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Marc Webb non rimpiange l’interruzione della trilogia di Spider-Man

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Le burrascose vicende produttive alla Sony hanno impedito a Marc Webb di terminare la sua trilogia di The Amazing Spider-Man. La cosa potrebbe rappresentare senza dubbio un motivo di cruccio da parte del regista che, parlando con Slash Film in occasione della presentazione della serie tv Limitless, ha però rivelato un punto di vista che potremo definire sportivo.

Ecco cosa ha dichiarato Webb in merito al futuro cinematografico di Spider-Man: “Sono davvero eccitato per tutte le persone alla Marvel e per quello che faranno con il personaggio. Penso che appartenga a quell’universo e c’è un sacco di aspettativa nello scoprire cosa verrà fuori. Probabilmente un giorno parteciperemo a una convention, io, Sam e chiunque sia il regista del nuovo film (la dichiarazione è stata rilasciata prima dell’annuncio di Jon Watts alla regia del film Marvel, ndr)”.

Che ve ne pare?

Fonte: Slash Film

Marc Webb non dirigerà The Amazing Spider-Man 4

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Marc Webb non dirigerà The Amazing Spider-Man 4

Durante un’intervista al Daily Beast, il regista dei primi due capitoli di The Amazing Spider-Man (e già confermato per il terzo film) Marc Webb, ha rivelato che vorrebbe abbandonare la saga dell’uomo ragno per dedicarsi ad altri progetti: “Mi piacerebbe essere coinvolto come consulente, ma dopo il terzo film voglio fare altro. Ho già parlato con i ragazzi della produzione di questa mia scelta.”

Nascono quindi alcuni dubbi su dove arriverà la storia se il regista e la produzione hanno deciso di impostare la saga come una trilogia, ma il regista preferisce parlare di quello che stanno sviluppando, escludendo la possibilità di vedere Spider-Man coinvolto con gli Avengers: “Stiamo esplorando e costruendo un universo di Spider-Man più complicato che comprende personaggi che il pubblico finora non ha mai visto o ha potuto ammirare poco approfonditi”

Webb chiude dicendo che sarebbe stato sbagliato inserire Mary Jane Watson (Shailene Woodley) in The Amazing Spider-Man 2 e ha voluto rimarcare piuttosto il ruolo di Dane DeHaan: “Volevo che fosse intelligente come Peter Parker; James Franco è un uomo molto intelligente ma il suo Osborn era un po’ stupido, mentre il mio è molto più brillante.
Harry e Peter sono vincolati dalla perdita dei loro padri e in altri problemi legati alla loro infanzia. Nei film di Raimi Harry cercava di proteggere Peter dai teppisti e dal bullismo mentre in questa storia Harry e Peter sono sullo stesso piano, come veri fratelli”

Fonte: CBM

Marc Webb entusiasta, The Amazing Spiderman 2 “È immenso”

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Marc Webb entusiasta, The Amazing Spiderman 2 “È immenso”

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Marc Webb è tornato a parlare, con toni entusiastici, di The Amazing Spiderman 2, durante un’intervista per Total Film. Ecco uno stralcio delle sue parole:

È immenso, stiamo spingendo i livelli di effetti speciali, il livello di azione e la capacità emotiva di questo ragazzo. È un passo aggressivo in avanti. Possiamo usare il termine “lirico” per lo spettacolo e la teatralità in gioco, che sono a livelli abbastanza epici. Ci sono enormi set d’insieme e spettacolari altri set. Ma è davvero una canzone molto intima, questa relazione tra Peter e Gwen e veramente delicata e bella.

Come sempre ricordiamo che nel film ritorneranno i protagonisti  e  ai quali si aggiungono  nel ruolo di Electro, ​​ come Harry Osborn, il villain Paul Giamatti . Tutte le news sul film le trovate nel nostro speciale: The Amazing Spiderman 2Mentre per tutte le info sul film vi segnaliamo la nostra Scheda Film: The Amazing Spiderman 2La pellicola è diretta ancora una volta da  su una sceneggiatura di   ed uscirà il 2 Maggio 2014.

In The Amazing Spiderman 2, per Peter Parker (Andrew Garfield) affronta la vita post diploma. Lasciatosi alle spalle le scuole superiori si è ritrovato sempre più impegnato vestendo i panni di Spiderman, senza, però, dimenticare la promessa fatta al padre di Gwen (Emma Stone): proteggerla. A disturbare gli equilibri ci penserà l’arrivo di un nuova nemesi, Electro (Jamie Foxx) ed il ritorno di un vecchio amico, Harry Osborn (Dane DeHaan).

Fonte: Total Film

Marc Webb dirigerà Cold Comfort

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Marc Webb dirigerà Cold Comfort

Marc Webb potrebbe prendersi una pausa momentanea dalla saga di The Amazing Spider-Man per dirigere una spy story tratta dal libro “How to catch a Russian spy” di Ellis Henican, romanzo che narra la storia di un civile americano trasformatosi in spia autodidatta che collaborerà con l’FBI per scovare una spia russa che sta agendo sul suolo degli States. Una nuova sfida e un nuovo genere per Marc Webb che dopo Spider Man e 500 Giorni Insieme vuole dimostrare di saper dirigere tutti i tipi di film.

Fonte: Collider

 

Marc Webb : nuova foto di The Amazing Spider-Man 2

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E’ commentata da un secco “The Future” la foto che ha postato su Twitter quest’oggi. Il regista, alle prese con la lavorazione di The Amazing Spiderman 2, ha infatti pubblicato una fotografia, che potete vedere di seguito, che raffigura una specie di cella, della quale però non sappiamo nulla. Cosa potrà mai essere? E’ probabile che si tratti di una sorta di cella, di proprieta forse della Oscorp. Potrebbe inoltre essere qualcosa che vedremo non in questo film, ma nel terzo già in programma. Dal momento che Webb ha chiamato la foto “il futuro”, nulla ci vieta di supporra che possa trattarsi della foto della cella in cui Norman Osborn diventerà il famigerato Green Goblin.

the amazing spider-man 2 tweet mark webb

Come sempre ricordiamo che nel film ritorneranno i protagonisti  e  ai quali si aggiungono  in Electro, ​​ nei panni di Mary Jane Watson e  come Harry Osborn. Tutte le news sul film le trovate nel nostro speciale: The Amazing Spiderman 2.

Mentre per tutte le info sul film vi segnaliamo la nostra Scheda Film: The Amazing Spider-Man 2La pellicola è diretta ancora una volta da  su una sceneggiatura di   ed uscirà il 2 Maggio 2014.

Ecco anche la trama del film:

In The Amazing Spiderman 2, per Peter Parker (Andrew Garfield), vive una vita molto la occupata – tra prendere i cattivi come Spider-Man e passare il tempo con la persona che ama, Gwen (Emma Stone); diplomato ormai ha lasciato le scuole superiore e non ha dimenticato la promessa fatta al padre di Gwen di  proteggerla – ma questa è una promessa che semplicemente non può mantenere sempre. Le cose cambieranno per Peter quando un nuovo cattivo, Electro (Jamie Foxx), emerge dagli abissi della città, e un vecchio amico, Harry Osborn (Dane DeHaan), ritorna, e fa riemergere nuovi indizi sul suo passato.

Tutte le foto nella nostra Foto Gallery:

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Fonte: comicbookmovie

Marc Forster: intervista al regista di Ritorno al Bosco dei 100 Acri

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Guarda la nostra intervista al regista Marc Forster di Ritorno al Bosco dei 100 Acri, l’atteso live action su Winnie the Pooh della Walt Disney Pictures.

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Ritorno al Bosco dei 100 Acri: recensione del film

Il film Disney Ritorno al Bosco dei 100 Acri porterà dal 30 agosto nelle sale italiane il fascino senza tempo delle storie e dei personaggi di A.A. Milne, in un’emozionante avventura in cui il pubblico vedrà per la prima volta sul grande schermo Winnie the Pooh, Tigro, Pimpi, Ih-Oh, Kanga, Ro, Tappo e Uffa in versione live action.

Christopher Robin, il bambino che ha vissuto tante avventure con i suoi amici, i vivaci e adorabili animali di pezza del Bosco dei Cento Acri, ora è cresciuto e vive a Londra, nella metà del ‘900, alle prese con i problemi dell’età adulta. Lavora come Responsabile del settore efficientamento presso la Valigeria Winslow, cercando di trovare un equilibrio fra i lunghi orari lavorativi e gli impegni familiari. Ha quasi del tutto dimenticato lo stupore e la fantasia che hanno caratterizzato la sua infanzia. Ma prima o poi il passato ritorna.

