Dopo aver recitato in gangster movie
come Mean Street e Quei bravi ragazzi, entrambi diretti dall’amico
Martin Scorsese,
Robert De Niro debuttò alla regia nel 1993 con il film
Bronx, dedicato al celebre quartiere di New York,
noto anche per la forte attività criminale verificatasi nel corso
del Novecento. De Niro si cimenta dunque con un racconto che ben
conosce, essendo lui stesso cresciuto in comunità di italoamericani
dove spesso e volentieri si verificano episodi di criminalità.
Il film, dedicato al padre
Robert De Niro Sr., scomparso proprio nel 1993, è
basato sul testo teatrale A Bronx Tale, scritto da
Chazz Palminteri, anche sceneggiatore e interprete
di questo film. Pur non narrando una storia effettivamente
accaduta, il film offre un compendio della vita nel Bronx nella
metà del Novecento. Ci sono però dei precisi riferimenti alla
giovinezza di Palminteri, che approfondiamo in questo articolo.
Per tutti gli appassionati di questo
genere, infatti, proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
Storia vera. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo. Sarà dunque l’occasione – grazie anche
al suo passaggio televisivo – per riscoprire un film di De Niro
spesso poco citato ma con diversi elementi di grande fascino.
Anno 1960. Nel Bronx, quartiere
popolare di New York, il piccolo Calogero Anello,
un bambino di nove anni figlio di immigrati italiani, passa le sue
giornate a imitare il boss Sonny, che esercita il
suo dominio sul quartiere. Un giorno, però, Calogero assiste per
caso a un brutale omicidio, orchestrato e commesso da Sonny. Il
bambino però non rivela alla polizia l’identità dell’aggressore su
consiglio del padre Lorenzo (Robert De
Niro), che non vuole avere a che fare con i mafiosi. Per
sdebitarsi, Sonny propone a Lorenzo un lavoro ben retribuito ma
l’uomo, modesto autista di autobus, rifiuta l’offerta, preferendo
una vita rispettosa della legge.
Tuttavia, a poco a poco Calogero
cade sotto l’incantesimo del mafioso, che dal canto suo lo tratta
come un figlio. Con il passare degli anni, però, il ragazzo
imparerà a rendersi conto di quanto spietato e pericoloso possa
essere il mondo di Sonny. A fargli aprire gli occhi, in
particolare, sarà la sua frequentazione con Jane
Williams, una ragazza afroamericana. Con la tensione
razziale nel Bronx molto alta, Calogero dovrà ben presto scegliere
che tipo di persona vuole essere e da che parte stare.
Ad interpretare Calogero ci sono due
attori: Francis Capra per quando il protagonista
ha solo 9 anni e Lillo Brancato per quando ne ha
17. Nel ruolo del criminale Sonny, invece, vi è Chazz
Palminteri, autore della piece teatrale da cui è tratto il
film, di cui è sceneggiatore. Robert De Niro, invece, si è ritagliato il
ruolo di Lorenzo, padre di Calogero. Taral Hicks,
invece, interpreta Jane Williams. Nel finale del film, e ancora più
brevemente all’inizio, appare Joe Pesci, che ha lavorato con Robert De Niro
in Toro scatenato e in Quei bravi ragazzi.
Il film, come anticipata, si basa
sull’opera teatrale omonima di Chazz Palminteri, e
insieme all sceneggiatura del film sono entrambe ispirate alla sua
infanzia. Il vero nome di Chazz, infatti, è infatti
Calogero Lorenzo Palminteri. Nato il 15 maggio
1952 nel Bronx, a New York, Palminteri è figlio di Rose, una
casalinga, e di Lorenzo Palminteri, un autista di autobus. Pur
essendo cresciuto nel quartiere Belmont del Bronx, egli vanta
dunque origini italiane e in particolare origini siciliana. I suoi
nonni, Calogero Palminteri e Rosa
Bonfante, si sposarono nel 1908 ed emigrarono negli Stati
Uniti nel 1910 da Menfi, in provincia di Agrigento, in Sicilia.
Per quanto riguarda l’evento che ha
ispirato Bronx, questo avvenne – come per il
protagonista del film – quando Palminteri aveva nove anni. A
quell’età egli avrebbe infatti assistito all’omicidio di un mafioso
davanti al suo appartamento. La polizia lo interrogò, ma lui
sostenne di non aver visto l’incidente. Tale evento, unito anche ad
altri episodi di criminalità verificatisi negli anni della sua
giovinezza, sono dunque poi confluiti nel racconto del testo
teatrale prima e della sceneggiatura del film poi.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 7
giugno alle ore 21:20 sul canale Rai
4. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà
presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove
quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in
onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita,
per trovare il film e far partire la visione.
KochMedia e
Lucky Red hanno siglato un accordo di co-acquisizione per la
distribuzione in Italia del nuovo film diHirokazu Kore-eda,
Broker.
Dopo aver
vinto la Palma d’oro conUn affare di
famiglia, l’acclamato regista giapponese torna in concorso a
Cannes conBroker,
firmando per la prima volta un film di produzione coreana.
Nel cast la
starSong
Kang-ho(il
Mr. Kim diParasite)
e con luiBae
Doona (Cloud
Atlas, The Host), Gang
Dong-won (Peninsula, The Priests) e
l’artista IU alias Lee Ji-eun.
L’uscita del
film in Corea è annunciata per giugno, mentre in Italia arriverà al
cinema in autunno. La distribuzione commerciale nelle sale
sarà coordinata da Lucky Red, mentre l’edizione home video sarà
gestita daKochMedia.
Jaimie Alexander
(Thor, Thor: The Dark World) e Wes
Bentley (American Beauty, Hunger Games)
reciteranno insieme nel thriller psicologico Broken
Vows. Il film racconterà la storia di Patrick Flynn
(Bentley), un ragazzo tanto affascinante quanto mentalmente
instabile. Un giorno, Patrick conosce Tara Bloom (Alexander) e da
subito ne rimane folgorato. Quando Tara lo rifiuta, Patrick entrerà
in una spirale di follia che lo porterà a perseguitare la donna e,
contemporaneamente, a distruggere la sua vita.
Broken
Vows è stato scritto da James Agnew
e Sean Keller (Rage), sarà diretto
dall’emergente Bram Coppens e prodotto da
Larry Ladove (The Butler).
Prime Video svela le prime immagini del
film Original giapponese Broken Rage,
prodotto da Amazon MGM Studios. Presentato il prossimo venerdì 6
settembre in anteprima mondiale all’81. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia,
Broken Rage è il primo film
giapponese prodotto per un servizio streaming ad essere incluso
nella selezione ufficiale del prestigioso Festival internazionale
del Cinema. Broken Rage sarà presentato
nella sezione Fuori Concorso della Mostra e sarà disponibile in
esclusiva su Prime Video nel 2025.
Diretto, scritto e
interpretato dal leggendario regista Takeshi
Kitano, acclamato in tutto il mondo, Broken Rage
è basato sulla sua idea di esplorare “gli elementi della commedia
all’interno di un film violento”. Ridefinendo le norme del genere,
la prima parte del film racconta di un sicario, Nezumi
(interpretato da Takeshi Kitano), che lotta per la sua
sopravvivenza ritrovandosi incastrato tra la polizia e
l’organizzazione criminale Yakuza. Nella seconda parte il crudo
thriller d’azione prende una svolta inaspettata, evolvendosi in una
commedia autoironica che racconta la stessa storia ma con un tocco
umoristico accattivante.
Tadanobu
Asano, nel cast di Zatōichi (2003) e
Kubi (2023) di Kitano e nominato agli Emmy per la sua
interpretazione nella serie Shogun (2023), veste i panni
di un detective che costringe Nezumi a collaborare come informatore
segreto in un’indagine sul traffico di droga. Nao
Omori, anche lui nel ruolo di investigatore, ha debuttato
in The Outsiders (2018) ed ha preso parte a cinque film di
Kitano, tra cui Dolls (2002), Achilles and the
Tortoise (2008), Outrage Coda (2017) e Kubi
(2023).
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Il ruolo del boss di Yakuza, che
sovrintende il traffico di droga, è interpretato da Shidō Nakamura,
che ha debuttato nel film di Takeshi Kitano Kubi (2023);
nei panni del giovane boss invece troviamo Hakuryu, già in numerosi
film del cineasta giapponese. Il talentuoso cast comprende anche
Takashi Nishina (Outrage Coda, Kubi), So Kaku
(Sanctuary, 2023), oltre a famosi comici che per la prima
volta compaiono in un film di Kitano, come Gekidan Hitori, Masanori
Hasegawa (Nishikigoi), Azusa Babazono e Mogura Suzuki (Kuki
Kaidan).
Figura cardine del cinema
giapponese per gli spettori di tutto il mondo, Takeshi Kitano,
cineasta apprezzato e rispettato a livello internazionale con oltre
35 anni di esperienza, continua a spingersi oltre i limiti con la
sua ultima impresa, Broken Rage. “Quando ho
letto la sceneggiatura di Broken Rage, sono rimasto sorpreso dai
colpi di scena senza precedenti – ha detto Tadanobu Asano –
e allo stesso tempo entusiasta di poter prendere parte con il
regista a questa nuova sfida”.
“Prima di tutto,
sono stato felicissimo di poter lavorare di nuovo con Takeshi
Kitano, un regista che ammiro profondamente – ha detto Nao
Omori – Quando ho letto la sceneggiatura, sentivo che per lui
si trattava di un nuovo percorso creativo, molto diverso dal suo
precedente lavoro, e non ero sicuro di come affrontarlo. Ma sul
set, nonostante l’intensità, c’era sempre da ridere, circondati da
quell’atmosfera familiare così riconoscibile sui set di
Kitano”.
Il regista Allen
Hughes si separa momentaneamente dal fratello e
collaboratore Albert (con cui aveva portato sullo schermo
La vera storia di Jack lo Squartatore e
Codice Genesi) e dirige
Broken City, un thriller politico
ambientato a New York con protagonisti Russell Crowe e
Mark Wahlberg. Quest’ultimo nel film è Billy, un
detective di Brooklyn assunto dal sindaco (Crowe) per scoprire
l’uomo che va a letto con sua moglie. Il detective trova l’uomo in
questione, ma appena ne comunica il nome al sindaco, il presunto
amante viene trovato morto, e così Billy inizia a indagare su un
contesto più ampio che coinvolge il sindaco stesso e una profonda
rete di corruzione che attraversa tutta la città.
