Sono iniziate a Roma le riprese di
Due Inquiline di Troppo di e con
Nunzio Fabrizio Rotondo e Paolo Vita al loro
debutto alla regia.
Autori e attori, Nunzio e Paolo
lavorano nell’industria dell’intrattenimento dagli anni ’90, dopo
essere diventati popolari come VJ per il noto canale televisivo
romano Magic TV, questo è il loro terzo lungometraggio scritto a
sei mani con Herbert Simone Paragnani che li vede
per la prima volta cimentarsi nel ruolo di registi; i loro
precedenti lavori Innamorati di me e Non è vero ma ci
credo, hanno avuto grande successo sulla Pay Tv italiana.
La direzione della fotografia è di
Claudio Zamarion (Parasitic Twin, Niente può
fermarci, In questo mondo di ladri).
Prosegue la collaborazione con
Maurizio Mattioli (Sconnessi, Sei mai stata
sulla luna?, Immaturi – La Serie) già presente nel cast
dell’ultimo film Non è vero ma ci credo, a cui si aggiunge
un altro nome noto della comicità italiana Enzo
Salvi (Lockdown all’italiana, Box Office 3D, Io che
amo solo te, Matrimonio al Sud).
Le due fantasmesse, la duchessa
Gilda e la sua dama di compagnia Cettina saranno interpretate da
Carlotta Rondana (Così in cielo, così in
terra, Let me out) ed Enrica Guidi (I
delitti del Bar Lume, Tutto Molto Bello, Innamotati di
me).
Nunzio e Paolo interpretano, uniti
da una grande amicizia, ma anche da un passato fatto di imprese
fallimentari, nell’ennesimo tentativo di sbarcare il lunario si
indebitano con uno strozzino e devono assolutamente trovare il modo
di ripagarlo. Così, sfruttando le abilità tecnologiche di Nunzio,
si imbarcano in un folle business nelle vesti di medium
improvvisati. Di casa in casa consentono ai loro creduloni clienti
di incontrare i propri cari estinti, ovvero degli ologrammi che gli
assomigliano, finché un giorno incappano in due veri fantasmi, o
per meglio dire due fantasmesse: Gilda e Cettina. Col passare dei
giorni, gli iniziali e vani tentativi di liberarsene, lasceranno il
posto ad un’insolita storia d’amore.
Guglielmo
Marchetti, CEO & Chairman di Notorious Pictures ha
dichiarato: “E’ un piacere tornare a collaborare per la seconda
volta con la collaudata coppia di Nunzio e Paolo, e siamo
felicissimi di poterli supportare in questo importante nuovo
traguardo del loro percorso professionale, il loro debutto alla
regia.”
“Importante poter cominciare questa
avventura! Due inquiline di Troppo ha un doppio
significato, da un lato di ripartenza contro questa emergenza
sanitaria, andando sul set, dall’altro prosegue la strada della
sperimentazione del genere” afferma Emanuele
Nespeca, produttore per Solaria Film “e questo film ha
tutte le caratteristiche per lasciare il segno tra le nuove
proposte di commedia all’italiana.”
“Nunzio, Paolo, Guglielmo, Emanuele
e Andrea. Non è un gruppo di lavoro, sono più che amici, quasi
parenti. Tornare a lavorare con loro per Minerva è una grande
gioia, prima ancora che una bella avventura
creativo-imprenditoriale. Poi l’esordio alla regia di Nunzio e
Paolo… Delizia assoluta!”, dichiara Gianluca
Curti.
Arrivano le prime foto e maggiori
dettagli dal nuovo gioco di Star Trek, tratto dal
film di prossima uscita Star Trek: Into
Darkness diretto da J.J. Abrams
e sequel del primo film.
ATTENZIONI POSSIBILI SPOILER DEL VIDEOGIOCO:
All’inizio del gioco, Kirk e Spock
saranno chiamati in soccorso di una stazione spaziale misteriosa
che si trova in una situazione molto difficile. Prima del loro
arrivo, Kirk e Spock incontreranno una donna scienziato vulcaniana
chiamata T’Mar, che avrà un ruolo molto importante
nel viaggio che attenderà i due protagonisti.Mentre la storia
prosegue, T’Mar si unisce a Kirk e Spock nel loro viaggio verso New
Vulcan, un pianeta che orbita intorno a una stella e che è stato
colonizzato dai vulcaniani dopo la distruzione del loro mondo,
vista nel film 2009. Là, il gruppo
troverà Surok, un grande leader vulcaniano. Con il
progredire del gioco, si scoprirà che Surok è uno dei pochi
sopravvissuti all’attacco di New Vulcan da parte dei
perfidi Gorn. Il perché abbiano attaccato e che cosa
stavano cercando è il cuore di STAR TREK Il
Videogioco. Durante la storia, sia T’Mar sia Surok giocano
un ruolo chiave nell’aiutare Kirk e Spock a scoprire di più sui
brutali attacchi che i Gorn stanno portando in tutta la galassia.
Rivelano anche i Gorn hanno rubato una macchina misteriosa
conosciuta con il nome di Helios Device, che può
diventare un’arma micidiale nelle mani di nemici senza pietà come i
Gorn.
“Per i giocatori che vogliono
provare l’esperienza di giocare nei panni di Kirk e Spock, questo
titolo sarà perfetto”, ha sottolineato Brian Miller, Senior
Vice President ed Executive Producer di Paramount. “Ma lo sarà
anche per quelli che sono bramosi di immergersi in una storia
accattivante e profonda, perfetta sia per i fan di Star Trek che
per chi ama i videogiochi”.
STAR TREK Il Videogioco sarà
disponibile dal 26 aprile per Xbox 360, PlayStation 3 e
PC.
Il blockbuster dell’anno si può
solo definire “Spettacolare” (Rolling Stone). Quando Khan (Benedict
Cumberbatch), uno spietato criminale dalla mente brillante,
dichiara guerra alla Federazione, il capitano Kirk (Chris Pine),
Spock (Zachary Quinto) e l’ardito equipaggio della U.S.S.
Enterprise intraprendono la caccia all’uomo più esplosiva di
sempre. Ci vorrà tutta la loro abilità per difendere la Terra ed
eliminare la letale minaccia in questa “avventura entusiasmante e
geniale” (USA Today) firmata J.J. Abrams.
Se ne sono andate a poca distanza
l’una dall’altra, una al 19 dicembre 2009, l’altra il 22 gennaio
2010, due attrici della Hollywood dei tempi d’oro, non icone
assolute come Marilyn Monroe o Audrey Hepburn, ma comunque
interessanti, capaci di portare pubblico nelle sale con i loro film
e di farsi conoscere, grazie a tv, vhs e dvd, anche dalle
generazioni più giovani.
Jennifer Jones, morta a dicembre,
aveva 91 anni, Jean Simmons, morta a gennaio, ne aveva 81, la
prima, passionale e affascinante, la seconda, icona di classe
simpatica e spiritosa. Jennifer Jones, classe 1918, era approdata
ad Hollywood giovanissima alla fine degli anni Trenta, dove aveva
sposato il produttore David O. Selznick, uomo chiave dietro
numerosi kolossal, a cominciare da Via col vento.
Nel 1943, a venticinque anni, vinse
l’Oscar come migliore attrice protagonista con Bernadette, la
storia della fanciulla di Lourdes, ma non si adagiò sugli allori.
Poco dopo interpretò un ruolo agli antipodi, quello della sensuale
meticcia assetata di emozioni in Duello al sole, kolossal in cui
Gregory Peck interpretava uno dei suoi pochi ruoli negativi. Negli
anni successivi interpretò altri film di successo, come Il ritratto
di Jennie, storia paranormale oggi considerata un classico del
genere, L’amore è una cosa meravigliosa, uno dei film sentimentali
più amati, Madame Bovary, sontuoso adattamento da Flaubert, Addio
alle armi, dal romanzo di Hemingway, Buongiorno Miss Dove, storia
di un’insegnante single adorata dai suoi allievi, Tenera è la
notte, ispirato alla vita di Francis Scott Fitzgerald e al suo
matrimonio con Zelda. Lasciò quasi del tutto il cinema a partire
dagli anni Sessanta, dopo la morte del marito Selznick.
Jean Simmons, di origini inglesi,
si fece notare nell’immediato dopoguerra interpretando Ofelia
nell’Amleto di Laurence Olivier. A Hollywood interpretò kolossal di
ambientazione antica come La tunica e soprattutto Spartacus di
Kubrick, filmoni sentimentali come La regina vergine e Desirée,
musical come Bulli e pupe, commedie come L’erba del vicino è sempre
più verde. Dopo due matrimoni falliti, con l’attore Stewart Granger
e con il regista Richard Brooks e alcuni problemi di alcolismo,
Jean Simmons seppe riciclarsi con ruoli da anziana in diverse serie
televisive, come Uccelli di rovo e Nord e Sud, svolgendo anche
ruoli da doppiatrice (sua la voce della protagonista anziana nella
versione inglese de Il castello di Howl di Hayao Miyazaki) e in
radio.
Entrambe le attrici hanno
rappresentato la varietà di ruoli e le possibilità di lavoro che
avevano le donne all’interno dell’industria del cinema americano.
