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La Corrispondenza: recensione del film di Giuseppe Tornatore

La Corrispondenza: recensione del film di Giuseppe Tornatore

Arriva al cinema distribuito da 01 Distribution, La Corrispondenza, il nuovo atteso film di Giuseppe Tornatore con un cast d’eccezione composto da Jeremy Irons e Olga Kurylenko.

Le stelle, nel nostro immaginario, corrispondono ad una realtà immobile e fissa, da sempre pronte ad accompagnare il genere umano nel proprio percorso sulla terra. Ma anche le stelle, inesorabilmente, vanno incontro ad una loro fine. Può qualcosa di immortale incontrare un ostacolo invalicabile? E capita anche all’amore?

L’ultima fatica cinematografica di Giuseppe Tornatore, La Corrispondenzasembra cercare proprio delle risposte a queste domande, nel raccontare la storia d’amore tra il matura professore d’astrofisica Ed Phoerum (Jeremy Irons) e la sua giovane studentessa Amy Ryan (Olga Kurylenko) che riesce a pagarsi da sola gli studi lavorando come controfigura nelle scene d’azione sui set. Sprezzante del pericolo, la ragazza sembra però nascondere in tal modo qualche oscuro ricordo del suo passato, mentre la distanza geografica nel rapporto con Ed cresce sempre di più e i due sono costretti a comunicare via Skype e attraverso messaggi di posta e lettere, che Ed invia di frequente ad Amy sorprendendola. Ma quando all’improvviso la donna non riesce più a contattare il professore, l’unica traccia che le rimane sono proprio quelle lettere, per capire dov’è finito l’uomo e come fa ad esserle sempre così vicino nonostante tutto.

La pellicola è un’ampia riflessione sui misteri del cosmo, della fisica, dell’amore, della vita, della morte ma soprattutto della comunicazione: già il titolo – La Corrispondenza – evoca uno scambio fitto di messaggi non tanto virtuali, quanto cartacei. La tecnologia aiuta ad abbattere le distanze, ma è nella lettera sconosciuta relegata all’interno di una busta che si nascondono segreti, piccoli oggetti, misteri che rendono affascinanti i massimi sistemi elencati precedentemente.

La Corrispondenza

Con questi interessanti presupposti di partenza Tornatore prova a sciogliere questo dubbi muovendosi inquieto tra i territori del “thriller” (qui da intendere come scrittura della suspense) con venature soprannaturali, un po’ come era già accaduto nel suo Una pura formalità: il reale assume delle sfumatura misteriose ed inquietanti, uno strano senso di attesa sembra aleggiare sulle teste dei protagonisti – qui, nel caso specifico, grazie pure alla fascinazione esercitata dalle teorie astrofisiche sulle altre dodici versioni di ognuno di noi che esisterebbero in altrettanto, sconosciute, parti dell’universo – permettendo così ad una prima parte della narrazione di avere un tono sostenuto, un crescendo di tensione man mano che il mistero della scomparsa del professor Phoerum si infittisce.

Purtroppo però, l’enigma si risolve presto lasciando il posto ad una riflessione più ampia sulle relazioni e sull’Amore, su cosa resta quando finisce un amore (ostinato) e se siamo, sempre, davvero disposti a chiudere con quest’ultimo. In tal modo si rompe quell’atmosfera suggestiva creata nella prima parte, costringendo lo spettatore ad attendere un ulteriore colpo di scena che, purtroppo, non arriverà.

Oscar Isaac, fiero pilota di una nuova generazione di grandi attori

Se non fosse uno dei personaggi più cool di Star Wars Il risveglio della forza, Poe Dameron, il più abile ed esperto pilota della Resistenza, sarebbe semplicemente l’alter ego del suo interprete. Come lui, anche Oscar Isaac, capelli scuri con qualche venatura grigia e una faccia imperfetta, “sa guidare tutto”: negli ultimi anni in cui Hollywood l’ha raccolto dall’anonimato e trasformato in un attore di grandi aspettative e risultati, è passato da un set all’altro con estrema naturalezza, modellando profili e caratteri diametralmente opposti, lontani, sfaccettati.

Sempre distinto, fiero di quel potere invisibile che soltanto i primi della classe sfoggiano con umiltà e che rendono Oscar Isaac un’icona del cinema contemporaneo ancorato alla tradizione ma fortemente proiettato al futuro.

Healthy_Foods_Nutrition_018Passato e futuro sono la chiave di lettura di tutta la saga di Guerre Stellari, l’epica di George Lucas che ha tagliato in modo trasversale quasi mezzo secolo di cinema rimanendo congelata nei cuori di padri e figli. Oggi il passato si rispecchia nella memoria rimasta (e nei volti di Harrison Ford e Carrie Fisher), il futuro guarda alle giovani promesse Daisy Ridley, John Boyega e, ovviamente, Oscar Isaac. L’attore, nato in Guatemala e naturalizzato statunitense, potrebbe diventare sul serio il “pilota” di una generazione che avanza, tra tentativi di emancipazione dall’industria blockbuster ed esempi di ottimo cinema indipendente. Lo ha già dimostrato in varie occasioni.

Che Isaac appaia in un piccolo film o in un capitolo di famosi franchise, poco importa. “Non puoi pianificare una cosa del genere. Credo di avere avuto fortuna, abbastanza da far piovere dal cielo queste occasioni. Amo recitare e mi diverte provare stili diversi, rappresenta una bella sfida professionale. L’importante è cambiare, io cerco di farlo continuamente”.

Oscar Isaac Hernandez Estrada, classe 1979. Sangue latino e temperamento accademico, lascia la terra natia per migrare in Florida; da lì inizia il percorso che lo porterà a diplomarsi alla prestigiosa Julliard School di New York, la stessa dalla quale sono usciti Robin Williams e Viola Davis ma anche i colleghi di set Adam Driver e Jessica Chastain (con lei reciterà in uno dei suoi film più belli e complessi, A most violent year, con lui ha condiviso brevemente il set dei fratelli Coen e, adesso, il franchise di Star Wars). Curioso come la città che gli ha dato una formazione drammatica rappresenti il luogo di eterno ritorno, di numerosi incontri e rivelazioni: è nella Grande Mela che lo scapestrato cantautore Llewyn Davis percorre una strada di miseria e malinconia, nel meraviglioso lavoro di Joel ed Ethan Coen; sempre ai margini di New York, nella contea di Yonkers, è ambientata la miniserie targata HBO Show me a hero, dove Isaac interpreta la passione e il malessere di un giovane sindaco diviso tra responsabilità etica e civile.

