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Wonder Woman ha segnato un record storico al BOX OFFICE

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Wonder Woman ha segnato un record storico al BOX OFFICE

Mentre cresce l’attesa per il debutto al cinema di Justice League, oggi il film su Wonder Woman ha segnato un record storico al box office nella storia del cinema.

Infatti, la pellicola su Diana Pince diretta da Patty Jenkins e interpretata da Gal Gadot è diventato secondo Forbes , il film sulla storia delle origini di un supereroe ad incassare di più nella storia del cinema.

Wonder Woman 2: Patty Jenkins vicina a un accordo con un consistente aumento di stipendio

Wonder Woman ha incassato 821,74 milioni di dollari in tutto il mondo, battendo il film che deteneva il record, il primo Spider-Man di Sam Raimi, che aveva guadagnato nel 2002 821,7 milioni di dollari. Dunque un record importante per Warner Bros e l’universo DC Comics al cinema, che fa ben sperare anche per il futuro del franchise.

GUARDA ANCHE: Justice League: prima spettacolare clip con Wonder Woman

Patty Jenkins tornerà dietro la macchina da presa per dirigere Wonder Woman 2, il sequel che è previsto per l’uscita al cinema nel 2019.

Thor: Ragnarok, Kevin Feige conferma le voci sulla scena post-credits

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Mentre sta per fare il debutto in queste ora negli USA Thor: Ragnarok, oggi il produttore dei Marvel Studios Kevin Feige in un’intervista rilasciata a The Wrap ha commentato la scena post-credits del film, rivelando l’identità della nave che vediamo nella sequenza a fine film.

Feige ha confermato che si tratta della Sanctuary II, dando credito dunque alle speculazioni apparse in rete in merito alla scena.  La Sactuary I, nota anche come The Chitauri si vede nel primo film Avengers, ed è dove Thanos dimora ed è ormai battezzato la nave ammiraglia della sua flotta.

LEGGI ANCHE: Thor: che fine hanno fatto Jane Foster e i personaggi umani?

Thor: Ragnarok è diretto da Taika Waititi. Nel cast del film Chris Hemsworth sarà ancora Thor; Tom Hiddleston il fratello adottivo di Thor, Loki; Il vincitore del Golden Globe e Screen Actors Guild Award Idris Elba sarà la sentinella di Asgard, Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony Hopkins interpreterà nuovamente Odino, signore di Asgard.

Nelle new entry invece si annoverano il premio Oscar Cate Blanchett (Blue Jasmine, Cenerentola) nei panni del misterioso e potente nuovo cattivo Hela, Jeff Goldblum (Jurassic Park, Independence Day: Resurgence), che sarà l’eccentrico Grandmaster, Tessa Thompson (Creed, Selma) interpreterà Valkyria, mentre Karl Urban (Star Trek, il Signore degli Anelli: il ritorno del re) aggiungerà la sua forza nella mischia come Skurge. Marvel ha anche confermato che Mark Ruffalo riprenderà il suo ruolo di Bruce Banner / Hulk nel sequel. La data d’uscita è prevista per il 3 novembre 2017.

La trama di Thor: Ragnarok – “In Marvel Studios’ Thor Ragnarok, Thor è imprigionato dall’altro lato dell’universo senza il suo formidabile martello e si trova in una corsa contro il tempo per tornare a Asgard per fermare il Ragnarok, la distruzione della sua casa e la fine della civiltà asgardiana, dalle mani di una nuova e potente minaccia, la spietata Hela. Ma prima deve sopravvivere a una mortale lotta tra gladiatori che lo metterà contro uno dei suoi amici Avengers, l’incredibile Hulk.

Avengers 4: Loki e Thor sul set. Ci sarà un flashback?

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Avengers 4: Loki e Thor sul set. Ci sarà un flashback?

Continuano le riprese di Avengers 4 e da Just Jared arrivano delle foto rubate dal set in cui vediamo Chris Hemsworth e Tom Hiddleston nei panni di Thor e Loki.

A giudicare dal look dei due attori e dalla maschera che porta Hiddleston, la scena a cui stanno lavorando potrebbe essere un flashback di The Avengers.

Ecco le immagini:

Avengers Infinity War e Avengers 4: la posta in gioco è alta

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Avengers 4 è ancora un grande mistero. Il film sarà diretto dai Fratelli Russo ma non sappiamo ancora da chi sarà composto il cast né di cosa parlerà il film. Le dichiarazioni di Kevin Feige in merito hanno reso molto chiaro il fatto che il titolo ufficiale del film rappresenta spoiler per Avengers Infinity War, per cui non sarà rivelato fino all’uscita al cinema del film che conclude la Fase 3 dei Marvel Studios.

#RomaFF12: Michael Shannon sul red carpet

#RomaFF12: Michael Shannon sul red carpet

Michael Shannon è stato il protagonista della serata del 2 novembre alla Festa del Cinema di Roma 2017. L’attore americano è arrivato presentando il suo ultimo film, Trouble no more, un omaggio a Bob Dylan nel periodo della sua conversione cristiana.

Ecco le foto dell’attore sul tappeto rosso dell’Auditorium:

Segui il nostro speciale della #RomaFF12

#RomaFF12: A proposito di Michael Nyman, conversazioni di cinema e musica

Dopo aver ospitato qualche giorno fa l’eccentrico Chuck Palahniuk e il geniale e coinvolgente Ian McKellen, la Festa del Cinema di Roma ha dato il benvenuto ad un’altra eccellenza del mondo del cinema e della musica. Si tratta del compositore Michael Nyman che ricordiamo per colonne sonore come quella dell’acclamato Lezioni di Piano.

Durante l’incontro con il pubblico, moderato da Mario Sesti e Francesco Zippel, Nyman ha raccontato qualcosa in più del suo lavoro, del rapporto tra cinema e musica e soprattutto della sua grande passione per la regia. In pochi infatti sanno che Michael Nyman non è solo un compositore e musicista ma anche un regista sperimentale.

Dirigere per Nyman non è solo un vezzo ma a volte diventa una vera e propria necessità artistica. Comporre una colonna sonora per un film richiede molto tempo e spesso ci si ritrova a combattere con registi e produttori che hanno idee completamente diverse e che finiscono col modificare l’intera opera.

Michael Nyman

Come regista e compositore posso decidere in autonomia cosa musicare o meno e soprattutto non devo sottostare a decisione di terzi […] Comporre richiede molto tempo perché le colonne sonore devono adattarsi perfettamente ai film e alle esigenze narrative […] bisogna sincronizzare scene e musiche e a volte incorporare alcuni rumori d’ambiente […]

Ad esempio, per il film Goodbye Lenin [film del 2003 la cui colonna sonora è del compositore francese Yann Tiersen], la realizzazione della soundtrack ha portato via ben tre mesi di lavoro […] e per i cortometraggi le cose non cambiano. Non è raro infatti che comporre musiche per i corti porti via anche più tempo di quelle per i film […] Solitamente, quando compongo per altri registi, è la musica che si deve adeguare alle immagini mentre, quanto a girare sono io, il processo si inverte: sono le immagini a spiegare la musica”.

Ben presto l’incontro con Michael Nyman ha preso però una piega insolita e la sua carriera da compositore è passata in secondo piano. Dopo aver ricordato alcune delle sue colonne sonore più belle come quella di Lezioni di Piano (1993), Gattaca (1997), I misteri del giardino di Compton House (1982), il compositore ha spostato l’attenzione tutta sulla sua esperienza diretta dietro la macchina da presa, una macchina in verità più simile ad una comune fotocamera digitale. Nyman ha infatti confessato di portare sempre con sé in giro un piccola camera compatta con cui è solito riprendere la realtà che lo circonda e lo ispira. 

Solitamente faccio riprese ampie di ciò che mi circonda ma capita spesso che mi focalizzi su dettagli che ritengo più importanti e a quel punto utilizzo delle zoommate […] Questo è evidente nei miei corti Witness I e Witness II […] entrambi parlano dei deportati ad Auschwitz, descrivendo l’orrore di quegli anni in modo assai sperimentale […]

In Witness I ho usato fotografie di alcuni gipsy deportati nei campi di concentramento nel 1942-43 […] Fare un film utilizzando delle foto è molto complesso poiché, a causa della staticità delle immagini, è più difficile fare arrivare il messaggio allo spettatore […] Ecco perché, in fase di montaggio, per rendere il risultato più dinamico, ho fatto in modo che le immagini comparissero, scomparissero e si accavallassero come in una visione […]

Witness II, che è stato mostrato al pubblico proprio ad Auschwitz, mostra ancora i volti di alcuni deportati, dipinti che io ho filmato di nascosto al museo dell’Olocausto […] A differenza del primo corto, Witness II non mostra solo i ritratti di queste povere persone ma si concentra anche su alcuni dettagli come ad esempio le date di nascita delle vittime […] alcune di loro non avevano più di dodici anni […] “

leggi anche: #RomaFF12: Michael Shannon racconta il suo Bob Dylan in Trouble no more

L’amore di Michael Nyman per il cinema e soprattutto per la regia è nato negli anni sessanta quando, in collaborazione con il grande Peter Greenaway, ha girato il suo primo film.

“Ho iniziato a girare nel 1967 a Londra. Il film si chiamava Love Love Love e trattava del tema della legalizzazione della marijuana. Era in effetti in montaggio di riprese fatte di manifestazioni contro la guerra in Vietnam. Ricordo che portai tutto il materiale al mio amico Peter Greenaway e lui mi disse ‘Michael il girato è una cosa ma il film è tutt’altra cosa. Devi trovare una strada, un punto di vista, un montaggio che sappia cogliere ciò che vuoi dire’. E così ho fatto”.

La vida y nada mas: recensione del film di Antonio Méndez Esparza #RomaFF12

La vida y nada mas, presentato all’interno delle Selezione Ufficiale della Festa del cinema di Roma 2017 e diretto da Antonio Méndez Esparza, affronta il rapporto tra genitori e figli adolescenti che vivono in una situazione difficile.

Il giovane afroamericano Andrew è alle soglie dell’età adulta ed è in cerca del proprio posto nell’America di oggi. La madre non è intenzionata ad aiutarlo e per cercare di entrare in contatto con il padre assente deve muoversi da solo, anche verso terreni pericolosi.

Il regista, dopo il grande successo di Qui e là del 2012, ritorna a raccontare l’umanità nelle sue situazioni quotidiane. Proprio per questo, la regia insiste soprattutto sui luoghi e sulle azioni che i protagonisti compiono abitualmente, con una ripetizione insistita. Il ritmo del racconto è lento e spesso sfuma lasciando situazioni in sospeso per evidenziare lo stato di incertezza e di difficoltà che vivono i personaggi. Ma la storia non risparmia anche lunghi silenzi e momenti costruiti a comporre un crescendo di tensione.

Andrew, interpretato da Andrew Bleechington, è un adolescente fragile e taciturno che ha bisogno di sostegno. Cerca aiuto all’esterno della sua stessa famiglia, ma non sa distinguere quali siano le persone e i modi giusti da seguire. La madre Regina, interpretata da Regina Williams, è una donna che non sa gestire la situazione familiare e preferisce cercare altri stimoli. Si mostra presente solo con la figlia più piccola, evidentemente meno problematica di un adolescente.