Certo, c’erano stereotipi, ma nessuna delle due ha mai interpretato
la donna fatale o la consolatrice dell’eroe, spaziando la prima tra
sante, eroine romantiche, donne forti in anticipo sui tempi, la
seconda tra ragazze spiritose, volitive, sognatrici ma con buon
senso. Le generazioni più vecchie ricordano sia Jennifer Jones che
Jean Simmons sugli schermi della loro giovinezza, i più giovani le
hanno conosciute in pomeriggi davanti alla tv, in pellicole
comunque ormai entrate nella storia del cinema, anche solo di
quello popolare.
Carey Mulligan e Saoirse Ronan, due
giovanissime attrici entrambe già detentrici di una nomination
all’Oscar, dovrebbero essere presto le protagoniste di Violet and
Daisy, film che segnerà l’esordio nella regia di Geoffrey Fletcher,
lo sceneggiatore di Precious.
Anche nell’edizione appena passata
non potevano di certo mancare a Cannes Jean-Pierre e Luc
Dardenne, i due registi hanno infatti un
felice rapporto con il festival francese in cui hanno
vinto per ben due volte la Palma d’Oro
(Rosetta, L’Enfant – Una
Storia D’Amore) ma anche miglior sceneggiatura
(Il Matrimonio di Lorna) e Gran Premio
della Giuria (Il Ragazzo con la
Bicicletta).
Purtroppo per loro nell’ultima
edizione non sono riusciti a portare a casa nessun premio con
Due Giorni, Una Notte nonostante un
accoglienza decisamente calda e critiche molto positive (96% su
RottenTomatoes e 92/100 di Metascore). Il film con protagonista
assoluta Marion Cotillard racconta la storia di
Sandra, una donna che dovrà convincere i suoi colleghi di lavoro a
fare un sacrificio economico (rinunciare al bonus di produzione)
per permetterle di mantenere la sua occupazione e non essere
licenziata. Di seguito potete ammirare trailer e poster di Due
Giorni, Una Notte.
I fratelli Jean- Pierre e
Luc Dardenne tornano dietro la macchina da presa,
arricchendo il mosaico della loro vasta filmografia con un nuovo
tassello intitolato Due Giorni Una Notte,
dramma umano con protagonista la tenace e intensa
Marion Cotillard, qui nei panni di Sandra, un’operaia
in una fabbrica di pannelli solari che viene licenziata dopo una
brutta depressione. Ha a disposizione solo due giorni per
convincere tutti i suoi colleghi a votare nuovamente per lei,
salvandole il posto di lavoro e rinunciando ad un bonus di mille
euro. Ma la via verso la salvezza è lunga e ardua, e non sempre la
realtà corrisponde alle proprie speranze ed aspettative.
I Dardenne, da
sempre impegnati nel sociale, tornano a mettere in scena-
utilizzando un linguaggio crudo e realistico, senza virtuosismi
pleonastici o scivolate nel sentimentalismo- un dramma umano prima
che sociale, raccontando una piaga che affligge la nostra società:
la disoccupazione.
Il dramma della perdita di un
lavoro si riflette sull’identità dell’individuo, che si sente
sempre più ai margini di un tessuto sociale che ha da sempre
alimentato, condiviso e vissuto in prima persona, finché non ne è
stato escluso forzatamente. Il dramma messo in scena è quello della
classe media odierna, sempre più povera e sempre più incline ad un
meccanismo da “cane mangia cane” per salvaguardare sé stessa e il
proprio status; una classe che ha perso il suo potere d’acquisto e,
parallelamente, il suo ruolo attivo nella vita sociale e
nazionale.
I Dardenne utilizzano gli occhi
limpidi della Cotillard come specchi in cui riflettersi, carichi di
pietà e dignità, frutto pure del contegno di un personaggio- quello
di Sandra, appunto- che non perde la sua integrità morale mai, in
nessuna situazione, nemmeno quando si ritrova faccia a faccia con i
suoi colleghi, creature impaurite e spaventate come lei che, almeno
in questa occasione, si sono ritrovate dall’altro lato della
barricata.
A metà strada tra il neorealismo e
la nouvelle vague, lo sguardo della macchina da presa si
snoda tra le villette dei quartieri residenziali e le case di
periferia, dove si racconta di una moderna classe operaia che,
anche stavolta, è ben lontana dal paradiso.
Dopo il passaggio lo scorso anno in
concorso a Cannes
2022 finalmente arriva nelle nostre sale Due
fratelli. Questo film di
Léonor Serraille è il suo secondo lungometraggio dopo il
debutto nel 2017 con Montparnasse – Femminile
singolare. La regista e sceneggiatrice francese ha preso
spunto per raccontare questa storia d’immigrazione, la vita stessa
del suo compagno. In Due fratelli, in originale Un petit frere, è
una pellicola strutturata in tre capitolo, uno per ciascuno dei
protagonisti, che alla fine si uniscono perfettamente in un unico
racconto tra le gioie e dolori di una mamma e il suo amore
incondizionato per i suoi due figli.
La madre di Due fratelli
Rose, interpretata dall’attrice francese
Annabelle Lengronne, è una giovane madre che alla
fine degli anni Ottanta, in compagnia dei suoi bambini, il maggiore
Jean e il minore Ernest, lascia
la Costa d’Avorio per Parigi. Qui nella grande
capitale europea, ospitata all’inizio da una coppia di parenti che
vivono nella banlieue, la periferia parigina, inizia a lavorare
come cameriera pulendo le camere di un hotel e cerca di crescere al
meglio i suoi due figli.
Questo primo capitolo intitolato proprio con il nome “Rose”, non
mostra solo una mamma ma ragazza single che non rinuncia mai alla
sua indipendenza anche se in qualche modo è alla ricerca costante
dell’uomo giusto. Durante un giornata qualunque al lavoro Rose
conosce Thierry e decide, di punto in bianco, di
lasciare Parigi e inseguire l’uomo, di cui si è innamorata,
trasferendosi con Jean e Ernest a Rouen, una
cittadina portuale a Nord della Francia nella regione della
Normandia.
I fratelli Jean ed Ernest
Qui finisce la parte di film con più presenza di Rose e inizia
quella incentrata sul fratello maggiore Jean. Il giovane ragazzo
crescendo si ritrova a fare da genitore al piccolo Ernest, perché
la madre torna a Rouen, solo nei fine settimana e di riposo dal
lavoro. Il secondo capitolo è anche un modo per mostrare l’angoscia
adolescenziale e la sensibilità di Jean che cerca di gestire tutto
da solo senza smettere di studiare o uscire con la sua ragazza. Il
fratello maggiore si trasforma da promettente studente di prima
classe con il sogno di diventare un pilota in un adolescente
spericolato e confuso. Il terzo e finale capitolo di Due fratelli
mostra Ernest in due fasi della sua crescita la preadolescenza e
quella da giovane adulto come professore che insegna filosofia in
un liceo parigino. Questa pellicola si conclude con un incontro
toccante tra Ernest e sua madre Rose in una caffetteria dove lei
però accusa il figlio minore d’essere diventato troppo
“bianco”.
Un petit frère. Léonor Séraille.
Un dramma francese dove non c’è
solo l’immigrazione
La regista affronta per tutta la
durata del film il difficile tema dell’immigrazione e lo fa in modo
sensibile e non cadendo mai nei cliché. La questione razziale è
sempre di sfondo ma non è il tema centrale, Léonor Serraille mostra
invece due decenni di una famiglia ivoriana che ha scelto la
Francia come un nuovo inizio e la possibilità per i due fratelli di
aver un futuro migliore grazie allo studio. L’unica scena in cui si
sbatte sul grande schermo il razzismo sistematico è solo un caso
isolato verso il finale in cui Ernest adulto viene fermato, senza
una logica, da due poliziotti in divisa che gli chiedono i
documenti.
In Due fratelli si pone invece
l’accento non sull’aspetto sociale ma sul vissuto individuale di
ciascuno dei protagonisti. La regista sceglie una narrazione
dinamica, che racconta le diverse fasi della storia, prima con la
madre poi con il fratello più grande e poi il più piccolo, quello
che più si è anche integrato nella società. La parte con per
protagonista Rose sono forse quelli più complessi e più intensi,
merito della sua interprete
Annabelle Lengronne, magnetica nello sguardo e nella sua totale
libertà di scegliersi lei l’uomo da frequentare o con cui
divertirsi per il suo personale piacere.
L’intensità del film diminuisce
quando l’attenzione si sposta suoi capitoli intitolati “Jean” ed
“Ernest”. Il risultato è un lavoro solvente, onesto, dallo sguardo
sincero e non paternalistico, cinematograficamente molto buono, con
particolari novità e possedendo un ottima fotografia firmata da
Hélène Louvart. Per concludere le scene più belle
visivamente sono quelle estive in cui si vedono entrambi i due
fratelli, in capitoli diversi, in mezza la natura e in compagnia
dei i loro amici e amiche.
Una delle poche critiche che si può fare alla regista è proprio
rinunciare alla presenza di Rose sempre più di sfondo e senza
concludere il suo ciclo di narrazione.
Due nuovissimi film di
Star
Wars usciranno entrambi nel 2026! Nuove data di
uscita sono state annunciate grazie a un aggiornamento della
Disney. Questo è un importante sviluppo del franchise, non solo
perché si ritarda il prossimo film di Star Wars, ma anche
perché si preannuncia il rilascio di ben due film in un anno.