Dello show, scritto dal David Simon di The Wire e diretta da Paul Haggis, dice che “è stato come girare un film di sei ore, con un carico di lavoro maggiore e la stessa quantità di tempo che hai nel cinema. C’era una strana energia all’inizio, nel personaggio di Nick, una leggerezza e un ottimismo che permettevano alla storia di respirare per un po’, pur sapendo che le cose sarebbero cambiate. Ed è questo che mi affascinava del progetto”. Una simile purezza la si ritrova nello sguardo di Abel Morales, neanche a dirlo, un immigrato che a New York costruisce un piccolo impero d’affari e intraprende un percorso quasi macbethiano verso la corruzione morale. A most violent year è il terzo film di J.C. Chandor, uno di quei tre registi (insieme a Bennett Miller e Paul Thomas Anderson) che sta riscrivendo la storia del cinema americano con un linguaggio e una forma rinnovati dal grande respiro contemporaneo. Per mostrare la parabola discendente del sogno americano, il regista sceglie forse i due attori migliori in circolazione.

Oscar Isaac e Jessica Chastain si conoscono da tempo. Hanno frequentato le stesse aule della Julliard e condiviso il palcoscenico, “Ci conosciamo così bene da prevedere le nostre mosse. E poi abbiamo un approccio alla recitazione molto simile, fatto anche di fiducia reciproca. Spesso quando lavori con altri attori, e mi capita spesso, hai paura di violare quel processo recitativo, invece con Jessica ero libero di oltrepassare quei confini senza mai offenderci l’uno con l’altra”. Racconto di incredibile tensione e simbologia classica, da alcuni paragonato a Il Padrino, A most violent year distrugge la purezza del protagonista Abel, piegato ma mai distrutto dagli ordini della sibillina moglie. E tali sfumature, a tratti tragiche, non sarebbero state visibili senza attori come Isaac e la Chastain, veri “fenomeni” e camaleonti sulla scena.

A chiudere il legame che Oscar ha stretto con New York, arriva quella pellicola che ha cambiato ogni cosa, il suo miracoloso “turning point”, il punto di svolta di una carriera che annovera collaborazioni con Ridley Scott, Zack Snyder, Steven Soderberg, Alejandro Amenabar: nel 2013 i fratelli Coen presentano sulla croisette di Cannes Inside Llewyn Davis, un capolavoro di poesia che passa fra le mani (e la voce) dell’attore. Negli anni Sessanta, il cantautore Dave Van Ronk, che ha ispirato il film, vive nell’ombra di squallidi locali e del successo di Bob Dylan; è un periodo cruciale per lo sviluppo e la diffusione del folk americano, espressione più pura di un disagio esistenziale, prima che politico e sociale, che la fotografia di Bruno Delbonnel rende opaco e fragile nei fumi della città e negli occhi di Llewyn. Un Oscar Isaac sensibilmente dimesso riempie ogni frame, ogni accordo spezzato, ogni parola cantata di una malinconia consapevole. Il segno che lasciano i grandi attori, ma anche quei ragazzi che all’improvviso devono presentarsi al capezzale dei propri idoli di gioventù. “Quando ho saputo del film mi sono detto che dovevo farne parte. Ho visto tutti i film dei Coen due o tre volte, alcuni di più. Il loro tono è radicato nella mia testa. Recitare la parte di Llewyn è stato difficile, lui è un tipo così chiuso, un’isola lontana dalla realtà. Per questo non si trattava di un semplice musical ma di una finestra su me stesso. Dovevo andare a fondo, capire la sua natura di perdente”.

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Dal cemento delle strade battute al cielo liquido di una galassia lontana lontana ci sono stati di mezzo ruoli come il folle Nathan  di Ex-Machina, esordio di Alex Garland, il Principe Giovanni, partecipazioni a Che – L’Argentino e a I due volti di Gennaio. Ma cosa è cambiato? Nulla, secondo Isaac. “Scegliere un ruolo… è come innamorarsi. Non c’è logica o criterio, è una sensazione innata. Leggi una sceneggiatura e ti innamori del personaggio, non smetti di pensarci, è il tuo pensiero fisso. E poi si aggiunge la voglia di lavorare con artisti che hanno una visione particolare”.

Intanto, grazie al Nick Wasicsko di Show me a hero, vince il primo Golden Globe della carriera, ed è solo l’inizio. Signori, abbiamo trovato il pilota che guiderà questa generazione di nuovi attori. Grandi attori.

Rogue One: gli X-Wing sul set [foto]

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Rogue One: gli X-Wing sul set [foto]

TMZ ha fotografato, sul set di Rogue One A Star Wars Story, gli X-Wing a riposo, che verranno probabilmente utilizzati dai protagonisti del film.

Ecco le immagini:

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Diretto da Gareth Edwards su una sceneggiatura di Gary Whitta e Chris Weitz, Rogue One è un film prequel ambientato negli anni tra La Vendetta dei Sith e Una Nuova Speranza. L’uscita è prevista per il 16 dicembre 2016. Nel cast del film Felicity JonesMads Mikkelsen, Rizz AhmedDiego LunaForest Whitaker, Jiang Wen e Ben Mendelsohn. 

Il film sarà certamente ambientato durante a “Dark Time” dell’Impero, Tra gli episodi III e IV e sarò il più oscuro e grintoso film dell’universo di Star Wars. Sembra che il film sarà un war movie vecchia maniera. Nella storia tutti i Jedi vivono in clandestinità e probabilmente saranno sullo sfondo della storia principale. Ci saranno inoltre un sacco di nuove forme di vita aliena. Saranno introdotti nuovi personaggi droidi e Alieni. At-at, X-Wings, Ala-Y, A-Sts saranno presenti nella storia. Ci sarà molta azione nella Jungla. Sembra un nuovo droide sarà parte della banda di ribelli che tentano di rubare i piani della Morte Nera. Felicity Jones sarà un soldato ribelle pronta per la battaglia.

Alicia Vikander protagonista della nuova featurette di The Danish Girl

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Ecco una nuova featurette di The Danish Girl, film di Tom Hooper reduce da tre candidature ai Golden Globes (senza però nessuna vittoria). Il film vede protagonisti Eddie Redmayne e Alicia Vikander.

Proprio la giovane attrice nordeuropea è la protagonista del video di seguito.

LEGGI LA RECENSIONE

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The Danish Girl racconta la storia vera di Einar Wegener, l’uomo che decise di diventare il primo tansgenders della storia con il nome di Lili Elbe.

La pellicola, in cui Eddie Redmayne interpretata proprio la Wegener, nata uomo e diventata donna dopo essersi sottoposta, nei primi decenni del ‘900, ad una serie di interventi chirurgici, è ispirato al romanzo The Danish Girl di David Ebershoff (edito in Italia col titolo La Danese), e sarà diretto da Tom Hooper, che aveva già lavorato con Redmayne in Les Misérables. Nel cast ci saranno anche Alicia Vikander e Amber Heard. Di seguito la trama del libro:

“Copenaghen, anni Venti. Greta è una giovane americana iscritta all’Accademia delle Belle Arti. Lì conosce Einar, il suo timido e taciturno insegnante, di cui si invaghisce. I due giovani si sposano e dedicano la loro vita comune alla pittura. Greta si specializza nei ritratti e quando una sua amica non può posare per gli ultimi ritocchi, Einar si presta come modello. Indossati gli abiti femminili, il pittore finisce per immedesimarsi a tal punto da assumere un’altra identità e il nome di Lili. Da quel giorno Lili compare sempre più spesso nella vita privata e sociale della coppia fino alla decisione definitiva di Einar di affrontare un’operazione chirurgica per diventare donna.”

