Gore Verbinski e Johnny Depp
sono di nuovo insieme per l’adattamento cinematografico della serie
tv del Ranger Solitario. Adesso sembra che altri attori si uniscano
al duo.
Anche Harrison Ford nel sequel di Blade Runner?
Siamo di fronte a una pura indiscrezione, trattandosi peraltro di un film che deve ancora essere scritto, e sulla cui effettiva realizzazione non visono ancora conferme. Tuttavia la dichiarazione, rilasciata da Scott all’Indipendent, resta: nel sequel di Blade Runner potrebbe esserci posto anche per Harrison Ford.
Questo naturalmente non significa che il film proporrà nuove avventure per Rick Deckard, anche perché il personaggio non è proprio trai favoriti di Ford, e quindi l’eventuale seguito non sarà incentrato su di lui: Ridley Scott ha comunque affermato che gli piacerebbe avere anche Ford sul set.
Fonte: Empire
Anche Gwyneth Paltrow in Rock of Age
Avevamo già dato notizia ieri che il musical di grande successo Rock of Age si starebbe trasformando in un film musical per il grande schermo, e che a partecipare al casting ci siano già i grandi nomi di Tom Cruise e Alec Baldwin.
Oggi si è aggiunto un altro nome a questo cast di alla stars, si tratta della bionda Gwyneth Paltrow. Il film sarà diretto da Adam Shankman, già alle prese con il musical in Hairspray, grande successo di critica e pubblico con un inedito John Travolta.
La sceneggiatura è opera di Chris D’Arienzo, ideatore del musical di Broadway, mentre i produttori saranno Carl Levin, Matt Weaver, Scott Prisand, Tobey Maguire e Jennifer Gibgot.
Anche Gordon-Levitt in The Dark Knight Rises?
A quanto pare Nolan ama lavorare con gli stessi attori da un film all’altro, e così come è accaduto per Christian Bale e Michael Caine, anche Tom Hardy ha seguito il gruppo nel cast del terzo Batman del regista britanico.
A quanto pare adesso, dopo le voci di qualche tempo fa, pare che anche Joseph Gordon-Levitt sia coinvolto nel casting di questo terzo episodio dell’uomo pipistrello.
Non si sa ancora se l’attore veràà scelto o meno, ma al momento sicuramente non sta con le mani in mano. Dopo il successo di Inception Gordon-Levitt è tornato a lavorare col regista di Rian Johnson per Looper, e ha finito le riprese del prossimo film di David Koepp, Premium Rush.
Fonte: comingsoon
Anche Gordon-Levitt in The Dark Knight Rises?
A quanto pare Nolan ama lavorare con gli stessi attori da un film all’altro, e così come è accaduto per Christian Bale e Michael Caine, anche Tom Hardy ha seguito il gruppo nel cast del terzo Batman del regista britanico.
A quanto pare adesso, dopo le voci di qualche tempo fa, pare che anche Joseph Gordon-Levitt sia coinvolto nel casting di questo terzo episodio dell’uomo pipistrello.
Non si sa ancora se l’attore veràà scelto o meno, ma al momento sicuramente non sta con le mani in mano. Dopo il successo di Inception Gordon-Levitt è tornato a lavorare col regista di Rian Johnson per Looper, e ha finito le riprese del prossimo film di David Koepp, Premium Rush.
Fonte: comingsoon
Anche gli attori piangono al cinema
Anche Edward Norton in Birdman di Alejandro Gonzalez Inaritu
Continua ad arricchirsi il cast di Birdman, nuovo film del regista Alejandro Gonzalez Inaritu, l’attore Edward Norton si aggiunge ai già confermati Zach Galifianakis, Michael Keaton, Emma Stone e Naomi Watts.
Birdman è co-scritta da Inaritu con Armando Bo, Alessandro Dinelaris e Nicolas Giacobone, Birdman segue le vicende di un attore, famoso per aver interpretato un supereroe popolare per un periodo di tre giorni durante il quale egli fa un tentativo di costruire una commedia a Broadway. Inaritu produrrà insieme a Robert Graf e John Lesher con l’inizio delle riprese previste per fine mese.
