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Justice League: Danny Elfman utilizzerà il tema di Batman di Tim Burton?

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La Justice League oltre ad essere un nuovo salto nell’universo DC al cinema, rappresenterà anche un modo per rendere omaggio ai classici cinematografici del passato che hanno contribuito a rendere icone i personaggi più famosi.

Infatti, dopo aver appreso che il compositore del film Danny Elfman riprenderà il tema del Superman di John Williams nel film, oggi scopriamo che lo stesso accadrà per Batman, a rivelarlo è stato il diretto interessato durante un’intervista a Reporte Indigo. Quando ad Elfman è stato chiesto se i fan dovrebbero aspettarsi di sentire un nuovo tema per Batman nel film, il compositore ha risposto:

GUARDA ANCHE: Justice League: prima spettacolare clip con Wonder Woman

“No, non sentirai un nuovo tema per Batman, sentirete il tema di Batman per Batman”. Alla domanda successiva se avrebbe usato la composizione del tema Batman di Batman v Superman: Dawn of Justice, di Hans Zimmer , Elfman ha risposto ridacchiando: No, sentirete il tema di Batman. Batman ha avuto solo un tema”,riferendosi alla sua composizione dal film originale Batman del 1989.

Che dire, la cosa non farà di certo piacere ai fan del lavoro di Hans Zimmer.

Justice League: il trailer finale

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La trama:

Sulla scia della morte di Clark Kent/Superman per mano di Doomsday, il vigilante Bruce Wayne/Batman rivaluta i suoi metodi estremi e comuncia la ricerca di straordinari eroi per assemblare una squadra di combattenti contro il crimine per difendere la Terra da ogni tipo di minaccia. Insieme a Diana Prince/Wonder Woman, Batman trova l’ex star del football al college, ciberneticamente migliorato, Vic Stone/Cyborg, il velocista Barry Allen/The Flash e un guerriero atlantideo, un re, Arthur Curry/Aquaman. Insieme si schierano contro Steppenwolf, l’araldo e il comandante in seconda dell’alieno signore della guerra Darkseid, incaricato da Darkseid stesso di trovare tre manufatti nascosti sulla Terra.

Ecco il primo trailer di Justice League dal Comic Con

Justice League è stato diretto da Zack Snyder, mentre Joss Whedon è entrato nella produzione solo a fine lavoro ed è previsto per il 16 novembre 2017. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come Superman, Ben Affleck come Batman, Gal Gadot come Wonder Woman, Ezra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman, e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast confermati anche: Amber Heard, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Willem Dafoe, J.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley CollerGoeff Johns e Ben Affleck stesso.

Thor: Ragnarok, cifra record al box office entro domenica?

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Thor: Ragnarok, cifra record al box office entro domenica?

Dopo le stime degli incassi internazionali arrivano oggi le previsioni sugli incassi di Thor: Ragnarok nel mercato del Nord America, il cui debutto è previsto questa settimana.

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Secondo le stime, il film sta per diventare uno dei titolo di maggior successo del Marvel Cinematic Universe, dato che potrebbe superare i 400 milioni di dollari già entro questa domenica. Infatti, secondo Deadline il film di Taika Waititi  oggi supererà i 150 milioni di dollari all’estero che insieme ai 50 milioni che il film incasserà in Cina e l’apertura negli USA stimata a 100/120 milioni di dollari  proiettano il titolo ad un incasso sopra i 400 milioni di dollari.

Questi numeri consentiranno alla pellicola di diventare uno dei titoli più remunerativi del franchise insieme a Civil War, ma per dirlo aspettiamo le cifre ufficiali.

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Thor: Ragnarok – la recensione

Thor: Ragnarok è diretto da Taika Waititi. Nel cast del film Chris Hemsworth sarà ancora Thor; Tom Hiddleston il fratello adottivo di Thor, Loki; Il vincitore del Golden Globe e Screen Actors Guild Award Idris Elba sarà la sentinella di Asgard, Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony Hopkins interpreterà nuovamente Odino, signore di Asgard.

Nelle new entry invece si annoverano il premio Oscar Cate Blanchett (Blue Jasmine, Cenerentola) nei panni del misterioso e potente nuovo cattivo Hela, Jeff Goldblum (Jurassic Park, Independence Day: Resurgence), che sarà l’eccentrico Grandmaster, Tessa Thompson (Creed, Selma) interpreterà Valkyria, mentre Karl Urban (Star Trek, il Signore degli Anelli: il ritorno del re) aggiungerà la sua forza nella mischia come Skurge. Marvel ha anche confermato che Mark Ruffalo riprenderà il suo ruolo di Bruce Banner / Hulk nel sequel. La data d’uscita è prevista per il 3 novembre 2017.

La trama di Thor: Ragnarok – “In Marvel Studios’ Thor Ragnarok, Thor è imprigionato dall’altro lato dell’universo senza il suo formidabile martello e si trova in una corsa contro il tempo per tornare a Asgard per fermare il Ragnarok, la distruzione della sua casa e la fine della civiltà asgardiana, dalle mani di una nuova e potente minaccia, la spietata Hela. Ma prima deve sopravvivere a una mortale lotta tra gladiatori che lo metterà contro uno dei suoi amici Avengers, l’incredibile Hulk.

Avengers Infinity War: nuova spalla comica per Rocket?

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Avengers Infinity War: nuova spalla comica per Rocket?

Mentre cresce l’attesa per il debutto al cinema di Avengers Infinity War, l’attore Mark Ruffalo è tutt’ora impegnato alla promozione di Thor: Ragnarok che sta incassando milioni di dollari nel mondo. 

Ebbene in una recente intervista l’attore si è soffermato sul prossimo Avengers Infinity War, rivelando che in quell’occasione avrà una spalla meno bionda rispetto a Thor Ragnarok, ovvero Rocket. Infatti il simpatico procione e Hulk secondo quanto rivelato dall’attore potrebbero passare del tempo insieme:

“È una relazione molto divertente quella che i due avranno nel film: Prima di tutto, uno è il più grande supereroe e l’altro è il più piccolo”, ha detto Ruffalo in una recente intervista a USA Today . “Solo metterli insieme è un gioco divertente in sé.”  

Dunque questo è un altro incontro confermato e sarà interessante vedere ciò che questi due faranno insieme quando combatteranno fianco a fianco!

Avengers: Infinity War – nuovo bootleg del trailer

La sinossi: Mentre gli Avengers continuano a proteggere il mondo da minacce troppo grandi per un solo eroe, un nuovo pericolo emerge dalle ombre cosmiche: Thanos. Despota di intergalattica scelleratezza, il suo scopo è raccogliere le sei gemme dell’Infinito, artefatti di un potere sconfinato, e usarle per piegare la realtà a tutto il suo volere. Tutto quello per cui gli Avengers hanno combattuto ha condotto a questo punto – il destino della Terra e l’esistenza stessa non sono mai state tanto a rischio.

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Avengers: Infinity War, 15 villain che potrebbero venire dopo

Avengers: Infinity War arriverà al cinema il 4 Maggio 2018. Christopher Markus e Stephen McFeely si occuperanno della sceneggiatura del film, mentre la regia è affidata a Anthony e Joe Russo.

Il cast del film al momento è composto da Cobie Smulders, Benedict Cumberbatch, Chris Pratt, Vin Diesel, Scarlett Johansson, Dave Bautista, Karen Gillan, Zoe Saldana, Brie Larson, Elizabeth Olsen, Robert Downey Jr., Sebastian Stan, Chris Hemsworth, Chris Evans, Tom Holland, Bradley Cooper, Samuel L. Jacksson, Jeremy Renner, Paul Rudd, Peter Dinklage, Mark Ruffalo, Josh Brolin, Paul Bettany, Benedict Wong, Pom Klementieff e Chadwick Boseman.

 

Batman Week: l’affascinante motion poster

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Batman Week: l’affascinante motion poster

In occasione della Batman Week la DC FILMS ha diffuso il motion poster del Batman di Ben Affleck che presto ammireremo nuovamente in azione nella Justice League.

 

Vi ricordiamo che Batman sarà nuovamente al cinema in Justice League diretto da Zack Snyder, mentre Joss Whedon è entrato nella produzione solo a fine lavoro ed è previsto per il 16 novembre 2017. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come Batman, Gal Gadot come Wonder Woman, Ezra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman, e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast confermati anche: Amber Heard, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Willem Dafoe, J.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley CollerGoeff Johns e Ben Affleck stesso.

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La trama:

Sulla scia della morte di Clark Kent/Superman per mano di Doomsday, il vigilante Bruce Wayne/Batman rivaluta i suoi metodi estremi e comuncia la ricerca di straordinari eroi per assemblare una squadra di combattenti contro il crimine per difendere la Terra da ogni tipo di minaccia. Insieme a Diana Prince/Wonder Woman, Batman trova l’ex star del football al college, ciberneticamente migliorato, Vic Stone/Cyborg, il velocista Barry Allen/The Flash e un guerriero atlantideo, un re, Arthur Curry/Aquaman. Insieme si schierano contro Steppenwolf, l’araldo e il comandante in seconda dell’alieno signore della guerra Darkseid, incaricato da Darkseid stesso di trovare tre manufatti nascosti sulla Terra.

