Ecco un nuovo spot tv, pubblicato in
esclusiva da Comingsoon.net, di Ex
Machina, Sci-Fi con protagonisti Domhnall Gleeson,
Oscar Isaac e Alicia Vikander e scritto e
diretto da Alex Garland (28
Giorni dopo).
Scritto e diretto da Alex
Garland (28 Giorni Dopo, Sunshine, Dredd), Ex Machina è un intenso
thriller psicologico incentrato su un triangolo amoroso tra due
uomini e una bellissima donna robot. Il film esplora i grandi temi
della consapevolezza, delle emozioni, della sensualità, della
verità e della menzogna.
Ricordiamo che Oscar
Isaac e Domhnall Gleeson saranno insieme
anche sul set di Star
Wars Episodio VII, mentre ricordiamo la bella
Alicia Vikander in Royal
Affair, film nominato agli Oscar nella categoria
Miglior film straniero nel 2013.
Pubblicati tre nuovi poster del
film Ex
Machina, il prossimo sci-fy che vedrà
l’esordio alla regia di Alex Garland.
Diamogli uno sguardo.
Scritto e diretto da Alex
Garland(28 Giorni Dopo,
Sunshine, Dredd), Ex
Machina è un intenso
thriller psicologico incentrato su un triangolo amoroso tra due
uomini e una bellissima donna robot. Il film esplora i grandi temi
della consapevolezza, delle emozioni, della sensualità, della
verità e della menzogna.
Nel cast del film, al fianco dei già
citati Domhnall
Gleeson ed Oscar Isaac
troveremo Alicia Vikander, Corey
Johnson, Chelsea Li.
Vi ricordiamo che Ex
Machina debutterà nei cinema inglesi il
prossimo 23 gennaio, mentre negli Stati Uniti
dovranno attendere sino al 10 aprile.
Ecco una nuova featurette di
Ex
Machina, film che vede nel cast Domhnall
Gleeson, Oscar Isaac e Alicia Vikander.
Protagonista del video è Domhnall, giovane attore
già visto brevemente in Harry Potter e
protagonista di Questione di Tempo.
Scritto e diretto da
Alex Garland (28 Giorni Dopo,
Sunshine, Dredd), Ex
Machina è un intenso thriller psicologico incentrato
su un triangolo amoroso tra due uomini e una bellissima donna
robot. Il film esplora i grandi temi della consapevolezza, delle
emozioni, della sensualità, della verità e della menzogna.
Ex machina
è uscito nelle sale statunitensi il 10 aprile 2015 mentre in Italia
potremo vederlo a partire dal 30 luglio 2015.
È online una nuova
interessante featurette behind-the-scenes di Ex
machina, film sci-fi indipendente recentemente
visto in anteprima nei festival di mezzo mondo tra cui il South by
Southwest Film Festival e il Bif&st-Bari International Film
Festival. Nella featurette si fa molto del più del solito taglia e
cuci tra b-roll e interviste, andando invece a illustrare da una
prospettiva interna il modo in cui registi e attori
collaborano.
Scritto e diretto da
Alex Garland (28 Giorni Dopo, Sunshine, Dredd), Ex Machina è un
intenso thriller psicologico incentrato su un triangolo amoroso tra
due uomini e una bellissima donna robot. Il film esplora i grandi
temi della consapevolezza, delle emozioni, della sensualità, della
verità e della menzogna.
Vi ricordiamo che nel cast
principale del film figurano Domhnall Gleeson
(Questione di tempo), Oscar
Isaac (A proposito di Davis, A Most Violent
Year) e Alicia Vikander
(Il quinto potere).
Nel video Alex Garland, regista e
sceneggiatore del film, insieme agli attori Oscar
Isaac e Alicia Vikander, spiegano come
Ex machina – attraverso specifici
elementi della sceneggiatura e della recitazione – riesca ad
afferrarre l’angoscia culturale e sociologica che circonda il tema
dell’intelligenza artificiale.
Ex machina è uscito nelle sale
statunitensi il 10 aprile 2015 mentre in Italia potremo vederlo a
partire dal 30 luglio 2015.
Ecco una nuova featurette di
Ex
Machina, film che vede nel cast Domhnall
Gleeson, Oscar Isaac e Alicia Vikander.
Nel video potete vedere come è nato l’aspetto insieme metallico
eppure estremamente sensuale di Ava, il robot protagonista.
Scritto e diretto da Alex
Garland (28 Giorni Dopo, Sunshine,
Dredd), Ex Machina è un
intenso thriller psicologico incentrato su un triangolo amoroso tra
due uomini e una bellissima donna robot. Il film esplora i grandi
temi della consapevolezza, delle emozioni, della sensualità, della
verità e della menzogna.
Ex machina
è uscito nelle sale statunitensi il 10 aprile 2015 mentre in Italia
potremo vederlo a partire dal 30 luglio 2015.
La Universal Pictures ha diffuso le
clip italiane di Ex
Machina, il film dall’autore di 28 Giorni Dopo,
Sunshine e Dredd, Alex Garland
con Domhnall Gleeson, Oscar Isaac
e Alicia Vikander.
Sinossi: Scritto e diretto da Alex Garland (28
Giorni Dopo, Sunshine, Dredd), Ex Machina è un intenso thriller
psicologico incentrato su un triangolo amoroso tra due uomini e una
bellissima donna robot. Il film esplora i grandi temi della
consapevolezza, delle emozioni, della sensualità, della verità e
della menzogna.
Lo scrittore e regista Alex
Garland si è fatto un nome nel mondo del cinema di
fantascienza. Il suo debutto alla regia, Ex
Machina (la nostra
recensione), attira ancora l’attenzione. Interpretato
da
Alicia Vikander,
Domhnall Gleeson e
Oscar Isaac, il
film di A24 ha
ricevuto recensioni positive e molti lo hanno definito una versione
moderna del Frankenstein di Mary Shelley.
Garland non sovverte nemmeno il finale tragico del
libro della Shelley: che si tratti di mostri o di robot, non c’è
lieto fine per chi gioca a fare Dio.
Di cosa parla Ex Machina?
Caleb Smith (Domhnall
Gleeson) è un giovane programmatore che lavora per
Blue Book, la più grande società internet del mondo, e che vince un
concorso d’ufficio per trascorrere una settimana nella tenuta del
suo amministratore delegato, Nathan (Oscar
Isaac). Quando Caleb arriva, Nathan gli mostra la sua
struttura di ricerca, dandogli una chiave magnetica che gli
permetterà di aprire solo alcune porte. Nathan gli rivela di essere
stato scelto come componente umano in un test di Turing con Ava, un
robot dalle sembianze di una bella donna. Nathan vuole che Caleb
determini se pensa che Ava sia davvero in grado di essere cosciente
nonostante sappia di essere artificiale.
Durante le loro sessioni insieme,
Ava esprime attrazione per Caleb. Rivela di essere dietro a
temporanee interruzioni di corrente che spengono il sistema di
sorveglianza di Nathan e che, mentre stanno accadendo, possono
parlare in privato. Durante un’interruzione, dice a Caleb che
Nathan è un bugiardo e non ci si può fidare. Nathan assicura a
Caleb che la cotta di Ava per lui è autentica. Caleb scopre poi che
Nathan ha intenzione di potenziare Ava, eliminando così i suoi
ricordi e la sua personalità attuali.
Quella sera, fa ubriacare Nathan al
punto da rubargli la chiave magnetica, permettendogli di accedere
alla sua stanza e al suo computer. Trova i modelli senza vita di
tutti i robot precedenti e il filmato della loro creazione da parte
di Nathan. Kyoko (Sonoya Mizuno), una ragazza
giapponese muta che vive con Nathan, è nella stanza. Strappa un
pezzo di pelle, rivelando la struttura robotica sottostante: anche
lei è un androide. Caleb diventa così paranoico che si taglia il
braccio con un rasoio per assicurarsi di essere ancora umano.
Al successivo incontro con Ava,
durante un’interruzione di corrente, Caleb spiega i piani di Nathan
e promette di aiutare Ava a fuggire. Caleb dice che farà ubriacare
Nathan di nuovo, poi riprogrammerà il sistema di sicurezza per
aprire le porte invece di bloccarle durante un’interruzione di
corrente. Quando Ava toglierà la corrente, se ne andranno.
