Seconda giornata per il
Biografilm Festival 2015 di Bologna. È la giornata
di Matteo Garrone, che dopo aver tenuto questo
pomeriggio una masterclass per gli studenti della Biografilm School
(innovativo progetto di formazione promosso da Fondazione del Monte
di Bologna e Ravenna e Biografilm Festival), riceverà stasera
il Celebration of Lives Award, il premio che
Biografilm Festival dedica ai grandi narratori che con le loro
opere e la loro vita hanno lasciato un segno profondo nella storia
contemporanea. Della filmografia di Garrone
saranno oggi proposti Il racconto dei
racconti, l’ultimo film ancora nelle sale e in
concorso a Cannes, e Ospiti (1998),
storia di due cugini albanesi senza casa che si trovano ad essere
accolti in una torrida estate romana da un fotografo in un
esclusivo quartiere romano.
Partisan con Vincent Cassel
Vincent Cassel, tra gli interpreti
internazionali de Il racconto dei
racconti, è anche il protagonista di
Partisan, proiettato in anteprima europea
al festival nella sezione Bio World Wide, che sarà trasmesso in
anteprima tv il 14 giugno su Sky Cinema Cult HD in versione
originale sottotitolata. Partisan,
diretto dal debuttante regista australiano Alison
Kleiman, è uno sconvolgente racconto di formazione che
ripercorre la storia del giovane Alexander, cresciuto in una casa
famiglia sotto la protezione del carismatico e controverso Gregori
(Vincent Cassel): un microcosmo isolato, governato
da un codice morale deformato.
Altro ospite d’eccezione del
festival è Simon Chinn, produttore due volte
premio Oscar per il miglior documentario con Man
on Wire e Sugar
Man, film lanciato in Italia proprio dal Biografilm
Festival. Dopo la masterclass tenuta da Simon
Chinn, verrà presentato nel Concorso Internazionale il suo
nuovo documentario, Garnet’s Gold,
l’avvincente storia di Garnet Frost e della sua ossessione per il
fantomatico tesoro di Bonne Prince Charlie, andato perduto nel
1746.
Sempre in Concorso, passa l’intenso
Dal ritorno; il regista Giovanni
Cioni fa conoscere allo spettatore la storia di Silvano
Lippi, ufficiale italiano in Grecia che nel 1943 viene fatto
prigioniero dai tedeschi a Mauthausen dove, per 39 mesi, diventa
addetto ai forni crematori. Dopo 60 anni di silenzio, Lippi si
dedicherà a una dolorosa ma necessaria attività di testimonianza
dell’orrore vissuto fino alla sua morte, avvenuta nel 2014.
Terza giornata del Biografilm Festival 2015 di Bologna
nel nome di Patricio Guzmán, dei diritti civili e
della musica.
Il bottone di madreperla di Patricio Guzman
Oggi il grande maestro cileno del
documentario Patricio Guzmán (La
battaglia del Cile, Il caso
Pinochet) presenterà al pubblico Il
bottone di madreperla (El Boton de
Nacar), vincitore dell’Orso d’Argento per la miglior
sceneggiatura a Berlino 2015. La storia e la memoria del Cile sono
indissolubilmente intrecciate all’acqua e a due massacri: quello
dei Selknams, il popolo nativo americano che viveva in armonia con
la natura cilena, sterminato dai colonizzatori; e quello
dei desaparecidos di Villa Grimaldi a Santiago,
il grande centro di detenzione e tortura cileno sotto la dittatura
di Pinochet. Sono queste le chiavi interpretative usate dal regista
per raccontare il Cile. «Il Cile è un paese che sta vivendo una
realtà molto strana», ha dichiarato Guzmán all’incontro con la
stampa del 5 giugno scorso, «c’è un desiderio di progresso
economico e un desiderio di dimenticare la storia. Ciò porterà a un
altro disastro; non si può vivere in questo modo, non si può vivere
dimenticando. Il territorio del Cile è un territorio meraviglioso,
immenso ma disabitato, vuoto. Una terra piena d’acqua, bellissima.
È molto bello stare lì, perché si percepisce la solitudine e tutto
il pianeta».
L’altro importante filo conduttore
della giornata è rappresentato dall’attivismo per i diritti Lgbt.
Ci sarà, infatti, la première italiana di I Am
Michael, film di Justin Kelly
con James Franco e Zachary Quinto
sulla storia vera di Michael Glatze, fervente attivista gay che ha
deciso di rinnegare la propria omosessualità dopo aver abbracciato
un credo ortodosso dopo una profonda crisi personale. Altra
proiezione molto attesa è quella di Torri, checche
e tortellini, il documentario diretto
da Andrea Adriatico sulla nascita del
Cassero LGBT Center di Bologna, certamente una delle tappe più
significative nella storia del movimento omosessuale italiano. La
scanzonata e commovente ricostruzione di quell’avventura segna,
infatti, una svolta cruciale: il passaggio dalla rivolta alla
rivendicazione di spazi pubblici. E della città capoluogo che,
nonostante tutte le sue contraddizioni, disse sì e concesse
all’Arcigay non solo uno spazio pubblico, ma addirittura un
monumento storico. Il tema Lgbt a Biografilm proseguirà nel corso
della rassegna grazie a una collaborazione con il Cassero Center
attiva su numerosi titoli in programma: saranno programmati
anche Olya’s Love di Kirill
Sakharnov, Voglio dormire con
te di Mattia Colombo e The Amina
Profile di Sophie Deraspe.
La grande musica
italiana è oggi celebrata al Biografilm Festival
innanzitutto con l’omaggio a Enzo Jannacci, che
solo pochi giorni fa avrebbe compiuto ottant’anni, protagonista del
documentario Jannacci – Lo stradone col
bagliore di Ranuccio Sodi,
amico di Jannacci fino alla morte del cantautore avvenuta
nell’aprile del 2013. Lo stradone col
bagliore è un omaggio in musica, parole e
immagini al modo di vivere e fare arte di Jannacci, ma anche di
Milano, vista come una vera e propria fucina di talenti,
da Giorgio Gaber a Giorgio
Faletti, da Diego
Abatantuono a Massimo Boldi,
da Cochi e Renato a Paolo
Rossi.
Sarà, inoltre, proiettato
Senza Lucio di Mario
Sesti, documentario dedicato al compianto e indimenticato
cantautore bolognese Lucio Dalla.
Nel Concorso Internazionale passa
The Troublemaker di Roberto
Salinas, uno dei due film italiani: un focus sulla figura
di Miguel d’Escoto Brockmann, controverso presidente dell’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite nel 2008 che guiderà lo spettatore
alla scoperta dell’Onu, del suo funzionamento e delle complesse
correnti che uniscono e allontanano gli Stati membri.
Per dare uno sguardo al programma e
al resto degli eventi: www.biografilm.it
Il Biografilm Festival
2015 di Bologna continua dopo aver assegnato i
riconoscimenti del Concorso Internazionale (qui la lista dei vincitori), concentrando lo
sguardo su quattro produzioni biografiche italiane, presentate
nelle sezioni Biografilm Italia e Biografilm Music. Della prima
fanno parte Uomini Proibiti,
di Angelita Fiore, che riflette sullo
scottante tema del celibato sacerdotale per la Chiesa
cattolica,
e Napolislam di Ernesto
Pagano, che racconta le storie di napoletani convertiti
all’Islam e delle piccole e grandi criticità che questa decisione
comporta nella loro vita quotidiana.
Napolislam di Ernesto Pagano
Nella sezione Biografilm Music
verranno, invece,
presentatiNumero
Zero di Enrico Bisi, sulla
storia della musica hip hop in Italia, e lo
sperimentaleUnità di Produzione
Musicale diPietro De
Tilla, Elvio
Manuzzi e Tommaso
Perfetti sul dissidio tra libertà creativa e
imposizione commerciale. Settantadue musicisti vengono assunti
da una fabbrica, dotati di numero di matricola e tuta, e di un
compito: produrre musica su scala industriale in otto ore
lavorative, divisi in gruppi come in una vera catena di
montaggio.
Entra, inoltre, nel vivo l’omaggio
a Michael Madsen, il documentarista danese
che nelle sue opere mescolaverità e finzione
per analizzare la condizione dell’uomo in relazione al suo ambiente
e al contempo le mutazioni e le rivoluzioni che il tempo, la
scienza, il pensiero umano producono nella realtà nel suo farsi.
Oggi il festival bolognese gli rende onore con The
Average of average e con l’episodio
di Cattedrali della Cultura
3D dedicato al carcere di Halden, in Norvegia,
definito dalla rivista Time come “la prigione più umana al mondo”.
Verrà, inoltre, riproposto Into Eternity: A Film
for the Future, costruito a partire dalla
realizzazione del primo deposito permanente di scorie
radioattive a Onkalo, in Finlandia, 5 km sottoterra.
Il Biografilm
Festival2015 offre oggi una
programmazione dedicata all’arte, in collaborazione con Sky
Arte HD e si accinge a consegnare i suoi ultimi
riconoscimenti, premiando i vincitori della sezione Biografilm
Italia, i preferiti del pubblico nonché la migliore opera
prima.
Mario Carbone, il fotografo con la macchina da presa di Giuseppe
D’Addino
Il primo focus si concentra sulla
scoperta di Mario Carbone, fotografo e
documentarista che ha saputo cogliere i momenti cruciali del
cambiamento della società e della cultura italiane, dalle lotte
operaie all’occupazione delle terre in Calabria, dall’alluvione di
Firenze del 1966 alla performance di Ulay e Marina Abramovic alla
galleria d’arte moderna di Bologna nel 1977. Di Mario Carbone il
festival presenta una selezione di documentari, seguita
dall’anteprima mondiale del film di Giuseppe
D’AddinoMario Carbone, il fotografo con
la macchina da presa, che rende conto
dell’attività a 360 gradi di Carbone lasciando emergere la sua
visione del mondo. A Mario Carbone sarà poi consegnato
il Celebration of Lives Award, il premio che Biografilm
Festival dedica ai grandi narratori, andando così ad affiancare gli
altri vincitori di quest’anno Matteo
Garrone e Frederick
Wiseman.
I ritratti di altri due importanti
artisti arricchiranno poi il cartellone. Innanzitutto,
Chi è Alberto Garutti e perché parla di
noi di Giampaolo Penco,
dedicato ad AlbertoGarutti,
critico e maestro dell’arte pubblica. Il film racconta la
preparazione e l’inaugurazione della mostra a lui dedicata al PAC,
l’installazione permanente nel grattacielo Unicredit a Milano, il
lavoro nel suo studio e tra i collaboratori, con il filo rosso di
un concetto caro all’artista: l’irripetibilità
dell’esperienza. A seguire, sempre in anteprima mondiale, sarà
la volta di I come
Isgrò di Nunzio
Gringeri e Riccardo Cannella,
dedicato all’artista concettuale ma anche giornalista, scrittore,
drammaturgo e poeta Emilio Isgrò.
Dopo la premiazione dei premi del
pubblico, della sezione Biografilm Italia e della migliore opera
prima, verrà consegnato anche al documentarista
danese Michael Madsen il Celebration of
Lives Award e sarà proiettato il suo The
Visit, il film celebrato a Sundance 2015, dove il
regista mette in scena un ipotetico “incontro del terzo tipo” tra
umani e alieni, immaginando la situazione dell’incontro, i
rischi e le tensioni scatenanti, le strategie di politici,
scienziati, agenzie spaziali.
Per scoprire gli ultimi eventi,
consultate il sito del festival:
Quinta giornata
del Biografilm Festival 2015 che, fino
al 15 giugno, proporrà il meglio dei documentari e della fiction a
tema biografico. Il programma odierno si concentra in particolar
modo sui mezzi di comunicazione di massa, indagando la loro
evoluzione negli ultimi decenni.
La nascita del talk show politico, così come lo intendiamo oggi, è
raccontata da Best of
Enemies di Robert
Gordon e Morgan Neville. Il
documentario, inserito nella sezione Contemporary Lives, ripropone
il confronto televisivo tra il repubblicano William
Buckley e il democratico Gore Vidal,
andato in onda sulla Abc nell’estate del 1968. Non un banale
confronto dialettico sulle rispettive visioni degli Stati Uniti, ma
un’arena verbale senza esclusioni di colpi. Gli ascolti salirono
alle stelle e la tribuna politica non avrà più lo stesso
profilo.