Ecco il primo trailer di Justice League dal Comic Con

 

Justice League: prima spettacolare clip con Wonder Woman

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Justice League: prima spettacolare clip con Wonder Woman

La Warner Bros ha diffuso in tv la prima clip ufficiale di Justice League, nel quale Wonder Woman, interpretata da Gal Gadot è impegnata in un combattimento unico con il cattivo, prima che Batman, Flash e Cyborg si uniscano alla sfida. Non c’è nessun segno di Aquaman, ma il video sembra tagliato prima che la scena finisca:

GUARD ANCHE: Justice League: il contributo dedicato al Batman di Ben Affleck [Video]

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Justice League: il trailer finale

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La trama:

Sulla scia della morte di Clark Kent/Superman per mano di Doomsday, il vigilante Bruce Wayne/Batman rivaluta i suoi metodi estremi e comuncia la ricerca di straordinari eroi per assemblare una squadra di combattenti contro il crimine per difendere la Terra da ogni tipo di minaccia. Insieme a Diana Prince/Wonder Woman, Batman trova l’ex star del football al college, ciberneticamente migliorato, Vic Stone/Cyborg, il velocista Barry Allen/The Flash e un guerriero atlantideo, un re, Arthur Curry/Aquaman. Insieme si schierano contro Steppenwolf, l’araldo e il comandante in seconda dell’alieno signore della guerra Darkseid, incaricato da Darkseid stesso di trovare tre manufatti nascosti sulla Terra.

Ecco il primo trailer di Justice League dal Comic Con

Justice League è stato diretto da Zack Snyder, mentre Joss Whedon è entrato nella produzione solo a fine lavoro ed è previsto per il 16 novembre 2017. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come Superman, Ben Affleck come Batman, Gal Gadot come Wonder Woman, Ezra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman, e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast confermati anche: Amber Heard, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Willem Dafoe, J.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley CollerGoeff Johns e Ben Affleck stesso.

Ant-Man and the Wasp, foto: ecco Michelle Pfeiffer come Janet Van Dyne

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Dopo le foto del party di Ant-Man and the Wasp che vi abbiamo rivelato qualche giorno fa, oggi dal set arrivano le prime foto di Michelle Pfeiffer come Janet Van Dyne. L’attrice è stata fotografata dal noto sito JJ mentre si recava sul set per recitare al fianco di Michael Douglas.

 

Le foto arrivano da Savannah, Georgia, dove la produzione si è spostata per finire le riprese.

Ant-Man and the Wasp: ecco chi sarà Janet Van Dyne, annunciato il villain

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Ant-Man and The Wasp, arriverà al cinema il 6 luglio 2018. Alla regia potrebbe tornare Peyton Reed, mentre alla sceneggiatura c’è Adam McKay. Nel cast sono stati confermati i protagonisti Paul Rudd e Evangeline Lilly.

Confermati nel cast Michael Douglas, Michael Pena e David Dastmalchian. Si sono uniti al cast anche Michelle Pfeiffer che interpreta Janet Van Dyne, Hannah John-Kamen è Ghost, Randall Park è Agent Jimmy Woo, Laurence Fishburne è Dr. Bill Foster, aka Goliath.

RomaFF12: Michael Nyman incontra il pubblico

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Alle ore 20.30, gli spettatori potranno incontrare, presso la sala Petrassi, Michael Nyman, regista, compositore, pianista direttore d’orchestra, e musicologo di innegabile finezza, che parlerà dello stretto legame che unisce cinema e musica e della sua produzione artistica nel campo della visual art e della fotografia: i suoi film sono stati infatti esposti in prestigiose istituzioni culturali internazionali, tra cui il Museum of Modern Art di New York, il Tate Modern di Londra e il British Museum di Londra.

Regista, compositore, pianista direttore d’orchestra e musicologo di innegabile finezza, Michael Nyman incontrerà il pubblico della Festa per parlare dello stretto legame che unisce cinema e musica e della sua produzione artistica nel campo della visual art e della fotografia.

I suoi film sono stati esposti in prestigiose istituzioni culturali internazionali, tra cui il Museum of Modern Art di New York, il Tate Modern di Londra, British Museum di Londra. Nato a Londra nel 1944, inizia il proprio percorso nel mondo della musica a partire dalla fine degli anni Sessanta, quando conia il termine Minimalismo (corrente a cui appartengono Philip Glass e Steve Reich) e si vede assegnata la stesura del libretto per l’opera di Harrison Birtwistle, “Down By The Greenwood Side”.

Autore di alcune delle colonne sonore più indimenticabili della storia del cinema, da L’ultima tempesta di Peter Greenaway – regista con il quale stringe un vero e proprio sodalizio, firmando per lui dodici colonne sonore, inclusa quella, splendida, per Il mistero del giardino di Compton House – a Lezioni di piano di Jane Campion, passando per Fine di una storia di Neil Jordan, Nyman combina nei suoi brani musica folk, elettronica, sacra e classica, in una miscela sonora inedita ed emozionante. Vincitore del prestigioso The Ivors Classical Music Award, nel 2013 si è dedicato alla sonorizzazione de La Corazzata Potëmkin di Sergej Ejzenštejn. Nel 2015 ha realizzato il film War Work con suggestive immagini di archivio della Prima Guerra Mondiale per commemorarne il centenario.

RomaFF12: Ian McKellen incontra il pubblico

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RomaFF12: Ian McKellen incontra il pubblico

Alle ore 17.30 presso la 3 e Google Cinema Hall, Ian McKellen, straordinario attore shakespeariano, vincitore di un Golden Globe e di due Tony Award, candidato a due premi Oscar, sarà protagonista di un Incontro Ravvicinato con il pubblico alla Festa del Cinema. L’interprete inglese si è fatto conoscere in tutto il mondo come Magneto, nella saga cinematografica degli “X-Men”, e nei panni di Gandalf, nelle trilogie de “Il Signore degli Anelli” e de “Lo Hobbit”.

McKellen condividerà con gli appassionati il suo profondo amore per il cinema, in particolare per il genio comico di Jacques Tati. Alle 19.30, l’attore sarà al MAXXI per presentare il documentario McKellen: Playing the Part, basato sull’intervista esclusiva di quattordici ore realizzata da Joe Stephenson, durante la quale l’attore inglese parla della sua vita: dall’educazione in Wigan alla fama internazionale, passando all’attivismo gay. Nel doc viene utilizzato raro materiale d’archivio: fotografie inedite, filmati esclusivi dei primi lavori a teatro e scene di vita riproposte sul grande schermo.

RomaFF12: Logan Lucky di Steven Soderbergh

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RomaFF12: Logan Lucky di Steven Soderbergh

Logan Luckyil nuovo atteso film di Steven Soderbergh, sarà presentato domani, mercoledì 1 novembre, alla dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma: alle ore 22 presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, il pubblico potrà assistere al nuovo film del regista premio Oscar per Traffic, autore di celebri produzioni che vanno da Sesso, bugie e videotape a Magic Mike.

Dopo l’incursione nel mondo della serialità televisiva attraverso le atmosfere gotiche e perturbanti di The Knick, Steven Soderbergh torna sul grande schermo con una pellicola corale che rievoca circostanze e temi della trilogia di “Ocean”: in Logan Lucky, racconta le fasi di una complessa e rischiosa rapina che si compie nel corso di una delle più note e adrenaliniche gare Nascar.

Steven Soderbergh ha commentato: Lo script di Logan Lucky mi è stato dato da un amico che mi chiedeva consigli sui possibili eventuali registi. Io pensavo di essere la persona giusta per dirigerlo e la ricerca è finita lì. Davvero non avrei sopportato l’idea che qualcun altro potesse dirigerlo. A livello più ovvio, si tratta di un totale capovolgimento dei film della serie Ocean. È la versione anti-glam di un Ocean. Nessuno dei protagonisti veste in modo elegante. Non hanno né soldi né tecnologia e questo credo sia il lato più divertente. Mi sembrava simile ma, al tempo stesso, diverso. Il paesaggio, i personaggi e il canovaccio erano l’esatto opposto di un Ocean. Questo assomiglia a una versione più grezza di Ocean. Quella che puoi trovare sui blocchi di cemento nel cortile di casa.

Il mio Godard: recensione del film di Michel Hazanavicius

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Il mio Godard: recensione del film di Michel Hazanavicius

Nel 1967 Jean Luc Godard realizza La Cinese, tra i protagonisti c’è Anne Wiazemsky. I due si innamorano e si sposano. Il film non riceve un buon riscontro e Godard entra il crisi. Il ’68 e la rivoluzione non fanno che peggiorare la sua situazione personale del regista che arriva a mettere in discussione se stesso, la sua relazione e la sua arte.50 anni fa si pensava che il mondo si potesse cambiare. Con la rivoluzione socialista, essenzialmente, con le idee nuove di giovani attivisti, creativi e quant’altro. 50 anni dopo, ancora ragioniamo su cosa ci sia ancora da cambiare.

