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The Bad Batch: recensione del film di Ana Lily Amirpour #Venezia73

Gli amanti delle storie anticonvenzionali e, nello specifico, delle realtà distopiche, quest’anno alla Mostra del cinema di Venezia hanno trovato pane per i loro denti. Ad infiammare il pubblico e a dividere la critica, l’ottavo giorno di festival arriva la visionaria Ana Lily Amirpour, regista americana di origini iraniane, che presenta in concorso la sua ultima fatica cinematografica, The Bad Batch con Jason Momoa.

La trama di The Bad Batch

Ambientato in una realtà distopica quasi post apocalittica nello stato del Texas, The Bad Batch racconta la storia di una ragazza di nome Arlen (Suki Waterhouse) che, definita ‘difettosa’ dal governo americano, viene abbandonata al di là della rete di recinzione, destinata quindi ad una fine certa nel caldo deserto. Ma quello che incontrerà in quella landa desolata non sarà la morte ma bensì qualcosa di molto più spaventoso, un’assurda comunità di cannibali senza scrupoli.

The Bad Batch

Semplicità apparente

Quello che potrebbe sembrare come l’incipit di un terrificante horror, nasconde invece un’identità molto più complessa. Dopo un primo film dal titolo A Girl Walks Home Alone at Night (2013), che ha esaltato i cultori del genere, la Amirpour questa volta presenta al suo pubblico una seconda opera più completa e dallo stile assolutamente innovativo che, nonostante la disturbante tematica, è la prima vera boccata d’aria fresca di questo festival. The Bad Batch non è infatti un semplice horror ma una sorta di spaghetti western contemporaneo che, grazie alla sua sceneggiatura così attuale ed immediata e ad una colonna sonora travolgente, riesce a far arrivare il suo messaggio forte e chiaro, senza margine per errori di interpretazione. L’allontanamento dei cittadini del cosiddetto ‘lotto difettoso’ è in effetti la rappresentazione estremizzata degli effetti dell’attuale xenofobia culturale, concetto alla base della continua ed ossessiva ricerca dell’essere umano della perfezione.

Decisa a non appesantire The Bad Batch di inutili riflessioni filosoficheggianti, la regista (e sceneggiatrice) concede allo spettatore ben pochi dettagli ed informazioni sui vari personaggi; non sappiamo infatti quasi niente della nostra anti-eroina e dei suoi ‘compagni di viaggi’ né di come si siano ritrovati in quell’inferno eppure lo svolgersi degli eventi è così lineare che non si avverte la necessità di approfondire. Il film è la semplice rappresentazione della vita di un gruppo di outsider che, costretti ad abbandonare la civiltà, scendono a compromessi con la loro umanità per cercare di sopravvivere. La Amirpour quindi non sale in cattedra e non impone il suo personale punto di vita sociopolitico al pubblico ma si limita a raccontare una storia diversa, moralmente inaccettabile ed inquietante ma teoricamente plausibile. The Bad Batch ci racconta dell’orrore, della rabbia e del coraggio di una ragazza costretta a lottare contro una realtà barbarica per sopravvivere e che incredibilmente, alla fine della storia, riesce a trovare la pace e forse anche un briciolo di speranza.

Venezia 73: Terrence Malick e il suo viaggio nel tempo e nella vita

Voyage of Time 2Dopo decadi di gestazione, Terrence Malick ha messo la parola “fine” al suo progetto se non più ambizioso, almeno più discusso e chiacchierato, Voyage of Time: Life’s Journey, documentario che arriverà in sala nella doppia forma classica e IMAX.

Il film è stato presentato al Festival di Venezia 73 nella sezione del concorso, e a parlarne sono intervenuti Grant Hill e Sophokles Tasioulis, produttori fiduciosi che hanno affiancato Malick nel processo creativo complicato e lungo del film.

Questo documentario è un viaggio emotivo, emozionante, ma si basa anche sulla ricerca scientifica. Siamo abituati a produrre documentari e di solito lavoriamo con degli scienziati che si approcciano agli strumenti cinematografici. In questo caso abbiamo avuto un grande maestro del cinema che ha parlato con cosmologi, astronomi, scienziati. In questo modo Terry ha dato corpo alla sua visione con delle immagini affascinanti. Importante è stato anche il lavoro con il formato, che ci ha aiutati a mettere in scena determinate intenzioni ma ha anche rallentato molto la sua produzione.

Voyage of Time: nuovo trailer del doc di Terrence Malick

“Non abbiamo avuto mai nessun dubbio nei confronti del progetto o di Terrence. E se anche l’avessimo avuto, la sua dedizione e la sua energia ci avrebbero dissuaso. Siamo riusciti a realizzare alcune cose solo di recente, anche per questo il film ha avuto una produzione così lenta.”

Il film sarà, come anticipato, distribuito in due formati differenti, e naturalmente non si tratterà dello stesso documentario ma per il formato panoramico in IMAX è stata messa a punto una versione completamente diversa da quella presentata alla Mostra in cui la voice over narrante sarà quella che Brad Pitt, che figura anche trai produttori.

“Per Terry realizzare un film è come comporre una canzone. Si rivede, si riascolta, si lavora con le voci, con i dialoghi. Per questo film poi c’è stato un doppio lavoro per la versione in 45 minuti in IMAX. Nel caso della versione cinematografica abbiamo avuto a disposizione la voce di Cate Blanchett, che ha raccontato una storia legata all’emozione delle immagini. Per l’IMAX invece c’è Brad Pitt, che ci è sembrato più adatto perché è voce di un cut scientifico e razionale, con immagini diverse. Questo rispecchia anche le diverse intenzioni dei due formati. Lo scopo delle due versioni è inoltre completamente diverso, dal momento che il film tradizionale sceglie di raccontare in maniera specifica, mentre l’IMAX mostra, grazie allo schermo più grande, più cose contemporaneamente e in questo modo anche la fruizione dello spettatore è diversa, dal momento che l’immagine diventa quadro da scrutare e analizzare.”

Sulla necessità di coniugare tempi di produzione e esigenze artistiche, i produttori hanno spiegato: “I lunghi tempi di produzione non implicano per forza anche costi estesi, perché Terry non è mai andato fuori budget, nonostante le lunghe attese per il montaggio e la produzione di un film. Per Voyage of Time poi, il tempo era fondamentale, perché il montaggio ha richiesto tempo, ma anche le riprese in sé. Per un tipo di film del genere era inevitabile.”Voyage of Time

Venezia 73: oggi Terrence Malick con Voyage of Time Life′s Journey

È oggi il grande giorno di Terrence Malick a Venezia 73 dove presenta fuori concorso  Voyage of Time Life′s Journey, il documentario prodotto negli ultimi anni e costola di Three of Life.

Il progetto viene annunciato da Terrence Malick, col titolo provvisorio Q, all’inizio degli anni settanta descrivendolo come “uno dei suoi più grandi sogni da realizzare“, cioè narrare le origini della vita sul pianeta Terra.

Negli anni a seguire il progetto non viene più nominato fino al 2011, quando lo stesso regista dichiara che parte del materiale di Voyage of Time è stato inserito all’interno del film The Tree of Life.

Venezia 73: Natalie Portman protagonista in JACKIE

Arriva in concorso a Venezia 73 altro grande atteso titolo, JACKIE di  Pablo Larraín con Natalie Portman, Peter Sarsgaard, Greta Gerwig, John Hurt.

JACKIE

Nel cast del film oltre a Natalie Portman anche Greta Gerwig, Peter Sarsgaard, Max Casella, Beth Grant e John Hurt.

Jackie si concentrerà sui quattro giorni successivi all’attentato di Dallas del 1963, quando Jackie Kennedy (interpretata nel film dalla Portman) è costretta ad affronta la disperazione per l’assassinio del marito, il presidente Usa John F. Kennedy, diventando al contempo un’icona agli occhi degli americani e non solo. Nel cast ci sarà anche Peter Sarsgaard (An Education, Experimenter) che interpreterà il ruolo Robert Kennedy, fratello di John.

