Il regista David Slade,
apprezzato autore di Twilight Saga: Eclipse e del
vampiresco 30 giorni di buio, ha annunciato di aver
firmato un contratto con la Vendome Pictures per dirigere il nuovo
thriller psicologico The Widow.
Scritto da Ray Wright, il
film racconta le vicende di una giovane donna che fa amicizia
con una vedova solitaria solo per scoprire che il loro incontro non
è stato solo una coincidenza. Le riprese dovrebbero iniziare entro
la fine di maggio, e nel frattempo Slade continua la sua
occasionale partecipazione come regista degli episodi di
Hannibal per la NBC. Philippe Rousselet
produrrà il film insieme a Steve Golin e Alix Madigan
di Anonymous Content. Nulla si sa per il momento riguardo alle
future partecipazione del cast.
David S. Goyer
sarebbe interessato a risollevare le sorti del film di minor
successo di Warner Bros/Dc Comics: Lanterna Verde. Goyer, che ha
già avuto a che fare sia con Batman che con Superman, adesso
vorrebbe rimettere mano all’eroe dalla tutina verde, già
interpretato sul grande schermo da Ryan Reynolds,
e parlando con Collider ha dichiarato: “Mi piacerebbe molto
fare un film su Lanterna Verde.”
Considerando che la Warner è sul
piede di guerra contro i Marvel Studios e sta progettando
una lunga serie di film, magari il desiderio di Goyer potrebbe
anche realizzarsi.
Il primo film su
Lanterna Verde vedeva protagonista
Ryan Reynolds e ha incassato 220 milioni a fronte
di una spesa realizzativa di 200 milioni di dollari.
Conoscete Davis S.
Goyer? E’ uno degli sceneggiatori più influenti della
cinematografia moderna. E’ sua la penna che ha scritto la
sceneggiatura della trilogia di Batman diretta da
Christopher Nolan; è anche sua la penna
che c’è dietro l’ennesimo ed attesa roboot di Superman,
L’uomo d’Acciaio; è sua l’idea della
serie tv, in onda al prossimo 12 April, Da Vinci’s
Demons. Un curriculum di tutto rispetto.
Il magazine Collider
durante un’intervista gli domanda: “Se la Warner dovesse venire
da te e offrirti un lavoro nei nuovi Batman, cosa
risponderesti?», Goyer ha risposto: “Onestamente? Non
saprei. È dieci anni che lavoro su Batman, e dieci anni sono
tantissimo Batman. Quindi non so se accetterei. Però… insomma, non
lo so, non lo so! Il punto è che nessuno mi ha chiesto nulla,
quindi aspettiamo che mi arrivino proposte e poi vediamo”.
La versione breve della sua
risposta? Ovviamente è un sì, ma non se ne può ancora parlare. Che
le negoziazioni siano già in atto e Davis S.Goyer sia obbligato a tenere la bocca chiusa?
David S. Goyer ha
partecipato alla scrittura del graphic novel Superman: Secret
Origins. Il prossimo sceneggiatore del reboot di
Superman diretto da Zach
Snyder si è detto entusiasta della collaborazione con il
disegnatore di fumetti Geoff Johns, colpito dall’originalità con la
quale il disegnatore ha affrontato il personaggio.
Si può immaginare senza fatica
quindi che la sceneggiatura del prossimo lungometraggio sarà
ispirata da Secret Origins.
Uno dei momenti più criticati e
discussi di L’uomo d’acciaio è senza
dubbio il momento in cui, esasperato e sofferente, Superman decide
una volta per tutte di rompere l’osso del collo a Zod in un corpo a
corpo violentissimo. La decisione dell’ultimo figlio di Cripton è
stata violentemente contestata dai fan, che invece conoscono il
personaggio dai fumetti e lo sanno magnanimo e incline a fare
sempre la cosa giusta.
Adesso, dopo molto tempo,
David S. Goyer si schiera dalla parte di Superman
e giustifica la sua estrema decisione, indirettamente la sua stessa
decisione, in qualità di sceneggiatore e autore del soggetto.
“Il modo in cui lavoro, il modo
in cui Chris (Nolan) lavora, è quello in cui facciamo la cosa
giusta per la storia. E questo vale indipendentemente da quello che
i fan pensano o meno del personaggio. Devi fare quello che è giusto
per la storia. In questa ottica, il nostro personaggio era Superman
solo da una settimana. Non era il Superman che leggiamo sui fumetti
DC, né era in un mondo che contemplava la sua esistenza. Aveva
volato per la prima volta pochi giorni prima. Non aveva mai
combattuto contro nessuno con i superpoteri. E poi si ritrova a
combattere con uno che non solo ha i superpoteri come lui, ma che
si è allenato da quando è nato per combattere e che diceva ‘non mi
fermerò fino a che non distruggerò l’umanità’. Se togli Superman
dal suo contesto, qual è il modo giusto per raccontare la sua
storia? Penso che sia quando prendi questo potentissimo alieno che
dice ‘puoi avere la tua razza indietro ma solo se ne uccidi
un’altra’ la situazione orribile, la questione morale in cui si
trova è quella di decidere di dover uccidere per forza l’unico
esponente della sua razza anche se non lo vuole. Mettere da parte
il Superman che conosciamo credo sia il modo giusto per raccontare
la storia”.
E voi, che ne pensate? Le
argomentazioni di Goyer sembrano piuttosto convincenti, giusto?
Dopo anni di proficua
collaborazione sfociata nella rinascita di brand di successo come
la trilogia di Batman o il reboot di un classico come
Superman, sembrerebbe che lo sceneggiatore David S.
Goyer e la Warner Bros. hanno siglato un contratto
di tre anni. È il primo accordo che lo sceneggiatore firma con la
Warner, in quanto, le precedenti collaborazioni non prevedevano
alcun contratto di esclusiva.
In cima ai progetti di cui Goyer si
occuperà risalta un thriller dai risvolti Hitchockiani
caratterizzato da ambientazioni e tematiche sci-fi (attualmente è
incaricato alla scrittura del progetto Doug Jung). Mentre
l’accordo prevede ovviamente anche il film
sulla Justice League.
Goyer, al momento impegnato nella
stesura di Batman Vs. Superman, si è detto assolutamente
felice del contratto offertogli, dl momento che, negli ultimi dieci
anni, proprio la Warner è stata la sua principale fonte di impiego.
Infine Goyer ha commentato la scelta di Ben Affleck come
nuovo Batman, sostenendo che l’attore interpreterà il ruolo
con “orgoglio”.
Molti fan dell’universo DC
Comics si stanno chiedendo se la Warner
Bros ha in mente un piano coeso per tutti i personaggi
dell’universo, dato che tra film e serietv non sembra esserci un
vero piano organizzato. Ebbene oggi a confermare la cosa è
David S Goyer che ha rilasciato un’intervista a
IGN in merito al binomio DC/WB.
Lo sceneggiatore ha rivelato che al
momento si è solo parlato di questa possibilità ma è ancora troppo
presto:
“Voglio dire, è troppo presto.
So che alla Warner Bros. piacerebbe fare un universo più coeso. Ci
sono stati un sacco di conversazioni generiche su questa
possibilità ma è ancora molto, molto presto. In realtà non ne sono
sicuro se sia la cosa giusta. Marvel ha avuto enorme successo, ma
non sono sicuro dell’idea che tutti dovrebbero cercare di emulare
il loro universo. Comunque sono state solo conversazioni vaghe
finora.
Inoltr,e vi ricordiamo che a
Novembre, prima dei tanti annunci sulle serie tv, siamo stati noi
di Cinefilos.it a lanciare i primi rumors sui piani della Major con
l‘intervista Guillermo del Toro (a
lavoro sulla Justice League Dark per
Warner Bros) nel quale ha rivelato proprio
l’intenzione di Warner Bros di lanciare tutto l’universo DC su
cinema e televisione.