Pur trattando temi difficili, La vida y nada mas smussa i contorni omettendo i particolari più crudi. Si concentra soprattutto sull’aspetto psicologico dei personaggi, su quello che provano quando si sentono incompresi o quando si distraggono con altri stimoli. Questa scelta di edulcorare i temi trattati rende il film meno cattivo ma non per questo banale.

Tomorrow and Thereafter: recensione del film di e con Noemie Lvovsky #RomaFF12

Tomorrow and Thereafter, diretto da Noemie Lvovsky e presentato in concorso in Alice nella città, affronta il delicato tema della malattia mentale, attraverso il contesto familiare con l’aggiunta di una componente favolistica.

Mathilde vive con una madre psicologicamente fragile. La bambina deve fare di tutto per prendersi cura di lei e fra sì che non vengano mai separate.

Lvovsky costruisce un racconto in cui la drammaticità della malattia mentale, il disagio e la  disperazione vengono combattuti grazie a una grande forza di volontà e a un’immaginazione fervida stimolata soprattutto dalle poesie, dalla musica e dalle favole. Questo tipo di soluzione narrativa è accompagnata da inquadrature ravvicinate e da continue variazioni tonali; si passa da atmosfere luminose e rassicuranti ad altre più oscure, riflesso dei turbamenti psichici. Importante è anche l’esplorazione accurata degli ambienti entro cui si muovono i personaggi, ambienti che diventano il riflesso di quello che gli stessi provano interiormente.

Tomorrow and ThereafterMathilde, interpretata da Luce Rodriguez, è un personaggio molto forte per la sua età; la ragazza ha su di sé tutto il peso della complicata circostanza drammatica che è costretta a gestire. Trova la forza andare avanti grazie alla sua immaginazione e alla sua capacità di vedere le cose in un altro modo (in questo ricorda vagamente il film d’animazione James e la pesca Gigante) senza lasciarsi sopraffare, nonostante qualche momento di debolezza. La madre, la stessa Noemie Lvovsky, è invece un personaggio speculare a quello di Mathilde. Malata, è una specie di controparte oscura, triste che però si rivela essere una madre affettuosa e premurosa nei momenti buoni che la malattia mentale le concede.

Tomorrow and Thereafter cerca di dimostrare che la malattia mentale non è solo ospedale, isolamento e pregiudizio. Per continuare a vivere, a far sì che tutto non sparisca e non sprofondi ogni tanto fa bene sognare e vivere a colori. Questo approccio positivo e propositivo rende il film fruibile per un pubblico di tutte le età, perché invita ad aprire gli occhi e ad affrontare questo tipo di problema in maniera più aperta, soprattutto nei confronti della fantasia.

Nut Job – Tutto molto divertente: recensione del film #RomaFF12

Nut Job – Tutto molto divertente: recensione del film #RomaFF12

Nut Job – Tutto molto divertente, sequel di Nut Jub – Operazione Noccioline, è diretto da Cal Brunker  ed è stato presentato tra gli eventi speciali di Alice nella città, la sezione autonoma e indipendente della Festa del cinema di Roma 2017. Tema portante del film d’animazione, destinato ai più giovani, è la cementificazione delle aree verdi urbane per trarne profitti.

Nel film torna lo scoiattolo Spocchia e la sua banda di roditori che vive a Liberty Park. Questa volta è messa in discussione la loro stessa sopravvivenza perché il sindaco della città ha intenzione di demolire il parco per costruire un Luna Park.

Il regista confeziona un film d’animazione assumendo il punto di vista dei piccoli roditori con inquadrature all’altezza dei loro occhi alternandole a visioni d’insieme della città. Il ritmo è coinvolgente e veloce e ha una struttura solida.

Spocchia si dimostra essere uno scoiattolo determinato a fare qualsiasi cosa per salvare i suoi amici, a volte si lascia convincere dalla via più facile senza ascoltare nessuno ma poi si ricrede ed è pronto anche a lasciarsi aiutare. Sottiletta è un carlino dal carattere un po’ burbero ma dal cuore sincero. Andy è uno scoiattolo dolce e saggio ma che spesso lascia che sia Spocchia a prendere le decisioni più importanti.  Il sindaco è invece un uomo senza scrupoli, che tiene solo al suo tornaconto, un cattivo in piena regola. Insomma, personaggi e caratterizzazioni volgono a un fine didattico, che rende il film adatto a un pubblico di giovanissimi.

Il racconto ricorda vagamente il libro Il cerchio magico di Susanna Tamaro ma qui la componente favolistica lascia spazio a un’atmosfera molto più concreta nella quale ci possiamo ritrovare tutti anche se è un prodotto pensato per i bambini.

Riduzione delle aree verdi urbane che vengono distrutte o rese inadatte alla vita degli animali, la speculazione edilizia, le politiche che difendono solo gli interessi della classe dirigente ma anche buone azioni di chi ha a cuore la natura. Nel semplicistico messaggio didattico si esaurisce un film che dice poco e niente di nuovo e che adotta un linguaggio sin troppo elementare, anche per gli spettatori più giovani.

Logan Lucky: recensione del film di Steven Soderbergh #RomaFF12

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Logan Lucky: recensione del film di Steven Soderbergh #RomaFF12

Che sia un elegante commedia heist, come la trilogia di Ocean, o una mini serie tv all’insegna del kitsch come Behind the Candelabra, Steven Soderberg non perde mai la sua cifra stilistica fondamentale che mira, prima di ogni altra cosa, all’intrattenimento. Per questo motivo, Logan Lucky, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2017, può essere considerato l’esempio esaustivo, in ogni sua parte dell’idea di cinema del prolifico e talentuoso regista americano.

Con questa versione rustica di Ocean’s Eleven (citato nello stesso film), Soderbergh mostra il suo gusto per le storie, articolando perfettamente un racconto brioso che non può fare a meno di ricordare la contea di Hazzard e i fratelli Duke, Channing Tatum e Adam Driver, con tanto di cugina Daisy, la sexy Riley Keough (nipote di Elvis), e macchine rombanti al seguito.

Logan Lucky, un rustico Ocean’s Eleven

Con un leggerissimo cambio di rotta, il regista appiana leggermente il ritmo, adottando un montaggio meno frenetico e riuscendo, nonostante la prevedibilità dello sviluppo, a mantenere fresca la storia per il gusto dello spettatore. Il segreto di Soderbergh è forse proprio quello di lasciar trasparire (e in questo film si nota più che in altri) il suo stesso divertimento nel momento della realizzazione della pellicola stessa.

Il regista gioca con gli equivoci, con le scene, con i personaggi, ritraendo una realtà strana, impacciata, stolida, ma mai surreale, camminando in punta di piedi sul sottile confine che separa il realismo dall’assurdo.

Logan Lucky

L’umanità e il divertimento

Il cuore del film però è senza dubbio l’aspetto umano, che diventa un contrappunto dosato e costante alle concitate vicende principali: il rapporto complicato tra due fratelli “maledetti”, la sensazione di abbandono che prova un reduce, lo sforzo di un uomo per non perdere sua figlia, il bisogno di riscatto di una classe sociale che dimostra molto più acume di quello che appare a un primo sguardo.

La famiglia di Soderbergh, costituita da amici, pseudonimi con cui in genere firma i vari ruoli dei suoi film (in questo caso, la sceneggiatura attribuita a tale Rebecca Blunt), ma anche da attori conosciuti, che si concedono a parti molto piccole (vedi Sebastian Stan, Hilary Swank o Seth MacFarlane), dà l’impressione che, così come il prodotto finale, anche la realizzazione del film sia stato un lavoro condotto con leggerezza e precisione dall’autore, una precisione che risiede nella stesura di una sceneggiatura puntuale e che regala a Daniel Craig il migliore ruolo in carriera, con buona pace dell’agente al servizio di Sua Maestà.

Se esiste all’interno di un meccanismo così ben architettato come Logan Lucky una chiave di volta, un segreto nascosto tra un’inquadratura e l’altra che consente al film di arrivare a destinazione senza alcuna sbavatura, è la meticolosa cura dei dettagli, sparsi a costruire scene, caratterizzare personaggi e arricchire situazioni. Una conversazione apparentemente sbadata sul colore di una automobile, la scelta di una canzone per un concorso di bellezza, una variante creativa di una formula chimica.

Consacrazione dell’intrattenimento

In un’ambientazione disfattista, dove i due fratelli protagonisti sembrano davvero afflitti da una avversa sfortuna, l’entusiasmo per il racconto che traspare a ogni scena, eleva gli sfortunati a superstar, nonostante i difetti fisici e le sconfitte personali. Con Logan Lucky, Steven Soderbergh raggiunge la meta con un grande sorriso, portando in trionfo non solo un buon film, ma consacrando anche la sua idea di cinema, completamente e genuinamente votata all’intrattenimento.

#RomaFF12: Michael Shannon racconta il suo Bob Dylan in Trouble no more

Diretto da Jennifer Lebeau, è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma 2017 Trouble no more, il documentario su Bob Dylan, che si concentra sul concerto gospel del tour del 1980. I filmati di repertorio sono alternati a letture/sermoni recitate da Michael Shannon, anche lui presente alla manifestazione.

Il documentario è un viaggio musicale concepito in maniera particolare, come dichiara la stessa regista: “Il film è nato principalmente dal ritrovamento di questo materiale che pensavamo fosse andato perduto. C’erano alcune performance girate in modo non pulito, ma volevamo che il film non fosse patinato. Ci siamo allontanati dall’originale, evitando le parti in cui Bob parlava al pubblico con enfasi. Volevamo concentrarci sulla musica, il resto è venuto da solo.”

“Sapevamo che cercavamo un attore incredibile, che trasmettesse tensione ma avesse anche una capacità di trasmettere empatia in modo unico. E Michael è la prima persona che ci è venuta in mente.”

Michael Shannon, reduce da una bellissima nomination agli Oscar per il suo ruolo in Animali Notturni di Tom Ford, è il Predicatore, nel film, che si alterna ai momenti musicali, recitando sermoni, con fermezza e ispirazione.

L’attore ha così raccontato il suo rapporto con Dylan e la sua musica: “Sono stato da sempre un fan di Bob Dylan. Era suo il primo concerto a cui sono stato. Ero un bimbo e ci sono andato con mia madre. Da subito ho capito che sarebbe stato un uomo speciale per me. Nel corso degli anni, Dylan è stato una grande ispirazione per me. Quando faccio teatro mi piace ascoltare la sua musica prima di andare in scena. Sono sempre stato un suo grande fan.”

Nei sermoni recitati da Shannon, si parla di ricchi e poveri, e dei primi che tendono a prevaricare i secondi. C’era qualcuno a cui ha pensato: “Vorrei che fosse una sola persona, ma non è così. Sembra che sia una forma archetipica di comportamento. Recentemente ho interpretato George Westinghouse in The Current War. È stato un grande onore per me, perché è stato un uomo che con la sua ricchezza ha costruito un grande impero, senza però fottere nessuno. Era un uomo onesto e generoso, una grande eccezione. Era circondato da industriali e banchieri che non volevano trattare le persone in modo equo. Penso che ci siano tantissime persone che invece non lo fanno.”

