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Peter Jackson e le dichiarazioni su Lo Hobbit: “Sono stato frainteso”

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Dopo le controverse dichiarazioni di Peter Jackson in merito allo stato di confusione che ha regnato durante la realizzazione della trilogia de Lo Hobbit, arriva una smentita da parte dello stesso regista che ha specificato che le sue dichiarazioni sono state rimontate e estrapolate da un discorso molto più ampio e articolato relativo alle innegabili difficoltà avute in fase di produzione del film.

Sulle pagine di Stuff.co.nz, un portavoce di Jackson ha affermato: “Qualcuno ha deciso di creare questo montaggio, fatto solo con le parti di Gathering Clouds che parlano delle difficoltà affrontate e non della maniera positiva con cui sono state avvicinate e superate, argomento che abbiamo affrontato anche in altre featurette. Peter non ha mai nascosto di aver assunto la regia di Lo Hobbit quando il tempo a disposizione per preparare il lavoro prima dell’inizio delle riprese era ormai ristrettissimo. Una sfida intrapresa volontariamente e le sue parole riflettono onestamente i sentimenti avvertiti durante la produzione dei lungometraggi”.

Che ne pensate?

Peter Jackson e la logistica della Battaglia delle Cinque Armate: a cosa servono le aquile?

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La fine delle avventure nella Terra di Mezzo merita una conclusion gloriosa, e così Peter Jackson ha pensato di propinarci, ne Lo Hobbit la Battaglia delle Cinque Armate, ben 45 minuti di battaglie che vedranno schierati, appunto, i Cinque Eserciti.

La battaglia si svolge ai piedi della Montagna Solitaria, dopo che i nani hanno recuperato il loro tesoro a Erebor. Ma come si coordinano 45 minuti di battaglia senza essere sopraffatti o destabilizzati da tanta grandiosità?

“Abbiamo adottato la regola di non fare più di due o tre riprese con soggetti anonimi consecutive, per tornare sempre sui personaggi principali – ha dichiarato Peter Jackson a Entertaimente Weekly – Altrimenti gli spettatori potrebbero perdersi nella battaglia.”

E come ha previsto, Peter Jackson, di pianificare questa ‘scaramuccia’?

“C’è un sacco di logistic ache deve essere ben pianificata. Abbiamo nani, uomini, elfi e orchi, tutti con culture differenti, armi differenti, e scudi, schemi e tattiche diverse (…) Prima che potessimo scagliare la prima freccia, abbiamo dovuto progettare il paesaggio stesso e capire ‘Okay, se abbiamo 10mila orchi, quante tende ci vorranno?’ oppure ‘Si verseranno nella valle o attaccheranno a gruppi?’. Dopo aver risposto a queste domande puoi cominciare a disegnare frecce sugli schemi.”

….come si vede bene nel grafico di seguito.

 Peter Jackson mappa battaglia dei cinque eserciti

Nel grafico notizia la parola EAGLES, aquile. Sembra quindi che le Aquile saranno parte della Battaglia, con il loro Singore Gwaihir. Le aquile però sono state un punto di domanda, una criticità di alcuni fan, nonché la causa di moltissime parodie. La cosa non è passata inosservata agli occhi del regista.

“Tolkien usa le aquile in un modo che potrebbe risultare strano, perché loro tendono a mostrarsi dal cielo e cambiare le cose piuttosto rapidamente. Così qui loro sono solo parte del piano, non sono le salvatrici. Voglio dire, capisco che se le aquile avessero preso Frodo e l’avessero portato al Monte Fato per distruggere l’Anello nel Signore degli Anelli, questi film sarebbero stati molto più brevi.”

Fonte: BC

Peter Jackson dirigerà un doc sui Beatles

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Peter Jackson dirigerà un doc sui Beatles

Come riporta Entertainment Weekly, Peter Jackson dirigerà un documentario dedicato alla misteriosa registrazione di Let It Be, ultimo album dei Beatles, e basato su oltre cinquanta ore di filmati inediti di John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr relativi a gennaio 1969 (praticamente ad un anno dallo scioglimento della band e diciotto mesi prima della pubblicazione).

Jackson avrà inoltre a disposizione circa centoquaranta ore di file audio per ricreare in un film – unico nel suo genere – il processo creativo che portò i Beatles alla realizzazione di un capolavoro. La maggior parte delle riprese della band appartengono a concerti, videoclip e interviste.

Mi sono sentito sollevato nello scoprire che la realtà è molto diversa dal mito” ha raccontato Jackson a EW, “Dopo aver esaminato tutte le riprese e l’audio che Michael Lindsay-Hogg ha registrato 18 mesi prima della loro rottura, è venuto fuori un incredibile tesoro storico. Certo, ci sono momenti drammatici, ma assolutamente nulla che parli di discordia, la stessa a cui questo progetto è stato associato per anni. Oggi riguardare John, Paul, George e Ringo lavorare insieme e creare classiche canzoni da zero, non è solo affascinante, è divertente, edificante e sorprendentemente intimo.

Peter Jackson e Steven Spielberg finalmente al lavoro su un nuovo film di Tintin

Vi ricordiamo che tra i prossimi progetti di Jackson c’è anche il nuovo film di Tintin, sviluppato insieme a Steven Spielberg.

Benoit Mouchart, direttore editoriale della Casterman, la casa editirce che pubblica i fumetti del personaggio, ha infatti confermato che i due cineasti sono al lavoro sul secondo film, dopo il successo di Le avventure di Tintin – Il segreto dell’Unicorno, arrivato al cinema nel 2011.

La notizia metterà sicuramente di buon umore non solo i fan del fumetto e del film d’avventura di otto anni fa, ma anche quelli di Spielberg e di Jackson, soprattutto, il quale dopo il flop di Macchine Mortali ha certamente bisogno di trovare altro spazio e un nuovo successo di critica e pubblico.

Secondo Mouchart, i due registi lavoreranno a una rielaborazione di due albi, Lo scettro di Ottokar (1939) e L’affare Girasole (1956), cosa che era già accaduta con l’adattamento precedente.

Fonte: EW

Peter Jackson dirige un film segreto per Steven Spielberg

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Dopo la trilogia di Lo Hobbit, Peter Jackson è sparito dai radar. Ma è Steven Spielberg a rivelarne i programmi futuri in un’intervista con il New Zealand’s Time Out magazine.

“Peter è stato così impegnato con Lo Hobbit che ha dovuto allontanarsi dal sequel di Tintin e in questo momento sta girando un altro film per la mia compagnia (Amblin Entertainment). È un segreto, nessuno lo sa. Finito questo, si dedicherà a Tintin 2″, ha dichiarato Steven Spielberg.

Il sequel de Le Avventure di Tintin sarebbe quindi ancora nei piani di entrambi i registi, nonostante il primo non abbia sfondato come previsto. E c’è naturalmente la curiosità di sapere a quale film stia lavorando Jackson che, dopo due trilogie titaniche per produzione e lavorazione, aveva dichiarato di volersi allontanare per un po’ dai blockbuster per tornare a film più intimi come Creature del Cielo.