Vi
ricordiamocheBatman
Vs Supermansarà diretto dal
regista Zack
Snyder su sceneggiatura scritta in
collaborazione con Chris
Terrio (Argo),sulla
base di una storia già scritta da David S.
Goyer. Confermati
nel cast del film Henry Cavill, Ben
Affleck, Amy Adams, Laurence Fishburne, Diane
Lane, Gal Gadot, Jeremy
Irons e Jesse
Eisenberg.
L’attore inglese David Ryall è stato scritturato nel ruolo di
Elphias Doge in Harry Potter e i Doni della Morte: parte I e Harry
Potter e i Doni della Morte: parte II.
La voce girava da mesi, ma solo nelle ultime ore è giunta una
conferma.
Doge è autore del necrologio di Silente sulla Gazzetta del
Profeta, e lo vedremo anche nella scena del matrimonio di Bill e
Fleur, quando racconta aneddoti sulla vita di Silente parlando con
Harry e zia Muriel, parente dei Weasley. Questa scena è stata
girata un mese fa. E’ anche possibile, tuttavia, che il dialogo tra
Harry e Elphias Doge sia stato spostato in un’altra scena del
film.
Arriva da
The Hollywood Reporter la notizia che la MGM ha affidato a
David Robert Mitchell, regista di It Follows e
Under the Silver Lake, il compito di scrivere e dirigere
un nuovo film di supereroi totalmente originale, dal titolo
Heroes & Villains.
Al momento non sono ancora stati
rivelati i dettagli sulla trama del film, ma il progetto è stato
descritto come un mix di generi che attingerà da storie di vario
tipo e che rappresenterà un’assoluta ventata d’aria fresca
nell’attuale panorama dei cinecomics, dominato dai successi del MCU e dai risultati altalenanti del
DCEU.
Mitchell ha già completato lo
script, a cui ha lavorato per diverso tempo; appena sarà possibile
il regista inizierà i casting per i vari personaggi presenti nella
storia. Oltre a scrivere e a dirigere il film, Mitchell figurerà
anche in qualità di produttore insieme a Chris Bender (Una
notte da leoni) e a Jake Weinter (Mulan) della Good
Fear Content.
David Robert Mitchell, regista
di It Follows, per un nuovo film di supereroi totalmente
originale
David Robert
Mitchell è noto per aver scritto e diretto l’horror
dalle venature psicologiche It
Follows, che ha come protagonista Maika Monroe, e più di recente la black comedy
dalle venature noir Under the Silver Lake, che ha come
protagonista il candidato all’Oscar Andrew Garfield.
Credits foto Bulgari: Ph.
Barrella - Studio Orizzonte Gallery
Dopo la presentazione dei
vincitori della prima edizione del premio “David
Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars”, lo
scorso 15 dicembre, al Museo Nazionale del Bargello, al termine
della “50 Giorni di Cinema a Firenze”, oggi presso “Villa San
Michele, A Belmond Hotel, Florence”, la cerimonia di consegna del
prestigioso riconoscimento, alla presenza Piera Detassis,
Presidente e Direttrice artistica dell’Accademia del Cinema
Italiano – Premi David di Donatello.
Alle sei promesse del
cinema italiano, sei interpreti under 28 che vantano già
partecipazioni a importanti produzioni cinematografiche e
audiovisive, Cecilia Bertozzi, Domenico Cuomo, Michele
Eburnea, Leonardo Maltese, Fotinì Peluso, Yile Vianello,
sono state consegnate le statuette, appositamente
realizzate da Bulgari, storico partner dei David
di Donatello.
I vincitori, di questa
prima edizione del premio “David Rivelazioni Italiane – Italian
Rising Stars”, sono stati scelti per la qualità del loro lavoro
dalla Presidenza del David e dal Consiglio Direttivo composto da
Nicola Borrelli, Francesca Cima, Edoardo De Angelis, Domenico
Dinoia, Francesco Giambrone, Valeria Golino, Giancarlo Leone, Luigi
Lonigro, Mario Lorini, Francesco Ranieri Martinotti, Francesco
Rutelli. La preselezione è stata realizzata dall’Unione Italiana
Casting Director U.I.C.D. in dialogo con le associazioni di agenti
A.S.A. e L.A.R.A. Il nuovo “David Rivelazioni Italiane – Italian
Rising Stars” è così frutto della collaborazione tra varie e
importanti professioni dell’industria del cinema, sotto l’egida del
Ministero della Cultura avvalendosi della prestigiosa
collaborazione della Regione Toscana, del Comune di Firenze con
Fondazione CR Firenze e Camera di Commercio di Firenze.
I sei attori vincitori,
stanno svolgendo un percorso di formazione con una serie di mentori
d’eccezione, che mettono a loro disposizione l’esperienza e la
professionalità maturata nel corso degli anni: fra questi, Jasmine
Trinca, una delle attrici italiane più note e celebrate; Paolo
Mereghetti, critico del Corriere della Sera e autore del celebre
“Dizionario dei film”; Elisabetta Sgarbi, editrice, regista e
organizzatrice culturale; Nicoletta Maraschio, Presidente onoraria
dell’Accademia della Crusca; Arturo Galansino, Direttore Generale
di Fondazione Palazzo Strozzi; Francesca Medolago Albani,
Segretaria Generale di Anica Academy; Virgilio Sieni, coreografo e
danzatore, creatore del Centro Nazionale di Produzione che porta il
suo nome.
Cecilia Bertozzi,
Domenico Cuomo, Michele Eburnea, Leonardo Maltese, Fotinì
Peluso e Yile Vianello sono i
vincitori della prima edizione del premio “David
Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars”, il nuovo
riconoscimento dedicato agli attori emergenti, nato dalla
collaborazione dell’Accademia del Cinema Italiano con l’Area Cinema
di Fondazione Sistema Toscana.
I nomi dei sei interpreti
under 28 saranno annunciati oggi, venerdì 15
dicembre 2023, presso il Museo Nazionale del Bargello di Firenze,
straordinario scenario d’arte che ospita la celeberrima statua in
bronzo del David di Donatello. L’evento, a cui
parteciperanno le tre attrici e i tre attori, giunge a conclusione
della “50 Giorni di Cinema a Firenze”, la manifestazione di cinema
internazionale in programma da settembre a dicembre nel capoluogo
toscano.
I vincitori sono stati
scelti per la qualità del loro lavoro dalla Presidenza del David e
dal Consiglio Direttivo composto da Nicola Borrelli, Francesca
Cima, Edoardo De Angelis, Domenico Dinoia, Francesco Giambrone,
Valeria Golino, Giancarlo Leone, Luigi Lonigro, Mario Lorini,
Francesco Ranieri Martinotti, Francesco Rutelli. La preselezione è
stata realizzata dall’Unione Italiana Casting Director U.I.C.D. in
dialogo con le associazioni di agenti A.S.A. e L.A.R.A. Il nuovo
“David Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars” è così frutto
della collaborazione tra varie e importanti professioni
dell’industria del cinema, sotto l’egida del Ministero della
Cultura avvalendosi della prestigiosa collaborazione della Regione
Toscana, del Comune di Firenze con Fondazione CR Firenze e Camera
di Commercio di Firenze.
Nel corso del prossimo
anno, i sei attori saranno protagonisti di un percorso di
formazione con una serie di mentori d’eccezione che metteranno a
loro disposizione l’esperienza e la professionalità maturata nel
corso degli anni: fra questi, Jasmine Trinca, una delle attrici
italiane più note e celebrate; Paolo Mereghetti, critico del
Corriere della Sera e autore del celebre “Dizionario dei film”;
Elisabetta Sgarbi, editrice, regista e organizzatrice culturale;
Nicoletta Maraschio, Presidente onoraria dell’Accademia della
Crusca; Arturo Galansino, Direttore Generale di Fondazione Palazzo
Strozzi; Francesca Medolago Albani, Segretaria Generale di Anica
Academy; Virgilio Sieni, coreografo e danzatore, creatore del
Centro Nazionale di Produzione che porta il suo nome.
