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Drop Dead Diva 6×12: anticipazioni e promo

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Si intitolerà Hero, Drop Dead Diva 6×12, la dodicesima puntata della sesta stagione della serie televisiva Drop Dead Diva.

In Drop Dead Diva 6×12, Kim ed Owen rimangono totalmente sconcertanti e non forniscono alcun tipo di supporto alla nuova e turbolenta relazione amorosa di Jane; nel frattempo, dopo che Kim viene salvata da una rapina da un supereroe mascherato, finisce per rappresentare l’uomo del mistero quando quest’ultimo viene citato in giudizio dal rapinatore ed infine, Jane rappresenta una madre il cui figlio è morto sul campo di football.

Drop – Accetta o rifiuta: recensione del film di Christopher Landon

Avrebbe dovuto dirigere Scream VII Christopher Landon, ma ha infine abbandonato il progetto per via di problematiche sorte nel corso della realizzazione. Un vero peccato, dato quello che aveva già dimostrato con Auguri per la tua morte e che ribadisce ancor di più con il nuovo Drop – Accetta o rifiuta, ovvero di essere abilissimo nel muoversi del territorio del thriller, costruendo immagini e sequenze capaci di far dimenticare anche qualche leggerezza nella sceneggiatura. Con il nuovo film – scritto da Jillian Jacobs Chris Roach (autori di Obbligo o verità Fantasy Island) – entriamo infatti all’interno di un perverso gioco che, con pochi elementi, riesce a tenere in tensione per tutti i suoi 95 minuti di durata.

La trama di Drop – Accetta o rifiuta

Protagonista del film è Violet (Meghann Fahy, vista in The White Lotus), una madre vedova al suo primo appuntamento dopo anni. Arrivata nel ristorante di lusso dove si svolgerà la serata, si sente sollevata dal fatto che il suo accompagnatore, Henry (Brandon Sklenar, visto in 1923), è più affascinante e bello di quanto si aspettasse. Ma la loro intesa inizia a incrinarsi quando Violet inizia a essere irritata e poi terrorizzata da una serie di messaggi anonimi al suo telefono. La cosa prende infatti una brutta piega quando il misterioso disturbatore le fa capire che se non farà quello che dice, suo figlio verrà ucciso. Per Violet, ha così inizio il più inaspettato degli appuntamenti romantici.

Meghann Fahy e Brandon Sklenar in Drop - Accetta o rifiuta
Meghann Fahy e Brandon Sklenar in Drop – Accetta o rifiuta. Foto di Bernard Walsh/Univ – © 2025 Universal Studios. All Rights Reserved.

Christopher Landon si diverte e convince con Drop – Accetta o rifiuta

Che la tecnologia si oggi la principale fonte di ispirazione per i generi thriller e horror è indubbio. Al di là di una serie come Black Mirror, film come Unfriended, M3GAN o il recente Companion sono solo alcuni degli esempi possibili su come queste tipologie di film stiano proponendo nuovi brividi appoggiandosi a realtà ormai diffuse e note a tutti, raccontandoci così anche delle degenerazioni della nostra società. Drop – Accetta o rifiuta fa altrettanto, proponendosi però non tanto con un commento sociale (che comunque c’è) quanto come un puro divertissement, conduncendoci all’interno di un giallo da risolvere a colpi di messaggi, meme e telecamere di sorveglianza.

Ecco allora che Landon dà sfogo alla sua creatività, modellando la messa in scena per rendere quanto più dinamico e accattivante possibile un film che si svolge grossomodo in un unico ambiente. Tra virtuosismi con la macchina da presa, giochi di luci ed efficaci scritte in sovraimpressione che ci permettono di sapere cosa viene scritto a Violet, siamo portati ad entrare sempre più nel vivo della situazione, iniziando a provare la stessa angoscia della protagonista. Perché ognuno dei presenti nel ristorante può essere il responsabile di quanto sta accadendo e così lo sguardo si impegna a fare attenzione ad ogni dettaglio in cerca della soluzione.

Landon si diverte così a proporre suggerimenti ma anche depistaggi, facendo bene attenzione a dosare gli ingredienti di questo thriller affinché il ritmo e la tensione non vengano mai meno. Riesce a farci sospettare di tutti (merito anche di convincenti interpretazioni, soprattutto di di Fahy e Sklenar), talvolta in modo non propriamente genuino, ma sempre con l’obiettivo di mantenere con sé quell’attenzione dello spettatore catturata sin dai seducenti titoli di testa del film. E come si diceva, si passa così anche sopra alcune ingenuità nella sceneggiatura, alcuni punti di essa che non tornano e anche sopra alcuni più ampi buchi. Perché qui più che mai l’importante non è il cosa, ma il come.

Meghann Fahy in Drop - Accetta o rifiuta
Meghann Fahy in Drop – Accetta o rifiuta. Foto di Bernard Walsh/Univ – © 2025 Universal Studios. All Rights Reserved.

Un film che riflette sull’abuso di potere

Ma Drop – Accetta o rifiuta non è tutto muscoli e niente cervello, anzi. Il film, sin dalle primissime scene, stabilisce l’intenzione di parlare di violenza all’interno delle relazioni, di soprusi, di incapacità di reagire ai propri oppressori. È quello che caratterizza Violet, uscita da una relazione tossica che l’ha portata ad un passo dalla morte. Seppur non in modo esplicito e anzi apparentemente slegato da questo tema, il resto del film si basa sul suo ritrovarsi nuovamente in una situazione di subordinazione rispetto a qualcuno che la controlla in ogni sua mossa e la comanda minacciando ciò che lei ha di più caro. Così facendo la protagonista è costretta a confrontarsi con il proprio passato, cercando però di non rifare gli stessi errori.

Si tratta di un aspetto che, come già detto, rischia di passare in secondo piano rispetto alla brillante confezione con cui Landon impacchetta il tutto, ma è quel valore in più che permette al film di dotarsi di una carica ulteriore. Proprio alla luce di ciò, è difficile non pensare con malinconia a cosa avrebbe potuto realizzare con Scream VII (che con Drop – Accetta o rifiuta presenta diverse analogie, a partire dall’assassino che gioca con la propria vittima), ma ci si può rincuorare nel vedere questo suo nuovo film, che diverte, spaventa e, guardando a più riprese ad un modello come Alfred Hitchcock, porta in modo intelligente a stare col fiato sospeso in vista della risoluzione finale.

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Drop – Accetta o rifiuta, la spiegazione del finale: chi tormenta Violet?

Il grande colpo di scena di Drop – Accetta o rifiuta è sempre stato sotto gli occhi del pubblico, con una motivazione che in realtà gioca a favore dei temi del film. Diretto da Christopher Landon (regista di Auguri per la tua morte), questo nuovo thriller al cinema dal 17 aprile è incentrato sulla Violet di Meghann Fahy. Al suo primo appuntamento dopo la morte del marito violento, la donna sembra inizialmente felice di condividere finalmente un pasto con il bello e dolce Henry. Tuttavia, una serie di messaggi anonimi la avvisano che la vita di sua sorella Jen e di suo figlio Toby è in pericolo, a meno che non segua esattamente le istruzioni. A questo punto il film propone una serie di colpi di scena che costringono Violet a cercare di scoprire la verità.

Drop – Accetta o rifiuta propone dunque un mistero profondamente divertente e un racconto ingannevolmente elegante che diventa sempre più avvincente man mano che la posta in gioco si alza. Ci si concentra principalmente sul mistero che circonda la persona che sta cercando di costringere Violet a commettere un omicidio, ma questo non toglie nulla alla potente morale al centro della storia. Si tratta di un film in cui i sopravvissuti agli abusi riprendono il loro potere e lottano contro le persone che vogliono controllarli. Ecco allora come il finale del film porta degnamente a conclusione questo teso thriller, in un’esplosione di azione che sottolinea i temi emotivi.

Il colpo di scena di Drop – Accetta o rifiuta

Il cattivo principale di Drop – Accetta o rifiuta è Richard, che si rivela un assassino molto più pericoloso di quanto il suo personaggio inizialmente senza pretese potesse far pensare. Inizialmente, Richard sembra un personaggio di ripiego destinato ad animare la scena che ha con Violet ad inizio film. Un uomo anziano al suo primo appuntamento dopo anni sembra abbastanza innocuo. In realtà, è un assassino ingaggiato per uccidere Henry. Sembra che Richard e il suo innominato socio abbiano fatto questo lavoro abbastanza a lungo da perfezionarlo, usando la tecnologia moderna per manipolare Violet e impedire ogni suo tentativo di avvisare le autorità.

Meghann Fahy e Brandon Sklenar in Drop - Accetta o rifiuta
Meghann Fahy e Brandon Sklenar in Drop – Accetta o rifiuta. Foto di Bernard Walsh/Univ – © 2025 Universal Studios. All Rights Reserved.

Assicurandosi la collaborazione di Violet minacciando la sua famiglia, Richard cerca di costringerla ad avvelenare Henry, dopo aver preparato la situazione con le prove della colpevolezza di lei. In questo modo, la incolperà dell’omicidio di Henry. Violet sarà vista dalle telecamere di sicurezza mentre manomette il drink dell’uomo, somministrandogli un’overdose di un farmaco che somministra spesso ai pazienti. Complica la cosa il fatto che si dice abbia ucciso il suo violento marito. Dal suo punto cieco in una cabina, Richard può dunque osservare tutto questo e rispondere ai tentativi di fuga di Violet. È un piano ben congegnato che va in fumo solo perché sottovaluta la donna in un momento chiave.

