Amazon Studios ha rilasciato le
prime immagini ufficiali tratte da Too Old To Die
Young, la serie firmata Nicolas Winding
Refn (Drive, Solo Dio
Perdona, The Neon Demon)
che vedrà la luce nel corso del 2019.
Nel cast
figureranno Miles Teller, Jena Malone, Billy
Baldwin, John Hawkes, Nell Tiger Free, Babs Olusanmokun,
Callie Hernandez e Cristina
Rodlo.
In attesa che venga annunciata la
sinossi dello show vi ricordiamo che le riprese sono iniziate lo
scorso novembre (con lo stesso Refn che ha condiviso spesso su
Instagram, Facebook e Twitter estratti dalla lavorazione e
interviste agli attori) e termineranno in estate.
Lucky Red ha diffuso il
trailer italiano ufficiale di Tonya (I, Tonya) il film
di Craig Gillespie con Margot
Robbie, Allison Janney, Sebastian Stan in arrivo nei
cinema italiani il prossimo 22 Marzo.
I, Tonya è nominato a
tre premi Oscar, nella categoria Migliore attrice Protagonista
Margot Robbie, Migliore attrice non protagonista
Allison Janney e Miglior Montaggio. Di seguito il
trailer:
L’appassionante storia vera
della pattinatrice Tonya Harding (Margot Robbie).
Conosciuta per il suo
temperamento focoso, Tonya fu protagonista di una carriera
eccezionale e di uno dei più grandi scandali dello sport
mondiale.
Il film, acclamato dal pubblico
e dalla critica ai Festival in cui è stato presentato, è il
ritratto tragico e al tempo stesso ironico di una donna forte e di
una società bisognosa di creare miti per poi distruggerli.
Alla regia Craig
Gillespie. La sceneggiatura, scritta da Steven
Rogers, è basata sull’intervista di prima mano alla stessa
Harding e al suo ex marito Jeff Gillooly. La
storia mira a raccontare l’incidente durante le Olimpiadi del 1994,
in cui la pattinatrice Nancy Kerrigan venne
aggredita.
Margot Robbie è
ormai una presenza fissa sul grande schermo. L’abbiamo vista con
Will Smith in
Focus – Niente è come
sembra, poi in Z for
Zachariah al fianco di Chris Pine e
Chiwetel Ejiofor e in fine in un bellissimo cameo
in La Grande
Scommessa. La scorsa estate è stata trai
protagonisti di due titoli importanti, anche se poco riusciti:
The Legend of
Tarzan e Suicide
Squad.
Dissacrante e originale nella sua
messa in scena, il film del 2017 Tonya, diretto
da Craig Gillespie ripercorre uno dei più
clamorosi scandali sportivi nella storia degli Stati Uniti. La
storia è infatti basata sulla pattinatrice su ghiaccio Tonya
Harding, divenuta leggendaria tanto per i suoi meriti artistici
quanto per i burrascosi eventi che la videro coinvolta e la
portarono ad avere non pochi problemi con la giustizia. A darle
volto è l’attrice Margot
Robbie, divenuta dopo The Wolf of Wall
Street una delle più apprezzate e richieste interpreti di
Hollywood.
Girato in stile mockumentary, con
tanto di finte interviste e rottura della quarta parete, il film
riporta i reali eventi attraverso una chiave di lettura inedita.
Tutto si basa infatti sull’inaffidabilità dei personaggi
protagonisti e del loro racconto. Attraverso di questi, infatti, si
ottengono più punti di vista sull’evento principale, portando ad un
ritratto della Harding che in parte la dipinge come la vera vittima
dell’accaduto. La sceneggiatura del film è stata scritta da
Steven Rogers, il quale ha avuto l’intuizione dopo
aver visto un documentario sul pattinaggio su ghiaccio dove si
menzionava la Harding.
Dopo essere stato presentato in
anteprima al Toronto Film Festival, Tonya è diventato uno
dei titoli di maggior successo della stagione, guadagnando consensi
dalla critica e dall’industria. Diversi sono infatti i premi
ottenuti dal titolo, a cui si aggiungono tre nomination ai premi
Oscar. Anche al box office il film si è affermato con un ottimo
risultato. A fronte di un budget di 11 milioni di persone, questo è
infatti riuscito a guadagnarne circa 53 in tutto il mondo. In
particolare, ad aver segnato il successo della pellicola sono state
le interpretazioni dei protagonisti, come anche la costruzione del
racconto particolarmente accattivante.
Tonya: la trama del
film
Il film inizia con il raccontare la
vita di Tonya Harding sin dalla sua infanzia,
seguendola poi attraverso la sua difficile crescita tra una madre
particolarmente severa e la passione per il pattinaggio. A causa
della sua bassa estrazione sociale e del suo atteggiamento
aggressivo, però, Tonya non sembra destinata a possedere la grazia
necessaria all’ottenimento di validi risultati in questa
disciplina. La giovane non vuole però demordere, e assunta una
preparatrice inizia ad impegnarsi sempre più per dimostrare le
proprie capacità. In breve, riesce realmente ad affermarsi come una
talentuosa pattinatrice, stabilendo anche importanti record e
primati.
Al di fuori dello sport, Tonya
frequenta invece lo scapestrato Jeff Gillooly, un
giovane dalle dubbie capacità. I due, molto innamorati, finiscono
per sposarsi, ma la loro relazione viene da subito segnata da una
serie di abusi e violenze reciproche. Queste si riveleranno una
fonte di grande stress per la pattinatrice, che inizia a riportare
i turbamenti della propria vita privata anche nella sua vita
pubblica. Le sue prestazioni iniziano infatti a calare, vedendosi
superata dalla rivale Nancy Kerrigan. Mentre si
prepara ai campionati del 1994, Tonya manifesta sempre più
squilibri, i quali la porteranno a compiere gesta gravi e da cui
non è più possibile tornare indietro.
Tonya: il cast del
film
Ad interpretare il ruolo di Tonya
Harding vi è la celebre attrice Margot Robbie.
Questa rivelò in seguito di non essere stata a conoscenza del fatto
che la sceneggiatura si basava su una storia vera. Fu soltanto dopo
aver terminato la lettura della sceneggiatura che scoprì la storia
di Tonya, iniziando a documentarsi su di lei. L’attrice guardò
infatti quanti più video possibili su di lei, cercando di
riprodurne gli atteggiamenti e il modo di parlare. Per poter girare
personalmente le scene di pattinaggio, limitando la presenza di
controfigure, la Robbie praticò tale sport per circa quattro mesi,
raggiungendo il livello richiesto. Dovette infine sottoporsi ad un
lavoro di trucco volto ad “imbruttirla” e farla assomigliare alla
vera Tonya.
Il ruolo della madre della
protagonista, LaVona, è invece stato scritto appositamente per
l’attrice Allison Janney, nota per la sit-com
Mom. L’interprete ha in seguito dichiarato di essersi
approcciata al personaggio cercando di non giudicarlo. Questo è
stato per lei il ruolo più complesso della sua carriera,
richiedendo una caratterizzazione particolarmente complessa.
L’interpretazione è però valsa alla Janney un Oscar come miglior
attrice non protagonista. Sebastian
Stan, meglio noto per essere Bucky Burnes
nell’MCU, è qui Jeff Gillooly,
marito di Tonya. Julianne Nicholson interpreta
l’allenatrice Diane Rawlinson, Paul Walter Hauser
è il goffo Shawn Eckhardt e Bobby Cannavale
ricopre i panni di Martin Maddox.
Tonya: la vera storia
dietro il film
Come affermato anche dallo stesso
sceneggiatore, il film non è basato sugli effettivi eventi svoltisi
nel 1994. Esso è piuttosto il frutto di una serie di interviste con
le vere persone coinvolte, da Tonya al marito Jeff. Queste hanno
fatto emergere una serie di punti di vista diversi e spesso
contraddittori tra loro. Unendo tutto ciò, Rogers diede vita ad un
ritratto variegato, che porta alla luce nuovi aspetti della storia.
Al di là di ciò, nella realtà degli eventi, Tonya era però
realmente in competizione con Nancy Kerrigan. Questa subì poi un
attacco orchestrato dal marito di Tonya e il suo amico Shawn.
L’aggressione avviene in seguito ad un allenamento, e la
pattinatrice si ritrova improvvisamente con il ginocchio
spezzato.
L’FBI riesce però a catturare i due
aggressori dopo aver ascoltato Shawn vantarsi dell’accaduto. In
breve, la stessa Tonya viene accusa di essere complice e
consapevole di quanto sarebbe accaduto alla rivale. La campionessa
diventa così il bersaglio dei mass media, e la sua carriera cade
ben presto in rovina. Dopo aver partecipato alle Olimpiadi, dove si
classifica ottava, Tonya è poi chiamata al processo. Durante questo
riesce evitare il carcere, ma si ritrova condannata ad una
squalifica a vita dal pattinaggio. Termina così la sua carriera in
tale disciplina, ma il suo nome rimarrà per sempre impresso in essa
non solo per gli scandali ma anche per i grandi traguardi
raggiunti.