Dopo aver cancellato un impegno con sua moglie Evelyn e sua figlia Madeline durante il weekend a causa del lavoro, Christopher Robin ritrova inaspettatamente Winnie the Pooh e i suoi vecchi amici del Bosco dei Cento Acri e insieme a loro ricorda i bei tempi, quando non fare nulla insieme al proprio migliore amico era considerata la cosa più bella. Quando torna a Londra per occuparsi dei problemi finanziari della società per cui lavora, Christopher si rende conto di aver perso alcuni importanti documenti che erano nella sua valigetta: a quel punto i suoi vecchi amici decidono che è arrivato il momento di aiutarlo.

La sceneggiatura del film è di Alex Ross Perry, del premio Oscar Tom McCarthy e dell’autrice candidata all’Oscar Allison Schroeder ed è basata su una storia scritta da Greg Brooker e Mark Steven Johnson, a sua volta basata sui personaggi creati da A.A. Milne e E.H. Shepard. I produttori sono Brigham Taylor, p.g.a., e Kristin Burr, p.g.a., mentre Renée Wolfe e Jeremy Johns sono i produttori esecutivi.

Il film vede l’attore vincitore del Golden Globe e candidato all’Emmy Ewan McGregor nei panni di Christopher Robin; l’attrice candidata al Golden Globe Hayley Atwell nel ruolo di sua moglie Evelyn; Bronte Carmichael nella parte della figlia Madeline; mentre l’attore, candidato all’Emmy, Mark Gatiss è Giles Winslow, il capo di Robin.

Marc Forster alla regia dello sci-fi Red Rising

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Deadline riporta la notizia che Marc Forster, regista di Monster’s Ball e del più recente World War Z, dirigerà l’adattamento cinematografico del romanzo di Pierce Brown intitolato Red Rising. Si tratta del primo libro di una trilogia di romanzi non ancora portata a compimento. Il film sarà uno sci-fi ambientato in un futuro distopico. Lo stesso Brown provvederà a scriverne la sceneggiatura, mentre Palak Patel, Joe Roth e Renee Wolf si occuperanno della produzione.

Fonte: CS

Maraviglioso Boccaccio: recensione del film di Paolo e Vittorio Taviani

Dopo Cesare deve morire, straordinario successo di pubblico e critica, che tre anni fa fece incetta di premi i fratelli Paolo e Vittorio Taviani tornano nelle sale cinematografiche con Maraviglioso Boccaccio.

Maraviglioso Boccaccio, la trama

Liberamente ispirato al Decameron, il film riprende la struttura dell’opera bocaccesca, selezionando cinque novelle che hanno in comune il tema dell’amore. In realtà i fratelli Taviani hanno intelligentemente alternato novelle amorose e dal finale anche drammatico, come raccontato nella triste vicenda di Ghismunda (Kasia Smutniak) e Guiscardo (Michele Riondino), con altre molto divertenti e leggere che hanno il merito di bilanciare una narrazione che altrimenti rischiava di cadere in un eccessivo cupismo e melanconismo.

Ci si commuove e si ride, anche di gusto, come nel caso del povero Calandrino, interpretato da un’ottimo Kim Rossi Stuart, sbeffeggiato e ingannato dai terribili guasconi Bruno e Buffalmacco (Simone Ciampi e Lino Guanciale), oppure come nella novella che ha come protagonista la terribile badessa Usimbalda (Paola Cortellesi), severa e “integerrima” madre superiora di un convento di clausura un po’ troppo aperto. Chiude la cinquina di novelle la più triste, romantica ed intensa delle storie scelte, quella in cui passa il messaggio più forte e diretto: l’amore ha una forza tale, se vero e sincero, che nulla o nessuno può interoporsi tra lui ed il suo naturale compimento, così come dimostrerà il povero falconiere Federico degli Alberighi pronto a tutto, ma proprio a tutto, pur di conquistare la sua bella Giovanna (Jasmine Trinca).

Maraviglioso Boccaccio recensione

Tra ironia e commozione

In Maraviglioso Boccaccio Firenze, metà Trecento. La peste sta decimando da settimane la popolazione senza risparmiare nessuno. Tra i cadaveri ammassati su macabri carretti si aggira terrotizzato un gruppo di giovani amici che decide di lasciare Firenze per rifugiarsi tra i colli. Costumi impeccabili, ricostruzioni sceniche curate nel dettaglio e meravigliosi contesti scenografici che ci permettono di ammirare le meraviglie del nostro centro Italia dove ci si sposta tra Toscana e Lazio, tra le colline di Scandicci ed i castelli del Montalcino o Bassano Romano.

Il cast artistico è indubbiamente importante, molti i nomi noti del cinema italiano contemporaneo tra cui citiamo la sempre affascinante Jasmine Trinca, la bellissima Kasia Smutniak o la simpaticissima Paola Cortellesi così come un redivivo e sorprendente Lello Arena, nei panni del terribile Tancredi, padre geloso e possessivo, Riccardo Scamarcio e soprattutto Kim Rossi Stuart a cui va la nostra personalissima palma del migliore per la sua interpretazione di Calandrino. Un’interpretazione carica di auto-ironia mista ad una cupa e sinistra demenza che sarà solo il preannuncio dell’inquietante finale; la riprova di quanto questo attore, qui spogliatosi dai panni del bello e tenebroso per indossare quelli del tardo e rozzo aiutante di bottega, abbia raggiunto una straordinaria maturità artistica.

Maraviglioso Boccaccio: dal 26 febbraio al cinema i fratelli Taviani

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Fratelli TavianiDopo il successo trionfale di Cesare deve morire, premiato con l’Orso d’Oro al Festival di Berlino, i fratelli Taviani si ispirano a cinque novelle del Decamerone per l’attesissimo Maraviglioso Boccaccio, in uscita per Teodora Film il 26 febbraio.

Lo sfondo della vicenda è quello della Firenze trecentesca colpita dalla peste, che spinge dieci giovani a rifugiarsi in campagna e a impiegare il tempo raccontandosi delle brevi storie. Drammatiche o argute, erotiche o grottesche, tutte le novelle hanno in realtà un unico, grande protagonista: l’amore, nelle sue innumerevoli sfumature. Sarà proprio l’amore a diventare per tutti il migliore antidoto contro le sofferenze e le incertezze di un’epoca.

Anche grazie a un cast d’eccezione che raccoglie alcuni dei maggiori attori italiani contemporanei, da Kim Rossi Stuart a Riccardo Scamarcio, da Kasia Smutniak a Jasmine Trinca, da Vittoria Puccini a Michele Riondino, da Carolina Crescentini a Paola Cortellesi, Maraviglioso Boccaccio si annuncia come uno dei grandi eventi di questa stagione cinematografica.

Dichiarano i due registi toscani: “Raccontiamo questa storia, anzi, queste storie, ispirate al Decamerone di Boccaccio, perché accettiamo la sfida; ai colori cupi della peste – ieri come oggi, la peste, in varie forme, è dappertutto – contrapporre i colori trasparenti dell’amore, dell’impegno, della fantasia. Poi c’è il caso, come sempre, ma questo renderà più appassionante il nostro racconto. Abbiamo detto grazie a questo gigante teneramente illuminato dalle vicende amorose, anche aspre, dei suoi personaggi: donne per lo più, giovani, meno giovani, tante femmine desiderose d’amare in libertà. Abbiamo detto grazie Boccaccio, arrivederci Boccaccio: ora noi ce ne andiamo per la nostra strada a raccontare una nuova verità, quella di un film, il nostro”.

Maraviglioso Boccaccio al via il prossimo film dei fratelli Taviani

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Iniziano il 31 marzo, in Toscana, le riprese di Maraviglioso Boccaccio, il nuovo film di Paolo e Vittorio Taviani.

Maraviglioso Boccaccio“Raccontiamo questa storia, anzi queste storie, ispirate con libertà al “Decamerone” di Boccaccio, perché accettiamo la sfida: ai colori cupi della peste – ieri come oggi la peste, in varie forme, è dappertutto – contrapporre i colori trasparenti dell’amore, dell’impegno, della fantasia. Poi c’è il caso, come sempre, ma questo renderà più appassionante il nostro racconto.” Dichiarano i Taviani.

Il film è prodotto da Donatella Palermo e Luigi Musini; una produzione Cinemaundici e  Stemal con Rai Cinema, in coproduzione con Bis Films (Francia), con il sostegno del Mibac – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo-Direzione Generale per il Cinema, e il contributo di Eurimages.

Il cast è composto da (in ordine alfabetico): Lello Arena,  Paola Cortellesi,  Carolina Crescentini,  Flavio Parenti, Vittoria Puccini,  Michele Riondino,  Kim Rossi Stuart,  Riccardo Scamarcio,  Kasia Smutniak,  Jasmine Trinca,  Josafath Vagni, insieme ai giovani “Novellatori”: Melissa Anna Bartolini,  Eugenia Costantini,  Miriam Dalmazio, Camilla Diana,  Niccolò Diana,  Fabrizio Falco,  Beatrice Fedi, Ilaria Giachi,  Barbara Giordano,  Rosabell Laurenti Sellers.

