Dopo le numerose immagini dei
protagonisti di Batman v Superman Dawn of
Justice “in costume”, ecco finalmente una foto di
Bruce Wayne v Clarke Kent “in borghese”, mentre mettono in mostra
le loro identità segrete.
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“Temendo le azioni incontrastate
di un supereroe pari ad una divinità, il formidabile e
fortissimo vigilante di Gotham City decide di affrontare il più
riverito salvatore di Metropolis , mentre il mondo si batte
per capire di quale tipo di eroe ha bisogno. E con Batman e
Superman in guerra, sorge qualcosa di nuovo che mette l’umanitá in
un pericolo mai conosciuto prima”.
Ricordiamo
che Batman v Superman: Dawn
of Justice, Zack
Snyder è stato
scritto da ChrisTerrio, da
un soggetto di David
S. Goyer. Nel film saranno
presenti Henry Cavill nel
ruolo
di Superman/Clark Kent e Ben Affleck nei
panni di Batman/Bruce Wayne. Nel cast ci saranno
anche: AmyAdams, LaurenceFishburne, Diane
Lane, JesseEisenberg, Ray
Fisher, Jason
Momoa e GalGadot. Batman v Superman: Dawn
of Justice arriverà nelle sale di
tutto il mondo il 6 maggio 2016.
Bruce Wayne ha
scoperto la percentuale di “freschezza” di Wonder
Woman su Rotten Tomatoes e non sembra
averla presa troppo bene. Per chi non lo sapesse, Rotten Tomatoes è un
portale USA che raccoglie recensioni di utenti e di critici e
realizza delle percentuali che indicano il gradimento complessivo
del film. Come sappiamo, il sito ha letteralmente demolito sia
Suicide Squad che Batman v Superman Dawn
of Justice, ma sembra che Wonder Woman abbia completamente
invertito la tendenza. Ecco il simpatico video che illustra la
reazione del Bruce Wayne di Ben
Affleck di fronte a questa scoperta:
Nel cast di Wonder Woman ci sono
Gal Gadot, Chris Pine, Connie Nielsen, Robin Wright, Lucy
Davis, Lisa Loven Kongsli, Danny Huston, Ewen Bremner, Saïd
Taghmaoui, Elena Anaya e David
Thewlis.
Il film è prodotto
da Charles Roven, Zack
Snyder e Deborah Snyder,
con Richard Suckle, Stephen Jones, Wesley Coller,
Geoff Johns, Connie Nielsen e Rebecca
Roven come executive producers.
L’ultima volta che abbiamo visto il
Bruce Wayne di Ben Affleck, è stato nell’ambito
dello spot della
Turkish Airlines, in occasione del Super Bowl. Ma il Mr. Wayne
che incontriamo nella nuova foto da Batman v Superman
Dawn of Justice è molto diverso. Il sorriso
affascinante dell’uomo più ricco di Gotham ha lasciato il posto
alla maschera di rabbia e sofferenza di un uomo pronto a sfidare la
divinità venuta da Krypton.
“Temendo le azioni incontrastate
di un supereroe pari ad una divinità, il formidabile e
fortissimo vigilante di Gotham City decide di affrontare il più
riverito salvatore di Metropolis , mentre il mondo si batte
per capire di quale tipo di eroe ha bisogno. E con Batman e
Superman in guerra, sorge qualcosa di nuovo che mette l’umanitá in
un pericolo mai conosciuto prima”.
Ricordiamo
che Batman v Superman : Dawn
of Justice, Zack
Snyder è stato
scritto da ChrisTerrio, da
un soggetto di David
S. Goyer.
In Batman v Superman saranno
presenti Henry Cavill nel
ruolo
di Superman/Clark Kent e Ben Affleck nei
panni di Batman/Bruce Wayne. Nel cast ci saranno
anche: AmyAdams, LaurenceFishburne, Diane
Lane, JesseEisenberg, Ray
Fisher, Jason
Momoa e GalGadot. Batman v Superman : Dawn
of Justice arriverà nelle sale di
tutto il mondo il 6 maggio 2016.
“Devi solo toglierti la
mascherina e mostrarci chi sei veramente”. Le parole
pronunciate dal Joker ne Il Cavaliere Oscuro racchiudono una delle più
grandi crisi che Batman ha dovuto affrontare: il mondo che scopre
la sua identità. Nel corso degli anni, le diverse iterazioni
cinematografiche di Batman hanno enfatizzato (a vari livelli)
l’importanza che Bruce Wayne attribuisce alla sua maschera, al suo
simbolismo e alla protezione che offre agli altri.
Ci sono stati diversi casi nei film
in cui l’identità di Bruce è stata rivelata, sia per scelta che
contro la sua volontà. Smascherare il cavaliere oscuro offre alle
storie che vengono raccontate un potente strumento per
incorporazione al loro interno sia il conflitto che la catarsi…
1Jim Gordon – Il Cavaliere Oscuro: Il
ritorno
Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno potrebbe essere
considerato da molti un atto di chiusura imperfetto della trilogia
de
Il Cavaliere Oscuro, ma colpisce sicuramente in modo
toccante per come chiude la relazione tra Batman e il Commissario
Gordon. Mentre Batman si prepara a far volare la bomba via da
Gotham, Gordon dice a Batman che le persone dovrebbero conoscere
l’eroe che li ha salvati. Batman dice al Commissario che gli eroi
possono essere chiunque, anche qualcuno che fa qualcosa di semplice
come confortare un bambino traumatizzato i cui genitori erano
appena morti, per ricordare loro che il mondo non era
finito.
Gordon è sbalordito mentre ricorda il momento
in cui ha incontrato Bruce. Considerando che il loro rapporto
professionale è iniziato con Gordon che vuole conoscere l’identità
di Batman, il cerchio si chiude quando Blake si commisererà con
Gordon, alla fine, che i cittadini di Gotham non sapranno mai chi
ha salvato la loro città. Gordon sorride e risponde con: “Lo
sanno. Era Batman”.
Sebbene Joker
del 2019 non sia stato chiaramente un film eccessivamente
preoccupato di aderire ai fumetti, si è svolto in una Gotham City
con almeno alcuni legami degni di nota con l’Universo DC. Il
principale di questi è la presenza della famiglia Wayne. Il film ha
fatto di tutto per far credere a noi – e ad Arthur Fleck – che
potesse essere il figlio illegittimo di Thomas Wayne (rendendolo
così fratellastro di Bruce Wayne).
Era un’idea intrigante, ma alla
fine Arthur ha scoperto che sua madre mentiva; tuttavia,
Joker ha almeno lasciato un po’ di spazio
all’interpretazione, rendendo possibile che Thomas abbia
falsificato i documenti di adozione per nascondere la sua
infedeltà. Durante l’atto
finale di Joker, le azioni di Arthur ispirano altri
criminali di Gotham ad agire, compreso l’uomo che spara ai genitori
del giovane Bruce Wayne davanti a lui.
Si potrebbe pensare che almeno
alcune di queste idee vengano rivisitate in Joker:Folie à
Deux, ma no, a parte una rapida inquadratura
delle Wayne Enterprises, Bruce Wayne non appare e non viene
menzionato. Non ci aspettavamo necessariamente che Bruce si
presentasse come Batman in questo film, ma il futuro Crociato e il
destino della sua famiglia sono un non-fattore.
Molti fan speravano che, in caso di
sequel, un Bruce vendicativo sarebbe diventato un Batman con i
piedi per terra per farla pagare a “Joker”. Invece, l’attenzione si
sposta sulla storia d’amore di Arthur con Lee Quinzel e su quei
discutibili elementi musicali.
Il regista
Todd Phillips è sempre stato trasparente sul fatto di
non voler raccontare una storia di Batman, quindi l’assenza di
Bruce non sarà probabilmente uno shock. Tuttavia, dato che la
storia si conclude qui, sembra un errore non aver inserito almeno
un Easter Egg! Siete delusi dal fatto che Joker:Folie à Deux non esplora cosa ne è stato di
Bruce?
Tutto quello che c’è da sapere su
Joker: Folie à Deux
Joker:
Folie à Deux presenterà il ritorno
di Joaquin
Phoenix nel ruolo del cattivo DC Joker. Il sequel
presenterà nuovi arrivati Brendan
Gleeson,Catherine
Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey.
Nel cast c’è anche Lady
Gaga che darà vita a Harley
Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti,
ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà
ad Arkham Asylum e conterrà
significativi “elementi musicali”.
Come ormai noto, la versione di
Gaga di Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto
originariamente riportato, con la storia che potrebbe svolgersi
interamente dal suo punto di vista. Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un
successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di
oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con
il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da
numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden
Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna
sonora.