Fonte

Peter Jackson conferma il sequel de Le avventure di TinTin!

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Sembra che il sequel del film Le avventure di TinTin sia ancora nei pensieri di Peter Jackson, nonostante gli impegni della trilogia de Lo Hobbit. Infatti Collider riporta alcune dichiarazioni

Peter Jackson chiarisce sulle voci dei ritardi de Lo Hobbit

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Nuovo contrordine. Secondo Peter Jackson, le sue recenti dichiarazioni su un possibile slittamento di un paio di mesi delle riprese di The Hobbit sono state amplificate a dismisura, e non c’è ragione di pensare che l’uscita nelle sale primo dei due film tratti dall’omonimo lavoro di Tolkien debba essere rinviata di un anno.

Jackson ha poi parlato del casting ancora in atto per il personaggio del protagonista Bilbo Baggins, dichiarando che della rosa di nomi che circola da tempo (comprendente James McAvoy, Martin Freeman, David Tennant e Daniel Radcliffe) solo alcuni sono stati realmente presi in considerazione, senza specificare però quali. Il regista ha però aggiunto anche che sono ancora in corso provini con attori non noti, e che non necessariamente Bilbo sarà interpretato da un “grande nome”.

Dopo il rumor che vuole Tom Waits nei panni di un non meglio identificato membro del cast, ci aspettiamo che questo rettifica di Jackson possa avere qualche valore. In attesa di notizie definitive…

Fonte: Collider/Ign

Peter Jackson a lavoro sull’adattamento di Macchine Mortali

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Peter Jackson a lavoro sull’adattamento di Macchine Mortali

Peter Jackson torna a lavoro a quasi due anni dal termine della trilogia de Lo Hobbit. Il regista ha annunciato sulla sua pagina Facebook ufficiale che porterà finalmente a cmpimento un progetto a cui sta lavorando da anni, l’adattamento cinematografico di Macchine Mortali, serie di romanzi scifi/steampunk per ragazzi scritta da Philip Reeve.

Jackson produrrà il progetto e scriverà la sceneggiatura con la moglie Fran Walsh e alla loro storica partner Philippa Boyens. Christian Rivers, collaboratore di Peter Jackson in tutti i suoi film, si occuperà della regia.

Leggi la recensione di Macchine Mortali

Di seguito la sinossi del primo di quattro romanzi pubblicatonel 2001 dalla Scholastic: Futuro remoto. Tom, giovane Apprendista Storico di Terza Classe, vive in una Londra che si aggira per il mondo ormai deserto cercando di divorare altre città più deboli allo scopo di procacciarsi schiavi e risorse. Un caso fortuito porta il ragazzo a sventare il piano omicida di una giovane orribilmente sfigurata che attenta alla vita del capo della Corporazione degli Storici, l’archeologo Valentine. Prima che la misteriosa ragazza precipiti nel nulla del selvaggio Territorio Esterno, Tom riesce a farsi rivelare la sua identità. Ma, da quel momento, da eroe e si trasforma in preda. Età di lettura: da 11 anni.

Middle-Earth Limited Collector’s Edition: Peter Jackson non è stato coinvolto

Peter Jackson a lavoro sul Silmarillion?

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Peter Jackson a lavoro sul Silmarillion?

Ieri Peter Jackson ha deliziato il web con un video (qui) molto divertente in cui anticipa quella che potrebbe essere una sua possibile futura collaborazione con Steven Moffat e il Doctor Who. Quello che però sta facendo davvero il giro della rete è il fatto che nel video compare una copia del Silmarillion sulla scrivania di Jackson pieno di segnalibri.

Che il regista de Il Signore degli Anelli e de Lo Hobbit stia lavorando all’imprsa della vita? Ricordiamo che Il Silmarillion è forse l’opera più complessa e difficilmente trasportabile al cinema.

Peter Jackson a dirigere The Hobbit?

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Dopo la clamorosa notizia di ieri sull’abbandono del progetto da parte di Guillermo Del Toro, sono immediatamente partite le voci su chi potrebbe sostituirlo alla guida della produzione di The Hobbit.

Peter Jackson a dirigere The Hobbit?

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Dopo la  notizia di ieri sull’abbandono del progetto da parte di Guillermo Del Toro, sono partite le voci su chi potrebbe sostituirlo alla guida della produzione di The Hobbit.

Il regista della trilogia de Il signore degli anelli, Peter Jackson, a detta del suo agente, non vorrebbe dirigere il prequel della fortunatissima saga, soprattutto a causa di altri impegni già presi. Allo stesso tempo però lo stesso agente ha dichiarato che Jackson farà di tutto per preservare l’investimento fatto dalla New Line e dalla Warner Bros. Dopo due anni di lavoro fatti insieme a del Toro, trovare un sostituto in tempi brevi appare molto complicato.

A questo punto Jackson potrebbe capitolare, tanto che al Dominion Post ha dichiarato: “Se dirigere il film è ciò che devo fare per proteggere l’investimento della Warner, è una soluzione che dovrò valutare. Anche se non credo che gli altri Studios mi libereranno dai contratti.”

Fonte:comingsoon

Peter Jackson a Casa Baggins!

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Theonering.net ha pubblicato la prima foto di Peter Jackson sul set de Lo Hobbit. A dire la verità la cornice sembra già vista, ed in effetti è proprio lei, la stessa Casa Baggins che abbiamo imparato ad amare ne Il Signore degli Anelli.

Sono passati diversi anni da quando Jackson ha cominciato a lavorare su Tolkien, ma probabilmente l’emozione di percorrere quei set così suggestivi resta la stessa, a differenza della sua taglia di pantaloni! Ecco la foto:

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Fonte: theonering.net via badtaste

Peter Jackson a Casa Baggins!

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Peter Jackson a Casa Baggins!

Theonering.net ha pubblicato la prima foto di Peter Jackson sul set de Lo Hobbit. A dire la verità la cornice sembra già vista, ed in effetti è proprio lei, la stessa Casa Baggins che abbiamo imparato ad amare ne Il Signore degli Anelli

Sono passati diversi anni da quando Jackson ha cominciato a lavorare su Tolkien, ma probabilmente l’emozione di percorrere quei set così suggestivi resta la stessa, a differenza della sua taglia di pantaloni! Ecco la foto:

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Fonte: theonering.net via badtaste

Peter Jackson a 48 fotogrammi per The Hobbit

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Finalmente arriva conferma direttamente da Peter Jackson che sulla sua pagina di Facebook  conferma lui stesso il fatto che sta girando il film a 48 fotogrammi al secondo invece dei classici 24.

Peter Jackson a 48 fotogrammi per The Hobbit

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Peter Jackson a 48 fotogrammi per The Hobbit

 

Finalmente arriva conferma direttamente da Peter Jackson che sulla sua pagina di Facebook  conferma lui stesso il fatto che sta girando il film a 48 fotogrammi al secondo invece dei classici 24. Nella spiegazione che il cineasta ha fornito per questa novità è che raddoppiare la velocità di ripresa porta all’immagine maggiore chiarezza e fluidità. Anche le sfocature durante i movimenti più veloci possono in questo modo essere ridotte al minimo, così come i sussulti.

