazione per un film che si chiama Birds of Prey, probabilmente avrà un titolo diverso, è con Warner Brothers, e la regista è Cathy Yan, che ha diretto un film intitolato Dead Pigs, un film cinese. Sono elettrizzato, appartiene al genere cinecomic, ma questa volta è nell’universo DC, non nell’universo Marvel. Margot Robbie è destinata a diventare una star e sono eccitato per questo, e poi ha anche una parte che racconterà la storia d’origine dei personaggi, per cui è molto divertente”.

Birds of Prey: tutto quello che sappiamo sul film con Margot Robbie

La prima sinossi del film riporta: Dopo essersi separata da Joker, Harley Quinn e altre tre eroine – Black Canary, Cacciatrice e Renee Montoya – si uniscono per salvare la vita della giovane Cassandra Cain da un malvagio signore del crimine.

Il film diretto da Cathy Yan da una sceneggiatura di Christina Hodson e arriverà al cinema il 7 febbraio 2020. Margot Robbie riprenderà il ruolo di Harley Quinn con cui ha debuttato in Suicide Squad, e si occuperà anche della produzione del film stesso, con Sue Kroll e Bryan Unkeless. Con la Robbie, ufficialmente nel cast Mary Elizabeth Winstead e Jurnee Smollett-Bell saranno rispettivamente Cacciatrice e Black Canary. Rosie Perez sarà Renee Montoya.

George Miller: il prossimo film non è il sequel di Mad Max, ecco i dettagli

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George Miller è al lavoro su un nuovo film, ma non si tratta del sequel di Mad Max: Fury Road, come molti avevano sperato. Il regista si dedicherà a Three Thousand Years of Longing. Secondo Deadline, Miller dirigerà il film originale, con quel titolo, firmando lui stesso la sceneggiatura. I dettagli della trama sono ancora sconosciuti, ma ci si aspetta che la produzione cominci ad un certo punto nel 2019.

Un altro report proveniente da THR invece aggiunge che Idris Elba e Tilda Swinton sono stati scelti per essere i volti del film. Sulla base del fatto che si dice che al centro del film ci sia una storia d’amore, è probabile che Elba e Swinton interpretino i due ruoli dei protagonisti innamorati, ma non abbiamo ancora conferma di quella che è solo una supposizione. A ben vedere, non ci sono dettagli su nessuno dei due personaggi, per cui ci potrebbero essere smentite su quanto detto prima.

Con le prime indiscrezioni sul film, che riferiscono che  Three Thousand Years of Longing è “di portata epica“, significa che Miller dovrebbe essere occupato con questo film per un po’. Questo lascia molto poco spazio agli annunciati sequel di Mad Max: Fury Road, almeno per i prossimi anni. Miller è attualmente ancora coinvolto in una causa legale con Warner Bros. per i guadagni di Fury Road, pratica che sta ostacolando lo sviluppo degli altri capitoli del franchise.

Gli interpreti principali, Tom Hardy e Charlize Theron, sono entusiasti di tornare, ma fino a quando non si risolverà la situazione, Mad Max continuerà a stare in una situazione di stallo. Di conseguenza, George Miller ha deciso di creare qualcosa di nuovo e, si spera, di più semplice da portare sullo schermo. Non è stata fissata alcuna data d’uscita, ma se la produzione comincerà nel 2019, il 2020 potrebbe essere probabile.

Fonte: Deadline e THR

Pinocchio di Matteo Garrone: Roberto Benigni sarà Geppetto

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Roberto Benigni torna al cinema per interpretare Geppetto in Pinocchio, il nuovo film scritto e diretto da Matteo Garrone.

Il film, una coproduzione internazionale Italia/Francia, è prodotto da Archimede con Rai Cinema e Le Pacte, in associazione con Recorded Picture Company. Le vendite internazionali sono curate da HanWay Films. Il film sarà distribuito in Italia da 01 Distribution e in Francia da Le Pacte.