Un documentario collettivo dedicato
a Bruce Springsteen, costruito grazie ai
filmati inviati dagli appassionati: è il progetto
Springsteen and I, commissionato dalla
Black Dog Films di Ridley Scott; l’uscita è
prevista per il prossimo anno.
A selezionare la mole (che, si
suppone, sarà enorme) del materiale raccolto sarà il regista
Baillie Walsh (Flashbacks Of A
Fool), che userà come spirazione Day In A
Life di Kevin Macdonald, altro
documentario creato grazie alla raccolta di filmati in rete. La
filosofia di Springsteen and I sarà simile: gli appassionati sono
invitati a registrare brevi video nel quale narrino il rapporto che
li lega al Boss, in un progetto globale, da cui emergeranno i
motivi che hanno portato Springsteen ad essere amato non solo suolo
americano, ma anche nel resto del globo, dal Regno Unito alla
Corea.
I filmati dovranno avere una
lunghezza massima di cinuqe minuti ed essere caricati direttamente
presso il sito www.springsteenandi.com, in
una vasta gamma di formati, da quelli girati con gli smartphones a
quelli prodotti utilizzando le più moderne telecamere ad alta
definizione; sarà inoltre possibile inviare semplici foto. C’è
tempo fino al 29 novembre.
Walsh ha affermato che Springsteen
è una grande narratore, che provoca sempre un qualche tipo di
reazione nei propri fan: lo scopo del progetto è mostrare in che
modo la musica del Boss incida sulla vita delle persone.
Bruce Springsteen il 1° novembre
sarà presente in sala al Festival Internazionale del Film di Roma
per la proiezione del film The Promise: The Making of Darkness on
the Edge of Town di Thom Zimny, in concorso nella sezione L’Altro
Cinema | Extra a cura di Mario Sesti.
Bruce Lee verrà immortalato in un nuovo film
biografico. Ang Lee, il regista premio Oscar di Vita di Pi e I Segreti di Brokeback
Mountain, dirigerà un film sull’icona cinese-americana
delle arti marziali, lo stesso report di Variety
riferisce che nel film reciterà anche Mason Lee, figlio di Bruce
Lee.
Il film è in fase di sviluppo presso
la 3000 Pictures di Sony. Lo sceneggiatore di
Capote, Dan Futterman, sta
adattando la sceneggiatura. Bruce Lee ha recitato
in film come DallaCina con Furore,
I 3 dell’Operazione Drago e L’urlo di Chen
terrorizza anche l’occidente, così come nella
serie TV The Green Hornet, che ha contribuito a
rendere popolari le arti marziali in tutto il mondo tra la fine
degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70.
“Mai accettato come né
completamente americano né completamente cinese, Bruce Lee è stato un ponte tra Oriente e
Occidente che ha introdotto il Chinese Gung Fu nel
mondo, uno scienziato del combattimento e un artista iconico che ha
rivoluzionato sia le arti marziali che il cinema d’azione”, ha
dichiarato Ang Lee in un comunicato.
“Mi sento in dovere di
raccontare la storia di questo essere umano brillante e unico che
desiderava appartenere, possedeva un enorme potere in una cornice
di 61 chili e che, attraverso un duro lavoro instancabile, ha
trasformato i sogni impossibili in realtà”. Bruce Lee morì nel 1973 all’età di appena
32 anni.
Esperto maestro di arti marziali,
con il tempo Bruce Lee è divenuto una vera e
propria leggenda, tanto per la sua vita quanto per la sua
improvvisa morte. Tra gli anni Sessanta e Settanta ha raggiunto la
massima notorietà partecipando da protagonista a celebri film
dedicati alle arti marziali, dove si è fatto valere per la sua
straordinaria presenza scenica. Le sue scene di combattimento sono
diventate tra le più note della storia del cinema, e tramandano
ancora oggi la sua figura.
Ecco 10 cose che non sai di
Bruce Lee.
2Parte delle cose che non sai
sull’attore
Bruce Lee e il figlio Brandon
5. Suo figlio divenne un noto
attore. Nel periodo in cui Lee frequentò la facoltà di
filosofia dell’Università di Washington conobbe Linda Emery, della
quale si innamorò perdutamente. I due si sposeranno poi nell’agosto
del 1964, dando alla luce i figli Brandon Lee e
Shannon Emery, rispettivamente nel 1965 e nel 1969. Brandon divenne
poi famoso tra gli anni Ottanta e Novanta per aver a sua volta
partecipato a diversi film incentrati sulle arti marziali.
Diventerà però particolarmente celebre come protagonista de
Il corvo,
che gli costò la vita.
4. Lee avrebbe potuto essere
interpretato da suo figlio. Nel momento in cui si
preparava il film Dragon – La storia di Bruce Lee, la
produzione era alla ricerca di un attore che potesse ricoprire il
ruolo del protagonista. Il primo della lista di candidati era
proprio il figlio Brandon, il quale però non si dichiarò
interessato, preferendo non legarsi troppo al nome di suo padre e
tentare di costruirsi una propria carriera. La produzione poi lo
scartò giudicando i suoi tratti somatici troppo poco cinesi, e
scelse così un altro attore.
Bruce Lee: il suo allenamento e il suo
fisico
3. Era esperto di numerose
discipline. Lee è noto per la sua grande conoscenza del
Kung Fu, da lui poi reso celebre in tutto il mondo. Egli ebbe modo
di studiare con il noto maestro Yip Man, fino a diventare uno degli
allievi migliori. Attratto da qualsiasi disciplina da
combattimento, Lee si allenò anche nel pugilato e nella scherma. Il
suo allenamento includeva tutti gli elementi di fitness, forza e
resistenza muscolare, resistenza cardiovascolare e flessibilità.
Lee, tuttavia, non basava i propri allenamenti soltanto sul corpo,
sottolineando in più occasioni come la preparazione mentale e
spirituale fossero una componente fondamentale.
2. Scolpì un fisico divenuto
celebre. Quasi tutti si saranno imbattuti in una foto di
Lee tratta dai suoi film dove l’attore fa sfoggio del suo fisico.
Egli ne era particolarmente orgoglioso, e basava anche su di esso
la sua grande presenza scenica. Per raggiungere una tale forma Lee
utilizzò le tecniche tradizionali del culturismo per scolpire la
propria massa muscolare. Si avvalse inoltre di attrezzature
appositamente progettate e costruite per lui. Possedere una tale
forma fisica gli permetteva così di essere sempre agile e
performante per le scene di combattimento previste per i suoi
film.
Bruce Lee: età e altezza
1. Bruce Lee è nato a San
Francisco, in California, Stati Uniti, il 27 novembre del
1940. L’attore è morto ad Hong Kong, in Cina, il 20 luglio del
1973, all’età di 32 anni. Era alto complessivamente 172
centimetri.
Oltre mezzo secolo di storia del
cinema: la carriera di Bruce Dern è costellata da
collaborazioni con registi del calibro di Kazan, Hitchcock,
Tarantino e Payne. Ma la rinnovata stagione da protagonista giunge
alla soglia degli ottant’anni con Nebraska, che gli è
valso il premio come Miglior Attore a Cannes 2013.
Il mito di Bruce Dern è scolpito
negli ultimi decenni di Hollywood e in un cinema più intimista che
lo attrae ben più dei riflettori. Attore prolifico apparso in oltre
cento film, grande amico di Jack Nicholson, ha spesso lavorato con
la celebre figlia, Laura Dern. Popolare in ruoli di ribelli,
sociopatici e killer, interprete inimitabile di cattivi e spietati
del cinema, Bruce Dern ritrova nell’autunno della sua esistenza una
rinnovata freschezza, vestendo i panni di un uomo ordinario in
bilico tra speranza e disillusione.
Bruce MacLeishDern
nasce il 4 giugno 1936 a Chicago, in Illinois, in una famiglia
ricco borghese. Nelle sue vene scorre sangue tedesco, inglese,
scozzese e olandese, vantando inoltre una rara madrina di
battesimo, l’ex First Lady Eleanor Roosevelt.
La famiglia intende avviarlo alla
carriera di avvocato, ma il giovane insegue il mito di James Dean e
preferisce dedicarsi alla recitazione. Si trasferisce quindi a New
York e studia al prestigioso Actor’s Studio. Calca da subito il
palcoscenico, recitando a teatro con Lyle Kessler in Aspettando
Godot. Il passo a Broadway è breve ed è accompagnato dalla sua
prima apparizione al cinema con un piccolo ruolo in Fango
sulle Stelle (1960) di Eliah Kazan. “Proprio
Kazan, all’inizio della mia carriera, mi diceva che bisogna
rischiare. Il segreto è avere fiducia in se stessi e una buona
guida”.