L’aggiornamento arriva dal The Hollywood Reporter, che conferma che
un film di Star Wars arriverà al cinema il 22
maggio 2026, mentre il successivo arriverà il 18
dicembre 2026. Il terzo film, invece, è ancora previsto
per il 17 dicembre 2027, ma non è confermato quale
dei tre film precedentemente annunciati è assegnato a ciascuna data
di uscita.
Star Wars: quello che
sappiamo sui prossimi film della saga
Ad oggi sono infatti tre i film
annunciati come certi per il futuro della saga: quello diretto da
JamesMangold, quello diretto da
Dave Filoni e quello diretto dalla regista
Sharmeen Obaid-Chinoy, che sarà ambientato
quindici anni dopo gli eventi di L’ascesa di Skywalker,
avendo come protagonista la Rey di Daisy Ridley
intenta a gestire una propria scuola di Jedi, nel tentativo di
stabilire un Nuovo Ordine Jedi. Il produttore esecutivo di
The Mandalorian,Dave
Filoni, dirigerà invece una storia ambientata nella
timeline della Nuova Republica e che servirà come culmine dei vari
show Disney+. Mentre il
progetto del regista James Mangold (Logan,
Indiana Jones e il
Quadrante del Destino) sembra racconterà la storia del
primo Jedi che abbia mai esercitato la Forza.
Come anticipato, non è noto
l’abbinamento tra i tre progetti e le date annunciate, ma con due
film in arrivo già nel 2026 è lecito aspettarsi sempre più dettagli
nel giro dei prossimi mesi. Ulteriori notizie a riguardo potrebbero
in realtà già essere rilasciate dalla Disney e dalla Lucasfilm nel
giro delle prossime ore o dei prossimi giorni. In ogni caso, è
sempre più evidente che i fan possono prepararsi a compiere nuovi
viaggi nella galassia lontana lontana, grazie a tre progetti sulla
carta molto interessanti e con i quali si potrà entrare in contatto
con nuove e inedite storie.
La Eagle Pictures ha pubblicato
due dietro le quinte del film
Beautiful Creatures – La Sedicesima, la nuova saga dei
produttori di Twilight. La pellicola vanta un cast d’eccezione che
comprende i volti nuovi Alden Ehrenreich, Alice Englert e i
veterani Emma Thompson, Emmy Rossum, Thomas Mann, Jeremy Irons e
Viola Davis. Il film è tratto dall’omonimo libro scritto da Kami
Garcia. Il film sarà al cinema dal Febbraio 2013.
La DC Comics ha annunciato che
Due Facce riceverà una nuova serie
limitata di fumetti dallo scrittore Christian Ward e dall’artista
Fábio Veras. Che ci crediate o no, questa sarà la prima serie in
solitaria per il famigerato supercriminale di Gotham City (e
occasionalmente bravo ragazzo) Harvey Dent!
Nella tradizione della recente
serie a fumetti incentrata sui cattivi, The
Penguin, la nuova serie “All In” della DC Two-Face esplora
i lati buoni e cattivi di Harvey Dent come due personaggi che
operano e vivono nello stesso corpo. Mentre l’Harvey buono esplora
una vita da avvocato alla Perry Mason,
l’Harvey cattivo non vuole solo il controllo parziale del corpo, ma
il pieno controllo della mente.
Ecco la descrizione ufficiale di
Two-Face #1 direttamente dalla DC Comics:
Dopo anni di conflitti interni,
le due metà di Harvey Dent hanno raggiunto un’inquieta pace.Nella nuova serie Due Facce della DC, Harvey usa le sue abilità
di avvocato per risolvere i conflitti dei criminali più strani e
pericolosi di Gotham, a cominciare da Victor Zsasz.Quando
Zsasz viene accusato dell’omicidio di un collega della malavita di
Gotham, chi meglio di qualcuno che è stato da entrambi i lati della
legge può dimostrare l’innocenza di un criminale?
Ci sembra una premessa divertente e
che promette di esplorare il personaggio in modo divertente e
avvincente. Anche se siamo sicuri che il lato oscuro di Harvey
finirà per prevalere, questo potrebbe essere l’inizio di un nuovo
ed entusiasmante status quo per il cattivo.
“Dopo essermi innamorato
della scrittura del bellissimo e complicato Harvey in Batman: Città
della follia“, ha dichiarato Ward, ”non potrei
essere più entusiasta o più orgoglioso di scrivere la prima serie
in solitaria di Due Facce!”.
“Due Facce è senza alcuna
esitazione non solo il mio cattivo preferito di Batman, ma anche il
mio personaggio preferito di tutta Gotham, e sono entusiasta di
portarlo, insieme all’artista superstar in divenire Fábio Veras e
alle leggende che sono il colorista Ivan Plascencia e il letterista
Hassan Otsmane-Elhaou, in alcuni luoghi selvaggi che forse non vi
aspettate”.
E ha aggiunto. “Il primo di
questi porta Harvey Dent di nuovo in un’aula di tribunale.Nella nostra serie, Harvey cerca di usare le sue competenze
criminologiche per risolvere i conflitti dello strano e pericoloso
sottosuolo criminale di Gotham… il tutto mentre ha in mente di
tornare alla società civile e forse di riconciliarsi con il suo
vecchio amico, Bruce Wayne”.
“Quindi tutti in piedi, il
tribunale è in seduta, Harvey ha lanciato la sua moneta e il
giudizio sta per arrivare!”.
Potete dare un’occhiata alle
copertine di Two-Face #1 qui sotto, insieme ad alcune
immagini interne del numero d’esordio.
Due emisferi è una
storia commovente che racconta i tentativi di una madre di
assicurare la vita migliore possibile a suo figlio, nato con una
patologia che ne complica l’esistenza. Il figlio maggiore di
Bárbara Anderson, Lucca, è
infatti nato con una paralisi cerebrale infantile, un disturbo
dello sviluppo cerebrale che presto inizia a minacciare la qualità
della sua vita. Di conseguenza, quando la madre sente parlare di un
trattamento sperimentale in India che promette grandi
miglioramenti, decide di far accedere il figlio a questa terapia.
Così, nonostante le complicazioni di un viaggio internazionale
tanto impegnativo, Bárbara si assume il compito di rendere il
Citotrone, apparentemente miracoloso, parte del
futuro di suo figlio.
Diretto da Mariana Chenillo, questo film
spagnolo si addentra quindi nella vita di un ragazzino disabile la
cui famiglia lo sostiene nella buona e nella cattiva sorte.
Un’attenzione particolare è rivolta a sua madre, Bárbara, che è
disposta a muovere l’inferno e l’acqua alta per ottenere per suo
figlio tutte le opportunità che merita. I temi commoventi della
storia, come l’amore familiare, le complicazioni della disabilità
cronica e la tenacia della madre, hanno risuonato con il pubblico
abbastanza da far diventare Due
emisferi il film più visto del momento
su Netflix, ma anche suscitare l’interesse per
Lucca e per la sua storia vera oltre il film.
Due emisferi è
basato sul libro autobiografico di Bárbara Anderson
Il film è un adattamento del libro
di Bárbara AndersonI due emisferi di
Lucca. Il romanzo spagnolo, pubblicato nel 2019, è la prima
incursione della giornalista nella scrittura e rappresenta un
resoconto autobiografico della sua esperienza di madre di un
bambino disabile. Da quando Lucca è nato e gli è stata
diagnosticata una paralisi cerebrale, sua madre si è tenuta
diligentemente al corrente delle novità e degli aggiornamenti in
campo sanitario per poter cercare alternative che rendessero la
vita più facile a suo figlio. Per questo motivo, poco dopo essere
entrata in scena, la madre è venuta a conoscenza di Cytotron, un
dispositivo a risonanza magnetica che potrebbe potenzialmente
aiutare Lucca.
Due emisferi – Immagine dal set
Grazie a un contatto ad Harvard,
Anderson è riuscita a contattare il dottor Rajah
Kumar, l’inventore del Citotrone. Da lì, lei, suo marito
Andres e i loro figli, Lucca e
Bruno, hanno deciso di intraprendere un viaggio in
India nel 2017 per provare il trattamento sperimentale. Il viaggio
è stato finanziariamente impegnativo e ha comportato una serie di
complicazioni. Ciononostante, gli Anderson non hanno lasciato che
nulla li dissuadesse dal percorso che avevano scelto. Durante
questo periodo, la giornalista ha tenuto un diario dettagliato del
viaggio, annotando ogni progresso medico nella vita di suo figlio.
Queste annotazioni l’hanno aiutata a scrivere il suo romanzo
d’esordio e a condividere la storia della sua famiglia con il
mondo.
Il trattamento iniziale con
Citotrone, durato 28 giorni, ha finito per fare miracoli per Lucca,
che è stata una delle prime persone al mondo a testare il
dispositivo per quanto riguarda la rigenerazione dei neuroni e la
riparazione dei danni neurologici. In effetti, il trattamento lo ha
aiutato a sviluppare la capacità di parlare e le sue prime parole
sono state il nome dell’inventore, Kumar. Il film di
Mariana Chenillo, con la sceneggiatura di
JavierPeñalosa, racchiude la
meraviglia di questo primo viaggio in India intrapreso dalla
famiglia Anderson. Mette in luce le sfumature mediche della storia
di Lucca e allo stesso tempo fa luce sulle dinamiche familiari
emotivamente crude che hanno reso possibile questo incredibile
trattamento per il giovane ragazzo.