Tuttavia, il giorno dopo, Nathan rivela di aver nascosto una
telecamera a batteria nella stanza di Ava e di conoscere quindi il
loro piano. Nathan dice che Ava ha finto di essere attratta da
Caleb perché lui la aiutasse a fuggire. La vera prova era se Ava
fosse in grado di manipolare Caleb. Dimostrando di poterlo fare, ha
dimostrato di avere una vera coscienza umana.
Ava toglie la corrente e Caleb dice
a Nathan di aver sospettato di essere osservato e di aver
modificato il sistema di sicurezza il giorno precedente. Vedendo
Ava uscire dalla cella, Nathan stende Caleb per cercare di
fermarla. Tuttavia, Kyoko lo accoltella. Nathan le spacca la
faccia, ma viene poi pugnalato da Ava. Mentre si dissangua, Ava va
nella sua stanza e copre il suo corpo meccanico esposto con la
pelle artificiale degli altri modelli. Chiude Caleb all’interno
della struttura e ignora le sue grida di aiuto mentre scappa.
L’elicottero che doveva prelevare Caleb prende invece lei. L’ultima
inquadratura la mostra mentre si confonde tra la folla di una
città, con un aspetto umano come quello delle persone che la
circondano.
Ava si lascia alle spalle morte e
tragedia in Ex Machina
Il fatto che Ava chiuda Caleb
all’interno della struttura e lo abbandoni anche quando lui grida
aiuto indica che lo stava manipolando fingendo di essere attratta
da lui, proprio come aveva detto Nathan. A parte Ava, tutti hanno
subito un destino abbastanza tragico. Nathan si sta dissanguando
velocemente; anche se è ancora vivo quando Ava scappa, non lo sarà
per molto. Anche Kyoko sembra innegabilmente morta. Caleb è illeso
ma in trappola.
Non sembra esserci via d’uscita e,
anche se riuscisse a fuggire miracolosamente dalla struttura, la
tenuta di Nathan si trova nel mezzo di una vasta area selvaggia.
L’unica speranza di sopravvivenza per Caleb è che qualcuno si
accorga della sua scomparsa. Non ha genitori ed è stato scelto per
l’esperimento in parte per la solitudine della sua situazione;
sembra quindi che la sua unica speranza sia che i suoi colleghi di
lavoro pensino che c’è qualcosa che non va.
Una cosa che Garland ha specificato
è che non vuole che il pubblico pensi che Ava sia “solo un freddo
robot cattivo che fa fredde cose cattive, invece di empatizzare con
lei come un essere senziente che viene trattato in modo
irragionevole”. Ha superato il test di Nathan e ha effettivamente
una coscienza umana; quindi non è una macchina senz’anima che
lascia Caleb a urlare dietro di lei. Ma perché Caleb deve andare
incontro al suo destino? Potrebbe aiutare Ava a integrarsi nella
società umana: non sarebbe un vantaggio per lei averlo con sé? Ma
alla fine la decisione di rinchiuderlo ha un senso strategico.
Nella scena finale, Ava guarda le
persone che la circondano in città e non sembra meno umana di loro.
Si mimetizza completamente. Il più grande svantaggio che potrebbe
avere in questo nuovo mondo, oltre al fatto di non essere abituata,
è che la gente sappia che tecnicamente è un robot.
Per esperienza, la menzogna e
l’inganno sono la sua forza più grande e possono essere usati
abilmente a suo vantaggio. Avere con sé qualcuno che sa qualcosa di
lei che gli altri non sanno, le toglierebbe questo vantaggio, anche
se l’altra persona sembra animata da buone intenzioni. Inoltre, se
le informazioni trapelassero, potrebbero andare a suo svantaggio.
Entrambi gli umani con cui Ava ha interagito si sono sentiti in
qualche modo padroni di lei perché è un androide.
Con Nathan questo è ovvio: il film
stabilisce che lui si vede come una figura divina con un controllo
assoluto sulle sue creazioni. Ma anche Caleb inizia a sentire che
Ava gli appartiene. In un certo senso, sono stati fatti su misura
l’uno per l’altro, con Nathan che sfrutta la solitudine e il
bisogno di affetto di Caleb con un robot letteralmente modellato
sulle sue preferenze porno.
Che cosa significa esattamente il
titolo Ex Machina?
Il titolo del film si riferisce a
due aspetti del suo finale. Un “deus ex machina” è un
espediente della trama; letteralmente, significa “dio dalla
macchina” e si riferisce a qualcosa che viene introdotto
improvvisamente o inaspettatamente in una situazione apparentemente
irrisolvibile, fornendo una soluzione artificiosa a quella
situazione.
Ava è intrappolata nel complesso di
Nathan senza vie di fuga: una situazione senza speranza. Poi,
arriva Caleb. Poiché Caleb è letteralmente il “deus ex machina” che
permette ad Ava di fuggire, la donna non lascerà nulla al caso,
anche se ciò significa potenzialmente condannarlo a morire.
Tuttavia, il titolo ha anche un altro significato.
Il film si chiama semplicemente “ex
machina” senza il “deus”. La macchina non ha più un dio: è stato
rovesciato. L’ultima scena, che mostra Ava con la sua nuova
libertà, richiama alla mente una conversazione tra Caleb e Nathan
in cui quest’ultimo dice: “Un giorno le IA ci guarderanno come
noi guardiamo gli scheletri fossili nelle pianure dell’Africa. Una
scimmia eretta che vive nella polvere con un linguaggio e degli
strumenti rozzi, destinata all’estinzione“.
Nella scena
finale, Ava sembra guardare gli esseri umani esattamente
in questo modo. Stranamente, però, anche quando Nathan parla a
Caleb della superiorità degli androidi, continua a vedere se stesso
come un dio – e il loro dio in particolare. Ma con tutta la sua
genialità, anche Nathan non può evitare di essere superato dalla
sua creazione. Essere la prima persona ad aver inventato
un’intelligenza artificiale funzionante non fa di Nathan un dio.
Tra gli umani forse era speciale, ma in un mondo popolato da I.A.?
È solo una scimmia come tante.
Così come la città dove è situata,
la New York Public Library è uno degli edifici più cari al cinema
americano. Teatro di tantissime scene culto, distrutta più volte
nei vari disaster movie (e cinecomic) nel corso degli anni, la
libreria diventa finalmente protagonista di un lungometraggio.
Ex Libris: New York Public Library è l’ultimo
documentario di Frederick Wiseman, presentato alla
74esima
Mostra del cinema di Venezia in Concorso.
Uno dei più grandi cineasti viventi
si addentra nel sontuoso edificio di marmo bianco per raccontare la
libreria in tutta la sua vitalità. Non solo scaffali di tomi
polverosi e vecchie bibliotecarie. L’immaginario collettivo viene
completamente svecchiato e il pubblico, o almeno coloro che non
hanno mai frequentato la biblioteca, viene messo a parte di una
realtà brulicante di iniziativa, attività, aspetti.
Ex Libris: New York Public Library
Gli unici personaggi ricorrenti nel
lungo documentario, oltre tre ore, sono i responsabili, impegnati
nelle loro attività professionali, ma il resto del film si snoda in
una specie di successione di cortometraggi che raccontano sezioni
della vita dell’edificio. Conferenza, lezioni, progetti di
digitalizzazione: ogni attività è osservata da vicino e raccontata
con il solo espediente della manifestazione. Wiseman guarda con
curiosità una stanza, una conferenza, e poi, come se fosse annoiato
o curioso di altro, passa oltre, concentrandosi su un’altra
iniziativa.
Il risultato è un flusso di piccoli
racconti, piccole parentesi che mettono a parte lo spettatore di
argomenti disparati, toccati con grande puntualità e competenza
perché ripresi dagli esperti che nella biblioteca tengono incontri
e lezioni aperte al pubblico. Ex Libris: New York Public
Library si pone l’intento di raccontare un mondo vasto e
complesso attraverso il linguaggio del cinema un luogo che proprio
con il cinema è entrato nell’immaginario collettivo. Il risultato è
un documento di straordinario interesse, basta avere la pazienza di
goderlo fino in fondo.
Ewan McGregor rivela i commenti “rudi” che il
regista Terry Gilliam gli ha fatto, criticando la
sua carriera di attore mentre si approcciava a lui per un ruolo nel
film notoriamente travagliato, L’uomo che uccise Don Chisciotte. L’attore
scozzese è noto soprattutto per la sua interpretazione dell’iconico
Maestro Jedi, Obi-Wan Kenobi, un ruolo decisivo in
cui McGregor è tornato di recente per la serie Disney+, 17 anni dopo la fine della
trilogia prequel.