Anche Drew vola ad Oz
In questo periodo Hollywood pare
stia rispolverando da diversi punti di vista il classico Mago di
Oz. Trai tanti progetti c’è per esempio quello di Sam Mendes con
Robert Downey Jr.
Anche Darren Aronofsky in lista per Superman
Anche Darren Aronofsky secondo Il Los Angeles Times è nella lista per aggiudicarsi la regia del nuovo Superman prodotto da Christopher Nolan. La shortlist diventa sempre più ricca…ed è in continua evoluzione e che dietro le quinte Nolan e i produttori del film stanno lavorando sodo per trovare un regista a cui affidare il film in tempo per iniziare le riprese nel 2011.
Steven Zeitchik sul blog del Los Angeles Times 24 Frames rivela che Darren Aronofsky, ancora legato al nuovo film di Robocop (ma dubbioso sul fatto che venga mai realizzato), sarebbe in lizza per dirigere il reboot delle avventure dell’Uomo d’Acciaio.
“Aronofsky” spiega Zeitchik, “ha discusso del film con Nolan, rivelano le mie fonti. Nolan sta intensificando la sua ricerca di un regista per il film (…) e Aronofsky ovviamente è solo uno dei tanti nomi. Nolan e la partner produttiva Emma Thomas stanno contattando una rete di registi più ampia di Krypton, tra cui figurano Zack Snyder, Matt Reeves e un numero di registi più navigati”.
Questo non significa che Aronofsky sia tra i favoriti, anche perché è ben nota la sua resistenza a lavorare a pellicole sotto il controllo delle major hollywoodiane (anche se avere Nolan come produttore dovrebbe garantirgli una certa libertà creativa).
fonte:Los Angeles Times
Anche Daniel Radcliffe agli Oscar 2013
Per lui è ancora presto per essere presente alla grande serata come protagonista, ma sembra che quest’anno Daniel Radcliffe parteciperà alla serata degli Oscar in qualitàdi ospite. Non si sa bene ancora cosa ci riserverà l’attore, però sappiamo dalla produzione che la cerimonia seguirà il filo conduttore della musica da film, come testimoniano anche le illustri presenze canore fino ad ora annunciate.
La cerimonia si terrà domenica 24 febbraio al Dolby Theatre di Los Angeles. Intanto Daniel si da da fare, dopo la partecipazione a A Young Doctor’s Notebook e al contenstato Kill Your Darlings, l’attore ha appena terminato le riprese di The F Word e Horns.
Fonte: Portus
Anche Cristiana Capotondi sbarca ad Hollywood
Da Cannes arrivano
interessanti novità dal Mercato del cinema,
soprattutto per quello che riguarda i talenti ‘nostrani’.
Anche Ciclope e Jean Grey in X-men: giorni di un futuro passato?
Il cast del nuovo film
di X-men continua a crescere. Oggi
arriva la notizia che Bryan Singer sembra anche ansioso di
riuscire ad inserire nel film anche altri due personaggi dei
precedenti film, Ciclope e Jean
Grey.
Anche Christian Bale in Transcendence di Wally Pfister?
Anche Charlie col Machete
Anche Bryan Cranston tra le voci di Kung Fu Panda 3
Bryan Cranston, assieme a Mads Mikkelsen e Rebel Wilson entra nel cast vocale di Kung Fu Panda 3, unendosi ai veterani della serie Jack Black, Angelina Jolie e Seth Rogen.
Il film, diretto Jennifer Yuh Nelson, già regista del secondo capitolo della serie, vedrà il protagonista Po proseguire il proprio viaggio a base di arti marziali e lotte contro il male, accompagnate dalle consuete scorpacciate. L’uscita del film è stata fissata per il 23 dicembre 2015.
Cranston ha già lavorato come doppiatore per la Dreamworks, offrendo la propria voce alla tigre Vitaly in Madagascar 3; l’attore sta attualmente lavorando sul reboot di Godzilla. Rebel Wilson, recentemente nel cast di Pitch Perfect apparirà in un piccolo ruolo in Pain & Gain, mentre Mikkelsen sarà sugli schermi in The Necessary Death Of Charlie Countryman.