Maratona David Cronenberg: il calendario completo

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Maratona David Cronenberg: il calendario completo

La maratona cinematografica dedicata al regista di culto David Cronenberg arriva dal 18 al 23 agosto al cinema Quattro Fontane di Roma, all’Anteo Palazzo del Cinema a Milano e all’Ambrosio di Torino. Per l’occasione i film saranno proiettati in versione originale sottotitolata.

La maratona cinematografica comprende “Rabid – Sete di sangue”, cult del 1976 in cui una giovane si trasforma in una insaziabile vampira dopo aver subito un innesto cutaneo; la versione restaurata di Crash, che declina il tema della mutazione partendo da un romanzo di J.G. Ballard in cui i sopravvissuti a un incidente d’auto sviluppano una pulsione sadomasochistica; il body horror Brood – La covata malefica, ambientato in una clinica degli orrori; Scanners, con protagonisti degli individui dotati di poteri telepatici dall’esito letale. E poi ancora Videodrome”, cult indiscusso in cui un’allucinazione massmediale diviene metafora della civiltà televisiva degli anni ’80; “La mosca”, con l’attore Jeff Goldblum alle prese con un mostruoso melodramma dalle tinte sci-fi; “Il pasto nudo”, raffinato delirio paranoico che omaggia l’omonimo romanzo di William S. Burroughs.

Due i film con Viggo Mortensen (protagonista anche in Crimes of the Future insieme alle attrici Léa Seydoux e Kristen Stewart): “A History of Violence”, un thriller dalle tinte noir che riflette sul tema dell’identità, e A Dangerous Method che ripercorre il turbolento rapporto tra lo psichiatra Carl Gustav Jung (Michael Fassbender), il suo mentore Sigmund Freud (Mortensen) e Sabina Spielrein (Keira Knightley).

La maratona si conclude martedì 23 agosto con La promessa dell’assassino, un noir teso e potente ambientato tra la malavita russa con protagonista sempre Viggo Mortensen insieme a Naomi Watts e Vincent Cassel, e Maps to the Stars, un’aspra critica verso il mondo dello spettacolo e l’industria cinematografica, magistralmente interpretata da Mia Wasikowska, John Cusack, Robert Pattinson e Julianne Moore, che per questo ruolo ha vinto la Palma come miglior attrice al 67° Festival di Cannes.

Al cinema Quattro Fontane di Roma e a Milano nello spazio di esposizione al piano terra di Anteo Palazzo del Cinema sarà inoltre allestita la mostra “La Nuova Carne”, dedicata al cinema di David Cronenberg. L’esposizione raccoglie in totale 40 opere disegnate (illustrazioni, fumetti monopagina) realizzate da un’ampia selezione dei più rappresentativi artisti e fumettisti italiani come omaggio al regista canadese e ai suoi film, che verranno suddivise tra le due sale. L’esposizione è una produzione artistica originale, co-prodotta da COMICON e Marco Lucchetti Art Gallery di Lugano.

Di seguito gli orari e la programmazione completa della Maratona Cronenberg al Quattro Fontane di Roma, all’Anteo di Milano e all’Ambrosio di Torino. I biglietti sono disponibili in prevendita ai relativi siti web riportati di seguito.

Maratona David Cronenberg – PROGRAMMA CINEMA QUATTRO FONTANE (ROMA)

Biglietti in prevendita di disponibili a questo link

GIOVEDì 18 AGOSTO 

  • 18.30 – Rabid – Sete di sangue
  • 20.45 – Crash

VENERDì 19 AGOSTO 

  • 18.30 – Brood – La covata malefica
  • 20.45 – Scanners

SABATO 20 AGOSTO

DOMENICA 21 AGOSTO

  • 18.30 – Il pasto nudo
  • 20.45 – Crash

LUNEDì 22 AGOSTO

MARTEDì 23 AGOSTO

Maratona David Cronenberg –  PROGRAMMA ANTEO PALAZZO DEL CINEMA (MILANO)

Biglietti in prevendita disponibili a questo link

GIOVEDì 18 AGOSTO 

  • 19.40 – Rabid – Sete di sangue
  • 21.30 – Crash

VENERDì 19 AGOSTO

SABATO 20 AGOSTO

DOMENICA 21 AGOSTO 

  • 19:40 – Crash
  • 21.40 – Il pasto nudo

LUNEDì 22 AGOSTO

MARTEDì 23 AGOSTO

Maratona David Cronenberg –  PROGRAMMA CINEMA AMBROSIO (TORINO)

Biglietti in prevendita disponibili a questo link

GIOVEDì 18 AGOSTO

  • 18.30 – Rabid – Sete di sangue
  • 21.00 – Crash

VENERDì 19 AGOSTO

SABATO 20 AGOSTO

DOMENICA 21 AGOSTO

  • 18:30 – Crash
  • 21:00 – Il pasto nudo

LUNEDì 22 AGOSTO

MARTEDì 23 AGOSTO

Maradona: un nuovo documentario dal regista di Amy

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Maradona: un nuovo documentario dal regista di Amy

Il regista Asif Kapadia, dopo il successo di Amy, documentario sulla vita di Amy Winehouse candidato all’Oscar, ha in progetto di dirigere un documentario sul famoso calciatore Diego Armando Maradona.

Squadra vincente non si cambia: Kapadia lavorerà con James Gay-Rees e Chris King, lo stesso team di Amy, che al momento detiene il record britannico per il documentario col maggior incasso al box office (3,7 milioni di sterline).

La Altitude Film Entertainment, società che già si era occupata della distribuzione di Amy, ha acquistato i diritti inglesi per il film che sarà intitolato Maradona.

Il film sarà incentrato sul periodo in cui Maradona giocava nel Napoli. La famiglia del calciatore ha messo a disposizione del regista centinaia di ore di filmati inediti dal suo archivio personale.

Kapadia ha dichiarato di essere un grande fan di Maradona:Sono stato preso dal suo personaggio, il suo genio, l’onestà, la passione, l’ironia e la vulnerabilità. Era un leader, ha portato la sua squadra al top, ma la sua carriera ha conosciuto anche molti bassi.

Ancor prima di dirigere Senna volevo fare un film su Maradona, perciò sono molto entusiasta di avere quest’opportunità. Diego è il migliore calciatore di tutti i tempi ma con difetti e debolezze“.

Recentemente Maradona era già stato protagonista di un documentario di Emir Kusturica nel 2008, mentre Paolo Sorrentino ne ha fatto uno dei personaggi più surreali del suo Youth – La giovinezza.

Fonte: Variety

Maradona: Sogno Benedetto, annunciata la data d’uscita

Maradona: Sogno Benedetto, annunciata la data d’uscita

Amazon Prime Video ha annunciato oggi la data di uscita di Maradona: Sogno Benedetto. La serie biografica che segue i trionfi e le sfide del leggendario calciatore uscirà il 29 ottobre 2021 in esclusiva su Amazon Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.

Maradona: Sogno Benedetto è interpretata da Nazareno Casero (Historia de un Clan), Juan Palomino (Magnifica 70) e Nicolas Goldschmidt (Supermax), che interpreteranno Diego Armando Maradona nelle varie fasi della sua vita e della sua prolifica carriera. Dalle umili origini nella cittadina di Fiorito, in Argentina, suo paese natio, fino alla rivoluzionaria carriera al Barcellona e poi al Napoli, la serie narrerà il suo ruolo chiave nel portare la sua nazionale a vincere la Coppa del Mondo in Messico nell’86. Nella serie sono presenti anche Julieta Cardinali (En Terapia, Valentin), Laura Esquivel (Patito Feo), Mercedes Morán (I diari della motocicletta, El Reino), Pepe Monje (Amor en Custodia), Peter Lanzani (El Clan, El Reino).

La serie biografica prodotta dalla BTF Media, in coproduzione con Dhana Media e Latin We, è stata girata in Argentina, Spagna, Italia, Uruguay e Messico, ed è composta da 10 episodi di un’ora che raccontano i momenti chiave della vita e della carriera del leggendario calciatore.

Alejandro Aimetta è showrunner della serie e regista degli episodi girati in Argentina, Messico e Uruguay, e ne ha scritto la sceneggiatura con Guillermo Salmerón (El Marginal) e Silvina Olschansky (El Marginal). Roger Gual ed Edoardo De Angelis hanno diretto rispettivamente gli episodi ambientati in Spagna e Italia. Gli executive producer sono Francisco Cordero, Liliana Moyano, Mari Urdaneta, Ricardo Coeto e Luis Balaguer.