Perché Richard vuole che Henry muoia

Richard non sembra avere un’antipatia specifica per Henry, ma rivela di averlo preso di mira solo a causa dei suoi datori di lavoro. Drop – Accetta o rifiuta rivela che Henry è un fotografo dell’ufficio del sindaco che ha le prove della corruzione del politico. Henry sta collaborando con le autorità e sarà un testimone chiave nel caso. La sua morte, anche in circostanze normali, potrebbe essere considerata sospetta, rendendo necessario un omicidio più articolato. Richard deve anche assicurarsi che la scheda SD della sua macchina fotografica venga distrutta, cosa che costringe Violet a fare nelle sue manipolazioni.

Per questo motivo Richard cerca di usare Violet come intermediario per il suo assassinio. Se Violet venisse incolpata dell’omicidio, sembrerebbe completamente scollegata dall’indagine sul sindaco e potenzialmente gli risparmierebbe ulteriori controlli. Ironia della sorte, i tentativi di Richard di proteggere il sindaco da qualsiasi legame con l’assassinio lo espongono in uno spazio estremamente pubblico. Una volta convinto che Violet abbia avvelenato Henry, Richard deride Violet con tutti i dettagli del loro piano – solo per rendersi conto che lei ha finto di avvelenare Henry e in realtà ha avvelenato il dessert dell’anziano. La sua successiva morte (e l’incapacità di uccidere Violet o Henry) smaschera poi il sindaco.

Meghann Fahy in Drop - Accetta o rifiuta
Meghann Fahy in Drop – Accetta o rifiuta. Foto di Bernard Walsh/Univ – © 2025 Universal Studios. All Rights Reserved.

Cosa è successo davvero al marito di Violet

La prima scena di Drop – Accetta o rifiuta è uno dei momenti più cupi del film, in quanto allude alla natura abusiva del rapporto tra Violet e il suo ex marito. Nonostante avessero un bambino insieme, l’uomo divenne per Violet una presenza sempre più instabile e violenta. La donna spiegherà a Henry, alla fine del film, che era diventato pericoloso con il figlio (cosa che ancora la tormenta). Come viene costantemente rivelato nel film attraverso i flashback, il marito di Violet si scagliava contro di lei, la picchiava e minacciava sia lei che il neonato Toby con una pistola. All’arrivo della polizia, il marito, scosso, ha puntato la pistola contro di sé, uccidendosi.

È una rivelazione oscura che cambia gran parte delle scene precedenti. La decisione di Violet di cambiare la sua prassi nei confronti dei sopravvissuti agli abusi acquista un taglio molto più personale, così come la sua eventuale resilienza di fronte ad altri uomini controllanti e violenti come Richard. Inoltre, dà a lei e a Henry qualcosa di vulnerabile su cui legare, dato che lui è ancora scosso dalle sue scoperte sul sindaco. Inoltre, offre a Richard un potenziale mezzo per dipingere Violet come un’assassina violenta, suggerendo che la famiglia del marito la sospettasse in seguito di un crimine. La tragica verità dietro il matrimonio di Violet è dunque una rivelazione emotivamente efficace.

Il vero significato di Drop

Drop – Accetta o rifiuta è dunque un film dal ritmo serrato che presenta diversi colpi di scena di grande effetto, concentrandosi più sulle tortuose svolte della trama che su qualsiasi grande dichiarazione tematica. Al centro di Violet (e in misura minore di Henry) c’è una metafora dei sopravvissuti agli abusi. Che si tratti di una relazione sentimentale tossica, del tradimento di un amico o delle manipolazioni di un datore di lavoro, i sopravvissuti come Violet e Henry sono entrambi chiaramente scossi e scoraggiati da queste esperienze. Henry suggerisce addirittura di brindare con i loro shot di tequila alla “speranza” di poterne uscire rafforzati.

Questa è l’etica delle azioni di Violet nel momento culminante, quando si rifiuta di cedere la sua autorità a un altro uomo che vuole abusare del suo potere su di lei. Violet combatte contro Richard, non solo superandolo nel ragionamento, ma assicurandosi la sua morte mentre è seduta proprio di fronte a lui. Violet aiuta a evitare che sua sorella e suo figlio diventino vittime, rifiutandosi di seguire le regole di Richard. Drop – Accetta o rifiuta si immedesima nel dolore persistente che il trauma può provocare in tutti i tipi di persone, ma sottolinea quanto sia importante lottare contro di esso e recuperare il proprio senso di sé e la propria autonomia.

Drop – accetta o rifiuta, il Secondo Trailer Ufficiale

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Drop – accetta o rifiuta, il Secondo Trailer Ufficiale

Universal Pictures ha distribuito on line il Secondo Trailer Ufficiale di Drop – accetta o rifiuta, il nuovo progetto di Blumhouse in arrivo al cinema dal 17 aprile.

I primi appuntamenti sono già abbastanza stressanti. Ma andare a un primo appuntamento mentre uno sconosciuto ti invia dei meme irritanti che evolvono in minacce di morte, è da brividi. Il regista Christopher Landon torna ai thriller dall’intensità giocosa e imprevedibile, perfezionata nei film Auguri per la tua Morte, in questo giallo moderno dove chiunque è un sospettato… o una vittima. Drop è prodotto congiuntamente dalle case di produzione specializzate in blockbuster di genere, Blumhouse e Platinum Dunes.

La candidata agli Emmy Meghann Fahy, star rivelazione di The White Lotus e The Perfect Couple, interpreta Violet, una madre vedova che dopo anni ha il suo primo appuntamento. All’arrivo in un ristorante elegante, scopre che il suo appuntamento, Henry (Brandon Sklenar di It Ends with Us), è più affascinante e attraente di quanto si aspettasse. Ma la loro alchimia inizia a deteriorarsi quando Violet viene prima infastidita e poi terrorizzata da una serie di messaggi anonimi sul suo telefono.

Le viene ordinato di non parlarne con nessuno e di seguire le istruzioni, altrimenti la figura incappucciata che appare nelle telecamere di sorveglianza di casa, ucciderà suo figlio e la sorella che lo sta accudendo. Violet deve fare esattamente ciò che le viene chiesto o tutti quelli che ama moriranno. L’ultima direttiva del suo aguzzino invisibile? Uccidi Henry.

Il film vede anche la partecipazione di Violett Beane (Obbligo o verità) e del giovane esordiente Jacob Robinson, rispettivamente nei ruoli della sorella e del figlio di Violet; con Reed Diamond (L’arte di vincere), Gabrielle Ryan (Power Book IV: Force), Jeffery Self (Mack & Rita), Ed Weeks (The Mindy Project) e Travis Nelson (The Lake) come membri dello staff e clienti del ristorante.

Drop è diretto dall’acclamato regista Christopher Landon, sceneggiatore e regista di Un Fantasma In Casa dello scorso anno e dei successi Blumhouse come Freaky, Il segnato e la saga Auguri per la tua Morte. Il film è scritto da Jillian Jacobs & Chris Roach, autori di Obbligo o verità e Fantasy Island di Blumhouse.

Il film è prodotto da Jason Blum (Five Nights at Freddy’s, M3GAN) per Blumhouse, e da Michael Bay (i film di Transformers, il franchise A Quiet Place), Brad Fuller (i film di A Quiet Place, la saga de La notte del giudizio) e Cameron Fuller (The Astronaut) per Platinum Dunes. Il produttore esecutivo è Sam Lerner.

Driven: recensione del film di Nick Hamm

Driven: recensione del film di Nick Hamm

A Venezia 75 viene presentato il film di chiusura, Driven di Nick Hamm, in conclusione di una maratona cinematografica assai ricca e piena di titoli interessanti. Driven arriva però alla fine di una giornata di proiezioni povera rispetto al palinsesto dei giorni precedenti, forse per una scelta mirata, visto l’accavallarsi con il festival di Toronto. Alla fine della proiezione è stato presentato anche il backstage, che racconta alcuni difficili momenti della realizzazione.

Driven è la storia intrecciata di due persone, molto distanti tra loro, ma che uno strano gioco del destino porterà a fondere le loro vite. Siamo nella metà degli anni Settanta, Jim Hoffman è un pilota, implicato in un colossale traffico di droga, nel quale non esita a coinvolgere la sua famiglia, mentre John DeLorean, suo vicino di casa, è un geniale e ricco progettista di automobili, con un passato glorioso e il sogno di produrre l’auto che rivoluzionerà per sempre il mercato. Jim è strettamente sorvegliato dall’FBI, che in cambio della libertà lo sfrutta come informatore. DeLorean invece è alla ricerca di capitali per finanziare il suo ambizioso progetto. Inutile dire che sarà l’inizio di un gioco complesso, che sfuggirà di mano, infrangendo le leggi, l’etica e l’amicizia.

Il regista Nick Hamm dice di aver voluto raccontare la storia di due uomini così bisognosi dell’essere vincitori, da arrivare a distruggere famiglia e amicizia.  L’interrogativo al centro del suo film è se DeLorean sia un truffatore o un genio della creatività e viceversa, se Jim sia un criminale o una persona sincera e di cuore.

Il film gioca bene con questi interrogativi, ruotando attorno a quell’automobile avveniristica dalle ali di gabbiano, diventata famosa solamente perché scelta come macchina del tempo in Ritorno al futuro di Robert Zemeckis. Peccato che in realtà quel costosissimo veicolo sia stato un autentico fallimento, pieno di problemi strutturali e malfunzionante fin dall’uscita dalla fabbrica. Nel film ci sono molti momenti con battute, neanche troppo velate, sulla DeLorean come macchina del tempo, futuro e viaggi lontani.