Doraemon il film – Nobita e gli eroi dello spazio, le foto ufficiali

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Ecco le prime immagini ufficiali di Doraemon il film – Nobita e gli eroi dello spazio, il nuovo lungometraggio ispirato ai celebri personaggi giapponesi.

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Dopo il successo di Doraemon Il Film e Doraemon Il Film – Le avventure di Nobita e dei cinque esploratori, il gatto più amato da intere generazioni di bambini torna al cinema per una nuova straordinaria avventura.

Diretto da Yoshihiro Osugi, Doraemon il film – Nobita e gli eroi dello spazio uscirà in Italia il prossimo 28 gennaio.

13 Hours: nuovo trailer italiano del film di Michael Bay

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13 Hours: nuovo trailer italiano del film di Michael Bay

Ecco il nuovo trailer italiano di 13 Hours – THE SECRET SOLDIERS OF BENGHAZI il nuovo adrenalinico film “low budget” diretto da Michael Bay con protagonista John Krasinski.

GUARDA I POSTER DEL FILM

Baywatch: una star di Quantico nel film

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Baywatch: una star di Quantico nel film

Arriva da Variety la notizia che Priyanka Chopra, star della serie tv Quantico, si è unita ufficialmente al cast del prossimo film basato sulla serie tv Baywatch. La giovane attrice è in trattative iniziali per affiancare Kelly Rohrbach, Alexandra Daddario, Zac Efron e il protagonista Dwayne Johnson.

La pellicola sarà diretta da Seth Gordon (Come ammazzare il capo e vivere felici). Non si hanno molti altri dettagli sul film, ma in attesa di vedere completo il cast del progetto vi invitiamo a rimanere su Cinefilos per le novità a riguardo.

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Star Wars: Colin Trevorrow commenta la petizione per George Lucas

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Vi abbiamo detto qualche giorno fa che su Change.org era apparsa a petizione per far dirigere a George Lucas Star Wars Episodio IX (con tanto di contro-petizione).

Adesso Colin Trevorrow, regista di Jurassic World e incaricato dalla Disney di dirigere il nono episodio, commenta l’accaduto: “È divertente, l’ho vista il giorno in cui ero alla LucasFilm per fare un discorso a tutti su quanto volevamo lavorare sulle invenzioni e le innovazioni che Lucas aveva portato nei film precedenti, senza la paura di metterci in imbarazzo perché stavamo facendo qualcosa di assurdo”.

“Quando George ha fatto Star Wars – ha continuato Trevorrow – un sacco di eprsona pensavano che fosse pazzo. Quando provi a spiegare Star Wars a qualcuno che non lo conosce, dici ‘c’è questo ragazzo, suo padre è mezzo robot, può fare magie, e c’è quast’altro ragazzo che può volare nello spazio con una navicella, e il suo migliore amico è un cane’, sembra una follia, ma è la più grande storia mai raccontata. Voglio solo realizzare quel tipo di invenzioni e di creatività che hanno portato a quello”.

Il discorso di Trevorrow sembra in qualche modo anche uno schermo contro ciò che è stato poi detto a JJ Abrams in merito alla mancanza di innovazione nel suo Star Wars. Che ve ne pare?

Trevorrow, e prima di lui Rian Johnson per Episodio VIII, cambieranno le carte al tavolo di Abrams?

Black Panther: Ryan Coogler dirigerà il film, è ufficiale!

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Black Panther: Ryan Coogler dirigerà il film, è ufficiale!

La notizia era già stata diffusa lo scorso dicembre, ma adesso è arrivata la conferma ufficiale da parte della Marvel: Ryan Coogler dirigerà Black Panther, il primo film di supereroi ad avere un protagonista di colore. Nei panni di T’Challa ci sarà Chadwick Boseman, che esordirà sul grande schermo, nei panni dell’eroe di Wakanda, in Captain America Civil War.

Il presidente Kevin Feige ha dichiarato in merito: “Siamo incredibilmente fortunati ad avere un regista così stimato all’interno della grande famiglia Marvel. Il talento che Ryan ha dimostrato con i suoi due primi lavori gli hanno permesso di arrivare subito in cime alle nostre preferenze per la regia di Black Panther. I fan aspettano questo film da tantissimo tempo e siamo sicuri che Ryan sarà il più adatto a raccontare la storia di T’Challa.”

Chadwick Boseman, interprete del personaggio protagonista, ha firmato un contratto per cinque film. Il primo sarà ovviamente Captain America Civil War, che uscirà il 6 maggio 2016. Poi ci sarà il suo film solo, Black Panther, per il 3 novembre del 2017. Se poi dovesse apparire sia in Avengers Infinity War Parte I e Parte II (rispettivamente al cinema il 4 maggio 2018 e il 3 maggio 2019), rimarrebbe poi un altro film in cui vedremo l’attore.

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Robin Wright sarà un supereroe in Wonder Woman?

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Robin Wright è nel cast di Wonder Woman, ma il suo ruolo è ancora misterioso. Alcuni dettagli recenti potrebbero però darci alcune indicazioni sul personaggio.

Durante una chiacchierata con Dylan Penn, figlia di Sean e Robin Wright, THR ha intercettato una dichiarazione piuttosto interessante della ragazza.

Interrogata sulla presenza o meno della madre alla serata dei Golden Globes, dove Robin era candidata nella categoria Migliore attrice in una serie di gerene drama, la giovane ha detto: “Non ci sarà, si sta allenando per diventare un supereroe in un film”.

Questa dichiarazione potrebbe confermare le supposizioni che vorrebbero Robin nei panni di Ippolita, la regina delle Amazzoni. Che ne pensate?

Wonder Woman: confermate le riprese in Italia

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Wonder Woman è prodotto da Charles Roven, Zack Snyder e Deborah Snyder, con Richard Suckle, Stephen Jones, Wesley Coller, Geoff Johns e Rebecca Roven come executive producers.

Vi ricordiamo che il film verrà diretto da Patty Jenkins e vedrà protagonisti Gal Gadot e Chris Pine. Wonder Woman arriverà al cinema il 23 giugno 2017.

Chris Pine non è mai stato in trattative per Lanterna Verde

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Chris Pine non è mai stato in trattative per Lanterna Verde

Lo scorso giugno, prima che venisse ufficializzato il suo casting in Wonder Woman al fianco di Gal Gadot, Latino Review aveva rivelato che Chris Pine era in trattative per interpretare Lanterna Verde nell’annunciato reboot Green Lantern Corps ad opera della Warner Bros.

Adesso, in occasione della promozione del suo ultimo film Finest Hours, è stato lo stesso attore a rivelare di non essere mai stato in trattative per il ruolo. Pine ha così sintetizzato sulla cosa: “No, non mi è stato mai offerto nulla a proposito di Lanterna Verde. Non ho mai neanche avuto una sola discussione su Lanterna Verde”.