«Girare finalmente Pinocchio e dirigere Roberto Benigni sono due sogni che si avverano in un solo film – dichiara Matteo Garrone –. Con il burattino di Collodi ci “inseguiamo” da quando – bambino – disegnavo i miei primi “storyboard”. Poi, negli anni, ho sempre sentito in quella storia qualcosa di familiare. Come se il mondo di Pinocchio fosse penetrato nel mio immaginario, tanto che in molti hanno ritrovato nei miei film tracce delle sue Avventure. Anche con Benigni è stato un “inseguimento” iniziato molto tempo fa: l’ho conosciuto da bambino, grazie a mio padre (il critico teatrale Nico Garrone, tra i primi a scrivere di Benigni ai suoi esordi, ndr). Avere finalmente l’opportunità di lavorare insieme è per me un’occasione straordinaria: Pinocchio sarà un film per tutta la famiglia, grandi e piccoli, e nessuno come Roberto – che ha divertito e commosso milioni di spettatori in tutto il mondo – riesce a emozionare il pubblico di ogni età. Lo ringrazio per la fiducia che mi ha dimostrato accettando di condividere con me questa nuova, spericolata avventura».

Roberto Benigni aggiunge: «Un grande personaggio, una grande favola, un grande regista: fare Geppetto diretto da Matteo Garrone è una delle forme della felicità».

«Siamo particolarmente orgogliosi di fare parte di un’opera di così alto livello – afferma Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema –. Matteo Garrone è uno dei registi più importanti e originali del mondo, con lui abbiamo iniziato un percorso di collaborazione molti anni fa, che ora continua felicemente. La scelta di Roberto Benigni ci sembra uno dei colpi di genio di Garrone, e il fatto che Benigni abbia accettato di interpretare Geppetto è un regalo che ci riserverà delle meravigliose sorprese. La Rai contribuisce a portare nuovamente al cinema un artista tra i più amati in Italia e all’estero come Roberto Benigni, e questo ci riempie di gioia».

«Sono impaziente di lavorare di nuovo con Matteo Garrone all’adattamento di un classico della letteratura così amato in tutto il mondo. Non vedo l’ora di poter vedere la versione di Garrone, con un attore unico come Roberto Benigni», aggiunge Jeremy Thomas di Recorded Picture Company.

Oscar 2019: Dogman di Matteo Garrone il candidato per l’Italia

«È un onore essere di nuovo accanto a Matteo Garrone, con il quale abbiamo lavorato sin dai tempi di Gomorra – dichiara Jean Labadie di Le Pacte –. Roberto Benigni è il miglior Geppetto che avremmo mai potuto immaginare, in questo progetto che torna alle radici del capolavoro di Collodi famoso in tutto il mondo».

«Sono entusiasta della meravigliosa scelta di Benigni  – dice Gabrielle Stewart, Managing Director di HanWay –. Garrone è un cineasta visionario che reinventa una delle storie più famose del mondo, che affonda le sue radici ben più in profondità del classico d’animazione Disney. Sarà un vero spettacolo cinematografico, con un team tecnico internazionale d’eccezione e una star molto speciale. L’autenticità di girare nei luoghi dove Collodi ambientò il suo Pinocchio sarà qualcosa di mai visto prima».

Le riprese di Pinocchio inizieranno nei primi mesi del 2019: il film sarà interamente girato in Italia, tra Lazio, Toscana e Puglia.

I personaggi e le creature fantastiche saranno realizzati all’insegna di uno straordinario realismo, combinando trucco prostetico ed effetti digitali grazie al talento del due volte premio Oscar per il Miglior Trucco Mark Coulier (Grand Budapest Hotel, The Iron Lady) e della VFX Supervisor Rachael Penfold (The Revenant, Cloud Atlas).

Kevin Feige insignito del primo Creative Visionary Award

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Il presidente della Marvel Studios, Kevin Feige, è stato scelto per ricevere il primo Marty & Leah Sklar Creative Visionary Award. Feige ha iniziato la sua carriera a Hollywood come stagista con Richard e Lauren Shuler Donner, colpendoli abbastanza da diventare un produttore del primo film degli X-Men, prima di essere co-produttore o produttore esecutivo in ogni film della Marvel, da quel momento in poi, prima di essere nominato presidente degli Studios Marvel nel 2007.