Fonte: Empire
Anche Blake Lively per Savages
Anche Billy Bob Thornton a fianco di Downey Jr. in The Judge?
Billy Bob Thornton è ufficialmente in trattative per recitare uno dei ruoli – chiave in The Judge, film diretto da David Dobkin, con protagonista Robert Downey Jr.
Nelle ultime settimane le caselle del cast del film sono andate progressivamente riempiendosi: a dare qualche problema è stata soprattutto la ricerca dell’interprete del ruolo del padre del protagonista, per il quale inizialmente si era pensato a Jack Nicholson, ma che poi verrà interpretato da Robert Duvall. In seguito a entrare nel cast è stato Vincent D’Onofrio; ora sarebbe la volta di Thornton, che per inciso con lo stesso Duvall ha recentemente lavorato nel suo Jayne Mansfield’s Car.
Basato su una sceneggiatura originale firmata da Nick Schenk, rivista poi da Bill Dubuque, The Judge racconta la storia di un avvocato rampante che torna nella sua città natale dopo decenni, in occasione del funerale della madre; qui scoprirà che suo padre, col quale da anni ha rotto i rapporti, è sospettato dell’uccisione della donna. Il protagonista dovrà dunque usare le sue capacità per provare l’innocenza del padre, ristabilendo con lui un legame perduto da tempo. Billy Bob Thornton interpreterebbe il procuratore che ha portato l’accusato in tribunale.
L’attore ha recentemente finito di girare due film: Red Machine, incentrato su una lotta senza quartiere contro un orso Grizzly scatenato e Parkland, ambientato sullo sfondo dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy. L’attore dovrebbe inoltre partecipare a Three Nigts, commedia ambientata nel mondo del baseball, ancora in fase di pre-produzione.
Fonte: CinemaBlend
Anche Benicio Del Toro nel film di Malick con Natalie Portman!
Ancora foto dal set di Terrence Malick con protagonista Natalie Portman e Michael Fassbender. Oggi però sul set è stato fotografato forse una nuova new entry nel film, Benicio Del Toro. Le foto confermano i rumors che volevano l’attore nel cast della pellicola.
Anche BB-8 ha il suo character poster per Star Wars il Risveglio della Forza
Anche il tenero BB-8, nuovo droide del franchise di Star Wars, ha ottenuto il suo character poster in occasione dell’arrivo al cinema de Il Risveglio della Forza!
[nggallery id=1221]
Star Wars Il Risveglio della Forza uscirà sul grande schermo il 18 dicembre 2015 con un cast che include il ritorno di Harrison Ford, Carrie Fisher, Mark Hamill, Anthony Daniels, Peter Mayhew e Kenny Baker con le nuove aggiunte John Boyega, Daisy Ridley, Adam Driver, Oscar Isaac, Andy Serkis, Domhnall Gleeson, Lupita Nyong’o, Gwendoline Christie e Max von Sydow.
Anche Anne Hathaway e Daniel Radcliffe per The Modern Ocean
Anne Hathaway, Keanu Reeves, Daniel Radcliffe, Chloe Grace Moretz, Tom Holland, Asa Butterfield, Abraham Attah e Jeff Goldblum sono tutti pronti a salpare, letteralmente, per il prossimo progetto di Shane Carruth. Il film drammatico si intitolerà infatti The Modern Ocean e in mezzo al cast stellare vedrà recitare lo stesso Carruth.
Il precedente progetto di Carruth, Upstream Color, ha vinto il premio spciale della Giuria al Sundance del 2013, mentre quello ancora precedente, Primer, ha vinto, sempre al Sundance, il gran premio della giuria nel 2004.
Con un curriculum così prestigioso e un cast di prim’ordine, ci sono grandi aspettative in merito a questo progetto.
Fonte: Variety
Anche Adewale Akinnuoye-Agbaje in Thor 2: the Dark World!
