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The Dead don’t Die: recensione del film di Jim Jarmusch

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The Dead don’t Die: recensione del film di Jim Jarmusch

In apertura di Cannes 2019, presentato in Concorso, The Dead don’t Die è il nuovo film di Jim Jarmusch, che sulla carta si presentava come un instant cult. Uno zombie movie hipster, apparentemente stralunato, che piuttosto che seguire la lezione vincente di Shaun of the Dead o dei classici di Romero, traccia una propria strada, perfettamente in linea con lo stile del suo autore.

Siamo a Centerville, “un posto davvero carino”, come recita l’insegna all’ingresso della cittadina, un luogo comune di ogni piccolo centro ddella provincia americana, con una tavola calda, un motel, una stazione di benzina, una centrale di polizia, un carcere, tutti i “luoghi comuni” nel senso stretto della parola, che caratterizzano questi centri abitati. I protagonisti sono una coppia di poliziotti, Cliff e Ronnie (Bill Murray e Adam Driver); i due, di pattuglia, si accorgono che gli strumenti elettronici sono in tilt. La causa è il fracking polare che ha spostato l’asse di rotazione della Terra, una motivazione scientifica che però dà inizio all’apocalisse zombie, evento che sembra non sorprendere troppo il razionale Ronnie.

Gli zombie di The Dead don’t Die sono esattamente come la storia del cinema ce li ha raccontati prima, solo che non fanno eccessivamente paura, sono piuttosto degli stereotipi delle abitudini e dei vizi della società contemporanea, non solo dell’America Trumpiana, una società pigra, spinta dall’inerzia. E questo sembra essere il ritmo del film stesso, che procede lentamente come i nostri amici zombie, per i quali non si può non provare simpatia, soprattutto se sono interpretati da Iggy Pop. Il nodo, se così possiamo chiamarlo, del film di Jarmusch arriva proprio nella contrapposizione tra la volontà di raccontare la contemporaneità, senza farlo con la dovuta cattiveria, e la tranquillità con cui il regista traccia un ritratto con toni apparentemente svogliati ma che risultano fedeli al suo modo di comunicare con pubblico, attori e generi.

Il risultato è la dichiarazione, inequivocabile, che per Jarmusch quella che stiamo vivendo noi adesso sia già un’Apocalisse e che gli zombie siamo affettivamente noi. La metafora, inevitabile per un film sui non morti, è lapalissiana, forse meno incisiva di quanto il genere ci ha mostrato all’inizio della sua storia cinematografica con Romero. Forse c’è dell’autocompiacimento nei riferimenti meta-testuali, nelle gag che strizzano l’occhio alla cultura pop, nello giocare a carte scoperte con una scrittura che infrange non solo la comunicazione tra personaggi e pubblico, ma anche quella tra personaggio e attore che lo interpreta. Tuttavia si può comunque godere di un sorriso compiaciuto per buona parte del film.

Certo, la sostanza sembra latitare e il film si riduce proprio a questo, a un sorriso soddisfatto per aver colto l’ennesima citazione, condizione che in assoluto non rappresenta un male, ma che senza dubbio lascia una sensazione di insoddisfazione rispetto a ciò che ci si aspetta dal regista. Resta, del film, la bellezza di un cast che sebbene non è sfruttato al 100% delle possibilità, regala personaggi incredibili, tra cui spiccano quelli interpretati da Tilda Swinton e da Adam Driver.

Guarda il trailer di The Dead don’t Die

The Dead Don’t Die: il trailer del nuovo film di Jim Jarmusch

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The Dead Don’t Die: il trailer del nuovo film di Jim Jarmusch

La Focus Features ha diffuso il primo trailer di The Dead Don’t Die, il nuovo film di Jim Jarmusch che è trai titoli più attesi e papabili per il prossimo Festival di Cannes 2019.

È plausibile per il regista tornare a Cannes 2019, dopo esserci stato appena tre anni fa con il delicatissimo Paterson. Il film potrebbe essere una sorta di approfondimenti di quanto già realizzato con Solo gli amanti sopravvivono, e il film prevede la presenza della stessa Swinton.

Il film è scritto e diretto da Jarmusch e nella prima sinossi si legge: il più grande cast di zombie mai smembrato, con Bill Murray, Adam Driver, Tilda Swinton, Chloë Sevigny, Steve Buscemi, Danny Glover, Caleb Landry Jones, Rosie Perez, Iggy Pop, Sara Driver, RZA, Selena Gomez, Carol Kane, Austin Butler, Luka Sabbat e Tom Waits

Fonte: Focus Features

The Day of the Jackal – stagione 1, la spiegazione del finale: Quella morte importante e il prossimo passo dei The Jackal

L’emozionante finale della prima stagione di The Day of the Jackal ha chiuso gran parte della trama della stagione, gettando le basi per la già annunciata seconda stagione. Il giorno dello sciacallo è una rivisitazione moderna del film del 1973, a sua volta basato su un libro di Frederick Forsyth. La serie ha come protagonisti Eddie Redmayne nel ruolo dello Sciacallo e Lashana Lynch in quello della determinata agente dell’MI6 Bianca Pullman, che gli sta alle costole. Mentre le prime versioni sono ambientate in periodi temporali molto precedenti alla serie televisiva, l’ultima versione offre una versione estremamente contemporanea.

Nel corso della prima stagione, la serie ha creato una tensione incredibile, con il gioco del gatto e del topo tra lo Sciacallo e l’MI6 che si avvicina costantemente a una conclusione. Nell’episodio 10, questa è arrivata e il destino dello Sciacallo è stato deciso, ma forse non nel modo in cui chi ha familiarità con le versioni precedenti della storia potrebbe pensare. In questo caso, lo Sciacallo ottiene un finale decisamente più roseo, con spazio per il proseguimento della storia.

Come lo Sciacallo ha evitato di essere catturato nel finale della stagione 1 di The Day of the Jackal

Nell’episodio finale della stagione 1 di The Day of the Jackal, lo Sciacallo riesce a evitare di essere catturato. Nonostante la squadra di sicurezza dell’Ulle Dag Charles fosse proprio dietro di lui nel precedente cliffhanger, la barca dello Sciacallo riesce a superarli tutti e lui si dà alla fuga. Non è chiaro come o perché questo sia accaduto, perché l’episodio 10 riprende con lo Sciacallo già sulla terraferma dopo aver evitato la cattura in acqua.

Nonostante ciò, un superiore del capo dell’MI6 che dava ordini a Bianca arriva e dice loro di riaprire il caso. Con Bianca così vicina alla cattura dello Sciacallo, i potenti miliardari che hanno ingaggiato lo Sciacallo per uccidere l’UDC stanno ora spingendo per far catturare e uccidere lo Sciacallo per evitare di pagare la ricompensa di 100 milioni di dollari per un lavoro ben fatto. Ma quando Jackal viene affrontato a casa sua, ha il vantaggio del campo di casa ed è in grado di uccidere rapidamente ed efficacemente i suoi potenziali rapitori.

Perché la moglie dello Sciacallo è fuggita con il figlio

Tuttavia, il motivo per cui lo Sciacallo tornava a casa era per recuperare la moglie Nuria e il figlio. Jackal aveva promesso che dopo questo lavoro si sarebbe allontanato dalla vita dell’assassino e avrebbe portato Nuria in qualsiasi parte del mondo. Inizialmente Nuria voleva rimanere nella loro bella casa in Spagna, vicino alla madre e al fratello, ma quando Jackal chiama, sente il panico nella sua voce. Non sono più al sicuro nella loro casa, il che probabilmente significa che tutti i suoi cari sono al sicuro.

Nuria ama suo marito, ma dopo la notizia bomba che Charles non è mai stato chi diceva di essere, e che non era nemmeno il suo nome, ha deciso di tagliare i ponti e proteggere suo figlio. Ha preso dei fondi di emergenza dalla sua stanza segreta e si è precipitata all’aeroporto prima che il marito tornasse. Nonostante il suo affetto, la fiducia è venuta meno e la sicurezza del figlio doveva venire prima di tutto.

La morte di Bianca Pullman spiegata

Bianca Pullman ha lasciato il suo incarico dopo che le era stato detto di ritirarsi dal caso dello Sciacallo. Dopo aver dedicato la sua vita a questa missione, al punto che la sua vita familiare era in rovina, le è stato detto di smettere. Poi è stata minacciata che se avesse continuato, la sua posizione sarebbe stata rimossa. Tuttavia, essendo caparbia e testarda, Bianca ha scelto di licenziarsi prima che la mandassero via e di cercare di riparare la sua vita a casa.

Riuscì a far tornare a casa il marito e la figlia, ma quando il suo capo si presentò alla porta di casa, dicendo che aveva ragione e che voleva rimandarla fuori, Bianca rifiutò. Nonostante ciò, il marito vide l’attrazione che l’offerta esercitava sulla moglie e la spinse a partire comunque. La donna partì per la Spagna, cercando di seguire la sua ultima pista, che la condusse dritta alla porta dello Sciacallo. Dopo aver sorvegliato la casa, aver visto Nuria uscire con il figlio e aver finalmente avvistato l’arrivo dello Sciacallo, entra in casa per catturarlo e affrontarlo. Tuttavia, lo Sciacallo ha avuto il sopravvento nella sua casa sicura e ha ucciso Bianca rapidamente mentre si trovava in casa sua.

Spiegata la vera identità dello Sciacallo

Non è chiaro quanto sia sicura l’identità dello Sciacallo dopo tutti questi eventi. Bianca ha esposto la sua teoria sulla sua presenza in Spagna al suo capo, che ha poi rivelato di lavorare sotto l’autorità del miliardario. Ma quando ha mandato Bianca a finire lo Sciacallo, le ha detto di farlo in nero. Questo significa che la pista potrebbe essere smarrita. Tuttavia, c’è un dubbio sul fatto che il corpo di Bianca sia stato lasciato a casa sua. Lo Sciacallo di solito non era così sciatto e potrebbe aver bruciato la casa, ma con l’avvicinarsi della fine della stagione, ha corso più rischi ed è diventato imprudente nel tentativo di muoversi rapidamente.

Sebbene il suo nome e il suo volto siano ancora un mistero, ci sono più connessioni con lo Sciacallo che mai, e i miliardari o l’MI6 potrebbero avere un’idea molto solida di chi sia. Inoltre, l’MI6 ha interrogato le persone della piccola comunità di Cadice, in Spagna, dove viveva. Lo conoscevano sotto un altro nome e ora la morte e i problemi sono arrivati nella loro comunità. Una potenziale fonte di informazioni è anche il fratello di Nuria, che crede che Charles sia lo Sciacallo e ha accesso alle foto dell’uomo.

Come il finale della stagione 1 prepara la storia della seconda stagione de Il giorno dello sciacallo

La stagione 1 di The Day of the Jackal ha chiuso molti dettagli, con la rivelazione della vera fedeltà dei vertici dell’MI6, l’uccisione dell’UDC e la sopravvivenza dello Sciacallo, ma c’è ancora molto da raccontare. Lo Sciacallo sta cercando di ritrovare sua moglie e suo figlio e ha reclutato Zina, la donna che ha fatto da intermediaria tra lui e i miliardari, per aiutarlo a ritrovarli. Anche Zina è braccata e quindi la collaborazione è vantaggiosa.

Gli deve anche un’enorme somma di denaro da parte di disoneste élite aziendali che lo hanno messo in estremo pericolo a loro vantaggio e che ora evitano di pagare il conto. Inoltre, è più esposto che mai e la sua identità segreta è stata rivelata a più persone. Ci sono molte questioni in sospeso da risolvere e la seconda stagione di The Day of the Jackal sarà sicuramente emozionante come la prima se riuscirà ad affrontare bene questi elementi.

Come il finale della stagione 1 de Il giorno dello sciacallo si confronta con il film e il libro

Tuttavia, il finale della serieI The Day of the Jackal è stato in realtà un allontanamento piuttosto significativo dal libro e dal film precedente. Se da un lato la storia è stata modernizzata, con armi contemporanee, forme di travestimento, tecnologia e altro, dall’altro lo Sciacallo è stato trasformato in un antieroe. I suoi metodi non giustificano necessariamente i mezzi, ma ci sono delle motivazioni e in genere sembra avere buone intenzioni.

In questo caso, i miliardari e i loro rapporti con i membri corrotti dell’MI6 sembrano essere i veri cattivi, mentre Bianca, la cui morale era anch’essa grigia, si trova nel mezzo. Nelle storie originali, invece, è lo Sciacallo a finire morto alla fine. Questo notevole cambiamento ha aperto la strada alla seconda stagione e ci si chiede se lo Sciacallo verrà ucciso nella seconda stagione di The Day of the Jackal.