Poco più 50 anni fa Jean-Luc Godard e François Truffaut avevano dato uno scossone al cinema: sguardi in macchina, jump cut, storie d’amore complicate, mescolanza di generi, e soprattutto Godard, nei suoi primi film, aveva mostrato una preponderante affezione per il genere noir. Più di Poi Godard e Truffaut si allontanano, Godard inizia a fare del cinema militante. Inizia anche a farsi delle domande, sul suo ruolo di regista, ma anche di uomo, e dimentica di essere anche un marito.

Il mio Godard

50 anni dopo un regista francese premio Oscar, Michel Hazanavicius, realizza un film usando le formule stilistiche di Godard per raccontare un periodo storico preciso e un evento della vita di Godard.Colori saturi come quelli dei film anni ’70, parole scritte colorate che riempono lo schermo nero, ironia delle parole che è in contraddizione con quello che vediamo sullo schermo, rottura dell’illusione di realtà, il rapporto sacro e immaginario tra film e spettatore.

Il mio Godard stacy martinHazanavicius usa un genere, in questo caso un intero movimento cinematografico, la Nouvelle Vague, e realizza un film su Godard come se fosse un film di Truffaut. La storia d’amore, in cui lui ha la peggio è infatti tipica dei film del regista di Effetto notte, e è qui inserita nel racconto del Maggio Francese.

Il film di Hazanavicius è anche una commedia. Difficilmente si può definire un film biografico, anche se alcuni degli eventi raccontati (come la sospensione del Festival di Cannes nel 1968) sono veri.Quello che emerge da questo racconto è la rottura interiore del regista con l’uomo, del regista con la sua epoca e con la sua donna. Godard essenzialmente si perde, non si riconosce in un movimento, quello del ’68, in cui lui ora è il vecchio, non riesce ad amare Anne senza soffocarla, non riesce a capire che cinema vuole fare.

L’ironia è nascosta nella rappresentazione dello sfasamento di Jean-Luc Godard con questo mondo che sta cambiando, ribaltato come nei film dei Fratelli Marx, altri rivoluzionari del cinema. Nonostante tutto però la sua vita procede, come ogni giorno, come avviene sul primo sottomarino nucleare da guerra francese, da cui il film prende il titolo originale, Le Redoutable. Il film è stato presentato allo scorso Festival di Cannes, esce nelle sale in 60 copie il 31 ottobre e sarà proiettato in anteprima al Festival France Odeon che avrà luogo a Firenze dal 19 al 22 ottobre.

#RomaFF12: Cercando Camille nelle parole di Bindu De Stoppani, con Anna Ferzetti e Luigi Diberti

All’interno della sezione autonoma Alice della Città, nell’ambito della Festa del Cinema di Roma 2017, la regista Bindu De Stoppani, con Anna Ferzetti e Luigi Diberti, ha presentato il suo ultimo film, Cercando Camille, un on the road che incontra commedia e dramma, mescolando i toni e i momenti.

Per la regista era importante ambientare il film all’interno di uno spazio circoscritto in movimento. Così è venuta fuori l’idea dell’on the road, all’interno di un camper pieno di oggetti e ninnoli che ricordassero al protagonista anziano, affetto da Alzheimer, qualcosa della sua “vita di prima”.

“Ogni volta che ho fatto un viaggio pensato di aver avuto lo spazio per pensare a delle cose e pormi domande – ha dichiarato Bindu – Per me questo era molto chiaro e volevo che trasparisse da questa storia in cui una donna trova se stessa nel portare il padre in viaggio. Questa scelta, secondo me, poteva raccontare al meglio questa storia.”

La storia racconta appunto di Camille, giovane donna un po’ in conflitto con se stessa e molto rigida, che decide di partire con il padre malato per un viaggio in Bosnia, fino ai luoghi della guerra che l’uomo stesso aveva vissuto.

A interpretare il buffo e malato Edoardo, è stato chiamato Diberti, che ha spiegato in che modo la De Stoppani gli ha spiegato il ruolo, le sue oscillazioni tra lucidità e assenza: “Lo sguardo del mio personaggio cambia a seconda di quale delle due persone ricopre, la sana o la smemorata, e non è stato difficile perché sono stato molto supportato dalla regista che mi ha dato indicazioni precise spiegandomi quando e come Edoardo era da una parte o dall’altra della malattia. Mi ha guidato davvero.”

Dal canto suo la Ferzetti sembra molto fiera di aver interpretato una donna così normale, che veste in modo semplice, non esattamente il tipo di donna esile tanto di moda al cinema, un personaggio normale, un po’ costretto nel ruolo di figlia. “Il personaggio di Camille è una donna goffa, nelle sue paure e nelle sue difficoltà – ha raccontato l’attrice – Per me è stato un viaggio personale, perché quando ho incontrato Bindu avevo perso mio padre da poco, e quindi per me è stato come ripercorrere un sentiero già battuto. La malattia con cui ha a che fare la mette di fronte al fatto che deve lasciare andare il padre. E così Camille impara a vivere nel momento presente, così come ormai fa il padre smemorato.”

Guarda il trailer di Cercando Camille

Il film vede i protagonisti tornare sui luoghi della guerra in Bosnia e la regista ha raccontato un punto di vista molto interessante in merito al valore della guerra e del suo ricordo: “Non è un film sulla guerra, ma un film sulla memoria. Per quello che vedo, mi rendo conto che, con tv, giornali, veniamo messi al corrente del fatto che ci sono le guerre, ma ce ne dimentichiamo subito. Con questa storia volevo portare questi personaggi sul posto e incontrare persone che non hanno affatto dimenticato la guerra, perché l’hanno vissuta davvero. Volevo giocare con il tema della memoria e mostrare come è facile avere l’ Alzheimer anche da sani.”

I riferimenti del film sono senz’altro altre storie che parlano della stessa malattia, come Still Alice o Nebraska, ma la relazione che interessava approfondire a De Stoppani era quella del rapporto tra padre e figlia, tra genitori e figli, non tanto la malattia e sui suoi effetti, quanto gli effetti che la malattia stessa ha sulle persone che circondano il malato.

Il finale di Cercando Camille è stato costruito in maniera tale che fosse un sospiro di sollievo dalla storia, un bel finale aperto e luminoso, “un passo verso l’alto”, come lo definisce la stessa regista. Un’idea, quella di Bindu, che si rintraccia prima di tutto nel suo modo di fare cinema e nel desiderio di raccontare sempre qualcosa che possa allietare, e farlo anche con un film che racconta di una cosa triste poteva essere un buon modo per tenere fede a questo gusto, “anche se probabilmente la vita è meno clemente.” conclude la regista.

#Romaff12, Dakota Fanning: “È importante che le donne facciano sentire la loro voce”

Dakota Fanning è arrivata alla Festa del Cinema di Roma per presentare il film “Please Stand By” nella sezione dedicata ai giovani Alice nella Città. La commedia, diretta da Ben Lewin, tratta la storia di una ragazza autistica che intraprende un viaggio contro tutti e contro le sue paure, per realizzare il suo sogno di partecipare ad un concorso di sceneggiature di Star Trek.

“Interpretare Wendy non è stata una sfida maggiore rispetto a tanti altri ruoli, è sempre difficile” ha raccontato la Fanning, “Certo è una ragazza affetta da autismo, ma quella è solo una piccola parte di quello che è lei, c’è molto altro di più e questa è la cosa che mi è piaciuta di più di questo film e di questo personaggio. Vediamo le sue difficoltà e di come queste influenzano la sua vita, ma vediamo anche come lei riesce a superarle, come si ribella e come spinge se stessa ad andare oltre e questo è davvero un aspetto interessante del film. La sceneggiatura era scritta benissimo, piena di dettagli, ed è stata essenziale per potermi calare bene nel personaggio.”

Leggi anche: Please Stand By, recensione del film con Dakota Fanning

Star Trek è una parte importante del suo personaggio e così l’attrice ha interpretato questa passione: “Wendy ha problemi di interazione sociale, ha problemi con il mondo che la circonda e a quel punto si serve di Star Trek, che la aiuta a superare diverse difficoltà. In particolare il personaggio di Spok è come se la guidasse ed è come se lei facesse passare le cose che non capisce  del mondo attraverso un ‘traduttore Star Trek’ che gliele rende più comprensibili.” E il regista Ben Lewin aggiunge “Le persone con autismo hanno un legame particolare con Star Trek e possiamo definire forse Spok il primo eroe autistico, perché anche lui è una persona che non riesce a gestire le proprie emozioni”.

Oltre a presentare il film, Dakota è anche stata protagonista di una Masterclass con i giovani: “Questo è film sia per grandi che per piccoli ed è stato bello poter lavorare ad un progetto del genere. Non saprei che consigliare ai giovani che vogliono intraprendere questa carriera, perché soprattutto in questo settore le esperienze sono molto personali. Vorrei poter rispondere a tutte le domande… Ma sono sincera, io non ho tutte le risposte!”

foto di Aurora Leone

Guarda anche: Dakota Fanning sul red carpet dell’Auditorium

A soli 23 anni, Dakota Fanning ha recitato in più di trenta film e una decina di serie tv, avendo iniziato la sua carriera a soli 5 anni: a differenza di tanti altri attori bambini però, il suo è sempre stato un percorso molto tranquillo e non si pente di aver sacrificato magari qualcosa della sua adolescenza per fare l’attrice. “Amo il mio lavoro ed è sempre stato così” ci ha detto la protagonista di Please Stand By, “Fare l’attrice non ha avuto un impatto negativo sulla mia vita, anzi, l’ha arricchita di esperienze uniche. A 9 anni ho vissuto per 5 mesi a Mexico City, a 14 anni ho vissuto ad Hong Kong per 3 mesi e ho conosciuto nuove culture, nuove persone… E quante altre persone possono dire la stessa cosa della loro vita? Mi sento davvero grata di queste esperienze e fortunata di aver trovato una cosa che mi piaceva fare così tanto ad un età così piccola.”