Arriva da Variety la notizie
che Adewale Akinnuoye-Agbaje interpreterà Kurse/Algrim il
Forte nell’atteso sequel di Thor: The Dark World, che sarà diretto
da Alan Taylor.
Anche Aaron Eckhart in un progetto Marvel?
Dopo che ieri vi abbiamo dati la notizia di un probabile coinvolgimento di Joseph Gordon Levitt in un film targato Marvel sul Doctor Strange, arriva oggi anche la notizia che un altro attore, che ha avuto a che fare con il mondo cinematografico DC e con Christopher Nolan in particolare, potrebbe essere stato coinvolto da un misterioso progetto Marvel ancora senza nome.
Parliamo di Aaron Eckhart che sembra aver dichiarato che la Marvel Studio l’ha contattato per offrirgli un ruolo non meglio identificato. Durante un’intervista radiofonica è stato chiesto all’attore che fu Harvey Dent/Due Facce se gli sarebbe piaciuto tornare a lavorare con Nolan o in un altro cine comic. Aaron ha risposto che sia a lui che alla Marvel piacerebbe fare qualcosa insieme un giorno…magari.
La domanda quindi è la seguente: dovremo aspettarci anche Aaron Eckhart in un progetto Marvel ? Nel video trovate l’intera dichiarazione :
Dopo aver visto Aaron Eckhart nei panni del Presidente degli Stati Uniti in Attacco al potere – Olympus has fallen, potremo di nuovo ammirare la sua presenza scenica e la sua bravura in Io Frankenstein, in cui l’attore sarà protagonista accanto alla bella Yvonne Strahovski.
Fonte: CBM
Anche a Sarkozy il suo biopic, oggi a Cannes
Pochi politici hanno avuto l’onore
(se così possiamo definirlo) di veder raccontata sullo schermo la
propria vita e ascesa.
Anch’io: trailer del film sul #MeToo, al cinema da Gennaio
La due volte candidata all’Oscar Carey Mulligan (Una Donna Promettente, An Education) e Zoe Kazan (la serie Il Complotto contro l’America, The Big Sick – Il matrimonio si può evitare… l’amore no) protagoniste di Anch’io, nel quale interpretano le reporter del New York Times Megan Twohey e Jodi Kantor, che insieme hanno raccontato una delle storie più importanti di una generazione. Una storia che ha infranto decenni di silenzio sul tema degli abusi sessuali avvenuti a Hollywood e che ha cambiato per sempre la cultura americana. Anch’io è diretto dalla vincitrice dell’Emmy Maria Schrader (la serie Unorthodox) ed è scritto da Rebecca Lenkiewicz, sceneggiatrice del film vincitore del premio Oscar Ida.
Anch’io, leggi la recensione
Dai produttori vincitori degli Academy Award di 12 anni schiavo, Moonlight, Minari, Selma – La strada per la libertà e La grande scommessa e dal produttore candidato all’Oscar di Zero Dark Thirty e American Hustle – L’Apparenza inganna, il film è tratto dall’inchiesta del New York Times di Jodi Kantor, Megan Twohey e Rebecca Corbett e dal bestseller del New York Times “She Said: Breaking the Sexual Harassment Story That Helped Ignite a Movement” di Jodi Kantor e Megan Twohey.
Testimonianza del potere del giornalismo investigativo, Anche Io racconta il viaggio di reporter e redattori impegnati nell’incessante ricerca della verità e mette in luce il coraggio di coloro che sono sopravvissute e di chi ha scelto di farsi avanti per fermare un predatore seriale. Insieme, il loro impegno e la loro forza d’animo hanno dato vita a una conversazione nazionale, hanno contribuito a riportare alla luce il movimento #MeToo e alimentato una riflessione sul sistema che lo aveva reso possibile.
Anch’io vede nel cast anche la candidata all’Oscar Patricia Clarkson (Shutter Island, Schegge di April), dal vincitore dell’Emmy Andre Braugher (Homicide, Thief – Il professionista), dalla vincitrice del Tony Award Jennifer Ehle (Zero Dark Thirty, Orgoglio e Pregiudizio) e dalla candidata all’Oscar Samantha Morton (Minority Report, In America – Il sogno che non c’era).