Al di fuori di Star
Wars, McGregor è noto principalmente per il suo ruolo
dell’eroinomane Mark Renton in Trainspotting del
1996, mentre di recente ha anche vinto un Emmy Award per la sua
interpretazione del famoso stilista nella miniserie di Netflix Halston.
Oltre un decennio fa, McGregor è
stato incaricato di sostituire Johnny Depp in
L’uomo che uccise Don Chisciotte di
Terry Gilliam, un film su un dirigente
pubblicitario di nome Toby Grummett che viaggia indietro nel tempo
nella Spagna del XVII secolo e incontra Don Chisciotte. Il primo
tentativo di Gilliam di realizzare il film con Depp come
protagonista è andato in pezzi perché era fuori budget. Per il suo
secondo tentativo, Gilliam si è rivolto a McGregor e lo ha scelto
per il ruolo principale, ma il progetto è fallito ancora una volta
per vari motivi.
Ora, più di un decennio dopo,
McGregor ha descritto in dettaglio cosa è successo davvero dietro
le quinte di L’uomo che uccise Don Chisciotte. Durante
un’intervista con GQ, l’attore di Obi-Wan
Kenobi ha discusso del momento in cui Gilliam gli si è
avvicinato per il ruolo principale di Toby Grummett. Il regista ha
sbattuto in faccia a Ewan McGregor la sua carriera di attore, anche
se ammette che Gilliam lo ha in un certo senso sfidato in un modo
che è rimasto con lui.
“[Gilliam] mi ha detto: “Che
cazzo hai fatto per tutto questo tempo? Hai sottovalutato tutto.
Cosa è successo al ragazzo in Trainspotting? Cosa è successo a quel
ragazzo?!” È stato piuttosto scortese. È raro che qualcuno ti
sfidi. Ma mi è rimasto impresso.”
Alla fine Gilliam ha realizzato
L’uomo che uccise Don Chisciotte con Adam
Driver, mentre Ewan McGregor ha continuato per la sua strada
di attore, arrivando poi, come detto, a conquistare un Golden
Globe.
Durante un’intervista con Capital
FM per promuovere la prossima serie Disney+, Ewan McGregor ha rivelato qual è l’iconica
frase di Obi-Wan
Kenobi che non gli piace dire: la memorabile
citazione di due parole “Hello, there“.
Mentre Ewan McGregor ammette di dire la battuta in
privato di tanto in tanto, non gli piace quando gli estranei gli
chiedono di dirla in pubblico, cosa che secondo lui è “strana”.
“Ogni tanto lo dico “hello,
there” [in privato]. Mi viene chiesto di dirlo molto. Non mi piace
dirlo se mi viene chiesto da estranei per strada, penso che sia
strano. È Alec Guinness, però, l’ha detto per primo. Voglio dire,
era la sua prima battuta in Una nuova speranza, vero?”
Ewan
McGregor è da oggi su Disney+ con le prime due puntate di
Obi-Wan
Kenobi, miniserie di sei episodi prodotti dalla
Lucasfilm.
In Obi-Wan
Kenobi protagonisti saranno Ewan McGregor che riprenderà il ruolo di
Obi-Wan Kenobi e Hayden
Christensen che interpreterà
Darth Vader, a più di dieci anni da La Vendetta dei
Sith. Nel cast anche Moses Ingram,
Joel Edgerton, Bonnie Piesse, Kumail Nanjiani, Indira Varma,
Rupert Friend, O’Shea Jackson Jr., Sung Kang, Simone
Kessell e Benny Safdie.
Ewan McGregor: dai
sobborghi di Edimburgo alle vastità del cosmo,
passando per thriller, spy stories, musical e commedie,
cimentandosi nel canto, coltivando nel frattempo una ‘passionaccia’
per i lunghi viaggi in motocicletta, fino ad approdare alla nuova,
impegnativa sfida della regia.
Uno degli attori più versatili
della sua generazione, Ewan McGregor nasce 45 anni
fa nella cittadina scozzese di Perth, ma cresce a Crieff; figlio di
due insegnanti – di lettere la madre, di educazione fisica il padre
– un fratello maggiore pilota della Royal Air Force,
McGregor segue le orme del nonno Denis
Lawson, apparso nella trilogia classica di Guerre Stellari
(Wdedge Antilles) e della nonna Sheila
Gish.
Lasciati gli studi a 16 anni,
Ewan McGregor capisce molto presto che la sua
strada è quella della recitazione, cominciando da piccole
produzioni teatrali e televisive, fino all’esordio sul grande
schermo, che arriva nel 1994, con Piccoli omicidi tra amici, prima
regia di Danny Boyle, con cui
ottiene il primo riconoscimento: il BAFTA come miglior attore
britannico; due anni dopo è ancora Boyle a volerlo con sé,
affidandogli il ruolo del protagonista Mark Renton in
Trainspotting, tratto dall’omonimo cult generazionale di Irvine
Welsh; l’interpretazione verrà premiata con un Emmy. Il 1995 è
anche l’anno del matrimonio con la scenografa francese Eve
Mavrakis, dal quale sono nate due figlie, cui se ne sono
aggiunte altrettante, adottate. Unione salda per un attore sempre
lontano dai riflettori del gossip.
Trainspotting
segna per l’attore la svolta della carriera, che da qui in poi
proseguirà senza soluzione di continuità: torna sul set per Boyle
in Una vita esagerata, a fianco di una scatenata Cameron
Diaz; in Velvet Goldmine di Todd
Haynes interpreta una star del glam rock ispirata più o
meno esplicitamente a David Bowie, mostrando per la prima
volta di trovarsi a suo agio anche dietro al microfono, ma è nel
1999 che arriva la fama planetaria grazie a Star
Wars La Minaccia Fantasma, dando il volto a un giovane
Obi-Wan Kenobi; Ewan
McGregor tornerà a vestire i panni del cavaliere Jedi
anche negli altri due capitoli della seconda trilogia
cinematografica dedicata all’universo di Guerre
Stellari.
Gli anni duemila si aprono col
pirotecnico Moulin Rouge, in cui il nostro offre
una delle interpretazioni più efficaci della sua carriera,
scatenandosi nel ballo e nel canto assieme a Nicole
Kidman. Il decennio lo vede impegnato, tra gli altri, in
Black Hawk Down e nel distopico The
Island, quest’ultimo a fianco di Scarlett Johansson; diretto da
Tim Burton in Big fish e da
Woody Allen in Sogni e
delitti.
Calca i palchi londinesi
interpretando il ruolo di Sky Masterson (che fu di
Marlon Brando) in Guys and Dolls
(Bulli e Pupe), che gli vale una nomination ai
Laurence Olivier Awards, il più importante premio
teatrale britannico; a teatro è anche Iago nell’Otello di
Shakespeare. Sfoggia nuovamente le sue doti canore assieme ad altri
colleghi attori nella compilation di beneficenza Unexpected
Dreams.
Ewan McGregor: dai
sobborghi di Edimburgo a Hollywood
Compie, insieme all’amico
Charlie Boorman, un viaggio in moto dalla Scozia a
Città del Capo, replicando una precedente esperienza tra Londra e
New York: entrambi verranno documentati e tradotti in programmi
televisivi per il National Geographic.
È un cardinale con più di un lato
oscuro e antagonista di Tom Hanks nel nel colossal
Angeli e Demoni di Ron Howard; un
giornalista in disarmo coinvolto in una surreale storia a base di
facoltà paranormali in L’uomo che fissa le capre di Grant
Heslov; ghost writer alle prese con le trame tessute da un
ex Primo Ministro inglese in L’uomo nell’ombra di
Polanski.
Gli anni più recenti hanno visto
Ewan McGregor continuare ad alternarsi trai
generi: dalla commedia di Lasse HallstromIl pescatore di sogni, al dramma famigliare de
I segreti Osage County; da Haywire, escursione di
Steven Soderbergh nei territori dell’action movie,
a The Impossible storia di affetti persi e
ritrovati sullo sfondo della catastrofe dello tsunami che colpi le
coste dell’estremo oriente nel 2004; dal fantasy Il
cacciatore di giganti, alla più recente biografia di
Miles Davis, Miles Ahead, diretta
e interpretata da Don Cheadle ancora in attesa di
una distribuzione in Italia.
Dopo aver frequentato i set
per oltre vent’anni, per un curriculum che ormai vanta oltre 50
titoli, Ewan McGregor si accinge ad approdare
sugli schermi con la sua prima regia, American
Pastoral, tratta dall’omonimo romanzo di
Philip Roth, ambientato sullo sfondo delle
politiche e razziali negli Stati Uniti degli anni ’60, di cui sarà
anche protagonista, a fianco di Jennifer Connelly
e Dakota Fanning.