Così Bruce Dern lavora per un altro
mito della settima arte, Alfred Hitchcock, che gli affida
una parte in Marnie nel 1964, per poi dedicarsi anche
alla televisione in ruoli da guest star di serie tv che consolidano
la sua popolarità. Ha inoltre l’onore di interpretare l’amante
della diva Bette Davis in Piano… Piano, Dolce
Carlotta. L’attore diventa celebre per ruoli di supporto in cui
eccelle come villain, come in Non si uccidono così anche i
cavalli? (1969) di Sidney Pollack, Il dito più veloce
del West (1969) e I cowboys (1972), dove spara a
sangue freddo nientemeno che al leggendario John Wayne. A
questo proposito, Wayne lo ammonì ironicamente per essere stato il
primo a ucciderlo sul grande schermo, dicendogli: “L’America ti
odierà per questo”.
Il 1972 è un anno importante. Dopo
numerosi ruoli da comprimario in cui rivela un grande carisma,
Bruce Dern ottiene il suo primo ruolo da protagonista come eroe
dello spazio in 2002, la Seconda Odissea di Douglas
Trumbull, film fantascientifico che cerca un’affinità con il
capolavoro di Kubrick 2001: Odissea nello spazio. Lo stesso
anno segna la sua quarta collaborazione con il grande amico Jack
Nicholson in Il re dei giardini di Marvin, dove
veste i panni di suo fratello, il truffatore Jason. Si tratta di
una preziosa opportunità che lo inserisce tra i miti della New
Hollywood, in una pellicola dove la spontaneità e l’improvvisazione
consolidano la sua recitazione sopraffina.
Gli anni settanta rappresentano un
decennio di successi per Bruce Dern, che ottiene una nomination al
Golden Globe come Migliore Attore Non Protagonista per la celebre
trasposizione cinematografica del capolavoro di F. Scott
Fitzgerald, Il Grande Gatsby, del 1974. Dern è Tom
Buchanan, il rivale del protagonista interpretato da Robert
Redford e marito della Daisy che ha il volto di Mia Farrow.
Si concede nuovamente a uno dei
generi che hanno fatto la sua fortuna, il western, recitando in
I giustizieri del west di e con Kirk Douglas, per poi
essere richiamato da Hitchcock per il suo ultimo film,
Complotto di Famiglia.
Il ruolo memorabile è quello del
1978 in Tornando a casa di Hal Ashby. Bruce Dern è il
Capitano Bob Hyde, tormentato reduce del Vietnam, marito di Jane
Fonda e al centro di un triangolo sentimentale che vede coinvolto
anche Jon Voight. Con questo intenso ruolo ottiene una nuova
candidatura ai Golden Globe e la sua prima nomination all’Oscar
come Migliore Attore Non Protagonista, ma la statuetta fu assegnata
a Christopher Walken (per Il cacciatore).
Per qualche anno la stella di Dern
rischia di eclissarsi, perché dopo la nomination all’Oscar riceve
proposte di ruoli sempre identici, mentre l’attore ama la
versatilità nella sua professione. Il periodo cupo della sua
carriera ha fine nel 1983, quando Bruce Dern vince l’Orso d’argento
come Miglior Attore al Festival di Berlino per la sua parte in
Correre per vincere. Gli anni successivi vedono
un’alternanza tra cinema d’autore e film più noti al grande
pubblico, come le sue partecipazioni in Velluto Blu
di David Lynch e Jurassic Park di Steven
Spielberg, fino a condividere il set con Charlize Theron
nel film che le ha regalato l’Oscar, Monster
(2003).
Nel 2010 gli viene assegnata la sua
personalissima stella sulla Hollywood Walk of Fame insieme alle
altre due attrici della famiglia, la seconda moglie Diane
Ladd e la figlia Laura Dern, con cui ha spesso lavorato.
Tra le sue apparizioni più recenti, ricordiamo la parentesi
tarantiniana come brutale proprietario di schiavi in Django
Unchained. Ma l’anno della rinascita è il 2013 quando,
ormai nella leggenda di Hollywood come burbero che nasconde in
realtà un cuore d’oro, è grande protagonista per Alexander
Payne in Nebraska.
Nella pellicola in bianco e nero,
road movie generazionale, Bruce Dern è Woody Grant, anziano padre
alcolista che, convinto di aver vinto un milione di dollari al
gioco, intraprende un toccante viaggio con il figlio (Will Forte).
Fragile, caparbio, tragicomico e meravigliosamente autentico, con
Nebraska l’attore aggiunge una nuova voce alla sua versatile
e lunga carriera, riuscendo a conquistare un inedito spazio nella
dimensione della sua personale identità di attore.
Ma il binomio padre-figlio finisce
per rovesciarsi nella realtà perché, come confessa Bruce Dern,
“alla fine di questo film ho ritrovato mio padre”. E
l’attore trova anche, con imperdonabile ritardo, una vera e propria
consacrazione. Vince la Palma d’Oro al Festival di Cannes 2013 come
Migliore Attore, ottiene numerose candidature tra cui spiccano
quelle al Golden Globe, ai SAG e al Bafta. E nel desiderio di
riscatto del suo Woody, leggiamo la dignità di un attore che
ottiene il giusto riconoscimento in un mondo cinematografico che
difficilmente concede l’esplorazione di nuovi territori; ma
l’esperienza di un grande attore come Bruce Dern, in grado di
infrangere i canoni dell’industria hollywoodiana, può sempre
fare la differenza.
Il Santa Barbara International
Film Festival onorerà Bruce Dern con il
Modern Master Award durante l’edizione di quest’anno, che si terrà
dal 30 gennaio al 9 febbraio. La cerimonia di premiazione di
quest’anno si terrà l’8 febbraio all’Arlington Theatre.
“Siamo profondamente grati e
riconoscenti verso Bruce Dern che ha voluto accettare questo
premio. Non è solamente un Modern Master, ma è un eroe”,
questo quanto dichiarato da Roger Durling,
direttore esecutivo del SBIFF.
Emma Thompson,
all’inizio segnalata come personaggio a cui sarebbe potuto andare
il premio, ha dovuto declinare l’invito perchè impegnata a Londra
per la messa in scena della versione della Filarmonica di New York
dello Sweeney Todd di Stephen Sondheim.
Il Modern Master Award è un premio
molto prestigioso. Venne istituito per offrire un riconoscimento ad
un personaggio che avesse contribuito ad accrescere la cultura
attraverso il suo impegno nell’industria cinematografica.
L’icona
Bruce Campbell vuole realizzare una versione
horror de I Mercenari, o meglio, vuole
realizzare un film che contenga tutti i protagonisti del cinema
horror degli anni passati così come I
Mercenari di Stallone ha fatto per le icone
dell’action.
L’attore e produttore al momento
sarebbe impegnato nel sequel del suo film My Name Is
Bruce, che dovrebbe intitolarsi Bruce vs.
Frankenstein e in cui tornerà ad interpretare se
stesso.
Ecco cosa ha dichiarato al Los Angeles Times nel corso di una lunga
intervista sulla sua carriera: “Mi piacerebbe realizzare un
I Mercenari, o meglio, un Questo pazzo,
pazzo, pazzo mondo dell’horror. Vorrei unire insieme tante
star dell’horror così che le persone non possano non vedere il
film. Voglio che Kane Hodder ci racconti nel
dettaglio cosa mangia. Voglio che Robert Englund
interpreti un duro che conosce il taekwondo. Voglio svelare i lati
segreti di tutte queste persone. Alcuni interpreteranno se stessi,
altri si caleranno nei panni di personaggi creati da me. Potrei far
interpretare Frankenstein a Kane Hodder. Potrebbe
interpretare se stesso in una lotta interiore per diventare
Frankenstein. Sarebbe folle. Speriamo di realizzare questa pazza
storia entro un paio di anni. Le mie pause di lavorazione di Burn
Notice – Duro a morire si stanno riducendo perché i produttori
stanno aggiungendo episodi. Cercano di trasformarmi in un topo del
mondo della tv e io potrei lasciarli fare. C’è una sceneggiatura,
ma ancora nessuno l’ha vista perché ci stiamo lavorando su.
Gireremo tutto in studio in Oregon. Sarà un po’ come il
300 delle commedie horror. Vogliamo creare un
intero mondo”.