Anch’io arriva in prima tv su SKY e NOW
Ispirato dall’indagine vincitrice del Premio Pulitzer che ha mandato in frantumi un sistema corrotto dando alle donne il potere di parlare apertamente, Anch’io arriva in prima tv lunedì 20 novembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Drama), in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.
Il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il film sarà proposto in seconda serata su Sky Cinema Due.
Basato sull’indagine bomba del New York Times, Anch’io segue la straordinaria storia vera di come le reporter Megan Twohey e Jodi Kantor sono passate da perdenti a fonte d’ispirazione rompendo il silenzio che circonda la violenza sessuale a Hollywood. Determinate a svelare la verità che molti temono di dire, la collaborazione di Megan e Jodi scuote il sistema, consentendo alle donne coraggiose di riprendere forza attraverso storie di sopravvivenza in questo straordinario film della regista vincitrice di un Emmy Maria Schrader (Unorthodox, I’m Your Man), con le accattivanti interpretazioni della due volte candidata all’Oscar Carey Mulligan (Una donna promettente, An Education) e Zoe Kazan (The Big Sick – Il matrimonio si può evitare… l’amore no, Il complotto contro l’America), con la performance di Mulligan che ha ricevuto una nomination ai Golden Globe come Miglior Attrice non protagonista.
A testimonianza del potere del giornalismo investigativo e della sua influenza nel rinvigorire il movimento #MeToo, l’imponente cast del film comprende anche Patricia Clarkson (Schegge di April, House of Cards), Andre Braugher (Brooklyn 99, The Mist) e Ashley Judd (Colpevole d’innocenza).
Anch’io, in prima tv lunedì 20 novembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Drama), in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K per i clienti Sky Q o Sky Glass con pacchetto Sky Cinema e con servizio opzione Sky HD/Sky Ultra HD attivo. Il 25 novembre,Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il film sarà proposto in seconda serata su Sky Cinema Due.
Anatomy Awards: il premio ai migliori nudi di cinema e tv
La season awards
culminerà durante la notte degli Oscar, ma intanto c’è ancora molta
strada da fare e premi da assegnare. Trai molteplici premi dedicati
al mondo del cinema e delle serie tv, ce n’è uno, giunto alla
15esima edizione, che ci ha lasciati un po’ sorpresi, ma che ha
delle innegabili ragioni di esistere. Si tratta
dell’Anatomy Awards, un premio che incorona i
migliori corpi visti al cinema, ovviamente come mamma li ha
fatti.
Il 25 febbraio prossimo saranno annunciati i vincitori in tutte le diverse categorie del premio (che comprendono Miglior Seno, Miglior Fondoschiena, Miglior Nudo Frontale e Miglior Film addirittura), intanto però sul sito di Mr. Skin, che organizza l’evento e promuove da 15 anni il premio, è possibile leggere, e vedere, la lista completa delle nominate….perchè, sì, qualora ve lo stesse chiedendo, è un premio che prevede solo categorie al femminile.
Tra gli illustri candidati per la categoria miglior film, c’è anche il bellissimo lavoro di Abdellatif Kechiche, La vita di Adele.
A QUESTO LINK trovate il sito ufficiale su cui potete esprimere le vostre preferenze.
Anatomy Awards 2015: le vincitrici degli Oscar del nudo [foto]
Sandra Bullock, nel 2010, riuscì nell’impresa d vincere sia un premio Oscar che un Razzie Award, rispettivamente per la migliore e la peggiore interpretazione da protagonista in un film. Un’imprea simile, anche se forse più lusinghiera, è riuscita quest’anno a Julianne Moore, che dopo aver vinto l’Oscar per Still Alice, ha anche portato a casa un premio alla carriera agli Anatomy Awards 2015, ovvero i riconoscimenti di cinema che premiano i nudi femminili su grande schermo.