The Day After Tomorrow: profezia di una catastrofe

The Day After Tomorrow: profezia di una catastrofe

The Day After Tomorrow – L’alba del giorno dopo (The Day After Tomorrow) è il film del 2004 diretto da Roland Emmerich con protagonisti Dennis Quaid, Jake Gyllenhaal, Emmy Rossum e Ian Holm.

NEMO PROPHETA IN PATRIA

Analisi di The Day After Tomorrow

 

  • IN PRINCIPIO, FU UNA CATASTROFE

La frase che dà il titolo a questa disquisizione affonda le sue radici nei Vangeli (i tre sinottici più Giovanni) ed è parte di una locuzione, più estesa, latina: “Nemo propheta acceptus est in patria sua”, tradotto come “nessun profeta è gradito in patria”, frase pronunciata dal Messia Gesù in persona, che si riferisce a tutti coloro che vengono disprezzati- o comunque sottovalutati- nella loro terra natia, tra la loro gente[1]. Un po’ come accadeva all’omerica Cassandra, sacerdotessa condannata dal Dio Apollo al dono della profezia, ma destinata a restare inascoltata proprio dalla sua stessa gente.

Anche il libro dell’Apocalisse, uno dei testi più immaginifici del nostro mondo occidentale giudaico- cristiano, è ispirato (oltre che dall’Esodo anche dal Libro dei Salmi) soprattutto dai libri dei Profeti contenuti nell’Antico Testamento: Daniele, Ezechiele, Isaia e Zaccaria[2].

Qual è, a questo punto, il legame tra “profezia” e “catastrofe”?

Spesso le grandi calamità che si sono realmente abbattute sull’umanità potevano essere in qualche modo scongiurate: le tracce delle incombenti sciagure catastrofiche erano ben visibili, solo che nessuno è riuscito a decifrarle in tempo o, semplicemente, tutti si sono finti sordi per resistere al loro lugubre richiamo.

Nel film The Day After Tomorrow la lunga ombra del rischio della profezia mancata e del profeta ripudiato dalla propria gente si estende fin dai primi minuti del film, per poi sciogliersi nel classico happy- ending finale. Un profeta, una profezia, ma soprattutto un’apocalisse che veglia sull’umanità dalla notte dei tempi, perché tutto ha avuto inizio… proprio da una catastrofe.

The Day After Tomorrow filmSecondo i testi sacri alle grandi religioni monoteiste e secondo la mitologia degli antichi popoli vissuti prima dell’avvento di Cristo sulla terra, tutto ha avuto origine dalla distruzione primordiale.

In realtà, perfino nel Bereshit – Rabbà[3] L’altissimo, prima di creare questo mondo, ne aveva già creati altri per poi distruggerli subito dopo perché imperfetti: il nostro sarebbe il risultato del ventottesimo tentativo;[4]

nella Bibbia stessa, la storia delle peregrinazioni umane ha inizio con la catastrofica cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden, per poi proseguire con il Diluvio Universale, Sodoma e Gomorra, fino al trionfo macabro e visionario descritto nella già citata Apocalisse di Giovanni; come ha ben espresso Alberto Asor Rosa, “La catastrofe non solo vive da sempre nell’immaginario collettivo umano ma ne rappresenta la genesi”[5].

Analizzando The Day After Tomorrow, possiamo notare come esso usufruisca di una solida morale giudaico- cristiana, caposaldo della civiltà occidentale, per mettere in scena questi topoi mitici calandoli nella realtà cinematografica dell’industria mainstream hollywoodiana.

Il personaggio del dottor Jack Hall (Dennis Quaid), come un novello profeta biblico o una Cassandra vessata dall’antica maledizione, esprime il suo greve monito sulle condizioni climatiche del nostro pianeta pochi minuti dopo l’inizio del film: ovviamente nessuno lo prende davvero sul serio- riconfermando la tesi dei Vangeli che Nemo Propheta…- nessuno lo appoggia, a parte gli storici membri della sua squadra, che a costo di andare incontro al drammatico sacrificio supremo, si immolano in nome della causa per seguire il loro “capo” (un retaggio degli Apostoli biblici? Plausibile, visto il gioco dei riferimenti).

Jack cerca di avvertire i potenti della terra, riunitisi in India per trovare una soluzione alle emissioni di gas nocivi nell’atmosfera[6], ma le sue parole vengono accolte tra lo stupore e lo scetticismo, soprattutto da parte del vice presidente degli Stati Uniti il quale, solo in un secondo momento, sarà costretto davanti alla catastrofe ad ammettere i propri errori e quelli di un’intera classe dirigente, mostratasi cieca e ottusa nei confronti dei segnali provenienti dall’esterno che avrebbero potuto sventare una distruzione di massa.

The Day After Tomorrow, il tema della colpa

Il tema della colpa, così pregnante nel finale del film e nel discorso tenuto dal nuovo presidente- reo colpevole- è legato a doppio filo alla natura della tragedia di massa: “La Catastrofe si presenta come la punizione di un peccato, di un’infrazione commessi. L’uomo paga per una colpa talmente grande da non poter essere cancellata con una normale espiazione”.[7]

Nel film un leitmotiv citazionista è quello del topos del Diluvio Universale, dell’inondazione pantagruelica che sommerge la vita umana fino ad estinguerla; se pensiamo alla data d’uscita del film- il 2004- e ci fermiamo a fare un bilancio, possiamo notare come molte delle profezie climatiche compiute da Roland Emmerich[8] in questa pellicola si siano poi avverate, e a solo undici anni di distanza: siamo quasi abituati, oggi, a sentir parlare di bombe d’acqua improvvise[9] e rovinose, frane causate dal terreno che cede indebolito dalla deforestazione e dalla longa manus dell’uomo, chicchi di grandine grossi come sassi, nevicate abbondanti e improvvise, uragani e tornado, tsunami, terremoti e incendi non sempre dolosi.

Basti pensare, per esempio, all’uragano Irene, che si è abbattuto proprio sulla costa Atlantica degli Stati Uniti nel 2011: fino a quel momento nessun uragano si era più abbattuto sulla Grande Mela da molto tempo, ma a partire da quell’anno, quando le correnti fredde dell’Atlantico provenienti dal Canada e quelle calde che soffiavano dal Messico si sono incontrate, anche New York si è ritrovata nell’occhio del ciclone come più della metà degli stati nordamericani; e dopo Irene ne sono susseguiti altri ben peggiori, come Sandy o Arthur, e chissà quanti altri colpiranno la città nei prossimi anni.

Anche gli Tsunami sono prepotentemente entrati nel nostro immaginario collettivo, col loro nome esotico che, a dispetto della morbidezza corallina del suono, non promette niente di buono[10] e rappresenta la vera e propria materializzazione de “L’incubo di Noè”: si tratta di un’onda spaventosa, con un’altezza in media compresa tra i 6 e i 12 metri che si abbatte rovinosamente su tutto quello che incontra, cancellando ogni traccia di vita durante la sua folle corsa. Immediatamente i nostri ricordi vanno alle immagini dello Tsunami che ha colpito il sud- est asiatico nel 2006, oppure quello che si è abbattuto sul Giappone nel 2011, a Fukushima, riaccendendo inoltre il sinistro barlume della minaccia nucleare.

Noè, la sua figura mitica, sembra essere lo psicopompo ideale di questo macabro viaggio tra le macerie delle catastrofi, visto che ogni cultura- occidentale e non- ne ha avuta, fin dalla notte dei tempi, la sua personale versione, atta a spiegare razionalmente una forza naturale altresì impossibile da gestire, controllare e fermare.

The Day After Tomorrow

I primi a parlarne furono i Babilonesi intorno al Cinquecento a.C, anche se sono state rinvenute delle tavolette più antiche risalenti addirittura al Duemila a.C che contenevano sempre la narrazione dello stesso mito: Gilgamesh ne è l’eroe protagonista, che si mette alla ricerca della fonte dell’immortalità dopo la morte del suo amico Enkidu.

Tra i tanti episodi narrati, quello con protagonista Utnapistim (la versione sumera di Noè) ricalca da vicino la trama della vicenda biblica, così come noi la conosciamo[11]: lo stesso si può rintracciare nel patrimonio mitologico greco, col mito di Deucalione e Pirra, o in quello della tradizione Indù Puranica con la storia di Manu, passando attraverso l’Europa, risalendo l’Asia intera, l’Oceania e perfino le Americhe: insomma, tutte le culture sembrano aver sviluppato, alla base della loro tradizione culturale orale- e poi scritta- il racconto drammatizzato di una catastrofe primigenia, forse telecronaca e reportage di fatti realmente accaduti, o antico monito di una punizione estrema inflitta da una divinità superiore per la stoltezza degli uomini?

ROLAND EMMERICH: IL PROFETA DELLA CATASTROFE

Roland Emmerich[12], regista tedesco, è- a tutti gli effetti- nel panorama hollywoodiano il “profeta della catastrofe”, l’uomo che con la sua ricca filmografia ha dato corpo agli incubi immaginifici della cultura pop americana, da sempre in bilico tra cupio dissolvi, desiderio di spettacolarizzazione, cinico disincanto e voyeurismo mediatico.

Già dal suo primo film “studentesco”, 1997- Il principio dell’Arca di Noè[13], il regista mostra la sua predisposizione per il genere catastrofico e le rappresentazioni apocalittiche destinate a distruggere l’umanità in genere e, in particolare, la sua roccaforte nell’avamposto dell’Impero Occidentale: gli Stati Uniti, con la svettante fortezza della solitudine newyorkese.

Il suddetto film, in realtà, mantiene un legame con Noè solo a livello semantico- catastrofico, perché la diegesi si snoda nello spazio profondo, ricreato abilmente negli studi cinematografici della Germania Ovest- ancora ben lontana dall’unificazione del 1989; ma Emmerich pone i capisaldi della sua filmografia futura, che ben si espliciteranno in veri masterpiece del genere come Independence Day, Godzilla e il “nostro” The Day After Tomorrow.

Questi tre titolo costituiscono quasi una ideale “trilogia della consapevolezza della catastrofe”, se così possiamo ribattezzarla, dove lo sguardo del regista è cresciuto gradualmente, velandosi sempre più di un alone profetico riguardo alle sorti della nostra società e del nostro pianeta.

Roland Emmerich realizza il primo di questi film nel 1996: gli Stati Uniti sono ancora la prima super potenza al mondo, gli spettri della crisi economica sono lontani come pure i pozzi di petrolio bruciati nel Kuwait e in Iraq nei primi anni ’90, durante la prima guerra del golfo, una delle prime guerre prettamente mediatica, dove l’azione- e l’apporto- dei media nella comunicazione di massa di informazioni è stato fondamentale; i tempi della guerra fredda erano ormai lontani, la Russia non incarnava più il volto storico del nemico “rosso”, la distensione era palpabile e l’unica guerra potenzialmente pericolosa si stava combattendo su un terreno distante ed esotico, come il set di un film hollywoodiano.

Così, con questo senso di onnipotenza incrementato dalla politica reaganiana degli anni ’80, le speculazioni economiche crescevano in modo sconsiderato, gli yuppies colonizzavano la società americana culturalmente, socialmente, politicamente e sul piano dei consumi e agli americani non restava che far valere la loro potenza… con il nemico alieno. Sì, perché la nuova minaccia alla florida potenza a stelle e strisce non viene più dall’interno o dai vicini più prossimi, bensì dallo spazio remoto e siderale. Gli alieni sono tra noi, e non hanno buone intenzioni: spetta al solito manipolo di sparuti eroi, i classici scienziati nemo propheta in patria, personaggi borderline difficilmente incasellabili, come il marine interpretato da Will Smith, salvare la terra dalla catastrofe. E, come in ogni film degli anni ’90 che si rispetti, la vittoria è già scritta dai titoli di testa.

In Godzilla, remake di un originale giapponese diretto da Ishirō Honda nel 1954, il trionfo del più classico American Way of Life è funestato dalle ombre della minaccia nucleare: il “mostro” del titolo, un lucertolone preistorico tornato dalle profondità degli abissi, è stato risvegliato dagli sperimenti atomici condotti dagli americani al largo delle coste del Pacifico; è come se Emmerich volesse ricordare agli statunitensi- e in particolare alla loro casta politica- che un uso sconsiderato di un’energia potenzialmente innovativa ma difficile da gestire, se non attraverso una costante- e costosa!- manutenzione poteva avere delle conseguenze incalcolabili e catastrofiche, e il lucertolone squamoso faceva comunque sempre meno paura delle vittime di Chernobyl o di tutti coloro contaminati dalle radiazioni.

