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Box Office USA del 27 Febbraio

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Nel weekend degli Oscar, in cima al Box Office statunitense, non troviamo uno dei candidati alla statuetta, ma una nuova uscita: Act of valor, che narra le vicende di alcuni Navy seals che devono recuperare un agente della CIA rapito. Il film ha incassato quasi 25 milioni di dollari. In seconda posizione troviamo invece Good deeds, un film interamente realizzato da Tyler Perry, attore conosciuto in patria per i film in cui interpreta l’anziana e corpulenta Madea, nella serie di film omonima. Questa commedia invece incassa 16 milioni di dollari. Dopo una settimana passata oltre la metà bassa della classifica, risale Journey 2: the mysterious island che incassa 13.5 milioni di dollari arrivando ad un totale di 76. Safe house, che aveva dominato il box office statunitense la scorsa settimana, lo troviamo in quarta posizione, con un incasso settimanale di 11 milioni di dollari che portano il suo totale a 98. A metà classifica la storia di amore e di riconquista di The vow, presente in classifica da 3 settimane, ha raggiunto quota 103 milioni di dollari.

In sesta posizione si ferma Ghost rider: Spirit of vengeance, Nicolas Cage è stato candidato ai Razzie Awards sia come peggior attore che come peggior coppia (sulla fiducia, chiunque gli fosse stato al fianco in uno qualsiasi dei film usciti quest’anno con lui protagonista) chissà se l’incasso settimanale del film, di quasi 9 milioni di dollari, è stato influenzato da questa doppia nomination. In settima posizione troviamo invece la spy story This means war, che incassa 8.5 milioni di dollari, mentre la nuova commedia con Paul Rudd e Jennifer Aniston esordisce all’ottavo posto; Wanderlust incassa infatti solo 6 milioni di dollari. Chiudono la classifica il thriller con Amanda Seyfried Gone, che incassa 5 milioni di dollari e il film di animazione Arrietty in decima posizione con un incasso totale di 14 milioni di dollari.

La prossima settimana usciranno: Project X, che racconta di tre ragazzi arrivati all’anno finale al college che decidono di organizzare una festa indimenticabile, ma che ad un certo punto va fuori controllo; Boy, film campione d’incassi in Nuova Zelanda che ha raccolto tramite Kickstarter, un sito di crowdfunding, i soldi necessari per l’uscita negli Stati Uniti, e addirittura, l’italianissimo Gianni e le donne, distribuito come Salt of life, vedremo che riscontro avrà in sala.

Oscar 2012: un commento a caldo

Oscar 2012: un commento a caldo

Appena conclusa la cerimonia degli Oscar 2012 gli ambiti Academy Awards. Come al solito nessuno è contento un po’ perché non si possono premiare tutti i film (che premi sarebbero!) un po’ perché i criteri di premiazione sono sempre più arbitrari. Tuttavia non facciamo polemiche a quest’ora e in questa sede, andiamo un po’ a vedere chi si è portato a casa la preziosa statuetta di Oscar 2012.

Oscar 2012 è il trionfo di The Artist

Il trionfo telefonatissimo di The Artist era prevedibile, il film di Hazanavicius si è portato a casa miglior colonna sonora, miglior regia, miglior attore Jean Dujardin, miglior costumi e naturalmente miglior film. Nulla da obbiettare, un bel film premiato senza dubbio tuttavia il premio alla regia resta quello più strano da inquadrare quanto in gara c’erano Scorsese con un bellissimo Hugo e quel genio di Malick, ancora una volta snobbato. Anche Hugo però ha vinto cinque statuette tutte ‘tecniche’: miglior fotografia, miglior effetti speciali, miglior scenografia (unico premio italiano a Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo), miglior missaggio e montaggio del suono. Tutti meritati invece i premi agli attori: Dujardin come migliore protagonista è sicuramente una scelta scontata ma eccellente e lo stesso dicasi per la bravissima Octavia Spencer per The Help.

Christopher Plummer per The Beginners si è portato a casa la sua prima statuetta in 60 anni di carriera accogliendola con queste dolci parole: “Sei appena due anni più vecchio di me, dove sei stato tutto questo tempo?“. E infine il premio a sorpresa a Meryl Streep che con la sua 17esima nomination e la sua terza statuetta l’attrice è entrata nella storia, ha raggiunto Jack Nicholson, Ingrid Bergman e Walter Brennan e si candida con questo ritmo a eguagliare il primato assoluto di quattro premi Oscar detenuto adesso dall’immensa Katherine Hepburn.

Meritata la statuetta alla sceneggiatura originale di Midnight in Paris, oggettivamente l’unico film che potesse vincere in questa categoria, e Allen come al solito non era presente a ritirare il premio! Un po’ dura da mandar giù invece la statuetta assegnata ad Alexander Payne per la sceneggiatura non originale di Paradiso Amaro. Trionfo annunciato per il bellissimo Una separazione di Asghar Farhadi, film iraniano che è per l’interpretazione la regia e soprattutto la sceneggiatura il meritatissimo vincitore della categoria miglior film straniero, un premio per cui l’Italia detiene il maggior numero di vittorie, 11 Oscar, ma che da troppo tempo latita nel nostro Paese (dai tempi de La Vita è Bella di Benigni).