Tonya: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Tonya è infatti
presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Tim Vision e Apple
iTunes. Per poter usufruire del film, sarà necessario
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
In questo modo sarà poi possibile vedere il titolo in tutta
comodità e al meglio della qualità video, senza limiti di tempo. Il
film è inoltre in programma in televisione per venerdì 20
gennaio alle ore 21:10 sul canale
Rai Movie.
Dissacrante e originale nella sua
messa in scena, il film del 2017 Tonya (qui la recensione), diretto da
Craig Gillespie ripercorre uno dei più clamorosi
scandali sportivi nella storia degli Stati Uniti. La storia è
infatti basata sulla pattinatrice su ghiaccio Tonya
Harding, divenuta leggendaria tanto per i suoi meriti
artistici quanto per i burrascosi eventi che la videro coinvolta e
la portarono ad avere non pochi problemi con la giustizia. A darle
volto è l’attrice Margot
Robbie, divenuta dopo The Wolf of Wall
Street una delle più apprezzate e richieste interpreti di
Hollywood.
Girato in stile mockumentary, con
tanto di finte interviste e rottura della quarta parete, il film
riporta i reali eventi attraverso una chiave di lettura inedita.
Tutto si basa infatti sull’inaffidabilità dei personaggi
protagonisti e del loro racconto. Attraverso di questi, infatti, si
ottengono più punti di vista sull’evento principale, portando ad un
ritratto della Harding che in parte la dipinge come la vera vittima
dell’accaduto. La sceneggiatura del film è stata scritta da
Steven Rogers, il quale ha avuto l’intuizione dopo
aver visto un documentario sul pattinaggio su ghiaccio dove si
menzionava la Harding.
Dopo essere stato presentato in
anteprima al Toronto Film Festival, Tonyaè
diventato uno dei titoli di maggior successo della stagione,
guadagnando consensi dalla critica e dall’industria. Ma
qual è la vera storia di Tonya Harding e quanto il film è
fedele rispetto a quanto realmente accaduto? Naturalmente, alcune
modifiche sono state apportate per rendere più cinematografico il
racconto, ma gli eventi significativi messi in scena dal regista,
come si vedrà, sono profondamente fedeli a quanto avvenuto e
proprio per questo ancor più capaci di genere stupore.
Tonya Harding: la vera storia della pattinatrice
La vita di Tonya non è mai stata
semplice. Sin da quando era bambina, come da lei affermato, sua
madre LaVona abusò fisicamente psicologicamente di
lei. La dipendenza dall’alcol della donna la rendeva infatti una
persona particolarmente instabile e incline alla violenza. Una
volta adolescente, Tonya iniziò ad allenarsi come pattinatrice sul
ghiaccio, anche su volontà di sua madre. Crescendo, però, la
Harding sviluppò un fisico apparentemente non idoneo a quella
disciplina, caratterizzandosi come robusta e poco elegante.
Nonostante ciò, grazie anche alla sua potenza muscolare, Tonya
iniziò ad ottenere dei primi significativi successi.
Vinse infatti la competizione Skate
America, nell’ottobre 1989, ed è stata considerata una forte
contendente ai Campionati di pattinaggio di figura degli Stati
Uniti del febbraio 1990. Fu però il 1991 il suo anno migliore,
quando ai campionati nazionali statunitensi eseguì il suo primo
triplo axel, un salto ancora oggi proibitivo per molte altete,
vincendo il titolo grazie al 6.0 ottenuto nel punteggio tecnico. Fu
la seconda donna, dopo la giapponese Midori Itō, a eseguire un
triplo axel in una competizione ufficiale. Dopo quell’anno, però,
Tonya non fu più in grado di replicare i successi ottenuti e la sua
carriera iniziò ben presto a conoscere un inesorabile declino.
In quello stesso periodo iniziò ad
affermarsi sempre di più la personalità di NancyKerrigan. Questa proveniva da una famiglia onesta
e laboriosa ed era stata ben accolta dalla comunità dei pattinatori
e dal mondo dello sport in generale. Aveva accordi di
sponsorizzazione, era una donna popolare e benvoluta e stava
guadagnando sempre più successi. Feroci rivali sul circuito di
pattinaggio artistico, Harding e Kerrigan facevano anche parte
della stessa squadra, vale a dire, la squadra di pattinaggio di
figura degli Stati Uniti che si stava preparando a competere alle
Olimpiadi invernali del 1994. Il 6 gennaio 1994, dopo un
allenamento in una pista di Detroit, la Kerrigan è stato colpita
sopra il ginocchio destro con un bastone telescopico.
Successivamente è emerso che
l’attacco è stato effettuato da un uomo di nome Shane
Stant, che era stato assunto da Shawn
Eckhardt, l’autoproclamata guardia del corpo di Tonya e di
suo marito Jeff Gillooly. La gamba della Kerrigan
non si ruppe, ma la pattinatrice fu costretta a ritirarsi dai
Campionati Nazionali, vinti poi da Tonya. La Kerrigan si era però
completamente ripresa quando le Olimpiadi si sono svolte, e in
quell’occasione ha vinto la medaglia d’argento, mentre Harding è
riuscita ad arrivare solo ottava. Nel mentre, Tonya era sempre
oggetto di intense speculazioni sui media. Gillooly, Eckhardt e
Stant erano già stati accusati dell’accaduto e la Harding si trovò
a dover ammettere di essere stata a conoscenza del loro piano.
Gillooly, Eckhardt e Stant hanno
poi scontato una pena in prigione, mentre Tonya ha invece ricevuto
tre anni di libertà vigilata, 500 ore di servizio alla comunità ed
è stata multata di 160.000 dollari. È stata anche costretta a
ritirarsi da tutte le competizioni in sospeso e a dimettersi dalla
World Figure Skating Association degli Stati Uniti. Nel corso
dell’anno, l’USFSA ha condotto le proprie indagini, privato Harding
del suo titolo di campionato del 1994 e impedendole a vita di
competere come pattinatrice o allenatrice. Con la sua carriera da
pattinatrice finita, Tonya si è in seguito cimentata nella boxe,
nell’automobilismo e infine a comparire nel cast di alcuni popolari
programmi televisivi.
Tonya Harding: le differenze tra la sua storia e il film
Come affermato anche dallo stesso
sceneggiatore, il film Tonya
non è basato sugli effettivi eventi svoltisi nel 1994. Esso è
piuttosto il frutto di una serie di interviste con le vere persone
coinvolte, da Tonya al marito Jeff. Queste hanno fatto emergere una
serie di punti di vista diversi e spesso contraddittori tra loro.
Unendo tutto ciò, Rogers diede vita ad un ritratto variegato, che
porta alla luce nuovi aspetti della storia. Nonostante ciò, è vero
il difficile rapporto tra Tonya e sua madre, come anche è vero il
curioso fatto che LaVona si presentò ad un intervista con un
pappagallo sulla propria spalla, proprio come si può vedere nel
film. Il personaggio della madre, tuttavia, è quello più
liberamente ispirato alla realtà.
La vera LaVona rifiutò infatti di
incontrare gli autori del film, che quindi dovettero basarsi
unicamente sul racconto altrui e su altri tipi di testimonianze per
dar vita al personaggio. Per quanto riguarda l’attività di
pattinatrice, il film è fedele nel raccontare del triplo axel
eseguito da Tonya, come anche il fatto che era solita ottenere
punteggi bassi per via del suo aspetto poco canonico. Fedele, anche
se raccontato da punti di vista che si contraddicono tra loro, è
infine il racconto dell’aggressione alla Kerrogan e ciò che ne
seguì. Tonya descrive dunque nel dettaglio la violenza che
la Harding ha subito e anche se non è possibile perdonare il suo
comportamento nei confronti della rivale, il film sollevo la
domanda sul perché nessuno sia mai intervenuto per aiutare Tonya ad
uscire dalla brutta situazione in cui si stava cacciando.
Dopo l’annuncio di Variety
che Margot Robbie sarebbe stata la pattinatrice
Tonya Harding nel biopic, arriva ora la notizia
che a dirigere I,
Tonya è stato chiamato Craig
Gillespie, già regista per la Disney di L’ultima
Tempesta, oltre che autore del remake di Fright Night e
di Lars e una ragazza tutta sua.
La sceneggiatura, scritta da
Steven Rogers, è basata sull’intervista di prima
mano alla stessa Harding e al suo ex marito Jeff
Gillooly. La storia mira a raccontare l’incidente durante
le Olimpiadi del 1994, in cui la pattinatrice Nancy
Kerrigan venne aggredita.
