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Il Signore degli Anelli Il ritorno del Re

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Il Signore degli Anelli Il ritorno del Re

Serata all’insegna del Fantasy su Italia 1 e stasera è finito con Il Signore degli Anelli Il ritorno del Re, il ciclo di puntate dedicato alla trilogia di Peter Jackson. Per i più curiosi vi segnaliamo tutte le curiosità e i particolari sul film.

Il film è uscito nelle sale negli Stati Uniti il 17 dicembre 2003, mentre in Italia la pellicola è stata distribuita nelle sale il 22 gennaio 2004 con anteprima nazionale il 21 gennaio.

Insieme a Ben-Hur e Titanic, Il ritorno del re è il film premiato con il maggior numero di premi Oscar, undici, e complessivamente la saga è la più vittoriosa della storia: diciassette statuette. Il film è anche il settimo maggiore incasso della storia del cinema. È anche l’unico film di genere fantasy ad aver vinto l’Oscar come miglior Film.

Gran parte delle riprese de Il ritorno del Re sono state girate nel 2001 e terminate agli inizi del 2002. La post-produzione del film è durata più di due anni ed è terminata solo nel mese di novembre 2003, un mese prima del debutto nelle sale com’era successo per il secondo film.

Il signore degli anelli il ritorno del reL’ultimo giorno di riprese del terzo film, a casa di Peter Jackson fu filmata un’espressione facciale di Andy Serkis (l’attore che interpreta Gollum). Il video fu inviato alla Weta, dove i tecnici decisero di incorporare l’espressione nel personaggio, precisamente nella scena in cui Gollum capisce che Frodo è intenzionato a distruggere l’anello. Peter Jackson è presente, in ogni episodio della trilogia, come cameo. Nel terzo episodio ricopre la parte di un pirata, ucciso dalla freccia di Legolas; tale scena è, tuttavia, presente solo nell’edizione estesa del film.

Come per il Fosso di Helm nel secondo film, la città di Minas Tirith nel terzo film è una fedele ricostruzione alta circa 90 centimetri. Anche qui per le vicende che si svolgono dentro di essa, le scene sono state girate su dei set esterni e in seguito i personaggi e i combattimenti (questi ultimi girati in set attrezzati con la tecnologia green screen) sono stati inseriti nell’omonima ricostruzione con la tecnica digitale.

Il terzo e conclusivo film della saga di Tolkien è record d’incassi tanto da finire sul Guinness dei Primati. Il film, infatti, ha ottenuto un incasso globale di 1.119.110.941 $, entrando così nella storia dei film che hanno incassato di più e classificandosi al primo posto nella classifica dei film più visti nel 2003. Negli Stati Uniti il film ha incassato circa 377.027.325 $ mentre in Italia il film ha incassato 22.827.684 €.

In occasione dell’uscita del terzo e conclusivo film della saga il 22 gennaio 2004 in molte sale italiane è stata fatta la cosiddetta “maratona” dei tre film, con proiezioni dalle 14.00 per arrivare a mezzanotte circa, ora d’inizio dell’ultimo capitolo della trilogia.

Differenze con il libro:

  • Nel libro Aragorn viene informato circa i Sentieri dei Morti da Elladan e Elrohir, figli di Elrond assieme ad una trentina di Raminghi (la Grigia Compagnia), che lo seguono nel viaggio, non da Elrond, come nel film. Nel film, inoltre, sia i figli di Elrond che i Raminghi sono assenti.
  • Nel film è l’Armata dei Morti di Erech a cambiare le sorti della Battaglia dei Campi del Pelennor, nel libro, invece, dalle navi dei corsari di Umbar prese da Aragorn scendono, oltre alla Grigia Compagnia, numerosi rinforzi dei popoli del Sud amici di Gondor reclutati durante il viaggio sul fiume i quali permettono la vittoria. L’Armata dei Morti nel libro viene lasciata libera di riposare in pace da Aragorn prima di giungere sul campo di battaglia, dopo che ha aiutato l’uomo a far scappare i corsari e rubare così le loro navi.
  • Nel libro Aragorn possiede già Anduríl (ossia Narsil, la riforgiata spada di Elendil) quando parte da Gran Burrone: non gli viene, quindi, portata appositamente da Elrond come nel film.
  • L’idea di Gollum di sbriciolare il pane elfico e poi gettarlo per far ricadere la colpa su Sam è solo nel film. Nel libro questo non accade e infatti Frodo e Sam entrano insieme nella galleria.
  • La vicenda del ragno gigante Shelob avrebbe potuto essere inserita nel finale de Le due torri, come riportato nel libro, ma in accordo alla cronologia delle appendici de Il ritorno del re, è stata comunque coerentemente inserita nel terzo film.
  • Nel libro l’esercito di Sauron è composto soprattutto da uomini del Sud, nel film da orchi.
  • La pazzia di Denethor, elemento importante sia nel libro che nel film, non viene dettagliatamente analizzata in quest’ultimo. Nel libro si scopre che egli ha segretamente usato un Palantír e che attraverso di esso Sauron lo ha indotto allo sconforto e alla follia, mentre nel film lo si può solo intuire dalla sua affermazione “[…] credi che gli occhi della torre bianca siano ciechi? io ho visto più di quanto tu sappia […]”.
  • Nel film non è presente il personaggio di Beregond, un Dúnedain della Guardia della Cittadella di Minas Tirith che stringe amicizia con Pipino e partecipa al suo fianco nella Battaglia del Morannon. Nella pellicola non è stato inserito nemmeno il figlio di Beregond, Bergil.
  • Nel libro l’intera Battaglia dei Campi del Pelennor si svolge nella più completa oscurità (la luce del sole tornerà solo al termine della battaglia), causata dall’espansione dei fumi vulcanici di Mordor inviati da Sauron per coprire le sue schiere. I cavalieri di Rohan giungono sul campo di battaglia celati dal buio e caricano di sorpresa gli eserciti nemici. Nel film, al contrario, benché il cielo sia coperto di nubi, gran parte della battaglia si svolge di giorno, con la luce del sole ben visibile; la carica della cavalleria di Rohan risulta, perciò, differente nel suo dispiegarsi, mancando l’effetto sorpresa presente nel libro. Nella trasposizione cinematografica resta pertanto inspiegabile la frase “[…] Avanti! E non temete l’oscurità […]” pronunciata da Théoden all’arrivo sui Campi del Pelennor e mutuata dall’opera di Tolkien. Infine, nel film è presente un errore per quanto riguarda l’arrivo dei cavalieri di Rohan sul campo di battaglia: dalle immagini sembra che il sole sorga alle loro spalle, come se essi giungessero da Est (cosa impossibile, visto che ad oriente è collocata Mordor). Al contrario, i Rohirrim arrivavano da Nord, sicché il sole sarebbe dovuto sorgere alla loro sinistra.
  • Nel libro Gandalf ha un confronto con il Re Stregone di Angmar dinanzi ai cancelli di Minas Tirith, appena infranti dall’ariete Grond. Non ha luogo alcuno scontro, poiché il Re Stregone, udendo le trombe dei Rohirrim, torna sul campo di battaglia, tuttavia Gandalf appare più forte del suo nemico (dopo il ritorno nella Terra di Mezzo come Gandalf il Bianco, egli stesso afferma di essere divenuto l’essere più potente in essa, uguale in spirito perfino a Sauron, sebbene la sua condizione “terrena” lo renda inferiore a quest’ultimo). Nel film, al contrario, si ha uno scontro più diretto sugli spalti di una delle cinte murarie interne della città, nel quale il Re Stregone appare di gran lunga più forte dello Stregone Bianco, tanto da spezzargli il bastone e scaraventarlo giù da cavallo utilizzando gli incantesimi del suo drago per immobilizzare lui e Pipino, il che è impossibile, dato che appunto Gandalf è un Maia dello stesso rango di Sauron.[non chiaro] Anche qui, però, il Signore dei Nazgûl è richiamato indietro dallo squillo delle trombe dei Rohirrim. Per di più, nel libro, nel momento dello scontro con Gandalf, il Re Stregone monta un cavallo nero, mentre nel film si trova su una delle bestie alate.
  • Nel libro Merry, dopo aver affrontato il Re Stregone di Angmar, viene curato da Aragorn nella Casa di Guarigione. Nel film, invece, Merry non va nella Casa di Guarigione e combatte nella Battaglia del Morannon, cosa che nel libro non accade poiché lo hobbit si trova ancora in uno stato di convalescenza.
  • Nel libro Aragorn non uccide la Bocca di Sauron ma lo spaventa, per poi lasciarlo scappare e tornare dietro il Nero Cancello di Mordor. Nel libro Aragorn non fa nessun discorso di incoraggiamento agli eserciti, e, inoltre, non è presente alcuna scena dove quest’ultimo sta per essere sopraffatto da un troll prima della distruzione dell’Unico Anello.
  • Altra differenza importante è l’uso che Sam fa dell’Anello. Nel libro dopo aver creduto Frodo morto e aver preso Pungolo e l’Unico scopre grazie agli orchi che in realtà il suo padrone non è morto. A questo punto decide di indossare l’Anello per seguirli nella torre. Questo lo rende, seppur per poco tempo, un Portatore a tutti gli effetti, dandogli, quindi, la possibilità di concludere la sua esistenza nelle terre imperiture, scelta che compirà dopo aver rinunciato al suo ottavo mandato come Sindaco della Contea e dopo la morte della moglie Rosie. Nel film Sam prende semplicemente la spada e l’Anello ma non ne fa mai uso.
  • Nel libro l’Anello viene distrutto in modo differente: Gollum preso dalla felicità inciampa e cade nella lava. Nel film cade nel baratro durante una colluttazione con Frodo.
  • La differenza più significativa è il taglio di tutta la parte relativa agli hobbit al ritorno nella Contea ed alla Battaglia di Lungacque. Nel libro infatti quando essi tornano trovano una Contea molto diversa, nuovi individui hanno preso il potere privando gli abitanti della libertà. La vicenda, piuttosto articolata, si conclude con la scoperta che il capo di questi “invasori”, un certo Sharkey, altri non è che Saruman. I quattro hobbit dopo aver fomentato la folla e smascherato Saruman decidono di non uccidere Saruman e di lasciarlo andare via con Grima Vermilinguo. E qui la scena della morte di Saruman è simile a quella vista nel film: Saruman non vuole la pietà di nessuno, si arrabbia con Grima che considera suo schiavo, Grima in preda all’odio lo uccide alle spalle e gli hobbit uccidono Grima colpendolo con delle frecce, per fermarlo (nel film invece è Legolas ad uccidere Grima con una freccia).

Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit nella Middle-Earth Limited Collector’s Edition

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Amazon.com ha esposto oggi la Middle-Earth Limited Collector’s Edition, un cofanetto sontuoso che racchiude la trilogia de Il Signore degli Anelli e de Lo Hobbit in una sola specialissima edizione limitata.

Il cofanetto che definiremo da esposizione più che da collezione contiene 30 Blu-Ray Disk con le edizioni estese di Un Viaggio Inaspettato, La Desolazione di Smaug, La Battaglia delle Cinque Armate, La Compagnia dell’Anello, Le Due Torri e Il Ritorno del Re.

Oltre alle edizioni estese già viste negli anni passati, il cofanetto include anche documentari estesi ed inediti. Ogni film è “confezionato” in un prezioso cofanetto di pelle e tutti insieme sono posizionati su una mensola di legno.

In aggiunta ai film, la confezione comprende anche il Libro Rosso di Bilbo, con immagini e concept dai film, oltre alle riproposizioni delle illustrazioni di Alan Lee e John Howe.

Il prezzo è di 800 dollari e sarà in vendita dal 4 ottobre. Se siete dei fan DOC non potete perdervelo!Il Signore degli AnelliIl Signore degli Anelli: gli attori che hanno detto NO

Il Signore Degli Anelli e Lo Hobbit nell’imperdibile cofanetto

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Il Signore Degli Anelli e Lo Hobbit nell’imperdibile cofanetto

Arrivano per i fan di tutto il mondo le incredibili edizioni delle Trilogie de Il Signore Degli Anelli e Lo Hobbit, raccolte per la prima volta in unici ed imperdibili cofanetti, dal 17 Novembre in DVD e Blu-Ray distribuiti da Warner Bros. Entertainment Italia.

Sarà l’opportunità per tutti gli appassionati dell’opera di J.R.R. Tolkien di rivivere nuovamente le epiche avventure di Frodo e Bilbo Baggins e di ampliare la loro collezione con un pezzo di grandissimo valore, ideale da mettere sotto l’albero di Natale.

Il Signore Degli Anelli/Lo Hobbit Trilogie – 30 Dischi Extended Edition: con una veste grafica completamente nuova, un’edizione da 30 dischi che comprendono: Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato, Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug, Lo Hobbit: La Battaglia delle Cinque Armate, Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello, Il Signore degli Anelli: Le Due Torri e Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re. Oltre alle due trilogie complete, questa versione include tantissimi Bonus per ore ed ore di approfondimenti ed un Booklet di 28 pagine.

Il Signore degli Anelli compie 15 anni: i momenti più epici

Il Signore degli Anelli compie 15 anni: i momenti più epici

15 anni fa arrivava nelle nostre sale Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello. Di seguito i momenti più epici della trilogia.