Da quel momento, Feige ha creato l’universo condiviso più grande del mondo con il Marvel Cinematic Universe. La MCU è ufficialmente iniziata nel 2008 con l’uscita di Iron Man, rapidamente seguito da The Incredible Hulk. Dopo il successo, la Disney ha acquistato la Marvel Entertainment e ha aiutato a portare il MCU al livello successivo, con tutta la Fase 1. Lo studio è ora in procinto di chiudere la Fase 3, che si ultimerà con Avengers 4 il prossimo anno.

Di recente, Kevin Feige è stato classificato come il sesto personaggio più potente dell’intrattenimento e ora gli verrà conferito un nuovo riconoscimento. Grazie al successo ottenuto da Feige negli ultimi dieci anni, Variety riporta che il produttore è stato selezionato come il ricevente del primo Marty & Leah Sklar Creative Visionary Award. Il fondatore di Ryman Arts Marty Sklar e presidente di Ryman Arts Board, Phil Hettema, ha fornito le motivazioni che hanno giustificato la scelta di Feige nella seguente dichiarazione: “Il Ryman Arts Board ha istituito il Marty & Leah Sklar Creative Visionary Award per onorare la memoria di Marty e celebrare l’eredità di due straordinari fondatori della nostra organizzazione. Siamo entusiasti del fatto che il primo destinatario del premio, Kevin Feige, incarni l’aspirazione del premio in modo così completo. Kevin ha reinventato un intero universo di narrazione e ci ha introdotti in nuovi mondi entusiasmanti attraverso la sua leadership e la sua visione creativa”.

I prossimi film in uscita targati Marvel, Captain Marvel e Avengers 4, saranno quelli che chiuderanno la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe, un punto d’arrivo importante per un progetto titanico, lungo 11 anni e un momento sicuramente di soddisfazione per Kevin Feige, principale artefice di questo successo.

#RomaFF13: Sigourney Weaver, tra fantascienza e commedia, racconta la sua carriera

Statuaria è la prima parole che sale alle labbra di fronte a Sigourney Weaver, attrice simbolica per un pubblico vastissimo, che ha recitato in film divenuti culto e che, in occasione della Festa del Cinema di Roma 2018, ha avuto la possibilità di incontrare il pubblico dell’Auditorium e di raccontare la sua vita di cinema.

Uno dei punti più importanti della sua carriera è stato senza dubbio Ghostbusters, un successo travolgente e un film che ha ancora oggi un seguito appassionato. Una commedia di fantasia, e dal punto di vista della scrittura un gioiello di genere.

“La commedia è poco apprezzata da chi fa cinema ad alto livello. E per me è un mistero, perché penso che sia molto più difficile da scrivere, dirigere, e anche da recitare. Credo però che sia la comunità cinematografica che vuole farsi prendere più sul serio in quanto forma d’arte.”

Senza mai tirarsi indietro davanti a sfide particolari o complicate, Weaver ha anche interpretato personaggi reali, come la scienziata Dian Fossey: “Avevo alcune perplessità, non volevo rischiare di mancare di rispetto a una figura tanto importante, ma poi ho accettato. È stata un’esperienza grandiosa: sia il fatto di lavorare in Africa, sia aver fatto parte del team di Dian Fossey. E sono stata felicissima di passare del tempo con i gorilla: è una sensazione splendida, sono animali incredibilmente umani.”

La fantascienza nella carriera di Sigourney Weaver

Il suo nome è indissolubilmente legato alla fantascienza, che dal suo esordio con Alien, al film di maggior successo nella storia del cinema, Avatar, l’ha sempre accompagnata con costanza, almeno nell’immaginario dei suoi fan: “Sono sempre stata interessata soprattutto alle storie, più che ai generi. La fantascienza oggi è un genere molto sofisticato, che affronta le grandi domande su noi stessi, fa parte del canone letterario americano. Ma non ho programmato la mia carriera intorno alla fantascienza, volevo semplicemente essere un’attrice di teatro. Il teatro è un eccellente rodaggio per qualunque tipo di attori, ti rende più sicuro e fiducioso. Ma è anche vero che i critici dovrebbero cambiare atteggiamento verso il genere sci-fi e non limitarsi solo a parlare degli effetti speciali: in questi film c’è moltissimo altro!”