L’arte della resistenza

NOTA PRELIMINARE: l’articolo sarà disseminato da estemporanee ed euforiche brandizzazioni cazzare dei film presenti qui alla Mostra, a opera di Nicola Calocero che ci supporta da lontano. Non hanno alcun senso logico, quindi si adattano benissimo al nostro stato mentale al giro di boa della prima settimana di Festival.

piumaIeri, dopo una cena a base di vino e amari con un pezzetto di tonno come accompagnamento – devo dire in un posto di una decenza che qui al Lido appare come la Gioconda di Leonardo in mezzo a una personale dedicata a Teomondo Scrofalo – ieri, a mezzanotte e mezza circa, quelle maliarde delle mie colleghe/amiche hanno cercato di trascinarmi a un’altra di queste feste buco nero dove entri pensando ‘mezz’ora e vado via’ e quando esci ti ritrovi nel mondo post-apocalittico come Bruce Campbell nel finale de L’Armata delle Tenebre.

Così, hanno detto. ‘Dai, mezz’ora e andiamo’. ‘Dai, stiamo poco’. ‘Dai, non beviamo’. ‘Dai, non dovrai ballare’. Sì, sì. Come se non ve conoscessi, mascherine. Ero preparato e sono riuscito a resistere a quegli occhioni da cerbiatte solo grazie alle lezioni di gestione del rapporto con il femminile che mi aveva dato ieri mattina Rocco Siffredi, per cui sono tornato a casa promettendo ‘dai, ci penso e magari mi viene voglia’. Naturalmente per evitare qualsiasi possibile ritorno di dubbio mi sono messo subito in pigiama e crollato nel letto nel giro di dieci minuti. Voglio dì, nel frattempo erano quasi le due. Non date retta quando vi diranno che sono l’ultimo dei pensionati.

la la landEra comunque l’ora in cui quando eravamo ragazzini finiva ‘Colpo Grosso’ e iniziava il ‘Playboy Show’, mica quella di Carosello. Nonostante avessi in corpo già una dose massiccia di alcool mi addormento senza problemi, beato e fiero di me stesso sapendo che forse il giorno dopo avrò la forza di far finta di lavorare e un aspetto più simile a quello di una persona che a quella del Signore dei Troll appena uscito dalle miniere di Moria.

Mi dico pure che forse ho esagerato, e che dopotutto forse, veramente, sarebbero state solo mezz’ora, e che in definitiva forse potevo andare ed essere più gentile.

Nero.

Mi sveglio di notte, per fare la piscia.

(so che vi fa ridere quando uso l’espressione “fare la piscia”. Fa ridere anche me)

Controllo il cellulare per capire che ore sono.

La prima cosa che appare è questa foto. Con questa didascalia.

instagramCapito, sì. Mezz’ora e andiamo via.

Ora, le ragazze sono un po’ allegrotte e si vede, ma tutto sommato stanno ancora fresche e mantengono il loro fascino che, si sa, le donne per ste cose hanno una marcia in più.

Quello che mi sconvolge è il volto di Madeo, che resterà impresso nella mia mente come un monito perentorio.

Quell’uomo. Quell’uomo lì, ragazzi ha ceduto. Ed è così che avreste visto anche me se avessi fatto lo stesso.

BrimstoneRido soddisfatto e torno a letto fiero di me, ringraziando Santo Rocco per i suoi preziosi consigli e proseguendo nel mio giusto riposo fino alle 8,00 del mattino, quando mi sveglio fresco come una rosa.

A quel punto mi si pone una questione: vado a vedere il film di cannibali, Tommaso di Kim Rossi Stuart o vado a fare la spesa, che sono rimasto praticamente a nutrirmi del muschio che si è formato sotto al balcone per via dell’umidità del canale?

Ci rifletto un attimo e spesa batte Rossi Stuart e cannibali cinque a zero, anche perché la mattina sono tutti in proiezione e perfino i gestori dell’unico alimentari del Lido – che concorrono per la consegna del Tardo d’oro, speciale riconoscimento assegnato a personaggi festivalieri non particolarmente svegli – ce la possono fà a gestire la clientela.

JackieA proposito di premi collaterali, si comincia a ragionare sui candidati anche per la corsa all’ICEFAC, al GCCMNF e al Collammare. Le spiegazioni per le sigle le trovate in questa capovolte qui a fondo pagina. In ordine sparso, per ICEFAC si vocifera di Lav Diaz, in corsa anche per il GGCMNF, insieme a Malick. Muccino favorito per il Collammare.

Arrival

NOTA FINALE:

ICEFAC = In culo e Fòco ai Capelli, assegnato a individui dalle capigliature particolarmente bizzarre. Concepito assieme a Cristiana Paternò.

GCCMNF = Gran Cazzo Che me Ne Frega, assegnato a film di portata impegnativa e dai temi profondi e particolarmente lontani dalla praticità del quotidiano vivere.

Collammare = Assegnato ai numerosi personaggi privi di collo che si vedono girovagare sia tra gli artisti che tra gli astanti.

(Ang)

Batman The Killing Joke: il trailer onesto

Ecco il trailer onesto, realizzato da Screen Junkies, di Batman The Killing Joke, ultimo film d’animazione targato DC Entertainment e basato sull’omonimo fumetto.

Potete vedere il video di seguito:

Batman The Killing Joke: il Cavaliere Oscuro interroga il Joker nella prima clip

Batman The Killing Joke è uno dei fumetti più brutali nella lunga storia di Batman della DC Comics e finalmente quest’anno arriverà il nuovo adattamento animato di quella storia prodotto dalla WB.

Ecco la sinossi ufficiale del film:

“Quanto ci vuole a una persona per scattare? Quanta disperazione necessita una mente per spezzarsi? Sono queste le domande trabocchetto a cui il Joker vuole rispondere per mostrare a Gotham che, anche a un uomo ordinario, come il Commissario Gordon, basta una cattiva giornata per scivolare nella follia. Basato sull’acclamata graphic novel omonima, la storia testimonia un viaggio nell’oscurità della psiche del Clown principe del crimine. Partendo dalle sue umili origini come commediante combattuto fino al suo fatale incontro con il Cavaliere Oscuro che ha cambiato ogni cosa. Con il contributo delle voci di Kevin Conroy come Batman e di Mark Hamill come Joker, testimonia la nascita del super villain, la forza d’animo dell’eroe e la battuta finale che vi lascerà senza parole”.

Batman The Killing Joke, prodotto dalla Warner Bros, vede tornare al doppiaggio Mark Hamill e Kevin Conroy. Con loro ci saranno anche Tara String per Barbara Gordon/Batgirl e Ray Wise come Commissario Gordon.

Il film ha ricevuto il visto di censura R dalla MPAA. Si tratta del secondo adattamento ad aver ricevuto tale censura (dopo la versione Home Video di Batman v Superman Dawn of Justice).

Hamill ha dichiarato: “Il fatto di lavorare di nuovo con Kevin Conroy, che è il mio Batman preferito, in quella che io considero la definitiva genesi di un villain così iconico è come un sogno che si realizza. Sono più che emozionato di tornare a essere il Joker in The Killing Joke.”

Batman The Killing Joke è stato presentato quest’estate al Comic Con di San Diego.

Batman The Killing Joke

Mark Wahlberg nella prima foto ufficiale di Patriots Day

Mark Wahlberg (attualmente impegnato con le riprese di Transformers The Last Knight) è il protagonista della prima immagine ufficiale di Patriots Day, il film drammatico sull’attentato alla Maratona di Boston di Peter Berg, che uscirà nelle sale americane il 21 dicembre 2016.

La foto è stata diffusa online da Yahoo! Movies. Potete vederla di seguito:

 

Transformers The Last Knight: ecco Mark Wahlberg sul set

Mark Wahlberg vestirà i panni di Ed Davis, commissario di polizia di Boston. Alex Wolff invece interpreterà Dzochar Carnaev, il ventunenne musulmano di origine cecena, dichiarato colpevole per l’attentato dalla giuria popolare dello stato del Massachusetts l’8 aprile 2015.

L’attentato alla maratona di Boston, compiutosi il 15 aprile 2013, è stato caratterizzato da due esplosioni avvenute durante la maratona. L’incidente è stato causato da due ordigni piazzati nei pressi del traguardo, su Boylston Street vicino a Copley Square. Le bombe hanno causato la morte di 3 persone, ferendone almeno altre 264.

Patriots Day, diretto da Peter Berg e prodotto dallo stesso Mark Wahlberg insieme a John Goodman, Scott Stuber, Hutch Parker, Dylan Clark, Stephen Levinson e Michael Radutzky, vede nel cast anche J. K. Simmons, John Goodman, Kevin Bacon, Michelle Monaghan, Jimmy O. Yang, Vincent Curatola, James Colby e Themo Melikidze.