Driven è un film ben congeniato, diretto con mano sicura e ben interpretato, in maniera sorniona, beffarda, a volte esagerata, ma credibile. Nonostante la confezione appetitosa, la musica rock coinvolgente e perfettamente correlata al montaggio, la divertente ricostruzione caricaturale degli anni Settanta e l’imbastimento di un riuscito connubio tra commedia e poliziesco, stenta però a coinvolgere anche chi non è troppo appassionato all’industria delle automobili.

Driven: Lee Pace è il creatore della DeLorean nel primo trailer del film

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È online il primo trailer ufficiale di Driven, biopic dedicato alla figura di John DeLorean, imprenditore e fondatore della casa automobilistica DeLorean Motor Company che nella sua breve storia riuscì a produrre un unico modello poi divenuto celebre grazie a Ritorno al Futuro nel 1984.

Nel film Lee Pace interpreta il protagonista affiancato da Jason Sudekis, Judy Greer, Isabel Arraiza, Corey Stoll, Justin Bartha, Michael Cudlitz, Tara Summers, e Iddo Goldberg.

Presentato in anteprima a Venezia lo scorso anno e diretto da Nick Hamm, Driven arriverà nelle sale americane il prossimo 16 agosto.

Di seguito la sinossi:

Ambientato nei primi anni ’80 in California, la storia segue la rapida ascesa del ragazzo d’oro dell’industria automobilistica, John DeLorean e della sua iconica DeLorean Motor Company, filtrata attraverso gli occhi dell’affascinante pilota diventato informatore dell’FBI, Jim Hoffman. DeLorean infatti si trova costretto a rivolgersi a spiacevoli attività criminali per  salvare la società in bancarotta, e insieme a Hoffman entra in un circolo di trafficanti di cocaina.

Driven – Il caso DeLorean: tutte le curiosità e la storia vera dietro il film

Il racconto di vere vicende ispirate all’ambito dell’automobilismo è stato oggetto di numerosi film nel corso della storia del cinema. Due tra i titoli più recenti sono Rush, dedicato alla rivalità tra Niki Lauda e James Hunt, e Le Mans ’66 – La grande sfida, incentrato invece sugli ingegneri della Ford alle prese con la realizzazione di un’auto in grado di battere la temuta Ferrari. Proprio su Enzo Ferrari il regista Michael Mann sta ora realizzando un biopic, ma in attesa di poterlo vedere, un altro film appartenente a questo filone da recuperare è Driven – Il caso DeLorean (qui la recensione).

Film di chiusura del Festival di Venezia nel 2018, questo lungometraggio diretto da Nick Hamm (regista del thriller The Hole e dell’horror Godsend – Il male è rinato) va a raccontare la vita di John DeLorean, l’imprenditore fondatore della nota casa automobilistica. L’obiettivo era quello di entrare dentro gli eventi che portarono alla realizzazione della celebre automobile, consacratasi nell’immaginario collettivo grazie al suo ruolo nella trilogia di Ritorno al futuro. Nonostante sia ispirato ad una storia vera, però, il film è noto per essersi preso diverse libertà nel raccontare tale vicenda.

Ciò non toglie che il film sia particolarmente godibile, mescolando commedia, dramma ed elementi thriller. Per gli appassionati di questo ambito, dunque, è un film da recuperare per sapere qualcosa di più sulla storia dietro la celebre automobile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e la vera storia dietro al film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

Driven – Il caso DeLorean: la trama e il cast del film

Protagonisti del film sono Jim Hoffman, ex pilota di aerei, narcotrafficante e ora informatore dell’FBI, e John DeLorean, il folle e geniale inventore dell’omonima casa automobilistica. Quando i due uomini, dalle vite e abitudini profondamente diverse, si incontrano, DeLorean è in procinto di rilasciare il primo e unico modello della sua società, ovvero la celebre DMC-12. Divenuti amici, l’imprenditore decide di coinvolgere Hoffman nei suoi affari, senza sapere però che questi ha ricevuto l’incarico dall’FBI di tenerlo d’occhio, in quanto sospettato di essere coinvolto in un traffico di cocaina. Ben presto, i rapporti tra i due diverranno così stretti da rendere le rispettive operazioni estremamente complesse.

Ad interpretare John DeLorean si ritrova l’attore Lee Pace, celebre per aver interpretato il Re degli Elfi Thranduil nella trilogia di Lo Hobbit e Ronan l’Accusatore nel Marvel Cinematic Universe. Nei panni di Jim Hoffman, invece, vi è l’attore Jason Sudeikis, oggi noto per la serie Ted Lasso. Nel cast si ritrovano poi anche Judy Greer nei panni di Ellen, la moglie di Jim, e Corey Stoll, in quelli dell’agente FBI Benedict J. Tisa. Gli attori Michael Cudlitz, noto per essere stato Abraham in The Walking Dead, ed Erin Moriarty, Stargirl nella serie The Boys, interpretano invece il narcotrafficante Morgan Hetrick e la sua ragazza Katy Connors.

Driven - Il caso DeLorean storia vera

Driven – Il caso DeLorean: la vera storia dietro al film

La vita di John DeLorean è ricca di peripezie e guai imprevedibili, i quali non hanno però mai del tutto scalfito le grandi ambizioni e i grandi sogni posseduti dall’imprenditore. Emigrato dalla Romania agli Stati Uniti all’età di vent’anni, DeLorean svolse da prima un master alla Chrysler, per poi ricoprire ruoli di rilievo alla General Motors e alla Chevrolet. Con l’esperienza accumulata, egli diede vita nel 1975 alla DeLorean Motor Company, la quale però riuscì a produrre un solo modello, la celebre DMC-12, divenuta famosa grazie al film del 1985 Ritorno al futuro, dove è utilizzata come macchina del tempo. La realizzazione dell’auto segnò però per DeLorean l’inizio di tanti problemi.

Dei ritardi nella produzione fecero sì che l’auto non arrivasse sul mercato prima del 1981, in un momento in cui questo era caratterizzato da una certa crisi. Le tiepide recensioni ottenute dall’auto portarono a scarse vendite, mettendo in difficoltà l’azienda e impedendo a DeLorean di recuperare i 175 milioni di dollari investiti nella realizzazione della vettura. Maggiori guai ebbero però inizio quando, nell’ottobre del 1982, DeLorean venne accusato di traffico di cocaina dall’informatore dell’FBI James Hoffman. Questi, un ex vicino di casa di DeLorean, ha riferito ai suoi superiori dell’FBI che l’imprenditore si era avvicinato a lui per chiedergli di organizzare un affare di cocaina. In verità, Hoffman aveva chiamato DeLorean e suggerito l’accordo, a cui DeLorean ha abboccato.

Hoffman ha poi anche affermato di essere stato a conoscenza dei problemi finanziari di DeLorean prima di contattarlo e di averlo sentito ammettere che aveva urgente bisogno di 17 milioni di dollari per prevenire l’imminente insolvenza di DMC. Proprio per via di tale elemento, nel 1984 DeLorean fu ritenuto non colpevole, in quanto ingiustamente posto in una trappola. A quel punto, però, la DMC aveva già dichiarato bancarotta e la reputazione di DeLorean era irrevocabilmente compromessa. Abbandonato il settore automobilistico, DeLorean morì nel 2005 per via di un ictus, con la consapevolezza però che quella sua unica auto realizzata sarebbe rimasta nella storia.

Driven – Il caso DeLorean: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Driven – Il caso DeLorean grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 17 giugno alle ore 21:30 sul canale Rai 3.

Fonte: IMDb, YahooMovies

Drive: recensione del film con Ryan Gosling

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Drive: recensione del film con Ryan Gosling

Driver è un uomo gentile e silenzioso, fa lo stuntman professionista e per arrotondare si presta a fare da ‘autista’ ai rapinatori che devono lasciare il luogo del crimine in pochi minuti. Ma per tutti arriva il momento delle scelte sbagliate, e per Driver sarà la rapina sbagliata, che lo trascinerà in un bagno di sangue.

Il decantato Drive del bravissimo Nicolas Winding Refn arriva anche in Italia, in 300 copie, con tutte le aspettative che gli hanno messo addosso i critici che l’hanno già visto a Cannes e soprattutto la Palma alla regia per l’olandese Refn. Il film, con atmosfere che ricordano molto gli anni ’80, e un cast in stato di grazia racconta con ansiolitica lentezza una storia cruda e nemmeno troppo complessa, ma sullo schermo straordinaria. Una città cupa, almeno quanto gli animi dei protagonisti, fa da perfetta cornice a un uomo con la sua auto e a tutta la violenza che riesce a scatenare la vendetta e la paura, ma anche l’amore. Un amore che per brevissime sequenze regala al film una profondità emotiva davvero impensabile, un contrasto interessante che impreziosisce la storia. Grande importanza viene data alla musica, molto invadente ed onnipresente che aiuta la costruzione della suspance, cifra distintiva si dall’inconsapevole inizio.

Drive, il film

Bellissime le interpretazioni, a partire dalla delicata Carey Mulligan, passando dal truce Ron Perlman, fino al grande silenzioso protagonista, Ryan Gosling che ipnotizza con i suoi silenzi e folgora con le sue parole. Intrecciando in diversi punti il presente con il prossimo futuro, Refn realizza una struttura filmica molto dinamica, che non sacrifica il peso e la durata di ogni inquadratura e che coinvolge e stravolge.