Nella sua versatile carriera, Sigourney Weaver non ha mai temuto ruoli difficili, come dimostra La morte e la fanciulla, film magnifico, diretto da Roman Polanski: “Lavorare con Roman è stata una grande esperienza, abbiamo girato il film in ordine cronologico e senza usare storyboard. Era un progetto molto personale per Roman, che modificò molto il testo del dramma teatrale. Lui è stato vittima in Polonia, è stato carnefice, è stato un padre che ha perso tutto, era ovvio che volesse dare alla storia una sua impronta. Sul set del film mi diceva esattamente cosa fare; talvolta non mi trovavo a mio agio, ma alla fine mi rendevo conto che aveva sempre ragione lui! Quando abbiamo fatto le prime prove di lettura, ha letto lui tutte le parti. È una cosa unica, non lo fa nessuno, è una cosa insolita per una produzione americana, ma è anche vero che Roman è un bravissimo attore.”

Sigourney Weaver e l’esordio con Alien

La carriera di Sigourney Weaver è cominciata però con uno dei più grandi film della storia del cinema. Come avrebbe potuto immaginarselo? “Ridley Scott all’epoca era al suo secondo lavoro e io al mio primo ruolo importante, per entrambi è stato una sorta di ‘battesimo’. Ci faceva improvvisare, in modo che non fossimo mai sicuri di cosa sarebbe successo un secondo dopo l’altro; ricordo che dopo aver girato una scena con Ian Holm, lui entrò nel set dell’astronave e mi spiegò come farla come voleva lui, sbattendo il povero Ian contro una parete. La cosa bella però è stata che non ho mai dovuto interagire con elementi inesistenti. Sul set l’alieno era interpretato da un attore molto alto, che sembrava venire da un altro pianeta. Quando metteva il costume era insieme bellissimo e terrificante. Durante le riprese, dovevo sempre confrontarmi con questa ‘entità’, ma non sapevo mai da dove sarebbe spuntato. Ho amato girare quel film e anche recitare in abiti sporchi, fra un ciak e l’altro potevo fare quello che volevo! In seguito ho cambiato generi, finché James Cameron non mi ha riportato alla fantascienza.”

Trai tanti registi che hanno attraversato la sua carriera, Sigourney Weaver conserva un ricordo molto prezioso di Ang Lee, che l’ha diretta in Tempesta di Ghiaccio e che ha realizzato anche il film che secondo lei racconta la più grande storia d’amore di sempre: I Segreti di Brokeback Mountain. “Mi trovo molto bene a lavorare con Jame Cameron, ovviamente. Ma quello che mi ha sorpreso davvero è stato Ang Lee: quando mi ha diretto in Tempesta di ghiaccio quasi non avevamo bisogno di parlare, ci bastava scambiarci uno sguardo per capirci alla perfezione. E Brokeback Mountain è una delle più grandi storie d’amore di sempre!”

Avatar 2 e 3: Sigourney Weaver ha completato le sue riprese

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Avatar 2 e 3: Sigourney Weaver ha completato le sue riprese

In grande segreto le riprese dei sequel di Avatar continuano senza sosta, e da Roma arriva la conferma che Sigourney Weaver ha completato le riprese dei due sequel che la vedranno tornare nel ruolo della dottoressa Grace Augustine.

L’attrice, ospite alla Festa del Cinema di Roma, ha confermato di aver concluso i due sequel, dichairando: “Avatar rappresenta un’esplorazione di temi importanti riguardo chi siamo, il nostro pianeta, il conflitto fra l’avidità e la comprensione. Nessuno però era preparato a questo successo… nemmeno la Fox! James Cameron è come un partner, è molto aperto nei confronti degli attori e dei loro suggerimenti, e mi sono divertita a girare insieme a lui il secondo e il terzo capitolo della saga. Era tutto più rilassato perché aveva terminato di scrivere tutta la sua saga, quindi era più sereno. Ogni giorno, sul set, James ripeteva: “Nessuno ha mai fatto qualcosa del genere, vediamo come andrà!”