Dakota Fanning ospite di Alice nella Città

Riguardo a progetti futuri, Dakota non si sbilancia sul film che vedrà il debutto alla regia di Kirsten Dunst, che è ancora in sviluppo: “Non posso dire ancora molto, ma è bello avere una amicizia, quasi un sentimento di sorellanza con lei e poterci lavorare, come è successo anche con altre registe donne in passato.”

Un argomento a lei caro, visto che si sta laureando con una tesi su “La figura femminile nel cinema”, molto attuale con il caso Weinstein: “Sono una donna che fa parte di questa industria da tempo e ovviamente sono interessata a queste questioni e a parlarne. Penso che per le donne sia importante avere una voce, parlare, sentire di avere potere e combattere per l’eguaglianza. Sono contenta di far parte di un momento storico nel quale questo tipo di argomenti sono al centro  delle discussioni all’interno della società. Credo più che mai che sia fondamentale che le donne si sentano in una posizione di potere e che si sviluppi tra di noi questa sorellanza”. 

Please Stand By, recensione del film con Dakota Fanning

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Please Stand By, recensione del film con Dakota Fanning

Dopo la disabilità fisica, raccontata nel delicato e romantico The Session, Ben Lewin racconta la disabilità mentale, l’autismo, in Please Stand By, che però declina con un linguaggio più leggero e rassicurante, rivolgendosi a un pubblico più giovane.

Grandissima fan di Star Trek, Wendy è autistica, vive in base a schemi rigidi e rituali quotidiani che vengono interrotti soltanto dalla sua passione per la scrittura. Un giorno le si presenta un’occasione magnifica: avere la possibilità di partecipare a un concorso proponendo una sceneggiatura a tema Star Trek. Il premio in denaro le permetterà, secondo lei, di tornare a vivere con la sorella maggiore. Quello che Wendy non sa è che dovrà superare tutti i suoi limiti e le sue difficoltà per poter portare a destinazione il plico con la sua preziosa storia.

Dakota Fanning ha interpretato da piccolissima la figlia di un uomo con un ritardo mentale, in Mi chiamo Sam. Adesso passa dall’altra parte, per così dire, e dà corpo a questa giovane donna, autosufficiente ma imprigionata in schemi che permettono al suo mondo di stare fermo e di non agitarla. Dimostrando una certa maturità di interprete, la Fanning riesce a dare corpo a un’interpretazione misurata e pulita, senza strafare e cadenzando i momenti più forti con equilibrio.

Please Stand By – l’autismo attraverso un occhio rassicurante

L’approccio del regista Lewin è però molto edulcorato, sia nella scelta di un’ambientazione sicura, per quanto estranea e in alcuni casi avversa alla protagonista, sia per il modo in cui si affronta l’anomalia della stessa, che comunque trova pian piano il coraggio di affrontare le situazioni che lei sola percepisce come un ostacolo.

Illuminata dallo spirito guida di Spok, il personaggio di Star Trek metà umano e metà vulcaniano, Wendy riesce a trovare il suo modo per entrare in contatto con i sentimenti altri, riuscendo in qualche modo a esprimersi a sua volta. Un parallelo esibito, nel finale, tra la protagonista e il personaggio: due figure che trovano il loro modo per condividere i sentimenti, nonostante gli ostacoli.

Tra le tante, tutte parziali, rappresentazioni cinematografiche dell’autismo, Please Stand By si colloca in un territorio neutro, scegliendo una rappresentazione rassicurante e mettendo in scena più che la malattia la forza di volontà nel superare i propri limiti.

#RomaFF12: Dakota Fanning sul red carpet dell’Auditorium

#RomaFF12: Dakota Fanning sul red carpet dell’Auditorium

Dakota Fanning ha presentato ad Alice nella Città, nell’ambito della Festa del Cinema di Roma 2017, il suo nuovo film, Please Stand By.

Ecco le foto del tappeto rosso dell’attrice americana:

Segui il nostro speciale della #RomaFF12

#RomaFF12: Carlo Verdone ed Eleonora Giorgi sul tappeto rosso

#RomaFF12: Carlo Verdone ed Eleonora Giorgi sul tappeto rosso

Nell’ambito delle retrospettive e degli omaggi della Festa del Cinema di Roma 2017, Carlo Verdone ed Eleonora Giorgi hanno partecipato al red carpet dedicato a Borotalco, in occasione del restauro del film da parte di Infinity.

Ecco le foto:

Segui il nostro speciale della #RomaFF12

Era il 1982 quando uscì nelle sale Borotalco, capolavoro della cinematografia del regista e attore Carlo Verdone che ha fatto la storia del nostro cinema. Dopo 35 anni, Infinity il primo servizio di video streaming on demand italiano, celebra la famosa pellicola in versione restaurata nell’importante cornice della Festa del Cinema di Roma, giunta alla sua dodicesima edizione. Il red carpet vedrà sfilare l’attore e regista Carlo Verdone e l’attrice Eleonora Giorgi.  Presente anche il celebre gruppo degli “Stadio” che nella storica formazione farà rivivere le atmosfere della pellicola con una performance che avverrà prima della proiezione del film.

Oltre a essere uno dei suoi film più famosi e citati, Borotalco, opera terza di Verdone,  rappresenta per lui un importante punto di svolta.
In primis perché registra l’abbandono della struttura a episodi in favore di una sola linea di racconto in cui l’attore e regista recita, per la prima volta, nei panni di un solo personaggio.
In Borotalco si delinea quell’irresistibile mix di comicità e malinconia, archetipo narrativo di tutto il Verdone che verrà.
L’autore affida l’elemento più ridanciano dell’opera al parterre dei caratteristi (l’irresistibile guitto Manuel Fantoni interpretato dal compianto Angelo Infanti e il Mario Brega dell’immortale scena delle “olive greche”) per restituirci attraverso quest’uomo qualunque  un’istantanea per nulla scontata dell’Italia dei primi anni ‘80, e una ricostruzione realistica dei sentimenti dei giovani di allora e di una certa epoca poi detta, talvolta anche gratuitamente, del “riflusso”.
Insieme a Carlo Verdone e ai già citati Angelo Infanti e Mario Brega impossibile non menzionare l’intero cast: Eleonora Giorgi, Christian De Sica, Enrico Papa, Roberta Manfredi.

Siamo molto felici di essere stati gli artefici del restauro di questa bellissima pellicola e di celebrarla come merita. Questo progetto porta avanti il nostro impegno nella valorizzazione del cinema e ci caratterizza come unico servizio streaming in Italia pienamente coinvolto nel sostegno del cinema di casa nostra” afferma Pablo Falanga, direttore commerciale di Infinity.

#RomaFF12: Valley of Shadows, recensione del film di Jonas Matzow Gulbrandsen

Valley of Shadows, presentato in anteprima al Toronto International Film Festival, fa parte della selezione ufficiale della Festa del cinema di Roma 2017 ed è scritto e diretto da Jonas Matzow Gulbrandsen.

Il film narra una vicenda tragica pennellandola con tinte fiabesche e immaginifiche. In un villaggio tra il mare e le montagne norvegesi, il piccolo Aslak, dopo aver visto tre cadaveri di pecore dilaniate, si avventura in un viaggio sempre più misterioso.

Il regista dialoga con l’abitazione dalle stanze anguste e spoglie delle case e con il paesaggio montuoso circostante e utilizza maggiormente  inquadrature serrate raramente intervallate da  inquadrature più ampie. Il tutto avvolto nella semioscurità di rado rischiarata da fuoco, da raggi lunari o da un pallido sole.  Il ritmo narrativo è molto lento, soprattutto nella parte centrale del film e i dialoghi sono scarni: Gulbrandsen lascia spesso  parlare la natura (vento, scorrere dell’acqua) e riempie i silenzi con la musica solenne composta da Zbigniew Preisner. Tutti questi elementi contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva e misteriosa. La fotografia sottolinea queste caratteristiche con una resa dai contorni sfumati.

Valley of Shadows

Per quanto riguarda i personaggi il piccolo Aslak, interpretato da Adam Ekeli, è un bambino dotato di grande curiosità che lo spinge ad avventurasi in luoghi che non conosce oltrepassando i confini che gli adulti gli impongono. Lui è il vero perno del racconto ed è il personaggio meglio tratteggiato. È spesso da solo e guarda avanti senza lasciarsi sopraffare dalla paura.  La madre Astrid, interpretata da Katherine Fagerland, è una donna razionale ancorata alla realtà dei fatti anche quando questi sono tragici. È confinata nel suo mondo e mai si sognerebbe di andare oltre. Lasse, amico di Aslak, e il padre appartengono a quel genere di persone che si lasciano convincere dalle credenze popolari e prendono tutto alla lettera. Lo prova il fatto che Lasse mostra ad Aslak un libro con illustrazioni mostruose appartenenti al mondo fiabesco ed è convinto che simili creature esistano veramente. Astrid e Lasse hanno un ruolo marginale nella storia proprio perché il regista ha voluto dare risalto alle larghe vedute di Aslak.