Quando si va a vedere un film di
Sam Raimi, è quasi certo che da qualche parte
spunterà Bruce Campbell e così è accaduto anche
per Doctor Strange nel Multiverso della Follia. In
un’intervista con THR, l’attore ha spiegato la sua
condizione per partecipare al film:
Sai, l’unico criterio di cui ho
bisogno è che il personaggio debba essere fondamentale. Nel primo
Spider-Man, ho usato per la prima volta io il nome Spider-Man. Nel
secondo, sono l’unico personaggio a sconfiggere Spider-Man non
facendolo entrare a teatro, dove era arrivato in ritardo per vedere
Mary Jane. E in Spider-Man 3, va dal maître per chiedere aiuto con
la sua proposta a Mary Jane. Quanti supereroi chiedono aiuto ai
mortali? Zero. Quindi, ho stabilito un precedente. E se mi metti
lì, il mio personaggio cambierà il film per sempre. Sam è
consapevole del fatto che ho reso i suoi film iconici.
(Ride.) L’altro criterio,
onestamente, è l’unico motivo per essere in questi film, ed è per
molestare la star. Se guardi tutti i film di Spider-Man, tutto ciò
per cui sono lì è far confusione con il protagonista. Questo è
tutto. Lo sminuisco, lo prendo in giro, lo affronto e lo molesto.
Ovviamente vince sempre, ma devi creare ostacoli per il tuo eroe e
rendere il viaggio più difficile. È il mio lavoro.
E qui, non possiamo davvero
negare che ho impiegato circa 45 secondi del tempo di Strange. E
forse per questo gli ho salvato la vita. In quei 45 secondi, forse
ho salvato la vita a qualcun altro, forse ho sventato un
complotto.
Al di là dell’ironia, sappiamo che
il cameo di Campbell nel film è un omaggio dentro all’omaggio per
Sam Raimi, soprattutto se si guarda la seconda
scena post credits!
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Sebbene sia sopravvissuto a decenni
di orde di non morti nel
franchise di La casa, la leggenda dell’horror
Bruce Campbell – noto appunto per il ruolo
dell’improbabile eroe Ash Williams nella
serie La casa di Sam Raimi – ha
rivelato in quale franchise Disney avrebbe voluto trascorrere più
tempo prima che il suo personaggio incontrasse la fine. Nonostante
la sua carriera nell’horror, tuttavia, Campbell ha infatti fatto
diverse apparizioni in film più adatti alle famiglie, come
doppiatore di personaggi in film d’animazione o brevi ma memorabili
camei in alcuni dei più noti film di supereroi degli anni 2000.
Poiché Campbell è noto per le sue
numerose battute, Variety ha
chiesto all’attore se fosse in grado di individuare quali battute
provenissero da ogni specifica voce della sua filmografia nel suo
ultimo video su YouTube. Per quanto riguarda la terza citazione,
Campbell si è inizialmente confuso su quale dei suoi numerosi
personaggi con molte battute fosse, per poi scoprire che si
trattava del suo breve cameo nel ruolo di Rod “Torque”
Redline in Cars 2.
“Ora stai iniziando a… Stai
andando oltre i “golden mouldies”. “Stavo solo indossando un
travestimento. Voi siete bloccati con questo aspetto”. È una
battuta tipica che direi, devi aiutarmi in questo caso… È stato un
piccolo cameo, non ho nemmeno cambiato la storia con quello”,
ha affermato l’attore. Bruce Campbell ha così
rivelato che avrebbe voluto avere un ruolo più ampio proprio nel
sequel animato della Pixar. L’attore ha scherzato sul fatto che ciò
è dovuto principalmente al potenziale lucrativo che si può ricavare
dai diritti residuali che si ottengono con le ripetizioni del
film.
“È stata una sfortuna che io sia
morto, perché sono fantastici per i residui, quindi vuoi davvero
vivere in un film d’animazione. Perché i bambini guarderanno un
film d’animazione migliaia di volte. Ti pagano 12 dollari per
registrarlo. Non lo fai per quello, lo fai per i sette anni di
diritti residui che otterrai dal piccolo Billy che dice: “Devo
guardarlo di nuovo! Posso guardarlo questa settimana?”. Grazie
alla sua lunga lista di precedenti ruoli da doppiatore in film,
televisione e videogiochi, non sorprende che Bruce
Campbell abbia una grande familiarità con i dettagli
dell’industria del doppiaggio.
Campbell avrebbe persino ripreso il
ruolo di Redline nel videogioco collegato a Cars 2.
Nonostante ciò, è improbabile che Redline avrebbe avuto un ruolo
più ampio nel sequel Pixar. Nel film, è l’auto che trascina
Cricchetto (Larry the Cable Guy) nel complotto di spionaggio e
diventa lo sfortunato esempio della reazione chimica mortale del
film al carburante Allinol. Come tale, Redline svolge e conclude il
suo ruolo all’interno della narrazione del singolo film.
Bruce Campbell ha
condiviso una finta pagina della sceneggiatura di Doctor
Strange in the Multiverse of Madness che anticiperebbe
un legame tra l’atteso sequel e La casa di Sam Raimi. Il film dei
Marvel Studios è attualmente in
produzione e sarà diretto proprio dal regista del celebre franchise
horror e della prima trilogia cinematografica dedicata a
Spider-Man.
In occasione del 1 aprile, la
giornata in cui si celebra il tradizionale “Pesce d’aprile”,
Campbell ha voluto prendersi gioco dei fan del MCU e giocare sul
fatto che i due franchise – quello di Evil Dead e quello di Doctor
Strange – saranno in qualche modo connessi tanto grazie a
Raimi quanto all’iconico personaggio di Ash. Via
Twitter, infatti, Campbell ha fatto finta di condividere
“accidentalmente” una pagina della sceneggiatura di
Doctor
Strange 2.
Nella pagina condivisa dall’attore,
lo Stregone Supremo viaggia attraverso il Multiverso e si ritrova
catapultato in un bosco coperto dalla nebbia. All’improvviso, il
suono di una motosega cattura la sua attenzione. Quando la nebbia
inizia a calare, Doctor Strange si accorge dell’esistenza di una
casetta di legno. Poco dopo si palesa un tizio con una motosega al
posto del braccio desto che gli chiede: “Tu chi diavolo
sei?”. Si tratta proprio di Ash. A quel punto Stephen Strange
gli spiega di essere alla ricerca del Darkhold. Così Ash gli
chiede: “Ha una faccia sulla copertina?” (in riferimento
al Necronomicon de La casa). Decisamente sorpreso, Strange
risponde in maniera negativa.
Bruce Campbell sarà davvero in Doctor Strange 2?
Non è la prima volta che
Bruce Campbell stuzzica i fan in merito ad una sua
possibile apparizione in Doctor
Strange 2, anche se ad oggi non esiste ancora una
conferma ufficiale circa il suo coinvolgimento.
Sappiamo bene che Campbell è uno
degli attori feticcio di Sam Raimi: i due hanno
lavorato insieme per la celebre trilogia horror
diEvil
Dead, e Campbell è persino apparso in tutte e tre i
capitoli della saga di Spider-Man diretta
da Raimi, interpretando ogni volta un personaggio diverso in un
breve cameo. Inoltre, quando Saimi è stato ufficializzato al
timone del sequel, è stato proprio Campbell a
dichiarare che
avrebbe voluto prendere parte al film.
Annunciato ufficialmente questa
estate al Comic-Con di San Diego, Doctor
Strange 2 vedrà Benedict
Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange.
Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà
anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista
dopo WandaVision.
Secondo Collider, la
produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo
sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non
è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere
firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe
intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro
mani con il regista.
Il primo film su Doctor
Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la
nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al
confronto con Dormammu. Nel film c’erano
anche Benedict Wong, Tilda
Swinton e Chiwetel
Ejiofor. Rachel
McAdams non tornerà nei panni di Christine
Palmer. Abbiamo rivisto Strange in Infinity
War e in Endgame. Doctor Strange in
the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 5
novembre 2021.
Attendendo con trepidazione l’uscita dell’attesissimo
remake de La Casa (Evil Dead) che avrà
luogo negli Stati Uniti il 5 aprile, i fans del grande Sam
Raimi si sono trovati di fronte ad una dichiarazione
sconvolgente.
