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Anatomy Awards 2015: le vincitrici degli Oscar del nudo [foto]

Sandra Bullock, nel 2010, riuscì nell’impresa d vincere sia un premio Oscar che un Razzie Award, rispettivamente per la migliore e la peggiore interpretazione da protagonista in un film. Un’imprea simile, anche se forse più lusinghiera, è riuscita quest’anno a Julianne Moore, che dopo aver vinto l’Oscar per Still Alice, ha anche portato a casa un premio alla carriera agli Anatomy Awards 2015, ovvero i riconoscimenti di cinema che premiano i nudi femminili su grande schermo.

Ecco di seguito tutte le vincitrici:

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Alexandra Daddario ha ‘ovviamente’ portato a casa il premio per il Miglior Seno, mentre un po’ a sorpresa Keri Russel ha vinto il premio per il miglior sedere. Illustre premiata anche Scarlett Johansson, che ha vinto due premi, Miglior nudo integrale frontale e Miglior debutto di una celebrità in nudo. Che ne pensate?

L’Anatomy Awards è un premio che incorona i migliori corpi visti al cinema, ovviamente come mamma li ha fatti e che annovera solo la categoria femminile.

Anatomia di uno scandalo: recensione della miniserie con Michelle Dockery

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Scrivere la recensione di Anatomia di uno scandalo potrebbe sembrare semplice, perché la serie Netflix con Michelle Dockery e Sienna Miller si focalizza principalmente sul tema del consenso in fatto di rapporti sessuali. Un argomento chiaro e fondamentale, eppure molto sfumato. Tuttavia, la serie sviluppata da David E. Kelley e Melissa James Gibson, e basata sul romanzo di Sarah Vaughan, Anatomy of a Scandal, racchiude tutta un ventaglio di argomenti correlati che la rendono estremamente interessante anche se forse non universalmente gradita.

La trama di Anatomia di uno scandalo

Per molte serie tv, è fondamentale conoscere lo svolgersi degli eventi, ma nel caso di Anatomia di uno scandalo la trama può essere riassunta in poche parole: un rappresentante del Governo britannico viene accusato di violenza sessuale all’interno delle Camere. Un affare sporco, rischioso e pericoloso per entrambe le parti, una faccenda che potrebbe trascinare nel fango un uomo per bene con la sua famiglia e il suo lavoro, o che potrebbe mettere alla berlina ancora una volta una donna che ha tutto da perdere e che trova il coraggio di denunciare. Come in ogni situazione del genere, purtroppo molto spesso anche nella vita reale, ci sono due versioni della storia, e se i fatti sono univoci e parlano chiaro, il racconto degli stessi prende sempre una parte.

L’aspetto più interessante di Anatomia di uno scandalo è proprio questo: lo spettatore sa chi mente, i fatti vengono mostrati in maniera univoca e oggettiva, eppure, all’interno dell’aula di tribunale, lo spettatore esterno regredisce a partecipante al processo e assiste a interrogatori e arringhe chiedendosi davvero da quale parte si trovi la ragione. 

Merito di questo è chiaramente insito nella scrittura di David E. Kelley e Melissa James Gibson che riesce a dare spessore a ogni personaggio senza mai scendere nel macchiettiamo e nella rappresentazione bidimensionale. A questo si associa poi un cast, tutto inglese ovviamente, che riesce a consegnare allo spettatore delle prove di altissimo profilo, sia che si tratti della sempre impeccabile Michelle Dockery, sia che invece si parli del più discontinuo Rupert Friend che in questo caso è un credibilissimo Mister Whitehouse, funzionario del Governo e marito e padre impeccabile. 

“I Whitehouse sono dei vincenti” è questo che il padre ripete in maniera ossessiva ai suoi figli, ed è questo che i bambini, nella loro purezza, imparano e assimilano. Sono nati con il privilegio del nome e della classe e mai e poi mai possono uscire battuti da un contenzioso, o almeno è questo quello che vengono educati a credere, come suo padre prima di loro, che sin da adolescente ha sempre avuto le spalle sicure della sua posizione. È un concetto centrale della serie che punta il dito contro un privilegio (che coincide poi con quello del maschio bianco etero cis) a discapito di chi non è nato ricco, non è nato bello e, peggio ancora, non è nato uomo. Alla luce di questo, James Whitehouse fa una figura men che misera, soprattutto in confronto alle tre donne che in qualche modo ne determinano la sorte.

Anatomia di uno scandalo sienna miller

Il cast di Anatomia di uno scandalo

In Anatomia di uno Scandalo cast e personaggi vanno a braccetto. La moglie, Sophie, interpretata da Sienna Miller, è la perfetta controparte femminile del privilegio: anche lei nata nelle stesse condizioni di favore e agiatezza, si lascia convincere, e forse le fa comodo, che quei comportamenti, quella vita, quello stile di pensiero possano davvero essere giusti, comportamenti buoni per un uomo buono. Per fortuna l’arco del personaggio è molto articolato, e Miller riesce con una classe che continua a maturare con il tempo, a dare giustizia alla scrittura della sua Sophie. Naomi Scott è invece Olivia Lytton, la stagista che intreccia una relazione clandestina con il suo capo sposato e che non viene ascoltata nel momento in cui gli dice “No”. Lei è colei che ha tutto da perdere, è giovane e di talento, si è fatta coinvolgere in una relazione eticamente sbagliata, e pur tuttavia è colei che avrebbe maggiormente giovato dal silenzio. Ma non ci sta e rischia tutto pur di avere giustizia. Scott non sembra molto a suo agio nel ruolo, ma forse, a dispetto della sua importanza destabilizzante, si tratta del personaggio scritto con meno attenzione, forse perché strumentale a scuotere uno status quo.

 

Chiude questo tris Michelle Dockery, nei panni di Kate Woodcroft, l’avvocato a cui la Corona affida il compito di difendere Olivia e di perorare la sua causa. È lei che deve sostenere l’accusa di stupro contro Whitehouse, è lei che deve abbattere il pregiudizio della giuria che un uomo così affascinante e per bene non può aver commesso un atto così deplorevole. È lei che si deve stagliare contro la forma mentis della società in cui vive. I lineamenti spigolosi di Dockery la rendono fisicamente perfetta per il ruolo, ma sono le sue micro espressioni, il suo talento, la sua postura e la sua tenuta della scena a fare dell’avvocato Woodcroft un personaggio indimenticabile.

Anatomia di uno Scandalo racconta con un punto di vista interessante e approfondito un argomento delicatissimo, quale il consenso, e lo fa sfruttando una dialettica precisa e un modo di mettere in scena gli eventi certosino, avvalorato da un montaggio prezioso e mette bene in evidenza ogni momento, giocando con dissolvenze e sovrapposizioni, scivolamento da un tempo all’altro, da una scena all’altra, senza mai perdere la grazie e il gusto. È possibile guardare in streaming Anatomia di uno scandalo su Netflix.

Anatomia di una Zucchina

Anatomia di una Zucchina

“Zucchina?… Io lo chiamerei Patata con quella faccia!” (Simon)

Nonostante la sua apparente semplicità, La mia vita da Zucchina di Claude Barras è un film molto complesso dal punto di vista tecnico, e come ormai ben sappiamo lo sono tutte le pellicole realizzate con la minuziosa e lunga animazione stop-motion. Certo, non siamo ai livelli di complessità tecnologica delle produzioni di casa Laika, ma nonostante la semplificazione dal punto di vista anatomico dei burattini non è mai facile donare la vita a un esserino inanimato e renderla credibile.

Per la realizzazione del film sono stati costruiti e dipinti sessanta set, sono stati realizzati cinquantaquattro burattini e ognuno in tre esemplari e con costumi diversi. Il lavoro di animazione è durato otto mesi, al ritmo di tre-cinque secondi al giorno per ciascun animatore. Altri otto mesi sono serviti per le lavorazioni sul suono e sulla colonna sonora, nonché per tutto il lavoro di postproduzione digitale.  Complessivamente sono occorsi due anni con il coinvolgimento di una troupe di circa cinquanta persone.zucchina

Claude Barras racconta così l’impostazione che ha voluto dare al suo lavoro di caratterizzazione dei personaggi e alla successiva animazione: “Un grande disegnatore come Hergé, il creatore di Tintin, sosteneva che più la grafica di un viso è semplice, più il pubblico può proiettarvi le proprie emozioni e identificarsi con il personaggio. Sono pienamente d’accordo con lui ed è quanto io stesso provo a mettere in pratica con l’animazione a passo uno dei pupazzi, senza l’ambizione di riprodurre fedelmente la realtà ma provando a darne agli spettatori una visione rielaborata. Combinando delle voci realistiche e naturali con dei personaggi dall’estetica altamente stilizzata, ho anche tentato di conservare nel film lo stile di scrittura di Gilles Paris. Ma la chiave per entrare in questo universo restano gli occhi dei personaggi. I loro occhi enormi, spalancati sul mondo, danno un contributo essenziale all’empatia e alle emozioni.”

E aggiunge, a proposito dei tempi di narrazione e del suo stile di regia: “La mia vita da Zucchina si concentra sul mondo interiore dei suoi personaggi ed era importante per me avere i tempi giusti per i piccoli gesti, le espressioni del viso, i momenti di attesa. Anche molti aspetti del paesaggio e del tempo atmosferico rispecchiano gli stati d’animo dei protagonisti. Inoltre, ho usato spesso delle inquadrature lunghe per catturare sguardi e emozioni, piuttosto che il consueto campo e controcampo utilizzato nei film d’animazione. Questa scelta dà al film un ritmo molto originale.zucchina-1

I burattini di La mia vita da Zucchina sono alti circa 25 cm e sono stati costruiti artigianalmente uno per uno, senza ricorrere alla prototipazione 3D, ma affidandosi alle tradizionali tecniche artigianali. Sono fabbricati combinando insieme materiali differenti, come la resina per i volti, in modo da ottenere una texture grezza e graffiata, una schiuma di lattice morbida per i capelli, che potesse essere animata con facilità, silicone al platino per le braccia e imbottitura morbida in gommapiuma per i corpicini, poi coperti da abiti in maglieria e tessuto.