Il Signore degli Anelli compie 15 anni (in Italia)

I 15 momenti più epici della trilogia de Il Signore degli Anelli

il signore degli anelliPer onorare i 15 anni trascorsi dall’inizio dell’avventura di Peter Jackson, ecco i 15 momenti più epici della trilogia de Il Signore degli Anelli.

Il portatore del portatore

Più che epico, è un momento davvero emozionante, in cui il “piccolo” Sam si fa davvero carico della sorte della Terra di Mezzo. Quello che però rende più autentico il gesto del giardiniere è che le sue motivazioni profonde non sono legate alla salvezza delle razze ma all’amore e alla devozione verso Frodo stesso.

Aragorn “zittisce” Sauron

La scena è disponibile soltanto nella versione estesa (240 minuti) de Il Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re e vede Aragorn, ormai investito del suo ruolo di condottiero dell’esercito dell’Ovest, confrontarsi con il portavoce di Sauron. Chiacchiere, veleno e cattiveria, i tentativi di spezzare la volontà degli eroi viene messo a tacere da Aragorn con un bel taglio netto della sua mitica Anduril.

Sam l’ammazza-ragni

Ancora una volta, per difendere il suo padrone, Sam è disposto a fare qualsiasi cosa, persino ad affrontare Shelob, una delle creature più oscure e antiche della Terra di Mezzo. Incredibile ma vero, il coraggio del piccolo hobbit avrà la meglio sulla disgustosa e perfida creatura. Da standing ovation.

L’incantesimo di Arwen

La bravura di Liv Tyler e i magnifici effetti della WETA rendono la scena della Fuga al Guardo ne La Compagnia dell’Anello uno dei momenti più epici dell’intera trilogia. Ricordiamo che la scena, nei romanzi, vede protagonista Glorfindel, un elfo di Gran Burrone, ma Jackson ha saggiamente scelto di affidare la parte di salvatrice ad Arwen.

Il risveglio di Theoden

Nonostante sia uno stregone molto potente, Gandalf compie davvero poche magie in senso stretto nell’intera trilogia. Uno dei momenti più potenti in cui l’Istari si avvale del suo potere è quello dell’incontro con Theoden, sovrano di Rohan. La dote di “riaccendere il fuoco negli animi” che deriva a Gandalf dall’Anello di Fuoco, Narya, si unisce al rinnovato potere acquisito con la rinascita a Gandalf il Bianco e scaccia l’incantesimo di Saruman dal vecchio re.

La marcia degli Ent

Principale momento in cui Tolkien sguinzaglia nel romanzo la sua campagna ambientalista contro l’avanzare dell’industria e dell’inquinamento, la sequenza cinematografica della marcia degli Ent è l’epica conclusione delle scene, che hanno visto protagonisti Merry e Pipino spettatori inermi dell’Entaconsulta. Con il fondamentale supporto della musica di Howard Shore, la scena rimane negli annali di cinema.

Aragorn contro gli spettri

Si tratta della prima volta che vediamo Grampasso in battaglia. L’eroe riluttante sfodera la sua spada per difendere gli hobbit a Colle Vento, dopo che Frodo è stato ferito dallo stregone di Angmar. Il futuro re di Gondor, con il fuoco, la sua forza e il suo coraggio, riuscirà a mettere in fuga momentaneamente i Nazgul.

Scontro tra stregoni

Quando lo spettatore assiste alla rivelazione del vero, cattivo volto di Saruman, siamo di fronte a un rovesciamento di ruoli che nell’immediato non cogliamo, ma che con la rinascita di Gandalf il Bianco coglieremo appieno. Di nuovo la musica sostiene questa lotta senza esclusione di colpi, tra due potentissimi essere antichi quanto la Terra di Mezzo stessa.

Lurtz si fa male

Non esiste combattente più valoroso di Aragorn, e il testa a testa contro Lurtz, leader degli Huruk-hai, lo testimonia. Nonostante la bestialità del suo avversario, il nostro eroe riesce ad avere la meglio.

“Tu non puoi passare!”

Probabilmente il momento più famoso, più dramamtico e più replicato dell’intera trilogia cinematografica. Gandalf, di fronte all'”oscura figura fiammeggiante” sacrifica se stesso per dare alla Compagnia la possibilità di continuare l’importante missione. Non c’è sacrificio più grande che quello di dare la propria vita per gli altri, e per fortuna Gandalf aveva ancora qualche asso nella manica.

L’esercito dei morti

“I morti risponderanno al Re”. La sequenza, anche questa disponibile nella versione estesa de Il Ritorno del Re, non solo è forte a livello narrativo, con la tensione costruita sullo sguardo di Viggo Mortensen, ma è potente anche dal punto di vista narrativo. Gli spettri pensano di essere di fronte a un uomo qualsiasi, ma di fronte alla presa di coscienza (la spada di Aragorn che ferma quella del leader degli spettri) che quello che hanno davanti è l’Erede di Isildur in persona, devono sottomettersi al loro giuramento e scendere in battaglia.

La cavalcata dei Rohirrim

“Il re è solo” – “Non più”. Si tratta del momento di gloria di Eomer, la vittoria degli Uomini contro i mostri. Il Fosso di Helm, sequenza lunghissima e complessa, distribuita in tutta la seconda metà de Le Due Torri, esemplifica meglio della battaglia del Pelennor del terzo film la resistenza umana contro l’attacco mostruoso di Saruman. L’aiuto che giunge da Est, con Gandalf, Eomer e l’alba è non solo singificativo e poetico, ma anche cinematograficamente perfetto.

Legolas e l’Olifante

Le acrobazie di Legolas si articolano e si complicano man mano che la trilogia prende piede, e il suo acrobatico combattimento contro l’Olifante sui campi del Pelennor è senza dubbio uno di quei momenti da applausi.

“Non sono un uomo!”

Colui che nessun uomo vivente può uccidere viene messo KO da una donna e da un hobbit. Eowyn, la fredda principessa che sogna una vita da guerriera pone la sua firma sulla sanguinosa battaglia che ha messo fine alla vita del re Theoden, suo zio e per lei come un padre. La rivincita delle donne, ma soprattutto la rivincita di coloro che la Storia considera piccoli e poco adatti ad affrontare gli eventi terribili che attendono il mondo.

Il riscatto di Boromir

La morte di Boromir è la tragica e struggente conclusione de La Compagnia dell’Anello. L’uomo di Gondor, fiero e desideroso di salvare la sua città, si è fatto accecare dall’avidità e sedurre dal potere dell’anello. Il suo riscatto, il sacrificio estremo per salvare Merry e Pipino, è quanto di più eroico ci possano raccontare Tolkien e Jackson. Fare ammenda dei propri peccati e pagarne lo stesso il prezzo più alto. Onore a Boromir, figlio di Gondor!

Il Signore degli Anelli – Le Due Torri: libro, trama e cast del film

Considerato un punto di riferimento imprescindibile nel cinema fantasy e nella storia degli effetti speciali cinematografici, Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello è stato il primo film dedicato alla celeberrima opera di J. R. R. Tolkien, pubblicata per la prima volta nel 1954. Nel 2002 è invece arrivato al cinema il primo dei due sequel, Il Signore degli Anelli – Le Due Torri. Diretto da Peter Jackson, questo ha così fatto proseguire l’avventura dell’hobbit Bilbo Baggins e dei suoi alleati nella battaglia contro il malvagio Sauron. Torno così sul grande schermo la Terra di Mezzo, un luogo incredibilmente vasto, ricco di magia ma anche luoghi oscuri, dove si svolge l’epico scontro tra Bene e Male.

La storia qui narrata è l’adattamento della seconda parte dell’omonima opera letteraria, e all’interno della quale si possono ritrovare molti dei personaggi già conosciuti nel primo film insieme a diversi nuovi entrati in scena. La produzione del film ebbe inizio in concomitanza con gli ultimi ritocchi al primo capitolo. Anche in questo caso le riprese si sono svolte nelle meravigliose terre della Nuova Zelanda, il film si avvalse di ricostruzioni scenografiche senza precedenti, costumi curati al dettaglio e delle più innovative tecnologie per gli effetti speciali. Questi ultimi sono stati realizzati sia digitalmente che a livello più materiale già in fase di ripresa.

Giudicato come degno sequel del primo capitolo, Il Signore degli Anelli – Le Due Torri si affermò da subito come un grandissimo successo. Il titolo arrivò infatti a guadagnare ben 926 milioni di dollari a fronte di un budget di soli 94. Con tale risultato divenne il film dal maggiore incasso del 2002. Sono numerose le curiosità da scoprire riguardo a tale immensa opera, e proseguendo qui nella lettura sarà possibile approfondire le principali tra queste, ritrovando retroscena relativi al cast e le differenze tra il film e il libro. Infine, si elencheranno anche le piattaforme contenenti tale titolo nel proprio catalogo per una comoda visione casalinga.

Il Signore degli Anelli – Le Due Torri: la trama del film

La storia di questo secondo film riprende lì dove si concludevano le avventure del precedente capitolo. Frodo Baggins e Sam, sfuggiti all’attacco degli Uruk-hai, si dirigono verso Mordor. Sul loro cammino, però, si imbattono in Gollum, creatura deforme che dimostra da subito di bramare ardentemente l’anello portato dall’hobbit. Questi si propone di accompagnarli sino al Monte Fato, dove l’Anello dovrà essere distrutto, ma alle loro spalle sembra tramare qualcosa di terribile. Nel frattempo, Aragorn, Legolas e Gimli continuano a loro volta il loro viaggio, imbattendosi incredibilmente in Gandalf, che credevano morto e ora risorto sotto nuove vesti.

Lo stregone li avverte dei pericoli imminenti, e il gruppo dovrà così sbrigarsi a trovare nuovi alleati. Informato del loro piano di rifugiarsi nel Fosso di Helm, il traditore Saruman decide di inviare i suoi temibili mannari per ucciderli tutti. Avrà così inizio una nuova battaglia per la sopravvivenza e la salvezza della Terra di Mezzo. Mentre su un fronte di combatte questa, Frodo e Sam cercheranno di fare quanti più progressi possibili, consapevoli del poco tempo a disposizione. Arrivare quanto prima al Monte Fato diventa sempre più l’unica possibilità di evitare il ritorno del malvagio Sauron, pronto a prendere il controllo di ogni cosa.

Il Signore degli Anelli – Le Due Torri: il cast del film

Per dar vita ai principali personaggi del film, Jackson ha condotto numerose ricerche, assicurandosi la partecipazione degli interpreti più adatti a tale avventura. A vestire i panni di Frodo Baggins vi è l’attore Elijah Wood. Questi era un grande fan del romanzo, e decide di candidarsi al ruolo inviando un video provino in cui leggeva alcune righe del romanzo. Jackson lo ritenne perfetto, ed egli divenne il primo attore assunto. Gandalf il Grigio è invece interpretato da Ian McKellen. L’attore raccontò in seguito di aver particolarmente amato il personaggio, per il quale si ispirò al modo di parlare di Tolkien. Per tale ruolo era originariamente stato considerato l’attore Sean Connery, il quale però rifiutò dichiarando di non aver capito la storia. Nel film è poi presente l’attore Sean Astin nei panni dell’hobbit Samvise Gamgee, inseparabile amico di Frodo.

L’attore Orlando Bloom è l’elfo Legolas. Bloom, in realtà, si era proposto per il ruolo di Faramir, ma Jackson lo ritenne più adatto per il biondo arciere, tra i personaggi principali della trilogia. Viggo Mortensen è invece il volto di Aragorn. Questi non fu la prima scelta del regista, ma dopo aver dimostrato le proprie capacità fisiche ed essersi distinto nei provini, ottenne la parte. A convincerlo a presentarsi per il personaggio fu suo figlio, grande amante dell’opera di Tolkien.

Ad interpretare il nano Gimli è invece l’attore John Rhys-Davies, il quale fu costretto a portare sul volto un pesante trucco prostetico. Bernard Hill fa il suo ingresso nella trilogia nei panni di re Théoden. Sono poi presenti gli attori Billy Boyd e Dominic Monaghan con i personaggi degli hobbit Peregrino Tuc e Meriadoc Brandibuck. Ulteriori nuovi entrati nel cast sono Karl Urban come Éomer, David Wenham come Faramir, e Miranda Otto nel ruolo di Éowyn.

Il celebre Christopher Lee è invece il volto di Saruman il Bianco. L’attore era da sempre un noto fan dell’opera di Tolkien, tanto da averlo persino incontrato una volta. Lee si era inizialmente proposto per la parte di Gandalf, ma poiché venne giudicato troppo anziano ottenne invece quella di Saruman, da lui altrettanto apprezzata. Hugo Weaving è invece Elrond, signore di Gran Burrone e tra i più potenti Elfi della Terra di Mezzo. La premio Oscar Cate Blanchett è Galandriel, Dama di Lorien, mentre Liv Tyler interpreta Arwen, Elfa figlia di Elrond. L’attore Ian Holm è invece presente nei panni di Bilbo Baggins. L’attore aveva già preso parte ad un progetto legato all’opera di Tolkien, avendo doppiato Frodo in una versione animata del 1981. Infine, Andy Serkis è presente tramite motion capture nei panni del maligno Gollum.