Fonte: Yahoo! Movies

Bridget Jones’s Baby: uno sguardo in anteprima – video

La Universal Pictures ha diffuso una nuova featurette che ci permette di dare uno sguardo in anteprima a Bridget Jones’s Baby, il sequel che vedrà Renée Zellweger nuovamente nei panni di Bridget Jones. Con lei, nel film, anche Colin Firth e Patrick Dempsey. Potete vedere il video di seguito:

Bridget Jones’s Baby: il secondo trailer ufficiale

11 anni fa, Mark Darcy chiedeva la mano di Bridget Jones, e tutto lasciava pensare a un “e vissero per sempre felici e contenti”. Tuttavia, nel 2013 è uscito un terzo libro, “Mad About The Boy“, che vedeva Marc buttarsi dalla finestra lasciando Bridget da sola a crescere due figli. Fortunatamente, Bridget Jones’s Baby non seguirà questa linea narrativa, ma sarà di fatto una storia completamente nuova, collocata cronologicamente tra il secondo e il terzo libro. Il ruolo di Darcy è stato riassegnato a Patrick Dempsey, nel tentativo di riempire il gigantesco vuoto lasciato da Hugh Grant, mentre il film è stato scritto da Helen Fielding e David Nicholls, e approderà in sala il 22 Settembre del 2016.

Di seguito la sinossi ufficiale: Sono passati 12 anni da quando Bridget Jones ha iniziato a scrivere il suo diario. Continuano ora le avventure e le disavventure della executive londinese ora arrivata alla soglia dei quarant’anni. In Bridget Jones 3, Bridget decide di concentrarsi sul suo lavoro di collaboratrice in un notiziario di punta, e di circondarsi di vecchi e nuovi amici. Per una volta, Bridget ha tutto completamente sotto controllo. Cosa potrebbe andare storto? La sua vita sentimentale ha però una svolta quando Bridget incontra un affascinante americano di nome Jack (Dempsey), tutto quello che Mr. Darcy non è. In un improbabile colpo di scena, si ritrova in dolce attesa, ma con un inconveniente…non è sicura dell’identità del padre.

Fonte: Universal

Will Smith nella prima foto ufficiale di Collateral Beauty

Will Smith (Zona d’ombra, Suicide Squad) è il protagonista della prima immagine ufficiale di Collateral Beauty, il nuovo film di David Frankel, regista de Il Diavolo Veste Prada.

La foto è stata diffusa online da Yahoo! Movies. Potete vederla di seguito:

will smith Collateral Beauty
Photo: Warner Bros.

Will Smith commenta Wild Wild West: “Volevo solo il successo”

Il cast del film comprende Will Smith, Edward Norton, Keira Knightley, Michael Peña, Naomie Harris, Jacob Latimore, Kate Winslet e Helen Mirren. La regia è stata affidata a  David Frankel. Il dramma, co-prodotto e co-finanziato da Village Roadshow, racconta la storia di un manager pubblicitario di New York (Smith) che cade in depressione a seguito di una pesante tragedia. Per aiutarlo a riprendersi, i suoi colleghi pensano a un piano decisamente non convenzionale, i cui effetti sul protagonista risulteranno imprevedibili e inaspettati.

Collateral Beauty uscirà negli Stati Uniti il 16 dicembre 2016,in contemporanea con Rogue One – A Star Wars Story, atteso primo spin-off della saga di Star Wars con protagonista la candidata all’Oscar Felicity Jones. Will Smith è attualmente nei cinema italiani con Suicide Squad, il cinecomic di David Ayer in cui l’attore recita al fianco di Margot Robbie, Joel Kinnaman, Viola Davis e Jared Leto.

Fonte: Yahoo! Movies

Amanda Seyfried e Clive Owen sul set di Anon

ComingSoon.net ci mostra in esclusiva le prime immagini di Amanda Seyfried e Clive Owen dal set allestito a New York di Anon, il prossimo sci-fi diretto da Andrew Niccol.

Il film è più propriamente un thriller distopico in un’altmosfera fantascientifica e a dirigerlo c’è che del genere se ne intende. Niccol ha anche firmato la sceneggiatura e torna a lavorare con la Seyfried dopo In Time.

Anon racconta di un detective che vive in un mondo dove privacy e anonimato non esistono. Quando scopre che esiste una donna senza impronte digitali registrate virtualmente, capisce che c’è qualcosa che non va e si mette sulla pista di un gigantesco crimine in atto.

Il film sarà prodotto dallo stesso Niccol e da Oliver SimonDaniel Baur per la K5 Film.

Vedremo Clive Owen anche nell’atteso Valerian di Luc Besson. Amanda Seyfried è attualmente impegnata nelle riprese di Twin Peaks.

Fonte: CS

Rings: trailer italiano del nuovo capitolo del franchise

La Universal ha diffuso on-line il trailer italiano ufficiale del nuovo capitolo della saga horror di The Ring. Si tratta di Rings, terzo capitolo del franchise che arriverà nelle sale italiane il 10 novembre 2016.

Di seguito il trailer:

Il film è diretto da F. Javier Gutiérrez ed è basato su una sceneggiatura di Akiva Goldsman, David Loucka e Jacon Aaron Estes.

RingsLa storia ha per protagonista il personaggio di Alex Roe, Holt, che si allontana dalla sua ragazza (Matilda Lutz) dopo aver visionato la celebre videocassetta per cui è nota la serie. Del cast fanno parte anche la star di The Big Bang Theory Johnny Galecki, Aimee Teegarden, Laura Wiggins, Zach Roerig, Andrea Powell, Brandon Larracuente, Dave Blamy e Surely Alvelo.

Di seguito la sinossi ufficiale:

Una giovane donna comincia a preoccuparsi per il suo ragazzo quando lo vede interessarsi ad un’oscura credenza intorno ad una misteriosa videocassetta che si dice uccida dopo sette giorni chi la guarda. Si sacrifica per salvare il suo ragazzo e nel farlo scopre qualcosa di orribile: c’è un “film dentro il film” che nessuno ha mai visto prima…

Il primo film della saga era un nuovo adattamento del romanzo Ring di Koji Suzuki, nonché remake del film Ring di Hideo Nakata del 1998.

Fonte: Universal

Miss Peregrine di Tim Burton: due clip dal film

La 20th Century Fox ha diffuso online due clip da La casa dei bambini speciali di Miss Peregrine di Tim Burton, film che arriverà nelle nostre sale il prossimo 15 dicembre.

Potete vederle di seguito:

La casa per bambini speciali di Miss Peregrine: il trailer italiano

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Il sedicenne Jacob Portman (Asa Butterfield) e suo nonno Abraham sono gli unici sopravvissuti alla tragedia che ha distrutto la lora famiglia ebrea polacca. Il nonno è tormentato dagli incubi e Jacob decide di indagare. La sua ricerca lo porta a scoprire il segreto racchiuso tra le mura della casa in cui, decenni prima, avevano trovato rifugio il nonno Abraham e altri piccoli orfani scampati all’orrore della Seconda guerra mondiale. Soltanto in quelle stanze abbandonate e in rovina, rovistando nei bauli pieni di polvere e dei detriti di vite lontane, Jacob può realmente stabilire se i ricordi del nonno, traboccanti di avventure, di magia e di mistero, erano solo invenzioni buone a turbare i suoi sogni notturni o se, invece, erano la realtà. La casa di Miss Peregrine (Eva Green) accoglieva bambini speciali, dotati di poteri straordinari. Forse sono ancora vivi.

La casa per bambini speciali di Miss PeregrineIl regista Tim Burton ha descritto il personaggio di Eva Green, Miss Peregrine come “una spaventosa Mary Poppins“, la donna che protegge i bambini speciali ed è capace di trasformarsi in uccello.

Nel cast del film figurano, oltre ad Eva Green e Asa Butterfield, Chris O’Dowd, Ella Purnell, Judi Dench, Samuel L. Jackson e Terence Stamp. La sceneggiatura è curata da Jane Goldman. La pellicola sarà prodotta da Chernin Entertainment e distribuita da 20th Century Fox. L’uscita del film è prevista per il 30 settembre 2016 negli USA.

Fonte: CS

 

Power Rangers: nessun attore della serie originale apparirà nel nuovo film

Come molto spesso accade nei reboot, anche per Power Rangers i fan si aspettano di vedere all’interno del nuovo adattamento cinematografico la presenza del cast della serie originale (fatta eccezione naturalmente per Thuy Trang, l’interprete del Power Ranger Giallo, scomparsa in un incidente d’auto nel lontano 2011).