Promossa a pieni voti invece la conduzione, Billy Crystal si è dimostrato come al solito un ottimo ospite, ha canticchiato, ha fatto qualche battuta, ha presentato con sobrietà l’omaggio ai deceduti dell’ultimo anno, momento sempre molto commovente, ha accompagnato con eleganza e ironia la serata al termine, e con lui grandi sono stati i co-presentatori, attori e attrici che hanno assegnato i premi. Si segnalano per bellezza e simpatia Emma Stone, la coppia Diaz-Lopez e il loro splendido lato B e Will Ferrell e Zach Galifianakis nel loro piccolo momento comico che ogni anno qualcuno si addossa.

Qualche piccolo rimpianto questa serata se lo porta dietro, a partire dal mancato premio a Terrence Malick per la regia, ma soprattutto alle bravissime attrici e ai bravissimi attori rimasti a bocca asciutta, su tutti Max Von Sydow, Jessica Chastain e soprattutto la bravissima Glenn Close.

Il giudizio dell’Academy è insindacabile, sempre più spesso imperscrutabile ma infondo a tutti va bene così, gli Oscar fanno sognare, ridere, arrabbiare e battere il cuore, e così continueranno a fare.

Oscar 2012: ecco i vincitori!

Oscar 2012: ecco i vincitori!

La lunga notte al Kodak Theatre ha dato i suoi frutti, le buste sono state strappate, i premi consegnati e noi vi riportiamo la lista completa dei vincitori che quest’anno hanno brillato nel

Oscar 2012: ecco il red carpet in diretta!

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Il sito PopSugar ha messo già a disposizione il link allo streaming del red carpet degli Oscar 2012.

Ecco il live streaming al red carpet direttamente da Los Angeles! La notte più luminosa dell’anno sta per cominciare! e voi siete pronti?

Oscar al miglior film 2012: per voi vince Hugo!

E’ eloquente e non ammette repliche, per i lettori di Cinefilos.it l’Oscar al miglior film per il 2012 va a Hugo, il delicato fantasioso e tridimensionale omaggio di Martin Scorsese al cinema di Georges Méliès.

Edward mani di forbice, il film di Tim Burton

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Edward mani di forbice, il film di Tim Burton

Edward mani di forbice è il film del 1990 di Tim Burton con protagonisti nel cast Johnny Depp, Winona Ryder, Dianne Wiest, Alar Arking e Vincent Prince

  • Anno: 1990
  • Regia: Tim Burton
  • Cast: Johnny Depp (Edward); Winona Ryder (Kim Boggs); Dianne Wiest (Peggy Boggs); Alan Arkin (Bill Boggs); Robert Oliveri (Kevin Boggs); Anthony Michael Hall (Jim); Vincent Prince (l’inventore).

Edward mani di forbiceTrama: Ad un ridente e colorato quartiere si contrappone un tetro e  tenebroso castello dove da troppo tempo ormai vive in completa solitudine il giovane Edward, creatura quasi umana, la cui imperfezione lo costringe ad isolarsi dal resto del mondo, timoroso di affacciarsi ad una società poco incline ad accettarlo.

Edward, che per mani ha delle forbici a causa della prematura morte del suo creatore, sviluppa così una straordinaria capacità creativa che grazie alla premura e alla generosità di Peg, rappresentante Avon alla disperata ricerca di clienti, varrà l’amicizia dell’intero vicinato. Il coraggio di questa donna e la voglia di Edward di conoscere una realtà diversa da quella sino ad allora vissuta non basteranno pero perché il quartiere si liberi definitivamente di quei pregiudizi di cui tanto paventava il giovane, costretto a rapportarsi con un bigottismo ed una ipocrisia a causa dei quali preferirà tornare alla sua cara e fedele solitudine.

Edward mani di forbice, il film la cui favola romantica ha emozionato milioni di persone

Edward mani di forbiceAnalisi: Per molti il lavoro in assoluto più autobiografico di questo eccentrico ed eccelso regista, per altri un film il cui genere fantasy la dice lunga sulla possibilità di auspicare ad un buon riscontro al box office, per il cui confronto con altre pellicole cinematografiche ci si aspetti lo sviluppo di un tema lontano dal fiabesco, per altri ancora il delicato tentativo di Tim Burton di trasferire quanto di più essenziale nonché prezioso nella vita di ciascuno di noi in cento minuti raccontati con una leggerezza straordinaria. Perché ai tanti cimentatesi in Edward mani di forbice non passa certamente in sordina il messaggio che il regista ha voluto far trapelare, sebbene in maniera curiosa e tipica di chi delle proprie pellicole ne ha fatto sempre motivo di grande riflessione morale: la diversità sociale e la forsennata ricerca di una perfezione stereotipata e omologante.

Con Edward mani di forbice Tim Burton sperimenta il suo primo lungometraggio da “solista”, fondando la Tim Burton Productions in collaborazione con la Fox; il tema, reduce da bozzetti che l’hanno ispirato tra i banchi di scuola, testimonia la grande sensibilità di un uomo intento a render protagonisti nei suoi lavori coloro che nella vita protagonisti non sono affatto. Il diverso viene percepito e rappresentato come unica variante alla piattezza e alla paranoica vita dell’ammasso sociale, intrappolato nella propria abitudinarietà  fatta di banali e insignificanti certezze, in uno sfondo di drammatica ipocrisia.