La visione profetica del tedesco Emmerich –un profeta involontario della catastrofe non americano, non a caso- trova il suo acme proprio nella realizzazione di The Day After Tomorrow: il film esce tre anni dopo i tragici fatti dell’11 Settembre, fatti che hanno sconvolto il mondo ma che hanno sancito, contemporaneamente, il crollo e la morte del grande Sogno Americano.

The Day After Tomorrow 1Il riferimento al dramma del World Trade Center si presenta qui in duplice veste: da una parte la consapevolezza che il “nemico” può colpire in ogni momento, dall’interno, nel momento più inaspettato e mietendo vittime tra gli innocenti; dall’altra, la lettura religiosa del classico happy- ending comune a tutti i film a base di catastrofi e calamità naturali, soprattutto in una società americana sempre più vicina ai dettami della fede cattolica evangelica (in grande rilancio a partire dagli anni ’90, conta oggi quasi 70 milioni di fedeli sparsi in tutti gli States):

“[…] In un approccio catastrofico intrecciato con quello religioso il lieto fine è necessario. Certi esiti politici e geopolitici, in primis quelli elaborati durante l’amministrazione Bush, si spiegano anche così: il popolo di Dio sottoposto all’attacco delle forze del Male, il percorso nel deserto e la battaglia finale (riferendosi al dramma dell’11/09/2001, NdA) […] La città di Dio, la “casa sulla collina”, ha bisogno dell’azzeramento della situazione precedente per concretizzarsi”[14].

Il lungo discorso finale della pellicola, tenuto dal vicepresidente chiamato dalle necessità a sostituire il suo capo in pectore morto durante la catastrofe climatica, è una tirata d’orecchi vigorosa alla politica statunitense, sorda ai richiami internazionali riguardo al consumo eccessivo e spregiudicato delle risorse naturali e ai mancati accordi del protocollo di Kyoto (2004) a proposito dell’emissione dei gas serra: tutto questo potrebbe portare a un tracollo rovinoso delle condizioni climatiche mondiali, le stesse simulate dal regista nella pellicola, con un’unica soluzione plausibile- dopo la necessaria espiazione delle gravi colpe: ricominciare tutto da zero, con una nuova consapevolezza, in quei paesi che sono da sempre stati bollati come “terzo mondo”, l’ultimo avamposto sopravvissuto del mito della frontiera.

  • L’AMERICA TRA IL MITO DELLA FRONTIERA E LO SPETTACOLO DELLA CATASTROFE[15]

La frontiera; gli spazi desolati, sconfinati, dove è la natura a farla da padrone, là dove l’impronta dell’uomo ancora non si è estesa; spazi da conquistare, addomesticare, plasmare, per seguire fino in fondo quel messaggio affidato da Dio all’uomo: l’americano medio ha radicato nel sangue questo spirito, lo stesso che ha spinto i primi padri pellegrini ad abbandonare la vecchia Inghilterra a bordo della Mayflower per colonizzare una terra oltreoceano, ignota ed immensa; lo stesso spirito che li ha supportati durante l’espansione verso ovest, alla conquista del famoso vecchio “west” mitico, futuro caposaldo dell’industria hollywoodiana, anche quella spostatasi nei primi anni del ‘900 dal polo propulsivo di New York in un sobborgo collinare di Los Angeles, la fabbrica dei sogni e degli incubi di un intero mondo.

Il mito della frontiera affascina da sempre gli statunitensi, ma anch’esso ha dei limiti: nei loro sconfinati spazi hanno sempre provato a proiettare- per poi realizzarle- le loro utopie, i loro sogni individuali; però un po’ d’oceano può essere contenuto in un bicchiere, e proprio la distesa d’acqua del Pacifico ha posto fine all’avanzata selvaggia del progresso, del capitalismo, del consumismo, della società di massa “made in USA”.

Dopo essersi resi conto di questo brusco ostacolo insormontabile, e che nemmeno quegli spazi potevano rendere realizzabili tutti i sogni individuali che venivano coltivati, gli americani hanno cominciato ad andare in cerca di sempre nuove frontiere da occupare: l’esterno, altre terre, lo spazio siderale. L’impresa ha rivelato solo la caducità delle utopie, e ha accresciuto nella società statunitense l’ammirazione nei confronti del concetto di catastrofe, intesa come l’unica possibilità rimasta per demolire e ricostruire, a partire da uno spazio vergine.

The Day After Tomorrow, pur essendo la creatura di un regista tedesco- ergo dotato di una sensibilità europea- ma dotato di un gusto americano per l’opulenza visiva e l’immaginario catastrofico, immortala proprio questo pensiero: l’improvvisa e letale glaciazione che si abbatte sull’emisfero nord cancella, nell’arco di nemmeno una settimana, tutte le tracce della vita occidentale così come si era stratificata nel corso dei secoli. Ai pochi superstiti lungimiranti non resta che affrontare un viaggio di ri- colonizzazione di alcune terre da sempre bollate come “terzo mondo” e che adesso, per una sorta di ironia tragica, si apprestano a dare rifugio a loro, profughi e fossili di un impero che hanno distrutto con le proprie mani, masticando l’amara polvere del fallimento. Come scrive Ilardi, “[…] nella cultura americana, la catastrofe non avrebbe tanto la funzione di mettere in guardia sui pericoli del progresso e delle tecnologie o di esorcizzare le grandi paure collettive, quanto piuttosto di obbligare gli americani a immaginare nuove dimensioni spaziali, nuove forme di vita e di associazione. Ricorda loro che la vera identità dell’America sta nella frontiera, non negli spazi affollati e promiscui della metropoli, che l’americano è prima di tutto un pioniere e poi, disgraziatamente, un cittadino”[16].

Il cittadino è un pioniere, un esploratore dell’ignoto, pronto a compiere questo viaggio in solitaria attraverso il nulla degli spazi sterminati: come nel vecchio west dove ci si spostava riuniti in piccoli gruppi che nascevano da esigenze religiose, culturali, sociali, e poi da queste carovane nomadi nascevano i primi nuclei cittadini, nei film catastrofici a salvarsi non è mai la moltitudine, l’intera umanità, ma sempre un manipolo di sparuti sopravvissuti; ricollegandoci al mito del Diluvio Universale biblico (dove- animali a parte- a salvarsi erano Noè, sua moglie, i loro tre figli Sem, Cam e Iafet con le rispettive consorti) a salvarsi nei vari disaster films sono sempre i migliori, i più forti, i più intelligenti, i più buoni- come ha fatto notare Fabio Tarzia- coloro che corrispondono all’archetipo americano dell’equipe specializzata pronta a salvare l’umanità dall’estinzione, persone normali, con le loro debolezze, che si trasformano però in eroi (o super- eroi, visto che parliamo di cultura “pop” americana):

“[…] c’è lo scienziato isolato osteggiato dalle autorità, il poliziotto animato da un sovrumano senso di giustizia, il militare che in nome del bene è disposto a disobbedire agli ordini e poi persone normali i cui hobby, interessi, inclinazioni diventano improvvisamente utili per far fronte all’emergenza”[17].

In effetti, l’immaginario della catastrofe si stratifica nella cultura pop americana proprio a cavallo tra ‘800- ‘900, quando gli spazi si esauriscono e il mito della frontiera rivela pian piano le sue insidie, perdendo il proprio fascino.

È in quel periodo che nasce anche la spettacolarizzazione di questo desiderio recondito, di questo cupio dissolvi latente nell’animo dell’americano medio, questa consapevolezza che solo distruggendo radicalmente e ricominciando tutto da zero, si può iniziare una nuova corsa all’oro volta a consolidare- ancora una volta- la forza e la potenza del più grande impero occidentale. Fino alla tragedia dell’11 Settembre gli statunitensi hanno sempre vissuto tutti i conflitti più sanguinosi di riflesso, mai in prima persona, osservandoli dall’alto di una remota collina, proprio come accadeva a Jack London durante il terremoto- e il successivo incendio- che distrussero la città di San Francisco nel 1906[18]; si sono sempre posti nei confronti degli eventi apocalittici come degli spettatori privilegiati e intoccabili, supportati da nuovi media via via sempre più rapidi ed efficienti nel trasmettere informazioni utili a soddisfare la curiosità morbosa e voyeuristica di un pubblico di guardoni affamati di nuove emozioni adrenaliniche, pronti ad immergersi in quegli eventi- proprio come in una realtà virtuale- per simularli, provando a viverli in prima persona.

L’attentato che ha segnato il XXI secolo ha ceduto il posto ad un nuovo tipo di consapevolezza, perché i media hanno immortalato in diretta quello che accadeva in “casa propria”, negli USA, superando di gran lunga l’immaginazione iperattiva e dirompente di qualunque regista esperto di disaster films. Solo che l’orrore lucido che veniva esibito sugli schermi di miliardi di televisioni, rimbalzando ad una velocità impressionante da continente in continente, non era simulato da moderni effetti speciali o dalla computer grafica: era tutto disastrosamente vero, e l’americano medio non si sentiva più così al sicuro sulla sua collina remota.

  • LOTTA DI CLASSE TRA NUOVI E VECCHI MEDIA

Dare corpo all’immaginario catastrofico connaturato al DNA dei pionieri americani è stato possibile solo grazie all’avvento del cinema. Non è un caso, infatti, se questa percezione si è radicata a partire dalla fine dell’ottocento, data simbolica che ha sancito la fine della corsa alla frontiera ma anche la nascita del cinematografo ad opera dei fratelli Lumière nel 1895[19]; Donatella Capaldi in un suo saggio illustra bene l’atteggiamento dei media novecenteschi nei confronti dell’argomento:

Spettacolari ma senza atarassia, i media del secondo Novecento tendono invece a rappresentare, patire e controllare al tempo stesso la paura dell’estinzione inscenando il gioco del sopravvissuto. Vale a dire: la sciagura viene presentata come ineluttabile e incontrollabile, la paura viene oggettivata e tradotta in azione […]; il piccolo eroe che si presume sia in noi dovrà rappresentare la capacità individuale di governarla e gestirla […] l’io si proietta in player di se stesso e si guarda muovere in una mappa mediale allargata dove tutti divengono partecipi”[20].

Insomma, il superstite della tragedia si sente come un giocatore di un videogioco, proiettato in una realtà virtuale credibile, realistica ma totalmente astratta e distante; la realtà parallela lo avvolge e lo include, sviluppando una mimesi talmente impressionante con la quotidianità da spingere lo spettatore/ “attore” ad una sorta di pigra indolenza voyeuristica, attraverso la quale assiste impotente al tracollo della civiltà, senza poter- o voler- fare niente.

Sicuramente il cinema, classificato da McLuhan come un medium caldo[21], “inonda” letteralmente lo spettatore, sommergendolo di informazioni, in una vera e propria “doccia emotiva” di dati e sensazioni. Nell’era del digitale e degli effetti speciali il cinema si è visto costretto a reinventarsi per sopravvivere, per distinguersi rispetto ad altri media ma, soprattutto, per difendersi dall’avvento di un medium dalle potenzialità infinite come internet: l’unica soluzione è stata rintracciata nel potenziamento degli effetti legati allo “shock visivo” al quale viene sottoposto lo spettatore, grazie ad effetti speciali sempre più realistici che assottigliano il labile confine tra reale e immaginario; e sempre per questo motivo il 3D è tornato così di moda nelle sale odierne, per restituire- almeno, in teoria- allo spettatore un’esperienza completa che lo immerga sempre più nella realtà.

Per McLuhan il cinema è un sistema “mediante il quale arrotoliamo il mondo reale su una bobina per poi srotolarlo come un tappeto magico della fantasia, è un sensazionale connubio tra la vecchia tecnologia meccanica e il nuovo mondo elettrico”[22] e forse è il medium che per eccellenza ha incarnato il passaggio dell’uomo dal tempo della macchina a vapore- feticcio dell’era meccanica- all’avvento dell’era elettrica, epoca post- moderna sancita dall’avvento dei nuovi media interconnessi tra loro e dalla base del concetto di “villaggio globale”, enorme agglomerato tribale del quale facciamo tutti, volente o nolente, parte.

Lo spettatore di un film è come sotto l’influsso di un incantesimo, scagliato dall’immensa macchina dei sogni- e degli incubi- chiamata Hollywood che riesce a rendere possibile… anche l’impossibile, trasportando così il pubblico in un mondo “altro”, fuori da sé, un simulacro simile- sotto ogni aspetto- a quello che ci circonda ogni giorno, ma che vive entro i limiti dell’inquadratura; e lo spettatore si è subito adattato a questo passaggio, molto simile in fondo alla logica del libro, colto nella sua ritualità solitaria.