Pare infatti che lo stesso regista,
durante il tour promozionale congiunto de Il grande e potente
Oz ed Evil Dead, abbia affermato la
sua intenzione di iniziare a breve i lavori progettuali di un
possibile sequel de L’amata delle Tenebre. Fin qui
nulla di strano, poiché la voce già era in circolazione da più di
un mese, ma è ora che viene il bello; secondo le parole di Raimi e
del produttore Rob Tapert, per il ruolo del protagonista Ash
sarebbe stato nuovamente interpellato lo storico Bruce
Campbell, amico stretto del regista e già volto noto nella
serie horror. Un’ulteriore conferma arriva poi dalla voce dello
stesso Campbell, il quale ha affermato scherzosamente:
“L’accoglienza di questo remake
è stata piuttosto buona fino ad ora, in un modo che ha incoraggiato
Sam e me di andare avanti, e forse dovremmo rispolverare la vecchia
motosega di Ash ! Se questo film dovesse aiutarci a realizzare un
altro Army Of Darkness, allora così sia.“
Se queste voci venissero
confermate, allora rivedremmo nuovamente sul grande schermo la
storica coppia Raimi/Campbell dopo l’ultimo sodalizio del 1992,
dopo che il povero Ash, trasportato nell’Inghilterra medioevale, si
è trovato faccia a faccia con un’orda di morti viventi, sfoderando
la sua inimitabile arma a motosega pronta a mietere vittime.
“Ci sono molte idee nella testa
di Sam. Ma per ora cerchiamo di non impazzire.” Afferma il
fratello di Raimi, Ivan, durante un’intervista, “Ha appena
finito di realizzare Oz, e ha intenzione di prendersi una pausa.
Poteva andarsene a fumare sigari su una spiaggia per quanto ne so,
ma potrebbe in realtà essere già al lavoro, chi lo sa? “
Qualora dovessero andare in porto
il progetto di un sequel, va comunque tenuto in considerazione il
fatto che L’armata delle Tenebre, originariamente prevedeva
due finali distinti; il primo (quello ufficiale) vede Ash ritornare
al suo tempo per salvare una sua collega di lavoro da una stramba
possessione, il secondo (inedito) in cui Ash finisce in una Londra
post-apocalittica. Quale di questi due Raimi sceglierà per portare
avanti un sequel? Ricordiamo che Evil Dead uscirà nelle sale
italiane il 9 maggio per la regia di Fede Alvarez.
Sony Pictures
Entertainment ha annunciato oggi che Tate
Taylor è stato incaricato di scrivere e dirigere un biopic
su Brownie Wise, pioniera del marketing che riuscì
a creare la “Tupperware home party strategy“, un
vero marchio di fabbrica per il rilancio professionale delle
carriere delle donne.
Il film si baserà sul romanzo di
Bob Kealing, Tupperware
Unsealed e il primo grande nome accostato al progetto
risponde a quello di Sandra Bullock.
Anche se Brownie
Wise viene ricordata e riconosciuta oggi come una donna
esperta di marketing, va considerato che nel 1950
idealizzò il concetto di casalinga, trasformando se stessa in una
donna d’affari che riuscì a costruire una sorta di social network,
attraverso il quale tutte le donne potevano guadagnare denaro e,
soprattutto, la loro indipendenza.
La Wise fu la
prima donna ad apparire sulla copertina di Business
Week e divenne una figura molto popolare come dirigente di
marketing per la Tupperware. Tuttavia, gli attriti
con il fondatore Earl Tupper e le circostanze che
circondano la sua uscita dalla società, la raffigurano spesso e
volentieri come una rivoluzionaria a tutti gli effetti.
“Come scrittore-regista,
Tate ha la capacità rara e delicata di riuscire a
catturare il romanticismo e le restrizioni che il tempo e il luogo
comportavano” ha affermato Hannah Minghella,
presidente della produzione per lo studio. “In questo caso,
quello dell’America sub-urbana del
1950, i caratteri dei personaggi devono essere
immediatamente riconoscibili. E non credo che ci sia qualche altra
attrice migliore di Sandra per interpretare la
Wise. Condividono un coraggio feroce e uno spirito
indipendente.”
Queste, invece, le parole di
Taylor: “Sono anni che volevo collaborare
assieme a Sandra per un progetto così ambizioso.
Sono felice di poterle affidare la Tupper! Questo
è un sogno professionale che si avvera!
Il film è stato prodotto da
David Hoberman e Todd Lieberman
della Mandeville Films and Television, che ha
portato il progetto allo studio. Partecipano anche come
produttori Tom Shelly di Steele Mill
Productions e Taylor per Wyolah
Films. John Norris e Alex
Young lavoreranno come produttori
esecutivi. Hannah Minghella e Andrea
Giannetti supervisioneranno il progetto per lo studio.
È stata diffusa una prima immagine
di
Josh Brolin e
Peter Dinklage in Brothers.
Diretto da Max Barbakow, con una sceneggiatura
scritta da Macon Blair, l’imminente action-comedy vede protagonisti
Dinklage e Brolin nei panni di due improbabili fratelli gemelli che
intraprendono un viaggio in auto. Il film, che uscirà su Prime
Video dopo essere stato proiettato in alcune sale, è
interpretato anche da
Brendan Fraser, Taylour Paige,
Glenn Close e dal compianto M. Emmet
Walsh nel suo ultimo ruolo cinematografico.
Secondo un articolo di Entertainment Weekly, sono state diffuse le prime
immagini del film. Esse offrono al pubblico uno sguardo non solo
sui fratelli gemelli criminali
interpretati da Dinklage e Brolin, ma anche sul
rapporto che condividono con la madre, interpretata dalla
candidata all’Oscar Glenn Close. Scopritele nella galleria
di immagini qui sotto:
‘Brothers’ stars Josh Brolin, Peter
Dinklage, and Glenn Close got “silly and weird” on set, says
director Max Barbakow: Close “mooned all of us at a certain point.”
https://t.co/nznFFeqNNp
Come già detto, Brothers seguirà
due gemelli criminali che intraprendono un viaggio in macchina. Uno
di loro è Moke (Brolin), che sta cercando di lasciarsi alle
spalle la sua vita passata ed è ora sulla retta via,
tornando nel mondo della criminalità quando suo fratello Jady
(Dinklage) gli promette un ultimo lavoro che può renderli ricchi
per il resto della loro vita. A loro si unisce la madre, Cath
(Close), e cercano di riparare il rapporto incrinato tra i tre.
Anche Brendan Fraser è presente nel film e
interpreta un personaggio di nome Farful. Sebbene non siano stati
rivelati dettagli sul personaggio, l’immagine qui sopra lo mostra
mentre arresta Jady di Dinklage. Potrebbe forse
rappresentare l’agente di polizia sulle tracce dei due fratelli
criminali mentre tentano un ultimo pericoloso colpo prima
di lasciare completamente il loro passato nello specchietto
retrovisore.
Il film sembra fortemente ispirato
a Twins di Ivan Reitman, in cui due fratelli con enormi
differenze si riuniscono e vivono un’avventura che cambia la loro
vita. Anche se ci saranno alcune somiglianze, la storia sembra
abbastanza fresca da attirare gli spettatori che amano vedere
Brolin e Dinklage in ruoli più comici, e un ritorno di Brendan
Fraser che interpreta personaggi più leggeri, come faceva negli
anni ’90 e nei primi anni 2000. Brothers
uscirà in sale selezionate il 10 ottobre prima di approdare su
Prime Video il 17 ottobre.
Brotherhood – Tutti ne parlano, nessuno
ne racconta. L’omosessualità è senza dubbio un tema inflazionato e
talvolta banalizzato. Ecco che dalla Danimarca arriva un piccolo
gioiello e ogni racconto visto o ascoltato in precedenza sullo
stesso tema diventa banale. Brotherhood
di Nicolo Donato racconta la storia di due
ragazzi, Jimmy e Lars, che si uniscono ad un gruppo di neo-nazi,
salvo poi scoprire tra loro una passione ardente e autentica che
collide violentemente con l’ideologia che i due dovrebbero
abbracciare. La scelta sarà presto inevitabile: seguire i propri
sentimenti o scegliere il gruppo?
Brotherhood, con una gestazione di
quattro anni, arriva al Festival di Roma sorprendendo ed
emozionando, ma soprattutto facendo riflettere sul tema dell’
identità sessuale, ma anche su quello più profondo della scelta,
del cambiamento della vendetta e della punizione. Brotherhood è un
film fatto bene, costruito con attenzione e diligenza, con una
fotografia notevole e degli interpreti eccezionali. Vince il Gran
Premio della Giuria e Marc’Aurelio d’oro.
La trama di
Brotherhood segue linee guida
apparentemente convenzionali ponendo nella parte finale l’accento
sulle conseguenze delle proprie scelte e delle proprie azioni
presenti e passate. Con un misto di delicatezza narrativa e durezza
delle immagini e dei temi trattati il film di Donato arriva al
cuore e al cervello spingendo oltre la naturale organizzazione
narrativa riguardo ai film sull’omosessualità che si vedono in
giro. E’ prima di tutto una storia di crescita, una storia d’amore,
una storia dura che svolta nel finale in maniera tanto interessante
quanto inaspettata anche se annunciata.