In Edward, magnificamente interpretato da un favoloso Johnny Depp la cui partecipazione varrà un sodalizio con il regista che ad oggi conta ben sei film da protagonista, è facile cogliere quello spirito pop e reazionario che fanno di Tim Burton un regista assolutamente esclusivo, lontano dai tradizionali schemi hollywoodiani. La sua penna è assolutamente inconfondibile sia come sceneggiatore che come regista e in ciascuno dei suoi capolavori firma quell’universo che gli è tanto caro, fatto di nobili sentimenti, sebbene coltivati nella propria interiorità e difficilmente condivisi con il resto del mondo. Il cinema di Tim Burton racconta proprio questo, il mondo introverso che è proprio di ciascuno di noi e lo fa con una semplicità ingannevolmente subdola ed infantile, scegliendo quell’atmosfera favolistica troppo semplice da criticare, ma effettivamente la sola in grado di far volare chiunque entri nei suoi personaggi, purché mossi da un animo sensibile e sognante.

Edward mani di forbiceI contrasti cromatrici che si ravvisano costituiscono il filtro di cui si avvale Burton per rappresentare la favola della diversità sociale, la cui essenzialità, che si colora di sgargianti tinte pastello, e la spigliatezza del quartiere, estremizzato da strade deserte e aridi giardini privi di qualsiasi connotato naturale, si oppongono ad un castello tetro e opprimente il cui aspetto poco rassicurante ne costituisce però solo un ingannevole facciata, dietro la quale si nasconde un meraviglioso giardino, lontano dagli schemi convenzionali tipici del qualunquismo di massa.

Dunque il genio incompreso per antonomasia, percepito dal resto della società come un fenomeno da baraccone, la cui artisticità sembra sconvolgere positivamente i fanatici buonisti, allegoria della società dei consumi dai tipici tratti statunitensi. La metafora delle forbici, causa dell’isolamento di Edward, si plasma in dono meraviglioso percepito come tale dal momento in cui la società alla quale il giovane si affaccia si spoglia della diffidenza verso il diverso, cogliendone quei tratti per i quali si è in grado di nutrire affetto.

Ma la curiosità tollerante per il nuovo ha breve durata e il nichilismo e la scaltrezza del popolino alla fine prevalgono. L’animo gentile e l’ingenuità pura di Edward non riescono infatti a scalfire il resto della collettività, incapace di andare oltre quella corazza fatta di tratti e connotati troppo distanti dagli stereotipi in voga in quegli anni, simbolo di una spaventosa involuzione umana. Non è un caso che il solo a mostrare comprensione e affatto nei confronti di Edward sia l’agente di colore, unico tra l’altro tra gli inconfondibili “bianchi” , icona della diversità per eccellenza, come a dire tra diversi ci si capisce e ci sostiene.

Edward mani di forbiceLa musica, a cura dell’amico Danny Elfman, precede in simbiosi con l’aspetto favolistico del film, attraverso la riproduzione di modulazioni che riecheggiano suoni gradevoli e sognanti, in grado di proiettare chiunque l’ascolti nella propria lontana o vicina infanzia. Sebbene l’aspetto musicale non pervada totalmente la pellicola, questa ne costituisce certamente un elemento fondamentale che accompagna quelle scene la cui portata morale si intensifica.

Edward mani di forbice è un capolavoro che conferma la grandiosità di un regista profondamente attento alle tematiche sociali, alternativamente rappresentate attraverso un forte e predominante aspetto anticonformista, un film che lascia il segno della sua rilevante portata riflessiva: questo Edward mani di forbici di Tim Burton.

Spirit Awards 2012: trionfo per The Artist

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Si è svolta nella notte a Santa Monica la 27ma edizione degli Independent Spirit Awards, gli Oscar del cinema indipendente americano. Incetta di

Fatiche erculee per Dwayne “The Rock” Johnson?

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Dwayne JohnsonDwayne Johnson è in trattativa con la MGM per entrare nel cast di Hercules, di Brett Ratner (Tower Heist); come è facile intuire, a “The Rock” toccherebbe

Posti in piedi in paradiso: Verdone e il cast raccontano il film

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Auditorium parco della musica di Roma. Carlo Verdone ed il cast (quasi al completo) del suo ultimo film, Posti in piedi in paradiso, rispondono alle domande dei giornalisti all’indomani dell’anteprima per la stampa.

Nomination Razzie Awards: Adam Sandler fa il pieno!

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La Golden Raspberry Award Foundation ha annunciato le nomination per la 32ma edizione dei Razzie Awards, gli “anti-Oscar” che vanno a premiare

Joel Kinnaman sarà il nuovo Robocop?

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La MGM ha offerto all’attore svedese Joel Kinnaman il ruolo principale nel nuovo Robocop, che sarà diretto da José Padilha (Tropa de Elite) a partire

The Avengers – Iron Man: Eroe. Uomo d’affari. Sopravvissuto. Inventore. Vendicatore.