Broken City è un
film che spicca per la sua regia, Hughes conduce con grande
maestria la macchina da presa in mezzo ai personaggi, mostrandoci
inoltre una città lontana dalla patina di glamour con cui siamo
abituati a guardare al cinema la Grande Mela. Il regista scende nei
vicoli, sotto i ponti e nell’anima nera della città più famosa del
mondo, aiutandoci a capire su quali meccanismi oscuri si basano le
realtà quotidiane di cittadini ignari. In contrapposizione alla
regia però il film presenta dei difetti in sceneggiatura che ne
rallentano il ritmo, facendo perdere il film in preamboli verbosi
che non ne facilitano l’ascolto. Nel momento in cui nel film
abbiamo la svolta, il ritmo diviene più incalzante e la trama
comincia a coinvolgere maggiormente, anche se mai completamente, lo
spettatore.
A sorpresa, nei confronti a due,
Mark Wahlberg, particolarmente a suo agio nei
panni dell’eroe metropolitano, batte il più blasonato e carismatico
Russell Crowe, che appare imbolsito rispetto
alla sua recente interpretazione in
Les Misérables. Accanto ai due protagonisti che
rappresentano due facce della stessa medaglia un cast di tutto
rispetto che tra nomi noti e meno noti riesce a compensare le
mancanze di sceneggiatura: Catherine Zeta-Jones,
Jeffrey Wright, Natalie Martinez, Kyle Chandler, Barry
Pepper e Justin Chambers. Il film ricorda
alcune atmosfere del cinema anni ’80, rivelandosi così
pericolosamente in bilico tra l’omaggio ad un certo tipo di cinema
e l’anacronismo involontario.
Broken
City è un film dignitoso, che pur non brillando si
prende la sua fetta di gradimento soprattutto perché fa affidamento
su un protagonista molto in parte e un cast di insieme
efficace.
Affascinante thriller sul mondo
della corruzione, Broken City
(qui la recensione) è arrivato
nei cinema nel 2013, diretto da Allen Hughes, già
autore in coppia con il fratello Albert di titoli come La vera
storia di Jack lo squartatore e Codice
Genesi. Questa è invece la sua prima regia in solitaria,
basata sulla sceneggiatura originale scritta da Brian
Tucker. Il film vanta inoltre la presenza di un ricco
cast, composto dal premio Oscar Russell
Crowe, Catherine Zeta Jones e
Mark
Wahlberg, il quale figura anche in veste di
produttore.
La storia di Tucker aveva acquistato
un certo prestigio nel corso degli anni, essendo stata anche
inserita nel 2008 nella Black List delle migliori
sceneggiature ancora non prodotte. Dopo anni di tentativi, il
progettò trovò infine i suoi finanziatori, ottenendo un budget di
circa 35 milioni di dollari. Le riprese poterono a quel punto
iniziare, svolgendosi prevalentemente nelle città di New York e New
Orleans. Una volta distribuito in sala, tuttavia, il film non andò
incontro ad un particolare apprezzamento da parte di critica e
pubblico.
Broken City finì infatti
con l’incassare soltanto 34 milioni di dollari, non riuscendo
quindi a generare il profitto sperato. Anche la critica dimostrò
una certa delusione nei confronti del titolo, lodando gli
interpreti ma indicando proprio nella sceneggiatura le principali
problematiche. Con il tempo, ad ogni modo, il film ha acquisito un
certo fascino per via della sua atmosfera e della sua intricata
trama. Ad ogni passaggio televisivo, infatti, non manca di essere
un titolo particolarmente ricercato, generando curiosità anche solo
per via dei suoi fenomenali interpreti principali.
Broken City: la trama del
film
Protagonista del film è
Billy Taggart, detective della polizia devoto al
suo lavoro e alla giustizia. Egli è sempre determinato ad andare
fino in fondo ai casi in cui si ritrova coinvolto, ma proprio uno
di questi segnerà la sua rovina. Spintosi troppo in là in
un’indagine per omicidio, Taggart è costretto a lasciare la
polizia. Passano sette anni, ed egli è ora un detective privato con
difficoltà ad arrivare a fine mese. La sua sorte sembra cambiare
nel momento in cui l’uomo più potente della città, il sindaco
Nicholas Hostetler, lo ingaggia per un delicato
caso. Il suo compito è infatti scoprire se la moglie
Cathleen lo tradisca o meno. Se ciò venisse
confermato e reso pubblico, rappresenterebbe un serio rischio per
la reputazione del sindaco e la sua rielezione.
Taggart inizia così le sue indagini,
consapevole che un caso come questo potrebbe riportarlo ad ottenere
il distintivo e la credibilità persa da tempo. Con la solita
devozione che lo contraddistingue, si cala così nella vita del
sindaco e del suo mondo. Ben presto, però, scoprirà che dietro il
caso si nasconde ben più che un possibile tradimento coniugale.
Taggart entra in contatto con un contesto dove corruzione e
ingiustizia dominano sul male, e la vendetta è la ricompensa per
chi non segue le regole. Scoperto più di quanto avrebbe dovuto, il
detective si ritrova ora in piena guerra contro il sindaco. Ma
quest’ultimo non sa che la tenacia di Taggart è inarrestabile, e
che egli diventerà il suo peggior incubo.
Broken City: il cast del
film
Non nuovo al ruolo del detective,
l’attore Mark Wahlberg aveva già dato vita a ruoli
simili per i film The Departed
e I padroni della notte. Inizialmente, però, egli non
aveva intenzione di interpretare il ruolo del protagonista in
Broken City. In qualità di produttore, aveva invece
offerto il ruolo di Bill Taggart all’attore Michael
Fassbender, il quale però rifiutò per via di altri
impegni cinematografici. Fu a quel punto che Wahlberg si decise ad
interpretare il ruolo. Come suo solito, si preparò fisicamente ad
esso con lunghe sessioni di allenamento. Inoltre, andò ad
incontrare diversi detective di New York per poter apprendere i
segreti del loro mestiere e potersi calare in modo più realistico
nella parte.
Il personaggio del sindaco Hostetler
venne invece offerto al premio Oscar Russell
Crowe. Questi accettò la parte, dichiarandosi entusiasta
di poter dar vita ad un personaggio malvagio dopo anni di soli
ruoli positivi. Anche lui, come Wahlberg, approfondì tramite
ricerche il contesto narrato nel film, costruendo il suo
personaggio basandosi sulla figura dei gangster di una volta.
Accanto a loro si ritrova poi l’attrice Catherine Zeta
Jones, nel ruolo di Cathleen Hostetler, moglie del sindaco
e iniziale oggetto delle indagini di Taggart. L’attrice premio
Oscar è stata particolarmente lodata per la sua interpretazione,
con un personaggio che ricorda molto il classico ruolo della
femme fatale del genere noir.
All’interno del film si ritrovano
poi anche altri noti interpreti hollywoodiani. Jeffrey
Wright è infatti il capitano Carl Fairbanks, superiore
di Taggart quando questi lavorava in polizia e suo protettore nel
corso del film. Barry Pepper, noto per il ruolo di
Vince nella saga di Maze Runner,
interpreta qui Jack Valliant, avversario di Hostetler alle
elezioni. L’attore Kyle Chanderl, celebre per
The Wolf of Wall
Street e Manchester by the
sea è invece Paul Andrews, manager della campagna
elettorale di Valliant e coinvolto a suo modo nel caso.
L’israeliana Alon Tal, nota per i suoi ruoli
televisivi è invece Katy Bradshaw, assistente di Taggart che aiuta
il detective nel corso delle sue indagini.
Broken City: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli amanti del film, o per chi
volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Broken City è
infatti presente nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema,
Google Play, e Apple iTunes. È inoltre
disponibile all’interno della piattaforma Tim
Vision. Per vederlo, una volta scelto il sito di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene inoltre notare che
il noleggio prevede dei tempi di scadenza entro i quali è
necessario guardare il titolo. Il film sarà inoltre presente nel
palinsesto di martedì 15 novembre alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
Circa un anno fa è partito il
progetto di Broken Citycon Russell Crowe e Mark Wahlberg,
la storia è un crime-drama nel cast anche Catherine
Zeta-Jones.
Il regista Ang Lee ricorda
una suggestiva scena di Heath
Ledger durante le riprese di I segreti di Brokeback Mountain. Il defunto
attore ha guadagnato consensi per molti ruoli nel corso della sua
carriera ed è meglio ricordato come il Joker nel film di
Christopher Nolan del 2008 Il cavaliere
oscuro. Al di fuori del suo ruolo da cattivo di Batman,
Ledger è stato riconosciuto per il suo lavoro in diversi progetti,
tra cui 10 cose che odio di te e I segreti di Brokeback Mountain. Diretto da
Lee e adattato da un racconto di Annie Proulx, il
film è interpretato da Ledger e Jake Gyllenhaal
nei panni di un ranch e di un rodeo cowboy che sviluppano un
profondo sentimento reciproco nel 1963.
In I segreti di Brokeback Mountain, Ennis Del Mar
(Heath Ledger) e
Jack Twist ( Jake
Gyllenhaal) si incontrano durante una stagione di
allevamento di pecore sulla montagna che dà il titolo al film nel
1963 e stringono una relazione intima. Mentre la coppia completa il
lavoro e si separa, Ennis si sposa con la sua dolce metà Alma
(Michelle
Williams), ma la continua relazione tra Jack ed Ennis
mette a dura prova il matrimonio. Alla fine, Alma lascia Ennis e
lui ha una breve avventura con Cassie Cartwright (Linda
Cardellini), dopo di che dice a Jack che non possono più
vedersi. Durante una conversazione con Empire, Lee descrive una delle
scene più memorabili di Ledger, elogiando la profonda comprensione
del personaggio da parte del defunto attore e il suo “dono di Dio”.
Ecco cosa ha detto Ang Lee:
“Ennis è solo, sta mangiando una
fetta di torta di mele. Linda [Cardellini] sta recitando a
squarciagola, è in lacrime, affrontando Ennis: ‘Perché l’hai
fatto?’ Ma lei non ottiene una parola da lui. Durante tutta la
scena, Heath non fa nulla: mangia solo la torta di mele. Ma
guardando i giornalieri, anche la troupe piangeva, dicendo: ‘Lascia
stare quel tizio!’ Ho capito e apprezzato la tranquillità di Heath,
la sottigliezza del momento e il modo in cui si è comportato in
quella scena. Siamo stati tutti molto fortunati a poter fare un
film con un attore di quel calibro. Aveva un dono di Dio. In cuor
suo, penso che Heath conoscesse profondamente il personaggio di
Ennis.”
Prima di tutti i film che negli
ultimi anni hanno raccontato e celebrato un amore furoi dagli
schemi classici c’è stato I segreti di Brokeback Mountain, diretto nel
2005 dal premio Oscar Ang Lee. Questo
è in particolare ricordato per la delicatezza con cui l’amore tra i
due protagonisti viene raccontato, dando vita ad una storia
struggente e senza tempo.