Margot Robbie è
ormai una presenza fissa sul grande schermo. L’abbiamo vista con
Will Smith in
Focus – Niente è come
sembra, poi in Z for
Zachariah al fianco di Chris Pine e
Chiwetel Ejiofor e in fine in un bellissimo cameo
in La Grande
Scommessa. Questa estate sarà trai protagonisti
di due dei film più attesi dei prossimi mesi: The Legend of
Tarzan e Suicide
Squad.
Tutti siamo abituati a conoscerlo
come un “genio, miliardario, playboy, filantropo”, ma spesso sfugge
all’attenzione dei più superficiali che Tony
Stark, sotto la scorsa da sbruffone, nasconde un cuore
d’oro (no, non ci riferiamo al reattore ARC nel suo petto).
L’utente di
Reddit, RedditZacuzzi, ha
scoperto un Easter Egg che lega Iron Man 2 a
Agent Carter e che svela la natura
fondamentalmente nostalgica dell’industriale e Vendicatore con
l’Armatura.
In Iron Man 2,
durante una conversazione con Nick Fury, Tony è
mostrato in vestaglia, un abbigliamento comodo e da casa, che
sembra perfetto addosso a un uomo così abituato agli agi e alle
comodità.
In Agent Carter,
vediamo la stessa vestaglia indossata da Howard
Stark, papà di Tony. Il figlio prematuramente rimasto
orfano ha conservato gli indumenti di papà, e ancora li indossa, in
segno di memoria e affetto.
In Avengers: Infinity
War rivedremo di nuovo Tony Stark in azione, e il film
potrebbe mostrare qualità eroiche inedite di Iron Man, soprattutto
potrebbe mettere in evidenza il grande cuore dell’eroe, dal momento
che sarà lui, probabilmente, a mettere tutto a rischio per salvare
la Terra.
Avengers: Infinity
War, il secondo trailer del film
Marvel Studios
Un viaggio cinematografico senza
precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe,
Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il
definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro
alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel
tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco
improvviso di devastazione e rovina metta fine
all’universo.
Anthony e Joe
Russo dirigono il film, che è prodotto da
Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria
Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono
produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen
McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers:
Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal
25 aprile in Italia.
Avengers: Infinity War,
tutto quello che sappiamo sul film – SPOILER
Nel cast torneranno tutti gli eroi
protagonisti degli ultimi dieci anni di film ambientati nel
Marvel Cinematic Universe, da Iron
Man (2008) e Black Panther (2018).
Avengers: Infinity
War, chi ha indossato il Guanto
dell’Infinito prima di Thanos?
Non ci sono personaggi nel Marvel Cinematic
Universe come Tony
Stark: irriverente e mordacemente sarcastico, è una di
quelle persone che sarebbe molto facile non amare ma, poiché è così
incredibilmente affascinante, la sua aura riesce a colpire chiunque
in modo sorprendente. Per di più, è anche colui che compie il più
grande sacrificio nella battaglia contro Thanos e la sua intenzione di piegare
l’universo alla sua volontà. Oltre a tutto il resto, ha anche un
senso dell’umorismo molto acuto e alcune sue citazioni sono
diventate assolutamente iconiche!
“Dammi uno scotch. Sto morendo di
fame”.
Tony Stark
non ha certamente paura di dire in maniera sfacciata ciò che vuole,
e questo include l’essere sincero…anche quando vuole bere qualcosa.
In questo caso, ciò che rende la citazione così divertente è che
sta essenzialmente ammettendo che, piuttosto che mangiare
effettivamente qualcosa, vuole soltanto gustarsi uno scotch per
concludere al meglio la giornata. Tony può non
essere il miglior modello di comportamento a volte, ma almeno si
conosce abbastanza bene da capire cosa desidera in un dato
momento.
“Tieniti forte, Legolas”.
Tony Stark
si autocompiace nell’insultare le persone in modi che sa che li
infastidiranno, e non c’è nessuno che sia immune dal suo sarcasmo.
Questo include Occhio di Falco, che è più volte bersaglio
delle battute di Tony. Naturalmente, non aiuta il fatto che
Tony stia paragonando Occhio di
Falco all’attraente Legolas de Il Signore degli Anelli, sebbene a suo modo
sia anche un complimento (dato che Legolas era un
arciere molto rinomato: questo è sicuramente considerato come uno
degli insulti più divertenti del MCU.
“Te l’ho detto. Non voglio unirmi
alla tua boyband super segreta”.
Ci vuole coraggio smisurato
per andare contro a Nick Fury (uno dei migliori ruoli di Samuel L. Jackson), ma è proprio quello che
Tony fa con questa
battuta impertinente.
Naturalmente, deve dimostrare, a se
stesso come a Nick, che vede i
Vendicatori come non degni di essere presi sul
serio, ed è per questo che decide di riferirsi a loro come una boy
band piuttosto che utilizzando un epiteto che ne trasmetta
l’eroismo.
“Sono un grande fan del modo in
cui perdi il controllo e ti trasformi in un enorme mostro verde di
rabbia”.
Ogni volta che Tony Stark
incontra qualcuno per la prima volta, sembra incapace di esimersi
dal fare una battuta o un commento sarcastico, di solito riuscendo
a colpire direttamente i punti sensibili dell’interlocutore. In
questo caso, quando incontra Hulk, e anche se
sembra ammirare la sua (in)capacità di Banner di controllare la rabbia, è chiaro che
sta facendo una battuta a spese del supereroe.
E’ sicuramente una battuta molto
divertente, ma mostra anche che c’è sempre un limite all’approccio
di Tony con gli altri.
”Iron Man.” Accattivante, suona
bene. Non è tecnicamente preciso. L’armatura è in lega di oro e
titanio, ma è un nome evocativo, simbolico”
Oltre ad avere un malvagio
senso dell’umorismo sui difetti e le manie degli altri, Tony Stark
ha anche la tendenza ad essere pedante. È una “libertà” che si
prende e gli si può anche riconoscere, dato che è innegabilmente un
genio e merita credito per le sue capacità di leadership.
Per di più, è difficile non ridere
di Tony che fa notare che il nome Iron
Man, che è diventato iconico come la tuta stessa è,
in effetti, un nome fuorviante.
“Vostra madre sa che indossate le
sue vesti?”
Se c’è una persona per cui
Tony
dovrebbe avere almeno un po’ di rispetto, dovrebbe essere Thor che,
dopo tutto, è uno dei personaggi più forti del MCU.
Tuttavia, questo non impedisce a Tony di prenderlo
in giro con toni shakespeariani e, dato il rapporto di Thor con sua madre, è una battuta abbastanza
infelice.
Ma visto che è
Tony che lo pronuncia, non risulta così crudele
come potrebbe essere se fosse qualcun altro a scagliare questo
particolare insulto.
“Il signor Stark esibisce
narcisismo da manuale?”.
Tony Stark
è molte cose, ma non è cieco ai suoi difetti e alle sue
imperfezioni, che è precisamente ciò che rende questa citazione sia
molto divertente che, a suo modo, tragica. Riconosce di mostrare i
tratti che si associano al narcisismo e, piuttosto che difendersi o
arrabbiarsi, ammette semplicemente che è la verità.
I fan non possono fare a meno di
ammirare che qualcuno con i suoi poteri e le sue capacità sia
disposto ad ammettere i propri difetti caratteriali.
“Tu sei Spider-ino… il ragno che
combatte il crimine. Sei Spider-Boy?”
Uno dei rapporti più
sinceramente toccanti nel MCU
è quello tra Tony Stark
e Peter Parker: è chiaro che
Parker ammira davvero Stark, così
come è chiaro che Stark riconosce con affetto
l’innocenza giovanile di Parker e il suo desiderio di essere una
brava persona e un eroe.
Tuttavia, questo non impedisce a
Stark di esibire il suo consueto senso
dell’umorismo quando incontra Peter Parker, riferendosi a lui, in
modo piuttosto sprezzante, come “Spider-Boy”. È un Tony
Stark da manuale, ed è questo che la rende una citazione
iconica: la loro è sicuramente una delle migliori amicizie del
MCU.
“E’ lui il capo, io metto solo i
soldi, i progetti e faccio sembrare tutto più affascinante!”
Anche se ha la tendenza ad
essere disinvoltamente brutale con quasi tutti, bisogna dire che
Tony non è
più gentile quando si tratta di se stesso. Infatti, ammette un
rispetto piuttosto rancoroso per Capitan America, come dimostra questa
battuta.
Allo stesso tempo, non resiste
all’occasione di far capire che paga davvero tutto lui e che ha un
glamour da rock star che innegabilmente gli appartiene, il che
aumenta l’impatto cool dell’immagine dei Vendicatori.