Anatomia di una Zucchina

Invece di ricorrere alla sostituzione delle teste o di porzioni del volto, come ormai si usa fare in tutti i grandi film in stop-motion, si è deciso di adottare una soluzione assai più semplice, ovvero sostituire solamente le bocche e le sopracciglia sopra una testa unica che ne era priva e dotata di occhi mobili. Il risultato è sorprendente, tanto semplice quanto efficace. Le teste in resina sono rigide invece che essere morbide e al loro interno nascondono delle piccole calamite che consentono di posizionare con estrema facilità le parti mobili, dando la possibilità di farle anche spostare sulle porzioni del volto. I capelli invece, morbidi e armati con il filo di alluminio, sono stati progettato come una vera e propria parrucca da applicare sulla rotondità della testa calva.zucchina10 zucchina-5

Gli scheletri sono stati realizzati artigianalmente, utilizzando dei classici snodi a sfere per la colonna vertebrale e le gambe, mentre le braccia sono state armate con del semplice filo di alluminio intrecciato, in modo da avere una morbidissima mobilità. La particolarità delle braccia è la loro lunghezza, sono infatti estremamente lunghe e se distese arrivano a toccare il terreno e oltretutto sono sprovviste di gomito, assumendo nei movimenti una singolare forma ad arco, che contribuisce a caratterizzare in maniera originale i personaggi, con una felicissima sintesi grafica. Inoltre le mani sono provviste di sole quattro dita, in moda da rendere più semplice il lavoro di animazione, che comunque risulta convincente e perfettamente funzionale alla recitazione.zucchina-6 zucchina-9 zucchina-7

Il direttore dell’animazione del film è Kim Keukeleire, nato a Seoul ma di cittadinanza belga, con un curriculum che comprende alcuni dei capolavori in stop-motion degli ultimi anni, da Galline in fuga, prodotto dall’inglese Aardman, a Fantastic Mr Fox di Wes Anderson, fino a Frankenweenie di Tim Burton.

Tra gli animatori ci sono i migliori esperti del settore nel panorama europeo, come Tim Allen e Kristien Vanden Bussche.zucchina-3 zucchina-2

E naturalmente per gestire tutto il lavoro di animazione fotogramma per fotogramma è stato utilizzato Dragonframe (il nostro approfondimento), il prodigioso irrinunciabile software ideato da Jamie e Dyami Caliri.zucchina-8

In questi backstage di La mia vita da Zucchina è possibile carpire qualche segreto sulla realizzazione dei burattini e della loro animazione. QUI e QUI

Anatomia di una caduta: recensione del film di Justine Triet – #RoFF18

Ama raccontare storie di donne Justine Triet. Lo fa anche alla Festa del Cinema di Roma con Anatomia di una caduta, dramma a carattere processuale e di approfondimento psicologico che esplora nel dettaglio, quasi dissezionandolo chirurgicamente, il rapporto di coppia tra i due protagonisti, e con il loro figlio undicenne. Il film, prima di essere presentato nel festival romano, si era già fatto notare al Festival di Cannes, dove ha ottenuto il premio più prestigioso: la Palma d’Oro.

La trama di Anatomia di una caduta

Sandra (Sandra Hüller) e suo marito Samuel (Samuel Theis) entrambi scrittori, vivono con il loro figlio Daniel (Milo Machado Graner) che ha perso la vista dopo un incidente, in una baita di montagna vicino a Grenoble. Una mattina Samuel viene però trovato cadavere sulla neve. È caduto giù dalla finestra. Se sia stato un incidente, un tentativo di suicidio, o se l’uomo sia stato ucciso, lo stabilirà il processo che seguirà, in cui la moglie, Sandra, è la principale sospettata.

La donna assume per la sua difesa l’avvocato e vecchio amico, Vincent (Swann Arlaud). Il processo porterà a ripercorrere le fasi di un rapporto travagliato, svelerà vecchi rancori, fragilità e verità nascoste, facendo luce anche su come ciascuno dei coniugi abbia elaborato l’incidente occorso al figlio anni prima. Daniel, dal canto suo, dovrà venire a patti con una nuova idea del rapporto tra i suoi genitori. Al suo fianco, sempre Snoop, il fedele cane guida.

Anatomia di un rapporto di coppia

Anatomia di una caduta potrebbe dirsi un film chirurgico. Se si parte dall’esame autoptico di un corpo, infatti, si passa presto a una disamina millimetrica, il più possibile oggettiva nelle intenzioni, del rapporto fra Sandra e Samuel. Ecco quindi che il titolo è anche metafora calzante. L’incedere minuzioso e “scientifico” è proprio del processo, che intende analizzare freddamente la relazione tra i due, per capire se lì si possano annidare i germi di una volontà omicida. Daniel, undicenne, assiste a questa dissezione e ispezione del rapporto tra i suoi e impara a conoscerli di nuovo. L’idea è buona, ed effettivamente riesce a far emergere le ombre che ci possono essere anche in una coppia che apparentemente funziona.

Anatomia di una caduta Sandra Hüller

L’incedere lento di Anatomia di una caduta

Del processo chirurgico di dissezione Anatomia di una caduta ha anche la lentezza. In chirurgia, si sa, se si sbaglia, le conseguenze possono essere gravi, e anche in giurisprudenza. L’andamento lento, però, è anche il punto debole del film, amplificato poi dal fatto, pur lodevole, che la regista proceda con particolare delicatezza nel raccontare questa storia, senza il ricorso a facili soluzioni come scene madri o spettacolarizzazioni. Le varie sfumature della vicenda vengono snocciolate a poco a poco, nell’arco di 150 minuti. Occorre ammettere che, pur con le buone interpretazioni dei protagonisti e di tutto il cast, Anatomia di una caduta risulta in certi tratti monotono e poco avvincente.

Interpretazioni sentite e convincenti

Sicuramente convincenti sono invece le interpretazioni, in special modo quella della protagonista, di cui si percepisce lo spaesamento di fronte al processo, come quello che la aveva colta nel trasferirsi in Francia da Londra, assecondando un desiderio del marito. Una donna con luci e ombre, fragilità e punti di forza. Contrasti che la rendono umana, una donna in cui ci si può riconoscere. Merito va anche al giovane Milo Machado Graner, nei panni di Daniel e al border collie che interpreta il cane guida, Snoop. Si tratta di un film non facile, molto parlato e con pochi momenti di azione, che effettivamente patisce un’eccessiva lunghezza, ma una buona analisi psicologica è la forza di Anatomia di una caduta, assieme all’intensità dei suoi protagonisti, che danno vita a momenti di coinvolgimento emotivo, seppure discontinui.

Anatomia di una caduta vince il Premio David di Donatello 2024 per il Miglior Film Internazionale

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Anatomia di una caduta di Justine Triet si è aggiudicato il David di Donatello come Miglior Film Internazionale. Il riconoscimento sarà assegnato venerdì 3 maggio nell’ambito della cerimonia di premiazione in diretta, in prima serata su Rai 1, dagli studi di Cinecittà e trasmessa per la prima volta in 4K, con la conduzione di Carlo Conti e Alessia Marcuzzi.

Già vincitore della Palma d’Oro a Cannes e dell’Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale, Anatomia di una caduta è un thriller psicologico che scava nei segreti di una famiglia e mette al centro un ritratto di donna provocatorio e fuori dagli schemi. Sandra, interpretata da una straordinaria Sandra Hüller, è una scrittrice che vive con il marito Samuel (Swann Arlaud) e il figlio non vedente Daniel (Milo Machado Graner) in un remoto chalet di montagna sulle Alpi francesi. Quando Samuel muore in circostanze misteriose, Sandra viene accusata di omicidio e il processo mette a nudo la relazione tumultuosa che aveva con il marito, nonché la sua personalità ambigua. Le cose si complicano quando anche il giovane figlio arriva al banco dei testimoni.

Nella cinquina dei candidati al Premio David come Miglior Film Internazionale, accanto ad  Anatomia di una caduta c’erano As Bestas di Rodrigo Sorogoyen, Kuolleet Lehdet (Foglie al vento) di Aki Kaurismaki, Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese, Oppenheimer di Christopher Nolan. Teodora Film ringrazia i giurati dell’Accademia del Cinema Italiano e la Presidente Piera Detassis per il riconoscimento prestigioso, che conferma una volta di più il valore del film di Justine Triet, divenuto anche in Italia uno dei casi cinematografici della stagione.

Anastasia: recensione del film

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Anastasia: recensione del film

La recensione del film d’animazione Anastasia diretto da Don Bluth e Gary Goldman e targato Walt Disney.

Anno: 1997

Regia: Don Bluth e Gary Goldman

Con le voci di: Meg Ryan/Tosca (Anastasia); John Cusack/Fiorello (Dimitri); Kelsey Grammer/Franco Chillemi (Vladimir); Christopher Lloyd/Mauro Bosco (Rasputin); Hank Azaria/Fabrizio Vidale (Bartok); Bernadette Peters/Silvia Pepitoni (Sophie); Angela Lansbury/Alina Moradei (Imperatrice-vedova Maria); Kirsten Dunst/Valentina Mari (Anastasia da bambina).

Trama: Ambientato nella Russia dei primi decenni del ‘900, Anastasia parla di una giovane principessa fuggita durante la festa del trecentesimo anniversario della dinastia Romanov per sottrarsi alla maledizione lanciata dal perfido Rasputin contro la famiglia regnante.

Anastasia: recensione del film diretto da Don Bluth e Gary Goldman

Con l’aiuto del coraggioso Dimitri, la giovane figlia dello zar e la nonna della bambina, l’imperatrice Maria, riescono a fuggire, ma durante la fuga Anastasia è sopraffatta dalla folla e batte la testa, rimanendo esamine lungo la strada.