“Da attore, sono consapevole che il mio lavoro è ben poca cosa – conclude ShannonMa cerco di scegliere cose che possano piantare un seme nella coscienza delle persone. Non che loro non sappiano quali sono i problemi dei nostri giorni, ma a volte questi film possono offrire una forma di conforto, di pace, ed è questa una delle cose migliori che io possa fare.”

Le attrici più HOT apparse nei cinecomics

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Le attrici più HOT apparse nei cinecomics

Nel corso degli anni molte delle più belle e sexy attrici sono apparse in film tratta dai fumetti, ma quante di loro sono veramente rimaste nell’immaginario di tutti i fan? Non importa i ruoli che hanno interpretato, perché molte di loro hanno interpretato molti personaggi diversi nel corso degli anni e in alcuni casi hanno fornito alcune delle più incredibili performance sia se sono state la fidanzata dell’eroe o l’antagonista del film. Dunque scopriamo insieme in questa carrellata di foto delle delle attrici più hot di quasi tutti i film tratti dai fumetti.

Scarlet Johansson

scarlett johanssonDebuttando come vedova nera nel sequel di Iron Man , l’ingresso di Scarlett Johansson come Natasha potrebbe non aver incluso un accento russo, ma le sue diverse apparizioni nel MarvelCinematic Universe hanno da allora consacrato l’attrice come la migliore scelta possibile per un personaggio così sexy e oscuro.

Evangeline Lilly

the wasp avengers 4Dopo Lost la sua carriera ha subito un rallentamento ma poi la notizia che avrebbe interpretato Hope Van Dyne in Ant-Man sconvolse tutti. Mentre molti fan sarebbero più felici se fosse stata promossa come Avenger Janet, l’attrice avrà l’opportunità di diventare The Wasp l’anno prossimo nel titolo Ant-Man e The Wasp.

Carla Gugino

carla guginoPer molto Carla Gugino sarebbe la favorita per interpretare il ruolo di Catwoman nel DC Films Universe, ma finora ha fatto solo brevi apparizioni nei film dei fumetti come WatchmenMan of Steel e Sin City. Speriamo che le cose cambino nel prossimo futuro.

Hayley Atwell

Hayley AtwellLa popolarità di Peggy Carter ha consentito a Hayley Atwell di fare due film e due stagione della serie televisiva dedicata a Agent Carter ma è anche vero che l’attrice inglese ha tutte le curve al punto giusto per poterle rendere giustizia e magari chissà che non la rivedremo in Avengers 4.

Elizabeth Olsen

elizabeth olsenElizabeth Olsen ha fatto conquistato il rispetto nel mondo del cinema grazie a molte incredibili performance come protagonista di numerosi film indipendenti acclamati dalla critica, ma è il suo ruolo come Scarlet Witch che l’ha resa nota nell’Universo Cinematografico Marvel e che poi è diventata il suo lavoro più noto. A differenza del povero vecchio Quicksilver, si prevede solo che  il suo ruolo diventerà ancora più grande con il passare del tempo.

Morena Baccarin

deadpool 2Morena Baccarin è diventata famosa per essere stata laa protagonista di Firefly  e mentre trascorreva molto tempo a Gotham, il suo primo vero ruolo in un cinecomics è arrivato quando è apparsa nel  film Deadpool lo  scorso anno. Non è noto se l’attrice tornerà per il sequel, ma sembra che sia stata sostituita da Domino.

Michelle Pfeiffer

Michelle PfeifferMichelle Pfeiffer ha rubato le scene a tutte come Catwoman in Batman Returns e rimane probabilmente la miglior versione cinematografica del personaggio almeno fino ad oggi. Sorprendentemente, però lei farà ritornare nel mondo dei film tratti dai fumetti l’anno prossimo quando interpreterà Janet Van Dyne, l’originale Wasp nel sequel di Ant-Man.

Jessica Alba

Jessica AlbaNon c’è da dire che Jessica Alba è stata un’affascinante Susan Storm/Invisible Woman in Fantastic Four ma il suo ruolo più riuscito e sexy è quello nei film di Sin City, dove è stata notevole sotto tutti i punti di vista.

Amber Heard

amber heardMolti personaggi secondari sono stati apparentemente tagliati dalla Justice league, quindi speriamo che il personaggio di Amber Heard non sarà tra di loro! Ma in ogni caso vedremo il suo ritorno a fianco di Arthur Curry (Jason Momoa) in Aquaman il prossimo anno.

Halle Berry

halle berryHalle Berry potrebbe essere compromessa data la sua performance in quel tremendo adattamento di Catwoman ma è anche stata una straordinaria Tempesta nei quattro diversi adattamenti sugli X-Men. E’ forse per questo che le è stato poi affidato un ruolo altrettanto importante ruolo tratto dai fumetti in Kingsman: The Golden Circle.

Brie Larson

Brie LarsonBrie Larson farà presto il suo debutto nell’Universo cinematografico Marvel quando interpreterà Captain Marvel nel 2019 e crediamo fortemente che l’attrice vincitrice dell’Oscar diventerà uno dei volti protagonisti nel futuro della Marvel, dato che con ogni probabilità raccoglierà l’eredità dei vendicatori in Avengers 4.

Jennifer Lawrence

Parlando di Mystique, quando Matthew Vaughn ha voluto lanciare una versione più giovane del personaggio, ha scelto poi l’attrice e protagonista di Jennifer Lawrence. Mentre alcuni fan hanno trovato da ridire nel modo in cui il personaggio sia poi apparso nella parte centrale del franchise, non si può negare che l’attrice non abbia fatto uno lavoro con il personaggio.

Famke Janssen

x-men dark phoenixSophie Turner è la nuovo Jean Grey ma Famke Janssen rimane la versione definitiva del personaggio agli occhi della maggior parte dei  fan. Le cose non sono andate bene in X-Men: The Last Stand ma almeno tutto il resto ha contribuito a definirne la popolarità.

Anne Hathaway

Anne HathawayChristopher Nolan non era proprio quello più propenso ad adattare il materiale originale sul personaggio, per cui la sua versione di Selina Kyle è stata molto diversa rispetto ai fumetti. Nonostante ciò, Anne Hathaway ha avuto un impatto enorme nel ruolo e rimane una performance di tutto rispetto, anche se è incline a riprendere il ruolo in futuro.

Eva Mendes

Eva MendesNon ci sia poco di buono nei film di Ghost Rider con Nicolas Cage, Eva Mendes è stata sicuramente una parte discreta del film, oltre ad essere un sexy interesse amoroso. Peccato che proprio la parte migliore del primo film sia stata poi sostituita nel sequel.

Blake Lively

blake livelyLa performance di Blake Lively in Lanterna Verde è stata ampiamente criticata. Da allora, però l’attrice se l’è cavata piuttosto bene sui set di hollywood, quindi forse il marito Ryan Reynolds può portarla con sé nel prossimo futuro, magari in Deadpool 3.

Zoe Saldana

zoe saldanaIl vero volto femminile dei francesi dei Guardiani della galassia, Zoe Saldana non è estraneo al mondo dello sci-fi dopo essere stato protagonista di Avatar e Star Trek. Tuttavia, è come Gamora che l’attrice brilla di più e bisogna darle merito per aver reso così memorabile il suo personaggio al cinema.

Megan Fox

Megan FoxMegan Fox non è ha mai interpretato un ruolo di supereroe ma è apparso in Jonah Hex accanto a Josh Brolin ed è una delle star dei film Teenage Mutant Ninja Turtles. I rumors dicono che avrebbe potuto interpretare  Poison Ivy in Gotham City Sirens ma il tempo ci dirà la verità su questo rumors.

Gal Gadot

Gal GadotQuando Gal Gadot è stato lanciato come Wonder Woman, i tifosi erano scettici, per usare un eufemismo. Tuttavia, dopo averla vista in Batman v Superman  ha dimostrato che tutti si sbagliavano e dopo Wonder Woman è stato chiaro a tutti che Zack Snyder aveva fatto una decisione eccellente per il suo casting.

Margot Robbie

margot robbieHarley Quinn non è un personaggio facile da lanciare, ma non si può criticare la scelta di Margot Robbie di David Ayer. L’attrice ha rubato la scena a tutti in un modo che la Warner Bros. ha dato la luce verde ad un sequel su Suicide Squad, Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn e probabilmente anche a Gotham City Sirens .

Amy Adams

amy adamsAmy Adams è un’attrice che la maggior parte di noi non si aspettava mai di vedere in un film di supereroi ma per fortuna è accaduto. Ma per alcuni non è stata la scelta più azzeccata dato che hanno sostenuto che la Warner Bros. avrebbe dovuto trovare un’attrice leggermente più giovane per interpretare Lois Lane. Sbagliato perché Amy Adams è perfetta nel ruolo di Lois Lane.

Nel 2020 Amy Adams sarà  protagonista del thriller La donna alla finestra, diretto da Joe Wright. Interpreta Anna Fox, una psicologa affetta da agorafobia che trascorre le sue giornate chiusa in casa a spiare i vicini, ma un giorno assiste ad un brutale crimine

Rosario Dawson

rosario-dawson-filmRosario Dawson ora può essere nota per aver interpretato Claire Temple nelle serie tv Marvel targate ma prima di apparire in quegli show l’attrice ha dato un’interpretazione memorabile in Sin City.

Eva Green

Eva GreenEva Green secondo i rumors avrebbe potuto essere il villain di Wonder Woman ma il suo ruolo più importante in un film tratto dai fumetti è in Sin City e 300: Rise of an Empire. Nessuno di questi due titoli è stato ben accolto, ma l’attrice è stata certamente un ottima scelta per entrambi.

Hulk, Mark Ruffalo non spera più in un film standalone?

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Mentre il suo ultimo film sta incassando milioni di dollari nel mondo Mark Ruffalo è tornato a parlare di Hulk e di un potenziale film da solista nel Marvel Cinematic Universe. Nello specifico all’attore è stato chiesto se spera ancora nella possibilità di avere un film tutto suo, ha sorpresa ha risposto che allo stato attuale non serve un film su Hulk:

“No, mi stai scherzando? La Marvel mi ha chiamato prima di entrare in Thor [ Ragnarok ] e mi ha detto: ‘Se dovessimo fare uno standalone di Hulk, come vorresti che fosse?’ e io ho risposto ‘Penso che dovrebbe essere così e colà, e debba finire così’. E lui ha confermato che la mia idea gli piaceva e ha detto ‘Perché non cominciamo dal prossimo film, cominciando con Thor 3 e continuando in Avengers 3 e 4?’ E a me è sembrato bellissimo, e così quest’arco narrativo comincerà qui.”

