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In guerra per amore: recensione del film di e con Pierfrancesco Diliberto

Dopo il successo del suo esordio La mafia uccide solo d’estate, Pierfrancesco DilibertoPif”, presenta il suo secondo lungometraggio, In guerra per amore, in anteprima nazionale mercoledì 12 ottobre, come preapertura della Festa del Cinema di Roma 2016, e in sala dal 27 ottobre.

In In guerra per amore Arturo (Pif) è un giovane siciliano nella New York del ‘43. Lui e Flora (Miriam Leone) si amano, ma quando lo zio di lei la promette in sposa al figlio di un boss locale, la ragazza non può opporsi. L’unica speranza per i due innamorati è che Arturo vada in Sicilia a chiedere al padre dell’amata il consenso al suo matrimonio con la figlia. Senza un soldo, Arturo decide di arruolarsi nell’esercito americano, che prepara in quei giorni lo sbarco sull’isola, per poter raggiungere il  paesino siciliano dove vive il padre di Flora.

Il regista palermitano sceglie un sentiero consolidato, deludendo forse chi si aspettava una maggiore originalità o un più deciso passo in avanti: l’impianto dell’opera, i due personaggi  principali e l’idea di fondo restano gli stessi, ma non è detto che sia un male. Si coniugano storia personale e Storia nazionale, intrecciate a quella della mafia, colta in un’altra fase cruciale.

In guerra per amore è infatti una sorta di prequel dell’esordio: dopo gli omicidi e le stragi mafiose degli anni ’80 e ’90, qui ritroviamo Arturo e Flora durante la Seconda Guerra Mondiale, quando Cosa Nostra fornì un aiuto fondamentale agli Usa nel controllo di un territorio a loro sconosciuto, in occasione dello sbarco alleato sulle coste siciliane. Aiuto in cambio del quale ottenne mano libera e possibilità d’espansione uniche. Aiuto testimoniato da alcuni documenti, base storica del film, tra cui il rapporto del capitano Scotten (nel film Philip Catelli, Andrea Di Stefano) che evidenziava i rischi e le possibili gravi conseguenze per la Sicilia e l’Italia di un patto tra Usa e mafia.

In guerra per amoreIl sogno d’amore di Arturo, antieroe timido e impacciato, s’intreccia con la Storia. Coinvolgono l’incedere leggero e a tratti surreale del lavoro, un protagonista stralunato e quasi inconsapevole di quanto accade attorno – Forrest Gump è un chiaro riferimento – ma che nel corso del film acquisirà consapevolezza, soprattutto grazie alla sincera amicizia con Catelli. Efficace però anche il racconto della guerra nei suoi aspetti più drammatici – la fame, i bombardamenti, la morte, le speranze frustrate. Con leggerezza, ma non senza far riflettere, si racconta la mafia, la tracotanza dei boss, la spregiudicatezza alleata che se ne servì. Ad animare il film sono anche le caratterizzazioni, specie quelle, spesso tragicomiche, degli isolani – Teresa (Stella Egitto), Saro e Mimmo (Sergio Vespertino e Maurizio Bologna), Don Calò (Maurizio Marchetti), Annina (Aurora Quattrocchi). Assieme alla suggestiva ambientazione ad Erice – nel film un paesino di fantasia – completano un lavoro godibile, che rende plausibile e non fa pensare troppo anche un’operazione scivolosa come cercare di bissare il successo dell’esordio sfruttando la stessa formula.

Per un lavoro più impegnativo del precedente, il regista – sceneggiatore con Michele Astori e Marco Martani – sceglie soluzioni semplici e alla propria portata, come una New York ricostruita nel parco di divertimenti Cinecittà World. Ci si poteva aspettare di più, ma Diliberto conferma lo stile personale e il buon talento visivo per un risultato comunque apprezzabile.

In Guerra per Amore: nuove scene dal film di Pif

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In Guerra per Amore: nuove scene dal film di Pif

O1 Distribution ha pubblicato online nuove scene da  In guerra per amore, il nuovo film da regista di Pif (Pierfrancesco Diliberto), che torna sul grande schermo dopo il travolgente successo de La mafia uccide solo d’estate.

Di seguito la trama del film: 1943. Mentre il mondo è nel pieno della seconda guerra mondiale, Arturo vive la sua travagliata storia d’amore con Flora. I due si amano, ma lei è la promessa sposa del figlio di un importante boss di New-York. Per poterla sposare, il nostro protagonista deve ottenere il sì del padre della sua amata che vive in un paesino siciliano. Arturo, che è un giovane squattrinato, ha un solo modo per raggiungere l’isola: arruolarsi nell’esercito americano che sta preparando lo sbarco in Sicilia, l’evento che cambierà per sempre la storia della Sicilia, dell’Italia e della Mafia.

In guerra per amore sarà presentato in preapertura il 12 ottobre alla Festa del Cinema di Roma 2016 è uscito nei cinema lo scorso giovedì 27 ottobre.

Protagonisti del film, al fianco di Pif che è anche il regista, ci sono Miriam Leone, Andrea Di Stefano e Stella Egitto.

Fonte: 01 Distribution

In guerra per amore di PIF su Tim Vision

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In guerra per amore di PIF su Tim Vision

In guerra per amore, il film vincitore del David giovani 2017, diretto ed interpretato da Pif, con Miriam Leone (1993, Non uccidere, Fai bei sogni) arriva in prima visione assoluta su TIMVISION mercoledì 27 settembre, a meno di un anno dall’uscita nelle sale cinematografiche.

New York, 1943, la Seconda Guerra Mondiale imperversa in tutto il mondo, mentre Arturo Giammaresi, palermitano emigrato negli USA per vivere il sogno americano, prova a coronare la sua difficile storia d’amore con Flora Guarneri, la nipote del proprietario del ristorante in cui lavora come cameriere. I due sono follemente innamorati, ma Flora è stata promessa sposa al figlio del braccio destro di Lucky Luciano. Arturo combatterà per poter vivere il suo sogno d’amore con Flora e per avere l’approvazione del padre di lei, abitante di un piccolo paesino siciliano. Senza un soldo in tasca, Arturo deciderà di seguire l’unica strada possibile per tornare in patria, arruolandosi nell’esercito americano, intento nella preparazione dello sbarco in Sicilia.

Pif – pseudonimo di Pierfrancesco Diliberto – ex “iena” e mente de “Il Testimone”, torna a vestire i panni del regista dopo “La mafia uccide solo d’estate, il pluripremiato film del 2013 (2 David, 2 Nastri d’argento, 1 Globo d’oro, 1 Ciak d’oro), che gli valse il David di Donatello e il Nastro d’Argento per la categoria “Miglior regista esordiente”. A tal riguardo, è interessante sottolineare come i nomi dei protagonisti di entrambi i film siano gli stessi: Arturo Giammaresi e Flora Guarneri.

Fanno parte del cast anche Andrea di Stefano, già apprezzato per i ruoli in Il fantasma dell’opera”, “Vita di Pi”, “Almost Blue” e per aver diretto Benicio del Toro e Josh Hutcherson in “Escobar”, Vincent Riotta (Inferno), Domenico Centamore (I cento passi, La meglio gioventù, Il divo), Orazio Stracuzzi, Maurizio Marchetti e Stella Egitto.

Il film rientra nell’accordo strategico con RAI che ha già portato in prima visione su TIMVISION titoli come “Veloce come il vento” di Matteo Rovere e “La pazza gioia” di Paolo Virzì, confermando l’attenzione di TIMVISION verso il cinema italiano.

In guerra e in amore: trailer del nuovo film di Pif

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In guerra e in amore: trailer del nuovo film di Pif

Il canale Youtube della 01Distribution ha diffuso il primo trailer di In guerra e in amore, il nuovo film da regista di Pif (Pierfrancesco Diliberto), che torna sul grande schermo dopo il travolgente successo de La mafia uccide solo d’estate.

In guerra per amore in preapertura per la Festa del Cinema di Roma 2016

Di seguito il video:

Di seguito la trama del film: 1943. Mentre il mondo è nel pieno della seconda guerra mondiale, Arturo vive la sua travagliata storia d’amore con Flora. I due si amano, ma lei è la promessa sposa del figlio di un importante boss di New-York. Per poterla sposare, il nostro protagonista deve ottenere il sì del padre della sua amata che vive in un paesino siciliano. Arturo, che è un giovane squattrinato, ha un solo modo per raggiungere l’isola: arruolarsi nell’esercito americano che sta preparando lo sbarco in Sicilia, l’evento che cambierà per sempre la storia della Sicilia, dell’Italia e della Mafia.

In guerra per amore sarà presentato in preapertura il 12 ottobre alla Festa del Cinema di Roma 2016 e uscirà nei cinema giovedì 27 ottobre.

Protagonisti del film, al fianco di Pif che è anche il regista, ci sono Miriam Leone, Andrea Di Stefano e Stella Egitto.

In guardia!: il film francese contro la violenza sulle donne

In guardia!: il film francese contro la violenza sulle donne

Il 25 novembre è la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, un momento molto importante di riflessione su una problematica tristemente sempre più diffusa in Italia ma anche nel mondo intero. Le testimonianze intorno tale tema sono molte e tutte fondamentali per poterlo comprendere da più punti di vista. Anche il cinema ha negli anni partecipato a tale dibattito, proponendo film con al centro donne decise a non farsi intimidire e a riprendere in mano le proprie vite. Film recenti come Una donna promettente o Anche io, passando per serie come The Handmaid’s Tale ne sono un esempio. Ad essi si aggiunge anche il francese In guardia!.

Il film è l’opera prima da regista dell’attrice Alexandra Lamy ed è l’adattamento cinematografico della graphic novel del 2019 “Touchées” di Quentin Zuitton, edita in Francia da Payot. Come il titolo lascia intuire, le donne protagoniste di questo racconto si trovano a doversi mettere in guardia dalle violenze nei loro confronti e per farlo uniscono le forze, praticando uno sport che diventa metafora di ciò che la vita richiede loro. In guardia! è però prima di tutto una storia di solidarietà e speranza, che parte dai traumi subiti per compiere un vero e proprio percorso di guarigione alla riscoperta di sé e delle proprie capacità.

Si tratta dunque di un ottimo titolo, meno noto rispetto ad altri e proprio per questo da scoprire, con cui riflettere su queste tematiche ogni giorno sempre più drammaticamente urgenti, su cui urge un profondo cambiamento culturale e sociale. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di In guardia!

Il film ha per protagoniste tre donne vittime di violenze e abusi. La prima è Lucie, che dorme sempre con un coltello a portata di mano, vivendo con una paura perenne degli uomini. C’è poi Tamara, che è invece una combattiva e decisa a non essere mai più vittima si trasforma in aggressore. Infine c’è Nicole, che ha scelto di isolarsi, di diventare invisibile per non essere più presa di mira. Il destino di queste tre donne cambia quando Lucie decide di allontanarsi il più possibile dall’ex marito violento e di trasferirsi con il figlio Leo a Anduze, piccolo comune nel sud della Francia.