Le conseguenze delle proprie azioni
si pagano nel bene e nel male, si esce cambiati dai traumi della
vita, ma tante volte la sofferenza non riesce a scalfire quelle che
sono convinzioni assurde e tante volte simulate, il rimorso non
attecchisce lì dove non c’è terreno fertile e tante volte l’amore
si trova nei momenti, nei posti e con le persone mai
immaginate.
Tutto questo è
Brotherhood, un ritratto bellissimo di
una storia d’amore.
Susanne Bier è
pronta a rimettersi a lavoro con un progetto del tutto diverso dal
suo precedente: si tratta della commedia romantica All You
Need Is Love. A interpretarla sarà Pierce
Brosnan, che ha appena avuto del tempo libero dovuto
all’annullamento del progetto nel quale era coinvolto.
Questo autunno, Universal
Pictures è orgogliosa di presentare la prima commedia
romantica di una major su due uomini gay che forse, possibilmente,
probabilmente, inciampano verso l’amore. Forse. Sono entrambi molto
impegnati. Dalla fervida mente comica di Billy
Eichner (Billy on the Street, Il Re Leone (2019),
Difficult People, American Crime Story 3: Impeachment) e dalla
genialità di autori di successo quali Nicholas
Stoller (Cattivi
Vicini, Non mi scaricare) e Judd Apatow(Il Re di Staten Island, Un disastro di ragazza,
The Big Sick – Il matrimonio si può evitare… l’amore no),
nasce Bros, una commedia intelligente, sensuale e profonda sulla
ricerca di sesso, amore e romanticismo con l’aggiunta di un po’ di
follia. Interpretato da Billy Eichner, il primo uomo
apertamente gay a essere co-sceneggiatore e protagonista di un
proprio film prodotto da una major, Bros è diretto da Nicholas
Stoller, anche co-sceneggiatore insieme a Eichner. Il film è
prodotto da Judd Apatow, Stoller e Joshua Church
(co-produttore di Un disastro di ragazza, Fratellastri a 40
anni). La produzione esecutiva del film è di Eichner.
A quanti è capitato di guardare una
commedia romantica e immedesimarsi nell’amore struggente e
idilliaco vissuto dai protagonisti? Considerata la popolarità che
questo genere di film vanta nella storia del cinema, si direbbe che
sia successo a molti. Con Bros,
finalmente, potrà capitare anche a qualcuno di più. Il nuovo film
diretto da Nicholas Stoller e da
lui scritto insieme all’attore Billy Eichner porta
infatti sul grande schermo la prima storia d’amore tra due
omosessuali, non relegati a ruoli da comprimari bensì protagonisti
assoluti di questo racconto. Presentato con successo alla
Festa del Cinema di Roma, il film vanta però anche
altri importanti primari.
Si tratta infatti non solo di un
film con attori appartenenti alla comunità LGBTQ+, bensì del primo
lungometraggio incentrato su di un amore gay ad essere distribuito
da una major hollywoodiana, la Universal. Un
dettaglio non da poco, che permetterà alla storia d’amore tra
Bobby Lieber (Billy Eichner) e
Aaron (Luke Macfarlane) di
raggiungere un pubblico particolarmente ampio. Il primo dei due è
il conduttore di un podcast gay, ora incaricato di aprire il primo
museo newyorkese sulla storia della comunità LGBTQ+. Il secondo,
invece, è un giovane aitante particolarmente dedito alla cura del
proprio corpo. Il loro incontro sarà un vero e proprio colpo di
fulmine, ma per potersi realmente amare dovranno prima rinunciare
ad ogni pregiudizio e paura.
Una rom-com tradizionale ma originale
Erano anni che Stoller ed Eichner
progettavano di portare al cinema un film come Bros, che
potesse unire commedia, amore ed omosessualità in modo genuino,
rispettoso e brillante. I due hanno dunque scritto un racconto che
rientra perfettamente nei classici canoni del genere, visti non
come una costrizione bensì come l’opportunità per normalizzare la
storia di Bobby e Aaron e allo stesso tempo far emergere la loro
unicità. Classici di questo genere come Harry, ti presento Sally…,Insonnia d’amore e
C’è posta per te
vengono omaggiati apertamente nel film, anche solo con la presenza
di Marc Shaiman, l’autore delle colonne sonore di
quei film, chiamato a realizzare le musiche per Bros.
Il film procede dunque per una serie
di “tappe obbligatorie” di questa tipologia di racconti:
dall’incontro all’interesse, dai primi problemi all’allontanamento
e fino al lieto fine. L’intelligenza di Stoller (autore di
brillanti commedie come The Five-Year Engagement e
Cattivi vicini) e
Eichner sta poi nel riempire tali fasi del racconto con situazioni
particolarmente sincere e il più possibile realistiche nei
confronti delle relazioni omosessuali. L’appartenenza di Eichner
alla comunità LGBTQ+ aiuta in tal senso a garantire un ritratto
onesto di tale argomento, che non ripropone dunque i classici
stereotipi più e più volte riproposti proprio dall’industria
hollywoodiana.
In Bros, infatti, i
protagonisti e quanti intorno a loro non vengono mai proposti come
fossero oggetti estranei da studiare. L’approccio che Stoller ed
Eichner hanno nei loro confronti, e nei confronti della storia in
generale, è identico a quello che si può riscontrare in qualunque
altro film di questa tipologia ma con protagonisti etero. Non ci
sono differenze nel modo in cui Bobby e Aaron vengono raccontati,
perché non ce ne sono neanche nella realtà. L’amore, ribadiscono
gli autori del film, non si distingue da questi dettagli. I
sentimenti messi in campo sono dunque universali e ciò consente a
chiunque di poter godere di Bros in quanto film
profondamente romantico e sinceramente divertente.
Bros, una divertente commedia politica
Lo spettatore che si concederà una
visione priva di pregiudizi potrà dunque facilmente ritrovarsi ad
identificarsi ora in Bobby ora in Aaron. Entrambi compiono gesti e
pronunciano frasi che a chiunque può capitare di fare e dire nel
quotidiano. Oltre questa ricerca di realismo, però, Bros
non dimentica di essere anche una commedia, proponendo dunque
scene, battute e gag particolarmente divertenti, che grazie alla
regia di Stoller vengono ulteriormente valorizzate. Il film riesce
a far ciò anche per via del suo non dimenticare mai il contesto
culturale vigente al momento della sua produzione. Trovano dunque
ampio spazio riflessioni sul nostro mondo digitale fatto di app di
incontri e ritmi esagitati, ma anche quelle relative al concetto di
uomo e genere.
Bros si propone a riguardo
come un’opera particolarmente irriverente, capace di affrontare i
luoghi comuni esistenti a riguardo smontandoli passo dopo passo
senza perdere in ritmo e vivacità. Il merito va anche ai due
protagonisti, lo stesso Eichner e Macfarlane, i quali risultano
particolarmente generosi nei confronti dei loro personaggi,
fornendoli di sincera umanità. In ultimo, al di là del divertimento
e delle riflessioni proposte, non bisogna dimenticare quanto
Bros possa essere anche un film politico, che in un
periodo come quello attuale in cui i dibattiti sui diritti umani si
sprecano, si eleva sopra di essi per ricordarci che l’amore è un
diritto di tutti.
Ecco il primo trailer italiano del
nuovo film Universal, Bros.
Questo autunno, Universal Pictures è orgogliosa di presentare la
prima commedia romantica di una major su due uomini gay che forse,
possibilmente, probabilmente, inciampano verso l’amore. Forse. Sono
entrambi molto impegnati.
Dalla fervida mente comica di
Billy Eichner (Billy on the Street,
Il Re Leone (2019), Difficult People, American
Crime Story 3: Impeachment) e dalla genialità di autori di
successo quali Nicholas Stoller (Cattivi
Vicini, Non mi scaricare) e Judd Apatow
(Il Re di Staten Island, Un disastro di ragazza,
The Big Sick – Il matrimonio si può evitare… l’amore
no), nasce Bros,
una commedia intelligente, sensuale e profonda sulla ricerca di
sesso, amore e romanticismo con l’aggiunta di un po’ di follia.
Interpretato da Billy Eichner, il
primo uomo apertamente gay a essere co-sceneggiatore e protagonista
di un proprio film prodotto da una major, Bros
è diretto da Nicholas Stoller, anche co-sceneggiatore insieme a
Eichner. Il film è prodotto da Judd Apatow, Stoller e Joshua Church
(co-produttore di Un disastro di ragazza, Fratellastri a 40 anni).
La produzione esecutiva del film è di Eichner.