Il prossimo futuro vedrà
McGregor tornare sul ‘luogo del delitto’,
nuovamente diretto da Danny Boyle, nelll’atteso
sequel di Trainspotting e partecipare
all’adattamento in live action di La Bella e la Bestia per la
regia di Bill Condon.
Ewan McGregor è uno
degli attori più brillanti e versatili che la storia del cinema
recente abbia conosciuto, capace di interpretare tanti ruoli
diversi e di sostere i generi più disparati. Il suo talento per la
recitazione è innato e lo ha dimostrato più e più volte,
affascinando e conquistando il pubblico di tutto il mondo.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Ewan McGregor.
2. Non solo attore, ma anche
doppiatore, sceneggiatore e regista. Nel corso della sua
carriera, McGregor ha prestato la propria voce in film come
Faster (2003), Robots (2005), Valiant –
Piccioni da combattimento (2005), per poi essere la voce
narrante dei documentari Fastest – Il più veloce (2011) e
Hebrides: Island on the Edge (2013). In quanto
sceneggiatore, ha lavorato alla mini-serie documentario Long
Way Round (2004) e Long Way Down (2007), mentre come
regista ha realizzato l’adattamento cinematografico di Pastorale Americana
(2016).
Ewan McGregor: fidanzata e
moglie
3. Attualmente è fidanzato
con una collega. Ai tempi della separazione dalla moglie,
sopraggiunta a maggio 2017, Ewan McGregor si stava già frequentando
con la collega Mary Elizabeth
Winstead, di 13 anni più giovane, conosciuta sul set
di Fargo. Non è chiaro se i due abbiano deciso di
frequentarsi solo dopo la separazione, ma in ogni caso sono insieme
da allora. Il 26 giugno 2021 la coppia ha poi avuto un figlio,
Laurie McGregor.
4. È stato sposato per tanti
anni. Ewan McGregor ha avuto un matrimonio di lunga durata
con la scenografa francese Eve Mavrakis: i due si
erano sposati nel luglio del 1995, per poi separarsi nel maggio
2017. Dalla loro unione sono nate le figlie Clara
Mathilde (1996) e Esther Rose (2001),
mentre hanno adottato Jamyan (2001) e
Anouk (2011).
Ewan McGregor in
Trainspotting
5. Ha letto dei libri per
prepararsi al ruolo. Per il suo personaggio in
Trainspotting, Ewan McGregor ha letto diversi libri che
parlavano di crack ed eroina, ma non solo: l’attore, infatti, è
andato anche a Glasgow ad incontrare delle persone che facevano
parte del Calton Athletic Recovery Group, un’organizzazione di
recupero di eroinomani. Questa preparazione gli è servita per poter
interpretare in modo più realistico il ruolo di Mark Renton.
6. Aveva pensato di
iniettarsi eroina. Per comprendere meglio il suo
personaggio, l’attore aveva addirittura pensato di iniettarsi per
davvero dell’eroina nel braccio. Fortunatamente, ci ha subito
ripensato, decidendo di lasciarsi ispirare da quello che aveva
visto e letto. Ad averlo fatto desistere, in particolare, sono
stati gli incontri con veri dipendenti dall’eroina, i quali gli
hanno raccontato di come bastasse una sola volta per entrare nel
tunnel e non uscirne più.
Ewan McGregor in
Fargo
7. Ha interpretato due
ruoli. Nella terza stagione della serie Fargo,
Ewan McGregor ha interpretato due ruoli: nella serie, infatti, ha
l’attore ha dato vita a due fratelli gemelli, Ray e Mark Stussy,
uno stempiato, con i baffi e qualche chilo di troppo, l’altro
elegante e ricco. Per questa sua doppia interpretazione, che lo ha
visto dar vita a due caratteri molto differenti tra loro, McGregor
ha poi vinto il Golden Globe come miglior attore in una
miniserie.
Ewan McGregor in Mouline
Rouge!
8. È realmente lui a cantare
nel film. Il film del 2001 Mouline Rouge! ha
rappresentato la rinascita del musical al cinema, affermandosi come
un grandissimo successo. Si tratta anche del film che ha
contribuito alla consacrazione di McGregor come attore, il quale ha
qui avuto modo di distinguersi anche come cantante. Pur non essendo
un professionista, l’attore si è allenato a lungo per poter
eseguire personalmente i brani previsti, sfoggiando doti canore
sorprendenti.
Ewan McGregor in Star
Wars
9. Ha studiato per
interpretare Obi-Wan Kenobi. Per dare un’interpretazione
esaustiva di Obi-Wan Kenobi in Star
Wars: Episodio I – La minaccia fantasma e nei suoi sequel
l’attore scozzese ha studiato i film di Alec Guinnes per garantire
la precisione in tutto, dal suo accento al ritmo delle parole. Pur
basandosi sull’interpretazione di Guinnes del personaggio, McGregor
ha però lavorato anche per costruire una propria versione di
Obi-Wan, poiché dovendone interpretare una versione più giovane
doveva apparire anche meno saggia ed esperta.
10. Tornerà a vestire i
panni del Jedi. Nel 2019 è stata annunciata ufficialmente
una miniserie sul Maestro Jedi Obi-Wan Kenobi durante il suo esilio
su Tatooine mentre veglia sul giovane Luke Skywalker. La serie sarà
ambientata circa 10 anni dopo gli eventi di Star Wars: Episodio
III – La vendetta dei Sith e uscirà nel 2022 su Disney+. Ad interpretare Obi-Wan ci
sarà proprio McGregor, che riprenderà così il ruolo a quasi
vent’anni di distanza dall’ultima volta. L’attore, dichiaratosi
entusiasta di questa possibilità, ha affermato di aver intrapreso
un lungo allenamento al fine di poter sfoggiare l’atleticità che si
richiede al personaggio.
Se c’è un’evoluzione naturale, un
cammino ineluttabile che porta l’attore, dopo anni di recitazione,
a spostarsi dietro la macchina da presa, non lo sappiamo con
certezza. Quello che notiamo è che ogni tanto, sempre più spesso,
noti nomi della recitazione mondiale preparano il debutto dalla
parte opposta della camera e Ewan McGregor, attore
nato con Danny Boyle e cresciuto nel cuore dei fan
con tanti film, non ultima la nuova trilogia di Star Wars, ha
debuttato da regista con American
Pastoral, l’impegnativo adattamento dell’omonimo
romanzo di Philip Roth.
Come prima tappa del tour mondiale,
che porterà Ewan McGregor a promuovere il film in
tutto il mondo, è stata scelta Roma, dove Ewan aveva già girato
Angeli e Demoni, e dove ora torna in
veste di regista e protagonista del film, insieme alla sua
splendida controparte femminile nel film, Jennifer Connelly.
L’esperienza da regista ha in
qualche modo messo alla prova Ewan McGregor,
abituato a prendersi cura soltanto del suo “limitato” ruolo da
attore. Queste le sue parole: “È una cosa completamente nuova,
dirigere. Abbiamo costruito tutte le scene con gli attori, essendo
anche un attore ho potuto lavorare al meglio con loro, ma
soprattutto ho scoperto tutto il retroscena che prima ignoravo, una
parte delle cose che accadono sul set da cui gli attori in genere
sono protetti. Tutti i possibili dissidi, la vita del produttore,
l’organizzazione delle scene, io ero in mezzo e ho scoperto che il
mio lavoro era più che altro gestionale. L’esperienza a livello
personale mi ha fatto crescere, mi sento più maturo
adesso.”
American Pastoral: trailer italiano del
debutto alla regia di Ewan McGregor
Il film racconta il decadimento del
sogno americano, all’indomani dell’entusiasta generazione del
secondo dopo guerra e alla vigilia degli anni ’60, del Vietnam,
delle agitazioni giovanili. Nel dettaglio però il film parla anche
di scontri generazionali, di conflitto con i genitori, ruolo che
entrambi i protagonisti, McGregor e la Connelly, ricoprono nella
vita reale. Quanto del loro essere genitori ha influenzato la
scelta e la recitazione?
E.M.:“Il
lavoro che facciamo attinge dalla vita reale ma anche
dall’immaginazione. Se devi interpretare il serial killer lo fai
usando l’immaginazione, se fai il padre lo affronti attingendo
all’esperienza. Almeno per me.”