Molti anni dopo la povera orfana, certa di voler scoprire la sua vera identità, incontra Dimitri; il giovane, allettato dalla ricca ricompensa messa in palio

dalla regina madre per chi le avesse riportato la nipote scomparsa, nota immediatamente la somiglianza con la bella principessa. Così inizia il loro viaggio verso Parigi dove li attende però una regina diffidente e ormai rassegnata dopo anni di inutili ricerche e giovani imbroglioni, avidi di quel denaro.

Ma dopo un’iniziale indifferenza quel ciondolo regalatole anni or sono proprio dalla nonna durante la festa dalla quale furono costrette a fuggire convince la regina madre che Any sia la nipote perduta. Quella sera tutta l’alta società assisterà al debutto di Anastasia, ma ancora una volta, come anni prima, insieme all’affascinante Dimitri dovrà affrontare le insidie del malvagio Rasputin e del suo assistente Bartok il pipistrello, che tenteranno con ogni mezzo di ostacolarli.

AnastasiaAnalisi: Certamente uno tra i suoi progetti più ambiziosi, Don Bluth, insieme al co-regista Gary Goldman, realizza con Anastasia un cartoon in cinemascope che si propone come valida alternativa ai classici della tradizione Disney, dove ha collaborato come animatore per lungo tempo. Il tentativo di sradicarsi dalla decennale tradizione disneyana e di proporre un cartoon destinato ad un pubblico di più ampia fascia generazionale sfociano in una commedia di caratteri nella quale alla cura e alla minuzia dei ritratti similveri dei protagonisti, prevalgono una realisticità sorprendente ed una attenzione quasi maniacale nella ricostruzione di sfondi paesaggistici e di contorno assai distanti

dall’animazione sino ad allora dominante. Eppure, nonostante gli sforzi di realizzare un cartoon “evolutivo” sia dal punto di vista del racconto che dal punto di vista della grafica, è innegabile che si riscontrino tracce della lezione disneyana; a partire dalla bella favola, sebbene rivisitata in chiave digitale, supervisionata dal guru italiano Giovanni Colombo, la storia di una bella principessa derelitta per cui è facile immaginare un lieto fine, così come la presenza di simpatici co-protagonisti come il cagnolino che accompagnerà la giovane Anastasia nel suo lungo viaggio e il pipistrello albino, aiutante del malvagio Rasputin.

Ottima la scelta delle voci nella versione italiana, Tosca nei panni della gran duchessa e Fiorello nelle vesti dell’impavido Dimitri, perfettamente coerenti con la tipologia dei personaggi pensati da Don Bluth. Il carattere sonoro è persistente, quasi a voler sottolineare l’impronta teatrale e edonistica del cartone, direzionato verso l’innovativa forma del musical, e saranno proprio le voci dei due doppiatori ad interpretare le musiche di David Newman e di Stephen Flaherty, vincitori dell’Oscar nel 1998.

Anastasia: 10 cose che non sai sul film d’animazione

Anastasia: 10 cose che non sai sul film d’animazione

Anastasia è uno dei migliori film d’animazione mai realizzati. Sin dalla sua uscita al cinema nel 1997, questo lungometraggio animato della 20th Century Fox è riuscito a conquistare tante generazioni diverse.

Sebbene sia stata confusa come appartenente al mondo delle principesse Disney (e, tecnicamente, data la recente acquisizione della major ora lo è), Anastasia è sempre riuscita a distinguersi e a farsi amare per la sua singolarità.

Ecco, allora, dieci cosa sa sapere su Anastasia.

Anastasia film

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1. Si può vedere la rappresentazione di un vero dipinto. Quando Anya ritorna al palazzo di San Pietroburgo e si trova nella sala da ballo, è possibile notare la presenza del dipinto dell’incoronazione di Alexandra e Nicholas sul lato sinistro. Questa, nella realtà, è un dipinto vero.

2. La storia della dinastia Romanov era troppo truce per il film. Quando i produttori Don Bluth e Gary Goldman iniziarono le ricerche sugli eventi reali, scoprirono che la storia di Anastasia e della dinastia Romanov era troppo oscura per il film. I due , quindi, decisero di usare i fatti basilari della morte dei Romanov e della rivoluzione russa come punto di partenza, chiedendosi cosa sarebbe successo se questa ragazza fosse riuscita a scappare.

Anastasia storia vera

3. Il disegno di Anastasia è reale. Nella vita reale, Olga ha davvero detto che il disegno di Anastasia sembrava un maiale che cavalcava un asino. Questo è stato affermato dalla stessa ragazza in una lettera indirizzata a suo padre e l’immagine usata nel film è una riproduzione del disegno originale.

4. Il cane è davvero esistito. Il ritratto di tutta la famiglia presente nella sala da ballo include la raffigurazione di uno spaniel. Il cane, in realtà, è esistito davvero: si chiamava Joy e apparteneva al fratello di Anastasia, Alexei ed è stato trovato vivo nella casa in cui fu uccisa tutta la famiglia reale.

5. Un vestito è uguale ad uno reale. La vera Anastasia aveva indossato una volta quasi lo stesso vestito che Anya veste nelle ultime scene del film. Questo stesso vestito è stato visto anche nel film Anastasia del 1956.

Anastasia: Rasputin

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6. Rasputin era una figura controversa. Nella vita reale, Rasputin era il consigliere dei Romanov e anche il consigliere più fidato di Tsarina Alexandra. Si dice che Rasputin abbia detto alla zarina che stava per essere assassinato e che se uno dei suoi parenti lo avesse ucciso, tutta la famiglia Romanov sarebbe morta entro un anno. Questi fatti erano troppo tetri per essere inseriti nel film, ma ve ne è comunque riferimento nella canzone Una voce a San Pietroburgo quando viene fatto riferimento a Yussupov, il principe imparentato con i Romanov che uccise Rasputin.

Anastasia canzoni

7. Liz Callaway è stata chiamata all’ultimo minuto. Durante la lavorazione del film, si è reso necessario cambiare in corsa una delle cantanti del film. Liz Calalway, infatti, venne chiamata di corsa dal cantante Stephen Flaherty e dalla paroliera Lynn Ahrens per sostituire una cantante che non sarebbe riuscita a registrare le tracce del film. Tuttavia, la sua voce piacque così tanto che venne promossa per cantare le parti della protagonista.

8. Ci sono molti camei storici. Il numero musicale Parigi ha la chiave (del tuo cuor) include diversi camei di personaggi storici dell’epoca come Maurice Chevalier, Sigmund Freud, Charles A. Lindebergh, Josephine Baker, Claude Monet, Isadora Duncan, Auguste Rodin e Gertrude Stein.

Anastasia cast

9. Meg Ryan non sapeva se accettare il ruolo di Anya. Quando a Meg Ryan fu offerto il ruolo di Anya/Anastasia, non riuscì a decidere se accettare o meno. Dopo aver dell’indecisione della Ryan, la Fox prese una clip di Insonnia d’amore (1993) in cui l’attrice parlava e creò una sequenza animata in cui Anya parlava. Dopo averla mandata alla Ryan, lei rimase così colpita da accettare.

10. Voci particolari per l’edizione italiana. L’edizione italiana del film ha dovuto trovare delle voci che ben si prestassero per il doppiaggio, soprattutto quello di Anastasia e Dimitri (doppiati, nella versione originale, da Meg Ryan e John Cusack). Non ha caso, le voce scelte sono state quelle di Tosca e di Fiorello che si sono prestati sia per i dialoghi, che per le parti cantate.

Fonti: IMDb, Bustle, BuzzFeed

Anarchy: trailer del film con Milla Jovovich

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Anarchy: trailer del film con Milla Jovovich

Presentato allo scorso Festival di Venezia, con l’avvicinarsi del suo arrivo nelle sale, Anarchy, adattamento cinematografico del Cimbelino di Shakespeare, torna ora a mostrarsi in un nuovo trailer ufficiale:

Non è la prima volta che il cinema cerca di riadattare Shakespeare in chiave moderna, riadattandone le opere ed inserendole in un contesto attuale. Ma se con Romeo+Juliet si era puntato sul capolavoro del drammaturgo britannico, con Anarchy si è deciso di fare all-in su una delle sue opere meno conosciute, il Cimbelino.

Il film, ambientato in epoca moderna, racconterà della lotta sulle strade tra il capo di un gruppo di motociclisti spacciatori, Re Cimbelino (Ed Harris) ed un gruppo di poliziotti corrotti.

Nel cast del film, atteso al cinema per il 13 marzo prossimo, risaltano i nomi di Ed HarrisEthan HawkeMilla JovovichDakota JohnsonPenn BadgleyAnton Yelchin, John Leguizamo Delroy Lindo. La pellicola è scritta e diretta da Michael Almereyda.

Fonte: Collider

Anarchy Parlor recensione del film di Devon Downs e Kenny Gage

Anarchy Parlor recensione del film di Devon Downs e Kenny Gage

Anno: 2014

Regia: Devon Downs, Kenny Gage

Genere: Horror

Interpreti: Robert La Sardo, Sara Fabel, Tiffany DeMarco, Claire Garvey

Trama

Durante un soggiorno di vacanza in uno sperduto paesino nel cuore oscuro della Lituania, un gruppo di giovani studenti si ritrova a partecipare ad uno dei tanti rave party all’insegna di droghe e divertimenti sfrenati. Quando però uno dei compagni sparisce misteriosamente nel nulla dopo aver abbordato un’eccentrica ragazza del luogo, gli amici si mettono subito sulle sue tracce, scandagliando in lungo e in largo la cittadella senza però trovare traccia del loro coetaneo. La giovane e virginale Amy decide allora di indagare per proprio conto, e dopo aver chiesto un po’ in giro alla ricerca della strana ragazza della sera precedente, si imbatte in una piccola bottega di tatuaggi gestita da uno strano e intrigante personaggio che si fa chiamare l’Artista e che forse, dietro ad un’apparente disinvoltura ed affabilità, nasconde qualche segreto. Sarà solo l’inizio di un viaggio infernale che condurrà Amy verso una spirale di follia ed orrore dal quale sarà difficile scappare.