Ecco di seguito tutte le vincitrici:
[nggallery id=1491]
Alexandra Daddario ha ‘ovviamente’ portato a casa il premio per il Miglior Seno, mentre un po’ a sorpresa Keri Russel ha vinto il premio per il miglior sedere. Illustre premiata anche Scarlett Johansson, che ha vinto due premi, Miglior nudo integrale frontale e Miglior debutto di una celebrità in nudo. Che ne pensate?
L’Anatomy Awards è un premio che incorona i migliori corpi visti al cinema, ovviamente come mamma li ha fatti e che annovera solo la categoria femminile.
Anatomia di uno scandalo: recensione della miniserie con Michelle Dockery
Scrivere la recensione di Anatomia di uno scandalo potrebbe sembrare semplice, perché la serie Netflix con Michelle Dockery e Sienna Miller si focalizza principalmente sul tema del consenso in fatto di rapporti sessuali. Un argomento chiaro e fondamentale, eppure molto sfumato. Tuttavia, la serie sviluppata da David E. Kelley e Melissa James Gibson, e basata sul romanzo di Sarah Vaughan, Anatomy of a Scandal, racchiude tutta un ventaglio di argomenti correlati che la rendono estremamente interessante anche se forse non universalmente gradita.
La trama di Anatomia di uno scandalo
Per molte serie tv, è fondamentale conoscere lo svolgersi degli eventi, ma nel caso di Anatomia di uno scandalo la trama può essere riassunta in poche parole: un rappresentante del Governo britannico viene accusato di violenza sessuale all’interno delle Camere. Un affare sporco, rischioso e pericoloso per entrambe le parti, una faccenda che potrebbe trascinare nel fango un uomo per bene con la sua famiglia e il suo lavoro, o che potrebbe mettere alla berlina ancora una volta una donna che ha tutto da perdere e che trova il coraggio di denunciare. Come in ogni situazione del genere, purtroppo molto spesso anche nella vita reale, ci sono due versioni della storia, e se i fatti sono univoci e parlano chiaro, il racconto degli stessi prende sempre una parte.
L’aspetto più interessante di Anatomia di uno scandalo è proprio questo: lo spettatore sa chi mente, i fatti vengono mostrati in maniera univoca e oggettiva, eppure, all’interno dell’aula di tribunale, lo spettatore esterno regredisce a partecipante al processo e assiste a interrogatori e arringhe chiedendosi davvero da quale parte si trovi la ragione.
Merito di questo è chiaramente
insito nella scrittura di David E. Kelley e
Melissa James Gibson che riesce a
dare spessore a ogni personaggio senza mai scendere nel
macchiettiamo e nella rappresentazione bidimensionale. A questo si
associa poi un cast, tutto inglese ovviamente, che riesce a
consegnare allo spettatore delle prove di altissimo profilo, sia
che si tratti della sempre impeccabile
Michelle Dockery, sia che invece si parli del
più discontinuo
Rupert Friend che in questo caso è un
credibilissimo Mister Whitehouse, funzionario del Governo e marito
e padre impeccabile.
“I Whitehouse sono dei vincenti” è questo che il padre ripete in maniera ossessiva ai suoi figli, ed è questo che i bambini, nella loro purezza, imparano e assimilano. Sono nati con il privilegio del nome e della classe e mai e poi mai possono uscire battuti da un contenzioso, o almeno è questo quello che vengono educati a credere, come suo padre prima di loro, che sin da adolescente ha sempre avuto le spalle sicure della sua posizione. È un concetto centrale della serie che punta il dito contro un privilegio (che coincide poi con quello del maschio bianco etero cis) a discapito di chi non è nato ricco, non è nato bello e, peggio ancora, non è nato uomo. Alla luce di questo, James Whitehouse fa una figura men che misera, soprattutto in confronto alle tre donne che in qualche modo ne determinano la sorte.