Ecco alcune foto postate recentemente:

Fonte: facebook, Comingsoon.it

Peter Greenaway: sogni, visioni e ossessioni

Peter Greenaway: sogni, visioni e ossessioni

Fellini era solito affermare che «il visionario è l’unico vero realista». Dunque, se questa regola vale ancora, sicuramente nessuno può essere considerato tanto visionario e fantastico quanto Peter Greenaway, un autore i qui sogni e le cui fantasie si sono convertite più volte, apparentemente senza alcun limite, in celluloide e nelle molteplici forme di rappresentazione. Regista gallese con alle spalle una solida cultura artistica, Greenaway è considerato, assieme al conterraneo Ken Russell uno dei massimi esponenti del nuovo rinascimento inglese, corrente artistico-cinematografica che a partire dagli anni ’80 ebbe modo di rivoluzionare l’intero comparto della cultura visiva britannica e mondiale. Greenaway è uno di quegli autori che si possono definire formalisti, ovvero imbevuti a tal punto di una maniacale cura per l’attenzione estetica da rendere le loro opere come dei veri e propri ibridi fra cinema,pittura e videoarte.

Leggi anche: Peter Greenaway omaggiato ai BAFTA 2014

Molte sono ossessioni che Greenaway riversa nel suo cinema, e tra di esse si possono riscontrare la catalogazione (ereditata dai genitori, entrambi entomologi), il gusto quasi eccessivo per il cromatismo, l’utilizzo di immagini costruite pittoricamente, la predilezione artistica per il corpo e per i nudi, l’acqua ed il cibo, senza poi dimenticare la presenza di sviluppi narrativi al limite del grottesco e del surreale, storie sempre sull’orlo dell’eccesso, ma allo stesso tempo ricche (visivamente e narrativamente) di richiami extra-culturali provenienti dalla letteratura e dall’iconografia. Le sue sono opera bulimiche, piene zeppe di particolari su cui l’occhio indugia a lungo, ed il suo cinema non può essere risolto ad una prima e distratta visione, ma deve essere frutto di numerose rivisitazioni per poter cogliere i vali livelli di stratificazione narrativa, oltre a prendere coscienza che ogni suo film, ogni suo lavoro è incommensurabilmente collegato a tutti gli altri, in una sorta di concezione ipertestuale di cinema totoale.

I misteri del giardino di Compton HouseDopo la formazione accademica, Grennaway si fa le ossa come montatore di documentari al celebre BFI (British Film Intitute) dove ha modo di coltivare il suo gusto per la catalogazione e sperimentare le prime forme di cortometraggio. L’esordio sul grande schermo arriva a 42 anni (numero che per Greenaway, legato alle coincidenze, avrà sempre un fascino particolare) quando, dopo l’incontro con il futuro produttore Kees Kasander, nel 1982 realizza I misteri del giardino di Compton House, opera incentrata sul tema dei segreti che il disegno può svelare, dove già si nota l’impostazione pittorica dell’immagine. Nel 1985 segue il surreale Lo zoo di Venere, opera eclettica e grottesca ispirata dai quadri di René Magritte e di Vermeer, dove la composizione figurativa è bilanciata da una narrazione bizzarra, sorretta anche dallo storico sodalizio con il compositore minimalista Michael Nyman e il direttore della fotografia Sacha Vierny. Lo stesso gruppo di collaboratori firma successivamente nel 1987 Il ventre dell’architetto (dove il regista sviluppa il suo amore per l’architettura di E.l.Boullée e la città di Roma) e nel 1988 Giochi nell’acqua (opera scanzonata e intermante basata sul tema del liquido e del gioco infantile).

Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amanteNel 1989 è la volta della sua pellicola più famosa, Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante, storia grottesca di sesso e cannibalismo ispirata dall’opera Titus Andronicus di Shakespeare e impreziosita da un’estetica folgorante (grazie ai costumi di J.P.Gaultier) e dalle interpretazioni allucinate di Michael Gambon, Helen Mirren e Tim Roth. Nel 1991 avviene la grande svolta con la trasposizione del celebre dramma shakesperiano La tempesta, dove Greemaway incomincia ad allontanarsi dal concetto tradizionale di cinema per sperimentare alcune soluzioni tecniche e visive che renderanno il suo lavoro sempre più vicino alla videoarte e che saranno alla base dei grandi lavori visionari del futuro. Nel 1993 è la volta del contestatissimo Il bambino di Macon, un’opera in costume intrisa di religiosità e di un morboso gusto per l’orrido, dove il regista sperimenta il connubio fra cinema e rappresentazione teatrale, suscitando però numerose polemiche.

greenawayNel 1995 avviene un’ulteriore progresso con I racconti del cuscino, dove il gusto per l’oriente e la calligrafia si mescolano a soluzioni registiche innovative ed inusuali (ad esempio la camera a mano), con risvolti visivi e narrativi che hanno eco nei videoclip musicali. Agli albori del nuovo millennio però ecco il clamoroso passo falso del maestro gallese, che con 8 donne e ½ crede di realizzare un visionario e personale omaggio al mentore Fellini, ma al contrario partorisce un’opera obrobriosa e al limite del ridicolo, totalmente sconclusionata e che gli costa la sonora irritazione dei suoi affezionati. Tra il 2003 e il 2004, ormai persuaso che il cinema classico sia destinato ad estinguersi, Grennaway da il via all’ambizioso progetto de Le valige di Tulse Luper, una trilogia dove cinema, arte pittorica e virtuale si mischiano in un’esperienza visivamente e tecnicamente coinvolgente, che ha tutte le caratteristiche di un’istallazione. Il prodotto però, a causa del suo eclettismo e degli alti costi di realizzazione, non viene ben digerito dal pubblico, decretandosi come un insuccesso commerciale.

Goltzius and the Pelican CompanyA questo punto, dopo numerose esposizioni e progetti di commistione artistica (come la celebre animazione de Il cenacolo di Leonardo), Greenaway inizia la sua nuova trilogia dedicata ai pittori europei, inaugurata nel 2007 con Nightwatching (opera dal gusto teatrale dedicata a Rebrandt), proseguita nel 2012 con Goltzius and the Pelican Company (manierismo visivo basato sull’incisore olandese H.Goltzius) e in procinto di concludersi in futuro con un nuovo progetto dedicato ad H.Bosch.

Leggi anche: “Goltzius and The Pelican Company” di Peter Greenaway

La fama e il grande contributo artistico di Greenaway, il suo modo rivoluzionario di intendere le arti visive e soprattutto la sua inesauribile capacità sperimentale lo hanno reso degno di ricevere dalla prestigiosa British Academy of Film and Television Arts (BAFTA)  durante la cerimonia del 16 frebbraio 2014, il riconoscimento per il miglior contributo cinematografico britannico. Un onore che spetta appieno ad grande genio visionario che mai si è stancato di affermare che, per fare del buon cinema, «bisogna sempre fidarsi dell’opera, mai del suo autore». Un maestro,un artista,un sognatore. Tutto questo è Peter Greenaway, un profeta che ha saputo vedere il futuro del cinema e che cerca di spianare la strada per quello che esso diverrà.