Sfortunatamente, non sarà così. In una recente intervista, infatti, Walter Emanuel Jones, interprete del Power Ranger Nero nella serie tv, ha dichiarato che nessuno dei membri del cast dello show apparirà nel reboot.

Queste le sue parole:

“Sfortunatamente non siamo stati invitati a prendere parte al progetto. La cosa mi confonde alquanto, però non posso negare di essere eccitato all’idea di vedere il nuovo film”.

Power Rangers: dettagli, Easter Eggs e uno spoiler sul Green Ranger

Jason, Trini, Zack, Billy e Kimberly, ovvero, Austin St. John, Thuy Trang, Walter Jones, David Yost e Amy Jo Johnson avranno il volto di Dacre Montgomery (Betrand The Terrible), Naomi Scott (The Martian), Ludi Lin (Marco Polo), RJ Cyler (Me And Earl And The Dying Girl) e Becky Gomez (Empire). Elizabeth Banks sarà Rita Repulsa. Bryan Cranston presta il suo volto a Zordon.

power rangersEcco la trama: Power Rangers segue cinque ragazzi delle superiori, piuttosto ordinari, che devono diventare qualcosa di straordinario quando scoprono che la loro piccola città, Angel Grove, insieme a tutto il mondo, è minacciata da una potenza aliena. Scelti dal destino, i nostri eroi capiranno presto che sono gli unici che possono salvare il pianeta. Ma per farlo, devono imparare a gestire la loro vita di tutti i giorni con l’essere un Power Ranger.

Il 12 aprile 2016 a Vancouver sono cominciate le riprese del reboot sui Power Rangers, film diretto da Dean Israelite e scritto da Ashley Miller e Zack Stenz, che hanno all’attivo le sceneggiature di X-Men L’Inizio e di Thor.

Fonte: EW

Tommaso: recensione del film di Kim Rossi Stuart #Venezia73

Presidente della Giuria Opera Prima a Venezia 73, Kim Rossi Stuart presenta alla Mostra anche il suo secondo film da regista, Tommaso, nella sezione Fuori Concorso.

Dopo una lunga relazione Tommaso riesce a farsi lasciare da Chiara, la sua compagna. Ora ad attenderlo pensa ci siano una sconfinata libertà e innumerevoli avventure. È un attore giovane, bello, gentile e romantico, ma oscilla perennemente tra slanci e resistenze e presto si rende conto di essere libero solo di ripetere sempre lo stesso copione: insomma è una “bomba innescata” sulla strada delle donne che incontra. Le sue relazioni finiscono dolorosamente sempre nello stesso modo, tra inconfessabili pensieri e paure paralizzanti. Questa sua coazione a ripetere un giorno finalmente s’interrompe e intorno a lui si genera un vuoto assoluto. Tommaso ora è solo e non ha più scampo: deve affrontare quel momento del suo passato in cui tutto si è fermato.

Kim Rossi Stuart Tommaso

Tommaso è il tentativo di realizzare un autoritratto sincero di un momento della vita in cui si fanno i conti con il passato e con il futuro. E se nelle intenzioni e nella struttura psicologica e narrativa del film questo traspare con solida funzionalità, di fronte alla continua esagerazione nei toni degli attori risiede il punto debole, la falla che fa crollare tutto il racconto. Kim Rossi Stuart regista prova a mettere in scena, anche con interesse, un mondo interiore tormentato, un trauma, un’affettività condizionata ma facendolo esagera i toni, creando l’effetto di involontario grottesco che stona con alcuni momenti drammatici del film o anche con le disturbanti sequenze oniriche, che non risparmiano immagini anche un po’ forti.

L’impressione generale è che la scelta dei toni adottati non abbia funzionato, con un’altalena emotiva che travolge e consegna allo spettatore una sensazione di spaesamento che non deriva dalle scene oniriche che entrano in gioco con irruenza nella narrazione lineare, ma dall’eccesso nella recitazione di tutto il cast (e quindi immaginiamo nella direzione degli attori).

Assalto al Cielo: recensione del documentario di Francesco Munzi #Venezia73

Sono passati due anni dal successo di Anime Nere, film che Francesco Munzi presentò in concorso proprio alla 71esima edizione della Mostra del Cinema e che lo scorso anno gli ha fatto guadagnare ben nove David di Donatello (incluso Miglior Film e Miglior Regia).

Adesso, il regista e sceneggiatore romano torna protagonista del fuori concorso di Venezia 73 con il documentario Assalto al Cielo, pellicola che racconta uno dei momenti più complessi della storia italiana, ossia il periodo delle lotte politiche extraparlamentari tra la fine degli anni ’60 e la fine degli anni ’70.

Montato esclusivamente con immagini di repertorio, il film d’archivio di Francesco Munzi si rivela un’opera magistralmente orchestrata nella sua volontà di volersi palesemente astenere da qualsiasi tipo di giudizio sulle azioni che hanno caratterizzato quel periodo della nostra storia fatto di sogni e speranze, ma anche di violenza e sangue.

Assalto al Cielo

Diviso in tre momenti, il lavoro di Munzi si contraddistingue per una scelta oculata e ben precisa di omettere volontariamente il materiale più istituzionale e “manipolato” per dare ampio spazio alla voce degli uomini e dei ragazzi che di quelle lotta e di quelle rivoluzioni furono assoluti protagonisti, offrendo quindi allo spettatore la possibilità di rivivere un pezzo di storia italiana attraverso uno sguardo interno, riconoscibile, capace di rievocare tutta una serie di sentimenti contrastanti.

Particolarmente interessante risulta la scelta da parte del regista di servirsi di due intermezzi attraverso i quali invitare il pubblico a sfruttare i momenti di pausa per discutere sulle immagini che ha appena visto. Inoltre, la brevità del documentario (appena 78 minuti) contribuisce a rendere l’intero lavoro compatto e scorrevole.

Francesco Munzi mette insieme parole e immagini, ma soprattutto memorie e suggestioni, per dare nuovamente voce ad uno dei capitoli più dolorosi del dopoguerra italiano. Assalto al Cielo prova ad andare oltre la mera forma antologica per permettere sia alle vecchie che alle nuove generazioni di riflettere in maniera del tutto personale su un momento storico che crediamo erroneamente lontano, ma le cui conseguenze incidono ancora oggi sul nostro Paese.

Guardians of the Galaxy Vol. 2: ecco i primi concept di Groot

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Sono stati diffusi i concept originali di Groot in Guardiani della Galassia. Il personaggio, che rivedremo in Guardians of the Galaxy Vol. 2 nella sua versione baby, era alquanto diverso nel progetto originale. Potete vedere un’immagine di seguito:

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Guardians of the Galaxy Vol. 2: sinossi, personaggi e l’identità del padre di Peter Quill

In Guardians of the Galaxy Vol. 2, che arriverà al cinema nel 2017, torneranno sicuramente Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista e in veste di doppiatori Vin Diesel e Bradley Cooper.

Guardians of the Galaxy Vol. 2

Confermati anche il Collezionista (Benicio Del Toro), Yondu (Michael Rooker) e Nebula (Karen Gillan). Tra le new entry Pom Klementieff, Kurt Russell, Elizabeth DebickiTommy Flanagan Chris Sullivan.

Al ritmo di una nuova, fantastica raccolta di brani musicali (Awesome Mixtape #2), Guardiani della Galassia Vol. 2, racconta le nuove avventure dei Guardiani, stavolta alle prese con il mistero che avvolge le vere origini di Peter Quill. Vecchi amici e nuovi alleati, oltre ai personaggi preferiti dai fan verranno in aiuto ai nostri eroi mentre l’Universo Cinematografico Marvel continua ad espandersi.

Il film arriverà al cinema il 5 marzo 2017.

Polpo e Patate

Buongiorno a tutti, oggi inizio mettendo qualche puntino sulle i sulle polemiche di questi giorni, e poi vorrei rivolgermi direttamente alle lettrici del blog, perché lo sapete, un post a festival è dedicato a voi. Anche questo blog ha bisogno di un tocco di femminile, di qualche chiacchiera tra donne, ma soprattutto ho bisogno della vostra solidarietà su quello che accade qui a Venezia.

Intanto partiamo col dire una cosa, e questa valida per tutti.