La storia nei sequel di Avatar racconterà dunque di Jake Sully (Sam Worthington) e Neytiri (Zoe Saldana) e dei loro figli che sono impegnati a vivere la loro vita su Pandora e ad affrontare i conflitti con l’umanità.

Avatar 2 debutterà il 18 dicembre 2020, seguito dal terzo capitolo il 17 dicembre 2021. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 20 dicembre 2024 19 dicembre 2025.

Il Corriere – The Mule: il trailer italiano del film di e con Clint Eastwood

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Warner Bros ha diffuso il trailer italiano di Il Corriere – The Mule, il nuovo film di Clint Eastwood con protagonista Clint Eastwood e Bradley Cooper.

Protagonisti di Il Corriere – The Mule un cast stellare che comprende il candidato all’Oscar Laurence Fishburne (Tina – What’s Love Got to Do with It, Black-ish per la TV) che interpreta un agente speciale della DEA; Michael Peña (Ant-Man and the Wasp, Narcos per Netflix) che interpreta un suo collega; il premio Oscar Dianne Wiest (Pallottole su Broadway, Hannah and Her Sisters, Life in Pieces per la TV) che interpreta la ex moglie di Earl; Alison Eastwood (Rails & Ties) che interpreta la figlia di Earl; Taissa Farmiga (The Nun) che interpreta la nipote di Earl e Ignacio Serricchio (Lost in Space per Netflix, The Wedding Ringer) che interpreta l’assistente di cartello di Earl.

Il Corriere – The Mule racconta di un orticoltore di 90 anni e  veterano della seconda guerra mondiale che è stato sorpreso a trasportare cocaina per un valore di $ 3 milioni per un cartello messicano della droga attraverso il Michigan. Il film è scritto da Nick Schenk ed è prodotto da Jillian Apfelbaum, Clint Eastwood, Dan Friedkin, Jessica Meier, Tim Moore, Kristina Rivera e Bradley Thomas. Ruben Fleischer, Todd Hoffman  e David Bernad sono executive producer.

Il Corriere – The Mule, la recensione

Dragon Trainer: il mondo nascosto, il nuovo trailer

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Dragon Trainer: il mondo nascosto, il nuovo trailer

Ecco il secondo trailer originale di Dragon Trainer: Il Mondo Nascosto , il film che chiude la trilogia dedicata a Hiccup e al suo Sdentato. Nel cast vocale originale del film ci sono: Jay Baruchel, America Ferrera, Cate Blanchett, Kit Harrington, Craig Ferguson, F. Murray Abraham.

Il film, diretto da Dean DeBlois e basato sui libri di Cressida Cowell, arriverà al cinema il 31 gennaio 2019.

La versione italiana:

Dalla DreamWorks Animation arriva DDragon Trainer: Il Mondo Nascosto , l’attesissimo finale di una delle serie cinematografiche animate più apprezzate della storia del cinema.

Dragon Trainer: il mondo nascosto, il teaser trailer italiano


Quella che era iniziata come un’improbabile amicizia tra un vichingo adolescente e un temibile drago della razza Furia Buia è diventato una epica trilogia che ne racconta le vite. In questo prossimo capitolo, Hiccup e Sdentato scopriranno finalmente i loro veri destini: il capo villaggio sarà il governatore di Berk al fianco di Astrid, e il drago sarà invece capo della sua specie. Mentre entrambi si avviano verso il loro glorioso futuro, la loro amicizia verrà messa a dura prova quando si troveranno a dover fronteggiare la minaccia più oscura di sempre, insieme all’entrata in scena di un drago Furia Buia femmina.

Dragon Trainer – Il Mondo Nascosto, recensione del film

Avengers 4: la chiave sarà Loki? Nuovi dettagli da una foto dal set

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Lo scorso anno delle foto dal set di Avengers 4 ci hanno suggerito un lungo flashback o un viaggio indietro nel tempo. Queste foto sono state rianalizzate e prese in esame da fan molto attenti, che hanno notato ulteriori dettagli che potrebbero lasciare intendere che Tony Stark viaggerà nel tempo per cambiare la timeline di Loki, che diventa, ancora una volta, la chiave di tutto il meccanismo narrativo.