Recensione

Il nutrito pantheon del genere horror ci ha da sempre consegnato una parata di personaggi e figure divenute nel corso del tempo veri e propri archetipi sacri destinati ad imprimersi, chi più e chi meno indelebilmente, nella memoria collettiva. Forse, il fatto che il male, come ci insegna la psicologia spicciola da salotto borghese, si annida in ognuno di noi e per tale motivo chiunque è potenzialmente in grado di improvvisarsi capace di atti orrendi, allora l’ormai abusato titolo accademico di killer (o meglio ancora di serial killer) è stato destinato ai soggetti più disparati, ricoprendo il più vasto campionario di mestieri e occupazioni in maniera grottescamente democratica. Abbiamo avuto infatti dentisti assassini, impiegati assassini, poliziotti assassini, casalinghe assassine, persino diversi Babbo Natale assassini, ma la figura del tatuatore assassino è, a dire il vero, molto poco frequentata nel campionario del cinema dell’orrore. Se escludiamo infatti opere di inizio millennio nelle quali i temi del tatuare e dell’uccidere si relazionavano solo di sfuggita, come ad esempio in chiave thriller metropolitano in Tattoo (2002) di Robert Schewentke oppure nella farsa grottesca del thailandese Killer Tattoo (2001), la figura dell’artista capace di creare capolavori sulla superfice della pelle umana e allo stesso tempo di farsi artefice di orribili mattanze era rimasta, almeno fino ad oggi, quasi del tutto inesplorata.

Anarchy Parlor appare ad una prima rapida e approssimativa lettura un prodotto a dir poco anomalo, sia per la sua apparente sfacciataggine nell’inserirsi senza troppi crismi né giustificazioni all’interno dell’ormai ampio solco tracciato da opere coeve quali Hostel e Turistas (avallando il topico e iperabusato stereotipo del paese dell’est Europa come sinonimo di nefandezze e covo di psicopatici assassini dal gusto Grand Guignol ) sia per una dimensione narrativa e simbolica che attinge a piene mani da generi tra loro molto simili e che vanno dal torture porn più calcato sino alle frange più estreme del gore. In realtà, passato un primo momento di lecito spaesamento (così come di comprensibile irritazione), ecco che la pellicola si dipana i tutta la sua impensabile coerenza e, pare davvero strano a dirsi, anche originale capacità di assemblaggio di citazioni e rimandi ad un gustoso immaginario orrorifico dal sapore di iperealistico. Superata la fastidiosa e canonica sequenza di apertura in puro stile goliardico e condita con una miscela ormai collaudata di erotismo, droghe pesanti e un colorito linguaggio sboccato tutto post-adolescenziale, il film si addentra in atmosfere e svolte narrative sempre più cupe e suggestive, complice in primo luogo una sceneggiatura solida e onesta abbinata ad una regia fredda e ben presente, prodotto a quattro mani della coppia Devon Downs e Kenny Gage, due artigiani del genere che, senza strafare né emergere con alcun vezzo autoriale in particolare, sanno ben guidare il racconto attraverso un livello di perversione e di forza visiva sempre maggiore.

Altro grande tassello vincente del puzzle tecnico spetta poi alla rugginosa e al contempo psichedelica fotografia capace da sola di evocare emozioni forti e scenari da incubo degni di un quadro di Francis Bacon (per altro base strutturale per tutta un’estetica della distorsione corporea), senza nulla togliere ovviamente alle suggestive e crepuscolari ambientazioni cittadine (pienamente in linea con un immaginario di povertà post-regime comunista orami ben sondato da certo cinema del settore), così come in primis gli interni della perturbante piccola bottega dei di tatuaggi (o meglio, degli orrori!), strutturata con cubicoli e sotterranei che paiono esciti da un film espressionista tedesco così come dalla indimenticabile bottega da barbiere dello Sweeney Todd burtoniano.

Fuori da ogni dubbio però il vero punto nevralgico dell’intera pellicola ruota attorno alla figura travolgente quanto brutale di un intrigante e coltissimo tatuatore che pare essere stato appena partorito dall’estetica cyberpunk di William Gibson tanto quanto dalle viscere allucinogene sub-urbane di William S. Burroughs, un personaggio a dir poco estremo che le sembianze marmoree di Robert LaSardo riescono appieno a plasmare. Un assassino gentiluomo, uno psicopatico dedito ad una perversa quanto ancestrale forma d’arte che sa applicare senza alcuno scrupolo e in nome della creazione suprema. Il tatuaggio, antica pratica sociologica inizialmente impiegata come sistema di definizione dei ruoli e delle gerarchie in molte culture diverse (dalle tribù aborigene della Nuova Zelanda sino alle più recenti pitture corporali carcerarie della varie associazioni mafiose russe e giapponesi) diviene a partire dagli anni ’80 il simbolo della controrivoluzione giovanile e di quelle che Simon Frith definiva le sub-culture, collettivi anticonformisti e fortemente aggreganti capaci di opporsi al potere costituito e di eleggere a pratica di impronta identitaria l’uso dei simboli e delle figure impresse sulle superfici aptiche. Catalogata a lungo (ingiustamente) come pratica sovversiva e divenuta impropriamente sinonimo di criminalità e devianza (soprattutto associata ad un’epoca dominata dalle droghe ultra-pesanti quali LSD ed eroina), la pratica del tatuaggio è divenuta col tempo una vera e propria forma d’arte in grado di produrre splendide opere organiche, impresse su di una tela viva e traspirante quale la pelle umana, come per altro moltissimi film sin dai tempi de I racconti del cuscino di Peter Greenaway e il più recente Educazione Siberiana di Gabriele Salvatores hanno saputo ben definire. Ciò non toglie comunque che l’aura fortemente sovversiva e per certi versi misterica ed inquietante (potremmo anche dire a buon titolo disturbante) che ancora oggi avvolge la dimensione del tatuaggio e delle pitture corporee possiede una connotazione fortemente simbolica all’interno dell’atmosfera brumosa, secca e tagliente di una pellicola del genere, contribuendo non poco a sostanziare e dare man forte ad una dimensione visiva che, per prendere in prestito un’espressione mutuata direttamente dalla poetica della bit generation, potrebbe definirsi a tutti gli effetti come un’estetica della luci al neon.

Ma è proprio questo il quadro perverso su cui si regge l’intero plot della vicenda di cui Anarchy Parlor si fa testimone, ovvero l’idea grottesca quanto spietatamente fattibile di un artista del tatuaggio in cerca della superfice corporea perfetta e immacolata da usare come supporto vergine per i propri dipinti, una necessità che non si ferma alla semplice individuazione di tale superfice ma che conduce alla sua radicale asportazione dal soggetto originale (il tutto in modalità rigorosamente “a mente lucida”) in un tripudio di chirurgia invasiva che farebbe storcere il naso e ribollire lo stomaco anche ai più assidui frequentatori della factory di Eli Roth.

Se il semiologo Charles Peirce, nella sua ormai famosissima e accademica classificazione, definiva il tatuaggio un segno indicale (dove cioè il significato intraprende un rapporto diretto e materico col proprio significante, tanto da lasciare una vera e propria impronta), uscendo dalla trattazione puramente concettuale è possibile in questa sede notare con grande attenzione quanto importante divenga, all’interno dell’economia squisitamente figurativa oltre che metaforica del film, l’atto stesso della pittura corporea, un atto che assume le tinte estreme e grottesche più di una forma di arte perversa che di una classica iconografia della tortura, proponendo una gustosa commistione di corpi affettati e martoriati che citano apertamente e riprendono in maniera spudorata un ormai consolidato binomio che lega arte e corpo. Sono proprio le matrici di stampo artistico che vengono riportante alla luce, riprendendo la lunga tradizione iniziata negli anni ’50 con le primissime forma di body art (basti citare le famose atropometrie, pitture corporee di Yves Klein e Piero Manzoni) sino a giungere alle forme più estreme di accanimento fisiologico a scopo artistico generate dall’Azionismo Viennese e da alcune autori come Orlan e Stelarc, personaggi che hanno dato origine ad una forma propulsiva e deviante di performatività fisica elevando l’alterazione e l’elemento invasivo sul proprio corpo come massimo atto di espressione.

Anarchy Parlor è tutto questo, un prodotto senza infamia né lode che si prende per quello che è, una pellicola che non ci dice nulla di veramente nuovo ma che punta tutto proprio su questa consolidata dimensione dell’orrore, un orrore già visto e declinato in molti modi ma che per questa ragione risulta ogni volta ancora più feroce e sconvolgente. Se il fine ultimo del cinema di genere è quello di creare incubi e fascinazioni disturbanti, ebbene, la pellicola di Downs e Gage raggiunge appieno il suo obiettivo con sincerità d’intenti e coerenza stilistica, riuscendo nell’intento di soddisfare discretamente un palato spettatoriale ormai divenuto (forse) eccessivamente insensibile a causa della reiterazione forzata di temi e situazioni.

Anarchia la notte del giudizio: un avvertimento nella nuova clip

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Anarchia la notte del giudizio: un avvertimento nella nuova clip

Ecco una nuova clip di Anarchia la notte del giudizio.

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Anarchia la notte del giudizio uscirà in Italia il 23 luglio e avrà come protagonisti Frank Grillo, Michael K. Williams, Carmen Ejogo, Zach Gilford, Kiele Sanchez e Keith Stanfield.

Anarchia-la notte del giudizio filmGUARDA IL TRAILER DEL FILM

Tornano al fianco dello scrittore/regista/produttore James DeMonaco alcuni protagonisti del primo lavoro: Jason Blum (Paranormal Activity e Insidious), Sébastien K. Lemercier (Assault on Precinct 13), Michael Bay (Transformers), Brad FullerThe Amityville HorrorNightmare on Elm Street) e Andrew Form (Venerdì 13).