E lì che incontra le altre due donne, con le quali instaura subito una profonda e sincera amicizia. Decise a non lasciarsi vincere dalle loro paure, tutte e tre decidono poi di iniziare a seguire un corso si scherma: imparano così ad attaccare e a difendersi, a toccare e farsi toccare. Quello sport si rivela dunque per loro un vero e proprio percorso terapeutico che le porterà passo dopo passo a riprendere in mano le loro vite e a non dover più avere paura di ciò che fino a quel momento le ha intimorite. Ma sconfiggere i propri traumi ovviamente non sarà semplice.

Il cast di In guardia!

A recitare nel film si ritrovano attori francesi forse poco noti a livello internazionale, ma che vantano partecipazioni a film noti anche al di fuori dei confini francesi. Nel ruolo di Lucie vi è l’attrice Melanie Doutey, nota anche per i film 7 uomini a mollo, Paradise Beach e Post Partum. L’attrice Claudia Tagbo, vista in Il club dei divorziati e Non sposate le mie figlie 2, intrepreta invece Nicole, mentre Chloe Jouannet è Tamara. Quest’ultima si è fatta notare grazie al film Un’estate in Provenza e alle serie Infidèle e Derby Girl. Completano poi il cast Hugo Fie’ nel ruolo di Le Kiné, mentre Hugo Diego Garcia interpreta Lucas.

Il trailer di In guardia! e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente In guardia! non è presente su nessuna delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Tuttavia, il film è presente, in prima visione assoluta, nel palinsesto televisivo di venerdì 24 novembre alle ore 21:20 sul canale Rai 3. Sarà dunque possibile vederlo in quell’occasione, ritrovandolo poi – per un periodo limitato di tempo – anche sulla piattaforma Rai Play.

In grazia di Dio: la conferenza stampa con Edoardo Winspeare

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In grazia di DioEdoardo Winspeare entra nella sala della Casa del cinema di Roma dopo la proiezione del suo ultimo film, In grazia di Dio, insieme al suo cast: una maggioranza netta di donne, quattro e l’unico uomo quasi protagonista, che, rivelerà in seguito, è anche il socio della sua casa di produzione.

La prima domanda riguarda infatti il cast:

Come ha messo insieme i personaggi del suo film?

Winspeare risponde presentando ogni singolo personaggio, a lui legato, a partire dalla protagonista Celeste Casciaro, sua moglie, Laura sua figlia fino all’amica con la passione per la recitazione, mostrando ciò che è il sogno di molti coloro che vorrebbero fare cinema: mettere insieme un team affiatato di amici o colleghi, con il quale lavorare.

Come è stato il lavoro sulla fotografia?

Afferma Winspeare che “uno dei registi che amo di più è Terrence Malick, e nei suoi film spesso la luce è in macchina, o in controluce, nella scena del bacio ho avuto, grazie al tramonto, l’occasione di realizzare un’inquadratura simile, e ne ho approfittato. Per il resto, il direttore della fotografia è stato molto bravo, all’inizio del film la luce è fredda, industriale, distante, mano a mano che Adele si sposta in campagna, ritrova le sue radici, il sorriso, l’amore, la luce si fa più calda, accogliente, materna. La terra, da arida e rifiutante, diventa di nuovo accogliente.”

In grazia di Dio recensioneCi sono stati problemi di produzione?

Il produttore, presente in sala ci dice che “non ci sono stati molti problemi, una volta messo insieme il budget tutto è filato liscio. Certo il budget non era altissimo e siamo comunque ricorrere alla gentilezza degli abitanti del paese. Per ringraziarli abbiamo allora pensato al cosiddetto “pacco-baratto”, alcuni servizi in cambio di altri servizi: un dentista addirittura ha messo a disposizione diversi buoni per la pulizia dei denti.

In grazia di Dio: clip del film di Edoardo Winspeare

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In grazia di Dio: clip del film di Edoardo Winspeare

Guarda la nuova clip del film In grazia di Dio di Edoardo Winspeare. 

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In grazia di Dio recensione“In grazia di Dio”, frutto di un’originale formula produttiva ed ecologica che si ispira alla storia del film, è prodotto da Alessandro Contessa, Gustavo Caputo e lo stesso Winspeare per Saietta Film con Rai Cinema, in associazione con Banca Popolare Pugliese e Luigi de Vecchi, con il sostegno di Apulia Film Commission, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Agricole della Regione Puglia.

Quattro donne si rifugiano in campagna in seguito al fallimento della piccola impresa a conduzione familiare, travolta dalla generale crisi economica. Il lavoro della terra e il baratto dei prodotti – contro ogni aspettativa – sono l’occasione per un nuovo inizio, la possibilità di una nuova vita. 

Un film ecologico, a impatto zero.  Una piccola storia sulla felicità.

In grazia di Dio recensione del film di Edoardo Winspeare

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In grazia di Dio recensione del film di Edoardo Winspeare

Finis Terrae: Leuca. La crisi che ha messo in ginocchio l’intera Europa colpisce anche la piccola fabbrica che Adele porta avanti con suo fratello Vito, sono costretti a chiudere. Vito, dopo aver tentato i soldi facili sobillato dall’ex marito di Adele, abituato a vivere di espedienti, parte per la Svizzera. Adele, sua sorella Maria Concetta, con la passione per la recitazione e sua figlia Ina si trasferiscono nella casa di campagna della madre di Adele, dove iniziano a coltivare la terra. La vita scorre e si trasforma, la terra diventa nuova fonte di vita.

In grazia di Dio recensioneEdoardo Winspeare, nome “straniero” che però da quasi un decennio racconta con i suoi film il Salento, terra di confine, terra di conquista, da parte dei ricchi stranieri e italiani che vogliono accaparrarsi la sua naturale bellezza. Ma non tutto è in vendita, dicono le donne di questo film, soprattutto i legami famigliari e il legame con la terra di origine.

Winspeare realizza un film definito “a km 0” perchè girato con gente del luogo, attori non professionisti, nel luogo stesso di appartenenza e valorizzando, grazie anche alle forze locali come l’Apulia Film Commission e la Banca Popolare Pugliese un film la cui storia prende molto spunto dalla realtà che viviamo in questi anni.

Ciò che è diverso dal solito è la forza delle quattro protagoniste, tutte donne, di tre generazioni diverse, ma con lo stesso sangue, che dimostrano nei loro gesti, nelle loro parole, il loro attaccamento all’unica cosa di cui non ci si può liberare: la propria origine. Sono donne in ribellione con loro stesse, ma che restano sempre ferme nello stesso punto, che si ribellano per poi accettare, che urlano per poi tacere. La ribellione è più una sopravvivenza, ma forse è anche l’unico modo per poter andare avanti. Il territorio è ricchezza e gabbia allo stesso tempo, pare. Una madre acida da cui scappare, ma alla quale alla fine, non si può che tornare.

Ci sono echi di neorealismo, di padron ‘Ntoni e di Terra Trema, ma anche di cinema italiano più recente come Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli, con il quale condivide molti aspetti ma sicuramente dal quale si distacca per la scelta di un cast tutto femminile ma di attrici non professioniste, che però rendono perfettamente le modalità di relazione e anche di pensiero, delle donne che rappresentano.

In fuga da Babbo Natale: il trailer e le prime immagini della commedia di Natale

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Netflix è lieta di annunciare l’arrivo del film In fuga da Babbo Natale, la commedia di Natale che vede come protagonisti Giampaolo Morelli e Ilaria Spada, insieme al piccolo Enea Indraccolo, per la regia di Volfango De Biasi. Soggetto e sceneggiatura sono dello stesso De Biasi insieme a Fabio Bonifacci.

In fuga da Babbo Natale, una produzione Colorado Film, è in arrivo solo su Netflix dal 15 dicembre e sono ora disponibili il trailer ufficiale, il poster e le prime immagini dal film.

In fuga da Babbo Natale, la trama

Antonio ha 7 anni ed è orfano di padre. La sera della vigilia di Natale non vuole doni, vorrebbe solo volare con la slitta di Babbo Natale fino alla stella dove vive il suo papà. Per questo, quando vede Babbo Natale scendere dal tetto di casa sua, decide di seguirlo come suo aiutante. Non sa che sotto la barba e il cappello si nasconde un ladro, che ha deciso di usare questo travestimento per rubare indisturbato. Chi fermerebbe mai Babbo Natale? Casa dopo casa, furto dopo furto, passeranno una notte speciale che non dimenticheranno mai più e che cambierà per sempre le loro vite.

Basato su “Le Père Noël” diretto da Alexandre Coffre e prodotto da QUAD, il film è prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai per Colorado Film e vede nel cast anche Mario De La Rosa, Elisa Di Eusanio, Michela Andreozzi, Renato Marchetti, Marco Conidi, Romano Talevi, Federico Tocci e Ninni Bruschetta.

In fuga da Babbo Natale sarà disponibile solo su Netflix dal 15 dicembre.

In fuga con Babbo Natale: recensione del film su Netflix con Giampaolo Morelli

“Caro Babbo Natale, quest’anno vorrei…” è l’incipit più famoso al mondo, che rispecchia forse al meglio ciò che cos’è il Natale per tutti noi: un momento in cui desideri e sogni si incrociano e connettono con forza, facendosi più vividi e luminosi. Sarà per la sua magia, per l’aria di festa e l’atmosfera distensiva e gioiosa. O per le grandi tavolate imbandite che segnano il momento di ricongiungersi con i propri affetti. Qualsiasi siano le ragioni, il periodo natalizio è fatto di questo: polvere di stelle, fantasia e desideri impossibili tenuti per troppo tempo nel cassetto che aspettano di avverarsi. Come quello di Antonio, il protagonista di In fuga con Babbo Natale, nuovo film Netflix di Natale, che decide di scrivere all’ultimo minuto a Babbo Natale per cambiare il suo regalo.

Quest’anno vorrebbe solo poter viaggiare sulla stella dove si trova il padre, purtroppo venuto a mancare, e riabbracciarlo. Solo lui è in grado di accontentarlo, perché Santa Claus è magia e immaginazione pura, una figura piena di speranza a cui aggrapparsi per illudersi di ottenere ciò che si brama con tutto il cuore, e così andare avanti nell’attesa di averlo. In fuga con Babbo Natale è un family movie, una sorta di favola volta a raccontare proprio il sapore del Natale, in cui spesso, pur non essendoci l’omone dalla barba folta e bianca a portarci dei doni, è in grado di darci comunque ciò che chiediamo, se solo apriamo gli occhi del cuore e della mente e ci lasciamo andare. Diretto da Volfango de Biasi e sceneggiato dallo stesso insieme a Fabio Bonifacci, il film ha come protagonisti Giampaolo Morelli e il piccolo esordiente Enea Indraccolo.