Lo scoppio della brutale violenza che si concentra in diversi momenti paralizza e disgusta ma mai ci fa mettere in dubbio la fondamentale gentilezza di questo laconico Driver. Con una grande leggerezza Refn si muove sia nello stretto abitacolo di una macchina sia alle sue spalle, segue con movimenti fluidi i personaggi in camere e corridoi, senza mai alterare il suo racconto anche quando il sangue scorre a fiumi. Belle le luci, cupe e calde, che raccontano, insieme agli intensi sguardi di Gosling una vita in bilico.

Drive-Away Dolls: recensione del film di Ethan Coen

Drive-Away Dolls: recensione del film di Ethan Coen

Quando si ha a che fare con un duo di registi dallo stile fortemente distintivo, si può essere portati a chiedersi se certe loro caratteristiche siano proprie di entrambi o se siano da attribuire all’uno o all’altro. Per quanto riguarda i fratelli Joel e Ethan Coen, sappiamo che entrambi condividono il gusto per il grottesco, per l’umorismo nero, per i personaggi sopra le righe ma anche per la profonda drammaticità di certe situazioni. Quando hanno annunciato una pausa nella loro collaborazione, è però inevitabilmente sorta la curiosità di scoprire in che modo la rispettive personalità si sarebbero manifestate negli annunciati progetti in solitaria. Con Drive-Away Dolls, diretto da Ethan, abbiamo ora una prima risposta.

Primo lavoro da regista per il Coen più giovane, che lo ha anche scritto a quattro mani insieme alla moglie Tricia Cooke, questo si presenta come un compendio delle cifre stilistiche per cui i due fratelli sono conosciuti, con una però forte prevalenza di umorismo grottesco se non talvolta anche demenziale. Con Drive-Away Dolls siamo infatti dalle parti di Burn After Reading o di Ave, Cesare!, con un tono dunque leggero e scanzonato che accompagna un buddy movie che è anche road movie e che, tra elementi di assurdità e nonsense per cui si chiede allo spettatore di stare al gioco, arriva a svelarsi come un’opera più che godibile.

Drive-Away Dolls Geraldine Viswanatha Margaret Qualley
Geraldine Viswanatha e Margaret Qualley in una scena di Drive-Away Dolls.

La trama di Drive-Away Dolls

Protagoniste di questa folle pellicola sono Jamie (Margaret Qualley), una ragazza del Texas, lesbica e dallo spirito estremamente libero, da poco tornata single a seguito dell’ennesimo tradimento; e la sua timida e rigida amica Marian (Geraldine Viswanathan), che ha invece un disperato bisogno di ritrovare la felicità e, secondo Jamie, anche finire a letto con una donna. In cerca di un nuovo inizio, le due si avventurano in un improvvisato viaggio con un auto a noleggio verso Tallahassee, ma le cose precipitano rapidamente quando scoprono che nel portabagagli c’è una valigetta dal contenuto estremamente importante e che un gruppo di ambigui personaggi sono alle loro calcagna per cercare di recuperarla.

Ethan Coen è un regista divertito che diverte

Come si accennava, gli elementi propri del cinema dei Coen ci sono tutti: personaggi sopra le righe – su cui spicca la personalità larger than life di Jamie -, una catena di imprevisti ed equivoci e anche quella comicità spesso illogica che però proprio per questo diverte. Ethan Coen ambienta inoltre il film nel 1999 e vi fa così confluire volentieri anche tutta un’altra serie di caratteristiche proprie di un certo cinema di quel decennio, tra elementi queer, pulp e da film indie. Impossibile non riconoscere certi omaggi al cinema di Quentin Tarantino, da precise inquadrature alla scrittura di certi personaggi, come anche alla celebre valigetta di Pulp Fiction. Coen dunque si sbizzarrisce e si diverte, adottando anche soluzioni estetiche ardite con cui omaggia l’estetica dei B-Movies e riuscendo a trasmettere il proprio entusiasmo.

Drive-Away Dolls si svela quindi come compendio di un’epoca e del suo cinema, collocando tutto ciò in un racconto volutamente esile, privo di particolari sovrastrutture ma che prendendo a piene mani da certi stereotipi si concentra sul lavorare all’interno di essi per ricavarne qualcosa di nuovo. Jamie e Marian non sono infatti altro che una strana coppia, l’estroversa casinara e l’introversa amante della lettura, ma per entrambe nel corso del racconto si sviluppano situazioni che permettono una loro non banale evoluzione. La bravura e la generosità di Qualley e Viswanathan permette inoltre di far sì che gli angoli dei rispettivi stereotipi vengano smussati, restituendo due personaggi a cui ci si affeziona subito.

Drive-Away Dolls Geraldine Viswanatha Margaret Qualley Beanie Feldstein
Geraldine Viswanatha, Margaret Qualley e Beanie Feldstein in una scena di Drive-Away Dolls.

Le irresistibili protagoniste di Drive-Away Dolls

Se Drive-Away Dolls è il film divertente e riuscito che è, il merito va dunque anche alle due protagoniste. Margaret Qualley, che già negli ultimi anni si è fatta notare tra C’era una volta a… Hollywood e la miniserie Maid, si confronta stavolta con un personaggio difficile, continuamente sopra le righe ma da lei caratterizzato nella misura in cui non risulta né fastidioso né irrealistico. Geraldine Viswanathan, vista invece in Giù le mani dalle nostre figlie e nella serie Miracle Workers, è al contrario chiamata a lavorare in sottrazione, in opposizione alla strabordante fisicità della sua co-protagonista, riuscendo ad evitare il rischio di venirne oscurata infondendo tanta umanità e fragilità nella rigidità di Marian.

E mentre attorno a loro si alternano cameo di Pedro Pascal e Matt Damon, la nevrotica ex di Jamie (interpretata da una sempre magnifica Beanie Feldstein), l’esilarante pedinamento di due loschi ceffi, sequenze psichedeliche in cui fa capolino Miley Cyrus e sesso saffico a gogo, si arricchisce sempre di più il rapporto che le lega e che conferisce una nota di dolcezza e sensualità a tutte le assurdità e il nonsense che Drive-Away Dolls offre. Probabilmente un racconto di questo tipo potrebbe non essere da tutti ben accetto, ma come già visto succedere nella filmografia dei Coen, si chiede qui di sospendere la propria reticenza o incredulità, abbandonandosi ad un viaggio coinvolgente proprio per svincolato da ogni regola.

Drive-Away Dolls: prima divertente clip dal film di Ethan Ceon

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Drive-Away Dolls: prima divertente clip dal film di Ethan Ceon

Universal Pictures International Italy ha diffuso la prima clip tratta da Drive-Away Dolls, l’originale commedia on the road prodotta da Working Title e diretta da Ethan Coen, che l’ha scritta e prodotta insieme alla moglie Tricia Cooke e che debutta qui da solista per il suo primo film di finzione senza il fratello Joel.

Drive-Away Dolls arriverà nelle sale italiane dal 7 marzo esclusivamente in edizione originale sottotitolata, e a una settimana dal debutto in Italia ne diffondiamo una divertente clip che vede protagonista la prudente e riservata Marian (interpretata dalla brillante Geraldine Viswanathan).

https://youtu.be/GpI4BbyGyts

 

Drive-Away Dolls è un’avventura in stile Thelma & Louise, ricca di suspense e scandalosamente divertente, con personaggi bizzarri che ricordano lo stile dei fratelli Coen ma con nuovi tratti distintivi grazie all’apporto di Tricia Cooke. Protagoniste sono Margaret Qualley – attrice tra le più talentuose della nuova generazione, figlia d’arte e vista recentemente in Povere Creature e Sanctuary – qui nel ruolo di Jamie, uno sfrenato spirito libero che si dispera per l’ennesima rottura con una ragazza, e la rising star australiana Geraldine Viswanathan – recentemente aggiuntasi al cast di Thunderbolts della Marvel – che interpreta la sua timida amica Marian con un disperato bisogno di lasciarsi andare. In cerca di un nuovo inizio, le due intraprendono un viaggio improvvisato a Tallahassee in Florida, ma le cose precipiteranno rapidamente quando incrociano un gruppo di inetti criminali durante il tragitto.

Completano il cast Beanie Feldstein, Colman Domingo, Bill Camp, Pedro Pascal e Matt Damon protagonisti di due memorabili cameo. Per la prima volta Universal Pictures International Italy distribuirà il titolo al cinema in Italia esclusivamente in versione originale sottotitolata per offrire una visione ancora più “autentica” del film.

La trama di Drive-Away Dolls

Jamie è uno sfrenato spirito libero che si dispera per l’ennesima rottura con una fidanzata, mentre la sua timida amica Marian ha un disperato bisogno di lasciarsi andare. In cerca di un nuovo inizio, le due si avventurano in un viaggio improvvisato verso Tallahassee in Florida, ma le cose precipitano rapidamente quando incrociano un gruppo di inetti criminali durante il tragitto.

Drive-Away Dolls: Pedro Pascal e Matt Damon nel film di Ethan Coen

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Dopo il debutto da solista di Joel Coen con Macbeth, è ora arrivato il turno di Ethan Coen, pronto a dirigere senza il fratello il film Drive-Away Dolls, che arriverà nei cinema il 22 settembre 2023. Acquisito dalla Focus Features, ma con la Universal che si occuperà della distribuzione internazionale, il film racconta la storia dello spirito libero Jamie, che affronta la sua ultima rottura sentimentale intraprendendo un viaggio improvvisato a Tallahassee con la sua amica Marian. Lungo la strada incontreranno però un gruppo di criminali inetti (un marchio di fabbrica dei Coen) che complicano notevolmente il loro viaggio.