Il Signore degli Anelli - Le Due Torri cast

Il Signore degli Anelli – Le Due Torri: le differenze tra il libro e il film

Come rilevato già per La Compagnia dell’Anello, anche l’adattamento de Il Signore degli Anelli: Le Due Torri presenta diverse differenze rispetto al libro di partenza, e in questo caso le differenze sono ancora più profonde. Queste si ritrovano già dall’inizio del film, il quale non corrisponde a quello del libro. Il secondo volume dell’opera di Tolkien, infatti, si apre con il funerale di Boromir, evento anticipato invece al primo film. Anche il finale differisce. Nel libro, infatti, si racconta di come Frodo e Sam vengano separati, il primo prigioniero del mostro Shelob, e il secondo solo e disperato ai margini di Mordor.

Il finale del film è invece meno sospeso, con Aragorn, Legolas e gli altri usciti vittoriosi dalla battaglia al Fosso di Helm, e i due Hobbit che proseguono uniti il loro viaggio. Le vicende dei Merry e Pipino, invece, sono grossomodo simili a quelle del romanzo, anche se in questo il loro ricongiungimento con gli amici ha luogo soltanto nel terzo volume.Una notevole differenza si ritrova anche nella preparazione all’epica battaglia nel Fosso di Helm. Nel romanzo il re Théoden prevedeva infatti uno scontro in campo aperto, ma dopo essere stato informato della grandezza dell’esercito di Saruman decide di ripiegare sul Fosso.

Nel film, invece, quest’ultimo è da subito la scelta prediletta per lo scontro, luogo dove sarà per loro più facile contrastare l’attacco nemico. Tale battaglia è inoltre caratterizzata dalla presenza degli Elfi e di Gandalf, i quali invece non vi prendono parte secondo quanto riportato nel romanzo. Differente rispetto a come viene descritto nel romanzo è poi anche il personaggio di Faramir. Nelle pagine di Tolkien questi è uno degli uomini più nobili della Terra di Mezzo, il quale accoglierà e proteggerà con tutte le sue forze Frodo e Sam. Nel film il personaggio è invece molto più controverso, e avrà con i due hobbit un rapporto molto più complesso.

Il Signore degli Anelli – Le Due Torri: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È a possibile fruire di Il Signore degli Anelli – Le Due Torri grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno domenica 25 dicembre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello: libro, cast e curiosità sul film

Considerato un punto di riferimento imprescindibile nel cinema fantasy e nella storia degli effetti speciali cinematografici, Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello è il primo film dedicato alla celeberrima opera di J. R. R. Tolkien, pubblicata per la prima volta nel 1954. Diretto nel 2001 da Peter Jackson, il film si è affermato come uno dei maggiori successi del suo anno, andando incontro ad un grande favore di critica e pubblico. Raccontando dell’epica battaglia tra Bene e Male, il film porta per la prima volta sul grande schermo una serie di personaggi e ambienti fino a quel momento potuti soltanto immaginare. Un mondo incredibilmente vasto, ricco di così tanta magia e meraviglia che ancora oggi non manca di incantare spettatori di ogni età.

Per decenni Hollywood aveva tentato di realizzare una trasposizione dell’epica storia di Tolkien, senza però mai riuscirvi davvero. L’autore, infatti, pur non essendo contrario ad un adattamento cinematografico, era estremamente esigente e desiderava che il suo racconto venissi rispettato quanto più possibile. Dopo innumerevoli tentativi andati a vuoto, sarà Jackson ad interessarsi al progetto. Grande fan del romanzo, egli ha così iniziato a sviluppare il progetto negli anni Novanta, ottenendo poi che questo venisse prodotto dalla New Line Cinema. Girato nelle meravigliose terre della Nuova Zelanda, il film si avvalse di ricostruzioni scenografiche senza precedenti, costumi curati al dettagli e delle più innovative tecnologie per gli effetti speciali.

Oggi indicato come uno dei migliori film di tutti i tempi, Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello si affermò da subito come un grandissimo successo. Il titolo arrivò infatti a guadagnare ben 887 milioni di dollari a fronte di un budget di soli 93. È così divenuto il secondo maggior incasso dell’anno dopo Harry Potter e la Pietra Filosofale. Sono numerose le curiosità da scoprire riguardo a tale immensa opera, e proseguendo qui nella lettura sarà possibile approfondire le principali tra queste, ritrovando retroscena relativi al cast e le differenze tra il film e il libro. Infine, si elencheranno anche le piattaforme contenenti tale titolo nel proprio catalogo per una comoda visione casalinga.

Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello: la trama del film

La storia si apre nella Terra di Mezzo, luogo incantato dove regnano pacificamente umani, nani, elfi ed hobbit. Un’oscura minaccia va però concretizzandosi sempre di più, mettendo a rischio gli equilibri vigenti. Il malvagio Sauron sembra infatti essere tornato dopo decenni di silenzio con lo scopo di recuperare l’Unico Anello, con il quale può dominare incontrastato. Tale prezioso oggetto si trova, inaspettatamente, tra le mani dell’hobbit Frodo. Questi è raggiunto e istruito dal potente stregone Gandalf, il quale propone al giovane di intraprendere un’incredibile avventura nel tentativo di salvare la loro realtà.

Per fermare Sauron, infatti, l’Anello deve essere gettato nella bocca del vulcano su Monte Fato, un luogo remoto e costellato di pericoli. Desideroso di dimostrare il proprio valore e coraggio, Frodo decide di partire insieme al fido Sam, e finirà per trovare preziosi alleati nel misterioso Aragorn, nell’elfo arciere Legolas e dal nano Gimli. La Compagnia dovrà però imbattersi in pericoli inimmaginabili e affrontare quello che è solo l’inizio di un lungo viaggio. In tutto ciò, Sauron forgia un imponente esercito, avvalendosi anche di inaspettati alleati un tempo rappresentanti del Bene. Più passa il tempo più egli diventa forte, e ciò si riflette nella Terra di Mezzo, che diventa sempre più un luogo tetro e inospitale.

Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello cast

Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello: il cast del film

Per dar vita ai principali personaggi del film, Jackson ha condotto numerose ricerche, assicurandosi la partecipazione degli interpreti più adatti a tale avventura. A vestire i panni di Frodo Baggins vi è l’attore Elijah Wood. Questi era un grande fan del romanzo, e decide di candidarsi al ruolo inviando un video provino in cui leggeva alcune righe del romanzo. Jackson lo ritenne perfetto, ed egli divenne il primo attore assunto. Gandalf il Grigio è invece interpretato da Ian McKellen. L’attore raccontò in seguito di aver particolarmente amato il personaggio, per il quale si ispirò al modo di parlare di Tolkien. Per tale ruolo era originariamente stato considerato l’attore Sean Connery, il quale però rifiutò dichiarando di non aver capito la storia. Nel film è poi presente l’attore Sean Astin nei panni dell’hobbit Samvise Gamgee, inseparabile amico di Frodo.

Viggo Mortensen è invece il volto di Aragorn. Questi non fu la prima scelta del regista, ma dopo aver dimostrato le proprie capacità fisiche ed essersi distinto nei provini, ottenne la parte. A convincerlo a presentarsi per il personaggio fu suo figlio, grande amante dell’opera di Tolkien. Sean Bean è l’interprete di Boromir, personaggio per il quale si era candidato anche l’attore Bruce Willis. L’attore Orlando Bloom è l’elfo Legolas. Bloom, in realtà, si era proposto per il ruolo di Faramir, ma Jackson lo ritenne più adatto per il biondo arciere, tra i personaggi principali della trilogia. Ad interpretare il nano Gimli è invece l’attore John Rhys-Davies, il quale fu costretto a portare sul volto un pesante trucco prostetico.

Il celebre Christopher Lee è invece il volto di Saruman il Bianco. L’attore era da sempre un noto fan dell’opera di Tolkien, tanto da averlo persino incontrato una volta. Lee si era inizialmente proposto per la parte di Gandalf, ma poiché venne giudicato troppo anziano ottenne invece quella di Saruman, da lui altrettanto apprezzata. Hugo Weaving è invece Elrond, signore di Gran Burrone e tra i più potenti Elfi della Terra di Mezzo. La premio Oscar Cate Blanchett è Galandriel, Dama di Lorien, mentre Liv Tyler interpreta Arwen, Elfa figlia di Elrond. L’attore Ian Holm è invece presente nei panni di Bilbo Baggins. L’attore aveva già preso parte ad un progetto legato all’opera di Tolkien, avendo doppiato Frodo in una versione animata del 1981. Infine, Andy Serkis è presente tramite motion capture nei panni del maligno Gollum.

Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello: le differenze tra il libro e il film

Il Signore degli Anelli si affermò sin dalla sua pubblicazione come un romanzo inadattabile per il grande schermo. Con l’interessamento di Jackson, grande fan dell’opera, la realizzazione di una sua trasposizione è però finalmente stata possibile. Tuttavia nessun adattamento è uguale al romanzo di partenza, soprattutto quando il romanzo è noto per una ricchezza descrittiva che il cinema può facilmente contrarre in poche inquadrature. Per cui per quanto questo primo film sia un adattamento fedele, presenta comunque delle differenze con il libro di Tolkien. La prima tra queste è un’evidente contrazione dei tempi. La storia narrata nel romanzo si svolge infatti nel corso di numerosi anni, mentre nel film tale periodo viene notevolmente ridotto. Ampliato è invece il personaggio dell’elfa Arwen. Nel romanzo questa compare soltanto all’inizio e alla fine, mentre nel film è protagonista di diversi momenti molto importanti.

Una considerevole riscrittura è anche quella svolta per il personaggio di Saruman. Mentre nel film passa il messaggio che Saruman sia diventato uno schiavo di Sauron, nel romanzo è chiaro che egli è invece alla ricerca dell’Anello per scopi molto più egoistici: questi vuole infatti impossessarsi dell’Unico soltanto per usare il suo potere per sé e governare lui stesso la Terra di Mezzo. Maggiore spazio è poi dedicato ai mostruosi Uruk-Hai, creature malvagie particolarmente presenti in questo primo capitolo. Nell’opera di Tolkien, invece, vengono approfondite soltanto in Le Due Torri. Diverso rispetto al romanzo è inoltre il finale. Il film La Compagnia dell’Anello termina infatti il funerale di Boromir e lo scioglimento della Compagnia. Tali eventi, però, compongono in realtà i primi capitoli della seconda parte del romanzo, Le Due Torri.

Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello: il trailer e dove vedere il film in streaming

È a possibile fruire di Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno sabato 24 dicembre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Il Signore degli Anelli – La compagnia dell’Anello: LEGO svela uno splendido set di Gran Burrone

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LEGO ha svelato uno splendido set dedicato a Il Signore degli Anelli – La compagnia dell’Anello che riproduce Gran Burrone. Dopo quasi 9 anni dalla fine della linea originale, LEGO torna nel mondo de Il Signore degli Anelli presentando un modello altamente dettagliato e su larga scala che rappresenta il santuario elfico sede di Re Elrond.

Il set è ispirato alla trilogia di film di Peter Jackson che ha adattato le opere di J. R. R. Tolkien. LEGO originariamente deteneva la licenza per produrre il merchandising de Il Signore degli Anelli dal 2012 al 2014, cosa che ha portato alla creazione di set dei luoghi più caratteristici della Terra di Mezzo che vediamo nei film, dalle Miniere di Moria, al Cancello Nero di Mordor, passando per la Torre di Orthanc.

Come riportato da IGN, LEGO è tornato nel mondo de Il Signore degli Anelli con l’ultimo dei loro set LEGO altamente dettagliati e indirizzati ai collezionisti con una costruzione su larga scala del santuario elfico di Gran Burrone.

Il Signore degli Agnelli: Gli anelli del Potere, il Fuoco Segreto conferma l’identità dello straniero

Tom Bombadil (Rory Kinnear) torna nell’episodio di questa settimana de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, “Dov’è?”, in cui si parla del ruolo dello Straniero (Daniel Weyman) come Istar nella Terra di Mezzo. Ancora confuso sul modo in cui dovrebbe diventare abbastanza potente da opporsi a Sauron (Charlie Vickers), lo Straniero chiede a Tom dei suoi poteri e di come possa “dominare il Fuoco Segreto”. Tom è colto di sorpresa da questa domanda – nessuno “padroneggia” il Fuoco Segreto, dopo tutto! – e le cose sembrano ancora più confuse. Cos’è dunque questo Fuoco Segreto che lo Straniero deve imparare a maneggiare?

Il Fuoco Segreto è il potere della vita e della creazione ne “Il Signore degli Anelli”.

Il Signore degli Agnelli: Gli anelli del Potere valinor trees
Credit © Prime Video

Quando parlano del Fuoco Segreto, sembra che lo Straniero e Tom Bombadil parlino prima di superpoteri e poi di qualcosa di simile alla Forza di Star Wars. Il Fuoco Segreto, però, è molto più complesso ed è legato ai numerosi motivi filosofici e religiosi che J.R.R. Tolkien ha utilizzato come fonte di ispirazione per scrivere la storia del suo Legendarium. In poche parole, il Fuoco Segreto (noto anche come “Fiamma Imperitura”) è il potere creativo di Erú Ilúvatar, l’essere supremo che ha creato il mondo della Terra di Mezzo e l’equivalente di Dio nel Legendarium.