Per questo, nonostante l’occasionale
allontanamento dalla realtà, Due emisferi rimane
una versione autentica e accurata della vera storia della famiglia
Anderson. In una conversazione con Netflix, la Anderson ha parlato
della sua esperienza con il film. Ha detto: “Guardare se stessi
in un film è molto difficile da spiegare; ho pianto quando ho visto
che eravamo di nuovo noi. Ascoltando le voci di Bárbara Mori e Juan
Pablo Medina, con il mio timbro o con le frasi di Andrés, mio
marito, ho visto che eravamo altre persone e il mio corpo si è
bloccato. Come si dice spesso che la realtà supera la finzione,
questa volta la finzione ha catapultato la nostra vita a un altro
livello”.
Il Citotrone è un dispositivo reale
che può essere usato nel trattamento del cancro
Sebbene l’attenzione centrale di
Due emisferi rimanga indubbiamente sulla famiglia
Anderson e sulla sua storia, il film porta alla luce anche
l’influenza reale del Citotrone, una macchina innovativa, ideata
dal dottor Rajah Vijay Kumar, uno scienziato di
Banglore. Kumar ha iniziato le sue ricerche per la creazione della
macchina già nel 1987 e ha prodotto il primo prototipo nel 1999. Il
medico ha sempre voluto che la macchina fosse utilizzata per il
trattamento del cancro. Il suo utilizzo commerciale è iniziato nel
2006 come strumento per l’ingegneria dei tessuti. Nel 2012, il
Citotrone è stato approvato per l’uso clinico con il marchio CE
(Conformité Européenne).
Inoltre, il trattamento di Lucca
Anderson ha avuto un ruolo cruciale nel portare la tecnologia
rivoluzionaria in Messico. Dopo il suo caso, l’Hospital
Infantil de México Federico Gómez, un centro sanitario
infantile di Città del Messico, ha potuto acquistare una delle
macchine. Secondo quanto riferito, Barabara Anderson ha dato un
notevole contributo alla realizzazione di questa realtà. Oggi il
Citotrone continua a essere uno strumento efficace per la diagnosi
dei tumori e per il trattamento di tumori e tessuti. Nel 2017, per
la sua invenzione innovativa Kumar è stato riconosciuto come uno
dei dieci migliori scienziati dell’India.
Lucca Anderson continua a vivere la
sua vita al meglio
Dopo il primo trattamento con
Citotrone nel 2017, Lucca Anderson si è sottoposto al trattamento
altre tre volte durante i suoi viaggi in India. Di conseguenza, è
oggi libero dall’epilessia da cinque anni e ha mosso i primi passi
per camminare e parlare. Attualmente frequenta la scuola elementare
insieme al fratello minore Bruno. Continua a vivere nuove avventure
con la sua famiglia, sia che si tratti di festeggiare piccoli
traguardi, come compleanni e festività, sia che si tratti di nuove
esperienze emozionanti. Recentemente, ha ad esempio vissuto
l’esperienza di sfilare sul tappeto rosso con la sua famiglia per
la prima del film Due emisferi.
Basato sul libro “The Two
Hemispheres of Lucca” di Barbara Anderson,
Due Emisferi è un potente dramma messicano che fa
un ottimo lavoro nell’adattare il materiale originale, offrendo uno
sguardo risoluto sulla crescita di un bambino con paralisi
cerebrale, insieme alla lotta dei genitori del protagonista, Lucca,
alla ricerca di una potenziale cura per aiutare ad alleviare la sua
condizione.
Questa ricerca è il fulcro della
narrazione di Due Emisferi, con Barbara che parte
con la sua famiglia in India, dove una nuova procedura sperimentale
pionieristica potrebbe vedere Lucca iniziare a formare più
connessioni cerebrali rispetto a prima. Questo, a sua volta, gli
consentirebbe di evolversi oltre il suo stato attuale, rendendolo
in grado di formare parole, mangiare, bere e persino ridere. Tutti
questi passaggi della vita che i bambini compiono organicamente
hanno molto più peso e significato nel film.
Lucca inizia a regredire?
Dopo che Barbara viene licenziata
dal suo lavoro, quella notte Lucca finisce per avere una crisi.
Questa volta dura solo 25 secondi, ma è un avvertimento per ciò che
potrebbe accadere se i suoi trattamenti venissero interrotti. Le
sue crisi sono diminuite del 70% da quando si è sottoposto ai
trattamenti in India, ma significa anche che se continuano,
potrebbero vanificare tutto il lavoro svolto finora con la
sperimentazione Cytotron.
Andres convince Barbara a lasciare
che Lucca sbocci e sia se stesso. Vuole che si arrenda e permetta a
Lucca di avere ciò che è meglio per lui. È ovviamente difficile per
Barbara farlo, dato che ha trascorso così tanto tempo a cercare di
dargli la migliore vita possibile. Barbara si è sempre incolpata
per non aver spinto di più durante il travaglio, e quindi sta quasi
cercando di riempire quel senso di colpa nella sua vita con queste
cure.
Due emisferi – Immagine dal set
Perché Barbara si sente così in
colpa?
Barbara aveva un lavoro molto
difficile, che l’ha portata ad avere un arresto respiratorio. È
stata salvata per miracolo e i dottori dell’epoca hanno tirato
fuori suo figlio e hanno fatto del loro meglio per lui. Avrebbero
potuto morire entrambi in quel momento, ma grazie a una sorta di
miracolo o intervento divino, sono sopravvissuti entrambi. Dato che
questo è uno dei motivi principali per cui Barbara è rimasta
indietro, sentirlo è sufficiente a farle apprezzare di nuovo la
vita.
In seguito Barbara telefona a John,
uno degli uomini che ha preso parte ai processi di Kumar, e scopre
che i piani per la clinica di Baltimora erano tutti una bugia.
Jaramillo è un completo imbroglione e non aveva alcuna intenzione
di aprire una clinica. In realtà ha pagato per un’e-mail con il
dominio di John Hopkins per aiutare a vendere la bugia, ma nessuno
oltre a lui lo conosce.
Barbara fa ulteriori ricerche e
scopre che Jaramillo ha truffato numerose persone in passato, tra
cui John e persino il dottor Kumar, cercando di prendersi il merito
di essere l’inventore del Cytotron quando in realtà, questo è
ovviamente completamente falso.
Cosa fa Barbara al riguardo?
Barbara è una donna posseduta,
determinata a far cadere l’uomo. Jaramillo sa chiaramente come
muoversi nel sistema legale e Barbara gli invia un’e-mail con le
sue scoperte. Questo fa gesto fa da traino e con l’aiuto del
Segretario della Salute, organizza un incontro per discutere delle
sperimentazioni del Cytotron.
Barbara si presenta con Lucca ma ci
sono brutte notizie. Si scopre che vogliono solo approvare l’uso
della macchina per scopi oncologici. Non ne consentono l’uso a
scopi neurologici e decidono invece di concentrarsi sui trattamenti
contro il cancro. “Per il bene della maggioranza piuttosto che dei
singoli casi”.
Quindi, sebbene questa sia una
piccola vittoria, ovviamente non lo è per Barbara… finché non
riceve una chiamata dal dottor Kumar, che le dice che è sempre la
benvenuta e che il costo del Cytotron per lei in India è pari a
zero. Ha fatto molto per aiutare e di conseguenza, dopotutto, c’è
una cura per lei e Lucca. Barbara aveva deciso prima di questo di
godersi il processo di crescita di Lucca e ottiene la sua
ricompensa proprio alla fine, quando Lucca pronuncia il suo nome
“Mamma”.
In che modo si conclude Due
Emisferi?
Mentre scorrono i titoli di coda,
apprendiamo che Lucca e la sua famiglia hanno fatto altri 3 viaggi
in India e attualmente Lucca sta finendo la scuola elementare ed è
nella stessa classe di suo fratello Bruno. Lucca non soffre di
epilessia da 5 anni e ha anche iniziato a camminare e parlare.
Ad agosto 2021, Barbara, Andres e
gli investitori hanno acquistato 2 macchine Cycotron e hanno aperto
la prima clinica fuori dall’India. Quindi alla fine, Lucca riesce a
ottenere il suo trattamento e i sacrifici fatti dalla famiglia si
concretizzano nel miglior modo possibile, infondendo speranza anche
a molti altri.
Presentato nella selezione ufficiale
della Festa del Cinema di Roma, Due
donne – Passingè il primo lavoro
dietro la macchina da presa di Rebecca Hall. L’attrice britannica che ha
lavorato con registi del calibro di Woody Allen e Christopher Nolan, candidata ai Golden Globe
nel 2009 per Vicky Cristina Barcelona, oggi decide
di dirigere una storia sua, di cui è anche sceneggiatrice e
produttrice, ispirandosi all’omonimo romanzo del 1929 di
Nella Larsen, figlio del cosiddetto “Rinascimento
di Harlem”, movimento di affermazione dei diritti degli
afroamericani alla fine degli anni Venti. Il film ha partecipato al
Sundence Film Festival e ora arriva a Roma, prima
di sbarcare su Netflix
a novembre.