Il film è basato sul racconto
Brokeback Mountain, anche noto come Gente del
Wyoming, scritto nel 1997 da Annie Proulx per
la rivista The New Yorker. Benché di questo una
sceneggiatura fu scritta subito, ci vollero anni perché il film si
concretizzasse. Da molti era infatti ritenuto un progetto troppo
rischioso, sia per ciò che si raccontava sia per ciò che si
mostrava. Lee si rivelò il regista giusto per quest’opera, essendo
tutto il suo cinema percorso da un conflitto tra i sentimenti e le
costrizioni. La brevità del racconto ha in questo caso permesso di
inserire tutto ciò che è scritto nel film, lasciando spazio anche
ad una serie di approfondimenti dei personaggi e del loro
vissuto.
Adrien Brody, che possiamo vedere
in questi giorni sui nostri schermi in Manolete, si unisce al
nutrito gruppo di attori che comprende ormai Owen Wilson, Marion
Cotillard, Rachel McAdams, Kathy Bates, Carla Bruni e Michael
Sheen.
Broadway Danny
Rose è il film del 1984 di e con Woody Allen e nel cast Mia Farrow,
Nick Apollo Forte. È stato presentato fuori concorso al
37º Festival di Cannes. Per questo film Allen ha ricevuto anche due
nomination agli Oscar: Miglior regia e miglior sceneggiatura.
Mentre l’attrice protagonista Mia Farrow, ha
ricevuto una nomination ai Golden Globe come migliore attrice.
Broadway Danny
Rose ha come protagonista il talent-scout “Broadway” Danny
Rose (Allen), il quale però rappresenta tutta una serie di artisti
bislacchi e senza talento alcuno: un ballerino senza una gamba, un
ventriloquo balbuziente, uno xilofonista cieco. Tra loro però c’è
anche il cantante italo-americano Lou Canova (Nick Apollo
Forte), la cui carriera è però in un momento di ristagno.
Dopo una serie di intrecci professionali, nonché sentimentali tra i
due protagonisti e Tina (Mia Farrow) – in una
sorta di buffo triangolo carico di equivoci e divertenti sequenze
(in pieno stile
Woody Allen) – Canova riuscirà a ritrovare il successo
e mollerà il suo sfigato manager. Ma a quest’ultimo resterà
qualcosa di più delle semplici soddisfazioni professionali.
Buoni sentimenti ed ironia
condiscono questa piacevole commedia di Allen. Film che segna un
distacco rispetto ai precedenti, non essendo statico, e solo
minimamente critico verso la società americana. Nella fattispecie,
Allen tocca le corde dell’arrivismo del mondo dello spettacolo, che
spesso si dimentica dei sentimenti umani in nome del successo.
Tredicesimo film per il regista americano re della commedia, il
quale ha lavorato spesso e volentieri con la brava e bella
Mia Farrow. I due hanno avuto anche una lunga
quanto burrascosa storia d’amore. Broadway Danny Rose è il terzo
film in cui hanno lavorato insieme, preceduto da Una commedia sexy
in una notte di mezza estate e Zelig. Il loro sarà un connubio
professionale ben consolidato, poiché ne seguiranno altri 9;
l’ultimo è Mariti e mogli del 1992. Dopo questo film la sua
carriera professionale segna un evidente rallentamento, che nei
vent’anni successivi è figurata solo in 4 film, dedicandosi anche
al doppiaggio in film di animazione.
Unico film di rilievo invece per
Nick Apollo Forte, che interpreta appunto il cantante in crisi Lou
Canova. Broadway Danny Rose debuttò negli Stati
Uniti il 27 gennaio 1984 in 109 sale. Gli incassi totali non furono
straordinari, con un guadagno netto di 2 milioni di dollari,
essendone costato 8 e avendone fatti incassare 10. Resta però un
film gradevole e molto significativo, che dà pace ma anche un senso
di malinconia, rabbia e spunti di riflessione.
Dopo i tragici eventi Avengers: Infinity
War abbiamo ritrovato un Thor
(detto Bro Thor) irriconoscibile rispetto ai
precedenti film, afflitto da problemi di dipendenza dall’alcool,
sovrappeso, senza onore e nobiltà, ma soprattutto rassegnato ad una
realtà che gli ha strappato via la famiglia e il suo popolo.
Fortunatamente l’eroe riesce a riscattarsi nel corso di Avengers:
Endgame dimostrando il suo vero valore.
Ma quante possibilità ci sono di
rivederlo in questo stato anche nella Fase 4? E se così fosse,
perché i Marvel Studios dovrebbero
continuare su questa strada?
Bro Thor nella Fase 4 – Pro
La costante dell’universo
cinematografico Marvel è sempre stata l’ironia, tuttavia questo
tono scanzonato ha “contagiato” il franchise di Thor soltanto in
Ragnarok, capitolo scritto e diretto da Taika
Waititi la cui eredità è stata ripresa dai fratelli Russo
in Infinity War e Endgame. Fermo restando che,
molto probabilmente, i Marvel Studios manterranno intatto il tocco
del regista anche in Love and Thunder,
c’è un motivo fondamentale per cui Bro Thor dovrebbe restare anche
nella Fase 4 del MCU: il divertimento, per il personaggio, e per
Chris
Hemsworth, dichiaratosi entusiasta di questo cambio di
rotta.
C’è poi il lato motivazionale della
svolta di Bro Thor, che potrebbe ispirare milioni di persone ad
accettare il proprio fisico abbattendo così qualsiasi stereotipo
dell’eroe tradizionale hollywoodiano tutto muscoli e forme
perfette. Sappiamo già che nel prossimo capitolo intitolato
Thor: Love and
ThunderNatalie
Portman tornerà nei panni di Jane Foster e sarà lei a
sollevare il Mjolnir, diventando Mighty Thor, quindi è ipotizzabile
che il Dio del Tuono lasci spazio all’eroina continuando il suo
percorso di consapevolezza di sé oppure che, nella speranza di
rimettersi insieme a Jane, lavori su se stesso tornando al suo
aspetto originale…
Maschi contro Femmine è uscito qualche mese fa, ed ora
anche Femmine contro Maschi, il suo completamento
(parlare di sequel sarebbe sbagliato) è stato presentato alla
stampa. Il cast al completo, con un Brizzi in forma smagliante ha
presieduto l’incontro. Come sempre più spesso accade la conferenza
si è risolta in un’allegra chiacchierata tra la stampa e questa
famiglia allargata che ha realizzato il film.
Brivido è il film del 1986 diretto da
Stephen King con protagonisti Emilio Estevez,
Pat Hingle, Yeardley Smith.
La trama di Brivido
Quando la Terra si trova nella scia
di una cometa, si verifica una ribellione di massa da parte
di qualsiasi meccanismo creato dall’uomo, dagli elettrodomestici da
cucina agli aerei (con la notabile eccezione delle auto);
seguiamo così le vicende di un variegato gruppo di personaggi, che
dopo essersi rifugiati in una stazione di servizio, partiranno alla
ricerca di una via di fuga.
Re Mida dei cui successi letterari si da al cinema
E’ il 1986, e
Stephen King è all’apice della notorietà, un Re
Mida i cui successi letterari si replicano puntualmente quando
portati sul grande schermo; tuttavia anche i più grandi prima
o poi prendono una cantonata, e per King questo momento arriva
quando ha la malaugurata idea di accettare la proposta di mettersi
egli stesso dietro la macchina da presa, per adattare, ampliandolo,
il racconto Trucks (in italiano Camion, inserito nella raccolta
A volte ritornano).
Il film partirebbe anche bene: la
parte iniziale ci mostra di volta in volta vari episodi della
rivolta delle macchine contro gli umani, non senza trovate ironiche
anche divertenti (in apertura c’è un cameo dello stesso King, nel
ruolo del cliente di uno sportello bancomat che viene riempito di
insulti dalla macchina) ; tuttavia, quando si passa ai personaggi
in carne ed ossa, King mostra di non saper bene dove portare il
film, che diventa una scialba variazione sul tema del gruppo di
persone che cercano di sopravvivere alla minaccia incombente. La
storia mostra poi una serie di incongruenze, a partire dal dubbio
irrisolto: “perché i camion si e le auto no?”, mentre una
postilla finale ribalta completamente le premesse del film,
aggiungendo confusione più che spiegare.
Scarso il contributo offerto dal
cast: Emilio Estevez, dopo i discreti corali
Breakfast Club e I fuochi
di Sant’Elmo, si trova a dover reggere quasi da solo
un’opera mediocre, non avendone il carisma; il ruolo del tipico
cattivo ‘kinghiano’ disposto a tutto pur di trarre benefici anche
dalle situazioni più disperate è affidato allo storico caratterista
Pat Hingle, la cui esperienza non basta però a
salvare il film; degna di nota la presenza di Yeardley
Smith, in seguito divenuta la voce originale di Lisa
Simpson.
Il disastro è completato da una
serie di incidenti che finisce per gettare una luce sinistra sul
progetto, culminata con quello occorso al direttore della
fotografia, l’italiano Armando Nannuzzi, che ci
rimise un occhio; da dimenticare anche l’aspetto commerciale, con
gli incassi rimasti ben al di sotto dei costi. Unica vera nota
positiva del film, l’eccellente colonna sonora firmata AC/DC.
Visto oggi
Brivido (inspiegabile traduzione
italiana, dell’originale Maximum
Overdrive), come all’epoca, strappa
risate più che a impaurire, un fantasma pronto ad animare le sue
notti insonni di
Stephen King, indicato solo ai fan dello
scrittore.
Clint Eastwood
è oggi unanimemente considerato uno dei più importanti registi
statunitensi di sempre. Nel corso della sua lunga carriera ha
infatti diretto film come Lo straniero senza nome,
Gli spietati, Mistyc River e Gran Torino, oggi
considerati come dei capolavori assoluti. Il suo primo film da
regista risale al 1971 e si tratta di Brivido nella
notte, un thriller psicologico scritto da
Dean Riesner e Jo Heims e
divenuto un grande successo, tanto da essere ancora oggi ricordato
come uno dei titoli più identificativi del suo genere relativo agli
anni Settanta.
Da tempo Eastwood cercava un
progetto con cui cimentarsi per la prima volta nella regia. Dopo
anni passati a fare l’attore, egli si sentiva infatti pronto per
compiere il passaggio dietro la macchina da presa, avendo appreso i
trucchi del mestiere e gli errori da non fare. Imbattutosi nella
sceneggiatura di Brivido nella notte (il cui titolo
originale è Play Misty for Me) Eastwood vi ritrovò una
serie di elementi a lui congeniali, dalla morbosità dei rapporti
tra i personaggi alle forti passioni che li muovono, dal pericoloso
intreccio che si genera ad un protagonista che necessità di trovare
una via di fuga dalla brutta situazione in cui si è cacciato.