In fuga con Babbo Natale, la trama

È la vigilia di Natale. Antonio è stato messo da poco a letto dalla madre, che nel frattempo sta dando in soggiorno una festa con tutti i suoi amici, fra cui un certo Xavier, che il bambino ha compreso avere specifiche intenzioni sentimentali con lei. Lui però non vuole che loro si frequentino, intanto perché ha capito che all’uomo i bambini non piacciono, e poi perché pensa ancora al papà, secondo lui partito per andare su una stella ma in verità morto. Mentre cerca di addormentarsi, dal balcone sente dei frastuoni. Qualcuno è caduto e pare proprio essere… Babbo Natale! In realtà, però, quello che Antonio crede essere l’uomo magico dei doni, è solo un ladro travestito che ruba negli appartamenti. Dopo avergli promesso di portarlo dal padre se fa silenzio, Antonio decide di seguirlo, inconsapevole della sua vera identità.

Quando Babbo Natale, che si chiama Pasquale, deve irrompere nelle case, gli fa credere che a dargli una mano siano i suoi folletti invisibili, e che lui entra nelle abitazioni solo dei cattivi per dargli una lezione. L’uomo, scopriremo ben presto, ha un piano ben preciso e la sua storia non è delle più felici: tradito dalla compagna e dal suo stesso amico, che non solo gli ha rubato la partner ma anche la società, adesso deve risarcire alcuni malavitosi che gli hanno prestato dei soldi per pagare un avvocato e l’unico modo per farlo è rubare, ma non a chiunque, solo a coloro che in passato lo hanno tradito. Antonio, che lo segue senza farsi problemi, rapito dalle bugie tramutate in favole che Pasquale in fondo gli racconta in buona fede, vivrà la più bella notte della sua vita…

In fuga con Babbo Natale

La magia del Natale è dentro il nostro Io bambino

In fuga con Babbo Natale inizia con il solito pretesto narrativo, ritrovato, pur in forma diversa, anche nell’Elf Me di Prime Video (qui la nostra recensione). Un bambino che ha perso il padre e con esso anche il gusto di vivere serenamente. È un film che si avvia ponendo l’accento sul concetto della mancanza, una ferita che solo Babbo Natale può risanare davvero con i suoi incantesimi, e che dunque si costruisce sul solito cliché del caso. Se però nella pellicola sopracitata la messa in scena si dimostrava essere originale e ben definita, purtroppo la nuova storia di Volfango de Biasi sembra barcollare, di base, su una sceneggiatura trita e ritrita. Rimescolata per darle un volto diverso, ma simile a tante altre che non aggiungono niente che possa interessare e coinvolgere al cento per cento. Il cuore si scalda lo stesso in alcune scene, perché In fuga con Babbo Natale è un film dai buoni sentimenti e sa come ammorbidire lo spettatore puntando sull’elemento Morelli-Indraccolo, una coppia che riesce a far sorridere e nel finale anche commuovere, e che proprio per questo meritava una narrazione più solida e strutturata.

In realtà, a funzionare maggiormente, se proprio dobbiamo analizzare la prova attoriale dei due, è proprio l’ottimo Enea Indraccolo, che riesce a trasmettere l’innocenza e la meraviglia di un bambino che crede, con la sua dolce ingenuità, nella bellezza del mondo, seppur questo sia decisamente più oscuro di quel che sembri. Lui, però, con il sguardo trasognante e incantato, rappresenta al meglio lo stupore provato da Antonio quando Pasquale lo inganna con racconti inventati. Ed è forse questo il messaggio più riuscito di In fuga con Babbo Natale: attraverso il piccolo Antonio e il suo credere senza indugio a tutto quello che il ladro gli sta dicendo, capiamo che l’unico modo per sentire o meno l’essenza del Natale deriva dalla nostra capacità di riconnetterci con i nostri Io bambini, grazie ai quali percepiamo la magia e la felicità incontaminata, a prescindere dal marcio che ci circonda. Proprio come accade a Pasquale, che alla fine però dalla purezza e fantasia di Antonio imparerà non solo ad affrontare quel periodo per lui infelice, ma a riassestare tutta la sua intera vita e scoprirsi diverso.

In fondo al cuore: tutto quello che c’è da sapere sul film con Michelle Pfeiffer

Ci sono storie che spingono i propri personaggi – e di conseguenza anche gli spettatori – a rivalutare la propria vita e il modo in cui la si porta avanti. Molto spesso ciò avviene in conseguenza ad eventi particolarmente forti da un punto di vista emotivo, tanto nel bene quanto nel male. Un affascinante esempio di ciò è In fondo al cuore, il dramma diretto nel 1999 dal regista Ulu Grosbard. In esso si racconta infatti di un rapimento, ma non è questo il cuore del film, bensì il processo che i personaggi saranno chiamati a compiere per poter riprendere il controllo delle proprie vite. Distante da ciò che ci si aspetterebbe da un racconto con queste premesse, il film si concentra dunque sul mondo interiore dei personaggi.

Prende così forma una toccante storia dove la madre protagonista si afferma come una protagonista tanto dotata di fragilità quanto di forza d’animo. Apprezzato proprio per le interpretazioni che lo arricchiscono, In fondo al cuore è stato uno dei film più popolari del suo anno e ancora oggi a distanza di tempo si dimostra essere un’opera capace di comunicare sincere emozioni e riflessioni ai propri spettatori. Prima di intraprendere una sua visione, però, ecco quello che c’è da sapere sulla sua trama, sul cast di attori e sulla genesi e il significato del film. In ultimo, si indicherà anche dove poterlo comodamente vedere in streaming.

La trama e il cast di In fondo al cuore

Protagonista del film è Beth Cappadora, felicemente sposata e madre di tre figli, che decide di recarsi con tutta la prole nella vicina Chicago per partecipare ad una delle consuete feste di ritrovo degli ex compagni di liceo. In un momento di distrazione, tuttavia, Ben, il figlio più piccolo tre anni, scompare. A niente servono le ricerche subito predisposte dalla polizia: di lui nessuna traccia. Beth torna a casa, ma la vita, ormai, non può più essere la stessa, oppressa da un crescente senso di colpa. Nove anni dopo, tuttavia, si imbatte in un bambino che dice di chiamarsi Sam ma nel quale Beth crede di riconoscere il figlio scomparso. Avrà così nuovamente inizio la sua ricerca della verità, per scoprire cosa è realmente accaduto.

Ad interpretare Beth Cappadora vi è l’attrice Michelle Pfeiffer, ampiamente elogiata per la sua struggente interpretazione. Il marito di lei, Pat, è invece interpretato dall’attore Treat Williams, recentemente visto nella serie Chesapeake Shores. Per il ruolo di Ben, invece, Michael McElroy per quando il personaggio ha 3 anni e Ryan Merriman per quando ne ha 12. Cory Buck è invece Vincent, il figlio maggiore, all’età di 7 anni, mentre all’età di 16 è interpretato da Jonathan Jackson. Alexa Vega è invece Kerry, l’ultima dei tre figli. John Kapelos interpreta George, padre adottivo di Sam/Ben. Infine, Whoopy Goldberg interpreta la detective Candace Bliss, un ruolo per cui si era inizialmente pensato ad Oprah Winfrey.

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Tratto dall’omonimo libro, In fondo al cuore è una storia vera?

L’idea di affidare il ruolo della detective Candace Bliss alla celebre Oprah Winfrey era motiva dal fatto che proprio quest’ultima aveva selezionato The Deep End of the Ocean come primo libro per il suo Oprah’s Book Club nel 1996. Proprio a seguito di quello speciale televisivo, durante il quale la conduttrice ha dialogato con la scrittrice Jacquelyne Mitchard, il romanzo ha ottenuto una grandissima popolarità, cosa che ha portato alla realizzazione dell’adattamento cinematografico interpretato dalla Pfeiffer. Quella raccontata dalla Mitchard non è però una storia direttamente basata su un preciso evento reale, per quanto di casi simili ne siano stati registrati molti nel corso del tempo.

L’interesse primario della scrittrice era quello di costruire una storia incentrata sul tema dell’emancipazione delle donne. Beth, infatti, si risveglia dalla sua depressione durata nove anni per discutere con Pat su come affrontare la doppia identità etnica e familiare di Ben. Una volta che Beth trova Ben, trova anche la propria forza interiore e discute con Pat sui termini a cui Ben deve obbedire per integrarsi nella famiglia. Pat vuole però che Ben abbandoni quello che pensava fosse il suo nome, l’identità etnica e suo padre, mentre Beth vuole che suo figlio sia felice e sente che costringere Ben ad abbandonare gli ultimi nove anni della sua vita lo allontanerà da loro sia fisicamente che emotivamente.

Vincent vede invece la presenza di Ben come un simbolo della propria colpa per aver permesso il rapimento del fratello minore, nonché un simbolo della rabbia che ha accumulato negli ultimi nove anni vivendo con genitori troppo presi dal loro dolore. Sua sorella minore sembra la più equilibrata dei bambini, ma questo perché era troppo giovane per ricordare Ben. Nel corso della storia, dunque, Beth si trova ad uscire dal proprio stato e a dover lottare per riprendere il proprio posto all’interno del nucleo famigliare, facendo sentire la propria voce sulle scelte più cruciali che come famiglia saranno costretti a dover prendere. Da questo punto di vista, dunque, il focus è interamente rivolto al percorso compiuto da Beth.

In fondo al cuore, il finale alternativo

Del film era inizialmente stato girato un finale diverso, che però è stato accolto malamente dal pubblico di prova, che lo ha ritenuto troppo cupo e ambiguo. In esso, infatti, molti conflitti rimangono irrisolti: Pat ha ancora problemi ad amare i suoi figli e le ferite emotive tra Ben e Vincent sono tutt’altro che rimarginate e richideranno anni prima di potersi rimarginare. Nonostante questo fosse il finale originale del libro, per non parlare del finale preferito dalla protagonista Michelle Pfeiffer, lo studio di produzione, la Columbia Pictures, ha dunque optato per un lieto fine più convenzionale. Ampie riscritture e nuove riprese dovute a tale necessità hanno causato il ritardo del film dall’uscita prevista per l’autunno 1998 alla primavera del 1999.

Il trailer di In fondo al cuore e come vedere il film in streaming su Netflix

È possibile fruire di In fondo al cuore unicamente grazie alla sua presenza nel catologo di Netflix, dove attualmente è al 1° posto della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.

Fonte: IMDb

In Fondo Al Bosco: il trailer del film con Filippo Nigro

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In Fondo Al Bosco: il trailer del film con Filippo Nigro

Ecco il nuovo trailer del film In Fondo Al Bosco, distribuito da Notorious Pictures ed in uscita nelle nostre sale il 19 Novembre. Il film vede la regia di Stefano Lodovichi con Filippo Nigro, Camilla Filippi, Teo Achille Caprio, Giovanni Vettorazzo, Stefano Detassis, Maria Vittoria Barella, Roberto Gudese, Luca Filippi e Alessandro Corabi.