Marco Spagnoli ed Enrico Lucherini
Di “manipolazione” delle
informazioni e dell’immaginario se ne intende Enrico
Lucherini, storico press agent del cinema italiano, oggi
ospite del festival bolognese. Dalla sua frenetica creatività
deriva il neologismo “lucherinata”, ossia il finto scandalo creato
ad arte per promuovere film e star. Il documentario a lui dedicato,
diretto da Marco Spagnoli nel 2014,
Enrico Lucherini – Ne ho fatte di tutti i
colori sarà proiettato nella sezione Biografilm Arte
e precederà la masterclass che lo stesso Lucherini terrà ai
ragazzi della Biografilm School. Nella sezione Music si terrà,
invece, l’anteprima mondiale di Lucia la cetra del
quartetto di Mietta
Albertini, a cui parteciperà, oltre alla
regista, Carlo Savona, figlio di Lucia
Mannucci del Quartetto Cetra.
Si parla ancora di Stati Uniti nella
sezione Contemporary Lives con
Invasion di Abner
Benaim sull’invasione americana di Panama, e con
Silenced di James
Spione: un’incursione nei Servizi di sicurezza Usa per
denunciare le sistematiche violazioni della privacy e il ricorso
alle torture e a procedure illegali nella lotta al terrorismo dopo
l’11 settembre.
In concorso passa
Sumé – The sound of revolution, opera
prima di Inuk Silis Høegh sul processo di
indipendenza groenlandese, passato anche attraverso la musica
della band Sumé. Nella sezione Europa viene presentato
The Salvation, il western di Kristian
Levring con Mads Mikkelsen ed Eva
Green.
Matteo Garrone sul set del film Il Racconto dei
Racconti
Torna il grande cinema biografico
con l’11esima edizione del Biografilm Festival –
International Celebration of Lives, che si svolgerà dal 5
al 15 giugno a Bologna proponendo un fitto programma di anteprime
internazionali, nazionali ed europee, masterclass, incontri con
registi e produttori, oltre agli omaggi a Matteo
Garrone, Roberto Minervini,
Antonietta De Lillo ma soprattutto a
Michael Madsen, Signe Byrge
Sørensen, produttrice dei due documentari capolavoro di
Joshua Oppenheimer (The Act of
Killing e The Look of
Silence) e ai grandi maestri del doc Patricio
Guzmán e Albert Maysles.
Se il biopic negli ultimi dieci anni
sembra essere stato eletto come una delle forme privilegiate del
racconto cinematografico contemporaneo, particolarmente gradito
anche in chiave premi (Oscar su tutti), il Biografilm Festival si
pone l’ambizioso obiettivo di operare una selezione ragionata a
livello globale di fiction e documentari incentrati sul racconto di
vita, prediligendo sguardi poco consueti e riflettendo sui processi
biografici all’epoca dei selfie e dei social network. “La continua
espansione delle fonti disponibili ha comportato un completo
ribaltamento nella creazione del racconto biografico – ha spiegato
il direttore artistico Andrea Romeo –. Un tempo
fare biografia era un’attività additiva: la difficoltà stava nel
reperire tutto il materiale possibile sull’argomento trattato. Oggi
è diventata un’attività sottrattiva e selettiva“.
Non a caso, il
leitmotiv della rassegna 2015 è “Vite Connesse – Dalla
fine della privacy al sapere collettivo”, declinato
in temi di non semplice decifrazione come la privacy, la gestione
dei dati e della propria immagine personale, potenziati nelle loro
implicazioni dallo strapotere di internet e delle nuove tecnologie
digitali. Uno dei film più attesi è, infatti,
Citizenfour (documentario premiato
quest’anno con l’Oscar), che ricostruisce l’incontro tra la regista
Laura Poitras, i giornalisti Glenn
Greenwald ed Ewen MacAskill e l’ex
tecnico della Cia Edward Snowden, nel corso del
quale si rivelano i documenti che testimoniano la massiccia
invasione della privacy operata dalla NSA nei confronti dei
cittadini Usa e dei governi stranieri.
Il festival inaugura il 5 giugno con
l’anteprima italiana di Amy – The Girl Behind The
Name, il discusso documentario dedicato ad
Amy Winehouse firmato da Asif
Kapadia (Senna), già presentato all’ultimo festival
di Cannes, che sarà distribuito nel nostro Paese il 15, 16 e 17
settembre prossimi.
Sono 111 i film
che compongono le diverse sezioni della manifestazione. Ecco
qualche coordinata per orientarsi.
– Concorso
internazionale: dieci anteprime provenienti da tutto il
mondo si contenderanno il Best Film Unipol Award per il miglior
film, il Life Tales Award, assegnato al più travolgente racconto
biografico, e il Premio Hera “Nuovi Talenti” per la miglior opera
prima. Da segnalare El boton de nacar di
Patricio Guzmán (premio al Festival di Berlino per
la sceneggiatura) e gli italiani – per la prima volta nel concorso
principale – Dal ritorno di
Giovanni Cioni e The
Troublemaker di Roberto Salinas.
– Contemporary
Lives ossia una fotografia del presente che viviamo
attraverso la lente d’ingrandimento dei biopic. Il protagonista di
quest’anno è il potere. Tra i titoli:
Best of Enemies, sul confronto televisivo
avvenuto nel 1968 tra il repubblicano William Buckley e il
democratico Gore Vidal; e Torri, checche e
tortellini, la storia del Cassero, il primo centro
italiano Lgbt sorto a Bologna e sviluppato in un edificio
monumentale concesso dal Comune nel 1982.
The Salvation
– Biografilm Europa
propone il meglio delle produzioni del Vecchio Continente, tra cui
Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet
di Jean-Pierre Jeunet e il western danese
The Salvation di Kristian
Levring con Mads Mikkelsen, Eva
Green, Jeffrey Dean Morgan ed
Eric Cantona. Elijah wood è il
protagonista di Set Fire to the Stars,
nuova opera di Andy Goddard sul poeta Dylan
Thomas, ma il titolo di punta della sezione è The Brand
New Testament, il nuovo film del belga Jaco
Van Dormael (acclamato regista di Mr
Nobody) con Catherine Deneuve,
presentato in anteprima italiana a Biografilm dopo il passaggio in
Croisette.
– La nuova sezione
Biografilm World Wide riunisce racconti
emblematici sotto il profilo culturale, storico e politico. Attesa
per Going Clear: Scientology and the Prison of
Belief di Alex Gibney, sulla setta
che comprende anche celebrità di Hollywood; I am
Michael di Justin Kelly
sull’attivista gay Michael Glatze con James Franco
e Zachary Quinto; il “romanzo di formazione”
Partisan di Ariel
Kleiman, premio speciale della giuria per la fotografia
nella sezione World Cinema Dramatic al Sundance 2015 con
Vincent Cassel e Steve McQueen: The
Man & Le Mans di Gabriel Clarke e
John McKenna.
Completano il programma le sezioni
Biografilm Italia, Best of Fest
(opere che hanno ricevuto consensi nei migliori festival del mondo)
e le due sezioni dedicate alla musica e all’arte.
Ogni giorno seguiranno aggiornamenti
sul programma. Per tutte le informazioni si può visitare:
Il Biografilm Festival
2015 ha concluso il suo Concorso Internazionale con la
cerimonia di premiazione che, ieri sera, ha reso noti i vincitori.
A conquistare il Best Film Unipol Award è stato El
boton de nacar, Il bottone di
madreperladel maestro
cileno Patricio Guzmàn. La giuria, formata da
Silvio Soldini, Elena Fortes,
Gloria Giorgianni e Angela
Baraldi (assente alla cerimonia per motivi di salute), ha
riconosciuto il documentario come “un film di grande impatto visivo
e di profonda riflessione sulla vita, sul passato e sulla memoria
attraverso un linguaggio che riesce a coniugare poesia e scienza
con una forte denuncia storico-politica. Un film che ci guida alla
ricerca del nostro posto nell’universo”.
The Russian Woodpecker di Chad Gracia
Il Life Tales Award per il più
travolgente racconto biograficoè invece
andato a uno dei titoli più apprezzati della competizione,
ossiaThe Russian Woodpecker di
Chad Gracia. “La vita, l’arte, l’attivismo
politico in un film fuori dagli schemi, che attraverso un
personaggio creativo e visionario si domanda i perché di una
tragedia come quella di Chernobyl”, è stata la motivazione della
giuria. La menzione speciale a disposizione dei giurati è stata
attribuita a A Syrian Love Story di
Sean McAllister “per il coraggio e la tenacia di
raccontare, con un linguaggio diretto e senza filtri, una storia
d’amore e di guerra portandoci dentro la quotidianità di una
famiglia stravolta dall’idealismo e dalla violenza”.
Il Biografilm Festival
2015 prosegue fino al 15 giugno con la sua articolata
ricognizione sulla vita e sulle biografie di persone dalle storie
straordinarie ed emblematiche per il resto dell’umanità. Per
scorpire gli altri appuntamenti, basta collegarsi al sito
della rassegna:
La settima giornata del
Biografilm Festival 2015 è all’insegna di
Steve McQueen, protagonista assoluto del
documentario Steve McQueen: The Man & Le
Mans di Gabriel
Clarke e John McKenna, che
viene oggi presentato al pubblico della rassegna dopo la proiezione
al gala di inaugurazione il 4 giugno scorso e che uscirà al cinema
in autunno per I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.
Questo week-end scatta la 24 Ore di le Mans e quale occasione
migliore per rievocare il sogno del grande attore di realizzare un
film epocale – Le 24 Ore Di Le Mans
appunto, film del 1971 diretto da Lee H. Katzin – il più realistico
mai girato sulle corse automobilistiche. L’immortale icona
attoriale non immaginava però quanto impegno e quanti sforzi
sarebbero stati necessari per raggiungere
l’agognato traguardo. Nel documentario, Chad
McQueen costruisce sul filo della memoria paterna un
film nel film sul circuito dove l’icona della vita spericolata
sfrecciò confondendo la finzione con la realtà dell’autodromo.
“Quattro anni fa Andrew Marriott,
produttore del film è venuto da me – ha dichiarato il
co-regista John McKenna, ospite a Bologna per
l’anteprima del film – io e Gabriel abbiamo letto la sceneggiatura
e ci siamo detti che questa è una storia veramente fantastica e che
non era stata mai raccontata così”.
Dylan Dog
Co-protagonista della giornata è il
fumetto. Dopo aver presentato a Biografilm due anni fa il suo
Come Tex nessuno mai, un ritratto
appassionato di Gian Luigi Bonelli, Giancarlo
Soldi porta oggi al festival un altro lavoro dedicato a un
grande nome del fumetto italiano, Tiziano
Sclavi, creatore di Dylan Dog e sceneggiatore tra gli
altri per Zagor, Mister No e Ken Parker, oltre che romanziere. Il
documentario Nessuno siamo
perfetti è il ritratto inedito e sincero di
Tiziano Sclavi che rivela i suoi pensieri più profondi. Stasera si
terrà poi, in collaborazione con Sky Arte HD, l’anteprima mondiale
de Gli Italiani e il fumetto, il
documentario di Paolo Caredda che
raccoglie cinquanta storie di lettori, cinquanta dichiarazioni
d’amore per il fumetto. Attraverso gli aneddoti e i ricordi di una
storia, di un personaggio, di un episodio, ripercorriamo la storia
e la leggenda del fumetto, da Tex a Dylan Dog, da Hugo Pratt ad
Andrea Pazienza.
Si segnalano, inoltre, l’anteprima
mondiale di A proposito di Franco
di Gaetano Di Lorenzo, dedicato al regista
palermitano Franco Indovina; l’anteprima italiana
di Iraqi Odyssey, titolo in Concorso
con il regista Samirin
sala e l’anteprima internazionale di A Syrian Love
Story, sempre in concorso, alla quale
parteciperanno il regista Sean
McAllister e i protagonisti del film Amer
Daoud e Raghda Hasan.