Al lido si sta tenendo la Mostra Internazionale d’Arte CinematograFICA, e insomma stetece, vi chiediamo venia se solo quest’anno ci siamo ricordati il vero senso da dare a questa kermesse, ma meglio tardi che mai, no? Se si chiama così è inutile scandalizzarsi se ci sono ragazze che sfilano vestite con il costume che ti mette l’estetista quando fai la ceretta all’inguine. E’ così, un po’ ce deve sta, per folklore. A Roma il festival si chiama Festa del Cinema di Roma, quindi prendetevela con gli organizzatori, ma smettetela di fare gli indignati che non mi sembra proprio il caso, ci sono cose peggiori nella vita da sopportare e a tal proposito se volete vi passo il numero del mio ginecologo così capite a cosa mi riferisco.

patateMi rivolgo soprattutto ai maschietti, che ho percepito ancora più accaniti verso questa faccenda, prendetela bene, e non sentitevi esclusi. Potete fare due cose: o mettervi anche voi un costume da Borat e farve una vasca per il lungomare, oppure smetterla di fare i leoni da tastiera contro ogni cagata mediatica che succede. Ma ancora ve turbate?

Detto questo, ragazze, oggi vi parlo dell’evento del giorno. La novità è che non parlo dello sbarco al Lido di  Rocco Siffredi (A quello ci pensa Ang. Voci sicure affermano che per farlo scendere dalla lancia non abbia usato nemmeno la passerella ma si sia esibito in un salto con l’asta, tra una folla esultante in visibilio), ma di qualcosa di ancor più sconvolgente. Mi riferisco al vero film antagonista del documentario dedicato al re dei film porno, che gli organizzatori del festival hanno piazzato guardaunpò la sera prima, e che si chiama La regiòn salvaje. Entrando in sala capisci da una manciata di secondi che il titolo ha poco a che vedere con un documentario su un ritorno alla natura, o con un film di denuncia verso il consumismo. Ti siedi in sala e per cento minuti vedi solo scene di sesso spinte: anale, vaginale, orale, lasciate spazio alla fantasia.

Quello che non sapete in realtà è che il mondo dei film porno ha adesso un nuovo re indiscusso, ci spiace Rocco, ma devi accettarlo, il protagonista di questa pellicola ti ruba la scena.

Siete impazienti di sapere chi è, vero? Tutto inutile, vive in un capanno sperduto nel niente, e per appagarvi sessualmente dovete piacergli, perché altrimenti vi perfora come uno scolapasta. Quando vuole fare del sesso vi chiama a se in una maniera molto comoda: tu puoi stare seduto in salotto a guardà Narcos, o in auto bloccato sulla Colombo (non puoi sapere mai quando arriverà ‘la chiamata’, eccheccazzo siete le prescelte, accontentatevi!) che si manifesta, comoda e discreta, facendoti venì le fregole. Squirtando senza ritegno, ti ritrovi così, benedetta tra le donne in questa imbarazzante acqua santa, e non puoi fare altro che trovare il primo mezzo di locomozione (se stai a Roma cazzi tuoi) possibile e raggiungerlo, per trovare finalmente la pace dei sensi in un rapporto sessuale dopo il quale perdi 10 kg e entri finalmente in quel paio di jeans del 1985 che continui ostinatamente a non voler buttare via. Ma a te non frega niente, praticare sesso con il protagonista del film è un’attività totalizzante. Se hai la fortuna di essere prescelta non riesci più a farne a meno, e la tua vita perde di senso, perché, care amiche, vi troverete perennemente in lotta con i vostri impulsi sessuali e nessun altro potrà mai appagarvi così tanto.

Va bene, ve lo confesso. Chi è questo Adone?

È un polipone de ‘na tonnellata, che vive accartocciato su una trave.

Certo, ogni tentacolo corrisponde in sostanza a un’appendice fallica sbavante, quindi in effetti il suo charme va considerato anche alla luce di questo elemento.

Ma non trovate anche voi che sia una storia bellissima? Non trovate anche voi un senso metaforico sublime, in questo doppio livello di narrazione che rimanda alla caducità dei rapporti umani, e al bisogno di semplificazione massima?

Ma perché invece de lamentarvi che non c’avete uno straccio d’omo non andate al supermercato nel reparto pesce?

Se siete curiose non preoccupatevi, il film (ovviamente) uscirà in 20 lingue diverse. In Italia, per fare una cosa simpatica, stanno pensando di titolarlo ‘Polpo e patate’.

Venite numerose.

(Vì)

polpo 2

Oggi è stato il giorno della svolta, del ribaltamento di carte in tavola, del colpo di scena. Oggi ho gridato ‘tutto ha un senso’ come Samuel L. Jackson nel finale di Unbreakable, quando scopre di essere un cattivo da fumetto e non un inenarrabile coglione come era apparso fino a quel momento. Oggi ho scoperto che quel poliziotto sfigato con le orecchie a sventola è Robin, che lo zoppo con il parrucchino che manco Pippo Baudo è Kaiser Soze, che Bruce Willis sa recitare meglio da morto che da vivo, oggi m’hanno accoltellato la protagonista nella doccia dopo manco un quarto d’ora, ho trovato la mamma mummificata e l’usciere segaiolo che la interpreta con la parrucca da vecchia, ho capito che l’Arca dell’Alleanza sono solo polvere e spiriti e che quel tizio nero e lucido non è un cesso ma è ‘tuo padre’.

Insomma, ci siamo intesi. E’ stato il giorno che ha dato un significato a questa mia moscia Venezia 73 passata dietro a una sezione collaterale e poco ricca di momenti entusiasmanti. Tutto portava a oggi, a incontrare Rocco Siffredi, protagonista sì di tanti pornazzi che hanno allietato le ore più dure della mia adolescenza, ma anche del serio e ben costruito documentario Rocco di Thierry Demaiziere e Alban Teurlai, dove si mette a nudo… no aspe… dove tira fuori… no dai…dove scarica….

E niente. Non se po’ fa. Quando parli di Rocco tutto diventa equivoco, e quindi sticazzi (vedete?), sia quel che sia, si va avanti, liberi da ogni imbarazzo e consci di tutte le battute che arriveranno quando pubblicherai il tuo personalissimo porno-selfie con il divo dell’hard per eccellenza. Io davanti, lui dietro, poi. Figurati quello che potranno dire, accompagnato da grottesche e grasse risate alternate a degli ‘harrrr’ che manco il Pirata Barbanera. ‘L’hai usato il bastone da selfie?’. Harrr harrr harrr. ‘E’ stata una cosa lunga?’. Harrr harrr harrr. ‘Il microfono ce lo avevi tu o lo ha messo lui?’. Harrr harrr harrr. ‘Nascerà un’amicizia profonda?’. Harrr harrr harrr.

Ma non conta, perché per me sinceramente Rocco non è tanto diventato un mito per le dimensioni del suo pene e per il numero di donne che si è rotolato nel corso degli anni, ma per il suo senso dell’ironia mentre lo faceva. Uno dei suoi film che preferisco – non mi chiedete il titolo, aveva a che fare con ‘Dai spingimelo!’ – era una produzione francese, dove lui interpretava un artista italiano che non toglieva mai il cappellino dalla testa, per non perdere questa sua connotazione nazionale. Ovviamente le donne gli cadevano ai piedi perché era italiano, al grido di ‘Roccò, tu est très romantique’ mentre lui sfondava loro rovinosamente ogni pertugio disponibile. Glie l’ho detto e lui ha riso e giurava pure che il film se lo ricordava, pur avendone fatti miliardi tutti tutto sommato confondibili. Probabilmente era per gentilezza.

roccoChe poi, credeteci, è veramente un tipo simpatico e abbiamo parlato di cose serie: di come si vive la famiglia, il rapporto con sua moglie, i suoi figli, il senso di colpa e la necessità di domare i suoi demoni, ma tanto so che non potrete fare a meno de dì qualche cazzata a sfondo porno – non vi giudico, lo farei anch’io – sul ‘domare i suoi demoni’, per cui meglio che vi riporto che mi ha raccontato di quando ha costruito un galeone di origami col cazzo costringendo quattro Geishe a passarci la cera con la lingua cantando nel contempo la sigla di chiusura di Ken il Guerriero.

Comunque, alla fine il selfie l’abbiamo fatto ed io ero emozionato come bambino che scarta un pacco la mattina di Natale. Sì, lo so. Ho detto ‘scartare un pacco’. Certo che siete fissati.

Probabilmente vi dovreste liberare il cervello con il film che ha visto Vì, quello del polpo multinerchia. Anzi, facciamo una cosa, chiediamo a Rocco di farci un crossover. Una cosa tipo Batman v Superman, in cui i due prima si scontrano e poi devono collaborare, quando scoprono di che cosa è veramente capace Martha.