Nelle foto del 2017, vediamo Robert Downey Jr. indossare un gilet tattico dello SHIELD e alcune teorie che ne sono scaturite suggeriscono che si possa trattare di un momento in cui viene rappresentata la timeline in cui Stark è il direttore dello SHIELD stesso. Questa teoria sembra molto meno probabile rispetto a quella più avvalorata in cui Tony potrebbe essersi infiltrato in un’azione dello SHIELD a seguito degli aventi di The Avengers.

Ci sono diverse evidenze a sostegno di questa tesi. La prima è che le foto dal set mostrano un Tony più vecchio in una uniforme dello SHIELD sono state scattate nello stesso edificio in cui abbiamo visto la Marvel girare delle scene con Thor con i capelli lunghi e con Loki in catene come alla fine di The Avengers. Poi, Stark indossa un’uniforme che abbiamo già visto prima, in The Avengers, indossata da un’unità dello SHIELD che Nick Fury assegna alla sorveglianza di Loki sull’Elicarrier. Presumibilmente una squadra simile gli viene assegnata durante la Battaglia di New York. Questa uniforme include una maschera, il che indica che Stark potrebbe celare semplicemente la sua identità.

Avengers 4 arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.

Nel cast del film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Le terrificanti avventure di Sabrina: recensione della prima stagione

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Le terrificanti avventura di Sabrina è un serie che arriva su Netflix venerdì 26 ottobre, più spaventosa di come si può immaginare, dove gli incantesimi leggeri e che facevano danni si trasformano in riti satanici latini, diventando uno show horror e per nulla adatto alle famiglie. Questa serie non è da considerarsi un reboot o un sequel della sit-com di 20 anni fa circa, ma un prodotto totalmente nuovo che trae origine dall’omonima saga a fumetti che è stata creata nel 2014 da Roberto Aguirre-Sacasa (creatore della serie).

A sentire che è stato fatto un nuovo progetto su Sabrina, non può che venire in mente la sit-com Sabrina, vita da strega, che ha accompagnato per diverso tempo adolescenti dell’epoca e non solo, tra incantesimi e atmosfera leggera e rilassata. Invece no, della Sabrina degli anni ’90, che era interpretata da Melissa Joan Hart, non rimane proprio niente.

Le terrificanti avventure di Sabrina, prodotta da Greg Berlanti, ha comunque alcuni punti in comune con Sabrina, vita da strega: entrambe hanno sedici anni, vivono con le zie Zelda e Hilda, sono streghe e hanno un ragazzo che si chiama Harvey. Anche in questa serie, ordinata dall’emittente The CW per fare da contraltare a Riverdale, Sabrina è metà umana e metà strega e cerca far conciliare questi due lati di sé, cercando di vivere serena.

Le terrificanti avventure di Sabrina stagione 1

Sabrina (Kiernan Shipka) si trova a combattere le tradizioni, come quella che vuole che, compiuti i sedici anni, una strega debba rinunciare a qualsiasi legame mortale per dedicare se stessa a Satana. La ragazza si trova nella condizione di non voler rinunciare né ai suoi poteri, né tantomeno alla sua vita da adolescente: non vuole rinunciare a se stessa e alla propria libertà. Perché Sabrina è una ragazza combattiva, non riesce a stare nella gabbia e vivere una vita che è già stata decisa per lei è una di quelle cose che la fanno infuriare. Si batte per far sì che chi merita di essere punito lo sia per davvero, è femminista e va contro le tradizioni e, soprattutto, l’idea di patriarcato. Addirittura fonda il club WICCA (Women’s Intersectional Cultural and Creative Association).

Quello che si riscontra da Le terrificanti avventure di Sabrina, è l’attenzione data ai personaggi che non hanno niente di umano, mentre, al contrario, gli umani vengono trattati in maniera abbastanza superficiale. Ma di questo forse è il caso di trattarne in maniera approfondita dopo la seconda stagione della serie, che è già entrata in fase di produzione, per capire se questo fatto sia un difetto della prima stagione o se c’è realmente un motivo che possa intersecarsi con la seconda.