Maradona: le verità nascoste questa sera su SKY

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Maradona: le verità nascoste questa sera su SKY

Nel giorno della sua scomparsa, National Geographic propone  la storia di Diego Armando Maradona, il più grande giocatore di calcio di tutti tempi. Un’icona mondiale riconosciuta non solo per il suo talento con il pallone ma anche per il carattere diretto, arrogante, poco avvezzo alle regole. Un uomo dotato di un talento divino che spesso, però, si è trovato a vivere in suo personale inferno. Maradona: le verità nascoste sarà in onda su National Geographic (Sky, 403) questa sera, mercoledì 25 novembre, alle 20:55 (e in replica giovedì 26 alle 22.55 e venerdì 27 alle 21.55). Un viaggio tra le pieghe più controverse del Diez, un percorso che racconta l’animo più oscuro di Maradona.

Lo speciale ricostruisce gli anni di carriera più controversi e affascinanti di Diego Armando Maradona attraverso le parole di chi gli è stato vicino e lo ha conosciuto in prima persona.

A raccontare le sua storia, tra gli altri, l’amico Ciro Ferrara, il figlio Diego Armando Sinagra, l’eterno nemico, Joseph Sepp Blatter, l’ex compagno di squadra Abel Balbo, il fisioterapista “amuleto” Salvatore Carmando, e il suo personal trainer e motivatore Fernando Signorini che lo ha allenato è sostenuto durante quasi tutta la sua carriera.

Maradona: le verità nascoste è prodotto da Stand By Me per National Geographic.

LE TESTIMONIANZE

Ciro Ferrara

Napoletano, eredita da Maradona la fascia di capitano.

Solo per lui, nel 2004, Maradona rompe l’esilio tornando a Napoli dopo oltre dieci anni: Ciro sta per appendere gli scarpini al chiodo e lo vuole per la sua partita di addio al calcio.

Ferrara racconta il Maradona compagno di spogliatoio, il Maradona che torna di notte e sveglia tutto il palazzo ma anche il Diego capace di gesti d’amicizia incredibili e affetto incondizionato.

Dice di Maradona:

Giochi a calcio, ti diverti ma le tensioni sono sempre tante e Diego riusciva sempre a stemperarle con qualche battuta “non preoccuparti Ciro, tu fai il tuo. Dai la palla a me e poi ci penso io” diceva.

Abel Balbo

Calciatore della nazionale argentina 1990-1994

Dopo l’amara delusione di Italia ‘90, Abel Balbo fatica a trovare spazio nella Seleccion argentina. E’ il 1994 e la squadra rischia un’incredibile eliminazione nelle qualificazioni al mondiale. Balbo e Maradona, rientrato in forma dopo la squalifica per droga, vengono richiamati a furor di popolo per lo spareggio contro l’Australia. È proprio uno scambio Balbo – Maradona, con assist del Diez e gol del centravanti, a portare la nazionale argentina al Mondiale.

Ma dopo il famoso gol di Maradona alla Grecia con esultanza davanti alla telecamera, la competizione si chiude per l’Argentina con la squalifica di Maradona e l’eliminazione per mano della Romania agli ottavi.

Dice di Maradona

Ogni volta che Diego arrivava in Nazionale, in qualsiasi momento, era sempre il leader. Arrivava nello spogliatoio prima della partita e l’atmosfera cambiava, perché Diego era una persona che influenzava tutti, i suoi compagni di squadra, gli arbitri, condizionava anche gli avversari.

Joseph Blatter

Presidente della Fifa 1998 – 2015

Dal Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici del 1972 e 1976 all’ingresso nella FIFA, Joseph Blatter è una delle menti dietro l’esplosione mediatica e monetaria del calcio mondiale.

Blatter interviene in favore di Maradona nel 1992, quando l’argentino non riesce a trovare un accordo con il Napoli per sciogliere il contratto che lo lega ancora alla società di Corrado Ferlaino.

È lui a spingere per portare Maradona ai mondiali del 1994, ed è sempre lui a prendere la decisione di squalificare El Diez dopo i risultati dell’antidoping.

Dice di Maradona

E’ stato una star per i giovani che ballavano, bevevano e…[fa un gesto per indicare chi fa uso di cocaina ndr] Forse un po’ era una stella, una primadonna.

Corrado Ferlaino

Presidente del Napoli Calcio 1969-2000

Tra conti correnti senza copertura, contratti depositati per finta, voli privati e mille rilanci, Ferlaino è l’ideatore e il trionfatore assoluto dell’Operazione San Gennaro che, nel 1983, porta a Napoli il più forte calciatore del mondo. E’ lui a dover gestire la “bomba” Maradona tra eccessi e colpi da maestro, fino ai giorni della squalifica per doping e il divorzio dal club.

Dice di Maradona:

E’ stato un genio del calcio e come tutti i geni era sregolato. Quando era al Barcellona viveva con molti argentini, la sera uscivano, andavano nei locali e si azzuffavano.

In campo insegnava calcio. Era uno spettacolo

Diego Armando Sinagra

All’alba del 20 settembre 1986, una ragazza di nome Cristina Sinagra dà alla luce un bambino, lo registra col nome di Diego e indica come padre Diego Armando Maradona.

El Diez, in procinto di sposarsi con Claudia Villafane, si rifiuta di riconoscere il bambino. Per anni Diego jr tenta invano di stabilire un contatto con Maradona fino ad una mattina di maggio quando, a 17 anni, scopre che suo padre si trova in Italia. Si precipita a Fiuggi e, senza farsi riconoscere, si intrufola sul campo dove El Diez sta giocando a golf. All’inzio Maradona lo fa cacciare dai bodyguard, ma quando si accorge che si tratta del figlio che non ha mai visto, lo fa richiamare.

Dice di Maradona:

A volte mi fermo e penso: sono il figlio di Diego Armando Maradona, del più grande giocatore del mondo e di una persona che nessuno dimenticherà mai.

Fernando Signorini

Preparatore atletico personale di Maradona 1983-1994

Conosce Maradona nel 1983 a Barcellona. Da allora diventa il suo preparatore personale e studia per lui un allenamento personalizzato, che lo aiuti a “restare in forma senza annoiarlo”.

È lui che deve occuparsi del fisico del campione martoriato dai colpi dei difensori e rimetterlo in piedi dopo le notti brave.

Dice di Maradona

Tutto quello che voleva era giocare a calcio, divertirsi e farlo nella maniera migliore. Diego era solo un ragazzo di Villa Fiorito, un ragazzo meraviglioso. Dopodiché Maradona fu solo il prodotto che dovette inventarsi per essere all’altezza di ciò che desiderava da sé stesso. 

Pedro Pablo Pasculli

Calciatore della nazionale argentina 1984 – 1987

Ex calciatore argentino, ha militato in Italia con il Lecce ed è diventato campione del mondo nel 1986.

Conosce Maradona da giovanissimo, quando i due si impongono come veloce coppia gol dell’Argentinos Junior: Diego inventa e Pasculli finalizza. Si ritrovano nel 1984 quando Diego è a Napoli e Pasculli gioca nel Lecce. Si sentono spesso, e passano insieme le lunghe trasvolate intercontinentali per rispondere alle convocazioni della Nazionale

Dice di Maradona

Semplicemente amava il calcio, come lo amavamo noi. Nel suo quartiere, Villa Fiorito, la gente lo conosceva. Lo chiamavano Pelusa. Gli tiravano una palla e lui si metteva a giocare con gli altri bambini per strada.

Domenico “Mimmo” Carratelli

Ha collaborato con Roma, Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport-Stadio, Il Mattino, di cui è stato responsabile della sezione sportiva, nonché del Guerin Sportivo, di cui è stato vicedirettore. Ha scritto il libro “Caro Diego…”.

Dice di Maradona:

Credo che Diego Armando Maradona sia stato uno dei 3 personaggi di fine ‘900: Kennedy, Papa Wojtyla e Diego Armando Maradona. 

Salvatore Carmando

Massaggiatore del Napoli Calcio

Salernitano, fisioterapista figlio d’arte, approda al Napoli nel 1976 dove per oltre trent’anni cura i muscoli della prima squadra.

Negli anni ‘80 diventa amico e “porta-fortuna” di Maradona che prima di ogni partita, gli bacia la fronte in un gesto tra l’affettuoso e lo scaramantico.

Maradona si fida solo di lui, dalla prima volta in cui il massaggiatore ha messo le mani sui suoi muscoli, Diego lo vuole sempre con sé.

Il rapporto tra i due è talmente stretto che Carmando è uno dei pochi che, nel ritiro di USA ’94, ha accesso nella stanza di Maradona dopo la conferma della positività all’antidoping.

Dice di Maradona

Tutti i ragazzi gli volevano bene. Lo ascoltavano ma anche lui li ascoltava loro, chiedeva la loro opinione.

Maradona vuole fare causa a Sorrentino per “uso indebito di un marchio registrato”

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La scorsa settimana è stata diffusa la notizia che Paolo Sorrentino avrebbe diretto un film biografico su Maradona, per conto di Netflix, e soprattutto sarebbe tornato a girare a Napoli. Arriva adesso la notizia che il calciatore argentino non avrebbe dato il consenso al regista e alla sua produzione per utilizzare il suo nome, nonostante non sia la prima volta che Sorrentino mostra interesse nel raccontare la leggenda del Napoli Calcio (si vedano alcune scene di Youth – La Giovinezza).