(Ang)

Une Vie: recensione del film di Stéphane Brizé

Ad un anno di distanza dal suo La Loi du marché – presentato in concorso alla scorsa edizione del Festival di CannesStéphane Brizé cerca di incantare il pubblico veneziano con Une Vie, il suo nuovo dramma in costume.

Tratto dall’omonimo romanzo del 1883 di Guy de Maupassant, il film narra la storia di Jeanne (Judith Chemla), unica figlia del barone Simone-Jacques Le Perthuis (Jean-Pierre Darroussin) e di sua moglie Adelaide (Yolande Moreau), una ragazza semplice ed ingenua che, dopo aver studiato in collegio per anni, fa ritorno a casa e si prepara a prendere marito. Il suo pretendente, il visconte Julien de Lamare (Swann Arlaud), sembra un uomo gentile e sensibile e Jeanne acconsente alle nozze. Soltanto più tardi scoprirà davvero cosa si cela dietro la mite facciata del suo amato Julien.

Une Vie

La vita sofferta di una giovane donna aristocratica, raccontata da Brizè, si trasforma presto in un insopportabile melodramma, fin troppo melenso, tanto lento da sembrare quasi immobile, che mette a dura prova la pazienza anche degli spettatori più sensibili. I lunghi primi piani della protagonista, la soffocante presenza della natura in ogni scena, i violenti ed incomprensibili stacchi di montaggio – ad una scena luminosa e rumorosa ne segue sempre una più scura e silenziosa –, l’eccessiva retorica della sceneggiatura, sono tutti elementi che contribuiscono a dilatare i tempi narrativi e a dare l’impressione che il tempo trascorra molto più lentamente. Assistiamo per due ore, inermi, al pietoso spettacolo della vita di Jeanne, che sembra non poter mai trovare pace, senza purtroppo riuscire a provare empatia per lei e le sue disavventure. Nonostante la presenza di un marito fedifrago, di una madre bugiarda e di un figlio ingrato, Jeanne è convita di poter costruire, fagocitando i peccati delle persone che fanno parte della sua vita, la sua utopia, un mondo dove la menzogna e il peccato non trovano posto e dove è soltanto l’amore a governare indisturbato.

Une Vie

Il regista, più concentrato sui dettagli della sua splendida location che suoi suoi personaggi, trascura la narrazione trasformando con Une Vie il film  in una sorta di quadro in movimento; tutto è piatto, quasi bidimensionale, senza accelerate o frenate brusche e i colpi di scena, a causa di questo andamento così orizzontale, passano inosservati senza produrre nessun effetto nello spettatore che intanto continua a sbadigliare. Il meraviglioso romanzo di de Maupassant fa quindi una pessima fine nella mani di Stéphane Brizé che qui a Venezia non riesce a far innamorare il suo pubblico. Eppure una domanda sorge spontanea: ma se l’adattamento cinematografico di Une Vie fosse stato affidato ad un altro regista, come Stephen Frears, abituato a gestire storie di questo tipo, il risultato sarebbe stato lo stesso?

X-Men Apocalypse: un concept mostra Elle Fanning nei panni di Jean Grey

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Tutti abbiamo amato l’esordio di Sophie Turner nei panni di Jean Grey in X-Men Apocalypse ma sembra che l’attrice del Trono di Spade non fosse la prima scelta per la Fox. Un concept del film, realizzato in una fase iniziale della produzione, mostra infatti la giovanissima Elle Fanning nell’iconico costume giallo e blu della Fenice.

Eccolo di seguito:

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Leggi la recensione di X-Men Apocalypse

Sfoglia la nostra guida ai personaggi di X-Men Apocalypse

Con Bryan Singer alla regia e allo script, in Apocalypse tornerà anche Simon Kinberg a scrivere la sceneggiatura che si baserà su una storia di Singer, Kinberg, Michael Dougherty e Dan Harris.

Inoltre ci sono anche già i primissimi dettagli relativi alla trama del film: il film sarà ambientato una decina di anni dopo Giorni di un Futuro Passato e rappresenta un passo successivo nella storia. X-Men ApocalypseL’aver alterato la storia nel film precedente ha causato delle reazioni imprevedibili e incontrollate, e la nascita di un nuovo e potente nemico. Charles (James McAvoy), Erik/Magneto (Michael Fassbender), Raven/Mistica (Jennifer Lawrence) e Hank/Bestia (Nicholas Hoult) saranno raggiunti da Ciclope, Tempesta e Jean Grey e dagli altri X-Men per combattere contro il formidabile menico, una antica e potente forza, determinata a causare un’apocalisse come mai si è verificato nella storia dell’umanità. Oscar Isaac è stato scelto per interpretare Apocalisse. Al cast si aggiungono anche Sophie Turner (Jean Grey), Tye Sheridan (Ciclope), Alexandra Shipp (Tempesta), Kodi Smit-McPhee (Nightcrawler), Lana Condor (Jubilee), Olivia Munn (Psylocke).

X-Men Apocalypse è arrivato il 18 maggio 2016 nelle sale italiane.

Transformers The Last Knight: ecco Mark Wahlberg sul set

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Just Jared ha diffuso le prime immagini dal set di Transformers The Last Knight in cui vediamo il protagonista Mark Wahlberg in compagnia di Laura Haddock.

 

Si intitola Transformers The Last Knight il quinto capitolo della saga miltimilionaria della Hasbro portata al cinema dal genio fracassone di Michael Bay. Anche se non si hanno dettagli sulla trama, è probabile che l’ultimo cavaliere del titolo sia proprio Optimus Prime che, come abbiamo scoperto in Age of Extinction, appartiene ai Cavalieri di Cybertron.

La storia ruoterà intorno a Optimus Prime che scopre che è stato lui la causa della distruzione di Cybertron. Per riportare ilpianeta in vita, avrà bisogno diun misterioso artefatto, qualcosa che avrà a che fare con Merlino, il mago di Re Artù.

Il sito aggiunge che Merlino ha ricevuto i suoi poteri magici proprio da un Transformers e in qualche modo l’artefatto in questione è legato a questa cosa. Anche se non ci sono ulteriori dettagli, sembra quasi scontato che il misterioso artefatto sia Excalibur, la prodigiosa spada di Artù.

Transformers The Last Knight: confermato un gradito ritorno

Per quanto riguarda invece i personaggi, Bumblebee è ora il leader degli Autobot che fanno base nelle Badlandsin South Dakota.

Anche i Dinobots torneranno insieme a quelli che il sito chiama mini-dinobots. Conosceremo anche The Creator, un nuovo Transformers inglese, Cogman che diventa una Aston Martin e Squeaks che invece è una Vespa. Megatron intanto sarà di nuovo un jet fighter.

Mark Wahlberg torna ad interpretare Cade Yeager e sarà affiancato da Isabela Moner nei panni di Izabella, protagonista femminile, e da Jerrod Carmicheal, in un ruolo non specificato. Si unisce al cast Laura Haddock.  

Transformers The Last Knight uscirà nelle sale americane il 23 giugno 2017 e dovrà competere con Wonder Woman della Warner Bros.

Il quinto capitolo sarà diretto ancora una volta da Michael Bay su una sceneggiatura di Art Marcum, Matt Holloway (Iron Man) e Ken Nolan (Black Hawk Down).

Venezia 73: oggi Assalto al Cielo di Francesco Munzi

Dopo il successo di Anime nere, Francesco Munzi torna al Festival di Venezia con Assalto al Cielo, un film che attraverso un’immersione in alcuni dei più importanti archivi d’Italia (Luce, Teche Rai, Archivio del Movimento operaio, Cineteca di Bologna…) mostra immagini, energie, immaginario, di un taglio di tempo eccezionale e complesso della nostra storia. 

Costruito esclusivamente con materiale documentario di archivio, il film racconta la parabola di quei ragazzi che animarono le lotte politiche extraparlamentari negli anni compresi tra il 1967 e il 1977 e che tra slanci e sogni, ma anche violenze e delitti, inseguirono l’idea della rivoluzione, tentando  l’ “Assalto al Cielo”. 

Diviso in tre movimenti come fosse una partitura musicale, il film esprime il sentimento che oggi conserviamo di quegli anni, mescolando nelle scelte del materiale e di montaggio, memoria personale, storia, spunti di riflessione e desiderio di trasfigurazione.