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L’attore ha poi fatto notare che per avere un film su Hulk a questo punto i fan dovrebbero prendere “tutti i pezzi di Ragnarok , Infinity War e Avengers 4 e metterli insieme”

Ruffalo con queste dichiarazioni non fa altro che mascherare bene il reale problema, ovvero che in un film Standalone i Marvel Studios non ne avrebbero il diritto di distribuirlo con la Disney perché i diritti di distribuzione di un eventuale pellicola dedicata a Hulk sarebbero prerogativa della Universal Pictures, che ne detiene i diritti.

Mark Ruffulo ha poi fatto una battuta proprio sulla Universal Pictures, mascherandola come un gioco, ma sappiamo tutto che in una battuta ironica c’è sempre un fondo di verità: “Noi lavoreremo intorno ala Universal, e lo faremo in tre film invece di un film, quindi Universal prendi questo,  Ora cosa stai per fare? Avresti potuto avere un pezzo di  tutto questo! Ma adesso non puoi più .. scherzò.”

LEGGI ANCHE: Thor: Ragnarok, Taika Waititi rivela quale villain è stato tagliato dal film

Thor: Ragnarok è diretto da Taika Waititi. Nel cast del film Chris Hemsworth sarà ancora Thor; Tom Hiddleston il fratello adottivo di Thor, Loki; Il vincitore del Golden Globe e Screen Actors Guild Award Idris Elba sarà la sentinella di Asgard, Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony Hopkins interpreterà nuovamente Odino, signore di Asgard.

Nelle new entry invece si annoverano il premio Oscar Cate Blanchett (Blue Jasmine, Cenerentola) nei panni del misterioso e potente nuovo cattivo Hela, Jeff Goldblum (Jurassic Park, Independence Day: Resurgence), che sarà l’eccentrico Grandmaster, Tessa Thompson (Creed, Selma) interpreterà Valkyria, mentre Karl Urban (Star Trek, il Signore degli Anelli: il ritorno del re) aggiungerà la sua forza nella mischia come Skurge. Marvel ha anche confermato che Mark Ruffalo riprenderà il suo ruolo di Bruce Banner / Hulk nel sequel. La data d’uscita è prevista per il 3 novembre 2017.

La trama di Thor: Ragnarok – “In Marvel Studios’ Thor Ragnarok, Thor è imprigionato dall’altro lato dell’universo senza il suo formidabile martello e si trova in una corsa contro il tempo per tornare a Asgard per fermare il Ragnarok, la distruzione della sua casa e la fine della civiltà asgardiana, dalle mani di una nuova e potente minaccia, la spietata Hela. Ma prima deve sopravvivere a una mortale lotta tra gladiatori che lo metterà contro uno dei suoi amici Avengers, l’incredibile Hulk.

Lucca Comics & Games 2017: il programma di venerdì 3 novembre

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Evento clou della giornata di domani, venerdì 3 novembre a Lucca Comics & Games  2017 sarà la Serata di Gala nel corso della quale saranno consegnati i premi della 51ma edizione, i Gran Guinigi 2017. Al Teatro del Giglio si daranno appuntamento i più importanti nomi del fumetto italiano e internazionale: Paolo Bacilleri, Josè Munoz, Jerry Kramsky, Lorenzo Mattotti solo per citarne alcuni. Nel corso della serata sarà consegnato il premio “Yellow Kid” al Gran Maestro del Fumetto. In passato il prestigioso riconoscimento è andato ad autori quali Hermann, Alfredo Castelli, Enrique Breccia, Albert Uderzo.  
Ancora domani, Activision celebrerà il lancio del nuovo Call of Duty: WWII, con una parata militare in grande stile in partenza alle 16.30 da Piazza Santa Maria. I visitatori della manifestazione avranno l’imperdibile occasione di tornare indietro al tempo della Seconda Guerra Mondiale, e potranno ammirare veri mezzi bellici sfilare tra le vie della città, affiancati dai soldati dell’epoca. Alcuni selezionati visitatori di LC&G, infine, avranno l’opportunità di vivere, presso il Quartier Generale di Activision, una vera esperienza militare a partire dall’addestramento fino ad arrivare ai momenti che precedono la battaglia.
Al cinema Astra, alle ore 11, un altro imperdibile appuntamento: l’anteprima italiana di Never Ending Man: Hayao Miyazaki, il documentario sul genio creativo che ha rivoluzionato la storia dell’animazione mondiale che sarà nei cinema italiani solo il 14 novembre nell’ambito della stagione degli anime al cinema di Nexo Digital e Dynit.
Due gli appuntamenti che avranno come protagonista Robert Kirkmann, il geniale fumettista americano, creatore della saga a fumetti “The Walking Dead” (pubblicata in Italia da SaldaPress) da cui è stata tratta la popolare serie televisiva in esclusiva su FOX (Sky, 112), per la prima volta in Italia ospite di Lucca Comics & Games. Alle 11, al Teatro del Giglio incontrerà il pubblico e ripercorrerà le tappe principali della sua carriera. Alle 12.30 al Cinema Astra, Fox presenta The Walking Dead Event – Incontro con Robert Kirkman, e a seguire la première internazionale dello speciale The Walking Dead: The Journey So Far, un’occasione per festeggiare Robert Kirkman, autore della serie culto che ha reso gli zombie delle celebrità internazionali, arrivata al 100° episodio con l’avvio dell’ottava stagione inedita. Il prodotto è andato in onda solo in USA su AMC ed è inedito per tutti i fan europei.
Dedicato invece ai giochi da tavolo l’incontro Da Coolminornot a CMON: come un forum di miniature diventa un attore principale del mondo ludico, con David Pretti e Roberto Paoli che ai terrà alle 14.15 in sala Ingellis (S13).

Babylon Berlin presentato al RomaFF12

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Babylon Berlin presentato al RomaFF12

Presentata oggi in anteprima al Festival di Roma BABYLON BERLIN, la coproduzione internazionale Sky e Beta Film in arrivo in TV su Sky Atlantic HD dal 28 novembre, il martedì alle 21.15. La serie di 16 ore, già presentata al Festival di Berlino, è frutto del lavoro del trio di autori/registi Tom Tykwer, appena nominato Presidente della giuria del Festival di Berlino 2018, Henk Handloegten e Achim von Borries. Nel cast, Volker Bruch nel ruolo di Gereon Rath e Liv Lisa Fries che interpreta Charlotte (“She Deserved It”). Le riprese di BABYLON BERLIN, durate 180 giorni e in quasi 300 località, sono state realizzate tra maggio e dicembre 2016 a Berlino e nelle aree circostanti.

Beta Film, che in qualità di coproduttore si occupa anche della distribuzione internazionale, ha già venduto la serie in 60 Paesi, tra cui Inghilterra, Spagna, Belgio, Stati Uniti, Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia e Islanda.

BABYLON BERLIN è tratta dai romanzi bestseller di Volker Kutscher e segue le vicende di un ispettore di polizia, Gereon Rath, che si trova a condurre le sue indagini nella Berlino degli anni Venti, in un paese dei balocchi nonché la città più entusiasmante del mondo, fra abuso di droga, intrighi politici, omicidi e arte, emancipazione ed estremismo.

Qualitativamente e in termini di investimenti la serie si pone a livello delle grandi produzioni internazionali, secondo L’Economist La produzione seriale più ambiziosa della televisione tedesca (40 milioni di euro per produrre 16 episodi) non è passata inosservata a distributori internazionali del calibro di HBO Europe, Netflix, Group AB e Telefonica, per citarne alcuni, che non hanno voluto farsela sfuggire e l’hanno già acquistata. 

Babylon BerlinTom Tykwer ha definito il materiale girato molto intenso: “Dopo quasi tre anni di lavoro sullo script, arrivare finalmente sul set è stata una gioia incredibile. Abbiamo avuto 180 giorni per girare, a volte lavorando con due e persino tre unità contemporaneamente. Guardandosi indietro, sembra incredibile essere riusciti a fare tutto questo. Ed è sicuramente merito del nostro fantastico team!” Allo stesso tempo, ha sottolineato anche l’importanza della collaborazione con Achim von Borries e Henk Handloegten: “Abbiamo scritto e diretto l’intera serie insieme. Non c’è un singolo episodio a cui non abbiamo lavorato tutti e tre”.

Per Achim von Borries non ci sono dei protagonisti definiti nella serie, piuttosto: “La città di Berlino è il centro della narrazione. Nel 1929, Berlino era la capitale del mondo, una città internazionale, magica e cosmopolita. Tutti volevano andarci. È stata veramente una sfida ricreare la Berlino di fine anni Venti. Il set di Neue Berliner Straße, creato dal nostro scenografo Uli Hanisch per Studio Babelsberg, ha permesso di utilizzare tutte le diverse tipologie di isolati della città dei diversi quartieri di Berlino”.

Henk Handloegten ha sottolineato l’attualità della serie: “Parliamo dei Ruggenti anni Venti, una grande festa: dopo aver perso la Grande Guerra, i padri non sono a casa e i figli e le figlie ballano sui tavoli. L’assenza di un’autorità rende possibile tutto ciò, proprio come è successo a Berlino dopo la caduta del Muro. Ma poi, verso la fine degli anni Venti, sempre più persone iniziano a sentirsi schiacciate da questo stile di vita goliardico e dirompente che crea confusione e si farà sentire sempre più forte il bisogno di ordine e disciplina. Durante le fasi di lavorazione di BABYLON BERLIN era come se il mondo intorno a noi si stesse conformando allo spirito degli anni Venti. Questo rende la serie più attuale che mai”.

Volker Bruch conserva dei bei ricordi delle riprese dello scorso anno che rievoca con entusiasmo: “BABYLON BERLIN è stato un viaggio abbagliante al fianco di 600 persone che hanno investito tutte le proprie energie e passione in questo progetto. Sono ancora colpito dall’esperienza mozzafiato e dai ricordi che mi seguono ogni giorno da allora. Non mi sono mai sentito così a casa su un set, così motivato e fortunato di farne parte, sia sul piano artistico che personale, e al tempo stesso essere così ben vestito!”

BABYLON BERLIN

Liv Lisa Fries aggiunge: “Il 2016 è stato un anno all’insegna di BABYLON BERLIN, un’esperienza condivisa con molti colleghi illustri, fatto di scene illuminanti, attrezzature analogiche e tre registi fantastici. Le riprese sono state stimolanti, interessanti, armoniose ed entusiasmanti. Ho ballato molto, parlato molto, riso e pianto molto, ero davvero euforica, ero Charlotte Ritter.”

Anche il produttore, Stefan Arndt, ha sottolineato l’unicità dello spirito di collaborazione: “Unire la passione per i gialli con l’epoca più entusiasmante della storia tedesca è, già di per sé, qualcosa di profondamente gratificante, ma farlo insieme a professionisti di grande esperienza, mi riferisco naturalmente al team creativo ma anche ai team di Degeto e ARD, Sky e Beta, quest’ultima guidata da Jan Mojto lo è stato ancora di più. É davvero incoraggiante; ecco perché pensiamo di essere ancora una volta in grado di offrire una serie cult della televisione tedesca al pubblico nazionale e internazionale in un certo qual modo stanco delle solite cose”.