L’avvocato di Diego Armando Maradona, Matias Morla, ha diffuso la notizia su Twitter: dopo l’annuncio del progetto Netflix, l’ex calciatore ci ha tenuto ad ammonire pubblico e addetti ai lavori che da parte sua non è arrivata nessuna autorizzazione a portare avanti il progetto. Morla ha comunicato: “Diego Maradona non ha autorizzato l’uso della propria immagine per questo film. Stiamo già studiando una strategia legale con i nostri colleghi italiani per un esposto formale sull’uso indebito di un marchio registrato”.

Sappiamo che Sorrentino, come già accaduto in Youth, non ha mai fatto il nome diretto di Maradona, ma il titolo del film, È stata la mano di Dio, fa inequivocabilmente riferimento a quel famoso gol che l’argentino segnò all’Inghilterra nel 1986, di mano.

Mar Webb dirigerà anche The Amazing Spider-Man 2!

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Mar Webb dirigerà anche The Amazing Spider-Man 2!

Secondo Variety, il regista Marc Webb ha trovato un accordo con la Fox Searchlight per dirigere The Amazing Spider-Man 2, sequel del reboot sull’uomo ragno con Andrew Garfield ed Emma Stone. Le riprese dovrebbero partire a inizio 2013 mentre la sceneggiatura scritta da James Vanderbilt sarà rimaneggiata  da i ragazzi d’oro d’Hollywood  Roberto Orci e Alex Kurtzman (Star Trek, Transformers), e da Jeff Pinkner(Lost, Fringe). Produrranno la pellicola di nuovo  Avi Arad e Matt Tolmach. La pellicola dovrebbe uscire negli usa il 2 Maggio 2014.

 

Maps to the Stars: trama, cast e spiegazione del film di David Cronenberg

Maestro del body horror, il regista David Cronenberg ha negli anni abituato i suoi spettatori a storie particolarmente conturbanti, e con il suo ultimo film Maps to the Stars non è stato da meno. Presentato in concorso al Festival di Cannes nel 2014, questo propone una critica al rapporto tra il mondo dello spettacolo e la cultura occidentale, andando a rivelare la natura malsana che si nasconde dietro il mondo del cinema e nella vita delle sue celebrità. Con fare satirico, il regista porta così con sé lo spettatore in un viaggio attraverso le stelle di Hollywood, le quali da vicino si rivelano però meno attraenti del previsto.

Prima di prendere forma, però, il progetto è dovuto passare attraverso diverse rielaborazioni. Lo sceneggiatore Bruce Wagner scrisse la prima versione della sceneggiatura nel 2007, ma il progetto faticò a trovare fondi per la sua realizzazione e venne infine cancellato. Wagner decise allora di pubblicare la storia sotto forma di romanzo con il titolo Dead Stars. Questa arrivò infine all’attenzione di Cronenberg, il quale se ne interessò e ricercò una produzione per il progetto. Con il coinvolgimento del regista, il film prese così vita e le riprese poterono iniziare, svolgendosi tra Los Angeles e Toronto.

Il film arrivò infine in sala, accolto da una buona accoglienza da parte della critica. Questa lodò in particolare le interpretazioni dei protagonisti e la capacità di Cronenberg di dar vita a situazioni particolarmente grottesche. Maps to the Stars non ottenne però un particolare successo al box office, dove a fronte di un budget di circa 13 milioni di dollari arrivò ad incassarne solo 4 a livello globale. Il titolo poté però fregiarsi di alcuni importanti riconoscimenti. Il più prestigioso tra questi è certamente quello vinto da Julianne Moore come miglior interprete femminile a Cannes.

Maps to the Stars: la trama del film

Protagonista del film è Agatha Weiss, giovane dal turbolento passato, la quale ritorna a Los Angeles dopo esserne stata allontanata anni prima. Coinvolta in un terribile incendio, durante il quale si è procurata le terribili ustioni che sfoggia sulle braccia, è ora determinata a trovare una propria redenzione nella città degli angeli, ricongiungendosi con la sua famiglia. Suo padre Sanford è un famoso terapista di celebrità, mentre la madre Cristina si occupa a tempo pieno della carriera del figlio adolescente, star della televisione. Essendo tutti così strettamente legati al mondo dello spettacolo, anche Agatha decide di iniziare a cercare un proprio posto in questo. Aiutata dal bell’autista di limousine Jerome riesce a diventare l’assistente personale della grande attrice Havana Segrand. Nessuno di questi è a conoscenza del fatto che le loro vite stanno per cambiare radicalmente.

Maps to the Stars cast

Maps to the Stars: il cast del film

Ad interpretare la giovane Agatha Weiss vi è l’attrice Mia Wasikowska, divenuta celebre per essere stata la protagonista di Alice in Wonderland. Grazie a tale ruolo l’interprete ha potuto sfoggiare nuove sfumature drammatiche, ottenendo ulteriori consensi da parte dell’industria. Il ruolo di Havana Sagrand è invece interpretato dalla premio Oscar Julianne Moore (Still Alice), la quale ha per questo ricevuto numerosi premi. Attratta dalla complessità del ruolo, l’attrice ha accettato di tingersi i capelli di biondo, dando vita ad un personaggio tanto sgradevole quanto attraente. Originariamente, però, questo era stato offerto all’attrice Rachel Weisz (La favorita), la quale dovette rifiutare per via di altri impegni.

Nel ruolo del dottor Stafford Weiss vi è invece John Cusack (Essere John Malkovich). Anche lui, come i suoi colleghi, rimase particolarmente colpito dalla sceneggiatura, accettando senza esitazione di prendere parte al progetto. Tale ruolo era però inizialmente stato offerto a Viggo Mortensen (Il Signore degli Anelli), il quale aveva già collaborato con Cronenberg per La promessa dell’assassino. L’attrice Olivia Williams (Il sesto senso) è invece presente nel ruolo di Christina Weiss, madre di Agatha, mentre il giovane Evan Bird, noto per la serie The Killing, interpreta Benjie Weiss. Maps to the Stars segna puoi una nuova collaborazione tra il regista e Robert Pattinson, già protagonista del precedente Cosmopolis. Fu l’ingresso nel cast del celebre attore a permettere la definita realizzazione del film.

Maps to the Stars: la spiegazione del film

Con Maps to the Stars Cronenberg ha potuto ribadire una volta di più il suo disprezzo nei confronti dell’industria hollywoodiana, giudicata falsa e ipocrita. Attraverso i personaggi rappresentati egli porta alla luce i principali aspetti e difetti di questo mondo, molti dei quali si ritrovano nel complesso personaggio di Havana Sagrand. In lei si ritrovano le varie contraddizioni e ossessioni spesso riscontrabili in molte reali celebrità. La stessa Moore, interprete del ruolo, ha affermato di essersi basata su persone simili da lei realmente conosciute. Le gesta del personaggio sono perfettamente coerenti con il mondo che la circonda. La sua voglia di prevalere a discapito di tutto e tutti diventa così il tratto prevalentemente messo alla gogna dal regista.

Per la comprensione del film sono poi esemplari anche i personaggi di Stafford e Benjie Weiss. Il primo, che di professione svolge il lavoro di psicologo per celebrità, si rivela essere una personalità manipolatrice, con più cura per i propri interessi che per i problemi manifestati dai suoi clienti. Cusack, interprete del ruolo, ha descritto tale personaggio come una delle più aggressive accuse alla fama e ai segreti di Hollywood. Il ruolo del giovane Benjie Weiss incarna invece tutti quei bambini che iniziano a recitare sin dalla tenere età. Egli nasconde inoltre seri problemi di droga, che vengono continuamente nascosti dai genitori e dagli agenti. Anche attraverso il suo ritratto si può ritrovare la spietata critica di Cronenberg verso questi giovani interpreti, il più delle volte vittime precoci dell’industria.

Maps to the Stars: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Maps to the Stars è infatti presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Rai Play e Tim Vision. Per poter usufruire del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. In questo modo sarà poi possibile vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video, senza limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in televisione per venerdì 23 ottobre alle ore 00:35 sul canale Rai 2.

Fonte: IMDb

Maps to the Stars: trailer dell’ultimo film di David Cronenberg

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David Cronenberg, prossima probabile presenza al Festival di Cannes 2014, è a lavoro con Maps to the Stars, il suo prossimo affascinante progetto che lo vede collaborare di nuovo con Robert Pattinson, questa volta in un ruolo marginale rispetto ai veri rpotagonisti del film che sono Julianne Moore, Mia Wasikowska, John Cusack, Olivia Williams e Carrie Fisher (nei panni di se stessa).