The Avengers – E’ un supereroe in un’armatura ma non è un cavaliere; Iron Man è un prodigio della meccanica, che grazie alle risorse della sua mente, è in grado di affiancare i supereroi dell’Universo Marvel, senza in realtà possedere alcun potere naturale. Creato nel 1963, Iron Man è uno dei pochi eroi che non ha segreti sulla propria identità.

Infatti Tony Stark è un businessman, un inventore e un geniale anticonformista altrettanto noto quanto il suo alter ego Iron Man che si adopera per salvare il mondo.

The Avengers – recensione

Fondatore dei Vendicatori e pilastro del multiforme Universo Marvel, Iron Man è senza dubbio uno dei personaggi più interessanti del mondo dei fumetti.

“La cosa che più mi piaceva di Iron Man, quando ho iniziato ad esplorare il suo personaggio, è proprio Tony Stark”, afferma il noto scrittore di Iron Man, David Michelinie. “Ecco un supereroe senza superpoteri; un uomo dotato di un grande intelletto e di una incredibile immaginazione , grazie ai quali ha ideato strumenti e meccanismi volti al bene, per rendere il mondo un posto migliore. E nel contempo riesce persino a dirigere una redditizia multinazionale!”

Iron Man: Eroe. Uomo d’affari. Sopravvissuto. Inventore. Vendicatore.

Nei fumetti Tony Stark è il leader della sua società, il capo dei Vendicatori e persino di S.H.I.E.L.D. Anche senza il costume di Iron Man, Stark sarebbe una presenza dominante nel mondo, ma la sua armatura e le ragioni per cui la indossa, lo rendono un personaggio davvero unico.

“Iron Man è l’eroe della Marvel che preferisco e secondo me è la sua origine a renderlo importante”, afferma il Chief Creative Officer della Marvel, Joe Quesada. “Infatti la sua etica, prima di diventare Iron Man, era piuttosto dubbia”.

Prima di assumere l’identità di Iron Man, Tony Stark ha infatti dedicato gran parte della sua vita a fabbricare armi, e a venderle al migliore offerente. Ma quando viene rapito e ferito al cuore, inizia a dedicarsi al bene, a salvare la vita altrui, iniziando da se stesso. Durante la prigionia Stark crea il primo modello di armatura per proteggere il suo cuore e per riuscire a fuggire dal carcere.

Questo cambiamento di personalità lo rende un personaggio accattivante; lui stesso afferma: “Ho fatto tanti errori nella mia vita ma ora voglio cambiare e fare del bene’”, spiega Quesada. “Gli eroi migliori sono quelli che possiedono un senso innato di umanità; ognuno di noi porta con sé un fardello, il rimpianto di qualcosa che vorrebbe poter cambiare”.

Il personaggio di Iron Man è evoluto nel corso degli anni, al pari della sua armatura. Le avventure di Iron Man non si limitano alle classiche peripezie dei supereroi, dato che le invenzioni tecnologiche di Tony Stark possono diventare una vera minaccia, se cadono nelle mani sbagliate.

“’La Guerra delle Armature’ mette in mostra tutto il senso di responsabilità di Tony”, spiega Michelinie, che ha scritto oltre 80 storie di Iron Man nel corso degli anni. “Si confronta con i suoi amici, con il suo Paese e col mondo intero, per riuscire a recuperare la tecnologia di sua invenzione ed evitare che continui ad essere impiegata in modo sbagliato e ad essere causa di indicibili sofferenze per l’umanità”.

Spesso i supereroi sono profondamente scissi fra la loro identità normale e quella da supereroe; Tony Stark è invece un eroe molto compatto, e la sua personalità è la stessa, sia che si trovi nel suo ufficio che nel campo di battaglia. In questo senso è uno dei pochi supereroi che vive alla luce del sole.

“Quando ho scritto il personaggio, nel 2000, non aveva senso, per me, che Iron Man nascondesse la sua identità civile di Tony Stark. I miei editori all’epoca non amavano la mia idea ma quando sono diventato capo redattore ho optato per questa versione”, spiega Quesada. “Tony non è un cittadino anonimo, che nessuno conosce, bensì uno degli scienziati più brillanti del mondo, oltre ad essere un famoso industriale. Tony è già un bersaglio. Gente del calibro di Richard Branson e di Steve Jobs deve essere prudente, ha bisogno di essere protetta. Quindi in fondo non c’era una ragione logica perché Tony avesse un alter-ego e fingesse di non essere Iron Man. Se fossi Tony, vorrei che la gente sapesse che sono Iron Man. Vorrei che la gente sapesse che quando hai a che fare con me, hai anche a che fare con Iron Man”.

Nonostante sia stato un importante membro della squadra dei fumetti Marvel per quasi 50 anni, solo nel 2008, con l’uscita del film live-action “Iron Man” e la predente rivitalizzazione dei Vendicatori, Iron Man si è imposto all’attenzione del grande pubblico.