I personaggi che vengono approfonditi in questa serie, sono i componenti della famiglia Spellman, come zia Hilda (Lucy Davis), che ha un istinto materno innato e non vuole che Sabrina viva e cresca nella restrizioni, mentre zia Zelda (Miranda Otto) è quella più satanista, più attaccata alle tradizioni, più devota. Tra le due, forse è il personaggio di Zia Zelda quello che viene maggiormente approfondito ed interiorizzato.  Il ruolo di coscienza e contraltare a Sabrina non appartiene più al gatto Salem, che comunque è presente nella serie, ma al cugino pansessuale di Sabrina, Ambrose (Chance Perdomo), che è stato condannato agli arresti domiciliari dal Concilio delle Streghe e vive a casa Spellman da circa 75 anni.

Se i personaggi della famiglia Spellman funzionano molto bene, pezzi perfetti che si incastrano in un tetris terrificante, attorno ad essi gravitano tutti gli altri personaggi che non sempre funzionano, restando affascinanti ma superficiali.

È chiaro che Le terrificanti avventure di Sabrina è una serie al rodaggio, specialmente all’inizio ci vuole un po’ per ingranare, bisogna arrivare almeno alla quarta puntata per accorgersi che finalmente tutti gli ingranaggi sono stati oliati e combacino perfettamente. Tante cose aspettano ancora di essere messe a punto e di essere definite, quindi ecco perché, per taluni versi, diventa essenziale la visione della stagione due per non trarre conclusioni affrettate e di poco conto.

In ogni caso, Le terrificanti avventure di Sabrina diventa un contraltare della celebre sit-com, come se fossero lo Yin e lo Yang, due dimensioni parallele di una stessa vicenda, dando più spazio agli incantesimi. I personaggi, almeno i protagonisti, sono ottimamente delineati, così come lo è l’ambientazione. A conti fatti, poco importa che la serie non approfondisca alcune sottotrame, alcuni aspetti o dei personaggi secondari: le avventure terrificanti di Sabrina svolge il proprio lavoro di intrattenimento, invoglia lo spettatore ad approfondire le vicende che ruotano attorno alla combattiva Sabrina, facendo dimenticare i pregiudizi e senza dare modo allo spettatore di praticare il gioco dei paragoni.

Outlaw King – Il Re Fuorilegge: secondo trailer con  Chris Pine

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Netflix ha diffuso il secondo trailer ufficiale di Outlaw King – Il Re Fuorilegge, il film con protagonista Chris Pine (già insieme in Hell or High Water), che recita accanto a Aaron Taylor-Johnson, Florence Pugh e Billy Howle.

Outlaw King – Il Re Fuorilegge debutterà come film d’apertura del Toronto International Film Festival giovedì 6 settembre 2018.

Outlaw King – Il Re Fuorilegge, trama e cast

Outlaw King – Il Re Fuorilegge racconta la vera storia di Robert the Bruce, o Roberto I di Scozia, che nel corso di un anno straordinario passa da nobile sconfitto a re riluttante e poi a eroe fuorilegge durante l’opprimente regime di occupazione di Edoardo I d’Inghilterra in Scozia. Robert conquista la corona scozzese e raduna un appassionato gruppo di uomini per lottare contro la potete armata del re tiranno e del suo irascibile figlio, il Principe di Galles.

Interamente girato in Scozia, Outlaw King – Il Re Fuorilegge è stato scritto da Bash Doran, James MacInnes e David Mackenzie e riunisce il regista David Mackenzie con la star Chris Pine (già insieme in Hell or High Water), che recita accanto a Aaron Taylor-Johnson, Florence Pugh e Billy Howle.