J.C.:“Dawn
non mi rappresenta come donna o come madre, la parte che mi piace
del mio lavoro e anche posso passare del tempo con un personaggio
che non mi assomiglia. Provo compassione per lei e mi ha commossa
molto interpretarla nel suo rapporto con il marito e la
figlia.”
Nella sua lunga carriera di attore,
Ewan McGregor ha lavorato con tantissimi registi.
Da chi di loro ha rubato o imparato di più per questa sua prima
volta dietro la macchina da presa?
E.M.:“Ho
lavorato per 24-25 anni con straordinari registi. Penso di aver
lavorato con tantissimi dei migliori registi al mondo, ma anche con
i meno bravi. L’attore ha il privilegio di confrontarsi con tanti
modi di fare lo stesso mestiere, perché lavorando con registi
diversi ha modo di approcciarsi a diversi modi di affrontare la
regia. Quello che ho imparato è che non c’è un modo giusto di
farlo, ma solo diversi modi, e alcune scelte si rivelano migliori
di altre. Danny Boyle mi ha definito come attore perché ho lavorato
da giovane con lui e ha forgiato il mio modo di fare questo
mestiere.”
Ma American
Pastoral non è soltato l’esordio di McGregor alla
regia, è anche un affresco duro del sogno americano che si
sgretola, un affresco che ha anche terribili punti in comune con la
situazione socio politica in cui viviamo adesso: “Il film
affronta la generazione del sogno americano del dopo guerra che
entra in collisione con quella successiva, del Vietnam e degli anni
sessanta – ha commentato il regista e protagonista – Il
film poi riporta anche alla mente delle situazioni attuali. Come il
razzismo o il terrorismo. Ma non è stato intenzionale, perché
abbiamo solo raccontato quello che c’era nella
sceneggiatura.”
E perché, per ilsuo esordio, ha
scelto una storia così famosa e delicata?
E.M.:“Si
tratta di un romanzo straordinario, ho letto prima la sceneggiatura
e mi sono commosso fino alle lacrime. Non è una cosa comune. Il
fatto di essere padre di quattro figlie e vedere in questa storia
questa famiglia che perde la figlia… credo che questo mi abbia
vinto.”
“Alla fine di ogni
intervista, per tanti anni, mi venivano chieste due cose, se avrei
mai fatto un sequel di Trainspotting e se sarei mai tornato nei
panni di Obi-Wan
Kenobi” esordisce così Ewan McGregor di fronte alla stampa
internazionale, per presentare Obi-Wan
Kenobi, la nuova mini serie Disney+ che lo vede tornare nei panni
dell’amato Maestro Jedi e che arriverà sulla piattaforma il 27
maggio.
“Erano sempre le ultime due
domande mentre l’addetto stampa faceva capolino dalla porta
dicendo: “Questa è l’ultima domanda”. Ho cominciato a rispondere
sinceramente a queste domande – ha confessato McGregor –
Quando abbiamo realizzato quei prequel non ce ne siamo resi
conto, ma vedendo la risposta delle persone, ho iniziato a capire
che alla gente piacevano davvero e che significavano molto per
quella generazione. Così in giro circolavano un sacco di mie
dichiarazioni in merito al fatto che mi avrebbe fatto piacere
tornare nel mondo di Star
Wars, e così ho ricevuto una chiamata dalla Disney per
parlarne. Mi hanno chiesto se intendessi davvero tornare,
ovviamente era la verità e avevamo bisogno di una buona storia per
raccontare cosa era accaduto tra Episodio III e Episodio IV. E
l’abbiamo trovata. Penso che abbiamo finito per creare una storia
davvero, davvero brillante e che soddisferà i fan curiosi di sapere
cosa è avvenuto tra quei due episodi.”
Naturalmente la storia è ancora
adesso super segreta e nessuno, in conferenza, ha potuto dire nulla
su ciò che accadrà, ma l’attore ha fatto del suo meglio per
presentarla senza rovinare lo spettacolo agli spettatori: “Alla
fine del terzo episodio, l’ordine Jedi è quasi distrutto e coloro
che non vengono uccisi si sono nascosti e non possono comunicare
tra loro. Quindi, per 10 anni circa, Obi-Wan si è nascosto. Non
riesce a comunicare con nessuno dei suoi vecchi compagni e vive una
vita piuttosto solitaria. Non è in grado di usare la Forza. Quindi,
in un certo senso, ha perso la fede. È come qualcuno che si è
allontanato dalla propria religione o qualcosa del genere. E
l’unica responsabilità della sua vita passata è occuparsi di Luke
Skywalker che ha affidato – lo vediamo alla fine dell’episodio III
– a zio Owen e zia Beru. Quindi, questo è il suo unico legame con
il suo passato.”
Il personaggio ha subito un lungo
sviluppo nell’arco della sua esistenza, dall’impronta saggia e
anziana che ne ha dato Alec Guinness negli anni
’70, all’arco narrativo affidato a McGregor, che lo ha portato da
padana a Maestro Jedi. Questa storia andrà a riempire il vuoto trai
due stadi del personaggio che ben conosciamo. “Solo il fatto di
interpretare un personaggio che fosse così vicino a quello di Alec
Guinness, rendeva la sfida interessante – ha dichiarato McGregor –
E inoltre, l’Obi-Wan di Alec Guinness è una figura solitaria,
quando lo incontriamo. Vive da solo nel deserto e quindi suppongo
che la mia versione in questa serie sia un po’ più vicina alla
sua.”
Il ritorno di Hayden Christensen
Nella serie tornerà anche
Hayden Christensen nei panni di Darth Vader. Com’è stato per Ewan
McGregor ritrovarlo sul set?
“Abbiamo molto legato durante
le riprese di Episodio II e III, eravamo in Australia, lontani da
casa, e ci frequentavamo molto anche fuori dal set. Avevamo un
sacco di tempo per allenarci nei combattimenti, ma negli anni ci
siamo persi di vista. Non vedevo Hayden da tempo. Quindi, quando
l’ho visto di nuovo e ho potuto parlare di questo progetto con lui,
è stato molto, molto eccitante. È stato fantastico. E quando
abbiamo recitato di nuovo insieme, è stato come una sorta di
distorsione temporale. A guardarlo sul set è stato come se questi
17 anni non fossero mai passati.”
L’eredità di Alec
Guinness
Il personaggio di Obi-Wan
Kenobi si è anche sempre distinto per uno spiccato
senso dell’ironia che aveva, e per Ewan McGregor non ci sono dubbi, è tutto
merito di chi ha interpretato il ruolo per la prima volta: Sir
Alec Guinness.
“Viene tutto da lui. Alec
Guinness aveva sempre questo spirito dietro gli occhi. Aveva un
luccichio, credo, negli occhi, che in parte veniva anche dalla
scrittura. Cerco sempre di pensare a lui, immaginando come recita
le battute lui. Ed è per questo che penso che la scrittura sia
stata così bella in questa serie perché fin dall’inizio, mi
sembrava che potesse essere Guinness stesso a pronunciare tutti i
suoi dialoghi.”
Ma in un franchise così
ricco e popolato di film e personaggi, qual è l’Episodio preferito
di Ewan McGregor?
“Il mio preferito è Una Nuova
Speranza solo perché è quello che mi ha cambiato la mia vita in
molti modi. Fin da bambino, quando sento le parole Star Wars, la
prima immagine che mi arriva sono C3PO e R2D2 che attraversano il
deserto, attraverso la sabbia.”
Obi-Wan Kenobi,
miniserie in sei episodi diretta da Deborah Chow e
scritta da Joby Harold, arriverà su Disney+ il 27 maggio. Nel cast, oltre a
Ewan McGregor e Hayden
Christensen, torna anche
Joel Edgerton nel ruolo di zio Ben, mentre si
uniscono al cast Rupert Friend, Sung Kang e
Indira Varma.
Star Wars Il Risveglio della Forza
è arrivato sul grande schermo il 16 dicembre 2015 con un cast che
include il ritorno di Harrison
Ford, Carrie Fisher, Mark Hamill, Anthony
Daniels, Peter Mayhew e Kenny
Baker
con le nuove aggiunte John
Boyega, Daisy
Ridley, Adam
Driver, Oscar
Isaac, Andy
Serkis, Domhnall
Gleeson, Lupita
Nyong’o, Gwendoline
Christiee Max
von Sydow.