Sinossi: Ogni 5 dicembre, da tempo immemore, gli abitanti di un piccolo villaggio montano sfilano mascherati da diavoli in un baccanale che dura fino all’alba: la festa dei Krampus. Ma il 5 dicembre del 2010 è ricordato per un evento diverso e terribile: Tommaso Conci, un bambino di 4 anni, scompare nel nulla.

Cominciano le ricerche, si apre un’indagine. Il principale sospettato diventa proprio il padre, Manuel Conci, un alcolista con precedenti di violenza: il candidato ideale alla gogna mediatica. Non vengono raccolte prove sufficienti a incriminarlo, ma per tutto il paese rimane il colpevole. Solo sua moglie Linda, fragile e sensibile, gli resta accanto.

Cinque anni dopo, un bambino senza nome e documenti viene ritrovato in un cantiere della periferia di Napoli. Hannes Ortner, il commissario del paese che non ha mai smesso di cercare Tommi, prende in custodia il bambino. Il DNA coincide: quel bambino è Tommi.

Manuel  finalmente può riabbracciare il suo bambino, liberarsi da un lutto atroce, dal senso di colpa e dalle accuse della collettività. Linda, invece, non riesce ad adattarsi a quella nuova situazione. Un sospetto scava dentro di lei, alimentato dal suo istinto di madre: quel bambino, silenzioso ed inquietante, non è davvero suo figlio. Ed altre persone in paese nutrono gli stessi dubbi. Pietro, il vecchio padre di Linda, ed Else, Flavio e Dimitri, tre ventenni che gestiscono il pub del posto, sembrano sapere più di quello che lasciano intendere. Per loro il bambino è morto quella notte di cinque anni prima, ma allora perché il DNA è lo stesso?

In un crescendo di fatti sempre più inspiegabili, Manuel si ritroverà solo contro tutti: il paese, il suocero Pietro e la sua stessa moglie rifiuteranno il bambino e mentre la sua vita va di nuovo in pezzi, lui stesso comincerà a dubitare che abbiano ragione. Ma la verità che si nasconde dietro al ritorno di Tommi è ancora più spaventosa delle credenze del posto…

In fondo al Bosco: due nuove clip del film con Filippo Nigro

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In fondo al Bosco: due nuove clip del film con Filippo Nigro

Pubblicate due nuove clip di In fondo al Bosco, il nuovo film di Stefano Lodovichi. 

In Fondo Al Bosco è distribuito da Notorious Pictures ed in uscita nelle nostre sale il 19 Novembre. Il film vede la regia di Stefano Lodovichi con Filippo Nigro, Camilla Filippi, Teo Achille Caprio, Giovanni Vettorazzo, Stefano Detassis, Maria Vittoria Barella, Roberto Gudese, Luca Filippi e Alessandro Corabi.

Sinossi: Ogni 5 dicembre, da tempo immemore, gli abitanti di un piccolo villaggio montano sfilano mascherati da diavoli in un baccanale che dura fino all’alba: la festa dei Krampus. Ma il 5 dicembre del 2010 è ricordato per un evento diverso e terribile: Tommaso Conci, un bambino di 4 anni, scompare nel nulla.

Cominciano le ricerche, si apre un’indagine. Il principale sospettato diventa proprio il padre, Manuel Conci, un alcolista con precedenti di violenza: il candidato ideale alla gogna mediatica. Non vengono raccolte prove sufficienti a incriminarlo, ma per tutto il paese rimane il colpevole. Solo sua moglie Linda, fragile e sensibile, gli resta accanto.

in-fondo-al-bosco-Cinque anni dopo, un bambino senza nome e documenti viene ritrovato in un cantiere della periferia di Napoli. Hannes Ortner, il commissario del paese che non ha mai smesso di cercare Tommi, prende in custodia il bambino. Il DNA coincide: quel bambino è Tommi.

Manuel  finalmente può riabbracciare il suo bambino, liberarsi da un lutto atroce, dal senso di colpa e dalle accuse della collettività. Linda, invece, non riesce ad adattarsi a quella nuova situazione. Un sospetto scava dentro di lei, alimentato dal suo istinto di madre: quel bambino, silenzioso ed inquietante, non è davvero suo figlio. Ed altre persone in paese nutrono gli stessi dubbi. Pietro, il vecchio padre di Linda, ed Else, Flavio e Dimitri, tre ventenni che gestiscono il pub del posto, sembrano sapere più di quello che lasciano intendere. Per loro il bambino è morto quella notte di cinque anni prima, ma allora perché il DNA è lo stesso?

In un crescendo di fatti sempre più inspiegabili, Manuel si ritroverà solo contro tutti: il paese, il suocero Pietro e la sua stessa moglie rifiuteranno il bambino e mentre la sua vita va di nuovo in pezzi, lui stesso comincerà a dubitare che abbiano ragione. Ma la verità che si nasconde dietro al ritorno di Tommi è ancora più spaventosa delle credenze del posto…

In Dubious Battle: anche Zach Braff e Josh Hutcherson per James Franco

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Sono iniziate ieri, mercoledì 18 Marzo, ad Atlanta in Georgia,  le riprese  del nuovo film di James Franco In Dubious Battle, targato Ambi Pictures. Al cast stellare già annunciato – James Franco, Nat Wolff, Selena Gomez, Vincent D’Onofrio, Robert Duvall, Ed Harris, Bryan Cranston, John Savage e Sam Shepherd – si aggiungono Josh Hutcherson (“The Hunger Games”), Zach Braff (“Garden State”), Analeigh Tipton (“Crazy, Stupid, Love”), Ashley Greene (“Twilight” saga)  e Ahna O’Reilly (“The Help”) .

Una produzione Ambi Pictures in collaborazione con la Rabbit Bandini Productions di James Franco e la That’s Hollywood Pictures. Il film è tratto dall’omonimo romanzo del Premio Pulitzer John Steinbeck del 1936 (in Italia conosciuto come “La Battaglia“). Ambientato in un’America anni ’30 in piena lotta tra lavoratori e capitalisti, la storia racconta di un uomo che cerca di organizzare uno sciopero dei raccoglitori di frutta nel sud della California.
AMBI Group di Andrea Iervolino e Monika Bacardi mette a segno un altro titolo internazionale, dopo i recenti The Humbling con Al Pacino e All Roads Lead to Rome con Sara Jessica Parker.

In Dubious Battle è prodotto in collaborazione con la Rabbit Bandini Productions di James Franco e la That’s Hollywood Pictures. Altre produzioni targate AMBI: il thriller d’azione sci-fi Andron: The Black Labyrinth con Alec Baldwin e Danny Glover, Hope Lost con Danny Trejo, Mischa Barton and Michael Madsen, i film d’animazione Arctic Justice: Thunder Squad e East End e il remake in lingua inglese di Princess, del Finlandese Arto Halonen.
Alla sceneggiatura, invece, troveremo Matt Rager, che ha già lavorato con Franco in As I Lie Dying, trasposizione cinematografica del romanzo “Mentre morivo” di William Faulkner, pubblicato nel 1930.

Andrea Iervolino si è già detto entusiasta della collaborazione: «Sono davvero ispirato dal lavoro di James, e non vedo l’ora di lavorare con lui in questo progetto ricco di artisti notevoli. Questo film sarà un incredibile ritratto del conflitto e della violenza e sarà portato alla vita da un cast così talentuoso da farci credere di star già creando un classico.» Filmaker e uomo d’affari, Andrea Iervolino ha prodotto, finanziato e distribuito più di 40 film, tra cui “Il mercante di Venezia” e “The Anatomist”. E ‘considerato uno degli imprenditori più giovani e più affermati del cinema italiano.

Lady Monika Bacardi ha aggiunto: «James è un talento incredibile e versatile, un attore straordinario e un regista sorprendente. Un  cast di prim’ordine di questo tipo racconterà sul grande schermo una storia potente che immaginiamo diventerà un capolavoro che il pubblico di tutto il mondo saprà apprezzare». Lady Monika Bacardi è la vedova di Luis Adalberto Facundo Gomez del Campo Bacardi, Signore di Bayfield Hall, noto come Signore Luis Bacardi (discendente del fondatore Bacardi, ancora una società a conduzione familiare). Rinomata per la sua passione per l’arte e l’amore per la fotografia e il cinema, Monika Bacardi è una donna d’affari di grande successo, ora, attraverso AMBI, impegnata anche nella produzione di film.

AMBI Gruop è attivo nella distribuzione di vari progetti cinematografici in Italia e nel mondo attraverso la sua società satellite AI Entertainment, una società fondata nel 2011 da Iervolino. Iervolino porta avanti questo progetto attraverso diverse società di produzione e distribuzione di film in Italia, Spagna e Canada.

In Dubious Battle, foto dal set: Josh Hutcherson, Selena Gomez, James Franco ..

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Continuano le riprese del film prodotto dalla Ambi Pictures, In Dubious Battle, diretto e interpretato da James Franco, e oggi arrivano le prime foto che trovate nella nostra gallery:  [nggallery id=1564]

In Georgia si respira un’atmosfera hollywoodiana grazie ad Andrea Iervolino – il più giovane produttore cinematografico, che a soli 26 anni ha già prodotto numerosissimi film di successo – e Monika Bacardi, che con la Ambi Pictures, dopo aver prodotto l’ultimo film con Sarah Jessica Parker e Raoul Bova (All roads lead to Rome), hanno firmato la produzione di In Dubious Battle.

Dopo una lunga e faticosa settimana di riprese, i due produttori hanno deciso di allietare la fine della giornata con un’incursione sul set.

Andrea Iervolino e Monika Bacardi hanno avuto modo di conoscere più da vicino i protagonisti del film (James Franco, Nat Wolff, Selena Gomez, Vincent D’Onofrio, Robert Duvall, Ed Harris, Bryan Cranston, John Savage, Sam Shepherd, Josh Hutcherson, Zach Braff, Analeigh Tipton, Ashley Greene e Ahna O’Reilly), non solo dal punto di vista professionale, ma anche umano, condividendo esperienze e parlando del futuro.

Il film è tratto dall’omonimo romanzo del Premio Pulitzer John Steinbeck del 1936 (in Italia conosciuto come “La Battaglia“). Ambientato in un’America anni ’30 in piena lotta tra lavoratori e capitalisti, la storia racconta di un uomo che cerca di organizzare uno sciopero dei raccoglitori di frutta nel sud della California.

AMBI Group di Andrea Iervolino e Monika Bacardi mette a segno un altro titolo internazionale, dopo i recenti The Humbling con Al Pacino e All Roads Lead to Rome con Sara Jessica Parker. In Dubious Battle è prodotto in collaborazione con la Rabbit Bandini Productions di James Franco e la That’s Hollywood Pictures. Altre produzioni targate AMBI: il thriller d’azione sci-fi Andron: The Black Labyrinth con Alec Baldwin e Danny Glover, Hope Lost con Danny Trejo, Mischa Barton and Michael Madsen, i film d’animazione Arctic Justice: Thunder Squad e East End e il remake in lingua inglese di Princess, del Finlandese Arto Halonen.