Due donne –
Passing: la trama
New York, fine anni Venti. Irene
Redfield, Tessa Thompson, e Clare Kendry, Ruth Negga, sono due donne di colore, ex
amiche d’infanzia ad Harlem. Si incontrano di nuovo per caso molti
anni dopo. Hanno fatto scelte di vita molto diverse: Clare ha
sposato John, Alexander Skarsgård, un bianco benestante, e
ora vive a Chicago. Per poter far ciò, però, ha dovuto pagare un
prezzo molto alto e mantenere un grande segreto. Irene vive ancora
ad Harlem, suo marito Brian, André Holland, è un
medico di colore e lei un’attivista per i diritti degli
afroamericani. Non potrebbero essere più diverse. Irene pensa di
non rivedere più Clare, ma questa insiste e alla fine Irene
accetta. L ‘arrivo di Clare sconvolge gli equilibri in famiglia. La
donna in compagnia di Irene e dei suoi si sente di nuovo libera. Ha
un fascino magnetico, che conquista gli amici, i figli di Irene e
non lascia indifferente neppure il marito. Irene si chiede se non
abbia commesso un errore a riallacciare i rapporti con Clare.
Due donne –
Passing, ovvero, passare per ciò che non si
è
Era complicato rendere con una
traduzione il termine “passing”. Così, in italiano il titolo del
film diventa: Due donne. In realtà, quel
“passing” ben riassume il cuore del film. Si tratta di una pratica
in uso nell’America anni Venti da parte di quelle persone di
colore la cui carnagione non molto scura poteva facilmente essere
scambiata per bianca, magari con l’aiuto di un po’ di trucco. Ciò
facilitava l’integrazione sociale in un paese ancora fortemente
razzista, in cui i neri erano spesso oggetto di attacchi e
aggressioni violente. “Passing” è dunque la scelta
fatta dalla protagonista del film, Clare, che pur di elevarsi
socialmente, ma soprattutto, di ottenere l’accettazione della
società, rinuncia a sé stessa, alla libertà di esprimere e vivere
la propria identità. Una scelta radicale, che la porta a negare sé
stessa in nome del bisogno di essere accettata e amata. Una scelta
che però è sempre più difficile da sopportare. Ecco perché
l’incontro con Irene rappresenta per Clare una via di fuga, una
boccata d’ossigeno che le è via via sempre più necessaria. Irene è
l’opposto: orgogliosa delle proprie origini, della propria storia e
animatrice di un comitato per i diritti degli afroamericani. Appare
forte quanto l’altra è fragile, insicura e sempre in cerca delle
lusinghe del prossimo. Ma Irene è anche una donna dall’animo
sensibile e non riesce a restare indifferente di fronte alla
visibile sofferenza dell’amica. Due donne –
Passingnon è solo un
film sul razzismo, ma su due modi opposti di vedere il mondo:
accettazione passiva e ribellione, finzione e autenticità, bianco e
nero – e il film non poteva che essere in un elegante bianco e nero
non solo esteticamente accattivante, ma simbolo perfetto di questa
dicotomia.
InDue
donne – Passing, tutti nascondono
qualcosa
D’altra parte, però, Clare non è
l’unica a fingere. Anche Irene nasconde qualcosa. Così come
vorrebbe nascondere ai suoi figli la realtà di un paese razzista in
cui gli afroamericani rischiano la vita per il colore della propria
pelle. Forse è proprio questo che accomuna e fa sentire vicine,
nonostante tutto, due donne così diverse. Inoltre, anche Brian,
forse, non ha detto proprio tutto a sua moglie. Nascondere,
nascondersi è un elemento che percorre tutto il film e interessa
più personaggi, creando anche una sottile suspense.
Uno stile elegante e
accattivante per un esordio con personalità
Rebecca Hall ha poi uno sguardo molto attento
e raffinato. Cura i dettagli, si concentra su visi ed espressioni
significative, ma crea anche una sua poetica delle immagini: la
neve, le foglie che cadono, i fasci di luce che inondano il campo.
Riesce bene a ricreare le atmosfere della New York della Grande
Depressione inserendovi un tocco originale.
Il risultato è un film piacevole da
guardare, elegante, un film diretto da una donna, che mette al
centro le donne con due ruoli femminili accuratamente delineati,
interpretati da due protagoniste talentuose e molto in parte.
Tessa Thompson, una conferma, si era già
misurata con un affresco d’epoca in Sylvie’s Love.
Quello di Rebecca Hall è uno sguardo rivolto verso il
passato, ma di straordinaria attualità, ora che si sta conoscendo
un nuovo “rinascimento” dei movimeti per i diritti degli
afroamericani. Un invito all’autenticità e all’orgoglio delle
proprie radici. Un buon esordio che fa ben sperare per il
futuro.
Ancora Legendary Pictures, che dopo
il Successo di “Una Notte da leoni”, in attesa del sequel, rimette
insieme parte della squadra vincente in questa nuova esilarante
commedia targata dall’infallibile Todd Phillips(oramai specialista
di genere) dal titolo Due Date, con Robert Downey Jr., il
divertentissimo zach galifianakis(già visto in Una notte da Leoni)
e Jamie Foxx. Eccovi il trailer:
Scritta da Alan R. Cohen, Alan
Freedland, Adam Sztykiel e dallo stesso Todd Phillips, con: Robert
Downey Jr. Zach Galifianakis, Juliette Lewis, Michelle Monaghan,
Jamie Foxx, Alan Arkin.
La commedia sentimentale
statunitense ha spesso e volentieri affrontato, all’interno dei
canoni del genere, tematiche di vario tipo il più delle volte
legate a vere situazioni presenti nella realtà. In Due
cuori e una provetta (qui la recensione), titolo
italiano di The Switch, l’argomento principale è quello
dell’inseminazione artificiale, attorno a cui si costruisce la
vicenda di due personaggi legati tra loro in modi inaspettati. Il
film, scritto da Allan Loeb, è stato diretto nel
2010 da Josh Gordon e Will Speck,
duo di registi comici anche noti per i film Blades of Glory –
Due pattini per la gloria e La festa prima delle
feste.
La storia, pur ispirandosi alle vere
pratiche dell’inseminazione artificiale, si basa prevalentemente
sul racconto breve Baster, scritto da Jeffrey
Eugenides, autore principalmente noto per il romanzo
Le Vergini Suicide (da cui è poi stato tratto l’omonimo
film di Sofia Coppola).
Pubblicato nel 1996 sul periodico The New Yorker, il
racconto ottenne da subito grande popolarità proprio per il suo
coniugare una pratica sempre più diffusa con i toni della commedia.
Baster si presentava dunque come una storia ideale per
essere portata al cinema, ma essendo un racconto breve diverse
furono le aggiunte fatte in fase di adattamento, così da rendere la
storia adatta ad un lungometraggio.
Accolto in modo positivo al box
office, con un incasso di circa 50 milioni di dollari a fronte di
un budget di 20, Due cuori e una provetta si è confermato
essere una delle commedie sentimentali più apprezzate del suo anno.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Due cuori e una provetta: la trama del film
Protagonista del film è
Kassie Larson, una quarantenne newyorkese che,
nonostante la sua bella apparenza e la sua intelligenza, proprio
non riesce a trovare l’uomo adatto a lei. Stanca di spendere il suo
tempo in brevi relazioni senza futuro né particolare coinvolgimento
decide che se non può trovare l’amore in un uomo quantomeno vuole
diventare madre. Per farlo, ricorre dunque all’inseminazione
artificiale. Il suo amico di sempre Wally Mars,
segretamente innamorato di lei, si offre subito come donatore, ma
per evitare di complicare il loro rapporto Kassie preferisce
rivolgersi alla banca del seme.
Qui sceglie come donatore
l’affascinante Roland e prima di procedere con
l’operazione organizza un party per festeggiare la sua imminente
nuova vita da mamma. Durante la festa, però, un Wally leggermente
ubriaco fa rovesciare per sbaglio la provetta con il seme di Roland
nel lavandino. Per rimediare decide dunque di sostituirlo con il
suo e non dire niente a nessuno. Anni dopo, Kassie è ora madre di
un bambino, mentre Wally non ricorda assolutamente nulla della sera
dell’incidente. Quando però la donna presenterà il figlio
all’amico, egli non potrà fare a meno di notare alcune somiglianze
con sé stesso. Inizierà così a ricostruire quanto accaduto, con
esiti a dir poco comici.
Due cuori e una provetta: il cast del film
Ad interpretare il ruolo di Kassie
Larson vi è l’attrice Jennifer Aniston, una
delle regine della commedia americana. Tra i suoi maggiori successi
si annoverano infatti titoli come Una settimana da Dio, Ti
odio, ti lascio, ti…, Come ammazzare il capo… e vivere felici
e Come ti spaccio la famiglia. La Aniston ha dichiarato di
essere rimasta da subito affascinata dalla storia di Due cuori
e una provetta, trovando che si parli in questa di tematiche
femminili non sempre trattate con disinvoltura. È però rimasta
scontenta quando il titolo è stato cambiato da Baster al
più generico The Switch. Nel ruoolo della sua amica Debbie
vi è invece la candidata al premio Oscar Juliette Lewis.