Considerando che viviamo in un’epoca in cui sia i registi che gli attori negano costantemente ruoli o progetti ai quali poi si scopre che erano effettivamente collegati, è possibile che le parole di Pine non corrispondano esattamente alla verità. Voi cosa ne pensate?

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Deadpool e Ryan Reynolds si prendono in giro nei banner di San Valentino

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Quest’anno, a San Valentino, innamorati di Deadpool! È quello che il Mercenario Chiacchierona ha detto condividendo su Twitter il nuovo banner che vede protagonista Wade Wilson e Vanessa. Il banner sembra quello di un film romantico, ma la battuta irriverente è dietro l’angolo, e così ecco arrivare Ryan Reynolds che risponde a tono sul suo account Twitter.

 

Guarda il secondo trailer del film

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Il primo film in stand-alone dedicato al mercenario chiaccherone promette un’ enorme dose di politicamente scorretto pronta ad abbattersi sul pubblico all’uscita in sala, il 4 Febbraio. “Questo film funziona tranquillamente all’interno dell’universo X-Men” ha dichiarato Reynolds ad Empire, “ma non per questo include la sensibilità dei film dedicati ai mutanti. È come prendere un personaggio degli X-Men, imbottirlo di LSD e rispedirlo su schermo.”

A proposito di X-Men: chi ha visto il trailer avrà notato che la presenza dei mutanti su schermo sarà decisamente corposa. Andre Tricoteux sostituisce Daniel Cudmore nei panni di Colossus, ed appare nella nuova immagine rilasciata da empire pochi minuti fa a fianco di un Deadpool che pare intento a rompere la quarta parete.

Vi ricordiamo che in  Deadpool ci sono confermati con Ryan Reynolds anche Morena Baccarin, T.J. Miller, Ed Skrein, Gina Carano e Daniel Cudmore che tornerà nei panni di Colosso. Deadpool è scritto da Paul Wernick e Rhett Reese, diretto da Tim Miller e sarà nei cinema USA dal 12 febbraio 2016.

Gambit: la produzione partirà a marzo

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Gambit: la produzione partirà a marzo

Secondo quanto riportato da WGNO, le riprese di Gambit, il travagliato spin-off di X-Men con protagonista Channing Tatum, partiranno ufficialmente a New Orleans (Louisiana) il prossimo marzo.

Dopo l’abbandono di Rupert Wyatt (L’alba del pianeta delle scimmie), sarà Doug Liman (The Bourne Identity, Mr. & Mrs. Smith, Edge of Tomorrow) a dirigere il film.

Al fianco di Channing Tatum ci sarà anche Lea Seydoux (La Vita di Adele, Spectre). Il film sarà prodotto dallo stesso Tatum in collaborazione con Reid Carolin, Simon Kinberg e Lauren Shuler Donner (storici produttori del franchise di X-Men) e uscirà al cinema il 7 ottobre 2016.

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Star Wars Episodio VIII sarà più oscuro, parola di John Boyega

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Alla fine di Star Wars Il Risveglio della Forza, abbiamo lasciato Finn su un letto di degenza. Dopo lo scontro con Kylo Ren, l’ex assaltatore del Primo Ordine è rimasto ferito e mentre Rey va da Luke, lui pensa a riposare e a rimettersi. Lo troveremo, sempre con il volto di John Boyega, in Star Wars Episodio VIII, che a detto dell’attore sarà molto più dark del film precedente.

L’attore inglese ha dichiarato: “La sceneggiatura è grandiosa, Molto più oscura, ma siamo tutti molto eccitati. La mia parte nel prossimo film sarà più fisica quindi potrei dover andare in palestra un po’ di più”.

Che vi aspettate dal prossimo film della saga?

Star Wars Episodio VIII uscirà negli USA il 24 maggio 2019. Alla regia ci sarà Rian Johnson.

Fonte: Vogue

Javier Bardem con Jennifer Lawrence nel nuovo film di Darren Aronofsky

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Risale allo scorso ottobre la notizia che il premio Oscar Jennifer Lawrence (Il lato positivo, American Hustle) è in trattative per interpretare la protagonista nel nuovo misterioso progetto indie del regista Darren Aronofsky (Il Cigno nero, Noah). Adesso Variety conferma non solo che il film sarà il prossimo progetto di Aronofsky, ma anche che al fianco della Lawrence ci sarà un altro premio Oscar, ossia Javier Bardem (Non è un paese per vecchi, Skyfall).

Darren Aronofsky scriverà, dirigerà e produrrà il film grazie alla sua Protozoa Pictures, in collaborazione con Scott Franklin e Ari Handel. Le riprese inizieranno la prossima primavera, mentre l’uscita è fissata per il 2017. Il film racconterà la storia di una coppia la cui relazione viene messa a dura prova dall’arrivo di alcuni ospiti inattesi che metteranno a rischio la tranquillità della loro casa.

Fonte

Han Solo spin off: gli attori che potrebbero essere il protagonista

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Dopo il travolgente successo al botteghino di Star Wars il Risveglio della Forza, la Disney e la LucasFilm sono sempre più invogliate ad andare anvanti con il loro programma pluriennale e a mettere ufficialmente in produzione lo spin off su un giovane Han Solo. Ecco di seguito alcuni dei nomi più famosi che sono presenti nella short list ufficiale, secondo Variety.

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La produttrice Kathleen Kennedy e i registi Phil Lord e Chris Miller cominceranno a breve a fare gli screen test e la decisione ufficiale sarà presa, immaginiamo, nelle prossime due settimane.

Con l’eccezione di Scott Eastwood, che ha 29 anni, gli altri attori hanno tutti trai 20 e i 25 anni. Tuttavia l’età dei partecipanti al provino si aggira trai 17 e i 34 anni.

Il film sarà ambientato dieci anni prima degli avvenimenti di Una Nuova Speranza.

Lo spin off su Han Solo è previsto per il 25 maggio 2018 e sarà diretto da Phil Lord e Christopher Miller.

Jamie Foxx sarà Little John in Robin Hood Origins

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Jamie Foxx sarà Little John in Robin Hood Origins

Arriva da Deadline la notizia che il premio Oscar Jamie Foxx intepreterà Little John in Robin Hood Origins, nuovo adattamento della storia dell’arciere di Sherwood ad opera della Lionsgate.

Sappiamo da tempo, invece, che il giovane Taron Egerton, visto al fianco di Colin Firth in Kingsman Secret Service, interpreterà il leggendario principe dei ladri nella pellicola. Le riprese del film partiranno la prossima estate.

Otto Bathurst, regista televisivo attualmente impegnato con la pre-produzione del suo debutto sul grande schermo (il thriller Three Seconds), si occuperà della regia di Robin Hood Origins, che sarà sceneggiato da Joby Harold (autore dello script di Knights Of The Round Table di Guy Ritchie) e che racconterà le origini del popolare arciere d’Inghilterra, sulla falsariga di quanto fatto da Ridley Scott nel suo adattamento con Russell Crowe, ultima volta che abbiamo visto il personaggio di Robin Hood al cinema. La pellicola sarà prodotta dalla Appian Way di Leonardo DiCaprio.