A conclusione di questo
percorso a loro dedicato, Cecilia Bertozzi, Domenico Cuomo, Michele
Eburnea, Leonardo Maltese, Fotinì Peluso e Yile Vianello
riceveranno la speciale statuetta David di Donatello realizzata
appositamente per le “Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars”
da Bulgari, storico partner del Premio autore delle prime statuette
assegnate dal 1956 all’eccellenza nel cinema.
David Oyelowo si è
unito a Luke Evans nel throller Three
Seconds, diretto da Otto
Bathurst.
Si tratta della storia di un uomo
costretto ad andare in prigione sotto copertura come parte di una
operazione dell’FBI, ma quando viene abbandonato dall’agenzia, non
ha altra scelta che fuggire per conto suo.
Mentre Luke Evans
è alle prese ora con lo script de La Bella e la
Bestia, in cui vestirà i panni di Gaston,
David Oyelowo è attualmente impegnato sul set di
Mira Nair nel film Queen of Katwe.
Occasione della vita per
David Oyelowo: dopo aver offerto una serie di
convincenti prove in ruoli di supporto, l’attore potrebbe vedere la
propria carriera definitivamente lanciata grazie all’intepretazione
di Sugar Ray Robinson, autentica leggenda della boxe, in un biopic
dedicato al pugile.
Il film, frutto dell’adattamento
della biografia Sweet Thunder: The Life And Times Of Sugar Ray
Robinson, è stato scritto da Will Haygood. La pellicola dovrebbe
prendere in considerazione soprattutto i primi anni della carriera,
in cui si dedicò a svelare l’aspetto più marcio del business del
pugilato, come ad esempio gli incontri truccati e l’influenza della
malavita. Oyelowo sarà prossimamente sugli schermi con due
probabili campioni d’incasso Jack Reacher e Lincoln.
Ang Lee non ha mai
nascosto il suo desiderio di trasporre in pellicola la famosa
“Thrilla in Manilla”, storica rivalità tra Muhammad
Ali e Joe Frazier. Ora, dopo un paio di
anni in cui il progetto è fluttuato in una sorta di limbo, sembra
che le acque si siano tornate a muovere, con il nome di
David Oyelowo come prima scelta del regista per
interpretare Frazier.
Variety riporta come non ci sia
stata ancora nessuna offerta ufficiale, ma pare che Lee voglia
fortemente Oyelowo come rivale del suo Cassius Clay nel film, che
vedrà alla sceneggiatura Peter Morgan. LA
pellicola sembra voler esplorare il mondo del pugilato negli anni
’70, all’apice della sua popolarità e ricchezza, affrontando la
storia della rivalità tra due dei più carismatici pugili di
quell’era, fino al loro ultimo e decisivo incontro.
Inizialmente in mano ad Universal,
la quale distribuirà invece Billy Lynn’s Long Halftime
Walk di Lee l’11 Novembre del prossimo anno, il
progetto è successivamente passato di mano fino ad arrivare a
Studio 8, e successivamente alla Sony. Lee sembra voler continuare
a mettersi alla prova come regista, e girerà il film interamente in
3D, trascinando gli spettatori nella mischia.
Jennifer Lawrence deve il suo
Oscar ad un ragno, almeno stando a quanto ha dichiarato
David O. Russell, regista de Il Lato
Positivo e di American
Hustle, per il quale la Lawrence è di nuovo candidata
come migliore attrice non protagonista e grazie al quale O. Russell
è nominato per la sceneggiatura e per la regia.
Il regista ha dichiarato che
Harvey Weinstein era scettico riguardo alla scelta
della Lawrence, ma che il provino dell’attrice lo ha convinto.
Russell ha raccontato dell’audizione del 2011, durante la quale
chiese a Jennifer di piangere e lei ha fatto piangere anche lui.
“Ha pianto, è poi è andata in bagno a sistemarsi. Quando tornò
‘Ah! C’è un ragno gigante nel bagno!’ e ha imitato il modo in cui
il ragno camminava e di come lei ha cercato di attaccarlo. Mi ha
affascinato da morire. Lei era come nessun’altro io abbia mai
visto.”
Sullo scetticismo di Weinstein,
David O. Russell ha raccontato di aver mostrato la
conversazione Skype avuta con Jennifer al produttore, e dopo soli
30 secondi Harvey Weinstein era già convinto a
prendere l’attrice per il ruolo in Il Lato
Positivo.
Per quando riguarda
American Hustle, il regista ha inoltre
aggiunto che Jennifer Lawrence è stata un’aggiunta dell’ultima ora
a film, “tre settimane incastrate tra X-Men e
Hunger Games“, continuando dicendo che
l’attrice sul set era irriconoscibile vestita e truccata come il
personaggio del film, Rosalyn.
David O. Russell potrebbe finalmente tornare a
alvorare su un nuovo film. Deadline informa infatti che il regista
di The Fighter stia lavorando alla Fox Searchlight che
vuole proprio lui per un film biografico sullla leggenda dei
B-Movie Russ Meyer.
Mercoledì 11 dicembre, dalle ore 17.00
alle ore 18.00, l’acclamato regista de Il lato
positivo e The
Fighter, David O. Russell, in Italia
per presentare il suo ultimo lavoro American Hustle –
L’apparenza inganna (nelle sale italiane distribuito
da Eagle Pictures l’1 gennaio) terrà una master class presso l’aula
1 dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”,
nell’ambito del corso di cinema contemporaneo.
L’incontro, aperto a tutti gli
studenti del prestigioso ateneo capitolino, verterà sui lavori di
Russell e sul suo approccio alla regia. La master class sarà
moderata dalla direttrice di Ciak, Piera Detassis.
Tecnica di regia e un approfondimento sul lavoro del regista con
gli attori: O. Russell sarà a disposizione degli studenti per
parlare anche del panorama cinematografico contemporaneo, e
raccontare i segreti che lo hanno portato, negli ultimi anni, a
collezionare una serie di titoli di successo che hanno ricevuto
prestigiosi riconoscimenti.
Protagonista delle ultime due
stagioni dei premi con Il Lato Positivo e
The Fighter, il regista David O.
Russell è arrivato oggi a Roma per presentare il suo
ultimo film,
American Hustle, in cui i
protagonisti dei film precedenti si incontrano formando un cast all
stars:
Christian Bale,
Amy Adams,
Bradley Cooper e
Jennifer Lawrence si ritrovano sul set di
David O. Russell per dare vita ad una storia di
truffa e imbrogli, che renderà il regista, lo scommettiamo, ancora
una volta protagonista delle nomination dei prossimi mesi.
Un po’ scarmigliato ma elegante,
David O. Russell si è dimostrato subito ben
disposto e socievole verso la platea, commuovendosi addirittura, ad
un certo punto, mentre racconta del suo passato e del periodo
difficile che lo ha portato poi a cambiare modo di fare film ed a
realizzare quest’ultima “trilogia” in cui il regista segue storie
umane che hanno come per protagonisti persone che agiscono di
impulso.
