Le avventure di Bilbo,
Gandalf e la Compagnia dei Nani continuano nel loro viaggio
attraverso la Terra di Mezzo in Lo Hobbit La
Desolazione di Smaug, in arrivo in edizioni DVD,
Blu-ray e Blu-ray 3D grazie a Warner Bros. Entertainment
Italia. Secondo capitolo della trilogiacinematografica adattamento
sul grande schermo dell’immortale capolavoro “Lo Hobbit”, il film è
diretto dal vincitore del Premio Oscar Peter Jackson, che è anche
produttore insieme a Zane Weiner e Fran
Walsh.
Lo spettacolare cast di stelle vede
il ritorno di Ian McKellen nei panni di Gandalf ,
Martin Freeman nel ruolo centrale di Bilbo Baggins
e Richard Armitage come Thorin Scudodiquercia. A
loro si aggiungono Benedict Cumberbatch, Evangeline Lilly,
Lee Pace, Luke Evans, Stephen Fry, Ken Stott, James
Nesbitt e Orlando Bloom nel ruolo di
Legolas.
Commento all’edizione
blu-ray: L’edizione messa su mercato da Warner Bros.
è una di quelle che fanno drizzare gli occhi ai patiti dell’home
video, e il motivo è presto svelato. L’edizione contiene non solo
l’incredibile versione in alta definizione 2D, ma anche la comoda
copia digitale oltre ovviamente al secondo disco che lancia nella
creazione da parte di Peter Jackson del mondo fantastico di J. R.R.
Tolkien. Dunque, la traccia video come accennato è il classico
standard high definition 16×9 2.4:1, che ci permette di godere di
una fruizione incredibili riprese di Peter
Jackson, all’avanguardia con un formato nativo ad alta
definizione e 48 fotogrammi al secondo. Altro punto forte
dell’edizione è la traccia audio, un master DTS-HD 7.1. che
conferisce tutta la carica emotiva ed esplosiva del comparto audio
della produzione, dagli effetti sonori alle musiche di
Howard Shore. Ma non è tutto, perché
questa edizione contiene oltre 1 ora e mezza di imperdibili
Contenuti Speciali, tra cui vi segnaliamo il favoloso Peter
Jackson ti invita sul set. Ma anche l’incredibile documentario
Nuova Zelanda: casa della terra di mezzo, parte 2.
Recensione
Film:
Gestire una storia di passaggio è
un compito particolarmente delicato e complicato.
Con Le Due Torri, Peter
Jackson aveva dimostrato di essere ben in grado di
manipolare un materiale, letteralmente, senza capo né coda, ma
con Lo Hobbit la Desolazione di
Smaug le cose sono ben diverse.
Dopo la rocambolesca
fuga dagli Orchi capitanati da Azog il Profanatore, grazie al
provvidenziale intervento di Gwaihir e delle altre Aquile, Bilbo,
Thorin, Gandalf e tutta la compagnia di Nani sono diretti ad Est,
verso la Montagna Solitaria, dove dimora il Drago Smaug. Ma prima
si trovano a dover attraversare il Bosco Atro e tutti i pericoli
che in esso sono annidati: orchi, ragni giganti e non ultimi gli
elfi silvani, molto diversi dai loro lontani parenti di Gran
Burrone, e decisamente meno inclini all’ospitalità. Intanto,
separatosi dal gruppo, Gandalf è alle prese con un mistero, un
minaccioso addensarsi di un’ombra che si pensava sconfitta ma che
potrebbe gettare il mondo intero nel caos.
Torniamo così a capofitto nella
Terra di Mezzo, esperienza emozionante ed evocativa per
definizione, con Peter Jackson che, come
accaduto anche in Un Viaggio
Inaspettato, prende parte della storia de Lo
Hobbit e la mescola con gli eventi cronologicamente
paralleli che vengono raccontati in altri scritti del Professore
per creare una storia composita a più strati, rendendo più
complesso il filo narrativo del romanzo e allo stesso tempo
costellando l’intero racconto di piccoli riferimenti all’amato
universo de Il Signore degli Anelli.
Tuttavia ne Lo Hobbit la Desolazione di
Smaug si avverte particolarmente la difficoltà
di realizzare tre film, ugualmente intensi e interessanti, con del
materiale che ad un certo punto comincia a latitare. Ed ecco quindi
scene d’azione perfettamente congeniate e egregiamente dirette, ma
pur sempre dilatate eccessivamente, e l’aggiunta di dettagli che
appaiono particolarmente oziosi, veri e propri riempitivi.
La grande attesa
intorno agli elfi silvani, di cui facciamo l’effettiva conoscenza
in questo film, delude le aspettative, regalandoci dei ritratti
poco accattivanti, a partire dal ritrovato Legolas, passando per Re
Thranduil, fino all’invenzione jacksoniana Tauriel. Protagonista di
tutta la parte finale del film è ovviamente il drago Smaug,
splendidamente realizzato e animato grazie ad un mix di mocap e
CGI. Le scene nel cuore della Montagna Solitaria sono
innegabilmente affascinanti e il piccolo Bilbo, contrapposto al
possente Smaug ci regala un po’ di quello spirito avventuroso e
anche giocoso di cui è permeato il romanzo, e che nel film si vuole
a tutti i costi sostituire con un senso di epicità che stenta ad
attecchire.
Con La Desolazione
di Smaug, Peter
Jackson conferma che l’idea di una trilogia
per Lo Hobbit è stata una scelta azzardata, ma
da ancora una volta prova di perfetta padronanza di tecnica
registica e applicazione tecnologica al cinema.