“Prima di allora Iron Man non era un personaggio immediatamente riconoscibile come Spider-Man, ma ora, nel 2012, è ormai uno dei personaggi più popolari della Marvel, al cinema, nell’animazione e nei fumetti”, dice Quesada. “E’ senza dubbio uno dei supereroi più noti. Per me è davvero gratificante vederlo godere di tanta notorietà, considerando che quando ho iniziato a scrivere le sue storie, lo conoscevano solo gli appassionati dei fumetti. Sono molto affezionato a Tony Stark e ad Iron Man, e sono contento che il resto del mondo abbia imparato a conoscerlo”.

di Chris Arrant

Posti in piedi in Paradiso: recensione del film di Carlo Verdone

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In Posti in piedi in Paradiso Ulisse, Fulvio e Domenico vivono in una situazione di precarietà fuori tempo massimo: tutti tra i 40 e i 50 anni, divorziati, sono ex uomini di successo caduti in disgrazia dopo la separazione dalle compagne e la relativa spesa mensile per gli alimenti. I tre si trovano insieme un po’ per caso un po’ per sopravvivenza, e a loro si uniranno altre persone più o meno nella stessa situazione, a testimonianza che la precarietà non è appannaggio solo dei trentenni.

Carlo Verdone torna al cinema con una commedia dai toni amari. I suoi protagonisti sono dei falliti o poco ci manca, ma quello che è evidente è che non fanno nulla di costruttivo per uscire fuori da questa situazione, è lo stesso personaggio interpretato da Verdone, l’ex produttore musicale di successo Ulisse a dirlo: “Siamo una generazione di disastrati”. I tre personaggi, che hanno vissuto quasi, sembrerebbe, una vita precedente di successi e riconoscimenti, non sono riusciti a rimettersi in discussione una volta che il caso e magari il troppo orgoglio hanno rovinato il loro equilibrio precedente. In effetti, quello che emerge da questa commedia, è non la  volontà dei tre di riscattarsi, ma piuttosto quella di svoltare, così come volevano fare i “soliti ignoti” di Mario Monicelli 50 anni fa.

Posti in piedi in Paradiso, il film

Così Domenico (Marco Giallini) sbarca il lunario affittando case di giorno, accompagnando anziane signore di notte e cercando la fortuna con il gratta e vinci, Fulvio (Pierfrancesco Favino), ex critico cinematografico  ridimensionato alla cronaca rosa perché reo di avere concupito la moglie del direttore del giornale per cui lavora, cerca di mantenere un contegno ma allo stesso tempo seduce una starlette ventenne affascinandola con le sue conoscenze cinematografiche, e Ulisse, appunto, ex discografico, si aggrappa al passato glorioso, dal quale non si vuole separare, come non si vuole separare dalla cintura appartenuta a Jim Morrison che ha nel negozio di vinili che gestisce e in cui abita finché non decide di dividere un appartamento con gli altri due disgraziati.

A loro si unisce una cardiologa un po’ svampita e un po’ sopra le righe, interpretata da Micaela Ramazzotti che conferma la sua bravura in ruoli leggeri e comici con tempi, mimica e interpretazione perfetti che fa da tratto di unione tra la generazione dei tre e quella dei figli, che ai loro occhi è altrettanto disgraziata, ma che invece nasconde la volontà di riscatto che i tre genitori non hanno. Da un lato quindi Verdone comunica un certo sconforto per i tempi attuali ma dà uno speranzoso occhio al futuro e alle generazioni future, che da questo film escono comunque più coscienti dei padri di cosa sia essenziale fare per riscattarsi nella vita.

Ulisse è un personaggio da cui traspare molto Verdone, anzi, il personaggio si adatta alle caratteristiche ormai note del personaggio Verdone: sono suoi alcuni tic e manie che ormai sono diventate note a chi lo conosce: la sua ipocondria e la conoscenza perfetta di alcune patologie e i medicinali adatti alla cura. Posti in piedi in Paradiso esce in sala il 2 Marzo.

Pollo alle Prugne – Trailer Italiano

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Teheran, 1958. Nasser Ali Khan, celebre musicista, ha perso il gusto per la vita. Da quando il suo violino si è rotto a causa di un incidente, nessuno strumento musicale riesce più a dargli l’ispirazione. La sua tristezza si è accentuata da quando ha incontrato per caso il suo amore di gioventù all’angolo di una strada ma lei non lo ha riconosciuto. Dopo aver tentato invano di rimpiazzare lo strumento rotto che gli aveva regalato il suo maestro di musica, Nasser giunge all’unica soluzione possibile: visto che nessun altro violino riuscirà più a dargli la gioia di suonare, si metterà a letto e attendederà la morte.

Il Cavaliere Oscuro: il ritorno – Hans Zimmer parla della Colonna Sonora!

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Hans Zimmer intervistato da Hero Complex ha rilasciato alcune interessanti riflessioni sulla partitura realizzata per  Il cavaliere oscuro – Il ritorno, terzo film di Batman diretto da Christopher Nolan. Il compositore ha anche commentato la segretezza che avvolge per ora il film:

La maniera giusta per inquadrare un sequel è trattarlo come se fosse un film autonomo. Altrimenti ti ritroveresti a dover trattare tutti gli elementi peggiori che potresti avere quando lavori a un seguito. Mi è balenata in testa un’idea addirittura prima d’iniziare a lavorare a Sherlock Holmes e che Christopher cominciasse a girare. Sono andato al dipartimento musicale della Warner e ho chiesto “Mi sono guadagnato la possibilità di prenotare, per un paio di giorni la più grande e folle orchestra e fare qualche esperimento per Il Cavaliere Oscuro: il ritorno? Se va male o se a Chris non piace, potremmo solo fingere che tutto questo non sia mai accaduto”.