“Quello che mi interessa di
questi personaggi, e questo vale per tutti i personaggi di cui ho
raccontato, è chi sono e perché vivono. Per questi tre film abbiamo
dei personaggi che in qualche modo fanno i conti con chi sono, con
chi sono stati e con chi saranno, quindi questo loro continuo
divenire non si verifica solo nel terzo atto del film. Quello che
mi interessa è la loro passione per la vita. La sofferenza, il
dolore, sono facili da rappresentare, quello che voglio raccontare
io invece sono personaggi che vanno oltre la classificazione, e che
trascendono la categoria, come Duke Ellington in musica. Faccio dei
film su personaggi che sono al di fuori degli schemi, che parlano
della loro sofferenza ma anche del loro incanto,
perché bisogna avere per forza sofferenza e amore, altrimenti
non si potrebbe andare avanti nella vita.”
Come hai lavorato con le
musiche nel film?
“La musica ha assunto sempre
maggiore importanza nei miei film, diventando progressivamente più
importante. Questo film ha un maggior numero di musiche e balli,
rispetto agli altri, e credo che io sia arrivato a realizzare
questi tre film che ero destinato a fare (American Hustle, The
Fighter e Il Lato Positivo), come se il resto fosse stato
preparazione per questi film. I film che parlano di queste persone
hanno la musica del loro linguaggio, delle loro emozioni, del
momento in cui gli si spezza il cuore. La musica è diventata molto
importante, e alcuni pezzi sono già presenti nella sceneggiatura,
come il brano di Duke Ellington: questo pezzo racconta tutto, era
stato registrato dal vivo all’epoca. Ellington era passato a
miglior vita nel ’74 e questi due personaggi sembrano gli unici a
cui importa, e questo crea immediatamente un legame e fa iniziare
la loro storia d’amore. Duke Ellington era la creazione della sua
eleganza, esattamente come questi due personaggi che sono la
creazione della loro stessa eleganza. Quello che amo sono i brani
trascurati che però vengono usati in maniera inattesa, come quando
in The Fighter Melissa Leo e Christian Bale cantano I Started a
Joke dei Bee Gees.”
Gli ultimi tre film che hai
fatto dimostrano una evoluzione nel tuo cinema.
“Ho cominciato a fare film in
maniera diversa, sono diventato un regista diverso perchè la vita
mi ha portato ad esserlo. Dopo i primi film, mi sentivo perso. Non
sapevo più che cosa raccontare, è stato un periodo strano e
difficile, molto duro. Io ho un figlio bipolare e ho passato molto
tempo a cercare di aiutarlo e a cercare di trovare la giusta musica
per lui. Poi ho divorziato. Sono finito al verde e non ho fatto
film per sei anni. SOno arrivato a dove sono ora attraverso questo
periodo, probabilmente perchè la vita mi ha messo in ginocchio e mi
ha fatto arrivare più vicino all’umanità. Ho riflettut molto, ho
pensato molto e come dice il personaggio di Christian Bale nel
film, le cose si devono fare non partendo dalle orecchie e salendo,
ma partendo dai piedi e salendo.Anche perchè credo che il suo
personaggio sia un artista, della vita, non soltanto in quello che
fa. Mi sono reso conto che finalmente avevo capire da dove dovevano
partire le storie che volevo raccontare, ovvero dal mio cuore, da
dentro. Era molto importante vivere da quello che è l’istinto,
dalle emozioni e dalle passioni, come per questi personaggi. Vivono
di istinto, non di ragionamento, anche se si trovano in situazioni
tremende. Io credo di conoscere ognuno di loro e sono i personaggi
che ho deciso di raccontare nel film, a parte la storia., sono loro
che contano di più. Questa cosa l’ho capita partendo da quello che
mi è successo, e da questo sono venuti fuori questi tre
film.”
In merito a Il Lato
Positivo, film che ha appassionato pubblico e critica
lo scorso anno, O. Russell dice che il libro da cui è tratto il
film, L’orlo argenteo delle nuvole, gli era stato dato da Sydney
Pollack per scriverne una sceneggiatura nell’anno in cui poi morì.
“Avevo cominciato a scrivere molti film prima, che non ho
portato avanti, perchè non partivano dalla parte giusta.”
Il film comincia con una
didascalia: “Alcuni dei fatti narrati sono reali”, che sovverte la
retorica dell’ “Ispirato ad una storia vera”. Quali sono
veri?
“Dalla cronaca io ho
estrapolato solo gli elementi che mi interessa portare poi sullo
schermo. Quello che volevo raccontare erano l’umanità, il
reinventarsi e la sopravvivenza, ritirarsi su. Questi fatti li ho
utilizzati per motivare i personaggi. Ci sono tanti fatti che sono
veri nel film, fatti che paradossalmente sono più incredibili di
quelli reali, per esempio il boss mafioso interpretato da Robert De
Niro parlava veramente arabo e l’ha fatta fare addosso a tutti i
presenti, è vero che il padre del protagonista aveva una vetreria,
è vero che era andato fallito, è vero che invece lui voleva essere
altro e per questo aveva cominciato a fare l’imbroglione, è vero
che c’era una donna sua complice, è verò che c’era un agente
dellFBI fuori controllo, è vero che c’era un politico che pur
essendo una brava persona che aveva a cuore le persone è andato in
carcere per aver preso delle mazzette. Quelli deI mi dicono che era
una brava persona, ma aveva preso dei soldi. Sono tante le cose
vere nel film, ma è noioso raccontarle, è come se un mago volesse
svelarvi i segreti delle sue magie.”
Perchè
nei suoi film ci sono spesso italo-americani? E’ solo un vezzo
affettivo?
“I miei nonni provengono dalla
Calabria. Mia madre era una cattolica italiana e mio padre un ebreo
russo. Quindi è come se conoscessi queste persone di cui racconto.
Per me è stata una rivelazione rendermi conto di quanto li capisco.
La mia famiglia è sparsa in tutti e cinque i quartieri di New York
e ho passato gran parte della mia vita ad osservarli, loro sono un
tesoro da cui attingo per trovare le mie storie.”
Come convinci gli attori a
fare dei ruoli così diversi dal loro solito?
“Innanzi tutto gli ho
raccontato la mia vita, e loro capiscono che io so cosa voglio
raccontare. Poi hanno visto gli altri film che ho fatto, oppure vi
hanno recitato. Quello che cerco di fare è creare dei ruoli che
siano degni dei miei attori, io vado da loro ed è come se facessi
io un provino per loro, cerco di spingerli a creare dei personaggi
migliori, e ho cercato di costruire del personaggi che per loro
valessero la pena il rischio. Il periodo che ho vissuto mi ha
insegnato ad essere umile e a rimanere umile, e io ho bisogno di
continuare a sentire i morsi della fame, perché è uno stimolo a
dare il meglio.”
David O. Russell, in occasione
della promozione del suo ultimo film, American Hustle
L’apparenza inganna, approda nella facoltà di lettere
dell’Università di Roma, ‘La Sapienza’ per una chiacchierata sul
suo cinema e una lezione un po’ diversa da quelle a cui gli
studenti universitari sono abituati.
Nell’aula, insieme al professore di
Storia e Critica del Cinema Maurizio De Benedictis
(che ha reso possibile l’incontro) e Piera
Detassis (direttrice della rivista di cinema Ciak),
O. Russell porta con sé la sua esperienza nel
cinema, trasferendola ai suoi uditori con estrema semplicità.
Dopo la presentazione del professor
De Benedictis, che ha introdotto agli studenti l’autore, facendo
una carrellata della sua filmografia e soffermandosi
sull’innovazione che il regista ha saputo apportare alla nuova
commedia americana, parte l’intervista, moderata dalla
Detassis.
Piera Detassis: Ho
letto in un’intervista che preferisci definirti autore piuttosto
che regista. Cosa significa questo rispetto al cinema
americano?
David O. Russel: Penso che
ci siano molti differenti tipi di autore. Sergio Leone è un autore,
Michael Bay è un altro tipo di autore..il tipo a cui potrei
corrispondere o che vorrei essere è quello a cui piace
raccontare storie che siano basate essenzialmente sui personaggi.