“Meglio essere temuti, o
rispettati?… Io dico: è troppo chiedere entrambe le cose?”
Questa è una domanda che ha
ossessionato i leader per secoli, e quindi ovviamente anche
Tony si perde a rifletterci. Essendo Tony
Stark, tuttavia, non potrà mai schierarsi solo da una
parte o dall’altra.
In questa battuta molto umoristica,
mette in chiaro, ancora una volta, che non ha intenzione di
accontentarsi di niente di meno di ciò che vede come suo dovere, e
se qualcuno nel MCU
è destinato ad essere sia temuto che rispettato, è proprio lui.
Tony Stark è forse
il personaggio più popolare dell’universo cinematografico Marvel,
ed è con lui che tutto il progetto dei Marvel Studios ha avuto inizio. Lo
conosciamo come genio della scienza e della tecnologia, abile
inventore e imprenditore di successo, ma ciò che lo definisce – tra
le altre cose – sono le disponibilità economiche quasi
illimitate.
Ma quali sono state le spese più folli dell’eroe nel MCU?
1Avengers Mansion
Chiudiamo in bellezza con il quartier
generale degli Avengers, o meglio, la sede delle Stark
Industries che Tony converte nella base della squadra Vendicatori e
che ricostruisce da zero dopo la sua distruzione. Si tratta di una
struttura completamente attrezzata con sala conferenze, molteplici
aree comuni, laboratori ad alta tecnologia per la ricerca, poligono
di tiro, sala di riabilitazione, palestra, camere per ogni
supereroe e molto altro.
Tra le tante cose che ci
mancheranno di Tony Stark, scomparso alla fine di
Avengers:
Endgame, ci sono sicuramente i simpatici soprannomi
che il personaggio era solito dare ai suoi “colleghi” supereroi (e
non solo).
Ma quali sono i migliori e quelli che ricorderemo tra qualche
anno?
1Point Break e Lebowski
Sono ben due i soprannomi attribuiti a Thor:
il primo risale ai temi di The Avengers, quando
chiamò il Dio del Tuono “Point
Break“, alludendo alla somiglianza fra lui ed il
personaggio di Bodhi interpretato da Patrick Swayze nel film di Kathryn Bigelow; il
secondo, più divertente, è “Lebowski“, come
riferimento alla nuova forma fisica di Thor dopo il salto temporale
di cinque anni in Avengers: Endgame. Tony lo chiama così e
successivamente il personaggio continua a giocare con l’omaggio
alla pellicola dei fratelli Coen indossando gli stessi occhiali da
sole e il cardigan del Drugo.
Nel 1963, Stan Lee e
Larry Lieber danno vita a Tony Stark, un
personaggio complesso, non certo sempre positivo, ma intrigante e
moderno. Nel 2008, il personaggio è nato di nuovo, con il volto di
Robert Downey
Jr., per il grande schermo e per il Marvel Cinematic
Universe.
Di questo Tony Stark, più giovane e
pop, vogliamo raccontarvi segreti e curiosità!
3Parte delle cose che non sai su Tony
Stark
3. I meme su Tony Stark
Un
giovane e rampante Stark allarga le braccia nel deserto e fa
esplodere i suoi missili Jericho. Un affermato Iron Man guarda con
superiorità e distacco un Supersoldato replica “Sono un genio
miliardario playboy filantropo”. Ferito, scosso, mosso solo
dalla volontà, un Tony Stark a pezzi esclama per l’ultima volta,
guardando con tono di sfida Thanos: “Io sono Iron Man”.
Tutta la carriera cinematografica di Tony Stark è stata
caratterizzata da momenti diventati poi iconici, fotografie della
cultura pop ideali per alcuni dei migliori meme in circolazione in
rete.
2. Gli attori che volevano essere Tony
Stark
La
scelta di Robert Downey
Jr. per il ruolo di Stark è stata la conclusione di un
processo di casting lunghissimo che ha visto coinvolti nomi molto
famosi del panorama cinematografico hollywoodiano. Il ruolo è stato
offerto a Hugh
Jackman, che però aveva già il suo eroe a cui badare
(Wolverine, ovviamente). Si sono poi proposti per il ruolo anche
Nicolas
Cage, Tom
Cruise e Clive
Owen. Sam
Rockwell, che si è visto respinto pe ril ruolo di Tony
Stark, ha poi ottenuto il ruolo di Justin Hammer, oltre ad aver
incontrato proprio su quel set Leslie Bibbs, sua
attuale compagna.
1. Tony Stark è Iron
Man
Contro tutti i dettami dell’eroe tradizionale,
che nasconde la propria identità al mondo, Stark ha sbandierato da
subito la sua identità eroica, vuoi per protagonismo, vuoi per
pragmaticità. Questa mancanza di segretezza ha coinvolto in misura
più o meno omogenea tutti gli eroi del Marvel Cinematic
Universe, con l’eccezione di Spider-Man/Peter Parker (che
comunque si è fatto scoprire da zia May!).
Gli eventi di Avengers:
Endgame, hanno confermato l’addio di Tony
Stark al MCU, ma c’è chi ancora immagina un
suo ritorno a sorpresa nei prossimi capitoli cinematografici. La
sua morte è definitiva o rivedremo il personaggio nella Fase 4?
Un’interessante teoria formulata da un fan e pubblicata su Reddit
proverebbe la seconda ipotesi.
Se ricordate bene, durante il finale
del film la figlia Morgan e Pepper guardano l’ologramma di Tony
proiettato dall’elmetto della Mark LXXXV, cosa che ci spinge a
chiederci se quel filmato non sia stato in realtà creato prima di
morire in battaglia. C’è un precedente nei fumetti di Ironheart del 2015 in
cui l’eroe entra in coma e introduce la sua intelligenza
artificiale in un altro dispositivo per continuare l’eredità di
Iron Man, e questa A.I. è pensata per essere utilizzata solo in
casi estremi; a farne tesoro sarà Riri Williams,
ragazza prodigio e pupilla di Stark, alla quale il dispositivo farà
da mentore.
E se l’ologramma che abbiamo visto
in Endgame fosse solo l’A.I. di Tony e non la sua semplice
proiezione? Rivedendo con maggiore attenzione la scena del dialogo,
poco prima di terminare il suo discorso l’eroe si alza dalla sedia
e si avvicina a Morgan dicendole “Ti voglio bene 3000“. Un
caso? Se il messaggio è pre-registrato, come ha fatto Tony a sapere
che Morgan si sarebbe seduta lì davanti a lui e come avrebbe potuto
stabilire un contatto visivo con un essere umano così preciso?
Un anno dopo la folle corsa agli
Oscar di Black Panther (il
primo cinecomic della storia ad essere candidato nella categoria
Miglior Film capace di conquistare ben tre statuette) Disney e
Marvel Studios lanciano ufficialmente la campagna a sostegno di
Avengers:
Endgame.
Film evento del decennio,
Avengers: Endgame è riuscito in un’impresa che
sembrava impossibile: ricapitolare un discorso narrativo iniziato
nel 2008 da Iron Man riunendo sul grande schermo tutti i personaggi
del Marvel Universe. Gli incassi hanno premiato lo studio di Kevin
Feige, raggiungendo e superando in cima alla classifica Avatar di
James Cameron.
Mentre continuano le speculazioni
sul possibile ritorno di Tony Stark nel MCU, un fan trailer di Iron Man 4 si è preso la libertà di riportarlo
in vita così da dargli la possibilità di ri-scrivere il proprio
destino. La morte di Tony Stark è stata un punto
di svolta per il MCU e per tutti i personaggi in esso contenuti,
dal momento che le conseguenze del sacrificio di Tony si
ripercuotono ancora adesso nel Multiverso, fino agli eventi di
The Marvels.
La dipartita del personaggio ha
lasciato un notevole “vuoto di potere”, visto il carisma e il ruolo
centrale che Tony ricopriva nel franchise. Ora, il fan trailer di
seguito, suggerisce ai fan che questo vuoto potrebbe essere colmato
da Morgan, la figlia che Tony ha lasciato e che ha avuto con
Pepper.
Il trailer realizzato dai fan per un
possibile Iron Man 4 esplora la possibilità del
ritorno di Iron Man nella saga del Multiverso
dell’MCU. È interessante notare che, nonostante tutte le
possibilità che offre una realtà con più versioni della stessa,
l’espediente che viene usato nel trailer è semplicemente quello di
realizzare un Tony “sintetico” nel quale si carica la coscienza
dello stesso che lui aveva salvato su un chip. Questa
resurrezione incentrata sulla tecnologia sembra certamente più
adatta all’eredità di Tony Stark rispetto agli imbrogli
multiversali.