Per tutte le informazioni, il
programma è disponibile al sito: www.biografilm.it
È la bugia il tema della sesta
giornata del Biografilm Festival 2015, la
manifestazione bolognese dedicata al cinema biografico ormai
entrata decisamente nel vivo. In tempo di “vite connesse” e di
digitalizzazione imperante, i documentaristi, i cineasti e gli
artisti si interrogano sulla veridicità di determinati eventi e
fenomeni. The Russian Woodpecker
di Chad Gracia, film rivelazione al Sundance
2015, è il titolo del Concorso Internazionale destinato a mettere
in discussione tutte le certezze che, fino ad oggi, hanno sostenuto
il racconto storico e sociale del disastro di Chernobyl. Il
documentario segue l’indagine dell’artista ucraino Fedor
Alexandrovich che arriva a scoprire la Duga, una gigantesca e
misteriosa antenna costruita dai sovietici nei pressi della
centrale nucleare per intercettare e disturbare le comunicazioni
occidentali, e che potrebbe non essere estranea allo scoppio del
reattore avvenuto nel 1986.
Le bugie sono, inoltre, quelle
responsabili dell’inizio di una guerra, denunciate da
War of Lies (sezione Contemporary Lives)
di Matthias Bittner. Il dossier su Al-Janabi,
iracheno rifugiatosi nel 1999 a Colonia che dichiara di essere un
ingegnere chimico militare e collabora con i Servizi tedeschi
rivelando l’esistenza di armi di distruzione di massa nelle mani di
Saddam Hussein, diventerà il pretesto per l’invasione
dell’Iraq nel 2003. Anche se il rapporto tra Al-Janabi e i Servizi
segreti è ormai interrotto dall’ottobre 2000. Attraverso una lunga
intervista, alternata a ricostruzioni, il documentario mira a
svelare i retroscena di questa pesante menzogna. Sempre nella
sezione Contemporary Lives, verrà proiettato
Democrats della danese Camilla
Nielsson, che ha seguito per tre anni il lungo e complesso
processo di elaborazione della Costituzione dello Zimbabwe del
presidente Robert Mugabe.
In Your Arms di Samanou Acheche Sahlstrøm
Scomode verità riguardano anche le
multinazionali dello zucchero, come ci spiega Sugar
Blues di Andrea Culkova,
che sceglie il punto di vista di una mamma che deve
eliminare lo zucchero dalla dieta familiare perché soffre di
diabete gestionale. Il titolo è presentato nell’ambito della
sezione Best of Fest, che propone oggi anche Walking
With Red Rhino di Marilena Moretti,
ritratto del filmmaker Alberto Signetto.
Biografilm Europa propone poi altri
due titoli: In Your Arms di Samanou
Acheche Sahlstrøm, sul dibattuto tema dell’eutanasia, e
Set Fire to the Stars di Andy
Goddard, dove un aspirante poeta, interpretato da
Elijah Wood, riceve l’incarico di fare da “angelo
custode” a uno degli autori più geniali e sregolati del suo tempo,
Dylan Thomas, in tour negli Usa.
Il Biografilm Festival 2015
chiude stasera il Concorso Internazionale, ma la rassegna
proseguirà fino al 15 giugno con numerose proiezioni. Ad assegnare
il Best Film Unipol Award – Biografilm Festival 2015 per
il miglior film e il LifeTales Award per il più travolgente
racconto biografico, è la giuria internazionale formata dal
presidente Silvio Soldini, dall’attrice e
musicista Angela Baraldi, da
Elena Fortes, direttrice
di Ambulante, il più importante festival del cinema
documentario del Messico e dalla produttrice Gloria
Giorgianni. La cerimonia di premiazione precederà la
proiezione di The Brand New Testament, la
nuova surreale commedia firmata dal regista belga Jaco
Van Dormael (Toto le
heròs, Mr.Nobody),
presentata con grande successo all’ultimo Festival
di Cannes, che calerà il sipario sulla sezione Biografilm
Europa.
Oggi prende, inoltre, il via
l’omaggio a Michael Madsen, che
culminerà domenica 14 giugno con l’anteprima italiana
di The Visit, fanta-documentario
sull’incontro mai avvenuto tra l’uomo e gli extra-terrestri; evento
di punta di quella che sarà la cerimonia di premiazione della
sezione Biografilm Italia, dei premi del pubblico e del premio
Opera Prima.
Chiusura d’onore per il
Biografilm Festival 2015 che ha
registrato dieci giorni intensissimi di eventi, incontri e
proiezioni. Partendo dalle storie e dalle biografie, la rassegna
bolognese ha raccontato l’Italia e il mondo, svelando storie
straordinarie di personaggi noti e soprattutto meno noti,
tracciando tematiche universali e particolari dalle infinite
valenze sociali, culturali, storiche, politiche e religiose.
Film di chiusura è
l’atteso Going Clear: Scientology e la prigione
della fede di Alex
Gibney, che uscirà nelle sale italiane il 25 giugno
per Lucky Red. Il documentario,
basato sul libro del premio Pulitzer L. Wright, sviscera diversi
aspetti della discussa e controversa chiesa di Scientology,
tornando alle origini con il ritratto intimo del fondatore L. Ron
Hubbard e passando poi a descriverne le modalità di
funzionamento, dal reclutamento alle pratiche giornaliere, fino al
coinvolgimento delle celebrità hollywoodiane che di fatto hanno
contribuito a diffonderne il credo.
Il Biografilm Festival avrà domani e
mercoledì un’appendice finale, con diverse repliche dei titoli
premiati e l’anteprima italiana di While we’re
Young di Noah Baumbach con
Ben Stiller e Naomi Watts.
Ieri sono stati, infine, consegnati
gli ultimi riconoscimenti ufficiali.
Napolislam di Ernesto Pagano
La Giuria per la sezione Italia,
composta quest’anno dai registi Antonietta De
Lillo, Michele Fornasero
(smoKings) ed Enrico Salvatori (Dai
nostri inviati), hanno assegnato il Biografilm
Italia Award | Biografilm Festival 2015 a
Napolislam di Ernesto Pagano con
la seguente motivazione: “Un film necessario, un affresco di
un’Italia islamica nella cattolica Napoli di oggi, negli anni della
islamofobia. Una regia che con bravura e naturalezza mette assieme
tante storie in un unico racconto”. Menzioni speciali sono state
assegnate aL’equilibrio del
cucchiaino di Adriano Sforzi e
a Samsara Diary di
Ramchandra Pace. Il Premio di distribuzione
attribuito da Unipol Biografilm Collection e I Wonder Pictures è
stato infine consegnato a Numero
Zero di Enrico Bisi.
The Brand New Testamen di Jaco Van Dormael
Ramchandra Pace si
è portata a casa anche il premio Hera per la miglior opera prima
per la sezione Biografilm Italia, mentre sul fronte del Concorso
Internazionale ha trionfato The Russian
Woodpecker di Chad Gracia.
Anche il pubblico del festival ha
fatto sentire la propria voce, premiando con l’Audience Award –
come del resto la giuria – Il bottone di
madreperla di Patricio Guzman per
quanto riguarda il Concorso, India’s Daughter
di Leslee Udwin per la sezione Contemporary
Lives, The Brand New Testament di
Jaco Van Dormael per Biografilm
Europa, L’equilibrio del cucchiaino
di Adriano Sforzi e Numero Zero di
Enrico Bisi per la sezione Music.
L’appuntamento è fissato per il 2016
con la dodicesima edizione di Biografilm Festival.
Prende
ufficialmente il via il Biografilm Festival
2015 di Bologna, il primo festival dedicato ai film,
ai documentari e ai progetti biografici consacrati ai racconti di
vita (qui il programma della rassegna) che arriva
quest’anno all’undicesima edizione. La prima giornata è dedicata a
personaggi femminili forti. La vetrina è tutta per Amy
Winehouse; l’anteprima italiana del documentario
Amy – The Girl Behind the Name di
Asif Kapadia, che arriverà nelle nostre sale solo
a settembre (sarà distribuito nelle tre giornate del 15, 16 e 17
settembre da Nexo Digital e Good Films) è uno dei piatti forti
della kermesse. Nella nuova sezione Bio World Wide sarà proiettato
È arrivata mia figlia, in uscita
nelle sale italiane, alla presenza della regista Anna
Muylaert. L’omaggio al grande documentarista
Albert Maysles, scomparso a marzo all’età di 88
anni, prende le mosse da Iris, ritratto
dell’effervescente Iris Apfel, ultranovantenne fashion guru di New
York e interior designer per ben nove presidenti Usa, da Truman a
Clinton.
Terra di mezzo di Matteo Garrone
L’omaggio a Matteo
Garrone inizia ripercorrendo gli esordi da documentarista
del cineasta: Terra di mezzo del 1997,
che fotografa la vita sulla strada tra prostitute nigeriane, un
benzinaio egiziano abusivo e due albanesi alle prese con il lavoro
nero; e Oreste Pipolo fotografo di
matrimoni (1998), sulla figura del fotografo
napoletano (scomparso a febbraio), definito il “Maradona” dei
matrimoni. Il regista documentarista Patricio
Guzmán, di cui verrà oggi riproposto Nostalgia
de la Luz (2010), terrà oggi pomeriggio una
masterclass agli studenti della Biografilm School e ai Follower del
festival.
Il Concorso Internazionale si
inaugura con The possibilities are
Endless di James Hall ed
Edward Lovelace, che racconta il difficile
percorso di guarigione dall’ictus di Edwyn
Collins, frontman degli Orange Juice, grazie soprattutto
all’amore della moglie Grace Maxwell. La sezione collaterale
dedicata all’arte si accende con Piccolo gruppo in
moltiplicazione (2015) di Emanuele
Angiuli sull’esperienza di A/traverso, foglio di
agitazione non periodico, fondato a Bologna nel maggio del 1975 da
Franco “Bifo” Berardi e dal collettivo omonimo. Biografilm Italia
propone, invece, L’equilibrio del
cucchiaino di Adriano Sforzi,
dedicato alla vita del circense Alberto “Bertino” Sforzi.
The possibilities are Endless, in Concorso
Internazionale
Il Biografilm Festival 2015 vive,
come già gli anni passati, anche fuori dalla sala cinematografica
con gli eventi del Bio Parco: spettacoli live, djset e concerti che
si svolgono nel Parco del Cavaticcio adiacente alla Cineteca
bolognese. Protagonista e madrina della festa d’inaugurazione di
Biografilm 2015 sarà la cantautrice Meg, che
presenterà questa sera per la prima volta dal vivo il suo nuovo
album da solista, Imperfezione.
Nella cornice della
Casa del Cinema di Villa Borghese il direttore artistico
Andrea Romeo ha presentato, brevemente, il
programma- in anteprima- del Biografilm Festival che si tiene, da
ormai dieci anni, a Bologna durante l’estate (nello specifico:
quest’anno dal 6 al 16 Giugno).
Lo scopo del Festival è quello di
trovare e divulgare al pubblico piccole e grandi storie, in grado
di far riflettere ed emozionare, mostrando percorsi ed esperienze
che hanno influenzato e determinato la vita di una singola persona
o di un’intera generazione, per non parlare del mondo intero.
Numerosi i film in
concorso, provenienti da svariati paesi e suddivisi per categorie:
What’s Culture?, Celebration, Concorso Internazionale,
Biografilm Europa, Biografilm Italia, Celebration of Lives
Award e poi omaggi e Best Of; oltre alla volontà di
approfondire l’orizzonte culturale inoltrandosi in territori sempre
più insoliti e sconosciuti, la domanda che si pone quest’anno il
festival (e alla quale tenta di rispondere la sezione
Celebration) è: What’s the Culture, ovvero “cos’è
la cultura”? come la creiamo e la esprimiamo? Per provare a
rispondere, la programmazione prevede una serie di documentari che
da un lato esplorano i temi, le idee e le testimonianze dei grandi
personaggi del mondo della Cultura, che dall’altro provano a
raccontarLa attraverso quelli che sono i suoi luoghi e le sue
“cattedrali”. Da Alphabet di Wagenhofer a National
Gallery di Wiseman, da The Great Museum di Holzhausen
a The Salt of the Earth di Salgado, dal nuovo documentario
di Gondry Is the man Who is Tall Happy? Fino ai brevi film
in 3D Cathedrals of Culture, passando per eccezionali ed
esclusive anteprime come Burroughs: The Movie di Aaron
Brookner, Piero Tosi 1690, l’inizio di un secolo di
Francesco Costabile, fino a Travelling (in)to Fluxus di
Irene di Maggio e infine L’Orchestra. Claudio Abbado e i
musicisti della Mozart di Helmut Failoni e Francesco
Merini.