Ewan McGregor reciterà nel ruolo principale in
Lodi, una serie drammatica in via di sviluppo di
Prime Video. Lo apprendiamo da Variety. La serie è ispirata a
un articolo online scritto dal giornalista e autore Andrew
Dubbins.
Secondo la descrizione ufficiale, la
storia segue il venditore di auto Lou (Ewan
McGregor): dopo che un mafioso si offre di acquistare
la sua concessionaria a Lodi, in California, l’uomo si infiltra
nella mafia, lavorando come informatore per l’FBI. Nei
tre anni successivi, Lou viene pesantemente coinvolto nel lavoro
della famiglia criminale, facendosi strada tra i ranghi mentre
cerca di ottenere le prove per la prima condanna in assoluto di un
famigerato boss del crimine, Joe Bonnano.
Timothy Greenberg
sarà showrunner e produttore esecutivo. Il lavoro più recente di
Greenberg è stata la dark comedy del 2019 Living With
Yourself, dove ha lavorato come showrunner, scrittore e
produttore esecutivo. La serie, interpretata da Paul
Rudd, ha ottenuto una nomination ai Golden Globe per la
performance di Rudd, insieme a una nomination al Writer’s Guild per
la sceneggiatura di Greenberg. Greenberg è stato anche produttore
esecutivo di The Daily Show con Jon
Stewart, vincendo due Emmy e un Peabody Award. McGregor
sarà anche produttore esecutivo di Lodi, insieme
ad Allie Goss, Jon Liebman e
Kaleb Tuttle di Brillstein Creative
Partners. Entertainment One è lo studio
che si occuperà della produzione e dello sviluppo, insieme a Amazon
Studios.
A momento, Ewan McGregor è impegnato nella
produzione dell’adattamento Showtime/Paramount+ del romanzo di Amor Towles A
Gentleman in Moscow, in cui reciterà e produrrà. Di
recente ha anche ripreso il ruolo di Obi-Wan
Kenobi nell’omonima serie Disney+, che ha seguito anche in veste
di produttore. Gli altri crediti televisivi di McGregor includono
il suo ruolo vincitore di un Emmy nella serie biografica di
NetflixHalston, oltre al doppio
ruolo per la stagione 3 di Fargo su
FX nei panni dei fratelli Ray ed Emmitt Stussy, che gli è valso un
Golden Globe.
I recenti ruoli cinematografici di
Ewan McGregor includono il dramma di
prossima uscita You Sing, I Sing Louder, in cui
recita accanto a sua figlia Emma. È anche apparso nel film
d’animazione Pinocchio di Guillermo Del
Toro del 2022 nei panni di Sebastian J.
Cricket, il grillo parlante, e in Raymond &
Ray al fianco di Ethan Hawke.
Ewan McGregor
interpreterà la versione adulta di Danny Torrance
in Doctor
Sleep, annunciato sequel di Shining
anch’esso tratto dal bestseller di Stephen King. A
confermare il casting dell’attore è Variety.
In regia ci sarà Mike
Flanagan, che di recente ha diretto per NetflixGerald’s Game, ennesimo
adattamento di un’opera di King. La Warner Bros. mette dunque la
parola fine ad un progetto che dura ormai da molti anni: si era già
parlato di un possibile prequel intitolato The Overlook
Hotel, tuttavia è soltanto grazie al successo di
IT che gli studios hanno affrettato la produzione
di Doctor Sleep.
Nel romanzo
vediamo Danny Torrance, ormai adulto, sopportare il trauma vissuto
all’interno dell’ Overlook Hotel, diventato una sorta di riflesso
del padre omicida, sotto forma di rabbia persistente e alcolismo
che attenua il suo dolore così come i suoi poteri. La capacità di
avere visioni ritorna quando Danny torna sobrio e usa il suo dono
per aiutare i morenti in un ospizio…
Ewan McGregor rivela che tutti i dialoghi in
Star
Wars: L’attacco dei Cloni sono stati registrati
successivamente alle riprese. In un’intervista con SlashFilm,
McGregor ha affermato che le nuove fotocamere digitali utilizzate
per filmare L’attacco dei cloni avevano creato uno
strano ronzio che i realizzatori in seguito hanno scoperto avere la
stessa frequenza delle voci umane. Tutti gli attori hanno dovuto
registrare dialoghi aggiuntivi sul film poiché nessuno dei dialoghi
era utilizzabile, il che significa che l’intero film è stato
registrato in ADR (ADR – Automated Dialogue
Recording è un sistema di doppiaggio).
“Erano una tecnologia
all’avanguardia, ma rispetto a noi… avevano enormi cordoni
ombelicali che uscivano dal retro delle telecamere e non si
potevano cambiare gli obiettivi. Oppure potevano cambiare gli
obiettivi ma ci sarebbe voluta mezz’ora. Quindi tutto è stato
girato con un obiettivo zoom. Gli ombelicali arrivavano a questa
grande tenda nell’angolo del palco che letteralmente ronzava. Era
così rumoroso. E durante la post-produzione, si sono resi conto
alla fine che il rumore che facevano era esattamente la frequenza
della voce umana. Quindi abbiamo dovuto ADR ogni singola riga
dell’episodio 2. Nessuno dei dialoghi originali è riuscito a venire
bene, perché le telecamere erano troppo nuove. Nessuno dei bug che
avevano era stato ancora risolto. Quindi, rispetto a quello che
stiamo facendo ora, è come il giorno e la notte”.
In Obi-Wan
Kenobi protagonisti saranno Ewan McGregor che riprenderà il ruolo di
Obi-Wan Kenobi e Hayden Christensen che
interpreterà
Darth Vader, a più di dieci anni da La Vendetta dei
Sith. Nel cast anche Moses Ingram,
Joel Edgerton, Bonnie Piesse, Kumail Nanjiani, Indira Varma,
Rupert Friend, O’Shea Jackson Jr., Sung Kang, Simone
Kessell e Benny Safdie.
Una “Star
Wars reunion” la chiama Comingsoon.net, parlando dell’arrivo di
Ewan McGregor nel cast di Jane Got a
Gun insieme a Natalie Portman per
rimpiazzare Bradley Cooper nel ruolo da
protagonista.
Nel cast del film ci sono anche
Joel Edgerton, atteso il 15 maggio al cinema ne
Il Grande Gatsby, e
Rodrigo Santoro, che invece dovrebbe riprendere i
panni di Serse nel prequel di 300. Il
film, che vedrà Ewan McGregor protagonista,
racconta di una donna che chiederà aiuto ad un suo ex per salvare
la vita del suo attuale marito fuorilegge da una gang che vuole
ucciderlo.
Gavin O’Connor ha
preso il posto di Lynne Ramsay alla regia del
film, che anche per la produzione ha avuto fino ad ora diversi
problemi. Michael Fassbender è stato il primo nome
accostato al film come protagonista, ma ha poi lasciato il
progetto. Jude Law doveva invece essere il
villain, ma anche lui si è poi tirato indietro. Speriamo che
Ewan McGregor sia la scelta definitiva per il
ruolo di protagonista.
Nel 2024 ricorre il 25° anniversario
di Star Wars: La minaccia fantasma, film
che fu odiato da molti fan di vecchia data della saga ma per molti
spettatori dell’epoca fu la prima esperienza cinematografica nella
Galassia molto, molto lontana. Questo potrebbe spiegare perché il
consenso sembra essersi ammorbidito negli ultimi anni, con l’intera
trilogia prequel che ora vanta una consistente fanbase che in gran
parte celebra il lavoro di George Lucas invece di
deriderlo.
Parlando con Variety, proprio uno dei
protagonisti di quella trilogia, Ewan McGregor, ha ammesso che inizialmente era
“molto riluttante” a interpretare il giovane
Obi-Wan Kenobi. “Non era una cosa
fatta per me. Non pensavo affatto che fosse quello che ero. A quel
punto credevo di essere un attore alla Danny Boyle. Il film ‘The
Beach’ era più importante e lo dicevo sul serio, non era un’idea
campata in aria. Ho chiesto consiglio a molte persone“.
“Sono felice di essere questo
personaggio per molte persone, ma quando questi film sono usciti
erano così antipatici. È stata dura“, ammette. “Il primo,
Star
Wars: La minaccia fantasma, è stato stroncato e abbiamo dovuto
comunque farne altri due! È stato strano essere in un film che è
stato stroncato“. McGregor è poi passato a parlare della serie
Obi-Wan
Kenobi, che gli ha consentito di riprendere il ruolo del
celebre Jedi a quasi vent’anni di distanza da La vendetta dei
Sith.