Qui di seguito il primo trailer disponibile del film, che si presenta come la messa in piazza di un aspetto vizioso di una contorta dinastia hollywoodiana.

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Fonte: indiewire

Maps to the stars: recensione del film di David Cronenberg

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Maps to the stars: recensione del film di David Cronenberg

Fin dai suoi primi film sappiamo che il regista canadese David Cronenberg mette in scena una pericolosa e a volte azzardata ricerca nelle più stravaganti forme della malata psicologia dell’uomo. E sappiamo anche che ha saputo farlo con una geniale follia che ha dato vita a straordinari film come Crash (vincitore del premio della giuria a Cannes, 1996) o A History of Violence (2005). Ma sappiamo anche che a volte lo stile di Cronenberg può portarlo a prodotti più insicuri, come nel caso di Maps to the Stars, presentato ieri alla 67° edizione del festival di Cannes.

Maps to the stars ruota attorno alle vicende di alcune stars di Hollywood: un teen-idol tredicenne con una tossicodipendenza alle spalle, suo padre, psicoterapeuta dei divi (John Cusack), un’attrice che aspira a interpretare la madre in un film (Julianne Moore), la sua nuova misteriosa assistente (Mia Wasikowksa) e l’intraprendente tassista di limousine (Robert Pattinson). Quasi tutti sono più o meno estrosamente all’apice di una schizofrenia tenuta a bada da svariate pillole antidepressive. Ad amalgamare il tutto vi sono una buona dose di allucinazioni che tormentano i personaggi. Ma Cronenberg non sembra voler osare troppo, tiene sempre a freno le situazioni anche nei loro risvolti più assurdi, creando una atmosfera in cui convivono realtà e incubo non del tutto convincente.

Maps to the StarsLa ambientazione hollywoodiana rimane però molto chiusa in se stessa, evitando anche quella forma di narrazione tra assurdo e metaforico che rendeva più interessante il suo ultimo film, Cosmopolis. Lo sceneggiatore Bruce Wagner ripesca sottotrame dai vecchi film del regista, che in questo modo purtroppo finisce per risultare un po’ allievo di se stesso.

Il film ha indiscutibili punti forti, più sul versante comico che su quello drammatico, con un cast d’eccezione che sorregge molto la storia. Però, ad un autore del calibro di David Cronenberg, che ha sconvolto molto con i suoi film e che speriamo continui a farlo, è lecito chiedere qualcosa di più.

di Enrico Baraldi

Maps to the Stars: prime foto dall’ultimo film di David Croneberg

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Dopo le polemiche che hanno scosso il mondo cinematografico(qui la notizia),arrivano online le prime foto ufficiali per Maps to the Stars, l’ultimo fatica di David Cronenberg nella settima arte,in cui centrali sono i personaggi di John Cusack e Julianne Moore.

Il film, scritto da Bruce Wagner (Nightmare 3 – I Guerrieri del Sogno), racconterà la storia della famiglia Weiss, l’archetipo della famiglia hollywoodiana. Il padre di famiglia Stanford è un analista e allenatore che ha fatto fortuna con i suoi manuali di auto-aiuto, la madre, Christina, segue la carriera da giovane attore del figlio di 13 anni Benjie, bambino appena uscito da un programma di riabilitazione in cui era entrato all’età di 9 anni, e infine la figlia Agata che per problemi legati alla piromania è stata recentemente rilasciata da una casa di cura. Una delle clienti di Stanford, Havana, è un attrice che sogna di girare il remake del film che ha reso celebre sua madre Clarice negli anni ’60. La madre, ormai defunta , inizierà a tormentare la figlia ogni notte. Nel cast, oltre a Julianne Moore e John Cusack, anche Mia Wasikowska, Sarah Gadon e Robert Pattinson.

Fonte: Collider

Maps to the Stars: nuovo trailer del film di Cronenberg

Maps to the Stars: nuovo trailer del film di Cronenberg

È online un nuovo trailer di Maps to the Stars, film diretto da David Cronenberg che parteciperà al Festival di Cannes 2014. Nel cast Robert PattinsonJulianne Moore, Mia Wasikowska, John Cusack, Olivia Williams e Carrie Fisher. Ecco il trailer del film:

https://www.youtube.com/watch?v=fwxmnyoofPs

La trama di Maps to the Stars:

La famiglia Weiss ha fatto dell’ossessione per la celebrità il proprio marchio distintivo. Il tredicenne figlio Benjie (Evan Bird) è una star della tv ed è finito recentemente in riabilitazione per droga, mentre l’estraniata figlia Agatha (Mia Wasikowska) è appena uscita da un ospedale psichiatrico quando stringe amicizia con l’autista di limousine Jerome (Robert Pattinson), anch’egli aspirante attore. Il padre Sanford (John Cusack) è un famoso guru e tra i suoi clienti ha Havana Segrand (Julianne Moore), un’attrice il cui sogno di interpretare il ruolo della madre morta, anche lei famosa attrice, in un nuovo film si sbriciola lentamente mentre fantasmi, morte e vizi prendono il sopravvento.

L’uscita italiana del film sarà il 21 maggio, in contemporanea con il festival.

Fonte: EveryEye

Maps To The Stars al cinema dal 21 maggio

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Maps To The Stars al cinema dal 21 maggio

Arriva in sala da mercoledì 21 maggio Maps to the Stars, l’ultimo attesissimo film di David Cronenberg, in Concorso al Festival di Cannes. L’ultimo attesissimo film di David CronenbergMaps To The Stars”arriva in sala Mercoledì 21 maggio distribuito dalla Adler Entertainment in 250 copie in contemporanea con la presentazione in Concorso al Festival di Cannes.

Interpretato da Julianne Moore, Mia Wasikowska, John Cusack, Robert Pattinson, Olivia Williams, Maps to the Stars è un acuto e divertente sguardo su un mondo vuoto e corrotto, ma è anche un’ossessiva storia di fantasmi. I Weiss sono una tipica famiglia hollywoodiana che nasconde molti segreti, tra soldi, sogni, fama, invidie, angoscia, desiderio e… implacabili fantasmi.

La famiglia Weiss è formata da Sanford (John Cusack), un guru dei manuali di auto-aiuto, sua moglie Cristina (Olivia Williams), che segue la carriera del figlio tredicenne Benjie, una scontrosa baby star. Sua sorella, la tormentata Agatha Weiss (Mia Wasikowska), è tornata in città all’insaputa di tutti. Rilasciata da un reparto psichiatrico, ha una misteriosa cicatrice sul volto. Agatha stringe amicizia con un autista di limousine (Robert Pattinson) aspirante attore e diventa assistente personale dell’attrice Havana Segrand (Julianne Moore) che è perseguitata dal fantasma della madre, celebre attrice.

Maps to the Stars è una pungente satira sociale in un mondo ossessionato dalla celebrità.

Manuel, opera prima di Dario Albertini su TIMVISION

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Manuel, opera prima di Dario Albertini su TIMVISION

Dopo la presentazione lo scorso anno alla 74° Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il grande successo di pubblico in sala a maggio, e dopo aver conquistato i critici dei Cahiers Du Cinema e la stampa francese come Le Figaro e L’Humanite, Manuel, opera prima di Dario Albertini, arriva in esclusiva su TIMVISION il 10 settembre. 

Prodotto da BiBi Film di Angelo e Matilde Barbagallo e TIMVISION Production, Manuel di Dario Albertini  –  secondo il portale Cinemaitaliano, il secondo film più premiato di quest’anno  –  è un racconto di formazione asciutto e pudico, attentissimo a scansare le trappole dell’emotività e dedicato ai “Manuel” di tutte le periferie, quelli che nella vita “devono fa’ er doppio della fatica”, se non “er triplo”.

Interpretato da Andrea Lattanzi che per questo suo esordio ha ricevuto il premio come migliore attore nella rassegna Bimbi Belli, curata da Nanni Moretti, e tra gli altri, il premio Jean Carmet al Festival Premier Plans D’Angers, dalla presidente di giuria Catherine Deneuve, e quello Guglielmo Biraghi ai Nastri d’Argento.

Manuel, la trama

Il protagonista è un diciottenne che esce da un istituto per minori privi di sostegno famigliare e, per la prima volta, assapora il gusto dolceamaro della libertà. Sua madre Veronica (Francesca Antonelli), chiusa in carcere, vorrebbe tornare indietro e ricominciare una nuova vita. Ma per ottenere gli arresti domiciliari Manuel deve dimostrare agli assistenti sociali che può prendersene carico.

Manuel distribuito da Tucker Film, vede nel cast oltre ad Andrea Lattanzi, Francesca Antonelli, Renato Scarpa, Giulia Elettra Gorietti, Raffaella Rea, Giulio Beranek.

Un esordio “sorprendente” per Le Figaro, “un ritratto sensibile di un grande ragazzo perduto” per i Cahiers Du Cinema, in cui “l’esperienza documentaristica di Dario Albertini contribuisce senza dubbio ad avere fiducia nella potenza della realtà̀” per L’Humanitè. 