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World War Z 2: Juan Antonio Bayona abbandona la regia

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World War Z 2: Juan Antonio Bayona abbandona la regia

La Paramount Pictures che annunciato che Juan Antonio Bayona (The Impossible) ha abbandonato la regia di World War Z 2, sequel della pellicola sci-fi con protagonista Brad Pitt. Nel comunicato ufficiale si legge:

“Bayona non dirigerà più World War Z 2, ma il nostro obiettivo è andare avanti col progetto. É un regista fantastico, e ci auguriamo di tornare a lavorare con lui molto presto”.

World War Z 2 arriverà nelle sale il 9 giugno 2017. Le riprese del film dovrebbero cominciare la prossima estate. Al momento la produzione è alla ricerca di un nuovo regista, che dovrebbe essere annunciato a breve.

World War Z è la trasposizione cinematografica del romanzo “World War Z La guerra mondiale degli zombi” di Max Brooks del 2006. Brad Pitt tornerà nei panni di Gerry Lanel, e sarà nuovamente produttore. A scrivere la sceneggiatura del film World War Z 2 sarà lo scrittore e regista Steven Knight, che ha scritto e diretto l’apprezzatissimo Locke, con Tom Hardy e visto al Festival di Venezia 2013. Inoltre, ha scritto le sceneggiature dei film in arrivo Seventh Son, Madame Mallory e il piccolo chef indiano con Helen Mirren e il biopic su Bobby Fischer, Pawn Sacrifice. É sua anche la sceneggiatura del film di CronenbergLa promessa dell’assassino.

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Golden Globes 2016: i ritratti dei vincitori di Charles Star e Leonardo Moon Matadin

I fotografi Charles Star e Leonardo Moon Matadin hanno realizzato una serie di ritratti black and white per i vincitori e alcuni dei presentatori dei Golden Globes 2016. Eccoli di seguito:

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TUTTI I VINCITORI DEI GOLDEN GLOBES 2016

Quentin Tarantino vorrebbe adattare The Hateful Eight per il teatro

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The Hateful Eight è già uscito nelle sale americane, da noi arriverà il 4 febbraio, ma il regista Quentin Tarantino ha già in mente dei nuovi piani su un ritorno a teatro, proprio con la pellicola. Secondo quanto ha di recente dichiarato, infatti, il regista vorrebbe adattare The Hateful Eight per una versione teatrale, ovviamente sempre sotto la sua direzione.

Ho pensato [alla versione per il teatro] completamente”. afferma Tarantino. ”Sto solo aspettanto che questa stagione dei premi finisca, così posso scrivere, mi metto lì e scrivo”.

La transizione del film, comporterebbe uno spostamento della storia di The Hateful Eight in un’unica location, la Minnie’s Haberdashery. L’unico set principale diverso da questo, sarebbe la carrozza trainata da cavalli.

Tarantino ha anche spiegato si era pensato di farne un opera teatrale, prima, non dopo l’uscita del film:

Harvey [della The Weinstein Company] veramente ha cercato di convincermi a farlo prima. Ha detto ‘Raccontiamolo ad alta voce prima di farci un film’. E io ho detto ‘Guarda. Potrei. Ma mi piace l’aspetto del mistero, che funziona davvero solo nel film. E ho i 70mm e la neve. Quindi lasciamelo fare’.”

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Vi ricordiamo che i protagonisti della pellicola sono: Samuel L. Jackson (Django Unchained), Kurt Russell (Escape From New York), Jennifer Jason Leigh (Mrs. Parker And The Vicious Circle), Walton Goggins(“Justified”), Demian Bichir (A Better Life), Tim Roth (Reservoir Dogs), Michael Madsen (Reservoir Dogs), Bruce Dern(Nebraska) e Channing Tatum(Foxcatcher).

Scritto e diretto da Tarantino, The Hateful Eight è prodotto da Richard N. Gladstein, Stacey Sher e Shannon McIntosh. Harvey Weinstein, Bob Weinstein e Georgia Kacandes sono i produttori esecutivi, Coco Francini e William Paul Clark i produttori associati.

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David Bowie avrebbe potuto avere un cameo ne I Guardiani della Galassia 2

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Dopo la notizia della morte, e le tante parole dette su David Bowie da colleghi e personaggi famosi, per ricordarlo, arriva un’altra notizia, secondo la quale l’artista avrebbe potuto fare una comparsa nel prossimo film I Guardiani della Galassia 2 in uscita il prossimo anno.

A rivelarlo è James Gunn – sceneggiatore del primo capitolo – che, sul suo account facebook, scrive: ”Solo poco tempo fa stavo parlando con Kevin Feige della possibilità di un cameo ne I Guardiani della Galassia 2, e siamo arrivati al nome di Bowie”, ha rivelato Gunn. ”Gli ho detto che nulla al mondo mi avrebbe reso più felice, ma ho saputo da amici comune che non stava bene. Poi abbiamo saputo che stava di nuovo bene e la cosa diventava possibile. Che se lo immaginava?”.

Il post di Gunn poi continua, aprendo a una possibilità di inserire una traccia di Bowie nel film: ”Bowie era un mio idolo, enorme e onnipresente. Pochi artisti in qualsiasi campo hanno lasciato un’impressione indelebile su di me come lui. Secondo me, Ziggy Stardust è forse il più grande album rock and roll di tutti i tempi. Abbiamo inserito ”Moonage Daydream” ne I Guardiani [della Galassia], ma ho sempre pensato che il carattere dell’album fosse al di là di questo, nell’estetica, nel collegamento apparentemente naturale e integrale con la pop cultura del rock anni ’70 e nella space opera. Ho cercato di inserire un altro pezzo di Bowie nel sequel, il che renderebbe Bowie l’unico artista ad avere una canzone nel primo e secondo film. Penso che questo sia giusto e appropriato. Anche se ho tagliato la scena che poi abbiamo usato, noi ne abbiamo i diritti. Chi lo sa. Forse riuscirò a trovare un modo”.

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La Conversazione: Tornatore insieme a Jeremy Irons e Olga Kurylenko a Roma

Per presentare il film La Corrispondenza, ultima fatica del regista Giuseppe Tornatore, si sono ritrovati all’Hotel St. Regis il regista stesso e i due protagonisti Jeremy Irons e Olga Kurylenko.

Il primo ad aprire le danze è il regista Giuseppe Tornatore, pronto ad affrontare una round table con la stampa.