Alla domanda se ci sarà una seconda
stagione, egli ha però potuto rispondere solo con: “mi
piacerebbe fare la seconda stagione, ma non se ne parla
ancora“, aggiungendo poi: “Ci sono molte cose in ballo
alla Disney“. Come noto, infatti, diversi nuovi film sono in
fase di sviluppo, così come una seconda stagione di Ahsoka, mentre ad ora non si hanno appunto
aggiornamenti su una seconda stagione di Obi-Wak
Kenobi. Per quanto i fan continuino a chiederla, per ora
non resta che attendere.
Obi-Wan Kenobi, la serie Disney+ con Ewan
McGregor
Obi-Wan
Kenobi inizia 10 anni dopo i drammatici eventi di
Star Wars: La vendetta dei Sith, dove Obi-Wan Kenobi ha
affrontato la sua più grande sconfitta: la caduta e la corruzione
del suo migliore amico e apprendista Jedi, Anakin Skywalker,
passato al lato oscuro come il malvagio Signore dei Sith Darth
Vader.
La serie è interpretata da Ewan McGregor, che riprende il ruolo
dell’iconico Maestro Jedi, e segna anche il ritorno di Hayden Christensen nel ruolo di Darth Vader,
prima di riprendere il ruolo in Ahsoka.
Al cast si aggiungono Moses Ingram, Joel Edgerton, Bonnie Piesse,
Kumail Nanjiani, Indira Varma,
Rupert Friend, O’Shea Jackson
Jr., Sung Kang, Simone
Kessell e Benny Safdie.
Obi-Wan
Kenobi è diretto da Deborah Chow e
prodotto da Kathleen Kennedy, Michelle
Rejwan, Deborah Chow, Ewan
McGregor e Joby Harold. Tutti gli episodi
sono disponibili in streaming su Disney+.
Ewan McGregor tornerà a vestire i panni di
Obi-Wan Kenobi nell’omonima serie di Star Wars che debutterà prossimamente su Disney+. L’ultima volta che l’attore ha
interpretato il Maestro Jedi è stato ne La Vendetta dei Sith del 2005, il capitolo
finale della trilogia prequel.
Ora, in una lunga intervista con
The Hollywood Reporter, McGregor ha parlato della sua
esperienza con i prequel della celebre saga fantascientifica,
ammettendo di aver avuto non pochi problemi con la “dipendenza” di
George Lucas dagli effetti visivi. “George
ama la tecnologia e ama esplorare quel mondo. Voleva un controllo
sempre maggiore su tutto ciò che sarebbe apparso sullo sfondo,
ha spiegato l’attore, rivelando che all’epoca in cui il film uscì
nelle sale, aveva ormai sviluppato una vera e propria avversione
nei confronti del blue screen.
“Dopo tre o quattro mesi,
diventa davvero noioso, specialmente quando le scene sono… non
voglio essere scortese, ma non stavamo recitando Shakespeare”,
ha detto McGregor. “Non c’erano ambientazioni reali ed è stato
molto difficile, soprattutto perché i dialoghi non ti permettevano
di scavare chissà quanto in profondità. È stato abbastanza
difficile.”
Naturalmente, anche la serie
Obi-Wan Kenobi vedrà l’impiego di effetti
visivi, ma in maniera totalmente diversa, grazie all’utilizzo della
tecnologia “StageCraft”, impiegata per la prima volta da Jon Favreau in The
Mandalorian. “Proietteranno gli sfondi virtuali su
questo enorme schermo LED”, ha spiegato McGregor. “Quindi,
se la scena prevede che tu sia nel deserto, ti troverai realmente
nel mezzo di un deserto. Se dovrei trovarti nella neve, sarai
realmente circondato dalla neve. E se dovrai essere nella cabina di
pilotaggio di uno Startfighter, ti ritroverei davvero nello spazio.
Ti sembrerà tutto molto più reale.”
L’attore non ha potuto rivelare di
più in merito alla serie, ma ha spiegato di aver sostenuto degli
screen test con altri attori e con la regista Deborah Crow,
elogiando le qualità di quest’ultima. Quando gli è stato chiesto se
ad uno di questi screen test fosse presente anche un giovane Luke
Skywalker, l’attore ha ironizzato: “È probabile. Non lo
so.”
Ewan McGregor sui prequel di Star
Wars: “È stata dura accettare che non fossero ben
accolti.”
Tornando a parlare della trilogia
prequel di
Star Wars,Ewan McGregor ha comunque ammesso che è stato
difficile, all’epoca, convivere con la risposta negativa che tutti
e tre i capitoli avevano generato: “È stata dura accettare che
non fossero ben accolti. È stato davvero difficile. Credo che si
possa dire che non siano stati molto apprezzati a livello
mondiale.”
Anche se generalmente la trilogia
prequel di Star
Wars non è amata quanto la prima originale dai fan
della prima ora del franchise, ci ha pur sempre regalato la
performance di Ewan McGregor nei panni di Obi-Wan Kenobi da padawan e poi da
giovane maestro Jedi.
Ebbene, l’attore ha trovato il modo
di raccontare quale è stato il peggior momento della sua vita sul
set di Star Wars e il video in cui lo fa è diventato virale su
TikTok.
Il racconto di
Ewan McGregor si sofferma nel descrivere una delle
scene più importanti della trilogia, la conclusiva consegna del
neonato Luke a suo zio Owen. Ebbene, complice una scenografia
completamente fatta di green screen, il racconto di McGregor è
esilarante e il suo stato d’animo in quel momento deve davvero
essere stato bizzarro, dal momento che si aspettava di dover
recitare una grande scena e aveva invitato i suoi amici sul
set.
Nonostante la spudorata CGI, c’è da
dire che la scena conclusiva di La Vendetta dei Sith è comunque
molto emozionante e evocativa, ed è entrata nell’immaginario
collettivo, così come quella del giovane Luke che guarda il
tramonto binario su Tatooine.
Abbiamo rivisto da poco Ewan McGregor nei panni del cavaliere Jedi
nella serie per Disney+Obi-Wan
Kenobi. Nonostante delle recensioni non proprio
entusiastiche, la piattaforma sta valutando l’idea di una seconda
stagione che avrebbe il sostegno del protagonista.
Ewan McGregor, uno
dei principali protagonisti della seconda trilogia di Star Wars nel ruolo
chiave di Obi-Wan-Kenobi, potrebbe tornare anche nella terza
trilogia che è in preparazione.
La notizia arriva ancora una volta
da Latino
Review. EwanMcGregor dovrebbe
quindi interpretare nuovamente Obi-Wan Kenobi. Ovviamente il maestro jedi non
potrà essere quello in carne e ossa, vista la morte per mano di
Darth Fener, ma un Fantasma di Forza, che già avevamo visto nella
trilogia originale dopo la morte di Obi-Wan in Una Nuova
Speranza. Nei tre film era stato Alec
Guinness a interpretare il personaggio ma questa volta la
Lucas Film potrebbe riutilizzare McGregor, anche a causa
dell’impossibilità di ingaggiare Guinness, morto nel 2000. Il sito
riporta anche l’indiscrezione secondo cui Ewan McGregor starebbe
anche insistendo con la Lucas Film per far parte di uno degli
spin-off in programma.
Come ormai tutti sanno, Ewan McGregor tornerà a essere Obi-Wan
Kenobi nella serie limitata Disney+, disponibile sulla piattaforma
dal 25 maggio prossimo. Sebbene l’attore sia stato ben felice di
ritornare nel personaggio che lo ha reso famoso a Hollywood, ha
anche ricordato come, all’epoca del casting, avesse pensato che
forse non era la mossa giusta, per lui.
Mentre Ewan McGregor è tornato felicemente nel ruolo,
ha detto a Entertainment Weekly che all’epoca de
La Minaccia Fantasma era preoccupato per l’idea di
unirsi a un enorme franchise in cui avrebbe interpretato la
versione più giovane di un personaggio già affermato. L’attore
ammette di aver interrogato se stesso durante il processo di
casting, anche se gareggiava per il ruolo. Il suo scetticismo era
radicato nel nel fatto che in quel momento della sua carriera non
era esattamente un personaggio da Hollywood:
“Star
Wars non mi sembrava un franchise giusto per me. Inizialmente
ero piuttosto scettico sul farlo. Pensavo continuamente al fatto
che ero un attore di cinema indipendente, urbano e sgangherato. Non
credevo di essere questo tipo di ragazzo.'”