Al momento della sua uscita in sala,
il film venne accolto da ampi consensi di critica e pubblico,
affermandosi in breve come un titolo imperdibile. Ancora oggi per i
fan del regista Brivido nella notte è un titolo da vedere
assolutamente, ritrovando in questo già molte delle caratteristiche
tipiche del suo cinema successivo. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alle location. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Brivido nella notte: la trama del film
Protagonista del film è Dave
Garner, speaker notturno di una stazione radio noto per il
suo grande successo con le donne. E sarà proprio la sua passione
per il gentil sesso a causargli non pochi guai. Mentre la sua
fidanzata Tobie è fuori città, Dave commette
infatti l’errore di passare una notte con Evelyn,
credendo che quella sarebbe stata un’avventura come un’altra. In
realtà, il loro incontro è stato tutt’altro che causale e Evelyn si
rivele essere l’ascoltatrice che chiama continuamente al programma
radiofonico di Dave per richiedere la canzone jazz
Misty.
La ragazza, in seguito, si dimostra
tutt’altro che disposta ad essere allontanata dopo quel primo
appuntamento e inizia a manifestare una serie di atteggiamenti
particolarmente morbosi nei confronti di Dave. Più lui la rifiuta
più lei diventa ossessiva. In breve, Evelyn arriva addirittura a
seguire e spiare Dave e la sua ragazza, covando una gelosia e una
follia sempre crescente. Ormai folle, Evelyn, si convince che il
solo modo per poter essere amata da Dave è eliminare l’unico
ostacolo tra lei e Dave, ovvero Tobie. Introdottasi
nell’appartamento della ragazza, Evelyn è intenzionata a torturarla
a morte. Dave sarà a quel punto costretto a prendere una serie di
difficili decisioni.
Brivido nella notte: il cast e le
location del film
Oltre a figurare come regista,
Clint Eastwood è presente anche come attore
protagonista nel ruolo di Dave Garner. Originariamente il ruolo era
stato offerto a Steve McQueen, ma questi rifiutò
poiché considerava il ruolo di Evelyn troppo più importante
rispetto a quello di Dave. Per il ruolo di Evelyn i produttori
volevano l’attrice candidata all’Oscar Lee
Remick, ma Eastwood si impose per
avere Jessica Walters, da cui era rimasto
colpito dopo averla vista recitare in Il gruppo. Per
la sua interpretazione della problematica donna, la Walters ottenne
poi una nomination ai Golden Globe come miglior attrice. Ad
interpretare Tobie, la fidanzata di Dave, vi è
invece Donna Mills, mentre John
Larch è il sergente McCallum. Il
regista Don Siegel, che più volte ha diretto
Eastwood, fa un cameo nei panni del barista.
Originariamente la trama era
ambientata a Los Angeles, ma su insistenza di Eastwood il film è
stato girato nella più tranquilla e confortevole Carmel-by-the-Sea,
dove ha potuto girare scene alla stazione radio locale, in bar,
ristoranti, e in case di amici. Il film è poi stato girato anche a
Monterey, in California, in particolare durante il Jazz Festival di
settembre. Il ristorante The Sardine Factory è ancora nella stessa
localita di dove lo si vede nel film, a Prescott e Wave Street, a
solo un isolato da Cannery Row a Monterey. La stazione radio, KRML,
era invece una vera stazione jazz a Carmel.
Brivido nella notte: il trailer e
dove vedere il film completo in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Brivido nella
notte è infatti disponibile nei cataloghi di
Apple iTunes, Now e Mediaset Play. Per vederlo,
una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare
il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà
così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 1
settembre alle ore 00:40 sul canale
Rete 4.
Celebre attrice di film comici o
musicali, l’attrice Brittany Snow ha negli anni
consolidato il proprio talento affermandosi tanto per le doti
interpretative quanto per quelle canore. Divisasi tra cinema e
televisione, è ad oggi un volto noto per molti spettatori, i quali
la ricordano senza dubbio per i suoi ruoli più celebri.
Ecco 10 cose che non sai di
Brittany Snow.
2Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Brittany Snow in Pitch Perfect
5. Ha recitato realmente nuda per una
scena. Nel primo film della trilogia l’attrice è presente
in una scena, condivisa con l’attrice Anna
Kendrick, dove le due fanno una doccia insieme.
L’atmosfera erotica percepibile è merito della chimica tra le due
attrici. Stando a quanto da loro dichiarato, se all’inizio l’essere
entrambe nude poteva essere imbarazzante, in breve si sono abituate
alla cosa, sfruttandola per rendere più realistica la
scena.
4. Considera perfetto il
finale. L’attrice si è dichiarata particolarmente
soddisfatta del finale dell’ultimo dei tre film. Ha infatti
dichiarato che questo è stato frutto di tanta improvvisazione e
devozione alla storia e ai personaggi. La volontà di raccontare di
un gruppo di donne diverse ma unite raggiunge qui la sua massima
espressione.
Brittany Snow in Gossip Girl
3. Ha recitato in un episodio della
celebre serie. Nel 2009 l’attrice compare come guest star
nell’episodio Valley Girl, il ventiquattresimo della
seconda stagione. Qui ricopre il ruolo di Lillian “Lily” Rhodes. La
puntata doveva servire ad introdurre tale personaggio, con il fine
di costruirvi sopra una serie spin-off. Il progetto tuttavia non
venne mai realizzato.
Brittany Snow in Hairspray
2. Ha cantato uno dei brani del
film. Grazie al film Hairspray l’attrice ha
potuto dare prova di non essere solo una brava interprete ma di
possedere anche notevoli qualità canore. All’interno della
pellicola si esibisce infatti nel brano The New Girl in
Town. La possibilità di cantare le permetterà poi di essere
scelta per il cast di Pitch Perfect, altro film ricco di
canzoni.
Brittany Snow: età e altezza
1. Brittany Snow è nata a
Tampa, in Florida, Stati Uniti, il 9 marzo 1986. L’attrice
è alta complessivamente 163 centimetri.
Vincitore del premio del pubblico
al Sundance Film Festival di quest’anno e
disponibile su Amazon Prime Video a partire dal 15
novembre, Brittany Non Si Ferma Più è
l’opera prima del regista americano Paul Downs
Colaizzo.
Come spesso accade, le storie più
buffe e particolari che vediamo al cinema sono tratte da storie
vere, e il racconto di questo film non fa eccezione, visto che il
regista ha scritto la sceneggiatura per raccontare la storie di
Brittany O’Neill, sua migliore amica fin dai tempi del college.
Brittany non si ferma più è ispirato a una storia
vera
La storia della ventisettenne
protagonista, interpretata in maniera tenera ed insieme esilarante
da Jillian Bell, comincia in un momento non molto
felice della sua parabola esistenziale, anzi, si tratta di un
periodo della sua vita di lenta, ma constante discesa. Brittany è
la migliore amica di tutti, l’anima delle feste che riesce sempre a
strappare una risata e a fare un altro brindisi, ma a questa grande
vitalità sociale, corrisponde una intimità davvero disastrosa.
Brittany è la peggiore nemica di se stessa, non ha stima di sé né
sul lavoro, né nelle relazioni affettive, né tanto meno nei
confronti del suo corpo che trascura decisamente troppo.
Quando va da un medico per farsi
prescrivere dei medicinali stimolanti per l’attività cognitiva, il
medico le risponde che ha semplicemente bisogno di rimettersi in
forma e ritrovare lo smalto che si è perso sotto strati di pigrizia
e trascuratezza. Perché, si sa, quando si mette in moto il
fisico e si è in salute, tutto il resto segue a ruota.
E parte così l’ascesa di Brittany,
che comincia timidamente la sua attività fisica, optando per la
corsa, poco costosa e che offe più di un alibi per fermarsi ogni
tanto. Dal giro del quartiere alla maratona di New York: il
percorso di Brittany è in salita, ma la sua ritrovata
determinazione mostrerà al mondo intero che è solo una questione di
buona volontà. CA sostenerla e a partecipare al suo proposito di
correre la maratona cittadina, ci sono i suoi amici Catherine
(Michaela Watkins) e Seth (Micah
Stock).
Brittany non si ferma più è prodotto da Tobey
Maguire
Paul Downs
Colaizzo, che alla produzione si avvale di Tobey Maguire rimasto folgorato dopo aver
visto una sua pièce teatrale, confeziona un efficace feel good
movie, una storia di riscatto motivazionale in cui la vittoria
dipende solo dalle forze della protagonista. La scelta è quella di
prendere la classica loser della commedia adolescenziale americana
allo stadio successivo della sua vita: che succede se questa
“sfigata” delle superiori non si riscatta? Diventa Brittany! E ora
è il suo turno di brillare.
La consueta frivolezza di quel tipo
di film, però, trova qui un maggiore spessore psicologico, grazie
alla scrittura brillante e forse anche grazie al materiale
d’ispirazione di partenza a cui il regista è affezionato.
Brittany non si ferma
più riesce con grande brio a ricordarci una lezione
che più spesso vorremmo sentirci ripetere: Puoi farcela da solo!
Niente di nuovo, dunque, ma la forma e il linguaggio riescono
comunque a regalare intrattenimento e buonumore. E non è poco.
dal film The Ramen Girl -
Brittany Murphy - [fonte: IMDB]
La storia di Hollywood è piena di
star del cinema e della televisione che hanno lasciato questo mondo
troppo presto. Entrare a far parte del mondo dello spettacolo non è
sempre facile e a volte, fama e ricchezza, posso arrivare a
distruggerti. Tra disordini alimentari,
depressione e dipendenza da
alcol, droghe e farmaci
vari, troppe star nel corso degli anni sono cadute in una spirale
senza risalita. Oggi vi parliamo di una delle attrici più
promettenti che Hollywood abbia mai ospitato, Brittany
Murphy, strappata alla vita a soli trentadue anni.
Scopriamo insieme tutto
quello che c’è da sapere su Brittany Murphy, ripercorrendo
la sua purtroppo breve ma intensa carriera.
Brittany Murphy film e serie tv:
gli inizi della sua carriera
Nata il 10 novembre del
1977 ad Atlanta, in Georgia, Stati Uniti, Brittany
Anne Bertolotti è figlia dell’irlandese Sharon Murphy e
dell’italo-americano Angelo Bertolotti. I coniugi divorziano quando
Brittany ha solo due anni e la piccola viene affidata alle cure
della madre. Solo successivamente, la ragazza decide di cambiare il
suo nome da Brittany Anne Bertolotti a Brittany Anne Murphy.
Dopo aver cambiato città diverse
volte, Brittany e la madre si stabiliscono a Burbank, in
California, dove la ragazza può finalmente dedicarsi alla sua
passione per la recitazione e il canto. La sua carriera nel mondo
dello spettacolo, infatti, comincia molto presto. Grazie a una sua
entusiasmante esibizione all’età di nove anni nel musical
Les Misérables, a soli tredici anni, Brittany ha
già un manager che la rappresenta e cura la sua immagine.