Il cast di Anatomia di uno scandalo
In Anatomia di uno Scandalo cast e personaggi vanno a braccetto. La moglie, Sophie, interpretata da Sienna Miller, è la perfetta controparte femminile del privilegio: anche lei nata nelle stesse condizioni di favore e agiatezza, si lascia convincere, e forse le fa comodo, che quei comportamenti, quella vita, quello stile di pensiero possano davvero essere giusti, comportamenti buoni per un uomo buono. Per fortuna l’arco del personaggio è molto articolato, e Miller riesce con una classe che continua a maturare con il tempo, a dare giustizia alla scrittura della sua Sophie. Naomi Scott è invece Olivia Lytton, la stagista che intreccia una relazione clandestina con il suo capo sposato e che non viene ascoltata nel momento in cui gli dice “No”. Lei è colei che ha tutto da perdere, è giovane e di talento, si è fatta coinvolgere in una relazione eticamente sbagliata, e pur tuttavia è colei che avrebbe maggiormente giovato dal silenzio. Ma non ci sta e rischia tutto pur di avere giustizia. Scott non sembra molto a suo agio nel ruolo, ma forse, a dispetto della sua importanza destabilizzante, si tratta del personaggio scritto con meno attenzione, forse perché strumentale a scuotere uno status quo.
Chiude questo tris Michelle Dockery, nei panni di Kate Woodcroft, l’avvocato a cui la Corona affida il compito di difendere Olivia e di perorare la sua causa. È lei che deve sostenere l’accusa di stupro contro Whitehouse, è lei che deve abbattere il pregiudizio della giuria che un uomo così affascinante e per bene non può aver commesso un atto così deplorevole. È lei che si deve stagliare contro la forma mentis della società in cui vive. I lineamenti spigolosi di Dockery la rendono fisicamente perfetta per il ruolo, ma sono le sue micro espressioni, il suo talento, la sua postura e la sua tenuta della scena a fare dell’avvocato Woodcroft un personaggio indimenticabile.
Anatomia di uno Scandalo racconta con un punto di vista interessante e approfondito un argomento delicatissimo, quale il consenso, e lo fa sfruttando una dialettica precisa e un modo di mettere in scena gli eventi certosino, avvalorato da un montaggio prezioso e mette bene in evidenza ogni momento, giocando con dissolvenze e sovrapposizioni, scivolamento da un tempo all’altro, da una scena all’altra, senza mai perdere la grazie e il gusto. È possibile guardare in streaming Anatomia di uno scandalo su Netflix.
Anatomia di una Zucchina
“Zucchina?… Io lo chiamerei Patata con quella faccia!” (Simon)
Nonostante la sua apparente semplicità, La mia vita da Zucchina di Claude Barras è un film molto complesso dal punto di vista tecnico, e come ormai ben sappiamo lo sono tutte le pellicole realizzate con la minuziosa e lunga animazione stop-motion. Certo, non siamo ai livelli di complessità tecnologica delle produzioni di casa Laika, ma nonostante la semplificazione dal punto di vista anatomico dei burattini non è mai facile donare la vita a un esserino inanimato e renderla credibile.
Per la realizzazione del film sono
stati costruiti e dipinti sessanta set, sono stati realizzati
cinquantaquattro burattini e ognuno in tre esemplari e con costumi
diversi. Il lavoro di animazione è durato otto mesi, al ritmo di
tre-cinque secondi al giorno per ciascun animatore. Altri otto mesi
sono serviti per le lavorazioni sul suono e sulla colonna sonora,
nonché per tutto il lavoro di postproduzione digitale.
Complessivamente sono occorsi due anni con il coinvolgimento
di una troupe di circa cinquanta persone.
Claude Barras racconta così l’impostazione che ha voluto dare al suo lavoro di caratterizzazione dei personaggi e alla successiva animazione: “Un grande disegnatore come Hergé, il creatore di Tintin, sosteneva che più la grafica di un viso è semplice, più il pubblico può proiettarvi le proprie emozioni e identificarsi con il personaggio. Sono pienamente d’accordo con lui ed è quanto io stesso provo a mettere in pratica con l’animazione a passo uno dei pupazzi, senza l’ambizione di riprodurre fedelmente la realtà ma provando a darne agli spettatori una visione rielaborata. Combinando delle voci realistiche e naturali con dei personaggi dall’estetica altamente stilizzata, ho anche tentato di conservare nel film lo stile di scrittura di Gilles Paris. Ma la chiave per entrare in questo universo restano gli occhi dei personaggi. I loro occhi enormi, spalancati sul mondo, danno un contributo essenziale all’empatia e alle emozioni.”