Il Fuoco Segreto è spesso associato all’essenza della vita e della creazione, descritto come il potere che dà vitalità ed esistenza a tutte le cose. Ha un ruolo fondamentale nella creazione degli Ainur (esseri angelici come i Valar) e dell’intero mondo di Arda nel Silmarillion. Ilúvatar rivelò la sua visione della creazione agli Ainur attraverso una sinfonia divina nota come Ainulindalë, o Musica degli Ainur (raffigurata nei titoli di testa della Stagione 1). Sebbene gli Ainur abbiano contribuito a questa musica, fu Ilúvatar a darle vera vita inviando la Fiamma Imperitura nel cuore del mondo appena creato.

Sebbene gli Ainur siano certamente potenti e possano plasmare e governare parti del mondo, non possono creare la vita da soli. Il Fuoco Segreto, detenuto solo da Ilúvatar, è la fonte di tutta la vita ed è solo grazie alla sua volontà che il mondo e i suoi abitanti prendono vita. La Fiamma fa parte di ogni anima (o “fëar”) creata da Ilúvatar, compresi gli Elfi e gli Uomini. Egli ne ha impregnato anche i Nani, dopo che il Valar Aulë li ha creati. Il ruolo degli Ainur era quello di contribuire a plasmare il mondo, ma solo Ilúvatar, attraverso il Fuoco Segreto, poteva dargli vitalità – e questo finì per rendere gelosi alcuni degli Ainur.

Morgoth cercò di rubare il Fuoco Segreto per se stesso

Aulë può aver creato i Nani, ma se ne pentì subito, confessando a Ilúvatar che non aveva intenzione di ribellarsi attraverso di essi. Ciononostante, c’erano altri Ainur che invidiavano il potere della vita e della creazione che solo Ilúvatar deteneva, compreso il più potente degli Ainur, Melkor – poi noto come Morgoth. Egli ha sempre desiderato il potere della creazione per sé e si è inimicato Ilúvatar fin dall’inizio dell’Ainulindalë. Inizialmente Melkor intendeva cantare la propria canzone, ma ad ogni correzione da parte di Ilúvatar, iniziò a voler confondere anche gli altri Ainur.

Nel suo orgoglio e nella sua brama di potere, Melkor cerca il Fuoco Segreto, sperando di dominarlo e piegarlo alla sua volontà. Vaga per il Vuoto alla sua ricerca, ma non riesce a trovarlo; dopo tutto, la Fiamma Imperitura è detenuta solo da Ilúvatar. Questo fallimento frustra ulteriormente Melkor. Incapace di creare la vita, si dedica a corrompere e rovinare le creazioni di Ilúvatar e degli altri Ainur. Invece di diventare un vero creatore, Melkor diventa un distruttore, stravolgendo le cose che già esistono, come gli Elfi che corrompe in Orchi, ad esempio.

Il Fuoco Segreto è fondamentale per comprendere non solo la natura malvagia di Morgoth, ma anche l’idea di creazione di Tolkien e la storia che racconta con l’Ainulindalë. Per Tolkien, la creazione è un atto d’amore e di armonia, cosa che Morgoth, nel suo orgoglio, non è mai in grado di realizzare. Quindi, il desiderio di Morgoth per il Fuoco Segreto rappresenta la sua incapacità di creare veramente, il che lo distingue dalle forze benevole del Legendarium di Tolkien.

Il Fuoco Segreto fornisce ulteriori prove che lo Straniero è Gandalf

Quando lo Straniero chiede di “padroneggiare” il Fuoco Segreto, Tom Bombadil gli dice che, sebbene possa mostrare scorci di futuro chiari come il passato, non ha bisogno di un padrone. Il Fuoco Segreto è il potere della vita stessa e fa parte di tutti gli esseri viventi. Melkor voleva dominarlo e ha fallito. Quindi, non si domina il Fuoco Segreto, ma lo si può servire, e questa scena potrebbe essere un altro indizio su chi sia veramente lo Straniero.

Ci sono molte teorie sulla sua identità, ma, mentre la seconda stagione de Gli Anelli del Potere si avvia verso la fine, sembra che il fatto che sia Gandalf (Ian McKellen) sia la più popolare e probabile. La menzione del Fuoco Segreto è un altro cenno, questa volta a una delle scene più iconiche del Mago Grigio. Ne Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello, Gandalf affronta il Balrog al Ponte di Khazad-dûm a Moria. Prima di rompere il ponte, dice: “Io sono un servitore del Fuoco Segreto, che possiede la fiamma di Anor. Il fuoco oscuro non ti servirà, fiamma di Udûn!”. “Anor” è la parola sindarin per ‘Sole’, mentre ‘Udûn’ significa ‘pozzo oscuro’ (è anche il nome della prima fortezza di Morgoth e di una regione di Mordor, entrambi non correlati). Quindi, in pratica, ciò che dice è qualcosa di simile a: “Io sono un servo di Dio, che esercita il potere della luce. Il fuoco oscuro non ti sarà utile, servo dell’inferno!”.

Oltre a menzionare il Fuoco Segreto, le scene de Gli Anelli del Potere e de La Compagnia dell’Anello sono collegate dall’idea di servire il Fuoco Segreto, non di dominarlo. Tom Bombadil dice che il Fuoco Segreto non ha bisogno di un padrone e Gandalf è uno dei suoi più grandi servitori. Ciò significa che se lo Straniero si rivela davvero Gandalf, in questo momento sta imparando a conoscere il suo ruolo e i suoi poteri, e capirà il significato del Fuoco Segreto e lo servirà correttamente. La seconda stagione de Gli anelli del potere è in streaming su Prime Video. I nuovi episodi vengono trasmessi ogni giovedì.

Il Signor Diavolo, recensione del film di Pupi Avati

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Il Signor Diavolo, recensione del film di Pupi Avati

Arriva in sala il 22 agosto Il Signor Diavolo, il nuovo film di Pupi Avati con cui il regista non solo torna alla regia per il cinema a cinque anni da Un ragazzo d’oro ma torna anche ai toni dell’horror che hanno caratterizzato molta della sua produzione più interessante.

Autunno 1952. Nel nord est è in corso l’istruttoria di un processo sull’omicidio di un adolescente, considerato dalla fantasia popolare indemoniato. Furio Momentè, ispettore del Ministero, parte per Venezia leggendo i verbali degli interrogatori. Carlo, l’omicida, è un quattordicenne che ha per amico Paolino. La loro vita è serena fino all’arrivo di Emilio, un essere deforme figlio unico di una possidente terriera che avrebbe sbranato a morsi la sorellina. Paolino, per farsi bello, lo umilia pubblicamente suscitando la sua ira: Emilio, furioso, mette in mostra una dentatura da fiera. Durante la cerimonia delle Prime Comunioni, Paolino nel momento di ricevere l’ostia, viene spintonato da Emilio. La particola cade al suolo costringendo Paolino a pestarla. Di qui l’inizio di una serie di eventi sconvolgenti.

Con Il Signor Diavolo, Pupi Avati mette in scena uno scontro tanto tradizionale quanto ancora oggi vivo e valido, quello tra fede e superstizione, ambientando il film in un anno ben preciso ma regalando al racconto una patina di astrattismo che slega la storia dal tempo, facendola diventare estranea alle indicazioni cronologiche e geografiche, nonostante le implicazioni politiche che sono parte integrante della trama e dell’innesco dell’indagine.

Il registro di Avati si mantiene sull’ambiguità di tutto ciò che viene mostrato, sembra anzi che lo spettatore sia portato ad identificarsi con il personaggio di Furio Momentè, che cerca di mantenere lucida la sua indagine, il suo occhio imparziale e lontano da qualsiasi ombra di superstizione. Tuttavia, i toni sono così inquietanti e l’atmosfera così nebbiosa, proprio come il paesaggio padano, che i dubbi si insinuano nel personaggio come nello spettatore.

Avati si conferma un profondo indagatore dell’animo umano, e un preciso critico del mondo ecclesiastico e delle brutture che ha causato nel tempo, rendendo comunque attuale il confronto tra ciò che è reale e ciò che lo diventa per convinzione collettiva.

Il Signor Diavolo è un prezioso esempio di questa dote di analisi del regista, che nel finale aperto turba più che mai lo spettatore, impedendogli di rimanere distaccato rispetto alla sua storia e ai suoi personaggi.

Il significato dietro il titolo “Quando la vita ti regala mandarini”

Se sei un fan dei K-drama e non hai ancora visto When Life Gives You Tangerines, allora questo è il tuo segno. La serie Quando la vita ti dà mandarini, guidata da IU  e Park Bo Gum, è il drama “It” di questa stagione. Non solo è attualmente al primo posto su Netflix, ma è anche ovunque sui nostri social media, con gli spettatori che continuano a condividere le loro emozioni e reazioni a ogni episodio. 

Il vero significato del titolo “Quando la vita ti dà i mandarini”

Un dramma di vita quotidiana che segue la tenace Ae-sun e il devoto Gwan-sik mentre attraversano insieme la vita nell’arco di oltre 60 anni. Mentre Ae-sun desidera fuggire dalla sua povera vita sull’isola e diventare una poetessa, Gwan-sik non desidera altro che starle accanto e aiutarla a realizzare i suoi sogni. Quello che ne otteniamo è una storia d’amore generazionale che si estende fino a mostrare anche la vita dei loro futuri figli.

Essendo ambientata a Jeju, il titolo della serie trae spunto dall’espressione dialettale di Jeju “Pokssak Sogatsuda”, che si traduce letteralmente in “Hai lavorato sodo”. Invece di usare la frase tradotta per il titolo inglese, Netflix ha scelto di catturare l’essenza della serie con un’espressione più familiare, che potesse facilmente trovare riscontro nel suo pubblico globale.

Conosciamo tutti il ​​vecchio adagio “Quando la vita ti dà limoni, fai una limonata”. Da qui, il titolo del drama è diventato “When Life Gives You Tangerines” per trasmettere il messaggio di rimanere positivi e resilienti di fronte alle avversità. Un articolo del Korea Times spiega che “tangerines” è stato utilizzato al posto dell’originale “lemons” in omaggio al luogo delle riprese della serie, Jeju, e alla sua abbondanza di piantagioni di mandarini.

In una conferenza stampa, IU ha ulteriormente approfondito il significato del titolo inglese, affermando: “Anche se la vita ci presenta dei mandarini aspri, trasformiamoli in dolce marmellata e assaporiamo una calda tazza di tè al mandarino”.

Altre traduzioni straniere di When Life Gives You Tangerines hanno seguito la stessa strada per evocare il cuore dello spettacolo. In tailandese, si intitola Let’s Smile Even on Days When Tangerines Aren’t Sweet (Sorridiamo anche nei giorni in cui i mandarini non sono dolci) , mentre a Taiwan, si può trovare in un’espressione idiomatica cinese che, tradotta e con un tocco di Jeju, risulta in Bitterness Ends, Tangerines Come (L’amarezza finisce, i mandarini arrivano).

Il settimo figlio: tre spot e una clip del film con Julianne Moore

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Ecco tre spot e una clip dal film Il Settimo Figlio, con protagonisti Julianne Moore, Ben Barner e Jeff Bridges.

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Il settimo figlioIl fantasy d’avventura Il Settimo Figlio uscirà al cinema in Italia il prossimo 19 febbraio 2015, in 3D, 2D e IMAX. Nel cast di Seventh Son ci sono: Jeff Bridges, Julianne Moore, Ben Barnes, Djimon Hounsou, Alicia Vikander, Antje Traue, Olivia Williams e Kit Harington. Il regista è Sergei Bodrov.

Sta per scatenarsi una guerra tra le forze del sovrannaturale e gli uomini. Secoli prima, il Maestro Gregory aveva imprigionato la feroce strega Madre Malkin che, riuscita a fuggire, adesso è in cerca di vendetta. L’unica speranza per gli uomini è il giovane apprendista Tom Ward, settimo figlio di un settimo figlio, il solo in grado di sconfiggere la potente maga e la sua magia nera.

Il settimo figlio: recensione del film con Julianne Moore

Il settimo figlio: recensione del film con Julianne Moore

La strega più potente del regno, Madre Malkin, è libera e cerca vendetta: Maestro Gregory, il mago che era riuscito nell’impresa di imprigionarla, secoli addietro, ha pochissimo tempo a disposizione per trovare e addestrare colui che è predestinato a fermarla, ovvero Tom Ward, il settimo figlio di un settimo figlio. Adattamento cinematografico de L’apprendista del mago, primo volume della saga Wardstone Chronicles di Joseph Delaney, Il Settimo Figlio è il tentativo di riproporre l’ennesima saga fantasy sul grande schermo, seguendo la scia di Hunger Games e The Twilight Saga. La pellicola però si perde così in un terribile circolo vizioso di scontentezza e banalità.

Il settimo figlio, il film

Nonostante la sceneggiatura vanti il nome di Steven Knight (Locke e La promessa dell’assassino) tra i suoi autori, la vicenda si svolge in maniera terribilmente prevedibile, contornandosi di cliché e sequenze ridonanti, che non riesce a riscattarsi nemmeno tramite gli effetti speciali: l’eccessivo uso della CGI rende mostri, draghi e quant’altro, elementi che appesantiscono la pellicola anziché trasportarci nel magico mondo del fantasy, di una povertà tale da rasentare il comico. La regia di Sergey Bodrov invece, pur vantando una nomination agli Oscar con Mongol, sembra privilegiare più l’azione che lo svolgimento delle vicende impoverendo ancora di più un possibile sviluppo della narrazione. Perfino il breve idillio amoroso fra l’apprendista stregone (un Ben Barnes che pare non aver fatto molta strada dai tempi della sua interpretazione in Dorian Grey di Oliver Parker) e la strega Mam (Olivia Williams) perde di spessore risucchiato dal vortice della banalità, nel tentavo di riprodurre in chiave fantasy un amore impossibile alla Romeo and Juliet.