Il regista, al suo primo lungometraggio, realizza un prodotto in cui lascia parlare soprattutto i bambini mostrando come siano in grado di andare oltre e di vedere le cose con occhi diversi senza distorcere la realtà, con un richiamo, voluto o meno, all’Io non ho paura di Gabriele Salvatores. Il racconto  manca di picchi di tensione, di depistaggi, di colpi di scena  che avrebbero dato più sapore al tutto.

Brigsby Bear: recensione del film con Mark Hamill – Roma FF12

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Brigsby Bear: recensione del film con Mark Hamill – Roma FF12

All’indomani dell’uscita della seconda stagione di Stranger Things, in un mondo che fa culto della tv e dei suoi prodotti, Kyle Mooney, stella di Saturday Night Live, insieme a Kevin Costello, scrive e interpreta Brigsby Bear, diretto da Dave McCary, altra stella del SNL.

James è un ragazzo di 30 anni che vive in un mondo in cui l’aria è irrespirabile, per questo è sempre chiuso in una casa bunker con i genitori. La sua unica finestra sul mondo è una tv a tubo catodico e un show per bambini, Brigsby Bear, che parla di un orso spaziale. Quando la polizia arriva in casa e porta via James, scopriamo la verità. Il ragazzo è stato rapito 25 anni prima dai suoi finti genitori, che gli hanno costruito intorno un’esistenza finta e nascosta, escludendolo dal mondo, a un livello tale di follia, che persino Brigsby era tutta una loro invenzione, un loro prodotto. L’uomo, con la mente e l’esperienza di un ragazzino, si ritroverà quindi ricongiunto con la sua famiglia, con una sorella adolescente che non ha mai incontrato e alle prese con un mondo che non conosce. L’unica ancora di salvezza per sopravvivere e riuscire ad adattarsi sembra quella di riportare in vita Brigsby.

L’unico riferimento e affetto di James è uno show che non esiste, rappresenta tutta la sua vita, ma tornare nel mondo reale lo mette in condizione di rinunciare alla sua ancora e di imparare a vivere. La potenza che uno show, una serie televisiva, può imporre sul mondo, sul mondo di James in questo caso, viene così rappresentata nella sua totalità, nel momento in cui diventa l’unica ragione di vita del protagonista. L’esorcismo, per restituire realtà a Brigsby e libertà a James, diventa quello di raccontare una storia su questo personaggio, che esiste solo nella mente del protagonista. Sull’esempio di Be Kind Rewind, James, con la sorella e gli amici, prova a realizzare un film sull’orso spaziale, con conseguenze disastrose.

La tenerezza e la semplicità con cui viene raccontata la storia diventano il vero cuore di una vicenda che diventa emblema anche della crescita e del passaggio. Brigsby è così un simbolo ma anche uno sfogo.

Brigsby BearBrigsby  Bear – il potere e la tenerezza dell’immaginazione

I toni sono appunto da commedia, in una storia che non si prende mai troppo sul serio e che porta addosso i segni di una comicità leggera, volta a raggiungere un livello di intimità superiore rispetto alla sola risata. Le situazioni comiche non mancano, ma sfociano sempre in momenti di infinita tenerezza di cui James è il protagonista assoluto.

Nel cast del film, al fianco di volti più o meno noti, come Claire Danes, Michaela Watkins e Greg Kinnearbrilla Mark Hamill, nei panni del padre rapitore e interprete di tutti i personaggi della serie realizzata per il ragazzo. Il simbolo della cultura pop per eccellenza si dimostra ancora una volta capace di dare vita a caratteri e personaggi con il suolo utilizzo della sua voce.

Il terribile reato che scatena la vicenda non viene “preso sul serio”, perché apparentemente accessorio a tutto il racconto: serviva un’esca per accendere l’argomento principale della storia, ovvero l’immaginazione, con le sue potenzialità e il suo potere di dare vita a personaggi, vite, sentimenti, il potere di liberare e svincolare le persone stesse dai propri limiti e dalle proprie paure.

Con un linguaggio cinematografico elementare e un’anima grandissima, Brigsby Bear restituisce allo spettatore il piacere di immaginare e il piacere di farsi raccontare una storia.

Captain Marvel: ecco dove e quando iniziano le riprese

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Captain Marvel: ecco dove e quando iniziano le riprese

Cresce l’attesa dietro all’annunciato prossimo film Marvel, Captain Marvel che vedrà protagonista l’attrice premio Oscar Brie Larson. 

Il film che come sappiamo avrà un ruolo decisivo nella fase 3 del Marvel Cinematic Universe, entrerà in lavorazione all’inizio di Febbraio. Inoltre secondo alcune fonti accreditate grazie ad alcuni incentivi fiscali ottenuti dai Marvel Studios il film si sposterà a Los Angeles, a differenza di Atlanta, dove era inizialmente previsto.

Questi cambiamento non dovrebbero stravolgere il film né tantomeno cambiare la data di uscita e i piani della conclusione della FASE 3.

Captain MarvelBrie Larson e la pettinatura alla moicana

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Alla regia del film, con protagonista Brie Larson, ci saranno Anna Boden e Ryan Fleck. La pellicola sarà ambientata durante gli anni ’90 e vedrà la partecipazione di Samuel L. Jackson che torna nei panni di Nick Fury.

Scritto da Nicole Perlman (Guardians of the Galaxy) e Meg LeFauve (Inside Out), Captain Marvel arriverà al cinema l’8 marzo 2019.

Area Movie con i protagonisti della serie Netflix, Stranger Things

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Al via domani mercoledì 1 novembre il programma dell’Area Movie: i protagonisti della nuova stagione della serie targata Netflix,, Stranger Things; i primi 32’ in esclusiva del nuovo lungometraggio d’animazione Disney Pixar Coco;

L’anteprima italiana di Il film Pokémon. Scelgo te!; l’incursione urbana delle ancelle di The Handmaid’s Tale e la proiezione dei primi due episodi della serie in onda su TIMVISION

Prende il via domani, Mercoledì 1 novembre il programma dell’Area Movie di Lucca Comics & Games, a cura di QMI, la più giovane delle aree tematiche di Lucca che è riuscita nel corso di queste edizioni a consolidare il suo successo. Ancora una volta l’Area Movie proporrà al pubblico di tutte le età grandi anteprime, attività, incontri con i talent, masterclass ed eventi esclusivi relativi ai film e alle serie tv più importanti della prossima stagione, oltre ad una serie di importanti novità.
 
Ad inaugurare il programma dell’Area Movie – e per la prima volta a Lucca Comics & Games – sarà Netflix, il più grande servizio di intrattenimento via Internet del mondo con oltre 109 milioni di abbonati in oltre 190 paesi. Tutti i partecipanti al più grande e più prestigioso festival di fumetti e videogiochi d’Europa potranno immergersi in un’esperienza divertente e coinvolgente che li porterà dritti al cuore della piattaforma, alla scoperta di alcuni tra i titoli Netflix più amati, come Stranger Things e Star Trek: Discovery. Questo, grazie a panel, meet & greet con i talent e tante altre iniziative. Il primo incontro – mercoledì 1 novembre, ore 12.45 c/o Auditorium San Francesco – sarà con Natalia Dyer, Charlie Heaton, Joe Keery e Linnea Berthelsen, tra i protagonisti della nuova stagione di Stranger Things.
Stranger Things 2, la serie originale Netflix sui misteri della cittadina di Hawkins, sarà disponibile sulla piattaforma dal 27 ottobre 2017. I fan potranno visitare l’hub Netflix in cui saranno presentati tantissimi titoli, compresi i più popolari show Marvel, e una “meravigliosamente terrificante” area sotterranea interamente dedicata a Stranger Things.
Sempre nella giornata di mercoledì 1 novembre Disney Italia proporrà a Lucca Comics & Games due appuntamenti cinematografici imperdibili per tutti i fan: alle ore 14, c/o Cinema Centrale, in anteprima esclusiva, i primi 32 minuti del nuovo lungometraggio d’animazione Disney Pixar Coco, e alle 18, c/o Cinema Astra una proiezione speciale in italiano di Thor: Ragnarok la nuova esaltante avventura del dio del Tuono all’interno dell’Universo Cinematografico Marvel. Alle ore 15 al cinema Centrale Nexo Digital proporrà l’anteprima nazionale di Il film Pokémon. Scelgo te!, al cinema in tutta Italia solo il 5 e 6 novembre.
TIMVISION porta a Lucca The Handmaid’s Tale. L’appuntamento per gli appassionati è nelle vie del centro, dove alle 15 le ancelle della famosa serie TV, saranno protagoniste di un’incursione urbana. A seguire, presso il Cinema Centrale alle 17.30, verrà proposta la proiezione dei primi due episodi della serie tv, in esclusiva per l’Italia su TIMVISION la tv on demand di TIM, ispirata all’omonimo romanzo di Margaret Atwood (edito in Italia con il titolo “Il racconto dell’ancella”) e vincitrice di 8 Emmy Awards, tra cui “Miglior serie drammatica” e “Miglior attrice protagonista”. La seconda stagione della pluripremiata serie tv arriverà, sempre in anteprima esclusiva su TIMVISION, nel 2018.
 