Il suo primo vero ingaggio nel
mondo dello spettacolo risale al 1991 quando
Brittany ottiene una parte nella serie tv per ragazzi Un
Professore Alle Elementari. Grazie a quel primo ruolo
televisivo, Brittany continua la sua scalata e, negli stessi anni
partecipa alle serie Kids Incorporated (1992),
Parker Lewis (1992), Famiglia
Cercasi (1993), Frasier (1994),
Sister Sister (1994-1995), Crescere che
Fatica! (1995), Marshal (1995),
SeaQuest (1995), Murder One
(1995) e Nash Bridges (1996).
Contemporaneamente, Brittany Murphy
comincia anche a muovere i primi passi sul grande schermo. Negli
anni novanta la vediamo in moltissimi film poi diventati cult di
genere come Ragazze a Beverly
Hills (Clueless, 1995), Falling Sky
(1998), L’angelo del Male (1998), Bella da
Morire (1999) e Ragazze Interrotte
(1999).
Brittany Murphy in Ragazze
Interrotte: un cult anni ’90
Nel 1999, l’uscita del film Ragazze
Interrotte fece un bel po’ di rumore. Adattamento del diario di
Susanna Kaysen, La Ragazza
Interrotta, il film affronta il tema dei disturbi mentali
da un inedito punto di vista.
Figlia dell’economista Carl
Kaysen, professore del MIT e primo consigliere del
presidente Kennedy, Susanna nel
1967 viene rinchiusa in un ospedale psichiatrico a
causa della sua depressione. Durante il suo
soggiorno, apprende invece di essere affetta da disturbo
borderline della personalità, una condizione medico
psichiatrica che influenza il comportamento di una persona.
Tra le caratteristiche di questa
patologia ci sono paura del rifiuto e
dell’abbandono, instabilità nelle
relazioni interpersonali e instabilità anche nella percezione di sé
e del proprio comportamento. Le persone affette da questo disturbo
presentano anche repentini cambi d’umore con
conseguenti scatti d’ira seguiti da un terribile
stato depressivo. In aggiunta, inoltre, a questi
comportamenti si possono manifestare
autolesionismo,manie suicide,
disordini sessuali e abuso di
sostanze. [fonte:
Wiki]
Segnata profondamente dalla sua
permanenza in clinica, durata diciannove mesi, Susanna decide
successivamente di mettere nero su bianco la sua esperienza
nell’autobiografia pubblicata nel 1993. Il libro ha poi ispirato il
film, diretto da James Mangold, con Winona
Ryder, Angelina Jolie, Brittany
Murphy, Elisabeth Moss, Woopi
Goldberg e Vanessa Redgrave.
Ragazze Interrotte, trama
e personaggi
E’ il 1967 quando Susanna Kaysen
(Winona
Ryder), viene ricoverata nel reparto psichiatrico del
Claymoore Hospital. Da tutti definita come una ragazza normale e
con la passione per la scrittura, Susanna nasconde invece molto
bene i suoi problemi. Molto debole e insicura, nonché costantemente
in conflitto con i suoi genitori, una sera la ragazza decide di
buttar giù un flacone intero di aspirine con della vodka. Salvata
per un pelo da suo padre e sua madre, Susanna finisce al
Claymoore.
Durante la sua permanenza scopre di
soffrire di disturbo borderline della personalità, malattia spesso
definita come ereditaria. Nonostante la ragazza continui la sua
terapia e tenga aggiornati i suoi genitori, capisce presto di dover
affrontare il suo percorso di guarigione da sola. I suoi infatti
rifiutano di essere associati ad una malattia mentale, informazione
che trascinerebbe il nome di famiglia nel fango.
In ospedale quindi, sola e
abbandonata dai genitori, Susanna non può far altro che interagire
con le sue compagne di viaggio. C’è Lisa (Angelina
Jolie), una sociopatica dal carattere dominante,
Georgina (Clea DuVall), bugiarda patologica, Daisy
(Brittany Murphy), ricca e viziata, Janet
(Angela Bettis) che soffre di anoressia e Polly
(Elisabeth
Moss) ustionatasi durante l’infanzia.
Nonostante le ragazze siano tutte
affette da disturbi differenti e abbiano personalità assai diverse
tra loro, riescono a trovare il modo per comunicare, affrontando
insieme quella difficile avventura.
Nel film Brittany Murphy interpreta
Daisy Randone, una ragazza ricca, infantile e
assai viziata, vittima purtroppo degli abusi del padre. A causa dei
traumi relativi al suo passato e presente, Daisy soffre di
autolesionismo,disturbo ossessivo
compulsivo, bulimia e relativa
dipendenza da lassativi e valium. Completamente
succube del padre e non in grado di affrontare il mondo, Daisy
finirà per togliersi la vita.
Brittany Murphy in 8 Mile: film
sulla vita di Eminem
Grazie al successo di Ragazze
Interrotte e non solo, la carriera di Brittany Murphy sembra andare
a gonfie vele. Negli anni successivi la vediamo in tantissimi film
tra i quali ricordiamo Trixie (2000),
Cherry Falls – Il Paese del Male (2000), I
Marciapiedi di New York (2001), Il Sogno di Una
Estate (2001), Don’t Say a Word (2001),
I Ragazzi della Mia Vita (2002),
Spun (2002) e infine 8
Mile (2002).
Quest’ultimo film – che i trentenni
di oggi ricorderanno con nostalgia -, diretto da Curtis
Hanson, è ispirato alla vera storia di
Eminem, famoso rapper e cantante statunitense. Con
8 Mile, Eminem racconta della sua lunga e impervia
scalata al successo, dal bassifondi di Detroit fino alla vetta
delle classifiche mondiali.
La storia inizia nel 1995 a Detroit
e più specificamente sulla 8 Mile Road, la strada più
malfamata della città e che divide in un certo senso il quartiere
bianco da quello nero. Jimmy Smith Jr. (Eminem),
detto B-Rabbit, ha una grande passione per l‘hip hop e,
nonostante sia uno dei pochi ragazzi bianchi in un quartiere nero,
cerca in tutti i modi di sfondare nel mondo della musica. Ma la
vita per Jimmy non è affatto facile.
Con una sorellina piccola, un
avviso di sfratto e una madre alcolizzata – interpretata da
Kim
Basinger – innamorata di un uomo violento, il ragazzo
cerca di restare a galla e di usare il suo talento per uscire dal
ghetto. Jimmy quindi si iscrive a una sfida di freestyle
per tentare di superare il suo imbarazzo, affrontando i suoi
sfidanti e il suo pubblico ostile.
Nel film Brittany
Murphy interpreta Alex, una ragazza che
Jimmy incontra nella fabbrica dove lavora e che diventerà
successivamente la sua fidanzata.
Brittany Murphy e Eminem:
una breve storia d’amore
Grazie ai mesi passati a lavorare
insieme al film 8
Mile, Brittany Murphy e Eminem, nel
2002, cominciano a frequentarsi e tra loro nasce una bellissima
storia breve ma intensa. Nato in maniera assai spontanea, il loro
amore è durato quanto un battito d’ali eppure per entrambi, quel
periodo passato insieme è stato indimenticabile.
Nonostante la loro storia non abbia
funzionato, i due sono rimasti comunque in buoni rapporto e il loro
affetto reciproco non è mai svanito. Anche dopo la morte improvvisa
di Brittany, Marshall (vero nome di Eminem), non sembrava darsi
pace. In un’intervista rilasciata un anno dopo la scomparsa della
Murphy, il rapper ha ricordato la sua ex con molto affetto,
puntando il dito verso quel sistema hollywoodiano malato che
finisce con lo ‘schiacciare’ i più deboli.
“E’ folle che non ci sia più
perchè, un tempo, ervamo molto vicini e lei era davvero una bella
persona. E’ folle quando vedi tutto quello che accade, non solo a
lei, ma in generale a Hollywood con le persone che lavorano in
campo musicale, con gli attori…con le persone famose. Le persone
famose che muoiono di overdose sono sempre di più […] quando sei
famoso, i dottori ti baciano il c**o perchè amano la celebrità.
[Basta una telefonata] Ci sono dottori pronti a darti qualunque
cosa solo perché sei quello che sei”. [fonte:
MTV]
Brittany Murphy in Sin City
Dopo il successo di 8 Mile, la
carriera di Brittany continua e negli anni duemila la vediamo
spesso sul grande schermo. Sono di questo periodo i film
Oggi Sposi…Niente Sesso (2003) – con Ashton
Kutcher – Le Ragazze dei Quartieri
Alti (2003), Tutte le Ex del Mio Ragazzo
(2004), Sin
City (2005), Neverwas – La Favola Che Non
C’è (2005), Fuga dal Matrimonio (2006),
Amori e Altri Disastri (2006), The Dead
Girl (2006), The Ramen Girl (2008),
Deadline (2009) e Across The Hall
(2009).
Tra tutti questi titoli, quello che
spicca per importanza è senza dubbio Sin
City, film scritto e diretto da Robert
Rodriguez, Frank
Miller e Quentin
Tarantino. Tratto dall’omonimo fumetto di Miller, il
film è diviso in tre episodi ognuno dei quali è dedicato a una
delle tre storie originali dell’opera. La trilogia è composta da
Un Duro Addio, Quel Bastardo
Giallo e Un’Abbuffata di Morte. Inoltre,
all’inizio e alla fine del film, si fa riferimento a un quarto
raconto di Miller, dal titolo Il Cliente Ha Sempre
Ragione.
Il film si svolge nell’oscura e
violenta Sin City e segue le storie di alcuni dei suoi personaggi
più corrotti e depravati. Il poliziotto John Hartigan (Bruce
Willis) da otto anni ormai insegue il terribile killer
e pedofilo Roark Junior (Nick Stahl) che continua
a mietere vittime. Una delle ultime a cadere nella sua rete è la
piccola Nancy Callahan, rapita da Roark. Nonostante le sue indagini
siano ostacolate dal collega Bob (Michael
Madsen) e dagli scagnozzi di Roark, Hartigan farà di
tutto per proteggere la ragazzina e riportarla a casa.
Durante la sua missione di
salvataggio, Hartigan si addentra sempre di più nel mondo corrotto
di Sin City, facendo la conoscenza di alcuni discutibili
personaggi, legati loro malgrado a Roark. Tra questi c’è Nancy
(Jessica
Alba), sorvegliata speciale della famiglia Roark, la
cui vita s’intreccerà con quella di Hartigan. Ancora, tra gli
abitanti di Sin City c’è Marv (Mickey
Rourke), un uomo pericoloso e sfigurato, accusato di
aver ucciso la prostituta Goldie (Jamie King),
vittima invece del killer cannibale Kevin Roarl (Elijah
Wood).