Sempre citando McLuhan:

In quanto fonde il meccanico e l’organico in un mondo di forme ondulanti, il cinema si collega anche alla tecnologia della stampa. Il lettore, proiettando- per così dire- le parole, deve seguire quelle sequenze di <<fotogrammi>> bianchi e neri che costituiscono la tipografia e aggiungervi una sua colonna sonora personale. […] sarebbe difficile sopravvalutare il legame tra stampa e cinema per quanto concerne la loro capacità di suscitare fantasie nello spettatore o nel lettore”[23] il massmediologo canadese, quindi, marca molto stretto il legame tra cinema e carta stampata, ergo parola scritta: un film, in fondo, non parte da un testo per essere poi sviluppato e codificato in una sequenza di immagini?

Nella pellicola the Day After Tomorrow uno sparuto manipolo di sopravvissuti si muove in una New York post apocalittica lambita dalle acque bibliche; tra questi c’è anche Sam (Jake Gyllenhaal)- “Sam” ha una curiosa assonanza con il nome del figlio di Noè, Sem: un’altra semplice coincidenza?- il figlio dello scienziato Jack Hall che suggerisce di barricarsi nella Biblioteca Centrale, l’unico posto dove potranno essere al sicuro. Forse non è una coincidenza se Emmerich ha scelto proprio questo luogo come ultimo rifugio di una porzione d’umanità sopravvissuta ad una catastrofe: uno spazio che contiene libri, libri stampati, frutto del progresso e della meccanizzazione della società che ha spinto l’uomo ad abbandonare una struttura tribale, abbracciare la modernità e sancire il passaggio alla città, divenuta in seguito metropoli con l’avvento della famosa era elettrica. La parola scritta, la possibilità di fissare- tramite la stampa a caratteri mobili- sulla carta i discorsi tramandati fino a quel momento solo oralmente o copiati a mano dai monaci, ha permesso alla civiltà di virare verso una diffusione democratica e massificata della cultura[24], resa disponibile e reperibile per tutti, preparando il terreno all’avvento di tutti gli –ismi che hanno segnato il Novecento: nazionalismo, capitalismo, consumismo, industrialismo, alfabetismo etc… capisaldi- nel bene e nel male- dell’impero occidentale, costruito proprio sulle lettere meccaniche create da Gutenberg: il più grande passaggio nella storia dell’uomo che ha permesso la nascita della società moderna così come la concepiamo noi oggi; è per questo che Emmerich salva come unico medium la stampa, il libro, la parola scritta perché- come fa dire ad uno dei personaggi- bruciare una Bibbia di Gutenberg sarebbe come distruggere, definitivamente, l’unica traccia rimasta della civiltà occidentale.

L’avvento dell’era elettrica ha portato ad un’incertezza vacillante nei confronti del cambiamento, ma “un nuovo medium non è mai un’aggiunta al vecchio e non lascia il vecchio in pace. Non cessa mai di opprimere i media precedenti fin quando non trova per loro forme e posizioni nuove”[25] per cui cinema e stampa possono convivere entrambi pacificamente, continuando ad influenzarsi a vicenda in quanto capisaldi nella costruzione della società moderna occidentale.

  • VERSO OCCIDENTE L’IMPERO DIRIGE IL SUO CORSO

Rubando il titolo ad un racconto di David Foster Wallace, ci avviamo verso l’inesorabile parabola discendente di questo viaggio. The Day After Tomorrow rappresenta il monito di un regista nei confronti di un impero- quello occidentale- che rischia di avviarsi da solo lungo la strada del fallimento catastrofico, vittima delle sue stesse voglie e dei suoi desideri inarrestabili: non è un caso se in questo film- come in altri del genere disaster movies-vengano distrutti sistematicamente proprio i simboli stessi del potere: in primis la città di New York, The Big Apple, il cuore pulsante della modernità, abbattuto o sommerso; ma soprattutto i suoi feticci, come la Statua della Libertà[26] emblema della modernità incontrastata di inizio Novecento, oppure l’Empire State Building, il grande gigante in acciaio, vetro e cemento preso di mira fin dal mostruoso King Kong per poi passare agli alieni invasori fino alla natura debordante, che distrugge l’opera ideale simbolo dell’ingegno umano, “un semplice surrogato della frontiera; con la sua verticalità che riproduce le gerarchie della politica, dell’economia, dei rapporti sociali è una falsa frontiera […] la vera frontiera non può che essere orizzontale”[27] , simbolo che tradisce quindi un desiderio atavico- e tutto occidentale- di vedersi sparire lentamente, annaspando tra i flutti del nulla catastrofico:

[…] la società occidentale è solo spettatrice e incapace di intervenire davanti alla progressiva aggressione dell’ambiente, il potere (la politica e i media) non si orienta verso la sostenibilità, ma il pianeta vivente può fare comunque a meno della presenza umana. Così, rinverdendo i miti del Diluvio, la Terra sommerge gli uomini con le acque e i ghiacci, e li inghiotte con inarrestabili maremoti nei film ecocatastrofici di Roland Emmerich. Giganteschi e spettacolari esorcismi in videogame”[28] .

 

 

 

[1] Significato e spiegazione tratti da http://www.treccani.it/vocabolario/nemo-propheta-in-patria/

[2]Informazioni tratte da http://it.wikipedia.org/wiki/Apocalisse_di_Giovanni

[3]   Bereshit- Rabbà: trattato del Talmud- “libro” sacro degli ebrei che contiene la spiegazione orale della Torah- che riguarda la Genesi

[4] Moni Ovadia, L’ebreo che ride Einaudi, Torino, 1998 p. 17

[5] Alberto Asor Rosa, Catastrofe e Apocalissi: Riflessioni intorno ad alcuni concetti fondativi dell’Occidente da Giovanni Ragone, Lo spettacolo della fine- le catastrofi ambientali nell’immaginario e nei media, Guerini e Associati, 2012, p. 60

[6] Proprio come accadde a Kyoto nello stesso anno dell’uscita del film- il 2004- quando gli americani presero posizione, insieme ad altri paesi dall’economia emergente, per non sottoscrivere nessun accordo e non ridurre l’emissione dei gas nocivi.

[7] Ivi, p. 60

[8] Classe 1955, è il regista di questo film e di altri come Independence Day, Stargate, Il Patriota, Godzilla, Anonymous e 2012. Di alcuni parleremo dopo.

[9] Bombe d’Acqua, ovvero “un violento nubifragio in cui la quantità di pioggia caduta supera i 30 millimetri all’ora, o – secondo altri climatologi – quando le precipitazioni superano i 50 millimetri nell’arco di due ore” Fonte: http://www.focus.it/scienza/scienze/che-cos-e-una-bomba-d-acqua

[10] Tsunami in Giapponese vuol dire “Onda del Porto”, Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Tsunami

[11] Fabio di Pietro, I Soggetti della catastrofe tra immaginario e società globale del rischio: da Gilgamesh ai supereroi dei fumetti, da Giovanni Ragone, Lo Spettacolo della fine- Le catastrofi ambientali nell’immaginario e nei media, p.68- 71

[12] Per tutte le informazioni sulla sua filmografia completa, vedere http://www.imdb.com/name/nm0000386/

[13] Datato 1984

[14] Fabio Tarzia, Tra apocalissi e catastrofi: la messa in scena del “tragico” e il crepuscolo della civiltà dello spettacolo in Giovanni Ragone, Lo spettacolo della fine- Le catastrofi ambientali nell’immaginario e nei media p. 83

[15] Un contributo fondamentale mi è stato fornito dal saggio di Emiliano Ilardi Una modernità senza catastrofe: il grande sogno dell’immaginario americano contenuto nel già citato testo di Ragone.

[16] Ivi, p. 120

[17] Fabio Tarzia, Mondi Minacciati. La letteratura contro gli altri media, citato da Emiliano Ilardi nel suo saggio contenuto in Ragone, Lo spettacolo della fine p. 121

[18] Ivi, p. 114

[19] Informazioni ricavate da http://www.france.fr/it/arti-e-cultura/i-fratelli-lumiere-e-la-nascita-del-cinema.html

[20] Donatella Capaldi, “Poi venne il tutto, vacuo e imprevedibile”. Immaginari della catastrofe da Ragone, Lo spettacolo della fine p. 105

[21] La distinzione tra media caldi e freddi è contenuta nel testo di McLuhan Gli strumenti del comunicare; è una classificazione soggetta a delle variazioni, perché lo stesso medium può variare in base alle situazioni o ai contesti, ma in generale si definiscono caldi tutti quei media che riversano un numero ingente di informazioni sul soggetto (cinema e radio); freddi, invece, quelli a bassa definizione che necessitano dell’apporto del soggetto per la loro comprensione (televisione e telefono).

[22] Marshall McLuhan, Gli strumenti del comunicare, Il Saggiatore 2008; p. 257

[23] Ivi, p. 257

[24] Riferimento a Walter Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica da Davide Borrelli, Dalla riproducibilità tecnica al remixing digitale in M. Pireddu, M. Serra Mediologia- una disciplina attraverso i suoi classici, Liguori Editore, 2012 p. 61

[25] McLuhan, p. 166

[26] Era già stata protagonista dell’angoscioso finale regalatoci da Franklin Schaffner nella sua prima versione de Il Pianeta delle scimmie (1968)

[27] Emiliano Ilardi, Una modernità senza catastrofe: Il grande sogno dell’immaginario americano in Ragone, p. 121

[28] Donatella Capaldi, “Poi venne il tutto, vacuo e imprevedibile”. Immaginari della catastrofe. Da Ragone, Lo spettacolo della fine, p. 107

The Day After Tomorrow: dal cast all’accuratezza scientifica, tutte le curiosità sul film

Da sempre impegnato a portare al cinema storie di carattere catastrofico come Independence Day, Godzilla e 2012, il regista tedesco Roland Emmerich è oggi sinonimo per il grande schermo di distruzione, invasione aliena o attacchi terroristici. Uno dei suoi titoli più famosi a riguardo è senza dubbio The Day After Tomorrow, uscito in sala nel 2004 e incentrato sui disastri causati dal cambiamento climatico. Quella qui raccontata è infatti una storia che pone nuovamente al centro di tutto il conflitto l’uomo e la natura, e di come la mancata conservazione di quest’ultima possa portare ad effetti spaventosi per l’esistenza sul pianeta terra.

Ancora oggi indicato come uno dei principali film incentrati sul tema dell’ambientalismo, questo vanta in realtà numerose inaccuratezze scientifiche. Se il cambiamento climatico sta infatti portando ad un surriscaldamento dell’atmosfera, nel film avviene invece l’esatto opposto. I personaggi protagonisti si trovano a doversi confrontare con un’imminente nuova era glaciale. Tali critiche non hanno però scalfito il fascino del film, divenuto da subito un grande successo di pubblico. A fronte di un budget di circa 125 milioni di dollari, The Day After Tomorrow è infatti arrivato ad incassarne nel mondo ben 552.

Ciò ha dimostrato una volta di più come questo genere susciti un grande fascino negli spettatori, riuscendo anche a suo modo a sensibilizzare su tematiche ogni giorno più attuali. In questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e all’accuratezza di quanto mostrato. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

LEGGI ANCHE: The Day After Tomorrow: profezia di una catastrofe

Dennis Quaid e Dash Mihok in The Day After Tomorrow
Dennis Quaid e Dash Mihok in The Day After Tomorrow © 2004 Twentieth Century Fox. All rights reserved.

La trama di The Day After Tomorrow

Protagonista del film è il paleoclimatologo Jack Hall, il quale durante una campagna di ricerche sulla composizione degli strati di ghiaccio antartici giunge ad un’inquietante scoperta: l’arrivo di una nuova glaciazione che porrà fine alla vita umana. Un evento che, in modo inequivocabile, sarebbe causato dal surriscaldamento globale e dai cambiamenti climatici causati dall’attività umana. Ciò che Jack non sa, però, è che la sua profezia è destinata ad avverarsi molto prima del previsto. Nel momento in cui la natura inizierà a ribellarsi, allagando e distruggendo intere città, Jack dovrà raggiungere e tentare di salvare il figlio Sam, cercando allo stesso tempo di avvertire le autorità politiche di quanto deve ancora accadere.