La mia idea era scrivere la musica in maniera differente dal solito, e di ottenerla con un’orchestra atipica in grado di suonare in maniera diversa. Ha funzionato e potete già sentirne qualche frammento grazie al trailer. Mi ritrovo ad avere 25 minuti di materiale, molto, molto radicale e inconsueto.

Sull’atmosfera di assoluta segretezza che Christopher Nolan mantiene intorno alla sua pellicola il compositore è assolutamente d’accordo:

Il nostro compito dovrebbe essere quello di stupirvi. Parte dell’esperienza cinematografica dovrebbe basarsi, appunto, sulla sorpresa. Lavoriamo sodo per mantenere vivo questo aspetto del filmmaking anche se oggigiorno pare che il mondo non sia più interessato. Tutti vogliono sapere tutto e subito, sulle star coinvolte, su questo, su quello. Tutta roba che per noi non conta. Dico davvero, per noi l’importante è la scrittura, la sceneggiatura, le idee e il viaggio. Ingredienti che vanno trasformati in un’opera realmente valida.

Vi ricordiamo che ulteriori info sulla pellicola le troverete nel nostre speciale Batman 3 e nella nostra Scheda Film: Il Cavaliere Oscuro: il ritorno.

César 2012: nuovo trionfo per The Artist

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The Artist ha di nuovo fatto incetta di premi: stavolta l’occasione sono i César 2012,  massimo riconoscimento del cinema francese, che sono stati consegnati ieri sera a Parigi.

Il film muto di Michel Hazanavicius ha conquistato quasi tutte le categorie principali ovvero film, regia, attrice (Berenice Bejo), fotografia (Guillaume Schiffman), scenografia (Laurence Bennett) e colonna sonora (Ludovic Bource): a restare a mani vuote è stato invece Jean Dujardin, al quale è stato a sorpresa preferito Omar Sy, protagonista del film campione d’incassi in patria Quasi amici (Intouchables). Difficile ormai non immaginare chi sarà il trionfatore alla cerimonia degli Oscar 2012 che si terrà domani sera a Los Angeles.

Il premio per il miglior film straniero è andato invece a Una separazione, altro grande favorito nella corsa alla statuetta.

Star Trek 2: prime foto dal set!

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Sono da poco iniziate le riprese di Star Trek 2, nuovo capitolo del reboot della serie cult di fantascienza diretto da JJ Abrams che arriverà nei cinema americani nel maggio 2013: al momento restano sconosciuti sia il titolo ufficiale che la trama, ma due scatti esclusivi sono arrivati dal blindatissimo set di Los Angeles.

Le interessanti immagini mostrano in azione Spock( Zachary Quinto) e Uhura(la star di Avatar Zoe Saldana) visibilmente impegnati a combattere contro un personaggio sconosciuto, interpretato dalla Star di Sherlock Benedict Cumberbatch; il ruolo di Cumberbatch nel film non è stato ancora reso noto, ma gli scatti sembrano non lasciare dubbi sul fatto che si tratti di un villain. Secondo voi chi potrebbe essere?

fonte: mtv.com

The Dictator: Sasha Baron Cohen non sarà bandito dagli Oscar

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Sembrava certo che Sasha Baron Cohen, visto recentemente nei panni del poliziotto cattivo in Hugo Cabret,  fosse stato ufficialmente bandito dalla notte degli Oscar: la diffida da parte dell’Academy  era  arrivata quando l’attore, conosciuto per le sue performances comiche trasgressive in Borat e Bruno, aveva annunciato di volersi presentare alla cerimonia vestito come il Generale Aladeen, protagonista del suo nuovo irriverente film the Dictator.

La prospettiva di dover “ospitare” il personaggio, un dittatore dell’immaginaria repubblica islamica di Wadiya che lotta per evitare che la democrazia arrivi nel suo paese e lo rovini per sempre, sembrava davvero troppo per una cerimonia fortemente tradizionale come quella della notte delle stelle.

Alla fine, pare però che Cohen avrà dopo tutto la possibilità di presentarsi alla Cerimonia alle sue condizioni: così lasciano intendere le dichiarazioni di Brian Grazer, che si è detto entusiasta e impaziente di vederlo sul red carpet nei panni del suo personaggio. Polemica rientrata, quindi.

Dal canto suo, il generale Aladeen non aveva esitato a rispondere all’offesa arrecatagli con una replica esemplare:

 

 

John Carter: prima clip in italiano!

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John Carter, kolossal fantascientifico prodotto dalla Walt Disney, arriverà finalmente nei cinema italiani il prossimo 7 marzo: nell’attesa, è stata finalmente rilasciata la prima clip in italiano, dove l’eroe si prepara a combattere contro un enorme e mostruosa scimmia bianca.