Alla sceneggiatura, invece, troveremo Matt Rager, che ha già lavorato con Franco in As I Lie Dying, trasposizione cinematografica del romanzo “Mentre morivo” di William Faulkner, pubblicato nel 1930.

Andrea Iervolino si è già detto entusiasta della collaborazione: «Sono davvero ispirato dal lavoro di James, e non vedo l’ora di lavorare con lui in questo progetto ricco di artisti notevoli. Questo film sarà un incredibile ritratto del conflitto e della violenza e sarà portato alla vita da un cast così talentuoso da farci credere di star già creando un classico.» Filmaker e uomo d’affari, Andrea Iervolino ha prodotto, finanziato e distribuito più di 40 film, tra cui “Il mercante di Venezia” e “The Anatomist”. E ‘considerato uno degli imprenditori più giovani e più affermati del cinema italiano.

Lady Monika Bacardi ha aggiunto: «James è un talento incredibile e versatile, un attore straordinario e un regista sorprendente. Un  cast di prim’ordine di questo tipo racconterà sul grande schermo una storia potente che immaginiamo diventerà un capolavoro che il pubblico di tutto il mondo saprà apprezzare». Lady Monika Bacardi è la vedova di Luis Adalberto Facundo Gomez del Campo Bacardi, Signore di Bayfield Hall, noto come Signore Luis Bacardi (discendente del fondatore Bacardi, ancora una società a conduzione familiare). Rinomata per la sua passione per l’arte e l’amore per la fotografia e il cinema, Monika Bacardi è una donna d’affari di grande successo, ora, attraverso AMBI, impegnata anche nella produzione di film.

 AMBI Gruop è attivo nella distribuzione di vari progetti cinematografici in Italia e nel mondo attraverso la sua società satellite AI Entertainment, una società fondata nel 2011 da Iervolino. Iervolino porta avanti questo progetto attraverso diverse società di produzione e distribuzione di film in Italia, Spagna e Canada.

In dubious battle recensione del film di e con James Franco

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In dubious battle recensione del film di e con James Franco

In dubious battle è stato presentato l’anno scorso nella sezione Cinema in giardino del Festival di Venezia, e ora esce in sala a partire dal 7 settembre.

Jim Nolan (Nat Wolff) aderisce al partito comunista della sua cittadina, e trova in Mac Mc Cloud (James Franco) un mentore da seguire e da cui farsi ispirare. Mc Cloud sta cercando di organizzare uno sciopero di raccoglitori di mele, il cui salario viene ridotto arbitrariamente dai datori di lavoro.

Grazie alle parole di Mc Cloud, ma anche all’aria onesta di Nolan, molti dei raccoglitori si convincono che lo sciopero sia la soluzione migliore, anche se costerà loro ulteriori sacrifici.

Una volta mescolatosi con i raccoglitori, il giovane Jim Nolan non può che empatizzare con loro e innamorarsi di Lisa (Selena Gomez), tutti fattori che alimentano i dubbi sulla sincerità dell’operato del partito e di Mac McCloud.

Nuova prova di regia per James Franco, che adatta nuovamente un grande autore americano per il cinema, dopo aver portato sullo schermo Faulkner (As I lay Dying) e Mc Carthy (Child of God), avvicinandosi così, sia per lo stile di regia che per i contenuti a John Ford.

In dubious battle è infatti l’adattamento di un’opera di John Steinbeck, autore di Furore, portato sul grande schermo appunto da Ford. Come molte delle opere di Steinbeck, e le prime di Ford, il focus è sui lavoratori e gli operai che contribuiscono a far crescere gli Stati Uniti ma che spesso sono sfruttati da datori di lavoro interessati più al profitto che al benestare dei propri dipendenti.

James Franco parla di un argomento che da sempre è tabù o di difficile discussione negli Stati Uniti: i sindacati e i diritti dei lavoratori, e lo spettro, se così si può chiamare, di comunismo che questa parola porta con sé.

Quello che emerge però nella messa in scena del regista, è l’ipotesi della correttezza dell’operato degli attivisti nei confronti dei lavoratori; il film si mantiene in equilibrio tra il bene e il male, tra il sospetto che il partito usi qualsiasi mezzo per portare avanti le sue posizioni e le sue azioni e la certezza che lo faccia per il bene dei lavoratori.

In questa sospensione si mantiene la pellicola per tutta la sua durata, così come il suo protagonista Jim, che non riesce ad amare completamente il suo mentore, ma non riesce neanche a contestarlo, neanche di fronte alle azioni più turpi.

Per In dubious battle, Franco mette poi insieme un cast eterogeneo, che probabilmente punta ad attirare un pubblico più possibilmente variegato: da un lato mostri sacri come Ed Harris e Robert Duvall, oltre che il recentemente scomparso Sam Shepard; dall’altro alcuni idoli “pop” tra cui lui stesso, che si ritrova, come il suo film, in bilico tra le commedie demenziali con Seth Rogen e l’impegno in teatro e nelle università con i classici dei grandi autori americani, Nat Wolff, visto in Paper Towns al fianco di Cara Delevingne, e Selena Gomez, diva di Instagram, già però utilizzata in un ruolo distante dalle sue corde da Harmony Korine in Springbreakers.

In Dubious Battle Il coraggio degli Ultimi: al cinema il film di James Franco

Dopo essere stato presentato con successo alla 73ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, arriva nelle sale italiane In Dubious Battle Il coraggio degli Ultimi diretto James Franco e tratto dall’omonimo romanzo del 1936 del Premio Nobel John Steinbeck, tradotto in Italia da Eugenio Montale con il titolo La Battaglia.  

Ambientato in un’America degli anni ’30 in piena lotta tra lavoratori e capitalisti, è la storia di  un uomo che, in disperata lotta per il riconoscimento dei propri diritti fondamentali, cerca di organizzare uno sciopero dei raccoglitori di frutta nel sud della California. IN DUBIOUS BATTLE porta sul grande schermo la sofferenza, gli stenti e il coraggio della popolazione rurale della Grande Depressione, un dipinto corale che vanta, oltre Franco, un cast del calibro di Nat WolffSelena Gomez, Vincent D’OnofrioEd HarrisSam ShepardAshley GreeneJosh HutchersonJohn Savage e ancora Robert Duvall Bryan Cranston..

IN DUBIOUS BATTLE – Il Coraggio degli Ultimi è prodotto da AMBI MEDIA GROUP di Andrea Iervolino e Monika Bacardi, in collaborazione con Rabbit Bandini Production e That’s Hollywood Production. Distribuito da Ambi Media Italia, il film sarà al cinema dal 7 settembre.

James Franco ha dichiarato: “È un racconto incredibile della lotta dell’uomo contro se stesso, un tema così crudo durante la Grande Depressione ma ancora oggi così attuale. Da ragazzo ero quasi ossessionato dai suoi libri, che sono diventati parte integrante della mia crescita. Portare la sua scrittura sul grande schermo è un sogno che si avvera.”

In Dubious Battle Il coraggio degli Ultimi trama

Sullo sfondo dell’America della Grande Depressione, Mac e Jim, due attivisti politici, si infiltrano in un gruppo di braccianti raccoglitori di mele della California, per convincerli a scioperare e lottare contro i padroni per il riconoscimento dei propri diritti. Una storia corale tratta da uno fra i più potenti e forse meno conosciuti romanzi di Steinbeck, tradotto nell’edizione italiana da Eugenio Montale con il titolo “La Battaglia”.

In Dubious Battle Il coraggio degli Ultimi Il Romanzo

Il Titolo “In Dubious Battle” è un riferimento a un brano del Paradiso perduto di John Milton. Da questo libro si evince il grande interesse di Steinbeck per ciò che accade nella mente e nel cuore degli uomini quando si muovono, non come individui singoli ma come membri di un gruppo. “In Dubious Battle” è il suo tentativo di studiare un tipico sciopero a metà della grande depressione in termini bionomici (disciplina che studia le leggi che governano i processi vitali). Nel 1958, il critico Alfred Kazin proclamò “In Dubious Battle ” e “Furore” come i suoi libri più potenti. Il presidente Barack Obama, in un’intervista al New York Times, ha detto che “In Dubious Battle” è il suo libro preferito.

In Darkness – Nell’oscurità: tutto quello che c’è da sapere sul film

Dopo aver ottenuto grande popolarità nei panni di Margaery Tyrell nella serie televisiva Il Trono di Spade, l’attrice Natalie Dormer si è dedicata a recitare per alcuni thriller e film dell’orrore per il cinema. Tra questi si annoverano Jukai – La foresta dei suicidi e Paziente zero. Tra questi l’attrice ha avuto modo di recitare da protagonista anche in In Darkness – Nell’oscurità, da lei descritto come uno dei progetti più difficili a cui abbia mai preso parte. Il film, uscito nel 2018, è stato anche scritto dalla stessa Dormer insieme al compagno Anthony Birne, che ha poi ricoperto anche il ruolo di regista.

Il film, un puro thriller ricco di colpi di scena e misteri da svelare, ha poi fatto parlare di sé principalmente per via di alcune scene di nudo e di sesso particolarmente esplicite. Nonostante le discussioni a riguardo, il film non ha poi ottenuto un particolare successo di pubblico, finendo invece con il passare piuttosto in sordina nel corso del suo periodo nelle sale cinematografiche. Una maggiore notorietà, come spesso accade, è poi arrivata in un secondo momento, cosa che ha fatto riscoprire In Darkness – Nell’oscurità come thriller meritevole di una visione.

Gli appassionati del genere, in particolare, potranno qui ritrovare personaggi e situazioni ambigui, che lasciano immaginare molteplici risvolti di una vicenda già di suo particolarmente intricata. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming che contengono il film all’interno del proprio catalogo.

In Darkness – Nell’oscurità: la trama e il cast del film

Protagonista del film è Sofia, una pianista cieca cui capita spesso di ascoltare rumori provenienti dall’appartamento sopra il suo. Tali rumori, relativi a violenze fisiche, portano infine nella morte della sua vicina di casa Veronique. Desiderosa di scoprire cosa è accaduto, Sofia inizia a spingersi oltre i propri limiti, arrivando a conoscere il padre di Veronique, Zoran Radic. Questi è, un uomo d’affari serbo accusato di essere un criminale di guerra, ora residente a Londra dopo essersi visto riconsocere l’asilo politico. Sofia metterà inconsapevolmente a rischio la sua vita cercando risposte, e immergendosi in un mondo criminale sommerso fatto di violenza, corruzione e ricatti.

Come anticipato, nei panni della protagonista Sofia vi è l’attrice Natalie Dormer, che si è qui cimentata nell’interpretare un personaggio non vedendo, studiando quindi a lungo al fine di poter offrire un’interpretazione realistica di esso. L’attrice ha poi replicato alle critiche relative alle scene di nudo e di sesso. Ha infatti affermato che “non si tratta di nudità gratuita. Ci deve essere sessualità nel gioco di potere di un thriller. In questo film le scene di sesso, che per me erano scene d’amore, sono una metafora del modo in cui il mio personaggio si collega agli altri personaggi. Sono un modo per rendere chiaro che Sofia non è del tutto chi si pensa che sia”. 