Tutti gli appuntamenti dell’Area Movie sono ad ingresso libero fino ad esaurimento posti. Per il Panel Stranger Things ingresso con biglietto da ritirare gratuitamente dalle ore 9 al Teatro del Giglio, solo se già in possesso di biglietto/braccialetto valido per il giorno 1 novembre.

LUCCA COMICS & GAMES 2017 al via domani

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LUCCA COMICS & GAMES 2017 al via domani

LUCCA COMICS & GAMES 2017 – Al via domani mercoledì 1 novembre la 51ma edizione – Tra i protagonisti della prima giornata gli interpreti della seconda stagione della serie Stranger Things, SIO,  Michael Whelan, Salvatore Esposito, Ghali.  

Evento speciale lo spettacolo teatrale Una ballata per Corto Maltese

Prende il via domani, mercoledì 1 novembre la 51ma edizione di Lucca Comics & Games il più emozionante appuntamento europeo dedicato ai fumetti, all’animazione, ai giochi di ruolo e da tavolo, ai video giochi e all’immaginario fantasy e fantascientifico.
Tra gli eventi clou della giornata Netflix – per la prima volta a Lucca Comics & Games – porterà i protagonisti della seconda stagione di Strangers Things, uno dei suoi titoli più amati. Gli appassionati della serie potranno incontrare Natalia Dyer, Charlie Heaton, Joe Keery e Linnea Berthelsen, alle  ore 12.45 c/o Auditorium San Francesco
Michael Whelan, tra i più acclamati illustratori fantasy, autore anche del poster della manifestazione, sarà “cicerone” d’eccezione della sua personale Michael Whelan – Realismo immaginario, alle 17.30 a Palazzo Ducale. A seguire, alle 18.30 firmerà l’art book e lascerà il calco delle sue mani per la “Walk of Fame”. Whelan, classe 1950, vanta tra i suoi lavori le copertine di libri e di dischi di scrittori del calibro di Isaac Asimov e Stephen King e di famosi gruppi come i Queen.
Alle ore 16, presso lo Stand 18, SIO uno dei più conosciuti autori italiani della nuova generazione sarà protagonista di uno showcase nel corso del quale disegnerà in diretta rispondendo alle domande del pubblico. La sua mostra SIO nel Circolo Polare Artico, un vero e proprio diario di viaggio nelle gelide lande delle estremo nord, sarà ospitata aoPalazzo Ducale di Lucca e, in contemporanea presso la Feltrinelli di Piazza Duomo a Milano.
Sempre nella giornata di mercoledì 1 novembre l’istrionico Salvatore Esposito, diventato famoso grazie a Gomorra – La Serie e grande videogiocatore appassionato di Destiny 2, incontrerà i suoi fan. Nel corso dell’evento denominato ‘DESTIN(O) DA BOSS’ che si terrà presso l’auditorium San Francesco, alle ore 11.30, Salvatore Esposito parlerà della sua esperienza di videogiocatore, proponendo una serie di aneddoti e punti di contatto tra Destiny 2 e Gomorra. 
Sarà invece Ghali, il talento del mondo musicale da oltre 60 milioni di visualizzazioni ad inaugurare con una suggestiva live performance, la grandiose piramide di vetro di Ubisoft che farà rivivere sulle antiche mura di Lucca le atmosfere dell’antico Egitto, ambientazione del nuovo episodio del videogame Assassin’s Creed Origins. L’appuntamento è al Baluardo San Regoloalle 20.30.
A chiudere la prima giornata della manifestazione sarà, sempre alle 20.30 al Teatro del Giglio, Una ballata per Corto Maltese, adattamento teatrale del leggendario album di Hugo Pratt Una ballata del mare salato, a 50 anni dalla pubblicazione.
Realizzato in collaborazione con Rizzoli-Lizard e Cong S.A lo spettacolo metterà in scena attori in carne e ossa che faranno rivivere al pubblico il celebre episodio di Corto Maltese.

 

Mistero a Crooked House: recensione del film con Glenn Close

Mistero a Crooked House: recensione del film con Glenn Close

La prossima stagione cinematografica omaggerà la regina del giallo Agatha Christie, con ben due titoli tratti da due grandi romanzi della letteratura noir. Ma se per Assassinio sull’Orient-Express dovremmo aspettare la stagione natalizia, Mistero a Crooked House arriva da noi nel pieno dei festeggiamenti di Halloween, il 31 ottobre. Il film è tratto dal libro “È un problema”, che la Christie dichiarò essere il suo scritto preferito, edito da noi da Mondadori. La storia, ambientata nell’Inghilterra anni ’50, mette insieme tutti gli elementi tipici del genere. Una dimora immersa nella campagna dove avviene un misterioso omicidio. Una numerosa famiglia dove tutti sono sospettati. Uno scaltro investigatore privato che risolverà l’intrigata faccenda.

Mistero a Crooked House, il film

Mistero a Crooked House è un dramma corale, dove più che sull’omicidio in sé, ci si concentra sulle dinamiche distorte (ovvero crooked in inglese, nomen omen) della famiglia Leonides, il cui ricco patriarca è stato ucciso nella speranza, forse, di ottenerne il cospicuo patrimonio. A fare da anfitrione questa volta non troviamo né Hercule Poirot né l’adorabile Miss Marple – i due investigatori-feticcio dei maggiori successi di Agatha Christie – ma un più anonimo Charles Hayward (interpretato, ahinoi, dall’altrettanto anonimo Max Irons). Muovendoci nei meandri della labirintica Crooked House,  facciamo la conoscenza dei suoi strambi abitanti. Tra questi spicca la particolare e divertente interpretazione di Gillian Anderson (la Dana Scully di X-Files), qui alle prese con un ruolo totalmente sopra le righe rispetto ai suoi tradizionali, che senza prendersi troppo sul serio gioca a fare il verso alla Norma Desmond di Viale del Tramonto.

Mistero a Crooked House, il film

Mistero a Crooked HouseAltra menzione d’onore va ovviamente alla bravissima Glenn Close, qui nel ruolo di una bizzarra zia armata di fucile da caccia e battute taglienti. Fin qui le note positive di Mistero a Crooked House che però, nel suo complesso, si rivela un’operazione piuttosto fiacca. A nulla è valso aver assunto lo sceneggiatore premio Oscar di Gosford Park, Julian Fellowes, che forse nella speranza di bissarne il successo, cerca di riproporne le atmosfere ma senza riuscirci. Forse anche per colpa dei due attori protagonisti, l’investigatore di Max Irons e la donna da lui amata, nipote ed erede dei Leonides, interpretata da una Stefanie Martini monocorde. Il resto del cast, seppur molto bravo ed azzeccato, non fa che da contorno ai due personaggi troppo giovani e poco credibili.

Nella speranza di riecheggiare le ambientazioni à la Downton Abbey, Mistero a Crooked House latita nel trovare un vero punto di svolta nella storia, che langue dopo una ventina di minuti. E la soluzione dell’enigma finale, palleggiata da un sospettato all’altro, è davvero troppo semplicistica ed inverosimile. Pur se encomiabile quindi il tentativo di riproporre sul grande schermo un genere come quello del giallo/ noir senza violenza ma pieno di colpi di scena, che era sparito da tempo, Mistero a Crooked House è una “operazione nostalgia” alquanto fallita. Aspettiamo dunque con ansia il vero grande capolavoro della Christie, quell’Assassinio sull’Oriente-Express diretto da sir Kenneth Branagh che con un cast stellare si ripromette di essere molto più interessante

Gifted – Il dono del talento: recensione del film con Chris Evans

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Dopo la parentesi supereroistica, tragicamente naufragata, Marc Webb torna ai film più piccoli che sembrano rispecchiare meglio il suo approccio al cinema e alle storie, lo fa in questo caso con Gifted – Il dono del talento, un film a metà tra dramma e commedia che scalda il cuore ma pone anche le basi per importanti riflessioni sulla natura del talento, quello straordinario e “superiore”.

Gifted – Il dono del talento trama

Frank Adler vive con una bambina di otto anni, è sua nipote Mary, lasciatagli “in eredità” dalla sorella, genio matematico che non ha retto il peso della responsabilità di essere così tanto fuori dal comune. Quando la bambina è costretta ad andare a scuola con gli altri suoi coetanei, la realtà viene a galla: Mary è dotata di un’intelligenza rara, una specie di superpotere, lascito probabilmente dell’altrettanto geniale madre. Quando interviene la dispotica madre di Frank, nonna di Mary, per offrire alla bimab un’educazione superiore che non sprechi il suo dono, l’uomo sarà messo di fronte a una scelta importante per sè e per la vita della nipote.

Webb si appoggia alla presenza scenica di Chris Evans, che spogliato del ruolo di Captain America riesce finalmente a offrire una performance convincente, per raccontare una storia sul valore della formazione, sull’importanza di vivere la propria età e sul dovere che si ha nei confronti dei propri talenti.