Per quanto riguarda il concorso
internazionale, invece, si spazia tra i generi raccontando
biografie con toni più o meno lievi e ironici, passando dalle vite
straordinarie di artisti, personalità pubbliche a persone
sconosciute ma dalle vite straordinarie. Come ogni anno, il
Biografilm Festival presenta dieci storie di vita eccezionali e
coinvolgenti, dieci imperdibili anteprime nazionali e
internazionali provenienti da ogni angolo del mondo: dall’Indonesia
al Messico, dalla Cina alla Francia, dalla Libia agli Stati Uniti,
dalla Finlandia all’Algeria, dall’Inghilterra alla Bielorussia. I
film in concorso saranno valutati da una giuria internazionale che
assegnerà i premi Best Film Unipol Award/ Biografilm Festival
2014 (miglior Film), Best Life Award (per il più
travolgente racconto biografico), il prestigioso Richard
Leacock Award alla miglior opera prima e infine l’Audience
Award assegnato dal pubblico. La giuria internazionale di
quest’anno è composta dal produttore Danny Bramson, il maestro del
documentario Nicolas Philibert, il regista- sceneggiatore-
produttore Sebastiàn Lelio e gli sceneggiatori Ludovica Rampoldi e
Marco Pettenello.
Per questa edizione il Biografilm
amplia il suo orizzonte e offre uno spazio maggiore al cinema di
fiction, dedicando al genere biopic la nuova sezione Biografilm
Europa che presenterà i migliori biopic prodotti dai 28 paesi
dell’Unione Europea: tra questi, non si possono non citare il
pluripremiato Frank di Lenny Abrahamson (con protagonista
il talentuoso Michael Fassbender) e il nuovo film di John Ridley,
premio Oscar 2014 per il film 12 Anni Schiavo e qui nella
doppia veste anche registica per raccontare, per la prima volta sul
grande schermo, l’appassionata ed avvincente vita della rockstar
(prima che icona generazionale) Jimi Hendrix nel suo Jimi: All
by My Side.
La sezione Biografilm
Italia si concentra, invece, sulle eccellenze del cinema
biografico (in ambito documentaristico) italiano prodotte in questo
mese; infine, nella sezione Contemporary Lives verranno
presentati in anteprima 12 Film Internazionali gettando una
panoramica nuova sulle ultime tendenze del cinema contemporaneo,
concentrato soprattutto sull’arte del raccontare, con un occhio
speciale sull’argomento diversità e sull’uso dell’ arte come
strumento di trasformazione sociale e personale.
Si avvia alla conclusione il
Biografilm Festival 2016. Stasera si terrà la cerimonia
di consegna dei premi del pubblico della kermesse nella
prestigiosa cornice del Teatro Comunale di Bologna. L’appuntamento
sarà arricchito dall’anteprima europea di The
Space in Between: Marina Abramovic and Brazil di
Marco Del Fiol.
In viaggio in Brasile alla ricerca
di nuovi stimoli creativi, Marina
Abramović intraprende un percorso di guarigione
spirituale. Il sincretismo religioso del Brasile più profondo si fa
percorso personale e artistico e racconto per immagini, in un
seducente intreccio di profondità e ironia. Tra cerimonie di
purificazione e trip psichedelici, Marina riflette sulle affinità
tra performance artistiche e rituali e si mette totalmente a
nudo, in un tragitto anche interiore nei meandri del
suo passato difficile. Un film autenticamente
“in between”, sospeso tra arte e vita, tra road movie e
spiritual thriller, tra diario intimo e osservazione
antropologica.
Ospite di oggi del festival è
Jaco Van Dormael, regista e sceneggiatore belga,
autore di L’ottavo giorno,
Mr. Nobody e Dio esiste a
vive a Bruxelles che terrà una Masterclass
nell’ambito di Biografilm School e poi presenterà al pubblico
il suo ultimo film di successo con Benoît
Poelvoorde, Yolande Moreau,
Catherine Deneuve e Johan
Heldenbergh che aveva debuttato in Italia un anno fa,
proprio al Biografilm Festival.
Stasera, il Biografilm Festival
presenta per la prima volta in Italia I miei giorni più
belli (Trois souvenirs de ma
jeunesse), l’ultimo acclamato film di Arnaud
Desplechin, vincitore del Premio César 2016 per la
migliore regia. Il film arriva dal 22 giugno, con Bim
Distribuzione, nei cinema di Roma, Bologna e Parma in lingua
originale con sottotitoli in italiano e on demand (anche in lingua
italiana) su CHILI, GOOGLE PLAY, INFINITY, ITUNES, MEDIASET PREMIUM
PLAY, TIMVISION, WUAKI.
A vent’anni esatti
da Comment je me suis disputé (ma
vie sexuelle), il manifesto generazionale di
Arnaud Desplechin, torna sullo schermo
l’antropologo dal cognome joyciano, Paul Dédalus, sempre
interpretato dal grande Mathieu Amalric, in un
“prequel” che gli ricorda episodi cardine della sua giovinezza, tra
ricordi e sentimenti mai dimenticati.
Nella sezione Biografilm World Wide
spicca anche l’anteprima italiana di Elvis &
Nixon, diretto da Liza
Johnson con due grandi interpreti come
Michael Shannon e Kevin
Spacey. Nel dicembre del 1970, il re del Rock’n Roll
fece infatti la sua inaspettata comparsa all’ingresso della Casa
Bianca e chiese di parlare con il Presidente. Elvis & Nixon
reimmagina l’improbabile incontro tra i due – interpretati
rispettivamente da Shannon e Spacey – e rilegge con ironia uno dei
momenti più bizzarri della cultura pop e della storia politica
statunitense.
La competizione si è chiusa e le
giurie hanno assegnato i loro premi, ma non
rallenta il programma di Biografilm Festival 2016 di Bologna.
Oggi Gael García
Bernal racconta, insieme alla direttrice artistica
Elena Fortes, il festival Ambulante | Gira
de documentales da lui fondato. L’appuntamento è con
le due proiezioni dell’Omaggio ad Ambulante:
Tempestad di Tatiana
Huezo (ore 16.00, Cinema Jolly) e Los
reyes del pueblo que no existe di Betzabè
Garcìa (ore 21.00, Cinema Lumière).
Stasera, alle ore 21, ci sarà una
proiezione della versione integrale de La Grande
Bellezza di Paolo Sorrentino con
ben trenta minuti di scene inedite. A tre anni dall’uscita, il
film tornerà al cinema in questa nuova versione solo per tre
giorni, dal 27 al 29 giugno, presentato da Indigo Film, Medusa
Film e Nexo Digital assieme ai media partner Radio DEEJAY e
MYmovies.it e in collaborazione con Sky Cinema
HD. Luca Bigazzi, direttore della fotografia
de La Grande
Bellezza, sarà ospite di Biografilm Festival 2016 e
terrà una masterclass per la Biografilm School.
Sarà, inoltre, proiettato
Under The Sun, affascinante ritratto di
una famiglia della Corea del Nord, dipinto da Vitalij
Mansky. Il regista è riuscito a girare un documentario in
un paese illuminato dal sole – come dice il titolo –
e tuttavia nebuloso, anche malato e ipocrita a causa del suo
totalitarismo. Nonostante abbia reso il regime nord-coreano partner
ufficiale della produzione del film, permettendo agli ufficiali il
completo controllo sullo script, Mansky è riuscito a mostrare
la macchina della propaganda lasciando la telecamera accesa mentre
ogni ripresa veniva preparata.
Shashamane di Giulia Amati
La regista Giulia
Amati accompagna l’anteprima
di Shashamane: presa diretta su
una comunità di afro-americani in Etiopia, tornata a
vivere nella terra dei padri cantata da Bob
Marley. Un esodo che per alcuni rappresenta un approdo,
per altri una gabbia. Shashamane
racconta un capitolo della lunga storia della diaspora africana,
attraverso le voci di uomini e donne che, dopo 400 anni
dall’inizio della schiavitù, hanno lasciato l’Occidente per cercare
la loro terra promessa.
In anteprima italiana viene poi
presentato Catching Haider (Fang der
Haier) di Nathalie
Borgers: un ritratto tra pubblico al privato
di Jörg Haider, il più giovane
parlamentare austriaco e il primo leader populista a portare al
potere un partito di estrema destra. Il governatore della
Carinzia Jörg Haider, morto in un incidente d’auto
nel 2008, è stato definito neonazista e seduttore, provocatore e
carismatico. Ma la sua è una personalità complessa e una vita
intrisa di segreti, dalle compromissioni della famiglia con il
Terzo Reich fino alle voci sulla sua omosessualità.
Replica questa sera per
Porno e libertà di Carmine
Amoroso, documentario che racconta la liberazione sessuale
dell’Italia negli anni 70 tra pornografia e rottura dalle
convenzioni.
Tutte le informazioni sul festival si trovano sul sito www.biografilm.it
Sarà Gael Garcia
Bernal il protagonista della cerimonia di premiazione del
Biografilm 2016 per presentare anche in anteprima
di Neruda.
Venerdì 17 giugno un
poker di film a tema religioso: The Student, The
Settlers, Among the Believers, Holy Hell. E una
voce illuminista: Norman Lear
Venerdì 17 giugno presso il
Biografilm Hera Theatre (Cinema Arlecchino),
Biografilm Festival presenta l’anteprima italiana di
NERUDA, il nuovo attesissimo film di
Pablo Larraín (No – I giorni
dell’arcobaleno, Il club) che racconta l’epica fuga
del poeta Pablo Neruda (interpretato da Luis
Gnecco), perseguitato dal governo cileno.
Il film, distribuito in Italia a
ottobre da Good Films e presentato in anteprima mondiale a Cannes,
sarà proiettato in occasione della Cerimonia di premiazione di
Biografilm 2016 alla presenza dell’attore Gael García
Bernal, che nel film interpreta l’ispettore Oscar
Peluchonneau, instancabile nemesi di Neruda.
Bernal, ospite a Biografilm per
raccontare, insieme alla direttrice artistica Elena
Fortes, il festival Ambulante | Gira de
documentales da lui fondato, in occasione dell’anteprima
di NERUDA riceverà il Biografilm Celebration of
Lives Award, il premio che Biografilm Festival dedica ogni
anno ai grandi narratori che con le loro opere e la loro vita hanno
lasciato un segno profondo nella storia contemporanea, assegnato
quest’anno anche a Valerio De Paolis,
Christo e Jaco Van Dormael.
Il giorno dopo, sabato 18
giugno, Bernal presenzierà anche alle due proiezioni
dell’Omaggio ad Ambulante: Tempestad di
Tatiana Huezo (ore 16.00, Cinema Jolly) e Los reyes del
pueblo que no existe di Betzabè Garcìa (ore 21.00,
Cinema Lumière).
La Cerimonia di premiazione
di Biografilm 2016, che si terrà a partire dalle
ore 19.00, prima della proiezione del film, vedrà
l’assegnazione dei premi da parte delle tre giurie di questa
dodicesima edizione di Biografilm Festival.
La GIURIA DEL CONCORSO
INTERNAZIONALE, che assegnerà il Best Film Unipol Award |
Biografilm Festival 2016 per il miglior film e il
LifeTales Award | Biografilm Festival 2016 per il
più travolgente racconto biografico, è presieduta da Hussain
Currimbhoy e composta da Mike Goodridge, Margita Gosheva, Roberto
Mancinelli e Michal Marczak.
La GIURIA BIOGRAFILM ITALIA, che
assegnerà il Best Film Yoga Award | Biografilm Italia
2016 e il LifeTales Award | Biografilm Italia
2016, è presieduta da Andrea Segre e composta da Olivia
Corsini e Giuseppe Catozzella.