Pochi film hanno saputo raccontare
l’emigrazione, la difficoltà di trovarsi in una terra straniera e
la formazione del proprio animo da un punto di vista femminile come
Brooklyn (qui la recensione). Diretto da
John Crowley nel 2015, questo è basato
sull’omonimo romanzo del 2009 di ColmTóibín, noto per i suoi romanzi che ripercorrono
la storia dell’Irlanda e con ricorrenti tematiche religiose e LGBT.
All’interno di questo film si ritrova dunque una dettagliata
ricostruzione di dinamiche storiche unite ad una struggente storia
d’amore, elementi che hanno portato Brooklyn ad essere
indicato come uno dei film più belli del suo anno e a guadagnare
tre nomination al premio Oscar.
La storia, sceneggiata per il cinema
da NickHornby, è ambientata in
un periodo in cui la migrazione irlandese verso New York era
particolarmente fiorente. Nella città statunitense iniziarono
infatti a formarsi intere comunità di irlandesi, dove le donne
componevano una presenza particolarmente più significativa di
quella maschile. La maggior parte di questi immigrati sfuggiva ad
una situazione europea ancora ferita dalla Seconda guerra mondiale,
ricercando dunque lavoro e nuove possibilità in quella che era
vista come la terra della speranza. Il film ripercorre in modo
particolarmente fedele la descrizione che Tóibín
fa a riguardo, divergendo soltanto nel finale, meno ambiguo
rispetto al libro.
Affermatosi come un grande successo,
Brooklyn raccoglie dunque al suo interno elementi diversi,
componendo un ritratto appassionante di luoghi e persone. Un film
di rara delicatezza che non manca di incontrare continue lodi.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Brooklyn: la trama del film
La vicenda si svolge nel 1952, ed ha
per protagonista la giovane EilisLacey. Nata e cresciuta in un piccolo paese in
Irlanda, la sua unica occupazione è quella di lavorare in un
negozio nel solo giorno di domenica. Non riuscendo a trovare un
impiego che le permetta di raggiungere una propria indipendenza,
Eilis decide infine di emigrare negli Stati Uniti alla ricerca di
un futuro migliore. Affrontando un viaggio ricco di insidie, riesce
infine ad arrivare a New York, dove si scontra però con un contesto
particolarmente caotico e variegato. Prendendo dimora nel quartiere
di Brooklyn, Eilis deve inizialmente gestire la nostalgia di casa,
imparando a distaccarsene per poter costruire qualcosa di
nuovo.
A facilitare ciò arriva
Antonio Fiorello, un idraulico italiano con cui
Eilis intreccia da subito un’appasionata storia d’amore. Il loro
idillio viene però spezzato da un’improvvisa tragedia famigliare,
che costringe la ragazza a tornare nella propria casa in Irlanda
per assistere la madre. Qui rincontra tutto ciò che aveva lasciato
e ora le sembra addirittura di poter avere la vita che prima le era
negata. Incontra perfino un ragazzo gentile e ricco di nome
Jim Farrell, che le propone di sposarlo. Sarà in
quel momento che Eilis sarà chiamata a compiere delle dolorose
scelte, tra la sua casa natìa e il luogo che le ha donato nuove
speranze, tra la famiglia e l’amore.
Brooklyn: il cast del film
Qualche anno prima che il film si
concretizzò, per il ruolo di Eilis Lacey era originariamente stata
scelta l’attrice Rooney Mara.
SaoirseRonan, comunque tra le candidate, era infatti
stata giudicata troppo giovane per interpretare la parte. Tuttavia,
la produzione del film entrò in stallo e ci volle qualche anno
perché la situazione si sbloccasse. A quel punto la Mara aveva
rinunciato al ruolo e la Ronan era cresciuta abbastanza da poterlo
assumere. Irlandese di origine, per lei fu la prima volta in cui si
trovò a poter interpretare un personaggio con cui condivide la
provenienza e per questa sua performance ha guadagnato la sua
seconda nomination all’Oscar, la prima come miglior attrice
protagonista.
Accanto a lei, nel ruolo di sua
madre Mary vi è l’attrice JaneBrennan, mentre Fiona Glascott è
la sorella di Eilis, Rose. Il premio Oscar Jim
Broadbent è il reverendo Flood, irlandese a Brooklyn che
aiuta Eilis ad emigrare. Julie Walter, nota per
essere stata Molly Weasley nella saga di Harry Potter,
interpreta Magde Kehoe, mentre Jessica Peré è Miss
Fortini. Nel ruolo di Antonio Fiorello vi è invece l’attore
Emory Cohen, il quale ha raggiunto notorietà
grazie a questo personaggio, costruito guardando numerosi film
italiani del neorealismo. Domhnall
Gleeson, attore noto per il personaggio di Bill
Weasley nella saga di Harry Potter e del Generale Hux nei
nuovi tre film di Star
Wars, veste qui i panni di Jim Farrell.
Brooklyn: il trailer, la
struttura del film e dove vederlo in streaming e in TV
Il regista John Crowley ha diviso
questo film in tre diversi “movimenti” visivi. Il primo si svolge
prima che Eilis lasci l’Irlanda del dopoguerra ed è caratterizzato
da inquadrature strette e ricche di toni verdi, che danno un’idea
di oppressione. Il secondo movimento inizia invece quando Eilis
parte per Brooklyn. Qui viene presentato il primo campo lungo, che
apre ad un maggior respiro, mentre i colori diventano più giocosi e
variegati. Il terzo movimento si ha invece con il ritorno in
Irlanda. Questo è più luminoso, più glamour e sottilmente più
colorato rispetto al primo. Crowley voleva infatti mostrare che in
Eilis è cambiato qualcosa e che questo si ripercuote anche sul modo
in cui vede ora la propria terra natale.
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Brooklyn è infatti disponibile nel catalogo
di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Disney+, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, in base
alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo
film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda
visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il
titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale,
entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione il giorno martedì 12
settembre alle ore 21:20 sul canale
Canale 5.
La Fox Searchlight Pictures ha
diffuso il primo trailer e poster ufficiali di
Brooklyn, dramma romantico che potrebbe
dire la sua nella prossima stagione dei premi, grazie innanzitutto
a un cast d’eccezione il cui fulcro è Saoirse
Ronan. Intorno a lei ruotano Domhnall
Gleeson, Emory Cohen e colonne
quali Jim Broadbent e Julie
Walters.
Brooklyn,
diretto da John Crowley sulla sceneggiatura
che l’esperto Nick Hornby ha tratto
dall’omonimo romanzo di Colm Toibin, racconta
la toccante storia di Eilis Lacey, che parte dalla natìa
irlanda per vivere il sogno americano nella Brooklin degli anni
Cinquanta del secolo scorso. Conoscerà la nostalgia di casa, ma
soprattutto l’amore, fino a che il passato non tornerà a bussare
alla sua porta, costringendola a scelte dolorose.
Il film uscirà negli Stati Uniti il
6 novembre con una distribuzione limitata.
Vecchio e nuovo mondo sono separati
da distanze geografiche e culturali che gli anni delle grandi
migrazioni hanno cercato di ridurre. Lo sbarco a Ellis Island fa
parte ormai dell’immaginario collettivo come una pagina di storia
tragica e al tempo stesso colma di speranza; al cinema, l’ultimo
tentativo di dare corpo alla difficile ambientazione di
un’immigrata ci è stato offerto da The Immigrant di James Grey,
un lavoro dalla forte vena politica.
Brooklyn invece lascia fuori quella
“maturità” perché racconta “gli inizi” della vita. Soprattutto è un
film molto femminile, e lo si intuisce dalle prime inquadrature.
L’occhio cerca nient’altro che volti di donne, lo fa con una certa
insistenza e con una delicatezza pronunciata, com’è delicata la
Eilis Lacey ritratta da Saoirse Ronan.
Spinta dall’insoddisfazione e dal
bisogno, una giovane ragazza lascia la terra natia, un piccolo
paese dell’Irlanda, per sognare una vita diversa in America, là
dove il tempo scorre velocemente e le etnie del mondo convivono in
pace, o almeno è ciò che sembra. Lo scontro culturale e il percorso
di ambientazione sono il cuore pulsante di questo dramma che ha la
forza di un sospiro, mai esagerato nel raccontare il dolore
lasciato alle spalle e la paura di ritrovarsi in un contesto nuovo
ed estraneo; il fascino della pellicola di John
Crowley appartiene a epoche passate di cui abbiamo
dimenticato la bellezza estetica e la dignità di espressione,
entrambi valori rimessi in gioco dalla piacevolissima sceneggiatura
di Nick Hornby. Contrariamente al taglio cinico e
stralunato delle sue opere letterarie, la scrittura cinematografica
rivela un’anima oltremodo elegante, sospendendo giudizi morali
sulla società e limitando al minimo le estremizzazioni caratteriali
dei personaggi.
