Il Pianeta delle
scimmie è il film culto del 1968 di Franklin
J. Schaffner con protagonisti nel cast Charlton
Heston, Roddy McDowell, Kim Hunter e Maurice
Evans.
- Anno: 1968
- Regia: Franklin
J. Schaffner
- Cast: Charlton
Heston, Roddy McDowell, Kim Hunter, Maurice Evans
Il pianeta delle scimmie, trama
Alle soglie
dell’anno 4.000, l’equipaggio ibernato di una navetta spaziale
viene ‘svegliato’ allorché il veicolo si approssima ad un pianeta
con caratteristiche simili a quelle della Terra.
I tre astronauti superstiti (una
quarta, unica donna della missione, è morta per un guasto alla sua
capsula nel corso del viaggio), sbarcano e si avviano
all’esplorazione, incrociando un gruppo di esseri umani ad uno
stadio primitivo di civilizzazione… Improvvisamente, vengono
attaccati da un gruppo di scimmie a cavallo: uno dei tre muore, gli
altri due vengono catturati.
Da qui in poi la storia seguirà le
vicende di uno di loro, Taylor (Charlton Heston),
il quale prima comprenderà di trovarsi di fronte a un pianeta in
cui le scimmie si sono evolute mentre il genere umano è rimasto ad
uno stadio primitivo, diventando in seguito una sorta di
cavia nel momento in cui mostrerà di saper parlare
correttamente; in seguito, con l’aiuto di due scimmie
particolarmente sensibili, Zira e Cornelius (Kin Hunter e
Roddy McDowall) e di uno scienziato più ostile, ma in
fondo comprensivo, (Maurice Evans) Taylor riuscirà a fuggire
assieme a Nova, donna primitiva assieme alla quale era stato
imprigionato, solo per scoprire in seguito di trovarsi proprio
sulla Terra che, devastata da una guerra nucleare, ha visto il
genere umano regredire e le scimmie diventare la specie
dominante.
Il pianeta delle scimmie, il film
di fantascienza
Il pianeta delle scimmie è tratto da un
romanzo del francese Pierre Boulle, rispetto al quale
diverse sono le libertà narrative prese, a partire dal pianeta che
nel libro non è la Terra, e dallo stato evolutivo delle scimmie
che, molto più ‘tecnologiche’ nel libro, nel film hanno raggiunto
uno stadio sociale molto più vicino a quello dell’Alto Medioevo,
compreso l’atteggiamento della classe dominante, che conserva e il
proprio potere in forza di un dogmatismo che mescola scienza e
religione in modo da preservare lo status quo. L’arrivo dell’umano
‘intelligente’ metterà in crisi molte convinzioni, o meglio
rischierà di portare alla luce una verità tenuta nascosta.
L’anno di uscita, 1968, è
emblematico del clima che si respirava ai tempi, che alla fine
influenza tutto Il pianeta delle scimmie: le
tensioni razziali (simboleggiate dalle diverse specie di primati
inserite nel film, coi gorilla nelle vesti di una spietata casta
militare), le proteste civili (la scena dell’aggressione e della
cattura dei primitivi appare riprodurre una carica della polizia
nei confronti di un gruppo di manifestanti), il sogno di una
coesistenza civile (con la celebre scena del bacio tra Taylor e
Zira, probabilmente il primo ‘bacio inter-specie’ della storia del
cinema), fino al monito lanciato a un mondo sull’orlo della
catastrofe (non sono passati tanti anni dalla crisi dei missili di
Cuba), con la celeberrima sequenza finale con la testa della Statua
della Libertà a emergere dalle sabbie (scena che porta il pathos ai
massimi livelli, con la natura di quella statua a lentamente
svelata) rendono l’opera un efficace specchio delle questioni
sociali che caratterizzavano quel periodo.
Allo stesso tempo, Il
pianeta delle scimmie fa segnare una svolta epocale
per i trucchi utilizzati, anche se bisogna dire che sotto questo
profilo non ha resistito al passare del tempo: visto oggi, può
sembrare per certi aspetti grottesco, se non ridicolo, pur essendo
godibile, cercando di immedesimarsi nel pubblico dell’epoca.
Il pianeta delle scimmie,
caposaldo dal 1968
Il
Pianeta delle Scimmie a oltre 40 anni di distanza resta
ancora oggi un caposaldo nella storia del genere; ha forse avuto la
sfortuna di uscire nello stesso anno di
2001 Odissea nello spazio, risultando già
‘vecchio’ rispetto al capolavoro di Stanley
Kubrick, tuttavia col tempo si è conquistato un posto nel
cuore degli appassionati e non solo, visto che nel 2001 è
stato inserito nel Registro Nazionale dei Film della Libreria del
Congresso Americano, che ne ha riconosciuto il valore storico e
culturale.
Il successo de Il
Pianeta delle Scimmie all’epoca è stato tale da produrne
ben quattro sequel, due serie tv, e due remake (poco riuscito
quello firmato nel 2001 da
Tim Burton, più efficace il più recente,
L’alba del pianeta delle scimmie, basato in
realtà su 1999 Conquista della Terra, quarto film
della serie), e ha rappresentato uno degli apici del successo
sia di Charlton Heston, che del regista
Franklin J Schaffner, per il quale questo fu il
primo film ‘importante’ e che in seguito diresse Patton
(per il quale venne premiato con l’Oscar), Papillon e
I ragazzi venuti dal Brasile.
A riprova dell’importanza
de Il Pianeta delle Scimmie vi sono anche le
tante parodie e citazioni che ne sono state fatte nel corso degli
anni, basti ricordare le allusioni contenute in
Balle Spaziali di Mel Brooks e gli omaggi presenti in
più episodi dei Simpson.