Io faccio film principalmente sulle persone, che spesso sono
divertenti e assurde, ma anche e soprattutto vere.
Anche in The Fighter non ho fatto un film sulla boxe,
o comunque, non lo definisco tale. Si tratta più di un film sul
personaggio e sulla sua famiglia. Riguardo a Il lato positivo,
poi, è un film per me molto personale perché ho un figlio che ha
il disturbo della personalità bipolare, e, sebbene sia vero che è
un film tratto da un romanzo, mi sento molto coinvolto. Anche il
mio ultimo film ha dei personaggi che non rientrano in determinate,
specifiche categorie ed è proprio questa la cosa affascinante
riguardo loro.
PD: Parliamo di attori e
star. Tu sei un autore che ama lavorare con le star, mentre certi
autori sono un po’ diffidenti. Come riesci a gestirli sul
set?
DR: Io trovo che le star siano elettrizzanti, trovo i
film elettrizanti. Per me è una cosa bella quando le star dei film
fanno i miei film. Sono fortunato a essere socio di uno studio che
mi permette di fare film con queste star, perché la loro
stessa presenza mi permette di poter correre più rischi perché sono
comunque una certezza per il ritorno economico del film. Con loro
posso rischiare di fare cose nuove e posso divertirmi a farle
perché il bello è proprio vederli alle prese con qualcosa che
nessuno ha mai fatto fare loro.
PD: Sarebbe possibile
senza le star fare questo tipo di cinema, il suo, a
Hollywood?
DR: Sarebbe molto più
difficile. Come ho detto, rispetto tutti i tipi di registi, ma
credo che non potrei fare questo genere di film senza di loro (le
star). Ovviamente ho iniziato senza avere queste possibilità, e ci
ho messo comunque grande passione.. però per il tipo di cinema che
faccio, senza di loro sarebbe tutto più ridimensionato, e
sicuramente meno gente andrebbe a vedere il film. Soprattutto oggi,
con la facilità di reperire film su internet, credo che l’andare al
cinema debba essere un’esperienza speciale. E’ un po’ come cercare
di attirare le persone sotto il “tendone”. Ed è questo che fai con
gli attori a cui fai fare cose a cui il pubblico non è
abituato.
PD: I tuoi personaggi
femminili sono i più interessanti, i meno banali del cinema
americano. Sei cosciente del fatto che stai costruendo e
glorificando una nuova donna, fuori dagli schemi?!
DR: Assolutamente sì. In
questa nuova fase del mio cinema sono arrivato a rendermi conto che
le donne sono delle vere e proprie armi nel cinema e sono anche
molto sottovalutate. In The fighter le figure femminili sono
anche molto più influenti dei due fratelli. Ne Il lato
positivo, il personaggio di Jennifer Lawreence, è molto
interessante. Penso che le donne siano, per certi aspetti, molto
più intelligenti., molto più forti degli uomini. Quindi mi piace
mostrare tutte le loro sfumature, la loro sensualità, la loro
forza, la loro capacità manipolatrice.
PD: E’ vera la leggenda che fa molto
improvvisare gli attori sul set?
DR: No, non c’è
improvvisazione. Le sceneggiature sono molto precise a livello di
inquadrature e dialoghi. Se cambiamo qualcosa, lo facciamo insieme,
magari solo un piccolo dettaglio. Quello che per me è importante è
la percezione di aver catturato qualcosa di vivo, una realtà.
Detesto la pretenziosità, il “far finta che”, mi piace che le cose
siano reali. Non utilizzo mai luci artificiali sul set, in modo che
se entri nella stanza non ti sembra di essere su un set. Io sono
sempre presente nella stanza, con gli attori. Non vado mai al
monitor, sono sempre vicino la macchina da presa, perché ho bisogno
di sentire l’attore. Giro sempre in pellicola e non ci fermiamo
mai, se anche do indicazioni, lo faccio sempre quando la pellicola
continua a girare, in modo che l’attore si dimentichi di star
girando..deve avere l’impressione di star facendo qualcosa di vivo.
Ad esempio Robert de Niro mi ha fatto notare che aveva davvero
l’impressione di stare in qualcosa di vero, mentre
giravamo.
I: American Hustle: cosa ti ha convinto a portare sullo
schermo lo script? Perchè hai cambiato il titolo orginale, American
Bullshit?
DR: La cosa che mi ha
convinto sono stati i personaggi: erano fantastici. Avevo voglia di
raccontare questi personaggi sorprendenti e i guai in cui si
trovano, volevo mostrare le loro varie sfumature, il tema della
sopravvivenza, del reinventarsi. E riguardo il personaggio di
Christian Bale, lo immaginavo non come un imbroglione, ma
come una persona che aveva una curiosità verso le altre persone.
Come regista volevo raccontare più dei personaggi, che degli
eventi. Mi interessano i loro sentimenti, i loro amore, come
vivono. Gli eventi mi servono più che altro come uno stratagemma
per raccontare le persone. Ho cambiato il titolo perché
American Bullshit mi sembrava molto cinico. Non sono cinico, non
amo il cinismo. Forse lo ero quando ero più giovane, ma adesso non
mi interessa più. Quando i sentimenti sono veri, quando i
sentimenti sono intensi e reali, allora non puoi scadere nel
mieloso.
Maurizio De Benedictis: Il cinema di
personaggi vuole una categoria di attori adatti a creare questi
personaggi. Come mai il sistema americano riesce ad assicurare
attori così bravi? Come si formano, nonostante sia comunque
decaduto lo star system?
DR: Credo che quello che accada oggi è che gli attori si
rivelino. Fanno film piccoli, come ha fatto Christian Bale, e poi
si dimostrano bravissimi. Christian Bale ha fatto un provino per
Three Kings, ma io non lo ricordo affatto. Lui sì, perché non ebbe
la parte. Jennifer Lawrence, ha fatto Un gelido inverno
ed ha mostrato al mondo quanto c’era di speciale in lei. Bradley
Cooper era in un certo senso sottovalutato come attore, ma io mi
sono reso conto, incontrandolo, che era una persona molto più
profonda, che aveva un’ anima e pensava come un artista. Mi
piacciono gli attori che mostrano di aver fame: Amy Adams prima
di The Fighter non aveva mai avuto un ruolo del genere.
Molti pensavano che non ce l’avrebbe fatta, ma io l’ho vista
nei suoi occhi, quella voglia di imparare, di fare. Metterli in
condizione di fare qualcosa di assolutamente nuovo e assurdo
permette anche allo spettatore di farsi prendere di più dal
personaggio.
Il dolore nella commedia: perché
il vostro corpo è divertente”.
Confermato un altro speaker
confermato di VIEW 2013. Si tratta di David Misch,
story editor di Mork & Mindy e autore per Saturday Night Live.
David Misch
(“Funny: The Book”, “I Muppet alla conquista di Broadway”,
“Saturday Night Live”) esamina perché il corpo umano, che sia
grottesco o splendido, riesce a essere divertente. La sua capacità
di allungamento e di schiacciamento (per non parlare dell’emissione
di rumori, odori e fluidi) è così dannatamente divertente che anche
il dolore ci fa ridere… finché si tratta di quello di qualcun
altro. Con inserti video che vanno da Charlie
Chaplin ai Monty Python fino a Melissa
McCarthy.
David Misch è
l’autore del libro “Funny: The Book/Everything You Always Wanted To
Know About Comedy (Divertente: Il libro/Tutto quello che avreste
sempre voluto sapere sulla commedia)” (Applause/Hal Leonard;
funnythebook.com).
In carriera Misch è stato un
ironico cantante folk, un cabarettista e uno sceneggiatore; il suo
nome compare nei crediti della serie tv pluri-nominata agli Emmy
“Mork & Mindy”, della perdente agli Emmy “Duckman”, della ignorata
agli Emmy “Police Squad! (Quelli della pallottola spuntata)”, della
‘ingorgata’ di Emmy “Saturday Night Live”, dell’ineleggibile agli
Emmy “I Muppet alla conquista di Broadway”.