Regia Francesco Munzi montaggio Giuseppe Trepiccione aiuto regia Icaro Lorenzoni ricerche d’archivio Nathalie Giacobino archivi Archivio storico Istituto Luce Cinecittà, Rai Teche, Associazione Alberto Grifi, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Cineteca di Bologna

Una produzione Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con Rai Cinema produzione esecutiva Maura Cosenza Una distribuzione Istituto Luce Cinecittà

Venezia 73: fuori concorso Tommaso di Kim Rossi Stuart

A Venezia 73 arriva fuori concorso il film TOMMASO di Kim Rossi Stuart con Kim Rossi Stuart, Camilla Diana, Jasmine Trinca e Cristiana Capotondi.

Una produzione Palomar con Rai Cinema, in associazione con Unicredit Factoring  ai sensi delle norme sul Tax Credit,prodotto da Carlo Degli Esposti.

SINOSSI: Dopo una lunga relazione, Tommaso riesce a farsi lasciare da Chiara, la sua compagna.    Ora ad attenderlo pensa ci sia una sconfinata libertà e innumerevoli avventure. E’ un attore giovane, bello, gentile e romantico ma oscilla perennemente tra slanci e resistenze e presto si rende conto di essere libero solo di ripetere sempre lo stesso copione: insomma è una “bomba innescata” sulla strada delle donne che incontra.

Le sue relazioni finiscono dolorosamente sempre nello stesso modo, tra inconfessabili pensieri e paure paralizzanti.

Questa sua coazione a ripetere un giorno finalmente s’interrompe e intorno a sé si genera un vuoto assoluto. Tommaso ora è solo e non ha più scampo: deve affrontare quel momento del suo passato in cui tutto si è fermato.

Tommaso è cresciuto. Il bambino di “Anche libero va bene” qui è diventato un uomo che faticosamente e furiosamente cerca di liberarsi delle conseguenze della sua storia.

Venezia 73: arriva The Bad Batch con Keanu Reeves, Jason Momoa e Jim Carrey

Oltre all’italiano Munzi, oggi è il grande giorno a Venezia 73 di The Bad Batch  di Ana Lily Amirpour (Usa, 119’, v.o. inglese s/t italiano) con Suki Waterhouse, Jason Momoa, Keanu Reeves, Jim Carrey e Giovanni Ribisi.

Il film è una feroce fiaba distopica ambientata in una desolata regione del Texas in cui alcuni reietti della società cercano di sopravvivere.

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Festival di Venezia 2016: Hacksaw Ridge recensione del film di Mel Gibson

La settantatreesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si svolge al Lido dal 31 agosto al 10 settembre.Mel Gibson Festival di Venezia 2016

Spider-Man Homecoming: primo leak dal set di Shocker

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Continuano le riprese di Spider-Man Homecoming e oggi arriva finalmente il primo leak dal set di Shocker, uno dei probabili villain del film che sarà targato Marvel Studios e Sony Pictures.

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Sinossi: “Un giovane Peter Parker / Spider-Man (Tom Holland), che ha fatto il suo sensazionale debutto in Civil War, comicnia ad esplorare la sua nuova identità nei panni del tessi ragnatele in Spider-Man Homecoming”.

Spider-Man Homecoming: primi possibili dettagli sul Riparatore

Vi ricordiamo tutte le notizie sul Marvel Cinematic Universe le trovate nel nostro canale dedicato ai Marvel Studios.

Spider-Man HomecomingDiretto da Jon Watts, Spider-Man Homecoming vedrà protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya sarà invece Michelle. Al cast si aggiungono Michael KeatonMichael Barbieri, Donald Glover, Logan Marshall-Green, Martin Starr, Abraham Attah, Selenis Leyva, Hannibal Buress, Isabella Amara, Jorge Lendeborg Jr., J.J. Totah, Michael Mando, Bokeem Woodbine, Tyne Daly e Kenneth Choi.

Il film racconterà la storia di un Peter Parker al liceo, dunque sarà un nuovo reboot che arriverà al cinema 7 Luglio 2017. Secondo alcune anticipazioni rivelate da Kevin Feige, nel film dovrebbe apparire Adrian Toomes, noto per essere il cattivo Vulture, villain che ha debuttato nel fumetto del 1963 “The Amazing Spider-Man”#2. Prodotto dai Marvel Studios, il film sarà distribuito da Sony Pictures.

 

Paolo Sorrentino dirigerà un film su Silvio Berlusconi

Arriva da Variety la notizia esclusiva che il regista premio Oscar Paolo Sorrentino (La Grande Bellezza, Youth), di recente protagonista di Venezia 73 dove ha presentato l’attesa serie tv The Young Pope, dirigerà un film dedicato a Silvio Berlusconi.

Secondo le prime indiscrezioni, la pellicola si focalizzerà sull’ormai noto “cerchio magico” e dovrebbe intitolarsi Loro. La sceneggiatura porterà la firma dello stesso Sorrentino. L’inizio delle riprese è previsto per l’estate del 2017.

Secondo la fonte il film su Berlusconi racconterà la vita e il mondo dell’ex primo ministro senza limitarsi esclusivamente a criticarlo. La Indigo Films si occuperà della produzione.

paolo sorrentino

The Young Pope, la serie Sky di Paolo Sorrentino

Ricordiamo che il film dedicato a Silvio Berlusconi sarà la seconda pellicola di Paolo Sorrentino ad essere incentrata sulla storia di un politico italiano.

Nel 2008 infatti era uscito Il Divo, film interpretato da Tony Servillo sulla vita senatore Giulio Andreotti fino agli anni novanta.

Fonte: Variety

Rocco: recensione del documentario su Rocco Siffredi

La prima inquadratura di Rocco è decisamente emblematica. Il documentario dedicato alla vita del più grande pornoattore italiano di tutti i tempi si apre infatti con un’immagine del suo membro; quel membro che – per ammissione dello stesso protagonista – ha contribuito a renderlo una celebrità indiscussa e, al tempo stesso, ha marchiato per sempre la sua vita.

Da quell’immagine legata nell’immaginario collettivo (sia maschile che femminile) alla potenza e alla virilità assoluta, si apre una finestra su un mondo – quello del porno – che risucchia come un vortice chiunque ne venga travolto, un mondo sporco agli occhi dei più, regolato da meccanismi tanto complessi quanto spaventosi.

Il documentario Rocco esplora la vita di Rocco Siffredi a pochi giorni dalla realizzazione del suo ultimo film a luci rosse, con il quale la star ha ufficialmente detto addio al mondo dei film hard in qualità di attore. Un addio sofferto ma ponderato – assolutamente necessario per ristabilire l’ordine nel caos di una vita vissuta all’ombra di una sessualità tanto liberatoria quanto disumanizzante -, che viene raccontato non solo attraverso i momenti che Rocco condivide con le persone che ogni giorno lavorano con lui o che condividono la sua quotidianità, ma soprattutto attraverso i ricordi dolorosi e le parole sincere di un uomo che continua ancora oggi ad essere schiavo dei propri desideri e dei propri impulsi.

rocco

Perché il più grande merito di Rocco, diretto dai registi francesi Thierry Demiziere e Alban Teurlai, è quello di rispondere ad un’esigenza voyeuristica che travalica l’elemento pornografico per indagare (come molto spesso accade nei doc dedicati a personalità tanto idealizzate ed esaltate come quella di Siffredi) l’uomo dietro il mito, l’essere umano dietro il personaggio pubblico, la persona ancora tormentata da quei demoni del sesso che costantemente intaccato una vita di assoluta perfezione e che, altrettanto costantemente, provano a virare un’esistenza verso la totale autodistruzione.

Una testimonianza intima e priva di ovvietà su una figura tormentata e carica di contraddizioni, simbolo della dominazione per eccellenza, schiavo di tutto ciò che ha contribuito a renderlo un’icona indiscutibile del nostro tempo.

El Ciudadano Ilustre: recensione del film di Mariano Cohn e Gastón Duprat

Giunti al giro di boa, arriva l’autentica sorpresa di questo Venezia 73. Stiamo parlando de El Ciudadano Ilustre (The Distinguished Citizen), film della coppia di registi argentina Mariano Cohn e Gastón Duprat, accolto molto positivamente dalla critica.

La pellicola ha al centro la figura fittizia di Daniel Mantovani, uno scrittore argentino che abita in Europa da oltre trent’anni e che ha raggiunto la definitiva consacrazione dopo aver ricevuto il premio Nobel per la letteratura. Un giorno gli viene recapitata una lettera spedita dal comune di Salas (città in cui è nato e dove sono ambientati tutti i suoi romanzi) con la quale viene invitato a ricevere il più alto riconoscimento del suo paese: la medaglia al Cittadino Onorario. Sorprendentemente (essendo una personalità alquanto schiva), Daniel decide di accettare l’invito e di recarsi per qualche giorno al paese. Le conseguenze della sua permanenza saranno tanto imprevedibili quanto devastanti.