Julianne Moore, che impersona la temibile Madre Malkin, riesce a non perdere la sua eleganza offrendo tuttavia un’interpretazione della classica strega malvagia che fatica a distinguersi, rimanendo terribilmente sottotono. Un discorso simile per Jeff Bridges (l’amabile Drugo dei Coen) che volendo ricalcare lo stereotipo del mago-padrino, si perde in un’interpretazione quasi parodistica. Ad aggravare le interpretazioni piuttosto piatte dei vari personaggi, in una narrazione che verte sullo sviluppo del viaggio dell’eroe con le classiche prove da superare – sempre per ricalcare l’ondata di originalità che permea per tutta la pellicola – il nostro protagonista sembra lasciare la scena alle figure femminili, le uniche a conferire un po’ di verve, rimanendo totalmente sullo sfondo. Un miscuglio di idee, stereotipi e altro che pare distaccarsi completamente dell’universo medieval-fantasy creato dalla penna di Delaney e soprattutto che, pur avendo a disposizione nomi di un certo spessore, non riesce a discostarsi dall’offrire uno spettacolo di mero intrattenimento visivo.

Il Settimo Figlio: Nuovo Trailer italiano del fantasy

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Arriva anche la versione italiana del nuovo trailer dell’atteso film, Il Settimo Figlio, fantasy che vede nel cast protagonisti con Jeff Bridges, Kit Harington, Ben Barnes e Julianne Moore.

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seventh son poster anteprimeIl fantasy d’avventura uscirà negli USA al cinema il prossimo 17 gennaio, in 3D, 2D e IMAX. Nel cast di Seventh Son ci sono: Jeff Bridges, Julianne Moore, Ben Barnes, Djimon Hounsou, Alicia Vikander, Antje Traue, Olivia Williams e Kit Harington. Il regista è Sergei Bodrov.

Sta per scatenarsi una guerra tra le forze del sovrannaturale e gli uomini. Secoli prima, il Maestro Gregory aveva imprigionato la feroce strega Madre Malkin che, riuscita a fuggire, adesso è in cerca di vendetta. L’unica speranza per gli uomini è il giovane apprendista Tom Ward, settimo figlio di un settimo figlio, il solo in grado di sconfiggere la potente maga e la sua magia nera.

Il settimo figlio: nuove clip e featurette del film con Julianne Moore

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Ecco alcune clip e featurette de Il Settimo Figlio, fantasy che vede nel cast protagonisti con Jeff Bridges, Kit Harington, Ben Barnes e Julianne Moore.

Il film uscirà in Italia il prossimo 19 febbraio 2015 distribuito da Universal.

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seventh son poster anteprimeIl fantasy d’avventura uscirà negli USA al cinema il prossimo 17 gennaio, in 3D, 2D e IMAX. Nel cast di Seventh Son ci sono: Jeff Bridges, Julianne Moore, Ben Barnes, Djimon Hounsou, Alicia Vikander, Antje Traue, Olivia Williams e Kit Harington. Il regista è Sergei Bodrov.

Sta per scatenarsi una guerra tra le forze del sovrannaturale e gli uomini. Secoli prima, il Maestro Gregory aveva imprigionato la feroce strega Madre Malkin che, riuscita a fuggire, adesso è in cerca di vendetta. L’unica speranza per gli uomini è il giovane apprendista Tom Ward, settimo figlio di un settimo figlio, il solo in grado di sconfiggere la potente maga e la sua magia nera.

Il settimo figlio: nuova data di uscita

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Il Settimo Figlio, fantasy diretto da Sergei Bodrov che vede nel cast protagonisti con Jeff Bridges, Kit Harington, Ben Barnes e Julianne Moore, ha cambiato la data d’uscita al cinema.

Arriverà adesso il 19 febbraio 2015.

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seventh son poster anteprimeIl fantasy d’avventura uscirà negli USA al cinema il prossimo 17 gennaio, in 3D, 2D e IMAX. Nel cast di Seventh Son ci sono: Jeff Bridges, Julianne Moore, Ben Barnes, Djimon Hounsou, Alicia Vikander, Antje Traue, Olivia Williams e Kit Harington. Il regista è Sergei Bodrov.

Sta per scatenarsi una guerra tra le forze del sovrannaturale e gli uomini. Secoli prima, il Maestro Gregory aveva imprigionato la feroce strega Madre Malkin che, riuscita a fuggire, adesso è in cerca di vendetta. L’unica speranza per gli uomini è il giovane apprendista Tom Ward, settimo figlio di un settimo figlio, il solo in grado di sconfiggere la potente maga e la sua magia nera.

Il settimo figlio: libro, trama e cast del film con Jeff Bridges

Il settimo figlio: libro, trama e cast del film con Jeff Bridges

Nell’ultimo decennio gli adattamenti per il cinema di storie fantasy sono aumentati considerevolmente, data anche la grande richiesta di prodotti di questo genere. Grazie a questi si può essere trasportati in luoghi magici, al cospetto di creature benevole o esseri particolarmente orripilanti e maligni. Tra i tanti titoli di successo, ve ne sono anche diversi che non hanno purtroppo avuto la possibilità di affermarsi allo stesso modo. Uno di questi è Il settimo figlio (qui la recensione), film del 2014 diretto dal regista russo Sergej Vladimirovič Bodrov. Tra gli sceneggiatori si annovera invece anche Steven Knight, autore di film come Locke e La promessa dell’assassino.

Il libro da cui Il settimo figlio è tratto è quello omonimo di Joseph Delaney, pubblicato nel 2004 e primo di una serie che dark fantasy composta da ben 13 romanzi. Questa si basa sulla leggenda folkloristica del settimo figlio di un settimo figlio, il quale otterrebbe una serie di straordinari poteri magici. Il numero sette vanta infatti una serie di lunghi significati mitici, dalle sette virtù ai sette peccati capitali. Da qui si sviluppa la storia di questo primo racconto, che trova nel suo protagonista il guerriero per eccellenza. Si narrano dunque qui le sue origini e la sua formazione, lasciando aperto il racconto per dei sequel.

Sequel che, a causa dell’insuccesso del film, sembrano non dover mai vedere la luce. A fronte di un budget di 95 milioni di dollari, Il settimo figlio è arrivato ad incassarne solo 115 in tutto il mondo. Un risultato troppo basso, che ha di fatto posto subito fine alla serie. Prima di intraprendere una visione di questo unico film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il settimo figlio: la trama del film

La vicenda si svolge nel 1572, un’epoca buia che vede scatenarsi una guerra tra le forze del sovrannaturale e gli uomini. Secoli prima, il Maestro John Gregory aveva imprigionato in una profonda grotta la feroce strega Madre Malkin, la quale è però ora riuscita a fuggire con il desiderio di soddisfare una propria vendetta. Ad accorgersi di ciò è il giovane apprendista di Gregory, William Bradley, il quale non manca di avvertire il suo maestro dell’accaduto. Lo stregone sa benissimo di ciò che questo evento può significare. La strega, che nei secoli ha acquisito sempre più potere, sembra ora essere inarrestabile e pronta ad uccidere tutti coloro che si porranno sul suo cammino.

L’unica speranza per gli uomini si rivela essere il giovane apprendista Tom Ward, settimo figlio di un settimo figlio, il solo in grado di sconfiggere la potente maga e la sua magia nera. Prima di poter compiere quanto è destinato a fare, il ragazzo dovrà però essere addestrato alle arti magiche, padroneggiandole al meglio. Lo scontro con la strega è sempre più vicino e lui è davvero l’ultima possibilità per tornare a far regnare il bene sul mondo. Il suo percorso, però, sarà ricco di imprevisti, di persone di cui non potersi fidare e di pericoli che il giovane mai avrebbe immaginato di incontrare.

Il settimo figlio cast

Il settimo figlio: il cast del film

Ad interpretare il protagonista Tom Ward vi è l’attore Ben Barnes, divenuto celebre per i film Le cronache di Narnia – Il principe Caspian e Dorian Gray. Il ruolo era in realtà stato offerto a Sam Claflin, che aveva anche accettato. A causa di impegni sopraggiunti in seguito, l’attore ha però dovuto rinunciare alla parte, che è a quel punto andata a Barnes. L’attrice Olivia Williams, recentemente vista nel film premiato agli Oscar The Father, interpreta invece Mam Ward, la madre di Tom. Nei panni di William Bradley, l’apprendista di Gregory, vi è invece Kit Harington. L’attore, noto per il ruolo di Jon Snow in Il Trono di Spade, ha potuto recitare nel film proprio grazie ad una pausa delle riprese della serie.

Nei panni del potente maestro John Gregory vi è l’attore premio Oscar Jeff Bridges. Per lui si è trattato del terzo film fantasy girato nell’arco di due anni. Gli altri due sono The Giver – Il mondo di Jonas e R.I.P.D.- Poliziotti dall’aldilà. Ad interpretare la strega Malkin si ritrova invece la premio Oscar Julianne Moore, la quale torna qui a recitare con Bridges ad anni di distanza da Il grande Lebowski. Nel film sono poi presenti l’attrice Alicia Vikander nei panni di Alice Deae, misteriosa ragazza in cui si imbatterà il protagonista. Antjie Traue è invece la madre di lei, Lizzie. Djimon Hounsou è infine Radu, il fedele servitore di Malkin.

Il settimo figlio: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il settimo figlio è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 9 ottobre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Il Settimo Figlio: intervista al regista Sergej Bodrov e nuova featurette

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Dopo l’intervista a Kit Harrington ecco nuovo materiale dal film fantasy d’avventura Il Settimo Figlio, che uscirà al cinema in Italia il prossimo 19 febbraio 2015, in 3D, 2D. Questa volta ad essere intervistato e il regista Sergej Bodrov, a cui si aggiunge una nuova featurette:

Il fantasy d’avventura Il Settimo Figlio uscirà al cinema in Italia il prossimo 19 febbraio 2015, in 3D, 2D e IMAX. Nel cast di Seventh Son ci sono: Jeff Bridges, Julianne Moore, Ben Barnes, Djimon Hounsou, Alicia Vikander, Antje Traue, Olivia Williams e Kit Harington. Il regista è Sergei Bodrov.

Sta per scatenarsi una guerra tra le forze del sovrannaturale e gli uomini. Secoli prima, il Maestro Gregory aveva imprigionato la feroce strega Madre Malkin che, riuscita a fuggire, adesso è in cerca di vendetta. L’unica speranza per gli uomini è il giovane apprendista Tom Ward, settimo figlio di un settimo figlio, il solo in grado di sconfiggere la potente maga e la sua magia nera.

Il Settimo Figlio: intervista a Jeff Bridges

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Il Settimo Figlio: intervista a Jeff Bridges

La divisione italiana della Universal Pictures ha appena reso disponibile un’intervista – con sottotitoli in italiano – a Jeff Bridges, effettuata in occasione della sua partecipazione al film fantasy Il Settimo Figlio nel ruolo di Master Gregory. Il film, che è diretto da Sergej Vladimirovič Bodrov, è l’adattamento cinematografico del romanzo dark fantasy edito da Mondadori nel 2004 con il titolo L’apprendista del mago.


Nel cast de Il Settimo Figlio figurano, oltre a Jeff “Drugo” Bridges anche Ben Barnes, Julianne Moore, Djimon Hounsou, Antje Traue, Olivia Williams, Alicia Vikander e Kit Harington. La sinossi ufficiale del fantasy è la seguente: Sta per scatenarsi una guerra tra le forze del sovrannaturale e gli uomini. Secoli prima, il Maestro Gregory aveva imprigionato la feroce strega Madre Malkin che, riuscita a fuggire, adesso è in cerca di vendetta. L’unica speranza per gli uomini è il giovane apprendista Tom Ward, settimo figlio di un settimo figlio, il solo in grado di sconfiggere la potente maga e la sua magia nera.

Il Settimo Figlio uscirà nelle sale cinematografiche italiane domani giovedì 19 febbraio 2015, mentre per quanto riguarda le sale statunitensi la pellicola ha già debuttato nei cinema qualche giorno fa, il 6 febbraio 2015.

Il settimo figlio: due clip del film con Julianne Moore

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Guarda due clip del film Il settimo figlio, il fantasy d’avventura con Ben Barnes, Julianne Moore, Djimon Hounsou, Antje Traue, Olivia Williams, Alicia Vikander e Kit Harington.

Nel cast de Il Settimo Figlio figurano, oltre a Jeff “Drugo” Bridges anche Ben Barnes, Julianne Moore, Djimon Hounsou, Antje Traue, Olivia Williams, Alicia Vikander e Kit Harington. La sinossi ufficiale del fantasy è la seguente: Sta per scatenarsi una guerra tra le forze del sovrannaturale e gli uomini. Secoli prima, il Maestro Gregory aveva imprigionato la feroce strega Madre Malkin che, riuscita a fuggire, adesso è in cerca di vendetta. L’unica speranza per gli uomini è il giovane apprendista Tom Ward, settimo figlio di un settimo figlio, il solo in grado di sconfiggere la potente maga e la sua magia nera.