Collegati in diretta Skype con la stampa milanese, la prima domanda arriva però da Roma e riguarda la storia d’amore – apparentemente impossibile, ma non da fantascienza- che lega Ed e Amy, i due protagonisti del film: la tecnologia permette l’impossibile, disseminando inoltre il film di elementi magici, che sospendono la dimensione dello spettacolo filmico. Tornatore spiega che la tecnologia – altra protagonista della pellicola – crea una rete tale da rendere realistico e realizzabile elementi che, altrimenti, trascenderebbero la realtà e la vita stessa. La volontà del regista era quella di dare spazio a delle percezioni che vanno oltre le nostre percezioni legate ai cinque sensi, sfiorando elementi vicini ad una sfera ineffabile legata al sesto senso, ovvero tutto ciò che non si può razionalmente capire ma che possiamo percepire. Il sogno eterno dell’uomo è sempre stato quello di sperare in forme di estensione della propria esperienza sensoriale di vita; la tecnologia sembra aver reso possibile tutto ciò, che fino a poco tempo prima era stato solo ipotizzato/ pensato/ teorizzato. Il film ruota attorno ad un sogno, perché il destino e l’esistenza umana si possono manipolare ma fino ad un certo punto, nonostante la tecnologia possa aiutarci nel modificare il nostro codice di comportamento con gli altri, facendo sì che le nostre relazioni interpersonali ne risultino influenzate: tutto ciò esercita un processo di fascinazione, e per Tornatore era necessario raccontare tutto questo attraverso le immagini.

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A proposito della tecnologia, essa cambia anche la “macchina cinema” stessa: la tecnologia permette di relazionarsi con qualcosa che non ha più la stessa forma; per il regista è lo stesso con le forme filmiche ormai desuete (ad esempio, la pellicola)?

Secondo Tornatore un certo tipo di cinema non è mai morto e mai lo sarà, si è solo trasformato; ha cambiato i codici espressivi dell’audiovisivo, si sono evoluti con la stessa velocità dei tempi, ma “la pellicola” in sé non morirà mai. Quindi la storia d’amore raccontata nel film non è un’allegoria anomala tra gli astrofisici che si relazionano con le stelle morte e un’idea di cinema scomparso: si tratta di una forzatura, perché in fondo anche il cinema è fatto di un codice particolare, anche perché nell’istante stesso in cui un fotogramma raggiunge la nostra retina, esso non è, in fondo, già passato?

Un’altra domanda riguarda la scelta dei due attori protagonisti, Irons e la Kurylenko: perché loro due? Perché ha scelto di raccontare una storia d’amore complessa- come in altri suoi film?

Il primo spunto, nato diversi anni fa, prevedeva la presenza di un uomo e di più figure femminili, ma il senso della storia veniva travisato in un racconto di pura fantascienza. Ma con l’evoluzione tecnologica, nel corso degli anni, quell’intuizione fantascientifica è diventata realistica, e l’intrusione di un elemento sci-fi non era più necessario, e la storia poteva essere così adattata. Si è arrivati in tal modo ad un’unica donna e ad un uomo. Per quanto riguarda gli attori, ne ha visti diversi, valutando diverse possibilità, parlandone con i produttori: poi quando, dopo un incontro, ha avuto una sorta di rivelazione sentendo che lì, in quel momento, c’erano davvero i personaggi, allora scegliere è stato più facile. Per quanto riguarda Jeremy Irons, pochissimi attori in verità potevano calarsi in quel ruolo: la prima – ed unico – è stato Irons, con una lunga conversazione via Skype (altro elemento dominante del film). Gli sembrò perfetto, e fu scelto come Ed.

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Per quanto riguarda la natura complessa dell’amore, il regista riflette su tale argomento in ogni storia raccontata: non esistono amori felici, storie semplici, che in fin dei conti non destino interesse negli autori. Sono gli amori che hanno a che fare con le difficoltà ad essere interessanti.

Le prime domande milanesi via Skype non tardano ad arrivare, e riguardano sempre la tecnologia: nel film essa sembra quasi un dispositivo che rende impossibile l’oblio, l’abbandono dei ricordi. Ed in effetti, in alcune parti del film si assume questo tono, come di una sorta di amore ostinato e violento che tende a passare a tutti i costi attraverso il mezzo virtuale; spetta a noi l’abilità di bilanciare e mediare l’uso che di essa facciamo.

Proprio la distanza virtuale ha coinvolto i due attori in prima persona: nella pellicola Irons e la Kurylenko condividono solo due scene, di cui una fisica e una, invece, via Skype, girata come un vero collegamento “live”: invece tutti i messaggi che si vedono sono stati girati prima dell’inizio delle riprese effettive del film, con una troupe ridotta, rimarcando il carattere “artigianale” di quest’ultime; in tal modo l’attrice ha sempre avuto modo di relazionarsi, in ogni momento, con un interlocutore virtuale già presente (in qualche modo). Il tema della distanza è una pena ed un dolore per i due amanti, ma essa rende tutto più chiaro come una lente d’ingrandimento: si vede tutto in modo molto più limpido e lineare, a distanza di sicurezza. Spesso è anche la paura a tenerci a distanza.

La colonna sonora è stata firmata da Ennio Morricone, fresco vincitore di un Golden Globe per la colonna sonora di The Hateful Eight, cominciando a lavorare sulla partitura già all’inizio, con solo la prima stesura della sceneggiatura in mano; l’intento era quello di usare dei tappeti sonori non tradizionali, inoltrandosi in una ricerca sperimentale sui suoni elettronici che spesso non sono vicini alla produzione musicale di Moricone, più incline all’orchestrazione. Piccola curiosità post- Golden Globes: è stato Tornatore a convincere Morricone a non rifilare a Quentin Tarantino un terzo rifiuto di fila.

Il film uscirà in oltre 400 copie, di cui alcune sottotitolate.

Changer la dame, la prossima è Olga Kurylenko, che confessa di aver desiderato subito di voler fare questo film e di volere questo ruolo, immediatamente: era attratta dal ruolo, dal personaggio e dalla stravaganza della storia. Lei come affronterebbe una vicenda come quella del film del nella realtà, e com’è stato lavorare con un regista italiano?

Beh, per lei è stata la prima buona occasione per lavorare con un regista italiano, e ha incontrato un contesto così diverso: poi si trattava comunque di Tornatore, per lei uno dei registi italiani più importanti. I suoi personaggi femminili sono molto interessanti ed oggi è così difficile trovare dei ruoli scritti così bene, così sfaccettati, forti e ben delineati. Inoltre si tratta di uno di quei rari casi in cui un regista sa bene come immortalare, attraverso le inquadrature, una donna. Nella realtà una situazione come quella del film non la spaventerebbe, sottolinea la Kurylenko, perché per quanto in amore siamo tutti egoisti e c’è una forte componente legata al senso di possesso, in realtà quello che lega i due personaggi è davvero amore, puro e semplice amore.

Oggi internet, messaggi, mail e social possono sostenere una relazione e farla crescere, accorciando anche le distanze: ma l’amore vero è davvero immortale, e se finisce forse non si tratta, davvero, d’amore; quello vero resiste, sopravvive anche ad un termine, una separazione, una fine; ed è bello e poetico che Tornatore abbia creato un parallelismo così poetico tra le stelle e l’amore vero, stelle che continuiamo a vedere anche quando sono morte, colte nella loro fulgida immortalità. Non si può poi smettere di amare qualcuno così, all’improvviso: il personaggio di Amy non riesce, ad un certo punto del film, a sostenre il peso di quella relazione, e l’unico modo per scappare è chiudere; ma è impossibile, razionalmente, imporsi di non amare qualcuno. Non scegliamo razionalmente chi amare e quando.