La GIURIA OPERA PRIMA, che
assegnerà il Premio Hera “Nuovi talenti” | Biografilm
Festival 2016 alla miglior opera prima delle sezioni
Concorso Internazionale, Biografilm Italia e Contemporary Lives, è
presieduta da Daniel Marquet, e composta da Chad Gracia, Frankie
hi-nrg mc e, su suggerimento di Daniel Marquet, anche da
uno dei giovani iscritti alla Biografilm School, Chiara
Lenzi.
Gael
Garcia Bernal è il protagonista dell’ottava giornata del
Biografilm 2016. Non solo riceverà il Biografilm
Celebration of Lives Award, ma presenterà al pubblico
l’anteprima italiana di Neruda del
grande Pablo Larraín (No – I
giorni dell’arcobaleno, Il
club), film che sovverte e riscrive i canoni del
genere biografico offrendo l’ennesima dimostrazione del
talento del regista cileno che, attraverso le sue opere, ritrae la
storia ma soprattutto l’identità e le contraddizioni del suo
paese.
La proiezione di
Neruda sarà anticipata dalla Cerimonia di premiazione e dalla consegna dei
premi da parte delle giurie (Concorso Internazionale, Biografilm
Italia, opera prima). Ma se le competizioni ufficiali finiscono, il
programma di Biografilm 2016 si conferma ricco di appuntamenti.
Nella sezione Biografilm Europa passerà The
Student, il film di Kirill
Serebrennikov vincitore del premio François Chalais
Prize a Cannes 2016. È la storia del giovane Veniamin, in piena
crisi mistica, che tenta di imporre ai suoi compagni di scuola la
sua ortodossia estrema, citando a memoria i passi più cruenti
della Bibbia.
The Student
Dell’influenza
della religione e, più in generale, di qualsiasi credo parla
Holy Hell di Will Allen
(Contemporary Lives) che, in questo documentario opera prima,
racconta i vent’anni trascorsi nella setta californiana
“Buddha Tribe”, di cui ha documentato con la sua telecamera eventi
ed eccessi.
Shimon
Dotan, documentarista pluripremiato di origini rumene che
ha sempre vissuto in Israele, con The
Settlers va dritto al cuore di uno dei principali
ostacoli al processo di pace mediorientale. I “settlers” sono
infatti gli abitanti ebrei della Cisgiordania, che occupano
porzioni di un territorio appartenente alla Palestina.
Si continua a parlare di Medio Oriente con Among
the Believers, il documentario di Hemal
Trivedi e Mohammed Ali Naqvi
che mostra la battaglia tra l’islam moderato e quello
radicale su uno dei campi più delicati e strategici: quello
dell’istruzione.Censurato in Pakistan a
causa del tema religioso intorno a cui ruota, il film, dopo la
premiere al Tribeca International Film Festival, ha vinto
numerosi premi fra cui quello come Miglior Documentario
all’Hollywood Film Festival.
Focus sull’immigrazione con
Walls di Pablo
Iraburu e Migueltxo Molina,
che racconta le storie e le ragioni dei due lati della
barricata, dall’Africa al Messico: dei migranti che fuggono per
avere un futuro e di chi ha il compito di fermarli nonostante la
compassione.
La sezione Biografilm Arte propone
un’incursione nella vita e nella carriera di uno degli autori
e produttori televisivi di maggior successo di tutti i tempi
con Norman Lear: just another version of
you di Heidi Ewing e
Rachel Grady.
Tutte le informazioni e gli
aggiornamenti sul programma di Biografilm 2016 si trovano sul sito
www.biografilm.it
A casa, nelle quattro mura
domestiche, in solitudine e a distanza. Sembra essere questo
l’unico modo per arginare il contagio da coronavirus e uscire,
tutti insieme, da questa brutta epidemia che minaccia di farsi
altrimenti incontrollabile.
Eppure, nonostante social,
piattaforme di streaming, videogames e altri gadget tecnologici
abbiano minato fino a questo momento la naturale socializzazione,
in questo momento gli strumenti dell’anti-socialità ci vengono in
soccorso, per aiutarci a superare a cuor leggero (per quanto
possibile) questo periodo, che ci auguriamo non troppo lungo, di
reclusione forzata.
Netflix, Prime, Now TV, tutte le piattaforme, ma
anche acquisti e noleggi in versione digital, ci possono venire in
soccorso in questo momento, e di seguito ecco alcuni
binge-watch salva umore, per arginare la noia e
l’ansia da isolamento:
Harry Potter
Maghi, incantesimi,
signori oscuri e amici dotati di ingegno, bontà e coraggio. La
formula ideale per una lunga avventura, ben otto film, e diverse
ore occupate da duelli, lezioni, amori adolescenziali e un tocco di
dramma, con la certezza che tutto andrà bene, alla fine.
Star Wars
Sono ben undici i film che
compongono il canone completo del franchise Lucasfilm, con tanto di
spin-off che contribuiscono ad un ottimo intrattenimento domestico,
un ripasso dovuto di quella che è una delle saghe più amate di
sempre. E anche se il finale della saga degli Skywalker non è
piaciuto a tutti, è chiaro che si tratta di una conclusione
all’insegna della speranza.
Il Signore degli Anelli
Il fantasy per eccellenza
racconta della sfida dei più piccoli contro il Male assoluto. Nelle
versioni estese, i tre film di Peter Jackson
possono fare sicuramente ottima compagnia in una condizione di
reclusione forzata. Inoltre il film consegna ai suoi spettatori e
fan un messaggio di grande positività, di senso di squadra e di
coraggio, anche nelle situazioni più difficili.
Indiana Jones
Non sono gli anni, sono i
chilometri. La battuta preferita di
Harrison Ford in tutti i suoi film riecheggia
cristallina nell’aria, appena viene nominato I Predatori dell’Arca
Perduta, e perché non approfittare di una lunga permanenza
domestica per ripassare tutte le battute cult della trilogia (no,
il quarto non esiste) di Steven Spielberg?
Ritorno al futuro
Se si parla di saghe
divertenti, che tirano su l’umore e ci permettono di rasserenare
gli animi in tempi così cupi, sicuramente Zemeckis e compagnia sono
tra le prime cose che vengono in mente ai fan, e si tratta di un
suggerimento tanto banale quanto prezioso. Sempre alla conquista
del tempo, del futuro e del bene delle generazioni future (e
passate!).
Una mamma per Amica
Se la reclusione forzata dovesse
prolungarsi oltremodo e se fosse necessario per i cittadini sani e
responsabili dover rimanere in casa più tempo del previsto, una
bella maratona di Gilmore Girls potrebbe senza dubbio aiutare a far
passare il tempo in serenità. Le avventure delle ragazze Gilmore
sono un toccasana per l’umore e la qualità di scrittura di Amy
Sherman-Palladino invecchia straordinariamente bene!
Scrubs
JD, Turk e tutti gli
infermieri e chirurghi dell’Ospedale Sacro Cuore sono sempre lieti
di accogliere e riaccogliere pazienti e spettatori. Sarà per la
grande leggerezza con cui si affrontano anche i momenti difficili,
sarà per il divertimento folle che questa serie promette e regala,
ma ci sembra un modo davvero adatto di passare il tempo in periodi
cupi-
E alla fine arriva mamma
Una storia d’amore lunga
una serie: un padre che impiega ben nove stagioni per chiedere ai
figli il permesso di uscire con la loro “zia”. In molti hanno
storto il naso per la scelta finale della serie, che in originale
si intitola How I Met Your Mother, eppure
un rewatch potrebbe convincere tutti che gli eventi finali sono
stati preparati nel corso di tutte le esilaranti stagioni, e che la
conclusione era l’unica giusta e possibile.
Friends
Fanno parte della
famiglia, loro si che sono davvero vecchi amici, sapere che
esistono 10 stagioni da 24 episodi l’una che ci possono far
compagnia in questi giorni difficili per tutti rende già l’animo
più leggero. Gli amici, quelli veri, non passano mai di moda e non
importa quante volte li vedi e fanno le stesse battute, è sempre un
piacere ritrovarli.
Guarda l’intervista video a
Bingbing Li, tra le protagoniste
femminili dell’atteso quarto capitolo del franchise diretto da
Michael Bay, Transformers 4 l’Era
dell’Estinzione.
“Transformers 4 – L’Era
dell’Estinzione” è il quarto episodio della saga campione d’incassi
del regista Michael Bay. Interpretato da Mark Wahlberg, Stanley
Tucci, Li Bingbing, Kelsey Grammer, Sophia Myles , T.J. Miller,
Nicola Peltz, Jack Reynor e Titus Welliver.
Il film inizia dopo che una
battaglia epica ha lasciato una grande città devastata, pur avendo
salvato la Terra. Quando l’intera umanità si è ricomposta, appare
un gruppo di uomini oscuro che tenta di controllare la direzione
della storia… mentre una nuova minaccia, antica e potente, prende
di mira la Terra. Con l’aiuto di nuovi esseri umani, Optimus Prime
e gli Autobot si preparano ad affrontare una sfida ancora più
terribile. In un’avventura incredibile, sono coinvolti nella guerra
tra il bene e il male, che culmina in una battaglia dalla portata
globale.
Ispirato ai personaggi della
Hasbro, Transformers™. Scritto da Ehren Kruger. Diretto da Michael
Bay.
L’affascinante binario 9
¾ di Harry Potter nascosto all’interno della
stazione di King’s Cross di Londra è chiamato così a causa della
sua posizione segreta tra i binari 9 e 10. L’unico accesso alla
location è attraversando una barriera apparentemente solida, che di
solito non causa alcun problema poiché la stazione è
incredibilmente affollata tutto l’anno. In altre parole: i babbani
vedono solo ciò che vogliono vedere e per coloro che
accidentalmente intravedono, ci sono misure in atto per prevenire
l’esposizione del mondo magico…
binario 9 ¾ è impegnato solo per sei giorni
ogni anno scolastico
Dato che l’unica funzione del binario è
quella di traghettare gli studenti da Hogwarts a Londra e da Londra a Hogwarts, ha senso che rimanga chiuso per la
maggior parte del tempo.
C’è un viaggio per ciascuno degli
studenti in base all’inizio e alla conclusione di ogni trimestre, e
due viaggi ciascuno per le stagioni principali, le vacanze di
Natale e di Pasqua. Tuttavia, quando è attivo, il binario è
incredibilmente affollato, con vari panorami, suoni e odori che
riempiono l’aria (per lo più coinvolgendo un genitore che urla o
piange per aver perso il suo bambino).
È stato utilizzato dalla metà del XIX secolo
Il binario 9
¾ è stato fondato a metà del XIX secolo. Dopo che il
governo magico aveva allestito i binari del treno e costruito lo
stesso Hogwarts Express, il passo successivo fu
quello di creare una piattaforma ferroviaria a Hogsmeade.
Questo luogo non aveva bisogno di
essere nascosto, poiché il villaggio era (e lo è ancora) composto
soltanto di streghe e maghi. Tuttavia, durante la costruzione della
stazione opposta a Londra, il Ministero ha dovuto escogitare uno
schema molto più intelligente in modo da preservare lo Statuto
Internazionale di Segretezza della Magia.
Binario 9 ¾ è stato istituito da un Ministro della Magia
È interessante notare che il Ministro
Ottaline Gambol (1827-1835) fu il primo a dichiarare la possibilità
di utilizzare la tecnologia ferroviaria Babbana, con conseguente
creazione dell’Hogwarts Express.
Tuttavia, il Ministero non sapeva
come creare un punto di raccolta e di consegna plausibile nel mezzo
di una delle città più affollate del mondo, senza che tutti se ne
rendessero immediatamente conto. Il trucco della creazione di un
“binario segreto” fu ideato da Evangeline Orpington, Ministro della
Magia dal 1849 al 1855.
Il Ministero è a disposizione per gestire eventuali errori
Anche con un piano
incredibilmente scaltro, le folle che popolano il binario 9
¾ tendono a commettere piccoli errori, impercettibili a
loro stessi, ma che potenzialmente rappresentano una seria minaccia
di essere scoperti.