In questo,
Brooklyn somiglia a An
education, opera scritta dallo stesso Hornby e sempre
legata ad un problema di “ambientazione” con protagonista una
donna. Per Eilis, ogni cosa si riduce ad essere parte di un viaggio
di formazione, che preso al principio attraverserà difficoltà e nel
suo divenire conoscerà anche dolcezza e amore. Le lunghe attese, i
corteggiamenti beneducati, il senso di solitudine poi, vengono
messi in scena da una meravigliosa Saoirse Ronan: nel volto porcellana
dell’attrice sono disegnati i tratti riservati di un’inadeguatezza
al luogo, quella New York calderone di razze e stili di vita, al
progresso sociale testimone di una rivalsa femminile nel mondo del
lavoro, infine alle palpitazioni del primo innamoramento.
Poco importa se la regia assai
scolastica e i reparti tecnici non elevino il film alla dimensione
dell’indimenticabile, poiché sono la semplicità dell’insieme e
l’umore generale a rendere Brooklyn un
episodio sensibile, che scivola via nell’intera durata come il
tocco di una carezza sulla guancia. Se non è femminile tutto
questo, cos’altro?
Ecco nuove clip
di Brooklyn, dramma romantico con un
cast d’eccezione il cui fulcro è Saoirse
Ronan. Intorno a lei ruotano Domhnall
Gleeson, Emory Cohen e colonne
quali Jim Broadbent e Julie
Walters.
Brooklyn,
diretto da John Crowley sulla
sceneggiatura che l’esperto Nick
Hornby ha tratto dall’omonimo romanzo
di Colm Toibin, racconta la toccante storia
di Eilis Lacey, che parte dalla natìa irlanda per vivere il
sogno americano nella Brooklin degli anni Cinquanta del secolo
scorso. Conoscerà la nostalgia di casa, ma soprattutto l’amore,
fino a che il passato non tornerà a bussare alla sua porta,
costringendola a scelte dolorose.
Il film uscirà negli Stati Uniti il
6 novembre con una distribuzione limitata.
Arrivano le prime foto dal set del
film Brooklyn, protagonisti degli
scatti gli interpreti Saoirse Ronan e
Emory Cohen, impegnati in una scena emozionale di
un bacio.
Le scene del film si sono girate a
New York, Coney Island. La storia racconta di una giovane ragazza
che emigra dall’Irlanda a Brooklyn nel 1950.
Brooklyn, tratto dall’omonimo romanzo di
Colm Tóibín, è diretto dal
regista John Crowley e basato su una
sceneggiatura scritta da Nick Hornby. Nel
cast del film Saoirse Ronan, Domhnall Gleeson,
Emily Bett Rickards, Jim Broadbent, Julie Walters e
Emory Cohen.
Fiore all’occhiello della città di
New York, il corpo di polizia viene anche identificato con
l’espressione New York’s Finest, ovvero “i migliori di New York”.
Considerati da sempre come uno dei gruppi di polizia migliori al
mondo, estremamente competenti e ricchi di risorse, questi sono in
più occasioni stati resi protagonisti di film per il cinema. Uno
dei più recenti e apprezzati è Brooklyn’s
Finest, che, come il titolo suggerisce, si concentra
sulla più popolosa delle cinque suddivisioni amministrative della
città. Da qui prende vita un teso thriller d’azione, diretto
dall’esperto del genere Antoine Fuqua. Questi è
infatti ricordato per film come Training Day, Attacco al potere e
The Equalizer – Il
vendicatore.
Distribuito in sala a partire dal
2009, Brooklyn’s Finest vanta una genesi particolarmente
articolata e affascinante. La sua sceneggiatura è infatti stata
scritta da Michael C. Martin, ex dipendente della
metropolitana di New York che in seguito ad un incidente
automobilistico si decise a perseguire il sogno di diventare uno
scrittore. Egli diede così vita alla storia narrata nel film,
inviando lo scritto ad un contest per sceneggiatori. Pur arrivando
secondo, egli vide la sua storia ottenere sempre più popolarità,
attirando l’interesse di diversi produttori. Questa venne infine
comprata per duecento mila dollari, ottenendo così la possibilità
di trasformarsi in film.
Con un cast di grandi stelle di
Hollywood e risvolti narrativi particolarmente complessi, il film
ha da subito attratto critica e pubblico, affermandosi come un
titolo del suo genere da non lasciarsi assolutamente sfuggire.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Brooklyn’s Finest: la trama del film
Il film segue la vicende di tre
poliziotti operanti nel Distretto 65, una delle zone più pericolose
a nord di Brooklyn. Il primo di questi è Eddie, un
agente prossimo alla pensione che non vede l’ora di poter
abbandonare quel mestiere e ritirarsi ad una vita tranquilla
lontana dallo stress della città. Depresso e infelicemente sposato,
l’idea di trasferirsi in una baita nel Connecticut sembra essere
l’unico motivo per alzarsi dal letto ogni giorno. Poco distante da
lui vi è Sal, da 12 anni operante nella squadra
antidroga. La sua vita è altrettanto complessa, avendo ben cinque
figli, una moglie con problemi di salute e uno stipendio con cui
fatica ad arrivare a fine mese.
Infine vi è Tango,
agente che ha passato anni a lavorare sotto copertura come
spacciatore, accettando anche di trascorrere un anno in carcere. La
sua vicinanza al mondo criminale, però, lo ha profondamente
cambiato, tanto da renderlo spesso poco incline ad arrestare quelli
che ormai considera suoi amici, tra cui vi è Caz,
criminale che in passato gli ha salvato la vita. Gestire le due
realtà diventa però ogni giorno più difficile. Questi tre agenti,
che pur lavorando nello stesso Distretto non si sono mai
incontrati, sono destinati a incrociare il loro percorso in seguito
ad un evento inaspettato, che li cambierà per sempre.
Brooklyn’s Finest: il cast del film
Ad interpretare l’agente Eddie
vi è l’attore Richard Gere,
il quale non è nuovo al ruolo del poliziotto. Questi ne aveva
infatti già interpretato uno nel film Affari sporchi, dove
però il suo personaggio era corrotto. In Brooklyn’s
Finest, invece, il poliziotto Eddie è uno dei pochi personaggi
moralmente più validi. Per il ruolo, Gere ha avuto modo di
incontrare alcuni poliziotti di Brooklyn, apprendendo da loro cosa
vuol dire svolgere quel mestiere nel pericoloso Distretto 65. Nei
panni di Sal, invece, vi è l’attore Ethan Hawke.
Questi aveva già lavorato con Fuqua per il film Training
Day, dove interpretava una poliziotto buono. In Brooklyn’s
Finest, invece, ha il ruolo di un agente corrotto.
Il candidato all’Oscar Don Cheadle dà
qui vita al controverso Tango. Anche lui, come i due colleghi
protagonisti, ebbe modo di incontrare alcuni veri agenti, da cui
poter apprendere i principali “segreti del mestiere”. Nel film sono
poi presenti altri noti attori come Vincent D’Onofrio nei
panni dell’agente Carlo e Wesley Snipes
in quelli del criminale Caz. Per quest’ultimo si è trattato del
primo film dopo Blade: Trinity ad ottenere
una distribuzione cinematografica. L’attrice Shannon
Kane, presente nei panni della spogliarellista Chantal,
per prepararsi al ruolo ha affittato un appartamento a Brooklyn,
frequentando molti strip club al fine di comprendere l’attività di
tali performer. L’attrice Ellen Barkin, che
interpreta l’agente Smith, ha accettato di recitare nel film
soltanto per poter lavorare con Cheadle.
Brooklyn’s Finest: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Brooklyn’s Finest è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato
27 marzo alle ore 21:10 sul canale
Paramount Channel.
Si intitolerà Into The
Woods, Brooklyn Nine-Nine
3×06, la sesta puntata della terza stagione
della serie televisiva Brooklyn
Nine-Nine, che andrà in onda sul network americano
Fox.
https://youtu.be/j5XVnajwedw
In Brooklyn Nine-Nine
3×06 Jake e Charles convincono Terry a fare un
viaggio nel fine settimana a un campeggio come una
“babymoon” tanto necessaria, ma ben presto
realizzano che potrebbe non essere il fine
settimana ideale per cui avevano sperato. Nel
frattempo tornato al distretto, Holt dà a Rosa alcuni importanti
consigli di rapporto e Amy chiede aiuto a Gina per
prepararla a una presentazione importante.