Peter Greenaway si da alla commedia

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Peter Greenaway si da alla commedia

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Il prossimo progetto di Peter Greenaway a quanto pare sarà una commedia romantica intitolata 4 Storms and 2 Babies. Il regista, autore di film come Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante o Lo zoo di Venere è certamente uno dei cineasti più rappresentativi dell’Europa, oltre ad essere famoso per la sua sperimentazione, tanto da renderlo difficilmente inquadrabile in un determinato filone registico.

Peter Greenaway sceglie Flavio Parenti

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Flavio Parenti sara’ il protagonista del prossimo film di Peter Greenaway, Goltzius and the Pelican Company. Il giovane attore è attualmente impegnato sul set romano di Woody Allen.

Peter Greenaway al Museo Nazionale del Cinema di Torino

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Peter Greenaway al Museo Nazionale del Cinema di Torino

Il Museo Nazionale del Cinema di Torino celebra il genio creativo dell’artista britannico Peter Greenaway, considerato uno dei più importati registi sperimentali viventi al mondo. Autore di film magistrali quali I misteri del giardino di Compton House (1982), Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante (1989), L’ultima tempesta (1991) e la trilogia de Le valigie di Tulse Luper (2003), Greenaway mostra uno spiccato e preponderante interesse per l’arte pittorica, che trasporta nei suoi lavori, sempre caratterizzati da un forte impatto visivo e da tematiche estreme. Con il suo stile inconfondibile e la sua capacità di reinventare il linguaggio cinematografico, Greenaway nei suoi lavori offre una riflessione profonda sul ruolo dell’arte visiva nel cinema contemporaneo, molto più importante rispetto all’intreccio narrativo e alla spettacolarità.

“In che modo la Mole Antonelliana echeggia il cinema, se pensiamo che l’edificio venne terminato nel 1889 in Italia, ovvero sette anni prima che il cinema fosse inventato in Francia, nel 1895? racconta Peter Greenaway. L’architettura è esotica e bizzarra e difficilmente definibile come convenzionale, ma vale sicuramente la pena proteggerla. Stranamente, è una struttura per tutte le stagioni, un po’ come il cinema stesso. È un po’ di tutto. E forse c’è una corrispondenza: l’edificio è sicuramente molto visibile, identificativo per Torino come la Tour Eiffel lo è per Parigi, e altrettanto liberamente interpretabile. Si diceva che tutto esistesse solo per essere messo in un libro. Ora possiamo tranquillamente dire che tutto esiste per essere messo in un film. E poiché sembra che il cinema stia morendo, un giorno potremo dire che tutto esiste per essere messo in un museo del cinema”.

“Sono passati quasi trent’anni da quando Peter Greenaway è entrato per la prima volta nella Mole Antonelliana – sottolinea Enzo Ghigo presidente del Museo Nazionale del Cinema. In questi decenni, il monumento simbolo di Torino è diventato uno dei musei più importanti al mondo, è stato visitato da milioni di persone e ha ospitato molte delle star più importanti del cinema di tutti i tempi. Sono trascorsi quasi trent’anni, eppure il ricordo della Mole è rimasto vivido nella mente e nel cuore di Greenaway, al punto da diventare quasi un’ossessione. Tanto da raccontarla e disegnarla: con una penna o una matita e quello che aveva sottomano, siano scontrini, buste, ritagli di libri o giornali, filtri di caffè, il grande regista britannico ha plasmato cento variazioni del capolavoro di Alessandro Antonelli. Abbiamo quindi ritenuto fondamentale vivere l’arte di Greenaway, sia con una live performance sia con la stampa di un volume che racconta le 100 anime della Mole Antonelliana”.

A Greenaway verrà consegnato il premio Stella della Mole

L’ampio omaggio del Museo Nazionale del Cinema a Greenaway prevede martedì 24 settembre alle 18:30 la consegna del premio Stella della Mole, il riconoscimento cinematografico che viene assegnato a figure di spicco del cinema internazionale e che, con la loro arte, hanno dato contributi significativi al mondo del cinema, una celebrazione del cinema d’autore e della creatività artistica che onora coloro che hanno lasciato un’impronta indelebile nel panorama cinematografico mondiale.

A seguire, Peter e Pip Greenaway che saranno i protagonisti di una live performance che include il reading di una selezione di 30 racconti brevi scritti da Greenaway e mai pubblicati, raccolti libro He Read Deep Into The Night. Di lunghezza variabile tra le 2 e le 20 righe, sarà l’occasione per ripercorrere il rapporto tra racconto letterario e narrazione cinematografica. A seguirel’introduzione alla proiezione del cortometraggio The Missing Nail, un progetto dedicato a L’ultima cena di Leonardo, un’opera multimediale unica, capace di fondere narrazione, docufilm e musica per svelare misteri irrisolti, aperti da anni.

La sera precedente la live performance, lunedì 23 settembre alle 20:30 al Cinema Massimo, verrà presentato in anteprima mondiale il volume 100 Disegni della Mole a cura di Domenico De Gaetano“L’ha disegnata un centinaio di volte, l’ha filmata, l’ha raccontata e ne ha persino reinventato l’illuminazione: è una storia lunga 30 anni quella che lega Peter Greenaway alla Mole Antonelliana, una storia iniziata prima ancora che il monumento simbolo di Torino diventasse la sede del Museo Nazionale del Cinema. E che ancora continua – sottolinea Domenico De GaetanoIl libro racconta, attraverso 100 disegni su carta, scontrini e bustine da tè di come la Mole unita alla magia del cinema possa essere reinventata in modi infiniti, interpretando ruoli completamente differenti, come in un film. Ma soprattutto approfondisce lo stretto legame tra uno dei registi più creativi e la città di Torino”.

Il volume, edito da Silvana Editoriale, presenta un ricco saggio che racconta l’idea che sottende il volume a firma di Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema e ideatore del progetto, un testo di Giovanni Bogani che racconta il Greenaway cinematografico in versione personale e un contributo di Valentino Catricalà, che analizza il profondo rapporto tra arte e cinema nell’opera del regista inglese.

Greenaway, morte e decomposizione del cinema di Stefano Bessoni sarà presentato il 23 settembre

La serata sarà anche occasione per presentare il volume Greenaway, morte e decomposizione del cinema di Stefano Bessoni, realizzato e pubblicato da Bakemono Lab in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, e che lui stesso definisce “un quaderno di appunti, riflessioni e illustrazioni su Peter Greenaway, colui che mi ha fatto capire che un film altro non è che un contenitore illimitato, nel quale rinchiudere concetti, teorie e ossessioni. È uno degli autori più importanti del cinema contemporaneo, un artista che si nutre di pittura, scrittura, musica, teatro, danza e di ogni forma espressiva che si possa immaginare. Il suo cinema complesso, enciclopedico e artificioso, è un gioco creativo infinito che strizza l’occhio a Lewis Carroll, Jorge Luis Borges e Italo Calvino, un territorio fiabesco, spesso crudele, sconcertante, nel quale smarrirsi per esplorare le sfaccettature più inattese dell’animo umano, dell’intelletto e del corpo”.