Ad esempio, rivelando
accidentalmente libri di testo o materiali magici, facendo troppo
rumore mentre si attraversa la barriera del binario e così via.
Pertanto, il governo nomina alcuni dipendenti nei sei giorni
nominati in precedenza per fornire all’ultimo minuto qualche
correzione della memoria, se necessario.
La barriera non è immune alla
magia degli elfi
L’ingresso al binario speciale avviene
tramite una barriera posta tra le piattaforme 9 e 10, attraverso la
quale i viaggiatori possono passare per arrivare dalla stazione di
King’s Cross all’Hogwarts Express.
In quanto tale, questo spazio è stato
intriso di una vasta gamma di incantesimi complessi che gli
impediscono di essere facilmente scoperto o danneggiato in
qualsiasi modo. Tuttavia, questa regola chiaramente non si applica
agli elfi domestici, come evidenziato dal fatto che
Dobby riesce senza sforzo a impedire a Harry
Potter di arrivare al treno in tempo.
Come sono arrivati prima gli studenti a Hogwarts?
Quando i Babbani e gli
esseri magici vivevano in armonia (un’armonia provvisoria,
ovviamente), gli alunni andavano ad Hogwarts con i mezzi che
volevano. Questi includevano scope, veicoli merci, bestie magiche e
così via, ma questi mezzi di trasporto non erano privi di risultati
problematici, inclusi incidenti in gran parte evitabili.
Successivamente, le passaporta
furono sviluppate per questo processo e persino la Polvere Volante
era occasionalmente impiegata dall’amministrazione. Non c’era
coerenza, tuttavia, almeno non fino allo standard che esiste nella
presente linea temporale.
Il binario ha una guardia della stazione apposita
Oltre al numero di
servitori del Ministero della Magia, c’è anche un ufficiale
dedicato al binario 9 ¾. Non si sa nulla di
lui, tranne che è sempre presente e garantisce che le persone che
accedono al luogo lo facciano con le dovute precauzioni.
Il suo lavoro è ancora più
importante quando si tratta di studenti che escono dalla barriera,
che è presumibilmente un atto molto più evidente rispetto a svanire
semplicemente nel nulla…
Sentimento anti-Babbano
Il Ministero sotto la guida
di Gambol ha portato avanti il suo piano per fornire il sistema
di trasporto più sicuro e conveniente per gli studenti di
Hogwarts, anche se alcuni “Purosangue” hanno
sollevato una seria denuncia contro di esso.
Sostenevano che il fatto delle sue
origini Babbane stesse offendendo la loro eredità, definendo
l’intero sistema “insicuro, antigenico e umiliante”. Per fortuna,
il governo non si è piegato ai loro desideri, imponendo invece che
solo gli alunni che avevano viaggiato sull’Hogwarts Express fossero
autorizzati a entrare nella scuola.
Una versione “reale” alla stazione di King’s Cross
A causa della popolarità
della serie di Harry
Potter, orde di fan hanno visitato la stazione di
King’s Cross a Londra da tutte le parti del mondo, per il solo
motivo di scattare fotografie vicino all’area in cui avrebbe dovuto
essere il binario 9 ¾.
Il numero aumentò al punto che le
autorità costruirono un piccolo carrello parzialmente incastrato in
una barriera, come se fosse stato già mezzo trasportato nel mondo
magico.
Perché ¾?
Poiché il binario 9
¾ si trova all’interno della gamma dei binari nove e
dieci, questo è il nome che è stato scelto per esso. Non c’è una
ragione specifica per spiegare perché questa particolare frazione
sia stata coinvolta, specialmente quando la barriera è direttamente
tra nove e dieci.
Avrebbe potuto essere altrettanto
facilmente Piattaforma 9 e ½, o Binario nove e due terzi. Lasciamo
la scelta all’immaginazione dell’autrice e accettiamo che sia
semplicemente così…
“Un’avventura corale vissuta
attraverso la crescita di un ragazzo e i passaggi naturali che
questa comporta. Un coming of age contemporaneo e fuori dal comune,
in cui sono quasi più gli adulti a cercare, e trovare, una guida
nei ragazzi”. Basterebbe questo breve scampolo. Poche parole,
estrapolate dalle note di regia del film. Sarebbero sufficienti a
cogliere l’essenza dell’esordio
cinematografico di Emilia Mazzacurati, figlia
di Carlo. Basterebbero, ma Billy merita qualcosa
in più. Perché non di rado ci si accosta alle prime volte con
diffidenza, con preconcetto; lasciando che la paura
dell’inesperienza di un nuovo sguardo si sostituisca alla curiosità
si svelarne le vedute. E Dimenticando che, non di rado, emergono
prodotti, opere o anche solo intuizioni di fronte alla cui
leggerezza, timori e pregiudizi, semplicemente, svaniscono.
Billy: la trama
La prima volta di Emilia
Mazzacurati ci trasporta presso una tranquilla cittadina
di provincia. Ci trasporta da Billy. Il ragazzo (Matteo
Oscar Giuggioli), abbandonato dal padre quando era ancora
piccolo, è un ex bambino prodigio e inventore di un podcast
musicale di successo. Ora, a diciannove anni, vive con la madre
Regina (una eccentrica Carla Signoris) e trascorre
buona parte del suo tempo in una roulotte, a giocare con Roberto (8
anni) ed altri bambini della città. Billy soffre da sempre di
attacchi di panico, è segretamente innamorato della vicina di casa
Lena (Benedetta Gris), sorella di Roberto, e non
sa che fare della sua vita.
L’arrivo nel quartiere di Zippo
(Alessandro
Gassmann), un tempo rocker di grande fama scappato nel
bel mezzo di un concerto ed eclissatosi dalla scena, cambia però le
carte in tavola. L’incontro con Billy smuove qualcosa; e tra fughe,
chiacchierate e lunghi silenzi si delineano per i due nuove strade,
nuovi sbocchi; in un andirivieni di bizzarri personaggi a cavallo
tra passato, presente e timore per il futuro.
Terra di frontiera
Emilia Mazzacurati
torna in “provincia”, in quei grovigli semi sconosciuti di vie che
a lungo hanno accompagnato il
percorso cinematografico del padre. A incorniciare il suo
racconto d’esordio è una cittadina del nord, non luogo (quasi)
senza tempo, scandito solo dal silenzioso susseguirsi delle fasi
lunari. Una terra di frontiera dalle sfumature western (il
soprannome del protagonista è Billy the Kid), segnata da una sua
pacifica ritmicità e abitata da caratteristici figuri – uno su
tutti Massimo (Giuseppe
Battiston), timido pompiere innamorato di Regina che
vive in una casa-barca ormeggiata sul fiume per fare fronte al
pericolo incendi.
L’inaspettata intrusione di Zippo,
in questo senso, è allora per certi versi assimilabile alla venuta
del cowboy, dello straniero senza nome, giunto da lontano nel tempo
e nello spazio. Un selvaggio
Ethan Edwars, un oscuro Django, qui localmente e brutalmente
rivisitati nello spaesamento esistenziale di un Alessandro Gassmann che è fallito tra i
falliti, dimenticato uomo di mezza età con pochi sogni e troppi
rimpianti.
Billy: un racconto di formazione
“sui generis”
Quella dipinta dalla regista
è una città isolata, “figlia d’arte” colma di padri senza
figli e figli senza padri. Ma il legame generazionale tra i
Mazzacurati non è questione esclusivamente
geografica (o sarebbe meglio dire scenografica?). A connettere
padre e figlia è infatti il cuore pulsante del film, la sua anima
coming of age, le sue (a)tipiche dinamiche di
“formazione”. Dinamiche a onor del vero trasversali nella storia
del cinema che qui, oltre a farsi memoria quasi scontata del lavoro
paterno (L’estate di Davide, 1998), avvicinano il
film della Mazzacurati alle atmosfere di un altro esordio, quelle
dell’indipendente How to be di Oliver
Irving (2008).
Se il disorientamento adolescenziale
di Davide e Art (un giovanissimo Robert Pattinson) rappresentano però il focus
accentratore dei rispettivi racconti, la narrazione di
Billy tenta una via leggermente diversa; facendo
perno sulla vicenda di vita del ragazzo per delineare un esistere
confusionario che è proprio dell’intera comunità che lo circonda. E
tracciando i confini di una provinciale Isola che non
c’è popolata di bimbi – più o meno cresciuti – sperduti.
Stupore e leggerezza
È forse in questo impeto, in questo
coraggioso osare che Emilia Mazzacurati smarrisce
alcuni punti di riferimento. E la sua “fiaba”, come del resto i
personaggi della stessa, vaga a tratti scombussolata, faticando a
gestire l’agognata coralità e non riuscendo a trovare un vero e
proprio equilibrio coerente nella gestione dei suoi molti
interpreti.
Rimane però un buon sapore, una
curiosità sincera; il desiderio di scoprire, al di là
dell’inesperienza, quali scorci sedurranno in futuro lo sguardo
della regista e su quali strade Mazzacurati
condurrà la propria macchina (da presa). Con la speranza, non così
remota, di ritrovarci presto a riabbracciare la leggerezza e lo
stupore di Billy. Lo stupore del bambino e del
ragazzo, lo stupore dell’adulto che ancora non sa cosa lo attende
lungo il cammino.
Ecco il primo trailer di
Billy, l’esordio dietro la macchina da presa di
Emilia Mazzacurati con protagonisti Matteo
Oscar Giuggioli, Carla Signoris,
Giuseppe Battiston,
Alessandro Gassmann, Benedetta Gris, Carlotta Gamba, Roberto
Citran, Sandra Ceccarelli. Il film è prodotto da Jolefilm
con Rai Cinema.
Billy, la trama
Billy (19 anni) è un ex bambino
prodigio che a 9 anni ha inventato e condotto un podcast di musica
di successo. Oggi vive con l’eccentrica madre Regina, è
segretamente innamorato di una sua vicina di casa, frequenta solo
bambini fra gli 8 e i 12 anni e non sa cosa fare della sua vita.
Finché non incontra il suo idolo d’infanzia, Zippo, un rocker
scomparso da anni. Le loro similitudini li porteranno a trovare un
modo di affrontare la vita. Ma non sempre quello che abbiamo tanto
desiderato poi va come vorremmo…
Secondo fonti non precisate (ma ritenute dal sito LiveForFilms
molto attendibili – Billy Zane avrebbe incontrato il regista
Christopher Nolan per discutere di un ruolo nel reboot di Superman
o – visto che Nolan sta lavorando a entrambi i progetti – nel terzo
film della franchise batmaniana.
Ovviamente la notizia è da prendere con le molle, data la velocità
con cui queste voci non confermate si diffondono nel web, ma Zane
potrebbe effettivamente essere perfetto per un ruolo in uno di
questi due importanti comic book movies.
Un biopic sul leggendario attore
deIl Padrino, Marlon Brando, prodotto e interpretato
dalla star di
TitanicBilly Zane, arriverà
presto sui nostri schermi. Intitolato Waltzing With
Brando, il lungometraggio sarà presentato in
anteprima il mese prossimo al Torino
Film Festival e, in vista della sua prima mondiale, è stata
diffusa una foto in anteprima del film. L’immagine mostra Zane nei
panni di Brando che ricrea un’indimenticabile immagine di Don Vito
Corleone, il memorabile personaggio di Brando del classico
poliziesco del 1972. A prima vista, è incredibilmente impossibile
dire che non sia Brando quello nell’immagine, poiché il cattivo di
Titanic ha un’incredibile somiglianza con la defunta
leggenda del cinema.
Scritto e diretto da Bill
Fishman, Waltzing
With Brando è un adattamento dell’omonimo libro di
Bernard Judge del 2011. Judge era un architetto
che incontrò Brando nel periodo che coincise con le riprese de
Il Padrino e Ultimo tango a
Parigi. Brando divenne un’ispirazione per Judge,
convincendo il giovane architetto a costruirgli quello che sarebbe
stato il primo rifugio ecologico del mondo sull’isola tahitiana di
Tetiaroa. Per il resto della sua carriera, Judge divenne famoso per
i suoi progetti e le sue innovazioni ecologiche. Il loro rapporto
di lavoro si trasformò in amicizia e a un certo punto entrambi
andarono a vivere insieme.