Nel ruolo di Wally si ritrova invece
Jason Bateman, anche
lui popolarissimo per diverse commedie di successo. L’attore è
inoltre amico sin da giovanissimo della Aniston, con la quale ha
recitato in diversi film oltre a questo. Proprio per la grande
sintonia che c’è tra loro due, i produttori li hanno considerati
l’unica coppia di interpreti protagonisti possibile. Leonard, il
migliore amico di Wally, è invece interpretato da Jeff Goldblum,
un ruolo scritto appositamente per lui e congeniale alla sua
comicità. Nei panni dell’affascinante Roland vi è invece
Patrick Wilson, attore
oggi conosciuto come protagonista maschile della saga di film di
The Conjuring. Nel ruolo di Sebastian, il figlio di
Kassie, vi è invece Bryce Robinson.
Due cuori e una provetta:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Due cuori
e una provetta è infatti disponibile nel catalogo di
Chili, Google Play, Apple iTunes e Now. Per
vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o
noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di
questo per una comoda visione casalinga. È bene notare che in caso
di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato
limite temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il
film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno
martedì 14 giugno alle ore 21:30
sul canale TV8.
Arriva al cinema distribuito da
Moviemax Due cuori e una provetta, la nuova
esilarante commedia diretto da Josh Gordon e Will
Speck e con Jennifer Aniston e Jason Bateman.
In Due cuori e una
provetta Kassie (Jennifer Aniston)
splendida 40enne single comunica al suo migliore amico Wally
(Jason
Bateman) che ha deciso di avere un figlio con
un’inseminazione artificiale. Ma quando Kassie troverà il giusto
donatore, alla festa per il lieto evento, Wally ubriaco mischierà
un po’ le carte in tavola.
Due cuori e una
provetta diretto da Josh Gordon, Will
Speck, vede nei due protagonisti il suo peggio e il suo
meglio. Infatti se la Aniston offre al suo personaggio una scarsa
varietà di espressioni, oltre che una serie di atteggiamenti
fastidiosi, il buon Bateman si conferma come uno dei migliori
attori di commedia in circolazione. La storia, che parte da uno
spunto di formidabile e tutt’altro che comica attualità, si basa su
uno dei più classici espedienti della commedia: lo scambio di
persona, rivisitato e corretto per l’occasione.
Il risultato di questa scelta è
sicuramente un prodotto con una partenza originale, ma senza troppa
personalità e che purtroppo si indirizza verso un finale scontato.
Spicca in questo mare di banalità la divertentissima
interpretazione di Jeff Goldblum, nei panni del miglior amico e
socio di Wally, in un ruolo leggero e scanzonato che sembra
essergli stato cucito addosso, e nel senso inverso segnaliamo la
decadente interpretazione di una Juliette Lewis sempre più in disgrazia.
Commedia sentimentale senza troppe
pretese, Due cuori e una provetta è l’ideale per passare un bel
pomeriggio al cinema, sorridendo, ma senza esagerare.
Guarda le due clip in anteprima del
film più atteso del momento, Lincoln
di Steven Spielberg. La pellicola che è
stata candidata a 12 Premi Oscar, incluso miglior protagonista a
Daniel Day-Lewis.
La Blue Sky Studios ha pubblicato
questa mattina le prime due cilp in italiano dell’attesissimo film
di animazione Epic, in uscita a fine maggio nei
nostri cinema.
Tratto da un romanzo per bambini di
William Joyce (autore della serie da cui è tratto Le 5
Leggende), il film racconta la grande battaglia nascosta
tra le forze del bene e del male che popolano la foresta. Una
giovane ragazza si troverà ben presto costretta ad allearsi con il
piccolo popolo per salvare il loro mondo e anche il nostro.
Il film è diretto da Chris
Wedge (autore de L’Era Glaciale e
Robots) e le voci del cast originale comprendono
Josh Hutcherson, Amanda Seyfried, Beyoncé
Knowles, Johnny Knoxville, Aziz Ansari, Jason
Sudeikis, Pitbull,Steven Tyler e Judah
Friedlander. Il film uscirà, in 3D, negli Stati Uniti a partire
dal 24 maggio.
Sono state rese disponibili due
nuove clip di Escape plan – Fuga
dall’inferno, film di Mikael Hafstom
che vedrà protagonisti due mostri sacri dell’action come Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger, pronti ad una
fuga da un carcere di massima sicurezza.
Nella prima clip vediamo Ray
Breslin, interpretato da Sylvester Stallone, rendersi conto di
essere stato incastrato, mentre nella seconda pronto a dare
consigli su come evadere dal carcere. Eccovi le due clip:
Il film è incentrato sulla
storia di Ryan
Bresling (Stallone), la più
importante autorità mondiale nel campo della sicurezza delle
strutture di detenzione. Analizzando ogni carcere di massima
sicurezza e maturando un vasto numero di tecniche di
sopravvivenza, Bresling viene ritenuto
il migliore. Il suo ingegno, tuttavia, verrà messo a dura prova:
dovrà fuggire dalla stessa prigione da lui disegnata.
Escape
Plan è diretto da Mikael
Hafstrom (1408) e vedrà la
partecipazione di Jim Caviezel (la
passione di cristo), 50
cent, Vinnie
Jones (Fire with
Fire), Amy
Ryan (Green Zone)
e Vincent D’Onofrio.
Guarda altre due clip dal film
Il
Grande e Potente Oz diretto da Sam
Raimi e con un cast d’eccezione: James
Franco, Mila Kunis, Rachel
Weisz e Michelle
Williams.
Un uomo residente del Missouri è
stato condannato a passare due anni in prigione e pagare una multa
per aver registrato illegalmente Il Cavaliere
Oscuro con una videocamera, stampando poi DVD
illegali e vendendoli nel 2008.
L’uomo, che è stato accusato dopo
una indagine della MPAA (Motion Picture
Association), dovrà pagare una multa di 24mila dollari e passare 24
mesi in prigione, e poi tre anni di libertà vigilata.
Dopo la condanna, il vice
presidente della divisione “protezione dei contenuti” dell’MPAA
Mike Robinson ha voluto così commentare:
Questo furto di film tramite la
registrazione con videocamera è una minaccia molto seria alla
salute dell’industria cinematografica, che dà lavoro a 2.4 milioni
di americani. E’ una sentenza adeguata alla serietà del crimine,
speriamo serva da esempio verso coloro i quali intendono rubare i
film.
Omar Sy,
soprannominato l’Eddy Murphy francese torna a far
ridere il suo pubblico che l’ha amato in Quasi Amici e che lo ritrova qui in
un buddy-movie a base di inseguimenti e sparatorie nei quartieri
alla periferia di Parigi. In Due Agenti Molto
Speciali, Omar Sy, con semplicità e
tanta ironia, diventa un poliziotto nato e cresciuto a Bodigny che
per ragioni professionali si troverà a lavorare a stretto contatto
con un damerino degli uffici di polizia parigina, interpretato da
Laurent Lafitte.
Un mattino a Bobigny, nei pressi di
una bisca clandestina, viene ritrovato il corpo senza vita di
Eponine Chaligny, moglie dell’influente premier francese Jean-Éric
Chaligny, e sospettata di intrattenere rapporti economici in nero
con gli organizzatori delle serate di gioco d’azzardo. Da quel
momento si intersecano due mondi radicalmente opposti: quello di
Ousmane Diakité, agente di polizia della sezione finanziaria di
Bobigny, e quello di François Monge, capitano della famosa polizia
criminale di Parigi.
Il regista David
Charhon, co-autore della sceneggiatura, ci racconta con
una regia piuttosto classica una storia già vista, che forse
acquista un po’ di freschezza solo perché ambientata a Parigi e non
nelle più classiche metropoli statunitensi, vero luogo deputato del
buddy movie. Inseguimenti e battute di spirito si susseguono in
maniera abbastanza equilibrata, dando al film una particolare
leggerezza che si rivela essere la chiave di volta del film.
Due Agenti Molto Special, il film
Punto di forza del film è
ovviamente il suo protagonista, Omar Sy, che con
la faccia pulita e il sorriso sincero riesce a farci divertire con
semplicità e misura, quasi come se sullo schermo ci fosse un nostro
amico, una persona che conosciamo e alla quale siamo legati. Ma un
buon protagonista non può nulla senza una spalla all’altezza, e
infatti Lafitte, famoso e amato attore di commedia francese, si
rivela perfetto per completare in maniera complementare il
carattere impulsivo e schietto del suo collega sullo schermo.
Unico scopo del racconto,
costellato anche di riferimenti al potere e alla classe dirigente
francese, è quello di intrattenere in pubblico con una storia ben
raccontata e costruita su ottimi tempi comici che Sy scandisce con
proprietà, anche quando è il momento di passare all’azione e
mettere al servizio del film le sue doti atletiche grazie alla
virata action che ben presto il film rivela.
Due Agenti Molto
Speciali è una commedia leggera e divertente, che nel
finale lascia intendere, forse, la nascita di un nuovo franchise
comic-action targato Francia.
Nel 2017 la Disney
riporterà i suoi fan, vecchi e nuovi, a Paperopoli, per una nuova
serie dei DuckTales – Avventure di
paperi.