Dopo essere rimasti incollati alle poltrone con il racconto della notte più violenta d’America, tenetevi pronti a trattenere il fiato per questo nuovo capitolo. Le emozioni sono quindi assicurate e la tensione non mancherà per un film che sta già facendo parlare di sè. Al fianco dello sceneggiatore, regista e produttore James DeMonaco tornano per realizzare il nuovo capitolo del thriller “LA NOTTE DEL GIUDIZIO” Jason Blum della Blumhouse Productions (Paranormal Activity e Insidious), insieme a Sébastien K. Lemercier (Assault on Precinct 13, Four Lovers) e ai partner della Platinum Dunes, Michael Bay (Pain & Gain, Transformers franchise), Brad Fuller (The Amityville Horror, A Nightmare on Elm Street) e Andrew Form (The Texas Chainsaw Massacre, Friday the 13th).

Anarchia la notte del giudizio: nuovo trailer

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Anarchia-la notte del giudizio filmLa Universal Pictures ha diffuso il secondo trailer di Anarchia la notte del giudizio, in uscita il 18 luglio. Il film avrà come protagonisti Frank Grillo, Michael K. Williams, Carmen Ejogo, Zach Gilford, Kiele Sanchez e Keith Stanfield. Tornano al fianco dello scrittore/regista/produttore James DeMonaco alcuni protagonisti del primo lavoro: Jason Blum (Paranormal Activity e Insidious), Sébastien K. Lemercier (Assault on Precinct 13), Michael Bay (Transformers), Brad FullerThe Amityville HorrorNightmare on Elm Street) e Andrew Form (Venerdì 13). Ecco il video via Empire:

Dopo essere rimasti incollati alle poltrone con il racconto della notte più violenta d’America, tenetevi pronti a trattenere il fiato per questo nuovo capitolo. Le emozioni sono quindi assicurate e la tensione non mancherà per un film che sta già facendo parlare di sè. Al fianco dello sceneggiatore, regista e produttore James DeMonaco tornano per realizzare il nuovo capitolo del thriller “LA NOTTE DEL GIUDIZIO” Jason Blum della Blumhouse Productions (Paranormal Activity e Insidious), insieme a Sébastien K. Lemercier (Assault on Precinct 13, Four Lovers) e ai partner della Platinum Dunes, Michael Bay (Pain & Gain, Transformers franchise), Brad Fuller (The Amityville Horror, A Nightmare on Elm Street) e Andrew Form (The Texas Chainsaw Massacre, Friday the 13th).

Fonte: Empire

Anarchia La Notte del Giudizio: le risposte di Jason Blum alle domande dei fan

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In occasione dell’imminente uscita di Anarchia La Notte del Giudizio i fan e utenti di Facebook hanno fatto delle domande al produttore Jason Blum che ha presentato il film a Roma qualche settimana fa. Ecco le sue risposte:

 

 

Anarchia-la notte del giudizio filmDopo essere rimasti incollati alle poltrone con il racconto della notte più violenta d’America, tenetevi pronti a trattenere il fiato per questo nuovo capitolo. Le emozioni sono quindi assicurate e la tensione non mancherà per un film che sta già facendo parlare di sè.

 Al fianco dello sceneggiatore, regista e produttore James DeMonaco tornano per realizzare il nuovo capitolo del thriller “LA NOTTE DEL GIUDIZIO” Jason Blum della Blumhouse Productions (Paranormal Activity e Insidious), insieme a Sébastien K. Lemercier (Assault on Precinct 13, Four Lovers) e ai partner della Platinum Dunes, Michael Bay (Pain & Gain, Transformers franchise), Brad Fuller (The Amityville Horror, A Nightmare on Elm Street) e Andrew Form (The Texas Chainsaw Massacre, Friday the 13th).

Anarchia la notte del giudizio: Full Trailer del sequel

Anarchia la notte del giudizio: Full Trailer del sequel

Anarchia La Notte del GiudizioDopo il  teaser trailer del mese scorso, la Universal Pictures ha rilasciato il trailer completo de Anarchia la notte del giudizio, in uscita il 18 luglio. Il film avrà come protagonisti Frank Grillo, Michael K. Williams, Carmen Ejogo, Zach Gilford, Kiele Sanchez e Keith Stanfield. Tornano al fianco dello scrittore/regista/produttore James DeMonaco alcuni protagonisti del primo lavoro: Jason Blum (Paranormal Activity e Insidious), Sébastien K. Lemercier (Assault on Precinct 13), Michael Bay (Transformers), Brad FullerThe Amityville HorrorNightmare on Elm Street) e Andrew Form (Venerdì 13).

Leggi anche: La notte del giudizio Anarchia: poster originale del film

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Dopo essere rimasti incollati alle poltrone con il racconto della notte più violenta d’America, tenetevi pronti a trattenere il fiato per questo nuovo capitolo. Le emozioni sono quindi assicurate e la tensione non mancherà per un film che sta già facendo parlare di sè. Al fianco dello sceneggiatore, regista e produttore James DeMonaco tornano per realizzare il nuovo capitolo del thriller “LA NOTTE DEL GIUDIZIO” Jason Blum della Blumhouse Productions (Paranormal Activity e Insidious), insieme a Sébastien K. Lemercier (Assault on Precinct 13, Four Lovers) e ai partner della Platinum Dunes, Michael Bay (Pain & Gain, Transformers franchise), Brad Fuller (The Amityville Horror, A Nightmare on Elm Street) e Andrew Form (The Texas Chainsaw Massacre, Friday the 13th).

Fonte: Comingsoon.net

Anarchia La Notte del Giudizio Trailer Italiano

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Anarchia La Notte del Giudizio Trailer Italiano

I Nuovi Padri Fondatori d’America vi invitano a partecipare allo Sfogo Annuale e a guardare il primo trailer italiano di Anarchia La Notte del Giudizio, seguito del film La notte del giudizio, scritto e diretto da James DeMonaco. 

Anarchia La Notte del GiudizioDopo essere rimasti incollati alle poltrone con il racconto della notte più violenta d’America, tenetevi pronti a trattenere il fiato per questo nuovo capitolo. Le emozioni sono quindi assicurate e la tensione non mancherà per un film che sta già facendo parlare di sè. Al fianco dello sceneggiatore, regista e produttore James DeMonaco tornano per realizzare il nuovo capitolo del thriller “LA NOTTE DEL GIUDIZIO” Jason Blum della Blumhouse Productions (Paranormal Activity e Insidious), insieme a Sébastien K. Lemercier (Assault on Precinct 13, Four Lovers) e ai partner della Platinum Dunes, Michael Bay (Pain & Gain, Transformers franchise), Brad Fuller (The Amityville Horror, A Nightmare on Elm Street) e Andrew Form (The Texas Chainsaw Massacre, Friday the 13th).

 

Anarchia La Notte del Giudizio poster italiano

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Arriverà il 23 Luglio 2014 al cinema Anarchia La Notte del Giudizio, il seguito del thriller che vi ha fatto vivere la notte più violenta d’America. Ecco il poster italiano:

Anarchia-la notte del giudizio

Dopo essere rimasti incollati alle poltrone con il racconto della notte più violenta d’America, tenetevi pronti a trattenere il fiato per questo nuovo capitolo. Le emozioni sono quindi assicurate e la tensione non mancherà per un film che sta già facendo parlare di sè. Al fianco dello sceneggiatore, regista e produttore James DeMonaco tornano per realizzare il nuovo capitolo del thriller “LA NOTTE DEL GIUDIZIO” Jason Blum della Blumhouse Productions (Paranormal Activity e Insidious), insieme a Sébastien K. Lemercier (Assault on Precinct 13, Four Lovers) e ai partner della Platinum Dunes, Michael Bay (Pain & Gain, Transformers franchise), Brad Fuller (The Amityville Horror, A Nightmare on Elm Street) e Andrew Form (The Texas Chainsaw Massacre, Friday the 13th).

Anarchia la Notte del Giudizio cinque character poster

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Anarchia la Notte del Giudizio cinque character poster

Ecco cinque character poster originali per Anarchia la Notte del Giudizio. I poster costruiscono, insieme, il titolo originale del film, P-U-R-G-E. Nella gallery potete vederli tutti:[nggallery id=890]

Anarchia la notte del giudizio uscirà in Italia il 18 luglio e avrà come protagonisti Frank Grillo, Michael K. Williams, Carmen Ejogo, Zach Gilford, Kiele Sanchez e Keith Stanfield.

Anarchia-la notte del giudizio filmGUARDA IL TRAILER DEL FILM

Tornano al fianco dello scrittore/regista/produttore James DeMonaco alcuni protagonisti del primo lavoro: Jason Blum (Paranormal Activity e Insidious), Sébastien K. Lemercier (Assault on Precinct 13), Michael Bay (Transformers), Brad FullerThe Amityville HorrorNightmare on Elm Street) e Andrew Form (Venerdì 13).

Dopo essere rimasti incollati alle poltrone con il racconto della notte più violenta d’America, tenetevi pronti a trattenere il fiato per questo nuovo capitolo. Le emozioni sono quindi assicurate e la tensione non mancherà per un film che sta già facendo parlare di sè. Al fianco dello sceneggiatore, regista e produttore James DeMonaco tornano per realizzare il nuovo capitolo del thriller “LA NOTTE DEL GIUDIZIO” Jason Blum della Blumhouse Productions (Paranormal Activity e Insidious), insieme a Sébastien K. Lemercier (Assault on Precinct 13, Four Lovers) e ai partner della Platinum Dunes, Michael Bay (Pain & Gain, Transformers franchise), Brad Fuller (The Amityville Horror, A Nightmare on Elm Street) e Andrew Form (The Texas Chainsaw Massacre, Friday the 13th).

Fonte: CS

Anarchia – La Notte del Giudizio: un dietro le quinte sottotitolato in italiano

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Arriverà il 23 luglio in tutti i cinema mondiali Anarchia – La Notte del Giudizio, seguito de La Notte del Giudizio con Ethan Hawke.

Il film questa volta avrà come protagonisti Frank GrilloMichael K. WilliamsCarmen EjogoZach GilfordKiele SanchezKeith Stanfield. Tornano al fianco dello scrittore/regista/produttore James DeMonaco alcuni protagonisti del primo lavoro: Jason Blum (Paranormal Activity e Insidious), Sébastien K. Lemercier (Assault on Precinct 13), Michael BayBrad Fuller ( The Amityville HorrorNightmare on Elm Street) e Andrew Form (Venerdì 13).