Ispirato al romanzo la principessa di Marte di Edgar Rice Burroughs(Tarzan) il film di Andrew Stanton ha come protagonisti Taylor Kitsch e Lynn Collins.

Un film d’animazione per il Profeta di Gibran!

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Salma Hayek produrrà un lungometraggio tratto da il profeta di Khalil Gibran: ad ogni poesia nel libro corrisponderà un episodio che sarà girato da un regista differente, mentre Roger Allers(il re leone, Boog & Eliot) si occuperà della cornice.

Per i singoli episodi sono stati fatti i nomi di Marjane Satrapi (Persepolis), Bill Plympton Tomm Moore, Nina Paley, Mohammed Saeed Harib, Michal Socha e Francesco Testa.

Nel libro, una delle raccolte di poesie più lette di tutti i tempi, il Profeta Al Nabi risponde alle  domande poste da varie persone sulla condizione umana.

fonte: comingsoon.it

Marco Muller direttore artistico del Festival di Roma?

Arriva da un articolo dell’Hollywood Reporter  la notizia che tutti paventavano o che aspettavano (a seconda dei casi) Marco Muller prima donna’ del Festival di Venezia sarà nominato Direttore Artistico del Festival, almeno secondo la famosa rivista americana. 

17 ragazze: recensione del film di Delphine e Muriel Coulin

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17 ragazze: recensione del film di Delphine e Muriel Coulin

Le sorelle Coulin superano la prova a pieni voti con un’opera al confine tra realismo e film adolescenziale. 17 Ragazze parla di un gruppo di giovanissime donne che stabilisce all’unanimità di rimanere incinta: «Così ci sarà qualcuno che ci amerà incondizionatamente. Per sempre».

Tale è l’input di partenza, un filo conduttore che accompagnerà lo spettatore entro il flusso che unisce ognuna di loro. Un’ondata di freschezza e di aspettativa traboccante giovinezza. «A diciassette anni non si è maturi, si sogna e si ha un’energia enorme. Nessuno può fermare una ragazza che sogna», queste le parole di una di loro. Sono compatte e irremovibili contro un mondo di adulti già disilluso che è stato incapace di infondere alcuna sorta di speranza. I grandi tentano di trovare il bandolo della matassa di fronte ad una ribellione tanto assurda, tanto folle, che – paradossalmente – arresta la loro irrefrenabile voglia di spiccare il volo. Ma forse è proprio questo il punto: ritrovare un contatto intimo e vero con sé, col proprio corpo e con il senso autentico della vita.

17 ragazze, il film

Le due registe traggono spunto da una storia realmente accaduta e decidono di ambientarla nella loro piccola città di origine nel nord della Francia, Lorient, che, ironia della sorte, si affaccia sull’Atlantico: spazio sconfinato di vita, ma anche segno della limitatezza dell’uomo. Ma l’arco di età ricalcato da Delphine e Muriel Coulin possiede già in sé il desiderio di valicare i confini, ed è ciò che meglio riesce: lo sguardo della macchina da presa non vuole né analizzare, né comprendere un presunto “problema”. Con sequenze brevi e sospese, primissimi piani e dettagli ingranditi, tra profondi silenzi nelle colorate camerette, e cori scomposti a squarciagola in macchina, emerge una prova attoriale genuina e spiazzante delle protagoniste, tra le quali c’è anche chi non ha mai messo piede su un set. L’unica volontà dell’occhio narrante è mostrare un’epoca splendida inserita in un’altra più impietosa: quella di oggi.

La tensione della vivacità di quegli anni riuscirà a partorire quella libertà così agognata? Poco importa. È di per sé tutto già sufficiente così com’è, per esplorare e ricordare ciò che ognuno di noi conserva nella sua più sorridente memoria. In una fetta di vita gustata da chiunque sappia cosa significhi vivere, ma senza timore della vita, e credere, fino in fondo alle proprie viscere, che ogni cosa sia realmente possibile e meravigliosa «insieme, solo noi, ci aiuteremo e non dovremo più sentire “rifai il letto e lava i piatti”».

Aspettando gli Oscar: i grandi esclusi dalla corsa alle statuette

Gli Oscar li aspettiamo tutti, chi più che meno siamo tutti pervasi dall’euforia della grande notte di Hollywood, in cui tutte le stelle più luminose del cinema sono riunite per autocelebrarsi. Vero è che però spesso, sempre più spesso, le nomination e le statuette vengono assegnate in base a criteri sempre più sibillini, senza per queso nulla togliere a chi quella statuetta se la porta poi a casa.

Ma la storia dell’Academy è piena di recriminazioni che critici e pubblico volgono ai Membri che hanno ignorato molte delle performance, delle pellicle e dei lavori migliori. Solo quest’anno ad esempio ci sono almeno due attori che potrebbero vivamente protestare. Uno è Leonardo diCaprio per il suo J. Edgar, completamente assente dalla corsa, l’altra è Tilda Swinton, nominata ai Golden Globe ma non agli Oscar per la sua stratosferica interpretazione in E ora parliamo di Kevin. Ma ci sono stati tutti i capolavori di Alfred Hitchcock, Arancia Meccanica, Martin Scorsese per Taxi Driver, Sentieri Selvaggi, I quattrocento Colpi, ancora DiCaprio che nel trionfo totale di Titanic rimase l’unico a non ricevere una nomination a differenza della collega e amica Kate Winslet ma ancora tanti altri.