A seguire, Peter Greenaway e Saskia Boddeke introdurranno la proiezione di The Greenaway Alphabet (2017) di Saskia Boddeke, moglie del regista e innovativa artista visiva multimediale, che in questo documentario racconta il marito in maniera ironica e sperimentale seguendo un alfabeto filmico poetico e surreale. Le tematiche care al regista vengono sviluppate attraverso uno scambio generazionale con la figlia Pip fatto di quesiti, scherzi, poesie, racconti, gesti, creazioni, disegni, visite nei musei, rimandi amarcord su una spiaggia nordica e chiacchierate al bar.

Peter Gadiot: 10 cose che non sai sull’attore

Peter Gadiot: 10 cose che non sai sull’attore

L’attore Peter Gadiot si è contraddistinto negli anni per una grande varietà nei ruoli interpretati, convincendo così tutti del suo sfaccettato talento. Tra cinema, televisione e azioni umanitarie, l’attore si è piano piano guadagnato il rispetto di pubblico e critica.

Ecco 10 cose che non sai di Peter Gadiot.

Peter Gadiot film

1 I film e la carriera. La carriera cinematografica dell’attore ha inizio nel 2010, quando prende parte al film 13Hrs. Negli anni successivi partecipa a lungometraggi quali The Forbidden Girl (2013), Hot Mess (2013), e Velvet Buzzsaw, distribuito nel 2019 sulla piattaforma Netflix, in cui l’attore recita accanto a Jake Gyllenhaal.

2 Le serie TV. Più celebre per le sue partecipazioni televisive, l’attore ha preso parte a serie TV come My Spy Family (2010), Fresh Meat (2013), Once Upon a Time in Wonderland (2014),  Matador (2014), Tut (2015) e Supergirl (2017). Dal 2016 è invece tra i protagonisti della serie Queen of the South, dove ricopre il ruolo di James Valdez accanto all’attrice Alice Braga.

3 Altri progetti. Peter Gadiot ha iniziato a praticare la recitazione presso la Drama Center London, apparendo in numerosi spettacoli teatrali. Nel 2013 partecipa, insieme all’attrice Léa Seydoux, al cortometraggio Prada: Candy, diretto dal regista Wes Anderson insieme a Roman Coppola. Nel 2014 invece, Gadiot scrive e dirige il cortometraggio 12-17.

Peter-Gadiot-film

Peter Gadiot Instagram

4 Ha un profilo personale. L’attore è presente sul social network Instagram con account personale seguito da 172 mila persone. All’interno di questo è possibile trovare numerose foto scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Sono presenti anche post in cui l’attore condivide le proprie azioni umanitarie o fotografie scattate sui set da lui frequentati.

Peter Gadiot azioni umanitarie

5 E’ attivo in diverse campagne umanitarie. L’attore si batte duramente con il traffico di esseri umani, e più volte ha navigato attraverso l’Atlantico per supportare tale cause. Ha spesso parlato di tali tematiche anche con giovani studenti, per educarli a riguardo. Gadiot si è inoltre reso partecipe di grandi raccolte fondi da devolvere ad associazioni come Anti-Slavery International e Save the Children.

Peter Gadiot premi

6 E’ stato premiato per i ruoli televisivi. Nel 2017 Peter Gadiot riceve il premio come “miglior attore non protagonista” agli Imagen Award per la sua interpretazione nella serie TV Queen of the South. L’anno successivo è stato nuovamente nominato in tale categoria per la medesima serie, senza però riportare la vittoria.

Peter-gadiot-instagram

Peter Gadiot atleta

7 Ha supportato azioni umanitarie anche come atleta. Per raccogliere fondi da devolvere ad associazioni umanitarie, l’attore si è lanciato in prima persona in sfide fisiche. Ha ad esempio attraversato l’Atlantico in 39 giorni, o corso una maratona di 250 chilometri attraverso il Sahara. Infine ha anche scalato il monte Kilimangiaro,

Peter Gadiot lingue

8 Parla due lingue. L’attore parla fluentemente l’inglese e lo spagnolo. Suo padre è danese, mentre sua madre è messicana. Gadiot ha passato gran parte dei suoi primi anni di vita nel Regno Unito, dove i genitori gli hanno insegnato entrambe le loro lingue. La sua capacità linguistica gli consente inoltre di sfoggiare molteplici accenti, potendo così ricoprire una maggior gamma di ruoli.

Peter Gadiot Queen of the South

9 Non voleva dar vita a stereotipi. Nella serie Queen of the South l’attore interpreta un corriere della droga per il cartello di Camila, interpretata da Veronica Falcon. Nel ricoprire questo ruolo l’attore si è assicurato di non cadere nei soliti stereotipi. L’attore si è concentrato sul non giudicare il personaggio, ma anzi umanizzarlo, il che si è rivelata una sfida dalla quale però Gadiot è soddisfatto di non essersi tirato indietro.

Peter Gadiot età e altezza

10 Peter Gadiot è nato a Londra, il 2 gennaio 1986. L’altezza complessiva dell’attore corrisponde a circa 180 centimetri.

Fonti: IMDb

Peter Fonda, muore a 79 anni la star di Easy Rider

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Peter Fonda, muore a 79 anni la star di Easy Rider

È morto ieri a Los Angeles Peter Fonda, indimenticabile protagonista di Easy Rider malato da tempo di cancro ai polmoni. L’attore, figlio di Henry Fonda e fratello di Jane Fonda, aveva 79 anni.

È uno dei momenti più tristi della nostra vita, non siamo in grado di trovare le parole adatte per descrivere il nostro dolore” scrive la famiglia in un comunicato ufficiale. “Invitiamo tutti a celebrare il suo indomabile spirito e il suo amore per la vita. In onore di Peter, brindate alla libertà“.

Fonda iniziò la sua carriera a Hollywood nel 1963 con Tammy and the doctor, interpretazione che colpì il regista Robert Rossen a tal punto da sceglierlo come protagonista di Lilith – La dea dell’amore. Più tardi avrebbe recitato in I vincitori e Giovani Amanti, sempre più influenzato dalla controcultura hippie comparendo in I selvaggi.

Nel 1967 arriva l’occasione della vita: diventa il protagonista di Easy Rider al fianco di Dennis Hopper e Jack Nicholson, considerato ancora oggi il road movie per eccellenza oltre che manifesto della cultura hippie di fine anni Sessanta.

Peter Fonda e Carlo Vanzina ad Ischia

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Peter Fonda e Carlo Vanzina ad Ischia

Il grande attore americano Peter Fonda e il regista italiano Carlo Vanzina saliranno in cattedra all’VIII Ischia Global Film & Music Fest.

Peter Five Eight con Kevin Spacey avrà una distribuzione negli USA, ecco il trailer!