Drive-Away Dolls vanta un cast ricco di attori emergenti e nomi affermati, tra cui Margaret Qualley (C’era una volta a Hollywood), Geraldine Viswanathan (Blockers), Beanie Feldstein (La rivincità delle sfigate), Colman Domingo (Euphoria), Bill Camp (Joker) e ora anche Pedro Pascal (The Mandalorian) e Matt Damon (Air). Un cast a dir poco stellare, dove però non è ancora stato annunciato chi ricoprirà i ruoli indicati dalla sinossi. Molto probabile, però, che uno tra Damon e Pascal avrà il ruolo di protagonista.

Il film è stato scritto da Coen insieme a sua moglie, la montatrice Tricia Cooke, che ha già lavorato a molti dei film precedenti dei fratelli Coen. Ethan, Cooke, Robert Graf, Tim Bevan ed Eric Fellner produrranno. Il film sarà prodotto poi dalla Working Title Pictures, che ha partecipato alla realizzazione di altri film dei Coen, tra cui Hail, Caesar!. La data d’uscita del film spinge a pensare che possa entrare a far parte della selezione ufficiale della Mostra del Cinema di Venezia, dove i Coen erano già stati in concorso nel 2018 con il loro La ballatta di Buster Scruggs. Non resta dunque che attendere per avere maggiori informazioni.

Fonte: Collider

Drive-Away Dolls: il trailer del film di Ethan Coen con Pedro Pascal

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Drive-Away Dolls, il nuovo film di Ethan Coen, il suo primo senza il fratello Joel accanto a lui, è una commedia poliziesca con protagoniste Margaret Qualley e Geraldine Viswanathan, ma anche Beanie Feldstein, Colman Domingo, Matt Damon e Pedro Pascal. Il primo trailer del film è stato rilasciato questa settimana e sembra un classico caper-movie, ovvero un film basato sull’organizzazione di un furto, con un tocco giovanile.

La sinossi del film Drive-Away Dolls recita infatti: “Scritta da Ethan Coen e Tricia Cooke, questa commedia segue Jamie (Qualley), uno spirito libero disinibito che lamenta l’ennesima rottura con una ragazza, e la sua pudica amica Marian (Viswanathan) che ha un disperato bisogno di rilassarsi. Alla ricerca di un nuovo inizio, i due si imbarcano in un viaggio improvvisato a Tallahassee, ma le cose vanno presto male quando incontrano un gruppo di criminali inetti lungo la strada.

Drive-Away Dolls, il primo film di Ethan Coen dopo la pausa dal cinema

Nel 2019 Ethan Coen aveva annunciato di volersi prendere una pausa a tempo indeterminato dal cinema. A quel tempo ha spiegato che si stava prendendo una pausa in modo da poter perseguire altri interessi. L’anno scorso, il regista ha motivato la decisione di smettere di fare film con suo fratello Joel semplicemente perché non si divertiva più. Parlando con l’AP (tramite The Wrap), Coen ha infatti spiegato che il cinema era diventato più un lavoro che una passione ed è per questo che aveva bisogno di fare un passo indietro.

Inizi quando sei un bambino e vuoi fare un film“, ha detto Coen. “Tutto è entusiasmo e entusiasmo, andiamo a fare un film. E il primo film è semplicemente molto divertente. E poi il secondo film è molto divertente, quasi quanto il primo. E dopo 30 anni, non è che non divertente, ma è più un lavoro di quanto non fosse inizialmente.” Coen ha inoltre chiarito che “è stata l’esperienza di produzione” che ha smesso di essere divertente, osservando che “rende l’esperienza di fare un film più faticosa e meno divertente“.

L’ultima volta che Ethan Coen aveva partecipato alla regia di un film è stato nel 2018 con La ballata di Buster Scruggs, co-diretto insieme al fratello Joel e grazie al quale hanno vinto il premio per la miglior sceneggiatura alla Mostra del Cinema di Venezia. Da quel momento Ethan ha deciso di prendersi una pausa, che verrà ora interrotta con l’arrivo di Drive-Away Dolls nei cinema. Vista la sua data d’uscita in sala, è lecito aspettarsi che il film possa essere presentato in anteprima a Venezia.

Drive-Away Dolls: il trailer del film di Ethan Coen con Pedro Pascal

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Drive-Away Dolls, il nuovo film di Ethan Coen, il suo primo senza il fratello Joel accanto a lui, è una commedia poliziesca con protagoniste Margaret Qualley e Geraldine Viswanathan, ma anche Beanie Feldstein, Colman Domingo, Matt Damon e Pedro Pascal. Il primo trailer del film è stato rilasciato questa settimana e sembra un classico caper-movie, ovvero un film basato sull’organizzazione di un furto, con un tocco giovanile. Il film arriverà il 7 marzo al cinema distribuito da Universal.

La sinossi del film Drive-Away Dolls recita infatti: “Scritta da Ethan Coen e Tricia Cooke, questa commedia segue Jamie (Qualley), uno spirito libero disinibito che lamenta l’ennesima rottura con una ragazza, e la sua pudica amica Marian (Viswanathan) che ha un disperato bisogno di rilassarsi. Alla ricerca di un nuovo inizio, i due si imbarcano in un viaggio improvvisato a Tallahassee, ma le cose vanno presto male quando incontrano un gruppo di criminali inetti lungo la strada.

Drive-Away Dolls, il primo film di Ethan Coen dopo la pausa dal cinema

Nel 2019 Ethan Coen aveva annunciato di volersi prendere una pausa a tempo indeterminato dal cinema. A quel tempo ha spiegato che si stava prendendo una pausa in modo da poter perseguire altri interessi. L’anno scorso, il regista ha motivato la decisione di smettere di fare film con suo fratello Joel semplicemente perché non si divertiva più. Parlando con l’AP (tramite The Wrap), Coen ha infatti spiegato che il cinema era diventato più un lavoro che una passione ed è per questo che aveva bisogno di fare un passo indietro.

Inizi quando sei un bambino e vuoi fare un film“, ha detto Coen. “Tutto è entusiasmo e entusiasmo, andiamo a fare un film. E il primo film è semplicemente molto divertente. E poi il secondo film è molto divertente, quasi quanto il primo. E dopo 30 anni, non è che non divertente, ma è più un lavoro di quanto non fosse inizialmente.” Coen ha inoltre chiarito che “è stata l’esperienza di produzione” che ha smesso di essere divertente, osservando che “rende l’esperienza di fare un film più faticosa e meno divertente“.

L’ultima volta che Ethan Coen aveva partecipato alla regia di un film è stato nel 2018 con La ballata di Buster Scruggs, co-diretto insieme al fratello Joel e grazie al quale hanno vinto il premio per la miglior sceneggiatura alla Mostra del Cinema di Venezia. Da quel momento Ethan ha deciso di prendersi una pausa, che verrà ora interrotta con l’arrivo di Drive-Away Dolls nei cinema.

Drive my car, recensione del film di Ryusuke Hamaguchi ispirato a Murakami

Il regista giapponese Ryusuke Hamaguchi con il suo Drive my car, in uscita il 23 settembre, distribuito da Tucker Film, accompagna lo spettatore in un viaggio a bordo di una Saab rossa, che è anche viaggio interiore, utile ai protagonisti a scoprire aspetti di sé fino ad allora ignorati e a risolvere conflitti interiori. 

Hamaguchi è un regista molto amato dalle giurie dei festival internazionali e con il suo precedente lavoro, Il gioco del destino e della fantasia, si è aggiudicato l’Orso d’Argento al Festival di Berlino. Drive my car, tratto dall’omonimo racconto di Murakami, inserito nella raccolta Uomini senza donne, è stato premiato a Cannes 2021 per la Migliore sceneggiatura. 

La trama di Drive my car

Kafuku, Hidetoshi Nishijima, è un regista e attore teatrale, sua moglie Oto, Reika Kirishima, una sceneggiatrice per la tv. I due si amano e tra loro c’è una buona intesa. Lei inventa spesso storie fantastiche dopo l’amore. Quando Kafuku, rientrato a casa prima del previsto, scopre che Oto lo tradisce con un giovane attore, non ha il coraggio di parlargliene. Dopo la morte improvvisa di lei, però, Kafuku resta solo e rimpiange di non averle parlato. Chiamato a dirigere uno spettacolo ad Hiroshima, Zio Vanja di Cechov, il suo cavallo di battaglia – ha interpretato spesso il protagonista – gli viene affidata come autista una ragazza ventenne silenziosa e assai discreta, Misaki, Toko Miura. Durante i viaggi nella Saab 900 turbo cui Kafuku tiene tanto, i due iniziano a conoscersi e si instaura un rapporto profondo, nutrito dalle reciproche solitudini. Intanto Kafuku ha scelto gli attori per il suo spettacolo e ha affidato il ruolo di Vanja proprio all’ex amante della moglie. Mentre Cechov spinge tutti a guardarsi dentro e confrontarsi, il protagonista cerca di elaborare il suo dolore e percorrere nuove strade, anche grazie alla presenza di Misaki, che apre a nuovi punti di vista.  

La sceneggiatura di Drive my car

E’ stata la capacità del regista e sceneggiatore Hamaguchi nel costruire storie, caratteristica anche di uno dei personaggi di Drive my car, a conquistare Cannes. Storie nella storia, narrazioni nella narrazione, letteratura e teatro nel cinema. Il film, scritto a quattro mani dal regista con Takamasa Oe , trae ispirazione dal racconto di Murakami contenuto nella raccolta Uomini senza donne, mescolandovi altri spunti provenienti dallo scrittore nipponico. A ciò si aggiunge, ed è prtagonista, il teatro di Cechov, con Zio Vanja, e non si rinuncia ad un accenno al Beckett di Aspettando Godot. Il regista innesca così un gioco di rispecchiamenti tra Kafuku e Vanja, ma anche tra gli altri attori, interpreti della piece, e i rispettivi personaggi, tra il viaggio in macchina che porta Kafuku e Misaki a condividere uno spazio in cui si aprono l’un l’altro e il viaggio metaforico della compagnia di attori che condividono il palco, il luogo delle prove, dando qualcosa di sé stessi agli altri.