Il Settimo Figlio uscirà nelle sale cinematografiche italiane domani giovedì 19 febbraio 2015, mentre per quanto riguarda le sale statunitensi la pellicola ha già debuttato nei cinema qualche giorno fa, il 6 febbraio 2015.

Il settimo figlio: clip e featurette del fantasy con Julianne Moore

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La Universal Pictures ha diffuso una clip e una featurette dell’atteso Fantasy Il settimo figlio di Sergei Bodrov con Jeff Bridges, Ben Barnes e Julianne Moore in sala dal 19 FEBBRAIO 2015.

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seventh son poster anteprimeIl fantasy d’avventura uscirà negli USA al cinema il prossimo 17 gennaio, in 3D, 2D e IMAX. Nel cast di Seventh Son ci sono: Jeff Bridges, Julianne Moore, Ben Barnes, Djimon Hounsou, Alicia Vikander, Antje Traue, Olivia Williams e Kit Harington. Il regista è Sergei Bodrov.

Sta per scatenarsi una guerra tra le forze del sovrannaturale e gli uomini. Secoli prima, il Maestro Gregory aveva imprigionato la feroce strega Madre Malkin che, riuscita a fuggire, adesso è in cerca di vendetta. L’unica speranza per gli uomini è il giovane apprendista Tom Ward, settimo figlio di un settimo figlio, il solo in grado di sconfiggere la potente maga e la sua magia nera.

Il sesto senso: la spiegazione del finale del film con Bruce Willis

Con Cole Sears (Haley Joel Osment) che sussurra “vedo i morti”, Il Sesto Senso ha alcune scene iconiche e il finale include un colpo di scena che cambia l’intera storia. Cole si reca dallo psicologo Dr. Malcolm Crowe (Bruce Willis) per affrontare la sua ansia e gli confida di osservare i fantasmi. I due personaggi legano rapidamente e Malcolm riesce ad aiutare Cole a vivere una vita più felice e positiva. Il suo obiettivo, nel frattempo, è salvare il suo matrimonio con Anna (Olivia Williams) e superare il senso di colpa per la morte del suo paziente Vincent Grey (Donnie Wahlberg).

Il Sesto senso è considerato il miglior film di M. Night Shyamalan ed è stato candidato a sei Oscar, tra cui quello per il miglior attore non protagonista per l’interpretazione di Osment, per la miglior regia e per il miglior film. Il film si concentra su Malcolm che aiuta Cole a superare le sue difficoltà e, nel terzo atto, la storia si sposta per evidenziare le importanti e commoventi lezioni che apprende dal suo paziente. La rivelazione prima dei titoli di coda è una delle più impressionanti e sorprendenti, e parla dei temi de Il sesto senso sull’accettazione della morte e sul trovare conforto nel fatto che c’è di più di questa esistenza terrena.

Malcolm scopre di essere stato un fantasma per tutta la storia

All’inizio de Il sesto senso, sembra che Anna e Malcolm si siano allontanati, poiché lui ritiene che lei non gli presti più attenzione. Il colpo di scena ne Il sesto senso arriva quando Malcolm vede la sua fede cadere dalla mano di Anna e si accorge che il suo anulare è nudo. Questa scena è malinconica ma necessaria perché la coppia sa che è ora di andare avanti.

Malcolm è sbalordito e ha il cuore spezzato quando scopre che Vincent, puntandogli contro una pistola, è morto. Cole è riuscito a vedere e a parlare con Malcolm e i due si sono ritrovati per un motivo. Invece di andare direttamente in paradiso o di lasciarsi la Terra alle spalle in un altro modo, Malcolm rimane perché deve assistere Cole in questo momento difficile e cruciale.
Entrambi i personaggi stanno affrontando un’esperienza strana e sconcertante e stanno mettendo insieme i pezzi, e Malcolm non è ancora pronto ad accettare il fatto di essere morto e di non poter più stare con sua moglie. Rispetto ad altri colpi di scena dei film di M. Night Shyamalan, questo punto della trama è molto più emotivo e aiuta a sviluppare i personaggi, permettendo loro di diventare più compassionevoli e comprensivi del dolore e delle difficoltà altrui.

Malcolm e Cole accettano entrambi la loro connessione con il mondo degli spiriti

Il sesto senso funziona perché è ben congegnato e scioccante, ma permette anche ai due personaggi principali di accettare il proprio destino e di trovare appagamento e speranza.

Invece di essere sconvolto o arrabbiato, Malcolm capisce che non può cambiare ciò che è successo e che deve passare ad altro. Dice ad Anna: “Penso di poter andare ora. Avevo bisogno di fare un paio di cose. Dovevo aiutare qualcuno, credo di averlo fatto. E dovevo dirti una cosa: non sei mai stata seconda, mai. Ti amo”. In queste parole trova la chiusura necessaria nei film horror sui fantasmi.

Cole trova anche una sorta di gioia nel fatto di poter osservare i fantasmi e di potersi aprire con la madre Lynn (Toni Collette) su ciò che sta accadendo. Prima della rivelazione di Malcolm, Cole spiega che vede la madre di Lynn e parla di Lynn che ballava quando era giovane.

Questo momento emotivo dimostra che il legame tra Cole e Lynn è un altro tassello importante della storia e che il bambino ha lottato da solo. Tutto ciò che desidera è che sua madre lo capisca e lo sostenga, e questa scena è commovente e ben ritmata. La percezione che il personaggio ha delle sue capacità è cambiata: non ha più paura.

Il colpo di scena fa luce sul legame speciale tra Cole e Malcolm

Malcolm è uno dei migliori ruoli cinematografici di Bruce Willis, che offre una performance tenera e vulnerabile nel ruolo del terapeuta che cerca di confortare Cole. Il colpo di scena della morte di Malcolm cambia la percezione del modo in cui questi due personaggi hanno interagito. Ora diventa chiaro che lui è l’unica persona che può aiutare questo bambino, poiché qualsiasi altro terapeuta o medico direbbe che i fantasmi sono falsi e si rifiutano di ascoltare. Malcolm ha una mentalità aperta perché è lui stesso uno spirito, e fidarsi e credere a Cole fa parte del viaggio che deve intraprendere. I personaggi hanno bisogno l’uno dell’altro e si aiutano a vicenda a elaborare le proprie emozioni e a guarire.

Nei decenni successivi all’uscita del film, si continua a discutere se Cole sia consapevole della morte di Malcolm. Secondo alcuni, il colpo di scena di Il Sesto Senso è chiaro quando il bambino dice che i fantasmi non sanno di esserlo e fissa il suo terapeuta. Che Cole sappia o meno la verità, si sente a suo agio con Malcolm perché hanno un legame spirituale che nessuno dei due personaggi ha con nessun altro. È per questo che riescono a comunicare così bene e a essere così onesti l’uno con l’altro. È indicativo il fatto che Malcolm stia aiutando con esperienze paranormali invece che con i suoi soliti casi.

Il vero significato del finale del Sesto senso

Il Sesto Senso racconta una storia logica e alla fine i problemi dei due personaggi principali sembrano risolti. Le scene finali sono particolarmente toccanti perché non c’è un seguito e questa è l’ultima volta che Malcolm e Cole sono insieme e Malcolm vede sua moglie.

Il cameo di M. Night Shyamalan nel ruolo del Dr. Hill è importante e permette al film di esplorare che c’è molto di più là fuori di questa esistenza umana. Il dottor Hill si preoccupa dei segni sul corpo di Cole, ma quando diventa chiaro che sta interagendo con spiriti che hanno bisogno di condividere il dolore che hanno vissuto, il film scava più a fondo nella sua discussione sulla morte. Il messaggio delSesto senso è che la morte è una parte naturale della vita e che resistere a ciò che è destinato ad essere è una lotta inutile.

Suggerisce alle persone di mantenere una mentalità aperta, di essere disposte ad aiutare e di sapere che i loro cari vegliano su di loro e inviano loro segni e segnali. Malcolm dà ad Anna la possibilità di chiudere il cerchio, perché lei sa che andare avanti non significa che non lo amerà sempre, e l’iconico personaggio dello psichiatra aiuta Cole a mantenere la calma quando vede i fantasmi. Malcolm è soddisfatto quando raggiunge il suo obiettivo di essere presente per qualcuno, ma il suo bambino paziente condivide le sue lezioni che cambiano la percezione che Malcolm ha della morte.

Il finale de Il sesto senso ha posto le basi per i futuri film di M. Night Shyamalan

Prima dell’uscita de Il sesto senso, Shyamalan era già uno sceneggiatore e regista professionista, ma i suoi primi film non erano così noti. Aveva un solo credito e un film studentesco a suo nome. Il Sesto senso è stato, di fatto, la sua grande occasione per entrare nell’industria. Inoltre, ha dato il tono alla futura produzione cinematografica di Shyamalan.

Il Sesto Senso: Haley Joel Osment su un possibile film “collegato”

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Il sesto senso – The Sixth Sense non è solo il film che ha dato lanciato l’incredibile carriera di M. Night Shyamalan, facendolo conoscere subito a livello internazionale, ma è anche universalmente riconosciuto come uno dei migliori thriller/horor mai realizzati nella storia del cinema.

Nel 2016 il regista indiano ha stupito tutti con la sequenza finale del film Split in cui appariva David Dunn, il personaggio interpretato da Bruce Willis in Unbreakable – Il predestinato del 2000. Si è così scoperto che i film erano collegati e lo scorso anno è uscito nelle sale Glass, sequel e crossover di entrambe le pellicole.

Sulla base di ciò, molti fan dell’opera di Shyamalan hanno cominciato a chiedersi se non potesse esistere anche un universo basato su Il sesto senso – The Sixth Sense e, di conseguenza, un nuova pellicola collegata alla storia alla storia dello psicologo Malcolm Crowe e del piccolo Cole Sear.

In una recente intervista con ComicBook, è stato proprio Haley Joel Osment (che proprio grazie al ruolo di Cole ricevette una nomination agli Oscar come miglior attore non protagonista) a parlare di questa possibilità, ammettendo che sarebbe assolutamente disposto ad interpretare una versione adulta di Cole Sear in un eventuale film collegato a Il sesto senso. 

“Dubito che realizzerebbe un terzo crossover, ma ogni volta che Night chiama, quello è il suo universo, quindi sarei certamente disponibile a tuffarmi con lui nel progetto”, ha spiegato Osment. “È folle: abbiamo festeggiato il ventesimo anniversario del film lo scorso autunno, abbiamo fatto una proiezione all’Hollywood Forever. È davvero incredibile che siano trascorsi così tanti anni.”

Il sesto senso – The Sixth Sense è uno dei più grandi incassi della storia del cinema, nonché il film horror dal maggior successo di sempre al botteghino fino al 2017, quando è stato superato da IT di Andy Muschietti. Il film è uscito nelle sale statunitensi il 6 agosto 1999 e nelle sale italiane il 29 ottobre 1999. Ha ottenuto 6 candidature agli Oscar e nel 2007 l’AFI lo ha inserito nella classifica dei migliori cento film americani di tutti i tempi.

Il sesto giorno: trama e cast del film con Arnold Schwarzenegger

Il sesto giorno: trama e cast del film con Arnold Schwarzenegger

Nel corso della sua carriera Arnold Schwarzenegger ha recitato in diversi film fantascientifici particolarmente celebri, da Atto di forza al capolavoro Terminator 2 – Il giorno del giudizio. Un altro celebre titolo di questo genere, divenuto un cult negli anni, è Il sesto giorno. Niente cyborg o creature mostruose contro cui combattere in questo, bensì vi è la presenza di una cospirazione di cloni pronti a conquistare il mondo. Scritto da Cormac e Marianne Wibberley, il film è diretto da Roger Spottiswoode, qui alla regia del suo film più famoso e apprezzato. Tra thriller, fantascienza e azione si snoda infatti un’opera particolarmente coinvolgente ed entusiasmante.

Il titolo del film si riferisce naturalmente al sesto giorno della creazione divina, durante il quale Dio creò l’essere umano. A partire da qui si sviluppa un film sul concetto di umanità e di identità, che pur avvalendosi di una cornice fantascientifica va ad affrontare una serie di tematiche universali e sempre attuali. Questi discorsi filosofici si fondono però ad un’opera ricca di azione e spericolate sequenze, che non trascurano così anche gli aspetti più leggeri e necessari all’intrattenimento del grande pubblico. A distanza di anni, Il sesto giorno è infatti ancora un cult con un grande seguito.

Al momento della sua uscita, però, non si era affermato come un grande successo, divenendo anzi uno dei titoli più trascurati del celebre attore. Con il passare del tempo è però divenuto sempre più attuale e  ricercato, sfoggiando oggi più forza di quanta ne avesse all’epoca della sua distribuzione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Il sesto giorno

In un futuro prossimo non precisato, la clonazione di animali e organi umani è diventata routine. La clonazione di interi umani, tuttavia, è vietata dalle cosiddette leggi del “Sesto giorno”. In questo contesto, i piloti di voli charter Adam Gibson e Hank Morgan vengono assunti da Michael Drucker, multimiliardario proprietario della società di clonazione Replacement Technologies, per accompagnarlo in una vacanza sciistica. L’importanza del passeggero che accompagneranno impone che i due prima si sottopongano a esami del sangue e degli occhi, per verificare che siano all’altezza del compito. Il giorno della partenza, però, Adam è impossibilitato a partire a causa della morte improvvisa del suo cane.