Dall’altro capo della città c’è
invece Dwight (Clive
Owen) che, per difendere l’onore della sua ragazza
Shellie (Brittany Murphy), finirà col farsi un
letale nemico. L’uomo che continua a insidiare Shellie è Jackie Boy
(Benicio del
Toro), un ex poliziotto corrotto, pericoloso e in
contatto con i peggiori criminali della città. Ad avere un ruolo
fondamentale in questa faida è Gail (Rosario
Dawson), a capo delle Girls of Old Town,
un gruppo di prostitute che si autogestiscono e hanno il controllo
sulla città.
Nel film Sin City, Brittany
Murphy interpreta Shelley, una cameriera
del bar Kadie’s, nonché fidanzata occasionale di Dwight McCarthy.
Dopo la sua burrascosa relazione con Jackie Boy, violento
e pericoloso, la ragazza cerca conforto tra le braccia di Dwight,
finendo però con lo scatenare una guerra tra i peggiori criminali
di Sin City. [fonte:
Fandom]
Brittany Murphy, una morte
inaspettata
La carriera di Brittany procede
spedita, tra film, serie tv e doppiaggio eppure qualcosa del suo
comportamento comincia a destare preoccupazioni. Nel corso degli
anni, per via soprattutto del suo lavoro, l’attrice affronta
tantissime trasformazione fisiche, cambiando il suo aspetto per
entrare nella parte. Tuttavia, i fan e i media, cominciano a notare
nella ragazza un’enorme e improvvisa perdita di
peso che alcune voci attribuiscono a disordini
alimentari e a una possibile dipendenza dalla
cocaina.
Le accuse dei media vengono però
smentite dall’attrice che nega di soffrire di dipendenza da droghe
o di disturbi alimentari. Quel periodo per lei è molto felice; la
sua carriera infatti va a gonfie vele e nella sua vita pare ci sia
un nuovo amore. Nel 2007, Brittany Murphy sorprende tutti e sposa
la sceneggiatore Simon Monjack. Ma la sua felicità
non è destinata a durare.
Il 20 dicembre del
2009, Brittany Murphy viene trovata senza vita nella vasca
da bagno della sua casa di Los Angeles. Nonostante l’intervento
tempestivo dei paramedici che provano più volte a rianimarla,
l’attrice viene portata al Cedars-Sinai Mediacl Center dove viene
dichiarata morta per arresto cardiaco. Data la
giovane età della Murphy (32 anni) e la presenza di vomito accanto
al suo corpo senza vita, la polizia di Los Angeles avvia
un’inchiesta per morte sospetta. Viene quindi eseguita pochi giorni
più tardi un’autopsia e un esame tossicologico che portano alla
luce una serie di problemi. Le cause del decesso infatti pare siano
state molteplici; Brittany era affetta da una grave
polmonite, non curata, aggravata da una forte
anemia e da un’intossicazione da
farmaci.
Il mistero però si infittisce
quando, cinque mesi dopo la morte di Brittany, anche suo marito
Simon Monjack viene ritrovato senza vita della
stessa casa. Le indagini della polizia quindi cominciano ad andare
in direzioni diverse. C’è chi prende in considerazione che i due
coniugi facessero uso di sostanze stupefacenti mentre i genitori di
Brittany spingono le indagini della polizia verso un sospetto
avvelenamento.
Su entrambi i corpi di Brittany e
Simon, sono predenti altissimi livelli di metalli
pesanti e sui capelli della ragazza vengono addirittura
ritrovate tracce di veleno. Inoltre, dalle
autopsie sono state rinvenute anche tracce di spore di una
particolare muffa tossica di cui Simon si era
lamentato con il costruttore della casa.
Ma se per i genitori di Brittany si
tratta di omicidio, queste teorie e le prove scientifiche
recuperate non portano da nessuna parte. Ancora oggi infatti la
morte di Brittany Murphy e di suo marito sono avvolte nel
mistero.
Brittany Curran si è fatta
conoscere negli States soprattutto grazie alla serie Men of a
Certain Age, inedita da noi; dopo una comparsata di The Uninvited e
un ruolo più sostanzioso in Captured, le cui riprese sono appena
terminate (uscita prevista per il 2013), l’attrice sarà
prossimamente impegnata in Backmask, nuova regia di Marcus Nispel
dopo il non indimenticabile Conan.
Nispel torna così a tematiche che
forse gli sono più congeniali, avendo infatti all’attivo i remake
di Non aprite quella porta e Venerdì 13 (per quanto anch’essi non
sia stati granché graditi dai fan degli originali). Trai suoi
prossimi progetti, vi è l’adattamento della serie a fumetti Hack /
Slash di cui – in caso la collaborazione andasse a buon fine – la
stessa Curran potrebbe essere protagonista. In Backmask (cui
parteciperà anche Kirsten Helms, già vista nel remake di Non aprite
quella porta) una band di adolescenti libererà uno spirito
demoniaco, che progressivamente si impossesserà di uno di loro; il
titolo del film si riferisce alla tecnica di inserire messaggi
nascosti all’interno di brani musicali; incidentalmente, anche
Captured (per la regia di Joe Arias), cui partecipa la stessa
Curran, sarà ambientato nel mondo della musica rock: stavolta la
band di turno sarà però semplicemente perseguitata da un maniaco
omicida.
Britt Robertson è
una delle attrici che si è sempre divisa tra film e serie tv,
contribuendo a rivoluzionare entrambi gli ambiti. L’attrice, che ha
iniziato la sua attività sin da giovanissima, ha conquistato
milioni di persone in tutto il mondo grazie al suo talento
recitativo e molte altre abilità.
Ecco dieci cose da sapere
su Britt Robertson.
Britt Robertson serie
1. Ha lavorato in molte
serie tv. La carriera dell’attrice è iniziata nel 2000 con
il debutto nel mondo della recitazione grazie alla serie
Sheena, per poi proseguire con Power Rangers Time
Force (2001), Freddie (2005-2006), The
Winner (2007), CSI – Scena del crimine (2007) e
Swingtown (2008). In seguito, ha recitato in Criminal
Intent (2009), Three Rivers (2009), Life
Unexpected (2010-2011), The Secret Circle (2011-2012)
e Under the
Dome (2013-2014). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono
Casual (2016), Girlboss (2017) e For the People (2018-2019). Nel 2021 ha interpretato
Cheyenne Kleinsasser nella serie Big
Sky.
2. Ha lavorato spesso per
il grande schermo. L’attrice non ha lavorato solo in
prodotti pensati per il piccolo schermo, prestando spesso la sua
attività anche per il cinema. Infatti, ha debuttato sul grande
schermo con The Ghost Club (2003), per poi proseguire con
One of Them (2003), The Last Summer (2004),
Al passo con gli Stein (2006), L’amore secondo
Dan (2007), From Within (2008) e Mother and
Child (2009). In seguito, ha preso parte a film come
Questioni di famiglia (2011), Scream 4 (2011),
The First Time (2012), Delivery Man (2013),
Cake (2014), Chiedimi tutto (2014), La risposta è nelle stelle (2015), Tomorrowland – Il mondo di domani (2015), Mother’s Day (2016), Lo spazio che ci unisce
(2017) e Qua la zampa! (2017). Nel 2020 ha interpretato
Jenna in Books of Blood, Jodi in Kappa Kappa
Die e Melissa in Cosa mi lasci di te. Nel 2021 sarà protagonista nei
panni di Rachel Davis nel film A Mouthful of Air.
3. È anche doppiatrice,
produttrice, regista e sceneggiatrice. Nel corso della sua
carriera, l’attrice ha vestito panni diversi da quelli usuali: ad
esempio, ha indossato quelli da doppiatrice, prestando la propria
voce per la serie Rapunzel – La serie (2017). Inoltre, ha
sceneggiato, prodotto e diretto il corto Little Fig
(2019).
Britt Robertson e Dylan
O’Brien
4. Sono stati fidanzati per
sei anni. L’attrice e Dylan O’Brien si sono conosciuti nel 2011 sul
set del film The First Time, iniziando a frequentarsi
seriamente l’anno successivo e dando vita ad una storia importante
che sembrava avrebbe dovuto portarli sino al matrimonio. Tuttavia,
la coppia è scoppiata tra le fine del 2017 e l’inizio del 2018.
Britt Robertson fidanzato
5. Ha avuto una storia di
qualche mese. Dopo la fine della sua storia con Dylan
O’Brien, l’attrice aveva trovato di nuovo l’amore con il collega
Graham Rogers. I due, infatti, avevano iniziato a
frequentarsi a metà 2018, ma pare che la loro relazione sia durata
solo qualche mese.
6. Si vocifera di una
storia con KJ Apa. Sembra che durante l’ultima edizione
del San Diego Comic Con i due si siano stati visti baciarsi più e
più volte con una certa disinvoltura, tanto che ha fatto pensare
all’inizio di una storia. L’attrice e il
collega si erano conosciuti già nel 2017 sul set del film
Qua la zampa!, attualmente stanno lavorando al film I
Still Believe e potrebbe essere davvero scoccata la
scintilla.
Britt Robertson Instagram
7. Ha un profilo molto
seguito. L’attrice possiede un proprio profilo Instagram
che è seguito da 805 mila persone. Aperto dal 2012, l’attrice non è
molto costante con i post, ma la maggior parte delle fotografie la
ritraggono quasi sempre protagonista tra momenti di lavoro e di
svago con gli amici o la famiglia.
Britt Robertson e Scott
Eastwood
8. Hanno recitato insieme
in un film. L’attrice ha avuto l’occasione di recitare
insieme a
Scott Eastwood in La risposta è nelle stelle, un film
di George Tillman Jr., uscito nel 2015 e tratto
dall’omonimo romanzo di Nicholas Sparks edito due
anni prima.
Britt Robertson oggi
9. La si vedrà presto sul
grande schermo. L’attrice ha in mano diversi progetti:
infatti, farà parte del cast dei film I Still Believe e
Stowaway, entrambi in attuale fase di pre-produzione.
Britt Robertson: età e
altezza
10. Britt Robertson è nata
il 18 aprile del 1990 a Charlotte, nel North Carolina, e
la sua altezza complessiva corrisponde a 160 centimetri.
L’attrice Britt
Robertson sarà al fianco di Scott
Eastwood nel film The Longest
Ride, adattamento dell’omonimo romanzo
di Nicholas Sparks. La pellicola che
sarà diretta da George Tillman
Jr. dovrebbe arrivare nelle sale nell’Aprile del
2015.
A produrre il film ci sarà
invece Marty Bowen, Wyck Godfrey, Theresa
Park e Robert Teitel, insieme
a Nicholas Sparks.
The Longest
Ride racconta due storie d’amore che
s’intrecciano. La prima storia vede come protagonista un uomo
anziano che rievoca il suo ultimo amore di gioventù, subito dopo la
seconda guerra mondiale. La coppia divenne una famosa collezionista
d’arte, ma lei morì d’infarto. La seconda storia d’amore riguarda
una giovane studente d’arte e un affascinante cavalcatore di tori.