Ha un suo blog su The Huffington Post
(Huffington-post.com/david-Misch), e il suo spettacolo “Occupied” è
in fase di produzione a Los Angeles. Ha insegnato satira musicale
presso la UCLA, commedia alla USC, e ha tenuto conferenze
presso la Columbia University, la 92nd St. Y (New York), la Fordham
University, la Midwest Popular Culture Association Conference, la
Chicago e la Boston Public Library, la California Women’s
Conference e l’American Film Institute.
Ovunque a Hollywood e dintorni ci
sono talenti nascosti. Il cinema, così come la televisione, è
sempre alla ricerca di nuovi attori promettenti, per formare nuove
generazioni di artisti dell’intrattenimento. Tra le tante sorprese
degli ultimi anni c’è senza dubbio David Mazouz,
già noto al grande pubblico per aver interpretato il piccolo
Bruce Wayne nella serie Gotham.
Oggi scopriamo insieme
tutto quello che c’è da sapere su David Mazouz e
sulla sua folgorante carriera.
10. Nato il
19 febbraio del 2001, David Mazouz proviene da una
famiglia di religione ebraica; suo padre è un medico originario
della Tunisia mentre sua madre è una psicoterapeuta di origini
greche. Per seguire le tradizioni di famiglia, David frequenta nel
2015 la Shalhebet High School, una scuola ebraica ortodossa.
9. Nonostante la
giovane età e la sua educazione tradizionale, David comincia molto
presto a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo. A otto
anni, infatti, ha iniziato a recitare in alcuni spot
pubblicitari al fianco dell’attore
Kiefer Sutherland.
8. I primi passi
nel mondo del cinema, David Mazouz li compie nel 2011 quando
partecipa al film Coming & Going di
Edoardo Ponti. Da quel momento la sua carriera
prende il volo e negli anni successivi lo vediamo in film come
Sanitarium (2013), L’Inventore di
Giochi (2014), Incarnate (2016) e infine
The Darkness (2016).
The Darkness è un
film horror del 2016, diretto da Greg McLean, in
cui David Mazouz ha la possibilità di recitare al fianco del grande
Kevin
Bacon. Il film racconta la storia di una famiglia in
viaggio al Gran Canyon e degli strani eventi successivi a
quell’escursione. Dopo aver visitato il posto, i bambini cominciano
a comportarsi in maniera molto strana e, preoccupati, i genitori
cercano di capirne il motivo. Tutto sarà ricondotto ad alcune rocce
misteriose prese come ricordo dai bambini proprio al Gran
Canyon.
David Mazouz serie tv
David Mazouz nel film “La Forza del Perdono” (Amish
Grace)
7. La carriera del
giovane Mazouz, tuttavia, non si sviluppa solo sul grande schermo.
David, infatti, parallelamente al cinema, continua a coltivare il
suo talento anche per la tv. La sua prima esperienza sul piccolo
schermo risale al 2010 quando prende parte da film per la tv
La Forza del Perdono.
Il film, diretto da Gregg
Champion, si ispira a fatti realmente accaduti. Il
2 ottobre del 2006, in una piccola comunità Amish
nella contea di Lancaster, Pennsylavia, Stati Uniti, un uomo armato
prende in ostaggio dieci ragazze nella West Nickel Mines School. Lo
squilibrato, Charles Carl Roberts IV, dopo poche ore spara,
uccidendo, cinque delle dieci ragazze, tutte in età compresa tra i
sei e i tredici anni, per poi rivolgere l’arma contro se
stesso.
Quell’atroce avvenimento che ha
scosso non solo gli Stati Uniti ma il mondo intero, crea scompiglio
in tutta la comunità Amish di Lancaster. Il film segue più da
vicino le reazioni delle famiglie delle piccole vittime e in
particolare di Ida Graber (Kimberly Williams –
Paisley). La donna, distrutta dalla morte di sua figlia,
non sembra intenzionata a perdonare il pazzo omicida né tanto meno
sua moglie Amy Roberts (Tammy Blanchard).
Il comportamento di Ida fa
discutere e indignare quasi i suoi fratello Amish che da sempre
vivono secondo i dettami della religione cattolica e praticano il
perdono e la misericordia. Tuttavia, il dolore per la perdita della
figlia e la rabbia per il folle gesto di Carl Roberts, mettono alla
prova la fede incondizionata di Ida e portano scompiglio in tutta
la comunità.
6. Negli anni
successivi, David Mazouz recita, seppur come semplice comparsa, in
diverse serie tv di successo come Mike & Molly
(2010), Private Practice (2011), fho(2011),
The Office (2011), Touch
(2012-2013), Drop Dead Diva (2014) e nel film per
la tv Dear Dumb Diary(2013).
5. Ma la vera
svolta per la carriera del giovanissimo David Mazouz avviene solo
nel 2014. Quello stesso anno, infatti, l’attore viene scelto per
interpretare un ruolo di grande rilievo nella nuova serie targata
Fox, dal titolo Gotham.
Creata da Bruno
Heller e basata sugli iconici personaggi della DC
Comics, Gotham
è una serie tv che racconta dell’adolescenza di Bruce
Wayne.
La storia inizia
con l’assassinio di Thomas e Martha, genitori del piccolo Bruce
(David Mazouz), uccisi da un rapinatore armato di
pistola all’uscita del teatro. Bruce assiste all’omicidio ma non è
in grado di fermare il criminale. Il detective Harvey Bullock
(Donal Logue) e la nuova recluta della polizia di
Gotham,
James Gordon (Benjamin
McKenzie) si occuperanno del caso, facendo di
tutto per rintracciare l’omicida dei Wayne e consegnarli alla
giustizia.
La serie, partendo
dall’evento più traumatico della vita di Bruce Wayne, ripercorre
tutte le fasi della vita di Batman prima che diventasse “l’uomo
pipistrello”. In Gotham,
inoltre, vengono introdotti nuovi e vecchi personaggi come Carmine
Falcone (John Doman), boss locale, Fish Mooney (Jada Pinkett
Smith), suo braccio destro, la taccheggiatrice Selina
Kyle (Camren
Bicondova), una giovane Catwoman e Oswald Cobblepot
(Robin Lord
Taylor), schiavetto di Fish Mooney, nonché giovane
Pinguino.
La serie, andata in onda sul canale
della Fox, dal 2014 al 2019, per quattro stagioni e ben cento
episodi, è stata un enorme successo e anche il punto di lancio
della carriera di David. L’accoppiata David Mazouz
e
Camren Bicondova, nei panni dei giovani Batman e
Catwoman, è riuscita a sorprendere il pubblico
guadagnandosi il favore degli spettatori.
David Mazouz oggi: fidanzata,
Instagram e tante curiosità
4. David Mazouz
oggi ha soli diciannove anni ed è già uno degli attori emergenti
più pagati della tv. Il ruolo del giovane Bruce Wayne gli ha
portato fortuna ma, per quelli che lo conoscono davvero, non si è
trattato affatto di fortuna ma del destino. Sembra, infatti, che
David e Batman condividano il giorno del
compleanno, ovvero il 19 febbraio. Che siate superstiziosi
o meno, questa è davvero una bella coincidenza!
3. La connessione
tra David e il suo personaggio in Gotham sembra avere radici molto
profonde. L’attore infatti ha confessato di aver sempre
amato Batman e tutto il suo universo e di preferirlo a
tutti gli altri supereroi targati DC Comics o Marvel. Il motivo è che Batman, a
differenza degli altri, non ha dei veri superpoteri ma è un
semplice essere umano come tanti che però si batte contro la
criminalità.