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Un trailer del thriller Peter Five Eight che vede protagonista Kevin Spacey è ufficialmente uscito, in seguito all’acquisizione del film da parte di SPI International. Oltre a Kevin Spacey, il film protagonisti anche Jet Jandreau. Jandreau interpreta Sam, “un affascinante agente immobiliare che si rivela essere un alcolizzato sfrenato e problematico con un oscuro segreto“. Rebecca De Mornay interpreta anche Brenda, che Peter prende di mira per ottenere informazioni per volere del suo oscuro capo, il signor Lock.

Dai un’occhiata al trailer di Peter Five Eight qui sotto:

https://youtu.be/KJF0QG6g77s

Quando è stato girato Peter Five Eight?

Secondo quanto riferito, il film è stato girato nel settembre 2021 nella contea di Siskiyou, in California. Secondo il regista Michael Zaiko Hall, Spacey non è stato un problema sul set. “È stato un piacere lavorare con Kevin, ha fatto ridere tutti tra una ripresa e l’altra e ha consegnato quello che penso sarà un regalo sorprendente per i suoi fan“, ha detto Hall in una e-mail a The Hollywood Reporter.

Una volta considerato come un attore leggendario, la carriera di Kevin Spacey si è interrotta nel 2017. Quell’anno, Spacey è stato accusato di aver fatto avance sessuali all’attore Anthony Rapp – quattordici all’epoca – nel 1986. Sono seguite altre accuse, che hanno portato Netflix a tagliare i rapporti con Kevin Spacey sul loro film in programma Gore. È stato anche licenziato dall’ultima stagione di House of Cards. Tuttavia alcuni anni dopo una giuria di New York ha assolto Kevin Spacey nella causa civile da 40 milioni di dollari che gli aveva intentato Anthony Rapp. Il tribunale di New York ha deciso che la ricostruzione dell’accusa avesse troppe incongruenze, sulle quali gli avvocati di Spacey avevano particolarmente insistito. Dopo la sentenza Rapp ha rilasciato un comunicato sui suoi social in cui non ha parlato direttamente dell’esito del processo ma ha ringraziato per l’ascolto che la sua storia ha avuto.

Peter Facinelli: 10 cose che non sai sull’attore

Peter Facinelli: 10 cose che non sai sull’attore

Celebre per il suo ruolo del patriarca Carlisle Cullen nella saga di Twilight, l’attore Peter Facinelli ha saputo poi farsi notare anche per altri ruoli cinematografici e, in particolare, televisivi. Particolarmente apprezzato dai suoi fan, Facinelli non ha mai mancato di sfoggiare un grande impegno nel suo mestiere, maturando il suo talento nel corso degli anni.

Ecco 10 cose che non sai di Peter Facinelli.

Peter Facinelli e i suoi film

1. È celebre per la saga di Twilight. Il debutto cinematografico dell’attore avviene nel 1995 con il film Angela. Successivamente recita in piccoli film come Foxfire (1996), Giovani, pazzi e svitati (1998), The Big Kahuna (1999), Supernova (2000), Tentazione mortale (2001) e Il re scorpione (2002). Ottiene popolarità grazie ai film Twilight (2008), The Twilight Saga: New Moon (2009), The Twilight Saga: Eclipse (2010), The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1 (2011) e The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 2 (2011). Nel 2019 è invece tra i protagonisti del film Running with the Devil.

2. Ha recitato anche in televisione. Nel corso degli anni l’attore è apparso in diversi ruoli televisivi in serie come Law & Order – I due volti della giustizia (1995), Fastlane (2002-2003), Six Feet Under (2004-2005), Damages (2007), Nurse Jackie – Terapia d’urto (2009-2013), Glee (2013-2014), American Odyssey (2015), Supergirl (2015) e S.W.A.T. (2017).

3. Ha diretto una serie TV. L’attore si è cimentato anche nella regia, dirigendo sette episodi della serie TV CollegeHumor Originals, nel 2011. Facinelli ha poi diretto il suo primo film nel 2018, intitolato Breaking & Exiting.

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Peter Facinelli è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un proprio profilo personale, seguito da 469 mila persone. All’interno di questo Facinelli è solito condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma sono presenti anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete o regista.

Peter Facinelli ha dei figli

5. Ha avuto dei figli dalla prima moglie. Nel 2001 l’attore ha sposato l’attrice Jennie Garth, nota per aver interpretato Kelly Taylor nella serie TV Beverly Hills 90210. La coppia ha avuto tre figlie, nate rispettivamente nel 1997, nel 2002 e nel 2006. Facinelli e la moglie si sono tuttavia separati nel marzo del 2012.

Peter Facinelli e la sua fidanzata

6. Ha avuto una nuova fidanzata. Nell’autunno del 2012 l’attore inizia a frequentare l’attrice Jaimie Alexander, nota per il ruolo di Lady Sif in Thor e Thor: The Dark World. I due hanno annunciato il loro fidanzamento nel marzo 2015, per poi terminarlo nel febbraio 2016.

Peter Facinelli ha origini italiane

7. I genitori dell’attore sono italiani. Facinelli è nato a New York, ed è figlio di Piero Facinelli, originario di Revò, e di Bruna, originaria di Spormaggiore, entrambi in provincia di Trento. Per le sue origini, gli è stata poi conferita la cittadinanza italiana.

Peter Facinelli in Glee

8. Ha recitato nella popolare serie TV. L’attore ha recitato in 4 episodi della serie Glee, ricoprendo il ruolo di Rupert Campion. Il personaggio fa la sua prima apparizione nell’episodio Love, Love, Love. È il direttore di Funny Girl, incaricato di scegliere chi dovrebbe interpretare Funny Brice.

Peter Facinelli in Supergirl

9. Ha interpretato un personaggio importante. Nella serie Supergirl l’attore ha ricoperto il ruolo di Maxwell Lord, astuto e potente uomo d’affari. Il personaggio si presenta inizialmente come il nemico principale della protagonista, salvo poi diventare suo alleato con il tempo.

Peter Facinelli età e altezza

10. Peter Facinelli è nato a New York, Stati Uniti, il 26 novembre 1973. L’altezza complessiva dell’attore è di 180 centimetri.

Fonte: IMDb

Peter Dinklage: 6 personaggi che potrebbe interpretare in Avengers Infinity War

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Ieri vi abbiamo rivelato la notizia che l’attore Peter Dinklage è in trattative con la Marvel per entrare a far parte del cast di Avengers Infinity War. Oggi proviamo a ipotizzare a quale noto personaggio dell’Universo Marvel Peter Dinklage potrebbe dare le sue fattezze.

Peter Dinklage potrebbe essere #6 The Watcher

the-watcher Avengers Infinity WarThe Watcher è un personaggio noto nell’Universo e anche se i diritti potrebbero essere nelle mani della Fox, dato che la sua prima apparizione avviene all’interno delle storie dei Fantastici 4, è un personaggio che potrebbe risultare interessato a contrastare lo strapotere di Thanos e la sua minaccia a tutti la galassia.