Heidi Bienvenida e Chiara Francia al Lucca Comics & Games 2018

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Chiara Francia torna in Italia dopo la strepitosa accoglienza ricevuta al parco divertimenti di Mirabilandia e al Giffoni Film Festival. La giovane e promettente interprete di Heidi Bienvenida sarà infatti tra gli ospiti del Lucca Comics and Games, nella sezione junior dedicata ai più piccoli e alle famiglie. Per la gioia di tutte le fan che la aspettano con trepidazione quando torna in Italia, Chiara si esibirà in un mini live show presso il teatro del terzo chiostro: due momenti imperdibili, uno alle 12.00 e l’altro alle 16.00, all’insegna della musica e delle coreografie originali della serie tv che sta spopolando su Rai Gulp, in onda tutti i giorni alle 19.15. Prima dei due live, nello stand di Panini, sarà organizzata, per la gioia di tutte le ragazzine, una coloratissima sfilata con i cappellini originali che Heidi indossa nella serie tv: tutte le ‘modelle per un giorno’ avranno un photoshooting dedicato e le più fortunate prenderanno parte della seconda uscita del magazine di Heidi Bienvenida edito da Panini!

Le sorprese non sono finite: l’altro imperdibile appuntamento con Heidi si terrà a conclusione dei due live, sempre nello stand Panini, e vedrà Chiara impegnata nella firma copie dello sticker album e del magazine – con interviste esclusive ai protagonisti, giochi e test divertenti- , oltre che della terza uscita edita da Mondadori, la novel “Amici, musica e magia” .

Proprio nella prestigiosa cornice del Lucca Comics and games saranno lanciati i nuovi prodotti editi da Panini e Mondadori che hanno sposato il progetto alla serie tv firmata da Marcela Citterio che sta stregando milioni di ragazzine raccontando con gioia e leggerezza l’amicizia, la musica e i primi amori. Dal 14 settembre, con la collaborazione di Sony Music Italia, è invece disponibile nei migliori store e online – al link https://lnk.to/Heidibienvenida-music- “Nel posto che vorrai”, il primo album di Heidi Bienvenida con 25 canzoni originali della serie,  compresa la sigla nella sua versione completa “Nel posto che vorrai”, corredata dal testo italiano e cantata dalla talentuosa Deborah Iurato.

Uno di Famiglia: intervista a Pietro Sermonti e al cast

Uno di Famiglia: intervista a Pietro Sermonti e al cast

In occasione dell’uscita al cinema di Uno di Famiglia, abbiamo avuto il piacere di intervistare il cast del film, composto da Pietro Sermonti, Lucia Ocone, Sarah Felberbaum, Nino Frassica e Moisé Curia. Con loro anche il regista del film, Alessio Maria Federici:

Uno di Famiglia, trama e cast

Il film racconta la storia di un quarantatreenne mite che insegna dizione. Un giorno, per caso, salva la vita a un suo allievo, che si scopre essere il rampollo di una potente famiglia malavitosa calabrese, che ora è in debito con lui. Diventerà “uno di famiglia” con tutte le conseguenza che comporta, tra fraintendimenti e avvenimenti tragicomici.

Nel cast del film scritto da da Alessio Maria Federici, Andrea Garello, Giacomo Ciarrapico anche Massimo De Lorenzo, Neri Marcorè, Anna Della Rosa, Giampiero Judica, Massimo Olcese e Giuseppe Ansaldi. Prodotto da Cinemaundici, Warner Bros. Ent. Italia, con il sostegno di Regione Lazio, Uno di famiglia è distribuito da Warner Bros Italia.

Uno di Famiglia, il film

Uno di Famiglia è il sesto lungometraggio di finzione di Alessio Maria Federici, che ha esordito con il mediometraggio Dove dormono gli aeroplani dopo aver fatto l’aiuto regista per Piovono Mucche, Eccomi qua e Nessun messaggio in segreteria. Il suo primo lungometraggio è invece Lezioni di cioccolato 2, interpretato da un Luca Argentero diretto anche in Fratelli unici e che è uno dei suoi quattro “attori-feticcio” insieme ad Enrico Brignano (protagonista di Tutte lo vogliono e Stai lontana da me), Ambra Angiolini (voluta per Stai lontana da me e Terapia di coppia per amanti) e Pietro Sermonti (interprete principale maschile di Terapia di coppia per amanti e, appunto, di Uno di famiglia).

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