Addio Fottuti Musi Verdi: recensione del film dei The Jackal #Romaff12

Il salto dal web al cinema del gruppo di amici di The Jackal era atteso da tanto tempo e le aspettative per un film che rendesse giustizia alla loro bravura e verve comica, erano davvero alte. Con questa premessa ha debuttato alla Festa del Cinema di Roma il loro primo lungometraggio, Addio Fottuti Musi Verdi. Non più poche scene esilaranti condivise su YouTube o Facebook, ma 1 ora e 33 minuti in cui Ciro Priello ci accompagna in una avventura intergalattica tra parcheggiatori abusivi, alieni efficienti e domande sul futuro.

Staccandosi nettamente dal loro genere web, i The Jackal, per la regia di Francesco Ebbasta, creano una storia che ruota attorno al personaggio di Ciro, un grafico pubblicitario plurileaureato che è costretto a lavorare in una friggitoria cino-napoletana invece che fare il lavoro che gli spetta. La sua vita è insoddisfacente, gode di una finta indipendenza dove la mamma gli passa la parmigiana da una finestra all’altra, passa le serate a bere birra con l’inseparabile amico Fabio fissato con gli alieni e che gli continua ad offrire un lavoro nell’agenzia del padre che si occupa di foto e video per pre-diciottesimi al limite del trash e infine c’è Matilda, l’amica dell’università a cui non riesce a confessare il suo amore, nemmeno quando lei decide di trasferirsi a Londra in cerca di lavoro. Stanco di tutto questo, Ciro invia il suo curriculum in un concorso a premi dove era richiesto un messaggio da mandare nello spazio: ed è proprio nello spazio che il talento di Ciro viene apprezzato, quando un raggio conico luminoso lo preleva nella notte per un colloquio di lavoro inaspettato…

Addio Fottuti Musi Verdi – recensione del film dei The Jackal

Addio Fottuti Musi Verdi

Da giovani che si rivolgono principalmente ad un pubblico giovane, i The Jackal puntano sul tema del precariato, offrendo sicuramente uno spunto di riflessione ma cadendo anche nel banale e prevedibile. Ma il problema principale di Addio Fottuti Musi Verdi è che i momenti veramente divertenti si possono contare su una mano: non perché sia stata scelta una strada più drammatica, anzi, ma perché Ciro e compagni tra smorfie, facce buffe in camera e battute piatte non fanno ridere, al massimo sorridere.

Punto forte per loro rimangono le apparizioni a sorpresa, come è anche successo più volte nei loro video: da Salvatore Esposito di Gomorra a Gigi D’Alessio, che ha lasciato davvero carta bianca ai The Jackal e che lo hanno reso protagonista di una delle scene più belle del film. Ciro Priello ha senza dubbio la faccia giusta per il grande schermo, esagerando forse un po’ troppo con le smorfie e cambi di voce, ma che sono ormai parte integrante del suo personaggio.

Ma è Fabio Balsamo che eccelle nel suo ruolo di spalla, dimostrandoci tutto il merito di quella Laurea con 110 e lode in Arte Drammatica. Passa in secondo piano la Matilde di Beatrice Arnera mentre Roberto Zibetti, nel ruolo del “nemico”, sorprende e diverte nella sua interpretazione. Peccato per la quasi assenza di Simone Ruzzo, relegato a pochi instanti nel ruolo della super star da blockbuster americano, ma nei quali si fa comunque notare.

Guarda anche: Foto dal red carpet dei The Jackal alla Festa del Cinema di Roma 2017

Probabilmente il pubblico molto giovane apprezzerà il loro lavoro e le diverse citazioni sci-fi, di cultura pop e i vecchi personaggi che fanno capolino in alcune scene, ma Addio Fottuti Musi Verdi non lascerà molto il segno, come invece si era sperato.

Non è facile il passaggio dal web al cinema ed è noto a tutti come altri prima di loro ci abbiano provato e fallito. Ed è forse questo il problema dei The Jackal che ci hanno proposto un ottimo pacchetto visivo curato da Francesco Ebbasta, in cui però c’è poca originalità (l’originalità che ha reso il loro successo) e dove tutto sembra estremamente frenato nella comicità, quasi a non voler esagerare e sbagliare.

 

 

Avengers: Infinity War, i Russo rivelano che tipo di film dobbiamo aspettarci

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Mentre le riprese del quarto capitolo sono in corso, oggi Joe e Anthony Russo hanno rivelato a Cnet.com cosa intendono fare con l’atteso Avengers: Infinity War

Infatti, come molti di voi già sapranno, spesso i film Marvel Studios sono accusati di essere un po’ ripetitivi e tutti uguali, ma sembra che il prossimo film tenterà di sovvertire questa diceria.

“Con Infinity War  il più grande elemento nuovo del film è Thanos e il fatto che sta entrando nel racconto in un modo molto audace e forte è qualcosa di nuovo. Sarà colui che tira le fila del gioco. Abbiamo modellato la narrazione in modo estremamente interessante intorno a lui,  e in qualche modo questo ci consentirà di fare un “heist movie”. Il fatto che stia seguendo le gemme dell’infinito in un modo molto più audace rispetto al passato è qualcosa di estremamente eccitante. L’intero film è costruito sulla narrazione basata sul fatto che il cattivo è sempre un passo avanti agli eroi.  Abbiamo guardato un sacco di “Heist Movie” e ci hanno conferito molta ispirazione”

Poi i due registi rivelano che vedremo anche alcuni personaggi e cattivi che non ci aspettiamo nel film:

“Ci saranno molti personaggi inaspettati: ci sono più sorprese in questo film che in tutti gli altri film che abbiamo fatto. E parte di queste sorprese sono nascoste nelle interazioni dei personaggi, alcuni di essi hanno fatto solo delle piccole apparizione. Non voglio dire niente ma certamente aspettatevi molte sorprese.”

Ancora una volta con le loro dichiarazioni i Fratelli Russo hanno contribuito ad aumentare l’attesa dietro a questo film.

Avengers: Infinity War – nuovo bootleg del trailer

La sinossi: Mentre gli Avengers continuano a proteggere il mondo da minacce troppo grandi per un solo eroe, un nuovo pericolo emerge dalle ombre cosmiche: Thanos. Despota di intergalattica scelleratezza, il suo scopo è raccogliere le sei gemme dell’Infinito, artefatti di un potere sconfinato, e usarle per piegare la realtà a tutto il suo volere. Tutto quello per cui gli Avengers hanno combattuto ha condotto a questo punto – il destino della Terra e l’esistenza stessa non sono mai state tanto a rischio.

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Avengers: Infinity War, 15 villain che potrebbero venire dopo

Avengers: Infinity War arriverà al cinema il 4 Maggio 2018. Christopher Markus e Stephen McFeely si occuperanno della sceneggiatura del film, mentre la regia è affidata a Anthony e Joe Russo.

Il cast del film al momento è composto da Cobie Smulders, Benedict Cumberbatch, Chris Pratt, Vin Diesel, Scarlett Johansson, Dave Bautista, Karen Gillan, Zoe Saldana, Brie Larson, Elizabeth Olsen, Robert Downey Jr., Sebastian Stan, Chris Hemsworth, Chris Evans, Tom Holland, Bradley Cooper, Samuel L. Jacksson, Jeremy Renner, Paul Rudd, Peter Dinklage, Mark Ruffalo, Josh Brolin, Paul Bettany, Benedict Wong, Pom Klementieff e Chadwick Boseman.

Deadpool 2: cambia il compositore del film

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Deadpool 2: cambia il compositore del film

Cambi in vista per Deadpool 2, l’atteso sequel del film campione d’incassi Marvel e FOX. Infatti secondo quanto apprendiamo oggi da Film Music Reporter  il compositore Junkie XL (aka Tom Holkenborg) ha decido si abbandonare il progetto. Al suo posto la 20th Century Fox ha ingaggiato  Tyler Bates per comporre la musica. Il nuovo compositore arriva esattamente a sette mesi dall’uscita del film.

E’ interessante notare come sia un altro progetto che Junkie XL lascia e che  Tyler Bates ritroverà il regista David Leitch, con il quale ha già lavorato in John Wick  e Atomic Blonde.

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Deadpool ha incassato 363 070 709 dollari in Nord America e 417 408 522 dollari nel resto del mondo, per un totale mondiale di 780 479 231 dollari. Deadpool è stato accolto generalmente bene dalla critica, soprattutto grazie alla recitazione di Ryan Reynolds e alla comicità pungente e ironica della sceneggiatura.

Diretto da David LeitchDeadpool 2 vedrà Ryan Reynolds tornare nei pani del Mercenario Chiacchierone della MarvelZazie Beetz sarà Domino, Josh Brolin sarà invece Cable.

Star Wars: L’Ultimo Jedi, Rey vs Luke nel nuovo spot tv

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Star Wars: L’Ultimo Jedi, Rey vs Luke nel nuovo spot tv

La Lucas Film ha diffuso un nuovo affascinante spot tv di Star Wars: L’Ultimo Jedi, l’atteso nuovo film basato sul franchise ideato da George Lucas. Nel nuovo contributo sembra proprio che Rey e Luke Skywalker si affrontino in un epico scontro:

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Star Wars: Gli Ultimi Jedi il trailer finale italiano

La sinossi: “In Star Wars Gli Ultimi Jedi della Lucasfilm, la saga Skywalker continua quando gli eroi de Il Risveglio della Forza si uniscono alle leggende della galassia in un’epica avventura che svelerà i misteri della Forza e le scioccanti rivelazioni del passato risalenti all’Era antica. Star Wars Gli Ultimi Jedi arriverà nei cinema USA il 15 dicembre 2017.”

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FIRST LOOK – Carrie Fisher in Star Wars: Gli Ultimi Jedi

Il film sarà diretto da Rian Johnson e arriverà al cinema il 13 dicembre 2017. Il film racconterà le vicende immediatamente successive a Il Risveglio della Forza.

In Star Wars: Gli Ultimi Jedi torneranno Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam DriverDaisy RidleyJohn BoyegaOscar IsaacLupita Nyong’oDomhnall Gleeson, Anthony Daniels, Gwendoline Christie e Andy Serkis. Gli altimi attori unitisi al cast sono Benicio Del ToroLaura Dern Kelly Marie Tran.

Venom: anticipazioni su flashback dal passato

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Ora che sono ufficialmente iniziate le riprese di Venom, arrivano anche le prime anticipazioni sul film che, come saprete vedrà protagonista l’attore Tom Hardy nei panni di Eddie Brock.

Da quello che apprendiamo oggi nel film ci saranno alcune scene ambientate in Asia, e secondo le indiscrezioni che arrivano dal casting, si cercano figurati “abitati del villaggio senza moderni tagli di capelli”. Quest’ultimo dettaglio potrebbe indicare che vedremo i flashback dal Vietnam o addirittura un ambiente feudale in Giappone. Attraverso queste indiscrezioni potremmo apprendere di più su quale sarà la storia di origini dell’alieno simbiotico.