Il cast del film

Ad interpretare il protagonista del film, Jack Hall, vi è l’attore Dennis Quaid, noto per film come Uomini veri e Dragonheart. Per interpretare al meglio il personaggio, questi raccontò di aver condotto numerose ricerche sull’attività dei paleoclimatologi, al fine di poter risultare più realistico in tali panni. Nei panni del figlio Sam vi è invece l’attore Jake Gyllenhaal. Reduce dal successo di Donnie Darko, l’attore venne scelto da Emmerich in persona. Il regista era infatti rimasto colpito dalla sua bravura dopo averlo visto recitare in Cielo d’ottobre. L’attore Ian Holm, noto per aver dato volto a Bilbo Baggins in Il Signore degli Anelli, interpreta qui il professor Terry Rapson, collega di Jack. Dash Mihok e Jay O. Sanders sono invece presenti nei panni di Jason Evans e Frank Harris, anche loro colleghi di Jack.

L’attrice Emmy Rossum, divenuta celebre grazie al film Mystic River, interpreta invece Laura Chapman, amica di Sam. L’attrice accettò il ruolo dopo che Lindsay Lohan, originariamente scelta, dovette rinunciarvi per via di altri impegni. Una particolare controversia legata al cast di attori è quella legata a Kenneth Welsh. Questi interpreta nel film il vicepresidente Becker, ed è stato scelto dal regista per via della sua somiglianza con l’allora vicepresidente degli Stati Uniti Dick Cheney (poi raccontato in Vice). Con questo personaggio, Emmerich voleva infatti dar vita ad un aperta critica nei confronti di Cheney, colpevole di aver sminuito l’importanza della salvaguardia ambientale durante il suo mandato.

The Day After Tomorrow tsunami
© 2004 Twentieth Century Fox. All rights reserved.

Gli eventi di The Day After Tomorrow sono possibili?

L’uscita del film The Day After Tomorrow ha dunque sollevato interesse sul cambiamento climatico, ma la sua rappresentazione è lontana dalla realtà scientifica. Secondo gli esperti, un cambiamento climatico come quello mostrato nel film avviene in decenni, non in settimane come invece qui narrato. Il raffreddamento sarebbe inoltre regionale, limitato all’Atlantico del Nord, e non porterebbe a un’era glaciale globale. La velocità con cui ciò accade influenzerebbe sì la severità degli inverni, ma l’effetto del riscaldamento globale potrebbe comunque prevalere nel lungo periodo.

Le tempeste mostrate nel film, come l’uragano artico con venti di -65°C, sono invece impossibili. Gli uragani si formano su oceani caldi e perdono forza in ambienti freddi. Inoltre, la temperatura più bassa mai registrata sulla Terra è stata -53°C in Antartide, rendendo irrealistica la scena in cui le persone si congelano all’istante. Anche lo tsunami di 12 metri su New York è inverosimile: le mareggiate da tempesta si sviluppano gradualmente, mentre onde di quella portata derivano da terremoti o frane sottomarine.

Il riscaldamento globale contribuisce all’innalzamento del livello del mare in due modi: sciogliendo i ghiacci terrestri e aumentando il volume dell’acqua per espansione termica. Attualmente, il livello del mare sale di circa 2 mm all’anno e potrebbe accelerare a 5-8 mm entro il 2100. Se la calotta dell’Antartide occidentale dovesse sciogliersi completamente, il livello degli oceani potrebbe aumentare di 20 piedi, ma un evento simile richiederebbe migliaia di anni. Tuttavia, cambiamenti rapidi sono stati osservati nella calotta della Groenlandia.

The Day After Tomorrow uragano
© 2004 Twentieth Century Fox. All rights reserved.

Il cambiamento climatico può avvenire rapidamente in termini geologici, ma un’interruzione improvvisa della Corrente del Golfo nei prossimi decenni è improbabile. Alcuni modelli prevedono invece un’accelerazione della corrente e un aumento delle temperature. La ricerca è ancora in corso per comprendere meglio i processi oceanici e la loro influenza sul clima. Nuove tecnologie aiuteranno a monitorare le variazioni nel ciclo idrico oceanico, ma servono ulteriori studi per prevedere con precisione gli sviluppi futuri.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di The Day After Tomorrow grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Disney+, Tim Vision, Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 5 febbraio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

The Darkness: un motion poster del film con Kevin Bacon

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The Darkness: un motion poster del film con Kevin Bacon

The Darkness pellicola horror diretta da Greg McLean ed interpretata da Kevin Bacon, Rhada Mitchell e David Mozouz si presenta in un nuovo ed inquietante motion poster.

Il film non ha ancora una data d’uscita italiana, ma arriverà negli USA il prossimo 13 maggio. The Darkness racconta di una famiglia che, di ritorno da una vacanza sul Gran Canyon, riporta a casa, inconsapevolmente, una forza soprannaturale che farà leva sulle loro paure e punti deboli, minacciandoli di distruggerli. Le loro vite saranno messe a dura prova e le conseguenze saranno terribili. Il cast del film, oltre i già citati Kevin Bacon, Rhada Mitchell e David Mozouz, si compone di Jennifer Morrison, Lucy Fry e Matt Walsh.

Fonte: Collider

The Darkness: la spiegazione del finale del film horror

The Darkness: la spiegazione del finale del film horror

Il regista Greg McLean si è fatto notare per gli horror Wolf Creek (2005), Wolf Creek 2 (2007) e il survival movie Jungle (2017). Tra questi titoli, nel 2016, ha diretto un altro film horror, non più incentrato su un assassino come nei primi due poc’anzi citati, bensì su maligne manifestazioni soprannaturali. Si tratta di The Darkness, da lui anche scritto insieme a Shayne Armstrong e S.P. Krause.

Questo lungometraggio propone dunque una storia sì già vista e narrata in film simili come Ouija, Hereditary – Le radici del male o alcuni dei capitoli della saga di The Conjuring (tanto per citarne solo alcuni), ma presenta anche una serie di elementi che gli permettono di distinguersi. The Darkness fa infatti riferimento alla cultura dei nativi indiani e alle loro credenze religiose per dar vita ad un racconto che affonda le proprie radici nella storia di queste popolazioni.

Sono proprio questi elementi a conferire fascino al film, portandolo ad un finale tutto da scoprire. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a The Darkness. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Darkness trama

La trama di The Darkness

Protagonista del film è la famiglia Taylor, composta da Peter, Bronny e dai loro figli Stephanie e Michael, un bambino autistico. È proprio quest’ultimo che, dopo una gita al Grand Canyon, porta a casa alcune pietre rinvenute in una grotta sotterranea accanto a pitture rupestri. Da questo momento in poi nella casa dei Taylor iniziano a manifestarsi diversi fenomeni paranormali e la famiglia inizialmente non sa a cosa attribuirne la causa.

Inoltre, Mickey racconta di avere una nuova amica immaginaria che vive tra le mura dell’abitazione e inizia a comportarsi in modo anomalo. I Taylor, ben presto, scopriranno che il figlio minore ha scatenato le ire di un’antica forza che minaccia la loro vita e per liberarsene dovranno fare affidamento sul legame che li unisce.

La spiegazione del finale

Il finale di The Darness sembra essere abbastanza semplice: un lieto fine. Tuttavia, c’è un significato più profondo riguardo a ciò che avviene. Per cominciare, si scopre che gli spiriti Anasazi che perseguitano la famiglia Taylor sono noti per far emergere il lato più oscuro di ogni persona. Si scopre che fanno sì che le persone che perseguitano si rivoltino contro i loro cari. Nel corso del film, la famiglia Taylor viene infatti rappresentata come in progressiva disintegrazione.

Stephanie diventa sempre più angosciata e consapevole del proprio peso, diventando bulimica. Michael, invece, inizia a comportarsi in modo più strano che mai. Anche i litigi tra Peter e Bronny peggiorano. Questo dimostra che i membri della famiglia Taylor si stavano piano piano mettendo l’uno contro l’altro e che gli spiriti Anasazi stavano facendo emergere il loro lato più oscuro.

The Darkness finale

Tuttavia, una volta che gli spiriti sono stati affrontati, la famiglia è tornata a uno stato di normalità. Il finale, che vede i Taylor insieme nel parco, lascia dunque intendere che la famiglia si è sempre amata e che è stata solo colpa degli spiriti se si sono messi l’uno contro l’altro. Ma come vengono affrontati questi spiriti e perché prendono di mira proprio la famiglia Taylor?

Per cominciare, viene rivelato che la tribù degli Anasazi risiedeva nel Grand Canyon, dove i Taylor erano andati in vacanza. Gli spiriti animali che la tribù era solita venerare si rivoltarono contro di loro, portando scompiglio. Spesso portavano con sé anche i bambini. Per eliminare la minaccia, la tribù aveva compiuto alcuni rituali per intrappolare gli spiriti nelle rocce. Queste rocce venivano poi seppellite, per evitare di risvegliare nuovamente gli spiriti.

Se le rocce vengono spostate, gli spiriti ritornano e possono essere sconfitti solo rimettendo le cose al proprio posto, da qualcuno che non ha paura. Inoltre, Bronny legge anche che i bambini autistici sono “calamite per il soprannaturale”. Nel corso del film, Michael viene dunque raffigurato come “in contatto” con gli spiriti. Inoltre, era l’unico a non avere paura degli spiriti.

Verso il finale, la cavità nel muro si svela dunque essere un portale che conduce Michael e Peter in un luogo simile a quello in cui il bambino aveva trovato le pietre. Qui, quindi, le pietre possono essere rimesse al loro posto. Tuttavia, Peter non è in grado di farlo perché ha paura degli spiriti. Michael, invece, che è sempre stato impavido, si scopre capace di rimetterle a posto e così facendo salva la propria famiglia.

Il trailer di The Darkness e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Darkness grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Google Play e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 30 maggio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

The Darkness: il film horror è tratto da una storia vera?

The Darkness: il film horror è tratto da una storia vera?

Molto spesso i film di genere horror rielaborano eventi, leggende o teorie esistenti nella realtà per i propri racconti. Di particolare interesse di questo filone sono i lungometraggi incentrati su vicende paranormali, tra cui si annovera anche il film del 2016 The Darkness, diretto da Greg McLean, regista fattosi notare per gli horror Wolf Creek (2005), Wolf Creek 2 (2007) e il survival movie Jungle (2017).

Da lui anche scritto insieme a Shayne Armstrong e S.P. Krause, il film propone infatti una storia che è sì originale e frutto della fantasia dei suoi autori, ma che presenta inaspettate radici in reali racconti e leggende. Questi sono legati ad un luogo degli Stati Uniti particolarmente ricco di storia, fascino ma anche elementi capaci di incutere timore: il Grand Canyon. McLean fa di esso la base a partire da cui si anima questo suo film, oggi poco ricordato ma decisamente meritevole di essere riscoperto.

Si tratta infatti di un film horror che non manca di entusiasmare i fan del genere, capace di offrire grandi spaventi e timori che rimangono sottopelle. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a The Darkness. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera a cui il regista si è ispirato. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Darkness cast
David Mazouz in The Darkness. © The Darkness(2016)

La trama e il cast di The Darkness

Protagonista del film è la famiglia Taylor, composta da Peter, Bronny e dai loro figli Stephanie e Michael, un bambino autistico. Proprio quest’ultimo, dopo una gita al Grand Canyon, porta a casa con sé alcune pietre rinvenute in una grotta sotterranea. Da questo momento in poi nella casa dei Taylor iniziano a manifestarsi diversi fenomeni paranormali e ben presto i Taylor scopriranno che un’antica e maligna forza minaccia la loro vita e che per liberarsene dovranno fare affidamento sul legame che li unisce.

Ad interpretare Peter Taylor vi è l’attore Kevin Bacon, mentre sua moglie Bronny è interpretata dall’attrice Radha Mitchell. Stephanie e Michael, invece, sono interpretati da Lucy Fry e David Mazouz. Mentre lei è nota per aver interpretato Vasilisa Dragomir nel film Vampire Academy, Mazouz è conosciuto principalmente per il suo ruolo di Bruce Wayne nella serie televisiva statunitense Gotham. Recitano poi nel film anche gli attori Matt Walsh e Jennifer Morrison nel ruolo di Gary e Joy Carter.

La storia vera dietro il film

Il co-sceneggiatore e regista del film, Greg McLean, ha tratto la storia per questo film da reali testimonianze di terrificanti avvenimenti legati al Grand Canyon. McLean ha infatti rivelato a Entertainment Weekly di aver letto di persone che avevano preso oggetti dal Grand Canyon e che in seguito sono state perseguitate da una serie di sfortune. “Erano storie davvero agghiaccianti che non avrei mai potuto dimenticare e che ritenevo sarebbero state perfette per un film“.