El Ciudadano Ilustre

Girato in maniera asciutta, realistica e profondamente ispirata, e interpretato da un Oscar Martínez davvero memorabile, la vera forza de El Ciudadano Ilustre sta tutta nella sceneggiatura. Attraverso la storia di Mantovani si raccontano tutta una serie di dibattitti ancora aperti nella cultura e nella società dell’Argentina, e si mettono in parallelo due modi opposti di vedere il mondo, rappresentati uno dallo sguardo paesano del Salas, l’altro dalla personalità cosmopolita di Daniel.

Tutte queste tematiche vengono affrontate con disarmante intelligenza e spirito beffardo, senza mai tralasciare quella vena malinconica e amara che la geniale opera di Cohn e Dupart si porta dietro, avvalorando così la celebre massima che recita “Nessuno è profeta in patria!”.

Attraverso un’ideale suddivisione in capitoli assistiamo al viaggio di un’artista che vede il fascino esercitato sui suoi concittadini tramutarsi in disprezzo, e che prende gradualmente consapevolezza di quante insormontabili differenze esistano tra la sua figura e quel paese che da sempre rappresenta la sua fonte primaria di ispirazione.

In questo senso, El Ciudadano Ilustre diventa una riflessione mai scontata e lungimirante sul rapporto tra uomo e produzione artistica, e sull’utilizzo della realtà e della finzione come strumenti per dare vita alla propria opera (la scrittura, in questo caso).

Un’esilarante commedia dai risvolti narrativi travolgenti, intrisa di realismo mai grottesco e di misurata malinconia che si candida a mani basse tra i titoli che andranno a formare il palmarès di questa edizione 2016 del Festival.

 

Piuma: recensione del film di Roan Johnson #Venezia73

Roan Johnson, alla sua terza regia con Piuma, racconta con leggerezza e maturità una storia delicata e divertente, tratteggiando con precisione i protagonisti e i comprimari grazie a una sceneggiatura ben congeniata, elementare nello sviluppo, che si concentra sui dialoghi e sulla caratterizzazione di tipi umani che, incasellandosi in stereotipi e macchiette, riescono ad arricchire la questione di base: una gravidanza indesiderata a 18 anni.

Forte di un cast scelto con intelligenza, Johnson mette in scena comicamente il dramma della scelta, o meglio, della presa di coscienza e di responsabilità dell’età stessa, che passa attraverso l’arrivo di una nuova vita.

La trama di Piuma

Ferro e Cate si stanno preparando per l’esame di maturità e per il viaggio post diploma con gli amici. Ma la loro situazione non è quella dei coetanei, perché Cate aspetta un bimbo e entrambi stanno affrontando le decisioni e le prese di coscienza destinate a cambiare loro la vita. Insieme ai due diciottenni, anche le famiglie, mamma, papà e nonno di lui, e padre scapestrato di lei, si trovano di fronte a un fatto che li coglie impreparati, sopraffacendoli e portando a galla le immaturità, le paure e le incertezze che ogni adulto nasconde.

Piuma

La leggerezza di Roan Johnson protagonista del concorso con Piuma

Con uno sguardo alla commedia indie internazionale (vedi Juno e Little Miss Sunshine), Piuma riesce a intrattenere senza scivolare verso il dramma adolescenziale, rimanendo leggero e fresco, aggirando il patetismo e la retorica, troppo spesso invadenti nel nostro cinema, e offrendo una prospettiva pratica, concreta sull’amore a 18 anni. Dimenticate le dichiarazioni totalizzanti mocciane, Johnson ci presenta due ragazzini spaventati e in difficoltà, ma con i piedi per terra, consapevoli della grandezza della loro condizione ma anche di se stessi.

Come spesso accade, i due protagonisti scivolano in secondo piano di fronte ai comprimari adulti. Che siano madri moderne votate al dialogo, padri conservatori e frustrati, uomini disperati o pittoresche fisioterapiste, gli adulti, in Piuma, sono molto più allo sbando dei giovani, rispecchiando una società caotica e decisamente lontana dalle necessità di stabilità che l’eventualità considerata nella storia richiede.

Con leggerezza e intelligenza, Piuma diverte e commuove, senza ergersi a capolavoro rivoluzionario del cinema contemporaneo, ma occupando un posto dignitoso nel panorama della nostra commedia.

 

Venezia 73: la leggerezza di Roan Johnson protagonista del concorso con Piuma

Piuma Roan JohnsonArriverà in sala il prossimo 20 ottobre distribuito da Lucky Red Piuma, il terzo film di Roan Johnson, selezionato in concorso alla settantatreesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Per Johnson si tratta di un film in cui ha voluto raccontare se stesso e le sue stesse paure, proiettandosi però indietro nel tempo e raccontando di Cate e Ferro, due adolescenti che si trovano a fare i conti con una gravidanza inaspettata. “È stato il casting più difficile che abbia mai fatto – ha dichiarato il regista e sceneggiatore – dopo 600-700 provini ho pensato addirittura di cambiare le età dei protagonisti, perché era difficilissimo trovare dei diciottenni all’altezza, in grado di essere naturali. Una volta trovati Luigi Fedele e Blu Yoshimi però è stato come un miracolo, ci siamo trovati in sintonia. Il film è una commedia atipica perché abbiamo girato con tanti piani sequenza, abbiamo fatto molte prove ma in realtà c’è moltissimo di loro, dei protagonisti. Ho dato loro estrema libertà di scelta.”

Piuma trailer del film di Roan Johnson in concorso a Venezia 73

Nonostante si tratti di una storia d’amore tra adolescenti, non si dice mai Ti Amo nel film, questo perché, secondo Johnson, si è cercato in fase di scrittura di uscire dai cliché. “Ho usato un linguaggio che si potesse avvicinare a quello dei coetanei dei protagonisti, infatti loro hanno aiutato tantissimo con i loro modi di dire. Non credo che nella vita vera si ci dica ‘ti amo’ tutti i giorni, ma sono più importanti le dichiarazioni di vicinanza, del prendersi cura dell’altro. Sono questi i veri modi per comunicare l’amore.”

Il film è senza dubbio erede, per formazione, della commedia all’italiana, ma allo stesso tempo guarda anche alla leggerezza intelligente della commedia indipendente internazionale. Per Roan Johnson, lo scopo era di osservare da vicino il processo di presa di coscienza, di assunzione delle proprie responsabilità che i giovani, costretti a vivere in un mondo caotico, sono costretti ad affrontare, spesso meglio degli adulti con cui vivono, a riprova che le nuove generazioni sono capaci anche di scelte e di coraggio.

Box Office ITA: Io prima di te vince il weekend

Io prima di te vince il weekend al box office italiano, seguito da L’Era Glaciale: in rotta di collisione e Jason Bourne.

box office

L’attesissimo Io prima di te conquista il box office italiano nel primo fine settimana di settembre. La pellicola con Sam Clafin ed Emilia Clarke tratta dall’omonimo romanzo di Jojo Moyes incassa 1,9 milioni di euro in 430 sale, registrando una strepitosa media per sala pari a 4400 euro. Grazie alle anteprime di agosto, il film giunge a un globale di 2,1 milioni di euro e punta al passaparola.

L’Era Glaciale: in rotta di collisione scende al secondo posto con altri 1,2 milioni, giungendo a ben 6 milioni totali alla sua seconda settimana di programmazione.

Debutto non particolarmente esaltante per Jason Bourne, che apre in terza posizione con 1 milione di euro incassato in circa 490 sale disponibili, per una media per sala di 2180 euro.

Suicide Squad scende al quarto posto con altri 756.000 euro e giunge alla bellezza di 10,9 milioni complessivi.

Calo anche Paradise Beach – Dentro l’incubo (438.000 euro) ed Escobar (204.000 euro), arrivati rispettivamente a 1,6 milioni totali e 622.000 euro globali.

Il Drago Invisibile precipita in settima posizione con altri 128.000 euro e giunge a quota 3,2 milioni.

Seguono le new entry La famiglia Fang (125.000 euro) e Un padre, una figlia (75.000 euro).

Chiude la top10 la novità Effetto acquatico, che incassa 55.000 euro in una settantina di copie.