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Considerate che al momento non sappiamo se Spider-Man esista nel mondo di Venom, quindi è possibile che il simbionte sia stato sulla terra per secolo o sia stata una creazione del governo, magari utilizzato in alcune situazioni spinose di guerra. Al momento non si hanno certezze ma da quello che inizia a trapelare, sembra che il film è lontano da qualcosa di estremamente federe al materiale originale.

Venom: il film sarà Rating R e inaugurerà un Sony Marvel Universe?

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La sceneggiatura è scritta da Kelly Marcel, Jeff Pinkner e Scott Rosenberg, che si baseranno sui personaggi creati da Todd McFarlane e David Michelinie.

L’uscita è stata fissata al 5 ottobre 2018 per la regia di Ruben Fleischer (Zombieland, Gangster Squad). Tom Hardy interpreterà il protagonista Eddie Brock. Nel cast anche Matt Smith, Pedro Pascal, Riz Ahmed, Jenny Slate e Michelle Williams.

Il personaggio è stato già portato sul grande schermo da Sam Raimi in Spider-Man 3 con Topher Grace nei panni di Eddie Brock.

Venom: 15 diverse versioni del villain di Spider-Man

I, Tonya: il full trailer del film con Margot Robbie

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I, Tonya: il full trailer del film con Margot Robbie

Ecco il full trailer di I, Tonya, il biopic su Tonya Harding interpretato e prodotto da Margot Robbie. Oltre che al Festival di Toronto, abbiamo visto il film anche alla Festa di Roma 2017.

https://www.youtube.com/watch?time_continue=3&v=d2iy5y0YjGM

I, Tonya, recensione del film con Margot Robbie

Alla regia di I, Tonya Craig Gillespie. La sceneggiatura, scritta da Steven Rogers, è basata sull’intervista di prima mano alla stessa Harding e al suo ex marito Jeff Gillooly. La storia mira a raccontare l’incidente durante le Olimpiadi del 1994, in cui la pattinatrice Nancy Kerrigan venne aggredita.

Margot Robbie è ormai una presenza fissa sul grande schermo. L’abbiamo vista con Will Smith in Focus – Niente è come sembra, poi in Z for Zachariah al fianco di Chris Pine e Chiwetel Ejiofor e in fine in un bellissimo cameo in La Grande Scommessa. La scorsa estate è stata trai protagonisti di due titoli importanti, anche se poco riusciti: The Legend of Tarzan e Suicide Squad.

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Fonte: Variety

#RomaFF12: Ian McKellen, la vita e l’arte, tra Shakespeare, X-Men e Gandalf

Un racconto torrenziale e vivace, accompagnato da un gesto da un sorriso. L’irrequietezza del grande interprete, il calore dello showman, la bellezza di una vita vissuta per l’arte, gli amici e la fedeltà alla propria identità: Ian McKellen, per il grande pubblico Gandalf e Magneto, ha letteralmente incantato il pubblico della Festa del Cinema di Roma.

Vita privata, carriera, figli non voluti e ruoli ricercati, in poche battute e tanta energia, ecco l’Incontro Ravvicinato con lo straordinario e vitale interprete.

Il coming out

“Qualunque persona gay abbia fatto coming out, vi dirà che è la cosa migliore mai fatta. Perché tutto migliora, si diventa più sicuri e per me, per esempio, il lavoro è diventato migliore, sono diventato un attore più bravo a detta di tutti. Non dovevo più fingere. Ma capisco che non è semplice per tutti. Ho incontrato ragazzini nelle scuole che a 13 o 14 anni conoscono e parlano della propria sessualità, e hanno fatto una cosa che io ho impiegato 40 anni per fare.”

Gli inizi

“Il passaggio al cinema è stato difficile. Ho fatto un provino per Barbarella con Jane Fonda, da giovane, e una volta a Cinecittà un altro provino per un bandito siciliano. Mi vestirono di tutto punto ma dissero che ero troppo meravigliosamente inglese per quella parte. Non ce l’ho fatta. Soltanto quando ho lavorato con Judi Dench in un piccolo teatro ha cominciato a pensare che recitare poteva significare anche comunicare a un pubblico piccolo e vicino. Così mi sono preparato per quando avrei avuto la mia grande opportunità sul grande schermo, ed è arrivata a 60 anni. Per questo dico sempre ai giovani attori ‘non aspettate che la vostra carriera decolli. Dovete essere pronti a cogliere l’occasione quando arriverà.’ Bisogna pensare ad avere una carriera, non all’essere ricco e famoso, questo non c’entra niente con l’essere attore. Tutto avviene al momento giusto, se avessi interpretato quel bamndito siciliano a 24 anni forse non avreste più sentito parlare di me.”

ian mckellenI figli

“Fino a quando ho avuto 29 anni, per me era illegale fare sesso, era reato, figuriamoci l’idea di avere figli o adottarli. Ma non ho mai pensato ad avere figli, sono troppo egoista. Ma ho comunque tanti giovani fan. L’altro giorno è venuto da me un bimbo di 5 anni, era con i genitori, e mi ha detto ‘voglio fare una foto con Gandalf’. Non è una cosa dolcissima? E non devo nemmeno occuparmi della sua istruzione o di dirgli che è ora di andare a letto!”.

Eduardo De Filippo

“Eduardo De Filippo, non è proprio italiano, vero? È napoletano. Non l’ho mai visto sul palcoscenico, anche se la sua compagnia venne a Londra negli anni ’60. Conoscevo le sue opere e alcune le ho recitate. Una volta venne la sua vedova a trovarmi e in lacrime mi disse che assomigliavo moltissimo a lui quando recitavo quel ruolo. Una volta ero a Milano, mi aveva invitato Giorgio Strehler, e lui mi aveva organizzato una lettura di Shakespeare, dalla Tempesta, l’ultima sua opera. Io l’ho recitata in inglese e lui in italiano. E solo dopo De Filippo si alzò e fece lo stesso in napoletano. Quindi ho lavorato con lui. E amo molto l’idea della creazione di opere per un luogo specifico, una società specifica, per persone che conosci, per chi vive vicino a te. E lui l’ha fatto con la famiglia, con gli studenti, con una Compagnia. E questo è l’ideale. Avrei voluto far parte di una compagnia come quella, lui è una parte importante del mio cuore.”

Shakespeare – Riccardo III

“Mi commuove molto che il più grande inglese che sia mai vissuto non sia un militare, un politico, non un re o un industriale, ma un attore che ha scritto delle opere teatrali. La sua grandezza ha molte caratteristiche, ma essenzialmente lui conosceva la natura umana meglio di tutti gli altri scrittori. Era affascinato da un servo e allo stesso modo da un re. In un senso, lui è il padre di tutti noi, perché ci capiva e ci capisce meglio di chiunque altro. Per me lui è ancora vivo e ancora oggi le sue opere hanno un signifito contemporaneo, perché la natura umana non è cambiata in questi 450 anni. Questo può rassicurare, o forse no. Quindi sì, Shakespeare appartiene al teatro e da giovanissimo mi piaceva pensare che potevo riempire i grandi teatri, ne ero molto orgoglioso. Ma poi mi sono trovato a interpretare il Re Lear in un teatro con appena 300 posti. Per il fatto che Shakespeare rimane uno scrittore moderno, credo sia giusto che venga rappresentato anche in modi moderni. La tv e il cinema. Ed è per questo che dopo aver portato in giro per il mondo Riccardo III, ho deciso che si poteva portare a un pubblico più ampio con il cinema.”

Cinema, teatro e televisione – Vicious

“Ho fatto tv in Vicious, una sit com con Derek Jacobi, con cui studiavo. Ero innamorato di lui, e lui di me forse, ma all’epoca era proibito per legge amarci. E adesso è troppo tardi perché lui è sposato. Ognuno dei media che conosciamo ha i propri meriti. In tv per esempio raggiungi milioni di persone nello stesso momento. Nel caso del cinema lo fai nel corso degli anni. Ma devo confessare che sono affascinato sopra ogni cosa dal teatro dal vivo, perché è vita. Tu sei qui, io sono qui adesso. Non è per domani o per ieri, è per noi adesso. Il teatro dal vivo è la vita (life theatre is life). Qualcuno mi chiede ‘perché fai le sitcom in tv?’. Perché non cogliere l’occasione di intrattenere le persone? Ho anche partecipato alla soap opera più lunga della storia della tv inglese, Coronation Street. Faccio anche improvvisazione con Ricky Gervais, e non lo trovo affatto al di sotto di me. Anzi penso che se posso fare questo sono un vero attore. Non ho ancora fatto musical, ma da grande vorrei farlo.”

Il legame con i personaggi – L’allievo

“Chiunque abbia la mia età conosce bene il nazismo e i nazisti. Quando ero ragazzino, dormivo sotto una tavola di metallo, in attesa dei bombardamenti tedeschi. La guerra era parte quotidiana delle nostre vite ed ero un ragazzino durante la guerra. Ma se fossi stato un uomo? Cosa avrei fatto in circostanza estreme? Se il governo del mio Paese sarebbe marcito, io sarei marcito con lui? Fare l’attore vuol dire essere in grado di fare qualunque cosa, decidere di diventare un nazista o no, di amare, di non amare più. Tutti siamo capaci di fare qualunque cosa, di odiarci, di uccidere. E fare l’attore ci permette di fare le cose per finta.”

Gli X-Men come Shakespeare

“Non ho mai letto i fumetti degli X-Men, ma Bryan Singer mi disse che si trattava di mutanti con qualità speciali che venivano temuti e ignorati dalle persone normali. Mi disse anche che nelle statistiche demografiche di vendita della Marvel, i fumetti e in particolare quelli degli X-Men erano i più venduti soprattutto per i lettori che rappresentavano delle minoranze, come neri, gay ed ebrei. In pratica X-Men parla di diritti civili e nella storia ci sono due posizioni, quella conciliante del professor X e quella violenta di Magneto. X-Men potrà anche avere una radice a fumetti, ma ha la stessa importanza dei temi trattati da Shakespeare.”

La Compagnia – Signore degli Anelli e Lo Hobbit

“Abbiamo fatto tanti film insieme. Eravamo come una compagnia di giro e abbiamo girato tutta la Nuova Zelanda (intanto si spoglia, togliendosi la giacca e la camicia, arrivando a mostrare la spalla nuda e il tatuaggio che ha fatto insieme agli altri membri del cast del film di Peter Jackson, un numero 9, in caratteri elfici, come i 9 compagni della Compagnia dell’Anello). È un posto bellissimo, le donne hanno posizioni di potere, è stato il primo Paese a dare il voto alle donne, trai primi a concedere la possibilità di sposarsi ai gay. E sono molto orgoglioso del fatto che per un anno la faccia di Gandalf è stata scelta per comparire su un francobollo. Abbiamo girato tutto il Paese anche se molte scene erano comunque in studio.”