Ad interpretare la vicina di casa Veronique vi è invece l’attrice e modella Emily Ratajkowski, mentre l’attore Jan Bijvoet interpreta l’uomo d’affari serbo Zoran Radic. Sono poi presenti gli attori Neil Maskell nel ruolo del detective di polizia Oscar Mills, Joely Richardson in quelli del capo della sicurezza di Radic, Alexandra Gordon, e il noto attore Ed Skrein, che interpreta il fratello di Alexandra, Marc Gordon. James Cosmo, noto attore irlandese visto in Braveheart, Trainspotting e Troy, interpreta infine Niall McKendrick, il padre adottivo di Sofia.

In Darkness - Nell'oscurità spiegazione

In Darkness – Nell’oscurità: la spiegazione del film

Come anticipato, il film è ricco di colpi di scena, presenti fino al finale. Gli ultimi minuti del film ribaltano infatti buona parte di quanto visto fino a quel momento, rimettendo in discussione tutta la storia proposta. Come si scopre nel finale, infatti, Sofia si scopre provenire dalla Bosnia, dove suo padre è stato ucciso proprio da Radic. La ragazza è dunque in cerca di vendetta nei confronti di questo, ma la morte di Veronique complica la situazione. In Darkness – Nell’oscurità si configura dunque fino a qui come un pur racconto di vendetta, portato avanti da un’inarrestabile protagonista non vedente.

Nelle ultime inquadrature del film, anche tale aspetto viene però rivisto. La protagonista, una volta ottenuta la propria vendetta, svela di non essere mai stata cieca e di non essere la vera Sofia, bensì la gemella Balma. Fingendosi la sorella, Balma ha sfruttato l’anonimato che l’handicap che le offriva per potersi avvicinare al suo obiettivo, portando a termine la propria missione. Tale risvolto entra in realtà in contrasto con diversi aspetti visti fino a quel momento nel film, generando alcune situazioni che rimangono prive di spiegazione. Tale finale è però l’ennesima conferma di un film ricco di colpi di scena, che gioca sul tema del doppio per confondere e stupire.

In Darkness – Nell’oscurità: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di In Darkness – Nell’oscurità grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 11 ottobre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

In Compagnia dell’Anello, il documentario sull’eredità della Trilogia di Peter Jackosn

Sulla scia del successo de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, arriva dalla redazione di Screen World In Compagnia dell’Anello, un documentario dedicato alla trilogia de Il Signore degli Anelli. “Dalla vita di Tolkien all’epica impresa di Peter Jackson, passando per i nostri (e vostri) ricordi di un’esperienza epica e straordinaria”. Così è descritto dai realizzatori Giuseppe Grossi e Giacomo Giaquinto, che si sono avvalsi della regia e del montaggio di Gabriele Scarcelli.

A tutti gli appassionati di filologia consigliamo di stare lontani. Se il mediometraggio di Screen World è un documento interessante pieno di fatti e di informazioni sull’argomento di elezione, è anche, forse principalmente, una passeggiata sul viale dei ricordi, un racconto emotivo, innamorato, romantico di una trilogia che avrà cambiato per sempre la grammatica del cinema, ma ha segnato prima di tutto tante vite, riunendole in un immaginario comune.

In Compagnia dell’Anello, ecco il documentario

In Compagnia del Lupo. Il cuore nero delle fiabe, l’episodio 6

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In Compagnia del Lupo. Il cuore nero delle fiabe, l’episodio 6

In Compagnia del Lupo. Il cuore nero delle fiabe, la nuova stagione della serie di Carlo Lucarelli che svela i segreti nascosti nei racconti del “C’era una volta”.  A partire da martedì 22 febbraio, alle ore 21:15, torna ogni settimana su Sky Arte – con una nuova stagione composta da otto episodi – In Compagnia del Lupo. Il cuore nero delle fiabe, la produzione Sky Original realizzata da TIWI e condotta da Carlo Lucarelli che svela i segreti nascosti nei racconti del “c’era una volta”.

Ancora una volta la serie è accompagnata dalla pubblicazione di podcast realizzati in collaborazione con Carlo Lucarelli e ricchi di contenuti originali, disponibili ogni martedì sul sito di Sky Arte e sulle principali piattaforme gratuite di streaming. I podcast sono distribuiti daSpreaker, prima piattaforma in Italia per la creazione, distribuzione e monetizzazione di podcast.

“C’è un motivo per cui continuiamo a raccontarci le favole, anche a distanza di secoli – afferma Carlo Lucarelli – Anzi, ce ne sono tanti. Sono costruzioni narrative bellissime, piene di emozioni e colpi di scena. Raccontano lo spirito di un periodo e fatti che ancora ci parlano. Ma soprattutto, per quanto le racconti e le ripeti, non sono mai le stesse. E questo è solo uno dei misteri che abbiamo cercato di svelare con In Compagnia del Lupo. Le storie che raccontiamo nella nuova stagione sono ancora più sorprendenti, misteriose e inquietanti. Da non perdere.”

Nella prima stagione di In Compagnia del Lupo. Il cuore nero delle fiabe, Lucarelli ha accompagnato il pubblico alla scoperta degli aspetti più insoliti, spaventosi e avventurosi nascosti nelle storie di Cappuccetto Rosso, Il Piccolo Principe, Barbablù, La Bella e la Bestia, le bambine delle fiabe dei Fratelli Grimm, Peter Pan, il Brutto Anatroccolo e Hansel e Gretel, che sono diventati anche i protagonisti di un omonimo volume edito da Sky Arte e TIWI, con approfondimenti, illustrazioni originali e immagini d’archivio disponibile in tutte le librerie.

La nuova stagione – anticipata lo scorso dicembre da una puntata speciale dedicata al lato oscuro di Babbo Natale, ben lontano dall’uomo corpulento con la barba bianca e il sacco pieno di regali che i bambini tanto amano – prosegue il suo viaggio all’interno di storie classiche e meno conosciute, ma tutte dai risvolti sorprendenti, a volte inquietanti, con strette connessioni a fatti di cronaca realmente accaduti. Gli episodi, come sempre accompagnati da illustrazioni animate, coinvolgono numerosi ospiti e location d’eccezione, come il Castello Bonoris di Montichiari(BS) e BUB – Biblioteca Universitaria di Bologna.

Nel corso del sesto episodio, in onda martedì 22 marzo alle ore 21.15, Lucarelli – accompagnato dallo scrittore e architetto Gianni Bondillo – ci racconta la storia dell’uomo più gentile al mondo: il Gobbo di Notre-Dame.

Nel 2010 nell’archivio della Tate Gallery di Londra viene ritrovato ed esaminato il diario di uno scalpellino inglese, Henry Sibson. L’uomo lavora a Parigi durante il periodo dei primi restauri di Notre-Dame e tra le sue pagine racconta di aver conosciuto un uomo gentilissimo, a cui gli scalpellini che lavorano nella Cattedrale hanno dato il soprannome Le Bossu, Il Gobbo. Nei pressi di Notre-Dame, proprio in quegli anni, vive anche Victor Hugo, l’autore di Notre-Dame de Paris, il romanzo che ha per protagonista Quasimodo, il Gobbo di Notre-Dame. È facile pensare che anche Hugo abbia conosciuto lo stesso uomo e che sia stato proprio lui ad ispirargli il celebre personaggio. Quello che è più difficile capire è come un romanzo così tragico possa essere diventato una delle storie più famose realizzate da Walt Disney. Il romanzo e il film sono davvero molto diversi tra loro. C’è una cosa, però, che hanno in comune. Entrambi parlano di cosa significhi essere un mostro, un reietto, il capro espiatorio a cui dare la colpa di tutto il male del mondo. Hugo lo fa con la potenza della sua penna e ci immerge nelle profondità dell’animo umano. Disney lo fa con delicatezza, addolcendo tutti gli aspetti più crudeli ed inquietanti della storia originale.

Carlo Lucarelli conduce gli spettatori in un mondo che credevano di conoscere e, svelando lati poco noti di tutte quelle storie che hanno accompagnato gli anni della loro infanzia, li immerge in un’atmosfera magica e inquietante e li porta a scoprire che c’è qualcosa di più pauroso di ciò che troviamo nelle fiabe: la realtà. E forse no, il cattivo non è solo il lupo.

In Compagnia del Lupo. Il cuore nero delle fiabe è una produzione Sky Original in onda su Sky Arte realizzata da TIWI con il sostegno della Regione Emilia-Romagna.

In cantiere un remake di Timecop – indagini dal futuro

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timecopLa Universal Pictures, a conferma della profondissima crisi creativa che impera in tutta Hollywood, ha avviato le pratiche per sviluppare un remake di Timecop – indagini dal futuro , il cul del 1994 che vide protagonsita Jean-Claude Van Damme. Ricordiamo che il film, nel 1997, si è trasformato anche in una serie televisiva prodotta dalla ABC.

Il film originale, che incassò circa 102milioni di dollari in tutto il mondo, è ambientato in un futuro prossimo dove i viaggi nel tempo sono regolati da uno speciale corpo di polizia. Un agente (Van Damme) cercherà di fermare un politico corrotto attraverso un viaggio nel tempo, per impedire al politico di cominciare la sua disonesta carriera.

La Universal sta cercando in questo momento uno sceneggiatore per il remake , mentre si sa con certezza che Van Damme non sarà coinvolto.Fonte: WP

In buone mani 2: recensione del film turco su Netflix

In buone mani 2: recensione del film turco su Netflix

Netflix non sbaglia un colpo. Proprio come fa la nostra Mediaset, che sta puntando su un palinsesto ricco di soap opera turche, anche la piattaforma dalla N rossa sta investendo sulle serie ottomane. Una scelta che non deve sorprendere, considerata la loro grande commercabilità e il loro finire, quasi sempre, nella Top 10 dei titoli più visti. E così di recente il colosso streaming ha arricchito il catalogo con In buone mani 2, il secondo capitolo della dramedy In buone mani, già fra i più guardati, il cui debutto è avvenuto nel 2022. Il primo film si concentrava su Melisa e il suo desiderio di affidare il figlio, Can, a qualcuno che se ne sarebbe potuto prendere cura per sempre, vista la patologia che l’avrebbe portata alla morte.

Ed era proprio la malattia uno dei pilastri tematici su cui ruotava la storia, nonché escamotage narrativo che aveva innescato la love story fra Melisa e Firat, quest’ultimo scopertosi essere padre del bambino. Proprio come il primo film, In buone mani 2 segue il classico pattern delle commedie romantiche dal retrogusto drammatico con l’irrinunciabile happy ending. Questo perché è un prodotto che mira, esattamente come gli sceneggiati televisivi, alla trasversalità. Ciò significa anche che, pur facendosi carico di diverse tematiche rilevanti, non le esplora mai a pieno, rimanendo su toni più leggeri per poter essere maggiormente accesibile.