L’uomo decide allora di portare l’animale in uno dei negozi della catena RePet per farlo clonare. Strada facendo, però, Adam comprende di non poter clonare anche l’affetto che li legava e preferisce così rinunciare. Quando torna a casa, Adam fa però alcune scoperte inquietanti. Non solo il cane è già stato clonato, ma un doppione di se stesso si trova con la sua famiglia. Proprio mentre cerca di capire cosa stia succedendo, Adam viene raggiunto da tre agenti addetti alla sicurezza della Replacement Technologies che cercano di ucciderlo. Per Adam ha inizio una corsa contro il tempo per cercare di scoprire cosa stia accadendo e cosa significhi la presenza di quei cloni umani non autorizzati.

Il sesto giorno cast

Il cast del film

Protagonista del film, come anticipato, è l’attore Arnold Schwarzenegger, che si rivelò ancora una volta estremamente adatto a film di questo genere e contesto. Originariamente, però, era stato considerato Kevin Costner per il ruolo del protagonista, ma questi dovette rifiutare per via di altri impegni. L’attore di origini austriache accettò invece da subito con entusiasmo, rifiutandosi però di pubblicizzare il film con immagini dove sono presenti armi, poiché da lui ritenuto irresponsabile. Nel film, inoltre, l’attore pronuncia una battuta simile alla sua “I’ll be back”, ovvero “I might be back”, traducibile come “Potrei tornare“. Per recitare nel film, Schwarzenegger ha percepito un compenso di 25 milioni di dollari.

Accanto a lui, nei panni del collega pilota Hank Morgan, vi è l’attore Michael Rapaport, noto per la serie Prison Break e Atypical. Il controverso miliardario Michael Drucker ha invece il volto di Tony Goldwyn. Per questo ruolo era stato considerato anche l’attore premio Oscar Jack Nicholson, ma venne scartato perché giudicato troppo costoso. Nei panni dei sicari Talia Elsworth, P. Wiley e Vincent vi sono invece gli attori Sarah Wynter, Rodney Rowland e Terry Crews. Quest’ultimo, oggi estremamente popolare, era qui al suo film di debutto. Il dottor Griffin Weir, lo scienziato dietro la tecnologia illegale di clonazione umana è invece interpretato da Robert Duvall, un ruolo offerto inizialmente a Gene Hackman, il quale però rifiutò non apprezzando la storia.

Il trailer di Il sesto giorno e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il sesto giorno è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple iTunes e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 2 agosto alle ore 21:15 sul canale Nove.

Fonte: IMDb

Il sesto giorno: la spiegazione del finale e del titolo del film

Il sesto giorno: la spiegazione del finale e del titolo del film

Nel corso della sua carriera Arnold Schwarzenegger ha recitato in diversi film fantascientifici particolarmente celebri, da Atto di forza al capolavoro Terminator 2 – Il giorno del giudizio. Un altro celebre titolo di questo genere, divenuto un cult negli anni, è Il sesto giorno. Questo film del 2000, diretto da Roger Spottiswoode, si inserisce nel filone della fantascienza distopica di fine millennio, affrontando temi complessi come il bioetico confine tra l’uomo e la tecnologia. Ambientato in un futuro prossimo dove la clonazione è diventata una pratica diffusa – almeno per animali domestici – il film sfrutta i codici dell’action fantascientifico per interrogarsi su identità, controllo e potere.

Al centro del racconto troviamo dunque Schwarzenegger nel doppio ruolo di Adam Gibson e della sua copia clonata. L’attore, già icona indiscussa del cinema action e fantascientifico, presta qui il suo corpo e la sua voce a una narrazione che alterna momenti di tensione, inseguimenti e sparatorie a riflessioni più profonde sull’individualità e sul libero arbitrio. Schwarzenegger si confronta con il proprio doppio in un conflitto che non è solo fisico, ma anche filosofico, rendendo il film un esperimento interessante, a metà tra blockbuster e thriller concettuale.

Nel corso dell’articolo approfondiremo il significato del finale del film e il senso profondo del titolo Il sesto giorno, con particolare attenzione al modo in cui la storia gioca con la possibilità che l’identità umana possa essere replicata, sostituita o manipolata. Il film propone infatti una distopia che, pur essendo ancorata alle paure tecnologiche del suo tempo, mantiene una sorprendente attualità. Il viaggio di Adam Gibson è quello di un uomo comune gettato in una realtà in cui è diventato improvvisamente “superfluo”, e nella quale la ricerca della verità coincide con il bisogno di affermare la propria esistenza.

Il sesto giorno cast

La trama di Il sesto giorno

In un futuro prossimo non precisato, la clonazione di animali e organi umani è diventata routine. La clonazione di interi umani, tuttavia, è vietata dalle cosiddette leggi del “Sesto giorno”. In questo contesto, i piloti di voli charter Adam Gibson e Hank Morgan vengono assunti da Michael Drucker, multimiliardario proprietario della società di clonazione Replacement Technologies, per accompagnarlo in una vacanza sciistica. L’importanza del passeggero che accompagneranno impone che i due prima si sottopongano a esami del sangue e degli occhi, per verificare che siano all’altezza del compito. Il giorno della partenza, però, Adam è impossibilitato a partire a causa della morte improvvisa del suo cane.

L’uomo decide allora di portare l’animale in uno dei negozi della catena RePet per farlo clonare. Strada facendo, però, Adam comprende di non poter clonare anche l’affetto che li legava e preferisce così rinunciare. Quando torna a casa, Adam fa però alcune scoperte inquietanti. Non solo il cane è già stato clonato, ma un doppione di se stesso si trova con la sua famiglia. Proprio mentre cerca di capire cosa stia succedendo, Adam viene raggiunto da tre agenti addetti alla sicurezza della Replacement Technologies che cercano di ucciderlo. Per Adam ha inizio una corsa contro il tempo per cercare di scoprire cosa stia accadendo e cosa significhi la presenza di quei cloni umani non autorizzati.

La spiegazione del finale e del titolo del film

Nel finale de Il sesto giorno, Adam Gibson riesce finalmente a penetrare nella sede della società di clonazione illegale, la Replacement Technologies, con l’aiuto del proprio clone. L’obiettivo è fermare Drucker, l’imprenditore senza scrupoli che ha usato la tecnologia della clonazione per mantenere il controllo sui suoi collaboratori e su se stesso, replicandosi ogni volta che moriva. Adam e il suo clone si trovano di fronte a una delle rivelazioni più inquietanti: Drucker è già morto più volte e l’uomo che li sta affrontando è a sua volta una copia, con i ricordi del precedente Drucker impiantati. Il confronto finale sfocia in uno scontro armato in cui il clone di Adam riesce a salvare l’originale, mentre Drucker viene definitivamente eliminato e la sua nuova copia viene distrutta prima di poter essere attivata.

Arnold Schwarzenegger in Il sesto giorno

 

Successivamente, Adam e il suo clone si trovano davanti a una decisione esistenziale. Il clone, consapevole di essere una replica, non vuole interferire nella vita dell’originale e della sua famiglia. I due si separano in modo pacifico: il clone parte per costruirsi una nuova identità e una nuova vita altrove, mentre Adam torna dalla moglie e dalla figlia, riprendendo il proprio posto nel mondo. In una delle ultime scene, il protagonista osserva la sua famiglia da lontano, riflettendo su quanto accaduto e sulla possibilità che, nonostante tutto, un clone possa sviluppare una propria coscienza e individualità. La pellicola si chiude con un tono sorprendentemente sereno e filosofico, lasciando lo spettatore con una domanda implicita: cosa ci rende davvero unici?

La conclusione del film, pur offrendo un’esplosione d’azione coerente con il genere, si chiude con un sottotesto più profondo e meditativo. Il confronto tra Adam e la sua copia mette in discussione l’idea che l’identità sia legata esclusivamente al patrimonio genetico o alla memoria. Il clone di Adam è, di fatto, indistinguibile dall’originale, ma la sua volontà di allontanarsi dimostra che le esperienze vissute e le scelte individuali definiscono la persona. La tecnologia può replicare un corpo, ma non può clonare il percorso umano che ognuno sceglie di intraprendere. Questo porta alla riflessione su cosa voglia dire essere umani in un mondo in cui la scienza sfida i limiti della natura.

Il titolo Il sesto giorno richiama dunque esplicitamente il giorno della creazione dell’uomo secondo la Bibbia, ma anche la presunzione dell’uomo moderno di sostituirsi a Dio nella creazione della vita. Drucker rappresenta proprio questa hybris contemporanea: la pretesa di controllare la morte e la vita, senza considerare le implicazioni morali. Il film invita allora a riflettere sul rischio di un futuro in cui la tecnologia, invece di servire l’uomo, lo sostituisce, e sulla necessità di mantenere intatti valori come la responsabilità, l’etica e la coscienza individuale. Nel permettere al clone di esistere come individuo autonomo, Adam riconosce implicitamente che la vera unicità non è nei dati genetici, ma nella libertà di scegliere chi essere.

Il sesso degli angeli: Leonardo Pieraccioni presenta il suo nuovo film

Reduce da Se Son Rose e giunto al suo quattordicesimo film, con Il sesso degli angeli, dal 21 aprile al cinema, Leonardo Pieraccioni opera un sostanziale cambiamento nel suo approccio ai personaggi, alle storie e al cinema. Come da lui stesso dichiarato “a trenta e quarant’anni ho raccontato l’amore travolgente, di quelli che si vedono solo nei film. A cinquant’anni ho raccontato le crisi della mia generazione. A quasi sessant’anni mi toccano ora i ruoli del prete, come tra qualche anno mi toccheranno quelli del nonno”.

La storia di Il sesso degli angeli ha infatti come protagonista don Simone, prete in una cadente chiesa nel cuore di Firenze, che si ritrova ad ereditare una misteriosa tenuta a Lugano, in Svizzera. Una volta recatosi ad esplorare quanto ricevuto dall’eccentrico zio Waldemaro, don Simone si ritrova a che fare con un bordello di lusso, gestito dall’affascinante Lena e pullulante di belle ragazze. Per il prete, già di suo ricco di dubbi sulla fede, si presenta dunque una questione quantomai spinosa, che lo porrà di fronte a difficili decisioni.

Presentando il film alla stampa di Roma, Pieraccioni ci tiene a raccontare come l’idea per questo suo nuovo film sia arrivata all’improvviso, mentre lavorava alla sceneggiatura di un film poi accantonato. “In un momento così particolare per il mondo e il cinema italiano, – racconta Pieraccioni – cercavo un’idea il più pizzicante possibile. Mi divertiva l’idea di dar vita ad un aperto contrasto tra due mondi notoriamente distanti tra loro e in particolare stavolta volevo porre il mio personaggio davanti ad un bilancio della propria vita, proprio come capita di fare a me oggi.”  

Leonardo Pieraccioni tra sacro e profano

All’interno di Il sesso degli angeli vengono dunque trattati una serie di temi molto italiani e sempre attuali, come il matrimonio per i preti e la riapertura delle case chiuse, sui quali Pieraccioni si dichiara “estremamente favorevole”. Temi, dunque, con i quali non è facile rapportarsi e a riguardo dei quali Pieraccioni ha affermato che “oggi si sta esagerando sul politicamente corretto. Tante battute presenti nei miei vecchi film oggi non si potrebbero più fare. Però penso che le cose vadano contestualizzate. Per la comicità ci vogliono alcune parole specifiche, che non si possono sostituire. Sicuramente ci sono stati momenti in cui si è esagerato, oggi invece si esagera nel senso opposto.”

Per quanto riguarda la fede, invece, Pieraccioni si dichiara “a metà tra San Tommaso e Margherita Hack. Credo dunque che potrebbe finire in un grande boh. Qualora però mi si presentasse il buon Dio davanti, io mi getterei in ginocchio e da bravo cabarettista gli direi “ci ho sempre creduto”!”.

Il sesso degli angeli conferenza stampa

Leonardo Pieraccioni con Sabrina Ferilli solo al cinema

Accanto a Pieraccioni, nel ruolo di Lena, si ritrova invece l’attrice Sabrina Ferilli, che racconta “conoscevo Leonardo e i suoi film, ho sempre apprezzato l’umorismo grottesco ma ricco di sentimenti di cui è capace. Quando mi ha proposto il progetto sapevo già che avrei accettato, anche solo per la stima nei suoi confronti, ma leggendo il copione ho poi provato vero divertimento e questo mi ha convinto ancora di più di voler partecipare al film.

Alla conferenza stampa è presente anche Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, il quale afferma che “quando Leonardo ci ha proposto Il sesso degli angeli, mi sembrava perfetto, perché è un’idea fresca, divertente e lui aveva le idee chiare su tante cose, risultando estremamente convincente. Lo ritengo uno dei suoi film più belli, anche solo per il suo mettersi in panni diversi da quello del latin lover. Il film esce in sala, dove è giusto che sia e se i suoi temi “spinosi” possono contribuire a portare al cinema un pubblico incuriosito, ben venga!”

Per Pieraccioni, che si ricollega a quanto detto da Del Brocco, la sala cinematografica va difesa sempre e comunque. “Anche se ci fossero solo quattro spettatori in sala, questa va resa accogliente. Naturalmente oggi le tecnologie per l’home video sono straordinarie, ma personalmente quando sono al cinema, lo schermo si illumina e inizia il film, quell’emozione lì non riesce a resistituirmela nessun televisione o altro schermo.”