Peter Dinklage potrebbe essere #5 Puck

5-puck Avengers Infinity WarPuck potrebbe effettivamente essere uno dei 64 personaggi che i Russo hanno annunciato nel film. La scelta di Peter Dinklage per Puck potrebbe essere molto interessante perché potrebbe essere un buon nome da spendere per nuovi supereroi da introdurre con così poco tempo a disposizione.

Peter Dinklage potrebbe essere #4 Starfox

4-starfoxStarfox, il cui vero nome è Eros, è un personaggio dei fumetti, creato da Mike Friedrich. La sua prima apparizione è in Iron Man (prima serie) n. 55 come breve cameo, ma il vero e proprio esordio lo fece sul n. 27 della serie di Capitan Marvel, dove aiutò i Vendicatori e Mar-Vell a combattere il suo malvagio fratello Thanos.

Peter Dinklage potrebbe essere #3 Pip The Troll

3-pip-the-trollForse la scelta più ovvia, è uno dei più stretti alleati di Adam Warlock, e ha giocato un ruolo chiave in The Infinity Gauntlet. Supponendo che Warlock si unisca ai Guardiani della Galassia, questo offrirebbe a Peter Dinklage di entrare a far parte del Marvel Cinematic Universe.

Peter Dinklage potrebbe essere 2# Eternity

2-eternityThanos ha assunto una lunga lista di esseri molto potenti mentre tentava di prendere il comando dell’universo. Allora, perché Dinklage non potrebbe essere Eternity, un nuovo alleato di Thanos? Eternity è un’entità relativamente onnipotente che rappresenta tutti i tempi e la realtà nell’universo. È un essere molto potente ed è facile immaginare che potrebbe giocare un ruolo chiave in Avengers: Infinity War e sequel. Inoltre si è detto che Peter Dinklage sia in trattativa per un ruolo esteso anche in Avengers 4, dunque non è una cattiva ipotesi.

Peter Dinklage potrebbe essere 1MODOK

1-m-o-d-o-kMODOK è un villain molto noto nell’universo e potrebbe essere l’alleato perfetto per Thanos e la sua conquista dell’universo, dato che il suo nome è l’acronimo di Mental (o Mobile o Mechanized) Organism Designed Only for Killing.

Avengers Infinity War: 15 villain che potrebbero venire dopo

CORRELATI:

Avengers Infinity War arriverà al cinema il 4 Maggio 2018. Christopher Markus e Stephen McFeely si occuperanno della sceneggiatura del film, mentre la regia è affidata a Anthony e Joe Russo.

Avengers Infinity War

Via CBM

Peter Dinklage: 10 cose che non sai sull’attore

Peter Dinklage: 10 cose che non sai sull’attore

Divenuto celebre soltanto negli ultimi dieci anni, l’attore Peter Dinklage ha conquistato la televisione grazie al ruolo di Tyrion Lannister nella serie Il Trono di Spade, grazie alla quale ha vinto numerosi premi, affermandosi come interprete di grande talento. Dinklage è poi apparso anche in diversi celebri film degli ultimi anni, dando prova di saper padroneggiare tanto ruoli drammatici quanto comici.

Ecco 10 cose che non sai di Peter Dinklage.

Peter Dinklage: i suoi film

1. Ha partecipato a celebri film. L’attore debutta al cinema nel 1995 con il film Si gira a Manhattan, e nella prima parte della sua carriera ottiene ruoli da caratterista in film come Biancaneve nella foresta nera (1997), Human Nature (2001), Elf – Un elfo di nome Buddy (2003), Lassie (2005), Prova a incastrarmi (2006), Funeral Party (2007), e Le cronache di Narnia – Il principe Caspian (2008). Con X-Men – Giorni di un futuro passato (2014) inizia ad ottenere ruoli di maggior rilievo, recitando poi in Pixels (2015), The Boss (2016), Tre manifesti a Ebbing, Missouri (2017), Rememory (2017), Avengers: Infinity War (2018) e I Think We’re Alone Now (2018).

2. È celebre per il ruolo in Il Trono di Spade. Dopo aver recitato in alcuni episodi di serie come Threshold (2005-2006), Nip/Tuck (2006) e 30 Rock (2009), Dinklage diventa celebre ricoprendo il ruolo di Tyrion Lannister nella serie HBO Il Trono di Spade. Il suo personaggio, tra i protagonisti della serie, ha da subito conquistato l’apprezzamento del pubblico, portando l’attore a ricoprire il ruolo per otto stagioni e un totale di 67 episodi. Nel 2018 recita inoltre nel film televisivo My Dinner with Hervé.

3. Ha ricoperto il ruolo di produttore. Nel corso della sua carriera l’attore ha prodotto diversi film, tra cui l’indipendente I Think We’re Alone Now, dove figura anche come interprete accanto all’attrice Elle Fanning, e il film televisivo My Dinner with Hervé. L’attore riprenderà il ruolo di produttore anche per gli annunciati film The Thicket e The Dwarf.

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Peter Dinklage e Erica Schmidt

4. È sposato. Qualche anno prima di ottenere la fama mondiale, l’attore sposa la regista teatrale Emma Schmidt, nel 2005. La coppia, particolarmente riservata, ha da quel momento mantenuto la propria vita privata lontana dai riflettori e dai social network. È noto però che i due hanno avuto due figli, rispettivamente nel 2011 e nel 2017, di cui non hanno mai rivelato il sesso o il nome.

Peter Dinklage in Le Cronache di Narnia

5. Ha recitato nel celebre film fantasy. Nel film Le cronache di Narnia – Il principe Caspian, uscito al cinema nel 2008, l’attore ricopre il ruolo del nano Trumpkin, ma risulta quasi irriconoscibile per via del pesante trucco che ne trasforma la fisionomia e in particolare il volto e la sua espressività.

Peter Dinklage in Infinity War

6. Ha preso parte al celebre cinecomic. A lungo si è dibattuto su quale personaggio Dinklage avrebbe ricoperto all’interno del film Avengers: Infinity War. Le varie supposizioni si sono tuttavia rivelate errate al momento dell’uscita del film, dove Dinklage ha interpretato Eitri, re dei nani i quali però sono giganti rispetto al resto dei personaggi. Nel film il personaggio aiuterà Thor a forgiare una nuova arma con cui fronteggiare il perfido Thanos.

Peter Dinklage in Il Trono di Spade

7. Ha vinto numerosi premi per il suo ruolo. Grazie alla serie, e brillante personaggio di Tyrion Lannister, Dinklage è stato nominato per ben otto volte consecutive come miglior attore non protagonista ai premi Emmy. L’attore ha poi vinto il premio per la prima, la quinta, la settima e l’ottava stagione, segnando un nuovo record.

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8. È uno dei pochi personaggi a non aver ricevuto critiche dai fan. Il Trono di Spade è stato un enorme successo di pubblico, ma ha anche dato vita ad alcune feroci critiche circa alcune scelte fatte per alcuni personaggi o per il finale della serie. Tali critiche non hanno tuttavia mai visto protagonista il personaggio interpretato da Dinklage, che è stato invece definito il migliore della serie. L’attore è stato in più occasioni lodato per la sua interpretazione nel corso delle 8 stagioni.