Il target di riferimento rimane infatti invariato: un pubblico che cerca intrattenimento e non impegno, desideroso di lasciarsi coinvolgere in un racconto che farà versare qualche lacrima, per poi giungere a un epilogo rassicurante in cui tutto torna al proprio posto. Nel suo intento riesce e, a differenza di altri titoli, pur dipanandosi su una narrazione telefonata, non risulta pesante o stucchevole. In cabina di regia troviamo nuovamente Ketche, mentre le musiche, fondamentali in opere come queste per sostenere il pathos delle scene, sono di Tarkan Gözübüyük e Ozan Tügen.

In buone mani 2 Netflix

La trama di In buone mani 2

Dopo la morte di Melisa, Can e Firat si trovano a costruire il loro nuovo rapporto padre-figlio. Ora non basta più conoscersi: adesso devono vivere insieme ogni giorno sotto lo stesso tetto. Da qui derivano nuove responsabilità, a cui entrambi devono abituarsi: per Firat è fondamentale prendersi cura del bambino per non fargli mancare nulla, mentre il piccolo Can deve adattarsi alle nuove regole della casa. Purtroppo, però, le cose non vanno per il meglio. Da quando Melisa non c’è più, Firat ha cercato conforto nell’alcol e ogni sera torna a casa ubriaco.

Per Can è molto più difficile abituarsi a questa nuova quotidianità, soprattutto perché vede davanti a sé un padre malridotto e abbandonato a sé stesso. Le difficoltà per il neo genitore sono molteplici, e nonostante l’amore per suo figlio, non riesce a darsi un limite, sentendosi un fallimento su tutti i fronti. A sconvolgere la loro routine sarà Sezen, anche lei con un passato difficile, che riuscirà a portare un po’ di luce dove prima regnava l’oscurità.

 

Un dramedy senza impegno

In buone mani 2 con non troppa sorpresa funziona, nonostante la formula originale non sia stata alterata. L’intreccio narrativo resta sostanzialmente identico al precedente, con l’unico cambiamento rappresentato dal nuovo interesse amoroso, ossia Sezen. Anche i colpi di scena, i punti di svolta e il climax finale sono simili, suggerendo che l’obiettivo non era creare una trama più complessa per intrigare gli spettatori, ma piuttosto soddisfare alcune loro curiosità. Il primo capitolo si era infatti concluso furbamente, lasciando il pubblico con diverse domande in sospeso che esigevano una risposta. Le più importanti: come affronta Can la perdita della madre? E come si adatta Firat a questo nuovo ruolo?

Nel presentarci la nuova vita dei personaggi a cui ci siamo affezionati, Ketche introduce altri vari temi. Si passa dalla mancata comunicazione tra padri e figli, alle sfide della genitorialità, fino ad affrontare il problema dell’alcolismo e il tema del lutto. Ognuno di questi aspetti trova il proprio spazio nella sequenza degli eventi, sebbene a emergere maggiormente siano gli ultimi due, che poi sono quelli più connessi l’uno all’altro. Nonostante la sceneggiatura sia basilare e gli snodi narrativi il più delle volte prevedibili (con la presenza inevitabile dei cliché), la pellicola è in grado di suscitare comunque il giusto interesse e, pur mantenendo un tono romantico, riesce a non scadere mai nel lezioso.

Del resto, come abbiamo detto, da questo tipo di prodotti non ci si aspetta – e nemmeno si desidera – un’opera d’autore con una scrittura sofisticata e una lettura stratificata. Si cerca una leggerezza sufficiente per distrarsi e una storia che coinvolga quel tanto che basta per non annoiarsi, senza richiedere una concentrazione massima. Alcuni film hanno questo scopo, e In buone mani 2 il suo compito lo svolge tutto sommato bene.

In buone mani 2 Kaan Urgancıoğlu Melisa Asli Pamuk

Kaan Urgancıoğlu, un attore poliedrico

Sul fronte degli attori, invece, c’è un netto squilibrio. Il pubblico di Mediaset (e più in generale gli appassionati dei drammi turchi) riconoscerà i volti di Kaan Urgancıoğlu e Melisa Asli Pamuk. Entrambi sono attualmente in scena nella soap opera Endless Love, in onda su Canale 5, nei rispettivi panni di Emir e Asu. In questo contesto, sia Urgancıoğlu che Pamuk interpretano ruoli più complessi, con personaggi subdoli e perfidi, offrendo una bella prova attoriale, ma nel passaggio a un genere differente l’attrice turca sembra soffrire in termini di recitazione.

A differenza del collega, che si mostra versatile e a proprio agio anche in un ruolo meno impegnativo, Pamuk pare avere difficoltà a immedesimarsi in Sezen. Mentre Urgancıoğlu è totalmente a servizio del suo personaggio, risultando convincente, la performance di Pamuk è più scarica, risultando monoespressiva e poco trascinante, tanto da mettere in risalto anche l’assenza di feeling che c’è fra i due. Fortunatamente, Urgancıoğlu riesce a compensare questa mancanza di alchimia con la sua partner sullo schermo grazie all’interazione con Mert Ege Ak (Can). Insieme al giovane attore, riescono infatti a regalare i momenti più emozionanti della storia, colmando il vuoto emotivo lasciato dalla scarsa sintonia tra i protagonisti.

In buone mani 2, la spiegazione del finale: Come ha cercato Firat di diventare un padre migliore?

La prima parte di In buone mani, il film originale Netflix di successo, si è conclusa con una nota tragica: Melisa ha ceduto alla sua malattia e ha lasciato suo figlio Can con il padre naturale, Firat. Melisa era una madre single e solo dopo aver scoperto le sue condizioni di salute ha pensato di riallacciare i rapporti con Firat.

L’uomo d’affari non aveva idea di avere un figlio, e quando l’ha saputo, la possibilità di una famiglia felice era improbabile. Superare la morte di Melisa è stato difficile sia per il padre che per il figlio, e in In buone mani 2 (In Good Hands 2) vediamo il duo lavorare a una macchina del tempo per tornare da Melisa. Costruire la macchina del tempo è stato il modo in cui Can ha affrontato la perdita. Voleva credere che, se si fosse impegnato abbastanza, sarebbe riuscito a tornare da sua madre e a tenerla stretta per assicurarsi che non lo lasciasse di nuovo.In buone mani 2 (In Good Hands 2) è incentrato sul modo in cui il padre e il figlio in lutto imparano a vivere la loro vita insieme come un’unità e ad accettare le cose belle che si presentano.

Come hanno legato Firat e Sezen?

In buone mani 2 (In Good Hands 2) film
Credit Netflix

Per Can era difficile affrontare i bulli a scuola. Ridevano del suo modo di ballare e prendevano in giro la sua relazione con Firat. Trovavano strano che Can chiamasse suo padre per nome e che Firat si rivolgesse a Can come “capo”. Can non si aspettava che i suoi compagni di classe capissero quello che stava passando, ma il fatto che scherzassero sul suo insolito rapporto con il padre lo ha distrutto e ha deciso di abbandonare la scuola. Can e Firat hanno avuto una discussione in un bar, quando Sezen è intervenuta.

Voleva un po’ di pace e ha chiesto che padre e figlio smettessero di litigare. La discussione si sposta dalla scuola alla macchina del tempo e, ancora una volta, Firat e Can discutono animatamente. Sezen era ormai stanca e si avvicinò a Can, spiegandogli che costruire una macchina del tempo era impossibile. Can rimase allo stesso tempo colpito dalle conoscenze di Sezen e deluso dalla sua disapprovazione del suo progetto. Can si rifiutò di arrendersi e finì per raccogliere altre luci per trovare un modo per viaggiare nel tempo.

Firat aveva un problema di alcolismo e, dopo che Can aveva espresso la sua delusione nei confronti di Firat per non essere stato presente per lui come lo era sempre stata sua madre, aveva ripreso a bere. Il padre di Firat era un alcolizzato e lui si era sempre ripromesso di non diventare come suo padre, ma non riusciva a trovare la forza di smettere di bere. Era il suo modo di alleviare il dolore e ancora una volta finì in un pub e bevve più di quanto potesse sopportare. Al pub c’era anche Sezen, che aiutò Firat a tornare a casa.

Il giorno dopo, Firat la incontrò e si scusò per averla messa in difficoltà. Legarono discutendo di tutte le sciocchezze che Firat aveva fatto la notte precedente. Si godono la reciproca compagnia e Firat si rende conto che non ha bisogno dell’alcol per godersi una serata. Anche Sezen si sentiva sola: amava molto suo fratello, che si era recentemente trasferito negli Stati Uniti, lasciando un vuoto nel suo cuore. Le era stata diagnosticata una depressione e ogni giorno cercava di guarire un po’.

Anche l’incontro con Firat l’ha aiutata ad affrontare la situazione. Anche se si erano appena conosciuti, si sentivano a proprio agio l’uno con l’altra e non avevano paura di essere vulnerabili. Sezen si è anche resa conto dell’importanza di Can nella vita di Firat e il giorno dopo ha deciso di fare amicizia con suo figlio.

Come ha fatto Sezen a conquistare Can?

In buone mani 2 (In Good Hands 2)
Credit © Netflix

Can si rifiutava di accettare Sezen nella sua vita. Firat era tutto ciò che aveva e, da piccolo, si sentiva insicuro a condividere il padre con un estraneo. Dopo aver perso la madre, l’ultima cosa che Can voleva era che Firat se ne andasse. Il giorno dopo Sezen incontrò Can a scuola. Sperava che lui capisse che non poteva portargli via Firat perché il legame che condividevano era indissolubile.

Sezen cercò di far capire a Can quanto la sua vita sarebbe diventata solitaria se non si fosse fatto degli amici. Ma invece di ascoltare i consigli di Sezen, Can era impegnato a tenere d’occhio i suoi bulli. Ben presto i bulli si avvicinarono e chiesero a Can di spiegare chi fosse Sezen.

Lo hanno preso in giro ancora una volta, ma questa volta Sezen era lì per sostenerlo. Invece di inchinarsi ai bulli, Sezen prese un tubo per l’acqua e attaccò Nedim. Gli studenti ridevano di Nedim e Can non ne aveva mai abbastanza di quel momento. Era contento che Sezen lo avesse salvato dall’umiliazione e finalmente l’aveva accettata nella sua vita. Non poteva negare che Sezen fosse un panino migliore di suo padre e fu ancora più felice di scoprire che il fratello di Sezen, Kerem, stava studiando per diventare astrofisico al MIT e che avrebbe potuto aiutarlo a costruire una macchina del tempo. Sezen promise a Can che Kerem lo avrebbe aiutato nel suo progetto, e questo fu un motivo in più per Can per accettare prontamente Sezen come nuovo amico di suo padre.

Quali passi ha fatto Firat per diventare un padre migliore?