Waltzing with Brando sarà presentato in
anteprima mondiale al 42TFF in occasione della
cerimonia di premiazione di sabato 30 novembre. Insieme al regista,
sarà presente il protagonista Billy Zane che
interpreta, con una stupefacente e totale immedesimazione,
l’iconica star Marlon Brando.
Cosa aspettarsi da
“Waltzing With Brando”?
Waltzing With Brando non è
il tipico biopic che racconta l’intera vita di una persona, ma
cercherà invece di rappresentare un periodo distinto della vita di
Marlon. “Il tono del film è…. Non è il solito biopic, non è una
storia dalla culla alla tomba”, ha dichiarato Zane in un’intervista
a Entertainment Weekly. “Si tratta di un periodo di cinque
anni e di un’amicizia unica tra lui e il suo architetto, che cerca
di capire il design sostenibile tra la fine degli anni Sessanta e
l’inizio degli anni Settanta a Tahiti. È curiosamente un’ottima
lente su una figura, rispetto al tentativo di raccontare un’intera
vita”.
Oltre a Il Padrino e
Ultimo tango a Parigi, il biopic coprirà anche il periodo
in cui Brando ha interpretato il padre kryptoniano di Kal-El in
Superman (1978). Possiamo quindi
aspettarci di vedere Zane infilarsi in un abito per ricreare un
altro ruolo memorabile di Marlon Brando, come ha ulteriormente
condiviso: “Letteralmente, abbiamo solo aggiunto un piccolo outtake
di Jor-El – di lui che fa outtakes durante le riprese di
[Superman]. Abbiamo trovato quel [filmato] online e abbiamo pensato
che fosse la cosa più divertente”. Sembra proprio che Valzer
con Brando sarà un’esperienza nostalgica per gli amanti dei
film di Marlon Brando e per coloro che hanno condiviso lo
schermo con lui. Dobbiamo anche aspettarci una performance
incredibile da parte di Zane: il direttore del festival
Giulio Base ha detto a Variety della sua interpretazione: “Non ci crederete: è
posseduto da Marlon Brando”.
La data di uscita nelle sale non è
ancora stata annunciata, ma Waltzing with Brando sarà
presentato nella serata di chiusura del Torino Film Festival, in
programma dal 22 al 30 novembre a Torino. Un trailer dovrebbe
arrivare presto, quindi restate sintonizzati su Collider per
saperne di più.
Ospite al CinemaCon, il regista
premio Oscar Ang Lee ha proiettato il trailer del
suo ultimo film, Billy Lynn’s Long Halftime
Walk, girato a 120 fotogrammi al secondo (HFR). Per
dare un’idea di ciò di cui stiamo parlando, ricordiamo che la
trilogia de Lo Hobbit è stata girata e proiettata a 48 fotogrammi
al secondo, mentre un film normale è girato a 24 fotogrammi al
secondo. Per intenderci, Billy Lynn’s Long Halftime
Walk sarà “veloce” più del doppio de Lo
Hobbit.
Le reazioni a questo ulteriore
esperimento con la tecnica cinematografica sono state generalmente
entusiaste, e tutte sottolineano l’aspetto molto emozionale del
film. Di seguito alcuni commenti su Twitter:
BILLY LYNN by far the best new footage I’ve
seen at #CinemaCon so
far. Top of the must see list this year.
Scritto da Simon
Beaufoy, il film è tratto dal romanzo È il tuo Giorno,
Billy Lynn?
Di seguito la trama del romanzo: I
dieci soldati della squadra Bravo hanno compiuto una coraggiosa
azione di guerra in Iraq, immortalata per caso dalle telecamere di
un tg; trasformati di colpo in eroi nazionali, vengono richiamati
in patria per due settimane di Victory Tour (interviste in tv,
visita alla Casa Bianca, comizi pubblici aperti dal sermone di un
predicatore), che culminano nell’apparizione come ospiti d’onore
alla tradizionale, popolarissima partita di football del Giorno del
Ringraziamento. Durante questa fatidica giornata, fra le strette di
mano ai petrolieri texani, le canne fumate di nascosto, il trauma
ancora vivissimo della recente morte di un compagno, la sensualità
delle cheerleader, le avances di Hollywood e una proposta di
diserzione, il diciannovenne caporale Billy Lynn cerca di non
impazzire: la mattina dopo, la squadra deve tornare al fronte. La
spettacolarizzazione dello sport e della guerra, il conflitto di
classe, lo strapotere dell’entertainment e del mercato, ma anche la
forza dell’amicizia, la paura della morte e la scoperta
dell’amore.
Ecco la prima immagine
dell’ambizioso film di Ang Lee,
Billy Lynn’s Long Halftime Walk,
adattamento dell’omonimo romanzo di Ben Fountain,
e il cast comprende Vin Diesel, Kristen Stewart, Garrett
Hedlund, Steve Martin, Ben Platt, Chris Tucker e
l’esordiente Joe Alwyn.
Il film è stato girato a 120 fotogrammi al secondo (HFR). Per
dare un’idea di ciò di cui stiamo parlando, ricordiamo che la
trilogia de Lo Hobbit è stata girata e proiettata a 48 fotogrammi
al secondo, mentre un film normale è girato a 24 fotogrammi al
secondo. Per intenderci, Billy Lynn’s Long Halftime
Walk sarà “veloce” più del doppio de Lo
Hobbit.
Billy Lynn’s Long Halftime Walk è
l’adattamento dell’omonimo romanzo di Ben
Fountain, e il cast comprende Vin Diesel, Kristen
Stewart, Garrett Hedlund, Steve Martin, Ben Platt, Chris
Tucker e l’esordiente Joe Alwyn.
Di seguito la trama del romanzo: I dieci soldati della squadra
Bravo hanno compiuto una coraggiosa azione di guerra in Iraq,
immortalata per caso dalle telecamere di un tg; trasformati di
colpo in eroi nazionali, vengono richiamati in patria per due
settimane di Victory Tour (interviste in tv, visita alla Casa
Bianca, comizi pubblici aperti dal sermone di un predicatore), che
culminano nell’apparizione come ospiti d’onore alla tradizionale,
popolarissima partita di football del Giorno del Ringraziamento.
Durante questa fatidica giornata, fra le strette di mano ai
petrolieri texani, le canne fumate di nascosto, il trauma ancora
vivissimo della recente morte di un compagno, la sensualità delle
cheerleader, le avances di Hollywood e una proposta di diserzione,
il diciannovenne caporale Billy Lynn cerca di non impazzire: la
mattina dopo, la squadra deve tornare al fronte. La
spettacolarizzazione dello sport e della guerra, il conflitto di
classe, lo strapotere dell’entertainment e del mercato, ma anche la
forza dell’amicizia, la paura della morte e la scoperta
dell’amore.
Ecco il primo trailer ufficiale
dell’ambizioso film di Ang Lee,
Billy Lynn’s Long Halftime Walk,
adattamento dell’omonimo romanzo di Ben Fountain.
Il cast comprende Vin Diesel, Kristen Stewart, Garrett
Hedlund, Steve Martin, Ben Platt, Chris Tucker e
l’esordiente Joe Alwyn.
Il film è stato girato a 120
fotogrammi al secondo (HFR). Per dare un’idea di ciò di cui stiamo
parlando, ricordiamo che la trilogia de Lo Hobbit è stata girata e
proiettata a 48 fotogrammi al secondo, mentre un film normale è
girato a 24 fotogrammi al secondo. Per intenderci,
Billy Lynn’s Long Halftime Walk sarà
“veloce” più del doppio de Lo Hobbit.
Billy Lynn’s Long
Halftime Walk è l’adattamento dell’omonimo romanzo di
Ben Fountain, e il cast comprende Vin
Diesel, Kristen Stewart, Garrett Hedlund, Steve Martin, Ben Platt,
Chris Tucker e l’esordiente Joe
Alwyn.
Di seguito la trama del romanzo: I
dieci soldati della squadra Bravo hanno compiuto una coraggiosa
azione di guerra in Iraq, immortalata per caso dalle telecamere di
un tg; trasformati di colpo in eroi nazionali, vengono richiamati
in patria per due settimane di Victory Tour (interviste in tv,
visita alla Casa Bianca, comizi pubblici aperti dal sermone di un
predicatore), che culminano nell’apparizione come ospiti d’onore
alla tradizionale, popolarissima partita di football del Giorno del
Ringraziamento. Durante questa fatidica giornata, fra le strette di
mano ai petrolieri texani, le canne fumate di nascosto, il trauma
ancora vivissimo della recente morte di un compagno, la sensualità
delle cheerleader, le avances di Hollywood e una proposta di
diserzione, il diciannovenne caporale Billy Lynn cerca di non
impazzire: la mattina dopo, la squadra deve tornare al fronte. La
spettacolarizzazione dello sport e della guerra, il conflitto di
classe, lo strapotere dell’entertainment e del mercato, ma anche la
forza dell’amicizia, la paura della morte e la scoperta
dell’amore.
Torna sui grandi schermi Ang
Lee, pluripremiato regista taiwanese, vincitore – per ben
due volte – dell’Oscar alla Miglior Regia (per i film I
Segreti di Brokeback Mountain e Vita di
Pi).
Americano di adozione, in questa sua
ultima opera Lee tratta di uno dei temi cardini
dell’americanwayof life, quello
dell’amore verso la propria patria.
Lo spinoso argomento della guerra in
Iraq non è infatti che un pretesto per raccontare, dal
personalissimo punto di vista di un Soldato Speciale, come viene
vissuta dai giovani militari americani l’esperienza di vita
collettiva e di responsabilità militare verso il proprio paese.
Tratta dal best seller di
Ben Fountain, “È il tuo giorno, Billy
Lynn!”, la storia parla del breve periodo di licenza concesso
al Soldato Scelto Billy Lynn (l’esordiente Joe
Alwyn), diciannovenne texano costretto da cause di forza
maggiore, ad arruolarsi nell’esercito e a partire per l’Iraq. Le
vicende del soldato sono inframmezzate da continui flashback che
riguardano il drammatico episodio accaduto in terra straniera, dove
la morte del Sergente Maggiore (Vin Diesel) –
ripresa per caso dalla telecamera di un giornalista – ha permesso
alla Squadra Bravo di salire alle luci della ribalta ma,
contemporaneamente, ha sprofondato i soldati negli abissi dei
disturbi post-traumatici.
Ang Lee dirige col
suo personale stile, ormai noto, avvalendosi come sempre di
un’ottima fotografia (di Jhon Toll) e aiutandosi –
per la prima volta nella storia del cinema – di una camera da presa
da 120 frame al secondo, girando in 3D a 4k di altissima
risoluzione. Questa particolare scelta registica è dovuta alla
volontà di far fare allo spettare una full immersion
all’interno dell’esperienza esistenziale di un soldato di stanza in
Iraq.
Il realismo è stata la parola-chiave
con la quale il regista ha messo mano ad una storia fittizia ma
incredibilmente verosimile, dove nulla è edulcorato e la realtà è
indagata con occhio concreto.
È il tuo giorno, Billy
Lynn!: nuovo trailer ufficiale del film di Ang
Lee
Si è fatto un gran parlare,
soprattutto da parte della stampa americana, dell’aspetto pro o
anti-guerra del film, quando in verità quello che emerge
chiaramente dagli intenti di regista e sceneggiatore non è
schierarsi a favore o contro la questione bellica, quanto piuttosto
far emergere l’uso puramente commerciale che gli Stati Uniti ne
fanno.
Paragonato infatti all’evento del
Super Bowl, al quale la squadra Bravo viene invitata in veste di
ospite d’onore, il vissuto traumatico dei soldati viene dato in
pasto ai mass media alla stessa stregua di una partita di football
o di un concerto di pop stars. Marionette mosse dal Grande
Fratello, i reduci dell’Iraq si dimostrano molto più umani e
supportivi dell’impietoso star system, che vorrebbe per altro
acquisire la loro storia per pochi dollari trasformandola in un
colossal-movie dall’incasso facile.