The Darkness trama
David Mazouz in The Darkness. © The Darkness(2016)

Anche se non ha non ha rivelato quali storie specifiche abbiano ispirato il film, è emerso che ci sono numerose storie di fantasmi che provengono dal Grand Canyon. Il Parco Nazionale è infatti ricco di storie soprannaturali e spaventose. Si parla ad esempio di bambini scomparsi, di fantasmi di lavoratori del canyon schiacciati dai massie, più comunemente, di spiriti di persone morte in incidenti aerei.

Secondo Michael P. Ghiglieri, autore di Over the Edge: Death in Grand Canyon “in totale, ci sono stati 65 gli incidenti mortali di vari velivoli all’interno e nei dintorni del canyon e che hanno causato 379 vittime“, ha dichiarato al Los Angeles Times nel 2012. “Di questi, 259 sono morti all’interno del canyon, e altri 120 sono morti sui bordi adiacenti mentre cercavano di salvarsi”. Oltre a ciò, sono molti gli incidenti che si verificano ogni anno in tale luogo e che hanno portato alle teorie sulle maledizioni da parte di antiche popolazioni.

Il trailer di The Darkness e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Darkness grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Google Play e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 30 maggio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

The Darkness 2 – Trailer

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Arriva online l’avvincente  Trailer di lancio dell’attesissimo ‘The Darkness II’, videogioco in stile horror destinato a scrivere un importante pagina della storia di questo genere. 

The Darkest Minds: da Hunger Games arriva la giovane protagonista

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Sappiamo ormai da diverso tempo che ci sarà un adattamento cinematografico di The Darkest Minds, il primo romanzo della trilogia scritta da Alexandra Bracken. A dirigere il film sarà Jennifer Yuh Nelson, co-regista di Kung Fu Panda 3 assieme ad Alessandro Carloni, qui al suo debutto con un live-action.

La notizia di oggi, riportata in esclusiva dall’Hollywood Reporter, riguarda la scelta della giovane protagonista del film. Sarà infatti l’attrice statunitense Amandla Stenberg a vestire i panni della ragazza telecinetica al centro della storia narrata nel libro.

La Stenberg è stata lanciata dal personaggio di Rue interpretato in Hunger Games, primo film della saga con Jennifer Lawrence basato sulla trilogia di Suzanne Collins. Attualmente è nel cast della serie Fox Sleepy Hollow, adattamento in chiave moderna del racconto La leggenda di Sleepy Hollow di Washington Irving.

the darkest minds

The Darkest Minds: da Hunger Games arriva la giovane protagonista

The Darkest Minds sarà sceneggiato da Chad Hodge e prodotto da Shawn Levy per la 21 Laps. Il romanzo originale è stato descritto come un incrocio tra le storie dei supereroi, quelle di crescita/formazione alla Stand by Me e i racconti apocalittici alla The Walking Dead.

I fatti narrati nella trilogia letteraria hanno luogo dopo una terribile epidemia che ha causato la morte della maggior parte dei bambini e degli adolescenti americani. In seguito alcuni sopravvissuti cominceranno a sviluppare alcuni superpoteri, ma verranno etichettati come un pericolo per la società e internati in campi di prigionia. Il primo libro si focalizza su ragazzina di 16 anni con poteri telecinetici che riesce a scappare da uno dei campi unendosi a un gruppo di ragazzi come lei in fuga dal Governo.

Fonte: ScreenRant

The Dark Tower: Stephen King ha dato la sua approvazione alla serie!

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The Dark Tower del 2017 aveva il potenziale per essere un grande film e doveva essere l’inizio di un nuovo franchise che avrebbe raccontato storie ambientate in quel mondo sia nei cinema che in streaming. Sfortunatamente, è stato un disastro totale che nemmeno i protagonisti di indiscusso talento Idris Elba e Matthew McConaughey sono riusciti a salvare.

Di conseguenza, la proprietà – che si basa su una fenomenale serie di romanzi di Stephen King – è caduta nel dimenticatoio e l’interesse di Hollywood è diminuito. Il regista Mike Flanagan (The Haunting of Hill HouseDoctor Sleep), tuttavia, sta ritentando la strada dell’adattamento per produrre una serie televisiva in streaming che spera di realizzare.

Il regista ha acquisito i diritti dell’epico racconto fantasy fantascientifico di Stephen King lo scorso dicembre, quindi è chiaramente ancora agli inizi di uno sviluppo. In precedenti interviste, il diretto interessato ha confermato che la sceneggiatura del primo episodio è stata completata e ha rivelato che il suo adattamento sarebbe durato per un totale di cinque stagioni. Questo, potrebbe essere un dettaglio che ci suggerisce che una serie così concepita possa essere il modo migliore per portare sul piccolo schermo una visione fedele dei romanzi.  Di questo parere è stato anche l’autore del materiale originale Stephen King che ha dato la sua approvazione attraverso recente Tweet:

Cosa sappiamo sulla serie The Dark Tower (La torre nera)

Ad oggi nessun canale o piattaforma streaming è collegato al progetti di serie de The Dark Tower (La torre nera) firmato da Mike Flanagan (The Haunting of Hill HouseDoctor Sleep). Inoltre, con lo sciopero WGA in corso, Flanagan ha probabilmente interrotto tutti i lavori su questo e su qualsiasi altro progetto a cui è legato.

In una recente intervista il diretto interessato ha spiegato: “[L’adattamento di My Dark Tower] non potrebbe essere più diverso [dal film]. Questo è stato l’approccio sbagliato al materiale, un po’ su tutta la linea, ed è stato un approccio talmente sbagliato che penso che abbia in qualche modo salato la terra per chiunque altro volesse piantare qualcosa sotto lo stendardo della Torre Nera per chissà per quanto.”

The Dark Tower: Nikolaj Arcel dirigerà il primo film della saga di Stephen King

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Dovrebbe essere Nikolaj Arcel, regista di A Royal Affair, a dirigere l’adattamento del primo libro della saga horror-fantasy targata Stephen King, La Torre Nera (The Dark Tower).

La sceneggiatura sarà scritta a quattro mani dallo stesso regista e dal danese Anders Thomas Jensen. Il film, distribuito dalla Sony, sarà seguito anche da una serie tv, che dovrebbe fare da ponte fino al film successivo.

the-dark-towerLa saga della Torre Nera è composta la sette libri, in un mix tra western-horror e fantasy. Il protagonista della storia è Roland Deschain, pistolero errante, ultimo cavaliere di Gilead, che ha come scopo ultimo quello di trovare la mitica Torre Nera.

La Entertainment di Ron Howard e Brian Grazer si occuperà della produzione.

Fonte: Deadline

The Dark Tower: fissata la data d’uscita

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The Dark Tower: fissata la data d’uscita

“Childe Roland alla Torre Nera giunse”, così recitava il poema firmato da Robert Browning che ispirò a Stephen King la realizzazione de La Torre Nera. Ebbene è ora giunto il momento per Roland e compagni di giungere al cinema in un adattammento che, in base a quanto ufficializzato dalla Sony, vedrà la luce nel primo capitolo The Dark Tower il  13 gennaio 2017.

A dirigere la pellicola, come vi avevamo già anticipato, sarà Nikolaj Arcel. La sceneggiatura sarà scritta a quattro mani dallo stesso regista e dal danese Anders Thomas Jensen. Il film, distribuito dalla Sony, sarà seguito anche da una serie tv, che dovrebbe fare da ponte fino al film successivo.

La saga della Torre Nera è composta la sette libri, in un mix tra western-horror e fantasy. Il protagonista della storia è Roland Deschain, pistolero errante, ultimo cavaliere di Gilead, che ha come scopo ultimo quello di trovare la mitica Torre Nera.

La Entertainment di Ron Howard e Brian Grazer si occuperà della produzione.

Fonte: Coming Soon

The Dark Tower: confermato Idris Elba nel cast

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Dopo la conferma della data d’uscita, si comincia seriamente a delineare il progetto che vedrà arrivare sullo schermo The Dark Tower, tratto dalla serie di romanzi di Stephen King.

Sia lo scrittore che il regista e co-sceneggiatore del film, Nikolaj Arcel, hanno riferito a EW che le riprese del film cominceranno in Sud Africa e soprattutto hanno confermato la presenza di Idris Elba nel cast, al fianco di Matthew McConaughey, nel ruolo di Roland.

Di seguito lo scambio di tweet tramite social di cui sono stati protagonisti lo scrittore e i due attori:

A dirigere la pellicola sarà Nikolaj Arcel. La sceneggiatura sarà scritta a quattro mani dallo stesso regista e dal danese Anders Thomas Jensen. Il film, distribuito dalla Sony, sarà seguito anche da una serie tv, che dovrebbe fare da ponte fino al film successivo.

the-dark-towerLa saga della Torre Nera è composta la sette libri, in un mix tra western-horror e fantasy. Il protagonista della storia è Roland Deschain, pistolero errante, ultimo cavaliere di Gilead, che ha come scopo ultimo quello di trovare la mitica Torre Nera.

La Entertainment di Ron Howard e Brian Grazer si occuperà della produzione. The Dark Tower arriverà nei cinema USA il 13 gennaio 2017.

Fonte: EW

The Dark Tower: Carla Gugino conferma di aver parlato con Mike Flanagan

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Ad alcuni registi piace molto utilizzare gli stessi interpreti in tutti i loro film e show televisivi. Lavorare con Cillian Murphy e Michael Caine è una cosa che Christopher Nolan sembra apprezzare molto. I fratelli Coen e Frances McDormand condividono un legame simile e Quentin Tarantino collabora notoriamente con Samuel L. Jackson in ogni occasione.

L’attrice preferita di Mike Flanagan sembra essere Carla Gugino. L’attrice è apparsa in Gerald’s Game (adattamento di Stephen King), The Haunting of Hill House, The Haunting of Bly Manor, Midnight Mass e La caduta della casa degli Usher. Flanagan è attualmente impegnato a sviluppare i piani per un ambizioso adattamento della saga fantasy The Dark Tower di Stephen King e sembra che stia pensando di lavorare di nuovo con Carla Gugino.

In una nuova intervista a The Playlist, la Gugino ha confermato di aver avuto colloqui con Flanagan per la partecipazione all’adattamento, ma ha rifiutato di condividere ulteriori dettagli.

Si è parlato di ‘The Dark Tower’, ma non ho altre informazioni da condividere. Spero che tutto si risolva. So che è una cosa che lo appassiona moltissimo. Voglio dire, penso che sia un grande interprete di Stephen King. Ma ha anche una sua voce così forte che in qualche modo è bellissima, sapete?

Il gioco di Gerald’ è così fedele al libro, anche al punto che il finale, che credo sia davvero imperativo, era una parte del libro a cui la gente rispondeva davvero o non rispondeva. E Mike è stato così chiaro nel dire: “Beh, comunque è così”. Eppure, mi è sembrato che l’abbia fatto in modo così fluido“.

Cosa sappiamo sulla serie tv di Flanagan sulla saga The Dark Tower

Secondo Flanagan, il piano per la saga di The Dark Tower prevede cinque stagioni televisive, che saranno seguite da due lungometraggi indipendenti.

Questo ha senso, dato che la saga fantasy di King si estende su 8 libri: Il pistolero (1982), Il disegno dei tre (1987), Le terre desolate (1991), Mago e vetro (1997), Le piccole sorelle di Eluria (1998), I lupi della Calla (2003), Il canto di Susannah (2004), La torre oscura (2004) e Il vento dal buco della serratura (2012). È ispirato al poema Childe Roland to the Dark Tower Came” del poeta e drammaturgo inglese Robert Browning.

Durante lo sciopero della WGA e della SAG-AFTRA nell’agosto dello scorso anno, Flanagan ha dichiarato di essere soddisfatto dei progressi dell’adattamento e che il progetto sarebbe diventato la sua massima priorità una volta terminato lo sciopero.

Ha detto Flanagan: “Abbiamo dei partner fantastici di cui non posso parlare, e abbiamo degli attori davvero eccitanti che ci girano intorno e di cui non posso parlare, e abbiamo degli approcci potenzialmente innovativi alla realizzazione del film di cui non posso proprio parlare… ma quello che posso dire è che i miei timori che qualsiasi slancio che avevamo sviluppato sarebbe stato cancellato [dallo sciopero], beh, non me ne preoccupo affatto“.