Questa materia densissima di riferimenti letterari e teatrali è usata dal regista per affrontare la solitudine, la morte, la perdita, la disabilità, ma anche la passività, la tendenza a nascondere, la paura e l’incapacità di aprirsi.  

La recensione di Drive my car

Drive my car non è un film per tutti. I suoi 179 minuti richiedono uno spettatore avvezzo a un andamento lento, non frenetico e che sappia prescindere dai colpi di scena a ogni piè sospinto, che piuttosto, sappia appassionarsi a viaggi interiori e silenzi significativi. 

La storia è divisa nitidamente in quattro fasi – vita di Kafuku con la moglie fino alla sua morte, preparazione e messa in scena di Zio Vanja, viaggio di Kafuku e Misaki sui luoghi del passato, attualità. Questi cambi di scenario con passaggi di tempo, oltre che segnare le tappe emotive del percorso del protagonista, hanno l’obiettivo di tenere viva l’attenzione dello spettatore lungo un film eminentemente di parola, figlio di Murakami e Cechov. 

Ciò nonostante, l’incedere del film è e resta lento. Il testo finisce spesso per dominare sull’azione davanti alla macchina da presa, raffreddando le emozioni che arrivano allo spettatore. Vi sono, certo, momenti intensi ed emotivamente coinvolgenti, e sono soprattutto quelli dei silenzi, dove acquista importanza il primo piano che coglie le emozioni o l’inquadratura dell’elemento emblematico: snodi stradali come gli snodi dell’esistenza; due mani vicine, che compiono lo stesso gesto. Restano però momenti, sparsi all’interno di un racconto dove è pur sempre il testo a veicolare riflessioni e concetti, ma anche emozioni, che sarebbero potute arrivare in maniera molto più naturale, spontanea e fruibile, se svincolate da esso. In particolare, la parte dedicata alla preparzione e alla messa in scena di Zio Vanja, che descrive minuziosamente tutto il processo, dalla selezione del cast, fino alla sera della prima, appare davvero troppo ampia. Ragione ne è, si potrebbe dire, il meccanismo di rispecchiamento di Kafuku nel personaggio di Vanja, il che è evidente. Tuttavia, sembra che il regista abbia difficoltà a staccarsi dalle proprie matrici d’ispirazione, il che invece, avrebbe dato al film una maggiore agilità, rendendolo anche più coinvolgente. 

Il cast offre buone prove, soprattutto Nishijima e Miura. Non è facile interpretare la solitudine introversa che li contraddistingue, la loro passività di fronte alla vita, lasciando trasparire però la voglia e la speranza di cambiare. Tuttavia, l’interpretazione, soprattutto quella del protagonista, soffre del fatto che non debba valicare quasi mai i rigidi confini letterari e teatrali, restandone in certi frangenti, appesantita. 

Con Drive my car, in sala dal 23 settembre, Hamaguchi lancia però un messaggio di speranza nel futuro. Ogni ferita, anche la più dura, è sanabile, ma non da soli. Occorre aprirsi all’altro, abbandonare le proprie sicurezze e accettare di far entrare l’altro nel proprio mondo, dandogliene le chiavi. Proprio come fa Kafuku con Misaki, affidandole quelle della sua Saab 900 turbo rossa. Solo attraverso lo scambio con l’altro si possono capire i propri errori, far proprie prospettive nuove e pensare di cambiare, in meglio, la propria vita.  

Drive My Car da domani su Sky cinema

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Drive My Car da domani su Sky cinema

Arriva in prima tv martedì 15 marzo alle 21.15 su Sky Cinema Due, in streaming su NOW e disponibile on demand Drive My Car, pluripremiata pellicola giapponese di Ryûsuke Hamaguchi, che, dopo il riconoscimento per la migliore sceneggiatura al Festival di Cannes e un Golden Globe come miglior film straniero, concorre agli Oscar 2022 con quattro nomination di peso: miglior film – primo titolo giapponese di sempre a riceverla -, miglior film internazionale, migliore regia e migliore sceneggiatura non originale. La pellicola è un intenso road movie dell’anima, in viaggio tra le strade di Hiroshima ma anche nelle solitudini dei suoi protagonisti.

Drive My Car è uno dei cinque titoli in concorso quest’anno agli Oscar che nel mese di marzo arriveranno in prima tv sui canali Sky Cinema, in attesa della cerimonia di premiazione della 94ª edizione degli Academy Awards, che dalle 00.15 della notte tra domenica 27 e lunedì 28 marzo sarà in diretta su Sky e in streaming su NOW.

La trama

Ispirato alla raccolta di racconti Uomini senza donne di Murakami Haruki, il film narra la storia di Yûsuke (Hidetoshi Nishijima), attore e regista che, dopo aver perso la moglie Oto (Reika Kirishima), si trasferisce a Hiroshima per mettere in scena Zio Vanja di Cechov. Attraverso il testo teatrale, il rapporto con gli attori e, soprattutto, con quello con la ragazza che gli fa da autista, Misaki (Tôko Miura), Yûsuke riuscirà finalmente a rielaborare il lutto e i traumi del suo passato.

Drive Hard trailer del film con John Cusack

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Drive HardLa Voltage Pictures ha reso disponibile in rete il trailer del prossimo film con protagonisti John Cusack e Thomas Jane, Drive Hard.

Simon Keller (Cusack), un ladro americano, arriva in un paese straniero e ha bisogno di un pilota complice. Prima di assoldare un poco di buono, decide di prendere lezioni di guida da un ex campione di Formula 1, Peter Roberts (Jane), che ora lavora come istruttore di guida. Dopo che Keller deruba una banca durante una lezione, Roberts non ha scelta che usare il suo talento di pilota per scappare al più presto dal luogo del crimine e sfuggire alla polizia.

Ecco il trailer:

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Intanto oltre a questi progetti minori che costelleranno il 2014, attivissimo, di Mr. Cusack, l’attore sembra sia anche in trattative con la Lionsgate per entrare a far parte del cast di Hunger Games Il Canto della Rivolta, anche se non si hanno ancora notizie ufficiali in merito.

Fonte: CS

Drive Away Dolls: secondo trailer e poster del film di Ethan Coen

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Universal Pictures International Italy ha diffuso il secondo trailer e il poster di Drive-Away Dolls, l’originale commedia on the road prodotta da Working Title e diretta da Ethan Coen, che l’ha scritta e prodotta insieme alla moglie Tricia Cooke e che debutta qui da solista per il suo primo film di finzione senza il fratello Joel.

Drive-Away Dolls arriverà nelle sale italiane dal 7 marzo esclusivamente in edizione originale sottotitolata, e a una settimana dal debutto in Italia ne diffondiamo una divertente clip che vede protagonista la prudente e riservata Marian (interpretata dalla brillante Geraldine Viswanathan).

Drive-Away Dolls il poster

Scritto da Ethan Coen e Tricia Cooke, questa commedia segue Jamie, una ragazza dallo spirito libero che si dispera per l’ennesima rottura con la sua fidanzata, e la sua timida amica Marian che ha un disperato bisogno di lasciarsi andare. In cerca di un nuovo inizio, le due si avventurano in un viaggio improvvisato verso Tallahassee, ma le cose precipitano rapidamente quando incrociano un gruppo di inetti criminali durante il tragitto. Diretto da Ethan Coen.

Drive Angry: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film con Nicolas Cage

Negli ultimi anni sempre più impegnato a partecipare a film quanto mai folli o ricchi di elementi surreali, l’attore Nicolas Cage ha saputo reinventarsi ottenendo il rispetto e le attenzioni di una nuova generazione di spettatori. Tra i titoli più celebri di questo filone vi sono Io, Dio e Bin Laden, Mom and Dad, Mandy e Il colore venuto dallo spazio. Prima di questi è però venuto, nel 2011, Drive Angry (qui la recensione), film d’azione con elementi soprannaturali e dalle atmosfere decisamente dark. A dirigerlo vi è Patrick Lussier, già noto per opere come Dracula’s Legacy – Il fascino del male e San Valentino di sangue 3D.

Al centro di questo nuovo progetto vi è un epico scontro tra Bene e Male, con l’intromissione di forze ultraterrene provenienti dall’inferno. Una storia particolarmente ambiziosa che ha visto Lussier tornare a collaborare con lo sceneggiatore Todd Farmer. Insieme i due hanno tratto ispirazione da varie opere concernenti l’inferno, tra cui anche Ghost Rider, di cui proprio Cage era stato l’interprete al cinema. Presentato in anteprima al San Diego Comic-Con, Drive Angry non ha mancato di affascinare gli amanti di questo genere di film soprannaturali, pur non affermandosi però in un particolare successo economico.

A fronte di un budget di circa 50 milioni di dollari, il film è infatti arrivato ad incassarne appena 41 a livello globale. Una cifra poi cresciuta grazie al mercato home video. Si tratta ancora oggi di un brillante esempio di opera capace di mischiare al suo interno generi diversi per un risultato entusiasmante sotto più punti di vista. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Drive Angry trama
Nicolas Cage e David Morse in Drive Angry.