L’attore Robert Downey Jr. ha
pubblicato un video nel quale viene letteralmente offuscato dal suo
personaggio Tony Stark in un video molto toccante nel quale lo
vediamo regalare un braccio bionico sviluppato dai Limbitless
Solutions ad un giovane ragazzo di nome Alex Pring, a cui era nato
un braccio destro parzialmente sviluppato.
Il video fa parte del
progetto #CollectiveProject di Microsoft,
guidato da Albert Manero. La Limbitless Solutions mira a
costruire protesi bioniche a prezzi accessibili.
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Ricordiamo che nel cast
di Avengers: Age of Ultron sono presenti anche
Mark Ruffalo, Chris Hemsworth, Scarlett
Johansson,Jeremy Renner, Elizabeth Olsen,
Aaron Taylor-Johnson, James Spader, Stellan
Skarsgard, Samuel L. Jackson, Cobie
Smulders,Paul Bettany, Anthony Mackie, Hayley
Atwell, Idris Elba e DonCheadle.
La trama ufficiale del film diretto da
Joss Whedon è la seguente:Quando Tony Stark
cerca di avviare un programma di pace, le cose degenerano e i più
grandi eroi della Terra, tra cui Iron Man, Captain America, Thor,
l’Incredibile Hulk, Vedova Nera e Occhio di Falco, saranno messi
alla prova, mentre il destino del pianeta è a rischio. Il villain
Ultron emerge, e spetterà agli Avengers impedirgli di attuare i
suoi terribili piani, e presto scomode alleanze e situazioni
inaspettate apriranno la strada a un’avventura originale, su scala
globale. La squadra deve riunirsi per sconfiggere James Spader nei
panni di Ultron, un terrificante megacattivo deciso ad annientare
il genere umano. Sulla strada, gli eroi affronteranno due
misteriosi nuovi arrivati, Wanda Maximoff, interpretata da
Elizabeth Olsen, e Pietro Maximoff, interpretato da Aaron
Taylor-Johnson, incontrando anche un vecchio amico in vesti nuove,
quando Paul Bettany diventerà Visione.
Avengers Age of
Ultron uscirà – nei formati 2D, 3D e IMAX 3D – il primo
maggio 2015 negli Stati Uniti mentre per quanto concerne le sale
cinematografiche italiane l’uscita è prevista qualche giorno prima,
il 22 aprile 2015.
Robert Downey Jr.
si è preso gioco di Captain America in merito al fatto di
restituirgli il suo scodo in tempo per Avengers:
Endgame. Nel ruolo di Tony Stark / Iron Man, l’attore ha
dato il via al franchise del MCU nel 2008 con il film diretto da
Jon Favreau. E nel corso degli anni, è diventato
il poster boy per l’universo condiviso.
Nel corso delle storie e dei film,
Stark ha attraversato alti e bassi, incluso il conflitto con lo
Steve Rogers di Chris Evans in Captain
America: Civil War in cui quest’ultimo ha lasciato lo
scudo al figlio di Howard Stark. I due restano separati durante gli
eventi di Avengers: Infinity War ma sappiamo che
la tanto attesa reunion ci sarà in Endgame.
Endgame sarà il
culmine della Infinity Saga del
MCU, l’arco di 22 film iniziato più di dieci anni
fa. I dettagli della trama sono stati tenuti segreti, ma con la
riunione del nucleo dei sei Vendicatori originali arriva anche
l’idea che questo potrebbe potenzialmente essere la loro ultima
volta come una squadra, visto che alcuni di loro potrebbero non
uscire vivi da Endgame.
Considerando che Stark e Cap sono
due dei componenti della trinità dell’universo (l’altro è Thor),
molti non vedono l’ora che i due seppelliscano l’ascia per un
obiettivo specifico: sconfiggere Thanos e vendicare coloro che sono
caduti dopo la Decimazione. Accanto alla loro inevitabile riunione
c’è anche l’idea che Cap riacquisterà il suo scudo dopo averci
rinunciato in Infinity War.
Ma adesso lo scudo è nelle mani di
Stark, e Steve può riottenerlo solo se sarà lui a darglielo. Così,
l’attore, sul suo account ufficiale Instagram, ha scherzato sul
dare al soldato superstite il suo scudo mentre si trovava di fronte
a una statua enorme che riproduce l’iconica arma di Cap.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Avengers:
Endgame, un indizio nascosto nella prima clip ufficiale?
E se Tony Stark
mettesse a disposizione la sua tecnologica tuta per i paralitici
con lesioni spinali?
Qualche anno fa la tecnologia
militare stava lavorando ad un esoscheletro meccanico che
potesse aiutare i soldati a compiere le missioni militari in
sicurezza con il solo ausilio delle braccia. Infatti l’armatura era
progettata seguendo il principio per cui l’uso delle braccia
permetteva a tutto l’esoscheletro di muoversi. Adesso quella stessa
tecnologia è stata messa al servizio della medicina, diventando una
concreta possibilità per chi è paralizzato dalla vita in giù.
Molti pazienti stanno provando
questa nuova tuta, compreso Robert Woo, che ha subito un danno
spinale molto grave a seguito di un incidente. Con l’aiuto della
tuta, Woo è stato capace di fare qualche giro intorno alla stanza
dell’esperimento mentre il figlio di Woo urlava felice: “Papà è
Iron Man! Papà è Iron Man!” per cui l’esoscheletro è stato
ribattezzato “la tuta di Iron Man”.
I medici confermano che entro il 2014 la “tuta di Iron Man”
possa essere disponibile in formati personalizzati.Ecco il video
della passeggiata di Robert Woo:
Quando in Captain
America Civil War, Tony Stark va a trovare Peter
Parker, non può fare a meno di notare quanto sia affascinante la
sua bella zia May. Il web ovviamente non si è lasciato sfuggire
questo particolare e ha cominciato a calcare la mano, con meme e
fan-art che vedono protagonisti Tony e May nei panni di torridi
amanti.
Robert Downey Jr.,
che non perde occasione per crogiolarsi nel suo personaggio che
sembra assomigliargli molto (troppo?), ha scherzato su questo
punto, condividendo una famosissima tavola di Spider-Man ritoccata
ad hoc per l’occasione.
Potete vederla di
seguito!Chissà se mamma Disney
permetterà mai a RDJ di avere una scena così con
Marisa Tomei, interprete di zia May!
Diretto da Jon
Watts, Spider-Man Homecoming
vedrà protagonista Tom Holland nei panni di Peter
Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e
Zendaya sarà invece Michelle. Nel cast anche
Robert Downey Jr., Michael Barbieri e
Michael Keaton. Il film racconterà la storia di un
Peter Parker al liceo, dunque sarà un nuovo reboot che arriverà al
cinema 7 Luglio 2017. Secondo alcune anticipazioni rivelate da
Kevin Feige, nel film dovrebbe apparire Adrian
Toomes, noto per essere il cattivo Vulture, villain che ha
debuttato nel fumetto del 1963 “The Amazing Spider-Man”#2.
Nel MCU il rapporto tra
Tony Stark e Peter Parker ha un po’ sostituito quella che,
nei fumetti e al cinema, è la dinamica padre-figlio instaurata dal
giovane supereroe con lo zio Ben. Allo stesso modo, in Avengers:
Endgame, Peter si confronta con la morte del suo
mentore ed è chiamato ad affrontare il futuro senza una figura
chiave per il suo percorso di realizzazione personale. Ma quali
sono stati i momenti più belli dei due personaggi del
Marvel Cinematic Universe?
1La morte di Tony
Decidendo di non raccontare le origini di
Spidey, il MCU non ha mai incluso la morte dello zio
Ben e la dinamica padre-figlio tra i personaggi. Tuttavia
in Endgame abbiamo avuto un momento molto simile con la figura di
Tony Stark.
Questo accade quando l’eroe afferra e indossa
il guanto dell’infinito sacrificandosi per salvare il mondo. La
scena è straziante e ricorda molto il lutto di Peter dopo
l’assassinio dello zio.
Il 16 e il 17 ottobre 2023 sono due
date importantissime nella timeline ufficiale del MCU. Sono infatti le date di morte
di Natasha Romanoff e di Tony Stark. Basandoci sulla cronologia
ufficiale Marvel, che viaggia con qualche anno di
anticipo sulla vita vera, ci troviamo adesso nel momento in cui c’è
stata la grande battaglia contro Thanos vista in
Avengers: Endgame.
Dopo che i Vendicatori hanno
attraversato il tempo e lo spazio per raccogliere tutte le Gemme
dell’Infinito, quando Natasha perde la vita su Vormir, gli Eroi più
Potenti della Terra si sono ritrovati in uno scontro finale contro
una versione di Thanos di una linea temporale precedente. A
conclusione del combattimento, Tony Stark riesce a rubare le Gemme
dal guanto di Thanos e le utilizza per distruggerlo. Il gesto gli
costa la vita.