La piccola Mary, interpretata dall’incredibile McKenna Grace, è una bambina superdotata, ha una mente eccelsa, straordinariamente portata per i calcoli e la matematica, anche più avanzata, eppure resta una bambina che ha voglia di giocare e di coccolare il suo gatto rosso senza un occhio.

Divisa tra le sue due nature: quella del genio, supportata dalla nonna, e quella della semplice bimba, che è invece coltivata dallo zio, Mary si trova a fare i conti con una scelta complicata, attirata dagli studi superiori dalla sua mente frenetica, ma anche desiderosa di avere amici e di giocare, semplicemente.

Chris Evans nel primo coinvolgente trailer di Gifted – il dono del talento

Si parla spessissimo di assistenza a persone che hanno difficoltà di apprendimento, coloro che hanno bisogno di sostegno, ma poco si dice di quelli che hanno il problema opposto, che parimenti non entrano nelle categorie. Webb sembra sforzarsi in questo senso, giungendo alla scontata conclusione con toni che dalle buffe situazioni, costruite con brio all’inizio, sfociano nei toni drammatici veicolati principalmente dalla giovanissima Grace (che vedremo anche in I, Tonya, nei panni di una piccola Harding), bimbetta prodigio davanti alla macchina da presa.

La scelta di toni caldi e atmosfere di periferia in contrapposizione con il grigiore della città sembra sottolineare l’importanza del rapporto umano anche per chi si trova a suo agio tra calcoli matematici complicatissimi e, dall’inizio del film, suggerisce una risoluzione pacifica.

Gifted – Il dono del talento è rassicurante nella confezione e interessante nei temi, non sorprende per sviluppo ma si ritaglia un posto di tutto rispetto nell’autunno cinematografico di quest’anno. Tuttavia le lacrime e le risate della piccola protagonista ammorbidiranno anche i cuori più duri.

Thor: Ragnarok, la featurette “I Revengers”

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Thor: Ragnarok, la featurette “I Revengers”

La Disney Pictures ha diffuso il nuovo contributo video “I Revengers” di Thor: Ragnarok, il film Marvel Studios attualmente nelle sale cinematografiche italiane.

LEGGI ANCHE: Thor: Ragnarok, 10 affascinanti curiosità sul film

Nel nuovo film Marvel Thor: Ragnarok, ora nelle sale, Chris Hemsworth torna a vestire i panni del dio del Tuono e ritrova i vecchi compagni d’avventura Tom Hiddleston nel ruolo del fratello adottivo Loki, Mark Ruffalo che interpreta Hulk/Bruce Banner, Idris Elba alias Heimdall e Anthony Hopkins nel ruolo di Odino.

Sul grande schermo il pubblico incontrerà per la prima volta Hela, prima antagonista protagonista dellUniverso Cinematografico Marvel, il cui ruolo è affidato all’attrice premio Oscar Cate Blanchett, mentre Karl Urban veste i panni del suo braccio destro Skurge. Jeff Goldblum è l’esuberante Gran Maestro, sovrano del pianeta Sakaar dove Thor diventa prigioniero di Valchiria, una cacciatrice di taglie interpretata da Tessa Thompson. 

#RomaFF12: Hostages, recensione del film di Rezo Gigineishvili

#RomaFF12: Hostages, recensione del film di Rezo Gigineishvili

Hostages – E’ il 1983 quando un gruppo di ragazzi, tutti studenti della scuola di belle arti, decide di abbandonare il regime oppressivo sovietico fuggendo dalla Georgia verso la vicina Turchia.

Assuefatti alle sigarette americane e ispirati dalla musica trascinante dei Beatles, i ragazzi decidono di prendere con la forza il controllo di un aereo regionale e di dirottarlo verso la Turchia, un posto dove cominciare una nuova vita. Ma la paura e soprattutto l’inesperienza dei giovani dirottatori ha la meglio e, in pochi minuti, quello che doveva essere un semplice volo, si trasforma in tragedia.

Il sesto giorno della Festa del Cinema di Roma si apre con Hostages, il nuovo film di Rezo Gigineishvili ispirato a fatti realmente accaduti. Si parla della Georgia della fine degli anni ottanta del novecento, un paese completamente assoggettato al governo sovietico dove i cittadini erano costretti a vivere rinchiusi quasi come degli animali in gabbia.

Hostages

I confini dello stato, infatti, erano chiusi e chiunque osasse ribellarsi alle leggi russe, andava incontro a pene severe e spesso anche alla morte. Il cosiddetto ‘caso dei ragazzi dell’aereo’ è un fatto di cronaca venuto alla luce soltanto alla fine della Perestrojka nel 1991, anno che ha di fatto sancito l’indipendenza dello stato dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica.

Hostages di Rezo Gigineishvili è di fatto un thriller che punta i riflettori su di un periodo storico assai travagliato per la Georgia, richiamando alla memoria uno dei peggiori dirottamenti aerei degli anni ottanta.

Si parla di giovani culturalmente evoluti, di buona famiglia, appartenenti alla classe medio borghese dell’epoca, studenti modello con una grande passione per l’arte. Ad un occhio disattento le loro vite possono sembrare quasi perfette ma c’è qualcosa che questi ragazzi bramano e che purtroppo non riescono ad ottenere: la libertà.

Hostages

Sin dai primi minuti di film, si avverte un senso di profonda inquietudine pervadere ogni scena che ci accompagna per mano fino alla conclusione. Ad una prima parte però molto lenta, fatta di tempi eccessivamente dilatati e inutili scene filler, nel film segue una seconda parte invece assai più dinamica.

Nel momento in cui i protagonisti mettono piede sull’aereo, l’atmosfera si fa più pesante e l’incertezza iniziale lascia il posto a paura e paranoia. Ma proprio quando sul velivolo si scatena l’inferno e Hostages inizia a diventare un film davvero interessante e coinvolgente, di colpo l’azione si interrompe lasciando di nuovo il posto alla staticità iniziale. A non convincere inoltre, oltre all’approssimativa sceneggiatura, sono i personaggi che non riescono, nemmeno nelle scene più drammatiche, a suscitare empatia nello spettatore.

#RomaFF12: The Hungry, recensione del film di Bornila Chatterjee

#RomaFF12: The Hungry, recensione del film di Bornila Chatterjee

Dopo essere stato presentato in anteprima al Toronto International Film Festival lo scorso settembre, arriva a Roma, in selezione ufficiale, The Hungry  di Bornila Chatterjee. Per il suo secondo lungometraggio, la regista indiana punta sulla rilettura in chiave moderna della prima tragedia di William Shakespeare: il Tito Andronico.

Durante la festa di Capodanno, Ankur (Suraj Sharma) viene trovato morto in una camera d’albergo. Sembra si tratti di un suicidio ma un biglietto d’addio per i propri cari nasconde un indizio determinante che innescherà in Tulsi (Tisca Chopra), la giovane madre di Ankur, il desiderio di vendetta.

Fin dalla prima sequenza la regista pone l’attenzione sugli “affamati”: i corvi, che sovrastano il cielo di una sontuosa dimora, osservano con famelica avidità un gruppo di maiali che gozzoviglia intorno ad una falò abbandonato. L’istinto di sopravvivenza, la ciclicità della vita, la voracità onnivora sono i temi centrali del film che ci vengono così subito mostrati. Saranno continui i rimandi metaforici agli animali (pecore, insetti, capre) come simboli assoluti dei più brutali istinti umani.

Sostanziali differenze con il modello originale si ritrovano soprattutto nel ruolo che la regista riserva alle donne. Tulsi, su tutte, non è soltanto una madre ferita ma una donna alla ricerca della propria rivalsa che rivendica la posizione che le spetta di diritto. I ruoli si invertono, non solo quelli di genere; infatti la saggezza e il buon senso caratterizzano più i giovani che gli adulti.

La brama di potere muove tutti i personaggi, perfino quelli che appaiono positivi e innocenti celano un’ avida natura duale. Ognuno vuole accrescere la propria posizione, prevalere rispetto all’altro anche anche a discapito della famiglia. Significative, in tal senso nella prima parte, le scelte cromatiche con la continua opposizione tra bianco e nero, rafforzate, nella seconda, dal contrasto tra buio e luce che suggerisce allo spettatore l’atmosfera di una partita a scacchi in cui, fino alla fine, non si capirà chi conduce davvero il gioco.

Le sceneggiatura non riesce però a sostenere il ritmo serrato che lo stile registico insegue, congelando spesso le azioni dei personaggi e dilatandole oltre il necessario.

Un Profeta Come si Deve: il corto sulla violenza contro le donne

Un Profeta Come si Deve: il corto sulla violenza contro le donne

È online Un Profeta Come si Deve il nuovo cortometraggio firmato LUZ, contro il sessismo e la violenza sulle donne.

 

Solo in Italia 120 femminicidi all’anno, 11 denunce di violenza sessuale al giorno, web e social straripanti di commenti volgari, brutali, violenti contro le donne. La violenza contro le donne sembra ormai un male endemico, senza confini né geografici né di classe sociale, culturale, economica. Di fronte a una situazione così allarmante, LUZ sceglie lo storytelling per la sensibilizzazione attraverso il nuovo cortometraggio online su Sapiens – Umani come si deve.

