Dopo l’ennesimo litigio con il
padre, Ea, figlia di Dio, decide di ribellarsi al volere paterno e
diffonde le date di morte via sms a tutti gli esseri umani. Poi
scende sulla Terra, a Bruxelles, per cercare sei nuovi apostoli,
utili per arrivare così alla formazione preferita della madre, Dea,
quella a 18 giocatori, come nel baseball. Dio cercherà di
rimediare, ma, sceso sulla Terra, avrà parecchie difficoltà.
Dio esiste e vive a
Bruxelles di Jaco Van Dormael è un
tripudio di ironia e sarcasmo. Se lasciamo perdere l’uscita quasi
ad-hoc nel periodo di tensione massima a Bruxelles, che eleva al
quadrato l’ironia che pervade il film, si tratta di un’opera che
suppone che gli esseri superiori che gli uomini definiscono divini,
non siano altro che un’esagerazione dell’uomo medio.
Benoit Poelvoorde,
attore belga che riveste il ruolo della divinità massima secondo la
religione cattolica riesce ad essere un perfetto Dio del Vecchio
Testamento: perfido e incurante degli uomini.
Ea, sua figlia minore, perchè suo
figlio JC già ha fatto la sua rivoluzione, è invece più vicina agli
uomini, e come il fratello nel Nuovo Testamento, cerca i reietti o
emarginati di questa società. Altri ribelli.
Altro personaggio, che non dice una
parola, ma che è di fondamentale importanza per il film è quello
della madre di Ea, moglie di Dio, interpretata da un’altra icona
del cinema contemporaneo belga: Yolande Moreau.
C’è poi
Catherine Deneuve, una dei nuovi apostoli, moglie
trascurata e annoiata protagonista di uno dei capitoli in cui si
suddivide il film, che nella parte che riguarda le avventure di Ea
sulla Terra ricorda lo stile de Il meraviglioso mondo
di Amélie.
Molto divertente é invece la parte
dedicata al padre di Ea, che sulla Terra diventa gli ultimo degli
ultimi, emarginato anche dal chi vive al di fuori della società.
Nel suo viaggio terreno, Dio non viene compreso, il suo
caratteraccio non gli procura che guai e, inoltre, non riesce
neppure a camminare sull’acqua.
Il film esce nelle sale il 26
novembre, in 200 copie.