Gandalf il GrigioEssere gay a Hollywood – Demoni e Dei

Quando fu nominato agli Oscar per l’interpretazione di James Whale (regista di Frankenstein) disse che non avrebbe vinto perché era inglese e gay. “Ricordate chi vinse quell’anno? Roberto Benigni. Non è sicuramente inglese né gay. Quel film però fu un punto di svolta perché interpretavo il protagonista in un film di Hollywood che ha ricevuto enormi consensi da parte della critica. All’epoca vivevo a Hollywood. James Whale, negli anni ’30, era il regista più pagato di Hollywood, viveva apertamente la sua omosessualità e a nessuno importava. Quindi quando qualcuno mi dice che la sua omosessualità va nascosta perché potrebbe avere difficoltà al lavoro, nella vita, io rispondo sempre, guardate la storia di Whale in Demoni e Dei e capirete come vi sbagliate.”

Geostorm: recensione del film con Gerard Butler

Geostorm: recensione del film con Gerard Butler

In uscita nei cinema italiani il 1 novembre, Geostorm è l’ultima fatica di Gerard Butler, attore ormai affezionato ai ruoli action (chi non lo ricorda in 300?). Prodotta dalla Warner Bros, la pellicola si rifa al genere post-apocalittico e catastrofico, e mette in scena un grande cast di attori. Accanto al Sig. Butler troviamo nomi del calibro di Ed Harris, Andy Garcia e Jim Sturgess.

Ambientata in un futuro molto vicino e purtroppo facilmente immaginabile, la storia gira intorno alla creazione e al conseguente mal funzionamento di un enorme satellite spaziale – detto “Dutchboy” – che è servito all’umanità per tenere sotto controllo i fenomeni meteorologici che, tempo prima, avevano causato la devastazione di mezzo pianeta e di gran parte del genere umano. Creatore del Dutchboy è lo scienziato Jake Lawson (Butler), che viene però messo da parte dalle grandi Potenze mondiali. Ma quando il satellite andrà in tilt e minaccerà la Terra con un catastrofico “geostorm” (una sorta di tempesta apocalittica), Lawson verrà chiamato per salvare le sorti del pianeta. Geostorm è un tipico disaster-movie. Il regista Dean Devlin, già produttore di Independence Day (1 e 2) e Stargate, sembra non volersi distaccare dal suo genere preferito, fallendo quindi in partenza.

Geostorm, il film

Costato alla Warner circa 120 milioni di dollari, il film ne ha incassati a malapena $ 5 milioni (se si escludono i sorprendenti incassi fatti in Cina, coi quali ha messo al tappeto persino Blade Runner 2049), rappresentando di fatto uno dei più grossi flop dell’intera annata cinematografica 2017. Colpa forse della sceneggiatura – del regista e di Paul Guyot – troppo semplicistica e risicata, e di dialoghi al limite del ridicolo (tanto che pare che Butler, sul set, si dimenticasse continuamente le battute).

A un occhio esterno, e non particolarmente affine alla cultura statunitense, il problema di Geostorm è di facile individuazione. Ovvero il suo essere “americano-centrico” , limitatamente però ai soli USA. Dove per Usa qui si intende quella fetta di popolazione formata da americani conservatori, repubblicani e con tendenze megalomani. Il problema macroscopico di film come Geostorm è che con grande nonchalance si dá per scontata la supremazia degli Stati Uniti rispetto al resto del mondo. Proprio come accadeva in Independence Day, le sorti del pianeta Terra e della sua popolazione sono in mano ad un gruppo di “eletti” americani, guidati solo dal proprio amor patrio e dai propri (dubbi) valori.

E pure quando ci troviamo di fronte ad un problema estremamente reale come quello dell’inquinamento umano e delle conseguenti alterazioni climatiche, come in Geostorm, si preferisce mettere l’accento sulle dinamiche familiari dell’uomo comune (sempre e comunque sacrificabili in onore della propria Patria) e sui mirabolanti effetti speciali.

Nel panorama di una Hollywood che si sta sempre più emancipando da quelle che erano le propaggini conservatrici e filo-Repubblicane di un tempo, Geostorm rappresenta quindi un’involuzione alquanto tediosa, ma priva della sicumera di una volta. Se nei vecchi disaster-movie non si mettevano minimamente in discussione le figure del capo dello stato americano e del suo entourage, in Geostorm le certezze vacillano, complice forse l’attuale presidenza Trump.

#RomaFF12: Ian McKellen superstar del red carpet

#RomaFF12: Ian McKellen superstar del red carpet

Tra gli ospiti più attesi in assoluto della Festa del Cinema di Roma 2017, Sir Ian McKellen ha sfilato sul tappeto rosso dell’Auditorium subito dopo aver partecipato all’incontro ravvicinato con il pubblico e poco prima della presentazione di McKellen: Playing the part, documentario sulla sua vita e carriera diretto da Joe Stephenson.

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#RomaFF12: Addio Fottuti Musi Verdi, il red carpet del film di The Jackal

Ecco il red carpet di The Jackal, il gruppo comico napoletano che ha presentato alla Festa del Cinema di Roma, insieme con Alice nella Città, il loro primo film, Addio Fottuti Musi Verdi.

Ecco gli scatti:

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Lucca Comics & Games 2017: il programma di giovedì 2 novembre

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Entra nel vivo domani, giovedì 2 novembre, Lucca Comics & Games 2017, la 51ma edizione – Tra i protagonisti della giornata Igort, Glenn Fabry, Peter Kuper, Marjorie Liu e Sana Takeda, Raina Telgemeier – Netflix porta a Lucca gli interpreti di Star Trek: Discovery.

I più grandi nomi del fumetto internazionale saranno protagonisti degli showcase della giornata di Giovedì 2 novembre a Lucca Comics & Games. In sala Tobino (S18) segnaliamo alle 13 Igort, l’autore celebrato con la mostra “Oblomov” a Palazzo Ducale; alle 15, in collaborazione con Edizioni Inkiostro, il fumettista inglese Glenn Fabry; alle 16, Peter Kuper, autore di “Rovine” (ed. Tunué) e di illustrazioni e fumetti apparsi su “Time”, “MAD”, “The New York Times”; e alle ore 18, in collaborazione con Mondadori, le illustratrici giapponesi  Marjorie Liu e Sana Takeda
Alle 11, a Palazzo Ducale Raina Telgemeier  sarà la  ‘guida’ d’eccezione alla Mostra “Raina Telgemeier: dallo straordinario punto di vista degli adolescenti” che LC&G le dedica in collaborazione con la casa editrice Il Castoro che pubblica in Italia i suoi lavori. Nata a San Francisco nel 1977, Raina è autrice delle graphic novel autobiografiche “Smile” – per oltre 4 anni consecutivi nella classifica dei best seller del New York Times e vincitore dell’Eisner Award 2011 come Miglior pubblicazione per adolescenti – “Sorelle” – che le ha meritato l’Eisner Award come Miglior Autrice – e “Drama”. 
All’Auditorium Fondazione Banca del Monte (S16), alle 10, si terrà l’incontro Lords for the Ring 2018 – The Simarillion con Ivan Cavini, Alberto Dal Lago, Edvige Faini, Angelo Montanini, Dany Orizio e Lucio Parrillo, sei grandi artisti del panorama fantasy italiano  che hanno accettato la sfida della Società Italiana Studi Tolkieniani di realizzare, a chiusura di un grande ciclo cinematografico, un nuovo immaginario visivo del mondo creato da J.R.R. Tolkien.
E ancora, Netflix, il più grande servizio di intrattenimento via Internet del mondo con oltre 109 milioni di abbonati in oltre 190 paesi, proporrà nel programma dell’ Area Movie di  Lucca Comics & Games un appuntamento imperdibile dedicato a uno dei titoli Netflix più amati: Star Trek: Discovery lo show sulle avventure della Flotta Stellare che continua la storia dell’iconico franchise.
A parlare della serie (ore 14.30, Teatro del Giglio) saranno Sonequa Martin-Green (che veste i panni del Primo Ufficiale Michael Burnham), Jason Isaacs (che interpreta il capitan Gabriel Lorca), Shazad Latif (ovvero il Tenente Tyler) e il produttore esecutivo Aaron Harberts). Star Trek: Discovery è in esclusiva su Netflix dal 25 settembre con un episodio a settimana: i primi otto episodi saranno rilasciati con cadenza settimanale fino a lunedì 6 novembre, per poi riprendere a gennaio 2018.
Al Lucca Comics & Games dopo trent’anni tornano gli Oliver Onions con un nuovo DVD, “Guido & Maurizio De Angelis – Oliver Onions Reunion Live – Budapest”, registrato in occasione del concerto tenutosi in Ungheria in omaggio a Bud Spencer. Domani a partire dalle 15 – Main Stage – gli Oliver Onions firmeranno il DVD in sole cento copie nell’evento chiamato “RadioAnimati on stage”.

 

One of These Days: recensione del film di Nadim Tabet #RomaFF12

One of These Days: recensione del film di Nadim Tabet #RomaFF12

La bella e giovanissima attrice Manal Issa, protagonista del film Nocturama presentato durante la scorsa edizione della Festa del Cinema di Roma, torna al festival stavolta grazie a One of These Days. Si tratta del terzo lungometraggio del regista libanese Nadim Tabet, un dramma tutto adolescenziale che ha come protagonisti dei giovani scapestrati senza regole né valori, anime vaganti in questo mondo pazzo pieno di eccessi e tentazioni.

In One of These Days in una Beirut scossa dalla guerra e dai continui attacchi terroristici, un gruppo di ragazzi, incuranti del pericolo, continua a godere dei piaceri della giovinezza. Yasmina, rinchiusa in un centro di riabilitazione per la sua dipendenza dall’eroina, scappa e si rifugia tra le braccia della sua amica del cuore – interpretata da Manal Issa – e del suo ex ragazzo. A contatto di nuovo con le tentazioni del mondo libero, Yasmina ricadrà presto nelle vecchie abitudini di sempre e finirà col trascinare nella sua follia anche le persone a lei care.

One of These Days si svolge nella capitale libanese di Beirut, città fortemente occidentalizzata che, pur trovandosi vicina a Siria e Israele e quindi alla zona di guerra, sembra costituire un microcosmo urbano a sé stante.

One of These Days

Il conflitto tra le milizie siriane e lo Stato Islamico viene avvertito come una minaccia lontana ma intanto nella città continuano le manifestazioni e le rivolte contro il governo. I ragazzi, nati e cresciuti in questo clima di costante incertezza, non sono però disposti a rinunciare alla spensieratezza dell’adolescenza e fanno di tutto per vivere appieno ogni istante.

Più adatto forse alla sezione dei film per ragazzi di Alice nella Città che alla Selezione Ufficiale del festival, il film di Tabet esplora il mondo degli adolescenti purtroppo in maniera assai superficiale, descrivendone i vizi e le virtù crogiolandosi nei soliti clichè narrativi. Quelli di One of These Days sono ragazzi tormentati che amano le droghe e l’alcol, che accettano passaggi da sconosciuti e fanno sesso non protetto un po’ dove capita. Il loro comportamento sconsiderato è il sintomo evidente di un vuoto che non riescono a colmare e dell’indeterminatezza che pervade la loro quotidianità.