2.David
Mazouz, così come tanti giovani attori, sogna una carriera
ricca di eventi e collaborazioni importanti. Vorrebbe infatti aver
la possibilità un giorno di lavorare con alcuni dei suoi miti come
Steven
Spielberg, Leonardo
DiCaprio, Tim
Burton, Sean
Penn, JJ
Abrams e molti altri ancora. David ha inoltre un
sorprendente lato comico che vorrebbe esplorare lavorando con geni
della comicità come Adam
Sandler,Tina
Fey e Amy Poehler e magari arrivare
fino al Saturday Night Live.
1. Nonostante sia fin troppo
giovane per avere una vita sentimentale così attiva, i tabloid sono
sempre alla ricerca della nuova fidanzata di David Mazouz. Dopo
aver ficcanasato per anni e aver fatto supposizioni errate su di
una possibile relazione con la sua collega e amica Camren
Bicondova, pare che adesso l’attenzione dei media sia
tutta puntata su di una certa Talia. La ragazza in
questione ha infatti accompagnato David al ballo scolastico lo
scorso anno. A dimostrarlo c’è una foto, pubblicata da Mazouz
stesso sul suo account Instagram.
A oggi non si hanno informazioni
circa la ragazza in questione né tanto meno sulla natura della loro
relazione. Non sappiamo quindi se sono semplici amici o se sono una
coppia. Staremo a vedere.
Per adesso, se volete essere sempre
informati su tutte le vicende personali e professionali
dell’attore, seguito l’account ufficiale di David Mazouz
Instagram.
David M. Rosenthal,
regista del fortunato The Perfect Guy (26
milioni di dollari al botteghino americano solo nel primo weekend
d’apertura) è stato scelto per dirigere How It
Ends, thriller d’azione della Sierra Pictures.
La sceneggiatura, scritta da Brooks McClaren,
segue la vicenda di un giovane padre che, trovatosi nel mezzo di un
misterioso evento apocalittico che getta nel caos le strade, non si
ferma davanti a nulla pur di arrivare a casa dalla moglie incinta
dall’altra parte del paese. How It Ends è prodotto da Paul Schiff
Productions e da Sierra Pictures, che sta sviluppando e
finanziamento il lavoro. Nick Meyer sarà il
produttore esecutivo. Tra i precedenti lavori di
Rosenthal, Falling Up, Janie
Jones e A Single Shot.
Ulteriori dettagli non sono ancora stati svelati su questo nuovo
progetto.
Il film d’animazione di David Lynch, Snootworld, non
verrà presentato su Netflix. Ora però conosciamo qualche dettaglio
in più rispetto al progetto. Parlando con Deadline,
Lynch e la co-creatrice Caroline Thompson hanno
rivelato che il loro film d’animazione Snootworld
è stato rifiutato da Netflix. Nonostante ciò, entrambi intendono
comunque trovare un modo per produrre il film. Il creatore di
Twin Peaks ha rivelato la sua intenzione di
realizzare un film per famiglie utilizzando la sua storia su
“Snoots”, mentre Thompson ha spiegato quale sarà la storia esatta
del film pianificato.
David Lynch: Non so quando ho iniziato a
pensare a Snoots, ma facevo questi disegni di Snoots e così ha
iniziato ad emergere una storia. Mi sono incontrato con Caroline e
abbiamo lavorato su una sceneggiatura. Proprio di recente ho
pensato che qualcuno potesse essere interessato a sostenere questo
progetto, quindi l’ho presentato a Netflix negli ultimi mesi ma
l’hanno rifiutato. Snootworld è una specie di storia vecchio stile
e l’animazione oggi è più incentrata su battute superficiali. Le
favole vecchio stile sono considerate lamentose: a quanto pare la
gente non vuole vederle. Adesso è un mondo diverso ed è più facile
dire di no che dire di sì.
Caroline Thompson:
Mi toglie il fiato quanto sia stravagante. Gli Snoot sono
queste minuscole creature che hanno una transizione rituale all’età
di otto anni, momento in cui diventano più piccoli e vengono
mandati via per un anno in modo da essere protetti. Il mondo va nel
caos quando l’eroe Snoot della storia scompare nel tappeto e la sua
famiglia non riesce a trovarlo ed entra in un mondo pazzo e
magnifico.
Anche se il film per famiglie di
David Lynch non verrà presentato su Netflix,
questi nuovi dettagli da parte sua e di Thompson confermano che i
due vogliono ancora dare vita al film. Anche se non è chiaro se lo
stesso Lynch si occuperà della co-sceneggiatura e della regia del
film, la possibilità rimane aperta. Ha anche menzionato che sua
figlia, Jennifer Lynch, si occuperà del progetto,
ma anche questo rimane un dettaglio vago.
Il genio del
maestro David Lynch sceglie Napoli come
location privilegiata della sua nuova canzone All The
Things; è infatti il chiostro cinquecentesco di Santa
Caterina a Formiello a fare da sfondo alle immagini- e alle
suggestioni- del video girato da Nicolangelo
Gelormini, già assistente di Paolo
Sorrentino, Luca Ronconi e vincitore pure del
Raindance Film Festival di Londra: una donna- dopo la perdita di un
grande amore- cerca di anestetizzare le sue emozioni, alle quali
non può sfuggire però in eterno. Il suo cuore arriva ad essere,
metaforicamente e letteralmente, strappato nel finale. Questa è la
linea guida d’interpretazione del video e della canzone scritta
da David Lynch stesso- artista impegnato
in ambiti diversi dell’universo multimediale, tra cinema, pittura e
musica- e interpretata dalla sua musa Chrysta
Bell. Anzi, per sottolineare il legame di Lynch con
l’arte, è stato scelto un oggetto di scena particolare, un ciocco
di legno che è una creazione dell’artista Jimmie
Durham, che vive da anni in un ex lanificio di
Napoli: anche questa scelta compiuta dall’Associazione Tramontano
Arte serve a rilanciare Napoli nello scenario vitale dell’arte
contemporanea e internazionale, con un occhio particolare- appunto-
al progetto “Made in Cloister” mirato ad utilizzare lo splendido
chiostro del sedicesimo secolo, emblema del rinascimento
napoletano, come un centro creativo e propulsivo per i progetti di
designer e artisti contemporanei internazionali.
Giungono ottime notizie per i fan di David
Lynch. Sono passati molti anni dal suo ultimo lavoro, in questi
anni Lynch si è concentrato su altri interessi come la regia dei
Concerti dei DuranDuran o la registrazione di un disco da solista
come Crazy Clown Time, che è in uscita l’8
Novembre.
David Lynch si è
unito al cast del film drammatico di Steven Spielberg,
The
Fabelmans. Il suo ruolo rimane un segreto gelosamente
custodito.
The
Fabelmans segnerà la prima collaborazione tra Lynch e
Spielberg, entrambi registi seminali emersi negli anni ’70. Lynch
ha accumulato nel corso degli anni una serie di capolavori
Mulholland Drive, Eraserhead, Velluto Blu, Una storia
vera e Strade Perdute. Il suo dramma
storico del 1980 The Elephant Man ha ricevuto otto
nomination all’Oscar, di cui una per la regia di Lynch, mentre il
suo romanzo poliziesco Cuore selvaggio ha vinto la
Palma d’Oro al Festival di Cannes del 1990.
Lynch ha ricevuto nomination
all’Oscar come miglior regista per Velluto Blu e
Mulholland Drive. Il suo film più recente,
Inland Empire, è uscito nel 2006, suscitando elogi
da parte di gruppi di critici.