Di seguito potete vedere un’interessante video che mostra il dietro le quinte del film di James De Monaco

Anarchia – La notte del giudizio: trama, cast e curiosità sul film

Arrivato sul grande schermo nel 2013, il film La notte del giudizio ha dato il via ad una delle più fortunate saghe cinematografiche ambientate in una realtà distopica. Composta da quattro film e una serie televisiva, la saga è stata ideata da James DeMonaco, ed ha in breve ottenuto ottimi riscontri di pubblico, tanto da giustificare la sua espansione. Nel 2014 è arrivato al cinema il primo di diversi sequel del titolo originale. Si tratta di Anarchia – La notte del giudizio (qui la recensione), ancora una volta scritto e diretto da DeMonaco. Rispetto al precedente, però, questo presenta una storia e un cast interamente nuovo.

Lo spunto ricorrente è però quello del periodo dello “Sfogo”. DeMonaco ha raccontato che l’ispirazione gli venne in seguito ad un evento che capitò realmente a lui e a sua moglie. I due stavano guidando quando all’improvviso rischiarono di essere coinvolti in un incidente stradale con un altro automobilista. Fermatisi sul bordo della strada, DeMonaco e questi iniziarono a prendersi a male parole, passando poi alle mani, e separati soltanto dall’intervento della polizia. Sconvolta da quell’evento, la moglie del regista sembra aver espresso l’idea che una volta all’anno dovrebbe essere consentito commettere omicidio.

Dopo che il primo capitolo era interamente ambientato all’interno dell’abitazione dei protagonisti, con questo sequel il regista ha avuto modo di portare lo spettatore direttamente nelle strade dove gli scontri avvengono. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Anarchia – La notte del giudizio: la trama del film

In questo sequel un nuovo Sfogo, la notte in cui ognuno potrà appunto dar vita ai più violenti istinti, è ormai prossimo. Questa è la notte preferita da teppisti, psicopatici, frustrati, ma anche ricchi rampolli di famiglie agiate che vogliono a modo loro partecipare alla Purificazione commettendo ogni qualsivoglia crimine senza la paura di ripercussioni. Tutto è legale. Tale notte appare però sempre più un modo per eliminare gli strati più deboli e poveri della società, e a sostenere questa tesi vi è un gruppo dissidente capeggiato dal carismatico leader Carmelo. Durante queste famigerate ore vige il coprifuoco per quanti non sono in grado di difendersi ma non tutti riescono a raggiungere la propria casa in tempo.

E’ il caso di una giovane coppia, Shane e Liz a cui si ferma la macchina sull’autostrada. Questo sfortunato destino farà incrociare le loro vite con quelle di altri tre sconosciuti predestinati a divenire vittime della violenza. Il primo è un uomo misterioso detto il Sergente, che salva loro la vita ma che sembra abbia un’importante missione da portare a termine. Gli altri due personaggi sono una coppia di donne indigenti, madre e figlia, scelte per essere massacrate da un gruppo di miliardari e per questo rapite da un sinistro commando armato. L’unico modo per sopravvivere in questa follia è quello di rimanere continuare a fuggire e nascondersi fino al sorgere del sole.

Anarchia - La notte del giudizio sequel

Anarchia – La notte del giudizio: il cast del film

Se nel primo film il protagonista era l’attore Ethan Hawke, il nuovo personaggio principale è ora interpretato da Frank Grillo. Proprio grazie a questo film egli è oggi particolarmente celebre, e il suo sergente tornerà poi anche nel sequel del 2016. Per costruire questo, l’attore ha dichiarato di essersi ispirato ai più celebri giustizieri interpretati da Clint Eastwood. Accanto a lui vi è poi Carmen Ejogo, nei panni di Eva Sanchez, che insieme a sua figlia Cali tenta di sfuggire allo Sfogo. Gli attori Kiele Sanchez e Zach Gilford, sposati nella realtà, danno qui vita alla coppia composta da Liz e Shane. Michael Keneth Williams, noto per la serie Boardwalk Empire, è invece il combattivo Carmelo.

Anarchia – La notte del giudizio: i sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il grande successo del film, nel 2016 è arrivato in sala il terzo capitolo, intitolato La notte del giudizio – Election Year. Con questo, DeMonaco continua ad esplorare lo Sfogo, espandendo inoltre i suoi confini. Se nel primo film la vicenda si svolgeva dall’interno di una casa, e nel secondo tra le strade, con il terzo si arriva invece agli ambienti governativi. Questo ha portato inoltre ad un necessario cambio nel punto di vista. Nel primo film la vicenda è infatti raccontata dai ricchi, nel secondo dai poveri, e nel terzo dagli uomini di politica. Una volta conclusasi la trilogia, è arrivato in sala nel 2018 il primo prequel, intitolato La prima notte del giudizio. Interpretato dalla premio Oscar Marisa Tomei, e dalla giovane Melonie Diaz, questo esplora la prima edizione del celebre Sfogo.

Prima di vedere tali sequel, è possibile fruire di Anarchia – La notte del giudizio grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 9 dicembre alle ore 23:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

Anarchia – La notte del giudizio: recensione del film

Anarchia – La notte del giudizio: recensione del film

Ne Anarchia – La notte del giudizio i Padri Fondatori, un nuovo regime che governa gli Stati Uniti d’America in un futuro che sembra non molto lontano, pare abbiano risolto in modo efficace il problema della criminalità nelle grandi metropoli. L’antidoto a questo veleno si chiama Lo Sfogo, una notte in cui ognuno potrà appunto sfogare i più violenti istinti: teppisti, psicopatci, frustrati ma anche ricchi rampolli di famiglie agiate che vogliono a modo loro partecipare alla Purificazione rimanendo comodamente nelle loro lussuose dimore e acquistando per l’occasione civili poveri e malati da massacrare. Il sospetto che la notte de lo Sfogo sia un modo per eliminare gli strati più deboli e poveri della società, viene avanzato da un gruppo dissidente capeggiato dal carismatico leader Carmelo (Michael K. Williams). Durante queste famigerate ore vige il coprifuoco per quanti non sono in grado di difendersi ma non tutti riescono a raggiungere la propria casa in tempo.

E’ il caso di una giovane coppia, Shane (Zach Gilford) e Liz (Kiele Sanchez) a cui si ferma la macchina sull’autostrada. Questo sfortunato destino farà incrociare le loro vite con quelle di altri tre sconosciuti predestinati a divenire vittime della violenza. Il primo è un uomo misterioso detto il Sergente (Frank Grillo) che salva loro la vita ma che sembra abbia un’importante missione da portare a termine. Gli altri due personaggi sono una coppia di donne indigenti, madre e figlia (Carmen Ejogo e Zoë Soul), che sono state scelte per essere massacrate da un gruppo di miliardari e per questo rapite da un sinistro commando armato.

Anarchia – La notte del giudizio, il film

Questa per grandi linee la storia del nuovo lungometraggio di James DeMonaco, già autore de La Notte del giudizio. Anche in Anarchia – La notte del giudizio ritroviamo le caratteristiche del film precedente: azione, suspence, violenza e una visione estremamente negativa dell’essere umano, considerato una sorta di bestia che viene tenuta a freno solo dalla repressione e dalle leggi. Ma anche la società capitalistica viene aspramente criticata e questo rappresenta uno degli aspetti più interessanti di questa pellicola. Anarchia è un film di genere ma che, all’interno delle convenzioni proprie a questa forma narrativa, porta avanti una critica politica. E’ un film schierato dal momento che il male viene identificato nell’alta società, nella finanaza e nell’industria, soprattutto quella delle armi.

Anarchia – La notte del giudizio si inserisce quindi in un filone abbastanza collaudato in questi anni di crisi economica, politica e sociale. I registi di queste pellicole, facendo riferimento ad un dispotico futuro fantapolitico criticano aspramente questo presente in cui le democrazie paiono piegarsi ad un potere più forte: quello del denaro.

Anarchia – La Notte del Giudizio: lo sfogo spiegato nella nuova clip

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Manca ormai pochissimo all’uscita italiana di Anarchia – La Notte del Giudizio,  ma Universal ci mostra una nuova clip in cui viene spiegato cos’è lo sfogo e perchè è necessario a preservare la nuova America costruita dai padri fondatori.

Anarchia la notte del giudizio uscirà in Italia il 23 luglio e avrà come protagonisti Frank GrilloMichael K. WilliamsCarmen EjogoZach GilfordKiele Sanchez e Keith Stanfield.

GUARDA IL TRAILER DEL FILM

Tornano al fianco dello scrittore/regista/produttoreJames DeMonaco alcuni protagonisti del primo lavoro:Jason Blum (Paranormal Activity e Insidious),Sébastien K. Lemercier (Assault on Precinct 13),Michael Bay (Transformers), Brad Fuller ( The Amityville HorrorNightmare on Elm Street) eAndrew Form (Venerdì 13).

Dopo essere rimasti incollati alle poltrone con il racconto della notte più violenta d’America, tenetevi pronti a trattenere il fiato per questo nuovo capitolo. Le emozioni sono quindi assicurate e la tensione non mancherà per un film che sta già facendo parlare di sè. Al fianco dello sceneggiatore, regista e produttore James DeMonaco tornano per realizzare il nuovo capitolo del thriller “LA NOTTE DEL GIUDIZIO” Jason Blum della Blumhouse Productions (Paranormal Activity e Insidious), insieme a Sébastien K. Lemercier (Assault on Precinct 13, Four Lovers) e ai partner della Platinum Dunes, Michael Bay (Pain & Gain, Transformers franchise), Brad Fuller (The Amityville Horror, A Nightmare on Elm Street) e Andrew Form (The Texas Chainsaw Massacre, Friday the 13th).