Come chi ha circa 30 anni sa bene,
DuckTales – Avventure di paperi è una
serie animata della Disney andata in onda tra gli anni Ottanta e
Novanta. La nuova serie andrà in onda su Disney XD.
Non si hanno ancora troppi dettagli
in merito, ma possiamo immaginare che vedremo nello show tutti i
protagonisti della vecchia serie tv: Paperon de’ Paperoni,
Qui, Quo, Qua, Gaia, Jet
McQuark, Beninta Beakley, Archie,
Cuordipietra Famedoro, Archimede Pitagorico,
Miss Paperett, Paperino, Fenton
Paperconchiglia, Gastone Paperone.
L’attesa è finita! La nuovissima e
divertente serie TV Ducktales, ispirata
all’omonimo successo premiato con l’Emmy Award negli anni ’80 che
conquistò un’intera generazione di spettatori, arriverà in
esclusiva su Disney Channel (canale 613 disponibile solo su Sky)
dal 26 novembrecon un nuovo episodio ogni
domenica alle ore 19.45. Le avventure di
Ducktales, vivranno anche sul settimanale
Topolino che pubblicherà le storie a fumetti, disegnate
dagli italiani Luca Usai e Gianfranco Florio con la supervisione di
Marco Ghiglione, ambientate nello stesso universo della serie TV ma
completamente originali.
Protagonisti delle rocambolesche
avventure animate attorno al globo sono ancora una volta il papero
più ricco del mondo Paperon de’ Paperoni, i suoi curiosi e
scatenati nipotini Qui, Quo e Qua, e l’ottimista ma sfortunato
Paperino. Torneranno anche gli altri amatissimi personaggi come il
maggiordomo Archie, Archimede Pitagorico, Jet McQuack, Cuordipietra
Famedoro, Amelia la fattucchiera e Gennarino, Mamma Bass e la Banda
Bassotti (Burger e Boxy Bass), Tata Beakley e Gaia Vanderquack.
DuckTales occupa un posto
speciale nella storia dell’animazione televisiva Disney: la serie
era ispirata ai fumetti di Carl Barks, una vera leggenda Disney, e
grazie alle abilità narrative e artistiche dei suoi disegnatori
pose le basi per numerosi prodotti di intrattenimento animati
capaci di conquistare sia i bambini che gli adulti. La serie
regalerà la medesima energia e lo stesso spirito avventuroso a una
nuova generazione.
La serie sarà composta da 25
episodi da 22 minuti ciascuno e arriverà in esclusiva su
Disney Channel(canale 613 disponibile
solo su Sky)dal 26 novembre ogni domenica alle
ore 19.45.
Nei film di Riley Stearns,
l’emozione è un bene usato con parsimonia. L’umorismo spietato è il
tono emotivo costante utilizzato in tutto il film, mentre esplora
le interazioni umane e le loro sfumature in tutta la loro goffa
alacrità. In Dual – Il clone, Stearns prende una
premessa essenzialmente fantascientifica e ne esplora l’interno,
sia il nucleo emotivo della protagonista che la presenza emotiva
del mondo intorno a lei, che interagisce grazie alla sua presenza e
a quella del suo clone, e come il mondo decide di accettare
l’esistenza di una sola di loro. Il finale lascia poi in sospeso
alcuni dubbi, che cerchiamo di chiarire in questo
approfondimento.
La trama di Dual – Il
clone
Il film è ambientato in un futuro
prossimo e racconta la storia di Sarah (Karen
Gillan), una donna che scopre di essere una malata
terminale. Dopo la diagnosi, Sarah decide di procedere con una
clonazione di se stessa, così da non causare un grande dolore alla
sua famiglia in seguito alla sua morte. Una volta che il clone è
stato creato, la donna insegna all’altra sé a comportarsi come lei
o, meglio, a essere lei. Quando, però, Sarah si riprende, guarendo
miracolosamente, si rende conto che ora che la sua vita non è più a
rischio, non ha bisogno del suo clone. È così che cerca di
liberarsi dell’altra, ma inutilmente.
Infatti, nella società del futuro
non possono co-esistere a lungo un umano e il suo clone. Uno dei
due deve essere eliminato e viene decretato che a continuare a
vivere sarà quello che vincerà un duello all’ultimo sangue.
Determinata a sconfiggere il suo doppio, Sarah inizia a prendere
lezioni da Trent (Aaron
Paul), noto per essere uno specialista delle lotte tra
replicanti. Ha dunque per lei inizio un duro addestramento
necessario alla sua sopravvivenza. Con lo scontro sempre più
vicino, Sarah dovrà dunque lottare per affermarsi come l’unica
versione possibile di sé.
Verso il finale del film, Sarah
insegue il suo clone fino a un parco giochi. Qui, però, le due si
siedono l’una accanto a l’altra e finalmente parlano della loro
vita. Il clone afferma che capisce finalmente perché Sarah era
depressa e successivamente la porta ad un gruppo di sostegno, dove
i sopravvissuti ai duelli tra cloni confessano i loro sentimenti di
sindrome dell’impostore e senso di colpa. Secondo le regole del
gruppo, i sopravvissuti scrivono una lettera alla loro controparte
uccisa, descrivendo i loro sentimenti in quel momento. Il clone di
Sarah scrive una lettera eloquente in cui si assume tutte le colpe
e accusa quel sistema crudele che non permette a entrambe le
versioni di una persona di esistere.
Di conseguenza, entrambe progettano
di fuggire dal confine e di vivere una vita libera dalle
costrizioni imposte. Il mattino seguente, dopo aver guidato fino
alla periferia della città, Sarah e il suo clone initraprendono
un’escursione in una foresta. Nel bel mezzo dell’escursione, però,
Sarah si rende conto che il suo clone l’ha ingannata e, nella sua
natura fiduciosa, ha bevuto l’acqua dalla bottiglia del suo doppio,
che era stata avvelenata. La scena si sposta poi nel parco giochi
dove avrebbe dovuto svolgersi il duello. Vediamo “Sarah” zoppicare
nel parco giochi e dirigersi verso l’arbitro, che la informa che il
suo “clone” è fuggito, dando automaticamente forfait al duello.
Viene quindi condotta un’indagine
che consiste nel chiedere alla sua famiglia se credono che quella
“Sarah” sia davvero l’originale, e la famiglia risponde
affermativamente, perché ha già dimostrato in passato di preferire
il clone più dell’originale. Così, questa nuova versione di Sarah è
libera di prendere completamente in mano la sua vita. Tuttavia, ben
presto si ritrova presto a sua volta depressa perché la vita che
condivide con Peter e la madre la abbatte come era successo
all’originale. Il film si conclude dunque con lei che, emotivamente
distrutta, capisce di essersi ritrovata costretta a vivere una vita
che non ha mai scelto.
Ci sono tuttavia anche teorie che
credono che sia stata la vera Sarah a sopravvivere e non il clone.
Queste teorie non spiegano come possa essere sopravvissuta dopo
essere stata avvelenata, ma si ritiene che Sarah abbia ingannato le
persone che la circondavano, tornando in società spacciandosi però
per il suo clone. Secondo questa teoria, avrebbe fatto quindi
credere alla madre che lei è il clone, da cui lo stratagemma delle
lenti a contatto. Alla fine del film, dunque, la si vedrebbe
piangere perché non solo si rende conto di essere tornata alla sua
vita, ma anche che sua madre ama il sosia e non lei. Tuttavia, è
molto più probabile la versione in cui sia il clone a
sopravvivere.
Si comprende come Dual – Il
clone presenti diverse somiglianze con gli episodi di
Black Mirror, mostrando un mondo in cui il
progresso della tecnologia e della fantascienza viene utilizzato
per usi che vanno oltre le norme tradizionali della progressione
umana. Qui, la prospettiva della clonazione, pur sembrando un’idea
promettente sulla carta, viene percepita e mostrata come un metodo
molto più contorto per evitare il confronto con sentimenti
fondamentali come il dolore. Invece di accettare e cercare di
superare la perdita di un individuo, questo futuro preferisce
accettare una versione clonata dello stesso individuo.
E il regista mostra sottilmente che
la situazione non è così rosea come la pubblicità intende
rappresentare, poiché anche il fondatore dell’azienda che ha
sperimentato la tecnologia è stato un clone per 12 anni. Tuttavia,
nel finale della pubblicità, lo vediamo avvicinarsi per un bacio
con la moglie, che lo allontana sottilmente. Come contrappunto,
vediamo che la Sarah originale viene messa da parte per un modello
più nuovo e forse molto più “pulito”, il che è un risultato
accettabile per la sua famiglia, ma progressivamente il clone
sviluppa quella stessa fase di depressione e insoddisfazione che
aveva afflitto la Sarah originale.
È un pensiero che fa riflettere:
l’incapacità di Sarah di affrontare la sua depressione e il venir
meno del rapporto con la sua famiglia hanno contribuito alla
creazione del clone. La presenza del clone aggrava la sua
depressione. Si potrebbe sostenere che Sarah sia stata più felice
quando si è allenata per più di un anno o quando ha ripreso le
lezioni di danza hip-hop, perché le ricordavano una versione di sé
che credeva di aver perso. Ma prima che potesse prendere atto di
questa consapevolezza e continuare questo ragionamento, è stata
avvelenata dal suo clone, che voleva conquistare la sua singolare
identità.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di Dual –
Il clone grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes
e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 24
gennaio alle ore 21:20 sul canale
20 Mediaset.
Al Festival Internazionale del film
di Roma 2012, arriva un’altra leggenda del cinema asiatico, stiamo
parlando del maestro dell’action Johnnie To.