David Lynch attore per Spielberg
Lynch è anche una delle menti
dietro la serie televisiva Twin Peaks, che ha
co-creato con Mark Frost. Lynch ha diretto sei
episodi delle due stagioni della serie negli anni ’90, oltre al
film prequel del 1992 Twin Peaks: Fuoco cammina con
me. Nel 2017, Lynch è tornato alla serie, dirigendo 18
episodi per Showtime.
Oltre alla regia, Lynch ha anche
avuto esperienze di recitazione. Ha interpretato l’agente dell’FBI
Gordon Cole in tutte le iterazioni di Twin Peaks e
i suoi altri crediti vanno dalle apparizioni come ospite in
Louie e The Cleveland Show, a un
ruolo in Lucky del 2017.
Sebbene Spielberg sia attualmente
trai protagonisti della stagione dei premi con West
Side Story, il regista è anche impegnato nella
realizzazione di The Fabelmans. Mentre i dettagli della trama
rimangono nascosti, The Fabelmans è descritto come un progetto
semi-autobiografico, che attinge dal periodo in cui Spielberg è
cresciuto in Arizona.
Lynch si unisce a un cast che
include Michelle Williams, Seth Rogen, Paul Dano, Julia
Butters e il nuovo arrivato Gabriel
LaBelle. Williams e Dano dovrebbero interpretare
personaggi basati sui genitori di Spielberg, mentre si dice che il
ruolo di Rogen sia influenzato dallo zio di Spielberg. LaBelle
interpreta l’aspirante regista Sammy, un alter ego di Spielberg,
mentre Butters interpreta sua sorella, Anne. L’ensemble di The
Fabelmans comprende anche Judd Hirsch, Sam Rechner, Oakes
Fegley, Chloe East, Jeannie Berlin, Robin Bartlett, Jonathan
Hadary e Isabelle Kusman.
Dopo l’annuncio dell’uscita del suo
prossimo album che si intitolerà The Big Dream,
oggi David Lynch ci mostra il videoclip del
brano “I’m Waiting Here”, realizzato in collaborazione
conLykke Li.
Lynch – l’iconico
regista noto per
Twin Peaks, Eraserhead del 1977, Mulholland Drive del 2001 e molti altri titoli
– appare nei momenti finali di The
Fabelmans del 2022. Nel film, David
Lynch interpreta il regista John Ford in carne e
ossa nella breve ma memorabile scena che lo vede offrire alcuni
consigli sugli orizzonti di ripresa a un giovane Sammy
Fabelman (un personaggio, interpretato da Gabriel
LaBelle, che è basato sulla vita di Steven Spielberg).
Parlando con Empire Magazine,
David Lynch ha detto che all’inizio non voleva
girare la scena. “E il motivo è che, quando si tratta di
recitare, ho cercato di proposito di starne alla larga, dando una
possibilità di carriera a personaggi come
Harrison Ford e
George Clooney“, ha spiegato.
Alla fine, però, ha accettato di
farlo, non solo perché “gli piaceva molto la scena“, ma
anche perché il suo requisito principale per accettare il ruolo era
stato soddisfatto: Un sacchetto di Cheetos nel suo
camerino.
John Ford sulle Cheetos: “Hanno un
sapore incredibile”.
“Beh, le Cheetos, numero uno,
le adoro“, ha detto Lynch. “E ogni volta che posso, le
prendo. Ma so che non sono esattamente un alimento salutare.
Quindi, quando esco di casa e ne ho la possibilità… Ma non li
prendo spesso, onestamente. Se li prendo, ne voglio una busta
grande. Perché una volta che inizi… devi averne un bel po’ prima di
poter rallentare e fermarti. Altrimenti, con un sacchetto piccolo,
saresti stato in giro per giorni a cercarne altri […] È un sapore
incredibile“.
Al momento non è chiaro quale tipo
di Cheetos (normali, Flamin’ Hot, Cheetos Puffs, ecc.)
Lynch abbia richiesto e di cui sia più ghiotto. The
Fabelmans non è l’unica volta che Lynch ha recitato.
Sebbene abbia fatto un cameo in alcuni dei suoi film (tra cui
The Elephant Man del 1980 e
Dune del 1984), ha anche avuto un ruolo
di supporto in Lucky del 2017, diretto da
John Carroll Lynch e interpretato dal compianto
Harry Dean Stanton.
Manca poco al ritorno di
Twin Peaks e di David Lynch in tv
e intanto il cinema aspetta il prossimo film del maestro che, però,
potrebbe non arrivare mai.
Il regista ha infatti rilasciato
delle dichiarazioni che lasciano intuire che non realizzerà mai più
un altro film. Secondo Lynch infatti l’industria cinematografica è
troppo cambiata negli ultimi anni, tanto da farlo sentire estraneo
alla stessa: “Le cose erano cambiate tantissimo. Così tanti
film non funzionavano al box-office anche se sembrava dovessero
essere grandi film, e le cose che andavano bene non erano quelle
che volevo fare.”
Rispetto alla domanda sull’ultimo
film girato, Inland Empire, David
Lynch ha confermato, dopo una breve pausa, che,sì, è
quello che chiederà la sua carriera.
A seguire, l’intervista verte su la
promozione di Twin Peaks, che si sta basando su
materiale delle stagioni precedenti. A sostegno di questa scelta di
marketing, il regista ha dichiarato: “Ormai la gente vuole
sapere tutto… finché non sa davvero tutto, e a quel punto non ci
tiene più veramente. Non voglio sapere nulla prima di vedere
qualcosa. Voglio che la mia esperienza sia completamente pura,
voglio catapultarmi in quel mondo e vedere cosa succede.”
La terza stagione di Twin
Peaks arriverà su Showtime a partire dal prossimo 21
maggio.
1993-2015. Ovviamente non sono le
date di nascita e di morte di qualche attore o personaggio
televisivo, ma quelle di inizio e di fine di uno degli show più
amati e seguiti negli States, nonché tra i più conosciuti in tutto
il mondo.
Il David Letterman
Show, in onda sulla CBS, all’Ed Sullivan Theater
a New York, ha chiuso ieri sera ufficialmente i battenti, ma
nonostante fosse una notizia risaputa da oltre un anno, le migliori
testate giornalistiche non parlano d’altro. In questi 22 anni
Letterman ha regalato agli spettatori interviste
originali, momenti comici esilaranti (celebre la sua ”Top Ten List”
di apertura), confezionando col tempo uno show perfetto nei tempi
comici e nei contenuti. Impossibile elencare tutti gli ospiti che
hanno partecipato al Late Show: da Barack
Obama a Julia Roberts, da Roberto
Benigni a Jim Carrey,
da Drew Barrymore a Jennifer
Lawrence.
Indimenticabile fu l’incontro con
Benigni, negli USA per la promozione del film
La Vita è Bella, così come quello con
Madonna nel 1994, in cui la cantante usò per ben
14 volte la parola ”fuck”, e ancora l’apparizione
dell’attore Joaquin Phoenix, con tanto di
barba e gomma da masticare, che all’epoca prendeva parte al
film I’m Still Here, e arrivò dunque
negli studi già calato nel personaggio, all’insaputa ovviamente del
presentatore.
Tanti i personaggi e ospiti che
hanno voluto dare l’addio a Letterman: alla puntata di ieri sera
hanno partecipato Bill Clinton, George Bush
Jr. e Barak Obama, in una gag in apertura
della serata, e poi Jim Carrey, Bill Murray
(uscito da una torta di panna gigante nella penultima
puntata), Alec Baldwin, Steve Martin e
Tina Fey.
“L’unica cosa che mi resta da
fare per l’ultima volta in un programma televisivo è dirvi grazie e
buona notte”, ha salutato il presentatore. Una carriera
iniziata nel lontano 1982 e che è terminata ieri dopo ben 6028
puntate (considerando anche gli 11 anni del Late Night alla NBC),
che hanno segnato senza dubbio la storia della televisione
statunitense e non solo.