Anarchia – La Notte del Giudizio: ecco il nuovo trailer italiano

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Anarchia – La Notte del Giudizio: ecco il nuovo trailer italiano

Arriverà il 23 luglio in tutti i cinema mondiali Anarchia – La Notte del Giudizio, seguito de La Notte del Giudizio con Ethan Hawke.

Il film questa volta avrà come protagonisti Frank GrilloMichael K. WilliamsCarmen EjogoZach GilfordKiele SanchezKeith Stanfield. Tornano al fianco dello scrittore/regista/produttore James DeMonaco alcuni protagonisti del primo lavoro: Jason Blum (Paranormal Activity e Insidious), Sébastien K. Lemercier (Assault on Precinct 13), Michael BayBrad Fuller ( The Amityville HorrorNightmare on Elm Street) e Andrew Form (Venerdì 13).

Di seguito trovate il trailer italiano e alcuni consigli del produttore Jason Blum per sopravvivere alla Notte del Giudizio.

 

Anarchia – La notte del giudizio: 3 clip dal film di James DeMonaco

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Universal Pictures pubblica online tre nuove clip sottotitolate in italiano per Anarchia – La notte del giudizio, il nuovo film di James DeMonaco, seguito de La Notte del Giudizio, che uscirà nei cinema nostrani il 23 luglio.

Anarchia la notte del giudizio uscirà in Italia il 23 luglio e avrà come protagonisti Frank GrilloMichael K. WilliamsCarmen EjogoZach GilfordKiele Sanchez e Keith Stanfield.

GUARDA IL TRAILER DEL FILM

Tornano al fianco dello scrittore/regista/produttoreJames DeMonaco alcuni protagonisti del primo lavoro:Jason Blum (Paranormal Activity e Insidious),Sébastien K. Lemercier (Assault on Precinct 13),Michael Bay (Transformers), Brad Fuller ( The Amityville HorrorNightmare on Elm Street) eAndrew Form (Venerdì 13).

Dopo essere rimasti incollati alle poltrone con il racconto della notte più violenta d’America, tenetevi pronti a trattenere il fiato per questo nuovo capitolo. Le emozioni sono quindi assicurate e la tensione non mancherà per un film che sta già facendo parlare di sè. Al fianco dello sceneggiatore, regista e produttore James DeMonaco tornano per realizzare il nuovo capitolo del thriller “LA NOTTE DEL GIUDIZIO” Jason Blum della Blumhouse Productions (Paranormal Activity e Insidious), insieme a Sébastien K. Lemercier (Assault on Precinct 13, Four Lovers) e ai partner della Platinum Dunes, Michael Bay (Pain & Gain, Transformers franchise), Brad Fuller (The Amityville Horror, A Nightmare on Elm Street) e Andrew Form (The Texas Chainsaw Massacre, Friday the 13th).

Analeigh Tipton nel thriller Sadie

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Analeigh Tipton, vista in Crazy Stupid Love al fianco di Steve Carrel e Julianne Moore, è stata scelta per interpretare il ruolo della protagonista in Sadie, thriller psicologico diretto da Craig Goodwill.

Il film ruota intorno a Sadie, una scrittrice che viene invitata in Italia da un suo ex, insieme alla sua amica Charlotte. Alla vigilia della pubblicazione del suo nuovo romanzo, Sadie si trova in una villa dove tutto diventa pericoloso e misterioso.

Nel cast del film anche Jakob Cedergren e Peter Gadiot. Le riprese si svolgeranno in Italia a novembre.

Ana de Armas: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Ana de Armas: 10 cose che forse non sai sull’attrice

L’attrice cubana Ana de Armas ha conquistato critica e pubblico con il suo ruolo nel film Blade Runner 2049, e da quel momento sta costruendo una carriera di tutto rispetto partecipando a film di grande rilievo. Grazie al suo talento e alla sua bellezza, l’attrice non manca di confermarsi una delle più promettenti scoperte attoriali degli ultimi anni.

Ecco 10 cose che non sai su Ana de Armas.

I film in cui ha recitato Ana de Armas

1. Ha preso parte a film di successo. Dopo alcuni film girati in lingua spagnola, l’attrice debutta nel 2015 a Hollywood con il film Knock Knock, dove recita accanto all’attore Keanu Reeves. Successivamente recita in Trafficanti (2016), Hands of Stone (2016), Overdrive (2017), e raggiunge grande popolarità con il film Blade Runner 2049 (2017), dove recita accanto a Ryan Gosling e Harrison Ford. Con la popolarità raggiunta ottiene ruoli in The Informer – Tre secondi per sopravvivere (2019), Yesterday (2019), Wasp Network (2019) e Cena con delitto – Knives Out (2019). Recita poi in Sergio (2020), I segreti della notte (2020), No Time To Die (2021), Deep Water (2022), The Grey Man (2022), Blonde (2022), Ghosted (2023) e Eden (2024).

2. Ha recitato anche in televisione. Prima di intraprendere la carriera hollywoodiana, l’attrice ha recitato in alcune serie spagnole di successo come El internado (2007-2010), recitandovi per 56 episodi, e in Hispania, la leyenda (2010-2011), dove ha recitato in 17 episodi. Ha poi preso parte al film per la TV Camino al Eden (2007).

 

Ana de Armas è Marilyn Monroe in Blonde

3. Si è trasformata per il ruolo. Nel 2022 l’attrice ha interpretato Marilyn Monroe in Blonde. Per il ruolo – che l’ha portata ad essere candidata come Miglior attrice agli Oscar – oltre alla parrucca bionda, de Armas ha indossato anche lenti a contatto blu e protesi dentarie per assomigliare di più alla Monroe. Ha inoltre dichiarato in alcune interviste di aver passato nove mesi a cercare di perfezionare la voce e l’accento americano di Marilyn Monroe. Infine, ha affermato di non essersi mai sentita sfruttata dalla nudità del film.

Ana de Armas in Blonde
Ana de Armas in Blonde. Foto di 2022 © Netflix/2022 © Netflix – © 2022 © Netflix

Ana de Armas in Blade Runner 2049

4. L’ologramma gigante di Joi non ha la voce dell’attrice. Nel sequel del celebre Blade Runner (1982), l’attrice ricopre il ruolo di Joi, una dolce intelligenza artificiale olografica programmata per essere l’amante ideale. Nel film la de Armas interagisce in particolar modo con l’attore Ryan Gosling, il quale interpreta il protagonista, l’agente K. Una curiosità sul personaggio, però, è che quando verso il finale del film Joi compare sotto forma di ologramma gigante come pubblicità del servizio di intelligenza artificiale, questa versione “default” del personaggio non presenta la voce dell’attrice, per sottolineare la sua differenza dalla Joi conosciuta ad inizio film.

Ana de Armas in No Time To Die

5. È stata fortemente voluta dal protagonista. Secondo quanto riferito, l’attore di James Bond Daniel Craig ha scelto personalmente l’attrice cubana Ana de Armas per interpretare Paloma  nel nuovo film della saga No Time To Die, dopo aver lavorato con lei in Cena con delitto – Knives Out, uscito per la prima volta solo quattro mesi prima di quando No Time to Die doveva originariamente essere rilasciato.

Ana de Armas e Chris Evans in Ghosted

6. Ha sostituito una nota attrice. Secondo il regista di Ghosted, Dexter Fletcher, è stato lui a suggerire Ana De Armas come sostituta di Scarlett Johansson per il ruolo di Sadie, quando quest’ultima ha dovuto rinunciare a causa di conflitti di programmazione con un altro progetto. Chris Evans, co-protagonista del film, ha quindi chiamato immediatamente la De Armas per offrirle il ruolo. I due avevano già lavorato insieme in Cena con delitto – Knives Out.

 

Ana de Armas letale assassina in Ballerina

7. Sarà la protagonista dello spin-off di John Wick. Il film Ballerina si concentra su una giovane assassina che cerca vendetta contro le persone che hanno ucciso la sua famiglia. Per il ruolo della protagonista, Lady Gaga era stata presa in considerazione, ma alla fine la scelta è ricaduta sull’attrice cubana, che si è poi preparata al ruolo allenandosi tanto nella danza quanto nel combattimento.

Ana de Armas in Ballerina
Ana de Armas in Ballerina. Courtesia di Lionsgate – © Lionsgate

Ana de Armas e l’ex fidanzato Ben Affleck in Acque profonde – Deep Water

8. Ha avuto una relazione con il noto attore. L’attrice, che è già stata sposata una volta dal 2011 al 2013 con l’attore spagnolo Marc Clotet, ha intrapreso all’inizio del 2020 una relazione con il premio Oscar Ben Affleck. I due si sono conosciuti sul set di Deep Water e sono da subito diventati una delle coppie più chiacchierate del momento. Nel gennaio del 2021, tuttavia, i due hanno annunciato la separazione citando differenze inconciliabili.

Ana de Armas è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo verificato seguito da 14,1 milioni di persone. Qui, con quasi duemila post, la de Armas è solita condividere foto o video di suoi momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi, mentre compie particolari attività o visita luoghi specifici. Non mancano però anche post dedicati alla sua attività di attrice, con curiosità, dietro le quinte e immagini promozionali.

L’età, l’altezza e il fisico di Ana de Armas

10. Ana de Armas è nata a l’Havana, Cuba, il 30 aprile 1988. L’attrice ha un’altezza complessiva di 168 centimetri. Sin da quanto si è imposta all’attenzione di tutti, de Armas si è fatta naturalmente notare anche per la sua bellezza e il suo fisico atletico. In più occasioni, inoltre, ha dato prova di possedere ottime capacità nell’esecuzione di scene che richiedono una certa prestanza muscolare.

Fonte: IMDb, Instagram

Ana De Armas, agente della CIA per il nuovo Bond e per Chopard

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Ana De Armas, agente della CIA per il nuovo Bond e per Chopard

È un momento d’oro per la bravissima Ana De Armas, attrice cubana che quest’anno ha visto esplodere la sua carriera grazie a Rian Johnson. Già conosciuta come la splendida intelligenza artificiale innamorata del personaggio di Ryan Gosling in Blade Runner 2046, De Armas si è fatta valere quest’anno in Cena con Delitto – Knives Out, in cui ha dimostrato una grande bravura, premiata con la nomination ai Golden Globes.