Anche se sono passati ormai anni da
quando il sacrificio di Tony è stato visto per la prima volta sullo
schermo, resta un momento molto commovente, forse il più importante
del MCU fino a questo momento. Ovviamente con Tony Stark il MCU ha
avuto inizio, e vederlo morire, anche per una causa così grande, è
stato un duro colpo per tutti i fan.
Tony e Natasha sono stati un punto
di riferimento molto importante nel MCU, ricoprendo dei ruoli
opposti. Anche se entrambi sono sempre stati abbastanza mutevoli
nelle loro posizioni e nel loro modo di agire, hanno sempre avuto
un obbiettivo comune anche quando in Civil War si sono schierati
separatamente. Sono morti così come sono vissuti: la prima
nell’ombra, senza un vero e proprio funerale, solo una
commemorazione tra amici; il secondo in mezzo alla gente, con tanti
testimoni per il suo sacrificio, in grande. Saranno per sempre
ricordati, sia nel MCU e nel mondo reale, dai loro fan.
In una recente intervista a MTv,
Kevin Feige, capo della Marvel, ha raccontato un po’ di
cose riguardo ad Iron Man 3, su Tony
Stark e soprattutto sulla nuova
Il corpo di Tony
Scott è stato ritrovato solamente quattro ore dopo, e solo
dopo aver usato sonde per dragare il fondale di sicuro di non
facile accesso. Nella macchina che il regista aveva abbandonato, in
una corsia laterale del ponte, la polizia dice di aver trovato un
biglietto di addio, il che avvalora la tesi del suicidio.
Il cinema d’azione perde quindi uno
dei personaggi più influenti, di cui si erano apprezzati
ultimamente, la tecnica estrema di correzione colore, e l’uso a
volte esagerato della macchina a mano, come avviene nei
recenti Man on fire e Domino. Tony
Scott aveva inoltre appena terminato le riprese dell’ultima
miniserie tv di cui era produttore esecutivo, insieme al fratello
Ridley, Coma. Inoltre aveva prodotto
l’ultimo atteso film del fratello, Prometheus,
di cui si vociferava la possibilità di un sequel.
Il suo stile, molto riconoscibile,
ha sicuramente ispirato alcuni nuovi registi, come Daniel Espinosa,
esordiente alla regia con Safe
House, che deve sicuramente a Scott molto del suo
stile di regia oltre che uno degli attori con il quale Tony Scott
collaborava maggiormente negli ultimi film: Denzel Washington.
Oltre che come regista, infatti,
Tony Scott figura come produttore di molte serie di successo come
The good wife e Call of duty
ELITE e di alcuni film come The
Grey, In her shoes.
Il regista aveva 68 anni, e lascia
la moglie Dana e i due figli oltre che alcuni progetti più o meno
veritieri, come un sequel di Top Gun e la
regia del film ispirato alla serie tv 24.
Tony Scott porterà sullo schermo
The Associate, un legal thriller tratto dall’ultimo romanzo di John
Grisham (pubblicato in Italia col titolo Il ricatto).
TONY MANERO –Anno: 2009 – Regia: Pablo Larrain
à Cast: Alfredo Castro, Amparo Noguera, Héctor
Morales, Paola Lattus, Elsa Poblete
In una Santiago del Cile logorata
dalla dittatura di Pinochet, Raul Peralta è un quarantenne che ha
una grande passione per il ballo; ma soprattutto, per Tony Manero,
personaggio che rese popolare John Travolta.Guarda il film in cui è
protagonista – “La febbre del sabato sera” – praticamente tutti i
giorni, imparando a memoria le movenze dell’attore americano, ma
anche le sue battute. Un modo come un altro per evadere da una
realtà noiosa e opprimente. Raul cerca di mettere in piedi un corpo
di ballo con la sua compagna, la figlia di lei (per la quale nutre
una forte attrazione), e un altro giovane ballerino. La sua più
grande ambizione è però vincere la puntata di un programma di
imitatori, ovviamente quella dedicata ai sosia del suo mito: Tony
Manero. Fino a quel giorno è pronto a rimuovere dal suo percorso
chiunque tenti, anche involontariamente, di intralciarlo.
Si tratta del primo film di Pablo
Larrain che ha dimostrato, anche con il secondo film Post mortem,
di saper rappresentare il dramma sociale del suo Cile assoggettato
al Generale Pinochet, attraverso piccole storie di persone semplici
con i loro sogni impossibili.
Molto bravo Alfredo Castro, nel
ruolo enigmatico ed inquieto di Raul che figura in Tony Manero
anche come sceneggiatore.
Il connubio tra Larrain e Castro si
è ripetuto in Post mortem, dove il secondo interpreta Mario
Cornejo, mite impiegato delle pompe funebri costretto a fare i
conti con il caos generato dal Golpe Pinochet.
Tony Manero è stato ben accolto
dalla critica, vincendo due premi al Torino Film Festival: come
miglior film e come miglior attore per Alfredo Castro. Il
lungometraggio ha partecipato anche al Quinzaine des Réalisateurs
del 61º Festival di Cannes.
Nella sua lunga carriera,
Tony Leung Chiu-wai ha recitato in tre film che
hanno vinto il Leone d’Oro al Festival del Cinema di Venezia, e
oggi riceve finalmente il suo Leone d’Oro alla carriera,
che, come dice lui stesso, non deve dividere con nessuno, questa
volta.
L’attore e cantante di
Hong Kong è una delle star asiatiche di maggior successo e
riconosciute a livello internazionale. Tra i suoi film più
importanti a livello mondiale ricordiamo il capolavoro di
Wong Kar-wai del 2000, In the Mood for Love, per il quale ha vinto il
premio come miglior attore a Cannes. Le sue altre collaborazioni
con Wong includono Chungking Express,
Happy Together e The
Grandmaster.
Leung ha anche recitato in
Hero, film candidato all’Oscar di Zhang
Yimou, e nei successi al botteghino Hard
Boiled di John Woo e Infernal
Affairs di Andrew Lau e
AlanMak. Quest’ultimo film, in particolare, è
stata l’ispirazione originale per The Departed, con cui Martin
Scorsese ha vinto un Oscar.
“Finalmente posso averlo per me,
non devo condividerlo con nessuno” ha detto oggi in conferenza
stampa Tony Leung, parlando del riconoscimento
alla carriera al Festival di Venezia, dove è stato ospite diverse
volte con i suoi film (i tre vincitori del Leone d’Oro in cui ha
recitato sono A City of Sadness di Hsiao-Hsien
Hou, Cyclo di Tran Anh-hung e Lust,
Caution di Ang Lee).
L’attore ha ripercorso la sua
carriera, raccontando di come la recitazione lo abbia aiutato a
superare la sua timidezza. Attraverso questo mezzo espressivo,
Leung “ha trovato il modo di esprimersi di fronte ad altre
persone senza essere timido perché non sanno che sono io, pensano
che sto interpretando un personaggio”.
Alla domanda sulle sue
collaborazioni con Wong Kar-wai, Tony
Leung ha osservato: “È così diverso rispetto agli
altri registi. Non abbiamo mai una sceneggiatura completa quando si
lavora con lui, quindi non so cosa preparare prima delle riprese.
Ricevo la sceneggiatura solo quel giorno: è molto
sperimentale”. A volte, ha spiegato, una scena viene girata
otto volte in vari costumi e ambientazioni, “È il motivo per
cui i film di Wong Kar-wai a volte richiedono alcuni
anni…”.
Proprio in merito a In The Mood For Love, forse la sua
collaborazione più importante con Wong Kar-wai,
Leung commenta la citazione di quel film in Everything
Everywhere All At Once: “Ho visto il film su un volo, non
ricordo dove. È stato interessante, una specie di tributo ad alcuni
film degli anni ’80 e ’90. È stato un film molto interessante, un
film molto speciale”. Per quello che riguarda il suo percorso in
carriera e i suoi obbiettivi da attore, Leung ha affermato di non
aver mai seguito un percorso professionale specifico: “Nella
mia carriera di attore non pianifico mai cosa voglio fare dopo,
perché penso che il destino unisca le persone. Quando succede
qualcosa, succede. Non calcolo mai se voglio fare film o no… uso il
cuore”.
Di recente il suo cuore si è posato
su The Goldfinger di Felix Chong,
un film poliziesco d’azione ambientato negli anni ’80 basato su
eventi reali che uscirà nelle sale di Hong Kong il 30 dicembre.
Leung lo ha definito una sorta di American Hustle
che incontra The Wolf of Wall Street. Nel film,
Leung avrà “finalmente” la possibilità di interpretare un cattivo.
Inoltre, lo farà al fianco di Andy Lau che in
Infernal Affairs era il cattivo. “Per me è molto impegnativo
interpretare il cattivo, e questa volta Andy interpreta il buono.