In questo senso le due ore
di film scorrono godibilissime, non inducendo forzatamente lo
spettatore a parteggiare per buoni o cattivi, eppur ritagliandosi
quei pochi momenti strappalacrime messi lì proprio per ricordarci
che, in fondo, stiamo pur sempre di fronte ad una favola. Perché la
guerra, così come la vita vera, non può essere compresa se non da
chi l’ha vissuta personalmente.
Reduce dall’Oscar alla miglior regia
per Vita di Pi,
il regista Ang
Lee ha portato al cinema nel 2016 l’epico film di
guerra Billy Lynn –
Un giorno da eroe, basato sul romanzo È il
tuo giorno, Billy Lynn. Questo è stato pubblicato nel 2012
dallo scrittore Ben Fountain, ed essendosi
dimostrato da subito un grande successo di pubblico venne ben
presto opzionato per una trasposizione cinematografica. Nel
realizzarlo, Lee ha richiesto di poter utilizzare una particolare
tecnica cinematografica, poi divenuta la caratteristica principale
di questo film come anche del suo successivo Gemini
Man.
Billy Lynn – Un giorno da
eroe è infatti il primo film ad utilizzare l’extra-high
frame rate, ovvero con 120 frame al secondo. Questo ha
permesso al titolo di stabilire un vero e proprio record, con una
media di cinque volte superiore allo standard di 24 frame al
secondo. L’intento del regista era infatti quello di dar vita ad un
film particolarmente realistico e immersivo per gli spettatore.
L’effetto visivo ottenuto permette così di seguire con grande
trasporto emotivo le vicende dei protagonisti. L’utilizzo di questa
tecnica portò naturalmente a far aumentare i costi di produzione, e
il film divenne uno dei più grandi progetti dell’autore cinese.
Presentato poi in anteprima mondiale
al New York Film Festival, il titolo non incontrò un parere
particolarmente favorevole da parte della critica. In generale,
molti hanno elogiato l’aspetto visivo del film, il quale non è però
supportato da una solida sceneggiatura. Anche al box office la
pellicola non ottenne risultati entusiasmanti, finendo con
l’incassare circa 30 milioni di dollari a fronte di un budget di
40. Billy Lynn – Un giorno da eroe è però un titolo da
rivalutare, che segna un considerevole traguardo nel progresso
tecnologico e mostra ancora una volta le grandi capacità
cinematografiche del regista premio Oscar.
Billy Lynn – Un giorno da eroe: la
trama del film
Protagonista del film è il soldato
semplice Billy Lynn, il quale a soli diciannove anni si ritrova ad
essere osannato come eroe nazionale insieme ai suoi commilitoni
della Bravo Squad. Il motivo di tale celebrità è da ricondursi ad
una loro coraggiosa azione durante la guerra in Iraq. Il gruppo
viene così ricondotto negli Stati Uniti, dove vengono celebrati con
interviste e festeggiamenti. Si ritrovano invitati al Super Bowl e
alla Casa Bianca per incontrare il presidente. Come se non
bastasse, un produttore cinematografico inizia a seguirli
desideroso di realizzare un film su di loro. Sottoposti dunque ad
una pressione mediatica fuori dalla norma, il gruppo inizia a
manifestare dei primi sintomi di cedimento.
Non tutta la verità è infatti stata
raccontata, e vi sono alcuni retroscena di quanto accaduto in Iraq
che i soldati sperano non vengano alla luce. Billy Lynn, però, è
quello che più di altri fatica a mantenere un distacco emotivo a
riguardo, e proverà una fatica ben maggiore nel doversi sottoporre
alle luci della ribalta. Egli non riesce infatti a dimenticare gli
orrori della guerra, i quali lo traumatizzano ancora a distanza di
tempo. In particolare, però, il giovane soldato è rimasto
particolarmente sconvolto dalla morte di un suo commilitone, evento
sul quale vi sono diversi interrogativi.
Billy Lynn – Un giorno da eroe: il
cast del film
Per interpretare il ruolo del
giovane soldato protagonista Billy Lynn, il regista ricercò a lungo
il giusto interprete. Era infatti consapevole che assegnare il
ruolo alla persona sbagliata poteva rivelarsi particolare dannoso.
La svolta arrivò però nel momento in cui alle audizioni si presentò
JoeAlwyn, il quale aveva da poco
terminato gli studi di recitazione e non aveva ancora mai recitato
in un film. Dopo averlo visto al provino, Lee decise di tenere in
forte considerazione il giovane. Questi, però, dovette superare lo
scetticismo dei produttori, i quali non volevano assegnare il ruolo
del protagonista ad uno sconosciuto. Dopo numerosi test e colloqui,
Alwyn riuscì infine ad ottenere la parte.
Per prepararsi al ruolo, egli si
sottopose ad un lungo allenamento fisico, volto a far aumentare la
sua massa muscolare. Ciò permise all’attore di poter prendere parte
alle complesse sequenze previste dal copione. Alwyn, inoltre,
essendo inglese di nascita, iniziò a studiare l’accento americano
al fine di risultare credibile nel ruolo. Il suo lavoro su questo
fu talmente convincente che i suoi colleghi lo credettero davvero
di origini americane. Nel film sono poi presenti anche altri noti
nomi di Hollywood. Kristen
Stewart recita nel ruolo di Kathryn Lynn, mentre
Garrett
Hedlund è il sergente Dime. Vin
Diesel compare nei panni del sergente maggiore Shroom,
e Steve Martin in quelli di Norm Oglesby.
Tim Blake Nelson, infine, recita nel ruolo di
Wayne Foster.
Billy Lynn – Un giorno da eroe: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Billy Lynn – Un giorno
da eroe è infatti presente su Rakuten TV,Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e
Amazon Prime Video. Per poter usufruire
del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale o
noleggiare il singolo film. In questo modo sarà poi possibile
vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video,
senza limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in
televisione per lunedì 19ottobre alle ore 21:30 sul
canale TV8.
Billy Elliot è uno
dei film cult della vita, che fa riflettere e commuovere. Non si
può restare inermi dinanzi alla storia di Billy Elliot, un
ragazzino di appena undici anni che sa quale sia il sogno della sua
vita: diventare un ballerino di danza classica. Ambientato nel
1984, quando ci fu lo sciopero dei minatori inglesi a causa della
chiusura delle miniere dovuta dalle disposizioni di Margaret
Thatcher, la storia di Billy Elliot era destinata
a diventare uno dei film del cuore per miliori di cinefili e
non. Ecco dieci cose che, forse, non sapevate su
Billy Elliot.
Billy Elliot: film
1. Billy Elliot avrebbe
dovuto avere un titolo diverso. Il titolo originale di
Billy Elliot sarebbe dovuto essere Dancer, ma
quando il film venne preso al Festival
di Cannes c’era anche un altro film chiamato Dancer in the
Dark (2000) di
Lars Von Trier, che ha vinto la Palma d’Oro, causando una gran
confusione. Date le circostanze, la Universal ha realizzato che
sarebbe stato il caso di cambiare nome e, quindi, il film venne
denominato come Billy Elliot.
2. Billy Elliot è stato
scritto da Lee Hall. Il film è stato scritto da
Lee Hall, ambientato tra il 1984/1985 e poi nel
1999, quando era un neofita delle sceneggiature, cercando di
raccontare la sua storia in modo visuale. La prima immagine che gli
è venuta in mente è stata quella di un bambino che salta su e giù
sul letto, scena che poi è stata effettivamente realizzata. Una
volta avuta in mente quest’immagine, il resto è arrivato a cascata.
Il film si ispira in parte anche a E le stelle stanno a
guardare (1940), film basato sul romando di A.J. Cronin che
narra di varie ingiustizie di una comunità nel nord-est
dell’Inghilterra.
Il film aveva come protagonisti
Michael Redgrave, Emlyn Williams e
Margaret Lockwood e alcune delle rprese sono state
fatte a Tynecastle, dove Lee Hall è nato. Ma non è tutto: Billy
Elliot si ispira anche alla storia del ballerino Philip Mosley
del Royal Ballett, che Lee Hall ha incontrato mentre stava facendo
le ricerche per realizzare la versione definitiva della
sceneggiatura. Marsden è del nord dell’Inghilterra e la sua
famiglia aveva un trascorso nell’ambiente minerario. Dalla
sceneggiatura del film è stato tratto un romanzo omonimo di Melvin
Burgess, uscito in Italia nel 2002, diventando un ottimo romanzo di
formazione per ragazzi.
3. Quando Billy Elliot
venne girato, Jamie Bell aveva 14 anni. Durante il periodo
delle riprese di Billy Elliot, Jamie Bell stava entrando nel periodo della
pubertà. Per alcuni dialoghi è stato necessario
post-sincronizzarli, in quanto la sua voce si spezzava in alcuni
momenti. La scena di apertura, nella quale Billy salta sul letto, è
stata tra le ultime ad essere girata. In quel frangente, Jamie Bell
aveva cominciato ad acquisire i peli sulle gambe e fu necessario
depilarlo.
Billy Elliot: musical
4. Billy Elliot ha avuto
una versione teatrale nel 2005. Quando Elton John vide il film per la prima volta a
Cannes, ha avuto subito l’idea di realizzare uno spettacolo
teatrale, coinvolgendo il regista dell’omonimo film Stephen
Daldry. Lo spettacolo teatrale ha debuttato nel West End
nel 2015, aggiudicandosi tante nomination e diversi premi: per
realizzarlo, sono stati usati 5,5 milioni di sterline, circa tre
milioni in più della realizzazione del film. Nel 2008 ha debuttato
a teatro, nel ruolo diel migliore amico di Billy,
Tom Holland, prima di diventarne il protagonista nello
stesso anno.
5. Il musical di Billy
Elliot è arrivato anche in America. Quando il musical è
sbarcato a Broadway, è costato circa 18 milioni di dollari. Tutte e
tre le realizzazioni (film, West End e Broadway) sono stati de
grandi successi commerciali. A Broadway Billy Elliot ha
debuttato all’Imperial Theater il 13 novembre 2008, realizzando
qualcosa come 675 repliche e vincendo il Tony Award per il Miglior
Musical nel 2009.
Billy Elliot: cast
6. Jamie Bell ha preso
lezioni di balletto. Jamie Bell ha avuto alcune situazioni
che ha condiviso con il suo personaggio: durante la scuola
secondaria, Bell ha preso lezioni di balletto e di danza classica
che gli ha causato spesso atti di bullismo psicologico. Così, Bell
ha utilizzato alcune delle sue esperienze quando ha interpretato il
ruolo di Billy Elliot. Inoltre, Bell è l’unico dei quattro
protagonisti principali che proviene dall’area in cui è stato
realizzato il film.
7.
Julie Walters ha avuto la sua prima esperienza con la danza
grazie a Billy Elliot.Julie Walters,
prima del film, non aveva mai avuto esperienze con il balletto. Ha
anche ammesso che, durante il film, stava entrando in menopausa ed
è stata dura realizzare le coreografie mentre le aveva le classiche
vampate di calore. Ha ammesso di essersi sentita come l’ippopotamo
di Fantasia (1940).
8. Burberry ha celebrato il
film. Per celebrare i 15 anni dall’uscita del film,
Burberry ha voluto realizzare una campagna per il Natale del 2015,
con Julie Walters, Elton John, Michelle Dockery, Naomi
Campbell e Rosie Huntington-Whiteley.
Billy Elliot: sistina
9. Billy Elliot è sbarcato
al Sistina di Roma. Dal 2015 Billy Elliot è
arrivato a Roma, al teatro Sistina, replicato nel 2018. Lo
spettacolo è stato diretto e adattato in italiano da
Massimo Romeo Piparo ed è ultimamente andato in
scena dal 6 al 22 aprile 2018. Fedele trasposizione nel musical
originale britannico, lo spettacolo ha avuto modo di esistere
grazie alla produzione di PeepArrow Entertainment e di
Il Sistina, con la promessa di suscitare nuove emozioni e
un cast rinnovato, con la presenza di tre giovani allievi
dell’Accademia Il Sistina.
Billy Elliot streaming
10. Pur essendo un film
apprezzato e molto amato, trovarlo in streaming è un po’
difficoltoso di questi tempi. Non presente sulle
piattaforme più utilizzate, quali Netflix o Infinity, è possibile trovare Billy Elliot
su Google Play o su ITunes.