Adesso, la vedremo nei panni di una letale agente della CIA nel nuovo film di James Bond, No Time To Die. In occasione della promozione del film e in collaborazione con Chopard, l’attrice ha posato per questo magnifico servizio fotografico. Eccolo di seguito:

 

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Pinewood Studios turned into Cuba, and Paloma met James Bond. #notimetodie

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Il film, atteso nelle sale l’8 aprile 2020, vede nel cast Daniel Craig (James Bond), Ralph Fiennes (M), Naomie Harris (Eve Moneypenny), Ben Whishaw (Q), Rory Kinnear (Bill Tanner) e Jeffrey Wright (Felix Leiter). Le new entry del cast sono invece Rami MalekBilly Magnussen, Lashana Lynch e Ana de Armas.

Vi ricordiamo che la produzione ha assunto Phoebe Waller-Bridge per “ravvivare” lo script di Bond 25 sotto speciale richiesta di Craig, grande fan di Fleabag e Killing Eve, le due serie prodotte e scritte dall’attrice. Era dal 1963 (l’ultima fu Johanna Hardwood con Dr. No e From Russia With Love) che la casa di produzione non assumeva una donna per dare voce ai personaggi del franchise, una scelta oggi più che mai “rilevante”.

In No Time To Die, Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa tecnologia.

Ana de Armas sarà Marilyn Monroe in Blonde

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Ana de Armas sarà Marilyn Monroe in Blonde

È dal 2012, anno di Killing Them Softly, che lo sceneggiatore / regista Andrew Dominik non si rimette dietro alla macchina da presa, ed ora arriva il suo nuovo progetto, Blonde, un biopic su Marilyn Monroe che ha trovato in Ana de Armas la sua protagonista.

L’attrice di Blade Runner 2049, secondo Collider, è vicina al finalizzare il contratto per interpretare la Monroe, nel film che sarà basato sul romanzi Blonde di Joyce Carol Oates. Il libro ha usato fonti biografiche e storiche per raccontare una nuova storia incentrata sulla vita interiore di Norma Jeane Baker, la donna dietro l’idolo dello schermo e la tragica star. Emerge il ritratto di una giovane donna fragile e dotata di un talento per la reinvenzione, che ha usato quelle abilità per superare le grandi avversità.

Il libro è stato finalista sia per il Premio Pulitzer che per il National Book Award, e Dominik ne è stato talmente preso da scrivere l’adattamento della sceneggiatura senza avere ancora i diritti, di getto. Da allora, il film è stato nel limbo dello sviluppo, con varie possibilità per il nome dell’attrice protagonista, da Naomi Watts a Jessica Chastain.

Netflix sta al momento supportando il progetto, ma Collider specifica che Ana de Armas deve ancora firmare un accordo per accettare il ruolo e il servizio di streaming non ha ancora dato la green light alla sceneggiatura. Nonostante l’incertezza, il progetto di Dominik non è mai stato tanto vicino alla concretizzazione come in questo momento.

Il mondo si è innamorato di Ana de Armas in Blade Runner 2049, e abbiamo visto di recente l’attrice nel nuovo cortometraggio Campari, Entering the Red (potete vederlo a questo link), diretto da Matteo Garrone e ambientato in un’affascinante Milano notturna.

Vedremo presto Ana de Armas in Yesterday di Danny Boyle, ma anche in The Informer di Andrea Di Stefano e in Knives Out, il nuovo film di Rian Johnson (Star Wars: Gli Ultimi Jedi).

Ana De Armas parla della “connessione” con Keanu Reeves sul set di Ballerina

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Sebbene i fan di John Wick possano aspettarsi uno scontro ad alto numero di ottani tra i due, Ana de Armas era emozionata di entrare in contatto con il suo co-protagonista di Ballerina Keanu Reeves, stando alle sue dichiarazioni.

Un decennio dopo aver recitato insieme in Knock Knock (2015), l’attrice ha parlato a Deadline al CinemaCon della sua esperienza “molto speciale” nel lavorare con Reeves nel suo prossimo film From the World of John Wick: Ballerina, in anteprima il 6 giugno.

“È stato fantastico averlo sul set, onestamente. La scena si è rivelata più lunga di quanto pensassimo sarebbe stata nella sceneggiatura originale e durante le prove”, ha spiegato. “E poi sul set, quel giorno, abbiamo continuato a trovare cose e piccoli momenti tra loro, non solo azione, ma i momenti di recitazione e la connessione tra questi due personaggi e stabilire qual è la loro relazione”.

De Armas ha continuato, “E penso che in così poco tempo, ci siamo riusciti molto bene. È una buona impostazione per chi sono queste due persone e cosa succederà con loro. Quindi, è stato molto speciale avere quel momento con lui”.

Ambientato durante gli eventi di John Wick 3 – Parabellum (2019), Ballerina vede Ana de Armas nei panni di Eve Macarro, la ballerina che inizia il suo addestramento nelle tradizioni assassine dei Ruska Roma, per vendicare la morte del padre.

Un trailer pubblicato il mese scorso mostra Eve affrontare John Wick di Reeves in una sequenza di combattimento epica. Il film vede anche la partecipazione di Anjelica Huston, Gabriel Byrne, Lance Reddick, Catalina Sandino Moreno, Norman Reedus e Ian McShane.

Len Wiseman ha diretto lo spinoff, mentre Shay Hatten (John Wick 3 – Parabellum; Army of the Dead) ha scritto la sceneggiatura. Basil Iwanyk, Erica Lee e Chad Stahelski sono i produttori.

John Wick (2014) ha incassato più di 86 milioni di dollari in tutto il mondo, con il franchise che ha superato il traguardo di 1 miliardo di dollari l’anno scorso con John Wick 4. Il franchise continuerà con Ballerina. Nel frattempo, Donnie Yen è pronto a riprendere il suo ruolo di Caine, l’assassino cieco e altamente qualificato, in un prossimo film della Lionsgate. È anche in fase di sviluppo un film anime prequel.

Oltre alla serie limitata prequel di Peacock dell’anno scorso The Continental, è in lavorazione la serie sequel John Wick: Under the High Table.

Ana De Armas irresistibile nel photoshoot di GQ

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Ana De Armas irresistibile nel photoshoot di GQ

Dopo il folgorante esordio in Blade Runner 2049, Ana De Armas è diventata un volto conosciuto sulle copertine delle riviste di tutto il mondo, e di seguito la vediamo, bellissima, nel nuovo photoshoot di GQ.

Nel film diretto da Denis Villeneuve, l’attrice nata a Cuba interpreta Joi, l’intelligenza artificiale di cui è innamorato (e che sembra ricambiare) K, il personaggio di Ryan Gosling.

Data la sua fisicità e l’intensità della sua presenza scenica, possiamo aspettarci grandi cose da questa classe ’88 cresciuta alla Havana.

Ana De Armas in trattative per lo spin-off di John Wick, Ballerina

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Ana De Armas è in trattative per recitare in Ballerina, il film spin-off di John Wick. Il primo film della serie, uscito nel 2014, è valso alla Lionsgate un enorme successo, che ha portato alla realizzazione di diversi sequel e ora di uno spin-off al femminile.

Conosciuto solo come Ballerina, il progetto è in sviluppo dal 2017. È stato poi riferito nel 2019 che il regista di Live Free or Die Hard, Len Wiseman, avrebbe diretto il film. I fan hanno avuto modo di capire come potrebbe essere un personaggio del genere, protagonista di un film di questa serie, grazie al ruolo che ha interpretato Angelica Huston in John Wick 3.

Dopo tutto questo tempo, sembra adesso che Ballerina punti su Ana De Armas nel ruolo di protagonista. Deadline riporta che l’attrice è in trattative per interpretare il ruolo principale, descritto come quello di una giovane assassina in cerca di vendetta sulle persone che hanno ucciso la sua famiglia. Abbiamo visto De Armas di recente in No Time to Die, e ancora prima aveva già lavorato con Keanu Reeves nel film Knock Knock. Non è chiaro, tuttavia, se Reeves apparirà nello spin-off, ma il report di Deadline parla di una possibilità concreta.

Ana de Armas è Poison Ivy in una bellissima fan art

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Ana de Armas è Poison Ivy in una bellissima fan art

Il celebre fan artist BossLogic ha immaginato l’attrice Ana de Armas nei panni di Poison Ivy nel DCEU e realizzato due nuove bellissime fan art ad hoc. Il personaggio dovrebbe apparire nell’attesissimo spin-off Gotham City Sirens, in cantiere alla Warner ormai da diverso tempo: il film, come rivelato da Margot Robbie, è stato sospeso per permettere la realizzazione di Birds of Prey, ma stando a quanto dichiarato dal regista David Ayer, il progetto non sarebbe assolutamente morto.

Nel film Harley Quinn dovrebbe apparire al fianco di Catwoman e Poison Ivy. Al momento non sappiamo se il cinecomic verrà mai realizzato e, soprattutto, chi saranno le attrice che andranno ad affiancare Margot Robbie. Nell’attesa di eventuali nuovi dettagli, BossLogic ha condiviso via Instagram due nuove fan art che immaginano Ana de Armas – reduce dal successo di Cena con delitto – Knives Out e nel cast dell’attesissimo No Time to Die – nei panni del personaggio di Pamela Lillian Isley.

LEGGI ANCHE – Ana de Armas, agente della CIA per il nuovo Bond e per Chopard

Ana de Armas è un’attrice e modella cubana. Si è fatta conoscere grazie all’horror Knock Knock con protagonista Keanu Reeves. La fama a livello internazionale è arrivata grazie al ruolo dell’intelligenza artificiale Joi in Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve. Per la sua interpretazione in Cena con delitto – Knives Out ha ricevuto una candidatura al Golden Globe. A novembre la vedremo nelle sale di tutto il mondo in No Time to Die, venticinquesimo capitolo della saga di Bond.

Fonte: ScreenRant

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