E invece, per fortuna, Ewan McGregor ha abbracciato il ruolo e la sua
spada laser e lo ha portato nella modernità per una nuova schiera
di fan.
In Obi-Wan
Kenobiprotagonisti saranno Ewan McGregor che riprenderà il ruolo di
Obi-Wan Kenobi e Hayden Christensen che
interpreterà
Darth Vader, a più di dieci anni da La Vendetta dei
Sith. Nel cast anche Moses Ingram,
Joel Edgerton, Bonnie Piesse, Kumail Nanjiani, Indira Varma,
Rupert Friend, O’Shea Jackson Jr., Sung Kang, Simone
Kessell e Benny Safdie.
Nel mese di ottobre, si sono
concluse le trattative tra la Marvel Studios e Joaquin
Phoenix per il ruolo di Doctor Strange nel film omonimo di
Scott Derrickson. Con il ruolo vacante sono
uscite una marea di voci. Tutti sembravano possibili per la
parte.
Tra questi c’era anche Ewan
McGregor, meglio conosciuto per il suo ruolo del giovane
Obi-Wan Kenobi nel prequel di
Star
Wars. Ma cosa ha detto l’attore riguardo queste
voci? “Sì, c’ero dentro”, ha detto
McGregor al Sundance Film Festival. “Ho
pensato che fosse eccitante. Io non sono un ragazzo
molto comico, quindi non sapevo… chi fosse
Dottor Strange”.
“Ne sono rimasto affascinato e
mi piaceva l’idea di essere un supereroe”, ha aggiunto
McGregor,“Ma loro sono andati… Loro non
hanno…”. Ma l’attore non ha finito la frase.
Forse voleva dire, “Ma
loro sono andati… con Benedict Cumberbatch”? Sembrava che
stesse per dire qualcosa del genere, e il “Loro” dovrebbe essere la
Marvel Studios. Qui sotto trovate
il video dell’intervista.
L’uscita di Doctor
Strange è prevista per il 4 novembre 2016. Dirige
Scott Derrickson da una sceneggiatura di
Jon Aibel e Glenn Berger,
rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del film al
fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati
Tilda Swinton,
Rachel McAdams e Chiwetel Ejiofor. Produttore del film, Kevin
Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e
Stephen Broussard come produttori esecutivi.
Sarà presentato al prossimo
Sundance Film FestivalLast Days in
the Desert, il nuovo film di Rodrigo
Garcia (9 vite da donna, Albert Nobbs) con
protagonista assoluto Ewan McGregor nei panni di
Gesù. Di seguito potete vedere la prima immagine ufficiale
dell’attore tratta dal film.
Il film racconta, così come hanno
fatto i Vangeli, il digiuno di 40 giorni di Gesù nel deserto,
durante il quale viene tentato dal Diavolo (che sarà sempre
interpretato da McGregor). Il cast della pellicola annovera anche
Tye Sheridan, Ciarán Hinds e
Ayelet Zurer.
L’attore scozzese Ewan
McGregor è entrato a far parte del cast di August:
Osage County, affiancando così Julia Roberts,
Meryl Streep e Andrea Riseborough e vestendo i panni di un
professore, marito della Roberts, che lascia la moglie per una
studentessa.
Il film è un adattamento della
pièce del Premio Pulitzer Tracy Letts e sarà diretto da John Wells
e prodotto da George Clooney. Ewan McGregor sarà inoltre, a breve,
nelle sale cinematografiche con The Impossible di Juan Antonio
Bayona e comparirà anche nel fantasy Jack the Giant Killer.
Ewan McGregor è in
trattative con la Disney per interpretare un adulto
Christopher Robin nel live action di
Winnie the Pooh in lavorazione alla Casa di
Topolino.
THRriferisce che l’accordo non
è concluso ma sembra innegabile che l’entrata nel cast di un attore
del calibro di McGregor darebbe al progetto un
certo prestigio.
Ewan McGregor è ancora
interessato a interpretare Obi-Wan
Kenobi
Al timore del film è stato chiamato
Marc Foster, stando a quanto dichiara THR, già regista
di Monster’s Ball e World War Z.
Il regista è anche colui che ha firmato Neverland – un
sogno per la vita, film con protagonisti Johnny
Depp e Kate Winslet che ha raccontato le
origini letterarie di Peter Pan attraverso la storia del suo
autore, J.M. Barry. Il film, un racconto
profondamente commovente e trascinante, conquistò pubblico e
critica e anche 7 nomination agli Oscar.
Per quanto possa sembrare complicata
l’idea di un live action su Winnie the Pooh,
considerato che i protagonisti sono giocattoli animati, il film
avrà un orientamento ben preciso, ovvero si focalizzerà su un
aduito Christopher Robin e si intitolerà proprio
Robin. La storia sarà quella di un uomo che pone
il lavoro davanti alla moglie e alla figlia, che ha abbandonato la
sua immaginazione e le tante avventure con Winnie e i suoi amici
nel Bosco dei Cento Acri.
Dopo La Bella e la Bestia, la
Disney ha in programma altri live action tra cui
quello de La
Sirenetta, di Mulan, de Il Re
Leone e di Dumbo.
Il biopic sullo scrittore di Winnie
the Pooh
Al momento è in produzione anche un
biopic sullo scrittore che ha inventato Winnie the
Pooh, A.A. Milne, dal
titolo Goodbye Christopher Robin in
cui compariranno come protagonisti Domnhall Gleeson e Margot Robbie
nei panni dei coniugi Milne.
Ewan McGregor si è
unito al cast del nuovo film di spionaggio Our Kind of
Traitor, diretto da Justin Kurzel e basato su un romanzo
di John Le Carrè scritto nel 2010.
Il film racconterà la storia di una
coppia che si ritroverà coinvolta in un complotto, in mezzo al
fuoco fra la mafia russa e i servizi segreti britannici Our Kind of
Traitor non ha ancora una data d’uscita.
fonte: DailyMail
Trama del romanzo: Perry e
Gail, lui insegnante idealista a Oxford, lei avvocato rampante: una
coppia di fidanzati inglesi in vacanza nello scenario da sogno di
Antigua, nei Caraibi. E un russo di nome Dima, rozzo eppure
magnetico, che possiede una tenuta sull’isola. Un incontro
destinato ad avere conseguenze inimmaginabili per i due giovani,
quando il russo chiede a Perry di giocare a tennis con lui è solo
una normale partita quella che si svolge alle sette di mattina
davanti agli occhi stralunati di Gail e alla più strana accozzaglia
di persone che le si sia mai parata davanti? Chi è veramente questo
russo carismatico che ostenta amicizia e giovialità nei confronti
della giovane coppia? E, soprattutto, cosa vuole da loro? L’esito
della partita di tennis andrà ben oltre il risultato. Ha inizio
un’avventura che vede i due fidanzati coinvolti dai servizi segreti
inglesi e dal “riciclatore numero uno al mondo” di denaro, dapprima
chiusi in un asfissiante seminterrato, poi spettatori della finale
del Torneo del Roland Garros a Parigi e infine catapultati in uno
chalet sulle Alpi svizzere. La posta in gioco è alta: volti nuovi
della mafia russa cercano una propria “rispettabilità ufficiale”
nei mercati di tutto il mondo, intrecciando i loro affari con
quelli delle multinazionali e inevitabilmente con le politiche
degli Stati sovrani. John le Carré reinventa il romanzo di
spionaggio, strappandolo alle sue definizioni classiche.
Ewan McGregor e Kate
Hudson saranno i protagonisti del nuovo lavoro di
Peter Capaldi (attore e regista, noto soprattutto
per i suoi lavori per la tv, avendo lavorato tra gli altri su
Doctor Who, Skins e L’ispettore Barnaby).
Intitolato Born To be
King. La storia, scritta dallo stesso Peter Capaldi,
appare ispirarsi alla classica inversione di ruoli de Il principe e
il povero, avendo presenti altri film ispirati al racconto, come ad
esempio Dave – Presidente per un giorno. Protagonista del film un
uomo comune che viene travolto dagli eventi quando si scopre la sua
impressionante somiglianza con una famosissima e arrogante star del
cinema. La moglie stessa dell’attore (Hudson), stufa dei
comportamenti del marito, finirà per preferirgli il protagonista,
ingaggiato come controfigura. McGregor tornerà sugli schermi nel
2013 con The Impossible e con Jack The Giant Slayer. Kate Hudson
apparirà invece nel thriller Everly, oltre a far parte del cast di
doppiatori di Me and my shadow della Dreamworks.