Questo film conferma ancora una volta il costante impegno di TIMVISION ad investire sulla migliore creatività della produzione italiana in collaborazione con i principali player del mercato. Grazie alle nuove produzioni e coproduzioni, l’offerta di TIMVISION si arricchisce in modo distintivo, rivolgendosi a pubblici diversi con contenuti e linguaggi  sempre originali  e di grande qualità.

Manuel Zicarelli: intervista al protagonista di La Fortuna è in un altro Biscotto

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“Là dove c’è una bella storia da raccontare, per me vale sempre la pena di raccontarla” esordisce Manuel Zicarelli, il protagonista di La Fortuna è in un altro Biscotto, esordio al cinema di Marco Placanica, che porta sul grande schermo, dal 5 ottobre grazie a Ahora! Film, una dark comedy insolita e dai toni sfuggenti.

“Il personaggio di Leo, che interpreto, è il medium del racconto, la storia principale parte da lui, ma è anche il punto di incontro delle storie secondarie. Per me era importante interpretare un personaggio così complesso, che indossasse una maschera per quasi tutto il film, una maschera che utilizza per sopravvivere – spiega Zicarelli – Leo è rinchiuso dentro al negozio che gli ha lasciato il padre, che diventa per lui quasi una prigione, tuttavia lui vuole a tutti i costi che l’esercizio sopravviva e quindi indossa questa maschera che lo aiuta a essere la persona giusta che può gestire il negozio. Per me è stato questo il punto di partenza con il personaggio di Leo e con l’intera storia di La Fortuna è in un altro Biscotto“.

“Leo si porta addosso il fardello di un’eredità che gli è stata tramandata dal padre. Questa eredità lo schiaccia e diventa il simbolo di tutto quelli che vorrebbero diventare dei padri, ma sono schiacciati a loro volta dai loro stessi padri e restano figli. Si tratta di una dinamica che tocca tutti e il fulcro del personaggio di Leo è proprio questo: diventare lui un padre, nel senso più ampio del termine.” 

Sulla definizione del film come dark-comedy, Manuel Zicarelli ha un punto di vista molto chiaro: La Fortuna è in un altro Biscotto è definita una dark comedy, ma noi che abbiamo fatto il film siamo consapevoli che la vita non è bianca o nera, la vita è piena di momenti drammaticamente ironici o viceversa, e questo è quello che abbiamoc ercato di raccontare. In particolare, quando Marco Placanica, il regista, ha approcciato la sceneggiatura, aveva già in mano un testo che era per molti versi tragicomico, ma lui ha dato un tono molto drak a tutta la storia.”

Ma dove si sente più a casa sua Manuel Zicarelli, che, dopo l’esordio a teatro da giovanissimo, ha spaziato tra cinema e tv? “Mi trovo altrettanto bene sulle tavole del palcoscenico come davanti alla macchina da presa. Per me cambia solo il mezzo, perché quello che conta è raccontare delle storie attraverso i caratteri e i personaggi e i pensieri di altre persone. Negli ultimi anni però mi sto concentrando di più sul cinema.”

Manuale d’amore 3: teaser trailer

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Dopo aver girato in lungo e in largo per Roma arriva il teaser trailer del terzo capitolo della saga targata Veronesi: Manuale D’amore 3. Ricchia di un cast che comprende Robert De Niro, Carlo verdone, Monica Bellucci, Michele Placido, Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti e moltri altri..Ecco il trailer:

Manuale d’Amore 3: recensione del film

Manuale d’Amore 3: recensione del film

Eccoci con Manuale d’Amore 3, terzo capitolo della manualistica amorosa di Giovanni Veronesi. Senza dubbio questo non si discosta dai precedenti per concezione ed impianto: la struttura a episodi, i personaggi dell’uno che interagiscono con quelli dell’altro, la voce fuori campo a unificare il tutto, la scelta del cast di Manuale d’Amore 3, che punta su alcune conferme (Scamarcio, Bellucci, Verdone), qualche novità (Chiatti, Solarino, Placido – già scelto da Veronesi per Genitori e figli: Agitare bene prima dell’uso) e su quel “colpaccio” messo a segno dal regista, che è la presenza di Robert De Niro.

Nessuna sorpresa in Manuale d’Amore 3, neppure per quel che riguarda il modo di affrontare il tema: Veronesi propende senz’altro per la commedia romantica, soprattutto negli episodi Giovinezza e Oltre, e più in generale per la commedia di situazione e la comicità pura (quella delle porte in faccia, per intenderci). Il tutto confezionato con rassicuranti lieti fini, romantiche battute “da manuale” e la retorica presenza di un Cupido tassista, forse omaggio al tassista deniriano di tutt’altro tenore, che scocca frecce d’amore tra un episodio e l’altro ed elargisce massime sul sentimento in oggetto. Sceneggiatura curata da Veronesi stesso e da Ugo Chiti, come per gli altri due “manuali”.

Dunque, se amate l’universo del regista di Prato, potrete tuffarvici ancora senza sostanziali sorprese. Se invece speravate in un’evoluzione verso la commedia all’italiana più ricca di ironia e sarcasmo, dall’orizzonte più realistico e non così facilmente rassicurante, beh, neppure in questo capitolo sarete accontentati.

Ma veniamo ora agli episodi di Manuale d’Amore 3. Primo: Giovinezza. È il più vivace e fresco dei tre, con l’efficace passaggio da Roma alla Toscana, dove il protagonista Roberto/Riccardo Scamarcio tenterà un’ultima fuga dalle responsabilità della vita adulta assieme a Micol/Laura Chiatti, prima di sposarsi e metter su famiglia con Sara/Valeria Solarino. Funziona senz’altro l’affresco di provincia toscana, di cui Veronesi ha diretta esperienza, e coinvolge lo spirito goliardico degli altri personaggi dell’episodio (il vigile, il picchiatello, il vecchio padrone di casa – Carlo Monni, il Vitellozzo di Non ci resta che piangere – così come funziona Riccardo Scamarcio in veste d’attore comico (a tratti verdoniane le situazioni pensate per lui da Veronesi), brava anche Laura Chiatti nei panni della leggera e spregiudicata Micol. Spesso divertente e coinvolgente, l’episodio non prescinde però da scivolate nel banale e nel romanticismo a rischio di diabete, specie in alcuni dialoghi tra i promessi sposi Riccardo Scamarcio e Valeria Solarino.

Secondo: Maturità. Episodio di comicità pura, protagonisti il mezzobusto televisivo di successo Carlo Verdone/Fabio e l’affascinante Eliana/Donatella Finocchiaro, che lo irretirà, rivelandosi poi affetta da seri problemi psichici dai risvolti pericolosi. Comicità pura, ovvero quella che nasce da situazioni grottesche e rocambolesche. Per intenderci, tutto ciò che abbiamo già visto fare a Verdone nei due precedenti “manuali” e non solo: Verdone in mutande, Verdone maltrattato, picchiato (più o meno per gioco), incerottato, che tradisce e si fa scoprire, per poi chiedere umilmente e ridicolmente perdono, e l’altrettanto immancabile Verdone ipocondriaco. Insomma, tutto l’ampio repertorio di gag in cui ormai l’attore romano è specializzato, ma che forse proprio per questo risultano logore, abusate e perdono in vis comica, e la cui interpretazione appare stereotipata. Qualche risata, sì, ma non quante ci si poteva aspettare. Riuscita la scena dell’incontro tra Fabio e Adrian/Robert De Niro.

Terzo: Oltre. Indubbiamente l’episodio più atteso, che vede Robert De Niro protagonista nei panni del professore americano. È il personaggio più misurato del film, porta con eleganza i suoi anni, il suo italiano con accento americano (meticolosamente studiato) non sfigura affatto e, vivaddio, dopo anni di doppiaggi (anche eccellenti), grazie a Veronesi sentiamo la sua voce.

Detto ciò, la strana amicizia tra i due opposti Robert De Niro/Adrian, compassato e timido, e Augusto/Michele Placido, portiere meridionale, triviale e sanguigno, risulta credibile e autentica. Tutto potrebbe funzionare, perfino l’amore, quasi dimesso e in punta di piedi, che sboccia tra la giunonica e fatale Viola/Monica Bellucci (che, a parte l’avvenenza, non rivela grandi doti d’attrice) e l’ancora affascinante Adrian. Se non che, anche qui come nel primo episodio, si finisce per scivolare nella retorica. Per ora dunque il regista non intende emanciparsi da questo approccio. Chissà, forse ci stupirà nel prossimo capitolo della serie, cambiando del tutto orientamento. O forse no, visti gli incassi.

Manuale d’amore 3 Full Trailer

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de niro

Protagonisti della commedia che arriverà venerdì 25 febbraio sui nostri schermi sono Carlo Verdone, Monica Bellucci, Michele Placido, Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Valeria Solarino, Donatella Finocchiaro e Robert De Niro. In attesa di vedere il film sul grande schermo possiamo guardarci il full trailer.