Per quanto riguarda il suo, personale, rapporto con la tecnologia, la Kurylenko ammette di usarla per necessità: comoda per restare in contatto con le persone accorciando distanze e tempi, per il resto non ne fa un abuso, soprattutto per quanto riguarda i social media il cui uso è stato ampiamente travisato: chi ha sempre avuto un lato narcisista/egoista/egocentrico vive su di essi perdendo la percezione di ciò che lo circonda. Bisogna evitare gli estremi e trovare un equilibrio, come in tutte le cose. Comunque è impossibile non far parte di quest’onda anomala, tirandosi indietro: soprattutto per i giovanissimi, la pressione sociale è fortissima e si abbatte su di loro pesantemente.

Amore ed astrofisica: questi i due cardini del film, i due principali. Come si è rapportata ad un argomento così complesso, che forse non conosceva prima? Studiando, studiando, studiando! Sorprendendo anche se stessa, oltre a Tornatore, ha cercato di approfondire di cosa parlava Amy, il suo personaggio, per provare a capire e ad approfondire l’argomento nel profondo, suscitando lo stupore di Tornatore sul set, che la vedeva totalmente concentrata. Immortali le stelle, nonostante la morte, immortale l’amore; distanti loro, distanti i sentimenti. Come si è ritrovata ad affrontare un coprotagonista… praticamente un fantasma per tutto il corso del film, visto che si comunicano solo tramite video (e mai dal vivo): premettendo che era da sempre una fan di Irons, fin dalla prima visione di “Lolita”, per lei era un vero onore condividere con lui il set; i messaggi – pre- registrati precedentemente- hanno reso più facile il suo lavoro, aiutandola.

Infine, arriva Jeremy Irons: charmant e dall’inconfondibile fascino britannico, ironicamente replica a chi gli ricorda di aver dichiarato, pochi giorni fa, di aver trovato delle similitudini tra lui e il suo personaggio. In realtà, il suo personaggio è semplicemente un astrofisico e… niente più! Ma è importante riflettere sull’immortalità delle proprie opere, come per Ed dei suoi studi astrofisici, così come per gli artisti (e qui il pensiero corre a David Bowie, scomparso proprio oggi: se il lavoro comunica con il pubblico, instaurando un rapporto, esso allora è destinato a rimanere, anche quando la persona non c’è più, non è più tra noi.

Irons trova interessante cercare di capire qual è il rapporto che si sviluppa tra la coppia protagonista, un legame che si crea solo virtualmente: le due persone sono distanti e non vicine, come è già accaduto storicamente innumerevoli volte; oggi è più facile, ma le persone si conoscono prima in rete e poi si incontrano. Nel film, accade il contrario, cioè due persone si conoscono per poi “perdersi”.

Quando è stato girato il film, Irons conosceva già Olga, cercando comunque- nonostante la mancanza di scene in comune-di poter creare un background di una storia tra i due. Certo, la cosa che lo preoccupa della tecnologia è la velocità, tutto avviene in modo talmente rapido, mentre quando si scriveva una lettera c’era una procedura, un rituale lento e malinconico, che rendeva reale la possibilità di instaurare una comunicazione emotiva, una vicinanza impossibile dietro uno schermo. Il tempo che si impiegava per scrivere una lettera, rileggerla, leccarla, chiuderla ed imbucarla permetteva di riflettere e prendere tempo.

E per quanto riguarda l’amore, esso è immortale?

Secondo Irons l’amore è immortale, se letto da un punto di vista di puro spirito: ma l’amore è mortale, come noi, come gli umani coinvolti; l’amore rimane, il suo spirito resta ma tutto è destinato a passare inesorabilmente. Tutte le persone che Irons ha amato rimangono nel suo io più recondito, sia per quanto riguarda quelle che se ne sono andate, sia quelle che sono rimaste. Rimangono e non scompaiono mai definitivamente.

Cos’è l’amore? È una forma di comunicazione più che di arte. E l’arte è una forma di comunicazione e di amore tra lo spirito di chi l’ha creata e lo spettatore. Dipende da cosa si riesce a comunicare. L’amore è simile alla comunicazione perché ci deve essere qualcuno pronto a donare e qualcun altro disposto a ricevere: non sempre è così, ma è la magia della vita, essere sempre disponibili nei confronti delle possibilità dell’universo.

A proposito di tecnologia: come si è sentito a dover registrare i videomessaggi prima dell’inizio delle riprese? Ammette di aver provato un senso di solitudine, dovendo ricreare con la sua immaginazione quello che era il rapporto con Amy: ed è ciò che tecnicamente avviene ad ogni film, immergendosi in una realtà “altra” e simulando che essa sia reale. Ha desiderato in più di un momento di averla lì con lui, per instaurare una vera comunicazione fatta di compresenza fisica e reciproco scambio tra attori.

L’abbiamo fatta grossa: il trailer del film di Carlo Verdone

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Torna alla regia Carlo Verdone, con il nuovo film L’abbiamo fatta grossa, nel quale – oltre a dirigerlo – reciterà anche al fianco dell’attore comico Antonio Albanese. Il film sarà nelle sale dal 28 gennaio.

Il film racconta la storia di un attore di teatro, Yuri Pelagatti (Antonio Albanese), che non riesce più a ricordare le battute. Carlo Verdone è un investigatore privato imbranato al quale Yuri si rivolgerà per avere le prove del tradimento della ex moglie. Ma per errore, i due entreranno in possesso di una valigetta con 1 milione di euro.

Thor Ragnarok: Mark Ruffalo rivela che Cate Blanchett è in trattative per essere il villain

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Qualche settimana fa è uscita la notizia che Cate Blanchett sarebbe in trattative per un ruolo in Thor Ragnarok, nonostante non sia ancora arrivata alcuna conferma dall’attrice Premio Oscar, né dalla Marvel. A parlare ora è invece l’attore Mark Ruffalo, che nel film riprenderà di nuovo il ruolo di Hulk. Ecco le sue parole:

Sono così eccitato. L’ho vista qualche giorno fa e ho sentito che forse ne avrebbe preso parte, che era in trattative per la parte, così sono corso da lei e le ho detto tipo ”Per favore, per favore, accetta!’ Lei è una delle migliori [attrici], e vederla nel ruolo di un villain è davvero eccitante”. 

Insomma, non ci resta che aspettare altre conferme, e soprattutto sapere per quale ruolo sia in trattative l’attrice. Secondo l’attore sarà un cattivo… ma qual cattivo possa essere rimane un mistero. Per fare un paio di ipotesi l’attrice potrebbe essere Amora l’Incantatrice, una potente maga che ha stregato il Dio del Tuono molte volte nel fumetto. Oppure potrebbe essere Hela, figlia di Loki e sovrano degli Spiriti dei Morti.

Voi in quale personaggio della Marvel la vedreste meglio?

Thor Ragnarok sarà diretto da Taika Waititi. Nel film torneranno, confermati per adesso, Chris Hemsworth, Tom Hiddleston, Jaimie Alexander, Ray Stevenson, Mark Ruffalo e Anthony Hopkins.