Peter Dinklage: il suo patrimonio

9. È tra gli attori più più pagati della televisione. Nel corso della sua carriera l’attore ha potuto partecipare a progetti dal buon riscontro economico, ma è stata la serie Il Trono di Spade a fare la sua fortuna, permettendogli di raggiungere un patrimonio stimato di circa 25 milioni. Dinklage è stato anche tra gli attori più pagati della televisione, percependo uno salario di 1,1 milioni di dollari per episodio.

Peter Dinklage età e altezza

10. Peter Dinklage è nato a Morristown, nel New Jersey, Stati Uniti, l’11 giugno 1969. L’attore è alto complessivamente 132 centimetri.

Fonte: IMDb

Peter Dinklage vorrebbe una parte in Star Wars

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Peter Dinklage è protagonista in questi giorni del Sundance Film Festival, dove ha presentato il suo ultimo film,  I Think We’re Alone Now, in compagnia di Elle Fanning e di Reed Morano.

A intervistarli per IMDB c’era Kevin Smith, che ha colto l’occasione per chiedere sia alla regista che all’attore se fossero interessati a partecipare al franchise di Star Wars.

Peter Dinklage6 personaggi che potrebbe interpretare in Avengers: Infinity War

Dopo che la Morano ha rigettato i rumors che la volevano in trattative con la Lucasfilm, Peter Dinklage ha detto candidamente che vorrebbe davvero una parte, anche piccola, e proseguendo spiegando che sta facendo delle audizioni.

L’attore è atteso in un ruolo ancora misterioso in Avengers: Infinity War, mentre i suoi fan dovranno aspettare il 2019 per vederlo di nuovo nei panni di Tyrion Lannister in Game of Thrones, lo show HBO a cui deve la sua fama e che è arrivato alla stagione finale.

Peter Dinklage torna a lavorare con Martin McDonagh

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Peter Dinklage 2016Martin McDonagh sta construendo un nuovo cast all star per il suo nuovo film. Dopo Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell e Abbie Cornish, il regista e sceneggiatore di In Bruges ha aggiunto Peter Dinklage, John Hawkes e Lucas Hedges ai volti che compariranno in Three Billboards Out Of Ebbing, Missouri.

Peter Dinklage aveva già lavorato con McDonagh in In Bruges e adesso torna a collaborare con il regista che mostra, con la presenza di Woody Harrelson, Sam Rockwell e Abbie Cornish, di amare replicare le collaborazioni con i suoi attori.

Nel film la McDormand interpreterà una madre angosciata la cui figlia è stata stuprata e assassinata. Dal momento che la polizia sembra più interessata a questioni razziali che alla caccia dell’assassino di sua figlia, la donna acquista gli spazi pubblicitari del titolo per costringere le forze dell’ordine ad agire.

Mentre Harrelson interpreterà lo sceriffo, Rockwell sarà il suo vice, mentre Cornish sua moglie. Hawkes sarà l’ex marito della Dormand, mentre Peter Dinklage sarà un uomo locale innamorato di lei.

Vi ricordiamo che a partire dal 24 aprile, Dinklage tornerà nei panni di Tyrion Lannister per la sesta stagione di Game of Thrones.

Fonte: Empire

Peter Dinklage svela il suo ruolo in X-Men: giorni di un futuro passato?

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Peter-dinklage-fotoL’attore Peter Dinklage è stato intervistato da MTV, durante la premiere Hollywoodiana della terza stagione del Trono di Spade in uscita a fine marzo e la giornalista gli ha chiesto qualcosa riguardo al suo ruolo nel prossimo X-Men: giorni di un futuro passato. Ebbene sembra proprio che sia stato svelato il suo ruolo che fino ad oggi non era stato rivelato.

Alla domanda “Sarai Balivar Trask?”, Dinglage ha risposto sorpreso “chi ti ha detto questa cosa, è stato un corvo a portarti questa notizia?” — “Ho bisogno id leggere la sceneggiatura prima di dirti cosa interpreterò!” 

Tuttavia, l’imbarazzo mostrato dall’attore ci lascia intendere che forse l’osservazione è quella giusta.

Get More:
MTV Shows

Vi ricordiamo che nel cast sono confermatissimi ,  Halle Berry, Peter Dinklage e . Il film è ispirato ai fumetti di Chris Claremont e John Byrne dal titolo: “Uncanny X-Men” # 141 e 142 nel 1981. Tutte le info sul film nella nostra scheda: X-Men: giorni di un futuro passato. Tutte le news sul film invece sono nel nostro speciale: X-Men.

Tutta la foto gallery:

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Peter Dinklage sul set con Christian Bale e Rosamund Pike

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Peter Dinklage sul set con Christian Bale e Rosamund Pike

Tutti noi non vediamo l’ora che torni nei panni di Tyrion Lannister in Game of Thrones 5, dal 12 aprile sulla HBO, ma Peter Dinklage ha anche altri progetti legati al mondo del cinema e del grande schermo.L’attore si sarebbe infatti unito al cast di The Deep Blue Good-by  in cui ci sono già Christian Bale e Rosamund Pike. Con Dinklage, new entry nel cast del film, anche la giovane Nicola Peltz, che abbiamo visto in Transformers l’Era dell’Estinzione.

The Deep Blue Good-by è dell’adattamento cinematografico del primo libro di una serie di romanzi scritti da John D. MacDonald dedicati al personaggio di Travis McGee. Nel romanzo, McGee si trova a dover difendere Cathy dal violento ex-fidanzato Junior; col tempo, McGee scoprirà che l’uomo è in realtà un pericoloso killer che ha ucciso o provato ad uccidere diverse donne, tra cui una certa Lois, che McGee riuscirà miracolosamente a salvare prima che sia troppo tardi.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Dennis Lehane, autore di romanzi quali Mystic River, Gone Baby Gone e Shutter Island, da cui sono stati tratti gli omonimi film di successo.

Peter Dinklage sarà Tremotino per la SONY

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Peter Dinklage sarà Tremotino per la SONY

Peter Dinklage, che vedremo all’inizio del 2019 tornare nei panni di Tyrion Lannister in Game of Thrones della HBO, interpreterà Tremotino per la SONY, stando a quanto dichiara Variety.

I dettagli della storia sono tenuti al momento segreti, ma il film seguirà la fiaba trascritta dai Fratelli Grimm nelle loro raccolte. Il personaggio è stato reso celebre dalla serie tv Once Upon a Time, interpretato da Robert Carlyle (Trainspotting). Alla regia non è statoa ncora confermato nessuno, ma la sceneggiatura sarà firmata da Patrick Ness, l’autore di Sette minuti dopo la mezzanotte, per cui ha anche firmato la sceneggiatura del film nel 2016.

Peter Dinklage è stato visto di recente in Tre Manifesti a Ebbing, Missouri e in Avengers: Infinity War.

Fonte: CS

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