Vent’anni dopo Infernal Affairs, ci scambiamo i ruoli”.
Nel corso della serata, Tony Leung
sarà il protagonista della cerimonia di consegna del Leone d’Oro
alla carriera nella Sala Grande.
Torna The Bourne!
Il quarto episodio della saga interpretata da Matt Damon sarà
girato da Tony Gilroy, regista di Michael Clayton
e Duplicity, ma anche sceneggiatore di The
Bourne Supremacy e The Bourne
Ultimatum.
Tony Danza (Crash – Contatto
fisico) raggiunge Scarlett Johansson e Julianne Moore nel cast del
film, ancora senza titolo, che segnerà il debutto registico
dell’attore Joseph Gordon-Levitt. Questi e Danza hanno recitato
fianco a fianco quasi vent’anni fa in Angels (1994), diretto da
William Dear. L’opera prima di Gordon-Levitt, anche autore dello
script , verterà sulla vicenda di un playboy deciso a diventare una
persona migliore. Nei panni del dongiovanni ci sarà lo stesso
regista; Tony Danza ne interpreterà il padre
sport-dipendente, Scarlett Johansson la fidanzata. Le riprese
avranno inizio il mese prossimo a Los Angeles. In produzione, Ram
Bergman e Nicholas Chartier. Bergman è tra i produttori di Looper,
film di prossima uscita con protagonista proprio Joseph
Gordon-Levitt, affiancato – o, per meglio dire, braccato – da Bruce
Willis.
Si sono tenuti ieri sera al Radio City Music Hall di New
York City i Tony Awards 2014, presentati da uno Hugh
Jackman in splendida forma. Ecco di seguito gli ospiti, i
premiatori e i premiati dello show:
Il Tony Award, formalmente
Antoinette Perry Award, è un premio annuale che celebra i
conseguimenti raggiunti nei teatri americani, includendo i musical.
Assegnato da un banco di quasi 700 giudici da diversi campi
industriali e giornalistici, è facilmente assimiliabile come
l’equivalente per il teatro degli Oscar, Emmy e Grammy. Fu fondato
nel 1947, ma fino alla terza cerimonia nel 1949 non era assegnato
il medaglione ai vincitori.
La cerimonia del premio è trasmessa
in televisione e prevede l’esibizione delle canzoni dei musical
candidati, così come dei videoclip o una presentazione delle
rappresentazioni candidate.
La vincita di un Tony Award nelle
categorie maggiori (Miglior spettacolo, Miglior musical, Miglior
revival teatrale, Miglior revival musical, Miglior attore, Miglior
attrice) può significare talora un aumento drastico delle vendite
dei biglietti per lo spettacolo. Diverse settimane prima della
cerimonia viene pubblicata una lista dei candidati al premio: nel
frattempo gli spettacoli sono liberi di annunciare il numero di
nomination ricevute. Spesso questa pubblicità è in malafede, dacché
molti spettacoli sono candidati per forza se durante l’anno sono
state rappresentati pochi spettacoli o musical.
I premi sono dedicati a Antoinette
Perry, fondatrice dell’American Theatre Wing. L’eleggibilità è
garantita solo a quegli show presentati durante la stagione passata
a Broadway (aver chiuso non significa automaticamente
ineleggibilità, ma è risaputo che i votanti favoriscono spettacoli
ancora in corso). Ai fini del premio, uno spettacolo o musical
“nuovo” deve non essere stato prodotto precedentemente a Broadway e
non deve essere parte di “repertorio storico o popolare”.
Quest’ultima asserzione è stata oggetto di controversie, poiché
alcuni spettacoli sono stati giudicati ineleggibili per le
categorie “nuovi”, ossia i propri autori non avevano possibilità di
vincere i rimarchevoli premi “Miglior spettacolo” o “Miglior
musical”. D’altra parte, alcuni pensano che permettere che recite o
musical prodotte ordinariamente siano eleggibili come “nuove” danno
loro un ingiusto vantaggio, visto che saranno beneficiarie di uno
sviluppo più lungo e di famigliarità nei confronti dei giudici.
Spettacoli recentemente trasferiti da Off-Broadway o London Theatre
sono eleggibili come nuovi.
Si sono tenuti
ieri sera al Radio City Music Hall di New York City i Tony Awards
2014, presentati da uno Hugh Jackman in splendida
forma. Ecco di seguito la lista dei vincitori trai quali si
distinguono Neil Patrick Harris, caro al pubblico
della tv per il suo ruolo di Barney Stinson in How I Met Your
Mother, e Audra McDonald, che ha fatto due
volte la storia del premio quest’anno. L’attrice infatti ha portato
a casa sei premi, record assoluto per la manifestazione, ed è stata
anche la prima attrice a portare a casa quattro premi nelle quattro
categorie dedicate alle attrici.
Ecco la lista dei vincitori:
BEST MUSICAL
“After Midnight”
“Aladdin”
“Beautiful: The Carole King Musical”
“A Gentleman’s Guide to Love and Murder”
(WINNER)
BEST REVIVAL OF A
MUSICAL
“Hedwig and the Angry Inch” (WINNER)
“Les Miserables”
“Violet”
BEST REVIVAL OF A
PLAY
“A Raisin in the Sun” (WINNER)
“The Cripple of Inishmaan”
“The Glass Menagerie”
“Twelfth Night”
BEST PLAY
“All the Way” (WINNER)
“Act One”
“Casa Valentina”
“Mothers and Sons”
“Outside Mullingar”
BEST PERFORMANCE BY AN
ACTRESS IN A LEADING ROLE IN A MUSICAL
Mary Bridget Davies, “A Night With Janis Joplin”
Sutton Foster, “Violet”
Idina Menzel, “If/Then”
Jessie Mueller, “Beautiful: The Carole King Musical”
(WINNER)
Kelli O’Hara, “The Bridges of Madison County”
BEST PERFORMANCE BY AN ACTOR
IN A LEADING ROLE IN A MUSICAL
Neil Patrick Harris, “Hedwig and the Angry Inch”
(WINNER)
Ramin Karimloo, “Les Miserables”
Andy Karl, “Rocky”
Jefferson Mays, “A Gentleman’s Guide to Love and Murder”
Bryce Pinkham, “A Gentleman’s Guide to Love and Murder”
BEST PERFORMANCE BY AN ACTOR
IN A LEADING ROLE IN A PLAY
Bryan Cranston, “All the Way” (WINNER)
Samuel Barnett, “Twelfth Night”
Chris O’Dowd, “Of Mice and Men”
Mark Rylance, “Richard III”
Tony Shalhoub, “Act One”
BEST PERFORMANCE BY AN
ACTRESS IN A LEADING ROLE IN A PLAY
Audra McDonald, “Lady Day at Emerson’s Bar & Grill”
(WINNER)
Tyne Daly, “Mothers and Sons”
LaTanya Richardson-Jackson, “A Raisin in the Sun”
Cherry Jones, “The Glass Menagerie”
Estelle Parsons, “The Velocity of Autumn”
BEST PERFORMANCE BY AN ACTOR
IN A FEATURED ROLE IN A PLAY
Mark Rylance, “Twelfth Night” (WINNER)
Reed Birney, “Casa Valentina”
Paul Chahidi, “Twelfth Night”
Stephen Fry, “Twelfth Night”
Brian J. Smith, “The Glass Menagerie”
BEST PERFORMANCE BY AN
ACTRESS IN A FEATURED ROLE IN A PLAY
Sophie Okonedo, “A Raisin in the Sun” (WINNER)
Sarah Greene, “The Cripple of Inishmaan”
Celia Keenan-Bolger, “The Glass Menagerie”
Anika Noni Rose, “A Raisin in the Sun”
Mare Winningham, “Casa Valentina”
BEST PERFORMANCE BY AN ACTOR
IN A FEATURED ROLE IN A MUSICAL
James Monroe Iglehart, “Aladdin” (WINNER)
Danny Burstein, “Cabaret”
Nick Cordero, “Bullets Over Broadway”
Joshua Henry, “Violet”
Jarrod Spector, “Beautiful – The Carole King Musical”
BEST PERFORMANCE BY AN
ACTRESS IN A FEATURED ROLE IN A MUSICAL
Lena Hall, “Hedwig and the Angry Inch”
(WINNER)
Linda Emond, “Cabaret”
Anika Larsen, “Beautiful – The Carole King Musical”
Adriane Lenox, “After Midnight”
Lauren Worsham, “A Gentleman’s Guide to Love & Murder”
BEST DIRECTION OF A
PLAY
Kenny Leon, “A Raisin in the Sun” (WINNER)
Tim Carroll, “Twelfth Night”
Michael Grandage, “The Cripple of Inishmaan”
John Tiffany, “The Glass Menagerie”
BEST DIRECTION OF A
MUSICAL