La trama del film

Protagonista del film è il criminale John Milton, il quale riesce a sfuggire dalla sua prigionia all’Inferno per uno scopo ben preciso: uccidere il capo di una terribile setta satanica, Jonah King. Questi è infatti responsabile della morte della figlia di Milton e del rapimento della sua nipotina. Il fuggiasco non ha molto tempo a disposizione, deve infatti ritrovare la piccola prima che venga utilizzata per i macabri sacrifici della setta. Milton si mette così alla guida per giungere quanto prima nel luogo in cui si terrà la cerimonia. Un guasto alla vettura lo costringe però a fermarsi, ed è in questa occasione che incontrerà la cameriera Piper, pronta a diventare sua alleata.

Diretti a tutta velocità verso un carcere della Louisiana, i due avranno poco tempo per studiare un piano di attacco, in quella che si preannuncia essere una folle corsa contro il tempo, dettata per lo più dall’improvvisazione. Per Milton, che ha rubato una preziosa arma di Satana, i guai non sono però che appena cominciati. A frenare il suo desiderio di vendetta arriverà infatti una misteriosa figura nota come Il Contabile. Questi, inviato sulla terra dal Diavolo in persona, ha infatti il compito di catturare il fuggiasco e riportarlo all’inferno. Ma Milton è guidato dalla pura follia e non si fermerà dinanzi a nulla senza prima aver ottenuto ciò che cerca.

Il cast del film

Il personaggio di John Milton, che trae ispirazione dal celebre autore del poema Paradise Lost, era inizialmente stato pensato come un uomo di circa 70 anni. In seguito all’interessamento di Nicolas Cage, però, si decise di riscrivere il personaggio affinché si adattasse meglio all’attore. Cage, infatti, desiderava a tutti i costi interpretare il personaggio per una scena in particolare, ovvero quella in cui gli sparano agli occhi. Tale azione era inizialmente presente anche nel film L’ultimo dei Templari, ma venne tagliata generando il malcontento dell’attore. Cage, tuttavia, desiderava portare il suo personaggio all’estremo. Egli propose infatti di potersi rasare la testa e applicarsi un enorme tatuaggio su questa. I produttori, tuttavia, lo convinsero a non farlo.

Ad interpretare la cameriera Piper vi è invece l’attrice Amber Heard. Questa raccontò di essere rimasta particolarmente affascinata dal personaggio per via della possibilità di dar vita ad una grande quantità di dialoghi comprendenti imprecazioni e parolacce varie. Per questo ruolo si era proposta anche l’attrice Brie Larson, non riuscendo però ad ottenerlo. Lo sceneggiatore Todd Farmer compare brevemente nei panni del fidanzato di lei, Frank. L’attore William Fichtner, noto per film come La tempesta perfetta, Il cavaliere oscuro e la serie Prison Break, interpreta Il Contabile. Billy Burke, celebre per essere stato il padre di Bella Swan nella saga di Twilight, è invece il satanista Jonah King. David Morse, infine, interpreta Webster, vecchio amico di Milton.

Drive Angry cast
William Fichtner in Drive Angry. © 2010 Summit Entertainment, LLC. All rights reserved.

Il finale di Drive Angry

Nel finale del film, Il Contabile scopre che Milton sta cercando di salvare la sua nipotina dall’essere sacrificata e decide quindi di aiutarlo, perché se c’è una cosa che odia più delle anime fuggitive sono le anime innocenti sacrificate da pazzi. Alla fine di una sconvolgente battaglia contro King e i suoi uomini in cui partecipano anche Il contabile e Piper, King viene ucciso dalla Godkiller e Milton, dopo aver affidato la nipote a Piper e Webster, torna all’Inferno con Il contabile con la promessa di ricevere un trattamento migliore per gli atti di eroismo. Milton tuttavia afferma di trovarsi scomodo lì e che quando sarà stufo scapperà di nuovo. Il contabile ammette divertito che non vede l’ora che succeda di nuovo per tornare ad inseguirlo.

Il trailer di Drive Angry e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Drive Angry grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Tim Vision, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 3 febbraio alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Drive Angry 3D: recensione del film con Nicolas Cage

Drive Angry 3D: recensione del film con Nicolas Cage

ll regista Patrick Lussier dirige questo nuovo, ennesimo film minestrone dal titolo Drive Angry 3D, e dopo il primo San Valentino di Sangue riprova a fare il pienone di pubblico, ma questa volta il 3D non è certo una novità.

Con un’opera come questa le pretese non sono altissime ma ben chiare e delineate: voler mettere insieme un film ritmato che ha come unico scopo quello di intrattenere il pubblico.Il film racconta la storia di Milton, scappato dall’Inferno per un’ultima occasione di redenzione. L’uomo deve fermare una pericolosa setta che ha ucciso sua figlia ed ha tre giorni di tempo prima che questa setta sacrifichi suo nipote neonato sotto la luna piena. Si aggiunge alla sua crociata Piper (Amber Heard), una giovane e sexy cameriera che si è liberata della macchina rossa del suo ex per aiutare Milton. I due sono sulle tracce del leader di questo culto mortale, Jonah King (Burke), che crede sia il suo destino usare il bambino per portare in terra l’inferno. Ma il culto assettato di sangue è l’ultimo dei problemi di Milton. La polizia è sulle sue tracce. A peggiorare la situazione c’è un enigmatico assassino conosciuto come il Contabile (Fichtner), che è stato mandato dal diavolo a recuperare Milton e a riportarlo all’inferno.

Il risultato è un discreto B movie con un buon senso dell’humor che a tratti riesce ad essere degno di nota, strizzando l’occhio certamente a quel cinema degli anni 70’ che ha reso tanto celebre attori del calibro di Charles Bronson. Tra una sequenza d’inseguimento, una bella dose si sesso e bibbia, manco fossimo in un film di De Mille, il film rimane ingabbiato forse in alcuni stereotipi troppo rigidi che non aiutano la narrazione. Nella fattispecie il personaggio interpretato da Fichtner, che certamente rappresenta una notevole presenza scenica, limita però il talento dell’attore, che realizza una fotocopia già vista di un estensione demoniaca in terra. O ancora il personaggio di Burke, Jonah King, che sembra essere una brutta copia dei cattivi che hanno dominato un certo cinema degli anno 80’, pessimo, fuori ruolo e impalpabile.

Tolti i panni da critico, il film risulta essere piacevolmente godibile, forse eccessivamente lungo ma ben confezionato. Menzioni speciali vanno dedicate alla qualità del 3D, che se fino ad ora aveva troppe volte deluso, diventando solo espediente per incrementare gli incassi; invece questo film  si distinguerà per un ulteriore passo in avanti verso un 3D che letteralmente buca lo schermo e finalmente aggiunge qualcosa all’opera, aiutato certamente da una scrittura servizievole alla causa stereoscopica.  Altra nota positiva è l’attrice  Amber Heard, di ritorno dall’ultimo Carpenter in ordine di tempo, adatta al ruolo e buona spalla per il protagonista Nicolas Cage, che fa sempre il suo, fresco della splendida prova data in Kick Ass, in attesa di lidi migliori in cui ammirarlo.

Tutto sommato Drive Angry è un discreto blockbuster che può essere apprezzato per il 3D, ma resta tuttavia vittima di alcuni stereotipi che lo limitano, rendendolo abbastanza prevedibile e scontato.

Drinking Buddies: recensione del film di Joe Swanberg

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Drinking Buddies: recensione del film di Joe Swanberg

Joe Swanberg, regista semi sconosciuto al grande pubblico di Drinking Buddies ma famoso tra gli amanti del mumblecore, scrive e dirige questa smart comedy romantica che gioca con i canoni del genere andando a sfiorarli ma mai sfruttandoli realmente.

In Drinking Buddies Kate e Luke sono due amici e colleghi in un birrificio artigianale; i due amano scherzare tra loro, prendersi in giro, bere birra e soprattutto amano stare insieme senza bisogno di essere fidanzati. Entrambi infatti hanno una dolce metà che li attende a casa e con la quale hanno buonissimi rapporti. Un week end al mare però cambierà qualcosa in una coppia complicando scelte e percorsi. Ricorda un po’ Sideways, il capolavoro di Alexander Payne, per il modo di cui parla dei piaceri della vita proprio attraverso essi e per come riesce a far sorridere compiaciuto lo spettatore con la relazioni tra i personaggi, la differenza però sta tutta nella classe (registica e di scrittura), il regista di Paradiso Amaro in questo senso è molto più dotato del collega e per questo Drinking Buddies rimane inferiore.

Drinking Buddies, il film

Drinking Buddies

Joe Swanberg comunque sfrutta bene i suoi personaggi per indagare il labile confine che vi è tra amore e amicizia, utilizzando dialoghi improvvisati che producono così reazioni molto spontanee nei protagonisti e botta e risposta che paiono  discussioni nate sul momento. L’impressione d’improvvisazione è costante tant’è che da un certo punto della trama non si sa mai dove potrebbe andare, vuoi per la situazione creatasi o per eccessi alcolici. Swanberg infatti inserisce quasi ovunque la birra utilizzandola come fine mezzo per le relazioni sociali e senza troppi moralismi ci dice come l’alcool sia un vero e proprio collante sociale(pare inoltre che durante le riprese gli attori fossero veramente brilli per facilitare al regista la situazione d’improvvisazione).

Il cast è valido ed ognuno dà un contributo più che sufficiente con Olivia Wilde che dimostra di non essere solo un bel viso e regala la sua migliore interpretazione in carriera riuscendo a distribuire una gamma di emozioni variegata e convincente, l’amalgama con Jake Johnson è ben riuscita, con l’attore di New Girl che sicuramente guadagnerà posizioni all’interno dello star system con questo film, mentre Anna Kendrick rimane la solita certezza. Joe Swanberg così confeziona un film semplice, leggero e ben recitato, che parla di temi classici aggiungendo qualche particolarità, ma soprattutto ricorda allo spettatore che la vita è ben più complessa di una commedia romantica hollywoodiana.