Infatti, è l’ultimo lavoro del regista di Honk Kong, Drug
War, il secondo film a sorpresa in concorso all’edizione
2012 del Festival Internazionale del film di Roma diretta da
Marco Mueller.
La pellicola intitolata
Drug War racconta di Ming, cinico trafficante di
droga, che si schianta in auto contro un negozio dopo l’esplosione
del suo laboratorio dove si fabbrica eroina. Si salva la vita, ma
ha la moglie e il cognato bloccati dentro la fabbrica. Lei,
funzionario di polizia intelligente e attento, prova a rintracciare
gli altri criminali offrendo a Ming l’opportunità di ridurre la
pena detentiva. Ming decide di aiutarlo, tradendo tutti i suoi
fratelli, ma all’ultimo minuto… Un viaggio all’interno del
labirinto di mafia e traffici illegali, il primo film cinese che
osa parlare apertamente di droga.
Drug War, il film
Drug War dispiega
gran parte degli elementi più iconici del cinema di Johnnie
To che negli anni è diventato un grande specialista del
poliziesco e del Noir, riuscendo a incasellare con una certa
continuità i suoi film fra le migliori performace d’azione degli
ultimi decenni, ricevendo il doveroso riconoscimento sia dal
pubblico che dalla critica. Nonostante ciò Drug
War rappresenterà forse un bivio per l’autore
asiatico che qui per la prima volta rinuncia a virtuosismi e
all’attenzione maniacale per l’estetica e la regia a favore della
narrazione e soprattutto della recitazioni. Infatti,
nell’evolversi della storia la pellicola si dimostra un film di
recitazione e di avvenimenti più che di sequenze e di regia; cosa
che forse avviene per la prima volta nella filmografia del regista,
tanto da relegarsi troppo a semplice narratore e perdendo quel
qualcosa in più che contraddistingueva i suoi film.
Il risultato è si un ottimo film di
genere che fa della recitazione e della storia la sua vocazione
principale ma che, anche per questo motivo, a molti potrà sembrare
un po’ semplicistico e forse un po’ piatto. In ogni caso, rimane
comunque un coraggioso affresco del problema della droga che
attanaglia anche la Cina e il continente asiatico. Un racconto
sincero e veritiero di questo male ormai incurabile che affligge le
esistenze di questo mondo. Nota estremamente positiva è la sequenza
finale colma di tensione e di proiettili impazziti, che non sarà
certo una delle migliori sequenze nella filmografia del regista, ma
che certamente farà felici gli amanti del genere.
Apple TV+
ha annunciato oggi l’acquisizione di “Drops of
God“, la nuova dramedy multilingue franco-giapponese
di Legendary Entertainment, adattata dall’omonima serie manga
giapponese bestseller del New York Times, creata e scritta dal
pluripremiato Tadashi Agi, con artwork di Shu Okimoto e
pubblicata da Kodansha. Composta da otto episodi,
“Drops of God” è interpretata da
Fleur Geffrier (“Das Boot”, “Elle”) nei panni di
Camille Léger e Tomohisa Yamashita (“The Head”,
“Tokyo Vice”, “Alice in Borderland”) nei panni di Issei Tomine
ed è prodotta da Les Productions Dynamic in associazione con
22H22 e Adline Entertainment.
Drops of God, la
trama
La serie si apre con il mondo della
gastronomia e dei vini pregiati in lutto perché Alexandre Léger,
creatore della famosa Léger Wine Guide e figura emblematica
dell’enologia, è appena morto nella sua casa di Tokyo all’età di 60
anni. Il compianto Alexandre lascia una figlia, Camille (Fleur
Geffrier), che vive a Parigi e non vede il padre dalla separazione
dei suoi genitori, avvenuta quando lei aveva nove anni. Camille
vola a Tokyo per assistere alla lettura del testamento di Léger e
scopre che suo padre le ha lasciato una straordinaria collezione di
vini, la più grande al mondo secondo gli esperti. Ma, per
rivendicare l’eredità, Camille deve competere con un giovane e
brillante enologo, Issei Tomine (Tomohisa Yamashita), che suo padre
ha preso sotto la sua ala protettrice e che nel testamento di Léger
viene indicato come il suo “figlio spirituale”. Ma la sua
connessione con Issei è realmente solo spirituale?
Scritto e ideato da Quoc Dang Tran (“Marianne”, “Parallel”),
prodotto da Klaus Zimmermann (“Borgia”, “Trapped”) e diretto da
Oded Ruskin (“No Man’s Land”, “Absentia”), “Drops of God” uscirà
nel 2023 su Apple TV+,
Giappone escluso. La serie è presentata in collaborazione con
France Télévisions e Hulu Japan.
Kodansha, una delle più grandi case editrici giapponesi, è stata
fondata nel 1909 e a oggi vanta una vasta gamma di attività
editoriali. Da sempre impegnata nella promozione della
lettura, offre numerosi premi letterari, come il Premio Noma e il
Premio Yoshikawa, che riconoscono agli autori di maggior talento i
contributi per il miglioramento della cultura editoriale.
I primi appuntamenti sono già
abbastanza stressanti. Ma andare a un primo appuntamento mentre uno
sconosciuto ti invia dei meme irritanti che evolvono in minacce di
morte, è da brividi. Il regista Christopher Landon torna ai
thriller dall’intensità giocosa e imprevedibile, perfezionata nei
film Auguri per la tua Morte, in questo giallo moderno dove
chiunque è un sospettato… o una vittima. Drop
è prodotto congiuntamente dalle case di produzione specializzate in
blockbuster di genere, Blumhouse e Platinum Dunes.
La candidata agli Emmy Meghann
Fahy, star rivelazione di The White Lotus e The Perfect Couple,
interpreta Violet, una madre vedova che dopo anni ha il suo primo
appuntamento. All’arrivo in un ristorante elegante, scopre che il
suo appuntamento, Henry (Brandon Sklenar di It Ends with Us), è più
affascinante e attraente di quanto si aspettasse. Ma la loro
alchimia inizia a deteriorarsi quando Violet viene prima
infastidita e poi terrorizzata da una serie di messaggi anonimi sul
suo telefono.
Le viene ordinato di non parlarne
con nessuno e di seguire le istruzioni, altrimenti la figura
incappucciata che appare nelle telecamere di sorveglianza di casa,
ucciderà suo figlio e la sorella che lo sta accudendo. Violet deve
fare esattamente ciò che le viene chiesto o tutti quelli che ama
moriranno. L’ultima direttiva del suo aguzzino invisibile? Uccidi
Henry.
Il film vede anche la
partecipazione di Violett Beane (Obbligo o verità) e del giovane
esordiente Jacob Robinson, rispettivamente nei ruoli della sorella
e del figlio di Violet; con Reed Diamond (L’arte di vincere),
Gabrielle Ryan (Power Book IV: Force), Jeffery Self (Mack & Rita),
Ed Weeks (The Mindy Project) e Travis Nelson (The Lake) come membri
dello staff e clienti del ristorante.
Drop è diretto
dall’acclamato regista Christopher Landon, sceneggiatore e regista
di Un Fantasma In Casa dello scorso anno e dei successi
Blumhouse come Freaky, Il segnato e la saga Auguri
per la tua Morte. Il film è scritto da Jillian Jacobs & Chris
Roach, autori di Obbligo o verità e Fantasy Island di
Blumhouse.
Il film è prodotto da Jason Blum
(Five Nights at Freddy’s, M3GAN) per Blumhouse, e da Michael Bay (i
film di Transformers, il franchise A Quiet Place), Brad Fuller (i
film di A Quiet Place, la saga de La notte del giudizio) e Cameron
Fuller (The Astronaut) per Platinum Dunes. Il produttore esecutivo
è Sam Lerner.
Si intitolerà It Had to Be You, Drop Dead
Diva 6×13, la tredicesima puntata della sesta stagione
della serie televisiva targata lifetime.
In Drop
Dead Diva
6×13, Owen e Kim cercano
di parlare a Jane della sua relazione
con Ian e di quello che non va,
mentre Teri scopre che è
stato Ian a sabotare la sua performance
ed a toglierle ogni possibilità di successo ed
infine Owen e Jane si
ritrovano ad avere opinioni divergenti su un caso.
Drop Dead
Diva è una serie
televisiva statunitense prodotta dal 2009.
Creata da Josh
Berman, la serie mescola la commedia, il
genere fantasy e il legal drama, e
racconta le vicende di Deb Dobkins, un’aspirantemodella che,
dopo essere rimasta uccisa in un incidente d’auto,
si reincarna nel corpo di Jane Bingum,
un’avvocatessa goffa e sovrappeso.
La serie è stata
trasmessa in prima visione assoluta negli Stati Uniti
da Lifetime dal 12 luglio 2009. In lingua
italiana è trasmessa dall’11 gennaio2011,
in Italia dal canale in chiaro Cielo e da
quello satellitare Fox Life, mentre nella Svizzera
italiana da RSI LA1. Il 2 marzo 2013 la serie è
stata rinnovata per una quinta stagione.