Manto Acuìfero recensione del film di Michael Rowe

Manto Acuìfero recensione del film di Michael Rowe

manto acuìfero recensioneL’australiano Michael Rowe ci racconta Manto Acuìfero, narrazione che celebra il rito di passaggio dall’infanzia al mondo degli adulti di una bambina che sta vivendo un momento particolare della sua giovane esistenza.

Caro ha otto anni. I suoi genitori divorziano e lei va vivere con la madre e il suo nuovo fidanzato, che lei fatica a vedere come il nuovo padre. Nonostante la madre le abbia fatto capire a chiare lettere che non vuole più avere a che fare con il padre, Caro si sente abbandonata e non desidera nient’altro che il genitore ritorni. Giocando in giardino, si rifugia nei pressi del pozzo del cortile dietro casa, un luogo segreto che nutre la sua fervida immaginazione. Si allontana sempre di più dalla madre, che d’altro canto sembra tutta protesa verso il nuovo compagno e poco propensa ad aiutare la figlia in questa particolare fase di cambiamenti importanti. Contemporaneamente riscopre foto, segreti e interessi del padre lontano, con morbosa attenzione, tanto che finisce per creare una specie di santuario a lui dedicato in fondo al pozzo dove si rifugia.

Come accennato, il film ci racconta il passaggio dall’innocenza all’età adulta, dalla purezza dell’essere bambino alla crudeltà di commettere il primo atto violento, la prima efferatezza, il primo gesto da adulto (con tutte le implicazioni negative del caso). Rowe ci racconta una storia a misura e ad altezza di bambino, o meglio di bambina, questa Caro che, taciturna e apparentemente assente in famiglia, è vivace, curiosa e intelligente in mezzo alla natura, in questo immenso giardino nel quale lei riscopre animali e insetti che nutrono la sua fantasia.

La narrazione procede lenta, prevalentemente affidata a piani fissi e silenziosi, che ci mostrano semplicemente la quotidianità della vita nel suo svolgersi inesorabile e continuo. Proprio per questo Manto Acuìfero risulta essere particolarmente ostico, non riesce a mantenere alta l’attenzione e naufraga in un tentativo di raccontare lo svezzamento alla violenza e alla vita “vera”, concentrando nei secondi finali tutto il significato di un film che altrimenti raccontato sarebbe stato ben più interessante.

Nel cast un taciturno terzetto di attori Zaili Sofía Macías Galván, Tania Arredondo e Arnoldo Picazzo che realizzano ritratti essenziali e quotidiani di personaggi che non hanno nulla di straordinario.

La normalità è una dimensione che al cinema è spesso sottovalutata, ma che qualche volta ha bisogno di qualche orpello per risultare interessante.

Manodopera: recensione del film in stop-motion

Manodopera: recensione del film in stop-motion

L’animazione stop-motion, ovvero quella tecnica che consiste nello scattare un fotogramma dopo l’altro, muovendo i burattini davanti alla macchina da presa, si sta affermando sempre di più, film dopo film e oggi è finalmente considerata una tecnica valida per raccontare storie sul grande schermo, al pari delle altre forme di animazione come quella disegnata o quella in CG. Sono passati ormai trent’anni da quel settembre 1993, quando, alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Tim Burton presentò in anteprima mondiale Tim Burton’s Nightmare before Christmas, opera meravigliosa che avrebbe risvegliato dall’oblio una tecnica antica quanto il cinema ma relegata nell’ombra, per essere considerata macabra, di difficile fruizione e soprattutto non adatta ai bambini. Tanti sono stati i titoli che anno dopo anno si sono aggiunti, riaffermando la validità di un mezzo che permette di evocare sensazioni al cinema.

Manodopera, nuovo arrivato nella famiglia della stop-motion

Ultimo arrivato, solo in termini di tempo, è un piccolo meraviglioso film intitolato Manodopera, immaginato e diretto da Alain Ughetto, un animatore francese di origini italiane, autore di diversi cortometraggi e del lungometraggio Jasmine del 2013, candidato nello stesso anno all’European Film Awards come miglior film d’animazione.

Manodopera è ambientato in Piemonte agli inizi del Novecento, ai confini con la Francia e racconta la storia dei nonni dell’autore, della loro difficile vita e della speranza di un’esistenza migliore. I protagonisti, Luigi Ughetto e sua moglie Cesira, prendono la difficile decisione di varcare le Alpi, passare il confine e insediarsi con tutta la famiglia in Francia, lavorando come operai nel cantiere del traforo del Sempione, sobbarcandosi di un lavoro massacrante, pericoloso e appena sufficiente al sostentamento.

L’autore si balocca nel giocare abilmente con la finzione, le sue mani fabbricano i piccoli set e i tanti oggetti che li arricchiscono, interagiscono con i burattini e si ingegna a mettere in scena un continuo scambio tra mondo reale e i ricordi in scala ridotta. Immagina un dialogo con la nonna, struggente, poetico, estremamente sincero. La finzione dichiarata dei materiali è una scelta vincente e diventa un espediente narrativo geniale. Il cartone ondulato diventa tenace legno da segare, il polistirolo simula la roccia tagliente e pericolosa della montagna, i trucioli si trasformano in fieno e gli alberi sono dei broccoletti acquistati al mercato.

Nel film si parla di una vita difficile, incerta, della fatica, della fame, della malattia e della morte, sempre con grande sensibilità, mai cadendo nel pietoso o nella tentazione di ottenere facili sentimentalismi.

Un titolo dal significato doppio

La manodopera del titolo italiano ha dunque una duplice valenza, indica il pesante lavoro svolto dagli emigranti, ma è anche un riferimento diretto al sapore artigianale del film, alla costruzione sullo schermo di ogni dettaglio di un microcosmo evocativo, che per una magia singolare risulta più vero del vero, comunicando informazioni visive degne di un documentario o di un filmato d’epoca.

Il titolo originale francese è invece Interdit aux chiens et aux Italiens, ovvero ‘Vietato ai cani e agli italiani’, sicuramente più duro, diretto e rappresentativo della reputazione e del trattamento razzista i nostri connazionali erano destinati a subire.

Alain Ughetto racconta “Noi tutti conserviamo dei ricordi di nostro padre, di nostra madre, un po’ dei nostri nonni, ma poi poco altro: tutto il resto appartiene alla Storia. La mia idea era quindi quella di tornare indietro nel tempo, intrecciando la mia memoria familiare ed intima con l’evocazione storica.” E ancora “Nella mia famiglia, quando eravamo seduti a tavola, mio padre raccontava sempre che in Italia, in Piemonte, c’era un paese chiamato Ughettera, dove tutti gli abitanti si chiamavano Ughetto, come noi. Quando mio padre morì, decisi di andare a controllare. Esisteva per davvero: Ughettera, la terra degli Ughetto! La mia ricerca iniziò quel giorno di nove anni fa e, con essa, nacque anche la storia di questo film.

Un lavoro tecnico molto valido

L’animazione è tecnicamente molto valida, dal sapore artigianale dichiarato, come già detto, ma sempre fluida, funzionale, anche nelle scene con tanti personaggi e azioni complesse da gestire con burattini da muovere fotogramma per fotogramma. Peccato per il gesticolare reiterato, tipico dell’idea delle movenze di una certa italianità esagerata e macchiettistica, che stona con attori in carne e ossa e non aiuta a sostenere un approccio reale, seppure simulato in animazione. Ma è un piccolo dettaglio, sicuramente perdonabile per questo piccolo gioiello animato.

Le musiche sono di Nicola Piovani e contribuiscono a donare fascino e poesia al racconto, essendo intrise della dolce malinconia evocativa che sempre caratterizza le partiture del compositore premio Oscar.

Manodopera è stato premiato con il ‘Prix du jury’ al Festival internazionale del film d’animazione di Annecy del 2022 e con l’European Film Awards per il miglior film d’animazione sempre nel 2022. In occasione della proiezione nel film nelle sale italiane è stata allestita la mostra ‘Vietato ai cani e agli italiani’ presso il MEI, il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana di Genova, che rimarrà visitabile fino 24 settembre. L’esposizione permette di ammirare una serie di valigie di cartone, simbolo degli emigranti italiani, nelle quali sono allestiti piccoli set con i personaggi del film.

Poesia e memoria a passo uno

Manodopera è un piccolo manufatto cinematografico, prezioso e sentito, ma da guardare e gustare con la giusta predisposizione, è poesia e memoria a passo uno. Rappresenta certamente un ulteriore importante tassello per l’affermazione e la diffusione dell’animazione stop-motion, ma rischia purtroppo di essere schiacciato o frainteso di fronte a colossi animati spettacolari realizzati con questa tecnica e sempre più diffusi.