Drift: recensione del film con Sam Worthington

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In Drift Lasciata Sydney da ragazzini per emigrare con la madre a Seacliffe, paesino rurale dell’Australia occidentale, i fratelli Andy (Myles Pollard) e Jimmy Kelly (Xavier Samuel) condividono un’unica grande passione: il surf. Jimmy, giovane prodigio per la sua abilità nel “cavalcare” le onde, è uno spirito libero, impermeabile alle regole e convenzioni sociali, tanto da lasciarsi trascinare in piccoli furtarelli per saldare i debiti di famiglia. Il maggiore e più responsabile Andy ha un lavoro stabile, ma decide di mandare tutto all’aria per trasformare il loro hobby in un business proficuo, lanciando la moda della tavola più corta e, grazie alla madre sarta Kat (Robyn Malcolm), delle mute su misura.

Incoraggiati dal fotografo e regista hippy – siamo in pieni anni 70 – JB (Sam Worthington) e dalla sua bella compagna hawaiana di surf Lani (Lesley-Ann Brandt), vendono i propri prodotti girando per la costa australiana su un camper. Ma le possibilità di espandersi sono ostacolate dalla comunità conservatrice di Seacliffe, nonché dagli interessi di una gang locale coinvolta nel traffico d’eroina.

Drift, il film

Diretto da Morgan O’Neil e supportato dalle riprese mozzafiato di una natura ancora selvaggia e incontaminata, Drift intreccia la rivoluzione culturale degli anni 60 – 70 con lo stile di vita libero e itinerante professato dai surfisti australiani, ispirandosi alla storia vera dei magnati del settore e alla nascita dei primi marchi mondiali d’abbigliamento (come Billa Bong, Quicksilver, ecc). Nonostante la buona idea di partenza e lo stile accattivante delle scene in cui sono riprese le acrobazie sull’onda (straordinarie) dei protagonisti, Drift delude nella sceneggiatura, penalizzato dai dialoghi banali, e da una trama fin troppo prevedibile.

Anche le relazioni tra i personaggi non vengono approfondite a sufficienza, a partire da quella principale tra Andy e Jimmy, per non parlare del flirt tra Lani e il maggiore dei fratelli. La prova degli attori è, in fondo, discreta (apprezzabile Robyn Malcolm nel ruolo della madre), ma si ha qua e là la sensazione che molti elementi – dalla definizione dei caratteri alle battute che si scambiano – siano rimasti ad uno stadio “grezzo”, quasi televisivo nel suo modo di sfoggiare corpi statuari e ammiccamenti vari.

Certo, il film diverte e ha un certo ritmo, ottimamente accompagnato dalle musiche originali di Michael Yezersky e da successi storici del pop e rock internazionale (Johnny B. Goode e Run through the Jungle, tanto per citarne alcuni). Peccato che i presupposti di un film originale e interessante per il tema che sceglie di trattare (è da Point Break che non se ne ricordano di uguali) non siano stati pienamente realizzati. Distribuito in Italia dalla Koch Media, Drift sarà nelle sale l’8 agosto.

Drew Pearce sull’adattamento di Runaways della Marvel

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runaways

Nel 2010 si era parlato di un probabile adattamento cinematografico della serie a fumetti Runaways targata Marvel con una partenza della fase produttiva inizialmente prevista per il 2011. Da allora purtroppo i lavori si sono arenati e il progetto è caduto nel limbo del dimenticatoio hollywoodiano.

In una recente intervista il co-autore di Iron Man 3 Drew Pearce (che all’epoca era stato chiamato ad adattare le avventure di questi ragazzi superdotati) ha avuto modo di aggiornare in merito al progetto, spiegando il perché dello stallo nella produzione:

Eravamo veramente vicini a farlo, e poi questo film ha iniziato a succedere chiamandosi The Avengers. Dava attenzione all’inaudito marchio Runaways, ed avrebbe davvero consumato l’universo cinematografico Marvel. Può darsi che diventi un film della Fase 3. Ne sono davvero orgoglioso e penso che sarebbe un film brillante, ma credo anche che tutto dipenda dalle strategie di Kevin Feige (presidente della Marvel).

Contando il fatto che lo stesso regista e collega Shane Black (co-autore insieme a Drew Pearce di Iron Man 3, nonchè regista della pellicola) ha elogiato la sceneggiatura dell’adattamento di Runaways come “uno dei migliori script che rimango fermi in attesa da qualche parte” , le affermazioni dello sceneggiatore hanno un senso visto che ogni pellicola Marvel ha sempre puntato a battere la precedente in qualità e grandezza. E se effettivamente la qualità del materiale è così elevata, è probabile che gli Studios stiano tenendo il progetto da parte per il dulcis in fundo. Staremo a vedere.

Runaways, è un gruppo di supereroi dei fumetti, creati da Brian K. Vaughan e Adrian Alphona , pubblicata dalla Marvel Comics, e attualmente scritta da Kathryn Immonen e disegnata da Sara Pichelli.La serie fu pubblicata nell’aprile 2003 come parte della collanna Tsunami. Ha chiuso nel settembre 2004 a causa delle basse vendite, ma le buone recensioni hanno spinto la Marvel a riproporre la serie pochi mesi dopo. Inizialmente i protagonisti sono i figli dei componenti dell’organizzazione criminale Orgoglio, che scappano di casa dopo aver scoperto il segreto dei loro genitori.

Fonte: Collider

Drew Pearce scrive Sherlock Holmes 3!

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Drew Pearce scrive Sherlock Holmes 3!

Nonostante si attende ancora l’uscita di Sherlock Holmes: Gioco di Ombre che è prevista per il prossimo 16 dicembre, già iniziano i lavoro su Sherlock Holmes 3, il terzo capitolo della serie. La Warner Bros ha affidato la sceneggiatura del film ha Drew Pearce, già collaboratore dell’attore Robert Downey Jr. su Iron Man 3.  Lo sceneggiatore inoltre ha anche lavorato allo script di The Mighty, adattamento che presto vedremo sul grande schermo della graphic novel DC Comics. Altre notizie su questo nuovo episodio scarseggiano ma c’è una certa tranquillità sul capitolo Guy Ritchie alla regia e cast principale all’opera.

Fonte: Comingsoon.net

Drew Pearce parla di Iron Man 3 e Runaways!

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Drew Pearce parla di Iron Man 3 e Runaways!

Drew Pearce, sceneggiatore di Iron Man 3 e del prossimo Runaways parla della sua collaborazione con i Marvel Studios

Drew Goddard torna alla regia con Bad Times at El Royale

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Drew Goddard torna alla regia con Bad Times at El Royale

È tempo di tornare a lavoro per Drew Goddard che è reduce da un paio di anni di grandi successi, a partire dal piccolo schermo, dove ha firmato la serie Netflix Daredevil, fino al grande schermo che lo ha premiato con una nomination agli Oscar per la migliore sceneggiatura di Sopravvissuto – The Martian

Adesso Goddard torna alla regia, dopo l’esordio vincente con l’horror Quella Casa nel Bosco, e si dedica a un progetto per ora ancora avvolto nel mistero: Bad Times at El Royale.

ThePlaylist riferisce che si tratterà di un “thriller con elementi di horror o fantascienza”. Drew Goddard ha scritto anche la sceneggiatura che è stata mostrata a pochissime persone, per adesso. 

Vi terremo aggiornati sugli sviluppi.

Trai progetti futuri di Goddard ci sono Deadpool 2, a cui lavorerà come sceneggiatore, e due film soltanto annunciati, Robopocalypse e The Sinister Six di cui non abbiamo alcun dettaglio, per il momento.

 

Drew Goddard per il reboot di Daredevil?

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Resta ormai poco tempo alla Fox per poter procedere a un eventuale reboot di Daredevil, il personaggio già portato sugli

Drew Goddard adatterà il fantasy Nevermoor

Drew Goddard adatterà il fantasy Nevermoor

Drew Goddard, sceneggiatore, produttore e regista nominato all’Oscar per lo script di The Martian- Il sopravvissuto, sta lavorando a un nuova sceneggiatura tratta dal romanzo Nevermoor: The trials of Morrigan Crow, scritto da Jessica Townsend.

Morrigan Crow è maledetta. Essendo nata di sera, il giorno più sfortunato per nascere, è accusata di ogni disgrazia, dalle grandinate agli attacchi di cuore. La maledizione che incombe su di lei è che è destinata a morire alla mezzanotte del suo undicesimo compleanno. Mentre attente il suo destino appare uno strano uomo chiamato Jupiter Noth. Inseguito da cani neri e da oscuri cacciatori a cavallo, salva Morrigan portandola nella città segreta e magica di Nevermoor. Qui Morrigan scopre che l’ha scelta affiché lei combatta per un posto nell’organizzazione più prestigiosa della città: The Wundrous Society. Per ottenerlo, Morrigan deve affrontare quattro difficili e pericolose prove contro centinaia di bambini dotati di talenti straordinari che Morrigan non ha. Per salvarsi deve trovare una strategia per superare le prove o lascerà la città andando incontro al suo destino di morte.

 X-force: Drew Goddard alla regia del film Fox 

Goddard ha scritto anche la sceneggiatura del film Cloverfield, delle serie Lost e Daredevil e dello spin-off di di X-Men X-Force.

Fonte: Comingsoon

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