Scritto da Cristian Micheletti e da Alessio Calabresi e diretto dal duo Filippo Nava & Marzia De Clercq, Un profeta come si deve ci porta fra le nubi di un paradiso da spot pubblicitario, reso bianco e nero dalla drammaticità dell’argomento. Qui un Dio esterrefatto e irato per come la situazione delle sue creature sia assolutamente sfuggita di mano, ragiona con (san) Pietro e una progettista su come intervenire per proteggere le donne e fermare la deriva del maschio.

Nel dialogo, che trapassa dal sorriso per gli stereotipi “divini” e “petrini” alla crudezza cronachistica, il giudizio (divino) che emerge è assoluto: la violenza contro le donne non ha giustificazioni, attenuanti, eccezioni e non è un problema delle donne, ma degli uomini, non solo di quelli colpevoli, ma anche di quelli che non fanno nulla per fermarli.

Quale soluzione, allora? L’idea di Pietro, che convince, temporaneamente, l’Onnipotente, è rieducare gli uomini attraverso un moderno profeta, un uomo intelligente e famoso, amato dalle donne e rispettato da tutti, che ha fatto della cultura la sua vita… Non sveliamo chi sia questo profeta, ma il messaggio finale va ben oltre la “celeste” soluzione: non sarà un profeta a salvarci, saranno piuttosto tutti gli uomini disposti a cambiare, saranno gli io, i tu, i noi… Perché la violenza di genere è un problema che riguarda tutti. Anche te.

Con Un profeta come si deve LUZ parla al pubblico della rete attraverso un video drammatico, dal sapore teatrale, dove il linguaggio da sit-com pubblicitaria si mescola alle brutalità senza mediazioni dei commenti realmente comparsi sui social. Del resto una matrice distintiva di Sapiens e della sua presenza sulla rete è proprio portare gli utenti a confrontarsi con l’importanza della riflessione mediata dalle parole. Lo stesso messaggio di LUZ rielabora le parole coraggiose del presidente del Senato, Pietro Grasso, che lo scorso 21 settembre, di fronte all’ennesimo tragico fatto di cronaca disse “Scusateci tutte, è colpa nostra (…) E un problema che parte dagli uomini e solo noi uomini possiamo provi rimedio”.

Un Profeta Come si Deve, la trama

Nel suo ufficio bianco ed etereo, Dio si rende conto che la situazione sulla Terra relativamente alla violenza degli uomini sulle donne e al sessismo in generale ha superato ogni limite. Preso dall’affanno per essersi fatto sfuggire la situazione senza che se ne accorgesse, chiama a rapporto San Pietro, accompagnato dall’ingegnere progettista dell’essere umano, per capire dove hanno sbagliato e come possono rimediare alla deriva del maschio.

SAPIENS – UMANI COME SI DEVE

Sapiens – Umani come si deve è un progetto totalmente digitale e social che vuole cambiare rotta nell’epoca della post-verità e delle fake news, raccontando le persone e le loro storie con uno sguardo verticale e d’autore, che vada a fondo nei contenuti e ne verifichi le fonti.

LUZ

LUZ nasce nel 2010 dall’esperienza della storica Agenzia Fotogiornalistica Grazia Neri, per dare continuità al desiderio di trovare e raccontare Storie rilevanti attraverso le più prestigiose testate editoriali nazionali e internazionali. Oggi, grazie all’integrazione di professionalità ed esperienze provenienti dal settore del giornalismo, della creatività e della comunicazione digitale, LUZ è un’Agenzia di progetti editoriali con un focus sullo storytelling visivo il cui obiettivo è aiutare le Aziende a raccontare storie coinvolgenti con linguaggi unici e innovativi.

 

Larry David si unisce alla Justice League nel divertente promo

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Larry David si unisce alla Justice League nel divertente promo

L’atteso film Justice League è stato trai protagonisti dell’ultimo promo diffuso dalla HBO  del programma di Larry David, Curb Your Enthusiasm, dove il noto conduttore si unisce alla lega della giustizia:

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La trama:

Sulla scia della morte di Clark Kent/Superman per mano di Doomsday, il vigilante Bruce Wayne/Batman rivaluta i suoi metodi estremi e comuncia la ricerca di straordinari eroi per assemblare una squadra di combattenti contro il crimine per difendere la Terra da ogni tipo di minaccia. Insieme a Diana Prince/Wonder Woman, Batman trova l’ex star del football al college, ciberneticamente migliorato, Vic Stone/Cyborg, il velocista Barry Allen/The Flash e un guerriero atlantideo, un re, Arthur Curry/Aquaman. Insieme si schierano contro Steppenwolf, l’araldo e il comandante in seconda dell’alieno signore della guerra Darkseid, incaricato da Darkseid stesso di trovare tre manufatti nascosti sulla Terra.

Ecco il primo trailer di Justice League dal Comic Con

Justice League è stato diretto da Zack Snyder, mentre Joss Whedon è entrato nella produzione solo a fine lavoro ed è previsto per il 16 novembre 2017. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come Superman, Ben Affleck come Batman, Gal Gadot come Wonder Woman, Ezra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman, e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast confermati anche: Amber Heard, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Willem Dafoe, J.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley CollerGoeff Johns e Ben Affleck stesso.

Star Wars: L’Ultimo Jedi, John Boyega rivela una nuova foto

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Star Wars: L’Ultimo Jedi, John Boyega rivela una nuova foto

L’attore John Boyega ha rivelato una nuova immagine dal set Star Wars L’Ultimo Jedi, l’atteso secondo film della nuova trilogia Stat Wars firmata Lucas Film e Walt Disney Pictures.

L’attore in questi giorni è stato sugli schermi della Festa del Cinema di Roma come protagonisti di Ditroit, l’atteso film di Kathryn Bigelow.

Typical Monday

Un post condiviso da BOYEGA (@johnboyega) in data:

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Star Wars: Gli Ultimi Jedi il trailer finale italiano

La sinossi: “In Star Wars Gli Ultimi Jedi della Lucasfilm, la saga Skywalker continua quando gli eroi de Il Risveglio della Forza si uniscono alle leggende della galassia in un’epica avventura che svelerà i misteri della Forza e le scioccanti rivelazioni del passato risalenti all’Era antica. Star Wars Gli Ultimi Jedi arriverà nei cinema USA il 15 dicembre 2017.”

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FIRST LOOK – Carrie Fisher in Star Wars: Gli Ultimi Jedi

Il film sarà diretto da Rian Johnson e arriverà al cinema il 13 dicembre 2017. Il film racconterà le vicende immediatamente successive a Il Risveglio della Forza.

In Star Wars: Gli Ultimi Jedi torneranno Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam DriverDaisy RidleyJohn BoyegaOscar IsaacLupita Nyong’oDomhnall Gleeson, Anthony Daniels, Gwendoline Christie e Andy Serkis. Gli altimi attori unitisi al cast sono Benicio Del ToroLaura Dern Kelly Marie Tran.

James Gunn invita i fan a smetterla di parlare male di Batman v Superman

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James Gunn è uno dei registi più apprezzati nel mondo dei Cinecomics soprattutto per aver diretto il primo film sui Guardiani della Galassia. Ebbene oggi il regista ha commentato attraverso il suo profilo sociale ufficiale in merito alla rivalità tra fan della Dc Comics e fan della Marvel Comics.

Il regista ha sottolineato come i fan di DC e Marvel abbiamo più cose in comune di quanto si immagina, ed essendo egli stesso fan di entrambe le case, ha invitato i fan a riflettere maggiormente su questa rivalità. Nello specifico riguardo alle critiche sul Batman v Superman ha sottolineato come quest’ultime non vanno da nessuna parte:

1 Ogni volta che menziono qualcosa sulla DC, non importa cosa, il mio feed diventa incandescente su BvS.

2 Voi ragazzi non mi convincerete mai – è solo energia sprecata.

3 Almeno quando si urla l’uno sull’altro e la discussione riguarda Trump, è qualcosa di importanza internazionale.

5. Come super fan di Marvel e DC avete più cose in comune tra di voi che con il resto del mondo.

Ecco di seguito i Twitter originali

 

Dwayne Johnson ringrazia pubblicamente Stan Lee

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La superstar Dwayne Johnson che presto vedremo nel DC Films Universe come Black Adam, ha pubblicato una lunga lettera di ringraziamento al leggendario Stan Lee, papà della Marvel.

L’attore ha voluto ringraziare pubblicamente il leggendario creatore di fumetti dopo che Stan Lee ha preso parte alla presentazione di Jumanji a LA Comic Con, dove la Sony presentava il film. Ecco di seguito la foto e il post:

Johnson ha firmato la lettera di ringraziamento proprio come Black Adam, citando il suo prossimo ruolo nel personaggio DC Comics – un ruolo a cui Johnson è stato legato per più di un decennio. Anche se Black Adam è nell’arco delle storie del supereroe Shazam!,  come vi abbiamo già anticipato il film personaggio non apparirà nel film annunciato che avrà come protagonista Zuckary LeviJohnson invece dirigerà un film standalone di Black Adame secondo l’attore i due dovrebbero poi ” ritrovarsi ad un certo punto nell’universo”.