Valerio Mastrandrea e Hadas Yaron sono i protagonisti di La felicità è un sistema complesso, il nuovo film del regista di Non pensarci Gianni Zanasi che uscirà in Italia il 26 novembre. Nel cast anche Giuseppe Battiston, Filippo De Carli e Camilla Martini.
Il film, presentato al 33 Torino Film Festival, parla di Enrico Giusti (Valerio Mastrandrea) e del suo singolare lavoro: trovare persone che, per vari motivi, si trovano a guidare grandi aziende senza esserne assolutamente capaci e convincerli a cederle. Un giorno incontra Achrinoam (Hadas Yaron), una bella e sfortunata ragazza che entrerà nella sua vita con prepotenza. Così come i fratelli Lievi, Filippo (Filippo De Carli) e Camilla (Camilla Martini), rimasti orfani dopo la morte dei genitori e con il peso di una grande società da gestire.
Pellicola intensa, a tratti molto profonda, incentrata sull’esistenza difficile di quattro persone di età diverse che il destino fa incontrare e che crescono insieme prendendo esempio l’uno dall’altra. C’è Enrico, che sfugge da un passato turbolento legato alla fuga del padre e cerca di convincersi di essere utile alla società con il suo strano lavoro. Nel suo solitario e organizzato quotidiano irrompe Achrinoam, fragile sognatrice dallo sguardo profondo che con la sua semplicità lo colpirà a fondo costringendolo a riflettere su se stesso. C’è Filippo, che nonostante la giovane età rappresenta quella purezza che Enrico è convinto di perseguira ma che non ha mai veramente trovato. Da lontano li osserva Camilla, che entra in contatto con Achrinoam e le apre il suo cuore di adolescente, straziato da una parte dall’assenza dei genitori, dall’altra dal senso di colpa per la loro morte.
Una storia seria e delicata con episodi leggeri a volte anche esilaranti. Un ritmo a volte lento ma ravvivato con frequenti digressioni condite da una colonna sonora eccezionale per potenza e vitalità (firmata da Niccolò Contessa). Unita a una fotografia stupefacente e creativa messa in opera da Vladimir Radovic, confezionano un bel prodotto, gradevole e interessante. Alla fine resta la brillante recitazione di Mastrandrea, sempre in bilico tra il serio e l’ironico, a tratti un po’ goffo ma sempre vitale. Notevole interpretazione di Hadas Yaron, vincitrice della Coppa Volpi 2012 per La sposa promessa, bravissima a far arrivare tutta la potenza di Achinoam. Fragile ma determinata che come personaggio ricorda molto, anche nella voce, la Penelope Cruz di Non ti muovere. Bello e fresco il personaggio di Filippo, giovane scanzonato ma con la testa sulle spalle pronto a reagire dopo che la vita gli ha appena inferto un colpo durissimo, che avrebbe messo chiunque al tappeto.




Nell’inverno del 1820, la baleniera del New England viene attaccata da una creatura incredibile: una balena dalle dimensioni e la forza elefantiache, ed un senso quasi umano di vendetta. Il disastro marittimo, realmente accaduto, avrebbe ispirato Herman Melville a scrivere Moby Dick. Ma l’autore ha descritto solo una parte della storia. in-the-heart-of-the-sea-imageHEART OF THE SEA – LE ORIGINI DI MOBY DICK rivela le conseguenze di quella straziante aggressione, di come i superstiti dell’equipaggio della nave vengono spinti oltre i loro limiti e costretti a compiere l’impensabile per poter sopravvivere. Sfidando le intemperie, la fame, il panico e la disperazione, gli uomini mettono in discussione le loro convinzioni più radicate: dal valore della vita alla moralità delle loro spedizioni, mentre il capitano cerca di riprendere la rotta in mare aperto, ed il primo ufficiale tenta di sconfiggere il capodoglio.