 

Il sesso degli angeli: la recensione del film di Leonardo Pieraccioni

Sacro e profano. Su questi due valori si costruisce il quattordicesimo film da regista di Leonardo Pieraccioni, intitolato Il sesso degli angeli. Un racconto, da lui scritto insieme a Filippo Bologna, che attraverso una classica commedia ad equivoci aspira oltre che a divertire anche a lanciare alcune riflessioni su tematiche d’attualità nell’Italia dei nostri giorni. Dopo aver raccontato di amori impossibili e crisi di mezz’età, il regista e attore fiorentino si sposta dunque su un territorio nuovo che, come da lui stesso affermato, segna l’inizio di una nuova fase della sua carriera, senza perdere però le caratteristiche che lo hanno reso celebre, dalla dissacrante comicità ai buoni sentimenti messi in gioco.

Che Il sesso degli angeli sia qualcosa di nuovo nella filmografia di Pieraccioni lo dimostra il ruolo da lui ricoperto. Egli non è più un incallito latin lover bensì il prete don Simone, alla guida di una chiesetta sempre in difficoltà e poco frequentata. L’occasione per poter mettere a nuovo tale ambiente arriva grazie all’inaspettata eredità lasciatagli da un eccentrico zio. Si tratta di un’avviatissima attività in Svizzera, grazie alla quale don Simone spera di risollevare le sorti economiche della sua chiesa. Arrivato a Lugano, però, il prete scopre suo malgrado di aver ereditato un bordello di lusso, cosa che naturalmente lo pone in profonda crisi.

L’amore sacro e l’amor profano

Come spesso accade nel cinema di Pieraccioni, anche questa storia prende avvio da uno scontro inaspettato tra mondi opposti. Se in Il ciclone questo avveniva tra un uomo e la sua famiglia di umili origini con un gruppo di ballerine di flamenco, mentre in Un fantastico via vai tra un uomo di mezz’età e un gruppo di universitari, in Il sesso degli angeli tale scontro ha per protagonisti il mondo religioso e quello della sessualità. Due opposti, dove per la religione la sfera sessuale è ancora oggi un vero e proprio tabù, quasi un sinonimo di peccato.

Pieraccioni costruisce dunque proprio su questo aperto contrasto una serie di situazioni comiche che hanno come scopo il far emergere vizi e contraddizioni, configurandosi infine come una sorta di fiaba con tanto di morale. Le tematiche trattate sono di grande attualità in Italia, dalle volontà di riapertura delle case chiuse alla possibilità per i preti di sposarsi, dalla considerazione che si ha delle prostitute fino all’ipocrisia di tutte quelle persone che predicano bene e razzolano male. Nel corso dei circa novanta minuti di film tutti questi aspetti vengono messi alla berlina con il classico spirito dissacratore del comico toscano.

Il sesso degli angeli Leonardo Pieraccioni

 

Il corpo della donna, lo sguardo dell’uomo

Le premesse narrative del film sono dunque interessanti, specialmente per il prendere due aspetti così radicati nella cultura italiana. Il film, aiutato in particolar modo da Marcello Fonte, qui interprete nei panni del fido Giacinto, riesce a dar vita ad alcune gag e battute genuinamente divertenti. Questi momenti, insieme alle riflessioni e alle emozioni che Il sesso degli angeli intende suscitare, vengono però oscurati da alcune criticità piuttosto pesanti. In primis, vi è ancora una volta uno sguardo sul corpo femminile che sembra essere più interessato a compiacere un pubblico maschile che non a conferire alla donna un valore nuovo, comprensivo della sua sessualità.

Pieraccioni non è né il primo né l’ultimo a fare ciò, sia chiaro, ma è questa un’ulteriore occasione mancata per approdare a punti di vista nuovi. In seconda battuta, Il sesso degli angeli, rispetto ad altri film di Pieraccioni, sembra essere scritto con maggior approssimazione, specialmente giunti al finale, dove tutto l’intreccio si risolve in modo piuttosto discutibile, lasciando in sospeso delle questioni che risultano pertanto incompiute. Dallo collisione dei due mondi opposti non nascono delle situazioni forti a tal punto da far riflettere su quanto raccontato, facendo dunque rimanere questo un classico film di Pieraccioni, senza però l’evoluzione promessa e sperata.

Il sesso degli angeli: al via le riprese del nuovo film di Leonardo Pieraccioni

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Iniziano lunedì 14 giugno, a Roma le riprese di Il sesso degli angeli il nuovo film di Leonardo Pieraccioni prodotto da Levante con Rai Cinema.

Il sesso degli angeli vede come protagonisti principali Leonardo Pieraccioni, Sabrina Ferilli, Marcello Fonte. Fanno parte del cast Gabriela Giovanardi, Eva Moore, Maitè Yanes, Valentina Pegorer, Giulia Perulli e Massimo Ceccherini.

La sceneggiatura scritta da Leonardo Pieraccioni e Filippo Bologna racconta la storia di Don Simone (Pieraccioni), un prete di frontiera, con una chiesetta sempre in difficoltà e mai frequentata dai ragazzi che preferiscono piuttosto lo stare insieme dei social.  Finalmente Don Simone riceve una fantastica notizia: un eccentrico zio gli ha lasciato in eredità un’avviatissima attività in Svizzera che potrà risollevare le sorti economiche del suo oratorio sempre deserto! Ma arrivato a Lugano il nostro prete scopre di aver ereditato… un bordello! Don Simone darà ragione allo sgangherato zio che ha sempre dubitato della sua fede, oppure qualcuno dall’alto gli darà le risposte giuste per togliergli ogni dubbio?

Il sesso degli angeli sarà girato per quattro settimane a Roma, tre settimane a Firenze e una settimana in Svizzera. Le riprese termineranno il 5 agosto. Il film uscirà nelle sale cinematografiche il prossimo anno con 01 Distribution

Il Sesso degli Angeli, il trailer del nuovo film di Leonardo Pieraccioni

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Leonardo Pieraccioni e Sabrina Ferilli hanno rilasciato pochi minuti fa il trailer ufficiale de “Il Sesso degli Angeli” la nuova commedia di e con Leonardo Pieraccioni prodotta da Levante con Rai Cinema, nelle sale italiane dal 21 aprile per 01 Distribution. Il film è scritto e sceneggiato da Leonardo Pieraccioni e Fabrizio Bologna e vede come protagonisti lo stesso Pieraccioni nei panni di Don Simone, Sabrina Ferilli, Marcello Fonte.

A completare il cast anche Gabriella Giovanardi, Eva Moore, Maitè Yanes, Valentina Pegorer, Giulia Perulli e Massimo Ceccherini.

La trama di Il Sesso degli Angeli

Don Simone, è un prete di frontiera, con una chiesetta sempre in difficoltà e mai frequentata dai ragazzi che preferiscono, piuttosto, lo “stare insieme” dei social. Finalmente Don Simone riceve una fantastica notizia: un eccentrico zio gli ha lasciato in eredità un’avviatissima attività in Svizzera che potrà risollevare le sorti economiche del suo oratorio sempre deserto! Ma arrivato a Lugano il nostro prete scopre di aver ereditato… un bordello!

Il Sesso Aggiunto: recensione del film con Myriam Catania

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Il Sesso Aggiunto: recensione del film con Myriam Catania

Il sesso aggiunto, primo lungometraggio del regista e autore televisivo Francesco Antonio Castaldo, ripercorre la storia di un ragazzo sulla trentina, Alan (Giuseppe Zeno), tossicodipendente. Alan ha costantemente un’unica ragione di vita: l’eroina. È completamente invaso dal desiderio di stare con “lei”, di innamorarsi di “lei”, di possederla.

Come ogni altro tossicodipendente, trascorre le giornate alla ricerca della roba, prelevando soldi alla madre, povera e forse troppo comprensiva, e alla sorella che dimostra continuamente il suo affetto per lui. Ha un rapporto complicato con una ragazza più giovane di lui, anche lei tossicodipendente, Laura (Valentina D’Agostino), una relazione che ruota totalmente attorno all’eroina, che li sovrasta e comanda ogni loro azione. Poi c’è Nancy (Myriam Catania) l’ex ragazza di Alan, ex tossicodipendente appena uscita dalla comunità. Nancy sente il peso di averlo fatto cadere nella trappola della droga e vorrebbe aiutarlo, ma in realtà sta cercando qualcos’altro, adesso lui è diventato il tramite per farle raggiungere il benessere più atteso, il suo unico desiderio: l’eroina che “ride alle loro spalle, quando decidono di farne a meno”.

Il Sesso Aggiunto, il film

Così Alan, circondato da “lei”, che incarna ogni persona che gli sta vicino, “lei” che rappresenta la sua vita, i suoi sogni disillusi, si sente abbandonato dal suo “Dio” e ha sempre meno spazio per l’amore e per la vita nel suo cuore. Gradualmente, insieme alle azioni quotidiane per raggiungere l’estasi, l’estremo orgasmo grazie all’eroina, Alan ripercorre con noi, che lo assistiamo, i momenti più importanti della sua vita come se fossero presenti; egli compie un percorso di auto-psicoanalisi per ritrovare se stesso, per riconciliarsi con quel “Dio”, quell’amore che risiede dentro ognuno di noi, quella parte interiore più pura di ogni altra. Ed è questo amore, quello che risiede dentro il suo cuore, e non in quello di altri, che Alan trova quel coraggio che gli permette divivere, di nuovo e di sconfiggere la dipendenza più grande.

Un contributo onesto quello di Castaldo, come lui stesso ammette nel corso della conferenza stampa, per trovare un modo per far capire ai giovani e ai meno giovani che cos’è la tossicodipendenza. Ma il lavoro del regista non è così scontato, se così qualcuno può immaginarselo,egli intraprende un viaggio nel mondo interiore della tossicodipendenza, per parlare dell’amore. Perché di questo si tratta, di un film sull’amore. L’amore di una madre per un figlio già morto, al quale supplica di rinascere. Un amore universale che permette di superare ogni ostacolo che la vita ci pone di fronte. Il regista e il produttore Giovanni Madonna, hanno spiegato come l’esigenza di fare questo film sia nata dalle ultime statistiche che affermano il grande aumento dell’uso di eroina negli ultimi tempi: stiamo parlando dell’incremento del 40% negli ultimi due anni.

Un dato che fa paura, considerando gli effetti dell’eroina, effetti che rendono l’uomo, un vegetale, una nullità, un uomo che non vuole e non può avere alcuna responsabilità. Come dargli torto? La nuova generazione, senza voler generalizzare, rappresentata anche nel film, quando esce la sera, si cala qualsiasi pasticca e droga presente nel commercio e la mattina, per calmarsi e rilassarsi dall’eccessivo uso di anfetamine, etc, decide di fumarsi l’ero, quasi fosse un semplice sonnifero. L’unica differenza rispetto al passato è che mentre prima la decisione dell’uso dell’eroina derivava forse dai grandi fermenti culturali, e i giovani erano (quasi) spinti dal potere a farne uso per bloccare le loro eccessive inquietudini, oggi si vive la situazione opposta, è la mancanza di ideali, di entusiasmo, di valori, la rassegnazione e la disillusione, che porta all’eccesso e alla decisione di uscire da se stessi attraverso lo sballo.

In definitiva, Francesco Antonio Castaldo, ha realizzato un buon film, anche grazie all’aiuto di tre bravi attori, in particolare di Giuseppe Zeno che ha interpretato genuinamente e in maniera molto personale un personaggio complicato. Il sesso aggiunto è un film che deve essere visto da tutti, nonostante la sensazione di angoscia e tristezza che ti pervade dopo averlo visto, perché ci fa conoscere e ci mostra non quello che un tossicodipendente fa ma quello che un tossicodipendente è. Il film che non sarà vietato ai minori di anni quattordici e uscirà nelle sale delle principali città italiane, distribuito da Iris Film il 29 aprile.

Il serpente dell’Essex: trailer della serie Apple TV+ con Tom Hiddleston

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Apple TV+ ha diffuso il trailer italiano di Il serpente dell’Essex, la nuova serie limitata con protagonisti la vincitrice di Emmy e SAG Award Claire Danes e il candidato all’Emmy Tom Hiddleston e basata sull’omonimo bestseller di Sarah Perry. Il serpente dell’Essex farà il suo debutto su Apple TV+ il 13 maggio con i primi due episodi, seguiti da un nuovo episodio settimanale, fino al 10 giugno.

Ambientata nell’Inghilterra vittoriana, la serie vanta un cast stellare guidato da Claire Danes, vincitrice dell’Emmy e del premio SAG, dal candidato all’Emmy Tom Hiddleston e con Frank Dillane, Clémence Poésy e Hayley Squires. Il serpente dell’Essex segue la vedova londinese Cora Seaborne (Claire Danes) che si trasferisce nell’Essex per indagare su un mitico serpente. Qui conosce il vicario del villaggio (Tom Hiddleston), con cui stringe un legame improbabile, ma proprio quando la tragedia colpisce, la gente del posto inizia ad accusarla di attrarre la strana creatura.

Il serpente dell’Essex è diretta da Clio Barnard, candidata al BAFTA, come Anna Symon che ha scritto la serie; entrambe sono anche produttrici esecutive insieme a Jamie Laurenson, Hakan Kousetta, Iain Canning, Emile Sherman e Patrick Walters. La serie è prodotta per Apple TV+ da See-Saw Films.