Un strano fenomeno consente alle due generazioni di amanti di
salvarsi reciprocamente.
L’attrice inoltre sarà anche tra i
protagonisti di Tomorrowland di
Brad Bird.
Britt Robertson, star della serie
tv ha concluso l’accordo per partecipare a Strabuck, film prodotto
dalla Dreamworks: del cast del film, remake dell’omonimo canadese
del 2011, faranno parte, tra gli altri, Vince Vaughn, Cobie
Smulders e Chris Pratt. Il film narra le vicende di un quarantenne
(Vaughn) che, donatore di sperma, scopre di essere il padre
biologico di oltre 500 bambini.
Le cose precipitano quando un folto
gruppo di questi suoi ‘figli’ firma una petizione contro la banca
del seme per conoscere l’identità del loro vero padre; il
protagonista si troverà nel frattempo di fronte alla decisione che
la sua compagna (Smulders), rimasta in cinta, su se ritenerlo o
meno un padre adeguato per il loro figlio in arrivo. Brittany
Robertson avrà la parte di una delle figlie biologiche di Vaughn.
Le riprese del film, scritto e diretto da Ken Scott, cominceranno
entro l’anno.
Britt Robertson,
vista di recente al cinema in Tomorrowland al fianco di
George Clooney e in La risposta è nelle stelle con Scott
Eastwood, sarà la protagonista, insieme a Nikki
Reed (Twilight) di Jack Goes
Home, il secondo film da regista (dopo
Whore) dell’attore Thomas Dekker
(Heroes).
Si tratta di un thriller horror
incentrato sulla storia di un editor che da Los Angeles è costretto
a fare ritorno nella casa di famiglia in Colorado dopo l’improvvisa
morte del padre in un incidente stradale. Una volta a casa, il
ragazzo scoprirà una serie di inquietanti segreti sul passato della
sua famiglia, arrivando a mettere in discussione la propria
identità. Nel film, la Reed interpreterà la migliore amica del
protagonista, mentre la Robertson sarà la sua fidanzata in dolce
attesa.
Universal Pictures ha ottenuto i
diritti di The Woman in Me, bestseller numero 1
del New York Times acclamato dalla critica, biografia di
Britney Spears, un progetto che il regista di
WickedJon
M. Chu è impegnato a sviluppare e dirigere. Il ruolo da
protagonista è ovviamente un ruolo molto ambito: interpretare
un’artista multi-platino che cade in disgrazia, solo per
risorgere.
Chu è un punto di forza per il
progetto data la sua storia con film musicali; non solo l’imminente
Wicked
ma anche il film concerto Justin Bieber: Never Say
Never,Step Up 2: The Streets e
In the Heights. Marc Platt, che
ha recentemente lavorato con Chu su Wicked,
sarà il produttore.
Il libro segue la traiettoria di
Britney Spears verso la celebrità e come si è
definita attraverso i colpi di scena della vita. Il libro ha
venduto oltre 2,5 milioni di copie negli Stati Uniti nei formati
copertina rigida, ebook e audiolibro.
Il biopic su Britney Spears basato su
The Woman in Me
L’audiolibro, letto dall’attrice
candidata all’Oscar Michelle Williams con
un’introduzione di Britney Spears, è il più
venduto nella storia di Simon & Schuster. È stato l’audiolibro
più ascoltato su Spotify nel 2023. Il libro è stato un bestseller
istantaneo del New York Times in copertina rigida, ebook e audio ed
è stato il libro di saggistica con copertina rigida più venduto di
Simon & Schuster nel 2023. In tutto il mondo, ci sono oltre 3
milioni di copie stampate. The Woman in Me è stato
pubblicato da Gallery Books il 24 ottobre 2023.
Basta guardare alle nomination agli
Oscar di quest’anno per intuire che il nuovo cinema britannico si
sta espandendo sempre di più a Hollywood, con una nuova generazione
di attori che portano alta la tradizione britannica coltivata sulle
tavole del palcoscenici shakespeariani.
Adesso, per Vanity Fair li
raccoglie tutti in bellissimi video che ci preparano
psicologicamente ai BAFTA e in cui i protagonisti ricreano le scene
dei più celebri capolavori di Hollywood.
Trai volti più noti, accanto ai
veterani di classi come Michael Caine e
Jeremy Irons, anche le ‘nuove’ leve
Benedict Cumberbatch, Felicity Jones, Eddie Redmayne, Keira
Knightley e Tom Hiddleston.
Trovare la prossima giovane star
britannica è diventato un grande affare a Hollywood: molti agenti
americani vanno nel Regno Unito a cercare fra teatri e scuole di
recitazione la prossima grande stella.
Un primo esempio di questa
moderna ‘invasione britannica’ è la serie televisiva americana
The Wire, ambientata a Baltimora, che
vedeva nel cast Idris Elba e Dominic
West.
Un altro può essere
il fatto che la maggior parte dei supereroi di oggi sono inglesi.
Henry Cavill è perfetto per Superman, e
Christian Bale era perfetto per Batman.
Ormai la storia è diventata una
ricerca del miglior attore. Si tratta infatti di riuscire ad
individuare per un determinato ruolo la persona più giusta che si
può trovare nell’ambiente, indipendentemente dalla provenienza e
dall’accento.
C’è anche da dire che in Gran
Bretagna gli attori sono in grado di replicare quegli accenti
americani che li rendebbero molto più versatili e competitivi ai
casting.
Nel Regno Unito, inolte, la
recitazione è basata molto sulla formazione teatrale. Non c’è una
vera e propria cultura della celebrità in teatro, le persone sono
obbligate a lavorare sodo e a essere considerate tutto sullo stesso
piano. Avere a che fare con spettacoli teatrali è davvero un ottimo
allenamento, e fornisce agli attori le giuste fondamenta.
Benedict
Cumberbatch aka Doctor Strange, Tom
Hiddleston aka Loki, Christian Bale
aka Batman, Henry Cavill aka Superman,
James McAvoy aka Professor X, Michael
Fassbender aka Magneto, Andrew Garfield
aka Spiderman, e molti altri si sono formati attraverso scuole di
recitazione britanniche ed è evidente che i risultati parlano da
soli.
Emma Watson, Robert Downey
Jr. e Mark Ruffalo sono stati onorati dai
BAFTA con il Britannia Award. Ecco di seguito le foto della serata
e a seguire il discorso di ringraziamento di Emma
Watson:
Ad accompagnare Mark e Robert
c’erano le rispettive consorti, mentre con Emma
Watson sono arrivati altri due giovanissimi e talentuosi
attori, Eddie Redmayne e Hailee
Steinfeld.
Il Britannia Awards è un premio
noto ufficialmente con il nome di BAFTA Los Angeles Jaguar
Britannia Awards.
Il premio viene assegnato ogni anno
a “queli individui che hanno dedicato la loro carriera a
migliorare le forme d’arte dell’immagine in movimento nel Regno
Unito, negli USA e in tutto il resto del Mondo”.La cerimonia
andrà in onda il 2 novembre sulla BBC America.
I premi sono sponsorizzati da BBC
America e da United Airlines. Nella stagione dei premi BAFTA, i
Britannias sono seguiti dall’Award Season Tea Party a Los Angeles
il prossimo 10 gennaio e la EE British Academy Film Awards a
Londra, il prossimo 8 febbraio.
Bring Her Back è
un’angosciante esplorazione del dolore che culmina in un rituale
straziante che coinvolge Laura, una madre in lutto, e i suoi figli
adottivi/vittime rituali, Piper e Oliver. Bring Her Back è
il degno successore spirituale di Talk To
Me dei registi Danny e Michael Philippou, entrambi film che
esplorano i modi in cui le persone possono diventare mostri se
hanno la possibilità di oltrepassare i confini della vita e della
morte. Bring Her Back è incentrato su Andy e Piper, due
adolescenti che vengono accolti da una madre adottiva di nome Laura
insieme al loro nuovo “fratello”, Oliver.
Nonostante il suo aspetto innocente,
Laura è in realtà molto più pericolosa di quanto sembri
inizialmente, poiché ha scoperto un rituale che sacrifica la vita
dei bambini affidati alle sue cure per avere la possibilità di
riportare in vita la figlia defunta. L’acclamato Bring Her
Back è una potente riflessione su quanto il dolore possa
spingere una persona. Anche se il film lascia in sospeso il destino
di alcuni personaggi, l’ultima scena, straziante e mozzafiato,
chiarisce il significato del film.
Come Piper fugge da Laura nel
finale di Bring Her Back
Piper riesce a malapena a
sfuggire a Laura ed evitare di essere sacrificata per resuscitare
Cathy
Il finale cupo di Bring Her
Back vede Piper sfuggire a Laura prima che lei possa completare
il rituale per resuscitare sua figlia, preparando il terreno per i
momenti finali inquietanti del film. Dopo aver capito che Laura
l’ha manipolata per metterla contro Andy (e aver scoperto il
cadavere di suo fratello), Piper cerca di sfuggire alla sua nuova
madre adottiva. Tuttavia, viene trascinata in piscina da Laura, che
cerca di affogarla. Mentre lotta per scappare, Piper implora Laura
di risparmiarla e la chiama persino “mamma”. Questo singolo gesto
scuote Laura nel profondo, permettendo a Piper di sfuggire alla sua
presa. Fuggendo sulla strada e fermando un passante per chiedere
aiuto, Piper riesce ad allertare le autorità e a distruggere
l’immagine di Laura come madre innocente e addolorata.
Il finale non conferma cosa
succederà a Piper dopo gli eventi del film, anche se probabilmente
verrà mandata in un’altra casa famiglia. L’ultima scena di Piper la
vede notare un aereo che passa, ricordando come Andy le aveva detto
una volta che gli aerei trasportano le anime dei defunti
nell’aldilà. È un finale cupo per Piper, ma almeno esce dal film
con la vita.
Come Oliver si libera dalla
possessione
Piper che salva se stessa sembra
anche risparmiare a Oliver un destino oscuro
Un’altra vittima di Laura nel piano
per resuscitare sua figlia è Oliver, un ragazzino rapito con il
pretesto di un’adozione. Oliver è una parte importante del rituale
di resurrezione, poiché funge da contenitore vivente per l’anima di
Cathy mentre è posseduto da una forza demoniaca. Il rituale lascia
Oliver in uno stato simile al trance, disposto a mangiare qualsiasi
cosa, dalle mosche ai coltelli e al legno. Una volta che Laura
riesce a uccidere Piper nello stesso modo in cui è morta Cathy,
Oliver può mangiare pezzi del corpo di Cathy e sputarli su Piper,
completando così il trasferimento dell’anima.