The Dark Tower di Stephen King: ecco chi si sarà il regista

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The Dark Tower di Stephen King: ecco chi si sarà il regista

Non sarà Ron Howard – come inizialmente ventilato – a dirigere il primo film della serie che si ispira alla nota raccolta di libri firmata Stephen King, The dark tower (La torre nera). Mentre il regista si occuperà della produzione del progetto (insieme a Brian Grazer ed Erica Huggins, tramite la sua Entertainment), pare che a mettersi dietro la macchina da presa sarà infatti Nikolaj Arcel (Royal Affair).
La Sony Pictures, al momento ancora in fase di trattative, avrebbe assegnato ad Arcel anche la riscrittura della sceneggiatura, che si baserà su uno script curato da Akiva Goldsman (A Beautiful Mind) e Jeff Pinker (The Amazing Spider-Man 2) ispirato principalmente al primo libro della serie , “The Gunslinger”.

stephen_kingI libri di King, ambientati in un futuro senza tecnologia simile al Far West, raccontano le avventure di Roland di Gilead, ultimo pistolero di un ordine cavalleresco i cui membri sono tutti morti in guerra che si trova ad inseguire un potente stregone (“l’uomo in nero”) attraverso un deserto popolato da mutanti e demoni, fino a una misteriosa Torre Nera.
“Sono entusiasta che ‘The Dark Tower’ stia finalmente per apparire sullo schermo,” ha fatto sapere lo scrittore. “Coloro che hanno viaggiato con Roland e i suoi amici alla ricerca della Torre Nera vedranno realizzate le loro speranze. Si tratta di un approccio brillante e creativo ai miei libri “.

Ancora non si sa a chi andrà il ruolo del pistolero protagonista della serie, anche se numerose star sono già state prese in considerazione per il ruolo, tra cui Javier Bardem e Russell Crowe.

Fonte: Superherohype

The Dark Knight: il capolavoro di Nolan in un fan-trailer animato

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Non vi è alcun dubbio sul fatto che, grazie a The Dark Kinight di Christopher Nolan, il personaggio Batman abbia toccato il vertice più alto di tutta la propria carriera, contribuendo a porre le basi per lo sviluppo di quello che sarebbe in seguito divenuto il DCEU.

Cercando di celebrare degnamente la mitologia dell’Uomo Pipistrello rielaborata dal regista di Inception e nel frattempo ponendo l’attenzione sulla grande quantità di trasposizioni animate del celebre eroe DC, il canale fandom YouTube Stryder HD ha deciso di realizzare e postare un interessante trailer che unisce alcune famose sequenze di film e puntate seriali d’animazione in cui compare il personaggio di Batman, il tutto accompagnato dall’ormai iconica colonna sonora composta da Hans Zimmer per la trilogia di Nolan.

https://youtu.be/wyMomfpQQT8

All’interno di questo video grassroots denominato The Dark Knight Animated Trailer è possibile notare la presenza di estratti molto noti provenienti da alcuni famosi prodotti d’animazione che hanno come protagonista proprio l’Uomo Pipistrello – Batman Gotham Knight, Batman Under the Red Hood, Batman The Killing Joke, Batman The Dark Knight Returns Part 1 & 2, Batman Bad Blood, Batman Assault on Arkham, Son of Batman e Batman vs Robin – il tutto condito con le suggestioni musicali che rimandano direttamente alle atmosfere cupe e postmoderne volute da Christopher Nolan per la sua trilogia di The Dark Knight e dalle voci dei principali protagonisti, tra cui Christian Bale, Michael CaineGary Oldman.

Unica perla che manca in questo coraggioso prodotto fandom è però la performance vocale del Joker di Heath Ledger, anche se forse appare proprio come una scelta voluta dall’autore del video.

The Dark Knight Returns The Last Crusade: prime tavole del prequel di Frank Miller

Il video in questione fa sicuramente riflette sul possibile esito di una rielaborazione in forma animata di The Dark Knight, soprattutto qualora le voci di Batman Joker potrebbero essere interpretati dalla coppia storica formata da Kevin Conroy e Mark Hamill.

Fonte: screenrant

The Dark Knight: Donald Trump cita Bane nel discorso d’insediamento?

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Sembra non esserci davvero limite alle contaminazioni e alle influenze che il cinema può esercitare sulla vita reale e sui grandi protagonisti che in essa vivono e operano, soprattutto dopo un recente report ad opera di EW in cui viene fatto scherzosamente notare come Donald Trump, durante il suo lungo discorso inaugurale in occasione della cerimonia d’insediamento come 45° presidente degli Stati Uniti, avrebbe forse involontariamente citato un noto monologo ad opera del celebre villain Bane interpretato da Tom Hardy in The Dark Knight (per la precisione in The Dark Knight Rises) di Christopher Nolan.

The Dark Knight è il miglior cinecomics di sempre

Parlando a lungo di come sia necessario liberare gli Stati Uniti dalla corruzione e dall’eccesso di opulenza derivante da un capitalismo disorganizzato e dannoso per i più deboli, Donald Trump sembra quantomeno aver visto in maniera approfondita la performance di Tom Hardy in The Dark Knight, dove appunto Bane esordiva dall’altro di una macchina blindata verso un gruppo di criminali fuggitivi, affermando: “libereremo Gotham dai corrotti! Dal ricco! Dagli oppressori che per generazioni che vi hanno tenuto succubi con i miti della facile opportunità e dell’oppotunismo, e ridaremo questa città a voi, la sua gente, i suoi abitanti!“. Di sicuro, dall’alto del podio che domina la scalinata del Campidoglio, Donald Trup avrà succitato qualche reminiscenza cinefila per tutti gli appassionati della saga di Nolan.

Di seguito un divertente video virale postato sul canale YouTube Film Gob che propone un montaggio delle sequenze con protagonisti il presidente Donald Trump e il villan Bane.

https://www.youtube.com/watch?v=1Oeu7SBvPaQ

Per avere un confronto ulteriore a riguardo di questa teoria – in realtà probabilmente più una semplice e divertente coincidenza – è possibile citare nuovamente le parole di Donald Trump, che durante il discorso ha affermato che “oggi, non stiamo solo trasferendo il potere da un’amministrazione all’altra o da un partito all’altro, ma stiamo trasferendo il potere da Washington e lo stai dando di nuovo a voi, la gente!“. Il tycoon sembra avere dunque una sincera ammirazione per il villain di The Dark Knight.

Fonte: EW

The Dark Knight: 10 cose che non sapevate sulla trilogia

The Dark Knight: 10 cose che non sapevate sulla trilogia

Sette anni fa The Dark Knight Rises (in Italia tradotto con Il ritorno del cavaliere oscuro) chiudeva in gran stile la trilogia su Batman di Christopher Nolan iniziata con Batman Begins e proseguita con Il cavaliere oscuro, cambiando per sempre il modo di approcciare il genere.

Ecco di seguito 10 cose che, forse, non sapevate sul dietro le quinte dei tre film:

Il costume ha migliorato la performance di Christian Bale

Quando Christian Bale è stato scelto come nuovo Batman, l’attore ha deciso che la sua interpretazione del personaggio sarebbe stata più rabbiosa dei precedenti adattamenti. All’inizio temeva che Christopher Nolan non avrebbe gradito questo approccio, mentre il regista finì per amarla. Per quanto riguarda il costume, Bale era così indisposto dalla sua scomodità da riversare quella violenza nella performance.

Un momento dell’esplosione dell’ospedale non era nella sceneggiatura

Il Joker di Heath Ledger è un criminale imprevedibile, misterioso e folle, e una delle sue scene più emozionanti arriva quando il clown si maschera da infermiera nell’ospedale di Gotham facendo esplodere tutto ciò che ha intorno.  Non tutti sanno che quando l’attore ha premuto il detonatore per la prima volta, il colpo non è partito, costringendolo a ripetere il gesto. Questo “passo falso” ovviamente non era nello script ma è finito comunque nel montaggio.

La spiegazione del finale secondo Christopher Nolan

L’attesa spasmodica per il gran finale della trilogia è stata ripagata da un epilogo entusiasmante, e secondo quanto raccontato da Gary Oldman, Christopher Nolan ha descritto al cast per filo e per segno verbalmente (e non tramite script) la chiusura per evitare eventuali indiscrezioni.

Heath Ledger ha sostenuto il provino per Batman

Il Cavaliere Oscuro

Indimenticabile Joker in The Dark Knight di Christopher Nolan, Heath Ledger ha sostenuto il provino per diventare Bruce Wayne ai temi della pre-produzione di Batman Begins. Difficile pensarlo nei panni del crociato di Gotham alla luce della sua incredibile performance, ma chissà che tipo di Batman sarebbe stato il suo…

Il cavaliere oscuro è il primo film della storia ad usare camere IMAX

Non tutti sanno che The Dark Knight, secondo capitolo della trilogia, è stato il primo film della storia del cinema ad essere girato con telecamere IMAX, innovazione tecnologica relativamente recente nell’industria. L’utilizzo è relativo a sei delle più importanti sequenze d’azione, tra cui la rapina in banca e alcune riprese aeree.

Tom Hardy è un grande fan di Batman

Interpretare uno degli antagonisti di Batman non deve esser stato facile per Tom Hardy, accanito fan del cavaliere oscuro, e come dichiarato dall’attore, le scene di combattimento sono state le più impegnative perché fondamentalmente “Mi sembrava di picchiare il mio eroe d’infanzia“.

L’incidente sul set di Batman Begins

batman begins

Durante le riprese di Batman Begins a Chicago, un conducente ubriaco si è schiantato accidentalmente contro la Batmobile pensando che si trattasse di un mezzo alieno invasore. Non è chiaro se il soggetto abbia perso il controllo della macchina perché preso dal panico o se stesse cercando davvero di combattere gli alieni!

Alcuni attori sono rimasti terrorizzati dalla performance di Heath Ledger

Per prepararsi all’interpretazione di Joker e capire la psicologia del personaggio, Heath Ledger si rinchiuse in una stanza di un motel per sei settimane mescolando elementi di Alex DeLarge e Sid Vicious. E secondo quanto riferito da diverse fonti, diversi attori sul set erano sinceramente terrorizzati dalla sua prova, come Michael Caine e Maggie Gyllenhaal, tanto da non riuscire a guardarlo negli occhi.

Jessica Biel e Kate Mara sono state considerate per il ruolo di Catwoman

Catwoman

Per il ruolo di Catwoman in The Dark Knight Rises, poi affidato a Anne Hathaway, lo studio insieme a Christopher Nolan aveva stilato una lista di attrici da prendere in considerazione,  e tra queste c’erano nomi del caibro di Jessica Biel, Kate Mara, Keira Knightley, Natalie Portman, Gemma Arterton, Blake Lively e persino Lady Gaga.

Joker doveva apparire nel capitolo finale della trilogia

joker

La tragica morte di Heath Ledger ha completamente scombinato i piani originali della Warner Bros, che inizialmente aveva previsto il ritorno del Joker anche nel terzo e conclusivo capitolo della trilogia, continuando a raccontare la sua storia mentre Bane saliva al potere.

Leggi anche – Il cavaliere oscuro: 10 cose che non avevi notato nel film di Nolan

Fonte: Screenrant

The Dark Knight Trilogy: vendute le carte del Joker di Heath Ledger per beneficenza

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The Dark KnightLa Warner Bros ha venduto per beneficenza le schede combo di Joker del film Il Cavaliere Oscuro. I cimeli sono stati venduti in meno di quattro ore dalla loro pubblicazione. E’ un arsenale di oggetti di scena della trilogia di Christopher Nolan quella aggiunta alla lista degli oggetti in vendita per la DC Entertainment. Fra gli oggetti oltre alle carte del portate da Heath Ledger, ci sono anche i Batarangs di Christian Bale  di Batman Begins, ovvero il boomerang a forma di pipistrello lanciato dal cavaliere oscuro nel film. Al momento la cifra più alta raggiunta è di 800 dollari a pezzo.

Vi ricordiamo che proprio in questi giorni è uscita l’edizione definitiva della trilogia, intitolata The Dark Knight Trilogy Ultimate Collector’s Edition (dettagli).

Il franchise di Batman ad opera di Christopher Nolan, cominciato nel 2005 con Batman Begins, ha riscosso un successo straordinario sia da parte della critica che per i risultati ottenuti al botteghino. E dal 2 ottobre i tre film di Batman diretti da Nolan  Batman Begins, Il Cavaliere Oscuro, Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno – saranno rilasciati da Warner Bros. Home Entertainment come The Dark Knight Trilogy: Ultimate Collector’s Edition. Il set di sei dischi conterrà i tre film con i loro contenuti speciali originali, due nuove featurette e dei nuovi esclusivi memorabilia. Questa imperdibile collezione per i fan dell’eroe mascherato di DC Comics sarà disponibile in una prestigiosa confezione al prezzo suggerito di € 69,90.