In buone mani 2 (In Good Hands 2)
Credit © Netflix

La dipendenza di Firat ha spesso ostacolato il rapporto padre-figlio. Can odiava il modo in cui suo padre si comportava quando si ubriacava, e spesso lo esprimeva ad alta voce. Firat ha cercato di stare lontano dall’alcol dopo aver incontrato Sezen, che era sobrio, ma durante una festa di compleanno, ha finito per fare di nuovo il pieno di alcol.

Il padre di Nadim, Emrah, si è arrabbiato per l’accaduto a scuola e ha sminuito Firat per non aver saputo di avere un figlio per sei anni. Non pensava che Firat fosse mai stato un buon padre per Can ed Emrah lo aveva avvertito di non dare lezioni di educazione agli altri. Dopo essersi ubriacato, Firat si azzuffò con Emrah alla festa, mettendo in imbarazzo sia Can che Sezen.

Can è frustrato dal padre e torna a casa per distruggere la macchina del tempo che aveva costruito. Era pronto a crescere, ma non era sicuro che suo padre fosse pronto a cambiare strada. Can voleva stare con sua madre, ora più che mai, e Firat si vergognava di aver messo suo figlio in una posizione così orribile.

Dopo aver parlato con la madre, Firat si è reso conto di quanto sia stata difficile la sua infanzia a causa del vizio del bere del padre, e invece di diventare un genitore migliore, stava facendo del male a suo figlio nello stesso modo in cui lo faceva suo padre. Firat si rese anche conto che era giunto il momento di perdonare Melisa per aver tenuto nascosto Can per sei anni, perché le era servito molto coraggio per crescere suo figlio da sola e per questo meritava solo amore e rispetto.

Firat ha deciso di rimanere sobrio ed è determinato a non deludere mai più Can. Verso la fine di In buone mani 2, Firat scrive una lettera ai genitori e al personale scolastico scusandosi per il suo comportamento e ammettendo di dover diventare un padre migliore per Can. Anche Can accetta le scuse del padre e guarda con fiducia al loro futuro insieme.

Quale segreto nascondeva Sezen?

In In buone mani 2 (In Good Hands 2) viene gradualmente rivelato che anche Sezen aveva perso suo fratello Kerem e, invece di affrontare la perdita, ha finto che vivesse negli Stati Uniti. L’idea che lui sia lì da qualche parte l’ha aiutata a non crollare completamente. Firat confessò a Sezen di aver visto lei e suo fratello ballare al pub sei mesi prima.

Sezen era estremamente felice quella sera e annunciò con entusiasmo che suo fratello era riuscito ad entrare nell’università dei suoi sogni. Firat aveva offerto loro un passaggio a casa, visto che Sezen era piuttosto ubriaca. Kerem ringraziò Firat, ma era sobrio e aveva anche la patente, quindi riteneva di non avere motivo di preoccuparsi. Il giorno dopo, Firat scoprì che Kerem e Sezen avevano avuto un incidente e che Kerem era morto per le ferite riportate.

Firat credeva che l’incontro con Sezen nello stesso pub, qualche mese dopo, non potesse essere una semplice coincidenza. Aveva bisogno di qualcuno a cui appoggiarsi e anche Sezen aveva bisogno di un amico e di un sistema di sostegno. Erano entrambi in lutto e potevano capire cosa stava passando l’altro. Sezen continuava a rimproverarsi per l’incidente, ma Firat la confortava e le dava un motivo per non arrendersi.

Firat, Sezen e Can hanno superato il lutto in In buone mani 2?

Firat invitò Sezen e Can a un evento che aveva organizzato nel cortile di casa sua. Ha ricreato la macchina del tempo e l’ha chiamata “tunnel del tempo”. Credeva che Sezen e Can avessero bisogno di rivisitare il loro passato e di conservare i bei momenti trascorsi con le persone che amavano. Era anche un modo per ricordare loro quanta strada avevano fatto come individui.

Can si rivolse per la prima volta a Firat chiamandolo “papà” e anche Firat lo chiamò con orgoglio suo figlio. Sezen è stata felice di vedere sullo schermo un video di lei e Kerem. Le tornarono in mente i giorni felici trascorsi insieme e Can la confortò dicendole che Kerem e sua madre si trovavano nello stesso posto e che credeva stessero bene. Ha promesso di essere presente anche per Sezen e, in un modo bellissimo, il dolore ha unito i tre e hanno trovato un senso di accettazione reciproca.

Nel finale di In buone mani 2 (In Good Hands 2), Can, vestito da calabrone, ha cercato di seguire i passi dei suoi compagni di classe e Firat ha capito che Can aveva ragione: lo spettacolo era noioso. Incoraggiò Can a fare la sua danza e suo figlio lo accontentò. Can ballò come era solito fare con sua madre e il resto dei bambini seguì le sue orme. Finalmente si stavano divertendo e Can, invece di diventare lo zimbello di tutti, era diventato il mattatore, grazie al padre che lo aveva incoraggiato a esprimere la sua eccentricità. È chiaro che padre e figlio hanno fatto molta strada e Can non esita più a riconoscere pubblicamente che Firat è suo padre.

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In arrivo un quinto Bourne per la Universal

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In arrivo un quinto Bourne per la Universal

bourne legacyAppena poco prima dell’uscita al cinema di The Bourne Legacy, la Universal Pictures fece chiari piani per portare al cinema anche un quinto episodio del lucroso franchise di Bourne. Così ha assunto Anthony Peckham, sceneggiatore di Invictus e di Sherlock Holmes per realizzare uno script che potesse essere all’altezza dei film precedenti e vedesse per la quinta volta il franchise al cinema. Ad interpretare il protagonista, per la seconda volta, Jeremy Renner nei panni di Aaron Cross.

The Bourne Legacy, diretto da Tony Gilroy, mente dietro la prima trilogia, ha continuato il percorso tracciato dalla storia di Bourne, ipotizzando una schiera di agenti segreti, eredi dello stesso trattamento medico subito da Jason Bourne interpretato da Matt Doman. Legacy infatti vuol dire discendenza, e il primo discendente che abbiamo incontrato è proprio Aaron Cross, un agente segreto che attraverso cure mediche è stato reso più intelligente e più forte.

Allontanandosi in questo modo dalla storia originale dello scrittore Robert Ludlum, Gilroy ha reso il franchise aperto a diversi sequel, e non è da escludere che con Jeremy Renner nel ruolo di protagonista si possa realizzare un’altra trilogia.

Fonte: CS

In arrivo un film sul gioco della Mattel Max Steel

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max steelDa Transformers in poi il mondo del cinema e quello dei giocattoli si sono incontrati sempre più spesso negli ultimi anni, e così adesso anche la Mattel vuole portare sullo schermo il suo supereroe: si chiama Max Steel e ha 16 anni, va a scuola e all’occorrenza si trasforma er sconfiggere i cattivi. Un film sul gioco, popolarissimo in America Latina, era già in produzione e aveva Taylor Lautner come protagonista. Dopo che però l’attore ha lasciato il ruolo, la Dolphin Entertainment ha comprato i diritti del gioco dalla MAttel e sta mettendo in piedi un film in live action basato su una sceneggiatura di Christopher Yost e sulla regia di Stewart Hendler.

Max Steel è nato negli anni ’90 come una serie di action figures che si è trasformata poi in una serie tv animata, un video game, diversi fumetti e nove film animati.

La storia ruota intorno ai problemi e ai turbamenti dell’adolescente Maxwell McGrath e del suo compagno Steel. Entrambi hanno super poteri, Max con la turbo energia e Steel con il super intelletto formano insieme Max Steel, il supereroe definitivo.

Fonte: CS

In arrivo un cinema IMAX alle porte di Napoli

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ImaxLucisano Media Group SpA, holding quotata sul mercato Aim di Borsa Italiana, e IMAX Corporation (NYSE:IMAX) annunciano oggi l’accordo per la realizzazione di una nuova sala IMAX® ad Afragola (NA). La sala IMAX verrà installata nel multiplex “Happy Maxicinema” situato presso il Centro Commerciale Le Porte di Napoli e gestito da Stella Film, società controllata di Lucisano Media Group.

“Siamo orgogliosi di essere i primi a proporre la tecnologia IMAX agli spettatori del Sud Italia” ha dichiarato Fulvio Lucisano, Presidente di Lucisano Media Group SpA. “Afragola si caratterizza per una forte passione cinematografica: crediamo pertanto che il pubblico campano sia pronto per un’esperienza di intrattenimento premium che solo IMAX è in grado di offrire. Investendo nella tecnologia IMAX stiamo investendo in qualità, innovazione e in quello che crediamo possa rappresentare un vantaggio competitivo per la nostra attività”.

“L’accordo di oggi dimostra come la costruzione di sale IMAX sia in costante aumento in tutta l’Europa occidentale”, ha detto Andrew Cripps, Presidente di IMAX EMEA. “Lucisano Media Group condivide la nostra passione per l’innovazione e il desiderio di far vivere ai propri spettatori momenti di intrattenimento indimenticabili. Siamo lieti di accogliere Lucisano Media Group nel circuito IMAX e portare ad Afragola una esperienza cinematografica davvero coinvolgente”.

In arrivo The Expendables 4 con Sylvester Stallone

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In arrivo The Expendables 4 con Sylvester Stallone

Dopo alcune voci non positive arriva oggi la notizia che The Expendables 4 si farà, nonostante un incasso sotto le aspettative negli USA. Infatti, secondo Variety, Image e Millennium hanno appena siglato un accordo di prevendita con Sony Pictures International per conto di SSXH Pechino e Max Film Distribution per portare sul grande schermo ancora una volta la banda capitanata da Sylvester Stallone.

Il terzo capitolo del franchise ha incassato solo 39 milioni negli USA diventando così un vero flop ma solo in patria perché nel resto del mondo ha incassato 167 milioni di dollari. Dunque ancora una volta l’internazionale salva un franchise hollywoodiano e in part grazie alla Cina. Al momento regista e cast non sono stati confermati ma il film dovrebbe uscire nel 2017.

In arrivo Sinister 2

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In arrivo Sinister 2

Scott Derrickson e C. Robert Cargill, la coppia vincente dietro al successo del nuovo horror Sinister, hanno annunciato che la casa di produzione Blumhouse Productionsì è intenzionata a finanziare un sequel in cui però non è sicura la presenza di Derrickson alla regia. Per Sinister 2  molto probabilmente Cargill e Derrickson scriveranno la sceneggiatura e co-produrrano assieme a Jason Blum.

Con un incasso di oltre 77 milioni di dollari nel mondo (contro gli appena 3 spesi per la realizzazione) Sinister si è assicurato un posto di primo piano nel panorama cinematografico degli ultimi tempi, anche grazie alla presenza all’interno del cast del protagonista Ethan Hawke nei panni di uno scrittore alle prese con tremende entità soprannaturali. In attesa del sequel, Sinister approderà nelle sale italiane a marzo 2013.

Fonte: comingsoon.net

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