Festival del Film di Roma: Rondi si è dimesso da Presidente!

Si e’ conclusa con le dimissioni presentate dal presidente Gianluigi Rondi, la riunione del Cda della Fondazione di Cinema per Roma, iniziata alle 14 all’Auditorium Parco della Musica. Lo ha annunciato alla fine del Cda il consigliere Michele Lo Foco, rappresentante di Roma Capitale, che ha fatto il nome di Paolo Ferrari come probabile successore di Rondi alla presidenza.

L’altra faccia del diavolo: inquietante anteprima a Roma!

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Ieri si è svolta a Roma un’inquietante e divertente anteprima de L’altra faccia del diavolo, film Horror  diretto da William Brent Bell che ha già raccolto oltre 60 milioni di dollari in tutto il mondo dopo essere costato solamente 1 milione. L’evento si è svolto al cinema Farnese Persol di Roma, con un’atmosfera da brivi. Ecco tutte le foto dell’evento.

Lawless: la trama ufficiale del film di Terrence Malick

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Qualche mese fa avevamo pubblicato le foto delle prime riprese di Lawless, prossimo film di Terrence Malick che sarà però ultimato quest’autunno. Ora arrivano comunicazioni ufficiali che ci danno qualche

Ghost Rider: Spirito di Vendetta – Teaser Trailer Italiano

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Ghost Rider: Spirito di Vendetta – Teaser Trailer Italiano

Ghost Rider – Spirito di vendetta (Ghost Rider: Spirit of Vengeance) è un film del 2012, diretto da Mark Neveldine e Brian Taylor e basato sul personaggio dei fumetti Ghost Rider pubblicato dalla Marvel Comics e creato da Gary Friedrich, Michael Ploog e Roy Thomas.
Si tratta del sequel di Ghost Rider uscito nel 2007 e si caratterizza da quest’ultimo per un cast differente (ad eccezione di Nicolas Cage) e per un’ambientazione totalmente diversa (le riprese si sono svolte in Europa, mentre nel primo film in Australia).
Il film è uscito negli Stati Uniti il 17 febbraio 2012 mentre in Italia il 23 marzo 2012 e verrà distribuito in versione normale e in versione 3-D; esordirà nelle sale con il logo Marvel Knights, una sottoetichetta dei Marvel Studios, con il quale era già uscito Punisher – Zona di guerra.

Ulteriori info nella nostra Scheda: Ghost Rider: Spirito di Vendetta

E’ nata una Star? – Trailer

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E’ nata una Star? – Trailer

Una commedia sulla famiglia, l’amore, i vicini e un grosso segreto. Con Rocco Papaleo e Luciana Littizzetto.  Una madre scopre una verità incredibile su suo figlio, attraverso un video che lo ritrae in copertina, ricevuto da una vicina di casa pettegola. Il ragazzo, dotato di un talento nascosto e insospettato, ha pensato di sfruttare al meglio la situazione diventando un pornodivo e lasciando così di stucco i genitori.

Ulteriori info nella nostra Scheda: E’ nata una star?

Locarno Film Festival: Concorso Cineasti del presente!

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Locarno Film Festival: Concorso Cineasti del presente!

Il Concorso Cineasti del presente, vero e proprio spazio di scoperta che presenta opere prime o seconde di giovani registi emergenti, sarà protagonista al Locarno Film Festival, in questa edizione di alcuni cambiamenti che mirano ad aumentarne la visibilità e l’importanza all’interno del Festival.

Il concorso (seconda sezione competitiva del Festival insieme al Concorso internazionale) vedrà aumentare il valore del premio principale e potrà vantare l’introduzione di un nuovo riconoscimento. Il “Pardo d’oro Cineasti del presente ­­– George Foundation”, finora del valore di 30’000 CHF, sarà portato a 40’000 CHF. La Città di Lugano offrirà al migliore regista emergente un nuovo riconoscimento: il ”Pardo per il miglior regista emergente” del valore di 20’000 CHF.

Saranno una quindicina i film, documentari o di finzione, in prima mondiale o internazionale a contendersi i premi della sezione.

Il “Pardo d’oro Cineasti del presente – Premio George Foundation: 40’000 CHF, ripartiti equamente tra regista e produttore.

Il “Premio speciale della giuria CINE+ Cineasti del presente”: 30’000 CHF offerti dal canale francese Cine+ Club per i diritti di diffusione, versati al distributore francese.

Il nuovo premio “Pardo per il miglior regista emergente”: 20’000 CHF per il migliore regista emergente offerti dalla Città di Lugano.

Il Locarno Film Festival Locarno prevede diverse sezioni competitive tra cui il Concorso internazionale e il Concorso Cineasti del presente per i lungometraggi e i Pardi di domani per i cortometraggi. Il programma completo di tutte le sezioni del Festival sarà reso noto l’11 luglio 2012. Tutti gli aggiornamenti sul Festival sono pubblicati sul sito pardolive.ch.