La data d’uscita è prevista per il 3 novembre 2017.

Fonte

13 Hours: nuovo trailer internazionale con John Krasinski

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13 Hours: nuovo trailer internazionale con John Krasinski

È stato pubblicato il nuovo trailer internazionale di 13 Hours, il nuovo film di Michael Bay, con John Krasinski.

La pellicola vedrà protagonisti  John Krasinski, James Badge Dale, Pablo Schreiber, David Denman, Max Martini, Toby Stephens, Domenico Fumusa e David Costabilee arriverà al cinema negli States il 15 gennaio 2016.

13 Hours si basa sul libro omonimo di Mitchell Zuckoff, che racconta gli attacchi terroristici che l’11 settembre 2012 videro presi d’assalto a Bengasi sia l’Ufficio diplomatico degli Stati Uniti, presso il quale si trovava in visita l’Ambasciatore americano in Libia John Christopher Stevens, che una stazione della CIA denominata Annex.

Il film segue sei soldati americani che hanno combattuto contro i terroristi durante l’attacco che causò la morte dell’ambasciatore americano Christopher J. Stevens, un operaio dei servizi straniero e due lavoratori a contratto. Questi sei uomini quel giorno andarono molto al di là del dovere e ora la vera storia del loro eroismo sarà raccontata sul grande schermo.

Golden Globe 2016: Jennifer Lawrence vince come Miglior Attrice – video

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Jennifer Lawrence ha vinto ieri notte ai Golden Globe 2016 come Miglior Attrice Protagonista in una commedia per il film Joy, il nuovo film di David ‘O Russell. Ecco il video del suo discorso di ringraziamento, come sempre spontaneo e divertente, come solo lei sa essere.

https://www.youtube.com/watch?v=5FVByjQ5rsE

Vi ricordiamo che Joy uscirà nelle sale italiane il 28 gennaio. Il film è la storia turbolenta di una donna e della sua famiglia attraverso quattro generazioni: dall’adolescenza alla maturità, fino alla costruzione di un impero imprenditoriale che sopravvive da decenni.

In Joy vedremo anche Robert De Niro, Bradley Cooper, Edgar Ramirez, Isabella Rossellini, Diane Ladd e Virginia Madsen.

Golden Globe 2016: DiCaprio spiega lo ”scontro” con Lady Gaga

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Golden Globe 2016: DiCaprio spiega lo ”scontro” con Lady Gaga

È diventato subito virale. Su Twitter non si parlava d’altro, e le Gif e meme sono state create e condivise a centinaia solo poche ore dopo la cerimonia dei Golden Globe 2016, che hanno ”beccato” Leonardo DiCaprio mentre ride al passaggio di Lady Gaga, che cerca di farsi spazio per salire sul palco dopo l’annuncio di aver vinto il premio come miglior attrice. A fare il giro del mondo è la buffa espressione che l’attore fa subito dopo che la star di American Horror Story Hotel urta – probabilmente senza volere – il suo braccio.

LEGGI ANCHE: Leonardo DiCaprio vince come Miglior Attore ai Golden Globes 2016 – VIDEO

Il protagonista di The Revenant, subito informato dell’accaduto, non ha perso tempo e ha spiegato l’accaduto: ”Oh Dio, è diventato un trend, eh?”, commenta DiCaprio. E continua: ‘‘Semplicemente non sapevo stesse passando, tutto qui”, raccontando che la sua reazione è solo di sorpresa.

Che ne pensate?

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Golden Globes 2016: le foto dell’after party Warner Bros

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Tra i party più ambiti dei Golden Globes 2016 c’era quello della Warner Bros, ed ecco tutte le foto dell’evento:

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Quentin Tarantino e l’errore clamoroso su Ennio Morricone – Video

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Quentin Tarantino oltre ad essere uno degli sceneggiatori più acclamati nel mondo è anche noto per essere un grande cinefilo ma l’errore che ha commesso ieri nel discorso di premiazione per Ennio Morricone ha del clamoroso.

GUARDA ANCHE: Golden Globes 2016, foto: tutti i vincitori

Infatti, nel ritirare il premio come miglior colonna sonora, con grande trasporto elogia il compositore italiano sostenendo che “Morricone non ha mai vinto un premio per uno dei film che ha fatto. Ha vinto in Italia, ma mai qui in America e voglio ringraziarlo: a 87 anni ha realizzato una fantastica colonna sonora e finalmente vinto un premio prestigioso.” Nulla di più sbagliato, perché Ennio Morricone ha vinto ben due Golden Globes nella sua carriera, uno per 1987 per Mission e nel 2000 per La leggenda del pianista sull’oceano. Ecco il video di premiazione:

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https://www.youtube.com/watch?v=mOFjoJo-gjw&feature=youtu.be

Box Office ITA: Quo Vado? è un fenomeno inarrestabile

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Box Office ITA: Quo Vado? è un fenomeno inarrestabile

Quo Vado? continua a macinare incassi al box office italiano, seguito da Il Piccolo Principe e La Grande Scommessa.

Checco Zalone è un fenomeno inarrestabile del box office italiano. Quo Vado? domina incontrastato il botteghino, raggiungendo cifre allucinanti a tempo di record. La commedia incassa ben 12,5 milioni di euro al suo secondo weekend e arriva alla bellezza di 50,1 milioni di euro in appena dieci giorni!

A un soffio dal battere se stesso, con il totale record di Sole a Catinelle (52 milioni di euro) che sta per essere superato da Quo Vado?, Checco Zalone è il re del box office italiano che si appresta a spodestare persino i 65,6 milioni globali di Avatar, consacrando Quo Vado? come il maggiore incasso di tutti i tempi in Italia. Ed è solo questione di tempo.

Il Piccolo Principe regge benissimo in seconda posizione con 1,8 milioni incassati al suo secondo fine settimana, per un’ottima media di 3800 euro per sala e un totale pari a 6,7 milioni.

La Grande Scommessa apre al terzo posto con 1,7 milioni di euro e una media eccezionale che ammonta a 5280 euro per sala.

Grazie a uno strepitoso passaparola, Il ponte delle spie conferma la quarta posizione raccogliendo 1 milione al suo quarto fine settimana e arrivando a quota 9,4 milioni.

Calo per Star Wars il Risveglio della Forza, che con altri 924.000 euro giunge a ben 24,5 milioni complessivi.

Macbeth apre al sesto posto con 700.000 euro (1 milione da martedì a domenica), registrando una media per sala di 3300 euro.

L’acclamato Carol esordisce in settima posizione con 697.000 euro incassati in 174 sale disponibili, per un’ottima media pari a quattromila euro.

L’altra new entry a entrare nella top10 è Assolo, che debutta con 684.000 euro in 230 copie.

Chiudono la top10 Alvin superstar: nessuno ci può fermare (620.000 euro) e Masha e Orso: amici per sempre (487.000 euro), arrivati rispettivamente a 5,5 milioni totali e 4,1 milioni complessivi.