One of These Days

Il regista decide di racchiudere tutto questo in una sola giornata; gli eventi di One of These Days infatti coprono l’arco temporale di ventiquattro ore, il tempo sufficiente ai ragazzi per perdersi e poi di nuovo ritrovarsi. Nonostante però le buone intenzioni di Nadim Tabet, il film risulta poco incisivo soprattutto a causa di una sceneggiatura piuttosto piatta, senza colpi di scena né accelerate improvvise. Inoltre, pur trattando alcune tematiche importanti come la dipendenza dalle droghe e l’effetto della guerra sui giovani mediorientali, tutto viene affrontato con grande approssimazione.

Thor: Ragnarok, Taika Waititi rivela quale villain è stato tagliato dal film

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Come molti di voi sapranno Thor: Ragnarok è ricco di personaggi che possono essere classificati come villain, tra cui Hela, Skurge, Surtur e The Grandmaster. Tuttavia, il regista Taika Waititi ha rivelato oggi che la pellicola avrebbe potuto averne ancora un altro. Si tratta del Dio Oscuro Perrikus che ad un certo punto avrebbe dovuto apparire nel film.

Per coloro che non conoscono il personaggio, Perrikus è stato creato da Dan Jurgens e John Romita Jr. nel loro acclamato Thor pubblicato negli anni ’90. Dopo che sua moglie è stata uccisa in battaglia, egli incolpa il Dio del Tuono e Asgard per la sua scomparsa. E’ uno dei pochi personaggi che riesce effettivamente a battere l’eroe, almeno temporaneamente.

Di seguito l’intervista nel quale il regista rivela la curiosità:

Nadie Nos Mira: recensione del film #Romaff12

A volte la vita ci mette davanti a delle scelte: c’è la strada facile e già scritta, quasi priva di emozioni. E poi c’è la strada impervia, quella piena di imprevisti e senza sicurezze, ma che in cuore senti subito che è quella giusta. O meglio, senti che va provata, non importa quanto la realtà poco dopo ti possa venire a bussare alla porta per chiedere il conto. Anche Nico, protagonista del film di Julia Solomonoff, Nadie Nos Mira, crede nella sua scelta e così finisce a New York.

Star di una soap-opera della televisione argentina, dopo aver messo il suo personaggio in coma e in seguito ad una rottura, Nico (Guillermo Pfening) decide di trasferirsi in America per realizzare il sogno di debuttare nel cinema americano. A causa di un continuo ritardo nella produzione del film che gli era stato promesso da un regista emergente, Nico si ritrova a vivere a New York con il visto scaduto, nessun ruolo perché troppo biondo per essere latino e una vita da clandestino obbligato a fare il cameriere per sopravvivere.

L’unica ancora di salvezza, oltre alla coinquilina (Kerri Sohn) con cui divide un minuscolo appartamento, è la migliore amica Lena (Elena Rogers), insegnate di yoga che ha trovato l’amore in un ricco newyorkese. Da poco mamma, Lena affida a Nico suo figlio Theo ed è proprio con il bambino che l’attore stabilirà un vero legame, unica cosa certa della sua vita e compagno delle sue giornate in una New York che si evolve con il passare delle stagioni. Ma ciò che lo aveva portato alla scelta di prendere e partire tornerà inaspettatamente nella sua vita e lo manderà in confusione.

Nadie Nos Mira

Julia Solomonoff riesce bene nell’impresa di farci entrare in sintonia con il suo personaggio principale, facendoci capire come può essere frustrante la vita  in una città come New York dove davvero, “nessuno ti guarda” e nella quale, anche un attore famoso in patria come Nico, diventa invisibile. Ma la storia di Nico non è solo la sua: quante volte sappiamo di avere le carte in regola per un lavoro, siamo molto vicini alla meta e alla fine, non lo otteniamo? Con grande realismo nel mostrare l’immenso spettro di emozioni che prova Nico, la giovane regista argentina ci regala un film triste, dolce ma allo stesso tempo leggero, dove si ride anche.

Recensione di Nadie Nos Mira – Nobody’s Watching

Guillermo Pfnening, come il suo Nico, ricorda più un attore di origine nordiche che argentine ed è forse per questo che riesce a calarsi bene nella parte del pesce fuor d’acqua, un uomo confuso e perso in una grande città come New York. Costretto a mentire a tutte le persone che gli sono intorno per non mostrare le sue debolezze e vulnerabilità, ma soprattutto fallimenti, la figura di Nico è molto educativa se si guarda il quadro completo, nonostante il suo percorso sia costellato di errori e troppo orgoglio per ammettere di aver sbagliato.

Raccontata dalla Solomonoff con ritmo, ma non troppa fretta, la storia si evolve colpendoci con emozioni piuttosto che spiegazioni. Non è facile vedere sullo schermo i continui errori commessi da quest’uomo, ma è parte della bellezza di questo film, che ci forza a vedere anche la parte brutta dei sogni, ovvero quel momento in cui, non importa quanto fortemente tu ci abbia creduto, non si realizzano.

Mademoiselle Paradis: recensione del film di Barbara Albert

Mademoiselle Paradis: recensione del film di Barbara Albert

All’interno della Selezione Ufficiale alla Festa del Cinema di Roma è stato presentato Mademoiselle Paradis della cineasta austriaca Barbara Albert.

Diciottesimo secolo: Maria Theresia Paradis (Maria Dragus), chiamata Resi da tutti, è cieca dall’età di tre anni, sgraziata, socialmente goffa ma con un enorme talento come pianista. Dopo averla portata da diversi medici di Vienna che non l’hanno potuta aiutare, i genitori (Katja Kolm e Lukas Miko), grazie ad una pensione di invalidità offerta dall’Imperatrice, la portano da Franz Anton Mesmer (Devid Striesow), un medico che pare faccia “miracoli” e che spera di acquistare fama “aggiustandola”. Lasciata in custodia nella sua casa insieme ad altri invalidi, Resi inizia a riacquistare la vista grazie ai suoi trattamenti, accorgendosi però che nel guadagnare qualcosa stava perdendo una cosa a lei molto importante…

Una corte viennese fatta di abiti ricchi e colorati, parrucche altissime di riccioli fitti, fiocchi, bicchieri di vino che tintinnano, risate ed una bravissima pianista: il film di Barbara Albert si apre così, catapultandoci velocemente in quelle atmosfere scaldate dalle luci dalle candele e raffreddate dalla durezza dei rapporti interpersonali, fatti di sorrisi finti, commenti cattivi e sguardi d’intesa. In questo senza dubbio la regista, scrittrice e produttrice austriaca non sbaglia, dipingendoci un quadro fatto di dettagli e grande studio dell’epoca, una scelta meticolosa degli interpreti, delle ambientazioni e dei costumi.

Mademoiselle Paradis

Il fulcro del film ruota intorno alla domanda eterna del “Cosa sei disposto a sacrificare?”. Nel caso di Reti, vale la pena acquistare la vista se poi ne viene meno l’unica particolarità che la contraddistingue (e la potrebbe rendere appetibile come sposa)? Su questo la Albert si sofferma in particolare, facendoci capire la volontà della giovane ragazza, ma soprattutto le pressioni del mondo esterno, in questo caso, dei genitori. Ma con sguardo femminista analizza anche come, a quel tempo, il volere delle donne in generale veniva messo sempre in secondo piano rispetto a quello degli uomini, non solo nella storia di Reti ma anche grazie alla figura della sua serva.

Nel ruolo di Reti troviamo la bravissima attrice di origine rumena Maria Dragus, già vista in White Ribbon di Michael Haneke e Graduation di Cristian Mungiu entrambi presentati al Festival di Cannes nel 2009 e 2016  e prossimamente la vedremo accanto a Saoirse Ronan e Margot Robbie in Mary Queen of Scots. Quello della Dragus è un dono, tant’è che fino alla fine ti lascia con il quesito se lei sia o meno una non vedente: attraverso i suoi occhi, prima velati, poi inquieti, poi che si rivoltano verso le palpebre, poi incerti, trasmette allo spettatore tutto il mondo racchiuso dentro a quella povera ragazza che è molto stanca di soffrire, di sentirsi diversa e soprattutto di sentirsi dire quello che può o non può fare. La voce che trema, le urla, i pianti esasperati: questa in Mademoiselle Paradis è senza dubbio una delle performance più importanti della carriera di Maria Dragus e per cui meriterebbe riconoscimenti.

Parte fondamentale del film infine è la musica, quella che accompagna i momenti di vita composta dal giovane musicista Lorenzo Dangel, che ben si sposa con i quadri della Albert della campagna austriaca e quella suonata da Reti con violenza ed istinto al suo pianoforte con i tasti in avorio.

Tratto dal libro Mesmerized di Alissa Walser, Mademoiselle Paradis fa parte di quel tipo di film che vorrebbe far luce su storie particolari di persone del nostro passato: il problema è che il tutto scorre troppo lentamente sullo schermo ma soprattutto si tratta di una storia che, forse, non aveva abbastanza potenziale sin dall’inizio per essere una cosa effettivamente interessante a tal punto da affascinare e coinvolgere lo spettatore.

 

 

Spider-Man Homecoming: il divertente trailer onesto

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Spider-Man Homecoming: il divertente trailer onesto

Guarda il divertente trailer onesto di Spider-Man Homecoming, il film campione d’incassi Marvel Studios e Sony Pictures.

Spider-Man Homecoming recensione del film con Tom Holland

 

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Spider-Man Homecoming – differenze tra i personaggi del film e del fumetto

Diretto da Jon Wattsnel cast del film protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya sarà invece Michelle.

Spider-Man HomecomingAl cast si aggiungono Michael KeatonMichael Barbieri, Donald Glover, Logan Marshall-Green, Martin Starr, Abraham Attah, Selenis Leyva, Hannibal Buress, Isabella Amara, Jorge Lendeborg Jr., J.J. Totah, Michael Mando, Bokeem Woodbine, Tyne Daly Kenneth Choi.

La trama ufficiale di Spider-Man Homecoming

Il giovane Peter Parker/Spider-Man (Tom Holland) che ha fatto il suo sensazionale debutto in Spider-Man Homecoming cerca il suo posto nel mondo come il supereroe SpiderMan. Entusiasta per la sua esperienza con i vendicatore Peter torna a casa, dove vive con la sia Zia May (Marisa Tomei), sotto l’occhio vigile del suom mentore Tony Stark (Robert Downey, Jr.). Mentre Peter cerca di riprendere la sua normale routine quotidiana una nuova minaccia sorge e un nuovo cattivo, Vulture (Michael Keaton) mette in pericolo la città di New York e metterà a dura prova Spider-Man.

Spider-Man Homecoming è prodotto da Kevin Feige e il team creativo dei Marvel Studios, supervisionato e co-prodotto da Amy Pascal della Sony Pictures che ne detiene i diritti e che ne supervisione lo sviluppo da oltre dieci anni.

Il film si basa su una sceneggiatura scritta da Jonathan Goldstein, John Francis Daley, Jon Watts, Christopher Ford e Chris McKenna, Erik Sommers. Spider-Man è un personaggio creato da Stan Lee e Steve Ditko.