Darko Tresnjak, “A Gentleman’s Guide to Love & Murder”
(WINNER)
Warren Carlyle, “After Midnight”
Michael Mayer, “Hedwig and the Angry Inch”
Leigh Silverman, “Violet”
BEST BOOK OF A
MUSICAL
Robert L. Freedman, “A Gentleman’s Guide to Love & Murder”
(WINNER)
Chad Beguelin, “Aladdin”
Douglas McGrath, “Beautiful – The Carole King Musical”
Woody Allen, “Bullets Over Broadway”
BEST ORIGINAL SCORE (MUSIC
AND/OR LYRICS) WRITTEN FOR THE THEATRE
“The Bridges of Madison County” Music & Lyrics: Jason Robert Brown
(WINNER)
“Aladdin” Music: Alan Menken, Lyrics: Howard Ashman, Tim Rice and
Chad Beguelin
“A Gentleman’s Guide to Love & Murder” Music: Steven Lutvak,
Lyrics: Robert L. Freedman & Steven Lutvak
“If/Then” Music: Tom Kitt, Lyrics: Brian Yorkey
BEST SCENIC DESIGN OF A
PLAY
Beowulf Boritt, “Act One” (WINNER)
Bob Crowley, “The Glass Menagerie”
Es Devlin, “Machinal”
Christopher Oram, “The Cripple of Inishmaan”
BEST SCENIC DESIGN OF A MUSICAL
Christopher Barreca, “Rocky” (WINNER)
Julian Crouch, “Hedwig and the Angry Inch”
Alexander Dodge, “A Gentleman’s Guide to Love & Murder”
Santo Loquasto, “Bullets Over Broadway”
BEST ORCHESTRATIONS
Jason Robert Brown, “The Bridges of Madison County”
(WINNER)
Doug Besterman, “Bullets Over Broadway”
Steve Sidwell, “Beautiful – The Carole King Musical”
Jonathan Tunick, “A Gentleman’s Guide to Love & Murder”
BEST SOUND DESIGN OF A PLAY
Steve Canyon Kennedy, “Lady Day at Emerson’s Bar & Grill”
(WINNER)
Alex Baranowski, “The Cripple of Inishmaan”
Dan Moses Schreier, “Act One”
Matt Tierney, “Machinal”
BEST SOUND DESIGN OF A MUSICAL
Brian Ronan, “Beautiful – The Carole King Musical”
(WINNER)
Peter Hylenski, “After Midnight”
Tim O’Heir, “Hedwig and the Angry Inch”
Mick Potter, “Les Miserables”
BEST CHOREOGRAPHY
Warren Carlyle, “After Midnight” (WINNER)
Steven Hoggett & Kelly Devine, “Rocky”
Casey Nicholaw, “Aladdin”
Susan Stroman, “Bullets Over Broadway”
BEST COSTUME DESIGN OF A PLAY
Jenny Tiramani, “Twelfth Night” (WINNER)
Jane Greenwood, “Act One”
Michael Krass, “Machinal”
Rita Ryack, “Casa Valentina”
BEST COSTUME DESIGN OF A MUSICAL
Linda Cho, “A Gentleman’s Guide to Love & Murder”
(WINNER)
William Ivey Long, “Bullets Over Broadway”
Arianne Phillips, “Hedwig and the Angry Inch”
Isabel Toledo, “After Midnight”
BEST LIGHTING DESIGN OF A PLAY
Natasha Katz, “The Glass Menagerie” (WINNER)
Paule Constable, “The Cripple of Inishmaan”
Jane Cox, “Machinal”
Japhy Weideman, “Of Mice and Men”
BEST LIGHTING DESIGN OF A MUSICAL
Kevin Adams, “Hedwig and the Angry Inch”
(WINNER)
Christopher Akerlind, “Rocky”
Howell Binkley, “After Midnight”
Donald Holder, “The Bridges of Madison County”
SPECIAL TONY AWARD FOR LIFETIME ACHIEVEMENT IN THE
THEATRE
Jane Greenwood
REGIONAL THEATRE
AWARD
Signature Theatre, New York, N.Y.
ISABELLE STEVENSON
AWARD
Rosie O’Donnell
TONY HONORS FOR EXCELLENCE
IN THE THEATRE
Joseph P. Benincasa
Joan Marcus
Charlotte Wilcox
Il Tony Award, formalmente
Antoinette Perry Award, è un premio annuale che celebra i
conseguimenti raggiunti nei teatri americani, includendo i musical.
Assegnato da un banco di quasi 700 giudici da diversi campi
industriali e giornalistici, è facilmente assimiliabile come
l’equivalente per il teatro degli Oscar, Emmy e Grammy. Fu fondato
nel 1947, ma fino alla terza cerimonia nel 1949 non era assegnato
il medaglione ai vincitori.
La cerimonia del premio è trasmessa
in televisione e prevede l’esibizione delle canzoni dei musical
candidati, così come dei videoclip o una presentazione delle
rappresentazioni candidate.
La vincita di un Tony Award nelle
categorie maggiori (Miglior spettacolo, Miglior musical, Miglior
revival teatrale, Miglior revival musical, Miglior attore, Miglior
attrice) può significare talora un aumento drastico delle vendite
dei biglietti per lo spettacolo. Diverse settimane prima della
cerimonia viene pubblicata una lista dei candidati al premio: nel
frattempo gli spettacoli sono liberi di annunciare il numero di
nomination ricevute. Spesso questa pubblicità è in malafede, dacché
molti spettacoli sono candidati per forza se durante l’anno sono
state rappresentati pochi spettacoli o musical.
I premi sono dedicati a Antoinette
Perry, fondatrice dell’American Theatre Wing. L’eleggibilità è
garantita solo a quegli show presentati durante la stagione passata
a Broadway (aver chiuso non significa automaticamente
ineleggibilità, ma è risaputo che i votanti favoriscono spettacoli
ancora in corso). Ai fini del premio, uno spettacolo o musical
“nuovo” deve non essere stato prodotto precedentemente a Broadway e
non deve essere parte di “repertorio storico o popolare”.
Quest’ultima asserzione è stata oggetto di controversie, poiché
alcuni spettacoli sono stati giudicati ineleggibili per le
categorie “nuovi”, ossia i propri autori non avevano possibilità di
vincere i rimarchevoli premi “Miglior spettacolo” o “Miglior
musical”. D’altra parte, alcuni pensano che permettere che recite o
musical prodotte ordinariamente siano eleggibili come “nuove” danno
loro un ingiusto vantaggio, visto che saranno beneficiarie di uno
sviluppo più lungo e di famigliarità nei confronti dei giudici.
Spettacoli recentemente trasferiti da Off-Broadway o London Theatre
sono eleggibili come nuovi.
A pochi mesi dall’uscita nelle sale
cinematografiche Sky Cinema presenta Frank
Matano in Tonno Spiaggiato, il film
prodotto da Wildside e Newco
Management con Vision Distribution,
diretto da Matteo Martinez (all’esordio nel
suo primo lungometraggio), in prima visione mercoledì
29 agosto alle 21.15 su Sky Cinema Uno e
disponibile anche su Sky On Demand.
Lasciato dalla sua fidanzata,
Francesco (Frank Matano, Ma che bella
sorpresa, Sono Tornato) fa di tutto per
riconquistarla. Dopo numerosi e maldestri tentativi, tutti
miseramente falliti, finalmente al funerale della nonna di lei,
Francesco riesce a recuperare un contatto con la sua ex. Nella
mente del ragazzo prende così forma un insano quanto geniale
progetto: uccidere un membro della famiglia di Francesca
(Marika Costabile, al suo debutto sul grande
schermo). La scelta cade sulla vulcanica e bizzarra zia Nanna
(Lucia Guzzardi, Mangia Prega Ama,
Niente di serio). Nei panni di un improbabile Padre Gesù,
Francesco entrerà nella casa e nel cuore dell’irresistibile
vecchietta, finendo per mettere in dubbio il suo rocambolesco
intento criminale.
TONNO SPIAGGIATO è una “black
comedy” che aspira goffamente ad essere una tragedia – come lo ha
definito il regista Martinez. «E’ un film che contiene tutta la
nostra passione per le sitcom animate, per l’umorismo nero, per le
situazioni surreali e grottesche» ha raccontato il regista
«c’è un po’ di autobiografia dentro e c’è tutta la nostra
allergia al ‘politicamente corretto’, al didascalismo opprimente e
alle ostentazioni di bontà e di poetica»
Arricchiscono il cast anche
Niccolò Senni (Io, loro e Lara, Mamma o
papà?) nel ruolo di Niccolò e Francesco
Arienzo.
Anche i giornalisti
cinematografici ricordano con il cinema e il mondo della cultura
non solo italiana, un poeta e uno scrittore che lascia una
testimonianza umana e intellettuale difficilmente eguagliabile.