E aggiunge, a proposito dei tempi di
narrazione e del suo stile di regia: “La mia vita da
Zucchina si concentra sul mondo interiore dei
suoi personaggi ed era importante per me avere i tempi giusti per i
piccoli gesti, le espressioni del viso, i momenti di attesa. Anche
molti aspetti del paesaggio e del tempo atmosferico rispecchiano
gli stati d’animo dei protagonisti. Inoltre, ho usato spesso delle
inquadrature lunghe per catturare sguardi e emozioni, piuttosto che
il consueto campo e controcampo utilizzato nei film d’animazione.
Questa scelta dà al film un ritmo molto
originale.”
I burattini di La mia vita da Zucchina sono alti circa 25 cm e sono stati costruiti artigianalmente uno per uno, senza ricorrere alla prototipazione 3D, ma affidandosi alle tradizionali tecniche artigianali. Sono fabbricati combinando insieme materiali differenti, come la resina per i volti, in modo da ottenere una texture grezza e graffiata, una schiuma di lattice morbida per i capelli, che potesse essere animata con facilità, silicone al platino per le braccia e imbottitura morbida in gommapiuma per i corpicini, poi coperti da abiti in maglieria e tessuto.
Anatomia di una Zucchina
Invece di ricorrere alla
sostituzione delle teste o di porzioni del volto, come ormai si usa
fare in tutti i grandi film in stop-motion, si è deciso di adottare
una soluzione assai più semplice, ovvero sostituire solamente le
bocche e le sopracciglia sopra una testa unica che ne era priva e
dotata di occhi mobili. Il risultato è sorprendente, tanto semplice
quanto efficace. Le teste in resina sono rigide invece che essere
morbide e al loro interno nascondono delle piccole calamite che
consentono di posizionare con estrema facilità le parti mobili,
dando la possibilità di farle anche spostare sulle porzioni del
volto. I capelli invece, morbidi e armati con il filo di alluminio,
sono stati progettato come una vera e propria parrucca da applicare
sulla rotondità della testa calva.
Gli scheletri sono stati realizzati
artigianalmente, utilizzando dei classici snodi a sfere per la
colonna vertebrale e le gambe, mentre le braccia sono state armate
con del semplice filo di alluminio intrecciato, in modo da avere
una morbidissima mobilità. La particolarità delle braccia è la loro
lunghezza, sono infatti estremamente lunghe e se distese arrivano a
toccare il terreno e oltretutto sono sprovviste di gomito,
assumendo nei movimenti una singolare forma ad arco, che
contribuisce a caratterizzare in maniera originale i personaggi,
con una felicissima sintesi grafica. Inoltre le mani sono provviste
di sole quattro dita, in moda da rendere più semplice il lavoro di
animazione, che comunque risulta convincente e perfettamente
funzionale alla recitazione.
Il direttore dell’animazione del film è Kim Keukeleire, nato a Seoul ma di cittadinanza belga, con un curriculum che comprende alcuni dei capolavori in stop-motion degli ultimi anni, da Galline in fuga, prodotto dall’inglese Aardman, a Fantastic Mr Fox di Wes Anderson, fino a Frankenweenie di Tim Burton.
Tra gli animatori ci sono i migliori
esperti del settore nel panorama europeo, come Tim
Allen e Kristien Vanden
Bussche.
E naturalmente per gestire tutto il
lavoro di animazione fotogramma per fotogramma è stato utilizzato
Dragonframe (il nostro approfondimento), il prodigioso
irrinunciabile software ideato da Jamie e Dyami
Caliri.
In questi backstage di La mia vita da Zucchina è possibile carpire qualche segreto sulla realizzazione dei burattini e della loro animazione. QUI e QUI