Fonte: Yahoo Cinema

 

The Dark Knight Trilogy Ultimate Edition il provino di Christian Bale e Amy Adams

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The Dark Knight Trilogy Ultimate Collector-s EditionContinuano ad arrivare estratti dell’incredibile nuova edizione del cofanetto sulla trilogia di Batman diretta da Christopher Nolan, The Dark Knight Trilogy Ultimate Collector’s Edition in homevideo targata WarnerBros di  (leggi qui). Oggi arriva un estratto degli esclusivi contenuti speciali del mega cofanetto che mostra il provino di Christian Bale e Amy Adams all’epoca di Batman Begins:

 
Christian Bale auditions for Batman Begins in… di BatmanNewsCom

La Featurette è stata pubblicata da DailyMotion.

Il franchise di Batman ad opera di Christopher Nolan, cominciato nel 2005 con Batman Begins, ha riscosso un successo straordinario sia da parte della critica che per i risultati ottenuti al botteghino. E dal 2 ottobre i tre film di Batman diretti da Nolan  Batman Begins, Il Cavaliere Oscuro, Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno – saranno rilasciati da Warner Bros. Home Entertainment come The Dark Knight Trilogy: Ultimate Collector’s Edition. Il set di sei dischi conterrà i tre film con i loro contenuti speciali originali, due nuove featurette e dei nuovi esclusivi memorabilia. Questa imperdibile collezione per i fan dell’eroe mascherato di DC Comics sarà disponibile in una prestigiosa confezione al prezzo suggerito di € 69,90.

The Dark Knight Trilogy Ultimate Collector’s Edition: estratto dal confanetto

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The Dark Knight Trilogy Ultimate Collector-s EditionPochi giorni fa vi avevamo annunciato la data di uscita home video dell’attesa edizione targata WarnerBros di The Dark Knight Trilogy Ultimate Collector’s Edition  (leggi qui). Oggi arriva un estratto degli esclusivi contenuti speciali del mega cofanetto che riunisce tutti i tre capolavori di Christopher Nolan (qui potete trovare tutti i dettagli):

La Featurette è stata pubblicata da USAtoDay.

Il franchise di Batman ad opera di Christopher Nolan, cominciato nel 2005 con Batman Begins, ha riscosso un successo straordinario sia da parte della critica che per i risultati ottenuti al botteghino. E dal 2 ottobre i tre film di Batman diretti da Nolan  Batman Begins, Il Cavaliere Oscuro, Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno – saranno rilasciati da Warner Bros. Home Entertainment come The Dark Knight Trilogy: Ultimate Collector’s Edition. Il set di sei dischi conterrà i tre film con i loro contenuti speciali originali, due nuove featurette e dei nuovi esclusivi memorabilia. Questa imperdibile collezione per i fan dell’eroe mascherato di DC Comics sarà disponibile in una prestigiosa confezione al prezzo suggerito di € 69,90.

The Dark Knight Trilogy Ultimate Collector’s Edition in Blu-ray dal 2 Ottobre

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The Dark Knight Trilogy Ultimate Collector-s EditionIl franchise di Batman ad opera di Christopher Nolan, cominciato nel 2005 con Batman Begins, ha riscosso un successo straordinario sia da parte della critica che per i risultati ottenuti al botteghino. E dal 2 ottobre i tre film di Batman diretti da Nolan Batman Begins, Il Cavaliere Oscuro, e Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno – saranno rilasciati da Warner Bros. Home Entertainment come The Dark Knight Trilogy: Ultimate Collector’s Edition. Il set di sei dischi conterrà i tre film con i loro contenuti speciali originali, due nuove featurette e dei nuovi esclusivi memorabilia. Questa imperdibile collezione per i fan dell’eroe mascherato di DC Comics sarà disponibile in una prestigiosa confezione al prezzo suggerito di € 69,90.

The Dark Knight Trilogy: Ultimate Collector’s Edition

*Disco 1 – Batman Begins Film + Contenuti speciali

*Disco 2 – Il Cavaliere Oscuro Film

*Disco 3 – Il Cavaliere Oscuro Contenuti Speciali

*Disco 4 – Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno Film

*Disco 5 – Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno Contenuti Speciali

*Disco 6 – Disco Bonus con Nuovi Contenuti Speciali

NUOVI Contenuti Speciali:

  • IL FUOCO DIVAMPA: LA CREAZIONE E IL MITO DELLA TRILOGIA DEL CAVALIERE OSCURO – Sequenze inedite, momenti imperdibili ed interviste esclusive alle straordinarie menti che hanno dato vita alla Trilogia del Cavaliere Oscuro e ad altri mostri sacri dell’industria cinematografica, tra cui Zack Snyder, Guillermo del Toro, Michael Mann e Damon Lindelof.
  • CHRISTOPHER NOLAN E RICHARD DONNER: L’INCONTRO – Per la prima volta i leggendari registi Nolan e Donner si siedono per discutere delle difficoltà e delle soddisfazioni relative alla trasposizione sullo schermo dei due più carismatici super-eroi di tutti i tempi.
  • LE SEQUENZE INTEGRALI IMAX® DEL CAVALIERE OSCURO E DEL CAVALIERE OSCURO – IL RITORNO

NUOVI esclusivi Memorabilia:

  • 5 stampe originali incorniciabili dei nemici del Cavaliere Oscuro, prodotte da Mondo
  • Riproduzioni della Tumbler (Batman Begins), della Bat-Pod (Il Cavaliere Oscuro) e del Bat (Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno)
  • Un grande libro fotografico della Trilogia di 48 pagine con immagini introvabili
  • Una lettera del regista Christopher Nolan

I Film

Batman Begins (2005)

Batman Begins torna alle origini della leggenda di Batman e della nascita del Cavaliere Oscuro come forza del Bene di Gotham. Dall’assassinio dei suoi genitori, il disilluso erede industriale Bruce Wayne (Christian Bale) viaggia per il mondo per imparare a combattere il crimine e far tremare coloro che innestano la paura negli altri. Tornato a Gotham, crea il suo alter-ego: Batman, un eroe mascherato che affronta le forze oscure che minacciano la città con la propria forza, il proprio intelletto e una serie di armi segrete tecnologicamente avanzate.

Il Cavaliere Oscuro (2008)

Sequel di Batman Begins, Il Cavaliere Oscuro riporta insieme il regista Christopher Nolan e la star Christian Bale, di nuovo nei panni di Batman/Bruce Wayne nella sua continua lotta contro il crimine. Con l’aiuto del Sergente Jim Gordon (Gary Oldman) e del Procuratore Distrettuale Harvey Dent (Aaron Eckhart), Batman si prepara ad annientare il crimine organizzato a Gotham. Il terzetto si dimostra efficace, ma presto si troveranno faccia a faccia con una nuova pericolosa mente criminale conosciuta col nome di Joker (Heath Ledger), che porterà Gotham all’anarchia e costringerà Batman ad attraversare la sottile linea che si trova tra l’essere un eroe ed essere un vigilante. Maggie Gyllenhaal si unisce al cast nel ruolo di Rachel Dawes, mentre si confermano star già presenti in Batman Begins come Michael Caine nel ruolo di Alfred e Morgan Freeman in quello di Lucius Fox.

Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno (2012)

Sono passati otto anni da quando Batman svanì nel buio della notte, passando a essere, da quel momento, da eroe a fuggitivo. Assumendosi la colpa della morte del Procuratore Distrettuale Harvey Dent, Il Cavaliere Oscuro ha sacrificato tutto in nome di ciò che lui e il Commissario Gordon consideravano il bene superiore. Per un periodo di tempo la menzogna ha funzionato e le attività criminali di Gotham City sono state schiacciate dal peso della legge anti-crimine Dent.

Ma tutto sta per cambiare con l’arrivo di un’astuta gatta ladra con dei piani misteriosi. E non tarda a palesarsi anche un’altra minaccia, ben più pericolosa: Bane, un terrorista mascherato che con le sue spietate azioni ai danni di Gotham convincerà Bruce a tornare dal suo esilio autoimposto. E nonostante Batman rispolveri maschera e mantello, stavolta contro Bane potrebbe non esserci partita. Nel cast torna Christian Bale insieme a Michael Caine, Gary Oldman, Anne Hathaway, Tom Hardy, Marion Cotillard, Joseph Gordon-Levitt e Morgan Freeman.

THE DARK KNIGHT TRILOGY: ULTIMATE COLLECTOR’S EDITION (BD) 

Data di Uscita: 2 ottobre 2013

Prezzo Consigliato: € 69,90

DETTAGLI TECNICI: 

BATMAN BEGINS: 1080p High Definition 16×9 2.4:1. Dolby Digital: Italiano 5.1, Inglese 5.1, Francese 5.1, Tedesco 5.1, Spagnolo 5.1; Inglese 5.1 Dolby TrueHD. Sottotitoli: Italiano, Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo, Portoghese, Olandese, Finlandese, Danese, Norvegese, Svedese.

IL CAVALIERE OSCURO: 1080p High Definition 16×9. Variabile 2.4:1 e 1.78:1 (sequenze IMAX®). Dolby Digital: Italiano 5.1, Inglese 5.1, Francese 5.1, Tedesco 5.1, Spagnolo 5.1, Portoghese 5.1, Inglese 2.0. Audio Descriptive Service, Dolby TrueHD: Inglese 5.1. Sottotitoli: Italiano, Inglese, Portoghese, Spagnolo, Cinese, Danese, Olandese, Finlandese, Francese, Tedesco, Coreano, Norvegese, Svedese.

IL CAVALIERE OSCURO – IL RITORNO: 1080p High Definition 16×9 2.4:1. Dolby Digital: Italiano 5.1, Spagnolo 5.1, Tedesco 5.1, Francese 5.1, Thailandese 5.1, Inglese 2.0, Inglese 5.1 Audio Descriptive Service; DTS-HD Master Audio: Inglese 5.1. Sottotitoli: Svedese, Spagnolo, Francese, Danese, Olandese, Finlandese, Norvegese, Thailandese, Indonesiano, Cantonese, Cinese, Coreano, Islandese.

The Dark Knight Rises:riprese iniziate, ecco le foto!

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The Dark Knight Rises:riprese iniziate, ecco le foto!

Finalmetne iniziano oggi nella città blu di Jodhpur (India) le riprese di The Dark Knight Rises. Ecco subitissimo, a tempo di record arrivare le primissime foto fatte da un fane postate su  Twitter.

The Dark knight rises: tre video virali!

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The Dark knight rises: tre video virali!

Dopo la prima foto di Tom Hardy nei panni di Bane lanciata dal nuovo virale che accompagnerà le riprese di The Dark knight rises, ecco nuovi misteriosi e intriganti video virali lanciati su un enigmatico canale youtube.

The Dark Knight Rises: teaser trailer allegato ad Harry potter!

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The Dark Knight Rises: teaser trailer allegato ad Harry potter!

Si pensava che fossero solo voci ma ora SuperHeroHype conferma che il teaser trailer di The Dark Knight Rises, terzo e ultimo film del ciclo di Batman di Christopher Nolan, uscirà tra pochi giorni nei cinema americani.

The dark Knight rises: teaser poster!!

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The dark Knight rises: teaser poster!!

La mattinata odierna inizia davvero molto bene per i fan di Christopher Nolan. Infatti il sito ufficiale di The Dark Knight rises ha diffuso il primo atteso poster teaser, che conferma le voci dei giorni scorsi sull’uscita del poster accompagnato a breve distanza dal teaser trailer!

The Dark knight Rises: si sposta a Londra!

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The Dark knight Rises: si sposta a Londra!

Dopo aver girato alcune scene nella città Blu indiana  JodHpur, la produzione si sposterà nuovamente per raggiungere la Gran Bretagna,

The Dark Knight Rises: sei attrici in lizza!

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The Dark Knight Rises: sei attrici in lizza!

the dark knight

Sei attrici in lizza per  due ruoli femminili in The Dark Knight Rises. Tra loro anche Blake Lively, Keira Knightley, Natalie Portman e Anne Hathaway.

Secondo quanto sostiene Deadline al momento sono sei le attrici in shortlist per partecipare alle riprese di The Dark Knight Rises, il terzo film di Batman diretto da Christopher Nolan il cui casting è attualmente in corso. Il sito elenca Anne Hathaway, Keira Knightley, Blake Lively, Natalie Portman, Naomi Watts e Rachel Weisz in lizza per quelli che dovrebbero essere due ruoli: la protagonista femminile, che avrà un legame sentimentale con Bruce Wayne, e una villain.

Nel cast del film, oltre a Christian Bale, Michael Caine, Morgan Freeman e Gary Oldman anche Tom Hardy.

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