Qualsiasi tentativo di allontanare
Oliver dalla proprietà di Laura provoca un dolore intenso, oltre a
momenti fugaci in cui il vero bambino riesce a emergere.
Fortunatamente per Piper e Oliver, la prima riesce a sfuggire alla
presa di Laura e a scappare. Di conseguenza, il rituale viene
interrotto e la forza demoniaca sembra lasciare andare Oliver. I
suoi ultimi momenti nel film sono quelli in cui viene trovato dalle
autorità e rivela loro il suo vero nome, suggerendo che può
essere riportato a casa e può iniziare a riprendersi dal trauma
che Laura gli ha fatto subire.
Cosa succede a Laura dopo il
fallimento del rituale
Laura è ritratta come un personaggio
davvero tragico in Bring Her Back, anche se commette atti
atroci contro persone innocenti. La sua unica motivazione è la
resurrezione di sua figlia, che i nastri che ha trovato
suggeriscono essere effettivamente possibile. Tuttavia, dopo aver
ucciso sia Andy che la sua ex collega Wendy, Laura decide che è ora
di mettere in atto il suo piano. Quando fallisce, sembra che Laura
non abbia più nulla nella vita e sembra averlo accettato. L’ultima
scena del film mostra Laura che culla il cadavere della figlia
nella piscina, in attesa che la polizia arrivi per arrestarla.
Date le azioni di Laura (che vanno
dalla morte di Andy e Wendy al rapimento di Oliver e al quasi
annegamento di Piper), è probabile che dovrà affrontare una vita in
prigione. In particolare, questa non sembra una punizione più
brutale per lei della vita fuori. Laura è ritratta come una figura
molto materna, i cui tentativi di legare con Piper sembrano in
qualche modo sinceri. Laura sembra persino sconvolta dalla
necessità di uccidere Andy, ammettendo a Piper e Wendy che ciò che
sta facendo è terribile ma necessario.
Senza Cathy nella sua vita, Laura
sembra non avere nulla. Non le importa del mondo che la circonda o
del suo posto in esso, se questo significa non poter stare con sua
figlia. Questa è la tragedia centrale di Bring Her Back,
poiché in tutto il film ci sono suggerimenti che Laura, se
riuscisse ad accettare il suo dolore e a superarlo, potrebbe essere
una buona tutrice per Andy e Piper. A volte ci sono empatia,
comprensione e amore sincero, ma nulla di tutto ciò può superare
il suo dolore, spingendola a diventare un mostro alla ricerca
di sua figlia.
Qual è il segreto di Andy in
Bring Her Back?
Andy trascorre gran parte di
Bring Her Back facendo tutto il possibile per sostenere
Piper, anche a costo di frustrare sua sorella. La sua grave miopia
non la rende completamente cieca, ma le impedisce di prendere
alcune decisioni importanti nella sua vita. Verso la fine di
Bring Her Back, Andy cerca di avvicinarsi a Piper, che è
stata progressivamente allontanata da lui dalle macchinazioni di
Laura, e le rivela che uno dei motivi per cui è così determinato ad
aiutarla è che, quando lei era molto piccola e adorata dal padre,
Andy, geloso, l’aveva picchiata.
La confessione straziante di
Andy verso la fine del film ridefinisce completamente il
personaggio.
Questo spiega in gran parte perché
Andy è così determinato a vegliare su Piper, poiché si capisce che
si sente in colpa (a torto o a ragione) per la sua condizione
attuale. Inoltre, aggiunge un tocco ancora più triste alla sua
morte per mano di Laura, poiché questa consapevolezza lascia Piper
sola al mondo. Andy è un personaggio avvincente già prima di questa
rivelazione, ma la confessione straziante di Andy alla fine del
film ridefinisce completamente il personaggio.
Il vero significato di Bring Her
Back
Proprio come
il loro film precedente, Talk to Me, Bring Her
Back dei Philippou è radicato nell’esplorazione del
dolore. Mentre quel film era interamente incentrato
sull’esperienza di essere giovani e confrontarsi con il dolore
persistente che rimane dopo una tragica perdita, Bring Her
Back divide l’attenzione tra adolescenti che fanno del loro
meglio per superare il dolore insieme all’adulto che non riesce a
sfuggire al proprio. Il dolore può unire le persone, come si vede
in una serata di fantasticherie dopo che Andy e Piper hanno
seppellito il padre. Laura è al massimo del suo fascino in questa
sequenza, un potenziale nuovo perno nella loro vita.
Come riportato da
Screen Rant, Danny e Michael Philippou hanno suggerito che
Talk to Me e Bring Her Back sono ambientati nello
stesso universo.
Tuttavia, non potrà mai sfuggire al
dolore per la perdita della figlia, anche se mente spudoratamente e
dice che sta bene. Laura è disposta a tutto pur di riportarla
indietro, anche a costo di sacrificare altri bambini come
Oliver e Piper per la sua missione. Le misure che una persona è
disposta a prendere per rompere l’ordine naturale e ricongiungersi
con i propri cari possono trasformare persone buone in mostri,
riprendendo i temi di Talk To Me e Bring Her Back.
Bring Her Back è una storia straziante sulla perdita
e su ciò che può fare a una persona.
A24 collaborerà
nuovamente con Danny e Michael Philippou di
Talk to
Me per un nuovo film horror con Sally
Hawkins intitolato Bring
Her Back.
Dopo il successo della loro unione
per il film horror del 2023 Talk to Me, A24 e i coniugi Philippous hanno
deciso di riunirsi per altri progetti, soprattutto se si considera
che Talk to Me è stato il titolo horror di A24 che
ha ottenuto il miglior risultato sul mercato nazionale.
Bring Her Back riunirà A24 e i
Philippou
Sally Hawkins non
è estranea al cinema di genere, avendo recitato in La forma dell’acqua di Guillermo Del
Toro e
Godzilla: King of the Monsters di Michael Dougherty. È nota
soprattutto per i ruoli drammatici in film come
Spencer, Submarine, Un’educazione,
Happy-Go-Lucky.
La trama di Bring
Her Back è attualmente sconosciuta, ma il film si
aggiunge ai progetti che i Philippous stanno già sviluppando, con
un
sequel di Talk to Me e un progetto di
documentario ispirato al loro viaggio nel mondo del
deathmatch wrestling underground
internazionale.
Talk to Me è stato
uno dei film horror più apprezzati del 2023, con un’interpretazione
di spicco della protagonista Sophie Wilde. Il film
ha consacrato il duo di registi australiani Philippous come una
nuova ed entusiasmante voce del genere. Samantha Jennings e
Kristina Ceyton della Causeway Films produrranno
Bring
Her Back. L’inizio della produzione è previsto per
l’estate del 2024.
È online il trailer internazionale
di Brimstone, il violento western
“femminista” diretto dal regista olandese Martin
Koolhoven, presentato in concorso alla Mostra del
Cinema di Venezia, al Toronto International Film Festival e al
London Film Festival.
Dakota Fanning interpreta Liz, una levatrice
muta costretta ad affrontare le ferite mai chiuse del suo
passato quando nel suo villaggio arriva il temibile Reverendo
(Guy Pearce). Nel cast ci sono anche
l’emergente Emilia Jones e in due ruoli
minori ma significativi Kit Harington e
Carice van Houten, entrambi volti amatissimi di
Game of Thrones.
Brimstone
uscirà il 12 gennaio in Olanda, il 17 marzo negli Stati Uniti da
Momentum Pictures con una distribuzione multi-piattaforma. Non è
ancora disponibile una data italiana di uscita.
A metà strada tra Salem e il
vecchio west si insinua la nuova fatica cinematografica del regista
olandese Martin
Koolhoven, Brimstone, quest’anno in
concorso a Venezia.
Protagonista
di Brimstone è la giovane e bella Liz
(Dakota
Fanning) un’ostetrica sposata ad un uomo molto più
vecchio di lei, che vive in quella che sembra una quieta cittadina
di stampo puritano. A turbare la
sua tranquillità ci pensa l’arrivo inaspettato al villaggio del
reverendo Preacher (Guy
Pearce) che sembra avere dei conti in sospeso con Liz
e appare da subito intenzionato a trasformare la sua vita in un
inferno. Inizia così per la ragazza una vera e proprio lotta per la
sopravvivenza che la spingerà a lasciare la città per sfuggire al
pericoloso nemico e proteggere così i suoi figli dalla sua ira.
Koolhoven, dopo aver introdotto la
sua imperturbabile protagonista femminile, decide di raccontarci la
sua storia ripercorrendo gli eventi che hanno segnato la vita di
Liz ma lo fa andando a ritroso prima di arrivare ad un
‘fiammeggiante’ finale. Essendo la componente religiosa
fondamentale alla narrazione, il film viene suddiviso in quattro
episodi, ognuno dei quali prende il suo titolo dalla Bibbia, ovvero
Apocalisse, Esodo, Genesi e Castigo.
Questa divisione in capitoli, che
dovrebbe rendere il film più dettagliato e facilitarne la
comprensione, in realtà non fa altro che frammentare ancor di più
una storia la cui sceneggiatura fa acqua da tutte le parti sin
dalle prime battute. Si parte infatti con
Apocalisse – senza alcun dubbio l’episodio più
convincente dei quattro – e ci si ritrova in un’ambientazione
tipica del New
England dell’epoca
puritana; ma l’atmosfera, caratteristica dei film che
affrontano il difficile periodo della caccia alle streghe, subisce
un brusco e repentino cambiamento con il sopraggiungere del secondo
episodio, Esodo, dove ci ritrova all’improvviso nel polveroso e
selvaggio west.
Questo avvicendamento così drastico
non solo è destabilizzante per lo spettatore ma sembra non aver
alcun senso; non si riesce infatti ad inserire la storia in una
precisa dimensione spazio temporale e ognuno degli episodi sembra
essere completamente scollegato dagli altri.
A pesare ancora di più sul già
labile equilibrio del film è l’uso eccessivo della violenza,
soprattutto sulle donne e animali, che non è solo inquietante ma,
nella maggior parte dei casi, anche gratuito.
La brutalità di alcune scene sembra
voler sopperire alla mancanza di sostanza del film le cui sorti non
vengono risollevate nemmeno dalla presenza nel cast di attori
eccellenti come la giovanissima Fanning e il suo antagonista
Pearce; mentre la prima risulta quasi totalmente inespressiva, Guy
invece dà vita ad un personaggio così rigido e controllato da
sembrare quasi la versione macchiettistica di un inquisitore,
suscitando ilarità piuttosto che terrore e raccapriccio. Nonostante
le onorevoli intenzioni di Martin Koolhoven di omaggiare il genere
del western
all’italiana, Brimstone è purtroppo un
esperimento completamente fallito che qui a Venezia ha guadagnato
ben pochi applausi e un numero imbarazzante di fischi.